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LA VITIVINICOLTURA NELL’AREA ETNEA Ricerche nell’ambito delle attività istituzionali dell’Osservatorio sul Sistema dell’Economia Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS) Responsabile della ricerca: Dott. Carmela LA MALFA ________________________ Catania, Maggio 2006

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I

LA VITIVINICOLTURA NELL’AREA ETNEA

Ricerche nell’ambito delle attività istituzionali dell’Osservatorio sul Sistema dell’Economia Agroalimentare della Sicilia (OSEAAS)

Responsabile della ricerca:

Dott. Carmela LA MALFA

________________________ Catania, Maggio 2006

II

Si ringraziano per la collaborazione:

I Dott.ri : Bursi, Bellomo, Calascibetta e De Gregorio funzionari

dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana.

Dott. Di Pisa - Servizio Regionale Repressione Frodi Vinicole.

Dott. Sciacca - Camera di Commercio di Catania.

Dott. Vitale - AGEA sportello di Catania.

Dott.ssa Areddia dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura di Catania.

Ing. Scilio – Consorzio di Tutela Vini dell’Etna.

Si ringraziano, inoltre, gli imprenditori delle seguenti aziende vitivinicole:

ANTICHI VINAI, BARONE DI VILLAGRANDE, BENANTI, BIONDI,

BONACCORSI, BONAJUTO, BORDONARO, COSENTINI,

COTTANERA, CRIMI, DEL CAMPO, DILETTOSO, DON SARO,

F.LLI DI PAOLA, F.LLI GRASSO, GAMBINO, GRUPPO NICOSIA,

GURRIDA, I.P.S.A.A. “A. Mazzei” di GIARRE, LA CAPIROSSA,

MANNINO, MAZZA, MOSE’, MORABITO, PATRIA COOP. A.r.l.,

POLIZZI, RACITI, REGIA CORTE, SALETTI, TENUTA SCILIO DI

VALLE GALFINA, TERRE DI LUIGI, TERRE NERE, TURRISI,

VAGLIASINDI.

I

I N D I C E 1. PREMESSA ...................................................1 2. IL COMPARTO VITIVINICOLO IN ITALIA

E IN SICILIA...................................................3 2.1 – LE ORIGINI DELLA VITIVINICOLTURA .......................................... 3 2.2 - EVOLUZIONE DEL COMPARTO VITIVINICOLO IN ITALIA........ 4 2.3 – EVOLUZIONE DEL COMPARTO VITIVINICOLO SICILIANO..... 20

2.3.1 – Caratteri strutturali ..................................................................... 20 2.3.2 - Dinamica della produzione ........................................................ 36

2.3.2.1 – La produzione di vini di qualità in Sicilia......................... 40 3. LA NORMATIVA PER IL COMPARTO

VITIVINICOLO..............................................45 3.1 – EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO DI

RIFERIMENTO .................................................................................... 45 3.2 - IMPATTO DELLA NUOVA OCM VINO SULLA

VITIVINICOLTURA SICILIANA ED ETNEA.................................. 47

3.3 - LE POLITICHE DELLA REGIONE SICILIANA PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA VITIVINICOLA ................................. 56

4. LA DOMANDA DI VINO...............................60

4.1 – EVOLUZIONE DEI CONSUMI DI VINO IN EUROPA..................... 60

4.1.1 – Le tendenze degli acquisti di vino in Italia ................................ 65

II

5. LA VITIVINICOLTURA NELL’AREA ETNEA .........................................................72

5.1 – LA STORIA........................................................................................... 72 5.2 – PRINCIPALI CARATTERI STRUTTURALI DEL COMPARTO

VITIVINICOLO DELLA PROVINCIA DI CATANIA....................... 74

5.3 – SUPERFICI E PRODUZIONI VITIVINICOLE DI QUALITA’

NELL’AREA ETNEA........................................................................... 93

6. METODO D’INDAGINE..............................110

7. I RISULTATI DELL’INDAGINE..................112

7.1 – IMPRESE VITIVINICOLE ETNEE DI QUALITÀ:

CONSISTENZA, LOCALIZZAZIONE E COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE................................................................................ 112

7.2 - CARATTERI STRUTTURALI DELLE AZIENDE

VITIVINICOLE DEL CAMPIONE................................................... 116

7.2.1 – La destinazione della produzione............................................. 124

7.2.2 – La promozione e commercializzazione dei vini etnei.............. 134 7.3 – ORGANIZZAZIONE E CARATTERISTICHE DEL LAVORO

NELLE AZIENDE VITIVINICOLE ESAMINATE .......................... 145 7.4 - PRINCIPALI CARATTERI ECONOMICI DELLE IMPRESE

ESAMINATE ...................................................................................... 147 7.5 – PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA, LIMITI ED

OPPORTUNITA’ DELLA FILIERA VITIVINICOLA NELL’AREA ETNEA......................................................................... 153

8. CONCLUSIONI ...........................................159

III

BIBLIOGRAFIA...............................................167

APPENDICI

APPENDICE 1 - SINTESI NORMATIVA -REGIONE SICILIA

APPENDICE 2 - DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PER I VINI

A DOC "ETNA" BIANCO, ROSSO E ROSATO

1

1. PREMESSA Negli ultimi decenni, il mutamento degli stili di vita, che ha interessato

principalmente i Paesi ad avanzato sviluppo economico, ha visto anche

un’evoluzione nei modelli di consumo, con orientamento crescente dei

consumatori verso l’uso di beni aventi caratteristiche diverse rispetto al

passato e più attenzione nelle scelte d’acquisto alla qualità del prodotto ed al

relativo contenuto di servizi. Questo processo ha, inevitabilmente, coinvolto

anche il consumo di bevande alcoliche ed in particolare il vino, producendo

ripercussioni sul comparto vitivinicolo che, negli ultimi anni, è stato

chiamato ad affrontare in maniera sempre più competitiva le modificazioni

strutturali prodottesi sia nel mercato interno che in quello internazionale,

quale effetto dell’evoluzione del comportamento del consumatore, alla luce

anche delle nuove politiche comunitarie che regolano tale mercato.

Per quanto concerne la domanda di vino, si è assistito ad una drastica

riduzione del consumo totale accompagnata da un crescente orientamento

all’acquisto di vini di qualità (DOC-DOCG ed IGT), commercializzati in

bottiglia che, oltre a legare i prodotti ad un territorio garantendone la tipicità,

offrono al contempo garanzie di sicurezza igienico-sanitaria.

Alla luce di quanto detto, risulta interessante valutare gli effetti di tale

evoluzione sul comparto vitivinicolo, concentrando l’attenzione sulla

dinamica del segmento di produzione dei vini di qualità, al fine di verificare

il grado di orientamento al mercato delle imprese vitivinicole.

La ricerca, si snoda attraverso una prima parte inerente l’evoluzione del

comparto a livello nazionale per poi passare a valutare la sua evoluzione in

Sicilia, il tutto facendo riferimento al mutamento delle politiche di settore ed

agli effetti prodotti dall’introduzione della nuova OCM Vino.

Nella seconda parte, l’analisi viene rivolta alla dinamica del comparto

vitivinicolo in provincia di Catania, nell’obiettivo di evidenziare l’evoluzione

provinciale della vitivinicoltura di qualità e la relativa incidenza su quella

siciliana. Più in dettaglio, l’attenzione viene focalizzata sull’area etnea e,

soprattutto, sui comuni dell’area di produzione del vino a DOC “Etna”, uno

2

dei primi vini italiani ad aver ottenuto il riconoscimento a DOC (D.P.R. 16

Agosto 1968), già decantato da poeti del V-III secolo a.C. tra i vini

d’eccellenza siciliani.

La carenza d’informazioni puntuali relativi al comparto vitivinicolo etneo di

qualità e gli intensi processi evolutivi che lo interessano, hanno spinto alla

realizzazione della presente indagine territoriale, impostata sulla base di

quanto descritto brevemente nella nota metodologica, che inserendosi in un

contesto più ampio, finalizzato all’approfondimento delle conoscenze

sull’intera filiera vitivinicola dell’area etnea, mira ad analizzare i principali

caratteri strutturali e tecnico-economici delle imprese che producono e/o

imbottigliano vini di qualità.

Inoltre, la ricerca empirica si propone di individuare il grado di percezione

della qualità da parte delle imprese vitivinicole in esame e di verificarne il

loro grado di orientamento al mercato, attraverso la valutazione della

consistenza dell’offerta in funzione delle varie forme di commercializzazione

del prodotto (stima dei quantitativi venduti sfusi e di quelli imbottigliati

nell’ultimo quinquennio), nonché dei mercati di destinazione di tali vini e

delle relative quantità vendute.

Il tutto al fine enucleare tendenze e relative problematiche, evidenziando i

punti di forza e di debolezza, i limiti e le opportunità della filiera vitivinicola

nell’area etnea.

3

2. IL COMPARTO VITIVINICOLO IN ITALIA E IN SICILIA

2.1 – LE ORIGINI DELLA VITIVINICOLTURA

La produzione del vino risale ad epoche antichissime ed è probabilmente

iniziata, verso la fine del neolitico, in seguito ad una casuale fermentazione

di uva di viti spontanee conservata in rudimentali recipienti. Precisi

riferimenti storici al vino risalgono alla civiltà dei Sumeri (3° millennio

a.C.). In Italia semi di Vitis silvestris sono stati trovati nelle terramare, risalenti

all'età del bronzo, situate tra il Pò e le pendici dell'Appennino. Presso gli

Etruschi la coltivazione della vite raggiunse un notevole progresso, favorito

anche da evolute conoscenze tecniche e da materiale ampelografico di varia

origine, raccolto attraverso gli ampi rapporti commerciali di questo popolo

(L. Pisani Barbacciani, 1999).

In Sicilia, le origini la vitivinicoltura si attestano intorno all’ultimo scorcio

del 2° millennio a.C., secondo quanto citato da Omero. A conferma di ciò vi

è anche il rinvenimento, in una tomba presso Siracusa, di vasi per uso vinario

risalenti a circa 2000 anni a.C. La viticoltura si diffuse notevolmente

nell'isola ed in altre aree meridionali, alimentando anche una intensa

esportazione di vino, soprattutto verso i mercati cartaginesi. Nell’VIII-VII

secolo a.C. la vite era molto estesa nell’Isola e nel meridione d’Italia, tanto

che i coloni greci denominarono Enotria questa terra (Pastena, 1989).

L’importanza economica della viticoltura in Sicilia è attestata, nel tempo,

dalla crescita delle superfici vitate (fino al 1985-87), nonché dalla diffusione

di nuove forme di allevamento (spalliera e tendone) e di nuove tecniche di

coltivazione della vite, con realizzazione di vigneti specializzati, rispondenti

alle esigenze di una sempre maggiore meccanizzazione dei lavori, finalizzata

alla contrazione dei costi di produzione, soprattutto di quelli legati alla

manodopera, essendo la vite una “pianta sociale” per eccellenza, in quanto

richiede una presenza viva ed attiva del contadino sul fondo.

4

2.2 - EVOLUZIONE DEL COMPARTO VITIVINICOLO IN ITALIA

Dai dati del V Censimento Generale dell’Agricoltura del 2000, la superficie

nazionale interessata dalla coltivazione dell’uva da vino risulterebbe

superiore ai 675.000 ettari, di cui 233.605 (34%) destinati alla produzione di

vini Doc e Docg ed il restante 66% (441.940 ettari) a vini comuni e/o Igt. Da

sottolineare come le superfici attribuite al segmento delle denominazioni

d’origine, per scelta di rilevazione, sono quelle iscritte agli albi dei vigneti,

che potrebbero dunque essere destinate a produrre Doc o Docg, ma che non è

detto che poi di fatto lo siano.

Nello stesso anno, sono oltre 791.000 le aziende italiane del comparto, di cui

l’88% indirizzate verso la produzione di vino da tavola o Igt, mentre “solo” il

14% di esse dedite all’ottenimento di vini a Doc-Docg1 (Tab. 2.1).

Tab. 2.1 – Aziende e superficie investita in Italia nella viticoltura

(2000) (*)

n° % ha %Uva per vini DOC/DOCG 108.808 13,8 233.605 32,4Uva per altri vini 695.291 87,9 441.940 61,2Uva da tavola 34.068 4,4 39.976 5,5Viti non innestate 2.178 0,4 1.812 0,3Viti madri da portinnesto 730 0,2 1.521 0,2Barbatelle 2.053 0,3 2.776 0,4Totale 791.400 100,0 721.631 100,0

Aziende Superficie investita

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma.

Dall’analisi della dinamica del comparto vitivinicolo sulla base dei

censimenti precedenti emerge che, nell’ultimo ventennio, le estensioni

impiantate ad uva da vino in Italia si sono ridimensionate del 36% passando

dai 1.063.328 ettari del 1982 ai 675.545 ettari del 2000. Tale situazione è

anche la risultante di un processo di estirpazione definitiva che, tra la fine

1 La somma naturalmente non da 100 in quanto la stessa azienda può realizzare

congiuntamente le due produzioni.

5

degli anni ottanta e la fine degli anni novanta, ha notevolmente

ridimensionato il patrimonio vitato in Italia2 e, soprattutto, nel Mezzogiorno3.

Infatti, il Reg. Cee n. 1442/1988, ha per la prima volta ha inserito all’interno

della regolamentazione comunitaria l’erogazione di premi per l’abbandono

definitivo dei vigneti (in precedenza i premi potevano essere erogati anche

per l’abbandono temporaneo).

E’ evidente che a ricorrere alle estirpazioni con premio sono state,

soprattutto, le regioni dove minore era la redditività della coltura.

Più in dettaglio, il ridimensionamento è imputabile, sostanzialmente, alla

contrazione delle superfici e delle aziende dedite alla produzione di vini da

tavola e Igt, dimezzatesi tra il 1982 ed il 2000 (Fig. 2.1, 2.2).

Il segmento delle denominazioni d’origine, invece, dopo la leggera

contrazione rilevata nel 1990, ha fatto registrare una decisa espansione nel

decennio successivo, in termini sia di aziende (+ 17,5%) che di superfici

vitate (+22,4 % rispetto al 1990) (Fig. 2.1 e 2.2).

Peraltro, nel ventennio di riferimento, anche la superficie media aziendale

investita a vigneto è aumentata progressivamente. Per le aziende del

segmento dei vini da tavola e Igt si è portata gradualmente da 0,56 a 0,64

ettari nel 2000, mentre per quelle che producono Doc-Docg è passata dai

2 ettari del 1982 agli attuali 2,15 ettari (Fig. 2.3). Nel complesso, al 2000, la

superficie media vitata aziendale è risultata pari a 0,91 ettari, comunque

inferiore alla soglia di 1 ettaro. Ciò denota la persistente ed eccessiva

frammentazione delle realtà produttive del comparto vitivinicolo italiano e,

soprattutto, di quelle operanti nel segmento di produzione dei vini comuni

e/o IGT.

2 Tra la campagna 1988/1989 e la campagna 1997/1998 in Italia, a fronte del pagamento di un premio, sono stati definitivamente espiantati 106.453 ettari di vigneti, per il 68% localizzati nel Sud e nelle Isole. 3 Nel Mezzogiorno le maggiori superfici espiantate si sono avute in Puglia, che all’interno di questa misura ha perso 27.209 ettari di vigneti, in Sicilia, che ha ridotto il suo potenziale viticolo di 17.264,ed in Sardegna, con un espianto di 15.371 ettari.

6

0 200 400 600 800 1.000 1.200 Migliaia di ha

1982

1990

2000 A

nni

Fig. 2.1 - Evoluzione delle superfici vitivinicole in Italia per tipologia di produzione (*)

per altri vini 853.536 671.535 441.940

per vini DOC e DOCG 209.794 190.852 233.605

Totale uva da vino 1.063.328 862.386 675.545

1982 1990 2000

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma.

Fig. 2.2 - Evoluzione della consistenza delle aziende italiane con vite per principali tipologie produttive (*)

1982

1990

2000

Ann

i Aziende

per altri vini 1.512.454 1.089.352 695.291

per vini DOC e DOCG 105.019 92.590 108.808

Vite Tot. 1.629.260 1.184.861 791.400

1982 1990 2000

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da:ISTAT- III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma. La voce “Vite Tot.” comprende oltre alle aziende operanti per la produzione di uva da vino quelle che producono uva da mensa, barbatelle, viti non innestate e viti madri da portinnesto.

7

0,70 0,79

0,91

2,00 2,062,15

0,56 0,62 0,64

0

0,5

1

1,5

2

2,5ET

TAR

I

Superfici vitate Superf. DOC_DOCG Superf. per altri vini

Fig. 2.3 - Evoluzione della superficie media aziendale vitivinicola in Italia per tipologia di produzione (*)

198219902000

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT del III, IV e V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

Sul piano regionale la graduale riorganizzazione del comparto verso

produzioni di qualità interessa tutte le regioni italiane. Tra di esse, al 2000,

regioni capofila, sia in termini di aziende che di superfici investite per

produzioni di vini a DOC-DOCG, si confermano il Piemonte ed il Veneto. In

controtendenza, cosi come le regioni del Lazio e della Sardegna, si mostra

l’evoluzione di tale segmento produttivo in Sicilia dove, rispetto al 1990, si

osservano pesanti contrazioni di superfici (-30,9%) e di aziende (-42,6%)

dedite alla produzione di vini di qualità (Tab. 2.2, Tab. 2.3).

Dall’analisi territoriale delle superfici investite ad uva da vino si osserva una

prevalente presenza di aree DOC-DOCG nel Nord-est d’Italia dove

raggiungono il 35% del totale nazionale. Per contro si rileva come le regioni

del Sud Italia, pur accentrando oltre ¼ delle aree vinicole del Paese,

mostrano una scarsa presenza di superfici destinate alla produzione di vini

con denominazione (12,6% del totale nazionale). Del tutto marginale la quota

di aree per vini a DOC-DOCG presenti nelle Isole maggiori (3,8% del totale

nazionale), appena l’1,8 % quella investita in Sicilia (Fig. 2.4).

8

4,9

23,918,5

35,7

14,7

24,0

32,8

12,6

29,1

3,8

0

10

20

30

40%

sup

erfic

i

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole

Aree geografiche

Fig. 2.4 - Ripartizione geografica delle superfici vitivinicole per tipologia di produzione (*)

per altri vini per Doc-Docg

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT – V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

Inoltre, le aziende vitivinicole italiane, principalmente ubicate in collina,

risultano, in misura prevalente (97% delle realtà produttive), condotte

direttamente dal coltivatore con l’ausilio della sola manodopera familiare

(83% dei casi), marginale è invece il ricorso a manodopera esterna salariata

(Fig. 2.5).

L’età del vigneto in Italia è abbastanza avanzata (Tab. 2.4). Le viti con 30

anni ed oltre rappresentano più di ¼ (26%) della superficie

complessivamente investita nella vitivinicoltura, e la situazione non cambia

in relazione alla destinazione produttiva (vini a denominazione d’origine o

altri vini). Se poi si considerano le viti che hanno dai “20 anni in su” si arriva

a rappresentare il 54% del vigneto nazionale, a fronte di un ridotto 7%

attribuibile alle viti che hanno meno di 3 anni.

9

Tab. 2.2 - Aziende italiane con vite al 2000 per tipologia di produzione e per regione - variazioni % 2000/ 1990 (*)

n°% su Tot. Naz.

% su Tot. Regionale n° % su

Tot. Naz.% su Tot. Regionale n°

% su Tot. Naz.

% su Tot. Regionale

Vini DOC/ DOCG

Altri vini Totale vitate

Piemonte 17.383 16,0 42,8 28.552 4,1 70,2 40.590 5,1 100,0 12,3 -52,3 -47,2 Valle d'Aosta 747 0,7 31,1 1.862 0,3 77,6 2.399 0,3 100,0 58,2 -44,0 -37,0 Lombardia 6.206 5,7 39,0 11.295 1,6 71,1 15.894 2,0 100,0 1,7 -59,6 -53,8 Trentino - Alto Adige 10.369 9,5 67,7 5.896 0,8 38,5 15.320 1,9 100,0 11,6 -38,2 -18,9 Veneto 14.561 13,4 18,9 67.656 9,7 87,7 77.179 9,8 100,0 5,9 -35,1 -34,8 Friuli - Venezia Giulia 3.195 2,9 26,0 9.808 1,4 79,9 12.282 1,6 100,0 -2,6 -50,2 -47,2 Liguria 2.389 2,2 19,1 10.351 1,5 82,6 12.535 1,6 100,0 89,4 -64,0 -58,6 Emilia - Romagna 11.110 10,2 25,0 38.689 5,6 87,1 44.439 5,6 100,0 4,0 -38,3 -39,9 Toscana 7.699 7,1 14,3 47.982 6,9 89,2 53.791 6,8 100,0 49,7 -32,9 -30,7 Umbria 1.805 1,7 7,5 22.617 3,3 94,4 23.950 3,0 100,0 18,7 -29,7 -29,1 Marche 2.708 2,5 9,7 25.829 3,7 93,0 27.784 3,5 100,0 -13,3 -38,2 -38,5 Lazio 4.698 4,3 6,8 64.773 9,3 93,4 69.361 8,8 100,0 -16,9 -36,8 -37,4 Abruzzo 5.213 4,8 15,3 32.030 4,6 94,0 34.062 4,3 100,0 82,2 -37,6 -43,9 Molise 250 0,2 2,0 12.291 1,8 99,0 12.416 1,6 100,0 323,7 -38,0 -38,0 Campania 4.206 3,9 4,9 82.843 11,9 96,2 86.076 10,9 100,0 241,6 -24,3 -23,8 Puglia 8.247 7,5 9,9 64.933 9,3 77,9 83.344 10,5 100,0 62,0 -26,3 -27,7 Basilicata 1.641 1,5 6,9 22.065 3,2 92,8 23.775 3,0 100,0 498,9 -38,9 -35,9 Calabria 2.614 2,4 7,6 31.456 4,5 91,8 34.260 4,3 100,0 29,8 -39,9 -38,2 Sicilia 1.493 1,4 1,9 74.856 10,8 94,1 79.532 10,1 100,0 -42,6 -31,8 -35,1 Sardegna 2.274 2,1 5,5 39.507 5,7 94,8 41.660 5,3 100,0 -16,2 -31,5 -34,2 ITALIA 108.808 100,0 13,8 695.291 100,0 87,9 790.649 100,0 100,0 17,5 -36,1 -36,0

REGIONI

Variazioni % 2000/1990 Vini DOC/DOCG Altri vini Totale vitate

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT – “La coltivazione della vite in Italia” – Vol. I. , Roma, 2004. Il “Totale vitate” include oltre alle aziende dedite alla produzione dell’uva da vino, l’ uva da mensa, la produzione di barbatelle, le viti non innestate e le viti madri da portinnesto.

10

Tab. 2.3 – Superfici vitate in Italia al 2000 per tipologia di produzione e per regione e variazioni % 2000/1990 (*)

ha

% su

totale naz.

% su totale region.

ha

% su

totale naz.

% su totale region.

ha % su totale

naz.

% su totale region.

DOC-DOCG

Altri Vini

Totale Uva da

Vino

Piemonte 39.436 16,9 74,9 13.196 3,0 25,1 52.632 7,8 100,0 37,1 -59,4 -14,4 Valle d'Aosta 225 0,1 44,2 284 0,1 55,8 509 0,1 100,0 85,5 -50,0 -25,5 Lombardia 15.426 6,6 70,1 6.569 1,5 29,9 21.996 3,3 100,0 25,9 -51,7 -14,9 Trentino-Alto Adige 10.386 4,4 76,1 3.261 0,7 23,9 13.648 2,0 100,0 19,2 -55,8 1,5 Veneto 33.413 14,3 45,4 40.223 9,1 54,6 73.636 10,9 100,0 16,1 -22,5 -8,6 Friuli_Venezia Giulia 12.936 5,5 72,9 4.820 1,1 27,1 17.755 2,6 100,0 14,1 -31,1 -3,3 Liguria 774 0,3 33,0 1.571 0,3 67,0 2.345 0,3 100,0 59,3 -67,2 -55,0 Emilia-Romagna 24.633 10,5 41,1 35.279 8,0 58,9 59.912 8,9 100,0 22,7 -25,5 -11,2 Toscana 34.798 14,9 59,7 23.473 5,3 40,3 58.271 8,6 100,0 21,5 -43,9 -17,3 Umbria 5.441 2,3 38,3 8.762 2,0 61,7 14.203 2,1 100,0 39,6 -37,9 -21,1 Marche 7.142 3,1 36,3 12.517 2,8 63,7 19.659 2,9 100,0 3,2 -35,4 -25,2 Lazio 8.691 3,7 30,0 20.280 4,5 70,0 28.971 4,3 100,0 -14,2 -47,7 -41,9 Abruzzo 10.106 4,3 30,2 23.379 5,3 69,8 33.484 5,0 100,0 60,6 -16,9 -14,1 Molise 868 0,4 14,8 4.998 1,1 85,2 5.866 0,9 100,0 254,8 -35,5 -26,8 Campania 4.589 2,0 15,8 24.456 5,5 84,2 29.045 4,3 100,0 316,9 -34,8 -25,1 Puglia 9.918 4,1 11,7 75.041 17,0 88,3 84.959 12,6 100,0 42,7 -27,5 -23,3 Basilicata 1.316 0,6 17,1 6.392 1,4 82,9 7.708 1,1 100,0 192,2 -42,3 -33,8 Calabria 2.705 1,2 20,0 10.806 2,4 80,0 13.511 2,0 100,0 2,5 -46,3 -40,9 Sicilia 4.154 1,8 3,7 107.485 24,3 96,3 111.638 16,5 100,0 -30,9 -26,7 -30,0 Sardegna 4.655 2,0 18,2 20.970 4,6 81,8 25.625 3,8 100,0 -14,5 -49,2 -45,1

ITALIA 233.605 100,0 34,6 441.940 100,0 65,4 675.546 100,0 100,0 22,4 -34,1 -23,0

Regioni

% Variaz. 2000/1990DOC-DOCG Altri Vini TOTALE UVA DA VINO

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT – “La coltivazione della vite in Italia” – Vol. I, Roma, 2004.

11

0

20

40

60

80

100

% A

ZIEN

DE

Fig. 2.5 - Aziende vitivinicole italiane per forma di conduzione e tipo di produzione (*)

Totale aziende vinicole (%) 97,3 83,9 10,2 3,2 2,6 0,1

Per vini DOC e DOCG (%) 96,2 78,8 13,4 3,9 3,7 0,1

Per altri vini (%) 97,4 84,4 9,9 3,1 2,5 0,1

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manodopera

familiare

Con manodopera

familiare

Con manodopera extrafamiliare

Conduzione con salariati

Altre forme di conduzione

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT - V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

12

Tab. 2.4 - Superfici investite in Italia nella vitivinicoltura per età delle viti (*)

meno di 3 3-6 6-10 10-20 20-30 30 ed oltre Totale

per vini Doc e Docg 21.626 16.260 21.553 47.522 65.401 61.160 233.522per altri vini 24.850 26.836 41.901 112.361 119.058 117.051 442.057Totale uva da vino 46.476 43.096 63.454 159.883 184.459 178.211 675.580

per vini Doc e Docg 9,3 7,0 9,2 20,3 28,0 26,2 100,0per altri vini 5,6 6,2 9,4 25,4 26,9 26,5 100,0Totale uva da vino 6,8 6,4 9,4 23,7 27,3 26,4 100,0

Classi di età delle viti (anni)Indicazioni

Ettari

%

(*) Fonte:ISMEA, “Filiera Vino”, 2004.

Passando alla composizione ampelografica, in base ai risultati del Censimento

Istat 2000, dei 675.580 ettari investiti ad uva da vino in Italia ben 69.746, il 10%,

risultano impiantati a Sangiovese. A seguire, entrambi con quote del 6%, sono il

Catarratto bianco comune e il Trebbiano Toscano, cui si attribuiscono 43.246 e

42.458 ettari. Ma tra i 30 e i 20 mila ettari vitati emergono anche, in ordine

decrescente di importanza, Montepulciano, Barbera, Merlot e Trebbiano

Romagnolo. Nello scorrere la graduatoria dei principali vitigni troviamo nomi

interessanti quali: Negro Amaro (16.760 ettari), Calabrese, noto in Sicilia come

Nero d’Avola (11.410 ettari), Primitivo (7.951 ettari) e Aglianico (7.554 ettari):

sono le uve caratteristiche del Sud, che guidano la rinascita di quest’area della

Penisola attirando gli investimenti delle industrie Centro-settentrionali.

Ma rilevante è anche il ruolo dei vitigni internazionali. Dopo il Merlot, con

25.616 ettari, anche lo Chardonnay (11.773 ettari), il Cabernet Sauvignon (8.042

ettari), il Cabernet Franc (7.085 ettari), il Pinot grigio (6.668 ettari) e il Pinot

bianco (5.126 ettari) (Tab. 2.5).

13

Tab. 2.5 - Principali vitigni di uva da vino per superficie investita in Italia (anno 2000)

Superficie Cultivar ha % Sangiovese N. 69.746 10,3 Catarratto bianco comune B. 43.246 6,4 Trebbiano Toscano B. 42.458 6,3 Montepulciano N. 29.828 4,4 Barbera N. 28.337 4,2 Merlot N. 25.616 3,8 Trebbiano Romagnolo B. 20.021 3,0 Negro Amaro N. 16.760 2,5 Moscato bianco B. 13.279 2,0 Chardonnay B. 11.773 1,7 Garganega B. 11.637 1,7 Calabrese N. 11.410 1,7 Manzoni bianco B. 9.555 1,4 Ansonica B. 9.518 1,4 Malvasia bianca di Candia B. 8.787 1,3 Trebbiano Abruzzese B. 8.693 1,3 Prosecco B. 8.144 1,2 Cabernet Sauvignon N. 8.042 1,2 Primitivo N. 7.951 1,2 Aglianico N. 7.554 1,1 Catarratto bianco lucido B. 7.548 1,1 Dolcetto N. 7.336 1,1 Cabernet Franc N. 7.085 1,0 Pignoletto B. 6.787 1,0 Pinot grigio B. 6.668 1,0 Cannonao N. 6.289 0,9 Grecanico Dorato B. 5.172 0,8 Pinot bianco B. 5.126 0,8 Altri 231.212 34,2 Totale per uva da vino 675.580 100,0

(*) Fonte: ISMEA su dati ISTAT – V° Censimento Generale dell’Agricoltura,

Roma. Sono stati considerati solo vitigni con superfici superiori a 5.000 ettari

Nel complesso, il 46% delle superfici vitate nazionali è impiantato con varietà

bianche e il 52% con varietà nere.

Nel segmento specifico delle denominazioni d’origine l’incidenza delle varietà

nere è comunque maggiore (58%), mentre nella parte restante del comparto

eguaglia quella delle uve bianche, risultando nell’ordine del 49%. Quasi la metà

(il 48%) delle superfici che producono uve nere è impiantata a Sangiovese,

14

Montepulciano, Barbera, Merlot o Negro Amaro: primi cinque vitigni a bacca

nera per estensioni vitate.

Tra le varietà bianche, invece, le prime posizioni sono occupate da Catarratto

bianco comune, Trebbiano Toscano, Trebbiano Romagnolo, Moscato bianco e

Chardonnay, che insieme occupano il 42% delle superfici di questo colore

(Tab. 2.6).

Tab. 2.6 - Superficie investita in Italia per colore e tipologia di uva

(2000) (*)

ha % ha % ha %Bianca 97.321 41,7 216.300 48,9 313.621 46,4Nera 134.187 57,5 217.677 49,2 351.864 52,1Rosata 547 0,2 388 0,1 935 0,1Altro 1.467 0,6 7.692 1,8 9.159 1,4Totale 233.522 100,0 442.057 100,0 675.580 100,0

Totale uva da vinoPer Doc-Docg per altri viniTipologia

(*) Fonte:ISMEA, “Filiera Vino”, 2004.

In termini di produzione di vini, è da notare (Tab. 2.7) come, dal 1990 ad oggi,

tutte le regioni italiane abbiano subito contrazioni più o meno significative. Nel

complesso, l’ultimo quinquennio ha fatto rilevare volumi medi prodotti inferiori

di quasi un quinto quelli del quinquennio 1990-995. Più in dettaglio, si osserva

come, nel periodo esaminato, i decrementi maggiori (-26%) abbiano interessato le

regioni meridionali del Paese. Tra quest’ultime, la regione Sicilia, pur facendo

osservare, per il quinquennio 2000-2004, riduzioni di oltre il 30% nei volumi di

vino prodotti rispetto al 1990-’95, risulta seconda solo al Veneto, cui spetta la

leadership produttiva tra le regioni italiane (Tab. 2.7).

Per quanto concerne la produzione dei vini di qualità (Tab. 2.8), la

riorganizzazione produttiva ha determinato, nel quadriennio 1999-2002, una

crescita nei volumi complessivi ottenuti (+25%rispetto al 1991-’94), che ha

interessato principalmente le regioni centro-settentrionali. Da quest’ultime

proviene l’85% della produzione enologica nazionale di qualità ed anche in questo

caso regione capofila risulta il Veneto (16,9%), seguita dal Piemonte (16,0%) e

15

dalla Toscana (11,8%). Modesto il contributo (15%) alla produzione di vini a

DOC-DOCG derivante dalle regioni meridionali ed, in particolare, marginale

(appena l’1,4%) risulta l’apporto della regione Sicilia.

Conseguentemente, tale evoluzione ha accresciuto l’incidenza dei vini a DOC-

DOCG sulla produzione enologica totale, passata dal 13 % del 1992 al 25% nel

2002. Interessante osservare come, a livello regionale l’apporto dei vini a

denominazione, in alcuni casi (Piemonte, Trentino Alto Adige), supera i ¾ della

produzione enologica complessiva (Tab. 2.9). Per le regioni meridionali,

l’incidenza delle produzioni DOC-DOCG su quelle totali risulta, nel complesso,

modesta e, addirittura, marginale per alcune regioni. Tra quest’ultime rientra

anche la Sicilia, dove appena il 2,5% del vino complessivamente prodotto nella

regione è a DOC –DOCG (Tab. 2.9).

Al 30 giugno 2004, la produzione enologica nazionale di qualità conta 308 vini a

DOC, 28 vini a DOCG e 120 vini ad IGT. Tra le regioni, leader per la produzione

di vini di qualità è il Piemonte con 52 tipi di vini a denominazione, seguono per il

Centro-Nord, la Toscana (45), il Veneto (33), la Lombardia (31) e l’Emilia

Romagna. Tra le regioni meridionali, la Sicilia con 27 denominazioni è quarta

dopo Sardegna (35), Puglia (31) e Campania (28) (Tab. 2.10).

16

Tab. 2.7 – Dinamica della produzione di vino in Italia per regione (1990-2004) (*)

000 hl % 000 hl % 000 hl %

Piem onte 3.313 5,4 3.132 5,6 2.827 5,7100 95 85

Valle d 'Aosta 30 0,0 31 0,1 20 0,0100 101 66

Lom bardia 1.614 2,6 1.525 2,7 1.159 2,3100 94 72

Trentino A.A. 1.199 2,0 1.127 2,0 1.163 2,3100 94 97

Veneto 8.035 13,2 7.628 13,6 8.110 16,3100 95 101

Friuli-V .G iulia 1.219 2,0 1.137 2,0 1.145 2,3100 93 94

Liguria 265 0,4 154 0,3 113 0,2100 58 42

Em ilia Rom agna 7.603 12,5 6.249 11,1 6.435 13,0100 82 85

Toscana 2.974 4,9 2.611 4,7 2.504 5,0100 88 84

Um bria 933 1,5 889 1,6 902 1,8100 95 97

M arche 1.944 3,2 1.800 3,2 1.347 2,7100 93 69

Lazio 3.552 5,8 3.282 5,8 2.907 5,9100 92 82

Abruzzo 3.889 6,4 4.192 7,5 3.568 7,2100 108 92

M olise 418 0,7 364 0,6 312 0,6100 87 75

Cam pania 2.237 3,7 2.113 3,8 1.805 3,6100 94 81

Puglia 9.625 15,8 8.705 15,5 6.787 13,8100 90 71

Basilicata 413 0,8 511 0,9 332 0,7100 124 80

Calabria 916 1,6 811 1,4 598 1,3100 89 65

Sicilia 9.804 16,1 8.968 16,0 6.796 13,7100 91 69

Sardegna 1.075 1,8 875 1,6 813 1,6100 81 76

Italia 61.060 100,0 56.104 100,0 49.643 100,0100 92 81

Nord-Centro 32.681 53,5 29.564 52,7 28.632 57,7100 90 88

M ezzogiorno 28.379 46,5 26.540 47,3 21.011 42,3100 94 74

1990-1994 1995-1999 2000-2004Regioni

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT.

17

Tab. 2.8 – Evoluzione della produzione di vini DOC-DOCG in Italia per regione (1991-2002) (*)

000 h l % 000 h l % 000 h l %

P iem onte 1 .234 13,4 1.807 16 ,8 1 .854 16 ,0100 146 150

V alle d 'A os ta 3 0,0 5 0 ,0 8 0 ,1100 175 251

Lom bard ia 629 6,8 724 6 ,8 746 6 ,5100 115 119

T ren tino A .A . 731 7,9 807 7 ,5 895 7 ,8100 110 122

V eneto 1 .898 20,5 2.045 19 ,1 1 .954 16 ,9100 108 103

F riu li-V .G iu lia 582 6,3 654 6 ,1 718 6 ,2100 112 123

L igu ria 19 0,2 22 0 ,2 26 0 ,2100 114 134

E m ilia R om agna 855 9,2 918 8 ,6 1 .068 9 ,2100 107 125

T oscana 1.175 12,7 1.244 11 ,6 1 .366 11 ,8100 106 116

U m bria 181 2,0 168 1 ,6 199 1 ,7100 93 110

M arche 329 3,6 346 3 ,2 374 3 ,2100 105 114

Lazio 534 5,8 587 5 ,5 626 5 ,4100 110 117

A bruzzo 514 5,6 670 6 ,2 816 7 ,1100 130 159

M olise 10 0,1 18 0 ,2 36 0 ,3100 182 374

C am pan ia 47 0,5 100 0 ,9 143 1 ,2100 211 302

P ug lia 184 2,0 253 2 ,4 298 2 ,7100 138 162

B as ilica ta 11 0,1 12 0 ,1 15 0 ,1100 102 132

C a lab ria 53 0,6 35 0 ,3 48 0 ,5100 66 92

S ic ilia 135 1,5 160 1 ,5 160 1 ,4100 119 118

S ardegna 121 1,2 148 1 ,4 201 1 ,7100 123 167

Ita lia 9 .243 100,0 10.725 100 ,0 11 .550 100 ,0100 116 125

N o rd -C en tro 8 .169 88,4 9.325 86 ,9 9 .832 85 ,1100 114 120

M ezzo g io rn o 1.074 11,6 1.400 13 ,1 1 .718 14 ,9100 130 160

1991-1994 1995-1998 1999-2002R eg ion i

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA, “Filiera Vino”, 2004.

18

Tab. 2.9 - Evoluzione dell’incidenza percentuale dei vini Doc-Docg sulla produzione vinicola regionale (*)

REGIONI 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002Piemonte 35,6 39,0 39,0 57,7 60,3 55,8 59,6 57,3 61,3 56,7 80,1Valle d'Aosta 7,7 10,8 11,8 14,1 12,9 22,8 24,0 24,3 25,7 44,8 42,8Lombardia 37,8 38,9 44,8 39,9 47,3 47,3 54,2 51,9 55,6 60,6 60,4Trentino Alto Adige 54,9 61,9 67,3 74,8 68,3 79,1 72,0 70,5 77,6 76,2 81,5Veneto 22,6 23,3 27,5 32,2 26,4 30,7 25,4 21,4 23,4 20,7 28,8Friuli Venezia Giulia 43,4 48,0 53,1 51,4 57,3 60,5 61,6 62,4 65,8 67,5 63,7Liguria 8,1 7,4 6,5 12,8 14,4 13,9 15,3 17,1 16,0 26,2 23,1Emilia Romagna 9,3 12,4 12,0 13,4 12,3 21,1 15,9 13,9 17,5 14,6 18,1Toscana 41,3 40,2 46,0 42,4 44,4 55,8 51,2 49,6 51,9 60,5 63,9Umbria 21,1 19,1 17,7 19,4 21,4 29,3 8,4 22,5 20,7 22,7 22,7Marche 15,2 17,1 18,1 16,3 18,5 19,6 21,5 20,3 24,5 22,8 29,8Lazio 13,9 15,8 15,6 15,0 15,8 25,4 18,3 17,7 16,4 20,8 21,4Abruzzo 10,9 13,6 15,2 17,7 15,5 17,6 13,5 16,3 21,5 24,6 24,5Molise 1,2 3,0 3,7 2,5 2,3 2,8 13,4 11,7 12,7 9,9 10,4Campania 1,7 2,0 2,8 3,8 4,9 5,6 4,6 3,5 7,4 10,4 9,6Puglia 1,8 1,6 1,8 1,9 2,3 3,8 3,9 3,2 4,5 4,5 5,0Basilicata 2,8 1,8 1,6 1,8 1,8 2,4 2,8 3,3 3,2 3,5 4,2Calabria 3,5 3,6 9,1 3,6 3,2 4,8 5,4 7,0 6,1 6,2 9,3Sicilia 0,9 1,3 1,7 1,2 1,8 2,1 2,0 2,2 2,0 2,3 2,5Sardegna 12,3 10,7 10,3 13,7 21,9 15,6 18,8 22,4 30,2 23,5 25,5Italia 13,7 14,8 16,5 17,0 18,4 22,2 19,8 19,5 21,8 22,1 25,9

(*) Fonte: ISMEA, “Filiera Vino”, 2004.

19

Tab. 2.10 – Vini DOC, DOCG e IGT riconosciuti in Italia per Regione (*)

n° % n° % n° % n° %Piemonte 7 25,0 45 14,6 - 52 11,4Valle d'Aosta - 1 0,3 - 1 0,2Lombardia 3 10,7 15 4,9 13 10,8 31 6,8Trentino - Alto Adige - 7 2,3 4 3,2 11 2,4Veneto 3 10,7 20 6,5 10 8,3 33 7,2Friuli - Venezia Giulia 1 3,6 9 2,9 3 2,5 13 2,9Liguria - 7 2,3 1 0,8 8 1,8Emilia - Romagna 1 3,6 20 6,5 10 8,3 31 6,8Toscana 6 21,4 34 11,0 5 4,2 45 9,9Umbria 2 7,1 11 3,6 6 5,0 19 4,2Marche - 12 3,9 1 0,8 13 2,9Lazio - 26 8,4 5 4,2 31 6,8Abruzzo 1 3,6 3 1,0 9 7,6 13 2,9Molise - 3 1,0 2 1,7 5 1,1Campania 3 10,7 17 5,5 8 6,8 28 6,1Puglia - 25 8,1 6 5,0 31 6,7Basilicata - 2 0,6 2 1,7 4 0,9Calabria - 12 3,9 13 10,8 25 5,5Sicilia - 20 6,5 7 5,8 27 5,9Sardegna 1 3,6 19 6,2 15 12,5 35 7,6

Italia 28 100,0 308 100,0 120 100,0 456 100,0

IGT TOTALEREGIONI DOCG DOC

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: Annuario dell’Agricoltura, 2004.

