laguz - home - samya ilaria di donato

30

Upload: others

Post on 20-Nov-2021

4 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

1

LAGUZCollana diretta da Michaela Jonas

1

3

Samya Ilaria Di Donato

IL SIGILLODELLA STELLA D’ORIENTE

4

ISBN 978-88-6496-454-6

Proprietà artistiche e letterarie riservateCopyright © 2019

Gruppo Editoriale Bonanno S.r.l. – Acireale

[email protected]

5

A te che desideri EssereA te che desideri scoprire te stesso/a

E alle Donne, alle Dee, alle Maestre

che nei secoli ci hanno guidato

6

7

Indice

Prefazione (Michaela Jonas) Pag. 9

Introduzione 13

La Stella 19

Il numero cinque 31

Introduzione ai personaggi 43

Ada, la figlia 45

La Luna e le sue dee 63

Rut, la vedova 83

Flora, la dea della primavera 105

Ester, la regina 117

Ebe, la dea giovinezza 137

Marta, la sorella 147

Le dee Teti 161

Eletta, la madre 173

Areme, la dea misteriosa 187

Gli uomini nella Stella 197

I simboli nella Stella 215

I colori nella Stella 231

Il labirinto 235

I fiori nella Stella 237

Conclusioni 241

8

Postfazione (Elena Ferraris) Pag. 243

Ringraziamenti 245

Bibliografia 247

Sitografia 251

9

PrefazioneMichaela Jonas

Un giorno o l’altro, quando avremo il controllo dei venti,delle onde, delle maree e della forza di gravità,

imbriglieremo le energie dell’amore.Allora, per la seconda volta nella storia del mondo,

l’uomo avrà scoperto il fuocoTeilhard De Chardin

Sesto Fiorentino, 1 gennaio 2019 ore 10.17 è un buon modo per cominciare l’anno.

Il termine Serendipity indica la fortuna di fare felici sco-perte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. (da Wikipe-dia ). Ed è proprio ciò che mi è accaduto incontrando Samya. Imprevisto l’incontro e tutto ciò che lei si è portata dietro en-trando nella mia vita, dandomi fra l’altro la possibilità di starle vicino durante la stesura di questo libro.

L’Ordine della Stella d’Oriente ha nel suo cuore simbolico il Pentalfa, la stella a cinque punte, ad ogni punta sono asso-ciati dei simboli, base di studio per i membri dell’Ordine e ad ogni punta ancora è associata la presenza di cinque Donne, eroine nel Vecchio Testamento a testimonianza del ciclo vitale delle donne. Accanto a loro, nel silenzio, altre cinque figure, Dee pagane, apparse in principio nei rituali e volutamente ce-late in seguito dai fondatori dell’Ordine.

Questa evoluzione è stato il pretesto per l’autrice per af-frontare una ricerca, che avrebbe potuto portare alla stesura di un libro, ma che in realtà le stava dando anche la possibilità di vivere un’avventura, un viaggio ed arrivare ad un nuovo livello di consapevolezza.

10

Mentre Samya lavorava sul libro, le parole lavoravano su di lei…

Ciò che più mi preme di raccontarvi è soprattutto ciò che è accaduto alla sua vita durante il susseguirsi delle pagine, non è una licenza artistica e fantasiosa, l’autrice ha fatto reale espe-rienza sulla sua pelle di tutti gli insegnamenti e i messaggi che queste Donne evocate hanno portato con sé. Attraverso le competenze di Samya questi messaggi sono tornati alla luce, messaggi universalmente utili, senza tempo, adattissimi ad ognuno di noi, oggi ed in qualsiasi latitudine. La sua ‘centra-tura’ le ha permesso di affrontare l’ignoto delle manifestazioni tangibili che giorno dopo giorno le si aprivano davanti.

Archetipi che danzano intorno ad un Pentalfa non possono che essere forti e potenti, insieme all’antica potenza delle paro-le, diventano una prorompente possibilità di trovare le chiavi che aprono la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima.

Ci viene offerta una possibilità ulteriore di evolvere se ne abbiamo desiderio e coraggio.

Ci sono molti modi per approcciarsi alla creazione di un libro, ma come ogni creazione, che ricordiamo essere un atto magico in un equilibrio perfetto di tutti i suoi ingredienti, questa porta con sé una volontà e un destino.

