l’avventura della solitudine

37
L’AVVENTURA DELLA SOLITUDINE PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI RITIRO D’AVVENTO DICEMBRE 2012

Upload: tadita

Post on 24-Feb-2016

45 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI . L’avventura Della solitudine. RITIRO D’AVVENTO DICEMBRE 2012. Anche nella solitudine non dire e non fare nulla di biasimevole. Impara a rispettare te stesso molto più davanti alla tua coscienza che davanti agli altri. Democrito. - PowerPoint PPT Presentation

TRANSCRIPT

Page 1: L’avventura  Della solitudine

L’AVVENTURA DELLA SOLITUDINE

PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA

OPERA DON GUANELLA – BARI

RITIRO D’AVVENTODICEMBRE 2012

Page 2: L’avventura  Della solitudine

Anche nella solitudine non dire e non fare nulla di biasimevole.

Impara a rispettare te stesso molto più davanti alla tua coscienza che davanti agli

altri.Democrito

Page 3: L’avventura  Della solitudine

IntroduzioneSolitudine: una parola che abitualmente suona co me

negativa, che fa paura, perché rimanda all’imma gine:

o di una landa desolata, o a una situazione chiusa, di

isolamento, o addirittura di reclusione in

prigione. Quan do si afferma che

qualcuno è solo, lo si dice con un sentimento di pena, di

compassione.

Page 4: L’avventura  Della solitudine

Sembra che le parole messe in bocca a Dio dopo la creazione di Ada mo: «Non è bene che l’uomo sia solo» (Gen 2,18), ri suonino

come un giudizio negativo per tutta la vita, fino alla morte, anch’essa da affrontarsi in solitudine, perché se si vive insieme

non si può però morire insie me...

Page 5: L’avventura  Della solitudine

Essere radicalmente soli significa esistere per nessuno. È

così che la solitudine ci minaccia e

contrad dice il nostro, il mio

essere per l’altro, in attesa che

l’altro sia per me.

Page 6: L’avventura  Della solitudine

Gabriel Marcel è arrivato a confessare: «Non c’è che una sofferenza: l’essere solo», ben sapendo che molti uomini e molte donne sono condannati a subire que sta situazione.

E Victor Hugo ha scritto lapidariamente: «L’inferno è tutto in questa parola: solitudine».

Page 7: L’avventura  Della solitudine

Quella della solitudine è una condizione che si esprime attra verso una vasta gamma di manifestazioni esteriori, dal mutismo al

grido straziante.

Page 8: L’avventura  Della solitudine

La solitudine può infatti portare a chiudersi sempre di più in se stessi, alla paralisi di qualsiasi uscita da sé,

giungendo a inibire persino il pianto e le lacrime.

Page 9: L’avventura  Della solitudine

Altre volte, invece, la so litudine genera un

lamento, spesso pieno di rabbia,

abitato da bestemmie e maledizioni nei

confronti degli al tri, i quali tengono chiusi gli occhi, gli orecchi, le ma ni, la bocca ai

nostri bisogni.

Page 10: L’avventura  Della solitudine

Le solitudini negative

Più che di solitudine, dovremmo però

parlare di so litudini, al plurale, perché tante

sono le forme in cui la solitudine può

apparire, e di fatto appare, nelle no stre

vite.

Page 11: L’avventura  Della solitudine

Innanzitutto c’è una solitudine da leggere come una sorta di destino, cioè quella solitudine in cui si precipita a un certo punto

della vita, quando la mor te ci strappa chi ci permetteva di non essere soli.

Page 12: L’avventura  Della solitudine

Que sta è, per esempio, la solitudine dell’orfano che, perdendo la madre o il padre, non ha più accanto a sé quella presenza che era la carne, la vita da cui era ve nuto, non ha più quel riferimento al “tu” che l’aveva accompagnato nella

sua venuta al mondo.  

Page 13: L’avventura  Della solitudine

Un tempo la solitudine dell’orfano era un tema

della letteratura, soprattutto quella per i

ragazzi, un tema attestato in modo quasi ossessivo;

oggi invece è rimosso, come se non si registrasse

più la morte di qualche genitore, che determina per il figlio, bambino o

adolescente, una si tuazione di triste solitudine.

Page 14: L’avventura  Della solitudine

Solitudine legata a una perdita è

anche quella di chi è privato del suo amante/amato,

nelle diverse unioni oggi attestate.

Page 15: L’avventura  Della solitudine

La perdita del partner nella

relazione d’amore

provoca un abisso, un vuoto senza confini e senza tempo.

Page 16: L’avventura  Della solitudine

Questa è la solitudine in cui ci fa piom bare la vita, con i suoi eventi di

separazione, di abbandono e di morte.

Page 17: L’avventura  Della solitudine

Forse tale forma di solitudine è la più dolorosa, perché è una “fine”: fine dell’amore vissuto, fine della relazione, fine della vita condivisa, fine di una

comunicazione che coinvolgeva totalmen te i partner.

Page 18: L’avventura  Della solitudine

È una solitudine che solo il tempo può guarire e

trasformare, ma che resta come una ferita sempre aperta.

Page 19: L’avventura  Della solitudine

Patrizia Valduga ha cantato questa solitudine, rivolgendosi al suo “infinitamente amato” strappatogli dalla morte:

«Da quanti giorni sono sola, amore!/ Quanto mi manchi, vita alla mia vita!»1.