20

2.3 – EVOLUZIONE DEL COMPARTO VITIVINICOLO SICILIANO

2.3.1 – Caratteri strutturali La Sicilia prima regione vitivinicola d’Italia conta, secondo i dati ISTAT4 al 2000,

una presenza di 79.600 aziende dedite alla coltivazione della vite (10,3% del

totale nazionale), di cui il 95 % di esse si dedica alla produzione di uva da vino.

In termini di superfici investite si hanno tuttavia dati divergenti a seconda della

fonte di riferimento. Secondo i dati ISTAT, nel 2000, sono stati rilevati in Sicilia

superfici vitate per oltre 121.700 ettari di cui il 92% (111.638 ettari) dedite ad uva

da vino. Di quest’ultime, il 53% delle aree vitivinicole (59.097 ettari) sono

localizzate nella sola provincia di Trapani; seguono Agrigento (17,7%), Palermo

(15%) e la provincia di Catania che, con una superficie vitivinicola pari al 3,6%

del totale regionale (4.055 ettari), è invece quarta in ordine di estensione.

Marginali risultano tali aree nelle altre 5 province siciliane che,

complessivamente, raggiungono appena il 10,7% del totale (Fig. 2.6).

17,7

3,6 5,0 0,6 2,4

15,0

1,4 1,4

52,9

0

10

20

30

40

50

60

% s

uper

fici

AG CT CL EN ME PA RG SR TP

Fig. 2.6 - Ripartizione % delle superfici ad uva da vino nelle province siciliane (2000) (*)

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da:ISTAT - V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

4 Dati 5° Censimento generale dell’Agricoltura – ISTAT 2000

21

Secondo i dati del Servizio Repressione Frodi Vinicole, Assessorato Agricoltura e

Foreste della Regione Siciliana, sulla base dei dati di superficie iscritte agli Albi

comunali, al 2000, le aree vitate sul territorio siciliano sarebbero notevolmente

superiori alle statistiche nazionali (+28%), ovvero di circa 156.000 ettari, di cui

18.500 destinate ad uva da tavola e 138.000 ettari ad uva da vino, distribuite tra le

province siciliane secondo quanto indicato nella Tab. 2.11.

Tab. 2.11 - Superfici investite ad uva da vino per provincia in Sicilia (2000) (*)

P r o v i n c e h a %T r a p a n i 7 2 . 4 7 5 5 2 , 5A g r ig e n t o 2 9 . 4 3 3 2 1 , 3P a le r m o 1 9 . 5 4 5 1 4 , 2C a l t a n is s e t t a 6 . 4 5 4 4 , 7C a t a n ia 3 . 7 3 7 2 , 7S ir a c u s a 3 . 1 7 5 2 , 3R a g u s a 2 . 0 6 3 1 , 5E n n a 5 8 0 0 , 4M e s s in a 5 5 7 0 , 4T o t . S i c i l i a 1 3 8 . 0 1 9 1 0 0 , 0

(*) Nostra elaborazione su dati:Osservatorio vitivinicolo siciliano, 2000.

Dunque le rilevazioni censuarie sono sottodimensionate rispetto alla realtà ma,

pur con questa limitazione, forniscono comunque un quadro interessante delle

dinamiche relative al comparto viticolo nell’Isola.

La comparazione dei dati ISTAT al 2000 con quelli dei censimenti precedenti

evidenzia la significativa contrazione della viticoltura siciliana, sia in termini di

aziende che superfici investite, quale effetto anche delle campagne di estirpazione

con premio, avutesi tra il 1988/89 ed il 1997/98 a seguito del Regolamento CEE

1442/88.

Tali interventi, hanno riguardato complessivamente 17.264 ettari, localizzati

principalmente nelle province di Agrigento, Trapani, Palermo e Caltanissetta.

Modeste, nel complesso, le superfici espiantate con premio nella provincia di

Catania (244 ettari, 1,4% della superficie regionale espiantata) (Tab. 2.12).

22

Tab. 2.12 – Superfici ad uva da vino espiantate con premio in Sicilia e per provincia (*)

1988/89 1989/90 1990/91 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98

ha % Trapani n.d. 448 413 646 753 561 953 342 5 26 4.147 24,0 Palermo n.d. 692 704 651 500 258 478 220 26 45 3.574 20,7 Messina n.d. 95 80 38 4 1 10 5 5 4 242 1,4 Agrigento n.d. 841 584 333 433 544 1.656 934 48 197 5.570 32,3 Caltanissetta n.d. 451 205 244 224 106 93 55 4 5 1.387 8,0 Enna n.d. 135 82 39 10 8 19 13 6 10 322 1,9 Catania n.d. 43 38 25 22 48 14 49 3 2 244 1,4 Ragusa n.d. 30 111 67 92 61 78 53 11 34 537 3,1 Siracusa n.d. 44 57 103 108 140 193 83 728 4,2TOTALE SICILIA 513 2.779 2.274 2.146 2.146 1.727 3.494 1.754 108 323 17.264 100,0% su Totale 3,0 16,1 13,2 12,4 12,4 10,0 20,2 10,2 0,6 1,9 100,0

EttariProvince

TOTALE

(*) Nostra elaborazione su dati:AGEA.

23

Peraltro, in controtendenza con l’andamento del comparto a livello nazionale, in

Sicilia, la riduzione sia delle aziende che delle superfici, tra il 1982 ed il 2000, è

stata percentualmente maggiore per il segmento dei vini a denominazione rispetto

a quello dei vini da tavola e degli IGT (Tab. 2.13, Tab. 2.14).

Al 2000, solo nell’1,8% delle aziende vitate siciliane si attua la produzione di vini

DOC-DOCG mentre il 94% di esse produce vino da tavola e/o IGT. In termini di

superfici vinicole, quelle destinate a vini a denominazione si sono ridotte al 3,7%

contro il 96,3% di quelle dedite alla produzione di vini comuni, dimostrando la

scarsa specializzazione produttiva del comparto siciliano ed il persistere di una

struttura vitivinicola ancorata ad obiettivi di quantità piuttosto che di qualità.

Tab. 2.13 – Dinamica delle aziende viticole siciliane per tipologia di

produzione (*)

n° % n° % n° %Totale con vite 169.433 100,0 119.869 100,0 79.603 100,0

100 71 47di cui:per vini DOC e DOCG 3.433 2,0 2.603 2,2 1.493 1,9

100 76 43per altri vini 157.465 92,9 109.799 91,6 74.856 94,0

100 70 48

1982 1990 2000

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT - V Censimento Generale dell’Agricoltura,

Roma. Il“Totale con vite” comprende anche le aziende che, oltre ad uva da vino, producono uva da mensa, barbatelle,viti non innestate, viti madri da portinnesto.. Ogni azienda può realizzare contemporaneamente più tipi di produzione.

Tab. 2.14 – Dinamica della superfici vitate in Sicilia per tipologia di

produzione (*)

ha % ha % ha %9.625 5,8 6.015 3,9 4.154 3,7

100 62 43157.432 94,2 146.714 96,1 107.485 96,3

100 93 68

167.057 100,0 152.729 100,0 111.639 100,0100 91 67

187.433 174.280 121.796100 93 65

89,1 87,6 91,7

1982 1990 2000

% superficie ad uva da vino/totale vitato

per vini DOC e DOCG

per altri vini

Totale superficie ad uva da vino

Totale superficie vitata

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura,Roma.

24

Su base provinciale, si osserva come, al 2000, il ridimensionamento delle

superfici totali (-33%) rispetto al 1982, abbia interessato principalmente le

province di Enna (-77,8%), Siracusa (-65%), Catania (-64,7%), Ragusa (-64,4%) e

Messina (-59%) (Tab. 2.15); mentre per quanto concerne il segmento di

produzione dei vini a denominazione di origine, la contrazione complessiva

(-56 %) delle aree dedicate è da imputarsi esclusivamente alle province di Trapani

(-77%) e Catania (-35%). Per quest’ultima provincia, il processo di

riqualificazione produttiva innescatosi negli ultimi anni del secolo scorso ha

invertito il trend precedente facendo rilevare, al 2000, una notevole crescita

(+72% rispetto al 1990) delle superfici a DOC a discapito di quelle per vini

comuni (-41%).

Al 2000, le aree per la produzione di vini a DOC-DOCG risultano in prevalenza

(46% del totale) ubicate in provincia di Trapani, zona di produzione del Marsala,

in quella di Palermo (21%) ed in quella di Agrigento (11%). Quarta, in ordine di

estensione risulta la provincia di Catania (9% del totale regionale) (Tab. 2.15).

Purtuttavia, in ambito provinciale la maggiore incidenza delle superfici a DOC

sulle aree vinicole totali si rileva nel Ragusano (19%), e nelle province di Catania

ed Enna, dove arriva a sfiorare, rispettivamente, il 10 e il 7 per cento (Fig. 2.7).

Peraltro, il trend decrescente delle superfici investite in Sicilia ad uva da vino

risulta confermato anche dai dati congiunturali ISTAT (- 5% nel quinquennio

2000 – 2004). In particolare, sono le province di Messina e Ragusa a mostrare le

maggiori contrazioni (oltre il 60%) mentre per la provincia di Catania il calo si è

attestato al 23%. Per contro, Trapani è l’unica provincia che, nel periodo di

riferimento, mostra una crescita delle superfici vitivinicole totali (+11%) e di

quelle in produzione (+21%) (Tab. 2.16).

25

Tab. 2.15 - Superfici vitivinicole in nelle province siciliane per tipologia di produzione (2000) e variazioni % rispetto ai censimenti precedenti (*)

ha % ha % ha %Trapani 1.917 46,2 57.180 53,2 59.097 52,9 -59,3 -12,8 -15,9 -76,1 -4,05 -12,6Palermo 891 21,4 15.871 14,8 16.762 15,0 -12,9 -21,3 -20,9 1,8 -22,6 -21,6Messina 49 1,2 2.605 2,4 2.654 2,4 19,9 -49,6 -49,1 15,8 -60,0 -59,5Agrigento 466 11,2 19.247 17,9 19.713 17,7 -44,5 43,2 -50,0 -48,8Caltanissetta 44 1,1 5.526 5,1 5.570 5,0 -21,4 -20,8 396,5 -43,2 -42,8Enna 43 1,0 605 0,6 648 0,6 -62,4 -59,7 -79,3 -77,8Catania 387 9,3 3.668 3,4 4.055 3,6 71,8 -41,3 -37,3 -35,1 -66,3 -64,7Ragusa 295 7,1 1.253 1,2 1.548 1,4 1.824,4 -60,8 -51,7 305,8 -70,7 -64,4Siracusa 61 1,5 1.528 1,4 1.589 1,4 1.727,8 -50,3 -48,4 164,3 -66,3 -65,2Totale Sicilia 4.154 100,0 107.485 100,0 111.638 100,0 -30,9 -26,7 -26,9 -56,9 -31,7 -33,2

Variazioni% 2000/1990 Variazioni% 2000/1982Altri vinivini DOC-

DOCG Totale Altri vinivini DOC-DOCG Totale

ProvinceVini Doc-Docg Altri vini Totale

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT - III, IV e V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

26

3,2% 5,3%

1,8% 2,4%0,8%

6,6%

9,5%

19,1%

3,8%

0%

5%

10%

15%

20%

% s

uper

ficie

a D

OC

Trap

ani

Pale

rmo

Mes

sina

Agr

igen

to

Cal

tani

sset

ta

Enna

Cat

ania

Rag

usa

Sira

cusa

Fig. 2.7 - Incidenza provinciale delle superfici a DOC sul totale investito ad uva da vino nel 2000 (*)

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT – V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

27

Tab. 2.16 - Evoluzione delle superfici vitivinicole totali ed in produzione in Sicilia e per provincia (2000-2004) (*)

ha % ha % ha % ha % ha % ha %

Agrigento 29.400 20,7 29.200 22,3 29.100 20,5 28.800 21,4 24.836 18,4 23.016 17,9100 100 99 99 84 79

Catania 6.500 4,6 6.500 5,0 6.500 4,6 6.500 4,8 5.000 3,7 5.000 3,9100 100 100 100 77 77

Caltanissetta 7.149 5,0 7.015 5,4 7.142 5,0 6.981 5,2 7.140 5,3 7.015 5,5100 100 100 100 100 100

Enna 1.630 1,1 1.630 1,2 1.600 1,1 1.600 1,2 1.200 0,9 1.200 0,9100 100 98 98 74 74

Messina 5.060 3,6 5.060 3,9 5.060 3,6 5.060 3,8 1.800 1,3 1.800 1,4100 100 100 100 36 36

Palermo 21.393 15,0 19.295 14,8 21.393 15,0 19.800 14,7 20.376 15,0 19.500 15,2100 100 100 103 95 101

Ragusa 3.298 2,3 3.298 2,5 1.800 1,3 1.800 1,3 1.250 0,9 1.250 1,0100 100 55 55 38 38

Siracusa 3.830 2,7 3.810 2,9 3.600 2,5 3.100 2,3 2.700 2,0 2.580 2,0100 100 94 81 70 68

Trapani 64.000 45,0 55.000 42,0 66.000 46,4 61.000 45,3 71.000 52,5 67.000 52,2100 100 103 111 111 122

TOTALE SICILIA 142.260 100,0 130.808 100,0 142.195 100,0 134.641 100,0 135.302 100,0 128.361 100,0100 100 100 103 95 98

2004

Superficie totale Superficie in produzione

Province Superficie totale Superficie in produzione

2000

Superficie totale Superficie in produzione

2002

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT.

28

Il generale ridimensionamento delle superfici vinicole siciliane è confermato

anche dai dati delle denunce di produzione (Tab. 2.17), secondo i quali appena

l’88% delle aree censite al 2000 risulterebbero in produzione al 2003. Questi dati

indicano, per il triennio 2001-2003, un calo complessivo pari al 9%, che interessa

tutte le province siciliane e si mostra più marcato per quelle di Messina (-31,6%),

Agrigento (-19%) ed Enna (-16%). La provincia di Catania, con una riduzione

pari al 14% è invece quinta dopo quella di Caltanissetta.

Più in dettaglio, la contrazione delle aree vinicole complessive ha coinvolto,

soprattutto, quelle per vini comuni (-24%) e per vini a DOC (-15%), mentre in

crescita risultano le superfici per vini a IGT (+ 43%) (Tab. 2.18). Tale tendenza è

confermata anche in termini di consistenza delle imprese vitivinicole (Tab. 2.19),

dimezzatesi in Sicilia nell’ultimo ventennio, a causa della scomparsa dal mercato

di realtà operative dedite alla produzione dei vini da tavola e/o IGT. Il tutto a

vantaggio delle imprese operanti nel segmento dei vini a DOC- DOCG che, nello

stesso periodo, fanno osservare una significativa crescita in quasi tutte le province

siciliane (con incrementi di quasi 8 volte per la provincia di Siracusa e di 12 volte

quelli esistenti al 1982, per la provincia di Caltanissetta). Fanno eccezione, le

province di Trapani e Catania dove riduzione della consistenza aziendale

coinvolge pesantemente anche il segmento di produzione dei vini a

denominazione. Purtuttavia, la provincia di Catania mostra, nel decennio 1990-

2000, un inversione di tendenza con un’incremento pari al 23% di tali realtà

operative, segno di un avvio di riqualificazione produttiva del comparto

vitivinicolo dell’area etnea.

Al 2000, il maggior numero di aziende vitivinicole risulta concentrato nelle

province di Trapani (27%), Agrigento (18,5%) e Palermo (15,6%). Anche per

quanto concerne quelle per la produzione dei vini DOC-DOCG, la provincia di

Trapani è leader, con il 53% delle aziende totali regionali, seguita da quella di

Agrigento (14,4%) e di Catania (10%) (Tab. 2.19).

Il trend decrescente della consistenza delle imprese vitivinicole è confermato

anche dai dati delle denunce di produzione che, negli anni dal 2001 al 2003,

mostrano un decremento complessivo della consistenza delle imprese pari all’8%,

29

che coinvolge tutte le province eccetto quelle di Agrigento, Enna e Messina

(Tab. 2.20).

Tab. 2.17 – Evoluzione delle superfici totali ad uva da vino nelle province

siciliane secondo le Denunce di Produzione (*)

h a % h a % h a %1 9 .4 9 1 1 8 ,0 1 6 .6 0 4 1 5 ,9 1 5 .7 2 9 1 5 ,9

1 0 0 8 5 8 12 .8 5 5 2 ,6 3 .0 4 5 2 ,9 3 .3 0 7 3 ,2

1 0 0 1 0 7 1 1 61 .7 9 5 1 ,7 1 .8 6 8 1 ,8 1 .5 4 5 1 ,6

1 0 0 1 0 4 8 68 3 0 ,1 9 1 0 ,1 6 9 0 ,1

1 0 0 1 1 0 8 46 0 0 0 ,6 9 6 2 0 ,9 7 9 0 0 ,8

1 0 0 1 6 0 1 3 21 5 .0 9 0 1 4 ,0 1 6 .3 2 2 1 5 ,7 1 5 .0 2 6 1 5 ,2

1 0 0 1 0 8 1 0 08 4 7 0 ,8 1 .0 1 1 1 ,0 9 4 5 1 ,0

1 0 0 1 1 9 1 1 21 .0 8 4 1 ,0 1 .0 1 8 1 ,0 1 .1 1 5 1 ,1

1 0 0 9 4 1 0 36 6 .2 4 6 6 1 ,2 6 3 .3 1 1 6 0 ,7 6 0 .5 8 6 6 1 ,1

1 0 0 9 6 9 11 0 8 .0 9 1 1 0 0 ,0 1 0 4 .2 3 2 1 0 0 ,0 9 9 .1 1 2 1 0 0 ,0

1 0 0 9 6 9 2

S R

E N

M E

C T

P ro v in c e

P A

R G

A G

C L

2 0 0 1 2 0 0 2 2 0 0 3

T P

T o ta le S ic i l ia

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: AAFF - Regione Siciliana - U.O. n° 29, “Servizio Repressione Frodi vinicole”, 2005.

30

Tab. 2.18 – Evoluzione delle superfici ad uva da vino nelle province siciliane per tipologia di produzione secondo le Denunce di produzione (2001-2003) (*)

ha % ha % ha % ha % ha % ha % ha % ha % ha %

12.622 15,9 8.559 12,2 6.565 10,9 6.661 27,4 7.850 25,6 8.955 25,8 209 4,5 194 5,6 208 5,3100 68 52 100 118 134 100 93 100

1.215 1,5 1.293 1,8 1.810 3,0 1.623 6,7 1.721 5,6 1.464 4,2 17 0,4 34 1,0 32 0,8100 106 149 100 106 90 100 203 187

1.050 1,3 1.068 1,5 802 1,3 389 1,6 393 1,3 386 1,1 356 7,7 366 10,5 357 9,1100 101,7 76,4 100 101 99 100 103 100

52 0,2 64 0,1 39 0,1 31 0,1 27 0,1 30 0,1 0 0,0 0 0,0 0 0,0100 123 75 100 86 97440 0,6 672 1,0 583 1,0 130 0,5 238 0,7 171 0,5 31 0,7 49 1,4 36 0,9100 153 133 100 183 132 100 157 116

10.629 13,4 10.336 14,8 10.079 16,7 3.939 16,2 5.444 17,7 4.444 12,8 522 11,3 543 15,6 503 12,8100 97 95 100 138 113 100 104 96291 0,4 288 0,4 264 0,4 429 1,8 514 1,7 490 1,4 128 2,7 193 5,6 191 4,9100 99 91 100 120 114 100 151 149661 0,8 579 0,8 495 0,7 373 1,5 396 1,3 533 1,5 50 1,1 40 1,2 86 2,2100 88 75 100 106 143 100 81 173

52.182 65,9 47.088 67,4 39.802 65,9 10.762 44,2 14.107 46,0 18.273 52,6 3.303 71,6 2053 59,1 2511 64,0100 90 76 100 131 170 100 62 76

79.140 100,0 69.947 100,0 60.439 100,0 24.335 100,0 30.690 100,0 34.746 100,0 4.615 100,0 3.473 100,0 3924 100,0100 88 76 100 126 143 100 75 85

% su totale ad uva da vino

73,2 67,2 61,0 22,5 29,4 35,0 4,3 3,4 4,0

Superficie ad UVA DOC

2001Province

Totale Sicilia

2001

EN

ME

PA

RG

SR

TP

2002 2003

Superficie ad UVA IGT Superficie ad UVA comune

2001

CT

2002 2003 2002 2003

AG

CL

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: AAFF - Regione Siciliana - U.O. n° 29, “ Servizio Repressione Frodi vinicole”, 2005.

31

Tab. 2.19 – Consistenza delle aziende vitivinicole siciliane per provincia e tipologia di produzione (2000) (*)

N°. % SU TOTALE PROVINCIALE

% SU TOTALE REGIONALE

14.746 100,0 18,5 -41 -59 con vini DOC e DOCG 215 1,5 14,4 con altri vini 13.224 89,7 17,7 -38 -57

5.073 100,0 6,4 -36 -61 con vini DOC e DOCG 49 1,0 3,3 1.125 con altri vini 4.724 93,1 6,3 -30 -58

8.928 100,0 11,2 -29 -50 con vini DOC e DOCG 154 1,7 10,3 23 -41 con altri vini 7.854 88,0 10,5 -31 -52

1.985 100,0 2,5 -55 -76 con vini DOC e DOCG 12 0,6 0,8 con altri vini 1.933 97,4 2,6 -56 -77

11.383 100,0 14,3 -32 -50 con vini DOC e DOCG 113 1,0 7,6 41 61 con altri vini 11.210 98,5 15,0 -31 -51

12.418 100,0 15,6 -31 -56 con vini DOC e DOCG 91 0,7 6,1 -49 36 con altri vini 12.269 98,8 16,4 -29 -56

2.361 100,0 3,0 -34 -54 con vini DOC e DOCG 43 1,8 2,9 514 169 con altri vini 1.636 69,3 2,2 -44 -64

1.351 100,0 1,7 -46 -65 con vini DOC e DOCG 26 1,9 1,7 767 767 con altri vini 1.303 96,4 1,7 -47 -65

21.358 100,0 26,8 -27 -38 con vini DOC e DOCG 790 3,7 52,9 -64 -74 con altri vini 20.703 96,9 27,7 -24 -36

79.603 100,0 100,0 -34 -53 con vini DOC e DOCG 1.493 1,9 100,0 -43 -57 con altri vini 74.856 94,0 100,0 -32 -52

TOTALE SICILIA

CT

CL

AG

EN

ME

PA

SR

Variaz. % 2000/1982

2000

RG

TP

Variaz. % 2000/1990PROVINCE TIPOLOGIA DI

PRODUZIONE

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

Tot. con vite

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT - III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma. Il totale quota provinciale non è pari a 100 perché le aziende possono avere contemporaneamente più produzioni viticole.

32

Tab. 2.20 – Consistenza delle imprese vitivinicole siciliane per provincia secondo le Denunce di Produzione (*)

n° % n° % n° %302 9,0 441 13,3 402 13,0100 146 133

551 16,4 467 14,1 423 13,7100 85 77

816 24,3 771 23,3 679 22,0100 94 8327 0,8 29 0,9 31 1,0

100 107 115240 7,2 249 7,5 264 8,7100 104 110

252 7,5 278 8,4 241 7,9100 110 96

234 7,0 202 6,2 210 6,9100 86 90

457 13,6 433 13,1 397 12,9100 95 87

473 14,2 436 13,2 429 13,9100 92 91

3.352 100,0 3306 100,0 3.085 100,0100 99 92

Province Var. % 2003/2001

10,0

14,8

-16,8

-23,2

33,1AG

CL

CT

EN

-13,1

-9,3

-8,0

M E

PA

RG

SR

TP

Totale Sicilia

-4,4

20022001 2003

-10,3

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF, Regione Siciliana - U.O. n° 29 – Servizio Repressione

Frodi vinicole, 2005. Sul piano strutturale, il comparto vitivinicolo siciliano, in linea con il trend

nazionale, presenta un’elevata frammentazione (il 63% delle realtà aziendali

hanno un’estensione inferiore all’ettaro), pur con superfici medie aziendali

superiori a quelle nazionali ed in moderata crescita, nell’ultimo ventennio,

soprattutto per il segmento produttivo dei vini comuni e/o IGT (Fig. 2.8 ).

Fig. 2.8 - Evoluzione della superficie media aziendale in Sicilia per tipologia di produzione (*)

1,11

2,31

1,34

2,80

1,00

1,45 1,53

2,78

1,44

0

1

2

3

Vite per vini DOC e DOCG per altri vini

Etta

ri

1982

1990

2000

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

33

Per quanto concerne la composizione del patrimonio vitivinicolo siciliano per

colore delle uve, nonostante la divergenza, in termini di estensione, tra i dati

censuari (sottostimati) e quelli dell’Anagrafe Vitivinicola forniti dal Servizio

Regionale Repressione Frodi (SRRFV), emerge, nel complesso, come la

vitivinicoltura siciliana sia per i 3/4 imperniata sulle varietà bianche. In

particolare, nel Trapanese queste coprono oltre il 90% delle superfici vitate, ma

anche in provincia di Palermo e di Agrigento hanno un’incidenza preponderante

superiore, rispettivamente, all’80% ed al 60% delle aree totali a vigneto. Il resto

dell’isola - meno importante in termini quantitativi ma certo non qualitativi - è

invece orientato verso le varietà a bacca nera. Queste occupano oltre il 90% dei

vigneti di Siracusa e oltre l’80 % di quelli ricadenti nelle province di Caltanissetta,

Catania e Ragusa. Orientata in prevalenza verso le varietà nere anche la

vitivinicoltura di Enna e quella di Messina (Tab. 2.21 e Tab. 2.22). Tab. 2.21 - Superfici di uva da vino in Sicilia al 2000: composizione per

colore (*)

ha % ha % ha % ha % ha %Trapani 5.165 8,7 53.699 90,9 7 0,0 226 0,4 59.097 100,0Palermo 2.350 14,0 13.827 82,5 0 0,0 585 3,5 16.762 100,0Messina 1.280 48,2 1.088 41,0 2 0,1 284 10,7 2.654 100,0Agrigento 6.748 34,2 12.907 65,5 1 0,0 58 0,3 19.713 100,0Caltanissetta 4.501 80,8 985 17,7 47 0,8 37 0,7 5.570 100,0Enna 449 69,3 138 21,3 0 0,0 61 9,4 648 100,0Catania 3.320 81,9 726 17,8 3 0,1 7 0,2 4.055 100,0Ragusa 1.272 82,2 158 10,2 0 0,0 118 7,6 1.548 100,0Siracusa 1.458 91,7 129 8,1 0 0,0 3 0,2 1.589 100,0Totale Sicilia 26.543 23,8 83.657 74,9 61 0,1 1.378 1,2 111.638 100,0

totaleProvince nera rosatabianca altra

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA, Filiera Vino, 2004.

34

Tab. 2.22 - Superfici ad uva da vino in Sicilia – Anagrafe Vitivinicola 2000: composizione per colore (*)

ha % ha % ha % ha %Trapani 67.403 63,6 4876 16,2 196 10,7 72.475 52,5Agrigento 19.689 18,5 9287 30,7 457 25,1 29.433 21,3Palermo 17.151 16,2 2017 6,7 377 20,7 19.545 14,2Caltanissetta 958 0,9 5380 17,8 116 6,4 6.454 4,7Catania 393 0,4 3030 10,0 315 17,3 3.737 2,7Siracusa 66 0,1 3011 10,0 98 5,4 3.175 2,3Ragusa 73 0,1 1963 6,5 27 1,5 2.063 1,5Enna 157 0,1 327 1,1 96 5,3 580 0,4Messina 124 0,1 293 1,0 140 7,6 557 0,4Tot. Sicilia 106.012 100,0 30.185 100,0 1.822 100,0 138.019 100,0

TotaleProvince

Superficie a Bacca Bianca

Superficie a Bacca Nera

Superficie Mista

(*) Nostra elaborazione su dati: Osservatorio vitivinicolo siciliano, 2000.

In merito alla composizione ampelografica, sia i dati ISTAT che quelli del

SRRFV, confermano la preponderanza tra le cultivar a bacca bianca del

Catarratto bianco Comune. Tra quelle a bacca nera predominante è il Calabrese,

conosciuto a livello locale come Nero d’Avola, seguito in ordine di diffusione dal

Nerello mascalese e dal Sangiovese (Tab. 2.23, Tab. 2.24).

Peraltro, in linea con gli obiettivi del piano regionale di ristrutturazione e

riconversione dei vigneti, nell’ultimo quinquennio, è possibile osservare

(Tab. 2.24) come, la contrazione delle superfici vitivinicole complessive abbia

coinvolto pesantemente le varietà a bacca bianca (-19%) interessando, in modo

preminente, le cultivar di Trebbiano Toscano, Cataratto Bianco Comune ed

Inzolia o Ansonica. Ciò a netto vantaggio delle aree investite con varietà a bacca

nera cresciute del 30% e, in particolare, di alcune varietà autoctone, in primis

Nero d’Avola o Calabrese (+18%) e Sangiovese (+17,9%) e di varietà alloctone,

introdotte negli ultimi decenni, quali: il Merlot, il Cabernet Sauvignon ed il Syrah.

Quest’ultime, pur facendo registrare nel quinquennio notevoli incrementi di quota

percentuale, occupano, in realtà, una superficie totale vitata non superiore al 10%.

In controtendenza, si osservano le estensioni di altre cultivar a bacca nera quali il

Nerello Cappuccio (-65%), il Nerello Mascalese (-19,8%) ed il Frappato di

Vittoria (- 14,6%) (Tab. 2.24 ).

35

Tab. 2.23 - Primi 10 vitigni ad uva da vino in Sicilia (2000) (*)

ha % ha % ha %Catarratto bianco Comune B. 810 19,5 42.323 39,4 43.133 38,6Calabrese N. 440 10,6 10.763 10,0 11.203 10,0Ansonica B. 355 8,5 8.435 7,8 8.790 7,9Catarratto bianco Lucido B. 164 3,9 7.355 6,8 7.519 6,7Trebbiano Toscano B. 21 0,5 6.383 5,9 6.404 5,7Grecanico Dorato B. 221 5,3 4.908 4,6 5.129 4,6Nerello Mascalese N. 398 9,6 3.863 3,7 4.261 3,8Albarola B. 48 1,2 2.732 2,5 2.780 2,5Grillo B. 132 3,2 1.647 1,6 1.779 1,6Manzoni bianco B. 4 0,1 1.541 1,4 1.545 1,4Altri vitigni 1.561 37,6 17.535 16,3 19.095 17,2Totale Sicilia 4.154 100,0 107.485 100,0 111.638 100,0

Cultivar per altri viniper Doc Totale

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT –V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

Tab. 2.24 – Principali cultivar ad uva da vino in Sicilia al 31/12/2000 e al

31/12/2004 e variazioni %

Ettari % Ettari %

Catarratto bianco comune B 64.641 46,7 47.969 38,3 -25,8Trebbiano toscano B 17.013 12,3 11.353 9,1 -33,3Calabrese o Nero d'Avola N 14.457 10,5 17.180 13,7 18,8Ansonica o Inzolia B 11.670 8,3 8.938 7,1 -23,4Grecanico B 6.481 4,7 6.296 5,0 -2,8Nerello Mascalese N 5.574 4,0 4.468 3,6 -19,8Nerello Cappuccio N 2.910 2,1 1.007 0,8 -65,4Grillo B 2.141 1,6 2.300 1,7 7,4Sangiovese N 1.656 1,2 1.953 1,6 17,9Zibibbo B 1.413 1,0 1.491 1,2 5,5Frappato di Vittoria N 1.039 0,8 887 0,7 -14,6Merlot N 854 0,6 4.130 3,3 383,4Cabernet Sauvignon N 754 0,5 3.576 2,8 374,7Chardonnay B 660 0,5 3.638 2,9 450,5Syrah N 618 0,5 4.377 3,5 608,6Catarratto Bianco Lucido B 343 0,3 1.323 1,1 285,8Altri 6.084 4,4 4.507 3,6 -25,9Tot. Sicilia 138.308 100,0 125.393 100,0 -9,3

2000Varietà Cultivar

Var. % 2004-2000

2004

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: CORERAS, 2005; AAFF, Regione Siciliana – “Servizio Repressione Frodi vinicole”, 2005; Osservatorio vitivinicolo siciliano, 2000.

36

2.3.2 - Dinamica della produzione La produzione siciliana di vini mostra, nell’ultimo ventennio, andamenti

altalenanti (Fig. 2.9); ciò quale effetto sia della contrazione delle superfici

dedicate, sia degli eventi climatici che, inevitabilmente, incidono sulle rese medie

per ettaro e sui quantitativi di uve raccolte.

Soltanto nell’ultimo decennio il calo della produzione vinicola è stato pari al 30%

interessando tutte le province siciliane e, in maggior misura, quelle di Ragusa

(-72%), Messina (-65%) e Siracusa (- 55%) (Tab. 2.25). Significativo anche il

decremento per la provincia di Catania (-25%) che, tuttavia, nel decennio

mantiene invariato il proprio contributo marginale alla produzione vinicola

regionale.

Anche Trapani, pur confermandosi, nel biennio 2003-2004, provincia leader in

termini di volumi complessivamente prodotti, ha fatto registrare, rispetto al

1995-‘96, una contrazione del -34%.

Tale situazione ha ovviamente ridotto al 13% il contributo della regione Sicilia

alla produzione enologica nazionale, con quantitativi, al 2004, dell’ordine di 6.900

ettolitri contro i 10.800 ettolitri prodotti nel 1984 (Fig. 2.10).

37

Fig. 2.9 - Evoluzione della produzione di vino e mosto in Sicilia e in Italia - Periodo 1983-2004 (*)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Mili

oni d

i ett

olitr

i

SICILIA ITALIA

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT.

38

Tab. 2.25 - Evoluzione della produzione di vino in Sicilia e per provincia (1995-2004) e variazioni % rispetto al 1984 (*)

000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl %

Trapani 4.798 49,5 4.047 46,9 3.835 50,2 3.309 49,5 3.175 47,0 -33,6100 84 80 69 66

Palermo 1.535 15,8 1.613 18,7 1.328 17,4 1.352 20,2 1.508 22,3 29,0100 105 87 88 98

Messina 360 3,7 240 2,8 199 2,6 174 2,6 128 1,9 -73,7100 67 55 48 35

Agrigento 1.651 17,0 1.412 16,3 1.362 17,8 1.053 15,8 1.179 17,4 -53,6100 86 82 64 71

Caltanissetta 531 5,5 565 6,5 273 3,6 431 6,4 398 5,9 -30,1100 106 51 81 75

Enna 76 0,8 75 0,9 76 1,0 54 0,8 53 0,8 -8,1100 99 100 71 69

Catania 154 1,6 120 1,4 89 1,2 94 1,4 115 1,7 -74,6100 78 58 61 75

Ragusa 401 4,1 417 4,8 322 4,2 113 1,7 114 1,7 -36,1100 104 80 28 28

Siracusa 199 2,0 147 1,7 151 2,0 100 1,6 89 1,3 -56,4100 74 76 50 45

Totale Sicilia 9.704 100,0 8.637 100,0 7.633 100,0 6.679 100,0 6.759 100,0 -34,2100 89 79 69 70

2001-2002 2003-2004 Variazioni % 2004-1984Province

1995-1996 1997-1998 1999-2000

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT .

39

Fig. 2.10 - Contributo della regione Sicilia alla produzione enologica nazionale - Periodo 1983-2004 (*)

10111213141516171819

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004Anni

% v

ino

sici

lia/to

tale

Ital

ia

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT .

40

2.3.2.1 – La produzione di vini di qualità in Sicilia

Un segmento enologico importante per la Sicilia sono indubbiamente i vini di

qualità (DOC-DOCG ed IGT) per i quali emerge da parte degli operatori siciliani

un grande sforzo di promozione e di rinnovamento d’immagine, sia in Italia che

all’estero. Tale sforzo si evince anche dal continuo miglioramento dei disciplinari

di produzione dei vini a denominazione. Alla fine del 2005, in Sicilia si contano

19 vini a denominazioni di origine controllata, 1 vino DOCG (il Cerasuolo di

Vittoria) e 7 IGT. La produzione dei vini di qualità a denominazione coinvolge

tutte le province ad eccezione di quella di Enna che è interessata solo dalla

produzione dell’IGT Sicilia.

Un elemento indicativo dell’evoluzione del comparto vinicolo siciliano verso la

produzione di vini di qualità si evince dai dati del SRRFV che, sulla base delle

denunce di produzione, permettono di distinguere le uve per tipologia di

lavorazione. A tal riguardo, al trend decrescente dei quantitativi di uve prodotte,

avutosi tra il 1995 al 20035, ha fatto riscontro la crescita del peso percentuale di

quelle destinate alla produzione degli IGT, passato dal 5% del 1995 al 31% nel

2003, a discapito di quelle per l’ottenimento di vini comuni. Marginale ma,

comunque, in aumento si osserva anche la quota di uve per i vini a denominazione

di origine, salita dal 2,0% al 3,4% nel 2003 (Fig. 2.11).

Fig. 2.11 - Evoluzione della destinazione delle uve da vino in Sicilia per tipologia di lavorazione (*)

0102030405060708090

100

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Anni

% u

ve

per vini comuni per vini a IGT per vini a DOC-DOCG

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF Regione Siciliana - Servizio Repressione Frodi Vinicole.

5 I dati di produzione al 2004 non sono ad oggi disponibili perché le denunce sono state trasmesse

direttamente all’AGEA e sono in corso di elaborazione da parte degli organismi competenti.

41

Sul piano produttivo, il segmento dei vini siciliani a denominazione di origine

mostra, tra il 1990 ed il 2003, un trend altalenante, con riduzioni marcate per gli

anni 1992 e 1995 e picchi positivi per il 1998 (+10% rispetto ai volumi

complessivi del 1990) (Fig. 2.12). Pressoché costanti sono state, nell’ultimo

quinquennio (1999-2003), le produzioni di tali vini con un picco positivo per il

2003 (+25% rispetto all’anno precedente).

Peraltro, negli ultimi anni, il numero delle DOC è aumentato e alcune di esse

hanno cambiato disciplinari e denominazione. In particolare, nel 1999, è stato

rivisto il disciplinare della DOC “Alcamo”, che non è più esclusivamente bianca,

ed è ripresa la discussione sulla DOC “Pantelleria” che, nel 2000, ha portato al

varo di un nuovo disciplinare. Nel 1998 è stata riconosciuta la DOC “Delia

Nivolelli” e la “Sciacca”, che insieme a “Monreale” (2000) e “Riesi” (2001),

rappresenta una delle ultime denominazioni d’origine affacciatesi sul panorama

vitivinicolo siciliano. Ultimo riconoscimento a DOC è stato concesso, nel 2004, al

“Mamertino” prodotto a Milazzo ed in altri comuni della provincia di Messina.

Mentre, il “Cerasuolo di Vittoria” nel corso dell’ultimo anno ha ottenuto il

riconoscimento di vino a DOCG.

Più in dettaglio, la produzione siciliana dei vini a denominazione d’origine, vede

il ruolo predominante del vino “Marsala” che, nonostante il decremento, in

termini quantitativi e percentuali, rispetto al 1990, continua ad avere, al 2003, un

peso preponderante (59%) insieme alla DOC Alcamo (11%) sulla produzione

complessiva dei vini a DOC siciliani (Tab. 2.26).

In altri termini, delle 19 DOC riconosciute al 2003 solo 9 hanno incrementato i

volumi produttivi tra queste: il Cerasuolo di Vittoria, Contessa di Scaflani,

Contessa Entellina, Eloro, Etna (+ 2,7 volte quelli al 1990), Malvasia delle Lipari,

Menfi, Moscato di Noto, Moscato Passito di Pantelleria.

Peraltro, anche se marginale, in modesta crescita (dal 2,4% al 2,9%, tra il 1990-

2003), risulta l’apporto dei vini a denominazione d’origine alla produzione

enologica siciliana. Per contro, in calo dal 2,1 al 1,6% è il contributo dei vini a

DOC siciliani alla produzione italiana di vini di qualità (Tab. 2.26, Tab. 2.27).

42

.

Fig. 2.12 - Evoluzione della produzione di vini DOC-DOCG in Sicilia (1990-2003) - Numeri indice (1990=100) (*)

0

20

40

60

80

100

120

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003Anni

Num

eri i

ndic

e

(*) Nostra elaborazione su dati: ISTAT, FEDERDOC.

43

Tab. 2.26 – Evoluzione della produzione di vino DOC in Sicilia, per tipologia dal 1990 al 1998 e confronto con produzione DOC in Italia (*)

000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % Alcamo 22,8 12,2 33,2 22,1 23,5 22,3 25,9 20,2 18,7 12,0 16,5 12,9 23,9 14,8 21,5 12,9 20,7 10,0 Cerasuolo di Vittoria 2,0 1,1 2,3 1,5 2,1 2,0 2,3 1,8 2,4 1,5 2,9 2,3 2,3 1,4 3,2 1,8 4,7 2,2 Contea di Sclafani 1,0 0,6 5,5 2,7 Contessa Entellina 0,8 0,5 1,0 0,8 2,7 1,7 2,7 1,6 3,1 1,5 Delia Nivolelli 2,9 1,4 Eloro 0,0 0,0 1,0 0,7 0,7 0,3 1,4 0,7 Etna 4,6 2,5 2,1 1,4 7,9 7,5 7,4 5,8 7,0 4,5 6,0 4,7 7,3 4,5 6,8 4,1 8,9 4,3 Faro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 0,0 0,0 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,0 Malvasia delle Lipari 0,3 0,2 0,4 0,3 0,5 0,5 0,4 0,3 0,4 0,3 0,3 0,2 0,4 0,2 0,3 0,2 0,6 0,3 Marsala 154,6 82,6 109,5 72,9 68,9 65,4 88,1 68,3 119,0 76,8 94,8 74,4 120,1 74,6 124,5 74,6 134,1 64,8 Menfi 1,1 0,7 16,9 8,2 Moscato di Noto 0,3 0,2 0,4 0,3 0,8 0,7 1,1 0,9 0,9 0,6 0,5 0,4 0,2 0,1 0,3 0,2 0,4 0,2

Moscato Pass.di Pantelleria 2,5 1,2 2,3 1,5 1,6 1,5 3,5 2,7 5,7 3,7 5,4 4,2 3,0 1,9 3,8 2,3 6,4 3,1 Moscato di Siracusa 0,0 0,0 0,0 0,0 Sambuca di Sicilia 1,0 0,6 0,6 0,3 Santa Margherita Belice 0,6 0,3 Sciacca Monreale Riesi

187,1 100,0 150,2 100,0 105,3 100,0 128,9 100,0 155,0 100,0 127,5 100,0 161,0 100,0 167,0 100,0 206,9 100,0

100 80,3 56,3 68,9 82,8 68,1 86,1 89,3 110,6

8.812 8.517 9.385 9.292 9.776 9.558 10.761 10.539 11.334

100 96,7 106,5 105,4 110,9 108,5 122,1 119,6 128,6

% DOC Sicilia/DOC Italia 2,1 1,8 1,1 1,4 1,6 1,3 1,5 1,6 1,8

2,4 1,5 0,9 1,3 1,7 1,2 1,8 2,1 2,2

Denominazioni

Totale DOC in Sicilia (000 Hl)

Totale DOC in Italia (000 Hl)

% DOC Sicilia/Totale vino Sicilia

19971990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1998

(*) Nostra elaborazione su dati CORERAS, ISTAT e FEDERDOC.

