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Orientamento: modelli teorici e strumenti operativi Giancarlo Tanucci Amelia Manuti Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione Università Aldo Moro di Bari [email protected]

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Orientamento: modelli teorici e strumenti

operativi

Giancarlo Tanucci

Amelia Manuti

Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e Comunicazione

Università Aldo Moro di Bari

[email protected]

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Obiettivi del laboratorio

Definire il contesto dell’orientamento Analizzare alcuni strumenti utili alla

valutazione nell’orientamento Prendere in esame gli strumenti utili all’auto-

valutazione Considerare lo strumento del bilancio di

competenze

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Una piccola premessa ….

OGGI:

Il mondo del lavoro

SicuroSicuro PianificatoPianificato LineareLineare PredicibilePredicibile Organizzazione = base sicura

Organizzazione = base sicura

IncertoIncertoNon

pianificatoNon

pianificato FlessibileFlessibile RischiosoRischiosoBoundaryless

careerBoundaryless

career

IERI:

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L’orientamento come…

… il processo che una persona spontaneamente mette in atto al fine di gestire il proprio rapporto con l’esperienza formativa o lavorativa;

ma anche

… l’azione professionale erogata da esperti a supporto di tale processo;

Career counseling

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Fase diagnostico-attitudinale Nelle prime fasi l’orientamento si è focalizzato sullo studio

delle attitudini basate sul rendimento potenziale e futuro.Parsons (1909): le scelte di carriera devono essere fondate sulla

corrispondenza tra :

SOGGETTO PASSIVO STRUMENTI DI ASSESSMENT

Tratti personali (attitudini, capacità, interessi)

Tratti personali (attitudini, capacità, interessi)

Caratteristiche del lavoro

Caratteristiche del lavoro

Le pratiche orientative devono informare la persona sulle proprie caratteristiche e le richieste di ciascuna professione, per permettere la

scelta.

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-Teoria dell’adattamento al lavoro (Dawis, 1984)-Teoria della corrispondenza persona-ambiente

(Dawis,1996)

Tendenza all’ipersemplificazione nelle descrizioni delle caratteristiche personali e contestuali.

Fase caratteriologico-affettiva

La persona sceglie un’occupazione corrispondente alle sue abilità e ai suoi bisogni. Una volta intrapresa l’attività lavorativa, qualora nel contesto si verifichi una corrispondenza tra le abilità personali e abilità richieste e tra bisogni individuali e ricompense previste, la persona svilupperà un’ esperienza lavorativa soddisfacente.

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Fase clinico-diagnostica

Jung(1921) parla di attitudini estroverse e introverse. Emergono sedici tipi psicologici, ciascuno predittivo di un ambito occupazionale.

Rogers(1951) l’azione è motivata dalla volontà di mantenere la congruenza tra concetto di sé ed esperienza; lo sviluppo individuale si muove verso l’autorealizzazione.

Atkinsons(1964) elabora una teoria motivazionale che considera l’interazione tra caratteristiche stabili (bisogno di successo) e caratteristiche situazionali (probabile riuscita o fallimento). Quando la speranza di successo supera la paura del fallimento la persona è motivata ad agire.

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Fase maturativo-personaleModelli interazionistiLa personalità è la risultante dell’interazione tra variabili situazionali e personali.

MODELLO SOCIOCOGNITIVO

(Bandura,1986)

Autoefficacia e aspettative di risultato sono determinanti prossimali dell’agire umano.

SOCIAL COGNITIVE CAREER THEORY

(Lent, Brown & Hacket,1994)

Le persone si interesserebbero ad attività verso le quali si sentono competenti. Su questo processo interviene l’influenza di barriere e/o fattori contestuali, che possono essere di due tipi:oProssimali moderano l’attuazione degli obiettivi;oDistali in passato hanno influenzato le esperienze di apprendimento e le credenze di autoefficacia.

IL SE’

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Gli interessi professionalipreferenze per classi di attività, ciascuna delle quali evoca delle professioni.

TEORIA DEGLI INTERESSI DI ROE(1956)

gli interessi si fondano su bisogni innati ma sono modulati dal processo di socializzazione

MODELLO RIASEC DI HOLLAND(1973)

Realistica

Intellettuale

ArtisticaSociale

Intraprendente

Convenzionale

Identifica 6 tipi di personalità

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I valori professionali

Caratteristiche o condizioni di lavoro rispondenti ad aspirazioni personali

Possono essere di due tipi:

- intrinseci, centrati sulla realizzazione del sé

- estrinseci, centrati sul valore strumentale del lavoro

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L’identità vocazionale

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Sviluppo dell’identità vocazionale (Super, 1980)La carriera si sviluppa attraverso un processo di costruzione di

sé, che interessa tutto l’arco della vita e dipende dallo status socioeconomico, dalle occasioni e dalle attitudini.

Il concetto di sé è visto come il prodotto dell’interazione tra attitudini ereditate, esperienze di formazione e valutazione ricevuta.

Super nel processo di sviluppo ipotizza 5 stadi:

Il passaggio da uno stadio all’altro presuppone dei compiti di sviluppo.

La maturità vocazionale è la prontezza ad affrontare i compiti di sviluppo e aumenta al crescere dell’età.

