l'alternativa democratica giugno 2010

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prosegue a pag 5 Grazie al famoso decreto Ron- chi nel 2011 le grandi multi- nazionali si berranno la nostra acqua e manderanno a noi le bollette salate. Brandendo il cosiddetto “adempimento alla disciplina comunitaria”, come se le nostre inadempienze ri- spetto agli obblighi comunitari fossero fenomeni rari, il go- verno avvia una serie di pri- vatizzazioni dei servizi locali che trasformeranno l’acqua - non in vino - ma da bene comune, da gestire pubblica- mente, in merce, da gestire ovviamente privatamente. Le diverse esperienze privatisti- che dell’acqua-merce hanno già dimostrato che il privato vuole solo trarne profitto au- mentando le tariffe agli uten- ti, ai quali viene raccontata la favola che il privato non vuole il bene pubblico - acqua ma solo gestirlo. Per evitare che l’acqua si trasformi da bene a merce occorre dar vita a una gestione pubblica del servi- zio idrico integrato (SII), che può realizzarsi pienamente solo attraverso l’affidamento diretto ad un ente di diritto pubblico (consorzio tra comu- ni, azienda speciale, azienda consortile). Questo risultato si può ottenere inserendo ne- gli Statuti comunali una for- mulazione che definisca il SII come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica (ma con una enorme rilevan- za umana). Ciò è possibile in È un bene, non una merce. Il Ponte romano è del IV secolo d.C. La Pieve è del 1475. La Torre del Popolo è del 1830. Il Bar galleggiante sul fiume è del 2009.....ed è già così. Che il fiume voglia dirci qualcosa? Per esempio che ben due inaugurazioni non servono a tenere il bar saldo alla terraferma se non si fanno gli opportuni controlli preven- tivi? Se la giunta galleggia non vuol dire che anche la “Rotonda” sappia fare altrettanto! Palazzolo sott’Oglio prosegue a pag 5 Palazzolo: al solito “controcorrente” Non mi sto riferendo alla vicenda del bar purtroppo inabissatosi nel fiume Oglio, Parlo del recente rinnovo del Consiglio di Amministra- zione di Sogeim. Con de- creto n. 24 del 20 maggio il Sindaco ha nominato ben 5 membri, che andranno a se- dere sulle poltrone del CDA della partecipata dal Comu- ne. Un detto popolare ricor- da che è inutile “predicare bene, ma razzolare male” Il Sindaco e la sua maggio- ranza dovrebbero spiegare se è davvero necessario no- minare un CDA così nutrito in un periodo così difficile per l’economia italiana, in cui lo stesso Governo Ber- lusconi, al di là dei procla- mi, sta e come mettendo le mani nelle tasche dei citta- dini italiani. Non bastavano tre elementi? Si parla tan- to di tagliare gli sprechi e poi invece si abbonda in nel conferire incarichi. In que- sto caso onerosi per i palaz-

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Giugno 2010 Foglio informativo del circolo PD di Palazzolo sull'Oglio

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prosegue a pag 5

Grazie al famoso decreto Ron-chi nel 2011 le grandi multi-nazionali si berranno la nostra acqua e manderanno a noi le bollette salate. Brandendo il cosiddetto “adempimento alla disciplina comunitaria”, come se le nostre inadempienze ri-spetto agli obblighi comunitari fossero fenomeni rari, il go-verno avvia una serie di pri-vatizzazioni dei servizi locali che trasformeranno l’acqua - non in vino - ma da bene comune, da gestire pubblica-mente, in merce, da gestire ovviamente privatamente. Le diverse esperienze privatisti-che dell’acqua-merce hanno già dimostrato che il privato vuole solo trarne profitto au-mentando le tariffe agli uten-ti, ai quali viene raccontata la favola che il privato non vuole il bene pubblico - acqua ma solo gestirlo. Per evitare che l’acqua si trasformi da bene a merce occorre dar vita a una gestione pubblica del servi-zio idrico integrato (SII), che può realizzarsi pienamente solo attraverso l’affidamento diretto ad un ente di diritto pubblico (consorzio tra comu-ni, azienda speciale, azienda consortile). Questo risultato si può ottenere inserendo ne-gli Statuti comunali una for-mulazione che definisca il SII come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica (ma con una enorme rilevan-za umana). Ciò è possibile in

È un bene, non una merce.

