ldb_77 agricoltura naturale vitolla_03
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Cenni sul Biodinamico
SISTEMI FRUTTICOLI
CONVENZIONALI INTEGRATI BIOLOGICI (Reg. CEE 2092)
BASSO IMPATTO AMBIENTALE
SICUREZZA ALIMENTARE
Un po’ di storia…
Nel 1700 l’uomo cercò
nuove tecniche agricole,
come la potatura delle
piante e la rotazione.
E’ di questo secolo la
scoperta delle capacità
fertilizzanti proprie dei
legumi che trasferiscono
l’azoto dall’aria nel
terreno.
Nel 1850 fu esposta a tutti la scoperta scientifica secondo la quale azoto e biossido di carbonio favoriscono la concimazione del terreno in cui cresce la pianta. Nel 1858 si utilizzava la concimazione con il letame. Nel 1921 si scoprì che l’urea serviva per difendere la pianta dai parassiti e dalle erbe infestanti. Intorno agli anni ‘20 alcuni agronomi cominciarono a interrogarsi sulle conseguenze ambientali dell’agricoltura convenzionale, che proprio in quegli anni aveva visto il rapido sviluppo dell’uso di concimi chimici.
Le ricerche di un agronomo inglese Sir Albert Howard, dimostrarono l’importanza degli effetti positivi della sostanza organica da introdurre in alternativa ai concimi chimici. Nello stesso periodo, in 8 conferenze tenute a Koberwitz (Polonia) il filosofo Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia proponeva le basi di un nuovo modo di fare agricoltura, basato sull’abbinamento del sapere scientifico con l’osservazione spirituale della natura. Nacque così la “Biodinamica”..
Steiner gettò le basi per una concezione "olistica" dell'azienda agricola.
Un’azienda in strette relazioni con l'ambiente circostante, con la Terra intera e, infine, con il cosmo.
Il concetto di base è che nulla è solo ma tutto è interconnesso in una complessità di relazioni che travalicano gli aspetti puramente fisico-chimici. In biodinamica si parla di agricoltura organica, intendendo con questo l’attenzione verso tutti i
sistemi di relazioni viventi che si individuano in una concezione che non è solo materiale. Una pianta è un organismo vivente
così come il sistema humus-terreno, il compost, l'animale, l'azienda agricola, il pianeta, il sistema
planetario……
Scopi fondamentali dell’agricoltura biodinamica sono: · Accrescere e mantenere la fertilità del terreno attraverso il fattore fondamentale dell'HUMUS. · Produrre piante ed animali sani, che sviluppino al massimo le loro qualità tipiche · Migliorare l’attività delle sementi perchè le piante da esse derivate possano “dialogare” con efficienza con i componenti dell’organismo aziendale e planetario in cui si trovano.. · Produrre alimenti che rafforzino il metabolismo umano in modo tale che lo sviluppo fisico e spirituale dell’uomo avvenga in modo armonioso e sano
Obiettivo dell’agricoltore biodinamico è la produzione di alimenti che abbiano la massima qualità e vitalità in modo da poter contribuire allo sviluppo fisico e spirituale dell’Uomo nel rispetto dell’ambiente e degli esseri viventi che ne fanno parte.
Gli strumenti che l’agricoltore biodinamico ha a disposizione per perseguire questo scopo sono: - le rotazioni agricole, - il calendario lunare e planetario per le semine e per le operazioni colturali, - il compostaggio in cumuli o di superficie, - le lavorazioni non distruttive del terreno, - la concimazione di qualità attraverso sovesci particolari e concimazione con compost trattato con i preparati biodinamici
Le sostanze che devono essere spruzzate, vanno “riattivate” mescolandone piccole quantità in
grandi masse di acqua e con movimenti circolari alternati nei due sensi, attraverso un processo
detto "dinamizzazzione" che, secondo i coltivatori biodinamici “trasmette l'energia del preparato all'acqua che poi verrà spruzzata nel terreno o
sulle foglie. I preparati biodinamici da spruzzo sono: - il 500 o cornoletame = letame di mucca da
spruzzare dinamizzato sul terreno - il 501 o corno silice = silice finemente triturata da spruzzare una volta dinamizzata sulle foglie
Preparato 500: Cornoletame – E’ il preparato principale. Elaborato da Rudolf Steiner personalmente “stimola e armonizza i processi di formazione dell'humus nel suolo”. Gli elementi di partenza sono: letame freschissimo senza alcuna lettiera o fibra esterna + corna di vacca. Questi elementi vengono sottoposti a processi naturali lunghi una stagione invernale. Verso la fine di settembre il letame freschissimo viene messo dentro le corna; queste vengono poi sotterrate in un luogo adatto. Intorno al periodo pasquale vengono dissotterrate. Il letame è completamente trasformato in humus inodore, scuro, colloidale: è l'esempio di humus allo stato puro. Tutto il preparato derivante dalla raccolta delle corna a primavera viene conservato in contenitori costruiti appositamente che consentono la traspirazione e nello stesso tempo lo proteggano dall'esterno. Una volta creato il giusto ambiente si può distribuire sul suolo agricolo, previa fondamentale operazione di miscelazione e “dinamizzazione” con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana. Tale operazione dura circa un'ora e può essere effettuata sia manualmente che tramite macchine speciali. Le quantità di preparato usate per un ettaro di terra, sono minime: da 80 grammi a 250, a seconda della qualità del preparato.