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Il processo di orientamento come interazione psico-sociale

Soggetto (motivazioni, aspirazioni, valori ecc.)

Ambiente sociale(mondo del lavoro, scuola, università)

Altro(gruppo di appartenenza, rappresentazioni sociali, mass media)

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La socializzazione al lavoro

La socializzazione al lavoro si configura come il processo attraverso il quale l’individuo diviene capace di apprezzare valori, abilità, comportamenti attesi e conoscenze adatte ad assumere un ruolo occupazionale, partecipando come membro attivo della vita di una organizzazione (Socializzazione

anticipatoria, ingresso, assegnazione di compiti lavorativi ed uscita). Tale processo è influenzato nei suoi diversi stadi da:

Variabili personali (dati biografici, esperienze scolastiche e formative, aspettative, stima di sé, rappresentazioni del lavoro, stili di attribuzione),

Variabili interpersonali (background familiare, sostegno sociale, gruppo dei pari,ecc.)

Variabili situazionali e di contesto (ingresso lavorativo individuale e di gruppo, qualità delle relazioni, tipo di lavoro, situazione del mercato del lavoro, ecc.) che diventano rilevanti anche dal punto di vista degli esiti (benessere psicologico, identificazione, impegno, produttività,

ecc.);

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La socializzazione al lavoro come transizione psico-sociale

L’esperienza formativa e lavorativa del soggetto può essere rappresentata come un percorso in continua evoluzione caratterizzato da una pluralità di eventi significativi che concorrono a determinarne l’andamento.

Tali compiti di sviluppo si connotano come situazioni di transizione psico-sociale e vengono descritte come eventi stressanti in quanto richiedono una riorganizzazione della propria esperienza di vita;

Il livello di intensità dello stress potrebbe aumentare nel momento in cui il soggetto non percepisce le proprie risorse cognitive e comportamentali come adeguate a fronteggiare la situazione (stili di attribuzione e self-efficacy);

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Socializzazione e costruzione dell’identità lavorativa

L’azione orientativa aiuta il soggetto a riorganizzarsi in modo tale che la situazione non venga percepita come svalutativa per la propria identità e ad elaborare strategie di coping finalizzate a capire come muoversi per impostare una adeguata soluzione del problema in cui si trova coinvolto;

Il processo di socializzazione al lavoro chiama in causa la costruzione, il consolidamento o la modifica dell’identità professionale dell’individuo che ritrova nell’esperienza professionale la possibilità di traduzione operativa del proprio sé;

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Le situazioni di transizione come esperienza di disorientamento

Le situazioni di transizione rappresentano un momento di potenziale disorientamento in virtù dei cambiamenti che possono comportare o dell’aumento di complessità che introducono rispetto ad una situazione già sperimentata;

1. Situazioni di transizione connesse ai processi decisionali, ossia momenti critici inerenti le scelte che segnano l’evoluzione della carriera scolastica e lavorativa;

2. Situazioni di transizione connesse ai momenti di impatto organizzativo, ossia passaggi fra i cicli di studio, dalla scuola al mondo del lavoro, da un’occupazione all’altra;

3. Situazioni di transizione legate alla temporanea perdita di ruolo (studente o lavoratore), in virtù di cambiamenti coatti o a causa di crisi soggettive che portano all’abbandono della scuola o del lavoro;

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I bisogni orientativi individuali nel processo di scelta

Aumentare il proprio livello di consapevolezza rispetto alle differenti variabili che intervengono nel processo;

Incrementare la capacità di lettura dei singoli fattori (caratteristiche e risorse personali, influenze e condizionamenti culturali, ecc.) attraverso il confronto e la rielaborazione personale per sviluppare competenze di analisi e valutazione critica;

Acquisire metodologie per una ricerca attiva delle informazioni necessarie a costruire il proprio progetto di scelta;

Elaborare piani concreti di azione finalizzati a realizzare la decisione presa;

Prefigurare se stesso dentro la nuova situazione ed elaborare strategie di fronteggiamento dei nuovi compiti richiesti dal contesto;

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I bisogni orientativi individuali a seguito dell’impatto organizzativo

Ambientarsi nel contesto in cui ci si inserisce per imparare a muoversi e dominare cognitivamente uno spazio più complesso di quello già sperimentato (preparazione, incontro, adattamento e stabilizzazione);

Decodificare le regole di funzionamento e di sviluppo del sistema organizzativo del qual si entra a far parte;

Costruire rapporti significativi di tipo simmetrico; Gestire relazioni asimmetriche; Valutare le proprie risorse per rispondere in modo

soddisfacente alle richieste; Monitorare l’andamento del proprio rendimento scolastico

o professionale;

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I bisogni orientativi individuali a seguito della perdita del ruolo

Assumere attivamente un impegno personale imparando a canalizzare i propri sforzi rispetto ad obiettivi concreti e perseguibili;

Recuperare una motivazione personale per superare percezioni del fallimento personale e forme di auto-colpevolizzazione;

Ricostruire un’esperienza strutturata rispetto all’agire quotidiano, mantenendosi impegnati sul piano della mente e su quello dell’azione;

Aumentare le possibilità di pensarsi positivamente in una nuova situazione di studio o lavoro;

Sviluppare strategie di coping per attivarsi alla ricerca di informazioni;

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Le azioni professionali di orientamento

