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LAVORI DI RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE POST‐SISMA DEL CIMITERO DELLA CERTOSA DI FERRARA
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RELAZIONE STORICA
Indice
1 SINTESI DELLE EVOLUZIONI COSTRUTTIVE .......................................................................................... 3
ALLEGATO 1 ‐ PIANTA CRONISTORICA ......................................................................................................... 7
ALLEGATO 2 ‐ SINTESI STORICA ....................................................................................................................... 8
LAVORI DI RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE POST‐SISMA DEL CIMITERO DELLA CERTOSA DI FERRARA
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Per l’analisi storica e per approfondire la conoscenza della Certosa di Ferrara ci siamo
basati delle diverse pubblicazioni acquisite e sugli articolo ritrovati.
In particolare citiamo:
- NEL CIMITERO DELL’HOMO FABER (la Certosa di Ferrara e i lavori per il
completamento del Il° Gran Claustro, 1956-1962) a cura di Maria Cristina Paganini,
Roberta Roda con testi di Isidoro Roversi e Monica Peron.
- FERRARA: LA CERTOSA. Rilievi e Restauri a cura di Carla di Francesco.
- MUSEO DEL SILENZIO. A cura di Angelo Andreotti, Giovanni Guerrani.
- RILIEVO STORICO-CRITICO relativo al I° Gran Claustro della Certosa Cimitero
Monumentale di Ferrara a cura di Rita Fabbri del Consorzio Ferrara Ricerche
Questa relazione non vuole essere esaustiva della conoscenza del “luogo” ma sintesi di
quello che è stata la sua evoluzione riconoscendo alla Certosa il ruolo di monumento
principale della città dopo le mura di cui costituisce un’importante appendice del disegno
urbano.
LAVORI DI RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE POST‐SISMA DEL CIMITERO DELLA CERTOSA DI FERRARA
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1 SINTESI DELLE EVOLUZIONI COSTRUTTIVE
Già alla fine del 1700 si cominciò, con l’abbandono dei monaci del Monastero, a valutare l’idea della
costruzione del cimitero della città nell’area nord-orientale.
La successione degli eventi significativi fino ai giorni nostri sono:
1798 Tra il 29 e il 30 giugno i monaci abbandonano il monastero rifugiandosi nei loro possedimenti veneti
di Villanova Marchesana.
1799 Il 22 maggio gli Austriaci riprendono Ferrara e abrogano tutte le leggi repubblicane; i certosini
rientrano in possesso della chiesa e del monastero.
1801 Il 19 gennaio il monastero della certosa viene così definitivamente soppresso il 09 ottobre.
1807 Il 28 febbraio l’ingegnere comunale Antonio Foschini tiene una relazione sull’eventualità di
trasformare la certosa ferrarese in camposanto comunale.
1811 Il 3 giugno con Regio Decreto, dato a Chartres, si acconsente all’insediamento del camposanto
comunale di Ferrara sull’area dell’antica certosa, nonostante la collocazione urbana di questa.
1812 Il 16 aprile 1812 dopo l’acquisto dei primi lotti di terreno, prendono il via i lavori per adattare le
strutture del monastero al nuovo camposanto, sotto la direzione di Antonio Foschini, prima, e
Giuseppe Campana, poi.
1813 Il 3 gennaio solenne apertura ufficiale del camposanto, officiata dall’arcivescovo Fava. Il Municipio
continua ad acquistare, oltre a quelli demaniali, i terreni privati attorno al Cenobio.
1814 La prima chiesta del monastero, quella che venne utilizzata come cantina dai frati, viene demolita.
1815 L’urna con le ceneri di Borso e le antiche lapidi superstiti della tomba primitiva, vengono murate nella
parete di fondo della cella centrale del lato lungo del chiostro.
1829 L’Amministrazione Comunale decide degli ampliamenti al complesso cimiteriale.
1830 Il 17 settembre viene approvato il progetto di ampliamento presentato dal marchese Ferdinando
Canonici. Questo progetto, caratterizzato da due chiostri ellittici esterni, ha impresso alla Certosa,
seppur non completamente realizzato, il suo aspetto attuale.