Cosa troverete fra le sue pagine? Troverete ciò che la vostra sensibilità, il vostro bisogno e la vostra curiosità vi farà vedere. È un testo di studio e scoperta. Aprite le pagine inspirando e facendovi guidare dalla misteriosa potenza del “caso”.

Un percorso attraverso il quale spalancare una dopo l’altra le discipline e gli insegnamenti che possono regalarci nuovi modi di concepirci ed aiutarci a conoscere più a fondo noi stessi. Ci aiuterà a trovare il modo di sciogliere vecchi e stret-ti nodi, dolorosi, del nostro passato. Possiamo guardare negli occhi qualche mostro e sconfiggerlo, possiamo alleggerire la nostra schiena di qualche fardello, aggiungendo alcune tessere utili al puzzle che appartiene al nostro futuro, che oggi stiamo costruendo.

11

Possiamo imparare a fare collegamenti fra le antiche sapien-ze, possiamo entrare nel Labirinto, perderci, fare esperienze ed uscire trasformati. Un cammino simbolico ma esperienziale, possiamo permettergli di lavorare in noi tanto quando abbia-mo il coraggio di affrontare cose nuove.

Cosa rendono così diversi i libri di Samya? Non solo quello che si può trovare, ma anche tutto ciò che non si vede ma che una volta letto lavorerà dentro di noi.

Quello che l’autrice consiglia a noi, lo ha già provato, ciò che ci fa intravedere lo conosce, ciò che ci suggerisce sa che verosimilmente potrebbe funzionare anche per noi.

La grazia del loro sguardoLa loro viva presenzaDischiudono il senso dell’umano

12

Sigillo

Luna che ci fai volare verso vibranti traguardiStanotte ti accolgo fra le mie braccia anticheFarai di nuovo danzare fra attoniti sguardi

Donne e Dee, per mano, in fusioni alchemicheP.

13

Introduzione

Nell’antica tavola delle Lamentazioni del dio Thot-Ermete leggiamo:

Verrà un tempo in cui si vedrà che, invano, gli Egizi hanno ono-rato la divinità con devozione sentita ed assiduo servizio e tutta la nostra sacra adorazione sarà considerata senza scopo e inefficace. Poiché gli dèi lasceranno la Terra per tornare in cielo, l’Egitto sarà abbandonato e questo Paese, un tempo dimora della religione, sarà lasciato nella desolazione, privato della presenza delle sue divinità. (…) Nessuno leverà gli occhi al cielo, i devoti saranno considerati dementi e gli empi saggi.

Questa è la profezia del dio Thot-Ermete, personificazione egizia della saggezza e della magia naturale. Egli aveva visto l’epoca di oggi, senza dèi e senza più religione, intesa come ritorno alla Divinità. La sua profezia, però, non è senza spe-ranza, poiché aggiunge:

Iside viene a te [riferito al dio Osiride] traboccante d’amore. Tu l’hai posta sul tuo fallo e il tuo seme è entrato in lei, lei essendo pronta come Sothis e Horus è uscito da lei come Horus che è in Sothis.

La speranza per l’umanità viene pertanto dalla stella più lu-minosa d’Oriente, chiamata dagli egizi Sothis e oggi conosciu-ta con il nome SIRIO. Essa è impersonata da Iside, la Madre cosmica del dio sole Horus, l’Oro, nonché moglie di Osiride, padre degli dèi.

Alla luce di questa antica profezia, è sorto un Ordine che pone l’attenzione sul simbolo delle stelle come fenomeno di luce per l’umanità. Trattasi dell’Ordine della Stella d’Oriente (OES), una scuola iniziatica che fiancheggia la Libera Mura-toria Universale, con la quale condivide i principi di libertà,

14

uguaglianza e fratellanza. L’OES si pone il fine del perfeziona-mento spirituale e sociale, per avere una società fondata sulle colonne dell’amore e della giustizia, nonché sulla verità. In questa società dovranno essere abolite l’ingiustizia e l’ignoran-za, ovvero ogni forma di discriminazione.

L’emblema dell’OES è ovviamente una Stella, secondo il modello pitagorico del Pentalfa (la stella a cinque punte). Alle punte di questa Stella sono abbinate cinque figure di donne eroiche tratte dalla storia sacra della Bibbia: Ada, Rut, Ester, Marta, Eletta. Ogni eroina è collegata ad un colore e ad un simbolo. Il tutto unificato in un centro che vede rappresentato un altare con sopra un libro sacro, la Bibbia, iscritti in un pen-tagono, formando così un tripudio di simbologia sacra. Sarà questo emblema a guidarci lungo questo meraviglioso viaggio sotto la luce della Stella d’Oriente.