L’azione informativa. L’operatore mette a disposizione dell’utente una gamma di conoscenze partendo dal presupposto che l’interlocutore le possa mettere in pratica autonomamente nel processo di auto-orientamento (chiarezza, pertinenza e monitoraggio);

Il sostegno formativo. In questo caso all’operatore non è richiesto soltanto un servizio informativo ma un supporto metodologico per far fronte adeguatamente ad una situazione critica (pianificazione individuale e di gruppo);

Il counseling orientativo. Si tratta di una modalità di orientamento che media il rapporto tra individuo e problema intervenendo sulla persona con finalità di indagine psicologica (pianificazione individuale);

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L’azione orientativa centrata sul self-empowerment

L’empowerment può essere definito come una forma di potere interno, che attinge alla motivazione, alle competenze ed agli strumenti individuali per facilitare il “governo attivo” di una situazione o di un’area dell’esperienza di vita;

L’orientamento può essere considerato come un facilitatore o attivatore del processo di self-empowerment che rende possibile l’apertura della pensabilità dell’individuo, consentendogli di prefigurare in maniera positiva il proprio futuro, nonché di costruire e sperimentare nuovi percorsi di vita;

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L’approccio metodologico del self empowerment

La filosofia dell’empowerment include le tre tipologie di azione orientativa partendo da quattro scopi principali:

La conoscenza di sé e la consapevolezza delle proprie attitudini;

La conoscenza delle opportunità lavorative; L’acquisizione delle capacità decisionali che aiutano

l’individuo a rapportarsi con la realtà esistente; La gestione della transizione, poiché l’azione

orientativa non si limita alla scelta ma anche alla sua realizzazione;

Employability e adaptability

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Il processo di attivazione vocazionale

La costruzione del progetto professionale personale segue una sequenza di fasi significative:

Fase esplorativa, che permette al soggetto di fare una ricognizione delle alternative possibili;

Fase decisionale, in cui l’individuo inizia a discriminare fra possibili alternative;

Fase di pianificazione della scelta effettuata in termini di strategie da perseguire per raggiungere l’obiettivo

Fase di aggiustamento della scelta portata avanti in relazione alle conferme/disconferme che essa produce in itinere;

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Le variabili dell’azione di orientamento

Livello di intervento (informazione, sostegno orientativo, counseling);

Obiettivi chiave del percorso metodologico (ricostruzione, allargamento, coping);

Aree tematiche su cui far lavorare il soggetto in termini di contenuti (risorse, sbocchi professionali, percorsi formativi);

Condizioni e vincoli di partenza (personali, sociali, strutturali);

Opportunità da esplorare in termini di sviluppo di nuove opportunità che si possono aprire al soggetto;

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Il gruppo come risorsa nell’orientamento

Il gruppo come espressione e potenziamento della ricerca attiva individuale costituisce uno dei supporti privilegiati nello sviluppo di un approccio psico-sociale al processo di orientamento sia scolastico che professionale;

Tuttavia il moderatore deve essere in grado di gestire efficacemente il gruppo attraverso lo sviluppo di competenze ad hoc:

Competenze comunicative (Codifica, decodifica, autoregolazione); Competenze di gestione e regolazione dei gruppi in azione

(clima positivo, senso di appartenenza, condivisione degli scopi); Competenze socio-educative (accompagnare il gruppo verso il

risultato atteso, motivazione, attenzione, strumenti diversificati);

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Il conduttore del gruppo orientativo Per garantire l’efficacia dell’azione

orientativa il conduttore dovrebbe proporsi come: agevolatore delle dinamiche interpersonali,

mostrandosi attento ai vissuti personali ed interpersonali;

agente di maturazione personale, promovendo la formazione personale dei suoi interlocutori;

facilitatore della risoluzione del compito, conducendo tutti al raggiungimento dell’obiettivo fissato;

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Il percorso del gruppo orientativo

Fase preparatoria. Avviene prima dell’incontro con il gruppo e serve per definire obiettivi, strumenti, metodologie (eventuale monitoraggio in entrata);

Contratto iniziale. È la fase di formazione del gruppo e delle sue norme reciproche e condivise;

Socializzazione del gruppo. E’ la fase di conoscenza ed interazione tra i membri che consente di sviluppare il clima sereno nel quale si lavorerà;

Esecuzione del compito. È la fase operativa nella quel si segue una certa articolazione (riflessione individuale, rielaborazione in un piccolo gruppo, ampliamento della discussione e sintesi);

Scioglimento del gruppo. In quanto esperienza transitoria al termine ciascun partecipante dovrà essere in grado di muoversi autonomamente. L’impegno del conduttore deve essere quello di favorire autonomia ed emancipazione individuale;

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Un esempio di azione orientativa a supporto dell’impatto con il nuovo contesto organizzativo 1) SOCIALIZZAZIONE (Ob.1 Conoscere i nuovi colleghi; Ob.2

Riconoscere e discutere le finalità della cultura organizzativa; Ob.3 Ricostruire i diversi ruoli sociali che interagiscono all’interno dell’organizzazione);

2) CONFRONTO (Ob.4 Ricostruire i motivi alla base della propria motivazione lavorativa);

