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© WWF-Svizzera, 2009-05-01 www.wwf.ch/scuola Illustrazioni: ©WWF Francia Scheda didattica Foglio di lavoro Impronta Ecologica WWF SVIZZERA www.wwf.ch/scuola L’Impronta ecologica Attività: Paragonare e osservare un paesaggio della prima metà del 20esimo secolo con lo stesso paesaggio trasformato durante la seconda metà del secolo Distribuire le due immagini che seguono (pagine 3 e 4). 1. Ogni allievo osserva il primo disegno “i servizi offerti dalla natura” e descrive le diverse parti del paesaggio. 2. Classificare in seguito i differenti elementi evocati alla tappa 1 su una tabella composta da due colonne: la prima colonna raggruppa gli ecosistemi, cioè i differenti spazi sfruttati dall’uomo: terre coltivate, pascoli, spazi “costruiti” (città e strade), mari, foreste e spazi ancora selvaggi. Nella seconda colonna si scrivono invece i servizi offerti dalla natura: dis- inquinamento, spazi di gioco e di divertimento, riserve di biodiversità, regolazione del clima, produzione di ossigeno, protezione del suolo contro l’erosione, ecc. 3. Gli allievi fanno un collegamento tra gli elementi che figurano nelle due colonne. Gli allievi possono individuare quali ecosistemi sono l’origine di tali servizi. È importante rilevare che un ecosistema può essere all’origine di più servizi. Per esempio una terra coltivata per produrre del grano può essere utilizzata sia per nutrirsi che per produrre dei medicamenti, dunque per curarsi. 4. Gli allievi osservano il secondo disegno intitolato “minacce agli ecosistemi” e descrivono ciò che è cambiato riguardo al primo disegno. 5. La tabella fatta in precedenza viene completata da una nuova colonna che descrive ciò che è cambiato o scomparso e i servizi messi in pericolo nel corso degli anni: perdite, degradazione e frammentazione degli habitat naturali (foreste, Obbiettivi pedagogici: Capire le risorse e i servizi offerti dalla natura Comprendere le minacce sulle risorse naturali e i servizi offerti dalla natura Lezione: Geografia o scienze Livello: Dalla prima alla quarta media Materiale: Le due immagini che seguono Luogo: in classe Durata: 2 lezioni di 45 minuti

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Page 1: L’Impronta ecologica - WWF€¦ · L’Impronta ecologica Attività: Paragonare e osservare un paesaggio della prima metà del 20esimo secolo con lo stesso paesaggio trasformato

© WWF-Svizzera, 2009-05-01 www.wwf.ch/scuola Illustrazioni: ©WWF Francia

Scheda didattica

Foglio di lavoro

Impronta Ecologica

WWF SVIZZERA

www.wwf.ch/scuola

L’Impronta ecologica

Attività: Paragonare e osservare un paesaggio della prima metà del 20esimo secolo con lo stesso paesaggio trasformato durante la seconda metà del secolo

Distribuire le due immagini che seguono (pagine 3 e 4). 1. Ogni allievo osserva il primo disegno “i servizi offerti dalla

natura” e descrive le diverse parti del paesaggio.

2. Classificare in seguito i differenti elementi evocati alla tappa 1 su una tabella composta da due colonne: la prima colonna raggruppa gli ecosistemi, cioè i differenti spazi sfruttati dall’uomo: terre coltivate, pascoli, spazi “costruiti” (città e strade), mari, foreste e spazi ancora selvaggi. Nella seconda colonna si scrivono invece i servizi offerti dalla natura: dis-inquinamento, spazi di gioco e di divertimento, riserve di biodiversità, regolazione del clima, produzione di ossigeno, protezione del suolo contro l’erosione, ecc.

3. Gli allievi fanno un collegamento tra gli elementi che figurano nelle due colonne. Gli allievi possono individuare quali ecosistemi sono l’origine di tali servizi. È importante rilevare che un ecosistema può essere all’origine di più servizi. Per esempio una terra coltivata per produrre del grano può essere utilizzata sia per nutrirsi che per produrre dei medicamenti, dunque per curarsi.

4. Gli allievi osservano il secondo disegno intitolato “minacce agli ecosistemi” e descrivono ciò che è cambiato riguardo al primo disegno.