Preparato 501: Cornosilice - è il secondo preparato da spruzzo. Costituisce il secondo strumento fondamentale dell'agricoltura biodinamica. La Silice costituisce la sostanza più abbondante (il 60%) sulla crosta terrestre mentre l'ossigeno si attesta intorno al 45%. Le piante in generale sono piuttosto avide di silice. Il Quarzo bianco è il minerale di silice più puro e quindi adatto per allestire un preparato che possa distribuire sulle piante le qualità della silice. Attraverso questo preparato vengono concentrate e potenziate le forze luminose proprie della silice. La concentrazione ha un effetto notevole sulle piante erbacee ed arboree, le avvolge di luce e quindi stimola tutto quello che la luce provoca nella fisiologia vegetale e quindi, in modi diversi, a seconda della fase fenologica della pianta. Un errore nella scelta del momento della spruzzatura del preparato sulle piante può provocare danni anche di una certa gravità
La dinamizzazione biodinamica con il metodo di Alex Podolinsky dinamizzare a mano piccoli secchi come indicò Steiner e non mescolare con un bastone (legno o altro), la temperatura dell'acqua prima della dinamizzazione deve essere circa 37° (temperatura del corpo umano) e i materiali sono fondamentali: il vetro sarebbe il meglio ma anche il rame è ottimo; l'inox non è una buona scelta poiché non è un materiale puro; L'altezza del vortice deve essere l'85% della massima altezza raggiungibile: se provate ad alzare le vostre braccia per prendere qualcosa, per esempio l'energia del sole, se le estendete al massimo non vi sentite bene perchè la posizione non è naturale, mentre se le sollevate in aria naturalmente senza raggiungere il limite vi sentite a vostro agio e potete ottenere il meglio; non è corretto regolare i cicli con un timer: Steiner non ha mai detto che un ciclo deve durare un certo lasso di tempo, ma ha detto che è il vortice che comanda: quando hai un buon vortice, smetti un attimo di dinamizzare poi riparti in senso contrario (caos); dopo la dinamizzazione (1 ora) la soluzione deve essere distribuita entro un'ora; il momento fondamentale è il caos, che avviene quando si inverte il senso di marcia: quello è il momento in cui l'acqua prende vita e i preparati si ossigenano; è raccomandabile tenere a distanza i campi elettromagnetici (oleodinamica, trasmissione con cinghie, ...).
Le prime esperienze di agricoltura “ biologica” furono messe a punto negli anni ‘30 dallo svizzero H. Muller e dal tedesco H. P. Rusch. Nel 1944 la biologa Eve Balfour fonda la “Soil Association” prima associazione a livello europeo sull’agricoltura “organica”. In quegli anni si ricorre soprattutto alla sostanza organica per concimare.
Nel 1962 la studiosa statunitense Rachel Carson pubblica il libro “Primavera Silenziosa”, che denuncia l’utilizzo irresponsabile degli antiparassitari in campo agricolo evidenziandone i rischi sulla salute umana. E’ l’avvio di una vera e propria rivoluzione culturale nel campo dell’agricoltura.
TIPI DI AGRICOLTURA
prevede l'uso
di prodotti chimici
per la fertilizzazione
CONVENZIONALE
l' azienda agricola
è inserita nei ritmi
cosmici
BIODINAMICA
sistema di produzione
atto a diminuire l'impat-
to ambientale
ECO-COMPATIBILE
sistema di produ-
zione che ammette
l'impiego di mezzi
chimici di sintesi
INTEGRATA
AGRICOLTURA
Secondo la definizione dell'Organizzazione mondiale per lo
Sviluppo Economico (OCSE) l'agricoltura sostenibile
persegue i seguenti obiettivi:
il reddito equo dell'agricoltore;
la tutela della salute dell'operatore agricolo e del
consumatore;
la conservazione nel tempo della fertilità del suolo;
la conservazione nel tempo delle risorse ambientali.
AGRICOLTURA SOSTENIBILE
IMPRESA AGRICOLA GESTIONE FAMIGLIARE
Uso famiglia
Vendita di prodotti Mercato
Nuovi regolamenti comunitari
Riduzione impatto ambientale attività agricola
Valorizzazione produzioni tipiche di qualità
Piani di sviluppo rurale
Introduzione di nuove varietà resistenti alle principali fitopatie (no OGM)
Disciplinari di produzione
PRODUZIONE INTEGRATA
Reg. CE 1257/99 (ex-Reg. CEE 2078/92)
USO RISTRETTO DI PRODOTTI CHIMICI DI SINTESI
Studio del suolo e delle condizioni climatiche
Scelta delle varietà
Irrigazione e concimazione solo per soddisfare le esigenze della pianta
Controllo degli insetti patogeni e insermento dei predatori
Monitoraggio dell’ ambiente e sicurezza del prodotto
Solo i prodotti chimici inseriti nei regolamenti europei possono essere utilizzati
L’agricoltura integrata è un metodo di produzione
agricola che, pur applicando i mezzi più moderni utilizzabili
in agricoltura, predilige tecniche compatibili con la
conservazione dell’ambiente, la sicurezza alimentare e la
qualità dei processi.
L’agricoltura integrata favorisce il continuo
avvicendarsi delle colture sul terreno e ritmi di
allevamento che più si avvicinano alle esigenze etologiche
degli animali, al fine di garantirne l’utilizzazione
equilibrata delle risorse.
L’agricoltura integrata si basa su disciplinari di
produzione che coinvolgono tutta la filiera produttiva.
Per ottenere produzioni di qualità che offrano maggiori
garanzie ai consumatori nel rispetto dell’ambiente, la
Regione Emilia-Romagna ha sviluppato, a partire dai
primi anni ´90, il progetto “produzione integrata”.