3) AUTOESPLORAZIONE (Ob.5 Esplicitare la propria immagine di contesto organizzativo e discutere delle diverse rappresentazioni presenti all’interno del gruppo di riferimento; Ob.6 Valutare le risorse personali da investire nella nuova esperienza lavorativa; Ob.7 Analizzare criticamente i comportamenti organizzativi abituali);

4) STRATEGIE (Ob.8 Sviluppare capacità di fronteggiamento delle situazioni critiche legate allo svolgimento del ruolo professionale)

5) VERIFICA (Ob.9 analizzare le difficoltà incontrate nel primo anno di vita organizzativa; Ob.10 valutare la propria capacità di orientarsi nella propria vita organizzativa dopo un anno di esperienza);

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Il Bilancio di Competenze (Bdc) come strumento dell’orientamento

Il bilancio di competenze è un percorso di analisi delle proprie competenze personali e professionali, delle attitudini e motivazioni al fine di definire un progetto di crescita professionale o formativa che favorisca essenzialmente: l’inserimento formativo/lavorativo il reinserimento formativo/lavorativo il mantenimento/miglioramento del proprio lavoro

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Gli obiettivi del BdC

Supportare l’individuo nell’analisi critica del proprio percorso professionale e formativo attraverso la ricostruzione del portafoglio di competenze, inteso come insieme di competenze acquisite nel tempo e facilmente spendibili nel mercato del lavoro;

Elaborare un proprio repertorio di valori ed interessi;

Costruire un progetto personale attraverso l’adeguamento delle competenze del soggetto ai differenti percorsi formativi ed alle offerte del mercato del lavoro;

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Le caratteristiche dell’intervento di Bdc La sua finalità principale è quella di permeare un

processo continuo di sviluppo del soggetto di un livello di maggiore consapevolezza soprattutto in relazione all’ambito vocazionale.

Il Bdc prende le distanze da una dimensione diagnostica e si propone di attivare la dimensione educativa orientata a facilitare la costruzione attiva del proprio percorso professionale.

L’attività di bilancio è centrata sul soggetto, nel quale si cerca di promuovere la mobilitazione delle risorse ed energie attraverso un percorso finalizzato alla ricognizione ed al riconoscimento di tale patrimonio.

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I presupposti del bilancio di competenze

Ogni individuo possiede delle risorse personali suscettibili di essere investite all’interno di un progetto professionale e personale;

La conoscenza da parte dell’individuo delle sue risorse potenziali è un mezzo essenziale per appropriarsi del proprio avvenire

L’elaborazione di una raccolta di prove che attestino queste risorse favorisce la loro mobilitazione per la realizzazione dei progetti elaborati;

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La dimensione temporale del Bdc Per rispondere alle sue finalità, l’attività di bilancio

implica l’integrazione di queste due dimensioni. Alla dimensione retrospettica afferiscono:

Azioni di valutazione delle conoscenze generali e professionali dell’individuo, del suo saper fare e saper essere, oltre che delle sue attitudini;

Azioni di aumento della consapevolezza riguardo i suoi valori, interessi, aspirazioni, motivazioni in relazione alle tappe più importanti del suo percorso professionale;

Azioni di ricognizione delle risorse e delle potenzialità rimaste inesplorate;

Alla dimensione prospettica afferiscono: Azioni volte alla definizione ed al chiarimento delle

prospettive evolutive potenziali e desiderate; Azioni di identificazione degli elementi chiave per il processo

di cambiamento auspicato;

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Passato: analizzare le esperienze

Riconoscimento delle esperienze significative Comparazione cronologica delle esperienze

significative La traduzione delle esperienze in

competenze Riconoscimento delle competenze maturate

e delle possibilità di trasferimento e generalizzazione

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Presente: integrare competenze e risorse

Risorse materiali: ciò che ho realisticamente a disposizione per mettere in atto le mie competenze

Risorse territoriali: le possibilità che il territorio mi offre per esprimere le mie competenze o per tradurle in una professione

Risorse relazionali: sostegno e guida di altri più esperti che ci aiutino a coltivare la competenza ed a tradurla in performance

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Futuro: l’influenza delle aspettative

Campo a cui fanno riferimento Personale Professionale

Tipo di futuro sul quale le aspettative vengono proiettate Prossimo Distante

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Dalla teoria alla pratica

Operativamente l’intervento di bilancio delle competenze si traduce nella produzione di: Una strategia di inserimento professionale duraturo; Tentativi di miglioramento, in relazione ad una precisa

attività lavorativa, di competenze richieste e possedute oppure tentativi di acquisizione di competenze mancanti;

Preparazione a processi di mobilità interni o esterni all’impresa finalizzati all’assunzione di impieghi di livello e responsabilità più elevati;

Volontà dell’individuo di formazione continua per processi di riconversione e di cambiamento di funzioni lavorative;

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Le fasi operative

Fase di accoglienza Fase di analisi del potenziale Fase di formulazione del progetto finale Fase di seguito o accompagnamento

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Fase di accoglienza Corrisponde ad una fase preliminare-esplorativa, all’interno

della quale si verifica la possibilità di realizzare un’attività di bilancio sulla base della natura del problema e dei bisogni del soggetto;

Mediante il colloquio si analizza la domanda e si cerca di esplicitare le motivazioni profonde che afferiscono al piano personale, sociale e professionale dell’individuo che sono all’origine della richiesta di intervento;