1873 Viene portato a termine il primo chiostro curvilineo, quella che parte dall’incrocio di via Borso con via
Guarini.
1902 Su progetto dell’ingegner Sesto Boari, iniziano, nel novembre, i lavori di costruzione dell’ara
crematoria.
1904 Viene inaugurata, il 22 febbraio, l’ara crematoria.
1933 Il 28 ottobre vengono inaugurati il secondo braccio curvilineo del chiostro e le due piccole fabbriche
poste a sinistra della facciata della chiesa.
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1944 Il bombardamento del 28 gennaio arreca gravi danni alla Certosa distruggendo quasi completamente
il campanile, l’abside e parte del transetto del tempio, e devastando parecchie sepolture nella zona
cimiteriale.
1953 Fin dall’immediato dopoguerra si incominciano a restaurare le parti danneggiate della Certosa e si
progettano nuovi ampliamenti. Dei primi anni ’50 è l’acquisto di un terreno nella zona situata ad est
dell’attuale secondo Gran Claustro, denominata Area Nuova Nord Est, destinato alle nuove
sepolture.
1962 Viene portato finalmente a termine, dopo circa sei anni di lavori eseguiti sotto la direzione dell’ing.
Roversi, il secondo Gran Claustro del cimitero.
1965 Prende il via l’ultimo accrescimento dell’area destinata alle sepolture con l’aggiunta di un terreno a
nord del cimitero, il cosiddetto Ampliamento.
1980 I restauri del complesso architettonico susseguitisi dal dopoguerra ad oggi sono culminati nell’ultima
fase di consolidamento delle strutture murarie di San Cristoforo.
1987 Terremoto
2011 Intervento di riqualificazione e ristrutturazione della Palazzina Servizi e Uffici.
Pianta della Certosa secondo il progetto di Canonici del 1851 (da Canonici 1851).
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L’ultimo progetto generale di Canonici pubblicato nel 1851 per il cimitero della Certosa.
Il Cimitero della Certosa nel 1813 al momento dell’inaugurazione (in rosso i soli edifici che al tempo costituivano
il complesso). Il cimitero si trovava in posizione arretrata rispetto a via Borso, la via che lo collega all’odierna
piazza Ariostea.
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Il Cimitero della Certosa nel 1814 dopo l’acquisto di alcuni edifici dell’ex-monastero (in rosso i soli edifici che al
tempo costituivano il complesso).
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ALLEGATO N. 1
PIANTA CRONISTORICA
1
SINTESI STORICA DELLE VICENDE COSTRUTTIVE
CHE HANNO INTERESSATO LA FABBRICA
Cronologia
XV SECOLO 1452, 23 aprile Celebrazione di posa della prima pietra per l'inizio dei lavori di costruzione del
complesso monastico1.
1461, 14 aprile L'ordine prende possesso della Certosa ferrarese in forza all'atto di donazione del
duca Borso2.
1471, 19-20? agosto Muore Borso d'Este. Il suo corpo viene tumulato nel cimitero monastico della
Certosa.
1492 Ercole I d'Este promuove l'ampliamento della città con la realizzazione della Addizione
Erculea. Il progetto affidato a Biagio Rossetti comporta l'inclusione del monastero nella cerchia
muraria urbana.
1498 Inizia l'edificazione della nuova chiesa dedicata, come l'antica, a San Cristoforo3 che sarà
terminata intorno al 1556; con l'uso della nuova chiesa si determina l’abbandono della chiesa
primitiva, relegata probabilmente ad altre funzioni (cantina).
XVI SECOLO 1556 La nuova chiesa di San Cristoforo viene aperta al culto.
Costruzione, su disegno dell'architetto ducale Galasso Alghisi, del secondo e terzo dado del
campanile della chiesa4. Apertura dell'attuale via Borso per collegare la Certosa con la piazza
Nuova (attuale Piazza Ariostea).
1570, 17 novembre Il complesso certosino è colpito dal terremoto e dagli eventi sismici successivi
che investono la città e riportano gravi danni con conseguente chiusura della chiesa.
1572, 10 novembre La chiesa, restaurata dopo il terremoto, viene riconsacrata dal vescovo di
Ferrara Alfonso Rossetti 5
.