Questo simbolo richiede alcune spiegazioni. L’utilizzo del simbolo della stella a cinque punte risale all’antica magia na-turale e all’utilizzo del sigillo, ossia del Pentacolo. L’origine di questo nome è ancora incerta, ma sappiamo con certezza che fu

15

Pitagora1 a ribattezzare il simbolo con il nome Pentalfa, poiché egli vedeva la stella a cinque punte come cinque (penta) alfa (lettera greca) intersecate. Si parla anche di pentagramma poi-ché il sigillo si può formare intersecando cinque (penta) linee (gramma). È decisamente un simbolo di matrice esoterica, che viene spesso descritto come un talismano di protezione magica. Il suo utilizzo più frequente lo vede iscritto in un cerchio.

Sebbene questo simbolo sia stato demonizzato dalla reli-gione ufficiale, in origine era molto positivo, poiché ricolle-gato sia al pianeta Venere (che ha anche subito un processo di demonizzazione) sia all’uomo e ai suoi cinque punti terminali del corpo: una testa (in alto), due braccia (orizzontali) e due gambe (in diagonale). Fu l’occultista Cornelio Agrippa2 a so-

1 Pitagora (in greco antico: Πυθαγòρας, Pythagòras; Samo, tra il 580 a.C. e il 570 a.C. – Metaponto, 495 a.C. circa) è stato un filosofo greco antico. Fu matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico e fondatore a Crotone di una delle più importanti scuole di pensiero dell’umanità, che prese da lui stesso il suo nome: la Scuola pitagorica.

2 Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim è stato un alchimista, astrologo, esoterista e filosofo tedesco. Divenne medico personale di Luisa di Savoia nonché storiografo di Carlo V; ritenuto principe dei maghi neri e degli stregoni, riuscì tuttavia a sfuggire all’Inquisizione.

16

vrapporre il Pentalfa all’uomo vitruviano, ottenendo così un pattern3 del cosmo, su cui indicare persino i pianeti.

Questo diventa l’antico simbolo della magia naturale che indica l’analogia tra il macrocosmo (i pianeti) e il microcosmo (l’uomo). Le cinque punte sono peraltro collegate agli elementi naturali alchemici4: terra, acqua, aria, fuoco, etere. Essi rappre-sentano le cinque manifestazioni della materia dalla forma più solida (terra) a quella più sottile (etere). Questi cinque elementi rappresentano i gruppi in cui si sintetizzano le forze cosmiche del Divino. Le tre punte superiori rappresentano la Trinità, ov-vero le tre forze supreme dell’universo che nell’esoterismo lu-nare (cioè di matrice femminile) prendono il nome La Triplice Dea mentre nella Cabala5 sono chiamate I Tre Superni.

3 Schema, modello. 4 Alchimia: complesso di conoscenze pratiche (metallurgiche, farmaceutiche,

ecc.), filosofiche ed esoteriche che, sviluppatosi nel mondo arabo e in Europa nel Medioevo, propugnò, tra l’altro, la trasmutabilità dei metalli vili in oro; la sua fine si colloca al termine del Rinascimento, con il sorgere del metodo sperimentale nelle scienze e il declino delle pratiche magiche.

5 Insieme degli insegnamenti esoterici propri dell’ebraismo rabbinico, basati sulla interpretazione simbolica della Bibbia.

17

In termini più scientifici, sono le forze attiva, passiva e neu-tralizzante, attraverso cui avvengono i fenomeni naturali. Esse in realtà sono tutte forze attive, ma diventano attiva, passiva e neutralizzante nel momento in cui interagiscono tra di loro. La forza neutralizzante è indispensabile poiché l’attiva e la pas-siva si annullerebbero a vicenda, ma la neutralizzante permette l’armonizzazione delle altre due. I Tre Superni sono i tre prin-cipali aspetti attraverso cui si manifesta la Divinità.

Le due punte inferiori, invece, rappresentano la Divinità nei due aspetti di fertilità e morte, ovvero aldiquà e aldilà. Queste due punte inferiori ci ricordano che viviamo in un universo duale, in cui tutto ci sembra fatto di due antitesi: bene e male, bianco e nero, grande e piccolo, destra e sinistra, alto e basso, eccetera. Non a caso, abbiamo un cervello com-posto da due lobi, che si pongono in antitesi tra loro: quel-lo sinistro è razionale, quello destro è irrazionale. Abbiamo un cuore formato da due atri con diverse funzioni. Abbiamo anche due braccia e due gambe, due polmoni e due occhi… insomma siamo duali come l’universo. Le punte inferiori della Stella ci ricordano questa dualità.