Le finalità di questa fase sono: Confermare l’impegno del beneficiario Definire ed analizzare la natura dei suoi bisogni Informarlo delle condizioni di svolgimento, dei metodi e delle

tecniche utilizzate a supporto

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Fase di analisi del potenziale Corrisponde ad una fase investigativa (si avvale

dell’uso di testing in un’ottica non diagnostica)e si fonda sull’esplorazione attenta ed approfondita delle risorse personali e professionali del soggetto per aumentare il suo livello di consapevolezza e per fare emergere i suoi punti di forza e di debolezza

Le finalità di questa fase sono: Analizzare le motivazioni e gli interessi professionali e

personali dell’individuo Identificare le sue competenze e le sue attitudini

professionali e personali e se è il caso le sue conoscenze generali

Determinare la sua possibilità di evoluzione professionale

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Fase di elaborazione del progetto finale

Costituisce la fase conclusiva e prevede la restituzione al soggetto, mediante colloqui personalizzati di tutti i dati raccolti durante la fase precedente da discutere con il soggetto perché effettui la sua personale attribuzione di senso e di significato.

In questa fase si facilita il riconoscimento, la valutazione e la sottolineatura degli elementi che risultano in grado di favorirlo o ostacolarlo in relazione ad un preciso progetto professionale formulato in itinere durante l’intervento, in modo da rivedere il progetto modificandolo in rapporto alle nuove informazioni sopraggiunte ed integrare consapevolmente il piano delle competenze e debolezze con le richieste ed i vicoli ambientali

Le finalità di questa fase sono: Conoscere da parte del beneficiario i risultati dettagliati prodotti nella

fase investigativa Identificare i fattori suscettibili di favorire o ostacolare la realizzazione

di un progetto professionale o se necessario di un progetto di formazione

Prevedere le principali tappe della messa a punto del progetto.

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Fase di seguito o di accompagnamento

Si tratta di una fase facoltativa dell’intervento generalmente finalizzata a verificare gli esiti a distanza di tempo ed eventualmente a perfezionare il progetto professionale;

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Valore aggiunto del bilancio di competenze

Sviluppa la capacità di riconoscere le proprie competenze (empowerment)

Sviluppa la capacità di trasferire le competenze da un contesto ad un altro

Abitua a definirsi anche attraverso la scoperta e l’acquisizione di un linguaggio

Aumenta l’efficacia personale Aumenta la fiducia in sé Attiva l’utente

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Il colloquio individuale nel BdC

Anamnesi della storia personale del soggetto (dati socio-anagrafici, curriculum scolastico e professionale, caratteristiche delle eventuali esperienze lavorative pregresse);

Ricostruzione da parte del soggetto di informazioni attinenti alle rappresentazioni (atteggiamenti, valori, credenze, ecc.), vissuto psicologico nei confronti della propria esperienza formativa, aspettative nei confronti del lavoro, interessi;

Auto-esplorazione da parte del soggetto del proprio potenziale individuale (bilancio di competenze);

Indagine psicologica del potenziale individuale a supporto dell’auto-esplorazione;

Rielaborazione, sintesi e restituzione degli elementi cruciali emersi; Elaborazione da parte del soggetto di un progetto formativo e/o

lavorativo (ricerca di informazioni, selezione delle opportunità, valutazione della fattibilità e costruzione di un piano d’azione personale);

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Le competenze del conduttore del colloquio

Area del saper essere: essere empatico, disponibile, paziente, sensibile, ricettivo, rispettoso del sistema valoriale, del vissuto e delle scelte del soggetto;

Area del saper fare: non esprimere giudizi, saper accettare gli atteggiamenti dell’altro, non interpretare, limitare le domande al massimo, non assumere atteggiamenti di conoscenza superiore, meta-comunicare;

Area del sapere: conoscere i principi della comunicazione interpersonale, conoscere le finalità dell’intervento, conoscere i principi di condizione di un colloquio;

Area del come fare: praticare l’ascolto attivo ed il rispecchiamento empatico;

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Caratteristiche del colloquio di orientamento nel Bdc

Focus dell’attenzione (know how vs know what); Ambito di applicazione (intensivo vs estensivo); Motivazione (intrinseca vs estrinseca) Livello di strutturazione (non strutturata vs

strutturata); Polo di centratura (sul soggetto); Stile di conduzione (non direttivo vs direttivo);

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Esempio di strutturazione della traccia del colloquio finalizzato al Bdc

Aree tematiche da indagare: Competenze tecniche professionali Prospettive per il futuro Atteggiamento verso l’esperienza lavorativa Risorse individuali Interessi extra-lavorativi

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Alcune modalità di conduzione del bilancio di competenze

Partendo dai fatti Partendo dalla percezione dei fatti Partendo dalla traduzione delle esperienze in

competenze

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Partendo dai fatti

Questa modalità di apertura si basa sulla richiesta fatta al soggetto di ordinare il suo percorso di vita (personale, formativo e professionale) partendo da fatti inconfutabili e precisi che hanno contrassegnato la sua esistenza.

Successivamente si chiede di prendere le distanze per ravvisare i fili conduttori delle scelte effettuate.

La finalità è far giungere il soggetto a valutare qualitativamente e quantitativamente il suo percorso aumentando il suo livello di consapevolezza.

