la voce n°46 - quaresima 07 · 2020. 9. 5. · cretizzare la giustizia so-ciale su questa nostra...

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l’affermazione che apre i comanda- menti, la presenta- zione di Jahwé al suo po- polo, così come ci viene presentata dal libro dell’E- sodo (19,20). Dice quanto egli abbia voluto, da subi- to, essere chiaro e non la- sciare l’individuo nell’am- biguità e nel dubbio. Allora l’uomo sa bene chi è il suo Dio, tra l’altro l’u- nico che lo rispetti e lo ren- da grande, addirittura divi- nizzandolo per amore. acqua è un bene fondamentale della vita su questa terra. Per questo motivo l’acces- so all’acqua è un diritto per l’uomo e non può essere facoltativo. Ultimamente si parla di crisi dell’acqua: dal punto di vista della scarsità, del- lo spreco, della mancanza di equa distribuzione, di in- quinamento ed infine del- la privatizzazione dei ser- vizi di distribuzione e di proprietà dell’acqua. Di fronte a tutte queste problematiche noi cristia- ni siamo chiamati a legge- re i segni dei nostri tempi, ad interrogarci, a metterci in discussione, siamo chia- mati a stili di vita che ab- bia rispetto del nostro crea- to. Dobbiamo riscoprire il ri- spetto del bene comune, la solidarietà nei confronti di persone più deboli. L’ac- cesso all’acqua gioca un ruolo importante per con- cretizzare la giustizia so- ciale su questa nostra ter- ra. Invece, senza renderci conto, sta creando grande ingiustizia e iniquità. Non a caso si parla di “guerre dell’acqua” e di “oro blu”. Certamente il pericolo del- la privatizzazione dell’ac- TU VISITI LA TERRA E LA DISSETI Febbraio - Anno X - n° 46 Quaresima 2007 Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchie.it/ladispoli/sacrocuore - e-mail: [email protected] DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ IO SONO IL SIGNORE TUO DIO, NON AVRAI ALTRI DÉI DI FRONTE A ME don Giuseppe Colaci SENTIRSI UN DIO CON UNA DROGA Emanuela Bartolini IN FAMIGLIA, DIO A CAPOTAVOLA? a pagina 2 IL NOSTRO NUOVO DIO a pagina 3 UN BRINDISI CON DIO a pagina 4 AMARE DIO, UNICO SUPREMO SIGNORE a pagina 4 DIO È NELLA SEMPLICITÀ a pagina 5 QUANDO LA CHIESA DICE NO a pagina 6 STATO LAICO O CHIESA POLITICA? a pagina 6 GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO a pagina 7 INSIEME PER ESSERE PIÙ CHIESA a pagina 8 LA VOCE SUL MONDO a pagina 8 AMORE E SESSUALITÀ a pagina 10 “DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO” a pagina 10 PER RICORDARE a pagina 10 SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ a pagina 11 trano questo nostro genere umano, che quando è umano si ritiene scontato, banale, nella norma, e allora deci- de di diventare disumano per dare notizia di sé. Così, se la vita è vissuta all’in- segna dei valori che conta- no (una parola che su que- ste nostre pagine torna e ri- torna, ma non per questo deve suonare già sentita, perché densa di significati universali) a molti giovani sembra una palla mortale. In un certo modo hanno ra- gione, dato che è nella na- tura degli adolescenti l’an- dar contro corrente, alla ri- cerca della propria identità. Peccato che la durata di questa nuova adolescenza sia oggi stimata dai socio- logi fino alle soglie dei 37 anni (media nazionale), fi- no cioè all’età in cui si rie- sce a costruire una vita in- dipendente. Ma nell’attesa, stanchi, senza aspettative L segue a pagina 5 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) S “PERCHÉ UN CRISTIANO DEVE ESSERE COINVOLTO NEL TEMA DELL’ACQUA?” Aldo Piersanti segue a pagina 7 È segue a pagina 2

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  • l’affermazione cheapre i comanda-menti, la presenta-

    zione di Jahwé al suo po-polo, così come ci vienepresentata dal libro dell’E-

    sodo (19,20). Dice quantoegli abbia voluto, da subi-to, essere chiaro e non la-sciare l’individuo nell’am-biguità e nel dubbio.Allora l’uomo sa bene chiè il suo Dio, tra l’altro l’u-nico che lo rispetti e lo ren-da grande, addirittura divi-nizzandolo per amore.

    acqua è un benefondamentale dellavita su questa terra.

    Per questo motivo l’acces-so all’acqua è un diritto perl’uomo e non può esserefacoltativo. Ultimamente si parla dicrisi dell’acqua: dal puntodi vista della scarsità, del-lo spreco, della mancanzadi equa distribuzione, di in-quinamento ed infine del-la privatizzazione dei ser-vizi di distribuzione e diproprietà dell’acqua.Di fronte a tutte questeproblematiche noi cristia-ni siamo chiamati a legge-re i segni dei nostri tempi,ad interrogarci, a metterciin discussione, siamo chia-mati a stili di vita che ab-bia rispetto del nostro crea-to.Dobbiamo riscoprire il ri-spetto del bene comune, lasolidarietà nei confronti dipersone più deboli. L’ac-cesso all’acqua gioca unruolo importante per con-cretizzare la giustizia so-ciale su questa nostra ter-ra. Invece, senza renderciconto, sta creando grandeingiustizia e iniquità. Nona caso si parla di “guerredell’acqua” e di “oro blu”.Certamente il pericolo del-la privatizzazione dell’ac-

    T U V I S I T I L A T E R R A E L A D I S S E T I

    Febbraio - Anno X - n°46Quaresima 2007

    Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchie.it/ladispoli/sacrocuore - e-mail: [email protected]

    D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

    IO SONO IL SIGNORE TUO DIO, NON AVRAI

    ALTRI DÉI DI FRONTE A MEdon Giuseppe Colaci

    SENTIRSI UN DIO CONUNA DROGAEmanuela Bartolini

    IN FAMIGLIA, DIO ACAPOTAVOLA? a pagina 2 ▼IL NOSTRO NUOVO DIO

    a pagina 3 ▼UN BRINDISI CON DIO

    a pagina 4 ▼AMARE DIO, UNICO SUPREMOSIGNORE a pagina 4 ▼DIO È NELLA SEMPLICITÀ

    a pagina 5 ▼QUANDO LA CHIESA DICE NO

    a pagina 6 ▼STATO LAICO OCHIESA POLITICA? a pagina 6 ▼

    GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE EDEL RIFUGIATO a pagina 7 ▼INSIEME PER ESSERE PIÙ CHIESA a pagina 8 ▼LA VOCE SUL MONDO

    a pagina 8 ▼AMORE E SESSUALITÀ

    a pagina 10 ▼“DACCI OGGI IL NOSTRO PANEQUOTIDIANO” a pagina 10 ▼PER RICORDAREa pagina 10 ▼SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ a pagina 11 ▼

    trano questo nostrogenere umano, chequando è umano si

    ritiene scontato, banale,nella norma, e allora deci-de di diventare disumanoper dare notizia di sé. Così,se la vita è vissuta all’in-segna dei valori che conta-no (una parola che su que-ste nostre pagine torna e ri-torna, ma non per questodeve suonare già sentita,perché densa di significatiuniversali) a molti giovanisembra una palla mortale.In un certo modo hanno ra-gione, dato che è nella na-tura degli adolescenti l’an-dar contro corrente, alla ri-cerca della propria identità.Peccato che la durata diquesta nuova adolescenzasia oggi stimata dai socio-logi fino alle soglie dei 37anni (media nazionale), fi-no cioè all’età in cui si rie-sce a costruire una vita in-dipendente. Ma nell’attesa,stanchi, senza aspettative

    L

    segue a pagina 5 ▼

    Le Sante MesseFESTIVE:

    Sabato: ore 18,30 Domenica:

    ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

    (Via dei Garofani)

    FERIALI (dal lunedì al sabato)

    Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

    (Via dei Fiordalisi, 14)

    S

    “PERCHÉ UN CRISTIANODEVE ESSERECOINVOLTONEL TEMADELL’ACQUA?”Aldo Piersanti

    segue a pagina 7 ▼

    È

    segue a pagina 2 ▼

  • Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri déi di fronte a me

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    La VoceSupplemento di:

    notiziariodi Porto-Santa Rufina

    Direttore responsabile:✠ Antonio Buoncristiani

    Direttore editoriale:don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

    In redazione:Marisa Alessandrini,Emanuela Bartolini,Francesco Di Cataldi,Luciano Cazzato,Anna De Santis,Aldo Piersanti, Silvana Petti,Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Anna Maria Rospo.

    Hanno collaborato:Diacono Enzo Crialesi,Enrico Frau.

    Stampato su carta riciclata

    da:Printamente s.n.c.Via G. Tamassia, 40 - Romawww.printamente.it

    Il giornale è stato chiuso il 30 Gennaio 2007.

    Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

    Distribuzione gratuita

    oppure lo cerca male, in al-tre realtà.Magari giustificandosi colfatto che molti oggi noncredono più. Ma che vuoldire questo? Molti, nelmondo, muoiono di fame,ma non per questo si puòaffermare che si vive me-glio senza mangiare.Allora l’uomo d’oggi ma-schera il bisogno di Diocon la ricerca di altre realtàche ne sono il surrogato. E,come viene affermato inquesto numero de La Vo-ce, spesso l’individuo mo-derno cerca Dio in quelloche sembra dargli una rea-lizzazione immediata e unafelicità a basso costo. Inrealtà queste cose, banal-mente sempre le stesse: de-naro-potere, sesso, dro-ga…, non appagano l’uo-mo nel bisogno di senso, e

    continua da pagina 1 IO SONO IL SIGNORE TUO DIO, NON AVRAI ALTRI DÉI DI FRONTE A MEE affinché l’uomo stessofosse facilitato nell’ade-sione a lui, ha ricevuto laspinta interiore a ricercarlo,con quel desiderio irrefre-nabile che ognuno si portadentro, e gli fa gridare:“Ho bisogno di un dio”,cioè di un punto di riferi-mento.L’aveva capito bene il gran-de sant’Agostino, quandodopo aver cercato in tantecose e filosofie, finalmen-te, trovatolo in Cristo, af-ferma: “Il cuore dell’uomoè inquieto e non ha pacefinché non riposa in te”.È quello che capita ancoraoggi, solo con l’aggravan-te che l’uomo contempo-raneo si ostina a soffocareil bisogno del suo Dio e acredere superbamente dibastare a se stesso. Si inte-stardisce a non cercarlo,

    non gli saziano quella sete“inestinguibile” che solo“la fonte che zampilla perla vita eterna”, può disse-tare.Purtroppo, dai surrogati deldivino scaturisce altra seteinsaziabile che richiedesempre di più per riempir-ne il vuoto, lasciando sma-nie sempre più inconteni-bili.Perciò vale ancora il co-mandamento: “Non avraialtro Dio al di fuori di me”.Non è tanto una minacciama una constatazione diciò che è la realtà profon-da e ultima di ogni essereintelligente.Potremmo dire con i Santiquanto Dio sia “tutto”.Francesco d’Assisi, peresempio, dichiarava al Si-gnore di essergli il “MioDio e mio tutto”. Ciò a

    conferma del fatto chequanti lo trovano vera-mente possono vivere an-che da poveri, perché eglibasta. Ma chi lo rifiuta enon accetta di cercarlo, al-lora potrà essere semprepiù ricco di tutto, ma maisoddisfatto di quello chepossiede.Per questo le indicazioniche ci portano a Dio nonpassano mai di moda, per-ché è la spinta verso lui chenon passa.Allora, a partire da questonumero del nostro giorna-le parrocchiale, tratteremo,per un biennio, delle “die-ci parole” di riferimentoper le religioni bibliche. Sì,i dieci comandamenti visticome via di liberazione edi appagamento per ciòche ancora l’uomo d’oggicerca.

    l matrimonio cri-stiano è storia uma-na consacrata, non è

    un contratto e neppure unadichiarazione di intenti. Èuna promessa “per sem-pre” e pertanto la parola in-dissolubile cessa di suona-re come una minaccia per-ché solo ciò che è tale è de-gno di eternità.La famiglia, dunque, sifonda su queste basi e conun presupposto così preci-so Dio non può essere cheal primo posto mentre, conenorme fatica, si cerca dimantenere fede al pattocontratto con lui. Tutto ciò

    non significa che sia faci-le riuscirci, in quanto spes-so non c’è posto per le co-se di Dio e la coerenza èuna cosa rara. Tuttavia, an-che a costo di sacrifici ènecessario seguire la stra-da indicata chiaramente daCristo. Se lui alberga nelcuore e nella mente af-fronteremo la nostra vitacon letizia e spirito di sop-portazione.Questo amore per Dio è si-curamente in ognuno dinoi, anche se non tutti loaccolgono come un dono elo vivono nel quotidiano. Imiei ricordi più cari risal-

    gono a molti anni or sono,quando la famiglia era laprima a trasmettere l’amo-re di Dio e a praticarlo.Nelle azioni quotidiane tut-to ci riportava a lui. Lagiornata iniziava con il se-gno della croce, infatti miopadre diceva “se lo fai trevolte è gradito a Dio”.Quando ci si metteva a ta-vola si ringraziava per il ci-bo ricevuto e si pregavaperché non mancasse aglialtri. La sera le preghiereerano d’obbligo: si riposa-va meglio e si evitava difare brutti sogni. Spesso sisentiva qualcuno ripetere“in nome di Dio”, in occa-sione di una primizia o diaver indossato un vestitonuovo. A ripensarci quan-ta malinconia mi assale:davvero Dio era al primoposto nella famiglia. Allo-ra mi domando: perché og-gi è così difficile trasmet-tere questi valori? Perchénon riusciamo ad essere at-tendibili come lo sono sta-ti i nostri genitori? Basteràil nostro esempio e la no-stra preghiera perché anchenel cuore di altri si accen-da questa voglia di amore,che ci ha contagiato tantoda cambiare la nostra vita!

    IIN FAMIGLIA,DIO A CAPOTAVOLA?Silvana Petti

  • ui ce lo aveva dettochiaramente: nonavrai altro Dio fuo-

    ri di me.Ma quando è stato che neabbiamo messo un altro,altrettanto imperioso, suinostri altari?Ma si, amici miei, il dena-ro, non neghiamolo, è im-portante come il nostroDio. Molto importante. Avolte è determinante alpunto che qualcuno può vi-vere senza Dio. Senza de-naro no.Una banconota in tasca dàsicurezza. È la carta vin-cente con la quale ci se-diamo al tavolo di questonuovo gioco che ha regoleormai fisse quanto spieta-te.Il denaro, veramente, hasempre avuto questo fasci-no, a cominciare dagli an-tichi che addirittura mette-vano una moneta nellabocca dei morti per poterconsentire loro il viaggiooltretomba.Però, poi, la storia dell’u-manità è andata, quandopiù e quando meno, co-munque sempre in progre-dire e, con il definitivo ap-prodo nella civiltà e nellacultura, soprattutto quelladi matrice cristiana, eranofinalmente posti in eviden-za i famosi Valori assoluti,propri di un’umanità ormaievoluta e tra questi, certa-mente, il denaro, che purecontinuava ad esserci, nonera mai in posizione pre-dominante.Ma allora come si è deter-minato, quando si è deter-minato, e soprattutto chi hadeterminato questo capo-volgimento di intenti?Nel passato, fino a una cin-quantina d’anni orsono,chiunque fosse ammalatodi bramosia da denaro ad-dirittura suscitava in tuttigli altri una incontenibile,sana ilarità. Mi viene inmente l’avaro di Moliére,ma anche più semplice-mente lo zio Paperone di

    Disney, le cui gesta, dabimba, mi divertivano tan-to.Poi, piano piano, i para-metri di riferimento del-l’umanità si sono spostatisempre più in basso, osereidire dal cuore alla tasca edè esattamente lì che si è de-terminato il nostro punto dinon ritorno.Un uomo dovrebbe essereconsiderato per ciò che è.Invece, purtroppo per tut-ti, è considerato per ciò cheha.Vedete come è semplice?È bastato cambiare l’ausi-liare. Il verbo avere ha vin-to sul verbo essere. Unamera sostituzione gram-maticale.Sto scherzando, natural-mente. Magari fosse soloquesto. Il fatto è che daquesta nuova espressionelessicale trapela, e bisognaessere ciechi per non ac-corgersene, tutta intera lanostra sconfitta.È triste constatare che ab-biamo passato da un pezzoil culmine della parabola eci stiamo avviando defini-tivamente al punto mortoinferiore.Qualche esempio? Eccoli,più d’uno.Una classe politica chechiede lacrime e sangue aicittadini per risanare i bi-lanci e poi con la primaazione di governo approvale proprie vergognose mo-dalità di pensionamento: 5anni di contributi contro inormali 35-40.I famosi furbetti del quar-tierino che hanno imparatoin tratta le autostrade del-l’alta finanza e viaggianoalla grande, salvo uscirevelocemente al primo ca-sello quando ci sono degliintoppi...Anche la Chiesa cattolicaha il suo ruolo. Spente leluci e i microfoni dellagrande comunicazione me-diatica, che riusciva cosibene all’amato Papa Woj-tila, emerge oggi per intero

    IL NOSTRO NUOVO DIOMarisa Alessandrini

    Lla responsabilità di averconvalidato l’operato dinefasti organismi, a lei in-terni che, al di là di accre-scere se stessi quanto a po-tere e denaro, niente di piùtemporale, snaturano lastessa Chiesa che sembraallontanarsi sempre più dalmodello evangelico, senzail quale, però, è bene ri-cordarlo, non ha ragione diesistere...Ma la lista è infinita. Iostessa, tutti noi, anche i piùpiccoli e umili, siamo inpredicato per adorare oadoriamo già questo nuo-vo Dio. Che a volte si chia-ma denaro. A volte si chia-ma potere. A volte si chia-ma successo. A volte sichiama lussuria. A volte sichiama gola.Ma è pur sempre espres-sione della nostra umanitàdeviata che forse ha di-menticato, o forse non hamai sentito parlare di unpreesistente patto di al-leanza col nostro Creatore.Fatto sta che ci inchiniamooggi quasi tutti, chi in giac-ca e cravatta, chi in tuta,chi in camice bianco, chiin tonaca, a questo nuovovitello d’oro che guarda,incredulo lui stesso, allanostra ingravescente stupi-dità.È lui che ci suggerisce didarci da fare per guada-gnare di più, sempre dipiù... e andare magari lon-tano da casa... la casa... una“camera a gas” dove è pe-santissimo convivere configli, coniugi, anziani, tut-ti con i loro bisogni che ri-cordano così tanto i nostrilimiti. Ecco, i nostri limiti.Forse sta proprio qui lacausa di tutto.Anche Adamo, gironzo-lando nel giardino, sentivaogni giorno più pesante ilsuo limite. Aveva tutto,proprio tutto. Una cosa,no...La nostra invidia di esserecome il Creatore. È quellache ci frega. Perché poi ilpasso è breve: io sono co-me Dio, lui è una mia in-venzione. E se è un mioprodotto, lo levo e lo ri-

    metto e me ne servo a miopiacimento.Ora il punto è questo.Quella volta, e noi tutti losappiamo, il Signore, trovòuna soluzione. Ma oggicosa farà?Ecco, preferisco chiuderequi questa mia divagazio-ne. Il punto interrogativofinale, infatti non mi fapresagire nulla di buono.

    Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri déi di fronte a me

    C’È UN SOLO DIOSiamo tutti moderni: diplomati,imprenditori, industriali, divi,impiegati, operai, laureati,in chiesa si va poco, siamo schivi.

    Forse credi ancora nell’aldilà,c’è ancora tempo per arrivarci:“per ora siamo vivi e siamo qua,bisogna difenderci o provarci”.

    Se tocchi ferro, c’è chi tocca legno,pupazzetti o cose più volgari;se fai le corna, falle con impegnoal gatto nero ed ai similari.

    Paghi indovini e fattucchieri,speri che ti migliorino la vita:poi gl’inganni affoghi nei bicchieri,non ti serve più incrociar le dita.

    C’è un solo “Dio”, Grande Creatore,non si vede e non si fa toccare,che ti segue sempre col suo amore:chiedi a Lui e fatti consolare.

    Antonio Tardivo

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  • Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri déi di fronte a me

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    stiche, che possono andareanche a scapito di altri la-voratori.Si inseguono, fino all’esa-sperazione, solamente “va-lori” effimeri; in nome del-la laicità imperante, si vi-ve in un ambiente arido dalpunto di vista spirituale,dove la depressione è sem-pre in agguato.Certamente, la presenza didipendenti che professanola fede cristiana serve a mi-gliorare un po’ le cose, se

    AMARE DIO, UNICO SUPREMO SIGNOREEnrico Frau

    uando mi trovo ne-gli uffici comunalidove lavoro, davan-

    ti al computer, sento spes-so il bisogno di chiedermise lì Dio venga accettato.Infatti ho la sensazioneche, per molti colleghi, Dionon sia importante e nonoccupi il posto che merita,anzi costituisca un ostaco-lo da rimuovere in quantoli distoglie dalle proprieambizioni, condizionatespesso da logiche carrieri-

    IO SONO IL SIGNORE DIOTUO, NON AVRAI ALTRODIO AL DI FUORI DI MEMaurizio Pirrò

    econdo quanto af-fermato nell’AnticoTestamento (AT) il

    decalogo fu consegnato daDio a Mosè sul monte Si-nai. In relazione ad un par-ticolare modo di pensare,per altro assai diffuso intutte le religioni del bacinodel Mediterraneo e al finedi definire i fondamenti diuna religione, si diceva cheera stato scritto da manodivina su tavole di pietra,in seguito chiamate “Tavo-le della Legge”. Gli stu-diosi ritengono che il de-calogo fosse all’inizio unaserie di espressioni apodit-tiche ed incisive atte a san-cire la legge fondamentaledell’Alleanza e di valoredeterminante per la reli-gione dell’AT. Indicano,infatti, i doveri fondamen-tali dell’uomo verso Dio everso il prossimo, il beneda attuare e il male da evi-tare. Il primo comanda-mento recita: “Io Sono ilSignore Dio tuo, non avraialtro Dio al di fuori di me”.Questo esige l’adorazionedell’unico e vero Dio.Molti, per il fatto che il de-calogo (o dieci parole)contenga più proibizioniche concessioni, si sento-no autorizzati a trasgredir-lo e a scegliere a propriopiacimento, a seconda del-le proprie convenienze.Purtroppo per l’uomo, es-so è “un tutto inscindibile”,poiché ogni parola rimandaa tutte le altre e la sua va-lenza è totale ed illimitata.Ma per comprenderlo, insenso propriamente cri-stiano, e in quanto partedell’AT, va letto alla lucedel Nuovo, il quale lo por-ta a compimento. Occorrerileggerlo nella prospetti-va delle beatitudini, infattiil discorso della montagnanon solo conferma i co-mandamenti, ma li perfe-ziona. Le beatitudini tra-sferiscono il decalogo dallimite terreno del “non fa-

    re” all’infinito fruire labeatitudine della vita eter-na cominciando già, peranticipazioni e primizie, daquesta vita terrena. Qui ipoveri, gli afflitti, i miti, iportatori di pace, gli affa-mati di giustizia, i miseri-cordiosi, i perseguitati,possono vivere i comanda-menti con letizia di spirito.

    Qui possono trascendere ilproprio limite e la propriaoppressione sperimentan-do la vita eterna nella co-munione con Dio, con sestessi e con il prossimo.L’uomo non si fa scrupoloalcuno di sostituire Dio,l’unico e il vero, con altrodio quale il potere, il dena-ro o il sesso. L’uomo è un

    misto di luci ed ombre, èun pendolo che oscilla trala scelta del bene o il suocontrario. Viene da do-mandarsi se, abbagliati dafalse promesse o fatui so-gni che rendono illusoria-mente piacevole la vita,anche noi sostituiamo alvero Dio i falsi idoli. Il pe-ricolo è dietro l’angolo.

    Q

    l preambolo dei die-ci comandamenti,“Io Sono il Signore

    Dio tuo”, è decisivo persentirsi amati da Dio equindi, amarsi perché ama-ti da lui.Il primo comandamento ciprescrive un atto di fede.Ma chi crede a Dio nonpuò contentarsi di crederesoltanto. Spesso questogrande mistero d’amorec’è chi lo rinchiude in unabottiglia piena di un altrodio, “l’alcol”. Non si puògiudicare in maniera spie-tata il prossimo che ecce-de in questo. I motivi pos-sono essere tanti, anche se,a volte (specie tra i giova-ni), è solo per la ricerca disempre nuove emozionimediante cose che dannolo “sballo”. Ormai non ci si stupiscepiù delle bellezze, non si savedere in profondità. Ma provo a guardare a teche lo fai per disperazione,per fuggire dalla cattiveriadel mondo o, soprattuttodal bisogno di sentirti ama-to da qualcuno.È vero, forse quella botti-glia ti fa riempire un vuotoche gli altri non vedono, tidà una felicità momenta-nea che dura il tempo diuna sbornia. Poi camminibarcollando, tra la genteche ti guarda con disprez-zo, e si tappa il naso pernon sentire quell’alito for-te mentre ti indica per di-re: quello è lo scarto dellanostra società.E tu li guardi e sorridi, ohai uno scatto d’ira, madentro ti senti morire, e

    vorresti dire al tuo prossi-mo: guardami, aiutami, hobisogno di te. Dietro di mec’è una storia, un passato,una grande sofferenza nonsuperata.Forse siamo bravi nel dirtiche fai un grande peccatoperché attenti a quella vita

    che Dio ti ha donato, maanche noi siamo colpevolidi questo.Caro amico, tu hai sceltocome dio una bottiglia chesi svuota e dopo come ran-dagio vai alla ricerca diun’altra. Cerca aiuto neltuo prossimo, e se lui nonti aiuta insisti, come fal’uomo del Vangelo: se nonte lo darà per amicizia te lodarà per la tua insistenza.Quel dio nella bottiglia èmeglio che lo lasci chiuso,un giorno lo aprirai, nonper farti del male, ma percondividerla col tuo pros-simo, per un brindisi in unavita ritrovata e… magariper offrire un “cin cin” an-che a Dio. Perché, sai? labuona notizia è che Dioc’è, ed sempre disposto adamarti e a vederti felice.Basta andargli incontro elui, come un Padre buono,sarà pronto a stringerti trale braccia e a sussurrarti:“Io sono il Signore Diotuo”.

    UN BRINDISI CON DIOLuciano Cazzato

    IS

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    non altro neirapporti uma-ni.Personalmen-te mi adoperoperché fracolleghi pre-valga sempreil rispetto e laconcordia.Cerco anchedi far capireloro, che dob-biamo aiutarequei dipen-denti con pro-blemi fisici, assunti ap-punto con leggi speciali,che hanno bisogno solo diessere trattati come perso-ne “normali”.Ma è difficile, non tutti ca-piscono queste proposte.Qualcuno mi ha chiamato“buon samaritano” per of-fendermi, ma io vadoavanti cercando di non po-lemizzare inutilmente, an-zi continuando a tendere lamano ai colleghi.Proprio per questo mi sen-to di affermare che è ne-cessario ritrovare il vero si-

    gnificato del primo co-mandamento, con il qualeDio, dopo essersi rivelatocome tale, ci ordina di ri-conoscere, adorare, amaree servire lui come unicosupremo Signore.Ciò, senz’altro, costituisceil fondamento della fede,cioè l’adesione al Dio uni-co e vivente.Egli ci ama e quindi dob-biamo fidarci di lui, po-nendolo al centro della no-stra esistenza.È necessario, pertanto, chegli uomini si convertano a

    Dio, abbandonando gliegoismi e i falsi miti di og-gi, riscoprendo valori co-me amore e solidarietà ecorreggendo, così, le con-traddizioni della societàmoderna.

    Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri déi di fronte a me

    né forti ideali, a volte restaun gran senso di solitudineda colmare. E ancor piùspesso, in certi ambienti, tiviene offerto di farlo cosìsemplicemente e a buonmercato che ti senti unostupido a rifiutare, un di-sadattato, un bacchettone.Ed ecco una pasticca, unapillola, passata in una di-scoteca, da un amico, da…A ben guardare ricorda tan-to il primo, simbolico rac-conto con cui si apre la no-stra amata Bibbia: unadonna, un serpente, unfrutto proibito. Proibito dachi? da Dio, perché? pernon perdere la tua vita. Inquel serpente, però, l’in-ganno: non è vero che laperderai, al contrario, saraiuguale a Dio. Il dio dellatua vita. Magnifico questotesto, così antico e sempre

    tanto attuale. Solo la paro-la di Dio può riuscirvi.Mi sono chiesta perché ame, che ho frequentato illiceo artistico, quando neibagni sembrava di cammi-nare in una densa e biancanuvola di ovatta che poiera fumo di canna e i mieicompagni di banco, pen-sando che regalo più gra-dito non ci fosse, ai com-pleanni si scambiavano er-ba e cartine, nessuno hamai offerto niente. Saràstato per la mia faccia dabrava ragazza, che spessomi ha fatta escludere per-ché non dicevo parolacce,non fumavo, non… ne hoanche sofferto, a volte, magrazie a Dio non ho maipensato che la soluzionefosse adeguarmi. Ho cam-biato ambiente e amicizie.Non per emarginare chi fascelte diverse, piuttosto perfortificarmi abbastanza dasaperlo aiutare senza giu-dicare. Per non credersi diodella propria vita distrug-gendola, ma neppure cre-dere che Dio sia dalla no-stra parte perché siamo mi-gliori degli altri. Corriamoun grosso rischio da questepagine, da questa parroc-chia, da gente perbene qua-le siamo: contrapporrebuoni e cattivi e metterciautomaticamente dalla par-te dei buoni. Tolta la ma-schera, alla fine di questocarnevale e per la quaresi-ma che vivremo, cerchia-mo di riconoscere che do-ve non siamo caduti siamostati già salvati e non permerito nostro. In tante al-tre piccolezze, purtroppo,cadiamo ogni istante.

    continua da pagina 1

    e dicessi ai ragazzidel gruppo giovanidella nostra parroc-

    chia: “Presentatemi il vo-stro migliore amico”,quanto questo sarebbe dif-ficile!Si potrebbe parlare per set-timane e non spiegare an-cora il perché dell’amici-zia nella profondità dell’a-nimo proprio e altrui. Essasi sviluppa, in modo inef-fabile, da mille situazioni,da piccoli sguardi, da si-lenzi, da momenti assolu-tamente segreti, quasi in-consci. Ci si conosce, so-prattutto, attraverso unaperseverante presenza gliuni agli altri, che è alla ba-se di ogni discorso: la pre-senza di amici insieme.Essere amico vuol dire en-trare in quel clima profon-damente toccante, umano,di uno scambio sorpren-

    dente in cui lo sforzo stes-so di semplificare le cosesi rivela quale amore e ca-rità. La carità deve sempresemplificare. Qualcuno mi offende? Ionon posso rifugiarmi incomplessi ragionamenti suimiei diritti, sulle difficoltàmagari psicologiche del-l’altra persona, devo arri-vare ad una cosa più sem-plice, ad un amore che puòdire: “Non fa niente, ti per-dono per amore di coluiche mi ha perdonato”. Quindi uno sforzo di sem-plicità che traduce l’amo-re profondo e rivela comesia lo stesso amore che per-mette di comunicare ilVangelo. Semplificare èsempre utile.Quando ero ancora stu-dente, tanti anni fa, mi ri-cordo la prima bozza della

    tesi di perfezionamentoche feci vedere al profes-sore. Mi disse: “Sì, non èmale, va bene, però quan-do capirai meglio questecose le scriverai in manie-ra più semplice”.Ed è vero, Gesù parlavacon autorevolezza perchéparlava in maniera sempli-ce, non come gli scribi e idottori della legge.Ogni sforzo di semplifica-re ci obbliga ad arrivare aciò che è veramente essen-ziale. Nelle cose grandi, impor-tanti della vita, che riguar-dano il cuore, i rapporti esoprattutto la relazione tranoi e Dio, è indispensabi-le tenere la sostanzaprofonda delle cose, pro-prio per non perdersi neimeandri della complessitàumana. Tenere la sostanza signifi-ca avere un’ancora per nonandare alla deriva deidrammi esistenziali.

    DIO È NELLA SEMPLICITÀFrancesco Di Cataldi

    S

    SENTIRSI UN DIO CON UNA DROGA

  • DDIIBBAATTTTIITTOODibattito

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    elby, i Pacs,il matrimo-nio dei preti,

    la fecondazione as-sistita… sono soloalcuni dei grandi te-mi di attualità che dividonol’opinione pubblica e suiquali trova perentorio e net-to, definitivo, il “no” dellaChiesa. Mi domando se siagiusto. Al di là delle ragionidella Chiesa, che condividoper fede e per obbedienza,mi chiedo se sia giusto ri-badire quel no di fronte atanti che non si preoccupa-no di cercarne le motiva-zioni profonde ma, superfi-cialmente, si servono diquesto diniego – come diqualunque opinione o indi-cazione espressa dalla Chie-sa – per accusarla di esserefossilizzata nel suo status esuperata o di voler mano-vrare scelte politiche sullequali non dovrebbe aver vo-ce in capitolo (!) e, quindi,per allontanarsene ancor piùdecisamente. Sono statacontenta che il card. Ruinisia tornato a spiegare le ra-

    gioni che hanno im-pedito alla Chiesadi concedere il fu-nerale religioso aWelby, tenendo inconsiderazione tut-

    ti quei cristiani che, comeme, si erano sentiti feriti daquella presa di posizione.Tuttavia non mi ha comple-tamente convinta… perchérimettere tutto alla miseri-cordia di Dio? Forse Welbynon avrebbe potuto trovareun po’di misericordia già suquesta terra, da parte del-l’uomo? Sembriamo anco-ra oggi tanti farisei, chemettono la legge davanti atutto, ancor prima dell’es-sere umano. Ormai Welbyera morto, non importa co-me. Senza avallare quellascelta, la Chiesa avrebbepotuto mostrare carità, per-ché non sappiamo se oggiquell’uomo sia o non sianella casa del Padre. E il fu-nerale cattolico non avreb-be cambiato questa realtà.Mi piacerebbe sentire i vo-stri pareri in proposito…

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    “Non pacseranno”, questoil titolo di un volantino chemi è capitato tra le maniqualche giorno fa, col qua-le il movimento Militia Ch-risti promuoveva una ma-nifestazione contro i co-siddetti ‘pacs’; in fondo, lesigle aderenti, tutte più omeno di ispirazione catto-lica. Mi domando: ma lareligione non dovrebbe ri-manere fuori dalla politi-ca? E, soprattutto, dalleleggi di uno stato laico?Lo Stato italiano non do-vrebbe fare leggi pensan-do proprio di tutelare i di-ritti delle minoranze, indi-pendentemente dalla federeligiosa o politica? Sta-volta è la legge sulle cop-pie di fatto, la volta prece-dente era l’inseminazioneartificiale, prima ancoraaborto o divorzio, ma sem-pre, da parte della Chiesacattolica, sono arrivati il

    Per ragioni di spazio, nonentro in merito alla questio-ne dei PACS, do solo alcu-ne considerazioni di fondo.1. Qual è lo scopo dellapolitica? La gestione della“polis”, cioè della “città de-gli uomini”: perché sia piùvivibile, umana, giusta, ri-spettosa della dignità deicittadini…, al fine di far sìche ogni individuo stia be-ne e dia un valido contribu-to al bene comune. Per que-sto offre strumenti e leggiper il pieno e sano sviluppodella società. Tutto ciò apartire dalla legge naturalee dal diritto fondato sullaCostituzione.2. Qual è lo scopo dellaChiesa? Dare un’anima al-la “polis”, cioè alla “cittàdegli uomini”, perché siapiù vivibile, umana, giusta,rispettosa della dignità deicittadini…, al fine di far sìche ogni individuo stia be-ne e dia un valido contribu-

    to al bene comune, mante-nendo quell’apertura al tra-scendente che gli permettadi porre le fondamenta al-l’ingresso nella “Città diDio”. E ciò vale come pro-posta per ogni uomo dibuona volontà, ma in spe-cie per ogni cristiano. Perquesto offre riferimenti al-la sacra Scrittura (alla leg-ge di Dio) e indicazionimorali.

    Come è evidente l’obiettivodella prima parte è pratica-mente lo stesso, cambia nel-la seconda, dove, mentreper lo Stato laicista non v’ènulla, e quindi tutto è quiadesso e basta, per la Chie-sa v’è un dopo che è defini-tivo rispetto al qui e ora.Tale presupposto cambiaogni prospettiva di valuta-zione, per cui a volte è dif-ficile capirsi. Tuttavia per quello che ri-guarda la prima fase è pos-sibile trovare una sintonia,se si ha a cuore il vero bene

    del “consorzio umano” for-mato da individui, senzapretendere che il comodo dipochi sia legge per molti. Sisa che nella convivenzaumana bisogna a volte sa-crificare i propri interessiper un bene maggiore cheriguardi l’interesse comune. Ora succede che la Chiesasia fatta di credenti con pie-na cittadinanza terrena, percui non vedo quale sia l’in-tromissione se questi dico-no la propria idea, moti-vandola, su questioni che ri-guardano la convivenza ditutti.Alcuni hanno da obiettarecirca una presunta intro-missione intollerante deicredenti… Ma, l’atteggia-mento di condanna assolu-ta e di esclusione a prioriper ogni posizione che pos-sa far riferimento a Dio, co-s’è? Non è una forma di to-talitarismo?Lo Stato laico è libero di di-battere le questioni che cre-de opportune, e di darsi leleggi considerate più sagge,ma a nessuno può essereimpedita la libertà di

    espressione e il diritto di da-re un contributo al dibatti-to, che è il dovere di offri-re altri punti di vista.Del resto il presidente Na-politano e papa BenedettoXVI hanno capito e lo han-no detto più volte quantosia più proficua la collabo-razione tra Stato e Chiesaperché entrambi parlano al-lo stesso uomo.In definitiva, diciamocelochiaramente, se la Chiesa inItalia, non avesse voce incapitolo, perché espressio-ne di una sparuta minoran-za, non darebbe fastidio anessuno, ma siccome anco-ra parla a nome di tanti (gliitaliani si dicono ancora cat-tolici e moderati, anche sepoi devono barcamenarsitra schieramenti partiticispesso estremisti)… Purtroppo questo è il tarlodelle nostre democrazie oc-cidentali dove la maggio-ranza è obbligata al muti-smo per rispetto alle mino-ranze e queste, continua-mente, strepitano perché sisentono discriminate.