44

Tab. 2.27 – (Segue..) Produzione di vino DOC in Sicilia, per tipologia dal 1999 al 2003 e confronto con la produzione DOC in Italia (*)

000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % 000 hl % A lcam o 17,2 9,6 17,2 11,1 18,8 11,6 15,9 10,3 19,8 10,3 17,8 Cerasuolo di V ittoria 5,5 3,1 6,8 4,4 6,2 3,8 9 5,8 12 6,3 7,9 Contea di Sclafani 4,7 2,6 4,1 2,6 3,7 2,4 3,3 2,1 3,1 1,6 3,8 Contessa Ente llina 3,5 2,0 3,4 2,2 5,8 3,6 4,5 2,9 3,6 1,9 4,2 Delia N ivolelli 0,7 0,3 5,3 3,4 8,3 5,1 3 2,0 1,8 0,9 3,8 E loro 1 0,6 1,4 0,9 1,4 0,9 6,5 4,2 4,7 2,4 3 E tna 8,9 5,0 9,8 6,3 9,5 5,9 12,7 8,3 12,8 6,7 10,7 Faro 0,2 0,1 nd nd nd nd - Malvasia delle Lipari 0,5 0,3 nd nd nd 0,4 0,2 - Marsala 114,3 63,8 93,9 60,3 89,4 55,4 74,3 48,3 113,2 59,0 97 Menfi 11,9 6,6 1,9 1,2 5,7 3,5 6,6 4,3 5,7 3,0 6,4 Moscato di Noto 0,2 0,1 0,2 0,1 0,2 0,1 2,1 1,4 0,5 0,3 0,7 Moscato Pass.di Pantelleria 8,9 5,0 9,5 6,1 8 5,0 8 5,2 10,4 5,4 9 Moscato di S iracusa 0 0,0 0 0,0 0,1 0,1 0 0,0 0 0,0 0 Sam buca di S ic ilia 1,2 0,7 1 0,6 0,7 0,4 1 0,7 0,9 0,5 1 Santa Margherita Belice 0,4 0,2 0,5 0,3 0,6 0,4 0,4 0,3 0,4 0,2 0,5 Sciacca 0,6 0,4 0,2 0,1 0,7 0,5 0,2 0,1 0,4 Monreale 2,8 1,7 5,7 3,7 2,2 1,1 3,6 R iesi 0 0,0 0,2 0,1 0,1

179,1 100,0 155,6 100,0 161,4 100,0 153,7 100,0 191,9 100,0 168,395,7 83,2 86,3 82,1 102,6

15.789 11.801 10.700 13.934 12.123 12.869,4179,2 133,9 121,4 158,1 137,6

% DO C Sicilia/DO C Italia 1,1 1,3 1,5 1,1 1,6 1,3

2,2 2,2 2,3 2,7 2,9 2,4

Media '99 -'03 (000 hl)

Denom inazioni

Totale DO C in S icilia (000 H l)

Totale DO C in Italia (000 H l)

% DO C S icilia/Totale vino S icilia

1999 2000 2001 2002 2003

(*) Nostra elaborazione su dati :CORERAS, ISTAT e FEDERDOC.

45

3. LA NORMATIVA PER IL COMPARTO VITIVINICOLO

3.1 – EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Con l’entrata in vigore, nel 2000, della riforma dell’Organizzazione Comune del

Mercato Vitivinicolo (OCM Vino), Reg. CE 1493/99, la politica comunitaria ha

mutato sostanzialmente i suoi indirizzi per il settore, passando dall’utilizzo

esclusivo di strumenti di controllo a carattere quantitativo (distillazioni, blocco

degli impianti ed abbandono definitivo dei vigneti) a misure che includono aspetti

qualitativi della produzione (riconversione e ristrutturazione dei vigneti,

orientamento al mercato delle produzioni, attenzione alle pratiche enologiche).

Pur mantenendo in vigore una serie d’interventi volti al controllo delle eccedenze,

tra i quali il divieto di realizzare nuovi vigneti sino al 2010, uno degli aspetti

fondamentali della riforma dell’OCM vino rimane il sostegno agli interventi di

riconversione e ristrutturazione dei vigneti, finalizzati sia all’introduzione dei

vitigni autoctoni ed internazionali richiesti dal mercato, sia a sostenere le

produzioni di vini a denominazione d’origine ed a realizzare impianti tesi alla

qualità delle produzioni (sistemi di allevamento a spalliera e ad alta densità di

piante per ettaro).

Tali interventi, a chiusura delle prime quattro campagne di applicazione della

nuova riforma, quindi tra il 2000/2001 e il 2003/2004, hanno consentito nei Paesi

della Comunità la ristrutturazione di oltre 265 mila ettari di vigneti (il 26% dei

quali in Italia) ed implicato un esborso complessivo di 1.778 milioni di euro, di

cui il 26% assegnati all’Italia (Tab. 3.1, Tab. 3.2).

46

Tab. 3.1 – Ristrutturazione e riconversione dei vigneti nei Paesi UE: ettari e relativi fondi assegnati nelle campagne dal 2000/01 al 2003/04 (*)

ha M ln Euro ha M ln Euro ha M ln Euro ha M ln Euro ha M ln Euro G erm ania 2.943 12,61 2.281 13,10 2.136 12,48 2.116 13,99 9.476 52,18G recia 0 0,00 746 4,34 1.358 7,13 1.342 10,04 3.446 21,51Spagna 30.045 171,71 36.271 189,45 23.902 160,03 20.940 150,95 111.158 672,14Francia 5.203 37,70 13.284 70,92 14.635 95,43 12.745 111,22 45.867 315,27Ita lia 17.970 115,04 16.426 103,97 18.660 123,95 17.063 120,11 70.119 463,07Lussem burgo 14 0,11 11 0,10 11 86,80 36 87,01Austria 1.823 12,03 1.885 11,53 1.918 10,60 1.260 7,81 6.886 41,97Portogallo 5.713 30,56 4.537 32,23 5.362 33,57 3.174 28,97 18.786 125,33

Totale Ue 63.711 379,75 75.441 425,64 67.971 443,20 58.651 529,89 265.774 1.778,48

2000/2001 2001/2002 2002/2003 Totale 00/01-03/042003/2004

(*) Nostra elaborazione su dati: UE, 2004. Tab. 3.2 - Quota di ettari e fondi assegnati ai Paesi UE per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti nelle campagne dal

2000/01 al 2003/04 (*)

h a E u ro h a E u ro h a E u ro h a E u ro h a E u roG e rm a n ia 4 ,5 3 ,3 3 ,0 3 ,1 3 ,1 2 ,8 3 ,6 2 ,6 3 ,6 2 ,9G re c ia 0 ,0 0 ,0 1 ,0 1 ,0 2 ,0 1 ,6 2 ,4 1 ,9 1 ,3 1 ,2S p a g n a 4 7 ,2 4 5 ,2 4 8 ,1 4 4 ,5 3 5 ,2 3 6 ,1 3 5 ,7 2 8 ,5 4 1 ,8 3 7 ,8F ra n c ia 8 ,2 9 ,9 1 7 ,6 1 6 ,7 2 1 ,5 2 1 ,5 2 1 ,7 2 1 ,0 1 7 ,3 1 7 ,7I ta l ia 2 8 ,2 3 0 ,4 2 1 ,8 2 4 ,4 2 7 ,5 2 8 ,0 2 9 ,1 2 2 ,7 2 6 ,4 2 6 ,0L u s s e m b u rg o 0 ,0 0 ,0 0 ,0 0 ,0 0 ,0 0 ,0 0 ,0 1 6 ,3 0 ,0 4 ,9A u s tr ia 2 ,9 3 ,2 2 ,5 2 ,7 2 ,8 2 ,4 2 ,1 1 ,5 2 ,5 2 ,5P o rto g a llo 9 ,0 8 ,0 6 ,0 7 ,6 7 ,9 7 ,6 5 ,4 5 ,5 7 ,1 7 ,0T o ta le U e 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0 1 0 0 ,0

T o ta le 0 0 /0 1 -0 3 /0 4% % % % %

2 0 0 0 /2 0 0 1 2 0 0 1 /2 0 0 2 2 0 0 2 /2 0 0 3 2 0 0 3 /2 0 0 4

(*) Nostra elaborazione su dati: UE, 2004.

47

Peraltro, diversamente da quanto previsto dalle politiche di settore fino alla

campagna 1999-2000, la nuova OCM Vino ha offerto un minore sostegno al

mercato sia in termini di quantitativi ammessi alla distillazione sia di prezzi di

ritiro.

Tali orientamenti hanno prodotto un impatto non trascurabile su quelle regioni,

come la Sicilia che, giustificati in passato dagli aiuti alla distillazione, hanno

indirizzato le produzioni di vino verso livelli di bassa qualità e che, come visto

innanzi (Tab. 2.26 e Tab. 2.27), producono basse percentuali di vini a

denominazione d’origine rispetto alla produzione enologica globale.

3.2 - IMPATTO DELLA NUOVA OCM VINO SULLA VITIVINICOLTURA SICILIANA ED ETNEA

In Sicilia, la relativa normativa comunitaria (regolamenti CE 1493/99 e CE

1227/2000) e nazionale (DM del 27 luglio del 2000) è stata recepita con la

circolare n°289 del 18/12/2000 6. In sintonia con gli aspetti fondamentali della

6 Tale circolare, in ottemperanza alle norme comunitarie che vietano la realizzazione nuovi impianti vitati fino al 31/07/2010, ha stabilito che la concessione dei diritti di nuovo impianto è possibile solo se il produttore intende destinare un determinato impianto: al consumo familiare, alla sperimentazione viticola ed alla coltura di piante madri per marze o nel caso di superfici destinate a ricomposizione o ad esproprio per pubblica utilità. Sono stati previsti, altresì, diritti di nuovo impianto per superfici destinate alla produzione di VQPRD o di vini ad IGT, qualora sia riscontrata una domanda superiore all’offerta tale assegnazione è vincolata all’emanazione di un apposito bando pubblico da parte dell’assessorato, nei limiti delle disponibilità dei diritti assegnati dall’Unione Europea nello stesso Reg CE 1493/99 e ripartiti tra le regioni dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali; complessivamente alla Sicilia spettano diritti d’impianto per 1.648 Ha (12,7% dei 12.933 Ha assegnati all’Italia). Diversamente, i diritti di reimpianto vengono concessi con autorizzazione ai produttori che si impegnano ad espiantare un vigneto prima della fine della terza campagna successiva a quella in cui viene realizzato il nuovo impianto. Tale diritto può essere trasferito parzialmente o totalmente ad altre aziende, anche dietro pagamento, purché il trasferimento avvenga all’interno del territorio regionale; i diritti trasferiti devono comunque essere destinati alla produzione di VQPRD o di vini ad IGT, oppure per la coltivazione di portinnesti o di vivai di barbatelle, purché in questi ultimi due casi, le uve non vengano raccolte o siano comunque distrutte. Il diritto di reimpianto si estingue ove non venga esercitato entro la fine della quinta campagna viticola successiva alla quale ha avuto luogo l’estirpazione. I diritti di reimpianto non utilizzati entro i termini di scadenza previsti, i diritti di nuovo impianto non utilizzati entro la fine della seconda campagna successiva a

48

riforma OCM Vino, il piano di ristrutturazione e riconversione dei vigneti della

Regione Sicilia, presentato alla Commissione Europea durante la campagna

2000-2001, prevede tra gli obiettivi :

la diversificazione varietale con la valorizzazione dei vitigni autoctoni di

pregio, in particolare il Nero d’Avola, che consentano una qualificazione,

tipicizzazione e diversificazione dell'offerta;

l’impiego dei migliori vitigni internazionali (Chardonnay, il Cabernet

Sauvignon, il Merlot, il Syrah, ecc.) con il fine d’incontrare anche il gusto

internazione ed allargare le frontiere commerciali ;

l’incentivazione della produzione di uve nelle zone a DOC e ad IGT e di

uve a bacca nera;

la ristrutturazione dei vigneti a spalliera e ad alberello per una più facile

meccanizzabilità degli impianti;

la sostituzione della forma di allevamento a tendone con la forma a

spalliera.

Per la realizzazione degli obiettivi del piano regionale è previsto il sostegno

pubblico al comparto per progetti aziendali di riconversione e/o ristrutturazione

garantito mediante finanziamenti ai produttori, sotto forma di indennizzo, per la

perdita di entrate conseguente alla esecuzione dei piani di ristrutturazione. Tali

finanziamenti, in Sicilia cosi come nelle altre regioni obiettivo 1, coprono fino al

75% dei costi sostenuti dalle aziende vitivinicole.

La Regione Sicilia, per le campagne dal 2000/017 al 2004/05, secondo i dati

definitivi messi a disposizione dall’Assessorato Agricoltura e Foreste, ha concesso

aiuti a 6.607 produttori per la ristrutturazione e riconversione di oltre 20 mila

ettari di vigneti, per un importo complessivo di 139,5 milioni di euro (Tab. 3.3,

Fig. 3.1).

Interessante osservare come, per tutte le annate gli ettari ristrutturati in Sicilia

siano stati notevolmente superiori a quelli indicativamente assegnati dal MIPAF

quella in cui sono stati concessi ed i diritti di nuovo impianto assegnati alla Regione dal Ministero o dalla Comunità Europea confluiscono nella riserva regionale istituita, in ottemperanza al Reg. CE 1493/99, con decreto assessoriale n° 4930 del 20/12/2000. 7 Campagna d’inizio dell’attuazione del piano regionale di ristrutturazione

49

sulla base degli appositi decreti di ripartizione indicativa dei fondi e degli ettari tra

regioni e province autonome. Situazione analoga si è verificata per le risorse

finanziarie assegnate fino alla campagna 2002-2003, mentre per le ultime due

campagne si rileva un’inversione di tendenza, con risorse impiegate inferiori a

quelle indicativamente assegnate (per la campagna 2004-2005 sono stati utilizzati

oltre 3 milioni di Euro in meno rispetto all’assegnazione indicativa) (Tab. 3.4).

Tra le province siciliane, in testa alla graduatoria per gli importi erogati risulta

Trapani (55% per il 2004/05), seguita da quelle di Agrigento e Palermo. Quarta, in

ordine di contributi erogati per la ristrutturazione e riconversione vigneti, è la

provincia di Catania, che mostra un trend crescente (dal 1,0% del 2000-01 al 6,1%

del 2004/05) per quota di risorse assegnate (Tab. 3.3). Per le ultime tre campagne,

tali interventi, nel comprensorio catanese, hanno interessato 132 produttori per un

totale di 379 ettari (appena il 3% della superficie regionale ristrutturata nel

triennio) (Fig. 3.2).

L’attuazione del piano di ristrutturazione e riconversione, in linea con gli obiettivi

fissati, ha conseguentemente prodotto effetti sulla composizione ampelografica

del patrimonio vitivinicolo siciliano, determinando contrazioni significative di

superfici investite a bacca bianca (-19% tra il 2000-2004) e delle relative cultivar

più diffuse, a favore di quelle a bacca nera sia autoctone che alloctone cresciute

del 30%, tra il 2000-2004. Nel quinquennio, si riscontrano effetti anche in merito

alla forma di allevamento dei vigneti, con evoluzione positiva verso quella a

spalliera (+7%) che, al 2004, interessa il 75% delle superfici vitivinicole siciliane,

a fronte di un significativo abbandono del tradizionale allevamento ad alberello

(-49% di superficie nel quinquennio) e di quello a tendone (-16%) (Fig. 3.3).

Stesso trend in termini di superfici investite per colore si osserva per il comparto

vitivinicolo della provincia di Catania e per quello etneo. Difatti, nel quinquennio

2000-2004, in forte contrazione (-67%) si rilevano le aree con vigneti a bacca

bianca, a fronte di un modesto calo (-9%) di quelle investite a bacca nera il cui

peso percentuale sulle aree vitivinicole totali è salito dall’81% al 95% del 2004.

Peraltro, oltre ai suddetti interventi, ulteriori supporti allo sviluppo della

vitivinicoltura di qualità in Sicilia, sono stati previsti dalla Regione Siciliana con

l’emanazione del Decreto 30 Aprile 2004 che, in linea con la circolare n°289 del

50

18/12/2000 della Regione Siciliana che recepisce le normative comunitarie

previste per il comparto, contiene il bando per l’assegnazione alle produzioni

DOC e IGT Sicilia di diritti di nuovo impianto vigneti prelevati dalla riserva

regionale per complessivi 1.620 ettari. Di questi, alla provincia di Catania sono

stati destinati indicativamente 74 ettari per le graduatorie DOC e IGT Sicilia ed

altri 80 ettari riservati alle aree a DOC.

Dalle graduatorie definitive è emerso che alla provincia di Catania sono stati

attribuiti diritti di nuovo impianto per le produzioni a DOC ed IGT Sicilia a

23 aziende per complessivi 119 ettari (4% del totale), e 38 ettari (71%) per le

Riserve DOC “Etna” interessando 17 aziende del comprensorio (Tab. 3.5).

Nel 2005, l’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana ha emanato

un ulteriore Decreto (29 settembre 2005) avente per oggetto la “Riassegnazione

alle graduatorie DOC ed IGT Sicilia dei diritti di nuovo impianto resisi

disponibili ” e confluiti alla riserva regionale. Quest’ultimi, riassegnati in base a

quanto indicato nella Tab. 3.6.

51

Tab. 3.3 – Ripartizione definitiva dei fondi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti tra le province siciliane per le campagne dal 2000/2001 al 2004/2005 (*)

N. % Euro % N. % Euro % N. % Euro % N. % Euro % N. % Euro %AG 355 25,5 4.766.596 21,5 326 30,6 5.624.372 24,0 381 26,8 5.881.866 19,3 272 15,8 5.578.371 13,4 237 23,6 3.257.248 15,0 CL 7 0,5 224.998 1,0 13 1,2 577.470 2,5 4 0,3 357.839 1,2 11 0,6 314.316 0,8 17 1,7 1.031.719 4,7 CT 2 0,1 17.810 0,1 9 0,9 231.491 1,0 59 4,0 2.394.391 7,9 42 2,4 1.088.438 2,6 41 4,1 1.323.538 6,1 EN 0 - 0 - 1 0,1 20.853 0,1 0 - 0 - 0 - 0 - 0 - 0 - ME 1 0,1 27.334 0,1 3 0,3 175.717 0,7 11 0,8 245.096 0,8 24 1,5 422.398 1,0 6 0,6 176.744 0,9 PA 171 12,3 3.468.072 15,6 80 7,5 2.499.992 10,6 159 11,1 3.937.865 13,0 253 14,7 7.275.431 17,4 109 10,8 3.656.649 16,8 RG 10 0,7 268.745 1,2 11 1,0 269.364 1,1 4 0,3 186.251 0,6 8 0,5 201.285 0,5 11 1,1 358.030 1,6 SR 19 1,4 381.455 1,7 17 1,6 416.678 1,8 5 0,4 337.142 1,1 18 1,0 423.642 1,0 1 0,1 47.352 0,2 TP 826 59,4 13.067.729 58,8 606 56,8 13.645.600 58,2 801 56,3 17.059.870 56,1 1093 63,5 26.391.843 63,3 583 58,0 11.915.288 54,7 SICILIA 1.391 100,0 22.222.739 100,0 1.066 100,0 23.461.537 100,0 1.424 100,0 30.400.320 100,0 1.721 100,0 41.695.724 100,0 1.005 100,0 21.766.568 100,0

2000-2001Beneficiari Importo PROV.

2001-2002Beneficiari Importo

2002-2003Beneficiari Importo

2003-2004Beneficiari Importo

2004-2005Beneficiari Importo

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF Regione Siciliana - U. O. n. 23 –Servizio V - Dipartimento Interventi Strutturali.

Tab. 3.4 - Ripartizione indicativa e definitiva di ettari e risorse per interventi di ristrutturazione e riconversione vigneti in Sicilia (*)

ha Mln Euro ha Mln Euro ha Mln Euro ha Mln Euro ha Mln Euro

Ripartizione indicativa (a) 2.167 15.789 2.521 18.471 2.975 21.048 2.866 41.952 2.009 24.952

Ripartizione definitiva (b) 3.509 22.223 3.663 23.461 4.138 30.400 5.713 41.696 3.192 21.766

Var. % (b)/(a) 61,9 40,7 45,3 27,0 39,1 44,4 99,3 -0,6 58,9 -12,8

2004-20052000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004

(*) Nostra elaborazione su dati:MIPAF; AAFF Regione Siciliana - U. O. n. 23 –Servizio V - Dipartimento Interventi Strutturali.

52

Fig. 3.1 - Evoluzione delle superfici interessate da interventi di ristrutturazione e riconversione vigneti in Sicilia per le

campagne dal 2000/2001 al 2004/2005 (*)

3.663 4.1385.713

3.1923.509

-

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

2000-2001 2001-2002 2002-2003 2003-2004 2004-2005

Campagne

Etta

ri

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF Regione Siciliana – U.O. n. 23 - Servizio V - Dipartimento

Interventi Strutturali.

53

Fig. 3.2 - Dinamica delle superfici interessate da interventi di ristrutturazione e riconversione vigneti nelle province siciliane per le campagne dal 2002/2003 al 2004/2005 (*)

-

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

Etta

ri

2002/2003 2003/2004 2004/2005

2002/2003 849,62 46,28 178,33 - 24,61 612,46 25,00 45,12 2.356,45

2003/2004 775,00 42,59 88,77 - 41,81 1.014,51 27,63 60,06 3.662,71

2004/2005 483,17 162,68 112,57 - 17,11 545,99 53,58 7,31 1.809,69

Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF Regione Siciliana – U.O. n. 23 - Servizio V - Dipartimento Interventi Strutturali.

54

Fig. 3.3 - Effetti del Piano di ristrutturazione e riconversione sul comparto vitivinicolo siciliano (Numeri Indice 2000=100) (*)

0102030405060708090

100110120130140150160

Totale Sup.Bianca

Totale Sup.Nera

Totale Sup.Mista

Totale Sup.Alberello

Totale Sup.Spalliera

Totale Sup.Tendone

Totale Sup.altre forme

di allev.

Num

eri i

ndic

e

2000

2004

(*) Elaborazione su dati tratti da: AAFF, Regione Siciliana, “Servizio Regionale Repressione

Frodi Vinicole”, 2005; CORERAS, 2005.

81,0%95,4%

10,3% 4,6% 8,7% n.d.

0%

20%

40%

60%

80%

100%

% s

uper

ficie

inve

stita

Sup. Uva Nera Sup. Uva Bianca Sup. Uva Mista

Fig. 3.4 - Effetti del Piano regionale di ristrutturazione e riconversione vigneti sulla composizione del patrimonio

vitivinicolo della provincia di Catania

2000

2004

(*) Elaborazione su dati tratti da: Osservatorio Vitivinicolo Siciliano, 2000; AAFF, Regione Siciliana, “Servizio Regionale Repressione Frodi Vinicole”, 2005.

Evoluzione delle superfici per colore

Evoluzione delle superfici per forma di

allevamento

55

Tab. 3.5 – Graduatorie definitive al 30/12/2004 di assegnazione dei diritti di nuovo impianto per sezione e per provincia prelevati dalla riserva regionale (*)

N. aziende Ha N.

aziende Ha N. aziende % Ha %

Agrigento 57 288,50 64 278,86 121 20,2 567,36 19,5 Caltanissetta 35 174,91 38 194,24 73 12,2 369,15 12,7 Catania 9 45,99 14 73,77 23 3,8 119,76 4,1 Enna 2 8,67 6 27,22 8 1,3 35,89 1,2 Messina - - 4 9,39 4 0,7 9,39 0,3 Palermo 61 321,00 61 299,23 122 20,4 620,23 21,3 Siracusa 10 49,60 21 105,39 31 5,2 154,99 5,3 Ragusa 21 100,91 28 144,91 49 8,2 245,82 8,4 Trapani 63 299,51 105 487,84 168 28,0 787,35 27,2 Sub Totale 258 1.289,09 341 1.620,85 599 100,0 2.909,94 100,0 % su totale 43,1 44,3 56,9 55,7 100,0 100,0

Faro - - 1 0,30 1 4,0 0,30 0,6 Etna 5 10,90 12 27,08 17 68,0 37,98 71,4 Malvasia 1 1,00 1 2,00 2 8,0 3,00 5,6 Pantelleria - - 5 11,91 5 20,0 11,91 22,4 Sub Totale 6 11,90 19 41,29 25 100,0 53,19 100,0 % su totale 24,0 22,4 76,0 77,6 100,0 100,0

Legge 109/96 1 5,19 1 100,0 5,19 100,0

Sub Totale 1 5,19 1 100,0 5,19 100,0 TOTALE 264 1.300,99 361 1.667,33 625 100,0 2.968,32 100,0

Sezione Altri imprenditori

Riserve DOC

Sez. Giovani imprenditori

DOC e IGT

Sicilia

TOTALE

(*) Nostra elaborazione su dati :D. D. G. n.. 2187 del Dipartimento Interventi Strutturali - Servizio V –Produzione Vegetale e Impianti Agro – Industriali - U.O. 23 – Vitivinicoltura, 2004.

Tab. 3.6 – Riassegnazione alle Graduatorie DOC ed IGT Sicilia dei diritti di nuovo impianto resisi disponibili per provincia (*)

Province Sez. g iovani I. (Ha)

Sez. altri I. (Ha)

Totale (Ha)

% su Totale

Agrigento 19,0000 19,0000 38,0000 18,7C altanissetta 5,6858 5,6858 11,3716 5,6C atania 3,5000 3,5000 7,0000 3,4Palerm o 15,0000 15,0000 30,0000 14,7R agusa 7,5000 7,5000 15,0000 7,4Siracusa 6,0000 6,0000 12,0000 5,9Trapani 45,0000 45,0000 90,0000 44,3TO TALE 101,6858 101,6858 203,3716 100,0

(*) Fonte: G.U.R.S. Parte I n. 43 del 10/10/2005.

56

3.3 - LE POLITICHE DELLA REGIONE SICILIANA PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA VITIVINICOLA

In linea con gli orientamenti comunitari si muovono anche gli interventi regionali

per la filiera vitivinicola contenuti nel Programma Operativo Regionale (P.O.R.)8

e nel Piano di Sviluppo Rurale (P.S.R.)9, ed in forma ancora sperimentale

attraverso nel programma L.E.A.D.E.R., che rappresenta lo strumento con il quale

la Commissione Europea promuove lo sviluppo delle aree rurali attraverso un

approccio integrato e sostenibile.

Le misure del POR che interessano specificatamente la filiera vitivinicola sono la

4.09 (Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione) e

la 4.13 (Commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità).

Si tratta di misure orientate al superamento delle carenze organizzative del

comparto vitivinicolo e ad accrescere l’affermazione ed il riconoscimento dei

prodotti vinicoli siciliani da parte del mercato internazionale, favorendo

investimenti per la trasformazione dell’uva e per la commercializzazione dei

prodotti finiti.

In particolare, la Misura 4.09 del POR per il settore vitivinicolo sostiene gli

interventi finalizzati all'ammodernamento e al potenziamento degli impianti

esistenti, destinati alla lavorazione di prodotti di qualità riconosciuti a livello

comunitario, senza aumento di capacità lavorativa a livello regionale, con priorità

alle iniziative che prevedono anche il confezionamento e la commercializzazione

del prodotto finito.

Nel complesso, tra il 2000-2005, la misura 4.09 ha finanziato per il settore

vitivinicolo 31 progetti per un ammontare complessivo di oltre 42,6 Milioni di

Euro. Tra le province, quella di Trapani risulta leader per numero (16) di progetti

8 Il Programma Operativo Regionale della Regione Siciliana, approvato dalla Commissione con decisione CE (2000) n° 2050 del 1 agosto 2000 intende promuovere uno sviluppo integrato dei territori rurali che coinvolga le principali filiere agroalimentari, instaurando nel contempo delle sinergie anche con attività non tradizionalmente agricole ma capaci di fornire redditi aggiuntivi.

9 Il P.S.R. è il documento che attua una politica dello sviluppo rurale finalizzata a ricostituire e a rafforzare la competitività delle zone rurali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, contribuendo in tal modo a mantenere e a creare posti di lavoro nelle zone rurali svantaggiate ed a conservare le risorse naturali ed ambientali.

57

finanziati seguita da quella di Agrigento (5 progetti) e da quella di Catania con 4

progetti (Tab. 3.7).

Tab. 3.7 – POR Sicilia - Misura 4.09. Finanziamenti relativi al settore vitivinicolo per provincia (2000-2005) (*)

P r o v in c e N . P r o g e t t i %A g r ig e n t o 5 1 6 , 1C a t a n ia 4 1 2 , 9C a l t a n is s e t t a 3 9 , 7E n n a 0 0 , 0M e s s in a 1 3 , 2P a le r m o 2 6 , 5R a g u s a 0 0 , 0S i r a c u s a 0 0 , 0T r a p a n i 1 6 5 1 , 6T O T A L E 3 1 1 0 0 , 0

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF – Servizio V – Produzione Vegetale -

“Dipartimento Interventi Strutturali”, 2005.

La Misura 4.13 del POR, che riguarda l’intero territorio regionale, punta alla

qualificazione delle filiere agroalimentari al fine di valorizzare le produzioni di

qualità ed è articolata in due sottomisure:

La Sottomisura 4.13. A) “Sostegno alla commercializzazione di prodotti di

qualità” ha lo scopo di conoscere il mercato, le filiere e gli strumenti di

valorizzazione dei prodotti e del territorio attraverso la realizzazione:

- degli Osservatori di filiera (olio d’oliva, prodotti zootecnici e lattiero caseari,

ortofrutta, agrumi);

- di un sistema informativo telematico sul territorio, che consenta la rilevazione

informatizzata dei dati relativi alle scorte, alle produzione ed alle vendite della

filiera vitivinicola al fine di potenziare l’Osservatorio Vitivinicolo;

- dell’Enoteca Regionale;

- di un portale per la produzione agro-alimentare regionale che preveda la messa

in rete di banche dati centrali, aziende agricole ed agroalimentari.

Il costo totale della misura per l’intero periodo 2000-2006 è pari a 30.000.000 di

euro.

58

La Sottomisura 4.13 B) “Sostegno alla creazione, al riconoscimento comunitario

ed al controllo di prodotti regionali di qualità” prevede, invece, la concessione di

aiuti temporanei e decrescenti per: la costituzione e l’avviamento di consorzi di

tutela e commercializzazione di prodotti agricoli; l’implementazione di sistemi di

qualità aziendale a favore di consorzi che valorizzano i prodotti Dop, Igp, As,

VQPRD e Biologici, riconosciuti o in fase di riconoscimento. Per tale sottomisura

la spesa pubblica prevista è pari a EURO 9.960.278.

Per quanto concerne il Piano di Sviluppo Rurale – Sicilia 2000-2006, le azioni

finanziate riguardanti la viticoltura siciliana sono contenute, esclusivamente, nella

Misura F, relativa all’Agroambiente . Tale misura, il cui costo è pari a 409,561

MEURO, è coerente con gli obiettivi delle politiche comunitarie in materia

agroambientale, in quanto tende a favorire il mantenimento e l’adozione di forme

di conduzione dell’impresa agricola, in grado di coniugare la redditività del

processo produttivo e la sostenibilità ambientale.

Nello specifico, gli interventi previsti per la vitivinicoltura sono le seguenti:

- Azione F1a, Metodi di produzione integrata - colture perenni specializzate -

Vite da vino e Cappero per cui è fissato un aiuto pari a 420 Euro/ha/anno.

- Azione F1b, Introduzione o mantenimento dei metodi dell’agricoltura e della

zootecnia biologica - Agricoltura biologica ordinaria10 colture perenni

specializzate - Vite da vino e Cappero per cui è fissato un aiuto pari a 600

Euro/ha/anno ed Agricoltura biologica preferenziale11 - colture perenni

specializzate - Vite da vino e Cappero per la cui applicazione si riconosce un aiuto

10 Zona di applicazione ordinaria:tutto il territorio regionale. 11 Le zone preferenziali di applicazione delle pratiche agroambientali sono le seguenti:

- Parchi e riserve naturali istituiti secondo la normativa vigente. - Oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica ai sensi della L.R. 33/97 art. 45 e successive. - Aree ad elevata vulnerabilità di rischio d’inquinamento delle acque, individuate ai sensi della Direttiva CEE 91/676. - Siti d’importanza comunitaria individuati ai sensi della Direttiva CEE “Habitat” n.43/92 e D.P.R. n.357/97. - Interi bacini imbriferi dei fiumi Imera, Simeto, Nocella, San Leonardo e ulteriori aree delimitate (vedasi cartografia, allegato n. 1 carta n. 2); - Zone afferenti agli ambiti territoriali della rete ecologica prevista dall’asse I del POR Sicilia. - Zone di protezione speciale “uccelli” designate ai sensi della direttiva 79/409 CE.

59

di 650 Euro/ha/anno. I predetti aiuti sono ridotti a 160 Euro/ha/anno in caso di

colture non ancora in produzione.

Beneficiari dei predetti aiuti sono gli imprenditori agricoli licenziatari12 inseriti

nell’elenco regionale degli operatori idonei di cui al Decreto Legislativo n. 220/95

che vendono o conferiscono prodotto certificato, sia in regime di conversione che

di agricoltura biologica, in misura non inferiore al 50% della produzione totale

aziendale.

12 Per i soggetti singoli, la superficie minima d’intervento è fissata in 1,5 ettari di superficie agricola assoggettata, di cui almeno 5.000 mq accorpati; per i soggetti associati, in dieci ettari di superficie agricola assoggettata accorpata. In deroga a quanto sopra, nei parchi, nelle riserve, nell’areale ionico-messinese (comuni di Messina, Roccalumera, Scaletta, Itala, Alì Terme, Alì, Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Pagliara, Mandanici, Furci, Santa Teresa di Riva, Savoca, Casalvecchio S., Limina, Antillo, S.Alessio, Forza D’Agrò, Letojanni, Giardini Naxos, Castelmola, Taormina, Gaggi, Motta Camastra, Francavilla di Sicilia, Moio Alcantara, Gallodoro, Graniti, Mongiuffi Melia) e nelle isole minori l’unità minima d’intervento, ridotta a 0,5 Ha di superficie agricola assoggettata, potrà essere conseguita con singoli corpi di estensione non inferiore a 2.000 mq.

60

4. LA DOMANDA DI VINO

4.1 – EVOLUZIONE DEI CONSUMI DI VINO IN EUROPA

Nel corso degli anni il consumo di vino ha subito notevoli cambiamenti quale

conseguenza dell’evoluzione dei consumi alimentari, degli stili di vita e delle

strategie competitive dei produttori, quest’ultimi influenzati dall’evoluzione del

quadro normativo e delle politiche di sostegno nazionali e comunitarie al

comparto vitivinicolo.

Nell’ultimo ventennio, il trend dei consumi di vino nell’Unione Europea ed in

Italia ha fatto registrare un calo, rispettivamente pari all’11% ed al 31%,

cambiando, nel contempo, i suoi caratteri qualitativi e quantitativi (Fig. 4.1).

Più in dettaglio, tra il 1981 ed il 2002, la dinamica dei consumi di vino mostra

come la riduzione dei volumi abbia interessato, sia in Europa (-31,5%) che in

Italia (-50%), il segmento dei vini da tavola (Fig. 4.2).

Per contro, nello stesso arco temporale, i consumi di vini VQPRD13 mostrano un

trend decisamente crescente, con volumi raddoppiati in Europa ed aumentati del

62% in Italia (Fig. 4.3). Stesso andamento si osserva per gli altri Paesi europei

(Tab. 4.1), tra i quali spiccano il Lussemburgo ed il Belgio, con il raddoppio dei

consumi di vini di qualità, seguono la Spagna (+72%), la Germania (+62%) e la

Francia (+ 43%). Interessante, appaiono anche i mercati della Danimarca, della

Finlandia, e della Svezia che, pur con consumi quantitativamente marginali,

mostrano una certa vivacità con un trend crescente (Tab. 4.1).

Tra le regioni UE, la leadership dei consumi di vini VQPRD spetta alla Francia,

seguita dalla Germania e dalla Spagna. L’Italia invece risulta solo quarta tra i

Paesi comunitari con un consumo, al 2002, dell’ordine di 6,8 milioni di ettolitri .

13 VQPRD: Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate.

61

Fig. 4.1 - Evoluzione dei consumi totali di vino in Italia e in Europa (*)

102030405060708090

100110120130140150160

Mili

oni d

i etto

litri

Italia 46,5 44,7 44,2 39,0 34,0 37,9 41,4 40,1 33,4 35,8 35,6 35,8 35,9 34,1 34,7 33,8 32,1 31,8 31,7 26,7 27,9

Totale UE 123,2 139,3 144,8 141,2 134,9 138,4 141,9 139,7 131,3 136,4 131,4 132,9 132,4 129,2 129,1 128,1 127,7 128,1 129,4 120,2 124,5

1981/82°

1982/83*

1983/84**

1984/85**

1985/86**

1986/87**

1987/88**

1988/89**

1989/90**

1990/91**

1991/92**

1992/93**

1993/94**

1994/95**

1995/96***

1996/97***

1997/98***

1998/99***

1999/00***

2000/01***

2001/02***

Legenda:(°) UE 10; (*) UE 11, (**) UE 12; (***) UE 15

(*) Nostra elaborazione su dati: Commissione UE, Direzione generale dell'Agricoltura.

62

Fig. 4.2 - Evoluzione dei consumi di vino da tavola in Italia ed in Europa (*)

0

20

40

60

80

100

120

1981

/82°

1982

/83*

1983

/84**

1984

/85**

1985

/86**

1986

/87**

1987

/88**

1988

/89**

1989

/90**

1990

/91**

1991

/92**

1992

/93**

1993

/94**

1994

/95**

1995

/96***

1996

/97***

1997

/98***

1998

/99***

1999

/00***

20

00/01

***20

01/02

***M

iliom

i di e

ttol

itri

Italia Europa

Legenda: (°) UE 10; (*) UE 11, (**) UE 12; (***) UE 15.

(*) Nostra elaborazione su dati: Commissione UE, Direzione generale dell'Agricoltura.

63

Fig. 4.3 - Evoluzione dei consumi di vini VQPRD in Italia e in Europa (*)

05

1015202530354045505560

1981

/82°

1982

/83*

1983

/84**

1984

/85**

1985

/86**

1986

/87**

1987

/88**

1988

/89**

1989

/90**

1990

/91**

1991

/92**

1992

/93**

1993

/94**

1994

/95**

1995

/96***

1996

/97***

1997

/98***

1998

/99***

1999

/00***

20

00/01

***20

01/02

***

Mili

oni d

i ett

olitr

i

ItaliaTotale UE

Legenda: (°) UE 10; (*) UE 11, (**) UE 12; (***) UE 15.

(*) Nostra elaborazione su dati: Commissione UE, Direzione generale dell'Agricoltura.