XVIII SECOLO 1733 Viene rifatto dai monaci l'ormai fatiscente sepolcro di Borso; l'avvenimento è testimoniato da
una targa tutt'ora visibile nel chiostro6.
1769 Viene realizzato il portale della chiesa, per opera dello scultore Pietro Puttini, su disegno del
ferrarese Gaetano Barbieri7.
1796, 8 maggio Legge napoleonica di soppressione degli Ordini monastici con confisca dei beni8.
1796, 23 giugno I Francesi entrano in Ferrara proclamando la Repubblica (governo provvisorio).
1798, 29-30 giugno I monaci abbandonano il monastero rifugiandosi nei loro possedimenti veneti
di Villanova Marchesana9.
1799, 22 maggio Gli Austriaci riprendono Ferrara e abrogano tutte le leggi repubblicane; i certosini
rientrano in possesso della chiesa e del monastero10
.
1 Guerzoni - Santini 1988, p. 38.
2 Ibidem.
3 Reggiani 1914, p. 23.
4 Guerzoni - Santini 1988, p. 40.
5 Ibidem.
6 Ivi, p. 41.
7 Reggiani 1914, p. 25.
8 Guerzoni - Santini 1988, p. 41.
9 Ibidem.
10 Ibidem.
2
XIX SECOLO 1801 Nuova occupazione francese con ripristino delle leggi repubblicane. Il monastero della
Certosa viene definitivamente soppresso il 9 ottobre (17 vendemmiatore)11
.
1807, 28 febbraio L'ingegnere comunale Antonio Foschini tiene una relazione sull'eventualità di
trasformare la certosa ferrarese in camposanto comunale12
.
1811, 13 gennaio Decreto che prescrive l'istituzione di un unico luogo extraurbano da adibirsi a
pubblico cimitero13
.
1811, 3 giugno La Certosa viene decretata come sede del Cimitero pubblico14
, nonostante la sua
posizione intra moenia.
1812, 16 aprile Dopo l'acquisto dei primi lotti di terreno, prendono il via i lavori per adattare le
strutture del monastero a nuovo camposanto, sotto la direzione degli ingegneri comunali Antonio
Foschini prima, e poi Giuseppe Campana15
.
1812, 18 maggio Demolizione del cenotafio di Borso nel cimitero certosino per liberare il terreno
da adibire a sepolture ordinarie16
.
1813, 3 gennaio La chiesa viene riaperta al culto e l'area adiacente viene inaugurata come Cimitero
pubblico17
. Si celebra il primo funerale e si effettua la sepoltura dell'agricoltore Giuseppe
Cerchiari18
.
1814 La prima chiesa del monastero viene demolita19
.
1815 I resti di Borso e le antiche lapidi superstiti della tomba originaria vengono murate assieme al
medaglione con l'effige del Duca, nella parete di fondo della cella centrale del lato est del
chiostro20
.
1816, 6 agosto Breve di Pio VII che assegna alla Confraternita della Morte ed Orazione la chiesa21
,
per le cerimonie funebri e i riti tradizionali.
1821, 24 ottobre Viene redatto un accordo con il quale anche l'autorità municipale riconosce il
ruolo della Confraternita della Morte22
.
1829 L'Amministrazione comunale decide degli ampliamenti del complesso cimiteriale23
.
Un primo progetto di trasformazione della Certosa in Camposanto, ad opera del Marchese
Ferdinando Canonici, riceve l'approvazione dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, di cui è
presidente il Conte Leopoldo Cicognara24
.
1830, 17 settembre Viene approvato il progetto di ampliamento presentato dal Marchese
Ferdinando Canonici25
, frutto di un'elaborazione maturata progressivamente nel corso degli anni
precedenti (fin dal 1814)26
.
1851 Pubblicazione del libro "L'antica Certosa di Ferrara accomodata a pubblico Campo-Santo"
contenente il progetto definitivo di Canonici27
.
1873 Fine dei lavori di esecuzione del primo chiostro curvilineo28
.