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La percezione dei fatti

Questo approccio consente al soggetto di effettuare una esplorazione ed una valutazione del suo passato, delle sue esperienze e del capitale di competenze.

Tale approccio integra il piano oggettivo con quello soggettivo consentendo l’analisi dell’interazione tra piano personale e formativo-professionale.

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Un esempio di riflessione guidata Come valuti la tua esperienza lavorativa fino a questo momento? Se oggi potessi scegliere di tornare indietro rifaresti le stesse scelte

lavorative? È possibile che una persona sia stata determinante nelle tue scelte? Se

sì, chi è stata? Come? Perché? Quali sono state le esperienze più positive? Quali quelle più negative? Hai un’idea del tuo capitale di competenze non sfruttate? Perché non sono mai state sfruttate? In quali condizioni potrebbero

esserlo? Quali sono le opportunità che hai colto? Quali quelle che ti sono sfuggite? Qual è la principale fonte di soddisfazione per te? Ci sono delle competenze che gli altri ti riconoscono e tu invece no? Al contrario ci sono competenze che gli altri non ti riconoscono ma tu

senti di possedere?

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Partendo dalla traduzione delle esperienze in competenze L’intento è far emergere le abilità e competenze che il soggetto

ha mobilitato e utilizzato per realizzare le sue esperienze. Importante in questo caso è la facilitazione della presa di

coscienza riguardo le condizioni di realizzazione e di acquisizione delle competenze.

Altrettanto rilevante può essere l’individuazione di specifiche professionalità legate a tali competenze, nonché l’esplorazione di fattori quali il contesto, le persone, l’età del soggetto, ecc.

Un esempio in questo caso può essere la richiesta di fornire una lista di esperienze particolarmente riuscite della propria vita formativa ed extralavorativa chiedendo ai soggetti lo sforzo di individuare i saperi ed i saper fare utilizzati.

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GLI ELEMENTI DELLE COMPETENZEBreve descrizione del ruolo: _____________________________________________Aree di attività:1.___________________________________________2.___________________________________________Area di attività n.1:__________________________________________

CONOSCENZE ABILITA’

COMPORTAMENTI/ATTITUDINI/CARATTERISTICHE PSICO-SOCIALI: _______________________________________________________________ _______________________________________________________________ _______________________________________________________________ _______________________________________________________________

Dalle attività alle competenze

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L’identificazione dei valori e degli interessi È molto rilevante ai fini del bilancio di competenze che il soggetto

acquisisca consapevolezza circa le proprie aspirazioni e dunque circa gli orientamenti valoriali ad esse sottesi.

Alcuni strumenti possono essere: La descrizione del mio lavoro ideale e delle sue caratteristiche La descrizione del mio anti-lavoro ideale e delle sue

caratteristiche Il lavoro che posso fare Il lavoro che non posso fare Il lavoro che dovrei fare secondo gli altri Il lavoro che non dovrei fare secondo gli altri Il lavoro che voglio fare Il lavoro che non voglio fare

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Autovalutarsi nell’orientamento La finalità di un percorso di orientamento dovrebbe essere quella

di aiutare il soggetto a raggiungere l’obiettivo di auto-valutarsi in modo obiettivo;

In tal senso, i concetti chiave sono: Immagine di sé, autostima, auto-efficacia e locus of control Il sé corrisponde all’idea che un soggetto ha della propria identità L’autostima si riferisce alla valutazione positiva o negativa che

una persona ha di se stessa L’auto-efficacia riguarda il giudizio di capacità personale, le

credenze che un soggetto ha circa le proprie abilità di riuscire a raggiungere un certo obiettivo

Il locus of control fa riferimento alle modalità attraverso le quali un soggetto attribuisce le cause di un evento a fattori interni (motivazione, capacità, impegno, ecc.) o esterni (situazione, ambiente, compito, ecc.)

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Identità personale e sociale Il sé non è un entità monolitica ma un costrutto

dinamico nel quale è possibile distinguere: l’immagine propria e l’immagine sociale; L’immagine propria è la consapevolezza del sé, delle

proprie capacità, interessi, valori, come uniche (come mi vedo);

L’immagine sociale è l’immagine propria rielaborata secondo le indicazioni e gli atteggiamenti che gli altri hanno verso di noi (come mi vedono gli altri);

L’identità personale è una definizione privata del sé basata sulle proprie esperienze, sulle proprie caratteristiche, sui propri ricordi;

L’identità sociale è fondata invece sulla rielaborazione di tali contenuti in riferimento all’appartenenza a certi gruppi sociali ed al valore affettivo che essi hanno per noi;

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Fonti di conoscenza del sè

comportamento Pensieri e sentimenti Reazioni degli altri Confronto sociale

lavoro molte oretutti i giorni

molte volte non ho proprio

voglia di lavorare

Tutti mi dicono che sono

bravo nel mio ruolo

Nella mia organizzazione tutti lavorano molte

ore tutti i giorni

Sono un lavoratore modello

Non sono un lavoratore

modello

Non sono un lavoratore

modello

Sono uno lavoratore modello

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Esempio di autovalutazione del sèEsercizio: Proviamo a scoprire meglio chi siamoQuesto esercizio vuole portarti a riflettere su te stesso, con l’intento di

permetterti di acquisire maggiori informazioni su chi sei, da una parte aiutandoti a capire che immagine hai di te stesso e dall’altra che immagine hanno di te gli altri.