Come si può notale nel simbolo dell’OES, la Stella è rove-sciata. Generalmente, la punta della testa è considerata quella dell’elemento eterico, quindi dello spirito. Le due punte op-poste sono simbolo invece della materia corruttibile. Quando la Stella si presenta con la punta verso l’alto vuole significare il prevalere dello spirito sulla materia; se posta in basso, indica il prevalere della materia sullo spirito. Questo, ancora una volta, ci pone nel dualismo di bene e male; ma le cose non sono così semplici come potrebbero sembrare. Ad uno sguardo incon-sapevole, si direbbe che la stella con punta rivolta verso l’alto sia il bene, mentre verso il basso sia il male. Questa sintesi sempliciotta è molto banale. Come si potrebbe raggiungere il cielo se non partendo dagli inferi? Questa è la domanda che può essere di aiuto a coloro che hanno intenzione d’intrapren-dere un cammino iniziatico. Ricordiamoci che la famosissima

18

Divina Commedia di Dante inizia dall’Inferno. Questo chia-risce il significato della Stella con punta verso il basso. Se essa potesse parlare, ti direbbe:

Inizia il cammino scendendo nel profondo del tuo essere. Devi sca-vare e scavare nel tuo cuore, perché solo in quelle profondità potrai trovare la pietra filosofale.

Questo è il concetto espresso in altri termini con l’acroni-mo VITRIOL, ossia Visita Interiora Tuae Rectificando Inve-nies Occultum Lapidem (visita i tuoi inferi e procedendo con rettitudine troverai la pietra occulta). Di quale pietra (occulta o filosofale) si sta parlando se non della scintilla Divina vivente in noi?

Questi sono i presupposti del nostro cammino nel simbo-lismo della Stella e delle cinque eroine. Possiamo concludere questo discorso ricordando le parole dell’eminente psicanali-sta e filosofo Carl G. Jung6:

Ogni stella è un Dio, e ogni spazio che una stella riempie è un Dia-volo; ma la vuota pienezza del tutto è il Pleroma7. (Il Libro Rosso)

6 Carl Gustav Jung (Kesswil, 26 luglio 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico e psicoanalitico. La sua tecnica e teoria, di derivazione psicoanalitica, è chiamata “psicologia analitica” o “psicologia del profondo”, più raramente “psicologia complessa”.

7 Pleroma significa letteralmente pienezza; è un concetto che acquisisce un ruolo centrale nella gnosi valentiniana, dove designa la perfezione divina in quanto infinita pienezza che include in sé tutte le sue emanazioni.

19

La Stella

Il percorso di analisi inizia dal simbolo della Stella e dal suo significato archetipale. La parola archetipo necessita di alcuni chiarimenti. Essa designa un modello (tipos) originario (arché), ossia immagini e simboli presenti da sempre in quello che può essere definito inconscio collettivo. Nella Cabala il mondo arche-tipale è il più elevato di tutti i mondi spirituali, ed è chiamato Mondo di Atziluth che possiamo tradurre “mondo delle ema-nazioni”. Qui ritroviamo i simboli che si nascondono nel no-stro inconscio e che non possiamo analizzare con la nostra razionalità, perché essi appartengono ad un mondo che tra-scende la nostra ragione. Non possiamo fare altro che osservare questa realtà celata in noi. Ricordiamoci che un osservatore non giudica, non critica, ma è costantemente presente.

Fatta questa premessa, iniziamo dal misterioso mondo dei Tarocchi, in cui troviamo la Stella strettamente connessa al numero 17. In altre parole, la diciassettesima lama8 degli ar-cani maggiori (i 22 trionfi del mazzo di 78 carte) è la Stella. Entriamo per qualche istante nella numerologia cabalistica, che prende il nome di Ghimàtria (secondo la radice ebraica) o Ghematrìa (secondo la derivazione greca). La numerologia trasforma le lettere in numeri, quindi ne studia le corrispon-denze. Il numero 17 è molto particolare perché secondo la tradizione occidentale è un numero “sfortunato”, di fatti la superstizione ha demonizzato il Venerdì 17. Dietro tale mi-stero vi è proprio la Stella, poiché il Venerdì è il giorno (dì) di Venere, la stella del mattino, che annuncia la nascita del sole, perciò chiamata da sempre Lucifero, che significa portatore di