11
Guerzoni - Santini 1988, p. 41. 12
Ibidem. 13
Guerzoni - Santini 1988, p. 41- 42. 14
Canonici 1851, p. IX nota 1. Reggiani 1914, p. 51; Guerzoni - Santini 1988, p. 42. 15
Ibidem. 16
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 64, Verbale inerente le
vicende dei resti di Borso d’Este. 17
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 30, Impianto ed
inaugurazione del cimitero. 18
Guerzoni - Santini 1988, p. 42. 19
Ivi, p. 43. 20
Ibidem. 21
Reggiani 1914, p. 51. 22
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 23
Ibidem. 24
Canonici Fachini 1819, pp. 61-62; Canonici 1851, p. III. 25
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 26
Guerzoni 1992, p. 55. 27
Canonici 1851.
3
XX SECOLO 1902 Su progetto dell'ing. Sesto Boari, iniziano nel novembre i lavori di costruzione dell'ara
crematoria che sarà inaugurata nel 190429
.
1912 Preventivi per lavori di restauro in occasione del centenario dell'apertura del Cimitero
comunale30
.
1913-14 Il Comune esegue lavori di restauro in vista delle celebrazioni del centenario del Cimitero.
Con le cerimonie commemorative viene inaugurato il restaurato ciborio monumentale collocato
sull'altare maggiore31
.
1933 Inaugurazione del secondo braccio curvilineo del chiostro, simmetrico al primo, e delle due
piccole fabbriche poste a sinistra della facciata della chiesa32
.
1944 I bombardamenti aerei distruggono il campanile (che verrà ricostruito successivamente dal
Genio Civile), la copertura dell’abside e parte del transetto (frontone sud) della chiesa33
.
1956-1962 Esecuzione e completamento dei lavori del secondo Gran Claustro del Cimitero sotto la
direzione dell'ing. Isidoro Roversi34
. I lavori di completamento (che comprendono l'intero lato nord
del secondo Gran Claustro e il lato est, nella parte compresa fra l'angolo nord est con il chiostrino
omologo del Ferrarini fino al famedio compreso) vengono condotti in modo che ogni parte sia
simile alle esistenti.
1981-1985 Si conclude una vasta campagna di restauri, che hanno interessato la chiesa e il
campanile (direzione arch. Carlo Cesari).
28
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 29
Ivi, p.44. 30
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 30, Nota dei lavori da
muratore e spese diverse servite per il nuovo camposanto. 31
Reggiani 1914, p. 75. 32
Guerzoni - Santini 1988, p. 44. 33
Benini 1985, p. 32. 34
Guerzoni - Santini 1988, p. 44; Roversi 1994.
4
Il complesso monastico certosino (Fig. 1) viene edificato a partire dal 1452 per volere di Borso
d'Este. L'area in cui si colloca è a nord della città, fuori dal perimetro medievale, vicino alla collina
della Montagnola e al Barchetto. Il 23 aprile il vescovo di Ferrara, Francesco de Lignamine,
benedice la posa della prima pietra35
.
Il 24 giugno 1461 i certosini prendono possesso del monastero, con solenne celebrazione, a seguito
dell'atto di donazione di Borso d'Este (che prevede peraltro, altri beni e possedimenti)36
.
Il complesso (Fig. 2) circondato da un più ampio spazio detto Desertum, comprende la chiesa
cinquecentesca di San Cristoforo, orientata in direzione est-ovest e decentrata rispetto ai più antichi
edifici monastici, che non esisteva ancora nel momento della fondazione del monastero. La chiesa
primitiva (anch'essa orientata in direzione est-ovest) si collocava in posizione pressochè centrale al
lato ovest del primo Gran Claustro ed aveva lateralmente una corte, probabilmente con funzione di
piccolo chiostro. Nella parte del complesso monastico che si affaccia verso la pubblica via, erano
dislocati gli edifici di servizio. Nella parte retrostante si collocava il grande chiostro con
deambulatorio porticato, su cui si innestavano le celle dei padri certosini: ciascuna di esse era
costituita da una piccola casetta (o cella) organizzata su due piani con alcuni vani interni. Ogni cella
aveva una loggia di pertinenza che immetteva in uno scoperto delimitato da corpi di fabbrica
longitudinali, che si collegavano al muro perimetrale del monastero.