    GC

    monito, la chiusura e iconsigli ai nostri politici sucome comportarsi. Ormainon c’è giorno che su gior-nali o telegiornali non cisia qualche dichiarazioneda parte della Chiesa… Iopenso che lo Stato dovreb-be chiedersi se sia giusto omeno legalizzare le coppieche di fatto vivono insieme,senza nessuna influenzaesterna, né cattolica, némusulmana, né induista, néebraica, altrimenti il ri-schio è quello di arrivaread avere delle leggi a sfon-do religioso e questo lotrovo inaccettabile perqualsiasi paese al mondo.Infatti non si può ignorareche ci siano persone com-pletamente diverse da noie quindi non possiamo la-sciare che lo Stato si fac-cia influenzare da alcunareligione. Piuttosto do-vremmo spingere chi ci go-verna a tutelare i diritti ditutti, indipendentementedalla propria fede religio-sa o politica.

    STATO LAICO O CHIESA POLITICA?Fabio

    DDIIBBAATTTTIITTOO Riceviamo e pubblichiamo

    La risposta all’articolo “Stato laico o Chiesa politica?”

    QUANDO LA CHIESA DICE NO

  • Attività

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    qua sta nel farla diventareuna merce. Ciò crea deigrossi problemi, come ci ri-corda l’Arcivescovo diMessina, Giovanni Marra:“È appurato che laddove èstata realizzata la privatiz-zazione dell’acqua, oltre adessere aumentati vertigino-samente i costi per i singo-li cittadini (creando nonguadagno ma arricchimen-to per pochi privati a disca-pito di tutti), si è trasforma-to questo bene – diritto fon-damentale - in merce, ge-nerando cosi ingiustiziasenza precedenti e soprat-tutto un attacco alla sacra-lità della vita e alla dignitàstessa dell’uomo. […] L’ac-qua appartiene a tutti, e anessuno può essere conces-so di appropriarsene pertrarne illecito profitto…”Un invito a noi tutti ad in-teressarci a questo argo-mento, perché credo chenon si debba porre ogni co-sa sotto la legge del mer-cato, del consumismo, delprofitto come finalità prin-cipali.Concludo con le parole delreligioso comboniano p.Alex Zanotelli: “ Privatiz-zare l’acqua equivale a ru-bare, poiché si ricava unprofitto illecito da ciò che èun dono di natura”.Parole crude e dure… pa-role “profetiche” che, comeal solito, ci mettono di fron-te alla realtà e ci invitano anon rimanere passivi.

    ––––––––Un gesto semplice ma im-portante… è iniziata laCampagna “acqua pubbli-ca ci metto la firma!” pres-so il centralino del comunedi Ladispoli (P.za G. Falco-ne, 1) iniziata la raccolta fir-ma per la presentazione inParlamento della legge diiniziativa popolare”Principi per la tutela e lagestione delle acque e di-sposizioni per la ripubbli-cizzazione del servizio idri-co”. Dal lunedì al venerdìore 11 / 13 e giovedì ore 15/ 18 Per info: www.acquabene-comune.org

    continua da pagina 1“PERCHÈ UN CRISTIANO DEVE ESSERE...

    SPETTACOLO TEATRALE PRESSO SALAPARROCCHIALE SACRO CUORE DI GESÙ

    SABATO 24 MARZO 2007 ORE 21,00

    “H2ORO. L’acqua, un diritto dell’umanità”Una produzione della Compagnia teatraleITINERARIA diretta da Roberto Carusi

    Uno spettacolo teatrale per sostenere il dirittoall’acqua per tutti, per riflettere sui paradossi e glisprechi del “Bel Paese”, per passare dalla presa dicoscienza a nuovi comportamenti.

    Prenotazione e biglietti presso la Bottega “Il Fioreper un commercio equo e solidale”Via delle Dalie, 11 - Ladispoli - tel. 06.9913657

    i è svolta domenica14 gennaio nellaparrocchia Santa

    Maria del Rosario a Ladi-spoli la Giornata mondialedel migrante e del rifugia-to della nostra Chiesa dio-cesana, alla presenza delVescovo mons. Gino Reali,del vicario generale, dei di-rettori degli uffici diocesa-

    ni: migrantes, caritas, litur-gia e giovani; i parroci diLadispoli, la vice sindaco,i cappellani e numerosi cat-tolici immigrati con le lorofamiglie.Tre i momenti significativi:il primo, dopo un breve sa-luto del vicario generale,della vice sindaco e del di-rettore migrantes, e la pre-sentazione dei gruppi etnicicon i cappellani, quando ibambini polacchi si sono ci-mentati in un balletto cherappresentava il passaggiodelle “chiavi di Pietro” trai papi Giovanni Paolo II eBenedetto XVI, seguito dalcanto molto sentito dei ru-meni e quello ritmico deinigeriani che hanno poi bis-sato la loro esibizione se-guita anche dai polacchi. Itanti partecipanti, sono sta-ti coinvolti dalla gioia deicanti ritmici e dalle melo-die presentate, che hannofatto gustare anche la bel-lezza delle culture dai di-versi paesi che il Signore hadato alla nostra Chiesa.Il secondo momento, alle18,00, è stato in chiesa conla solenne concelebrazionemultilingue presieduta dalVescovo. Essa è stata arric-

    chita da canti, letture e pre-ghiere proclamate nelle di-verse lingue presenti (ita-liano, polacco, rumeno, bul-garo, nigeriano, peruviano,swaili e malaialam), dandocosì un pizzico di penteco-ste alla giornata di festa.Il Vescovo nella sua omeliaha affermato che la sacrafamiglia di Nazaret, Gesù,

    Maria e Giuseppe,emigrata e rifugiatain Egitto per sottrar-si alle ire del re Ero-de, è il modello l’e-sempio e il sostegnodi tutti gli emigran-ti e pellegrini d’ognietà e d’ogni paese.Rilevando poi il te-ma della giornatamondiale del mi-

    grante e del rifugiato ha evi-denziato l’impegno dellaChiesa, in generale, e dellanostra Chiesa diocesana, inparticolare, a favore del-l’accoglienza non solo del-

    l’individuo, ma anche del-la sua famiglia (piccolachiesa domestica) luogo erisorsa della cultura dellavita e fattore d’integrazio-ne dei valori. La bellissimaliturgia eucaristica è termi-nata con la benedizione delVescovo.Poi, nel terzo e ultimo mo-mento della giornata alle19,00, c’è stata un’agapefraterna dove tutti i presen-ti hanno sostato in gioiosacondivisione, consumandopizza, dolci e bevande por-tate dalle famiglie dei mi-granti. È stata per tutti una bellagiornata di fraternità, disvago, di preghiera e dicondivisione, fatta da tantivolti e lingue diverse, macon un cuore e un’animasola, dove tutti hanno sco-perto la bellezza della gioiadello stare insieme tra le di-verse culture presenti nellanostra diocesi di Porto-San-ta Rufina.

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    GIORNATA MONDIALE DELMIGRANTE E DEL RIFUGIATODiacono Enzo Crialesi

  • Attività La Voce sul mondo

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    ––––––––“L’UNIONE EUROPEA HABISOGNO DI VALORICOMUNI”(fonte ZENIT.org)BRUXELLES, mercoledì,17 gennaio 2007 - “L’U-nione Europea ha bisognodi valori comuni”, sosten-gono in un comunicatostampa congiunto emessoquesto martedì la Com-missione degli Episcopatidella Comunità Europea(COMECE) e la Commis-sione Chiesa e Società del-la Conferenza delle Chie-se Europee (KEK).Il Ministro degli Esteri te-desco Frank-Walter Stein-meier, che ha incontrato lu-nedì i rappresentanti delleChiese tedesche ed euro-pee in occasione della pre-sidenza tedesca dell’UE,ha affermato che le Chiesehanno un ruolo specificonel processo di integrazio-ne europeo.

    ––––––––NEL 2007, SARANNO250 MILIONI I CRISTIANIPERSEGUITATI(fonte ZENIT.org)Nel 2007, 250 milioni dipersone subiranno perse-cuzioni semplicementeperché seguono Gesù Cri-sto, secondo l’organizza-zione che vigila sui casi dipersecuzione, “Release In-ternational”, con base nelRegno Unito. In particola-re, l’organizzazione rivelache le persecuzioni stannoaumentando rapidamentenel mondo islamico.

    ––––––––OPERAI CINESISFRUTTATI PER FARE I GIOCATTOLI DI TUTTO IL MONDO (da AsiaNews)Il 75% dei giocattoli di tut-to il mondo sono prodottiin Cina. Ma gli operai la-vorano per bassi salari ein condizioni non sempresicure. Il problema di unpaese che, per attiraregrandi investimenti esteri,deve perpetuare lo sfrutta-mento della classe ope-raia.