64

Tab. 4.1 – Evoluzione dei consumi di VQPRD nei Paesi UE (000 hl) (*) A n n o B e l G e r G r e S p a F r a I t a L u x A u s P o r U K D a n I r l N L F in S v e T o t a le

1 9 8 1 / 8 2 ° 8 1 8 7 6 8 5 2 7 7 1 1 0 1 0 4 1 6 0 1 0 2 1 7 4 7 2 8 5 4 2 7 3 2 2 6 8 5 81 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0

1 9 8 2 / 8 3 * 7 9 7 8 8 3 6 1 0 7 4 0 8 5 1 0 9 8 7 4 8 5 2 1 7 9 1 7 5 5 2 9 0 3 8 7 3 4 3 2 5 7 09 7 1 1 5 3 9 1 0 0 1 0 0 1 1 7 1 7 5 1 0 0 1 0 2 9 0 1 0 0 1 2 1

1 9 8 3 / 8 4 * * 9 1 9 8 5 3 8 2 9 6 3 8 7 4 1 2 0 2 6 5 9 4 9 1 4 0 1 8 4 2 2 2 1 3 3 1 1 4 6 8 4 6 3 7 0 0 01 1 2 1 1 1 1 0 7 9 5 1 0 9 1 4 3 1 3 7 1 0 0 1 2 7 1 0 9 1 1 0 1 1 6 1 3 8

1 9 8 4 / 8 5 * * 1 0 5 7 7 7 8 4 3 9 7 3 5 3 2 1 1 8 9 8 4 4 5 7 1 2 6 1 7 3 8 1 9 6 6 2 9 6 4 5 8 5 7 3 4 1 3 31 2 9 1 0 1 1 4 3 8 6 1 0 8 1 0 7 1 2 4 9 4 1 1 3 1 0 4 1 0 7 1 1 7 1 2 7

1 9 8 5 / 8 6 * * 7 7 6 7 3 9 6 3 1 0 2 3 2 4 1 1 3 8 9 4 0 5 9 1 1 3 1 8 4 5 1 8 1 0 3 9 6 4 6 8 0 0 3 1 2 6 49 5 9 6 1 1 2 5 7 1 0 3 9 8 1 1 1 1 0 0 1 0 4 1 3 9 1 1 0 1 0 9 1 1 6

1 9 8 6 / 8 7 * * 1 . 0 3 0 9 . 0 6 9 2 2 5 6 . 2 0 5 1 2 . 8 6 5 5 . 3 8 5 1 4 2 1 .4 7 5 3 .3 3 1 4 0 1 4 9 9 7 9 4 1 . 1 5 6

1 2 6 1 1 8 8 1 1 5 2 1 1 7 1 2 9 1 3 9 8 0 1 9 1 1 4 1 1 1 7 1 3 4 1 5 31 9 8 7 / 8 8 * * 1 . 0 1 1 9 . 3 5 5 2 0 1 6 . 5 2 8 1 3 . 1 6 0 5 . 8 8 3 1 2 7 1 .9 3 7 3 .6 8 0 4 6 4 6 4 1 .0 4 1 4 3 . 4 5 1

1 2 4 1 2 2 7 3 1 6 0 1 2 0 1 4 1 1 2 5 1 0 5 2 1 1 1 6 3 1 5 2 1 4 2 1 6 21 9 8 8 / 8 9 * * 1 . 1 0 2 9 . 9 0 0 2 4 2 6 . 0 4 5 1 3 . 6 2 0 6 . 6 8 2 1 3 5 1 .4 3 0 3 .7 9 6 4 3 9 6 8 1 .0 7 7 4 4 . 5 3 6

1 3 5 1 2 9 8 7 1 4 8 1 2 4 1 6 1 1 3 2 7 8 2 1 7 1 5 4 1 6 2 1 4 7 1 6 61 9 8 9 / 9 0 * * 1 . 1 0 7 9 . 8 1 2 3 3 5 5 . 8 7 4 1 3 . 9 4 5 5 . 2 2 5 1 4 8 2 .6 0 0 4 .4 1 5 4 0 9 7 2 1 .0 2 4 4 4 . 9 6 6

1 3 5 1 2 8 1 2 1 1 4 4 1 2 7 1 2 6 1 4 5 1 4 1 2 5 3 1 4 4 1 7 1 1 4 0 1 6 71 9 9 0 / 9 1 * * 1 . 1 2 8 1 2 . 9 7 3 2 4 6 7 . 1 9 7 1 3 . 3 9 7 5 . 2 9 9 1 3 2 3 .5 0 0 3 .4 0 7 5 7 3 8 8 1 .0 7 4 4 9 . 0 1 4

1 3 8 1 6 9 8 9 1 7 6 1 2 2 1 2 7 1 2 9 1 9 0 1 9 5 2 0 1 2 1 0 1 4 7 1 8 21 9 9 1 / 9 2 * * 1 . 3 7 2 1 1 . 2 3 9 4 4 4 7 . 2 4 0 1 3 . 4 2 7 5 . 7 7 4 1 6 8 1 .6 0 0 2 .5 7 0 5 9 0 7 0 1 .0 5 6 4 5 . 5 5 0

1 6 8 1 4 6 1 6 0 1 7 7 1 2 2 1 3 9 1 6 5 8 7 1 4 7 2 0 7 1 6 7 1 4 4 1 7 01 9 9 2 / 9 3 * * 1 . 6 0 7 1 1 . 6 6 9 1 3 6 7 . 2 7 3 1 4 . 6 5 6 6 . 4 8 1 1 5 4 2 .4 2 5 3 .1 4 9 6 2 5 8 2 1 .0 1 4 4 9 . 2 7 1

1 9 6 1 5 2 4 9 1 7 8 1 3 3 1 5 6 1 5 1 1 3 2 1 8 0 2 1 9 1 9 5 1 3 9 1 8 31 9 9 3 / 9 4 * * 1 . 4 2 6 1 2 . 1 2 1 1 8 6 7 . 1 7 4 1 5 . 2 2 1 7 . 3 4 7 1 6 9 1 .6 8 5 3 .1 7 1 6 9 9 1 0 4 9 9 5 5 0 . 2 9 8

1 7 4 1 5 8 6 7 1 7 6 1 3 8 1 7 7 1 6 6 9 1 1 8 2 2 4 5 2 4 8 1 3 6 1 8 71 9 9 4 / 9 5 * * 1 . 4 3 7 1 1 . 6 2 6 1 4 3 6 . 8 5 9 1 5 . 5 3 5 7 . 2 5 6 1 5 8 2 .3 6 7 3 .2 6 7 8 7 1 7 2 9 9 6 5 0 . 5 8 7

1 7 6 1 5 1 5 2 1 6 8 1 4 1 1 7 4 1 5 5 1 2 9 1 8 7 3 0 6 1 7 1 1 3 6 1 8 81 9 9 5 / 9 6 * * * 1 . 3 5 0 1 0 . 9 5 4 1 8 5 6 . 8 8 1 1 5 . 2 8 6 6 . 2 2 6 1 5 6 1 . 7 0 5 2 .2 2 0 2 .9 4 6 9 1 1 1 0 0 1 .5 1 3 7 7 5 6 5 5 1 . 0 7 5

1 6 5 1 4 3 6 7 1 6 8 1 3 9 1 5 0 1 5 3 1 0 0 1 2 1 1 6 9 3 2 0 2 3 8 2 0 7 1 0 0 1 0 0 1 9 01 9 9 6 / 9 7 * * * 1 . 5 2 3 1 1 . 2 8 3 1 6 5 6 . 9 3 0 1 6 . 2 0 8 6 . 1 6 3 1 6 8 1 . 7 6 2 2 .2 8 0 3 .2 8 3 9 2 9 9 2 9 4 0 6 3 4 9 7 5 2 . 2 8 6

1 8 6 1 4 7 6 0 1 7 0 1 4 7 1 4 8 1 6 5 1 0 3 1 2 4 1 8 8 3 2 6 2 1 9 1 2 8 8 2 8 8 1 9 51 9 9 7 / 9 8 * * * 1 . 7 0 5 1 0 . 8 2 1 1 6 8 7 . 0 3 9 1 6 . 8 5 5 6 . 5 1 2 1 8 5 1 . 7 1 6 1 .5 5 4 3 .2 3 7 8 7 4 9 9 8 3 0 4 8 4 8 2 5 2 . 1 2 5

2 0 8 1 4 1 6 1 1 7 2 1 5 3 1 5 7 1 8 1 1 0 1 8 4 1 8 5 3 0 7 2 3 6 1 1 3 6 2 8 5 1 9 41 9 9 8 / 9 9 * * * 1 . 4 2 6 1 1 . 0 7 7 2 2 4 7 . 1 0 5 1 6 . 4 6 8 7 . 1 4 4 1 9 9 1 . 7 8 2 1 .3 1 5 3 .2 0 4 8 4 3 1 1 0 1 .6 4 3 9 1 4 7 7 5 3 . 1 0 8

1 7 4 1 4 4 8 1 1 7 4 1 5 0 1 7 2 1 9 5 1 0 5 7 1 1 8 3 2 9 6 2 6 2 2 2 4 1 1 8 8 4 1 9 81 9 9 9 / 0 0 * * * 1 . 4 2 6 1 2 . 0 6 8 2 3 2 6 . 8 3 7 1 6 . 2 7 1 8 . 0 9 1 2 1 9 1 . 8 5 3 1 .5 1 0 3 .4 0 0 8 4 8 1 7 8 1 .6 0 8 1 0 6 5 7 8 5 5 . 2 2 5

1 7 4 1 5 7 8 4 1 6 7 1 4 8 1 9 4 2 1 5 1 0 9 8 2 1 9 5 2 9 8 4 2 4 2 2 0 1 3 8 1 0 2 2 0 62 0 0 0 / 0 1 * * * 1 . 4 5 7 1 2 . 2 5 5 2 1 0 7 . 2 0 0 1 6 . 4 3 3 7 . 2 5 0 2 2 0 1 . 7 7 6 1 .4 5 6 3 .2 5 2 8 4 5 1 7 8 1 .4 9 8 1 0 1 5 4 2 5 4 . 6 7 3

1 7 8 1 5 9 7 6 1 7 6 1 4 9 1 7 4 2 1 6 1 0 4 7 9 1 8 6 2 9 6 4 2 4 2 0 5 1 3 1 9 6 2 0 42 0 0 1 / 0 2 * * * 1 . 6 5 1 1 2 . 4 7 1 2 5 9 7 . 0 3 2 1 5 . 7 8 9 6 . 7 6 1 2 1 2 2 . 2 3 5 1 .3 8 6 3 .4 0 7 8 1 9 1 4 4 1 .2 4 1 1 6 8 4 7 5 5 4 . 0 5 0

2 0 2 1 6 2 9 4 1 7 2 1 4 3 1 6 3 2 0 8 1 3 1 7 5 1 9 5 2 8 7 3 4 3 1 7 0 2 1 8 8 4 2 0 1 Legenda: (°) UE 10; (*) UE 11, (**) UE 12; (***) UE 15. (*) Nostra elaborazione su dati: Commissione UE, Direzione generale dell'Agricoltura.

65

4.1.1 – Le tendenze degli acquisti di vino in Italia Per l’Italia, come per gli altri principali Paesi produttori, se da una parte il numero

dei consumatori abituali sta lentamente diminuendo, con conseguente riduzione

dei consumi pro-capite di vino14, per contro cresce l’importanza di quelli non

abituali, che hanno rinunciato a bere quotidianamente il vino ma lo consumano

nelle occasioni di incontro con gli amici (58%), nei giorni festivi (48%), durante i

pasti al ristorante (45%) o in coincidenza con altre ricorrenze (18%), puntando

alla qualità del prodotto consumato.

Secondo l’Osservatorio del Salone del Vino di Torino sono circa 6,5 milioni di

persone, i cosiddetti “eno-appassionati” che si differenziano dal consumatore

medio, in quanto frequentano enoteche, leggono libri e riviste sul vino,

partecipano a serate o ad iniziative turistiche legate al vino, per i quali la qualità

del prodotto è elemento fondamentale per l’acquisto. Peraltro, in forte ascesa è

l’interesse delle donne per il vino.

Tale evoluzione è rispecchiata anche dai dati di composizione degli acquisti, dai

quali emerge una significativa crescita della domanda di vini di qualità

DOC-DOCG che, al 2003, rappresenta, in volume, un terzo degli acquisti totali di

vino, contro il 15% del 1990-91 (Fig. 4.4). Per contro, in flessione, dal 85% al

67%, si rilevano i consumi di vino da tavola, passati dai 29,8 milioni di ettolitri

del 1990 ai 19,8 milioni di ettolitri del 2003 (Tab. 4.2).

La composizione della domanda “domestica” di vino per colore, escludendo

quella fuori dalle mura domestiche, mostra, tra il 2001 ed il 2004, un trend

decrescente per il vino rosso, con inversione di tendenza solo nell’ultimo anno

(+0,5%). Quello bianco, invece, dopo un andamento crescente nei volumi

acquistati fino al 2003, nell’ultimo anno ha fatto registrare una flessione pari a

1,3%. Altalenanti risultano, nel periodo esaminato, le quote di consumo dei vini

rosati che, al 2004, rappresentano il 7,2% della domanda vinicola complessiva

(Tab. 4.3).

14 In Italia i consumi di vino si sono dimezzati nell’ultimo quarto di secolo passando dai 104 litri

pro-capite del 1975 ai 51 litri/procapite del 2002.

66

Tab. 4.2 – Trend dei consumi di vino in Italia per tipologia di prodotto (*)

90/91 91/92 92/93 93 /94 94/95 95 /96 96 /97 97/98 98/99 99/00 00 /01 01 /02 02 /03

T o ta le 35 ,1 34,9 35,1 35 ,9 34,1 34 ,7 33,8 30,7 29,7 30,5 26,6 27,7 29 ,3100 99 100 102 97 99 96 87 85 87 76 79 83

d i cu i:D oc-D ocg 5 ,3 5,8 6,5 7 ,3 7 ,3 6 ,2 6 ,2 6,2 6 ,8 7,2 6 ,6 7,3 9 ,6

100 109 123 138 138 117 117 117 128 136 125 138 181

da tavo la 29 ,8 29,1 28,6 28 ,5 26,9 28 ,5 27,7 24,5 22,9 23,4 20 20,4 19 ,8100 98 96 96 90 96 93 82 77 79 67 68 66

m ilio n i d i e tto litri

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA, 2005

.

Fig. 4.4 - Composizione % dei consumi di vino in Italia per tipo di prodotto- trend 1990-2003 (*)

010

2030

4050

6070

8090

Anni

% v

olum

i con

sum

ati

(%) vini Doc-Docg 15,0 17,0 18,0 20,0 21,0 18,0 18,0 20,0 23,0 23,0 25,0 26,0 33,0

(%) vino da tavola 85,0 83,0 82,0 80,0 79,0 82,0 82,0 80,0 77,0 77,0 75,0 74,0 67,0

90/91 91/92 92/93 93/94 94/95 95/96 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA, 2005.

67

Tab. 4.3 – Consumi domestici di vino in Italia:composizione per colore (*)

2001 2002 2003 2004

B ianco 36 ,6 37 ,0 38 ,5 37 ,2R osso 57 ,4 57 ,2 55 ,1 55 ,6R osato 6 ,0 5 ,8 6 ,4 7 ,2T o ta le v in o 100,0 100 ,0 100 ,0 100 ,0

q u o taT ip o lo g ia

(*) Fonte:ISMEA-NIELSEN, 2005.

Inoltre, interessante appare l’evoluzione dei consumi dei diversi tipi di vino in

funzione delle modalità di commercializzazione (Fig. 4.5). In particolare, tra il

1997 ed il 2002, il calo della domanda ha coinvolto, pesantemente, il segmento

dei vini sfusi (-32%) mentre più contenuto risulta il decremento di quello

confezionato (-6,4%). Più in dettaglio, la maggiore contrazione dei consumi

interessa il vino da tavola e, soprattutto, quello sfuso (-35% contro -16% per

quello imbottigliato).

In calo, a partire dal 2000, anche i consumi di vini di qualità DOC-DOCG allo

stato sfuso, mentre un trend decisamente crescente mostrano quelli di qualità

confezionati (+37% nel sessennio in esame) (Fig. 4.5).

Fig. 4.5 - Evoluzione dei consumi di vino in Italia per tipo di prodotto e forma di commercializzazione (*)

50

70

90

110

130

150

1997 1998 1999 2000 2001 2002 Anni

Num

eri i

ndic

e

Doc-Docgconfezionato

Da tavolaconfezionato

Doc-Docg sfuso

Da tavola sfuso

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA, 2004.

68

Nell’ultimo quinquennio (2000-2004) i consumi domestici di vino in Italia si sono

ridotti ad un tasso medio annuo del -2,3%, passando dai 912 milioni di ettolitri

agli 810 milioni di ettolitri del 2004.

A subire i cali più significativi il vino da tavola, il cui decremento medio ha

sfiorato i tre punti percentuali. Più contenute, invece, le flessioni per il vino

Doc+Docg (-1% annuo), in calo a partire dal 2003.

Tra i vini Doc e Docg, in crescita il bianco (+0,6% annuo) a testimoniare una

inversione di tendenza nelle preferenze degli italiani tra il vino a denominazione

rosso e il bianco, a favore di quest’ultimo. Per contro, non sembra incontrare il

favore dei consumatori il segmento dei Doc+Docg rosati che ha perso, in media,

ogni anno circa il 13% dei volumi acquistati. Al contrario, il rosato da tavola è, tra

i vini di largo consumo, quello che ha manifestato le contrazioni più contenute

(Tab. 4.4).

In termini di composizione della domanda, tra il 2000 ed il 2004, il vino da tavola,

nonostante una lieve flessione continua a rappresentare, in Italia, la quota

preponderante (73% al 2004) dei consumi domestici.

I vini a DOC-DOCG invece, nonostante la crescita di un punto percentuale, al

2004, rappresentano appena il 22% della domanda totale; stabile nel quinquennio

la quota di consumo dello spumante che rimane al 5% (Fig. 4.6).

69

Tab. 4.4 – Evoluzione degli acquisti domestici di vino e spumante (migliaia di litri) (*)

2000 2001 2002 2003 2004 Tasso variaz . M ed io annuo (% )

V IN O 912 .335 846.033 812.542 804.396 810.250 -2 ,3100 93 89 88 89

(d i cu i) V IN O D O C +D O C G 202.254 202.425 205.668 193.441 191.211 -1 ,1

100 100 102 96 95

D oc+D ocg b ianco 73 .346 74.261 74.885 75.901 75.516 0,6

100 101 102 103 103

D oc+D ocg rosso 117 .292 118.253 124.788 110.637 109.903 -1 ,3

100 101 106 94 94

D oc+D ocg rosa to 11 .612 9.916 5.994 6.901 5.788 -13 ,0

100 85 52 59 50

VIN O D A T AVO L A 710.081 643.603 606.872 610.954 619.040 -2 ,7

100 91 85 86 87

T avo la b ianco 278 .032 235.316 225.792 233.951 225.706 -4 ,1100 85 81 84 81

T avo la rosso 376 .068 367.791 340.104 332.667 340.093 -2 ,0100 98 90 88 90

T avo la rosa to 55 .808 40.435 40.811 44.284 53.234 -0 ,9100 72 73 79 95

S p u m an te 52.786 49.426 50.173 52.395 46.653 -2 ,4100 94 95 99 88

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA-NIELSEN, 2005.

(*) Nostra elaborazione su dati: ISMEA-NIELSEN, 2005.

Vino da tavola 74%

Spumante 5%

Vino DOC+DOCG 21%

Vino da tavola 73%

Spumante 5%

Vino DOC+DOCG 22%

Fig. 4.6 – Composizione degli acquisti domestici di vino e spumante. Variazioni % 2000-2004 (*)

2000 2004

70

Fig. 4.7 – Disaggregazione dei consumi domestici di vino per area

geografica (*)

Un’analisi per area geografica mette in evidenza (Fig. 4.7) che i principali

acquirenti di vino e spumante sono gli abitanti del Nord-Ovest d’Italia i quali, nel

2004, ne hanno acquistato circa 2,8 milioni di ettolitri, ovvero il 32% del totale.

Seguono gli abitanti del Centro, con 2,4 milioni di ettolitri (28% del totale), i

meridionali con 1,9 milioni di ettolitri (22%) e gli abitanti del Nord-Est (1,6

milioni di ettolitri e 18% del totale). Gli acquisti di vino e spumante sono

diminuiti nel corso dell’ultimo quinquennio in tutte le aree summenzionate. La

flessione ha avuto un tasso di variazione medio annuo più marcato nel Nord-Ovest

(-3,5%) e nel Sud (-2,7%), più contenuto il trend negativo nel Nord-Est (-2,3%

annuo) e nel Centro (-0,7% annuo).

(*) Fonte: ISMEA-NIELSEN, 2005.

Con riguardo al vino Doc+Docg, il 43% del consumo è ascrivibile alle regioni del

Nord-Ovest, le quali però, nel quinquennio considerato, hanno diminuito gli

acquisti ad un tasso di variazione medio annuo del -4%; solo cinque anni fa, la

metà di tutto il vino a denominazione acquistato in Italia veniva consumato in

queste regioni. Gli altri forti consumatori di vino Doc+Docg sono gli abitanti del

Centro con una quota di un terzo sul totale e con una crescita, nel periodo in

esame, del 3% annuo. Tassi di variazione positivi hanno manifestato anche le

regioni meridionali che, tuttavia, rimangono fanalino di coda nei consumi dei vini

71

di qualità. In calo, ad un ritmo dell’1% l’anno, gli acquisti di Doc+Docg nel

Nord-Est del Paese (Fig. 4.8) (ISMEA, 2005).

Fig. 4.8 – Disaggregazione dei consumi di vino a DOC+DOCG per aree geografiche (2000-2004)(*)

FiFi

(*) Fonte: ISMEA-NIELSEN, 2005.

72

5. LA VITIVINICOLTURA NELL’AREA ETNEA

5.1 – LA STORIA L’area etnea conobbe il vino e forse la coltura della vite almeno nell’Ottavo

secolo a.C., a testimonianza vi sono alcune monete che dimostrano come i paesi

etnei nel V secolo a.C. furono vitati.

Nel III secolo a.C., Teocrito parla della grande diffusione del vigneto alle falde

dell’Etna; successivamente la viticoltura andò sempre più decadendo e, dopo

alterne vicende, si andò riprendendo solo dopo il XIII secolo, per assumere larga

notorietà nel XIV. Tuttavia, solo verso la fine dell’800 la provincia di Catania

assunse il primato regionale nella coltivazione della vite con ben 91.806 ettari,

seguita da Trapani (59.558 ettari) e Siracusa (57.136 ettari) (Pastena, 1989).

La viticoltura non si sviluppò di pari passo nei due versanti principali del vulcano.

Il versante sud-orientale si affermò per primo: esso raggiunse la massima

superficie coltivata a vite nei secoli XVIII e XIX. Il nucleo più prestigioso di tale

versante fu, ed ancora lo è, quello denominato “Bosco etneo” che comprende

parte del territorio dei comuni di Viagrande, Trecastagni, Pedara, Nicolosi,

Belpasso, Mascalucia, S. Venerina, Zafferana, Milo, S. Alfio e Mascali.

Nel versante nord-orientale del vulcano e, prevalentemente, nei territori dei

comuni di Linguaglossa, Castiglione, Randazzo, con estensione verso Piedimonte

Etneo e Fiumefreddo ad est, e Bronte ad ovest, la viticoltura si diffuse

storicamente in ritardo rispetto a quella del versante sud, anche se oggi

rappresenta il nucleo più massiccio di tutta la vitivinicoltura etnea (Bellia, 1986).

Nell’800 la produzione vinicola della zona era di bianchi ma, soprattutto, di rossi.

I vini bianchi erano prodotti nei comuni di Nicolosi, Viagrande, Pedara,

Trecastagni, Zafferana. I rossi invece erano distinti in otto categorie ancora oggi

valide (Pastena, 1989):

1) Vini di Riposto: delle falde dell’Etna;

2) Vini di mezza montagna: prodotti nei comuni di Giarre, Acireale, Mascali,

Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione, Randazzo, pendici dell’Etna

(Solicchiata di Castiglione);

73

3) Vini dell’Etna o del Bosco di Catania: migliori dei precedenti prodotti nei

comuni di Viagrande, Zafferana, Trecastagni, Pedara, Nicolosi, Belpasso,

Mascalucia;

4) Vini della Piana di Mascali: vini da taglio dei comuni di Riposto, Giarre,

Mascali, Acireale;

5) Vini della Piana di Calatabiano: Calatabiano, Fiumefreddo, Piedimonte

Etneo, Raggi;

6) Vini delle terreforti:prodotti nella contrada delle terreforti che va da

ponente di Catania a Misterbianco e Motta S. Anastasia;

7) Vini di alta montagna:poco alcolici, sapidi ed aciduli;

8) Vini del Feudo: grossolani e senza brio dei comuni di Riposto, Mascali,

Fiumefreddo.

Ai primi del ‘900, a seguito dell’invasione della fillosserica, si ebbe un rovinoso

declino del comparto vitivinicolo che portò le superfici vitate a 41.000 ettari,

valori su cui si attestò fino agli anni ’50 del secolo scorso, per poi declinare

ulteriormente, fino a giungere ai 14.500 ettari del 1985-87 (Tab. 5.1) (Pastena,

1989).

La viticoltura nell’ambito dei comuni etnei ha subito notevoli cambiamenti tra la

meta dell’800 e la fine del ‘900. In generale, la progressiva riduzione nel tempo

delle superfici vitate ha coinvolto quasi tutti i comuni anche se con modalità

diverse a sud ed a nord del vulcano. Mentre a sud, la contrazione della superficie

vitata è stata netta ed ha inciso notevolmente sulla riduzione del potenziale

produttivo del settore; a nord, nel comprensorio dei comuni di Linguaglossa,

Castiglione e Randazzo si è avuto, nel complesso, un notevole incremento delle

superfici vitate, grazie all’estirpazione di parecchi vigneti marginali abbandonati e

sia all’impianto di vigneti in zone disboscate o in aree destinate a colture varie

(nocciolo, fruttiferi, ecc.).

Le ragioni del generale declino delle aree vitivinicole nella maggior parte dei

comuni etnei sono da attribuirsi, sia in passato che oggigiorno, a diversi ordini di

fattori:

a) L’invecchiamento sempre più grave dei vigneti che, in moltissimi casi

supera i 30 anni, per cui non si ritiene conveniente rinnovarli e si

74

abbandonano;

b) Le rese troppo basse che spesso non compensano le enormi spese dovute

soprattutto alla manodopera che, nell’area etnea, è impiegata molto più

dell’ordinario;

c) la giacitura dei terreni; con strette terrazze a gradoni sorrette da muri a

secco in pietra lavica. In tali condizioni i lavori di gestione dei vigneti

sono fattibili solo a mano e non vi è possibilità di meccanizzazione, per cui

i costi risultano molto elevati e non più sostenibili di fronte ad uva

prodotta in altre aree della Sicilia con alta meccanizzazione. Ciò,

indubbiamente, ha spinto i produttori ad abbandonare zone troppo

impervie ed a reimpiantare, con enormi impieghi di manodopera, i vigneti

su larghi gradoni o terrazze onde rendere possibile una meccanizzazione, il

tutto con conseguente riduzione delle piante per ettaro.

D) La polverizzazione dei terreni, in piccole produzioni che, a fronte di una

carenza di cantine sociali nella zona, non sempre trovano adeguata

commercializzazione.

5.2 – PRINCIPALI CARATTERI STRUTTURALI DEL COMPARTO VITIVINICOLO DELLA PROVINCIA DI CATANIA

La vitivinicoltura della provincia di Catania è stata caratterizzata negli ultimi

decenni da pesanti riduzioni sia delle aziende che delle superfici. In particolare,

per le imprese si osserva (Tab. 5.1) una contrazione significativa della consistenza

sia di quelle che producono vini da tavola che di quelle specializzate nella

produzione di vini DOC-DOCG che, tra il 1982 ed il 2000, sono diminuite,

rispettivamente, del 52% e del 41% .

In termini di superfici, tra il 1982 ed il 2000, il decremento ha interessato per poco

meno di 2/3 la vitivinicoltura etnea e ciò, principalmente, a discapito delle aree

destinate alla produzione di vini da tavola e/o IGT (- 52%). La riduzione delle

aree vitivinicole, il cui peso sul totale vitato provinciale e sceso dall’83% al 57%

75

nel 2000, ha coinvolto, inevitabilmente, anche quelle destinate alla produzione di

vini DOC-DOCG che sono passate dai 596 ettari del 1982 ai 387 ettari del 2000

(Tab. 5.2).

Tab. 5.1 – Dinamica delle aziende vitivinicole nella provincia di Catania per natura della produzione (*)

N° % N° % N° %

Aziende con vite 17.782 100,0 12.613 100,0 8.928 100,0100 71 50

di cui: per vini DOC e DOCG 262 1,5 125 1,0 154 1,7

100 48 59

per altri vini 16.392 92,2 11.317 89,7 7.854 88,0100 69 48

20001982 1990

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT del III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma. Tab. 5.2 – Evoluzione delle superfici vitivinicole nella provincia di Catania

per natura della produzione (*)

ha % ha % ha %

per vini DOC e DOCG 597 5,2 225 3,5 387 9,5100 38 65

per altri vini 10.882 94,8 6.246 96,5 3.668 90,5100 57 34

Totale uva da vino 11.479 100,0 6.471 100,0 4.055 100,0100 56 35

Superfici vitate totali 13.756 100,0 10.364 100,0 7.055 100,0100 75 51

Incidenza % delle superfici a uva da vino/totale vitato

83,4 62,4 57,5

200019901982

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT del III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma.

76

0,77

2,28

0,66

0,82

1,80

0,55

0,79

2,51

0,47

0

1

2

3Et

tari

1982 1990 2000

Fig. 5.1 - Evoluzione della superficie media nelle imprese vitivinicole della provincia di Catania (*)

Aziende con vite

per vini DOC eDOCG

per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT del III, IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma. Anche per la provincia di Catania il comparto vitivinicolo, le cui imprese

rappresentano quasi il 90% di quelle totali con coltura a vite, fa rilevare, in linea

con l’andamento del comparto a livello regionale e nazionale, un’elevata

frammentazione strutturale (Tab. 5.3). Più in dettaglio, quasi i 2/3 delle aziende

vinicole hanno superfici inferiori all’ettaro e l’80% non supera i 2 ha. Tale

frammentazione risulta maggiore nel segmento di produzione dei vini comuni e/o

IGT (il 64% delle aziende ha una superficie inferiore ad 1 ettaro) anche se

significativa è la quota (28,6%) d’imprese che producono vini a DOC-DOCG con

estensione inferiore all’ettaro, ed in metà di esse, nonostante una lieve crescita

delle dimensioni medie aziendali rispetto al 1982, non supera i 2 ettari (Tab. 5.3).

Una classificazione in funzione della zona altimetrica mostra che, quasi il 60%

delle aziende vitivinicole provinciali sono situate in montagna, il 39% in collina e

meno dell’1% in pianura. Più in dettaglio, in montagna sono dislocate il 60% delle

imprese che producono vini comuni ed oltre i ¾ delle realtà aziendali orientate ai

vini di qualità DOC-DOCG, la cui superficie aziendale, nel 51% delle realtà, non

è superiore ai 3 ettari (Tab. 5.4). Le colline del comprensorio catanese accolgono

appena il 22% delle imprese a DOC-DOCG, mentre in pianura si trova 1 sola

azienda a DOC (Tab. 5.5, Tab. 5.6).

77

Tab. 5.3 – Consistenza delle aziende vitivinicole in provincia di Catania per tipo di produzione e classe di superficie (2000) (*)

n. % n. % n. %

Meno di 1 ettaro 44 28,6 5.038 64,1 5.079 63,6 1 -- 2 33 21,4 1.347 17,2 1.375 17,2 2 -- 3 20 13,0 566 7,2 581 7,3 3 -- 5 10 6,5 448 5,7 455 5,7 5 -- 10 21 13,6 266 3,4 285 3,6 10 -- 20 19 12,3 107 1,4 121 1,5 20 -- 30 4 2,6 31 0,4 34 0,4 30 -- 50 2 1,4 22 0,2 24 0,3 50 -- 100 -- -- 23 0,3 23 0,3 100 ed oltre 1 0,6 6 0,1 6 0,1 TOTALE 154 100,0 7.854 100,0 7.983 100,0

% sul totale aziende con vite da vino 1,9 98,1 100,0

CLASSI DI SAU Totale uva da vino Per vini DOC eDOCG Per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma. Tab. 5.4 – Consistenza delle aziende vitivinicole in provincia di Catania

situate in zona di montagna per classi di superficie e tipo di produzione (2000) (*)

n. % n. % n. %

Meno di 1 ettaro 36 30,5 2.957 63,4 2.991 62,7 1 -- 2 25 21,3 850 18,2 871 18,3 2 -- 3 17 14,4 364 7,8 378 7,9 3 -- 5 8 6,8 272 5,8 278 5,8 5 -- 10 13 11,0 135 2,9 148 3,1 10 -- 20 17 14,4 56 1,2 69 1,4 20 -- 30 1 0,8 15 0,3 16 0,3 30 -- 50 1 0,8 9 0,2 10 0,3 50 -- 100 -- -- 8 0,2 8 0,2 100 ed oltre -- -- 1 0,0 1 0,0 TOTALE 118 100,0 4.667 100,0 4.770 100,0% Aziende situate in montagna 76,6 59,4 59,8

CLASSI DI SAU Totale uva da vino Per vini DOC e DOCG Per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

78

Tab. 5.5 - Consistenza delle aziende vitivinicole in provincia di Catania situate in collina per classi di superficie e tipo di produzione (2000) (*)

n. % n. % n. %

Meno di 1 ettaro 8 22,9 2.065 65,8 2.072 65,5 1 -- 2 8 22,9 490 15,6 497 15,7 2 -- 3 3 8,6 199 6,3 200 6,3 3 -- 5 2 5,7 167 5,3 168 5,3 5 -- 10 8 22,9 126 4,0 132 4,2 10 -- 20 2 5,7 47 1,5 48 1,5 20 -- 30 3 8,6 14 0,4 16 0,5 30 -- 50 -- -- 12 0,4 12 0,4 50 -- 100 -- -- 13 0,4 13 0,4 100 ed oltre 1 2,9 5 0,2 5 0,2 TOTALE 35 100,0 3.138 100,0 3.163 100,0% AZIENDE SITUATE IN COLLINA

CLASSI DI SAU Per altri vini

39,622,7 40,0

Totale uva da vino Per vini DOC e DOCG

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma. Tab. 5.6 – Consistenza delle aziende vitivinicole in provincia di Catania

situate in pianura per classi di superficie e tipo di produzione (2000) (*)

n. % n. % n. % Meno di 1 ettaro -- -- 16 32,7 16 32,0 1 -- 2 -- -- 7 14,3 7 14,0 2 -- 3 -- -- 3 6,1 3 6,0 3 -- 5 -- -- 9 18,4 9 18,0 5 -- 10 -- -- 5 10,2 5 10,0 10 -- 20 -- -- 4 8,2 4 8,0 20 -- 30 -- -- 2 4,1 2 4,0 30 -- 50 1 100,0 1 2,0 2 4,0 50 -- 100 -- -- 2 4,1 2 4,0 100 ed oltre -- -- 0 0,0 0 0,0 TOTALE 1 100,0 49 100,0 50 100,0% AZIENDE SITUATE IN PIANURA

0,7

CLASSI DI SAU Per vini DOC eDOCG

0,60,6

Totale uva da vino Per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

79

Conseguentemente, anche le superfici vitivinicole sono dislocate in prevalenza in

montagna (il 57% di quelle totali ed il 73% di quelle a DOC-DOCG) e quasi metà

di quelle totali sono comprese in particelle con estensione non superiore ai 2 ha.

Diversamente, per le aree a DOC-DOCG, solo il 10% è raggruppato in classi di

superficie inferiore ai 2 ha, mentre la maggior quota (40%) di esse è compresa tra

i 10 ed i 20 ettari (Tab. 5.7)

Le zone collinari del comprensorio catanese ospitano il 41% delle aree vinicole

complessive ed ¼ di quelle a DOC-DOCG. Marginale risulta la presenza della

vitivinicoltura nelle zone di pianura (1,5% della superficie totale) (Tab. 5.8, Tab.

5.9, Tab. 5.10).

Inoltre, tra le forme di conduzione delle aziende vitivinicole, quella diretta del

coltivatore rimane la più diffusa in provincia di Catania. Più in dettaglio, i 2/3

delle imprese sono condotte direttamente dal coltivatore con l’ausilio di familiari,

marginale risulta il ricorso a manodopera extrafamiliare (8,6%) ed a salariati

avventizi (4,9%). Per contro, le aziende che si occupano della produzione di vini

DOC-DOCG, pur mantenendo in misura preponderante la forma di conduzione

diretta del coltivatore, mostrano un significativo ricorso sia alla manodopera

familiare (29,8% delle imprese), sia a quella extrafamiliare (33% delle aziende)

(Fig. 5.2). Ciò si spiega con la maggiore laboriosità delle varie fasi di produzione

dei vini di qualità, cui è correlato un maggior fabbisogno di manodopera, viste le

conformazioni strutturali dei terreni dell’area etnea (terrazze) che ne limitano la

gestione meccanizzata.

80

Tab. 5.7 - Superfici viticole in provincia di Catania per tipo di produzione e classe di superficie (2000) (*)

ha % ha % ha %

Meno di 1 ettaro 17 4,3 1.121 30,6 1.138 28,1 1 -- 2 27 6,9 683 18,6 710 17,5 2 -- 3 29 7,4 408 11,1 437 10,7 3 -- 5 17 4,4 418 11,4 434 10,7 5 -- 10 97 25,1 384 10,5 481 11,8 10 -- 20 157 40,6 231 6,3 388 9,6 20 -- 30 21 5,5 86 2,3 107 2,6 30 -- 50 5 1,3 123 3,3 128 3,2 50 -- 100 -- -- 91 2,5 91 2,3 100 ed oltre 18 4,6 123 3,4 141 3,5 TOTALE 387 100,0 3.668 100,0 4.055 100,0% sul totale vitato provinciale

CLASSI DI SAU

100,09,5 90,5

Per vini DOC eDOCG Per altri vini Totale uva da vino

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma. Tab. 5.8 - Superfici vitivinicole in provincia di Catania situate in montagna

per tipo di produzione e classe di superficie (2000) (*)

ha % ha % ha %

Meno di 1 ettaro 15 5,3 670 32,8 685 29,4 1 -- 2 23 8,1 418 20,4 441 18,9 2 -- 3 26 9,2 250 12,2 276 11,9 3 -- 5 16 5,5 237 11,6 253 10,8 5 -- 10 53 18,8 206 10,1 260 11,1 10 -- 20 140 49,3 135 6,6 274 11,8 20 -- 30 11 3,8 18 0,9 29 1,3 30 -- 50 0 0,0 59 2,9 59 2,5 50 -- 100 -- -- 7 0,3 7 0,4 100 ed oltre -- -- 45 2,2 45 1,9

TOTALE 284 100,0 2.045 100,0 2.329 100,0% Superficie in montagna/totale

CLASSI DI SAU Totale uva da vino Per vini DOC e DOCG Per altri vini

57,473,3 55,8 (*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

81

Tab. 5.9 - Superfici vitivinicole in provincia di Catania situate in collina, per tipo di produzione e classe di superficie (2000) (*)

ha % ha % ha %

Meno di 1 ettaro 2 1,7 447 28,6 449 27,0 1 -- 2 4 3,8 261 16,7 265 15,9 2 -- 3 3 2,7 156 10,0 159 9,6 3 -- 5 1 1,0 176 11,2 177 10,6 5 -- 10 44 44,6 169 10,8 213 12,8 10 -- 20 17 17,6 90 5,7 107 6,4 20 -- 30 10 10,5 65 4,2 76 4,5 30 -- 50 -- -- 60 3,8 60 3,6 50 -- 100 -- -- 63 4,0 63 3,8 100 ed oltre 18 18,1 78 5,0 96 5,8 TOTALE 99 100,0 1.565 100,0 1.664 100,0% Superficie in collina/totale 25,5 42,7 41,0

Totale uva da vino Per vini DOC e DOCG CLASSI DI SAU Per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma. Tab. 5.10 - Superfici vitivinicole in provincia di Catania situate in pianura,

per tipo di produzione e classe di superficie (Anno 2000) (*)

ha % ha % ha %

Meno di 1 ettaro -- -- 4 6,6 4 6,1 1 -- 2 -- -- 4 6,5 4 6,0 2 -- 3 -- -- 2 3,1 2 2,8 3 -- 5 -- -- 5 8,8 5 8,1 5 -- 10 -- -- 9 15,1 9 13,9 10 -- 20 -- -- 7 11,3 7 10,4 20 -- 30 -- -- 3 4,9 3 4,5 30 -- 50 5 100,0 4 7,4 9 14,8 50 -- 100 -- -- 21 36,3 21 33,4 100 ed oltre -- -- -- -- -- --

TOTALE 5 100,0 58 100,0 63 100,0% superficie situata in pianura/totale

1,2 1,5 1,6

CLASSI DI SAU Totale uva da vino Per vini DOC e DOCG Per altri vini

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

82

Fig. 5.2 - Forme di conduzione delle aziende vitivinicole in provincia di Catania (*)

0

20

40

60

80

100

Forme di conduzione

% Aziende

Tot. Aziende vitivinicole 95,0 67,8 18,5 8,7 5,0 0,0

Aziende per vini DOC_DOCG 90,3 26,6 29,9 33,8 9,7 0,0

Aziende per altri vini 95,1 68,5 18,3 8,2 4,9 0,0

Conduzione diretta del coltivatore

Con solo manodopera familiare

Con manodopera familiare prevalente

Con manodopera extrafamiliare preval.

Conduzione con salariati

Conduzione a colonia parziaria

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

83

Per quanto concerne la composizione ampelografica, in base ai dati AGEA forniti

dal SRRFV, al 2004, l’83% della superficie ad uva da vino della provincia di

Catania risulta impiantata a Nerello Mascalese, seguono le cultivar del Calabrese

o Nero d’Avola (7,3%) e del Carricante (2,3%) (Tab. 5.11).

La comparazione dei dati ampelografici provinciali con quelli relativi al 1985,

mostra un’evoluzione della composizione varietale a favore, soprattutto, delle

cultivar a bacca nera che, al 2004, occupano il 95,5% della superficie vinicola

complessiva, mentre marginale (5%) è divenuto il peso delle varietà a bacca

bianca con contrazioni di aree dedicate per oltre il 90% tra il 1985 ed il 200415.

Tra le cultivar a bacca bianca primeggiano il Carricante (50,9% delle aree a

bacca bianca), il Trebbiano Toscano, lo Chardonnay e l’Inzolia. Inoltre, rispetto

al 1985, è possibile osservare l’introduzione sul territorio etneo di nuove varietà

alloctone sia a bacca bianca che nera (quali Chardonnay, Cabernet Sauvignon,

Alicante, Syrah, ecc.) il cui peso sulle superfici totali non supera il 9% (Tab. 5.12,

Tab. 5.13, Fig. 5.3).

Fig. 5.3 - Evoluzione delle superfici vitivinicole in provincia di Catania per colore (*)

-

3.000

6.000

9.000

12.000

15.000

Etta

ri

Superficie a Bacca Nera(ha)

10.408 3.030 2.745

Superficie a Bacca Bianca(ha)

1.592 393 130

Superficie Totale (ha) 12.000 3.423 2.875

1985 2000 2004

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: Pastena – La civiltà della vite in Sicilia – IRVV -

Palermo, 1989; I.R.V.V - Regione Siciliana, 2000; A.A.F.F. Regione Siciliana - U. O. n. 29- Servizio Repressione frodi vinicole, 2005.

15 In particolare, solo nel quinquennio 2000-2004, per le superfici a bacca bianca si osservano

contrazioni di oltre 2/3 a fronte di una riduzione del -9% per le aree investite con uva nera.

84

Tab. 5.11 – Evoluzione delle superfici vitate per cultivar nella provincia di Catania (*)

ha % ha %Nerello mascalese N 9.500,00 79,2 2.377,43 82,8 -75,0Calabrese o Nero d'avola N 440,00 3,7 209,24 7,4 -52,4Carricante B 1.410,00 11,7 66,00 2,3 -95,3Alicante bouschet N 35,93 1,3Sangiovese N 20,00 0,2 27,10 0,9 35,5Trebbiano Toscano B 50,00 0,4 23,91 0,8 -52,2Merlot N 21,89 0,8Frappato di Vittoria N 180,00 1,5 16,57 0,6 -90,8Nerello cappuccio N 220,00 1,8 16,35 0,6 -92,6Cabernet Sauvignon N 15,04 0,5Chardonnay B 12,79 0,4Ansonica o Inzolia B 12,55 0,4Alicante N 9,13 0,3Catarratto bianco lucido B 110,00 0,9 6,44 0,2 -94,1Syrah N 5,95 0,2Catarratto bianco comune B 3,60 0,1Altre uve nere N 48,00 0,4 2,79 0,1 -94,2Freisa N. N 2,60 0,1Barbera N 2,36 0,1Nebbiolo N. N 1,84 0,1Malvasia bianca B 1,39 0,0Moscato giallo B 0,80 0,0Minnella Bianca B 0,80 0,0Altre uve bianche B 22,00 0,2 0,65 0,0 -97,0Pinot nero N 0,63 0,0Moscato bianco B 0,54 0,0

Ciliegiolo N 0,38 0,0Grignolino N. N 0,15 0,0Trebbiano di soave B. B 0,13 0,0Carignano N. N 0,12 0,0

TOTALE 12.000,00 100,0 2.875,08 100,0 -76,0

1985-87 Var. % 1985/87-2004Cultivar Tipo

2004

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: Pastena – La civiltà della vite in Sicilia – IRVV -

Palermo, 1989; A.A.F.F. Regione Siciliana - U. O. n. 29- Servizio Repressione frodi vinicole, 2005.