Questa tecnica prevede il migliore utilizzo di tutte le
più moderne pratiche di coltivazione e di conservazione,
definite in collaborazione con i centri di ricerca e con
le organizzazioni di produttori.
I disciplinari di produzione integrata - costantemente aggiornati in base ai risultati della ricerca e della sperimentazione - raccolgono tutte le indicazioni utili per i tecnici e gli agricoltori, mettendoli in condizioni di aderire alle seguenti iniziative:
Produzione integrata
Pioppicoltura
Assistenza tecnica finalizzata alla applicazione delle tecniche di produzione integrata
Assistenza tecnica finalizzata all´applicazione delle tecniche di produzione integrata previsti dal Reg. (CE) 2200/96 (OCM ortofrutta)
Adozione del marchio collettivo Qualità Controllata (L.R. 28/99) per le produzioni vegetali
È un marchio depositato dalla Regione
Emilia-Romagna il cui utilizzo è
concesso a quelle imprese di
produzione, di trasformazione, di
commercializzazione che si impegnano
a rispettare gli appositi disciplinari di
produzione integrata.
Il marchio QC - Qualità Controllata garantisce le
produzioni agroalimentari ottenute attraverso metodologie
di produzione integrata, che rispettano l´ambiente e la
salute dell´uomo, attraverso basse quantità di residui, un
uso limitato di antiparassitari, concimi e acqua, limitando
l´impiego di prodotti chimici.
PRINCIPI DELLA PRODUZIONE INTEGRATA
Valorizza le risorse naturali e i meccanismi di
regolazione degli ecosistemi
Assicura una produzione costante di alimenti e di altri
prodotti di alta qualità
Garantisce il reddito all’agricoltore
Riduce le fonti di inquinamento agricolo dell’ambiente
Sostiene le funzioni molteplici dell’agricoltura
NORME OILB - EUROPA
REGOLAMENTI NAZIONALI - ITALIA
DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA - REGIONI
21 norme di produzione integrata (1 per regione più due
per le province autonome di Bolzano e Trento).
Le norme sono basate sulle direttive diramate dall’
Organizzazione Internazionale per la Lotta Biologica e
Integrata, e differiscono fra regione e regione
principalmente quelle relative alla concimazione del
terreno e all’utilizzo di fitofarmaci.
In Italia ci sono 19 colture frutticole con Disciplinari di
Produzione Integrata.
REGIONE Actinidia Ciliegio Melo Olivo Pero Pesco Uva da
vino
Basilicata
Bolzano (provincia)
Emilia Romagna
Molise
Toscana
PRINCIPALI COLTURE FRUTTICOLE REGOLAMENTATE IN ALCUNE REGIONI
ITALIANE
EUREPGAP nasce nel 1997 come iniziativa di commercianti
appartenenti all’EUREP, ovvero Euro Retailer Produce
Working Group. Successivamente si è trasformata in una
società in cui produttori agricoli e commercianti sono
presenti in misura paritaria, con lo scopo di diffondere
procedure e standard per la certificazione delle buone
pratiche agricole (GAP: Good Agricultural Practices).
Pertanto, tecnicamente, EUPERGAP è definibile come un
insieme di documenti normativi accreditati a livello
internazionale dai criteri di certificazione ISO.
L’ambiente pedologico
La valutazione del livello attitudinale dei suoli è fatta
ipotizzando che la coltivazione avvenga in condizioni irrigue
e che il clima locale non sia fattore limitante.
Le caratteristiche considerate sono quelle non modificabili
dalle normali operazioni agricole e prevedono l’impiego dei
portinnesti clonali (serie M) per il melo e cotogno per il
pero.
VOCAZIONALITÀ
L’ambiente climatico
Il melo e il pero mostrano una notevole adattabilità ai
diversi ambienti di coltivazione; tuttavia è opportuno che le
condizioni climatiche dell’area interessata al nuovo impianto
siano quelle in grado di esaltare le caratteristiche
genetiche dell’albero e la qualità dei frutti.
In particolare per quanto riguarda il pero, considerata
l’epoca di fioritura relativamente precoce, si sconsiglia di
realizzare nuovi impianti in zone soggette a frequenti
gelate tardive.
Gli astoni devono essere possibilmente diritti, radicati,
con “saldatura integra” all’innesto; con altezza minima
del colletto all’ultima gemma lignificata pari a 110 cm
(melo: 100 per gli spur; pero: 90 per il cotogno C) e
altezza minima dal colletto al punto d’innesto pari a 15
cm (5 se spur per il melo e di almeno 5 cm per il pero);
calibro minimo a 10 cm sopra il punto d’innesto pari a 11
cm (10 per gli spur ) per il melo e a 12 cm (10 per il
cot. C) per il pero.
MATERIALE VIVAISTICO
È ammesso solo l’uso di principi attivi naturali (es.
auxine, giberelline), anche se sintetizzati chimicamente
allo scopo prevalente di prevenire gli attacchi di colpo di
fuoco batterico è immesso inoltre l’impiego di
fitoregolatori di sintesi a basso impatto eco-
tossicologico.
FORME DI ALLEVAMENTO E DISTANZE DI IMPIANTO (m) CONSIGLIATE PER LE POMACEE
Forma di allevamento
Vigoria dell’albero
ELEVATA MEDIA SCARSA
PALMETTA Pero: 4,5x3,5-3 Melo: 4,0x2,5-2
Pero: 4,5x3,5-3
Melo: 4 x 2-1,8
Pero: 4 x 2,5-2
FUSETTO Melo: 4,5x 2-1,5
Pero 4,5x2-1,5 Melo: 4 x 1,5-1
Prima dell’impianto del frutteto, si consiglia di distribuire
ammendanti organici per migliorare le caratteristiche fisico–
chimiche e microbiologiche del terreno.