Il Ponte romano è del IV secolo d.C. La Pieve è del 1475. La Torre del Popolo è del 1830.Il Bar galleggiante sul fiume è del 2009.....ed è già così.Che il fiume voglia dirci qualcosa?Per esempio che ben due inaugurazioni non servono a tenere il bar saldo alla terraferma se non si fanno gli opportuni controlli preven-tivi?Se la giunta galleggia non vuol dire che anche la “Rotonda” sappia fare altrettanto!

Palazzolo sott’Oglio

prosegue a pag 5

Palazzolo: al solito “controcorrente”

Non mi sto riferendo alla vicenda del bar purtroppo inabissatosi nel fiume Oglio, Parlo del recente rinnovo del Consiglio di Amministra-zione di Sogeim. Con de-creto n. 24 del 20 maggio il Sindaco ha nominato ben 5 membri, che andranno a se-dere sulle poltrone del CDA della partecipata dal Comu-ne. Un detto popolare ricor-da che è inutile “predicare bene, ma razzolare male” Il Sindaco e la sua maggio-

ranza dovrebbero spiegare se è davvero necessario no-minare un CDA così nutrito in un periodo così difficile per l’economia italiana, in cui lo stesso Governo Ber-lusconi, al di là dei procla-mi, sta e come mettendo le mani nelle tasche dei citta-dini italiani. Non bastavano tre elementi? Si parla tan-to di tagliare gli sprechi e poi invece si abbonda in nel conferire incarichi. In que-sto caso onerosi per i palaz-

Marco d’Aviano, al secolo Carlo Domenico Cri-stofori, è stato un religioso e predicatore ita-liano. Guarisce da una malattia il duca Carlo V di Lorena. La sua fama giunge così anche alle orecchie di Leopoldo I, che lo invita a corte... Potrei andare avanti a raccontarvi le vicende del Beato, ma temo che finirei con l’annoiar-vi. Posso solo dirvi che questo “illustre” perso-naggio, pur non avendo mai avuto a che fare con Palazzolo e neppure con la Lombardia, ha avuto l’onore di vedersi dedicata una via del nostro Comune. Effettivamente ho dimentica-to di precisare che il nostro predicatore è ricor-dato principalmente per il tentativo di creare una Lega Santa che tenesse i turchi lontani da Vienna. Proprio per questo la nostra Ammi-nistrazione, accogliendo la proposta della sua frangia più a destra, ha voluto intitolargli una via. Ma come? Quando il gruppo consiliare del Pd chiese di nominare simbolicamente una via in ricordo di Neda Soltani (giovane vittima del regime iraniano), ci risposero che era più im-portante la memoria di personalità legate al nostro territorio, ed ora si sceglie una figura pressoché sconosciuta ai cittadini e del tutto scollegata dai nostri luoghi? Tempo fa avevo scritto che la Lega dimenticava il territorio privilegiando le poltrone, ora la maggioranza trascura le nostre radici locali in nome della strumentalizzazione ideologica. Infatti Marco d’Aviano ha combattuto l’Islam in nome della Cristianità, ma forse è sfuggito che combat-teva per gli austriaci, che se la memoria non

mi inganna tiranneg-giavano su parte del territorio italiano. Ma questo non è l’unico esempio di sparti-zione ideologica del-la toponomastica: è superfluo precisare da chi è stata pre-tesa Via Pontida, mi sembra che l’intito-lazione parli da sola. Invece mi piacerebbe menzionare un altro caso. Una “sensibi-lità nostalgica” del-la maggioranza ha deciso che a Palaz-zolo ci debba esse-re un parco dedicato alla battaglia di El Alamein. Si è volu-to onorare le vittime