Al centro dello spazio scoperto del grande claustro si individua nelle figure in basso (Figg. 1-2), il
sepolcro del Duca Borso, fondatore della Certosa, collocato nell'angolo nord-ovest presso la chiesa
cinquecentesca. Della consistenza della tomba, oltre alle rappresentazioni grafiche di Francesco e
Andrea Bolzoni, restano alcune testimonianze storiche che ne permettono un'ipotesi di
ricostruzione; in particolare Marc'Antonio Guarini nel 1621 scrive di un «Padiglione in forma
Piramide in giro a otto faccie, da un parapetto circondato: sopra del quale posano alcune colonnate
quadrate, che la detta piramide sostentano»37
. Per le più dettagliate vicende relative al sepolcro di
Borso si rimanda al testo di Giovanni Guerzoni38
.
Nel 1492 l'Addizione Erculea include l'area della Certosa entro le mura cittadine39
.
Tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento inizia la costruzione del nuovo tempio di
S. Cristoforo40
, che verrà aperta al culto circa cinquant'anni dopo.
La chiesa cinquecentesca presenta una pianta a croce latina, con una sola navata coperta da volte a
crociera e cappelle laterali, ampio transetto con cupola all'incrocio con la navata, profondo
presbiterio e coro absidale. La facciata del tempio è rimasta incompiuta: la situazione incompiuta è
illustrata nella Figura 3, mentre il progetto di completamento previsto dal Canonici e mai realizzato,
è disegnato nella Figura 4.
Nel 1556 termineranno i lavori di costruzione del campanile, con l'aggiunta del secondo e terzo
dado ad opera di Galasso Alghisi41
.
35
Guerzoni - Santini 1988, p. 38. 36
Ibidem. 37
La descrizione del luogo di sepoltura di Borso d'Este è scritta da Marc'Antonio Guarini nel Compendio Historico
dell'Origine, Accrescimento, e Prerogative delle Chiese, e Luoghi Pij della Città, e Diocesi di Ferrara, edito a Ferrara
nel 1621: lo si legge in Guerzoni 1992, p. 153. 38
Guerzoni 1992, pp. 153-170. 39
Bertelli 2007, pp. 33-41. 40
Reggiani 1914, p. 23 41
Guerzoni - Santini 1988, p. 40.
5
Fig.1 - Veduta della Certosa di Ferrara, incisione in due rami realizzata nel 1685 da Francesco Bolzoni, custodita
presso la Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara (Immagine tratta da Reggiani 1914, p. 10).
Fig. 2 - Stralcio della pianta della città di Ferrara
(Immagine tratta da Andrea Bolzoni, Particolare della Pianta in alzato della Città di Ferrara, 1747).
6
Fig. 3 - Prospetti principali della Certosa così come si presentavano nel 1813.
(Immagine tratta da: Canonici 1851, tav.V)
Fig. 4 - Progetto di completamento del fronte della chiesa, previsto dal Canonici e mai realizzato.
(Immagine tratta da: Canonici 1851, tavola VII)
7
Nel 1570 un disastroso terremoto colpisce l'intera città di Ferrara e danneggia notevolmente anche
gli edifici della Certosa, tra cui la chiesa che verrà riaperta solo un paio d'anni più tardi.
Nel 1796, con legge napoleonica dell'8 maggio, si dispone la soppressione degli ordini religiosi.
Sono questi, anni di profondi rivolgimenti politici: il 23 giugno dello stesso anno i francesi entrano
in città e proclamano la Repubblica che sarà retta da un governo provvisorio di due mesi.
Nel giugno 1798, i monaci abbandoneranno una prima volta il monastero, rifugiandosi nei loro
possedimenti veneti di Villanova Marchesana. Rientreranno in possesso della chiesa e del
monastero della Certosa nel 1799 dopo che gli Austriaci avevano ripreso la città e abrogato le leggi
repubblicane. Nel 1801 a seguito della nuova occupazione francese e del ripristino della Repubblica
Cisalpina, il monastero della Certosa viene definitivamente soppresso il 9 ottobre42
.
Nel 1804, il 12 giugno, è promulgato il decreto noto come l'editto di Saint-Cloud, con cui si
regolamenta l'istituzione dei cimiteri, a cui due anni dopo farà seguito una legge che vieta
definitivamente le sepolture in chiesa43
.