1. Descriviti con 10 aggettivi e/o frasi2. Chiedi ad un familiare di descriverti con 10 aggettivi e/o frasi 3. Chiedi ad un amico che ti conosce bene di descriverti con 10 aggettivi

e/o frasi4. Chiedi ad una persona che ti conosce poco di descriverti con 10

aggettivi e/o frasi5. Dopo aver raccolto tutte queste informazioni su te stesso dai diversi

interlocutori prova a confrontare le diverse percezioni. Dicono tutti le stesse cose? Ognuno ha di te una rappresentazione diversa?la tua immagine corrisponde a come ti hanno descritto gli altri? Quale descrizione si avvicina di più all’immagine che tu hai di te stesso? Secondo te perché?

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La circolarità positiva dell’autostima

Aumento la mia autostima

Ho fiducia nella mie capacità: supererò l’esame di guida alla prima prova

Buon livello d’autostima

Faccio un buon esame e lo supero

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La circolarità negativa dell’autostima

Ulteriore conferma di una bassa autostima

Ho poca fiducia nella mie capacità: Chissà se sarò capace di superare l’esame di guida alla prima prova

Basso livello d’autostima

Non superò l’esame

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Sé percepito e sé ideale

Sé percepito Bassa autostima Sé ideale

Alta autostimaSé percepito Sé ideale

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Incidenza dell’autostima sul benessere/malessere del soggetto

Sé percepito Sé idealeBassa autostima

Alta autostimaSé percepito Sé ideale

malessere

benessere

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Riflessione sui livelli di autostima in aree differenti Il presente esercizio si pone

l’obiettivo di farti riflettere sui tuoi diversi ambiti di vita al fine di rilevare aree di autostima e aree di vulnerabilità che richiedono un’attenzione particolare e sulle quali dovresti lavorare per migliorare il tuo concetto di autostima in quei settori specifici. Indica il tuo livello di fiducia in te stesso su una scala numerata da 1(bassa autostima) a 5 (alta autostima) nelle seguenti aree:

lavoro 1 2 3 4 5

Amici 1 2 3 4 5

Famiglia 1 2 3 4 5

Tempo libero

1 2 3 4 5

Relazioni sociali

1 2 3 4 5

Partner 1 2 3 4 5

Altro 1 2 3 4 5

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L’Auto-efficacia nell’orientamento

Mentre l’autostima riguarda giudizi di valore personale, l’auto-efficacia riguarda giudizi di capacità personale.

Il senso di auto-efficacia corrisponde alla credenza nelle proprie capacità di riuscire a raggiungere ed a realizzare un determinato obiettivo ed in particolare nella capacità di aumentare i livelli di motivazione, di attivare risorse ed esercitare un controllo sulle richieste del compito

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I fattori che influenzano l’auto-efficacia

L’esperienza passata: ad es. se un lavoratore percepisce di avere scarse competenze di leadership difficilmente si candiderà a guidare un gruppo di lavoro;

L’esperienza vicariante: ad es. l’aver visto un collega (simile a lui/lei per età/istruzione/ruolo ecc.) gestire un gruppo di lavoro porta il lavoratore ad acquisire la convinzione di essere anche lui in grado di farlo;

La capacità immaginativa: ad es. se il lavoratore si immagina di riuscire a guidare il gruppo di lavoro metterà in atto tutta una serie di strategie che lo porteranno al risultato che in qualche modo ha già emotivamente vissuto nell’esito finale e nei modi per raggiungerlo;

La persuasione verbale: ad es. un lavoratore con scarsa fiducia nelle proprie capacità può farsi influenzare dalle parole del suo supervisore nella messa in atto di comportamenti per lui/lei sfidanti in quanto lo ritiene una fonte attendibile (“mi conosce da tanti anni e sa in cosa posso riuscire”)

Gli stati fisiologici: associare sensazioni di benessere e rilassamento ad una certa prestazione porta a sentirsi fiduciosi nelle proprie capacità;

Gli stati emozionali: possono produrre effetti diversi in diversi soggetti ad es. un’ansia eccessiva può sollecitare un lavoratore a dare il meglio o al contrario inibire la sua prestazione.

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Locus of control e tipologia di situazione

Evento Locus of control interno

Locus of control esterno

Positivo

Ho ottenuto un importante

promozione sul lavoro

È merito mio, mi sono impegnato

molto

Sono stato fortunato, mi sono trovato nel posto

giusto al momento giusto

Negativo

Il mio capo mi ha ripreso per il mio

scarso rendimento mensile

Mi sarei dovuto impegnare di più

Sono stato sfortunato, in

questo mese me ne sono capite

tante sul lavoro ed a casa

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Qual è il mio tipo di locus of control? Le domande che ti

proponiamo di seguito ti aiuteranno a capire quale locus of control utilizzi di fronte alle situazioni. Per ognuna delle affermazioni esprimi un giudizio secondo la scala per niente d’accordo (1) molto d’accordo (4).

