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1 E.L.Fo. Sicurezza - Responsabile Formazione: Francesco IMBESI 1 Corso di formazione per RSPP e ASPP – Modulo B 8 Ente Ligure di Formazione divisione “Sicurezza” reg. Carrà, 19/2b 17031 Albenga (SV) tel. 0182.559636 solo per info amministrative fax. 0182.571209 e-mail per info tecniche ed organizzative: [email protected] rev. 1.1 Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza sul Lavoro Il Rischio Biologico ai sensi dell’art.37 del D.Lgs. 81/08 Accordo Stato Regioni del 21.12.2011 e 22.02.2012 Spegnere il Telefonino !! Rischio biologico rischio derivante dall’esposizione ad agenti biologici è la probabilità che un soggetto venga a contatto con un microorganismo patogeno, si infetti , e contragga malattia.

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1

E.L.Fo. Sicurezza - Responsabile Formazione: Francesco IMBESI

1

Corso di formazione per RSPP e ASPP – Modulo B 8

Ente Ligure di Formazionedivisione “Sicurezza”reg. Carrà, 19/2b17031 Albenga (SV)tel. 0182.559636 solo per info amministrativefax. 0182.571209e-mail per info tecnicheed organizzative: [email protected]

rev. 1.1

Formazione dei Lavoratori sullaSicurezza sul Lavoro

Il Rischio Biologicoai sensi dell’art.37 del D.Lgs. 81/08

Accordo Stato Regioni del21.12.2011 e 22.02.2012

Spegnere il Telefonino !!

Rischio biologico

rischio derivante dall’esposizione ad agenti biologici

è la probabilità che un soggetto venga a contatto con un

microorganismo patogeno, si infetti, e contragga malattia.

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Agente biologico può essere considerato qualsiasi organismo vivente o parte di esso che può essere causa di infezione, allergia o intossicazione

virus

batteriprotozoi

miceli e spore fungine

elminti parassiti

acari

insetti

alghe

ma anche…

polline scaglie di pelle o peli di mammiferi o altri componenti

E inoltre….residui o prodotti di organismi quali endotossine, o micotossine, responsabili di allergopatie ed esotossine responsabili di intossicazioni.

infezione/allergia/intossicazione

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Ai sensi del D.Lgs. 81/08 è

“Qualsiasi microorganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni”

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

malattie infettive notificate Infortuni

confronto infortuni / malattie infettive notificate - 2003

da agenti infettivi

totale

.la causa virulentaequivale alla causa violenta..

tra queste 28117 (16,1%) in soggetti tra 15 e 64 anni, quindi in età lavorativa

Recentemente è stato evidenziato come le malattie infettive e parassitarie siano la prima causa di assenza dal lavoro rappresentando il 31% delle malattie classificate nei certificati inviati all’INPS e costituendo la prima causa per la perdita di giornate lavorative.

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Nessun ambiente di lavoro si può ritenere esente dalla presenza di microrganismi.

QUALI SONO GLI AGENTI BIOLOGICI?

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VIRUS: 20 – 200 nm

BATTERI: 0.5 – 10 µµµµm

(32 µµµµm le spirochete)

FUNGHI:1 – 100 µµµµm

DIMENSIONI

Batteri

Sono microrganismi costituiti da una sola cellula

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Virus

organismi “subcellulari” privi di struttura cellulare, e costituiti soltanto da un nucleo contenente acido nucleico (DNA o RNA) racchiuso in un involucro proteico. Sono i più piccoli microrganismi conosciuti Si possono moltiplicare soltanto all’interno di una cellula “ospite”, quindi infettandola

Sono le muffe e i lieviti

Sono cellule “superiori”, organizzate in filamenti pluricellulari (funghi) oppure in cellule singole (lieviti).

Negli ambienti indoor solitamente si trova un elevato numero di specie fungali; i funghi infatti sono particolarmente resistenti agli stress ambientali e si trovano su una grande varietà di materiali diversi (suolo, animali, piante, superfici varie)

Funghi

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D. lgs 81/08 esposizione ad agenti titolo X biologici

Accordo 27/09/01 Min. Salute, Regioni e prov. Autonome“Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”

5.3 – Contaminanti microbiologici

“Le principali fonti di inquinamento degli ambienti indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici.”