8 L’immagine presente sulla carta dei Tarocchi si chiama “lama”.

20

luce. Il 17 è in numerologia il numero della Stella. In sostanza, il Venerdì 17 è il giorno di Lucifero, figura oscurata dalla reli-gione ufficiale, ma che è importantissima nel mondo dell’eso-terismo. Questo nome ha origine dalla traduzione latina di un verso biblico situato nel libro del profeta Isaia:

Come mai sei caduto dal cielo,Lucifero, figlio dell’aurora?9

Questa è una dichiarazione rivolta all’imperatore di Babilo-nia sconfitto dal popolo d’Israele. Ovviamente, il riferimento a Venere, la stella del mattino, è tanto evidente quanto sim-bolico. Isaia vuole dire che l’imperatore splendeva nel mondo come Venere nel cielo, ma poi si è spento. Se andiamo a tra-durre letteralmente dall’originale ebraico, abbiamo una con-ferma assoluta. In ebraico troviamo scritto הילל בן שחר Helel ben Shachar che si traduce lo Splendente Figlio Dell’aurora.

Da qui si trae il nome originario di Lucifero, cioè Helel10, con-siderato in Cabala pratica un nome di potere. Trattasi di un nome da utilizzare nei rituali magici per richiamare a sé determinate for-ze della natura, ossia quelle luciferiane. Ebbene, adesso sappiamo che Venere è Lucifero e per converso Lucifero è Venere.

Il giorno di Venere/Lucifero è il Venerdì e, per eccellenza, il giorno perfetto per le pratiche e rituali luciferiani è il Venerdì 17. Alcuni, a questo punto, potrebbero pensare a questo gior-no e al numero 17 come a qualcosa di estremamente negati-vo; ma nella Cabala c’è un fatto curioso. La parola buono in ebraico si dice TOV (טוב) e il suo valore numerico è proprio il 17. Quindi il 17 è cosa buona, e tutto ciò che vi si ricollega è buono. In realtà, ogni cosa ha un aspetto positivo e uno nega-tivo. Questo significa che l’archetipo di Lucifero ha un aspetto positivo che pochissimi riescono a realizzare. L’arcano 17, la Stella, ci aiuterà a conoscerlo.

9 Isaia 14:1210 Da notare che in inglese inferno si dice hell.

21

Come si vede dalla lama dei Tarocchi, questo arcano mette insieme una donna nuda, simbolo della dea Venere, con un cielo stellato dominato da una stella centrale più splendente delle altre, simbolo di Lucifero. Ricordiamoci che la parola simbolo deriva dal greco symballo, che significa “metto insie-me”. Quando si uniscono più significati, otteniamo un sim-bolo, che può anche essere spiegato, ma la filosofia occulta insegna che il simbolo parla all’inconscio. Ciò significa che le umane spiegazioni rischiano di portare l’individuo dalla sfera della magia naturale (il mondo dell’irrazionalità) a quella della logica razionale (il mondo avverso alla magia). In altre parole, i simboli agiscono nella sfera della magia, laddove si usano sigilli e pentacoli per operare nell’inconscio dell’individuo. A questo punto, crediamo sia necessario riportare dei principi fondamentali per la magia, tratti dagli studi di Carl G. Jung, che possiamo così sintetizzare:

1. La magia rinasce con ogni individuo.2. È un errore credere che esistano pratiche magiche da

imparare. La magia non si può comprendere. Si può

22

capire solo quello che è razionale. La magia è invece l’elemento irrazionale che non si può comprendere.

3. Il magico è buono e cattivo, e insieme né buono né cattivo.

4. La magia è pericolosa, perché l’irrazionale confonde, attrae e produce effetti.

5. La pratica magica consiste in questo: ciò che non è compreso viene reso comprensibile in una maniera in-comprensibile.