Alla luce delle nuove leggi, dopo aver vagliato la possibile collocazione del Cimitero pubblico
viene prescelto il luogo della Certosa ormai deserta e vengono acquistati i primi lotti di terreno e
avviati i primi lavori di trasformazione, sotto la direzione dell'ingegnere municipale Antonio
Foschini del suo successore Giuseppe Campana.
Il 3 gennaio 181344
il complesso è ufficialmente aperto come Cimitero pubblico, insieme alla
chiesa. Negli anni immediatamente successivi si procederà ad acquisire anche ulteriori zone
dell'antico complesso monastico inizialmente non interessate dai lavori di trasformazione, cosicchè
la chiesa primitiva (già utilizzata come cantina monastica) verrà demolita nel 181445
.
Il 6 agosto del 1816 un breve di Papa Pio VII assegna alla Confraternita della Morte ed Orazione la
ufficiatura della chiesa di S. Cristoforo, compresa la sagrestia e due piccoli fabbricati46
, ma solo nel
1821 anche l'autorità municipale riconosce la gestione della chiesa alla Confraternita della Morte47
.
Dopo i primi anni di lavori condotti in assenza di un vero e proprio progetto generale di
trasformazione dell'antico monastero in cimitero, nel 183048
viene approvato il progetto di
ampliamento presentato dal Marchese Ferdinando Canonici, su cui verranno condotti per lunghi
anni a venire i lavori di modifica e costruzione conferendo al cimitero comunale l'aspetto attuale.
Il progetto, approvato in una prima versione dall'Accademia di Belle Arti di Venezia presieduta dal
conte Leopoldo Cicognara, prevede nella sua versione definitiva il raddoppio del chiostro,
assumendo la chiesa come asse di simmetria. I grandi claustri sono preceduti da due chiostri aperti,
su cui si innestano due chiostri ellittici esterni. Al centro dei chiostri principali, quali traguardi
visivi ai nuovi viali di ingresso si prevede la formazione dei famedi49
.
Nella trasformazione del complesso progettata da Ferdinando Canonici, s'inserisce anche una nuova
collocazione per le spoglie ducali. Si decide di erigere un famedio al centro del braccio est del
primo Gran Claustro, demolendo la cella XI e parte delle loggette confinanti. Tale progetto prevede
la realizzazione di un ambiente absidato, destinato ad ospitare le spoglie estensi, e di un atrio di
ingresso a pianta rettangolare coronato da un timpano triangolare su da paraste in cotto. Di questo
progetto si realizza esclusivamente l'atrio50
, dove nel 1881 vengono collocati il sarcofago, le lapidi e
un ritratto di Borso d'Este. Ad oggi è ancora possibile osservare l'abside incompiuto (Fig. 5) e copie
42
Guerzoni 1992, pp. 25-26. 43
Ivi, p. 26. 44
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 30, Impianto ed
inaugurazione del cimitero. 45
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 46
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 47
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 32, Convenzione fra
l’illustre Cimitero di Ferrara e l’Arciconfraternita della Morte circa la gestione della Chiesa della Certosa come
Cappella Cimiteriale. 48
Guerzoni - Santini 1988, p. 43. 49
Canonici 1851, tavv. VIII e XVI. 50
ASCFE, Carteggio amministrativo, repertorio XIX secolo, Sanità, Cimitero di Ferrara, busta 39, Piano esecutivo per
la costruzione dell'atrio del famedio nel cimitero della Certosa in Ferrara.
8
dei manufatti dedicati a Borso. Nel nuovo claustro, Canonici progetta l'inserimento di un famedio
simmetrico a quello del primo Gran Claustro, la cui realizzazione avviene negli anni Sessanta del
Novecento.