5.3 – Contaminanti microbiologici

“Le principali fonti di inquinamento degli ambienti indoor sono gli occupanti (uomo ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici.”

Accordo 27/09/01 Min. Salute, Regioni e prov.Accordo 27/09/01 Min. Salute, Regioni e prov. AutonomeAutonome

“La possibilità di trasmissione di infezioni in comunità chiuse quali scuole, asili (…) fa comprendere quanto sia importante condurre indagini rivolte a definire il rischio microbiologico (…)”

“La possibilità di trasmissione di infezioni in comunità chiuse quali scuole, asili (…) fa comprendere quanto sia importante condurre indagini rivolte a definire il rischio microbiologico (…)”

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Il campo di applicazione del TITOLO X è rappresentato da:

“tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di es posizione ad agenti biologici ” (Capo I, art 266)

includendo anche quelle in cui l’esposizione agli agenti biologici è potenziale e/o riveste carattere

di occasionalità

• Rischio generico

• Rischio specifico– potenziale– deliberato

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Il Datore di lavoro ha l'obbligo di effettuare la valutazione del rischio biologico, indipendentemente dal gruppo di appartenenza dell'agente, per “ tutte le attività lavorative nelle quali vi è il rischio di esposizione ad agenti biologici ”

utilizzo deliberato esposizione potenziale

valutazione del rischio del rischio biologicobiologico

gr. 2,3Comunicazione ALL’ORGANO DI VIGILANZA COMPETENTE PER TERRITORIO dei microorganismi utilizzati

gr.4 autorizzazione del Min. Sanità

Esempi di attività conUTILIZZO DELIBERATO DI A.B.

laboratori di microbiologia

Industria delle biotecnologie

Produzione dei vaccini

produzioni alimentari per biotrasformazione

(vino, birra, formaggi,etc.)

trattamento rifiuti

Agricoltura :uso di microrganismi azotofissatori svi luppo nuove sementi,uso di antiparassitari microbici

Industria bellica : produzione armi biologiche

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Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B.

Piscicoltura

Industria alimentare, Macellazione e lavorazione delle carni

Zootecnia

Agricoltura

Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B.

Servizi di raccolta, smaltimento rifiuti

Industria trasformazione di derivati animali

(cuoio, pelle, lana,etc.)

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Esempi di attività con ESPOSIZIONE POTENZIALE AD A.B.

Servizi veterinari

Servizi sanitari (ospedali, ambulatori, studi dentistici…)

Esempi di attività con rischio generico

Ufficio aperto al pubblico con ventilazione naturale

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1.1. Identificazione e caratterizzazione delle Identificazione e caratterizzazione delle sorgenti di rischio e della natura dei pericoli sorgenti di rischio e della natura dei pericoli

• Quali microorganismi patogeni ci potrebbero

essere?

• Come si trasmettono all’uomo?

• Che grado di pericolosità hanno?

VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICOVALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO

Quali microorganismi patogeni ci

potrebbero essere?

Eventi patologici particolari accaduti nella scuola

Eventi patologici tipici delle scuole o negli ambienti indoor

Bibliografia esistente a riguardo di scuole e ambienti indoor

tipologie di infezione in rapporto al comparto prod uttivo e alla mansione specifica

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Come si trasmettono all’uomo?

modalità di infezione in rapporto al comparto produt tivo e alla mansione specifica

Procedure quali ventilazione periodica e ricambio di aria sono efficaci come misure preventive

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INALATORIA ORALE CUTANEA PARENTERALELesioni Cutanee (es.

Tetano)

Particolarmente pericolosa data la difficoltà di attuazione di

efficaci interventi di

prevenzione e controllo

difficilmente circoscrivibile data la natura

del veicolo

Si può prevenire

efficacemente adottando

semplici misure di igiene

personale e ambientale

più facilmente circoscrivibile data la natura

dei veicoli

Si può prevenire facilmente attraverso misure di igiene e

l’utilizzo di DPI

Si può prevenire attraverso

l’adozione di procedure e

l’utilizzo di DPI

VIE DI CONTAMINAZIONE

Classificazione degli agenti biologiciClassificazione degli agenti biologici

A seconda del rischio di infezione, quindi della pericolosità, gli agenti biologici sono stati suddivisi in 44 gruppigruppi

Che grado di pericolosità hanno?