6. Se si aprono le porte al caos, ne scaturisce anche la magia.7. Si può insegnare la via che porta al caos, ma non si può

insegnare la magia. La magia è un modo di vivere.Questi sono sette fondamentali per ogni occultista che si

rispetti. Ovviamente non possono essere commentati in que-sta sede, ma abbiamo la speranza della consapevolezza Divina, pronta ad assisterci sul nostro cammino iniziatico. La Som-ma Sapienza può suggerire al ricercatore la verità sui principi suddetti. Adesso dobbiamo cercare di “rendere comprensibile l’incomprensibile”, per cui possiamo addentrarci nell’arcano della Stella. Le tre parole chiave riconducibili alla Stella sono:

1. MAGIA: la Stella indica la forza luciferiana della magia naturale e dei poteri occulti insiti nell’essere umano;

2. AMANTE: la Stella indica Venere, dea dell’amore e amante degli dèi e degli uomini;

3. NATURA: la Stella mostra una donna nuda, poiché esprime la sua connessione perfetta con la natura che la circonda, simbolo della natura sessuale dell’uomo, accettata totalmente dalla Stella.

Se lei potesse parlare, direbbe: “Sono del mondo e di me stessa.” Nella Cabala11 la Stella e il pianeta Venere si collocano in una sfera dell’albero della vita chiamata NETSACH. Prima di concentrarci su tale simbolo, è necessario allargare il cerchio

11 In alternativa Kabbalah o Qabbalah.

23

per avere una idea generale e sintetica su cosa sia la Cabala e il tanto studiato albero della vita cabalistico. Possiamo iniziare dalla definizione della Cabala offertaci da un eminente caba-lista, conosciuto con il nome di Rav12 Ashlag13. Egli insegna:

La Qabbalah non è altro che una sequenza di radici, emanate attra-verso causa ed effetto, determinate da leggi immutabili e assolute, unite e proiettate verso un unico ed elevatissimo obiettivo, descritto come la rivelazione della divinità alle sue creature in questo mondo.

In altre parole, la Cabala sarebbe la scienza divina donata da Dio all’uomo. Infatti la parola Cabala deriva dall’ebraico -che si traduce ricevuta. Secondo gli insegna (Qabbalah) קבלהmenti del Rav Michael Laitman14:

La Kabbalah è chiamata la saggezza segreta, in quanto è nascosta agli uomini comuni, per i quali è un segreto15.

Questo principio viene dallo stesso Rav così spiegato:

Sebbene la Kabbalah sia considerata un insegnamento segreto, essa non contiene alcun segreto. È percepita come un segreto da coloro che non sono ancora in grado di creare in sé gli organi spirituali con cui percepire il proprio ambiente. Noi siamo gli unici che occultia-mo da noi stessi l’ambiente per la mancanza degli organi sensoriali corrispondenti.

Adesso che abbiamo le idee più chiare su cosa sia la Caba-la, spostiamo la nostra attenzione sul simbolo principale della

12 Si traduce letteralmente “distinto”: titolo di onore conferito a un maestro rab-bino.

13 Yehuda Ashlag è stato un rabbino polacco. Noto anche con il soprannome di Baal ha-Sullam בעל הסלם per il titolo del suo commento al libro dello Zohar, fu un autorevole esponente dell’ebraismo ortodosso e studioso della mistica ebraica. È deceduto a Gerusalemme il 6 ottobre 1954.

14 Fondatore e presidente del “Bnei Baruch Kabbalah Education & Research Institute“, il Professor Michael Laitman ha ricevuto il suo dottorato in filosofia e Kabbalah dall’Accademia Russa delle Scienze, e il suo Master in Bio-Cibernetica Medica dall’Università Politecnica di Stato di San Pietroburgo.

15 Zohar – la luce della Kabbalah, di Michael Laitman.

24

Cabala stessa: l’albero della vita, detto tecnicamente albero se-firotico (lo chiameremo così nel proseguo del nostro lavoro) a motivo delle sfere di cui si compone, chiamate Sefirot, parola riconducibile ai seguenti significati:

1. Numerazioni;2. Sfere;3. Emanazioni.È necessario chiarire il fatto che l’albero è un sistema di

usare la mente e non un sistema di conoscenza. Esso è un pat-tern del cosmo nella sua interezza e dell’anima dell’uomo in correlazione con esso. L’albero sefirotico si compone di dieci Sefirot, che possiamo sintetizzare nel seguente schema.