Fig. 5 - Fronte e retro (incompiuto) del famedio di Borso d'Este presente nel primo Gran Claustro
Le celle circostanti al primo Gran Claustro sono progressivamente adibite a sepolture di famiglie
nobili ferraresi, fin dai primi anni di entrata in funzione del cimitero: vengono abbattuti i solaio
lignei che le dividevano in due piani e le pareti che definivano gli ambienti interni; in
corrispondenza delle loggette fra le celle vengono aperte infilate di archi per consentire il percorso
ininterrotto attraverso le celle, dietro il Grande Clausto. In questa fase di lavori di trasformazione
vengono tamponate tutte le aperture delle "casette" monastiche e le canne fumarie, non più
confacenti alla nuova destinazione d'uso.
Nel 1851, Canonici pubblica il libro intitolato "L'antica Certosa di Ferrara accomodata a pubblico
Campo-Santo", contenente il progetto definitivo per la Certosa (Figg. 6-7), descrivendo
minuziosamente le caratteristiche e le scelte operate (Fig. 8) e fornendoci qualche informazione
sulla situazione precedente.
Nel 1873 viene terminato il primo chiostro curvilineo e nello stesso anno il Consiglio Comunale fa
murare, nell'ingresso principale del cimitero, una lapide commemorativa di Ferdinando Canonici51
.
Il progetto Canonici prevede anche la realizzazione di due grandi sale di sepoltura, denominate
Bonaccioli e Casazza, con relativi colombari nei corpi di fabbrica ai lati del viale di ingresso al
primo Gran Claustro; edifici analoghi sono previsti anche all'ingresso del secondo Gran Claustro.
51
Guerzoni - Santini 1988, p. 43.
9
Fig. 6 - Pianta del progetto redatto da Ferdinando Canonici (Immagine tratta da: Canonici 1851, tavola II)
Fig. 7 - Profili del progetto redatto da Ferdinando Canonici (Immagine tratta da: Canonici 1851, tavola IV)
10
Fig. 8 - Veduta dell'area cimiteriale secondo il progetto di Ferdinando Canonici
(Immagine tratta da: Canonici 1851, tavola VIII)
In rapporto alla regola dell'Ordine Certosino, e alle tracce desumibili all'esterno delle celle, si può
ipotizzare l'assetto precedente alle trasformazioni ottocentesche52
(Figg. 9-10). Ogni cella era
indipendente dalle altre e delimitata in modo che non vi fosse possibilità di introspezione. La cella
tipo era articolata su due piani divisi da un solaio ligneo e connessi da una scala di collegamento. Il
piano terra aveva un ingresso sul Gran Claustro e, lateralmente ad esso, una finestrella, attraverso
cui i monaci ricevono le vivande; all'interno un corridoio di distribuzione, su cui si apriva la scala,
immetteva nei due vani ricavati al pianterreno: uno di essi era collegato ad un piccolo fabbricato di
servizio sul confine con la cella limitrofa, mentre l'altro si immetteva nella loggetta a tre archi che si
apriva sul giardinetto-orto. Le loggette hanno configurazione diversa nei tre lati del chiostro
diversamente orientati tra loro: nel lato rivolto a sud le loggette al primo piano anch'esse
archeggiature su pilastrini in pietra; le loggette del lato rivolto a est al primo piano hanno murature
con finestre; le loggette del lato rivolto a nord al primo piano hanno murature con finestre di piccole
dimensioni. La struttura portante dei muri esterni delle celle è costituita da murature in laterizio
pieno a quattro teste, con spessore intorno ai 60 cm. Le celle, un tempo coperte da volte reali in
muratura di mattoni pieni, oggi si conservano solo in parte, poiché molte di esse sono state sostituite
nei lavori di trasformazione da soffitti (a volta o piani) realizzati con incannicciati su centine lignee.
A queste trasformazioni ottocentesche, e forse anche ad interventi successivi, si deve l'inserimento
di numerose catene metalliche di contenimento delle celle.
52
Fabbri 1998.
11
Fig. 9 - Ipotesi ricostruttiva della pianta della cella tipo (elaborata su cella XIII) così come in origine
12
Fig. 10 - Ipotesi ricostruttiva dell'alzato della cella tipo (elaborata su cella XIII) così come in origine
13
Nel primo decennio del Novecento si concludono i lavori nell’attuale area Giordani e nell’emiciclo
sud verso via Borso. Al 1914 risale il restauro del ciborio ligneo, consacrato nel 1597 e ricollocato
sull'altare maggiore, in occasione del primo centenario del cimitero pubblico53
.