5. La tabella fatta in precedenza viene completata da una nuova colonna che descrive ciò che è cambiato o scomparso e i servizi messi in pericolo nel corso degli anni: perdite, degradazione e frammentazione degli habitat naturali (foreste,

Obbiettivi pedagogici:

Capire le risorse e i servizi offerti dalla natura

Comprendere le minacce sulle risorse naturali e i servizi offerti dalla natura

Lezione:

Geografia o scienze

Livello:

Dalla prima alla quarta media

Materiale:

Le due immagini che seguono

Luogo:

in classe

Durata:

2 lezioni di 45 minuti

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corsi d’acqua, praterie), sfruttamento delle terre, inquinamento, specie esotiche invasive, cambiamenti climatici.

6. L’insegnante intavola una discussione sui problemi sollevati da quest’ultima osservazione e apre un dibattito sui vantaggi e sugli svantaggi/inconvenienti legati ai cambiamenti avvenuti nel corso dei decenni.

Per prolungare l’attività: Potete far cercare agli allievi delle foto o delle cartoline della città nella quale vivono, prima e dopo il 1950, per fare un confronto con le evoluzioni del paesaggio osservato sui disegni. La ricerca delle immagini può essere effettuata su internet o in biblioteca.

Elementi di risposta destinati all’insegnante per la fase di correzione:

1. Per il paesaggio della prima metà del ventesimo secolo:

La fauna locale è molto presente in natura: uccelli nel cielo, api, farfalle, cervi, volpi, cigni, corvi ecc Si può affrontare la questione dell’utilità di questi animali per l’uomo: impollinazione, piante per la sopravvivenza dell’uomo, pesca, ecc. Questa tappa permette inoltre di affrontare la nozione di equilibrio tra la natura e le specie.

Sul mare, un battello da pesca artigianale esercita un impatto sul mare. L’oceano è una risorsa inesauribile e funge da nutrimento per una grande parte dell’umanità

Il litorale è intatto, la spiaggia non è ancora stata urbanizzata. Le zone costiere (lagune, mangrovie) sono delle zone naturali estremamente fragili e degli habitat essenziali per le specie costiere e marine. Un esempio concreto sono le zone di riproduzione per i pesci che costituiscono anche delle barriere naturali contro le catastrofi naturali.

Le numerose foreste indicano la presenza di uno spazio relativamente selvatico e del legno come risorsa (riscaldamento, mobili). Le foreste hanno un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, del ciclo dell’acqua, dell’assorbimento del carbonio diossido (CO2) e della produzione di ossigeno. Le foreste limitano inoltre l’erosione del suolo e le frane.

Nelle zone di pascolo dei bovini e degli ovini si può affrontare la questione della trasformazione dell’erba in carne o in prodotti lattieri destinati al consumo umano. Questi pascoli offrono inoltre una protezione contro l’erosione e il degrado dei suoli: assorbono l’acqua e le permettono di infiltrarsi più facilmente nei suoli piuttosto che scorrere in superficie favorendo l’erosione. Il pascolo estensivo favorisce un alto grado di biodiversità (uccelli, insetti, ecc).

Lo stagno rappresenta da una parte la pesca d’acqua dolce, dall’altro l’utilizzo ricreativo delle zone umide in buono stato. Le zone umide (stagni, laghi, paludi, torbiere, valli alluviali, ecc) sono anche degli spazi che filtrano naturalmente l’inquinamento e che assorbono le inondazioni. Trattengono infatti gli eccessi di acqua e poi li distribuiscono

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alle nappe freatiche e ai corsi d’acqua. Queste zone sono anche degli habitat ricchi in termini di biodiversità.

Le numerose parcelle di campi formano un mosaico di paesaggi propizi alla riproduzione di una grande varietà di piante e di animali, ma anche al loro spostamento (corridoi ecologici), al loro riposo e alla loro alimentazione.

Le parcelle coltivate di fiori e di piante medicinali hanno un doppio obbiettivo: da una parte apportano un piacere ricreativo, dall’altra servono per curarsi. Secondo l’OMS, l’80% della popolazione mondiale dipende da questi rimedi tradizionale basati sulle specie selvatiche.

I campi in primo piano mostrano l’importanza dei cereali sia nella nostra alimentazione, sia il ruolo dell’uomo nello spazio rurale.