italiane di quello scontro bellico. Senza ricor-dare però (o forse proprio ricordandolo?), che in quel caso l’esercito italiano combatteva per il fascismo accanto alle truppe naziste e che i presunti “cattivi” erano proprio quelli che, insieme ai partigiani, avrebbero poi liberato l’Italia dall’occupazione tedesca, permetten-doci di conquistare la democrazia. Ma se vo-gliamo comunque utilizzare la filosofia “Ogni scarrafone è bello a mamma soia” per cui gli Italiani sono pur sempre Italiani, anche quan-do combattono guerre sbagliate, con quella in-titolazione oltre ai nostri caduti, si sarebbero dovuti ricordare anche quelli Inglesi. Proprio come aveva pacatamente suggerito all’Ammi-nistrazione un cittadino che invece, per tutta risposta, ha ricevuto una metaforica porta in faccia. Infatti un assessore indispettito dalla legittima critica alla poco comprensibile scel-ta di parte, ha rigettato la proposta con toni sgradevoli e faziosi che male si adattano ad una figura istituzionale. Tutto questo dimo-stra che anche nella toponomastica le varie ideologie e le dimostrazioni di potere hanno la meglio sul territorio e sui cittadini. Io, che le-ghista non sono, preferirei leggere sulle nostre vie il nome di un Palazzolese o magari, dato l’imminente anniversario, di un eroe lombardo del risorgimento piuttosto che quello dello sco-nosciuto Marco d’Aviano.

Matteo Gatto

Quando Via fa rima con Ideologia

Nel mese di maggio la Commissione Cultura del PD ha inviato al Sindaco e all’Assessore Stucchi un progetto con cui, attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale di Palazzolo, intende promuovere lo sviluppo e la diffusione della cultura in ambito locale. Pur apprezzando le iniziative già realizzate, vi è infatti la con-vinzione che le risorse culturali abbiano una capacità di attrazione tale da richiedere la co-struzione di un cosiddetto “circuito di senso” in grado di dare maggiore significato alle risorse stesse, valorizzandone il legame con il territorio e la sua storia. Per questo, il PD ha proposto di avviare un percorso, basato su un progetto chiaro, articolato in alcune tappe, che ha come obiettivo la realizzazione di un “Museo Civico” (o di un Ecomuseo Urbano) e di un vitale “Polo Culturale”. Un progetto che intende raccogliere e collegare ogni opportunità, pubblica e privata, atta a sviluppare il proprio ruolo di risorsa al servizio di tutta la popolazione o di singoli grup-pi con interessi specifici. In che modo? Anzitut-to è opportuno valutare lo stato di conservazio-ne delle singole risorse culturali (ad esempio il Fondo Antico della Biblioteca, l’Archivio Storico del Comune, il Castello, la Torre Civica, il Teatro Sociale, il Torrione di Mura e il Museo dei Ricor-di di Guerra), per poi inserirle in un percorso museale che, oltre a occupare degli ambienti,

attraversi pure la città, fa-cendola diventare parte in-tegrante del percorso stes-so. A tal proposito, si ritiene utile creare una rete anche con le altre “risorse” locali (ad esempio la vecchia Pie-ve, S. Giovanni, la parroc-chiale S. Maria Assunta, la Fondazione Cicogna Ram-pana, le Collezioni Private o le Gallerie d’Arte). Tuttavia il “Museo Civico” non deve rimanere solo un conteni-tore di materiali esposti, bensì un centro di attivi-tà didattiche e scientifiche, aperto al confronto con il territorio, con le tendenze culturali e con le innovazio-ni scientifiche; opportuno perciò attivare collaborazio-ni con le scuole per periodi di stage e con gruppi di in-segnanti (come il gruppo di