Sefirot Significati Pianeti1 Keter Corona Primo mobile2 Chokmah Saggezza Zodiaco3 Binah Intelligenza Saturno4 Chesed Carità Giove 5 Din Giustizia Marte6 Tifereth Magnificenza Sole7 Netsach Eternità Venere8 Hod Splendore Mercurio9 Yesod Fondamento Luna10 Malchut Regno Terra

25

È facile notare come la Stella si collochi nella sfera chiama-ta Netsach, relativa al pianeta Venere. Cerchiamo di conoscere qualche “segreto16” dell’arcano. L’immagine magica della sfera è sempre stata quella di una bellissima donna nuda, riportata anche nell’arcano XVII dei Tarocchi. Lei è la Nogah (נוגה), Venere, dei cabalisti, che si personifica nell’arcangelo Haniel, il capo degli spiriti venusiani secondo gli insegnamenti della Cabala ebraica. Gli spiriti di Netsach prendono in Cabala il nome di Elohim (אלהים), e sono considerati come espressioni di idee. Tecnicamente sono le influenze formative in cui la forza creativa esprime se stessa in Natura17. L’archetipo divino di ri-ferimento è quello della dea Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. Nella cultura antica, questa dea non esprimeva solo quelle idee relative al rapporto sessuale, bensì le forme divine in Afrodite erano adorate per mezzo delle arti. Poiché, come abbiamo detto, l’albero sefirotico è in realtà una mappa della psiche, Netsach indica la nostra sfera artistica e creativa, forte-mente influenzata dalla nostra connessione con la Natura. La dea Afrodite presiedeva agli aspetti superiori dell’amore, come Netsach è l’aspetto del nostro essere collegato alla sfera delle emozioni e dei sentimenti, ossia a quello che viene definito il corpo astrale, o corpo dei desideri. La Stella nei Tarocchi indica infatti la realizzazione di un desiderio. L’individuo che si spec-chia in questa lama vede splendere un desiderio dinanzi a lui, quindi dovrà attivarsi per raggiungere la sua Venere e darle un bacio mistico. Non a caso, le sacerdotesse di Afrodite miravano non solo a provocare una passione negli uomini, ma di soddi-sfare ogni piacere e desiderio mediante il sottile scambio del magnetismo spirituale. Per tali ragioni, gli spiriti Elohim di Netsach sono considerati i governatori della Natura.

È interessante lo studio della Stella secondo i metodi della Cabala letterale e della numerologia. Il primo consiste nell’ana-lisi di ogni singola lettera in modo da avere un messaggio segreto

16 Ricordiamo che per la Cabala il vero segreto è che non esistono segreti.17 La Cabala Mistica, di Dion Fortune.

26

all’interno della parola, così da distinguere un significato essote-rico (quello della parola in sé) da uno esoterico (quello secondo la Cabala letterale). Il metodo numerologico ci conduce invece al valore numerico della parola e allo studio delle relative corrispon-denze, poiché nella filosofia occulta non esiste il caso ma tutto è collegato; bisogna però trovare la Vav18, il chiodo di unione. Pas-siamo alla pratica, che si mostra sempre più semplice della teoria. La parola stella in ebraico è Kochav (כוכב), parola composta dalle lettere Kaf, Vav, Kaf, Bet. Analizziamole singolarmente. La Kaf ,(כח) è la lettera della forza, poiché dà vita alla parola Koach (כ)forza. Inoltre è la undicesima lettera dell’alfabeto ebraico e si ri-collega all’undicesimo arcano maggiore dei Tarocchi, appunto la Forza. Questa lettera nella parola Kochav compare due volte. La Vav (ו) è la lettera chiamata il chiodo, a motivo della sua forma che ricorda quella dei chiodi con cui gli ebrei fissavano le tende nel deserto (ricordiamo i Quarant’anni nel deserto con Mosè). Essa è la lettera dell’unione, sesta dell’alfabeto ebraico e collegata al sesto arcano maggiore dei Tarocchi, gli Amanti, uniti dall’eros. Ultima lettera della parola Kochav è la Bet (ב), che dà vita alla parola casa, in ebraico Bayit (בית). Adesso abbiamo i punti delle lettere-stelle da unire nella costellazione del messaggio segreto:

1. La Forza (Kaf )2. Dell’Amore (Vav)3. Fortifica (Kaf )4. La Casa (Bet).Il valore numerico delle lettere sarà Kaf-20, Vav-6, Kaf-20,

Bet-2, per un totale di 48. Pertanto possiamo affermare che la parola stella ha valore 48 in numerologia cabalistica. A cosa corrisponde questo numero? Ci sono due parole significative con valore 48:

1. Ghedulah (גדולה), cioè Grandezza;2. Ghilah (גילה), cioè Felicità.

18 La lettera Vav (ו) è usata in grammatica ebraica come congiunzione, quindi consente l’unione delle frasi.

27

Il nome ebraico Ghedulah/Grandezza è in Cabala attributo alla sfera di Chesed/Carità, corrispondente al pianeta Giove. Egli è il Grande dello spazio poiché è il pianeta con maggiore massa rispetto agli altri pianeti del sistema solare. Per questo, archetipalmente egli è il padre degli Dèi, simbolo di massima grandezza. Chesed-Ghedulah è l’archetipo di Zeus (secondo il mito greco), di Ra (secondo il mito egizio), e di tutti gli altri sovrani dei diversi pantheon divini. La Stella ci obbliga a con-templare la grandezza dei cieli, quindi degli dèi.

Se la Stella parlasse, ci direbbe: “Ricordatevi di alzare lo sguardo al cielo. È lì che potreste trovare la strada di casa”.

Il secondo riferimento numerologico riguarda la parola ghilah/felicità. La Stella è un desiderio; quando la raggiungia-mo, non possiamo non essere felici. Tutti i nostri sforzi quoti-diani mirano al raggiungimento della felicità; ma attenzione: non illudiamoci nel ricercare uno stato di costante felicità sul-la terra. Questa ricerca dell’eterna felicità diventa un’esca per chi non riesce ad accettare la realtà della sofferenza. La vita è fatta di gioie e di dolori, di piaceri e dispiaceri. Vivere felici non significa non dover mai affrontare un dolore o un dispia-cere, bensì vuol dire avere sempre un giusto atteggiamento di serenità e gioia alla base di qualsiasi altra emozione. Dobbia-mo imparare dalla Stella: fissa lì nel cielo, affronta tutti i feno-meni cosmici e continua a splendere. Ugualmente, possiamo affrontare tutte le difficoltà della nostra vita e continuare a far splendere la luce della nostra felicità.

A questo punto possiamo riassumere tutte le caratteristiche della Stella in modo schematico.

28

29

Test introspettivo

Per spostare il baricentro dell’attenzione dall’esterno all’inter-no, cioè su te stesso e diventare consapevole del lavoro esoteri-co, inizia a porti queste semplici domande in un momento di tranquillità della giornata. Questa operazione richiede calma e silenzio, quindi non praticarla se ti trovi imbottigliato nel traffico dell’ora di punta, se sei in compagnia o se ti trovi in un contesto pieno di distrazioni.

Rispondere a queste domande è facoltativo, è uno dei tanti esercizi che ti proporrò in questo viaggio.

Nella mia esperienza il lavoro esoterico entra nel nostro es-sere sotto forma di varie energie, emozioni, sensazioni, segnali, simboli e molto altro.

L’idea di un test introspettivo a seguito di ogni argomento ha lo scopo di aumentare l’impatto di questo libro nella tua vita. Nella mia esperienza di Coach e Couselor e parafrasando ti dico che sono le domande ad essere importanti non le risposte.

Lascia semplicemente che queste domande entrino dentro di te.

1. Hai mai provato a scendere nella parte inconscia del tuo essere? Se sì, quali sensazioni hai provato?

2. Riesci a osservare la realtà senza criticare né giudicare?3. Come ti rapporti con il numero 17?4. Cosa pensi dei Tarocchi? Li hai mai usati, a quale scopo?5. Cosa associ al simbolo della Stella?6. Che idea hai dell’archetipo di Lucifero?7. Quanto ti affascina il mito della dea Venere/Afrodite?8. Cosa credi che sia la magia?9. Cosa credi che sia la Cabala?10. A cosa ti fa pensare l’albero sefirotico? Prima di rispon-

dere fissalo per un minuto.

30

Esercizio evolutivoLa stella dei desideri1. Prendi un simbolo della Stella/Pentalfa. Osservalo per

due minuti concentrandoti sui tuoi desideri.2. Fai un elenco dei cinque più grandi desideri che hai.3. Scrivi i desideri sulla Stella, disponendoli uno su ogni

punta.4. Fissa la Stella dei desideri sulla parete della tua camera

segreta (o camera da letto).5. Ogni sera, prima di dormire, osserva la Stella e affida i

tuoi desideri a cinque forze dell’Infinito.N.B. Puoi collegare ogni desiderio a un nome angelico; da quel momento quello spirito angelico sarà per te il portatore di quel desiderio o di messaggi relativi ad esso.