Non è ammesso effettuare apporti superiori a 250 kg/ha
di P2O5 e 300 kg/ha di K2O.
Al fine di evitare perdite di azoto lungo il profilo del
suolo, non sono ammessi apporti di concimi minerali azotati
prima della messa a dimora delle piante
FERTILIZZAZIONE DI FONDO
Negli impianti in allevamento (1° e 2° anno) sono ammessi solo apporti localizzati di fertilizzanti.
Le quantità apportate devono essere ridotte rispetto alla dose massima prevista nella fase di produzione, in particolare: 1°anno max 40 kg/ha e 2° anno max. 60 kg/ha.
La quantità massima di elementi che si può somministrare è
variabile nelle varie regioni in funzione delle caratteristiche
pedoclimatiche.
0
20
40
60
80
100
120
140
160
N (kg
ha -
1)
Basilicata Bolzano
(provincia)
Emilia
Romagna
Molise Toscana
AZOTO
FOSFORO
0
50
100
150
200
250
P 2O
5 (kg
ha
-1)
Basilicata Bolzano
(provincia)
Emilia
Romagna
Molise Toscana
POTASSIO
0
50
100
150
200
250
300
k 2O (kg
ha -
1)
Basilicata Bolzano
(provincia)
Emilia
Romagna
Molise Toscana
FOSFORO e POTASSIO
Non è ammesso superare i seguenti quantitativi:
• dotazione terreno scarsa 250 kg/ha P2O5; 300 kg/ha K2O
• dotazione terreno normale 50 kg/ha P2O5; 150 kg/ha K2O
• dotazione terreno elevata 30 kg/ha P2O5; 75 kg/ha K2O
Tipo di terreno mm m3/ha
Sciolto 35 350
Medio impasto 45 450
Argilloso 55 550
VOLUMI DI ADACQUATA MASSIMI
NON E’ AMMESSA L’IRRIGAZIONE PER SCORRIMENTO
MESE
Consumo interfilare inerbito
mm/giorno
Consumo interfilare lavorato
mm/giorno
Irrigazione
Aprile 0.8 0.7 Non ammessa
Maggio 2.1 1.6 Ammessa
Giugno 4.2 3.1 Ammessa
Luglio 5.1 4.0 Ammessa
Agosto 4.5 3.5 Ammessa
Settembre 3.4 2.2 Ammessa
Agosto post-raccolta
2.5 2.0 Ammessa
CONTROLLO DELLE INFESTANTI (disciplinare Emilia Romagna – melo – 2005)
Il diserbo deve essere localizzato sulla file e non deve
quindi superare il 50 % dell’intera superficie
PERO – INDICI DI MATURITA’
MELO – INDICI DI MATURITA’
LOTTA INTEGRATA
"La protezione integrata è una strategia con la
quale si mantengono le popolazioni di organismi
nocivi al di sotto della soglia di tolleranza,
sfruttando i meccanismi naturali di regolazione e
utilizzando metodi di difesa accettabili dal punto
di vista ecologico, economico e tossicologico".
LIMITI MASSIMI DEI RESIDUI (L.M.R.) FITOFARMACI
Nazionale
Direttiva 76/895/CEE: prodotti ortofrutticoli
Direttiva 90/642/CEE: alcuni prodotti di origine
vegetale compresi gli ortofrutticoli
Europeo
Nuovo regolamento CE n. 396/2005 del 23/02/2005
pubblicato su G.U. Ce L70/1 del 16/03/2005.
NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SUI LIMITI MASSIMI DEI RESIDUI
Oggetto, ambito di applicazione e definizioni
Procedura per le domande
LMR applicabili a prodotti di origine vegetale e animale
Disposizioni speciali relative all’incorporazione nel presente regolamento
Controlli ufficiali, relazioni e sanzioni
Misure di emergenza
Misure di sostegno relative ai LMR di prodotti fitosanitari armonizzati
Coordinamento delle domande relative ai LMR
Attuazione
Disposizioni finali www.ministerosalute.it
NORMATIVE ED EVOLUZIONI DELLE MACCHINE IRRORATRICI
L’impiego delle macchine per la distribuzione dei fitofarmaci può
generare un impatto negativo sull’ambiente, sulla salute
dell’operatore, sulla qualità e sulla sicurezza del prodotto
agricolo.
Necessità di limitare le dispersioni di prodotti chimici al di fuori della vegetazione bersaglio
COME RIDURRE LA DERIVA CON L’IMPIEGO DI MACCHINE IRRORATRICI INNOVATIVE
CONTROLLO DELLE MACCHINE IRRORATRICI PER LE COLTURE ERBACEE IN EUROPA
PULIZIA DELL’IRRORATRICE NEL CORTILE DELL’AZIENDA
PULIZIA DELL’IRRORATRICE NEL CORTILE DELL’AZIENDA SU BIOBED
PULIZIA DELL’IRRORATRICE IN CAMPO
PRODUZIONE BIOLOGICA Reg. CEE 2092/91
FERTILITA’ DEL SUOLO:
• Rotazioni
• Letame
• Compost
GESTIONE DELLE INFESTANTI E DEI PATOGENI:
• Rotazioni
• Scelta delle varietà
• Diffusioni dei predatori naturali
• Controllo delle malattie ocn estratti naturali (olio di Neem, …)
ESCLUSIONE TOTALE DEI PRODOTTI CHIMICI
Residui agro-industriali
Residui urbani
• Reg. 2092/91: norme per la produzione,
trasformazione, etichettatura ed
importazione da paesi terzi.