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GRUPPO I GRUPPO II GRUPPO III GRUPPO IV

Pocheprobabilitàdi causaremalattie in

soggetti umani

Può causaremalattie in

soggetti umani; rischio

per lavoratori

Poche probabilità dipropagarsi nella

comunità

Sono di normadisponibili efficaci

misureprofilattiche eterapeutiche

Può causare malattiegravi in soggetti

umani; serio rischioper lavoratori

Può causare malattiegravi in soggetti umani,

seriorischio per lavoratori

Può propagarsinella

comunità

Elevato rischio dipropagazione nella

comunità

Sono di normadisponibili efficaci

misureprofilattiche

e terapeutiche

Non sono di normadisponibili efficaci

misure profilattiche oterapeutiche

CLASSI DI PERICOLOSITA’

gruppo 2 ::EPATITE A, INFLUENZA, MORBILLO, ROSOLIA, VARICELLA, TETANO, EPATITE A, INFLUENZA, MORBILLO, ROSOLIA, VARICELLA, TETANO,

SALMONELLA, ASPERGILLO,SALMONELLA, ASPERGILLO, ……..

gruppo 3 :

EPATITE B, HIV, TIFO, TBC, MALARIA (EPATITE B, HIV, TIFO, TBC, MALARIA ( P.falciparumP.falciparum ))

gruppo 4 :

Virus Ebola, virus Lassa, virus Virus Ebola, virus Lassa, virus MachupoMachupo , virus di , virus di MarburgMarburg ,…

L'L'allegato XXXVallegato XXXV riporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppiriporta l'elenco degli agenti biologici classificati nei gruppi 2, 3, 4.2, 3, 4.

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T= il microrganismo produce tossine

V= esiste un vaccino efficace

A= può dare effetti allergici

IL RISCHIO BIOLOGICO NEGLI AMBIENTI DI LAVOROSCHEDE TECNICO-INFORMATIVEINAIL CONTARPINAIL CONTARP

esempio

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2. Individuazione dei rischi di esposizione

VALUTAZIONE DELLE PROCEDURE DI LAVORO A RISCHIO

analisi delle misure di sicurezza effettivamente attuate:

DPI, sorveglianza sanitaria

Non ultima la formazione e informazione

1 probabilità di un lavoratore esposto di riportare una ferita/lesione cutanea.

2 probabilità di contaminazione della lesione cutanea con materiale infetto

3 vulnerabilità del lavorare: DPI, profilassi vaccinale

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3. 3. Stima dell’entità del rischio

Individuazione del rischio residuo, ovvero quello che rimane una volta adottate il maggior numero possibile di misure di prevenzione

Gravità intrinseca 4 gruppi

Durata dell’effettiva esposizione ciclo di lavoro/

modalità di trasmissione

Livello di esposizione

BASSO non necessarie

MEDIO necessarie

ALTO necessarie e urgenti

RISCHIO MISURE SPECIFICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

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MISURE GENERICHE

Norme igieniche di carattere generale

- Lavaggio delle mani

- Ventilazione ambienti chiusi

- Regolare pulitura degli ambienti

- Periodica disinfezione

Formazione e informazione

MISURE SPECIFICHE

- Dispositivi di protezione collettiva

- DPI

- Protocolli tecnici (disinfezione) e sanitari per le operazioni più a rischio

- Vaccinazione , quando disponibile

- Sorveglianza sanitaria

- Indagini microbiologiche mirate

Formazione e informazione

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Esempio

Ambienti confinati

Agente biologico potenzialmente presente:

Legionella pneumophila

•Gruppo : 2

•Modalità di trasmissione : via respiratoria, attraverso aerosol generato da acqua stagnante contaminata

Valutazione della contaminazione microbiologica:

Monitoraggio ambientaleMonitoraggio ambientale

Batteri e miceti sono solo una parte degli agenti biologici a potenziale rischio, ma costituiscono un utile indice di eventuali anomalie rispetto a valori “di fondo”.