Alle mie risorse personali 1 2 3 4

Alla facilità dei compiti a me assegnati 1 2 3 4

Al tipo di contesto organizzativo nel quale mi sono trovato a lavorare

1 2 3 4

Alla mia determinazione nell’affrontare ostacoli e difficoltà

1 2 3 4

Alla competenza ed alla disponibilità dei miei capi 1 2 3 4

Al mio metodo di lavoro 1 2 3 4

Alla fortuna che mi è stata amica 1 2 3 4

Alla mia motivazione lavorativa 1 2 3 4

All’aiuto che ho avuto dai colleghi 1 2 3 4

Al mio impegno nel portare a termine i miei compiti 1 2 3 4

Al supporto della mia famiglia e dei miei amici 1 2 3 4

Al mio desiderio di riuscire 1 2 3 4

Ritengo di dover attribuire i risultati della mia carriera

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Analisi del presente 1

Immagine di sé Compila una lista di 10 aggettivi o frasi sintetiche secondo

te più adatti a descriverti Compila una lista di 10 aggettivi o frasi sintetiche secondo

te meno adatti a descriverti Compila una lista di 10 aggettivi o frasi sintetiche più adatti

a descriverti secondo gli altri Compila una lista di 10 aggettivi o frasi sintetiche meno

adatti a descriverti secondo gli altri Confronta le liste ed identifica i tratti comuni e quelli

divergenti cercando di motivare tali risultati.

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Analisi del presente 2

Interessi Descrivi ciò che ti dà piacere non fatica Descrivi ciò che ti dà fatica e non piacere Descrivi come passi il tuo tempo libero Descrivi quali sono i tuoi interessi

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Analisi del presente 3 Valori professionali

Quale di queste definizioni di lavoro condividi di più? Scegli una o più definizioni e spiega perché secondo te è vera. il lavoro ti fa diventare una persona importante per la società il lavoro garantisce una retribuzione il lavoro tiene occupato il lavoro permette di avere contatti interessanti con altre persone il lavoro è un modo utile per mettersi al servizio della società il lavoro è interessante e soddisfacente in sé

LA HIT PARADE DEI VALORI Metti in ordine di importanza crescente i seguenti aspetti del lavoro.

Molte occasioni di imparare cose nuove Buone relazioni interpersonali con colleghi di lavoro e superiori (uscire assieme anche

dopo il lavoro, parlare e confidarsi) Buone opportunità di carriera (crescita professionale) Orario di lavoro soddisfacente Molta varietà (svolgere compiti diversi) Lavoro interessante (il lavoro che davvero mi piace) L sicurezza di un posto di lavoro stabile La possibilità di trovare un punto di incontro tra le richieste del lavoro e le mie capacità ed

esperienze Buona retribuzione Buone condizioni fisiche di lavoro (illuminazione, temperatura, igiene, rumore ecc) Molta autonomia (decidi tu come fare il tuo lavoro)

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Analisi del presente 4 Atteggiamento verso il futuro

Predisponi su di un grafico a stella le seguenti voci ed esprimi la misurazione che ti riguarda.

Nel futuro, cosa mi accadrà secondo me: riuscirò a realizzare le mie aspirazioni è tutto ancora molto confuso Incontrerò molte difficoltà gli eventi mi saranno favorevoli

Nel futuro cosa mi accadrà secondo gli altri: riuscirò a realizzare le mie aspirazioni è tutto ancora molto confuso incontrerò molte difficoltà gli eventi mi saranno favorevoli

Se penso al mio futuro penso che….

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Analisi del presente 5

Le scelte di vita Individua cinque scelte particolarmente importanti

per te sul piano personale, formativo e professionale. Analizza il processo: Come ho scelto? Cosa mi ha aiutato a scegliere? Quali sono state le persone significative che mi hanno

aiutato?

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Analisi del presente 6

Preparazione alle piste progettuali Negoziazione del piano ideale del sé e l’immagine

di sé della persona.Piano ideale Cosa vorrei fare della mia vita formativa/professionale

se potessi fare ciò che voglio fare

Piano reale Che cosa posso realmente fare

Piano volitivo Che cosa voglio fare

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Analisi del presente 7

Il progetto Per ogni progetto professionale valuta i seguenti aspetti:

Quanto mi riconosco in questo progetto (quanto mi appartiene)

Quanto sono disposto ad investirvi energie Quante risorse ho a disposizione Quante risorse il progetti mi richiede di implementare Quanto è in accordo con le aspettative professionali che gli

altri significativi nutrono per me Quanto è congruente con il mio ambiente socio-economico Quanto mi porterà a situazioni di rottura con i miei familiari Quanto è realizzabile

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Alcuni consigli bibliografici Di Fabio, A.M., (2002). Bilancio di competenze e orientamento

formativo. Giunti: Milano Pombeni M.L. (1996). Orientamento scolastico e professionale.

Bologna: Il Mulino. Amoretti, G., Rania N., (2005). L’orientamento: Teorie, strumenti,

Metodi. Carocci: Roma Alby, F., Mora, F., (2004). Il bilancio di competenze. Carocci:

Roma Soresi, S., Nota, L. (2000). Interessi e scelte. Giunti: Milano Antoni, G., Giaconi, N. (2003). Scegli la tua professione. Il

bilancio di competenze per la creazione dell’obiettivo professionale. Santarcangelo di Romagna: Maggioli Editore