85

Tab. 5.12 – Dinamica delle superfici vitate per cultivar a bacca Bianca nella provincia di Catania (*)

ha % ha %Carricante 1.410,00 88,6 66,00 50,9 -95,3Trebbiano Toscano 50,00 3,2 23,91 18,4 -52,2Chardonnay 12,79 9,9Ansonica o Inzolia 12,55 9,7Catarratto b ianco lucido 6,44 5,0Catarratto b ianco com une 110,00 6,8 3,60 2,8 -96,7M alvasia bianca 1,39 1,1M oscato g iallo 0,80 0,6M innella B ianca 0,80 0,6Altre uve bianche 22,00 1,4 0,65 0,5 -97,0M oscato b ianco 0,54 0,4Trebbiano di soave B. 0,12 0,1TOTALE UVE BIANCHE (ha) 1.592,00 100,0 129,59 100,0 -91,9% su totale vitato 13,3 4,5

Cultivar 20041985-1987 Var. % 1985/87- 2004

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: Pastena – La civiltà della vite in Sicilia – IRVV-

Palermo, 1989; A.A.F.F. Regione Siciliana - U. O. n. 29- Servizio Repressione frodi vinicole, 2005.

Tab. 5.13 - Dinamica delle superfici vitate per cultivar a bacca nera nella

provincia di Catania (*)

ha % ha %Nerello mascalese 9.500,00 91,3 2.377,43 86,6 -75,0Calabrese o Nero d'avola 440,00 4,2 209,24 7,7 -52,4Alicante bouschet 35,93 1,3Sangiovese 20,00 0,2 27,10 1,0 35,5Merlot 21,89 0,8Frappato di Vittoria 180,00 1,7 16,57 0,6 -90,8Nerello cappuccio 220,00 2,1 16,35 0,6 -92,6Cabernet Sauvignon 15,04 0,5Alicante 9,13 0,3Syrah 5,95 0,2Altre uve nere 38,00 0,4 2,79 0,1 -92,7Freisa N. 2,60 0,1Barbera 10,00 0,1 2,36 0,1 -76,4Nebbiolo N. 1,84 0,1Pinot nero 0,63 0,0Ciliegiolo 0,38 0,0Grignolino N. 0,15 0,0Carignano N. 0,11 0,0

TOTALE UVE NERE (ha) 10.408,00 100,0 2.745,48 100,0 -73,6

% su totale vitato 86,7 95,5

20041985-87 Var. % 1985/87- 2004Cultivar

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: Pastena – La civiltà della vite in Sicilia – IRVV - Palermo, 1989; A.A.F.F. Regione Siciliana - U. O. n. 29- Servizio Repressione frodi vinicole, 2005.

86

D’altro canto, si rileva un’elevata anzianità del patrimonio vitivinicolo. Difatti, al

2004, su una superficie ad uva da vino pari a 2.875 ettari, la stragrande

maggioranza (90%) delle aree vitate presenta vigneti impiantati prima del 1980. In

particolare, quasi un quinto (19,8%) della superficie ospita viti con più di 50 anni

di età, un altro quinto delle superfici ha piante con età superiore ai 65 anni.

Solo per il 10% delle aree vinicole si rilevano viti d’età inferiore ai 25 anni e di

queste appena il 2,4% risulta impiantato tra il 2000 ed il 2004 (Fig. 5.4).

L’elevata anzianità dei vitigni assieme ai fattori pedoclimatici incide,

indubbiamente, sui volumi produttivi essendo le rese di uve per ettaro

notevolmente inferiori alla media regionale (4,0 t/ha contro una media regionale

di 7,4 t/ha16).

0,30,7

0,21,2

3,2

1,01,3

2,8

10,5

17,14,16,4

1,0

19,811,27,06,8

3,0

2,30,2

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20

% superficie impiantata

2004

2003

2002

2000

1995-1999

1990-1994

1985-1989

1980-1984

1975-1979

1970-1974

1965-1969

1960-1964

1955-1959

1950-1954

1940-1949

1930-1939

1920-1929

1910-1919

1900-1909

prima del 1900

Ann

i

Fig. 4.3 - Superfici vitate in provincia di Catania per anno d'impianto (*)

(*) Nostra elaborazione su dati: AGEA al 21/12/2004 trasmessi da AA.F.F - Regione Siciliana -

U.O. n. 29 – Servizio Repressione Frodi Vinicole. 16 Dati congiunturali ISTAT, 2004.

Fig. 5.4 – Superfici vitate in provincia di Catania per anno d’impianto (*)

87

A tal riguardo, segnali positivi inerenti il rinnovo dei vigneti si evincono dalle

richieste di autorizzazione all’Estirpazione e al Reimpianto presentate, tra il 2000

ed il 2005, in provincia di Catania. Più in dettaglio, in totale sono state presentate

richieste per oltre 734 ettari (1/4 delle superfici vinicole provinciali); per contro le

autorizzazioni al reimpianto rilasciate dall’IPA, nello stesso arco temporale, sono

state poco più della metà delle richieste, interessando una superficie di 362 ettari.

A fronte di tali autorizzazioni, secondo i dati AGEA al 21/12/2004, solo un quinto

(67,99 ettari) delle aree autorizzate fino al 2004 (332 Ha) risulta reimpiantato

(Tab. 5.14; Tab 5.15). Bisogna sottolineare come le superfici autorizzate al 2000

sono state interamente reimpiantate mentre per gli anni successivi tale quota

risulta marginale. Ovviamente, per le restanti aree autorizzate il diritto potrà

essere esercitato entro cinque anni o altrimenti confluirà nella riserva regionale.

Tab. 5.14 - Richieste ed Autorizzazioni all'estirpazione e al reimpianto

vigneti relative alla provincia di Catania tra il 2000 ed il 2005 (*)

n° Ha n° Ha n° Ha2000-2001 29 127,68 9 34,04 31,0 26,72001-2002 62 187,98 30 87,57 48,4 46,62002-2003 92 211,17 56 129,27 60,9 61,22003-2004 55 94,55 42 85,29 76,4 90,22004-2005 60 112,69 20 26,32 33,3 23,4Totale 298 734,07 157 362,49 52,7 49,4

Richieste (A) Autorizzazioni (B)Annata % (B)/(A)

(*) Nostra elaborazione su dati: Ispettorato Provinciale Agricoltura di Catania, 2005.

Tab. 5.15 - Superfici vitivinicole reimpiantate tra il 2000 ed il 2004 in provincia di Catania (*)

A n n o H a2 0 0 0 3 4 , 0 52 0 0 2 6 , 8 52 0 0 3 1 9 , 6 12 0 0 4 7 , 4 8T o t a l e 6 7 , 9 9

(*) Nostra elaborazione su dati AGEA al 21/12/2004 trasmessi da

AA.F.F - Regione Siciliana - U.O. n. 29 – Servizio Repressione Frodi Vinicole.

88

Se si va ad analizzare il ruolo della vitivinicoltura della provincia di Catania nel

panorama vitivinicolo siciliano ne emerge, nel complesso, una marginalità sempre

più marcata. Tale andamento è originato, principalmente, dal ridimensionamento

strutturale del comparto vitivinicolo catanese che, in termini di superfici vinicole,

ha fatto osservare, tra il 1982 ed il 2000, una riduzione di quest’ultime in misura

superiore al decremento medio regionale, contraendo al 4,6% l’incidenza sulle

aree vitivinicole siciliane. Tale riduzione ha interessato pesantemente le superfici

dedite alla produzione di vini da tavola, mentre sono cresciute quelle destinate alla

produzione di vini a denominazione, segnale importante di una inversione di

tendenza della vitivinicoltura etnea verso produzioni di qualità, avviatasi

nell’ultimo decennio del ‘900. Tale trend, al 2000, ha portato a concentrare nella

provincia di Catania il 10% della superficie regionale destinata a DOC-DOCG

(Tab. 5.16).

Il ridimensionamento delle superfici vinicole complessive, unitamente a fattori

pedoclimatici, ha contribuito a ridurre la produzione totale di uve e di vino della

Provincia che, al 2000, è risultata di oltre 3/4 inferiore quella del 1982, con

conseguente calo dell’apporto alla produzione regionale, sceso a valori dell’ 1,7%

e dell’1,5%, rispettivamente per la produzione di uve e di vino. Per contro, nel

decennio 1990-2000, più che raddoppiato risulta il contributo della provincia di

Catania alla produzione regionale di vini di qualità (Tab. 5.17).

89

Tab. 5.16 – Incidenza delle superfici vitivinicole della provincia di Catania su quelle della Sicilia per tipologia di produzione (*)

ha % ha % ha %

CATANIA 597 6,2 225 3,7 387 9,3100 38 65

SICILIA 9.625 100,0 6.015 100,0 4.154 100,0100 62 43

CATANIA 10.882 6,9 6.246 4,3 3.668 3,4100 57 34

SICILIA 157.432 100,0 146.714 100,0 107.485 100,0100 93 68

CATANIA 11.479 6,9 6.471 4,2 4.055 3,6100 56 35

SICILIA 167.057 100,0 152.729 100,0 111.638 100,0100 91 67

2000Indicazioni

TOTALE UVA DA VINO

per vini DOC e DOCG

per altri vini

1982 1990

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- III, IV e V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

90

Tab. 5.17 - Incidenza della produzione di uve e vino della provincia di Catania sulla produzione siciliana (*)

valori % valori % valori %CATANIA 70.300 31,2 45.000 4,5 16.300 1,8

100 64 23SICILIA 225.500 100,0 1.000.400 100,0 916.400 100,0

100 444 406

CATANIA 436000 4,8 315.800 4,1 103.013 1,4100 72 24

SICILIA 9012000 100,0 7715000 100,0 7106000 100,0100 86 79

(di cui)Vino a DOC (hl) CATANIA 4.635 2,5 9800 6,3

100 211SICILIA 187.100 100,0 155.600 100,0

100 83

1990 20001982Indicazioni

Vino (hl)

Uva ( t )

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT- Statistiche dell’Agricoltura – (varie annate)

91

Per il quinquennio 2000-2004, l’analisi dei dati congiunturali ISTAT, mostra

(Tab. 5.18) un’ulteriore riduzione delle superfici vinicole provinciali nella misura

del 23%, che fa decrescere il peso su base regionale della vitivinicoltura del

comprensorio catanese dal 4,6% del 2000 al 3,7% del 2004. In controtendenza, le

produzioni provinciali di uva che, nel quinquennio, sono cresciute del 23% grazie

ad un incremento delle rese medie per ettaro (+ 60%), passate dai 2,5 t/ha del

2000 ai 4,0 t/ha del 2004. L’aumento delle rese e, quindi, della produzione ha

accresciuto l’apporto della provincia alla produzione complessiva regionale, anche

se tale contributo continua a rimanere marginale (2%). Conseguentemente,

trascurabile (1,4%) il concorso provinciale alla produzione regionale di vino che,

nel quinquennio, rimane pressoché invariato. Ciò anche a causa di basse rese di

vino per ettaro che, pur in aumento rispetto al 2000, continuano al 2004 a

rimanere notevolmente inferiori alle rese medie regionali (20 hl/ha contro una

media regionale di 51 hl/ha) (Tab. 5.18).

92

Tab. 5.18 – Apporto della vitivinicoltura della Provincia di Catania al comparto vitivinicolo siciliano nel quinquennio 2000 al 2004 (*)

Indicazioni 2000 2002 2004

Superfici Totali (ha) 6.500 6.500 5.000100 100 77

Incidenza % delle superfic i provinciali/Totale Superf.S icilia 4,6 4,6 3,7

Produzioni16.250 16.250 20.000

100 100 123Incidenza % della produzione provinciale/produzione Sicilia 1,7 1,9 2,1

103.013 102.857 102.000100 100 99

Incidenza % produzione provinciale/produzione Sicilia 1,4 1,7 1,5

Rese unitarie

Uva (t/ha) Provincia di Catania 2,5 2,5 4,0

100 100 160 Regione S icilia 7,5 6,3 7,4

100 84 99Vino (hl/ha)

Provincia di Catania 15,8 15,8 20,4100 100 129

Regione S icilia 50,0 43,7 51,5100 87 103

Uva (t)

Vino (hl)

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT.

93

5.3 – SUPERFICI E PRODUZIONI VITIVINICOLE DI QUALITA’ NELL’AREA ETNEA

La vitivinicoltura etnea si identifica, essenzialmente, con la produzione di vini nei

Comuni a Nord e Sud del Vulcano, concentrandosi, in termini di superfici e

produzioni, principalmente nei venti Comuni17 identificati nel disciplinare di

produzione del vino a DOC “Etna” (D.P.R. 11 Agosto 1968) (Vedi Appendice 3).

Nello specifico, tali circoscrizioni assommano il 72,6% delle aree destinate a

produrre vini da tavola e/o IGT ed il 90% di quelle a DOC-DOCG. Alla luce di

ciò, si ritiene utile circoscrivere a quest’area l’analisi della vitivinicoltura etnea.

Nel complesso, tra il 1990 ed il 2000, il ridimensionamento delle aree vinicole

etnee (-33%) a carico, soprattutto, di quelle per vini da tavola, coinvolge tutti le

circoscrizioni dell’area in esame con peso maggiore per quelli di Paternò (- 72%),

Aci S. Antonio (-70%), Belpasso (-69%), Trecastagni e Pedara (entrambi

con -63%). Viceversa, in crescita (+56%) si rilevano, nello stesso periodo, quelle

destinate alla produzione di vini DOC-DOCG, soprattutto, nei comuni di

S. Venerina (20 volte la superficie investita nel ’90), Nicolosi (+12 volte quella

del 1990) e Belpasso (+11 volte). Non meno significativo l’incremento di tali aree

nei comuni di Castiglione, Linguaglossa (oltre 5 volte la superficie del 1990) e

Randazzo (3 volte in più del ’90), cui si contrappongono, in controtendenza,

quelli di S. Alfio, Giarre, Milo, Trecastagni, S. Maria di Licodia (Tab. 5.19).

Al 2000, le superfici dedite alla produzione di vini a DOC si concentrano,

principalmente, in 5 dei 20 Comuni indicati dal disciplinare di produzione, ossia

in quelli di Randazzo, Milo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia e Viagrande che,

nel complesso, assommano l’83% delle superfici etnee destinate alla produzione

del DOC “Etna” (Tab. 5.19).

17 I comuni etnei identificati dal disciplinare DOC ETNA sono: Biancavilla, S. Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande, Aci S. Antonio, Acireale, S. Venerina, Giarre, Mascali, Zafferana, Milo, S. Alfio, Piedimonte, Linguaglossa, Castiglione e Randazzo, tutti in provincia di Catania. Tuttavia, nessuno di questi comuni è compreso interamente nella zona a denominazione d’origine controllata, essendo il loro territorio sviluppato in aree triangolari con vertice sul cratere centrale del Vulcano, mentre la zona a denominazione d’origine interseca queste superfici nella fascia mediana.

94

Tab. 5.19 – Superfici vitivinicole nei comuni dell’area etnea per tipologia di produzione al 2000 e variazioni rispetto al 1990 (*)

h a % h a % h a % v i n i D O C - D O C G A l t r i v i n i T o t a l e

A c i S . A n t o n i o 2 0 0 , 8 2 0 0 , 7 3 0 3 0A c i r e a l e 8 5 3 , 2 8 5 2 , 8 6 7 6 3B e l p a s s o 4 1 , 1 4 9 1 , 8 5 3 1 , 8 1 1 4 3 3 1 3 1B i a n c a v i l l a 4 1 , 1 1 0 4 3 , 9 1 0 8 3 , 6 4 9 4 9C a s t i g l i o n e d i S i c i l i a 5 7 1 6 , 3 4 6 1 1 7 , 3 5 1 8 1 7 , 2 5 4 4 8 2 8 0G i a r r e 1 0 , 3 9 2 3 , 5 9 3 3 , 1 6 7 5 4 5 3L i n g u a g l o s s a 5 8 1 6 , 6 1 6 4 6 , 2 2 2 2 7 , 4 5 7 5 6 4 6 2M a s c a l i 8 9 3 , 3 8 9 3 , 0 6 6 5 8M i l o 6 8 1 9 , 4 7 6 2 , 9 1 4 4 4 , 8 6 4 9 8 4 1N i c o l o s i 6 1 , 7 1 6 7 6 , 3 1 7 3 5 , 7 1 2 2 4 7 6 7 6P a t e r n ò 4 0 , 2 4 0 , 1 2 8 2 8P e d a r a 5 1 , 4 5 2 2 , 0 5 7 1 , 9 3 7 3 7P i e d i m o n t e E t n e o 9 2 , 6 1 2 9 4 , 8 1 3 8 4 , 6 1 2 8 8 2 7 8R a n d a z z o 7 7 2 2 , 0 3 3 1 1 2 , 4 4 0 8 1 3 , 5 3 3 5 6 5 6 2S a n t ' A l f i o 1 0 , 3 1 0 5 3 , 8 1 0 6 3 , 5 8 9 2 8 3S a n t a M a r i a d i L i c o d i a 8 2 , 4 6 8 2 , 6 7 6 2 , 5 9 2 8 1 7 4S a n t a V e n e r i n a 1 8 5 , 0 1 3 6 5 , 1 1 5 4 5 , 1 2 0 6 9 6 9 6 9T r e c a s t a g n i 3 0 , 9 1 7 0 6 , 4 1 7 3 5 , 6 1 7 3 8 3 7V i a g r a n d e 3 0 8 , 6 9 9 3 , 6 1 2 9 4 , 3 1 0 2 1 0 2Z a f f e r a n a E t n e a 1 0 , 4 2 6 5 9 , 9 2 6 6 8 , 8 8 7 8 7

3 5 0 1 0 0 , 0 2 . 6 6 6 1 0 0 , 0 3 . 0 1 6 1 0 0 , 0 1 5 6 6 6 6 2

% ( A ) 1 1 , 6 8 8 , 4 1 0 0 , 0

3 7 1 . 0 0 2 1 . 0 3 9 0 4 5 4 5

3 , 6 9 6 , 4 1 0 0 , 0

3 8 7 3 . 6 6 8 4 . 0 5 5 1 7 2 5 9 5 7

9 0 , 4 7 2 , 7 7 4 , 4

7 . 0 8 9

4 , 9 3 7 , 6 4 2 , 5

5 , 5 5 1 , 7 5 7 , 2

N u m e r i i n d i c e ( 1 9 9 0 = 1 0 0 )

A l t r i c o m u n i d e l l a p r o v i n c i a ( h a )

C O M U N I A l t r i v i n i v i n i D O C - D O C G T O T A L E

% ( B ) / ( C )

% ( A ) / ( B )

T o t a l e z o n a e t n e a ( A )

T o t a l e s u p e r f i c i e v i t a t a p r o v i n c i a l e ( h a ) ( C )% ( A ) / ( C )

%

T o t a l e u v a d a v i n o ( B )

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT – IV e V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma.

95

Al 2002, secondo i dati del SRRFV, il patrimonio vitivinicolo della provincia di

Catania, risultante dall’Albo dei vigneti, ha un’estensione complessiva di 3.777

ettari, di cui il 77% concentrato nei comuni della zona etnea. La composizione per

colore mostra che l’80% della superficie vinicola etnea è investita con uva a bacca

nera, il 17% con quella a bacca bianca ed il 2,6% con uva non classificata.

Le aree con uva a bacca nera sono concentrate principalmente a Castiglione di

Sicilia (30% della superficie), Randazzo (16,9%), Linguaglossa (6,6%),

S. Venerina (6,6%), Zafferana Etnea (5,2%) e Viagrande (5,0%). Mentre, il 50 %

delle superfici a bacca bianca ricadono nei comuni di Trecastagni, Milo e

Belpasso (Tab. 5.20).

La forma di allevamento prevalente nei comuni etnei è quella ad alberello (65%

della superficie vitata totale), di cui le maggiori quote di superfici si trovano nelle

circoscrizioni di Castiglione di Sicilia, Randazzo, Trecastagni, Linguaglossa e

S. Venerina. L’allevamento a spalliera occupa il 27% del totale vitato dell’area

etnea e risulta presente, soprattutto, a Randazzo, Castiglione di Sicilia, S.

Venerina e Viagrande, mentre quello a tendone (3,3% della superficie etnea) viene

utilizzato prevalentemente a Belpasso, Castiglione di Sicilia e Randazzo

(Tab. 5.21).

96

Tab. 5.20 – Superfici iscritte al 31/12/2002 all’Albo dei vigneti della Regione Siciliana per la provincia di Catania e comune dell’area etnea, per colore di uva coltivata (*)

ha % % per Comune ha % % per Comune ha % % per Comune

ACI SANT'ANTONIO 3,78 0,8 7,8 44,57 1,9 92,2 -- -- -- 48,36 ACIREALE 1,36 0,3 8,7 14,14 0,6 91,2 -- -- -- 15,50 BELPASSO 51,85 10,4 52,1 45,61 2,0 45,9 2,00 2,6 2,0 99,46 BIANCAVILLA 34,72 7,0 39,8 39,44 1,7 45,3 12,99 17,1 14,9 87,16 CASTIGLIONE DI SICILIA 19,75 4,0 2,7 712,95 30,5 97,3 0,0 732,70 GIARRE 9,59 1,9 12,3 66,60 2,9 85,2 2,00 2,6 2,6 78,20 LINGUAGLOSSA 19,39 3,9 10,9 153,03 6,5 85,9 5,69 7,5 3,2 178,11 M ASCALI 2,10 0,4 2,3 82,62 3,5 92,0 5,11 6,7 5,7 89,83 M ILO 60,48 12,1 36,6 102,60 4,4 62,1 2,25 3,0 1,4 165,33 NICOLOSI 43,14 8,7 79,5 10,94 0,5 20,2 0,16 0,2 0,3 54,24 PEDARA 15,52 3,1 36,2 27,38 1,2 63,8 -- -- -- 42,90 PIEDIMONTE ETNEO 3,67 0,7 3,9 89,51 3,8 96,1 -- -- -- 93,19 RANDAZZO 23,21 4,7 5,4 395,75 16,9 91,3 14,64 19,4 3,4 433,60 SANTA MARIA DI LICODIA 13,73 2,8 63,0 8,05 0,3 37,0 -- -- -- 21,78 SANTA VENERINA 14,41 2,9 8,5 154,28 6,6 91,5 -- -- -- 168,69 SANT'ALFIO 3,16 0,6 2,9 105,58 4,5 96,8 0,29 0,4 0,3 109,03 TRECASTAGNI 135,31 27,1 71,6 44,99 1,9 23,8 8,72 11,5 4,6 189,02 VIAGRANDE 25,41 5,0 17,8 117,43 5,0 82,2 -- -- -- 142,84 ZAFFERANA ETNEA 17,79 3,6 11,0 121,46 5,3 75,4 21,95 29,0 13,6 161,20

TOTALE ZONA ETNEA (a) 498,37 100,0 2.336,95 100,0 75,80 100,0 2.911,13

% 17,1 80,3 2,6 100,0

Altri comuni della provincia (ha) 68,24 794,46 4,1 866,82TOTALE PROVINCIA CATANIA (ha) (b) 566,61 3.131,41 79,92 3.777,95

% 15,0 82,9 2,1 100,0

% (a)/(b) 88,0 74,6 94,8 77,1

Comuni Superficie Uva Nera Superficie Uva non classificata TOTALE

(ha)

Superficie Uva Bianca

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF - – Regione Siciliana - U. O. n. 29 – Servizio Repressione Frodi Vinicole - Albo dei Vigneti, 2002. I dati di superficie comprendono, oltre alla superficie vitata, i diritti disponibili nel territorio di riferimento.

97

Tab. 5.21- Superfici vitate nei comuni dell’area etnea per tipologia di allevamento - Albo dei vigneti della Regione Siciliana al 31/12/2002 (*)

TOTALE

ha % su totale

% per comune ha % su

totale% per

comune ha % su totale

% per comune ha % su

totale% per

comune (ha)

ACI SANT'ANTONIO 41,44 2,2 85,7 4,93 0,6 10,2 1,99 2,1 4,1 0,00 - - 48,36 ACIREALE 10,32 0,5 66,6 5,18 0,7 33,4 0,00 - - 0,00 - - 15,50 BELPASSO 30,99 1,6 31,8 14,79 1,9 15,2 50,24 52,6 51,5 1,44 1,0 1,5 97,46 BIANCAVILLA 52,89 2,8 60,7 15,39 2,0 17,6 0,00 - - 18,89 13,3 21,7 87,16 CASTIGLIONE DI SICILIA 548,84 29,1 74,9 148,50 18,9 20,3 34,47 36,1 4,7 0,89 0,6 0,1 732,70 GIARRE 60,68 3,2 77,6 14,31 1,8 18,3 0,00 - - 3,20 2,3 4,1 78,20 LINGUAGLOSSA 127,22 6,7 71,4 31,31 4,0 17,6 0,00 - - 19,59 13,8 11,0 178,12 MASCALI 59,99 3,2 66,8 20,99 2,7 23,4 0,00 - - 8,86 6,2 9,8 89,84 MILO 109,87 5,8 66,5 43,61 5,6 26,4 0,00 - - 11,86 8,3 7,1 165,33 NICOLOSI 51,56 2,7 95,0 2,53 0,3 4,7 0,00 - - 0,17 0,1 0,3 54,25 PEDARA 36,13 1,9 84,2 6,77 0,9 15,8 0,00 - - 0,00 - - 42,90 PIEDIMONTE ETNEO 46,58 2,5 50,0 46,61 5,8 50,0 0,00 - - 0,00 - - 93,19 RANDAZZO 147,39 7,8 34,0 259,58 33,1 59,8 3,33 3,5 0,8 23,31 16,4 5,4 433,60 SANTA MARIA DI LICODIA 21,05 1,2 96,6 0,73 0,1 3,4 0,00 - - 0,00 - - 21,78 SANTA VENERINA 115,85 6,1 68,7 50,01 6,4 29,6 1,31 1,3 0,8 1,52 1,1 0,9 168,69 SANT'ALFIO 96,57 5,2 88,5 12,17 1,6 11,2 0,00 - - 0,29 0,2 0,3 109,03 TRECASTAGNI 165,15 8,7 87,4 13,25 1,7 7,0 0,00 - - 10,63 7,5 5,6 189,02 VIAGRANDE 85,25 4,5 59,7 53,69 6,9 37,6 3,30 3,5 2,3 0,61 0,4 0,4 142,84 ZAFFERANA ETNEA 80,00 4,3 49,6 39,36 5,0 24,4 0,88 0,9 0,5 40,96 28,8 25,5 161,20 TOTALE ZONA ETNEA (Ha) 1.887,75 100,0 783,70 100,0 95,52 100,0 142,20 100,0 2.909,16% 64,9 26,9 3,3 4,9 100,0Altri comuni della provincia (ha) 202,08 397,73 241,49 27,48 868,78% 23,3 45,8 27,7 3,2 100,0TOTALE PROVINCIA CATANIA (ha) 2.089,82 1.181,43 337,01 169,68 3.777,95% 55,3 31,3 8,9 4,5 100,0

Sup. con forme di allevamento non specificato

COMUNI Superficie ad Alberello Superficie a Spalliera Superficie a Tendone

(*) Nostra elaborazione su dati: AAFF - Regione Siciliana - U. O. n. 29 – Servizio Repressione Frodi Vinicole - Albo dei Vigneti, 2002.

98

Da recenti rilevazioni sul campo, effettuate dai funzionari dell’AGEA, si evince che, al

30/11/2005, le superfici vitivinicole della provincia di Catania, ammontano a

4.574 ettari. Per contro, le aree complessivamente dichiarate dagli addetti al comparto di

sono pari a 2.851 ettari, l’82% delle quali ricadenti nei comuni della zona etnea

(Tab. 5.22). Di quest’ultime, 1.117 ettari (47,5%) sono iscritte per vini DOC, il 3,4%

come aree per vini IGT ed il restante 49% per la produzione di vini da tavola.

Il dato più grave è rappresentato, ovviamente, dall’esistenza di superfici non dichiarate

per complessivi 1.722 ettari (37,6 % della superficie vinicola provinciale) e, pertanto,

non in regola con la legislazione del settore, di cui il 72% compreso nei comuni della

zona etnea. Più in dettaglio, leader per la regolarità dei vigneti è quello di S. Venerina in

cui le estensioni sono state interamente dichiarate, mentre per altri grandi comuni vitati

(Castiglione, Linguaglossa, Randazzo) si osservano quote di superfici non dichiarate

comprese tra il 22% ed il 41%. Primato negativo, per quota di vigneti irregolari, spetta

al Comune di Paternò, seguito da quelli di Pedara, Aci S.Antonio, Acireale, Belpasso e

Piedimonte Etneo (Tab. 5.22).

Tali vigneti, secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia, dovranno

essere estirpati oppure sanati onde evitare l’applicazione di pesanti sanzioni

comunitarie. Peraltro, la loro sanatoria consentirebbe una regolare commercializzazione

del prodotto derivante accrescendo, verosimilmente, l’offerta di uve e vini di qualità

dell’area etnea, considerato che gran parte di queste superfici si trovano nei principali

Comuni votati alla vitivinicoltura di qualità.

Purtuttavia, alla fine del 2005, secondo dati AAFF, nessuna domanda di sanatoria

“sostanziale” di vigneti è stata presentata in provincia di Catania o in altra provincia

siciliana, in quanto il termine ultimo per la regolarizzazione dei vigneti è stato prorogato

al 31/07/2007.

L’analisi comparata dei dati di superficie AGEA, aggiornati a novembre 2005, con

quelli censuari dell’ISTAT, che com’è noto sono sottostimati, mostra la tendenza della

vitivinicoltura catanese verso la specializzazione produttiva di qualità con significativo

incremento della superficie investita per produrre vini a DOC-DOCG. Ciò a discapito

delle aree destinate a produzione di vini comuni e/o IGT che seguono il trend

decrescente osservato a partire dal 1982 (Fig. 5.5).

99

Tab. 5.22 – Superfici vitivinicole dichiarate e non dichiarate in Provincia di Catania e per Comune dell’area etnea al 30/11/2005 (*)

n° % ha % ha % ha % ha % ha % ha %ACI S. ANTONIO 54 2,1 27,51 2,4 1,44 0,1 28,95 1,2 59,95 4,8 88,90 2,5 32,6 67,4ACIREALE 22 0,8 12,32 1,1 1,78 0,2 1,60 2,0 15,70 0,7 20,59 1,7 36,29 1,0 43,3 56,7BELPASSO 57 2,2 31,96 2,8 20,68 1,8 52,64 2,2 58,25 4,7 110,89 3,1 47,5 52,5BIANCAVILLA 243 9,4 89,27 7,7 78,14 7,0 167,41 7,1 115,93 9,4 283,34 7,9 59,1 40,9CASTIGLIONE DI SICILIA 448 17,3 264,94 23,0 312,08 27,9 26,38 32,3 603,40 25,7 169,47 13,7 772,87 21,5 78,1 21,9GIARRE 38 1,5 30,23 2,6 14,01 1,3 0,00 0,0 44,24 1,9 35,23 2,8 79,47 2,2 55,7 44,3LINGUAGLOSSA 194 7,5 72,60 6,2 71,09 6,4 2,22 2,7 145,91 6,2 103,66 8,4 249,57 7,0 58,5 41,5MASCALI 76 2,9 26,44 2,3 29,78 2,7 56,22 2,4 64,55 5,2 120,77 3,4 46,6 53,4MILO 91 3,5 21,12 1,8 74,99 6,7 4,40 5,3 100,51 4,3 36,17 2,9 136,68 3,8 73,5 26,5NICOLOSI 94 3,6 32,99 2,9 36,27 3,2 69,26 2,9 59,63 4,8 128,89 3,6 53,7 46,3PATERNO' 3 0,1 1,97 0,2 1,97 0,1 12,54 1,0 14,51 0,4 13,6 86,4PEDARA 47 1,8 10,83 0,9 8,76 0,8 19,59 0,8 61,62 5,0 81,21 2,3 24,1 75,9PIEDIMONTE ETNEO 69 2,7 27,44 2,3 36,53 3,2 63,97 2,7 70,67 5,7 134,64 3,7 47,5 52,5RANDAZZO 430 16,6 153,05 13,3 187,56 16,8 35,93 44,0 376,53 16,0 105,56 8,5 482,09 13,4 78,1 21,9S. ALFIO 90 3,5 20,26 1,8 35,14 3,1 55,40 2,4 47,29 3,8 102,69 2,9 53,9 46,1S. MARIA DI LICODIA 65 2,5 31,91 2,8 18,54 1,7 50,45 2,1 22,58 1,8 73,03 2,0 69,1 30,9S. VENERINA 97 3,7 74,53 6,5 34,06 3,0 11,20 13,7 119,79 5,1 119,79 3,3 100,0 0,0TRECASTAGNI 239 9,2 109,75 9,5 49,94 4,5 159,69 6,8 53,16 4,4 212,85 5,9 75,0 25,0VIAGRANDE 110 4,2 61,05 5,3 44,16 4,0 105,21 4,5 24,83 2,0 130,04 3,6 80,9 19,1ZAFFERANA ETNEA 123 4,7 52,57 4,6 62,97 5,6 115,54 4,9 116,82 9,4 232,36 6,5 49,7 50,3

TOTALE ZONA ETNEA 2.590 100,0 1.152,75 100,0 1.117,92 100,0 81,71 100,0 2.352,38 100,0 1.238,50 100,0 3.590,88 100,0 65,5 34,5

% SU TOTALE PROVINCIA 88,2 76,9 93,7 51,8 82,5 71,9 78,5ALTRI COMUNI DELLA PROVINCIA 345 11,8 347,13 23,1 75,50 6,3 76,17 48,2 498,79 17,5 484,34 28,1 983,13 21,5 50,7 49,3

TOTALE PROVINCIA 2.935 100,0 1.499,87 100,0 1.193,42 100,0 157,88 100,0 2.851,18 100,0 1.722,84 100,0 4.574,01 100,0 62,33 37,67

Superfici dichiarate Superfici non dichiarate (B)Comune per vini DOC

% (B)/(C)per vini IGT

% (A)/(C)

TOTALE ( C ) (A)+(B)

Aziende/ Dichiarazioni Totale (A)per vini

comuni

(*) Nostra elaborazione su dati: AGEA, Sportello di Catania, 2005.

100

Fig. 5.5 - Evoluzione della superficie vitivinicola in provincia di Catania per tipologia di produzione (*)

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

1982 1990 2000 2005 Anni

Mig

liaia

di e

ttari

per vini DOC e DOCG per altri vini Totale uva da vino

(*) Nostra elaborazione su dati tratti da: ISTAT - III, IV e V Censimento Generale dell’Agricoltura, Roma; Sportello AGEA di Catania, 2005.

101

Nell’area etnea la vitivinicoltura di qualità si concentra, come innanzi detto, nei

Comuni indicati dal disciplinare di produzione del vino DOC “Etna” (Vedi Appendice

3) e comprende esclusivamente le superfici che, ai fini del riconoscimento, sono

iscritte nell’apposito “Albo dei vigneti” depositato presso la Camera di Commercio di

Catania.

A tal riguardo, è possibile osservare come, nonostante le superfici complessivamente

iscritte agli Albi siano rimaste pressoché invariate negli ultimi 15 anni, è invece

cresciuto il numero di aziende iscritte che sono passate da 577 del 1985 a 600 nel 2000

fino a giungere a 655 unità nel 2004 (Fig. 5.6).

Fig. 5.6 - Evoluzione delle aziende e delle superfici iscritte all'Albo dei vigneti in provincia di Catania (*)

550

570

590

610

630

650

670

Anni

N° a

zien

de

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

Sup

erfic

ie (h

a)Aziende 577 612 594 600 622 655

Superficie (ha) 2.253 1.829 1.828 1.837 1.886 1.827

1985 1990 1995 2000 2002 2004

(*) Nostra elaborazione su dati: I.R.V.V; CCIAA di Catania.

Purtuttavia, al 2000, appena il 6,7% delle aziende ed il 45% delle superfici

vitivinicole censite in provincia risultavano iscritte agli Albi, a conferma della

modesta propensione da parte degli operatori etnei a valorizzare le proprie specificità

territoriali.

Ciò è anche confermato dai dati delle denunce di produzione che, pur essendo

numericamente cresciute tra il 1990 ed il 200418, mostrano come appena un quinto di

18 La quota delle denunce di produzione è aumentata dal 17,7% del 1990-92 al 24,5% nel 2002-04.

102

della superficie iscritta all’Albo DOC venga dichiarata in produzione (Tab. 5.23) e,

pertanto, notevolmente inferiore alla media regionale di superfici denunciate (53,8%

nel quinquennio 1998-2002) (Forte, 2003). Pertanto, ancora significativamente

modesto è l’utilizzo nell’area etnea della superficie potenziale per ottenere il

riconoscimento della denominazione di origine.

La disamina a livello comunale dei dati contenuti nelle denunce di produzione mette

in evidenza che l’incremento (+10%), tra il 2000 ed il 2004, delle aree denunciate,

soprattutto di quelle ad uva rossa, coinvolge prevalentemente le circoscrizioni di

Randazzo, Castiglione di Sicilia, Milo, Viagrande e Linguaglossa (Tab. 5.24).

In termini produttivi, tra il 1990 ed il 2004, si rileva (Tab. 5.23) una notevole crescita

delle rese medie per ettaro dei vigneti destinati alla produzione del vino a DOC,

passate da 2,0 t/ha a 4,9 t/ha nel triennio 2002-2004, quale effetto della crescita dei

quantitativi di uva prodotta, in particolare di quella a bacca rossa (+47% nell’ultimo

quinquennio). Quest’ultima, al 2004, rappresenta l’87,5% della produzione

complessiva di uve per vini a DOC e per i 2/3 del totale proviene dai comuni di

Castiglione di Sicilia e Randazzo (Tab. 5.27). Contrariamente, in calo risultano le

quantità di uve a bacca bianca il cui peso sul totale è sceso al 12,5% (Tab. 5.26).

Conseguentemente, aumentati risultano i volumi di vino a denominazione di origine

attestatesi, nell’ultimo triennio, su una media di 12.800 ettolitri19 (+2,6 volte i volumi

del 1990-92), accrescendo il contributo della DOC “Etna” alla produzione regionale di

vini a denominazione dal 3,8% (triennio 1990-92) al 9,0% nel 2002-2004 (Tab. 5.23).

Sul piano provinciale, l’apporto alla produzione enologica totale è, invece, passato

dall’1,5% del 1990 al 13% nel 2004 (Fig. 5.7)

19 Di questi, il 14% è vino DOC bianco ed il restante 86% è DOC rosso.

103

Tab. 5.23 – Dinamica della DOC “ETNA” - Periodo 1990-2004 (Medie Triennali) (*) 1990-1992 1993-1995 1996-1998 1999-2001 2002-2004

N . iscriz ion i Albo dei v ignetiBianco 89 69 69 70 72

100 78 78 79 81R osso/rosato 515 525 525 530 561

100 102 102 103 109T otale 604 594 594 600 633

100 98 98 99 105

Superfic ie iscritta (ettari)Bianco 154 125 125 129 130

100 81 81 84 84R osso/rosato 1.669 1.703 1.703 1.708 1.736

100 102 102 102 104T otale 1.823 1.828 1.828 1.837 1.866

100 100 100 101 102

N . denunce d i p roduzioneB ianco 24 20 29 26 40

100 86 123 111 168R osso /rosato 83 66 73 89 116

100 80 88 107 139T otale 107 87 102 115 155

100 81 95 108 145

R apporto denunce/iscriz ion i (% )Bianco (% ) 26,59 29,47 42,03 37,62 55,35

100 111 158 141 208R osso/rosato (% ) 16,17 12,63 13,90 16,79 20,61

100 78 86 104 127T o tale denunce/to tale iscriz ion i (% ) 17,73 14,59 17,17 19,22 24,54

100 82 97 108 138

Superfic ie d i riferim ento delle denunce (ettari)Bianco 68 51 72 54 63

100 75 105 79 92R osso/rosato 264 193 208 253 311

100 73 79 96 118T o tale 332 244 280 307 374

100 74 84 92 113

R apporto S uperf. D enunciate/Superf. Iscritte% B ianco 44,3 40,8 57,3 41,9 48,1

100 92 129 95 109% R osso/rosato 15,8 11,3 12,2 14,8 17,9

100 72 77 94 113T o tale superf. D enunciate/to t. Sup. iscritta (% ) 18,2 13,4 15,3 16,7 20,0

100 73 84 92 110

Produzione effettiva d i uva (t)Bianco 105 156 205 227 257

100 149 195 216 245R osso/rosato 594 862 939 1.107 1.585

100 145 158 186 267

T otale 699 1.018 1.144 1.334 1.842100 146 164 191 264

Produzione m edia (t/ha) 2,0 4,2 4,1 4,4 4,9100 210 205 220 245

Produzione effettiva d i v ino (h l)Bianco 736 1.023 1.295 1.580 1.797

100 139 176 215 244R osso/rosato 4.157 5.811 6.381 7.783 11.098

100 140 153 187 267T o tale 4.893 6.834 7.676 9.363 12.895

100 140 157 191 264R esa m ed ia (h l/t) 7,0 6,7 6,7 7,0 7,0

100 96 96 100 100

% Produzione d i D O C E TN A su Totale D O C reg ionale 3,8 5 4,3 6,7 9,1 (*) Nostra elaborazione su dati: I.R.V.V.; CCIAA di Catania.