• Reg. 2078/92: metodi di agricoltura
compatibile con l’ambiente.
• Reg. 1804/99: estensione del metodo di
produzione biologico anche all’allevamento
degli animali.
• In Italia D.M. 220/95 e D.M. 4/8/2000.
NORMATIVA SUL BIOLOGICO
• Gli organismi di controllo verificano il metodo e la
produzione, che siano conformi a quanto dispone il
Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche e
aggiornamenti.
• Sulle etichette dei prodotti provenienti da
coltivazioni di agricoltura biologica, deve
comparire il marchio o il nome di uno degli
organismi di controllo.
GLI ORGANISMI DI CONTROLLO
ISTITUZIONI COINVOLTE
• Il MIPAF: autorità pubblica di riferimento,
responsabile della realizzazione e della
sorveglianza del sistema.
• Le Regioni: hanno competenza in materia e
trasferiscono al Ministero l’elenco degli
operatori.
• Gli Organismi di controllo: in Italia sono 9,
esercitano l’attività di sorveglianza sulle
aziende ed emettono certificati.
DEFINIZIONE DI BIOLOGICO
Idea alternativa di agricoltura che nasce alla fine
dell’800
Non unitarietà del concetto di agricoltura
biologica, esistono diverse definizioni che hanno in
comune solo il rifiuto di utilizzare fattori
produttivi di sintesi chimica, è dunque necessaria
una definizione istituzionale
Pratica agricola che ammette solo l’impiego di
sostanze naturali
TIPOLOGIE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA
• Biodinamica
• Permacoltura
• Agricoltura naturale
• Agricoltura bio-organica
• Macrobiotica
Principi dell'agricoltura biologica 1. migliorare la biodiversità dell'agroecosistema 2. evitare mezzi tecnici con impatto ambientale (locale e globale)
Obiettivi: La stabilità (e quindi la sostenibilità) dell’agroecosistema La qualità dell’ambiente (locale e globale) La qualità dei prodotti
EFFETTI GENERALI SULLA BIODIVERSITA’
La complessità di un sistema è proporzionale alla sua stabilità
Aumenta la capacità di reazione a variazioni (clima, suolo,…)
Riduce la possibilità che si sviluppi microflora dannosa
Biodiversità - EFFETTI SPECIFICI
Vegetazione (rotazioni, consociazioni, siepi, frangivento,…..)
Biodiversità microflora (essudati radicali, residui
colturali,….)
Biodiversità artropodofauna
Assorbimento di macro e micronutrienti più equilibrato (in
qualità e nella distribuzione nel profilo del suolo)
Struttura del suolo (apparati radicali diversi per
profondità e tipologia)
Riduzione infestanti (operazioni colturali in epoche
differenti)
Fauna
Presenza insetti utili
Riduzione rischi di attacchi dannosi (equilibrio predatori-
fitofagi)
Migliore allegagione (insetti pronubi)
Migliore struttura (lombrichi)
Microflora
Miglioramento della catena trofica
(Aumento disponibilità nutrienti)
Aumento della sostanza organica humificata
(Struttura, caratteristiche colloidali :CSC, AD)
Inibizione sviluppo patogeni
Minore biodiversità microbica
Riduzione dell’humus
Riduzione ritenzione acqua e nutrienti
Minore efficacia concimi
Dispatie
Patologie
IMPATTO AMBIENTALE Locale
Residui di antiparassitari nel suolo e nei prodotti
Lisciviazione dei nitrati nelle falde (ed accumulo nei
prodotti)
Patologie negli operatori agricoli Globale
Inquinamento siti di produzione e stoccaggio dei
fitofarmaci e concimi
Consumi energetici per la produzione (ed emissioni CO2)
es. 1.5 tep t-1 di azoto sintetizzato pari a 5-6 t CO2
Il problema dei nitrati
Fattori che favoriscono l’accumulo di nitrati:
deficit di radiazione (colture invernali, colture protette,
ambienti settentrionali, raccolta mattutina)
colture “fuori stagione”
deficit termici
eccessi di concimazione
tipo di coltura (nitrati si accumulano negli organi
vegetativi e meno in quelli riproduttivi)
lunghe conservazioni
epoca di raccolta (ortaggi raccolti la mattina hanno più
nitrati)
NORMATIVA SUL BIOLOGICO
• Reg. 2092/91: norme per la produzione,
trasformazione, etichettatura ed
importazione da paesi terzi.
• Reg. 2078/92: metodi di agricoltura
compatibile con l’ambiente.
• Reg. 1804/99: estensione del metodo di
produzione biologico anche all’allevamento
degli animali.
• In Italia D.M. 220/95 e D.M. 4/8/2000.
ISTITUZIONI COINVOLTE
• Il MIPAF: autorità pubblica di riferimento,
responsabile della realizzazione e della
sorveglianza del sistema.
• Le Regioni: hanno competenza in materia e
trasferiscono al Ministero l’elenco degli
operatori.
• Gli Organismi di controllo: in Italia sono 9,
esercitano l’attività di sorveglianza sulle
aziende ed emettono certificati.
GLI ORGANISMI DI CONTROLLO
• Gli organismi di controllo verificano il metodo e la
produzione, che siano conformi a quanto dispone il
Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche e
aggiornamenti.
• Sulle etichette dei prodotti proveninti da
coltivazioni di agricoltura biologica, deve
comparire il marchio o il nome di uno degli
organismi di controllo.