“Rete Storia”). Non solo, nelle sale dell’edificio ospitante il Museo non occupate dai materiali esposti potranno tenersi, tra l’altro, presenta-zioni di libri e incontri con gli autori o conferen-ze a tema, al fine di creare un “Polo Culturale”: un vero e proprio luogo dove fare e vivere la Cultura. Un contributo importante per la rea-lizzazione di questo progetto può venire dal coinvolgimento di alcune associazioni e dal vo-lontariato, così da promuovere una vera e pro-pria “cultura della partecipazione”, nonché da un’apposita Commissione Cultura nominata dal Comune. Perché questa proposta? Perché in-vestire nella cultura rappresenta una necessità per la crescita civile e sociale della nostra co-munità e con questo progetto il PD intende dare alla cultura un senso antropologico: conoscere per riconoscersi, per costruire (o ricostruire) la nostra identità attraverso i luoghi simbolo della città, sviluppando un più consapevole senso di appartenenza. Cultura e Politica divengono così elementi inseparabili nell’attuare un compito necessario e nobile di formazione di coscienze avvertite e sicure del proprio passato. Questa è, in sintesi, la proposta del PD in merito alla valorizzazione del patrimonio culturale, sulla quale intende confrontarsi con tutti coloro che vorranno contribuire.

Gianmarco Cossandi

Valorizzare le risorse culturali per creare Cultura:il Progetto del PD

La minacciata costruzione del megacentro commerciale alle ex fonderie del Quintano continua ad incombere, dopo che la nuova giunta comunale di Castelli Calepio, invece di mantenere fede a quanto detto in campagna elettorale a sostegno del “NO”, si è espressa in favore di alcune insignificanti modifiche al progetto, spuntando così (speriamo non del tutto) le armi di quanti si oppongono all’inse-diamento. Sul percorso del progetto sabato 5 Giugno, si è messa di traverso la manifesta-zione del “Comitato contro il megacentro” alla quale hanno preso parte Il PD, Cinque Stelle, Rifondazione, I. dei V., il Comitato di Quartie-re di Mura e Lega Ambiente, tutti intorno ai cancelli delle ex Fonderie, da dove si è par-titi con striscioni e manifesti. Dopo gli inter-venti di cittadini e rappresentanti dei partiti, compreso quello dell’Assessore Stucchi per il comune di Palazzolo, si è formato il corteo per simulare l’impatto delle auto sul percorso Quintano, Cividino, fino al Piazzale degli Alpini a Palazzolo. Ricordiamo le ragioni della con-trarietà all’intervento. Una rete commerciale già satura. La Lombardia presenta una densità di grandi strutture di vendita tra le più alte in Europa. La provincia di Brescia una densità ancora superiore, pari a 442,21 mq/1000 abi-tanti e la rete distributiva locale (Castelli Ca-

lepio più i cinque comu-ni confinanti) presenta una densità maggio-re pari a 500mq/1000 abitanti. Aggiungendo i nuovi 14.990 mq del megacentro commercia-le ZERBIMARK la den-sità diventa pari a 820 mq/1000 abitanti Quasi 3 volte la media lom-barda. Di fronte a que-sti numeri una sola con-siderazione si impone: non serve, ne abbiamo già troppi. L’impatto am-bientale e il traffico. Nel documento di analisi del traffico allegato al pro-getto, ricaviamo alcuni dati sul numero di vei-coli nelle ore di punta: entranti 1.762, uscenti

1.243, per un totale di 3.005 veicoli/ora. Dati impressionanti per la nostra realtà, quasi un veicolo al secondo. La questione della bonifi-ca. La bonifica del sito delle ex fonderie, deve essere messa a carico del proprietario come previsto dalla legislazione vigente, ciò a pre-scindere dalla realizzazione del Megacentro. Più volte la Provincia di Bergamo ha richiesto all’amministrazione comunale di attivarsi per gli interventi di bonifica, specificando che tali interventi sono preliminari a qualsiasi desti-nazione e utilizzo dell’area. Infine il problema investe in pieno il nostro comune e il quartie-re di Mura. Per noi considerata la vicinanza, sarà quasi come averlo in casa, aggiungendosi agli esistenti o a quello in costruzione fra via Gardale e la tangenziale. Ciò vorrà dire traffi-co, inquinamento e centro storico sempre più spopolato. Situazione ancora più difficile per l’antico quartiere di Mura per l’attraversato delle auto e per l’ulteriore soffocamento dei già pochi negozi di vicinato. Per quanto so-pra è importante l’azione di duplice valenza del PD di Palazzolo che sostiene il movimento di cittadini che si opponggono allo sbrego del territorio ed è attivo in consiglio comunale nel continuare con l’A.C., l’azione legale contro il megacentro commerciale.