ARIA SUPERFICI

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Per gli agenti biologici non si può parlare di una relazione dose-soglia per l’insorgenza degli effetti nocivi

non esistono valori soglia di legge

i dati che si ottengono dal monitoraggio ambientale possono essere confrontati con livelli proposti

Carica battericaCarica batterica Carica funginaCarica fungina

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aule

0

50

100

150

200

250

batteri funghi

ufc/

m3

condizionamento

ventilazione semplice

riscaldamento

Monitoraggio microbiologico in alcune aree di edifi ci scolastici

Fonte: Atti del 21° congresso AIDII

119

351

236

677 617

1074955

0

200

400

600

800

1000

1200

UF

C/M

3

batteri psicrofilivalori medi

CUCINE

CUCINE elevata umidità

SALE PRANZO

SALE PRANZO elevata umidità

ALTRE AREE

ALTRE AREE elevata umidità

palestre

0

20

40

60

80

100

UFC

/M3

funghivalori medi

CUCINE

CUCINE elevata umidità

SALE PRANZO

SALE PRANZO elevata umidità

ALTRE AREE

ALTRE AREE elevata umidità

palestre

Fonte: Indoor Air 2002, Finland; palestre: atti VII convegno AIDII, 2001

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Risultati del monitoraggio di qualità dell’aria in alcune attività lavorative

mesofili psicrofili funghi

uffici (ventilaz semplice) 98 87 32

edifici scolastici 133 130 55

palestre scolastiche 683 955 95

impianti fognari 1700

depurazione acque reflue 10-30.000 1200 400

UFC/m3

falegnamerie 130 176 69

panifici 252 132 696

impianto trattamento rifiuti >>2000 >>2000 >>2000

IL CASO LEGIONELLA

Esistono più di 40 specie, non tutte provocano malattianell‘uomo. La più pericolosa è Legionella pneumophyla

Molto diffuse in ecosistemi naturali dove è presente l‘acqua(fiumi, laghi, pozze d‘acqua)

Si trovano anche in serbatoi artificiali (acqua condottacittadina, impianti idrici,ecc.)

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AMBIENTI CARATTERIZZATI DA PROBABILE PRESENZA DI LEGIONELLA

•alberghi•abitazioni•uffici•ospedali•ricoveri per anziani•mostre floreali•studi dentistici

Gli impianti di condizionamento rappresentano il terreno Gli impianti di condizionamento rappresentano il terreno ideale per lo sviluppo di Legionella; frequente ideale per lo sviluppo di Legionella; frequente èè la la colonizzazione di rubinetti e docce. colonizzazione di rubinetti e docce.

Le legionelle sono ampiamente diffuse in natura, dove si trovano principalmente associate alla presenza di acqua (superfici lacustri e fluviali, sorgenti termali, falde idriche ed ambienti umidi in genere).

Legionella spp si trasmette all’uomo attraverso l’inalazione di aerosol contaminati, quindi tutti i luoghi in cui si può entrare a contatto con acqua nebulizzata possono considerarsi a rischio.

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SERBATOI DI INFEZIONE

� Apparecchi sanitari� Circuiti di distribuzione di acqua calda� Acqua di umidificazione degli impianti condizionamento� Torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento� Condensatori evaporativi� Vasche per idromassaggi� Fontane decorative

� Legionella può trovarsi in forma libera nell‘acqua o ancorata a biofilm(pellicole costituite da batteri, alghe, protozoi, ecc.)

� Nelle cisti di amebe e protozoi ciliati, possono sopravvivere a lungo e resistere a trattamenti con clorazione, biocidi, alte T e altre condizioniavverse

Regione Puglia: Osservatorio epidemiologico regionale, febbraio 2007

Analisi dellAnalisi dell’’acquaacqua

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anno

(nel 1997 : 90 casi)

MALATTIA DELLEGIONARIO

L’inalazione di bioaerosol contaminatoè la via principale di infezione

Le condizioni dell’ospite condizionano l’evoluzione dell’infezione

FEBBRE DI PONTIAC

asintomatica

Polmonite grave con letalità anche del 10%

Forma simil-influenzale

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Prevenzione:Prevenzione:

è consigliabile effettuare regolarmente una accurata pulizia e disinfezione dei filtri dei condizionatori

la decalcificazione dei rompigetto dei rubinetti e dei diffusori delle docce, la sostituzione delle guarnizioni ed altre parti usurate, lo svuotamento, la pulizia e la disinfezione dei serbatoi di accumulo dell’acqua.

