le acque che beviamo
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LE ACQUE CHE BEVIAMO. Dott.ssa Annamaria Fabbri AZIENDA SANITARIA UNICA REGIONALE - ZONA TERRITORIALE N.2 URBINO SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE. Urbino. L’acqua è l’alimento principale di ogni essere vivente, consumato dall’uomo con continuità e più di ogni altro alimento. - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Dott.ssa Annamria Fabbri
LE ACQUE CHE BEVIAMO LE ACQUE CHE BEVIAMO
Dott.ssa Annamaria FabbriAZIENDA SANITARIA UNICA REGIONALE - ZONA TERRITORIALE N.2 URBINO
SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE
Urbino
Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Dott.ssa Annamria Fabbri
L’acqua è l’alimento principale di ogni essere vivente, consumato dall’uomo con continuità e
più di ogni altro alimento.
Ma l’acqua assolve anche la funzione di pulire e di igienizzare, contribuendo così a prevenire le
malattie ed assicurare un miglior livello di qualità della vita.
La condizione essenziale è che l’acqua sia salubre, altrimenti costituisce un formidabile
fattore di diffusione delle malattie
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Con l’entrata in vigore delle recenti normative
in particolare D.lgs. N.339/99 e D. lgs. 31/01
i consumatori si troveranno progressivamente di fronte a offerte di differenti acque e le diffuse operazioni pubblicitarie aggiungono ben poche informazioni utili per comprendere a quale categoria di acqua appartengano i vari prodotti sul mercato
Lo scenario è alquanto complesso ed è quindi importante introdurre alcune informazioni di carattere generale
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ACQUE NATURALI
ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO
ACQUE MINERALI NATURALI
ACQUE DI SORGENTE
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la legislazione in vigore distingue le varie categorie di acqua e recentemente ne sono state
introdotte e disciplinate anche in Italia nuove tipologie, che, in aggiunta all’acqua minerale,
possono essere confezionate:
l’acqua di sorgente
e
l’acqua potabile imbottigliata
che hanno iniziato da poco ad affacciarsi sul mercato.
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ACQUE MINERALI NATURALI
Le acque minerali naturali sono disciplinate da normative diverse da quelle per l’acqua potabile, D.Lgs. 105/92 e D.Lgs 339/99, che le
definiscono “acque con caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”
origine solo sotterranea e nessun limite per i sali disciolti
limiti stabiliti per le sostanze contaminanti o indesiderabili art.6 DM 542/92 e successive modificazioni
non possono essere effettuati trattamenti di disinfezione
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ACQUE DI SORGENTELa disciplina delle acque di sorgente è contenuta nel
Decreto Legislativo 339/99
origine rigorosamente sotterranea
nessuna disinfezione
per quanto riguarda la composizione chimica devono
rispettare i limiti delle acque potabili e quindi anche il limite di sali disciolti, per i parametri batteriologici e per tutta la procedura di riconoscimento presso il Ministero della Sanità seguono la normativa delle acque minerali
non possiedono proprietà terapeutiche
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Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n.31integrato da
Decreto Legislativo 2 febbraio 2002, n.27
Attuazione della Direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano
stabilisce i requisiti di qualità che devono possedere le acque destinate al consumo umano, cioè quelle acque:
• destinate al consumatore attraverso pubblici acquedotti
• utilizzate da un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento e la conservazione degli alimenti
• distribuite al consumatore tramite bottiglie o contenitori (da non confondere con le acque minerali)
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Acqua destinata al consumo umano
D.Lgs 31/01 e D.Lgs 27/02(Il DPR 236/88 è stato abrogato)
“Acqua potabile” caratteristiche chimiche, chimico-fisiche e batteriologiche definite dalla normativa specifica, idonea per essere bevuta e
per essere utilizzata per usi alimentari
origine sotterranea o superficiale, può essere potabilizzata prima di essere fornita al consumo
non può avere un contenuto di sali disciolti superiore a 1500 mg/l (residuo fisso)
non possiede proprietà terapeutiche
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le acque destinate al consumo umano possono derivare da fonti sotterranee, o superficiali (fiumi) adeguatamente trattate
nella maggior parte dei casi sono sottoposte a disinfezione, che ne modifica spesso i caratteri organolettici (sapore, odore)
le acque destinate al consumo umano possono derivare da fonti sotterranee, o superficiali (fiumi) adeguatamente trattate
nella maggior parte dei casi sono sottoposte a disinfezione, che ne modifica spesso i caratteri organolettici (sapore, odore)
la qualità di un’acqua distribuita tramite acquedotto può peggiorare durante il percorso a causa della vetustà delle reti, di infiltrazioni, ecc. e perdere la gradevolezza, anche
senza perdere i requisiti di potabilità
i requisiti di qualità delle acque destinate al consumo umano vengono valutati in base a parametri chimici, fisici e batteriologici, i
cui valori di riferimento sono previsti dalla legge.
i requisiti di qualità delle acque destinate al consumo umano vengono valutati in base a parametri chimici, fisici e batteriologici, i
cui valori di riferimento sono previsti dalla legge.
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Le altre principali normative di riferimento per le acque destinate al consumo umano
Decreto del Ministero della Sanità 26 marzo 1991
Legge 5 gennaio 1994, n.36
Decreto Legislativo n.152/99 e succ. modifiche e integrazioni
Decreto del Dirigente del Servizio Veterinaria, Igiene, Sicurezza e Qualità Nutrizionale degli Alimenti n.178 del 19.12.2003
Per la Regione Marche
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L'attività di controllo e vigilanza sulle acque destinate al consumo umano, nonchè il relativo giudizio di idoneità, viene effettuata dal Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) del Dipartimento di Prevenzione delle Zone Territoriali.