Andrea Rossi

Non vogliamo questo centro commerciale

Visita il sito: www.pdpalazzolo.it ORA È TUTTO NUOVO!!!

Palazzolo: come al solito “contro-corrente” (Prosegue da pag 1)

È un bene, non una merce. (Prosegue da pag 1)quanto la UE demanda ai singoli Stati membri di definire quali siano i servizi a rilevanza econo-mica e quali non lo siano; l’Italia a tale proposito non si è mai pronunciata. Sic! Il Forum naziona-le dell’acqua per facilitare il compito dei comuni ha provveduto a costruire una delibera-tipo per l’inserimento nello Statuto della formula che ri-conosca l’acqua quale bene comune naturale fi-nito, indispensabile all’esistenza di tutti gli esse-ri viventi, e dunque che si riconosca il SII quale servizio pubblico privo di rilevanza economica. Con tale formulazione i Comuni potranno deci-dere quale forma di gestione intendono adotta-re per il proprio servizio idrico. Questa proposta è stata presentata dal gruppo consigliare del PD in Commissione area servizi al territorio in data 7 aprile 2010, il presidente Beghetti, riservan-dosi di presentarla in Consiglio Comunale, sta valutando insieme alla maggioranza le seguenti modifiche:-riconoscere il Diritto Umano dell’acqua e lo sta-tus della stessa come bene comune pubblico;-confermare il principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato

per il rispetto della vita umana e della salute pubblica;-riconoscere che il SII è un servizio pubblico lo-cale privo di finalità di lucro in quanto servizio pubblico essenziale.Nell’attesa il PD di Palazzolo si è organizzato a raccogliere le firme per un referendum abroga-tivo promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua. A Palazzolo sono state superate le 500 firme. Il Comitato referendario, attento ad una formulazione dei quesiti il meno cassabile possibile, riferisce che il cosiddetto adempimen-to alla disciplina comunitaria non c’è, in quanto nel decreto Ronchi non sono menzionate le fonti comunitarie di riferimento che obbligherebbero l’Italia alla privatizzazione. Insomma stiamo an-dando verso un referendum per una legge che volendo assolvere ad un obbligo europeo di-mentica di menzionare la norma che la impone. Sono sempre cose italiane!

Cristina Tubini

zolesi. Perché gli stipendi dei Consiglieri gra-veranno sui costi dell’azienda, che incideranno sulle tariffe dei pochi servizi che Sogeim con-tinua ad offrire. Di recente Sogeim ha perso anche la gestione del servizio idrico integrato. L’acqua per capirci. Proprio tale ramo d’azien-da era conferito ad altra società, AOB2, che già gestisce per altre realtà comunali il servi-zio idrico. È paradossale perché Sogeim vie-ne sempre più svuotata di contenuti ed atti-vità, ma al contempo riempita di Consiglieri. Sarebbe poi interessante comprendere quali sono stati i criteri per la scelta dei membri del CDA. Salvo alcuno di questi gli altri non paiono avere competenze e/o esperienze spe-cifiche nel settore in cui opera Sogeim. Quello che sappiamo, senza voler trarre conclusioni, che lasciamo ai lettori, è che uno dei consi-glieri nominati è il genero dell’attuale Vice-sindaco, un altro è il marito della Capogruppo in Consiglio Comunale della Lega Nord, uno è parente di un Assessore. Un altro ancora era candidato non eletto nelle liste del PDL alle comunali del 2009. Sicuramente i curriculum dei nuovi Consiglieri saranno ponderosi e tali da legittimare la loro scelta. Per scrupolo ne abbiamo richiesto copia con apposita istanza di accesso agli atti. Ma se quanto ad oppor-tunità la scelta di 5 consiglieri anziché di tre non convince, beh siamo proprio sicuri che da un punto di vista di legittimità le cose siano così tranquille? Nel dubbio abbiamo presen-