    Le bambole Bratz sono co-struite in una fabbrica nel-la Cina meridionale checostringe gli operai a lavo-rare 94 ore la settimana. Lodenunciano le ong statuni-tensi China Labor Watch eNational Labor Committeeche parlano di numeroseviolazioni della legge, spe-cie in occasione del Natalee dei periodi di maggior ri-chiesta di giocattoli. La ditta Usa MGA Enter-tainment Inc. che producele bambole, risponde chenon conosce il sub fornito-re indicato nel rapporto eche, comunque, “si servesolo di fabbriche di primaclasse”. Sono in corso ve-rifiche anche da parte del-la Wal-Mart, che con la suacatena di negozi è la mag-gior rivenditrice della bam-bola. Esperti osservano che laCina per mantenere costidi produzione competitivideve continuare a discono-scere diritti primari dei la-voratori. Secondo la Camera diCommercio cinese, il pae-se produce il 75% dei gio-cattoli del mondo. Nel so-lo Guandong ci sono 5mi-la delle 8mila fabbriche digiochi, che nei momenti digrande richiesta occupano1,5 milioni di operai.

    ––––––––TIRO A SEGNO SUIMINORI IN BRASILEStella Spinelli (da PeaceReporter) Al Brasile un triste prima-to: il più alto numero dimorti ammazzati fra i ra-gazzi tra i 5 e i 25 anni. Siparla di 43 morti ogni cen-tomila abitanti. Questo nonsignifica che una cosa: learmi da fuoco uccidonopiù bambini e giovani inBrasile che nei paesi inguerra. Lo segue a ruota ilVenezuela, con 38 giovanivite spezzate ogni cento-mila. A dirlo è l’Organizzazionedegli stati ispano-america-ni per l’educazione, lascienza e la cultura (Oie),che si è basata sulle infor-

    iovedì 2 gennaioscorso, don Gio-vanni M. Righetti,

    don Emanuele Giannone edon Giuseppe Colaci, sisono incontrati assieme agruppi di laici delle ri-spettive tre parrocchie diLadispoli: Santissima An-nunziata, Santa Maria delRosario, e Sacro Cuore diGesù. Un evento straordi-nario voluto per un per-corso unitario di carità edi riflessione sulla realtàpolitica della nostra Città.Il tutto in occasione di duescadenze importanti neiprossimi mesi del 2007,essi coinvolgeranno tuttala comunità cristiana e ci-vica: la visita pastorale delVescovo diocesano mons.Gino Reali, in febbraio-marzo, e le elezioni am-ministrative a fine aprile.È un’opportunità per darevoce unica alla presenzadelle parrocchie nel terri-torio cittadino, ma è so-prattutto la gioia di un in-contro che sia anche segnoe messaggio di comunio-

    ne. Nella riunione si è di-battuto in particolare suldesiderio di dare alcunisegni visibili di impegnocaritativo unitario e sullavolontà di incontrare leparti politiche che concor-reranno per la carica disindaco nella tornata elet-torale in agenda. Nel frat-tempo sono seguite altreriunioni, in forma di com-missioni interparrocchia-li, per suggerire linee emodalità in vista di un do-cumento che si sta elabo-rando, circa le esigenze e isuggerimenti delle tre co-munità parrocchiali daproporre a chi ne fosse in-teressato nell’ambito po-litico.Il prossimo incontro perl’approvazione dello stes-so sarà il 13 marzo pros-simo con la partecipazio-ne dei tre consigli pasto-rali e del Vescovo dioce-sano, alle ore 21,00 pres-so la parrocchia del SacroCuore.

    (GC)

    INSIEME PER ESSERE PIÙ CHIESA

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  • misti continuano a prote-stare: il Women ProtectionBill vìola la sharia. Il disegno di legge sullaprotezione delle donne, chesta per essere approvata invia definitiva in Pakistan,non va contro il Corano.Lo afferma il consiglio del-l’ideologia islamica (CII),svuotando così di valore leproteste degli estremistimusulmani che nel paesecontinuano a manifestarecontro il provvedimentodel governo. Il presidente del CII e i suoi membri hanno espressoieri pieno appoggio al co-siddetto Women ProtectionBill, che aspetta la firmadel capo di stato PervezMusharraf per diventarelegge a tutti gli effetti. Ilconsiglio sostiene che il di-segno di legge sia un passonella giusta direzione e checontribuirà a rimuovere lenumerose anomalie conte-nute nella legislazione sul-le donne.

    ––––––––PARAGUAY: ACQUA NEGATA,PRECLUSE AI POVERI LE RICCHE RISORSEIDRICHE (da Misna)Il Paraguay è uno dei 10paesi più ricchi al mondodi acqua potabile con unastima di 60.000 metri cubiannui disponibili per abi-tante (circa 6 milioni emezzo di persone), ma èanche nel novero delle 15nazioni del pianeta chepeggio gestiscono la di-stribuzione delle risorseidriche: lo afferma il rap-porto dell’Undp (il pro-gramma Onu sullo svilup-po umano) 2006, ‘Beyondscarcity: Power, povertyand global water crisis’, lecui conclusioni e racco-mandazioni specifiche algoverno di Asunción sonostate presentate. Secondolo studio, nonostante il Pa-raguay condivida con Bra-sile, Argentina e Uruguayla falda acquifera del Gua-raní - considerata la terzamaggiore riserva idrica

    sotterranea del mondo, ca-pace, secondo alcune sti-me, di soddisfare il fabbi-sogno idrico di oltre 700milioni di persone - 2 mi-lioni e mezzo di abitanti,quelli che vivono sotto lasoglia della povertà, nonhanno ancora accesso al-l’acqua. Uno scenario chestride maggiormente in unpaese il cui nome significa“acqua che va verso l’ac-qua” dalle parole indigeneGuaraní ‘pará’ (oceano),‘gua’ (verso) e ‘y’ (acqua).Industria, agricoltura e al-levamento assorbono lagrande maggioranza dellerisorse disponibili e con-tribuiscono all’inquina-mento delle acque di su-perficie e dell’ecosistema.L’Onu ha sottolineato lanecessità di un quadro giu-ridico e istituzionale chegarantisca un uso equo delcosiddetto “oro blu”, “unanuova cultura dell’acquache riconosca l’accesso al-le risorse idriche come undiritto umano” e ne pro-muova un “utilizzo soste-nibile”.

    ––––––––NEL 2006, ALMENO 200 GLI ATTACCHI AI CRISTIANI DI NIRMALA CARVALHO (da AsiaNews)Sono almeno 200 gli attac-chi subiti dai cristiani in In-dia da gennaio a novembredi quest’anno. Gli inciden-ti vanno dalla profana-zione dei luoghi religiosifino all’omicidio di espo-nenti della comunità di mi-noranza. La denuncia arri-va dal Global council ofIndian christians (GCIC),che a Bangalore ha orga-nizzato una manifestazio-ne pacifica per sensibiliz-zare la popolazione sulproblema e pregare per lafine della violazione dei di-ritti umani e della libertàreligiosa nell’unione. Le violenze sono per lo piùopera dell’organizzazionedi fondamentalisti indù,Sangh Parivar; ma anche ifondamentalisti musulma-ni fanno la loro parte.

    La Voce sul mondo

    mazioni raccolte dall’Or-ganizzazione mondialedella sanità (Oms). A mali estremi, estremi ri-medi. Uno dei dati più gra-vi è che i giovani uccisi dacolpi di arma da fuoco so-no aumentati in proporzio-ne più nei luoghi remotidel Brasile che nelle gran-di metropoli. La ragione èla ferrea politica di sicu-rezza inaugurata nelle città,a discapito delle zone in-terne, che però sono lonta-ne dallo strappare il ripro-vevole scettro a Rio de Ja-neiro, dove ogni centomi-la abitanti cadono vittimedelle pallottole 102 ragaz-zi. Una città come la capi-tale carioca vede morirecirca trecento bambini al-l’anno per via delle armi dipiccolo calibro e un giova-ne ha cinque possibilità inpiù di essere ammazzato aRio che a New York. E se la capitale del diverti-mento brasiliano è una del-le città più violente al mon-do, con un tasso annuale diomicidi di 50 ogni cento-mila abitanti, nelle favelasquesta percentuale sale aoltre il doppio. Impennata nel weekend. Èeclatante che quasi tutti igiovani ammazzati sianoneri. La statistica riportache i ragazzi di colore han-no molte probabilità in piùdi venire uccisi per que-stioni di narcotraffico o permano della polizia rispettoai bianchi.

    ––––––––IN MESSICO: IL MURODELLA VERGOGNA Alessandro Armato (daMondo e Missione) Sono oltre cinquecento-mila i latinoamericani cheogni anno entrano clande-stinamente negli StatiUniti. E circa 500 quelliche muoiono nell’intentodi farlo, in genere per di-sidratazione nel desertodell’Arizona o per anne-gamento nelle acque delRio Bravo. A decidere diemigrare sono soprattuttoi messicani - forti dellavicinanza agli Usa e del

    fatto che coi loro docu-menti possono arrivaretranquillamente fino alconfine - ma anche mi-gliaia di centroamericani,che affrontano un viaggioben più lungo e rischioso. Passare il confine, co-munque, è pericoloso pertutti. Tra non molto i migrantidovranno anche superareun muro. Lo scorso 3 ot-tobre, infatti, il presidentestatunitense, George W.Bush, ha firmato in Arizo-na una legge che autoriz-za la costruzione di 1.200chilometri di muro lungola frontiera tra Stati Unitie Messico. Il provvedi-mento prevede, inoltre,l’aumento dei controlli edelle misure di sicurezzalungo tutti i 3.200 chilo-metri del confine. È inprogramma la costruzionedi 1.800 torrette ad altatecnologia, l’utilizzo disensori di temperatura emovimento, di telecameree radar, nonché l’uso diaerei radiocomandati, sa-telliti e lo stanziamento di3.000 nuovi agenti.