Il 28 ottobre 193354
avviene l'inaugurazione del secondo emiciclo, simmetrico al primo, e del corpo
di fabbrica adiacente (Figg. 11-12).
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (Fig. 13) provocano la distruzione del campanile,
della copertura dell’abside e del fianco sud della chiesa.
Fig. 11 - Immagini relative ai lavori del curvilineo risalenti ai primi anni Trenta
(Immagini tratte da Roversi 1994, p. 57)
53
Reggiani 1914, passim. e in particolare p. 75. 54
Ibidem.
14
Fig. 12 - Immagini relative ai lavori del curvilineo risalenti ai primi anni Trenta
(Immagini tratte da Roversi 1994, p. 58-59)
15
Fig. 13 - Vista del complesso ai primi del Novecento e in seguito ai bombardamenti del 1944.
(Immagini tratte dal sito web http://cartusialover.wordpress.com/2012/08/11/la-certosa-di-ferrara-danneggiata-dal-
terremoto/)
Nel Dopoguerra si restaurano le parti danneggiate della Certosa, più o meno gravemente, e si
progettano nuovi ampliamenti nell'area denominata area nord-est. Nel 1962 si concludono i lavori
del secondo Gran Claustro sotto la direzione dell'ing. Isidoro Roversi55
, con i lavori del Famedio nel
secondo gran Claustro e del chiostrino d'angolo (Fig. 14).
Fig. 14 - Planimetria della Certosa. In giallo i lavori di completamento del 1956-62.
(Immagine tratta da Roversi 1994, p. 19)
Solo in questo momento così tardo il progetto di Ferdinando Canonici, che ha ispirato la
trasformazione del cenobio secondo una nuova complessiva e coerente immagine, trova effettivo
compimento.
A partire dal 1965, si avvia l'ultimo ampliamento verso nord dell'area destinata alle sepolture56
. A
causa del pericolo di crollo la chiesa viene chiusa nella seconda metà degli anni Settanta e soltanto
55
Roversi 1994 (L'anno del completamento dei lavori è indicato a p. 18). 56
Ivi, p. 45.
16
dagli anni Ottanta si intraprende una fase di consolidamento statico del complesso, permettendone
così la riapertura parziale nel 1990.
Nel febbraio 2004 è stato avviato un progetto di restauro della chiesa57
teso a recuperare l'impianto
architettonico, gli arredi, le suppellettili e le opere conservate negli spazi dell'edificio58
. Sono stati
eseguiti mirati interventi sulle coperture e sulla facciata; sono stati predisposti impianti
indispensabili per le esigenze del culto, la conservazione e la valorizzazione delle opere. Accurate
ricerche storiche e indagini stratigrafiche hanno permesso il restauro degli apparati decorativi
interni, dai cornicioni in cotto, agli stucchi fino agli elementi lapidei; è stato inoltre curato il
recupero degli altari delle cappelle laterali, del transetto e dei brani pittorici esistenti.
Tali restauri, per le parti principali e la ricollocazione delle opere, si sono conclusi nel settembre
2007.
57
Il restauro architettonico è stato finanziato dallo Stato, dalla Regione Emilia-Romagna e dall'Amministrazione
Comunale di Ferrara. 58
Il progetto del restauro e ricollocazione delle opere pittoriche e degli arredi storici è stato curato dai Musei Civici
d'Arte Antica in collaborazione con il settore attività culturali, grazie al sostegno economico della Fondazione Cassa di
Risparmio di Ferrara, sotto la tutela della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di
Bologna.
17
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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delle opere tutte letterarie e di belle arti quivi raccolte corredata di molte cognizioni utili, Ferrara
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1851.
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Ferrara 1855.
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Certose e Certosini in Europa: atti del convegno alla certosa di San Lorenzo, Padula 22-23-24
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Orientamenti e metodi. Indagini e materiali", atti del convegno (Bressanone, 30 giugno-3 luglio
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LAVORI DI RIPARAZIONE E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE POST‐SISMA DEL CIMITERO DELLA CERTOSA DI FERRARA
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ALLEGATO N. 2
SINTESI STORICA