Per le strutture ricettive a funzionamento stagionale, prima della riapertura è opportuno procedere ad una pulizia pulizia completa dei serbatoi, della rubinetteria e delle doccecompleta dei serbatoi, della rubinetteria e delle docce.

la manutenzione periodica può contribuire in modo efficace a prevenire la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e soprattutto a limitarne la moltiplicazione e la diffusione

la manutenzione periodica può contribuire in modo efficace a prevenire la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e soprattutto a limitarne la moltiplicazione e la diffusione

Linee guida per la definizione di protocolli tecnic i di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione . 5 ottobre 2006

Linee Guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali (G.U. SG. N. 28 del 4 febbraio 2005)

Linee-guida recanti indicazioni ai laboratori con at tività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legione llosi- Gazzetta Ufficiale Numero 29 (Serie Generale) del 5 Febbraio 2005 (pag. 25-27) - Italia

European Guidelines for Control and Prevention of Trave l Associated Legionnaires' Disease (produced by members of the European Surveillance Scheme for TravelAssociated Legionnaires' Disease - EWGLINET - and the European Working Group forLegionella Infections - EWGLI) - prodotte nel giugno 2003 e revisionate nel gennaio 2005 -UK

Linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosiG.U. 5 Maggio 2000

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Misure di prevenzione e protezione

evitare l’uso dei patogeni, quando possibile

Limitazione il numero degli esposti

Adozione di misure collettive di protezione, misure individuali (DPI) e misure igieniche preventive

Elaborazione di PROCEDURE per prelevare,manipolare, trattare e trasportare campioni di origine umana e animale in condizioni ordinarie e di emergenza

Corretta gestione dei rifiuti

Uso segnale di rischio biologico

1. Misure tecniche, organizzative, procedurali1. Misure tecniche, organizzative, procedurali

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il D.Lgs. 81/08 elenca le misure tecniche e procedurali da adottare in presenza di rischio nei laboratori dove si utilizzano agenti biologici di gruppo 2, 3 o 4:

MISURE DI CONTENIMENTOMISURE DI CONTENIMENTO

AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 2 SECONDO LIVELLO

AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 3 TERZO LIVELLO

AGENTI BIOLOGICI GRUPPO 4 QUARTO LIVELLO

per i laboratori:per i laboratori:

2. Misure igieniche2. Misure igieniche

Se non sono monouso

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3. Misure di emergenza3. Misure di emergenza

In caso di dispersione di agenti biologici dei gruppi 2, 3 o 4 i lavoratoridevono abbandonare immediatamente l’area, possono accedere solo gli addetti all’intervento

Il datore di lavoro informa l’organo di vigilanza territorialmente competente, i lavoratori e il rappresentante per la sicurezza.

I lavoratori segnalano immediatamente qualsiasi infortunio o incidente relativo all’uso di agenti biologici

Sistemi di controllo dei microorganismiSistemi di controllo dei microorganismi

Pulizia-sanificazione-detersione

Disinfezione

Sterilizzazione

Disinfestazione

Derattizzazione

Rimozione meccanica dello sporco tramite l’uso di detergenti.

Il detergente chimico è una sostanza che riduce l’energia meccanica richiesta dal processo di detersione

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31

Sistemi di controllo dei microorganismiSistemi di controllo dei microorganismi

Pulizia-sanificazione-detersione

Disinfezione

Sterilizzazione

Disinfestazione

Derattizzazione

riduzione drastica del numero di microrganismi patogeni e non, per impedirne la persistenza e la diffusione nell’ambiente

con: alcol, acqua ossigenata, tensioattivi, fenoli, aldeidi

Sistemi di controllo dei microorganismiSistemi di controllo dei microorganismi

Pulizia-sanificazione-detersione

Disinfezione

Sterilizzazione

Disinfestazione

Derattizzazione Eliminazione di tutte le forme viventi, comprese

le spore batteriche

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AntisepsiInsieme di interventi destinati all’eliminazione o alla distruzione dei microrganismi patogeni

presenti su tessuti viventi , cute e mucose,tramite l’uso di composti chimici detti antisettici, che spesso sono gli stessi

utilizzati per la disinfezione, anche se agli antisettici si richiede, in maggior misura

rispetto ai disinfettanti, una totale innocuità e che non provochino dolore o irritazione nei

tessuti ai quali si applicano.

GLI ANTISETTICI SONO PRODOTTI FARMACEUTICI A BLANDA AZIONE DISINFETTANTE, BATTERIOSTATICI

Polvere e sporco rappresentano un ottimo terreno di coltura.