    ––––––––PAKISTAN: LEADER MUSULMANI, SÌ ALLA LEGGE PER LA PROTEZIONE DELLE DONNE (da AsiaNews)Secondo il consiglio del-l’ideologia islamica gliemendamenti alle ordinan-ze Hudood non vanno con-tro il Corano. Ma gli estre-

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    La Voce con un po’ di sentimento

    orse oggi questa fra-se non ci fa più ef-fetto. Abbiamo per-

    so il senso del pane, chenella società dei consumisi butta a quintali. Poi cisono i grissini, i crackers ealtri surrogati ipocaloriciche tolgono al pane l’im-portanza di un tempo.Forse non è lo stesso perun povero di Calcutta, unbambino etiope o del nordest brasiliano; per tutti queipoveri esseri che la televi-sione ci mostra razzolantitra le spazzature o ridotti ascheletri viventi. Davantialla loro tragica immaginela frase evangelica ritrovatutta la sua carica: è il bi-sogno del cibo, della di-gnità, della pace, della Pa-rola di Dio.Spesso gli adulti rimpro-verano i giovani di essere

    impazienti, di non avere ilsenso del sacrificio, di vo-lere tutto e subito. Ma an-ch’essi non sono da meno,schiavi del consumismo.Le agenzie pubblicitarie losanno e ne approfittano perstimolare in tutti l’insorge-re di sempre nuovi bisogni. Penso che sia necessarioprendere le distanze dallecose per non esserne pri-gionieri.È vero che Dio stesso ci hacreati perché fossimo sem-pre alla ricerca del più edel meglio, ma è anchefondamentale cercare an-zitutto il necessario e poisemmai il superfluo. Allo-ra non vergogniamoci delnostro continuo desidera-re, ma siamo consapevoliche tutto riceve senso dal-la Parola divina. È questaParola che dobbiamo cer-care di conoscere sempredi più. Solo essa ci puòaiutare a riscoprire i valoriper sentirsi realizzati e inarmonia con noi stessi econ gli altri.

    a sessualità, spessoal centro di questio-ni sociali e religio-

    se, si è sempre contesa ilduplice ruolo di materia, inantitesi allo spirito, e dipeccato, in antitesi allevirtù. Passaggio obbligatoper il completamento del-la famiglia, per lungo tem-po è stata oggetto di re-pressione. Conseguente losfogo che viviamo nellarealtà attuale che ha spa-lancato la porta a tutte lesregolatezze fisiche e psi-chiche. Oggi assistiamo alfatto che il corpo e la ses-sualità sono consideratesoltanto parte materiale daadoperare e sfruttare. Que-sto può portare, con l’an-dare del tempo, a conver-tire in odio l’apparenteesaltazione del corpo. Con-sigliare l’uso di anticonce-zionali o permettere l’a-borto, ma anche vietarli,non serve ad alleviare la si-tuazione. Il problema nonè autorizzare o proibire mastudiare e comprendere.Esistono metodi, diversiper l’uomo e la donna, percanalizzare e orientare lasessualità affinché possadiventare una fonte checontribuisca allo sviluppopsichico, morale e spiri-tuale dell’essere umano.Il matrimonio è un sacra-mento che eleva il legamed’amore tra due persone,uomo e donna, e il donosessuale è incluso nel se-gno sacramentale.Non si tratta di dover do-minare o reprimere l’ener-

    gia sessuale per non com-mettere un peccato, bensìdi sublimarla, sensibiliz-zarla ed orientarla. Questaaffermazione non vuol di-re recare sofferenza o sem-plice rinuncia, ma serveper arricchire, donare gioiepiù elevate e più intense.Infatti, è importante chel’uomo non si fermi al pri-mo stadio dell’impulso mascopra livelli più alti del-l’amore, così da ritrovarese stesso.Si rimprovera il cristiane-simo di essere stato, dasempre, avversario dellacorporeità; in effetti, ten-denze in questo senso cisono sempre state testimo-niate. Purtroppo, lo sfogogià menzionato, ha in-fluenzato l’attuale modo diesaltare il corpo: inganne-vole. L’eros degradato apuro “sesso” diventa mer-ce, può essere comprato evenduto, e l’uomo vienecomprato e venduto. E og-gi, la cristianità consideral’uomo come un tutto cheinclude in se stesso spiritoe materia, che insieme spe-rimentano l’esaltazionedella persona stessa. Il cri-stiano moderno, con unosforzo maggiore di un tem-po, riconquista l’amorenella sua interezza senzariuscire a discernere tramateria e spirito. L’attra-zione fisica tra un uomo euna donna è la scintilla ini-ziale nell’incontro tra cor-po e spirito preparando co-sì spazio ad un amore piùalto e maturo. È proprioquesta maturità dell’amo-re a coinvolgere tutte le po-tenzialità della persona edincluderlo nella sua inte-rezza.

    Dalla testimonianza diGloria (gruppo giovani)La prima cosa che mi vie-ne in mente quando pensoa te, Rossella, è il cammi-no che abbiamo fatto con ibambini per arrivare a Ca-maldoli durante il campoestivo.10 km in salita..., che tunon ti sei spaventata di af-frontare perché sapevi cheDio non ti avrebbe lasciatasola. Camminando abbia-mo conosciuto la tua for-za, la tua energia, la tua te-stardaggine, il tuo sorriso.Insieme siamo riusciti acreare questi gruppi: l’ora-torio e gli adolescenti. Nonsempre è stato facile, losappiamo, ma abbiamoavuto fiducia in lui e cel’abbiamo fatta.Non ti sei mai risparmiata,né con noi ragazzi, né coni bambini.Molti potrebbero pensareche da quel 13 gennaio2006 il nostro cammino si

    PER RICORDAREPer ricordare Rossellaad un anno dalla suascomparsa, due stralcidelle testimonianzelette al termine dellesanta Messacommemorativasabato 13 gennaioscorso.

    sia fermato. Oggi, invece,siamo qui a dimostrare chela nostra strada è la tuastessa strada, ed è ancoramolto lunga.Ma proprio come ci hai in-segnato e dimostrato tu, bi-sogna continuare a cam-minare, sempre, guardan-do avanti. Perché lui non ciabbandona mai, è lì perdarci aiuto, per darci il suoamore. Siamo qui per con-tinuare questo camminoiniziato insieme…

    Dalla testimonianza di Al-fredo e Mariagrazia (Fa-miglia di famiglie e orato-rio)Oggi siamo qui per testi-moniare, in breve, tuttoquello che a noi ha regala-to la nostra amica Rossella,un’amica che nei nostricuori vive sempre. La ri-cordiamo con affetto, neinostri piccoli gesti quoti-diani, nella famiglia, sul la-voro e nelle attività par-

    AMORE E SESSUALITÀ CRISTIANAAnna Maria Rospo

    “DACCI OGGI IL NOSTRO PANEQUOTIDIANO”Anna De SantisL F

  • RIPOSANO IN PACE

    ✠ RICCI ITALIAdeceduta il 18 dicembre 2006

    ✠ CAPONE ANGELAdeceduta il 21 dicembre 2006

    ✠ MARINO MARIAdeceduta il 4 gennaio 2007

    ✠ MACCIÒ REMOdeceduto il 13 gennaio 2007

    ✠ STRACCI MARIOdeceduto il 13 gennaio 2007

    ✠ IANNOTTI CLELIAdeceduta il 19 gennaio 2007

    GRATI AL SIGNORE

    ♥ FRANCESCO FIUMANA eCAIAZZO MONICA, matrimonio il 23 dicembre 2006

    ♥ POMPEO GIORGIO eFORMICOLA ANNA, 50° di matrimonio il 3 gennaio 2007

    ♥ FRAU FRANCESCO eMU GIUSEPPINA, 50° di matrimonio il 6 gennaio 2007

    RINATI IN CRISTO

    ★ AMOROSO NOEMIbattezzata il 9 dicembre 2006

    ★ DAVOLI GEMMAbattezzata il 9 dicembre 2006

    ★ QUERCELLINI ALESSIObattezzato il 9 dicembre 2006

    ★ ORLANDO LORENZObattezzato il 10 dicembre 2006

    ★ TUFANO CRISTIANbattezzato il 10 dicembre 2006

    ★ VENDITTI GABRIELEbattezzato il 10 dicembre 2006

    ★ BATTISTA LUIS DAVIDbattezzato il 10 dicembre 2006

    ★ POCE NICOLASbattezzato il 16 dicembre 2006

    ★ MONALDI CHRISTIANbattezzato il 17 dicembre 2006

    ★ BENZON LEONARDObattezzato il 24 dicembre 2006

    ★ TORTORELLI ANDREAbattezzato il 24 dicembre 2006

    ★ ALESSANDRI FRANCESCObattezzato il 6 gennaio 2007

    ★ CEPOLLARO CRISTIANbattezzato il 7 gennaio 2007

    ★ CLEMENTINI DIANAbattezzata il 13 gennaio 2007

    ★ REBECCA CATENAbattezzata il 28 gennaio 2007

    Simone

    La Voce con un po’ di sentimento

    11

    È stato in quel momento di buioprofondo che ho gridato con an-cora più forza il mio sì al Si-gnore: “Eccomi, sia fatta la tuavolontà”.Gli ho chiesto di starmi vicino,di non rimandarmi a casa a ma-ni vuote, ma di riempirle dellasua grazia e della sua paternaconsolazione.Come sposi ci siamo affidati aDio, certi che non ci avrebbe de-lusi.Una nuova pace era entrata neinostri cuori e di lì a poco il no-stro grido è divenuto speranza,la speranza ha lasciato il postoalla cieca fiducia nel nostroCreatore ed è divenuta certezzae vita.Questa vita che respira, si nutree che si apre al mondo ha final-mente un volto, un suono, unnome.E così, per grazia di Dio, il 15dicembre è nato il nostroamato Simone, proprio nel gior-no in cui l’anno prima morivaun’altra vita... ecco la promes-sa di Dio che dice a noi e adognuno che crede in lui: “Nontemere, io vengo e faccio nuo-va ogni cosa”.