tato un’interrogazione urgente da discutere in Consiglio Comunale. Comunque con la Finan-ziaria 2006 l’allora Governo di centrosinistra aveva emanato una serie di norme per con-tenere i costi e gli sprechi degli enti locali. Si limitava per legge il numero dei Consiglieri di Amministrazione delle società partecipate da enti locali. Si era stabilito che “Il numero com-plessivo dei componenti del CDA delle società partecipate totalmente anche in via indiret-ta da enti locali, non può essere superiore a tre, ovvero a cinque per le società con capi-tale interamente versato, pari o superiore ad €=2.000.000,00=” Ora Sogeim è partecipata al 96,02% dal Comune di Palazzolo S/O e per il residuo da Cogeme s.p.a., che a sua vol-ta ha tutto il capitale riferibile ad enti locali. Il capitale versato di Sogeim s.p.a. è inferio-re ai 2 milioni di euro. Ergo i componenti del suo CDA dovrebbero essere tre. Voi direte che queste sono cose da azzeccagarbugli, ma in questo caso fanno una grandissima differen-za. È pur vero che c’è chi ha sostenuto che “la legge si applica con i nemici e s’interpreta per gli amici” e quindi una scappatoia si po-trà trovare. Se così fosse avremo ancora una volta un Comune che, alla faccia della crisi e dei sacrifici dei cittadini, va controcorrente...

Gabriele Zanni

www.controcorrentesatirica.com

Ad inizio legislatura il duo Sil-vio e Umberto regala al dis-sestato comune di Catania 140 milioni di euro per salva-re la città dal fallimento. La Lega intanto si gira, fa fin-ta di niente, d’altra parte è troppo impegnata a presidia-re il Territorio. Qualche mese dopo, guarda caso proprio dopo l’insediamento della giunta Alemanno, il governo benevolmente sgancia al co-mune di Roma 500 milioni di euro. La Lega avrebbe tanto voluto opporsi allo sperpero, ma quel giorno lì avevano fis-sato una ronda collettiva... E cosa vuoi invece di votare contro… via tutti a vigilare sul Territorio! La stessa cosa ca-pita con Palermo sepolta dai rifiuti e con le casse vuote. Per convincere i netturbini a smaltire la spazzatura il ge-neroso Silvio mette le mani nelle nostre tasche e ne tira fuori altri 150 milioni per dare la mancia al suo pupillo, il sindaco Cammarata. Contemporaneamente sul Territorio si tengono le selezioni di Miss Padania ed i leghisti invece di votare no allo spreco, preferiscono votare per la reginetta in camicia verde. Niente da dire, La Lega è sempre presente alle manife-

stazioni popolari che si svolgono sul Territorio. ll governo cucina una bella manovra economi-ca “lacrime e sangue”: il provvedimento man-gia un bel po’ di miliardi a chi lavora e paga le tasse. La Lombardia avrà settecento milioni in meno nelle casse e per far quadrare i conti dovrà necessariamente tagliare servizi ai citta-

dini (sanità, treni locali…).Non ci crederete, ma proprio il giorno in cui nel consiglio dei ministri si deve discutere della stangata, la squadra di calcio della Padania deve gioca-re la finale del torneo dei Popoli… I ministri leghisti non possono manca-re all’evento sportivo organizzato dai Territori, e la manovra, che azzoppa il Federalismo (oh, lo dice anche Formi-goni) e costringe i Lombardi a tirare la cinghia, passa all’unanimità. Un umile consiglio: cari Leghisti, va bene stare sul Territorio, ma magari, ogni tanto, date una controllatina anche a quello che succede a Roma!!!Altrimenti ci tocca rimpiangere i tem-pi del caro vecchio slogan “ROMA LA-DRONA LA LEGA NON PERDONA”.

A.B.

La Lega sta sul territorio