l'adelchi

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Adelc hi Adelchi, re dei Longobardi dal “Codex Legum Langobardoru m”, XI secolo. Di Manzoni Perna Benedetta V Liceo Linguistico Suor Orsola

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Page 1: L'adelchi

Adelchi

Adelchi, re dei Longobardi dal “Codex Legum Langobardorum”, XI secolo.

Di Manzoni

Perna BenedettaV Liceo LinguisticoSuor Orsola Benincasa

Page 2: L'adelchi

Nota introduttiva all’autore: Alessandro Manzoni

• Nasce a Milano il 7 marzo 1785 da una relazione extra-matrimoniale tra Giulia Beccaria e Giovanni Verri. Studia nel collegio dei Somaschi e nel collegio dei Barnabiti.

• Nel 1805 si trasferisce a Parigi, dove a quel tempo risiedeva la madre insieme al suo compagno Carlo Imbonati, morto poi in quello stesso anno. Così Manzoni compone il carme "In morte di Carlo Imbonati". Si accosta all'ambiente degli “ideologi” che criticavano la cultura illuminista.

• Rientrato a Milano nel 1807 si innamora di Enrichetta Blondel, con la quale si sposa. Il 1810 è l'anno della conversione religiosa: il 22 maggio Enrichetta abbraccia la fede cattolica e, tra l'agosto ed il settembre, anche il Manzoni si comunica per la prima volta. Nel 1815 pubblica i primi quattro "Inni Sacri“. L'anno seguente inizia la stesura de "Il conte di Carmagnola".

• E' questo, per il Manzoni, un periodo molto triste dal punto di vista familiare (dati i numerosi lutti) ma molto fecondo da quello letterario: Fino al '38-'39 compone le "Osservazioni sulla morale cattolica", la tragedia "l'Adelchi", le odi "Marzo 1821" e "Cinque Maggio", le "Postille al vocabolario della Crusca" ed avvia la stesura di "Fermo e Lucia", la cui definitiva versione sarà nel 1840 col titolo "I Promessi Sposi“.

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• Il lungo lavoro di stesura del romanzo si caratterizza sostanzialmente per la revisione linguistica, orientandosi sulla lingua "viva" parlata dai ceti colti della Toscana contemporanea. Per questo si recò a Firenze nel 1827 allo scopo di "risciacquare i panni in Arno".

• Nel '33 muore la moglie, ennesimo lutto. Nel 1837 si risposa con Teresa Borri. Nel 1848 viene arrestato il figlio Filippo: in questa occasione scrive l'appello dei milanesi a Carlo Alberto. Tra il '52 e il '56 si stabilisce in Toscana. Nel 1860 ha il grande onore di essere nominato Senatore del Regno.

• Purtroppo, segue un altro incommensurabile dolore: appena un anno dopo la nomina perde la seconda moglie. Nel 1862 viene incaricato di prendere parte alla Commissione per l'unificazione della lingua.

• Muore a Milano il 22 maggio 1873, venerato come il letterato italiano più rappresentativo del secolo e come il padre della lingua italiana moderna.

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L’Adelchia) Tragedia (1822)b) 5 atti in versic) Riporta la sua visione tragica della vita maturata in un’epoca storica sanguinosa e crudele in cui

trionfano solo i più forti e spregiudicati.

Trama: Carlo Magno, re dei Franchi, ripudia Ermengarda, figlia di Desiderio, ultimo re dei Longobardi.

Desiderio, all’onta ricevuta, progetta di vendicarsi costringendo Papa Adriano a consacrare re dei Franchi i figli di Carlomanno (fratello di Carlo Magno), riparati alla sua corte senza ascoltare il suggerimento di Adelchi, suo figlio, che voleva un accordo col Papa. Ermengarda torna dal padre e ottiene di potersi chiudere in convento per trovare conforto e sollievo nella preghiera per dimenticare il suo amore per Carlo. Al messo di Carlo inviato per intimare di restituire le terre tolte al pontefice, il re Desiderio risponde sdegnosamente. La guerra è dichiarata.

Alcuni duchi longobardi sono pronti a tradire. Il diacono Martino giunge nel campo dei Franchi e rivela l'esistenza di un valico che consente di prendere di sorpresa i Longobardi. Adelchi si difende valorosamente. Intanto Ermengarda muore di dolore in convento. Guntigi, traditore al pari del diacono Martino, apre ai Franchi le porte di Pavia, ultimo rifugio di Desiderio, il quale, prigioniero, chiede a Carlo di lasciare libero Adelchi. Ma Adelchi giunge dinanzi a loro morente: ha preferito battersi fino all'ultimo, fedele al suo dovere, anche se non nutre più l'illusione di poter separare il giusto dall'ingiusto, e infine offre a Dio la sua 'anima stanca'.

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• L'Adelchi rappresenta la sintesi del dramma di tre popoli: • Quello dei Longobardi, costretti alla fuga;• Quello dei Franchi vittoriosi, ma a prezzo di grandi sacrifici; • Quello degli Italici, popolo da sempre diviso e disperso che si illude di

poter riacquistare la libertà grazie agli stranieri che invece non faranno che dominarlo crudelmente.

Come può il popolo italiano illudersi che quei guerrieri abbiano lasciato

le loro case, la moglie, i figli, per venire a liberarlo? Si rassegni dunque a continuare ad essere un popolo dominato ed asservito allo straniero, che certo non butterà via la sua vita per ridare la patria perduta ad un volgo che non ha più dignità né virtù.

Questo era il messaggio importante che Manzoni voleva esprimere agli italiani nel 1822, il suo forte contributo al risveglio risorgimentale: l'indipendenza potrà essere conquistata solo se il popolo italiano sarà unito e disposto a combattere qualunque invasore straniero!