    Con gratitudine per il dono ri-cevuto, Viviana e Gianluca

    SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ

    Se pensiamo alla grazia di Dio,ci piace chiudere gli occhi edimmaginare un fiume d’acquacristallina che scorre toccandoda sponda a sponda ogni ango-lo del nostro corpo e che purifi-cando nel suo andare tutto ciòche incontra, rinnova ogni cel-lula di vita che alberga in noi.Ora finalmente questa grazia laassaporiamo e la viviamo in tut-ta la sua pienezza, nella mater-nità e nella paternità, e dopotanta attesa ecco la grande ri-compensa che Dio aveva pro-messo di donarci.Ora amiamo e vediamo lui nelvolto di nostro figlio, consape-voli sin da prima del suo con-cepimento che sarebbe stato undono di Dio e che come tale alui lo avremmo affidato.Questa nuova vita è sua e incuor nostro abbiamo sempre de-siderato che divenisse giornodopo giorno strumento nelle suemani.Come madre ricordo bene unanno fa quando entrai in chiesae vidi tanti bambini che insiemeai loro genitori venivano pre-sentati dinanzi all’altare del Si-gnore.Allora il mio cuore, sebbene ri-colmo dell’amore di Dio, era nellutto per l’interruzione improv-visa della mia prima gravidan-za e dinanzi a tutta la grazia chevedevo mi sentii povera e ina-deguata.Non avevo nulla da offrire, néun figlio in carne ed ossa, né unseppur piccolo seme di vita checresceva dentro di me, ma solo ilprofondo desiderio di maternità.

    rocchiali, prendendo sem-pre spunto dal suo esempiodi vita. Non sono parole dicircostanza, ma parole chevengono fuori dal profon-do del cuore. Circa quattroanni fa, io e mia moglieMariagrazia avevamo de-ciso di metterci al serviziodi questa comunità. Il Si-gnore ci ha aiutato a supe-rare le molteplici difficoltàfacendoci incontrare Ros-sella e Francesco, le primedue persone, oltre a donGiuseppe, che abbiamo co-nosciuto. Subito è nata unagrande intesa e amicizia,sono stati il nostro punto diriferimento durante il cam-mino spirituale nel gruppo“Famiglia di famiglie”, sia-mo riusciti, insieme alla lo-ro costante presenza, a cre-scere e ad inserirci in que-sto contesto che per noi erasconosciuto…Cara Rossella… riusciviinstancabilmente ad orga-nizzare giochi e feste per i

    tuoi bambinidell’oratorioche traducevicon grandeamore e gioiain un’ottimacatechesi… Cihai insegnato anon nascon-derci e vergo-gnarci della fe-de che abbia-mo per il Si-gnore, hai la-sciato germo-gliare in noiquel seme difede che nonriusciva pro-prio a sboccia-re, dandociuna grandescossa vitale.Oggi possiamodire che siamopronti per rac-cogliere conumiltà e dedi-zione i fruttidel tuo semi-nato…

  • Domenica 25 febbraio: ore 11,00: S. Messa di chiu-suraore 13,00: pranzo comunita-rio conclusivo.

    Programma Eventi

    12

    CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTIDI QUARESIMA

    “TU VISITI LA TERRA E LA DISSETI”FEBBRAIO 2007

    (per gli appuntamenti col Vescovo vedi il pro-gramma della Visita pastorale – qui sopra –)

    Mercoledì 21 delle ceneri; INIZIO DELLA QUARESIMA:ore 8,30 e 20,30: Sante Messe (conl’imposizione delle ceneri).

    ore 10,00 – 12,00 e 16,00 – 19,00: Con-fessioni (ore 11,30-12,30 c’è anche ilVescovo).

    ore 16,30: per i bambini/ragazzi: Litur-gia della Parola con imposizione delleceneri.

    Giovedì 22 ore 21,00: catechesi delVescovo.

    Mercoledì 28 ore 21,00: nuovo corsoper fidanzati.

    MARZO 2007

    Giovedì 1 ore 21,00: Commissionilavoro

    Venerdì 2 ore 17,00-18,00: adorazio-ne eucaristica.

    Mercoledì 7 ore 15,30: s. Messa alcimitero.

    Giovedì 8 ore 10,00-18,00: adorazio-ne eucaristica.

    Lunedì 12 ore 18,00: formazione cate-chisti (1) con don Nicola B.

    Giovedì 15 ore 21,00: formazione cate-chisti (2) con don Giuseppe C.

    16-17-18 ore 18,30: s. Messa con tri-duo a san Giuseppe.

    Lunedì 19 ore 18,30: s. Messa in onoredi san Giuseppe con atto di affidamento.

    Martedì 20 ore 21,00: lettori e anima-tori liturgici per preparare la Settimanasanta.

    Giovedì 29 ore 21,00: catechesi delParroco.

    Domenica 1 aprile, “delle Palme e diPassione del Signore”: INIZIO DELLASETTIMANA SANTA.

    N.B.: per gli incontri dei gruppi di

    pastorale giovanile, gruppi di preghie-

    ra, formazione… e altro, si rimanda al

    calendario generale della parrocchia.

    VISITA PASTORALEdel Vescovo Diocesano S. Ecc. za Rev.ma Mons. GINO REALI

    18-25 febbraio 2007

    “VIA CRUCIS” DEI VENERDÌ

    DI QUARESIMA 2007ALLE ORE 21,00, ECCETTUATO IL

    VENERDÌ SANTO(come specificato di seguito)

    VENERDÌ 23 febbraio: Via Crucis in Chiesa, presieduta dal Vescovo (acura del gruppo giovani)

    VENERDÌ 2 marzo: Via Crucis al CampoSportivo - a cura dellacommissione liturgica,coro e RnS [Percorso:da Largo Livatino, V. Campi Fioriti, V. Dalie]

    VENERDÌ 9 marzo: Via Crucis in Chiesa

    VENERDÌ 16 marzo: Via Crucis al Cerreto - acura della commissionecatechesi, catechisti eFamiglia di famiglie[Percorso: da V. Mosca–angolo V. Varsavia-, V. Mediterraneo, V. Fiordalisi]

    VENERDÌ 23 marzo: Via Crucis in Chiesa

    VENERDÌ 30 marzo: Via Crucis al Miami – acura del gruppo adole-scenti, scout e gruppo“P.Pio” [Percorso: da V. America -altezzaedicola-, V. Florida]

    VENERDÌ SANTO, 6 aprile:ore 18,30: Via Crucis inchiesa; ore 21,00: celebrazionedella Passione del Signo-re e adorazione dellaSanta Croce.

    PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLI

    Domenica 18 febbraio: ore 11,00: S. Messa di aper-tura (accoglienza in Via deiFiordalisi angolo Viale Medi-terraneo)ore 16,00: saluto alla comu-nità bulgaraore 17,00: celebrazione delsacramento del Battesimo

    Lunedì 19 febbraio: ore 10,00: visita ai confinidella Parrocchia e presenta-zione generaleore 17,00: incontro con ibambini del catechismo (di Pri-ma Comunione) e i genitoriore 21,00: Adorazione euca-ristica (per le vocazioni)

    Martedì 20 febbraio Mattina: Incontro Clero dio-cesano a La Stortaore 17,00: incontro con i ra-gazzi del catechismo (di Cre-sima) e i genitori

    ore 21,00: incontro con lerealtà parrocchiali: ConsiglioPastorale e Commissioni; Con-siglio Affari Economici; Cate-chisti; Coro; Giovani; Centro diascolto; Gruppo RnS; Gruppo“Padre Pio”; Gruppo “decoro”;Gruppo missionario; Famigliadi famiglie; Focolarini; Ministristraordinari della Comunione;Apostolato della Preghiera; Ro-sario perpetuo; Capi e ClanScout; Redazione La Voce.

    Mercoledì 21 febbraio ore 10,00: visita alla ScuolaMedia “C. Melone” (plesso alCerreto)ore 16,30: Liturgia della Pa-rola con l’imposizione delleceneri ai bambini/ragazzi delcatechismoore 18,00: incontro con le As-sociazioni sportiveore 20,30: S. Messa con l’im-posizione delle ceneri

    Giovedì 22 febbraio ore 10,00: visita alle scuoleElementari e Maternaore 15,30: Visita all’area ar-tigianale e momento di pre-ghiera; poliambulatorioore 21,00: catechesi del Ve-scovo, sul tema dell’anno: “Tuvisiti la terra e la disseti”

    Venerdì 23 febbraio ore 10,00: visita alla casa peranziani lungodegenti e Un-zione degli Infermiore 15,30: visita al cimiteroe preghiera per i defunti ore 18,30: S. Rosario e San-ta Messa ore 21,00: Via Crucis (a curadel gruppo giovani)

    Sabato 24 febbraio: ore 10,30: Bottega del Com-mercio equo solidaleore 15,30: visita al grupposcout Ladispoli 2 (in sede)ore 17,00: visita all’Oratorio egruppo Adolescentiore 18,30: S. Messa con ibambini/ragazziore 20,00: Visita alla Comu-nità delle Suore Missionarie Figlie del Calvario e cena