Il giardino mostra dei legumi che possono venir consumati. Esso permette anche di affrontare il tema della grande varietà di frutti coltivati all’epoca (se si guardano attentamente gli alberi fruttiferi). Attualmente l’80% delle mele consumate provengono da 3 differenti varietà.

Gli spazi urbanizzati sono relativamente ridotti. Sono legati da una linea stradale che viene utilizzata da pochi veicoli.

L’immagine non ha l’obbiettivo di descrivere un “mondo passato” idealizzato positivamente. I rifiuti accumulati in primo piano mostrano i rifiuti (senza separazione, ecc) un’immagine che si vedeva di frequante nelle campagne.

2. Per il paesaggio della seconda metà del ventesimo secolo:

Sul mare, i battelli da pesca industriale esercitano un impatto importante su queste acque. 75% delle specie sono pescate al limite della loro capacità di riproduzione o addirittura al di sopra. Delle petroliere sondano i mari per rispondere al nostro consumo che è aumentato di dieci volte nel corso di mezzo secolo. Dei porta-container trasportano dei prodotti fatti a mano, fabbricati solitamente in Asia. Sia il trasporto commerciale marittimo, sia quello turistico, comportano un rischio d’introduzione di specie esotiche invasive che è anche una delle cause principali della diminuzione della biodiversità.

Nel cielo si incontrano due aerei. Sulle strade le macchine sono visibilmente aumentate. Le emissioni di carbonio diossido dovuti al trasporto, pesano sulla nostra impronta ecologica che in effetti continua ad aumentare.

Il litorale è urbanizzato e la spiaggia è oramai attraversata da una strada che se da una parte ne facilita l’accesso, dall’altra ne aumenta la pressione (spazio fragile).

Lo spazio boschivo è diminuito, sostituito in gran parte dalla città. La capacità di assorbimento del carbonio diossido diventa quindi minore. Si stima che il 20% dei gas a

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effetto serra è conseguenza della deforestazione.

I bovini vengono nutriti in strutture intensive con dei prodotti che provengono da un’altra parte del mondo (soia). La soia fornisce il 90% delle proteine per l’alimentazione animale e ci vogliono 1.6 chilogrammi di soia per produrre un chilo di carne.

Lo stagno è usato come discarica per un’industria che ha un impianto di trattamento delle acqua mal funzionante o non ancora conforme alle norme. L’utilizzo ricreativo delle zone umide è oramai solo un ricordo. Il suo ruolo naturale di filtraggio e di assorbimento dell’inquinamento è oramai compromesso.

Le parcelle di campi diversificati che formano un mosaico sono state rimpiazzate da delle monoculture consumatrici di pesticidi e di fertilizzanti, diventando così delle grandi consumatrici di energia. La monocultura impoverisce i suoli, contribuisce all’erosione e alla perdita di fertilità. In questo nuovo paesaggio l’uomo è meno presente. I giardini e gli alberi fruttiferi sono spariti. I frutti e i legumi arrivano dall’altra parte del mondo (mele dalla Cina, ciliege dal Cile, le fragole dalla Spagna o dall’ Israele).

Gli spazi urbanizzati sono notevolmente aumentati per accogliere le popolazioni che hanno abbandonato lo spazio rurale (l’80% della popolazione vive nelle città). Le strade sono onnipresenti e il numero di veicoli è esploso. Questo frazionamento del paesaggio impedisce a certe specie selvatiche di spostarsi. A ciò si aggiunge il problema dell’inquinamento atmosferico, la riduzione degli spazi naturali, ecc

L’immagine non ha lo scopo di descrivere un mondo attuale “idealizzato negativamente”. Numerose fonti di inquinamento sono state infatti scoperte e vietate. I rifiuti vengono separati e riciclati. Alcune minacce sono diminuite (smog, piogge acide, buco dell’ozono, ecc) e le leggi hanno permesso di ridurre una parte dei rifiuti inquinanti prodotti dalle industrie: dei prodotti come l’aerosol con i CFC sono stati proibiti dalla legge. I luoghi con alti tassi di biodiversità, come i parchi nazionali o le riserve naturali sono preservate come anche un gran numero di specie emblematiche. Resta comunque un gran lavoro da fare per quel che concerne l’inquinamento “invisibile” (inquinamento sonoro, onde elettromagnetiche, inquinamento dell’aria e dell’acqua) come anche per le specie animali “ordinarie” e i servizi resi dagli ecosistemi.

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