104

Tab. 5.24 - Superfici vitate iscritte all’Albo dei Vigneti per la DOC ETNA denunciate per comune e per colore – (2000-2004)(*)

ha % ha % ha % ha % ha %

CASTIGLIONE DI SICILIA 105,70 32,5 98,33 30,9 97,29 25,1 100,87 26,7 96,93 27,2100 93 92 95 92

LINGUAGLOSSA 13,20 4,1 12,39 3,9 31,38 8,1 30,73 8,1 20,19 5,7100 94 238 233 153

MASCALI 3,44 0,9100

MILO 76,35 23,3 56,25 17,7 57,51 14,8 59,44 15,7 58,33 16,4100 74 75 78 76

PEDARA 5,17 1,3 5,16 1,4 5,16 1,4100 100 100

PIEDIMONTE ETNEO 5,46 1,7 5,46 1,4 9,46 2,5 12,14 3,4100 100 173 222

RAGALNA 1,50 0,5 1,50 0,5 1,50 0,4 1,50 0,4 1,50 0,4100 100 100 100 100

RANDAZZO 79,30 24,4 80,34 25,2 106,54 27,5 91,71 24,2 100,10 28,1100 101 134 116 126

S. ALFIO 6,50 2,1 6,49 2,0 8,64 2,2 8,92 2,4 8,54 2,4100 100 133 137 131

S. MARIA DI LICODIA 8,00 2,5 7,53 2,5 7,53 1,9 7,53 2,0 7,53 2,1100 94 94 94 94

S. VENERINA 14,00 4,2 24,86 7,8 24,60 6,3 24,60 6,5100 178 176 176

TRECASTAGNI 5,00 1,3 5,97 1,7100 119

VIAGRANDE 21,00 6,4 19,08 6,0 25,18 6,5 34,71 9,2 24,05 6,7100 91 120 165 115

ZAFFERANA ETNEA 6,17 1,8 12,28 3,2 16,22 4,5100 199 263

325,55 100,0 318,40 100,0 388,08 100,0 378,07 100,0 356,66 100,0

100 98 119 116 110

di cui:Ettari di uva bianca (B) 60,40 18,6 58,00 18,3 65,00 16,8 63,00 16,7 60,00 16,8

Ettari di uva rossa (C ) 265,15 81,4 260,00 81,7 323,00 83,2 315,00 83,3 296,00 83,2

Superficie iscritta Albo Vigneti (ha) (D) 1.837 100,0 1.837 100,0 1.886 100,0 1.886 100,0 1.827 100,0

Sup. Bianca (ha) (E) 129 7,0 129 7,0 131 6,9 131 6,9 129 7,1Sup. Rossa (ha) (F) 1.708 93,0 1.708 93,0 1.755 93,1 1.755 93,1 1.698 92,9

% (A)/(D) 17,72 17,33 20,58 20,05 19,52

% (B)/(E) 46,82 44,96 49,62 48,09 46,51

% (C )/(F) 15,52 15,22 18,40 17,95 17,43

COMUNI

TOTALE SUP. DENUNCIATA (A)

2000 2001 2002 2003 2004

(*) Nostra elaborazione su dati: CCIAA di Catania.

105

Tab. 5.25 – Produzione totale di uva per vini a DOC dichiarata nei Comuni della zona etnea (2000-2004) (*)

t % t % t % t % t %

C A S T IG L IO N E D I S IC IL IA 4 7 0 3 3 ,8 4 5 6 3 3 ,9 6 2 6 3 4 ,3 5 3 1 2 9 ,1 5 8 3 3 1 ,11 0 0 9 7 1 3 3 1 1 3 1 2 4

L IN G U A G L O S S A 6 8 4 ,9 5 9 4 ,4 9 9 5 ,4 1 5 9 8 ,7 1 1 8 6 ,31 0 0 8 7 1 4 6 2 3 4 1 7 4

M A S C A L I 1 21 0 0

M IL O 2 6 1 1 8 ,8 1 8 2 1 3 ,5 2 5 9 1 4 ,2 2 6 8 1 4 ,7 2 4 7 1 3 ,21 0 0 7 0 9 9 1 0 3 9 5

P E D A R A 2 6 1 8 2 01 0 0 6 9 7 7

P IE D IM O N T E E T N E O 3 6 2 ,7 2 9 1 ,6 5 2 2 ,8 9 8 5 ,28 1 1 4 4 2 7 2

R A G A L N A 6 0 ,4 7 0 ,5 4 0 ,2 9 0 ,5 8 0 ,41 0 0 1 1 7 6 7 1 5 0 1 3 3

R A N D A Z Z O 3 3 2 2 3 ,9 3 2 3 2 4 ,0 4 2 8 2 3 ,5 4 3 5 2 3 ,8 5 2 6 2 8 ,01 0 0 9 7 1 2 9 1 3 1 1 5 8

S . A L F IO 2 4 1 ,7 3 0 2 ,2 5 8 3 ,2 4 4 2 ,4 4 8 2 ,61 0 0 1 2 5 2 4 2 1 8 3 2 0 0

S . M A R IA D I L IC O D IA 2 8 2 ,0 2 8 2 ,1 1 2 0 ,7 3 3 1 ,8 3 0 1 ,61 0 0 1 0 0 4 3 1 1 8 1 0 7

S . V E N E R IN A 1 1 4 8 ,2 1 3 1 9 ,7 1 2 0 6 ,6 9 6 5 ,31 0 0 1 1 5 1 0 5 8 4

T R E C A S T A G N I 1 8 0 2 51 0 0 1 3 9

V IA G R A N D E 8 8 6 ,3 8 2 6 ,1 9 0 4 ,9 1 6 9 9 ,3 1 2 5 6 ,71 0 0 9 3 1 0 2 1 9 2 1 4 2

Z A F F E R A N A E T N E A 1 0 0 ,7 5 4 3 ,0 4 9 2 ,61 0 0 5 4 0 4 9 0

T O T A L E U V A D IC H IA R A T A 1 .3 9 1 1 0 0 ,0 1 .3 4 4 1 0 0 ,0 1 .8 2 3 1 0 0 ,0 1 .8 2 6 1 0 0 ,0 1 .8 7 7 1 0 0 ,01 0 0 9 7 1 3 1 1 3 1 1 3 5

C O M U N I2 0 0 42 0 0 0 2 0 0 32 0 0 1 2 0 0 2

(*) Nostra elaborazione su dati: CCIAA di Catania.

106

Tab. 5.26 – Produzione di uva bianca per vini a DOC dichiarata per Comune (2000-2004) (*)

t % t % t % t % t %

CASTIG LIO NE D I S IC ILIA 29 10,3 22 10,3 20 6,8 23 9,5 23 9,8100 77 70 80 81

LING UAG LO SSA 4 1,3 6 2,8 13 4,3 5 2,2 19 8,1100 166 366 143 540

M ILO 154 55,7 77 36,4 127 43,1 128 53,2 129 55,0100 50 82 83 84

PEDARA 12 4,1 8 3,3 9 3,8100 67 113

PIEDIM O NTE ETNEO 30 14,2 7 2,2 9 3,7 14 6,2100 22 135 162

RANDAZZO 29 10,5 20 9,5 29 9,8 10 4,0 27 11,7100 69 100 33 94

S. ALFIO 6 2,0 2 1,0 5 1,7 8 3,2100 38 92 142

S. VENERINA 56 20,2 53 25,3 60 20,2 42 17,2100 95 106 74

VIAG RANDE 1 0,5 6 1,9 9 3,7 8 3,5100 550 900 830

ZAFFERANA ETNEA 17 5,9 5 1,9100 26

Totale uve bianche 277 100,0 211 100,0 295 100,0 241 100,0 235 100,0

% su tota le produzione dichiarata 12,519,8 15,7 16,2 13,2

2001 2002 2003 2004CO M UNI

2000

(*) Nostra elaborazione su dati: CCIAA di Catania.

107

Tab. 5.27 - Produzione di uva rossa per vini a DOC dichiarata per Comune (2000-2004) (*)

t % t % t % t % t %C A S T IG L IO N E D I S IC IL IA 4 4 1 3 9 ,5 4 3 4 3 8 ,3 6 0 6 3 9 ,6 5 0 8 3 2 ,1 5 6 1 3 4 ,1

1 0 0 9 8 1 3 7 1 1 5 1 2 7L IN G U A G L O S S A 6 6 5 ,9 5 3 4 ,7 8 6 5 ,7 1 5 4 9 ,7 9 9 6 ,0

1 0 0 8 0 1 3 0 2 3 3 1 4 9M A S C A L I 1 2 0 ,8

1 0 0M IL O 1 0 7 9 ,6 1 0 5 9 ,3 1 3 2 8 ,7 1 3 9 8 ,8 1 1 8 7 ,2

1 0 0 9 8 1 2 3 1 3 0 1 1 0P E D A R A 1 4 0 ,9 1 0 0 ,6 1 1 0 ,7

1 0 0 7 1 7 9P IE D IM O N T E E T N E O 6 0 ,5 2 2 1 ,4 4 3 2 ,7 8 4 5 ,1

1 0 0 3 9 3 7 6 3 1 5 0 0R A G A L N A 6 0 ,6 7 0 ,6 4 0 ,2 9 0 ,6 9 0 ,5

1 0 0 1 1 1 6 0 1 4 8 1 3 5R A N D A Z Z O 3 0 3 2 7 ,2 3 0 3 2 6 ,8 3 9 9 2 6 ,1 4 2 5 2 6 ,8 4 9 8 3 0 ,3

1 0 0 1 0 0 1 3 2 1 4 0 1 6 4S . A L F IO 1 8 1 ,6 2 8 2 ,5 5 3 3 ,5 3 6 2 ,3 4 8 2 ,9

1 0 0 1 5 3 2 8 9 1 9 7 2 6 2S . M A R IA D I L IC O D IA 2 8 2 ,5 2 8 2 ,5 1 2 0 ,8 3 3 2 ,1 3 0 1 ,8

1 0 0 1 0 0 4 3 1 1 9 1 0 6S . V E N E R IN A 5 8 5 ,2 7 8 6 ,8 6 1 4 ,0 5 5 3 ,4

1 0 0 1 3 4 1 0 5 9 4 0T R E C A S T A G N I 1 8 1 ,2 2 5 1 ,5

1 0 0 1 3 7V IA G R A N D E 8 8 7 ,9 8 1 7 ,2 8 4 5 ,5 1 6 0 1 0 ,1 1 1 7 7 ,2

1 0 0 9 2 9 6 1 8 2 1 3 3Z A F F E R A N A E T N E A 1 0 0 ,8 3 7 2 ,4 4 4 2 ,8

1 0 0 3 6 9 4 4 3

T o ta le u v e ro s s e 1 .1 1 7 1 0 0 ,0 1 .1 3 3 1 0 0 ,0 1 .5 2 8 1 0 0 ,0 1 .5 8 5 1 0 0 ,0 1 .6 4 2 1 0 0 ,01 0 0 1 0 1 1 3 7 1 4 2 1 4 7

% s u to ta le p ro d u z io n e d ic h ia ra ta

2 0 0 4C O M U N I

8 0 ,2 8 4 ,3 8 3 ,8 8 6 ,8 8 7 ,5

2 0 0 0 2 0 0 1 2 0 0 2 2 0 0 3

(*) Nostra elaborazione su dati: CCIAA di Catania.

108

1,5

9,5

12,3 13,0

02468

101214

%

1990 2000 2002 2004

Fig. 5.7 - Evoluzione dell'incidenza della produzione del DOC Etna sulla produzione

complessiva di vini etnei (*)

(*) Nostra elaborazione su dati: ISTAT – IV e V Censimento Generale

dell’Agricoltura, Roma; I.R.V.V., 2000; CCIAA di Catania. Anche per il segmento di produzione dei vini a IGT, dai dati CCIAA, si rileva,

nel quadriennio 2001-2004, una crescita sia delle aziende (passate da 38 nel

2001 a 47 nel 2004) che della superficie investita (454 ettari al 2004 a fronte dei

159 del 2001), il cui peso sulle aree vinicole totali della provincia di Catania è

cresciuto dal 2,4% al 9% nel 2004 (Fig. 5.8).

2,4 3,1 2,2

9,1

0

2

4

6

8

10

% s

uper

ficie

2001 2002 2003 2004 Anni

Fig. 5.8 - Dinamica delle superfici destinate alla produzione di IGT sul totale provinciale ad uva da vino (*)

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT; CCIAA di Catania.

109

Ciò, conseguentemente, ha determinato un incremento nei quantitativi di uve e,

quindi, nei volumi di vini prodotti (oltre 14.000 ettolitri al 2004) (Tab. 5.28)

portando l’incidenza dei vini a IGT sulla produzione enologica provinciale

dall’8% al 13,9 % del 2004 (Fig. 5.9), indicatore tangibile del processo di

riqualificazione produttiva in atto per il comparto vitivinicolo dell’area etnea.

Tab. 5.28 - Produzione di uve e vini a IGT in provincia di Catania per le

campagne dal 2001 al 2004 (**)

t h l

2 0 0 1 9 6 6 1 0 0 6 .7 6 2 1 0 02 0 0 2 1 .3 3 5 1 3 8 9 .3 4 3 1 3 82 0 0 3 1 .1 7 0 1 2 1 8 .1 9 1 1 2 12 0 0 4 2 .0 1 9 2 0 9 1 4 .1 3 4 2 0 9

U v a V in o ( * )A n n i

(*) Dato stimato considerando una resa media di uve in vino del 70%. (**) Nostra elaborazione su dati:CCIAA di Catania.

8,0 9,16,4

13,9

-2468

101214

%

2001 2002 2003 2004 Anni

Fig. 5.9 - Incidenza dei vini a IGT sulla produzione enologica totale della provincia di Catania (*)

(*) Nostra elaborazione su dati congiunturali ISTAT; CCIAA di Catania.

110

6. METODO D’INDAGINE

Lo studio della realtà vitivinicola nell’area etnea si fonda essenzialmente sul

rilievo diretto dei principali caratteri strutturali, organizzativi e gestionali allo

scopo di delineare un quadro sempre più completo di tali realtà e poterne valutare

i punti di forza e di debolezza, i limiti e le opportunità di sviluppo di tale

comparto.

L’indagine territoriale sulle aziende vitivinicole, è stata limitata ai comuni

dell’area etnea e rivolta alle realtà che producono e/o imbottigliano vini di qualità

DOC e/o IGT e, in molti casi, anche vini da tavola.

L’attenzione al segmento dei vini di qualità è dettata dagli attuali orientamenti del

mercato che vede sempre più affermarsi le imprese operanti in tale segmento

produttivo che offrono prodotti di qualità confezionati. A ciò si aggiunge anche la

necessità di acquisire informazioni attendibili e puntuali inerenti tale realtà micro-

economica, data l’inesistenza di fonti statistiche ufficiali in merito alla

quantizzazione produttiva.

Le interviste sono state eseguite con la tecnica face-to-face utilizzando una

scheda-questionario predisposta ad hoc.

Una volta individuate e censite le imprese vitivinicole operanti sul territorio etneo

nella produzione di vini di qualità (DOC e IGT), visto il modesto numero di unità

(n. 49), si è proceduto a contattarle telefonicamente chiedendo la loro

collaborazione ed illustrando le motivazioni dell’intervista.

Ai fini della rilevazione delle principali caratteristiche di tali realtà operative è

stata predisposta una scheda-questionario, articolata in 7 parti fondamentali.

Le prime due parti sono destinate ad evidenziare i caratteri strutturali

dell’azienda (dati generali dell’azienda, indirizzi colturali, altimetria e superficie

aziendale, modalità di coltivazione, cultivar impiantate e relative superfici, anno

d’impianto delle viti, sesto d’impianto, dati sulla produzione propria di uva e sulla

produzione acquistata presso terzi nell’ultimo quinquennio, ecc.). Inoltre, sono

contenute domande volte a verificare l’adozione di eventuali misure di

certificazione di qualità.

111

La terza parte del questionario mira ad ottenere notizie sulla fase di

trasformazione ed imbottigliamento (ovvero, su quantità di uve destinate alla

vinificazione, rese medie in vino, tecniche di trasformazione dell’uva in vino e

quantitativi di vino prodotto nell’ultimo quinquennio, dettagliato per tipologia di

produzione (IGT, DOC, vino da tavola, ecc.) nonché le modalità di affinamento e

stoccaggio del vino. Inoltre, la terza parte contiene domande volte ad individuare

le quantità di vino imbottigliato e di quello venduto sfuso, nonché le quantità

imbottigliate per conto terzi, con individuazione del numero di aziende servite e

dell’area di ubicazione di tali aziende che richiedono il servizio

d’imbottigliamento.

La quarta parte è destinata ad identificare le tecniche di commercializzazione e

l’utilizzo di nuovi canali di comunicazione (internet) per la promozione e/o

vendita dei vini prodotti, inoltre contiene domande per l’individuazione dei

mercati di destinazione del prodotto e delle quantità vendute nel quinquennio dal

2000 al 2004.

La quinta parte del questionario è stata predisposta per valutare il grado d’impiego

di manodopera nel settore vitivinicolo e le modalità di assunzione (tempo

determinato, indeterminato).

La sesta parte invece mira ad acquisire i dati tecnico-economici delle imprese

rilevate, ovvero prezzi di vendita dei vari tipi di vino prodotti (vino da tavola,

IGT, DOC), costi medi di produzione del vino, fatturato aziendale nel periodo dal

2000 al 2004, ed incidenza percentuale dei vari tipi di vino prodotto alla

formazione del ricavo aziendale e, inoltre, si richiedono dati sulle forme di

finanziamento dell’attività aziendale.

Nella settima ed ultima parte della scheda, si offre all’imprenditore la possibilità

di evidenziare le principali problematiche incontrate nell’esercizio dell’attività

vitivinicola.

Dell’intero universo censito nell’area etnea, risultante dall’incrocio dei dati

CCIAA con quelli del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna, alla fine solo 34

imprese hanno dato la loro disponibilità a partecipare all’indagine.

112

7. I RISULTATI DELL’INDAGINE

7.1 – IMPRESE VITIVINICOLE ETNEE DI QUALITÀ: CONSISTENZA, LOCALIZZAZIONE E COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE.

Dall’analisi dei dati forniti dalla Camera di Commercio di Catania e di quelli del

Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna20, è emerso che sono 49 le realtà

vitivinicole operanti nell’area etnea nel segmento di produzione di vini di qualità

e, di queste, soltanto 33 sono quelle che producono e/o imbottigliano di vini di

qualità DOC e/o IGT.

Quest’ultime, ubicate principalmente in 5 dei comuni della zona etnea

(Castiglione di Sicilia, Randazzo, Linguaglossa, Trecastagni e Zafferana Etnea),

offrono al mercato 71 etichette diverse di vini di qualità di cui: 50 Etna DOC (dei

quali 32 rossi, 5 rosati e 13 bianchi) e 21 IGT (16 rossi e 5 bianchi) (Tab. 7.1).

In particolare, per i vini a DOC etnei il 77% delle tipologie confezionate proviene

da imprese situate nei comuni di Castiglione di Sicilia, Randazzo, Linguaglossa,

Zafferana e Trecastagni. Per quelli ad IGT, preminentemente interessati sono le

circoscrizioni di Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Giarre e Trecastagni che

assommano il 71% delle etichette di tali vini (Tab. 7.1).

L’esigenza di avere un quadro quanto più possibile completo delle caratteristiche

strutturali ed economiche delle imprese vitivinicole che operano nell’area etnea,

nelle diverse fasi della filiera, ha portato nella ricerca empirica a cercare la

collaborazione anche di quelle realtà aziendali che sono solo produttrici e di

quelle che sono solo imbottigliatrici di vini di qualità. La presenza di quest’ultime

nel campione è ritenuta importantissima, in quanto, pur operanti nella fase finale

della filiera, svolgono un ruolo importante dando valore aggiunto a vini di qualità

medio-alta, prodotti da piccole e piccolissime realtà vinicole presenti sul territorio,

che, visti i quantitativi spesso modesti, non hanno alcuna convenienza economica

ad imbottigliare e che, diversamente, finirebbero con l’alimentare le vecchie

consuetudini, a scarso ritorno economico, di vendita di vino allo stato sfuso. 20 Il Consorzio di Tutela, secondo l’elenco aggiornato a Marzo 2005, conta la presenza di 49 aziende associate, di cui 17 soci produttori ed imbottigliatori e n. 32 soci produttori di uve e/o vini Etna DOC.

113

Dell’intero universo censito (49 imprese), alla fine solo 34 realtà imprenditoriali

hanno dato la loro disponibilità all’intervista.

Il campione d’imprese, distribuito secondo quanto indicato nella Tab. 7.2,

comprende 17 delle 25 aziende etnee produttrici-imbottigliatrici di vini Etna DOC

ed IGT, tutte le realtà della zona etnea (6 aziende) che producono ed imbottigliano

solo vini a IGT, una che produce e commercializza vino a IGT sfuso e tre imprese

solo imbottigliatrici 21 di vini di qualità. Inoltre, fanno parte del campione anche 7

delle imprese soltanto produttrici di uve e/o mosti/vini a DOC associate al relativo

Consorzio di Tutela.

Tra le imprese produttrici/imbottigliatrici esaminate una di esse è senza superficie

e, quindi, non produce direttamente le uve ma le acquista da terzi produttori per

poi trasformarle ed imbottigliarne il prodotto finito. Va, sottolineata la presenza

nel campione anche dell’I.P.S.S.A. “Mazzei” di Giarre che, nella sezione staccata

di Randazzo, coordina l’attività svolta nell’azienda agricola “Nave”. Tale azienda,

gestita dall’Istituto, è situata nel comune di Bronte e le sperimentazioni condotte

sul campo anche per la vitivinicoltura (impianto sperimentale di cultivar ad

altitudini estreme, superiori ai 1000 m s.l.m.) hanno permesso di produrre un vino

IGT che, in parte, è stato imbottigliato e portato al Vinitaly del 2005.

21 Una delle imprese imbottigliatrici è situata nel comune di Fiumefreddo, ovvero nel comprensorio limitrofo all’area di produzione del DOC ETNA dove, secondo quanto previsto dal relativo disciplinare della DOC, è possibile eseguire l’imbottigliamento dei prodotti a denominazione d’origine.

114

Tab. 7.1 - Consistenza delle imprese vitivinicole imbottigliatrici di vini di qualità nei comuni dell'area etnea e tipologie di vini prodotti (*)

Rossi Bianchin. % n. % n. % n. % n. % n. n. n. % n. %

Castiglione 8 24,2 8 25,0 2 40,0 3 23,0 13 26,0 5 1 6 28,6 19 26,8Randazzo 3 9,1 2 6,3 1 20,0 3 6,0 0 0,0 3 4,2Trecastagni 2 6,1 3 9,4 2 15,4 5 10,0 1 1 2 9,4 7 9,8Linguaglossa 3 9,1 4 12,5 1 20,0 2 15,4 7 14,0 2 1 3 14,2 10 14,1Zafferana etnea 2 6,1 3 9,4 1 7,7 4 8,0 0 0,0 4 5,6S. Venerina 3 9,1 2 6,3 1 20,0 1 7,7 4 8,0 1 1 4,8 5 7,0Viagrande 2 6,1 2 6,3 1 7,7 3 6,0 1 1 4,8 4 5,6Piedimonte etneo 2 6,1 1 3,1 1 2,0 1 1 4,8 2 2,8Giarre 2 6,1 1 3,1 1 7,7 2 4,0 3 1 4 19,0 6 8,6Mascali 1 3,0 2 6,3 2 4,0 0 0,0 2 2,8S. Alfio 1 3,0 1 3,1 1 2,0 0 0,0 1 1,4Milo 1 3,0 1 3,1 2 15,4 3 6,0 1 1 4,8 4 5,7Fiumefreddo 1 3,0 1 3,1 1 2,0 1 1 4,8 2 2,8Pedara 1 3,0 1 3,1 1 2,0 0 0,0 1 1,4Acireale 1 3,0 0 0,0 1 1 4,8 1 1,4TOTALE 33 100,0 32 100,0 5 100,0 13 100,0 50 100,0 16 5 21 100,0 71 100,0

% su totale 45,1 7,0 18,3 70,4 22,5 7,0 29,6 100,0

Totale (A)Aziende

COMUNETotale Vini

(A)+(B)Totale (B)Vini a D.O.C. Vini a I.G.T.

Rossi Rosati Bianchi

(*) Nostra elaborazione su dati: CCIAA di Catania, 2005.

115

Tab. 7.2 – Campione di aziende vitivinicole per comune di ubicazione e tipologia di produzione (*)

N° % N° % N° % N° % N° % N° % N° % N° % N° %

CASTIGLIONE DI SICILIA 6 17,9 4 23,6 6 35,3 2 66,7RANDAZZO 9 26,5 2 11,7 3 17,6 6 85,7LINGUAGLOSSA 4 11,8 3 17,6 2 11,7 1 14,3VIAGRANDE 3 8,8 3 17,6 1 5,9 1 33,3TRECASTAGNI 2 5,9 1 5,9 1 5,9 1 50,0 1 33,3 1 33,3GIARRE 2 5,9 1 5,9 1 100,0S. ALFIO 1 2,9 1 5,9S. VENERINA 1 2,9 1 5,9ZAFFERANA ETNEA 1 2,9 1 5,9MILO 1 2,9 1 5,9 1 5,9PIEDIMONTE ETNEO 1 2,9 1 5,9MASCALI 1 2,9 1 5,9FIUMEFREDDO 1 2,9 1 50,0 1 33,3 1 33,3ACIREALE 1 2,9 1 33,4 1 33,4

TOTALE 34 100,0 17 100,0 17 100,0 3 100,0 7 100,0 1 100,0 2 100,0 3 100,0 3 100,0

SOLO produttrici di DOC ETNA

SOLO imbottigliatrici

VINI DOC VINI IGT VINI DA TAVOLA Vini DOC Vini IGT Vini da Tavola

SOLO produttrici di

IGTCOMUNE di cui:

PRODUTTRICI E IMBOTTIGLIATRICI AZIENDE

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

116

7.2 - CARATTERI STRUTTURALI DELLE AZIENDE VITIVINICOLE DEL CAMPIONE

Il campione esaminato, composto secondo quanto indicato nella Fig. 7.1,

comprende 34 realtà aziendali operanti nelle diverse fasi della filiera vitivinicola.

Tali imprese, ubicate in 14 comuni dell’area etnea, ricadono, come innanzi detto

(Tab. 7.2), principalmente nelle circoscrizioni di Randazzo (9 imprese),

Castiglione di Sicilia (6 aziende), Linguaglossa (4), Viagrande (3) e Trecastagni

(2).

.

Fig. 7.1 - Composizione del campione di aziende vitivinicole esaminate (*)

6

7

1 1 2

17

Aziende produttrici-imbottigliatriciVINI DOC-IGT

Aziende produttrici-imbottigliatriciVINI IGT

Aziende SOLO produttrici di VINI DOC

Aziende SOLO produttrici di VINI IGT

Aziende imbottigliatrici SOLO viniIGT

Aziende imbottigliatrici vini DOC-IGT

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Dall’analisi dei dati del campione, per quanto concerne la forma giuridica risulta

evidente che la maggior parte delle aziende vitivinicole (64,7%) sono ditte

individuali, il 29% di esse ha struttura societaria ed appena il 2,9% (1 azienda) ha

forma di società cooperativa (Fig. 7.2).

Inoltre, un terzo di queste imprese (35,3%) è condotto direttamente dal

coltivatore-imprenditore, nel 61% dei casi si fa ricorso a manodopera

extrafamiliare, mentre la conduzione con manodopera familiare riguarda appena

l’8,8% delle imprese (Fig. 7.3).

117

Fig. 7.2 - FORMA GIURIDICA DELLE AZIENDE CAMPIONE(*)

DITTA INDIVIDUALE

64,7%

SOCIETA' 29,4%

ALTRA FORMA GIURIDICA

2,9%

COOPERATIVA2,9%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.3 - Forma di conduzione nelle aziende campione (*)

Conduzione con

manodopera extrafamiliare

61,8%

Impiego di sola manodopera

familiare2,9%

conduzione con

manodopera familiare

8,8%

Conduzione diretta del coltivatore

35,3%

Non risponde11,8%

Altre forme di conduzione

8,8%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

118

Tab. 7.3 - Anno inizio dell’attività agricola (*)

N ° %p r im a d e l 1 9 5 0 2 5 , 91 9 5 0 - 1 9 7 0 4 1 1 , 81 9 7 1 - 1 9 8 0 5 1 4 , 71 9 8 1 - 1 9 9 0 7 2 0 , 61 9 9 1 - 2 0 0 0 8 2 3 , 52 0 0 1 - 2 0 0 3 5 1 4 , 72 0 0 4 1 2 , 9N O N I N D I C A T O 2 5 , 9T O T A L E 3 4 1 0 0 , 0

A Z I E N D E

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Dai dati della tabella 7.3 si evince che la maggior quota di aziende esaminate

(23,5%) sono relativamente giovani, avendo avviato l’attività nell’ultimo

decennio del secolo scorso. Un quinto di esse ha iniziato ad operare tra il 1981 ed

il 1990, il 17% non ha più di 5 anni di vita e solo il 6% delle imprese è di

antichissima tradizione familiare, con operatività antecedente al 1950.

Tali imprese sono gestite principalmente da soggetti di età compresa tra 51-60

anni (38%), il 14,7% delle imprese fa capo ad imprenditori tra 61-70 anni d’età,

mentre il 14,6% di essi ha un’età non superiore ai 40 anni (Tab. 7.4)

Peraltro, è interessante osservare come, in oltre metà delle aziende (53%) gli

imprenditori sono in possesso di laurea che, nel 38% dei casi, e di tipo

specialistico (Laurea in Agraria). Modesta la presenza di imprenditori con licenza

media ed elementare (11,6%) (Tab. 7.5). Questo denota una grande

specializzazione e preparazione nell’affrontare un’attività produttiva che richiede

una sapienza e tecniche produttive e gestionali che vanno oltre le tradizioni e le

consuetudini, in cui le capacità di differenziazione del prodotto con orientamento

alle richieste di mercato sono elementi strategici indispensabili per la

sopravvivenza dell’azienda.

119

Tab. 7.4 – Età degli imprenditori vitivinicoli (*)

C la s s i d i e t à n ° %m e n o d i 2 0 a n n i 0 0 , 02 0 - 3 0 a n n i 1 2 , 93 0 - 3 5 a n n i 1 2 , 93 6 - 4 0 a n n i 3 8 , 84 1 - 5 0 a n n i 5 1 4 , 75 1 - 6 0 a n n i 1 3 3 8 , 26 1 - 7 0 a n n i 5 1 4 , 7> 7 0 a n n i 2 5 , 9E t à n o n d is p o n ib i le 4 1 1 , 9

T O T A L E I M P R E S E 3 4 1 0 0 , 0 (*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Tab. 7.5 - Formazione degli imprenditori vitivinicoli del campione (*)

T i t o l o d i s t u d i o N ° %L i c e n z a e l e m e n t a r e 2 5 , 8L i c e n z a m e d i a 2 5 , 8M a t u r i t à 8 2 3 , 6L a u r e a i n A g r a r i a 1 3 3 8 , 3A l t r o t i p o d i L a u r e a 5 1 4 , 7N o n i n d i c a t o 4 1 1 , 8T O T A L E I M P R E S E 3 4 1 0 0 , 0

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

L’analisi dei caratteri strutturali delle imprese vitivinicole del campione mostra

come solo l’88% di esse (30) ha superficie agricola, dato che 4 di esse attuano la

trasformazione e/o l’imbottigliamento. Nel complesso, le 30 aziende assommano

ad una superficie totale aziendale di oltre 820 ettari e, della SAU totale, solo il

73,6% di essa è coltivata a vigneto, di cui 483 ettari (73,5% è la SAU) sono

investiti ad uva da vino (Tab. 7.6).

120

Tab. 7.6 – Principali caratteri strutturali delle aziende campione (*)

valori %Aziende con superfic ie agrico la (n°) 30 88,2Aziende senza superfic ie agrico la (n°) 4 11,8T O T ALE AZIEN D E n° 34 100,0

820,81SAU tota le (ha) 657,38 100,0di cu i:

SAU a vigneto (ha) 483,6 73,6SAU ad uva da vino (ha) 482,9 73,5

Superfic ie aziendale tota le (ha)

Ind icazion i

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

La valutazione della destinazione della superficie agricola utilizzata nelle imprese

campione mette in evidenza (Tab. 7.7) come in tutte, eccetto una, la SAU a

vigneto è interamente destinata alla coltivazione di uva da vino e che in 7 di esse

l’unica coltura presente è il vigneto. Nelle altre 23 aziende oltre alla viticoltura è

presente, molto spesso, l’olivicoltura (60% delle realtà) nonchè la frutticoltura

(noccioleti, in particolare), che interessa un terzo delle imprese con superficie

agricola esaminate.

La produzione biologica è praticata solo da 11 delle 30 imprese e, nel complesso,

interessa il 29,5% (142,5 Ha) della SAU totale investita ad uva da vino (Tab. 7.7).

Dalla classificazione delle aziende per classi di superficie emerge l’elevata

parcellizzazione delle realtà produttive indagate. Infatti, nel 17,6% dei casi la

SAU destinata a vigneto è compresa tra 1,1 e 2 ha, nel 35% delle aziende non

supera i 4 ha e, nel complesso, nel 59% delle imprese campione la superficie

agricola utilizzata è inferiore ai 10 ettari. Soltanto una la realtà con SAU a vigneto

superiore ai 100 ettari (Tab. 7.8).

121

Tab. 7.7 - Destinazione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nelle aziende vitivinicole con superficie (*)

1 4,5 1,9 42,2 1,9 100,0 1,9 100,0 -- --2 1,0 0,9 89,0 0,9 100,0 -- -- 0,9 100,03 70,0 50,0 71,4 50,0 100,0 -- -- 50,0 100,04 14,8 10,1 68,6 10,1 100,0 10,1 100,0 -- --5 1,5 1,5 96,7 1,5 100,0 -- -- 1,5 100,06 12,0 12,0 100,0 12,0 100,0 12,0 100,0 -- --7 10,0 1,5 15,0 1,5 100,0 -- -- 1,5 100,08 16,0 10,0 62,5 10,0 100,0 -- -- 10,0 100,09 25,0 22,0 88,0 22,0 100,0 22,0 100,0 -- --10 13,3 13,3 100,0 13,3 100,0 13,3 100,011 21,0 3,9 18,5 3,9 100,0 3,9 100,0 -- --12 8,0 3,5 43,8 3,5 100,0 -- -- 3,5 100,013 207,0 207,0 100,0 207,0 100,0 -- -- 207,0 100,014 10,5 8,1 77,1 8,1 100,0 8,1 100,0 -- --15 17,5 7,0 40,0 7,0 100,0 -- -- 7,0 100,016 100,0 40,0 40,0 40,0 100,0 40,0 100,0 -- --17 3,5 2,7 76,3 2,7 100,0 -- -- 2,7 100,018 19,0 19,0 100,0 19,0 100,0 19,0 100,0 -- --19 4,6 4,6 100,0 4,6 100,0 -- -- 4,6 100,020 6,5 6,5 100,0 6,5 100,0 -- -- 6,5 100,021 15,0 13,0 86,7 13,0 100,0 13,0 100,0 -- --22 10,0 9,0 90,0 9,0 100,0 -- -- 9,0 100,023 2,7 1,2 45,9 1,2 100,0 -- -- 1,2 100,024 2,5 1,9 76,0 1,9 100,0 -- -- 1,9 100,025 10,5 5,5 52,7 5,5 100,0 -- -- 5,5 100,026 5,0 2,0 40,0 1,4 67,5 -- -- 1,4 100,027 17,0 6,0 35,3 6,0 100,0 -- -- 6,0 100,028 8,0 3,5 43,8 3,5 100,0 3,5 100,0 -- --29 8,0 3,0 37,5 3,0 100,0 -- -- 3,0 100,030 13,0 13,0 100,0 13,0 100,0 9,0 69,2 4,0 30,8

TOTALE 657,4 483,6 73,6 483,0 99,9 142,5 29,5 340,5 70,5

SAU Totale (a)

(ha)

SAU destinata a vigneto (b)

(ha)

% (e)/( c)

SAU per produz. Uva da Vino

( c) (ha)

SAU per UVA DA

VINO BIOLOGICA

(d) (ha)

SAU per UVA DA

VINO CONVENZ.

(e) (ha)

Azienda N°

% (b)/(a)

% (d)/( c)

% ( c)/(b)

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

122

Tab. 7.8 - Aziende vitivinicole esaminate per classi di SAU destinata a vigneto (*)

n° %S enza superfic ie 4 11,8f ino a 1 e tta ro 1 2,91,1 - 2 ha 6 17,62,1 - 4 ha 5 14,74,1 - 6 ha 3 8,86,1 -10 ha 5 14,810,1 - 15 ha 5 14,815,1 - 20 ha 1 2,920,1 - 30 ha 1 2,930,1 - 50 ha 2 5,950,1- 100 ha 0 0,0o ltre 100 ha 1 2,9T O T ALE 34 100,0

C LA SSI D I S U PE R FIC IEA ziende

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Per quanto concerne le varietà coltivate emerge che, quelle maggiormente diffuse

nelle aziende del campione sono il Nerello Mascalese ed il Carricante, che

insistono, rispettivamente, sul 60% e sul 13,7% della superficie investita ad uva

da vino. Marginale la presenza del Nerello Cappuccio o Mantellato (2,4% della

superficie), del Catarratto e della Minnella. Interessante sottolineare la presenza

sul 21% della superficie vitivinicola esaminata di altre cultivar autoctone (come

Nero d’Avola, Inzolia, Zibibbo, Moscatella dell’Etna ecc.) e alloctone (quali

Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, ecc.) (Tab. 7.9).

La forma di allevamento dei vigneti più diffusa è quella a spalliera (86,7%),

seguita da quella ad alberello (36,7% della superficie) ed a tendone (3,3%)

(Fig. 7.4).

Peraltro, tali vigneti hanno un’età abbastanza elevata considerato che, nel 30%

delle aziende esaminate sono state rilevate viti di età compresa tra i 35 ed i 55

anni. In più di 1/5 di esse, sono presenti viti con età impiantate tra 55 e 100 anni

orsono ed il 10% delle imprese ha dichiarato l’esistenza di piante con oltre 100

anni d’età. Per contro, nel 23% di esse si rileva un rinnovo del vigneto, con

impianti di età inferiore ai 5 anni, verosimilmente, frutto d’interventi di

123

ristrutturazione e riconversione dei vigneti, secondo le direttive del piano

regionale in materia, orientato al perseguimento degli obiettivi della nuova OCM

vino (Tab. 7.10).

Tab. 7.9 - Principali cultivar da vino presenti nelle aziende esaminate per superficie investita e forma di produzione (*)

ha % ha % ha %

61,53 43,2 228,28 63,5 289,81 60,2

8,50 6,0 9,05 2,4 17,55 2,4

17,90 12,6 48,67 14,4 66,57 13,7

2,20 1,5 2,05 0,6 4,25 0,90,20 0,1 2,15 0,6 2,35 0,6

52,18 36,6 50,25 18,5 102,43 21,2

142,51 100,0 340,45 100,0 482,96 100,0TOTALE

Nerello cappuccio o mantellato

Carricante

CatarrattoMinnellaAltre cultivar

Totale

Nerello mascalese

Superficie biologica

Superficie convenzionaleCULTIVAR

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.4 - Forme di allevamento delle viti da vino nelle aziende campione (*)

Altre forme3,3% Tendone

3,3%Alberello36,7%

Spalliera86,7%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

124

Tab. 7.10 – Aziende vitivinicole per età delle viti impiantate (*)

Classi di età delle viti N° aziende %fino al 1900 3 10,01901-1950 7 23,31951-1970 9 30,01971-1980 5 16,71981-1990 7 23,31991-2000 4 13,32001-2004 7 23,3

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100%

delle aziende esaminate con superficie, poiché in molte di esse si trovano viti con età d'impianto diversa.

7.2.1 – La destinazione della produzione L’analisi dei dati raccolti inerenti la produzione di uva nelle aziende esaminate,

distinta per cultivar, mette in evidenza come, nel biennio 2003-2004, la

produzione delle 30 aziende sia cresciuta del 91% rispetto al biennio precedente, i

cui volumi produttivi sono stati fortemente influenzati dalle condizioni climatiche

particolarmente siccitose. Conseguentemente, le rese medie sono aumentate dai

2,5 t/ha ai 4,8 t/ha.

Tra le cultivar specificate, in entrambi i bienni osservati, prevale la produzione del

Nerello Mascalese; dato prevedibile poiché, secondo il disciplinare di produzione,

il DOC Etna si produce con almeno l’80% di questa varietà. Le altre cultivar

maggiormente prodotte sono state il Carricante, il Cataratto e la Minnella

(Tab. 7.11). Per la voce “altre cultivar” i maggiori quantitativi di uve prodotte

sono quelle di Nero d’Avola (tipologia largamente presente nei vini ad IGT),

seguite dalle uve di: Grenache, Cabernèt Sauvignon, Merlòt, Chardonnay, Inzolia,

Zibibbo, Malvasia, Moscatella dell’Etna, ecc.

125

Tab. 7.11 - Evoluzione della produzione di uva da vino per principali cultivar nelle aziende esaminate (Medie Biennali) (*)

t % t %Nerello mascalese 540,19 44,5 836,11 36,0Nerello cappuccio o mantellato 29,00 2,4 49,30 2,1Carricante 73,05 6,0 127,51 5,5Catarratto 4,00 0,3 10,25 0,4Minnella 5,50 0,5 4,50 0,2Altre cultivar 563,47 46,3 1.294,61 55,8

TOTALE 1.215,21 100,0 2.322,27 100,0 resa media (t/ha) 2,5 4,8

CULTIVAR 2001-2002 2003-2004

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Inoltre, 12 aziende (35% del totale) hanno dichiarato l’acquisto di uva da terze

imprese, spesso piccoli produttori operanti sul territorio e, in quanto tali, non

interessati alla trasformazione in proprio delle uve prodotte.

Dai dati raccolti in merito si osserva come, nel biennio 2003-2004, i quantitativi

di uva acquistata presso i terzi siano cresciuti del 48% rispetto al biennio

precedente attestandosi su una media di 538,5 tonnellate. In particolare, oltre i ¾

delle uve acquistate appartengono alla varietà del Nerello mascalese, il 12% sono

uve di Carricante, il 9,7% sono di Nerello Cappuccio ed il restante quantitativo

appartiene ad altre cultivar (Tab. 7.12).

Tali uve sono state acquistate sul mercato locale a prezzi medi oscillanti, nel

quinquennio 2000-2004, tra 65 e 70 Euro al quintale.

Tab. 7.12 - Quantitativi di uve acquistate da terzi per principali cultivar (Medie Biennali) (*)

t % t %

2 7 7 , 3 7 6 , 2 4 1 3 , 5 7 6 , 8

3 5 , 0 9 , 6 5 2 , 5 9 , 7

5 1 , 5 1 4 , 2 6 8 , 5 1 2 , 7

0 , 0 0 , 0 4 , 0 0 , 7

3 6 3 , 8 1 0 0 , 0 5 3 8 , 5 1 0 0 , 01 0 0 1 4 8

T O T A L E

2 0 0 1 - 2 0 0 2C U L T I V A R

2 0 0 3 - 2 0 0 4

A l t r e c u l t i v a r

N e r e l l o m a s c a l e s eN e r e l l o c a p p u c c i o

C a r r i c a n t e

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

126

Per quanto concerne la fase di trasformazione, come innanzi detto, il 14,7% delle

imprese campione (n. 5) non vinificano e vendono l’uva a terzi che si occupano di

trasformazione ed imbottigliamento.

Altre 5 imprese vinificano in c/terzi, ossia affittano la cantina di terzi, mentre la

restante parte delle aziende (il 62%) è dotata di cantina.

L’analisi dei dati inerenti la destinazione delle uve mostra che 14 delle imprese

esaminate vendono parte e, in alcuni casi, tutta l’uva prodotta a terze imprese. Nel

complesso, i quantitativi mediamente venduti negli ultimi due bienni risultano

pressoché costanti (Tab. 7.13). Il commercio di uve riguarda in modo preminente

quelle di Nerello mascalese (oltre l’80% del venduto), di Carricante e tra le “altre

uve” il Nero d’avola in particolare, a prezzi medi di vendita cresciuti dai

51 Euro/quintale del 2000 ai 61 Euro/quintale nel 2004 (Fig. 7.5).

Inoltre, è interessante sottolineare come solo il 40% delle aziende esaminate

dispongono di dati certi sui quantitativi di uve prodotte, in quanto attuano la

pesatura con bilance, nel restante 60% delle imprese la produzione viene stimata

in base al numero di “cassette” raccolte.