1. PATRIZIA VALDUGA, Libro delle laudi, Einaudi, Torino 2012, p. 19.

Page 20: L’avventura  Della solitudine

Ed Eugenio Montale scriveva alla morte della moglie: «Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale /

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino»2.

2. EUGENIO MONTALE, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1990, p. 309.

Page 21: L’avventura  Della solitudine

Sì, in questa solitudine-destino

si può solo gemere, piange re,

fare lamento: il pianto è l’unica

cosa necessaria e sembra anche

l’unica medicina possibile.

Page 22: L’avventura  Della solitudine

Un’altra solitudine negativa è quella dell’isolamen to. Accade talvolta, spesso a partire

da inizi silenziosi e nascosti, di trovarsi soli, isolati, perché tutti stanno lontano, perché non si

è più vicini a nessuno.

Page 23: L’avventura  Della solitudine

La ma nifestazione estrema di questa

solitudine è la prigio ne, dove si è

gettati lontano dalla vita, dagli

affetti, dallo scorrere

quotidiano dell’esistenza.

Page 24: L’avventura  Della solitudine

Oggi però di fatto molti approdano a tale isolamento anche senza giungere a questa situazione limite: vi giungono soprat tutto a

causa di “un mondo in fuga” (Anthony Giddens), di una società segnata dalla velocizzazione, in cui il singolo non ha più tempo

per dare agli altri la propria presenza.

Page 25: L’avventura  Della solitudine

Sembra impossibile, ma questa lontananza nasce dai figli stessi, dai propri cari, e

l’estraneità si afferma perché i legami si mostrano fragili e sono facilmente allentati

o persino troncati.

Page 26: L’avventura  Della solitudine

È lo stato in cui vengono a trovarsi molti anziani, pensionati, invalidi e malati, abbandonati in parte o totalmente da

quanti, impegnati a vivere, non hanno più cura di quel li che non ce la fanno a “restare nella vita”, a “correre” come

loro.

Page 27: L’avventura  Della solitudine

Questi anziani sono - si potrebbe dire - agli arresti

domiciliari, perché impediti di muoversi co me un tempo dalla loro condizione fisica e

dunque, in un certo senso, paralizzati: le loro giornate e

le loro notti sono piene di pensieri depressivi, di fantasmi spaventosi, di

angosce, che affaticano e non permetto no neppure il

sonno.

Page 28: L’avventura  Della solitudine

È la solitudine di chi sta alla

finestra, cercando di sbirciare lo

spettacolo della vita, che continua senza curarsi di chi ne è escluso.

Page 29: L’avventura  Della solitudine

A volte in questa solitudine nascono il distacco, la presa di distanza che fa desiderare di

andarsene, il rancore, la vi sione cinica sulla propria vita, riletta come interamen te negativa...

Page 30: L’avventura  Della solitudine

C’è poi la solitudine di chi

vive il sentimento dell’e straneità:

questo è soprattutto un

malessere psicologi co e intellettuale.

Page 31: L’avventura  Della solitudine

Tale solitudine è più rara ed è un morbo che affligge persone in possesso di una certa educazione, di una certa cultura; non si tratta di abu lia o di mancanza di interessi, ma di rifiuto di ciò che sta intorno, dell’aria che si respira.

Page 32: L’avventura  Della solitudine

È un sentire estra nei gli altri, “la gente”, senza giungere a sentimenti di disprezzo, ma prendendo sul serio la presunzione, l’i gnavia, l’intontimento,

la stupidità, l’inconsistenza del la gente.

Page 33: L’avventura  Della solitudine

Se dovessimo sintetizzare i pensieri che ani mano chi vive questo sentimento, potremmo esprimer li così: “La gente non mi dice

nulla, non mi dà motivi di interesse; di essa vedo l’omologazione crescente e la condizione alienata ai vecchi e ai nuovi idoli; a essa mi sento estraneo, perché vengo da un’altra cultura, sono segnato

da un’altra appartenenza...”.

Page 34: L’avventura  Della solitudine

Non si condanni subito questa posizione come elitaria o aristocratica,

perché ci sono ore o stagioni in cui la gente ci

può apparire solo estranea:

0per la sua mancanza di responsabilità

personale, 0 per le sue sma nie di

evasione, 0 per la sua cecità di

fronte al male.

Page 35: L’avventura  Della solitudine

Se però questa forma di solitudine è coltivata con costan za, fino a diventare

una sorta di seconda pelle, allora essa provoca un

ritirarsi che non solo finisce per rivelarsi come

isolamento ma che può diventare autoreferenzialità,

rifiuto dell’alterità e, di conseguenza, impossibilità di

comunione.

Page 36: L’avventura  Della solitudine

Questa solitudine-estraneità, fa cilmente nutrita dall’osservazione quotidiana e concreta della gente e del mondo, è molto pericolosa: fa inari dire in se stessi quella fonte di vita che è sempre fonte per tutti e va riconosciuta come destinata a tutti, per ché tutti, anche i peggiori, vi si abbeverano, fosse pu re in quantità minima. Questa,

in una parola, è la solitudine di chi pensa che gli altri siano l’inferno3, sia no il disgusto...

3. Cfr. JEAN PAUL SARTRE, “L’inferno sono gli altri” (cfr. J. P. Sartre, Porta chiusa, sce na v, Bompiani, Milano 1948, Pp. 238).

Page 37: L’avventura  Della solitudine

Certo, le solitudini negative sono tante quante le persone che le vivono. Mi sembra però che quelle esem plificate costituiscano

delle costellazioni in cui ciascu no può collocare la propria situazione di sofferenza.