N.B.: I disinfettanti NON sono agenti detergenti e ostacolano larimozione dello sporco. Vanno usati solo dopo la pu lizia.

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Disinfezione

I DISINFETTANTI hanno vari livelli di azione:

LIVELLO ALTOdistruzione di tutti i microrganismi (no spore)

GLUTARALDEIDE AL 2%ACQUA OSSIGENATA DERIVATI DEL CLORO

LIVELLO INTERMEDIO efficaci contro miceti e BacteriumTubercolosis

IODOFORI COMPOSTI DEL CLORO COMPOSTI FENOLITICI

LIVELLO BASSO SALI D’AMMONIO QUATERNARIOMERCURIALI

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Generalmente esiste una relazione inversa tra temperatura, tempo di contatto e concentrazione del principio attivo.

La durata del contatto fra prodotto e microrganismi non deve generalmente essere inferiore a 10 - 15' per i prodo tti liquidi

CANDEGGINA=VARECHINA=AMUCHINA

LISOFORMIO

AMMONIACA“LYSOFORM”

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Sorveglianza Sanitaria - Prevenzione e controllo

I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria.

Il datore di lavoro , su conforme parere del medico competente , adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali:

• la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente;

• l’allontanamento temporaneo del lavoratore

Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo analogo ad uno stesso agente , l’esistenza di anomalia imputabile a tale esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro, che provvede ad effettuare una nuova valutazione dei rischi.

Sorveglianza Sanitaria - Prevenzione e controllo

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Visite e accertamenti sanitari

• Visite e accertamenti sanitari preventivi• Visite e accertamenti sanitari periodici• Visite e accertamenti sanitari straordinari• Profilassi post – esposizione• Sorveglianza sanitaria del personale in formazione• Vaccinazioni

Sorveglianza Sanitaria e Rischio Biologico

Modulistica: T.U. art.41,comma 5, alleg. 3A (cartella sanitaria e di rischio)

PROTEZIONE DAGLI AGENTI BIOLOGICI

Protezione collettiva aree in depressione filtrazione dell’aria in entrata ed in uscita (filtri HEPA)

Protezione individuale

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DPI i DPI DEVONO ESSERE

ADEGUATI AL LIVELLO DI RISCHIO

DPITuta garantisce, dal punto di vista igienico, la

protezione da eventi catastrofici

Camice monouso di III categoria con certificazione CE per la protezione da agenti biologici

Cuffia settore alimentare

Guanti monouso di III categoria con certificazione di conformità alla EN 374

Occhiali , schermi , visiere devono essere forniti se c’èrischio di schizzi

Maschere facciale filtrante CL7 Bios con filtro CL9 Bios

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I DPI sono suddivisi in categorie

I proteggono da rischi lievi, con efficacia valutabile dal soggetto

II né I né II

III proteggono da rischi gravi

• I lavoratori che utilizzano agenti dei gruppi 3 o 4• L’attività svolta• Gli agenti utilizzati• Gli eventuali casi di esposizione

REGISTRO DEGLI ESPOSTI E DEGLI EVENTI ACCIDENTALIRISCHIO BIOLOGICO (art 280)

Il registro è istituito ed aggiornato dal datore di lavoroper il tramite del medico competente, in esso sono riportati:

L’RSPP e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza hanno accesso al registro

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è di fondamentale importanza perché

sono i comportamenti sbagliati o non

sufficientemente attenti a generare la

maggior parte del “rischio residuo”.

L’informazione e la formazione vanno fornite ai lavoratori prima di adibirli ad attività a rischio biologico, e ripetute almeno ogni 5 anni

Occorre indurre e mantenere Occorre indurre e mantenere consapevolezzaconsapevolezza negli operatori, negli operatori,

soprattutto per il rischio biologico spesso sottovalutato o non soprattutto per il rischio biologico spesso sottovalutato o non

adeguatamente conosciuto.adeguatamente conosciuto.

LA FORMAZIONE

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO DEVE ESSERE RIPETUTA:

OGNI VOLTA CHE CI SONO MODIFICHE SIGNIFICATIVE L’ATTIVITA’ LAVORATIVA

IN OGNI CASO OGNI 3 ANNI

I registri di esposizione degli esposti e degli eventi accidentali sono obbligatori solo per utilizzo di agenti del gruppo 3 e 4