IL BIOLOGICO NEL MONDO
15 Milioni di ettari a biologico nel mondo
3,6 Milioni gli ettari in Europa
Sensibilizzazione dei consumatori alle tematiche di tutela
ambientale e attenzione all’alimentazione
Politiche e interventi comunitari (a partire dal Reg. CEE
2092/91 e Reg. CEE 2078/92)
Origini europee storiche e culturali dell’agricoltura
biologica
IL BIOLOGICO NEL MONDO: PRODUZIONI
L’Europa è la prima produttrice mondiale di agricoltura biologia (2.8% Sau, con prospettive di raggiungimento del 10% entro il 2010)
1986
0,12 milioni di ettari
10.000 aziende
2000
3,6 milioni di ettari
130.000 aziende
Produttore ha bio (mil.) n°aziende
Australia 7.5 1687
Argentina 3 1400
Canada 1 1830
Usa 0.9 5000
E’ prevedibile una crescita dell’agricoltura biologica in molti
paesi in via di sviluppo (Messico, Brasile, Bolivia, Kenya,
Senegal, Costa d’Avorio…)
PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Considerando:
- il prevedibile sviluppo della domanda di prodotti nei paesi
occidentali
- la necessità di ricercare nuovi canali commerciali per
agricolture in via di sviluppo
Ciò dovrebbe avvenire a seguito di una regolamentazione
delle normative relative alle certificazioni e agli scambi
internazionali
IL MERCATO DEI PRODOTTI BIOLOGICI: L’EVOLUZIONE
Prima fase: (anni ’20-anni ’70) prime teorie di agricoltura organica (Steiner), molti agricoltori e una parte del mondo scientifico-culturale le abbracciano. Predomina l’offerta. Vendita diretta.
Seconda fase: (anni ‘70-anni ‘80) sviluppo della domanda nei paesi nord europei (contestazione e primi casi di inquinamento). L’A.B. diviene un mercato. Predomina la domanda. Vendita in negozi, e primi tentativi nella GD, primi fenomeni importazione dal bacino mediterraneo
Terza fase: (anni ‘90-oggi) sviluppo stimolato dagli interventi delle istituzioni. Si concretizza il mercato biologico. Divisione tra paesi produttori e paesi consumatori. Vendita in negozi, supermercati, e vendita diretta. Presenza grandi gruppi importatori.
Contributo di ogni continente alla superficie
biologica totale (dati %)
48.51
0.1420.02
7.42
0.33
23.58
Oceania Africa Sud America Nord America Asia Europa
Principale paesi con aree agricole a gestione
biologica (000 ha)
0
2000
4000
6000
8000
10000
Aus
tralia
Argen
tina
Italia
Usa
German
iaU.K
Spa
gna
Francia
Aus
tria
0
20
40
60
80
100
120
Ger
m.
Italia
Oland
Franc
.
Aus
tr.Usa
Aus
tral.
Sviz.
Dani
m.
G. B
ret.
Giap.
Sve
z.
N.Z
elan
.
Spesa pro-capite in alimenti biologici nel '97 e 2000 ($)
1997 2000
IL BIOLOGICO NEL MONDO: IL MERCATO
Nazione
in Esame
Commercio di
prodotti
biologici
% prodotti
bio sul
consumo
alimentare
Vendite di
ortofrutta
biologica
% frutta e verdura
biologica sul consumo
ortofrutta cotale
Inghilterra 986 1 300 5/10
Germania 2128 1,25/1,5 378 2,6
Italia 978 1* 264 2
Francia 846 1 169 -
Olanda 210 1,2 - -
Belgio 138 1 34 -
Austria 195 1,8 29 3Frutta/5Verdura
Svizzera 457 2 - 5Frutta/3Verdura
Danimarca 372 2,5/3 - -
Spagna 128 < 0.1 - -
Svezia 175 0,9 31 1,7
USA 8000 1,5 1450 -
Giappone 350 - - - Valori in milioni di dollari USA
Paese Aziende
(2000)
% aziende
nazionali
Ettari
(2000)
% ettari
nazionali
Austria 18.360 6,80 267.000 7,82
Belgio 628 0,94 20.263 1,47
Danimarca 3.466 5,50 165.258 6,15
Finlandia 5.225 6,60 147.423 6,79
Francia 9.260 1,36 370.000 1,31
Germania 12.732 2,93 546.023 3,20
Grecia 5.270 0,64 24.800 0,71
Irlanda 1.014 0,69 32.355 0,75
Italia 54.674 2,36 1.002.00 6,76
Lussemburgo 51 1,70 1.030 0,81
Olanda 1.391 1,48 27.820 1,39
Portogallo 763 0,18 50.002 1,31
Regno Unito 2.975 1,28 425.000 2,30
Spagna 13.424 1,11 380.838 1,49
Svezia 3.329 3,70 171.682 6,25
Totale 132.562 1,90 3.631.494 2,82
IL BIOLOGICO IN EUROPA
Andamento dei prezzi delle mele
“biologiche” prodotte nello stato di Washington
(Granatstein, 2001)
Andamento del prezzo di Red
Delicious prodotta nello stato di Washington da
biologico e convenzionale
(Granatstein, 2001)
Andamento dei prezzi delle
principali cv di mele prodotte nello stato di Washington da
biologico e da convenzionale nel periodo ’95-’98
(Granatstein, 2001)
ASPETTI RELATIVI ALLA DISTRIBUZIONE
Poche sono le aziende in grado di raggiungere
una struttura di commercializzazione
necessaria per assicurare una presenza
significativa presso la GDO.
Forme prevalenti di distribuzione:
- dettaglio specializzato (45%)
- GDO (40%)
- canale diretto (in calo)
LE MENSE BIOLOGICHE IN ITALIA (fonte: Biobank)
ANNO N. MENSE BIO
• 1999 107 • 2000 199 • 2001 342
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA • NORD 252 • CENTRO 67 • SUD 23
Limiti di legge del contenuto in nitrati (reg CEE n.466/2001)
mg NO3 kg-1 p.f.