Le rese medie di uva in vino, sia per quelli di qualità che per quelli da tavola,

oscillano, a seconda delle annate, tra il 68 ed il 70% (ovvero, 0,68-0,70 hl/quintale

di uva trasformata).

Tab. 7.13 - Quantitativi di uve vendute a terzi per cultivar (medie biennali) (*)

t % t %N e r e l l o m a s c a l e s e 9 6 , 2 3 8 1 , 8 9 7 , 0 0 8 2 , 1N e r e l l o c a p p u c c i o 0 , 0 0 0 , 0 0 , 0 0 0 , 0C a r r i c a n t e 3 , 7 3 3 , 2 4 , 2 5 3 , 6C a t a r a t t o 0 , 0 0 0 , 0 0 , 0 0 0 , 0M i n n e l l a 0 , 0 0 0 , 0 0 , 0 0 0 , 0A l t r e 1 7 , 5 8 1 5 , 0 1 6 , 9 3 1 4 , 3T O T A L E 1 1 7 , 5 3 1 0 0 , 0 1 1 8 , 1 8 1 0 0 , 0

C U L T I V A R 2 0 0 1 - 2 0 0 2 2 0 0 3 - 2 0 0 4

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

127

Fig. 7.5 - Evoluzione dei prezzi medi di vendita delle uve per produzione vini di qualità nell'area etnea (*)

61

57

5554

51

50

52

54

56

58

60

62

2000 2001 2002 2003 2004Anni

Euro

/qui

ntal

e

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati

Inoltre, nel biennio 2003-2004, i dati di produzione nelle imprese etnee del

campione mostrano volumi medi di vini a DOC dell’ordine di 7,6 mila ettolitri,

con una crescita del +68% rispetto al biennio precedente. Ciò, soprattutto, grazie

all’aumento (+57%) dei quantitativi di vino rosso/rosato a DOC che, cresciuti dai

3.600 hl del 2001-2002 agli oltre 5.700 ettolitri del 2003-2004, rappresentano i ¾

della produzione di vini etnei a denominazione (Tab. 7.14).

Raddoppiata, rispetto al 2001-2002, risulta invece la produzione di quelli a IGT

che, con oltre 20 mila ettolitri prodotti nel 2003-2004, contribuisce per il 45,5%

alla produzione vinicola globale delle aziende esaminate.

Tale incremento è, verosimilmente, dovuto a condizioni climatiche più favorevoli

negli ultimi anni, ad una maggiore specializzazione produttiva, nonché alla

crescita del numero d’imprese dedite alla produzione enologica di qualità.

Nel complesso, nell’ultimo biennio esaminato, i vini di qualità (DOC e IGT)

ottenuti dal campione d’imprese assommano ad appena il 63% dei volumi totali e,

pertanto, notevole continua ad essere il peso (37%) dei vini comuni (da tavola e

novello) (Tab. 7.14). A questo proposito, tra quelle indagate sono soltanto 9

(il 26%) le più grosse realtà operanti nel segmento di vini di qualità.

In merito alle tecnologie di trasformazione delle uve è stato rilevato l’impiego di

pigia-diraspatrici e, nel 30% delle imprese che vinificano, anche l’utilizzo di

128

vinificatori a temperatura controllata che permettono di monitorare il processo di

fermentazione (realizzato nella maggior parte dei casi con l’ausilio di starter,

ossia di lieviti selezionati), consentendo un miglioramento della qualità del

prodotto finale.

Non mancano, tuttavia, imprese, soprattutto di piccole dimensioni e con bassi

volumi produttivi, che dichiarano di utilizzare le obsolete vasche in cemento in

cui avviene il tradizionale processo di fermentazione spontanea.

Per quanto concerne lo stoccaggio e i sistemi di affinamento del prodotto è

possibile osservare un preponderante impiego delle vasche di acciaio inox (60%

delle imprese) destinate, principalmente, all’affinamento dei vini bianchi nonché

delle barrique e/o botti di rovere (50% dei casi) e delle tradizionali botti di

castagno (14,7% delle imprese) che accolgono soprattutto vini rossi-rosati

(Tab. 7.15).

Peraltro, variabili sono anche i tempi di affinamento del prodotto prima del

confezionamento e, in linea di massima, quasi mai inferiori ai 12 mesi.

Interessante osservare (Tab. 7.16) come, per i vini bianchi DOC si preferisce

l’affinamento in vasche di acciaio inox per periodi che, nella metà dei casi in

esame, sono compresi tra 4-6 mesi. Stessi tempi medi di affinamento in vasche

inox sono previsti, nella maggior parte dei casi, anche per i rossi DOC che poi

continuano l’affinamento in barrique e/o botti di rovere o di castagno per periodi,

prevalentemente, non inferiori a 10-12 mesi che arrivano a 15-18 mesi nel 25%

delle aziende esaminate. Per i vini a IGT è previsto un periodo di affinamento in

vasche di acciaio variabile, per lo più, tra i 10-12 mesi per i bianchi ed i 4-6 mesi

per i rossi.

129

Tab. 7.14 - Evoluzione della produzione enologica nelle aziende del campione per tipologia di vino prodotto (medie biennali) (*)

h l % s u T o t . D O C

% s u T o ta le h l %

s u T o t . D O C%

s u T o ta le

V IN O A D .O .C . R O S S O /R O S . 3 .6 6 4 7 9 ,8 1 3 ,6 5 .7 8 3 7 5 ,3 1 3 ,1

V IN O A D .O .C . B IA N C O 5 2 0 1 1 ,3 1 ,9 8 8 5 1 1 ,5 2 ,0

9 6 2 ,2 0 ,4 6 9 5 9 ,0 1 ,6

3 0 9 6 ,7 1 ,1 3 2 7 4 ,2 0 ,74 .5 8 9 1 0 0 ,0 1 7 ,0 7 .6 9 0 1 0 0 ,0 1 7 ,4

1 0 0 1 6 8 V IN O a I .G .T . (b ) 1 0 .0 3 5 3 7 ,3 2 0 .0 8 3 4 5 ,5

1 0 0 2 0 0 1 4 .6 2 4 5 4 ,3 2 7 .7 7 3 6 2 ,9

1 0 0 1 9 0 V IN O D A T A V O L A ( c ) 1 2 .0 9 9 4 4 ,9 1 6 .0 4 8 3 6 ,4

1 0 0 1 3 3 V IN O N O V E L L O (d ) 2 0 3 0 ,8 3 1 5 0 ,7

1 0 0 1 5 6 2 6 .9 2 6 1 0 0 ,0 4 4 .1 3 6 1 0 0 ,0

1 0 0 1 6 4

2 0 0 3 -2 0 0 4

T O T A L E V IN I D I Q U A L IT A ' (a )+ (b )

T O T A L E (a )+ (b )+ (c )+ (d )

2 0 0 1 -2 0 0 2T IP O L O G IA

V IN O A D .O .C . R O S S O IN P U R E Z Z A (1 0 0 % N e re l lo M a s c a le s e )

V IN O A D .O .C . B IA N C O IN P U R E Z Z A (1 0 0 % C a r r ic a n te )T O T A L E V IN I a D .O .C . (a )

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Nei dati di produzione delle singole tipologie di vino sono state considerate anche le produzioni acquistate

dalle tre imprese del campione che si occupano solo dell’imbottigliamento.

130

Tab. 7.15 - Tecnologie utilizzate per l'affinamento dei vini nelle imprese esaminate (*)

T E C N O L O G IA N . a z ie n d e %

V a s c h e d i a c c ia io 2 1 6 1 ,8B a r r iq u e o b o t t i d i r o v e re 1 7 5 0 ,0

B o tt i d i C a s ta g n o 5 1 4 ,7

N o n e s e g u o n o la v in if ic a z io n e 5 1 4 ,7T O T A L E A Z IE N D E 3 4

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Il totale è superiore al 100% in quanto ogni azienda può far ricorso a più tecnologie per l’affinamento dei vini prodotti.

Tab. 7.16 - Frequenze osservate dei tempi di affinamento dei vini di qualità

prodotti nelle imprese esaminate (*)

Bianchi Rossi Bianchi Rossi Bianchi Rossi Bianchi Rossi

Frequenze fino a 3 mesi 2 3 2 1 14 - 6 mesi 4 4 3 5 2 2 47 - 9 mesi 1 1 2 110 - 12 mesi 3 4 3 1 6 1 312 - 15 mesi 115 - 18 mesi 1 1 4 119 - 24 mesi 2 1 1oltre 24 mesi 1 2

Quota (%) fino a 3 mesi 25,0 21,5 18,2 11,1 25,04 - 6 mesi 50,0 28,6 27,3 55,6 12,5 50,0 40,07 - 9 mesi 7,1 9,1 12,5 10,010 - 12 mesi 21,5 36,4 33,3 50,0 37,5 25,0 30,012 - 15 mesi 7,115 - 18 mesi 7,1 50,0 25,0 10,019 - 24 mesi 25,0 9,0 10,0oltre 24 mesi 7,1 12,5

Vini a IGTBARRIQUE DI ROVERE

Tempi di affinamento

Vini a DOC Vini a IGTVASCHE D'ACCIAIO INOX

Vini a DOC

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati

Per quanto concerne la fase dell’imbottigliamento si rileva che, solo il 76% delle

imprese (n. 26) imbottigliano il prodotto finale mentre il restante 24% (n. 8)

producono e commercializzano uve e/o vino allo stato sfuso.

Peraltro, delle imprese produttrici-imbottigliatrici solo in 7 di esse (26%) il

prodotto viene interamente imbottigliato, nel restante 74% delle aziende continua

131

a rimanere in uso assieme alla vendita del prodotto confezionato quella

tradizionale allo “stato sfuso”. Più in dettaglio, nel 38% delle aziende la fase

d’imbottigliamento è affidata a terzi che dispongono di tecnologie idonee, mentre

il resto del campione esaminato è attrezzato con sistemi, più o meno automatici,

che consentono il confezionamento dei vini nel rispetto delle vigenti normative

igienico-sanitarie. Dall’indagine è anche emerso che in 2 aziende, dati i modesti

quantitativi di vino confezionato, si attua l’imbottigliamento manuale.

A tal riguardo, si rileva una crescita dei volumi di vini confezionati (Fig. 7.6). Più

in dettaglio, al 2004, i quantitativi medi d’imbottigliato di quelli a Denominazione

di Origine Controllata risultano raddoppiati rispetto al 2001. Ciò principalmente

dovuto all’aumento (+2,4 volte) dei volumi d’imbottigliato per l’Etna DOC

rosso/rosato che, al 2004, ha raggiunto una media di 135 hl contro i 56 hl

mediamente confezionati al 2001. Più contenuta ma, comunque, significativa la

crescita, nel quadriennio in esame, del confezionato per l’Etna DOC bianco

(+38%) giunto, al 2004, ad una media di 36 ettolitri contro i 26 hl del 2000.

Trend decisamente crescente si rileva per l’imbottigliato dei vini a IGT aumentati,

al 2004, di 4,2 volte quelli al 2001. Marginali, anche se in aumento, i volumi di

vino novello imbottigliato, mentre in calo risultano, nell’ultimo anno, i

quantitativi di vino da tavola confezionato (Fig. 7.6).

Nel complesso, secondo le dichiarazioni degli imprenditori, nel periodo

esaminato, sono stati imbottigliati oltre 40 mila ettolitri di vini di qualità per un

totale di oltre 5,6 milioni di bottiglie.

L’incidenza dell’imbottigliato di qualità IGT e DOC sul totale prodotto nel

quadriennio esaminato, rimane intorno al 51% ed è maggiore per i vini a IGT

(52%) rispetto a quelli a DOC (47%). Per quest’ultimi è, soprattutto, nel segmento

dei vini bianchi che la quota del confezionato risulta maggiore (77% del totale

prodotto) (Tab. 7.17). Quanto detto, denota come ancora elevata sia la vendita allo

stato sfuso dei vini di qualità.

In merito alla valutazione d’incidenza dell’imbottigliato sul totale prodotto,

bisogna tener presente che questa non può essere definita in modo assoluto per la

sfasatura temporale derivante dai tempi di affinamento dei vini a monte

dell’imbottigliamento che, come detto innanzi, sono variabili dai 12 ai 18 mesi.

132

Da notare anche l’enorme quota (71%) di vino da tavola e di novello che è stato

mediamente imbottigliato nel quadriennio esaminato, indice di un’evoluzione del

comparto vitivinicolo sempre più attento, anche nell’area etnea, alle esigenze di

mercato, e sempre più consapevole del valore aggiunto correlato al prodotto

confezionato rispetto alla vendita di vino allo stato sfuso, soprattutto laddove si

tratta di prodotti di qualità come quelli a denominazione o a IGT.

133

Fig. 7.6 - Evoluzione dei quantitativi mediamente imbottigliati nelle aziende esaminate dell'area etnea, distinti per tipologia di prodotto (Periodo 2001-2004) (*)

0

100

200

300

400

500

600

2001 2002 2003 2004 Anni

Etto

litri*

azie

nda

VINO A DOC ROSSO/ROS.VINO A DOC BIANCO

VINI A I.G.T.

VINO DA TAVOLA

VINO NOVELLO

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

134

Tab. 7.17 - Ettolitri di vino prodotti ed imbottigliati nel quadriennio 2001-2004 nelle aziende esaminate distinti per tipologia di prodotto confezionato (*)

hl % hl %

Totale vini a DOC (A) 6.139 17,3 2.886 13,7 47,0 Vino a DOC Rosso/Rosato 5.119 14,4 2.096 10,0 41,0 Vino a DOC Bianco 1.020 2,9 790 3,8 77,5 Vini a IGT (B) 15.059 42,4 7.885 37,5 52,4

Totale vini di qualità (A)+(B) 21.198 59,7 10.772 51,2 50,8 Vino da tavola (C ) 14.074 39,6 10.034 47,7 71,3 Vino novello (D) 259 0,7 221 1,1 85,5

TOTALE (A)+(B)+(C )+(D) 35.531 100,0 21.027 100,0 59,2

TIPOLOGIA Prodotto (a) Imbottigliato (b) % (b)/(a)

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Medie Quadriennali. Nell’individuazione

del rapporto tra vino complessivamente prodotto ed imbottigliato in un dato arco temporale incide anche la sfasatura temporale delle due fasi derivante dai tempi di affinamento a monte dell’imbottigliamento che, in molti casi, per i vini di qualità, risultano superiori ai 12 mesi.

7.2.2 – La promozione e commercializzazione dei vini etnei

Sul piano della promozione dei vini si osserva il preminente ricorso (80% ) delle

imprese etnee alle fiere sia locali (5 imprese) che nazionali. A tal riguardo, 27

delle 34 aziende campione partecipano al Vinitaly, 3 anche ad Enopolis, 2 al

Salone del Gusto a Torino, ed altre dichiarano di partecipare anche a Fiere come

PRO-WINE, ME-WINE, DOUJA-D’OR. Tra le altre tecniche promozionali gli

imprenditori prediligono le visite in azienda (50% dei casi), solo il 32% di essi

investe in pubblicità su riviste ed il 35% del campione utilizza “altre forme di

promozione”, dalla televendita a serate di degustazione organizzati in locali

pubblici (Fig. 7.7).

135

Fig. 7.7 - Tecniche di promozione del vino imbottigliato usate dalle imprese esaminate (*)

79,4%

32,4%35,3%

50,0%

Pubblicità su riviste

Partecipazione a fiere

Visite in azienda

Altro

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Inoltre, quasi i 2/3 delle imprese (64%) hanno un sito web per la presentazione

dell’azienda e nel 52% dei casi questa finestra sul mondo della comunicazione

multimediale ha, al suo interno, un catalogo dei prodotti realizzati dall’azienda.

Tuttavia, solo il 24% del campione ricorre all’e-commerce, ossia alla vendita

on-line dei propri vini (Fig. 7.8, Fig. 7.9).

Peraltro, oltre metà (52%) delle aziende in esame partecipa a concorsi enologici

(Gambero Rosso, AIS, Vini di Montagna, Vini di Sicilia, Vini Buoni d’Italia,

ecc.), dimostrando di recepire l’importanza di promozione dei propri prodotti

anche mediante riconoscimenti da parte di esperti degustatori, i cui giudizi sono

considerati un importante banco di prova degli sforzi sostenuti dagli imprenditori

per accrescere la qualità dei loro prodotti (Fig. 7.10).

Dall’indagine emerge anche come il 68% delle imprese campione fa parte di

consorzi di produttori vitivinicoli, in particolare il Consorzio di Tutela dei vini

dell’Etna che, al marzo 2005, conta 49 soci (di cui 32 produttori e 17 produttori-

imbottigliatori). Ciò dimostra la crescita culturale e l’acquisizione da parte di tali

imprenditori della consapevolezza che solo attraverso la cooperazione tra realtà

produttive, per lo più di piccole e medie dimensioni quali sono quelle dell’area

etnea, è possibile conseguire dei risultati quali-quantitativi in grado di competere

con i “numeri globali” e promuovere prodotti di un territorio, come quello etneo,

con caratteristiche pedoclimatiche uniche, che rendono veramente tipici i vini

ottenuti.

136

Purtuttavia, ancora modesto, nel complesso, risulta l’associazionismo tra i

vitivinicoltori etnei che producono vini di qualità, considerato che, appena il 31%

delle imprese che, al 2004, hanno presentato denunce di produzione di vini a DOC

(155 imprese), fa parte del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna.

Anche tra le aziende del campione quasi un terzo di esse non fa parte di alcun

consorzio (Fig. 7.11), dimostrando come ancora forte sia lo spirito individualistico

di gestione che, al contempo, rappresenta un forte freno allo sviluppo del

comparto vitivinicolo etneo.

D’altro canto, modesta è anche la quota (38%) delle imprese esaminate inserite

nella Strada del Vino dell’Etna22, istituita in Sicilia insieme ad altre 6 Strade con

la legge regionale del 2 agosto 2002, quale strumento attraverso cui le cantine, le

aziende vinicole ed i terreni vitivinicoli possono essere divulgati,

commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica integrata con le altre realtà

produttive presenti su un territorio unico, ricco di valori naturali, culturali ed

ambientali qual’è quello etneo.

22 La Strada del Vino dell'Etna insiste nel territorio tra i comuni di Acireale, Aci Castello, Aci Trezza, Catania, Taormina ed i comuni che insistono nella zona dell’Etna DOC.

137

Fig. 7.8 - Presenza di sito web per la promozione dei vini nelle imprese del campione (*)

SI 64%

NO36%

Fig. 7.9 - Finalità di utilizzo del sito web (*)

Presentare l'azienda

64%

Vendita prodotti

24%

Catalogo prodotti

52%

Altro 0%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

138

Fig. 6.11 - Partecipazione a concorsi enologici delle imprese produttrici-

imbottigliatrici esaminate (*)

48% 52%SINO

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.11- Grado di adesione delle imprese esaminate a consorzi di produttori vitivinicoli (*)

SI 68%

NO32%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.12 - Imprese vitivinicole del campione inserite nella strada del vino dell'Etna (*)

SI 38%

NO 62%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.10 – Partecipazione a concorsi enologici delle imprese produttrici-imbottigliatrici

esaminate (*)

139

Per quanto concerne la fase di commercializzazione dei vini di qualità l’indagine,

per i vini a IGT, ha messo in evidenza (Tab. 7.18) che, oltre al mercato locale

(provincia di Catania), che rappresenta il confine commerciale per 6 delle aziende

esaminate, tali prodotti si collocano sul mercato regionale (68% delle imprese), ed

il 63% di esse sono presenti anche su quello nazionale. In particolare, tali vini

sono distribuiti in regioni del Nord Italia quali Lombardia, Liguria, Emilia

Romagna e, in qualche caso, sui mercati di regioni a forte tradizione vitivinicola

come quelli del Piemonte, della Toscana e del Veneto.

I Paesi europei a maggior indice di esportazione per i vini ad IGT etnei sono

rappresentati dalla Germania, Svizzera, Francia e Danimarca. Inoltre, nel 52% dei

casi (10 imprese) tali vini sono commercializzati oltre i confini europei, toccando

paesi quali: USA, Sud Africa e Giappone (Tab. 7.18).

Il commercio dei vini Etna DOC per un terzo delle aziende produttrici esaminate

(n. 723), viste le modeste quantità prodotte, è confinato alla provincia di Catania,

mentre le restanti attuano anche una distribuzione a livello regionale. Di queste,

solo 10 aziende commercializzano i propri vini a DOC anche sul mercato

nazionale, principalmente in regioni del Nord Italia (Piemonte, Veneto,

Lombardia, Emilia Romagna), e su quello europeo (Germania, Svizzera, Francia,

ecc.), mentre soltanto il 42% (9 imprese) è presente con i vini a DOC anche in

paesi extraeuropei (Malta, USA e Giappone) (Tab. 7.19).

23 Due delle sette imprese presenti solo sul mercato locale attuano la commercializzazione del vino prodotto allo stato sfuso.

140

Tab. 7.18 – Mercati di destinazione dei vini a IGT prodotti dalle imprese esaminate dell’area etnea (*)

AZIENDE N°. PROVINCIA DI CATANIA

REGIONE SICILIA ITALIA EUROPA Paesi ETRA UE

1 X XEMILIA ROMAGNA -

LIGURIA - LOMBARDIA

GERMANIA, FRANCIA

GRAN BRETAGNA

2 X3 X

EUROPA OCCIDENTALE CANADA, USA,EUROPA ORIENTALE SUD AMERICA

SUD AFRICA, DUBAI5 X X X6 X

7 X XLOMBARDIA, PIEMONTE,

VENETOGERMANIA, DANIMARCA MALTA

8 X X EMILIA ROMAGNA, VENETO

GERMANIA, SVIZZERA, AUSTRIA, INGHILTERRA USA

9 X

10 X X X GERMANIA, SVIZZERA GIAPPONE

11 X X TOSCANA, LAZIO, UMBRIA

12 X X GERMANIA MALTA

13 X X X DANIMARCA, SVIZZERA, SVEZIA USA

14 X X X SVIZZERA AMERICA

15 X

16 X X X SVEZIA, GERMANIA, DANIMARCA, FRANCIA USA, GIAPPONE

17 X

18 X X CALABRIA, LOMBARDIA SVIZZERA

19 X X X X

TOTALE AZIENDE 19 13 12 12 10

% 100,0 68,4 63,2 63,2 52,6

4 X X X

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Nella tabella è stata inserita anche l’azienda

del campione che produce e vende vino a IGT allo stato sfuso.

141

Tab. 7.19 – Mercati di destinazione del vino ETNA D.O.C. per le imprese esaminate (*)

AZIENDE N°. PROVINCIA DI CATANIA

REGIONE SICILIA ITALIA EUROPA Paesi ETRA UE

1 X XEMILIA ROMAGNA -

LIGURIA - LOMBARDIA

GERMANIA FRANCIA

GRAN BRETAGNA

2 X

3 X

4 X X X AUSTRIA GIAPPONE, STATI UNITI

5 X

6 X X X GERMANIA, SVIZZERA STATI UNITI

7 X XLOMBARDIA, PIEMONTE,

VENETO

GERMANIA, DANIMARCA MALTA

8 X X EMILIA ROMAGNA, VENETO USA

9 X

10 X X USA

11 X X X GERMANIA, SVIZZERA GIAPPONE

12 X X GERMANIA MALTA

13 X X X

SVEZIA, GERMANIA,

DANIMARCA, FRANCIA

USA, GIAPPONE

14 X15 X X X SVIZZERA AMERICA16 X X17 X18 X19 X X

20 X X CALABRIA, LOMBARDIA SVIZZERA

21 X X X XTOTALE AZIENDE 21 14 10 10 9

% 100,0 66,7 47,6 47,6 42,9 (*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Sono state considerate anche le aziende che

producono e vendono vino a DOC allo stato sfuso.

I dati medi di vendita, con riferimento ai vini di qualità, mostrano, nel quadriennio

2001-2004, quantità vendute per oltre 8.700 ettolitri all’anno. Più in dettaglio, i ¾

dei volumi commercializzati riguardano il segmento dei vini a IGT che in media

fa registrare una giacenza d’imbottigliato intorno al 16%, a fronte di giacenze

medie del 25% per i vini a DOC (Tab. 7.20)

Nel complesso, in crescita si rilevano i volumi del venduto di qualità, soprattutto

quelli dei vini a IGT, i cui valori medi sono aumentati di 4,5 volte tra il 2001 ed il

2004. Stesso trend si rileva per il segmento dei vini a DOC con quantità medie

142

vendute quasi triplicate nel periodo esaminato (Fig. 7.13). I dati assoluti,

confermano il trend crescente dei quantitativi venduti nelle aziende vitivinicole

del campione, con valori globali che, al 2004, per vini a IGT hanno sfiorato i

13.000 ettolitri e per quelli a DOC si sono attestate intorno ai 3.100 ettolitri

(Fig. 7.14).

La composizione delle vendite dell’imbottigliato di qualità per mercati di

destinazione mostra come, in media, tra il 55% ed il 65% del venduto è destinato

al mercato regionale, il 15-25% di tali vini finisce sui mercati italiani, il 10-18 %

raggiunge i mercati europei ed l’ 8-15% viene commercializzato in quelli extra

europei (principalmente USA e Giappone) (Fig. 7.15).

Tab. 7.20 - Quantità di vini di qualità imbottigliate e vendute nel quadriennio 2001-2004 nelle imprese esaminate (*)

Tipologia Imbottigliato (a) (hl)

Venduto (b) (hl)

% (b)/(a)

% Giacenza

media

Vini a DOC 2.886 2.150 74,5 25,5Vini a IGT 7.885 6.617 83,9 16,1TOTALE VINI DI QUALITA' 10.772 8.767 81,4 18,6

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Fig. 7.13 - Trend dei volumi medi del venduto dei vini di qualità confezionati nelle imprese etnee esaminate (*)

-

100

200

300

400

500

600

2001 2002 2003 2004 Anni

Etto

litri

x a

zien

da

VINO a IGT

VINO a DOC

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

143

Fig. 7.14 - Evoluzione delle vendite complessive dei vini di qualità confezionati nelle aziende del campione (Periodo 2001-2004) (*)

-

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2001 2002 2003 2004 Anni

Etto

litri Vini a IGT

Vini a DOC

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70

% vendite

Regione Sicilia

Italia

Europa

Paesi Extra UE

Mer

cati

Fig. 7.15 - Range delle vendite di vini di qualita' etnei per mercati di destinazione (2004) (*)

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Interessante osservare (Fig. 7.16) come, i 2/3 delle imprese esaminate non

usufruiscono di figure professionali per la commercializzazione del prodotto, e

preferiscono accentrare anche la funzione commerciale nella figura

dell’imprenditore. La conseguenza di questa scelta è, spesso, l’incapacità di

144

attuare adeguate politiche commerciali che consentano di accrescere la quota di

mercato e di conquistare nuovi spazi commerciali. Tali considerazioni sono

suffragate dalle notizie raccolte durante le interviste face-to-face, in quanto il 44%

degli imprenditori etnei intervistati ha dichiarato di avere difficoltà di

commercializzazione.

Per contro, solo un terzo delle aziende fa ricorso ad agenti e rappresentanti per la

promozione del prodotto sul territorio sia regionale e, soprattutto, su quello

nazionale ed estero (Fig. 7.16). Peraltro, qualche imprenditore dichiara anche il

ricorso a consulenti tecnografici in quanto cosciente del ruolo che l’immagine

gioca nella differenziazione del prodotto e nell’attrazione e riconoscimento da

parte del consumatore finale.

Fig. 7.16 - Presenza di figure professionali specializzate nella commercializzazione (*)

SI 35,3%

NO 64,7%

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

145

7.3 – ORGANIZZAZIONE E CARATTERISTICHE DEL LAVORO NELLE AZIENDE VITIVINICOLE ESAMINATE

Nella gestione dell’attività vitivinicola il 55% delle imprese campione coinvolge,

a tempo pieno (53% dei casi) anche i familiari. Quest’ultimi, nel 12% dei casi

rappresentano l’unica forza lavoro nella gestione dell’attività, mentre il restante

88% di esse ricorre anche a personale esterno assunto, prevalentemente (79%), a

tempo determinato per oltre 9.900 giornate all’anno. L’assunzione di personale a

tempo indeterminato riguarda meno di un terzo delle aziende e poco più di un

quinto (22%) degli addetti esterni (Tab. 7.21). Ciò è tipico di un’attività a forte

carattere di stagionalità nei lavori condotti che, nelle aziende esaminate, vede

coinvolte mediamente 328 unità, di cui il 90% costituito da personale esterno che,

ovviamente, aumenta nel periodo della vendemmia.

Tab. 7.21 – Principali caratteri del lavoro nelle imprese vitivinicole esaminate (*)

N. %Totale aziende del campione 34 100,0Aziende che impiegano manodopera familiare 19 55,9

Aziende con familiari coinvolti a tempo pieno (n°; %) 10 52,6Aziende con familiari a part-time (n°; %) 7 36,9Aziende con familiari coinvolti a carattere stagionale (n°; %) 2 10,5

Aziende con dipendenti esterni 30 88,2Aziende con dipendenti a tempo determinato 27 79,4Aziende con dipendenti a tempo indeterminato 11 32,4

Personale complessivamente coinvolto nell'attività vitivinicola (n° unità) 328 100,0Personale esterno 296 90,2Manodopera familiare 32 9,8

Personale assunto a tempo determinato 255 77,7Personale assunto a tempo indeterminato 73 22,3Totale giornate annue con impiego di personale esterno a tempo determinato 9.927

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Più in dettaglio, il 44% delle imprese non coinvolge nessun familiare nell’attività

in esame, quasi un terzo ha la collaborazione di un solo familiare, in 5 aziende

sono coinvolti 2 familiari e soltanto una è la realtà produttiva in cui sono

interessati 4 familiari (Tab. 7.22).

146

Una classificazione delle imprese in funzione del numero di addetti esterni mostra

come la maggior quota di esse (23%) ha 5-6 di dipendenti, un altro quinto non

supera le 2 unità, 4 di esse hanno tra 20 e 30 dipendenti. Soltanto una è la realtà

produttiva con più di 30 dipendenti (Tab. 7.23).

Tab. 7.22 – Aziende per numero di familiari coinvolti nell’attività vitivinicola (*)

N u m e r o f a m il ia r i N . a z ie n d e %N e s s u n f a m i l ia r e 1 5 4 4 ,11 1 1 3 2 ,42 5 1 4 ,73 2 5 ,94 1 2 ,9p iù d i 4 0 0

T O T A L E A Z IE N D E 3 4 1 0 0 ,0 (*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Tab. 7.23 – Aziende vitivinicole esaminate per classi di addetti esterni (*)

C l a s s i d i a d d e t t i N . a z ie n d e %

N e s s u n a d d e t t o e s t e r n o 4 1 1 , 81 - 2 7 2 0 , 63 - 4 5 1 4 , 75 - 6 8 2 3 , 57 - 8 1 2 , 99 - 1 0 1 2 , 91 0 - 1 5 2 5 , 91 5 - 2 0 1 2 , 92 0 - 3 0 4 1 1 , 8> 3 0 1 2 , 9

T O T A L E A Z I E N D E 3 4 1 0 0 , 0 (*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

147

7.4 - PRINCIPALI CARATTERI ECONOMICI DELLE IMPRESE ESAMINATE

La competitività delle imprese anche per il comparto vitivinicolo passa,

inevitabilmente, attraverso attente politiche di marketing che puntino al rapporto

qualità-prezzo, carta vincente per incrementare le vendite sia sui mercati in cui si

è presenti e sia, soprattutto, in nuovi mercati quali quelli internazionali, sempre

più agguerriti dalla presenza di vini di buona qualità proposti a prezzi sempre più

bassi.

L’analisi dei prezzi di vendita dei vini di qualità etnei non può prescindere dal

considerare i costi di produzione che, inevitabilmente, incidono sulla formazione

del prezzo finale. Bisogna, tuttavia, sottolineare come, i dati raccolti, inerenti i

costi medi di produzione dei vini di qualità hanno solo una funzione indicativa e,

non possono, ovviamente essere considerati come dati assoluti delle singole realtà

produttive in quanto, verosimilmente, non rispondenti del tutto al vero per la

necessità, da parte degli operatori, di giustificare i corrispondenti prezzi di vendita

nonché di occultare l’entità dei corrispondenti guadagni.

Dalla tabella 7.24 è possibile osservare, tra il 2000 ed il 2004, un trend crescente

dei costi ed un gap notevole tra i costi medi di produzione dichiarati dalle varie

imprese esaminate, si va dai 0,62 Euro/litro sino agli 8,50 Euro/litro per i vini a

IGT, più concentrati, su una media di 4-6 Euro/litro con punte di 8-8,50

Euro/litro, quelli per i DOC rossi-rosati, mentre per i bianchi DOC oscillano tra

1,90 e 8,50 Euro/litro.

Tale gap nei costi medi è, verosimilmente, dovuto a realtà produttive operanti in

condizioni più o meno disagiate, sui quali incide pesantemente il grado di

meccanizzabilità delle operazioni di gestione dei vigneti, correlato alla morfologia

dei terreni coltivati (terrazze); nonché alle modeste e, spesso, piccole dimensioni

aziendali che, ovviamente, influiscono sul conseguimento di economie di scala,

possibili in grosse realtà produttive.

Conseguentemente, anche per quanto concerne i prezzi medi di vendita in

“cantina”, IVA esclusa, tra il 2000 ed il 2004, si osserva (Fig. 7.16) un trend

crescente con valori medi che, al 2004, hanno raggiunto i 7,44 Euro/litro (5,58

148

Euro/bottiglia) per i vini IGT, gli 8,60 Euro/litro (6,45 €/bottiglia) per i DOC rossi

e gli 8,80 Euro/litro (6,60 €/bottiglia) per i vini bianchi DOC.

Interessante osservare peraltro come, nel quinquennio esaminato (2000-2004), la

crescita dei prezzi abbia interessato, soprattutto, i vini a IGT (+67% rispetto al

2000), minore, ma pur sempre considerevole, l’evoluzione di quelli dei vini a

DOC rossi e bianchi cresciuti, rispettivamente, del 50% e del 55% (Fig. 7.17). Ciò

sicuramente, effetto di una maggiore domanda per un prodotto di buon livello a

prezzi finali più contenuti rispetto ai vini a DOC.

I prezzi al consumatore, giocano un ruolo fondamentale nella crescita dei volumi

di vendita e, quindi, del fatturato delle imprese e la scelta di una “filiera corta”,

dove il produttore imbottiglia il prodotto e lo vende direttamente al consumatore

finale o tramite accordi con il c.d. “commercio organizzato”, evitando il passaggio

tramite grossista, rappresenta sicuramente una carta vincente per la crescita

economica delle imprese vinicole.

Peraltro, sul piano economico una delle principali problematiche messe in luce

dagli imprenditori intervistati è l’eccessivo immobilizzo di capitali correlato sia ai

tempi di affinamento (oscillanti mediamente tra i 12 ed i 18 mesi) necessari

affinché il prodotto trasformato sia pronto ad essere immesso sul mercato, sia alla

difficoltà di recupero dei crediti dagli intermediari nella commercializzazione che,

spesso, lamentano bassi livelli di vendite finali e lunghi tempi di smaltimento

delle scorte enologiche.

L’obiettivo che va sempre tenuto presente è quello del rapporto qualità/prezzo, sia

per la conquista o la maggiore penetrazione sul mercato interno e sia, soprattutto,

su quello estero su cui si gioca lo sviluppo dell’intero comparto vitivinicolo, viste

le previsioni di scarsa crescita dei consumi interni.

Per contro, un altro handicap rilevato nelle imprese vitivinicole etnee oggetto

d’indagine è la pressoché totale assenza24 d’implementazione di sistemi di qualità

certificati secondo le norme UNI EN ISO 9000 e/o UNI EN ISO 14000 che, viste

le tendenze della domanda sempre più orientata verso prodotti di qualità,

attribuiscono valore aggiunto ai vini prodotti, rappresentando un importante

24 Una sola impresa tra le 34 esaminate ha dichiarato di avere la certificazione del sistema di qualità e quella ambientale, e sta puntando anche all’applicazione del sistema di “tracciabilità del prodotto”.

149

elemento di differenziazione per la conquista anche di quelle fasce di consumatori

in cerca di qualità “certificata”.

I dati di fatturato dichiarati dagli imprenditori del campione mettono in evidenza

(Tab. 7.25) il dualismo del comparto vitivinicolo etneo che vede, da un lato,

numerose imprese tradizionali, sempre più deboli, che producono vini destinati

alla vendita allo stato sfuso o soltanto materia prima (uve), i cui livelli di fatturato

continuano ad essere irrisori (nel 35% dei casi inferiori ai 10.000 euro/anno), e

dall’altro, le grosse realtà produttive, con interessanti livelli di fatturato.

Quest’ultime, appena il 17 % (n. 6) delle imprese esaminate, non solo riescono ad

accorciare la filiera, imbottigliando direttamente il prodotto e, in qualche caso, ad

evitare il passaggio tramite grossista, ma anche ad avere i numeri

quali-quantitativi tali da investire nella promozione e nella conquista di maggiori

fette di mercato.

Nel complesso, secondo i dati forniti dagli imprenditori25, dal comparto

vitivinicolo etneo è scaturito, nel 2004, un fatturato superiore agli 8 milioni di

Euro.

Per quanto concerne le forme di finanziamento dell’attività vitivinicola

(Tab. 7.26), oltre agli investimenti di capitale proprio per tutte le realtà produttive

indagate, 2 imprese sono ricorse anche al finanziamento ordinario ed il 23% delle

imprese ha ottenuto finanziamenti agevolati. Di quest’ultime, 2 imprese hanno

specificato di aver ottenuto finanziamenti dalla misura 4.09 del POR Sicilia, altre

3 sono state finanziate per opere di ristrutturazione tecnologica tramite i PIT.

Peraltro, il 29% delle imprese esaminate ha ottenuto “altre forme di

finanziamento”, di cui 9 di esse per interventi di ristrutturazione e riconversione

dei vigneti e 1 azienda per nuovo impianto di vigneti.

25 Dato stimato sulla base dei dati forniti da 31 delle 34 imprese del campione.

150

Tab. 7.24 - Evoluzione dei costi medi di produzione nelle imprese esaminate per tipologia di prodotto (*)

2000 2001 2002 2003 2004 2000 2001 2002 2003 2004 2000 2001 2002 2003 20041 -- -- -- -- -- -- -- -- 2,50 2,50 -- -- -- -- --2 1,80 1,80 1,86 1,93 2,13 2,23 2,40 2,60 2,80 3,06 2,26 2,53 2,60 2,80 3,063 -- -- -- -- 4,00 -- -- -- -- 6,00 -- -- -- -- --4 -- -- -- -- -- 0,90 0,90 1,00 1,00 1,10 -- -- -- -- --5 -- -- -- -- 8,00 -- -- -- -- 8,00 -- -- -- -- --6 -- -- -- -- 1,90 -- -- -- -- 2,10 -- -- -- -- 1,907 0,65 0,79 1,25 0,57 0,62 -- -- -- -- -- -- -- -- -- --8 -- -- -- -- 1,44 -- -- -- -- 2,63 2,409 -- -- -- -- 8,00 -- -- -- -- -- -- -- -- -- --10 -- -- -- -- 0,90 -- -- -- -- -- -- -- -- -- --11 -- -- -- -- 1,10 -- -- -- -- -- -- -- -- -- --12 -- -- 6,00 6,00 6,00 -- -- -- -- 6,66 -- -- -- -- --13 -- -- -- -- -- -- -- -- -- 4,00 -- -- -- -- --14 -- -- -- -- -- -- -- -- -- 1,00 -- -- -- -- --15 -- -- -- -- -- 3,46 3,60 3,73 3,80 4,00 -- -- -- -- --16 -- -- 3,50 2,80 3,50 -- -- -- 5,00 5,00 -- -- -- -- --17 -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --18 7,50 7,50 8,30 8,30 8,50 7,50 7,50 8,30 8,30 8,50 7,20 7,30 7,80 8,00 8,00

Aziende

COSTI DI PRODUZIONE VINO IGT (EURO/LITRO)

COSTI DI PRODUZIONE VINO DOC ROSSO (EURO/LITRO)

COSTI DI PRODUZIONE VINO DOC BIANCO (EURO/LITRO)

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati. Si riportano i dati di costo dichiarati dalle imprese che hanno gentilmente fornito il dato.

151

Fig. 7.17 - Evoluzione dei prezzi medi di vendita dei vini di qualità nell'area etnea (Periodo 2000-2004) (*)

0,001,002,003,004,005,006,007,008,009,00

10,00

Anni

Euro

/Litr

o

VINO A IGT 4,45 4,78 5,30 5,15 7,44

VINO D.O.C. ROSSO/ROS. 5,73 6,22 6,89 6,85 8,62

VINO D.O.C. BIANCO 5,67 6,96 7,02 7,23 8,80

2000 2001 2002 2003 2004

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

152

020406080

100120140160180

Num

eri i

ndic

e

2000 2001 2002 2003 2004 Anni

Fig. 7.18 - Evoluzione dei prezzi medi di vendita dei vini di qualità etnei. Numeri Indice (2000=100) (*)

VINO A IGT VINO D.O.C. ROSSO/ROS. VINO D.O.C. BIANCO

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

Tab. 7.25 – Fatturato delle imprese vitivinicole del campione nel 2004 (*)

C la s s i d i f a t t u r a t o( E u r o ) n ° %

< 1 0 . 0 0 0 1 2 3 5 , 31 1 . 0 0 0 - 3 0 . 0 0 0 6 1 7 , 63 1 . 0 0 0 - 5 0 . 0 0 0 2 5 , 95 1 . 0 0 0 - 1 0 0 . 0 0 0 4 1 1 , 81 0 1 . 0 0 0 - 3 0 0 . 0 0 0 2 5 , 9> 3 0 0 . 0 0 0 6 1 7 , 6N o n r i s p o n d e 2 5 , 9

T O T A L E 3 4 1 0 0 , 0

A z ie n d e

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

153

Tab. 7.26 – Fonti di finanziamento dell’attività vitivinicola nelle imprese esaminate (*)

n ° %

A U T O F I N A N Z I A M E N T O 3 4 1 0 0 , 0F I N A N Z . O R D I N A R I O 2 5 , 9F I N A N Z . A G E V O L A T O 8 2 3 , 5A L T R O 1 0 2 9 , 4T O T A L E I M P R E S E 3 4 1 0 0 , 0

A z i e n d eF O R M E D I F I N A N Z I A M E N T O

(*) Nostra elaborazione su dati direttamente rilevati.