Spinaci (1 nov - 31 mar) 3000 (1 apr - 31 ott) 2500 surgelati 2000 Lattuga (1 ott - 31 mar) 4500 (1 apr - 30 set) 3500 (1 mag - 31 ago) 2500 (pien’aria)
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
Biologica
SVIZZERA
Convenzionale
SVIZZERA
Biologica ITA -
Letame
Biologica ITA -
Sovescio
Contenuto in nitrati (mg kg-1 di s.f.) in lattuga invernale
Consociazioni
1. LEGUMINOSE-GRAMINACEE (foraggi)
2. SPECIE AROMATICHE
3. PIANTE CON AZIONE RINETTANTE (tagetes, senape,…)
4. PRATO STABILE NEI FRUTTETI (naturale, misto, trifoglio sotterraneo)
SVANTAGGI
-competizione per acqua e nutrienti
- sviluppo roditori
VANTAGGI
-Maggiore humificazione
-Ritenzione idrica e dei nutrienti
-Protezione da stress (eff. pacciamante)
-Velocità (e costo) dei lavori invernali
Lavorazioni
evitare attrezzi rotanti veloci (es. fresatrici) distrugge
la struttura nei suoli argillosi
evitare arature profonde (s.o. in ambiente anaerobico non
viene humificata)
evitare lavorazioni con terreni troppo umidi distrugge
la struttura
evitare periodi caldo-asciutti mineralizzazione troppo
veloce
GESTIONE DELLA NUTRIZIONE
Azioni della sostanza organica
fisiche: struttura e porosità
capacità idrica e permeabilità
stabilità degli aggregati
chimiche: azoto (leguminose) e altri elementi (es. P con
lupino)
biologiche: stimolo microflora (riduzione patogeni,
miglioramento catene trofiche, attività enzimatica,
accrescimento radicale (microelementi metallici, ormoni)
EFFETTI BENEFICI DELLE SOSTANZA ORGANICA
Migliora la struttura del terreno
Aumenta la ritenzione idrica
Aumenta la capacità di scambio cationico e il potere adsorbente
Allevia i problemi di clorosi ferrica
Migliora la fertilità chimico-fisico-biologica
Aumenta la dotazione e la solubilità dei nutrienti
Mantiene il pH prossimo alla neutralità
Aumenta la biodiversità del terreno
Azione lenta:
cornunghia, cuoiattoli, laniccio, sovescio graminacee o
polifita
Azione media:
panelli di semi oleosi, vinacce, semi lupino, sovescio
leguminose
Azione rapida:
letami, pollina, carniccio
Curve di mineralizzazione Effetto delle diverse matrici sulla dinamica dell’humificazione
CONCIMI MINERALI PER IL BIOLOGICO
•Scorie di defosforazione
•Fosfato allumino-calcico
•Fosfato naturale tenero
•Sale grezzo di K
•Solfato di K con sale di Mg
•Concime PK
•Solfato di Ca
•Zolfo elementare
•Kieserite
•Solfato di Mg
•Concimi a base di microelementi
•Letame
•Amm. vegetale semplice
•Amm. compostato verde
•Amm. compostato misto
•Ammendante torboso
•Torba acida
•Torba neutra
•Torba umificata
•Vermicompost da letame
•Estratto umico dall’acqua di vegetazione delle olive
•Amm. animale idrolizzato
AMMENDANTI PER IL BIOLOGICO
•Pennone •Cornunghia •Cornunghia torrefatta •Pelli e crini •Cuoiattoli •Cuoio torrefatto •Sangue secco •Farina di carne •Panelli •Borlanda essiccata •Cascami di lana •Epitelio animale idrolizzato •Letame essiccato •Cuoio e pelli idrolizzati •Concime organico di N di origine animale e vegetale
CONCIMI ORGANICI ED ORGANO-MINERALI PER IL BIOLOGICO
•Miscela di concimi organici di N •Borlanda fluida •Carniccio fluido in sospensione •Sangue fluido •Epitelio animale idrolizzato fluido •Guano •Farina di pesce •Farina d’ossa •Farina d’ossa degelatinata •Ruffetto d’ossa •Pollina essiccata •Residui di macellazione idrolizzati •Letame suino essiccato •Concime organico NP •Miscela di concimi organici NP •Concimi organo-minerali
Composto
Nitrato cileno*
Farina di sangue
Farina di pennone
Farina di pesce
Farina di canola
Pollina
Farina di medica
*NaNO3: non ammesso in molti
programmi biologici
N (%ss)
16
13
12
9
6
4
3
Prezzo $ kg N-1
3.9
6.7
6.3
8.6
8.0
2.9
10.2
FONTI DI N ORGANICO AMMESSO NEL BIOLOGICO USA
(Granatstein, 2001)
ANALISI DEI FERTILIZZANTI ORGANICI
72.3 35.0
17.7 47.8
0.4 1.3
24.2 21.2
0.1 0.3
0.6 1.0
0.3
0.1
0.7
Parametri Unità
Acqua %
Sost. organica %
N %
Nitrati
C/N %
P %
K %
Ca %
Mg %
Na %
Fe ppm
Zn ppm
Carbonati %
%
LETAME BOVINO
COMPOST MISTO
8.9
12.8
1.2
0.3
6.0
0.2
1.0
25.1
0.9
3.6
23.1
0.6
40.0
CALCE + MELASSO
26.1
48.5
1.9
15.0
0.2
0.4
4.3
0.6
73.2
COMPOST VEGETALE
FATTORI CHE INFLUENZANO LA
MORFOLOGIA RADICALE
1 DISPONIBILITÀ DI NUTRIENTI
2 DISTRIBUZIONE DEI NUTRIENTI
3 PROPRIETÀ FISICHE DEL SUOLO
4 ATTIVITÀ MICROBICHE
MORFOLOGIA RADICALE
MINERALE LETAME BOVINO
CALCE + MELASSO
MINERALE 1/5
CONTROLLO
Compost
Compost + dry blood
Org
anic
C
(% s
s)
CHEMICAL ANALYSIS OF THE SOIL
MINERAL
COW MANURE
LIME PASTE + MOLASSES
CONTROL
TREATMENT
MIXED COMPOST
VEGETAL COMPOST
ab
ab
a
b
a
July-01
a
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
b
ab
a
ab ab
b
July-00
ORGANIC CARBON
MICROBIAL BIOMASS
0
200
400
µg C
-CO
2 *
g s
s -1
ab
a
abc
d
c
abc
MICROBIAL EFFICIECY
0
1
2
% C
mic
r. *
C o
rg.