7.5 – PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA, LIMITI ED OPPORTUNITA’ DELLA FILIERA VITIVINICOLA NELL’AREA ETNEA

Di seguito vengono sintetizzati i punti di forza e di debolezza e le opportunità ed i

limiti del comparto vitivinicolo etneo. Pur differenziando l’analisi per le principali

fasi della filiera è, ovvio che, per il grado d’integrazione verticale esistente, alcuni

punti di forza e di debolezza riguardano tutti gli stadi della filiera vitivinicola.

Analisi SWOT A) PUNTI DI FORZA A.1) Nella Produzione:

presenza di vitigni autoctoni (quali Nerello mascalese, Carricante,

Catarratto, Nero d’avola, Moscatella dell’etna, ecc.) assoggettabili a una

riqualificazione produttiva;

Ambiente pedo-climatico favorevole e tipico per il connubio tra terreni di

origine vulcanica ricchi di microelementi importanti e il particolare

microclima che si sviluppa per effetto dell’altitudine e dell’esposizione

alla luminosità solare, che permettono di ottenere, a Sud e a Nord del

Vulcano, uve e vini con caratteristiche organolettiche uniche e tipiche

della zona etnea;

154

Possibilità di allevamento di vitigni alloctoni (Chardonnay, Cabernet

Sauvignon, Merlot, ecc.) da destinare alla diversificazione della

produzione enologica etnea di qualità onde renderla sempre più

rispondente anche alla domanda internazionale;

Progressiva diffusione di forme di allevamento dei vigneti (spalliera,

alberello) che rendono più agevole la meccanizzazione della vitivinicoltura

etnea con possibili riduzioni dei costi di produzione;

Incremento delle superfici destinate alle produzioni a IGT ed a DOC-

DOCG. Quest’ultime, ancorché in crescita, rappresentano appena il 26%

della superficie vitivinicola complessiva provinciale.

A.2) Nella Trasformazione:

Adeguamento tecnologico delle imprese che attuano la trasformazione,

con introduzione di attrezzature in acciaio in sostituzione di quelle in

cemento, nonché di nuove pigiatrici e di vinificatori a temperatura

controllata che permettono di controllare il processo di fermentazione,

consentendo un miglioramento della qualità del prodotto finale;

Presenza d’imprese orientate all’innovazione del prodotto, sia in termini di

caratteristiche organolettiche che d’immagine, quale fondamento di

strategie commerciali che mirano ad incontrare la domanda di nuovi

mercati, soprattutto internazionali;

La crescente sensibilità dell’offerta verso la qualità del prodotto, intesa

non solo come DOC-DOCG e/o IGT, ma anche come applicazione di

Haccp, di produzione biologica, ecc, al fine di rispondere ai nuovi

orientamenti dei consumatori.

La crescita dei quantitativi di vino imbottigliato nelle imprese etnee,

soprattutto di vini di qualità IGT e DOC, in linea con le tendenze dei

consumi sempre più orientati verso prodotti in bottiglia;

La crescita dei quantitativi di uve etnee trasformate in vini IGT e DOC.

155

A.3) Nella Commercializzazione:

La crescita dei quantitativi di venduto di vini confezionati a fronte di una

costante riduzione delle vendite di sfuso;

La riscoperta del legame tra vino e storia, cultura e prodotti tipici,

tradizioni e gastronomia che, tra l’altro, ha portato alla nascita della

“Strada del Vino dell’Etna” con la finalità di innescare un processo di

valorizzazione del prodotto in relazione al territorio, ricollegando

l’enologia al turismo;

Per la garanzia di qualità intrinseca che offrono al consumatore, i vini a

DOC-DOCG e quelli a IGT rappresentano un segmento di mercato in

espansione;

La diffusione della “filiera corta”, ossia del produttore che imbottiglia in

proprio e commercializza il prodotto direttamente al consumatore finale o

raggiunge quest’ultimo tramite la GDO, consente di accrescere la

competitività delle imprese, aumentando nel contempo il grado di

penetrazione sul mercato di prodotti di qualità, grazie a prezzi al consumo

più contenuti;

Presenza d’imprese di marketing-oriented, posizionate su fasce medio-alte

del mercato;

Presenza d’imprese orientate all’export dei vini etnei sia sui mercati

europei che extra-europei;

Appeal del vino Etna DOC, insieme ad altri vini siciliani, sia sul mercato

nazionale che estero, per le potenzialità del territorio e per la qualità.

B) PUNTI DI DEBOLEZZA

B.1) Nella produzione:

Eccessiva polverizzazione della struttura produttiva del comparto (nel 50%

delle imprese etnee che producono vini di qualità la superficie è inferiore

ai 2 ettari);

156

Elevata età media dei vigneti (solo il 10% delle superfici investite ha un

età d’impianto inferiore ai 25 anni).

Eccessivo orientamento della produzione ai volumi a scapito della qualità;

Significativa presenza di vigneti non dichiarati e, quindi, irregolari. La loro

superficie è pari al 37% delle aree vitivinicole provinciali ed il 71,9% di

esse si trova nei comuni della zona etnea, con conseguente inadeguata

valorizzazione delle risorse territoriali di qualità;

Morfologia dei terreni (terrazze) difficilmente meccanizzabili in molte

zone del promontorio etneo;

Presenza di forme obsolete di allevamento dei vigneti (tendone) che

rendono difficoltosa la meccanizzazione delle operazioni di gestione.

B.2) Nella Trasformazione:

tecnologia obsoleta degli impianti di vinificazione (vasche in cemento)

e di conservazione presente ancora in molte imprese etnee;

Nonostante il processo di riqualificazione produttiva in atto, la

produzione vitivinicola etnea risulta sbilanciata verso vini di tipo

comune, mentre quelli di qualità a DOC ed a IGT hanno ancora una

scarsa incidenza sul livello produttivo totale provinciale,

rispettivamente, del 9,5% e del 13,9%;

basso tasso di utilizzazione degli impianti (in particolare cooperativi);

carenza di progettualità e di strategie commerciali;

individualismo delle imprese (appena il 31% delle imprese che hanno

presentato denunce di produzione nel 2004 dei vini di qualità risulta

iscritto al Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna);

scarsa presenza d’imprese a valle della filiera (servizio

d’imbottigliamento) per tutte le piccole realtà produttive che

vorrebbero affermarsi sul mercato mantenendo la propria individualità

ma che, dati i modesti quantitativi prodotti, non hanno convenienza

all’acquisto di linee d’imbottigliamento più o meno automatiche.

157

B.3) Nella Commercializzazione:

scarsa propensione al confronto diretto con il mercato e alla

comprensione delle dinamiche d’acquisto e di consumo da parte degli

imprenditori vitivinicoli etnei, da cui deriva un’eccessiva quota di

prodotto commercializzata sfusa a prezzi bassi, sfruttato

commercialmente da altri operatori situati più a valle della filiera

(imbottigliatori);

insufficiente adeguamento delle imprese che commercializzano sfuso

agli standard operativi del mercato internazionale;

insufficiente investimento da parte delle imprese, spesso per

limitatezza dei capitali, in sistemi di promozione del prodotto

imbottigliato;

insufficiente incisività nella promozione dei vini di qualità

confezionati del Consorzio di Tutela dei Vini dell’Etna, che ribadisce

la scarsa propensione all’associazionismo degli imprenditori

vitivinicoli etnei;

Eccessiva differenza tra i prezzi “franco cantina” ed i prezzi al

consumo dei vini, in particolare di quelli di qualità, che si ripercuote

sui livelli di domanda di prodotti non adeguatamente conosciuti,

soprattutto, sui mercati esteri;

Elevato immobilizzo dei capitali per i tempi necessari all’immissione

del prodotto sul mercato e difficoltà di recupero crediti dai distributori

e, in generale, dagli intermediari del commercio;

La forte frammentazione dell’offerta e la piccola dimensione delle

aziende rendono difficoltosa la tutela dell’immagine dei prodotti

enologici etnei di qualità.

C) MINACCE

progressiva contrazione del consumo di vini a livello nazionale;

aumento della pressione concorrenziale nei vini di qualità sui mercati

internazionali esercitata da paesi nuovi produttori;

158

aumento della pressione concorrenziale nei vini sfusi sui mercati

internazionali esercitata dai produttori del bacino Mediterraneo e dei

paesi dell’Est.

D) OPPORTUNITA’

incremento dei consumi dei vini di qualità in alcuni paesi esteri

comunitari ed extra-europei;

continuazione del processo di riqualificazione e diversificazione

qualitativa della produzione;

regolarizzazione, mediante sanatoria, delle superfici vitivinicole non

dichiarate presenti nell’area etnea, con conseguente accrescimento del

potenziale produttivo dell’area in questione;

maggiore diffusione degli IGT prodotti nell’area etnea e della DOC

Etna;

proposizione di nuovi prodotti di qualità (IGT) ottenuti impiegando

nell’uvaggio anche uve di cultivar alloctone che incontrano il gusto del

mercato internazionale.

159

8. CONCLUSIONI I risultati della ricerca condotta offrono un contributo conoscitivo d’indubbio

interesse del comparto vitivinicolo sia nazionale che regionale e, più in dettaglio,

di quello etneo, caratterizzato da un continuo processo evolutivo indotto, sia dai

mutamenti delle abitudini e degli stili di vita, sia dal quadro normativo

comunitario e nazionale di riferimento. Riguardo al primo aspetto, il mutamento

delle abitudini alimentari ha fatto registrare una drastica contrazione dei consumi

globali di vino, con crescita della domanda di quelli di qualità (DOC-DOCG e

IGT) commercializzati in bottiglia. In secondo luogo, l’evoluzione della politica

comunitaria, con l’entrata in vigore nel 2000 della riforma dell’OCM Vino, ha

visto il passaggio dall’utilizzo esclusivo di strumenti di controllo a carattere

quantitativo (distillazioni, blocco degli impianti ed abbandono definitivo dei

vigneti) a misure che includono aspetti qualitativi della produzione (riconversione

e ristrutturazione dei vigneti con introduzione dei vitigni autoctoni ed

internazionali richiesti dal mercato, orientamento al mercato e sostegno alle

produzioni di vini a denominazione d’origine, attenzione alle pratiche

enologiche).

Nel contempo, il minor sostegno al mercato offerto dalla nuova OCM Vino, sia in

termini di quantitativi ammessi alla distillazione sia di prezzi di ritiro, ha prodotto

un impatto non trascurabile su tutte quelle regioni che, come la Sicilia, hanno

indirizzato le produzioni di vino verso livelli di bassa qualità, giustificati in

passato dagli aiuti alla distillazione.

La disamina sull’evoluzione del comparto a livello nazionale, ha messo in

evidenza come, nell’ultimo ventennio, al generale ridimensionamento sul piano

strutturale, con contrazione di aziende e superfici investite, si sia accompagnato

un lento e graduale processo di riorganizzazione verso produzioni di qualità, con

crescita delle imprese e delle superfici destinate a produrre vini a denominazione

d’origine a discapito di quelle operanti nel segmento dei vini comuni. Ciò,

conseguentemente, ha prodotto un incremento dei quantitativi di vini di qualità, la

cui incidenza sulla produzione vinicola complessiva italiana è salita al 25,9%

contro il 13,7% del 1990.

160

Purtuttavia, nonostante la riorganizzazione, la struttura produttiva italiana

continua ad essere polverizzata, con elevatissimo numero di aziende la cui

superficie è inferiore all’ettaro.

Un ridimensionamento ancor più significativo si è avuto, nell’ultimo ventennio,

nel comparto vitivinicolo siciliano, quale effetto anche delle campagne di

estirpazione dei vigneti con premio previste dal Reg. CEE 1442/88 fino alla

campagna 1997/98. In termini strutturali, si è osservato come, in controtendenza

con l’andamento nazionale, in Sicilia, la riduzione sia di aziende che di superfici

sia stata percentualmente maggiore per il segmento di produzione dei vini a

denominazione d’origine (con superfici dimezzate rispetto al 1982), rispetto a

quello dei vini da tavola e/o IGT.

Nel complesso, la marginale consistenza delle aziende e delle aree investite

oggigiorno nell’Isola per vini a denominazione d’origine, a fronte della

preponderanza di quelle per vini comuni e/o IGT, denota la scarsa

specializzazione produttiva del comparto siciliano ed il persistere di una struttura

vitivinicola fortemente ancorata ad obiettivi di quantità piuttosto che di qualità.

Tale evoluzione strutturale ha, ovviamente, coinvolto anche la produzione di uve

e, quindi, di vini, riducendo al 13% il contributo percentuale della regione Sicilia

alla produzione enologica nazionale del 2004.

Da una valutazione più dettagliata della fase di trasformazione delle uve, sono

emersi segnali incoraggianti di orientamento verso produzioni di qualità. Difatti,

nella destinazione alla trasformazione è cresciuto, in Sicilia, il peso percentuale

sia delle uve impiegate per la produzione dei vini a IGT (dal 5% del 1995 al 31%

nel 2003), sia di quelle destinate ad ottenere vini a denominazione di origine,

passato dal 2,0% al 3,4% nel 2003. Ciò, ha prodotto un incremento produttivo di

molti vini a denominazione tra, i quali l’Etna DOC (+2,7 volte i volumi del 1990)

che, oggigiorno, occupa il terzo posto (7%), in termini di volumi prodotti, tra i

vini siciliani a denominazione, dopo la DOC “Marsala” (59%) e la DOC

“Alcamo” (10%) che continuano ad avere un peso preponderante sulla produzione

enologica totale di qualità, nonostante entrambi abbiano fatto registrare un

decremento nei volumi produttivi rispetto al 1990.

161

La focalizzazione della ricerca sulla dinamica del comparto in provincia di

Catania e, più in dettaglio, nell’area etnea, non fa che ribadire la tendenza

osservata a livello regionale di generale ridimensionamento e di riorganizzazione

verso produzioni di qualità, tradottasi in un aumento delle superfici per vini a

DOC e della relativa consistenza di aziende operanti in tale segmento produttivo.

Dall’analisi è emerso come, nell’area etnea, la vitivinicoltura di qualità sia

concentrata essenzialmente in cinque dei venti Comuni indicati dal disciplinare di

produzione del vino DOC “Etna”. Trattasi di quelli di Randazzo, Milo,

Linguaglossa, Castiglione di Sicilia e Viagrande che assommano oltre l’80% della

superficie per vini a DOC. Peraltro, il potenziale produttivo è, verosimilmente,

destinato a crescere considerato che, secondo dati AGEA al 2005, nell’area etnea,

sono presenti superfici vitivinicole non dichiarate, e quindi irregolari, per 1.240

ettari ricadenti, principalmente, in 10 dei 20 comuni dell’area DOC per i quali,

entro luglio 2007, si dovrà procedere alla regolarizzazione mediante sanatoria. Di

contro, nonostante tali potenzialità il loro sfruttamento risulta ancora parziale.

Difatti, il basso rapporto (20%) tra le denunce di produzione e le iscrizioni

all’albo dei vigneti, ancorché in crescita al 2004 rispetto al 1990, evidenzia come

oggigiorno l’80% della superficie iscritta agli Albi non viene utilizzata per

ottenere il riconoscimento delle denominazioni di origine.

Nel complesso, è stata osservata una crescente capacità di adeguamento del

comparto vitivinicolo etneo ai mutati atteggiamenti di consumo, sempre più

orientati verso i vini rossi. Ciò è dimostrato anche dall’evoluzione della

composizione ampelografica, con crescita del peso percentuale delle aree con

cultivar a bacca nera e delle relative produzioni, a fronte di una marginalizzazione

di quelle a bacca bianca. Peraltro, l’introduzione sul territorio di nuove varietà

alloctone, sia a bacca bianca che nera (quali Chardonnay, Cabernet Sauvignon,

Pinot, Syrah, ecc.), denota la tendenza alla diversificazione produttiva delle

imprese vitivinicole etnee, con l’ottenimento di vini le cui caratteristiche

organolettiche possano incontrare anche la domanda del mercato internazionale.

Tali variazioni, negli ultimi anni, sono anche l’effetto dei finanziamenti regionali

per ristrutturazione e riconversione vigneti che, tra il 2000 ed il 2005, hanno

162

destinato a questa provincia il 23% (oltre 5 milioni di euro) delle risorse regionali

stanziate per tali interventi, interessando 153 aziende e 379 ettari.

Nel complesso, l’elevata vetustà del patrimonio vitivinicolo etneo se da una parte

rappresenta un punto di forza della vitivinicoltura etnea, in quanto la presenza di

tradizionali cultivar autoctone sono garanzia di tipicità del prodotto ottenuto,

dall’altra è un punto di debolezza poiché, assieme ai fattori pedoclimatici, incide

sui volumi produttivi di uve e vino, con rese per ettaro notevolmente inferiori alla

media regionale (per le uve, 4,0 t/ha contro una media regionale di 7,4 t/ha), con

ripercussioni negative sui livelli di reddito delle imprese.

L’indagine sul territorio è stata limitata alle realtà operative che nell’area etnea

producono e/o imbottigliano vini a DOC e/o IGT, vista la crescente importanza

assunta, sia in termini di domanda (consumi) che di offerta (produzione), dai vini

di qualità e, più in generale, da quelli confezionati.

Dall’analisi del campione esaminato, è emersa una scarsa integrazione sia

orizzontale che verticale nella filiera vitivinicola che, unitamente alle piccole

dimensioni aziendali (nel 32% delle imprese inferiori ai 10 ettari), costituisce

l’elemento più evidente del ritardo esistente nel comparto dell’area etnea rispetto

alle aziende del Nord, meglio organizzate e più propense alla cooperazione (es. il

caso TAVERNELLO). Difatti, soltanto, una delle realtà indagate ha struttura di

società cooperativa ed accoglie 22 produttori medio-piccoli dell’area etnea; le

altre aziende sono, in prevalenza, ditte individuali e meno di un terzo di esse ha

forma societaria. Peraltro, tali realtà operative sono prevalentemente gestite da

soggetti con alto titolo di studio (di cui 38% Laurea in Agraria) e, nel 40% dei

casi, sono imprese relativamente giovani (avendo avviato l’attività nell’ultimo

decennio del secolo scorso) e di recente costituzione (meno di 5 anni di attività).

Sul piano tecnologico, anche sulla spinta di stringenti normative igienico-sanitarie

(HACCP), è possibile osservare un generale adeguamento ed ammodernamento

degli impianti nelle imprese vitivinicole esaminate. Difatti, quasi tutte quelle che

vinificano sono dotate di vasche in acciaio inox, in sostituzione di quelle

tradizionali in cemento, e di vinificatori a temperatura controllata che permettono

di monitorare il processo di fermentazione (realizzato nella maggior parte dei casi

con l’ausilio di starter, ossia di lieviti selezionati), consentendo un miglioramento

163

della qualità del prodotto finale. Non mancano, tuttavia, realtà, soprattutto di

piccole dimensioni e con bassi volumi produttivi, che dichiarano di utilizzare

vasche in cemento e tradizionali processi di fermentazione spontanea.

Variabili, risultano anche i tempi di affinamento e diverse le tecnologie di

stoccaggio impiegate, oltre alle vasche in acciaio inox, largamente usate sono le

botti e/o barrique di rovere, destinati principalmente ad accogliere i vini rossi,

nonché le tradizionali botti di castagno.

Le strategie promozionali delle imprese vitivinicole etnee sono basate,

prevalentemente, sulla partecipazione a fiere, sia locali che nazionali (Vinitaly,

Salone del Gusto di Torino, Enopolis, ecc.) e sulle visite aziendali con relativa

degustazione dei vini. Meno di un terzo di esse investe in pubblicità su riviste ed il

35% utilizza altre forme di promozione, dalla televendita a serate di degustazione

organizzate in locali pubblici. La promozione con sistema multimediale (internet)

viene attuata solo dai 2/3 delle imprese del campione, e meno di un quarto di esse

fa uso dell’e-commerce, ossia attua la vendita on-line dei propri vini.

Significativa anche la partecipazione ai concorsi enologici (Gambero Rosso, AIS,

Vini di Montagna, Vini di Sicilia, Vini Buoni d’Italia, ecc.), ritenuti dagli

operatori importanti opportunità per evidenziare le caratteristiche qualitative dei

loro prodotti, dove i giudizi degli esperti degustatori sono intese come “critiche

costruttive” nell’ottica di un miglioramento della qualità dei vini.

Inoltre, dall’indagine territoriale è emerso come, nel quinquennio 2000-2004, a

fronte di una crescita dei volumi produttivi, sia dei vini etnei a Denominazione

d’Origine (soprattutto di quelli rossi/rosati che rappresentano i ¾ della produzione

etnea di vini a DOC) e sia di quelli ad IGT, si rileva una generale difficoltà di

commercializzazione del prodotto, secondo quanto dichiarato nelle interviste

face-to-face da gran parte degli imprenditori intervistati. Ciò, verosimilmente, è

dovuto al prevalente accentramento della funzione commerciale nella figura

dell’imprenditore (i 2/3 delle imprese non usufruiscono di figure professionali ad

hoc), con la sovente incapacità di attuare adeguate politiche commerciali che

consentano di conquistare nuovi mercati ed accrescere i volumi globali di vendita.

A ciò si sommano le carenze correlate alle modalità di commercializzazione dei

vini di qualità etnei. Difatti, nonostante la crescente attenzione delle aziende

164

vitivinicole etnee alle esigenze del mercato, che ha spinto alcuni produttori-

imbottigliatori a realizzare anche confezioni diverse da quelle standard (ossia le

bottiglie da 33 cl), destinate soprattutto al mercato degli enoturisti, preponderante

risulta la vendita di tali vini allo stato “sfuso” (nonostante nell’ultimo quinquennio

siano raddoppiati i volumi d’imbottigliato, in media, più della metà dei vini a

DOC etnei sfugge al confezionamento).

Non ultime le problematiche di commercializzazione correlate alla c.d. “filiera

lunga”, dove il passaggio dei vini attraverso i grossisti vede accrescere il gap tra

prezzi alla cantina e quelli al consumatore finale, incidendo negativamente sulla

competitività di tali prodotti, vista l’elevata concorrenza sul mercato di vini di

buona qualità a prezzi sempre più bassi.

Con riferimento ai mercati di destinazione dei vini di qualità, per l’Etna DOC si

rileva una preponderante distribuzione in Sicilia; modesta risulta la presenza sul

mercato nazionale delle imprese etnee esaminate (meno della metà), i cui prodotti

raggiungono, principalmente, le regioni del centro-nord del Paese (Piemonte,

Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna). A livello europeo, tali vini sono

distribuiti soprattutto in Germania, Svizzera, Francia, ed il 42% di tali aziende

commercializza i vini a DOC anche in paesi extraeuropei (Malta, USA e

Giappone). Maggiore la presenza sul mercato nazionale delle imprese etnee con i

vini ad IGT, che risultano distribuiti in regioni del Nord Italia quali Lombardia,

Liguria, Emilia Romagna e, in qualche caso, sui mercati di regioni a forte

tradizione vitivinicola come quelli del Piemonte, della Toscana e del Veneto.

I Paesi europei a maggior indice di esportazione per i vini ad IGT etnei sono

rappresentati dalla Germania, Svizzera, Francia e Danimarca. Inoltre, oltre metà

del campione commercializza tali vini oltre i confini europei, toccando Paesi

quali: USA, Sud Africa e Giappone.

Nel complesso, la maggior quota (55-65%) di vini etnei di qualità (DOC+IGT)

continua ad essere venduta sul mercato siciliano, solo tra il 10-18% del prodotto è

destinato ai mercati europei e tra il 9-15% la quota che giunge sui mercati extra

comunitari.

L’analisi dei principali parametri economici delle imprese esaminate, per quanto

concerne i costi medi di produzione, ha messo in evidenzia un gap notevole tra le

165

varie realtà esaminate che, ovviamente, si ripercuote sui prezzi di vendita. Ciò è,

verosimilmente, dovuto alle condizioni più o meno disagiate in cui esse si trovano

ad operare, sulle quali incide fortemente il differente grado di meccanizzazione

delle operazioni tecniche, dipendente dalla morfologia dei terreni coltivati

(terrazze); nonché alle modeste e, spesso, piccole dimensioni aziendali che

impediscono il conseguimento di economie di scala, possibili nelle realtà

produttive di maggiore ampiezza.

Sul fronte dei prezzi medi di vendita in “cantina” dei vini di qualità, tra il 2000 ed

il 2004, è stata osservata una crescita che ha interessato, soprattutto, i vini a IGT

(+67% rispetto al 2000). Minore, ma pur sempre considerevole, l’incremento dei

prezzi per i vini a DOC rossi e bianchi cresciuti, rispettivamente, del 50% e del

55%. Ciò ha consentito alle imprese vitivinicole etnee esaminate di conseguire nel

2004 un fatturato complessivamente superiore agli 8 milioni di Euro.

La valutazione di questo parametro economico, su base aziendale, ha messo in

luce il dualismo esistente nel comparto vitivinicolo etneo che vede, da un lato,

numerose imprese tradizionali, sempre più deboli, che producono vini di qualità

destinati alla vendita allo stato sfuso o talvolta soltanto materia prima (uve), i cui

volumi di fatturato continuano ad essere irrisori (nel 35% dei casi inferiori ai

10.000 euro/anno) e, dall’altro, le grosse realtà produttive (appena il 17% di

quelle esaminate), con interessanti livelli di fatturato, che riescono non solo ad

accorciare la filiera, imbottigliando e, in alcuni casi, vendendo tramite GDO

direttamente il prodotto, ma anche ad avere numeri quali-quantitativi tali da

investire nella promozione e nella conquista di maggiori fette di mercato.

Un pesante freno allo sviluppo del comparto vitivinicolo etneo per i vini di qualità

è indubbiamente rappresentato dal diffuso spirito individualistico degli

imprenditori, confermato anche dalla scarsa adesione delle imprese al Consorzio

di Tutela dei Vini dell’Etna (appena il 30% di quelle che hanno presentato

denunce di produzione ed il 68% di quelle del campione). Tale realtà si traduce,

ovviamente, in un’eccessiva frammentazione dell’offerta, con elevato numero di

etichette di vini etnei immesse sul mercato (71 vini tra IGT e DOC bianchi, rossi e

rosati) che creano confusione nei consumatori e, soprattutto, ne rendono

difficoltosa la tutela dell’immagine.

166

Peraltro, in un mercato sempre più orientato alla domanda di prodotti con qualità

“certificata”, la pressoché totale assenza nelle imprese vitivinicole etnee

d’implementazione di sistemi di qualità certificati (UNI EN ISO 9000, UNI EN

ISO 14000), rappresenta un altro punto di debolezza nella fase di promozione e

commercializzazione di tali vini.

Un vero rilancio del comparto vitivinicolo dell’area etnea potrà derivare soltanto

dalla realizzazione di un processo d’integrazione prima orizzontale e poi verticale

nella filiera, che porti alla diffusione di un “marchio unico” in grado di

sintetizzare le caratteristiche tipiche dei vini etnei. A ciò, dovranno accompagnarsi

idonee politiche di marketing e strategie commerciali che puntino ad accrescere la

quota dell’imbottigliato, annullando il commercio dei vini sfusi di qualità,

contrastando così gli effetti negativi della concorrenza, sempre maggiore sul

mercato estero, da parte dei produttori di sfuso del Bacino del Mediterraneo e dei

Paesi dell’Est.

Nell’ambito delle politiche promozionali, lo sviluppo della Strada del vino

dell’Etna rappresenterà, indubbiamente, un importante strumento attraverso cui le

cantine, le aziende vinicole ed i terreni vitivinicoli potranno essere

commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica integrata con le altre realtà

produttive presenti su un territorio unico, ricco di valori naturali, culturali ed

ambientali qual’è quello etneo.

167

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www.cittadelvino.com

www.winezone.it

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http://www.provincia.ct.it

A P P E N D I C I

APPENDICE 1

SINTESI NORMATIVA - REGIONE SICILIA

(FONTE: ISMEA,2002; ISMEA, 2004; www.regione.sicilia.it) Inventario

Circolare dell’Assessorato agricoltura e foreste n. 316 del 12 agosto 2002 (GUR Siciliana n. 42 del 6/9/2002, parte I): Modalità applicative del Regolamento CE 1493/1999 e seguenti.

Legge n. 5 del 2/8/2002 (GUR Siciliana n. 36 del 9/8/2002): Norme urgenti sull’inventario viticolo della Sicilia.

Potenziale produttivo

Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste n. 289 del 18/12/2000 (GUR Siciliana n. 3 del 19/1/01, parte I), Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste del 23/7/2001 prot. 4847 (GUR Siciliana n. 39 del 3/8/2001, parte I), Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste del 30/10/2001, prot. 7197 (GUR Siciliana n. 53 del 9/11/2001, parte I), Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste del 21/12/2001 prot.9496 (GUR Siciliana n. 3 del 11/1/2002, parte I), Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste del 14/03/2002 (GUR Siciliana n. 15 del 29/3/2002, parte I), Comunicato dell’Assessorato Agricoltura e Foreste (GUR Siciliana n. 19 del 26/4/02), Circolare dell’Assessorato Agricolture e Foreste del 20/6/2002 (GUR Siciliana n. 29 del 28/6/02, parte I), Avviso di rettifica (GUR Siciliana n. 48 del 18/10/2002, parte I): Modalità applicative delle disposizioni comunitarie previste dai Regolamenti Ce n. 1493/1999 e n. 1227/2000 in materia di potenziale produttivo del comparto vitivinicolo.

Ristrutturazione e riconversione

Decreto dell’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste 20/3/2001 (GUR Siciliana del 13/4/2001, n. 17, parte I) e modifica (GUR Siciliana del 3/8/2001, n. 39, parte I): Piano regionale di ristrutturazione e riconversione dei vigneti.

Riserva regionale

Decreto dell’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste 20/12/2000 (GUR Siciliana del 19/1/2001, n. 3, parte I): Istituzione della riserva regionale di diritti di impianto.

Diritti di reimpianto

Decreto dell’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste n. 1623 dell’8/11/2002 (GUR Siciliana n. 52 del 15/11/2002): Limitazione in ambito regionale dell’utilizzo e della cessione dei diritti di reimpianto originati da vigneti estirpati nella regione.

Decreto dell’Assessorato dell’agricoltura e delle foreste del 3/6/2003 (GUR Siciliana n. 28 del 20/6/2003, parte I): Conferma del Decreto 8/11/2002, concernente disposizioni sull’utilizzo e la cessione dei diritti di reimpianto originati da vigneti estirpati nella Regione.

Elenchi varietà di viti

Decreto dell’Assessorato dell’Agricoltura e delle foreste 8/8/2003 (GUR Siciliana n. 39 del 5/9/2003): Individuazione dell’intero territorio regionale come unità amministrativa di riferimento nella classificazione delle varietà di uve da vino.

O.C.M. VINO

GUR Siciliana del 10 dicembre 2004 - avviso di rettifica relativo ad alcune modifiche ed integrazioni apportate al "Bando per la selezione e successiva predisposizione della graduatoria di cui al Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti" pubblicato nella GURS n. 45 del 29/10/2004

GUR Siciliana del 29 ottobre 2004 - bando relativo al Piano Regionale per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti

Settembre 2004 - Graduatoria di nuovi diritti di impianto OCM Vino degli IPA di CL, CT, EN, ME, RG, SR.

L'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Palermo ha affisso in data 27/09/2004 la graduatoria provvisoria relativa al bando per l'assegnazione dei diritti di nuovo impianto

Modifica della circolare n. 289 del 18/12/2000

AVVISO DI RETTIFICA del Bando "Riserve" già pubblicato sulla GURS del 16 gennaio 2004.

CIRCOLARE 18 dicembre 2000, n. 289. Reg. CE n. 1493/99 e Reg. CE n. 1227/2000.

Rettifica della circolare n. 289 del 18/12/2000 DECRETO 20 marzo 2001 - Piano regionale per la ristrutturazione e

riconversione dei vigneti -Regolamento CE n. 1493/99 e n. 1227/2000. D.D G. n. 379 10 maggio 2002 - Concernente il rilascio dei riconoscimenti di

"distillatore" , "assimilato al distillatore" e "assimilato al produttore", di cui al Decreto Ministeriale 23 aprile 2001.

LEGGE 2 agosto 2002, n. 5 - Istituzione delle strade e delle rotte del vino. Norme urgenti sull'inventario viticolo della Sicilia. Altre disposizioni per il settore agricolo.

DECRETO 13 settembre 2002. Albo regionale dei distillatori riconosciuti idonei ad effettuare le distillazioni comunitarie.

Piano regionale di ristrutturazione e riconversione. Bando di gara - Reg. CE n° 1493/99 e Reg. CE n° 1227/2000.

D. A. n. 1632 08 Nov. 2002 - Disposizioni sull'utilizzo e la cessione dei diritti di reimpianto originati da vigneti estirpati nella Regione.

DECRETO 3 giugno 2003. Conferma del decreto 8 novembre 2002, concernente disposizioni sull'utilizzo e la cessione dei diritti di reimpianto originati da vigneti estirpati nella Regione.

DECRETO 1 aprile 2003 N. 575 Modifica del decreto 8 novembre 2002, concernente disposizioni sull'utilizzo e la cessione dei diritti di reimpianto originati da vigneti estirpati nella Regione.

DECRETO 15 gennaio 2003 - Disciplinare tipo delle Strade e rotte del vino. CIRCOLARE 14 novembre 2003, n. 333 - Direttive regionali per l'iscrizione

all'Anagrafe Vitivinicola - Compilazione nuova modulistica. Articoli 14 e 15 della L. R. 09.05.1984, n. 26 e successive modificazioni di cui all'art. 15 della L. R. 02.08.2002, n. 5.

APPENDICE 2

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PER I VINI DOC “ETNA” BIANCO, ROSSO E ROSATO

Art. 1.- La denominazione di origine controllata «Etna» bianco, rosso o rosato è riservata ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione. Art.2. - Il vino «Etna» bianco deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai seguenti vitigni nella proporzione appresso indicata:

• Carricante minimo 60%; • Catarrato bianco comune o lucido fino al 40%.

Possono concorrere alla produzione di detto vino, nella misura massima del 15% del totale, anche uve provenienti dai vitigni Trebbiano, Minnella bianca ed altri vitigni ad uva bianca a sapore non aromatico. Il vino «Etna» rosso o rosato, deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai seguenti vitigni nella proporzione appresso indicata:

• Nerello Mascalese con non meno dell’ 80%; • Nerello Mantellato (Nerello Cappuccio) fino al 20%.

Possono concorrere alla produzione di detto vino, nella misura massima del 10% del totale, anche uve provenienti da altri vitigni ad uva bianca con esclusione di quelli con uve a sapore aromatico. Art. 3. - Le uve devono essere prodotte nella zona di produzione appresso indicata, che è così delimitata: da Casale Brancato a quota 1000 in contrada Somatorie, che rappresenta l’estremo limite nord-ovest, il confine scende lungo il torrente Torretta verso sud-ovest, fino alla confluenza del torrente Torretta con il vallone di Licodia, in contrada Poggio dell’Aquila. Da questo punto, il confine è rappresentato dalla quota 600, che attraversa le contrade Scannacavoli, Mancusa, Piano Vite, Poggio Ventimiglia, Difesa, Pinnina di Lupo, Guardia Ascino, Timpazza, giunge all’abitato di Borrello e, attraverso le contrade Palatella, Mompilieri, Gonnella, Serriccjola, giunge allo abitato di Pedara e, lungo la provinciale Pedara-Trecastagni.Viagrande, raggiunge l’abitato di Viagrande. Da questo centro abitato in poi il confine est della zona viene rappresentato dalla curva di livello di metri 400 che attraversa le contrade: Sciarelle Lavinaro, Pennisi, Pisarìello, Passo Pomo, Favazza, Perazzo, e giunge ad ovest dell’abitato di Piedimonte, e quindi, raggiunto il torrente Ciappanotto, segue il suo corso fino all’abtato di Linguaglossa, a quota 520. Da questo centro abitato, il confine nord-est viene rappresentato dal letto del valloùe Ciapparotta, all’in-crocio della strada ferrata della Circumetnea a quota 550. Da questo punto il

confine raggiunge il limite nord-est della -colata lavica del 1923 e oltrepassa la strada Linguaglossa-Castiglione a quota 624; da qui, lungo la carrabile fra le contrade Recanati e Pantano, intercetta ancora la strada ferrata Circumetnea e rag-giunge il limite nord della colata lavica 1911, a quota 600. Da qui, lungo il letto del vallone Sciambro, raggiunge il fiume Alcantara. Il confine nord è rappresentato dalla riva destra del fiume Alcantara fino all’abitato del comune di Randazzo. Da questo abitato, il limite della zona è rappresentato da quota 800 che, attraverso le contrade Crocetta, Lupara, Pino, Sciara Nuova, Marchesa, penetra nella colata lavica del 1911 e, attraverso le contrade Sciara Manica e Zacchino Pietre, raggiunge il letto del vallone Salto del Bue. Da questo punto in poi, il limite viene rappreséntato dalla curva di livello 900 che, attraverso le contrade Ciapparo, Cannizzaro, Nocille, Giuliana, Felce Rossa, Algerazzi, oltrepassa il vallone San Giacomo, quindi, attraverso la lava del 1792 raggiunge contrada Piricoco a nord di monte luce, all’estremo sud-est della predetta colata lavica. Da questo punto in poi il confine è rappresentato dalla curva di livello 1000 che. attraverso le contrade Cicirello, Monte Po. Pila, Serruggeri, Camercia, Dagala dell’Ascino, Eredità-Mollecchino, Perciata e Cava-]iere, raggiunge Casale Brancato. I Comuni etnei interessati alla produzizione del vino “Etna», nei tipi bianco, rosso e rosato sono: Biancavilla, S. Maria di Licodia, Paternò, Belpasso, Nicolosi, Pedara, Trecastagni, Viagrande, Aci S. Antonio, Acireale, S. Venerina, Giarre, Mascali, Zafferana, Milo, S. Alfio, Piedirnonte, Linguaglossa, Castigliorìe, Randazzo. Nessuno di questi comuni viene compreso• per intero bella zona a denominazione di origine controllata, essendo il loro territorio sviluppato in aree triangolari con vertice sul cratere centrale, mentre la zona a denominazione di origine controllata interseca queste superfici nella fascia mediana. Art.4. - Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini «Etna» bianco, rosso o rosato devono essere quelle tradizionali della zona e, comunque, atte a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche. I sesti di impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura devono essere quelli generalmente usati o comunque atti a non modificare le caratteristiche delle uve e del vino.

È vietata ogni pratica di forzatura. La resa massima di uva ammessa per la produzione dei vini «Etna» bianco,

rosso o rosato, non deve essere superiore a q.li 90 per ettaro di vigneto a coltura specializzata.

Fermo restando il limite massimo sopra indicato, la resa per ettaro di vigneto in coltura promiscua deve essere calcolata in rapporto all’ effettiva superficie coperta dalla vite.

A detto limite, anche in annate eccezionalmente favorevoli, la resa dovrà essere riportata attraverso un accurata cernita delle uve, purché la produzione non superi del 20% il limite medesimo.

La resa massima delle uve in vino non deve essere superiore al 70%.

Art. 5. - Le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nell’ interno della zona di produzione delimitata nell’ art. 3. Tuttavia, tenuto conto delle situazioni tradizionali di produzione, è consentito che tali operazioni siano effettuate nell’ intero territorio dei comuni, anche se soltanto in parte compresi nella zona delimitata, nonché del territorio dei comuni limitrofi alla zona di produzione delimitata.

Le uve destinate alla vinificazione devono assicurare al vino «Etna» bianco una gradazione alcolica complessiva minima naturale di gradi 11 ed al vino «Etna» rosso o rosato quella di 12 gradi.

Nella vinificazione sono ammesse soltanto le pratiche enologiche locali, leali e costanti, atte a conferire ai vini le loro peculiari caratteristiche.

Art. 6. - Il vino «Etna» bianco, all’ atto della immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche: colore: giallo paglierino, talvolta con leggeri riflessi dorati; odore: profumo delicato di Carricante; sapore: secco, fresco, armonico; gradazione alcolica complessiva minima: gradi 11,5; acidità totale: da 6 a 7,50 per mille; estratto secco netto: da 18 a 25 per mille; ceneri: da 1,80 a 2,80 per mille.

Il vino «Etna» rosso o rosato, all’ atto dell’ immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:

colore: rosso rubino che con l’invecchiamento presenta leggeri riflessi di granato o rosato tendente al rubino; odore: vinoso con profumo intenso caratteristico; sapore: secco, caldo robusto, pieno, armonico; gradazione alcoolica complessiva minima: gradi 12,50; acidità totale: da 5,50 a 7 per mille; estratto secco netto: da 20 a 28 per mille; ceneri: da 1,80 a 3,30 per mille. Art. 7. - Alla denominazione di origine controllata «Etna» è vietata 1’ aggiunta di qualsiasi qualificazione diversa da quelle previste nel presente disciplinare ivi compresi gli aggettivi e gli attributi «extra», «fine», «scelto», «selezionato» e similari.

Sulle bottiglie, e altri recipienti contenenti vini «Etna» bianco, rosso o rosato, può figurare I’ indicazione dell’ annata di produzione purché veritiera e documentabile.

È tuttavia consentito 1’ uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali, marchi privati non aventi significato laudativo e non idonei a trarre in inganno 1’ acquirente.

È consentito, altresì, 1’ uso di indicazioni geografiche e toponomastiche che facciano riferimento a comuni, frazioni, aree, fattorie, zone o località comprese nella zona delimitata nel precedente art. 3 e dalle quali effettivamente provengono le uve da cui il vino così qualificato è stato ottenuto. Art. 8. - Al vino «Etna» bianco, prodotto nella parte del territorio del comune di Milo, compresa nella zona delimitata, è consentita la qualificazione di <superiore» a

condizione che nei vigneti, da cui provengono le uve, il vitigno Carricante, a modifica dell’ art. 2, sia presente in misura non inferiore all’ 80% ed il prodotto abbia una gradazione minima naturale complessiva non inferiore a gradi 11,5.

Il vino «Etna» bianco superiore, all’ atto della immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche: colore: giallo paglierino molto carico con riflessi verdognoli; odore: profumo delicato di frutto; sapore: secco, lievemente fresco, armonico, morbido; gradazione alcolica complessiva minima: gradi 12; acidità totale: da 5,50 a 7 per mille; estratto secco netto: da 16 a 22 per mille; ceneri: da 1,80 a 2,90 per mille. Art.9.- Chiunque produce, vende, pone in vendita o comunque distribuisce per il consumo con la denominazione di origine controllata «Etna» bianco, rosso o rosato, vini che non rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare è punito a norma dell’ art. 28 del D.P.R. 12 luglio 1963, n. 930.

DELIMITAZIONE DEI TERRITORI DI PRODUZIONE DEL VINO A DOC ETNA (*)

(*) Fonte:Provincia Regionale di Catania.