-1
a ab
c
d
bc abc
MINERAL
COW MANURE
LIME PASTE + MOLASSES
CONTROL
MIXED COMPOST
VEGETAL COMPOST
TREATMENT
BIOLOGICAL ANALYSIS OF THE SOIL
Leaf N concentration (%DW)
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
Control Low N High N Cow manure Sugar beet wastes
%
a
b b
b b
ESTRATTI VEGETALI
Effetto dell’estratto di Equisetum arvense sulla spaccatura delle ciliege (cv. Van)
0
10
15
20
25
30
Control Equisetum Silicon CaCl2
%
5
b
a
a a
b
0
0.02
0.04
0.06
0.08
0.1
mmol C
O 2
g F
W
-1
0 0.002 0.02 0.2 2
Concentrazione (%)
Effetto dell’estratto di Amaranthus retroflexus sulla fotosintesi di piante di actinidia allevate in
vitro
Effetto di estratti vegetali applicati al suolo su piante di pero
Control
Fe-sulphate
Fe-EDDHA Urtica
Chenopodium
Amaranthus Beta
Trattamento Lunghezza del
germoglio (cm)
Numero di internodi
Area fogliare (cm2)
Controllo 36±1 (1)
23.3±0.5 10.1±0.2
Macerato di Amaranthus
44±4 26.5±1.2 14.2±1.2
Estratto di Urtica 44±2 27.4±0.7 14.8±0.7
CRESCITA DI PIANTE DI PESCO
(1)(media± SE)
Effetto dell’estratto di Melia azedarach sulla crescita di afidi in melo
Control Treated
APPLICAZIONI FOGLIARI DI CAOLINO
Misura di Voc’s
CONCENTRAZIONE DI AMMINOACIDI IN FRUTTI DI PESCO
0
50
100
150
200
250
300
350
400
mg/
100 g
Organic Integrated
Methyonine Arginine Total
Diserbo
mezzi fisici (costosi): pirodiserbo, scerbature manuali,
pacciamatura con film plastici neri
PVC (economici, problemi di smaltimento)
biodegradabili (più costosi, nessun problema di
smaltimento)
fotodegradabili (c.s. ma meno efficaci e durevoli nei
nostri ambienti)
Solarizzazione Parassiti ipogei e erbe infestanti controllate dalla solarizzazione
Parassiti Nematodi Sclerotium Fusarium Verticillum
Infestanti Amaranthus r. Anagallis a. Avena f. Chenopodium a. Convolvulus s. Cynodon d.
Digitaria s. Portulaca o. Raphanus r. Sinapis a. Solanum n. Sonchus a. Sorghum h.
La solarizzazione: agrotecnica ecologica, economica e di facile esecuzione
La solarizzazione o "pacciamatura riscaldante", o "pastorizzazione solare del terreno", consiste nel sottoporre il terreno, opportunamente lavorato e pacciamato con film plastico trasparente, all’azione benefica della radiazione solare per un cospicuo numero di giorni (20-30) della stagione calda.
LOTTA BIOLOGICA
È un sistema di difesa dai parassiti animali che impiega
esclusivamente mezzi biologici quali: entomofagi, cioè
insetti predatori o parassiti di altri insetti; feromoni, cioè
sostanze, normalmente emesse da insetti, ma che possono
essere riprodotte in laboratorio, che fungono da
messaggeri chimici , determinando in individui della stessa
specie stimolazioni e risposte precise e ripetibili;
microrganismi patogeni, cioè virus e batteri che risultano
patogeni per determinati insetti. In questo tipo di difesa
non vengono usate sostanze tossiche per l'uomo.
mezzi agronomici: come scelta di varietà rustiche più
resistenti, consociazioni, rotazioni ed idonee lavorazioni,
irrigazioni, concimazioni, potature, densità d'impianto e
di semina ecc.
mezzi fisici: come sterilizzazione dei terreni con il
calore, distruzione dei focolai di inoculo e/o infezione,
protezione dalle avversità meteoriche, solarizzazione del
terreno, uso del tessuto non tessuto, uso delle trappole
cromotropiche, raccolta manuale o meccanica degli
insetti ecc.
COSTI UNITARI (ACRO) PER LA CONFUSIONE SESSUALE DI CYDIA
* Costi totali per l’acquisto e la collocazione del feromone, e la stima delle perdite dovute al maggior numero di frutti danneggiati.
Esempio di alcuni marchi di produzione integrata
Enti di certificazione del biologico