L'attività di controllo e vigilanza sulle acque destinate al consumo umano, nonchè il relativo giudizio di idoneità, viene effettuata dal Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) del Dipartimento di Prevenzione delle Zone Territoriali.
I SIAN dovranno disporre per ogni acquedotto: - della mappatura delle opere di attingimento, trasporto, raccolta, trattamento e distribuzione dell'acqua fornita all'utenza;- dell’elenco dei prodotti utilizzati per i trattamenti;
I SIAN dovranno disporre per ogni acquedotto: - della mappatura delle opere di attingimento, trasporto, raccolta, trattamento e distribuzione dell'acqua fornita all'utenza;- dell’elenco dei prodotti utilizzati per i trattamenti;
;
campionamenticampionamenti Il numero di punti di prelievo che devono essere individuati in ogni acquedotto, dipende dall'estensione e
dalla ramificazione della rete idrica, dal numero di serbatoi e dai trattamenti adottati; i punti in genere
devono essere scelti il più possibile nelle parti periferiche e terminali delle reti di distribuzione e comunque a valle dei serbatoi, preferibilmente in
apposite colonnine accessibili solo al personale dell'Ente Gestore e del Dipartimento di Prevenzione.
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Le indagini analitiche che vengono effettuate si differenziano in due livelli routine e verifica
(Allegato II del D.Lgs. 31/01).
Le indagini analitiche che vengono effettuate si differenziano in due livelli routine e verifica
(Allegato II del D.Lgs. 31/01).
Le frequenze di controllo per le reti di distribuzione, così come stabilito dal D.Lgs. 31/01, dipendono dal volume di acqua distribuito o prodotto ogni giorno per un singolo acquedotto o, se questo non è noto, dal numero di abitanti serviti dai singoli acquedotti, calcolando un consumo di 200 litri pro capite al giorno
Le frequenze di controllo per le reti di distribuzione, così come stabilito dal D.Lgs. 31/01, dipendono dal volume di acqua distribuito o prodotto ogni giorno per un singolo acquedotto o, se questo non è noto, dal numero di abitanti serviti dai singoli acquedotti, calcolando un consumo di 200 litri pro capite al giorno
- acquedotti con consumo di acqua fino a 100 mc/g (abitanti serviti inferiori a 500) – a discrezione dell’Autorità Sanitaria Locale;
- acquedotti con consumo di acqua compreso tra 100 mc/g e 1000 mc/g (abitanti serviti compresi tra 500 e 5.000) - n.4 controlli all'anno di cui n.3 di routine e n.1 di verifica;
acquedotti con consumo di acqua compreso tra 1000 mc/g e 10.000 mc/g n.5 controlli all'anno di cui n.4 di routine e n.1 di verifica (+ n.3 di routine ogni 1000 mc/g e + n.1 di verifica ogni 3300 mc/g)
alcuni esempia) acquedotti con consumo di acqua compreso tra 1000 mc/g e 2000 mc/g (abitanti serviti compresi tra 5.000 e 10.000) - n.10 controlli all'anno di cui n.8 di routine e n.2 di verifica;b) acquedotti con consumo di acqua compreso tra 3000 mc/g e 4000 mc/g (abitanti serviti compresi tra 15.000 e 20.000) - n.16 controlli all'anno di cui n.13 di routine e n.3 di verifica;c) acquedotti con consumo di acqua compreso tra 7000 mc/g e 8000 mc/g (abitanti serviti compresi tra 35.000 e 40.000) - n.28 controlli all'anno di cui n.24 di routine e n.4 di verifica;
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PARAMETRI CHIMICI
Parametro Valore di parametro e unità di misura
Alluminio * 200 µ g/l
Ammonio 0,50 mg/l
Colore
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
Conduttività 2500 µ Scm a 20°C
Concentrazione ioni idrogeno tra 6,5 e 9,5 unità pH
Ferro * 200 µ g/l
Nitrito (come NO 2) 0,5 mg/l (0,1 impianti)
Odore
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
Sapore
Accettabile per consumatori e senza variazioni anomale
Torbidità
Accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
Disinfettante residuo(se impiegato)
Consigliato 0.2 mg/l
PARAMETRI BATTERIOLOGICI
Parametro Valore di parametro e unità
di misura
Clostridium perfringens * (spore
comprese)
0 (numero/100ml)
Escherichia coli (E.coli)
0 (numero/100ml)
Batteri coliformi a 37°C
0 (numero/100ml)
* parametri da controllare in acque derivanti da acque superficiali
Controllo di routine
• In rosso parametri di cui alle tabelle A e B
• In nero parametri indicatori di cui alla tabella C
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PARAMETRI CHIMICIParametro Valore di parametro e unità di misura
Acrilammide * 0,10 µ g/lAntimonio 5,0 µ g/l Arsenico 10 µ g/lBenzene 1,0 µ g/l
Benzo (a) pirene 0,010 µ g/lBoro 1,0 mg/l
Bromato * 10 µ g/lCadmio 5,0 µ g/lCromo 50 µ g/lRame 1,0 mg/l
Cianuro 50 µ g/l1.2 dicloroetano 3,0 µ g/lEpicloridrina * 0,10 µ g/l
Fluoruro 1,50 mg/lPiombo 10 µ g/lMercurio 1,0 µg/l
Nichel 20 µ g/lNitrato (come NO 3) 50 mg/l
Antiparassitari 0,10 µ g/lAntiparassitari-Totale 0,50 µ g/l
Idrocarburi policiclici aromatici 0,10 µ g/l
Selenio 10 µ g/lTetracloroetilene Tricloroetilene 10 µ g/l
Trialometani-Totale 30 µ g/lCloruro di vinile * 0,5 µ g/l
Clorito * 200 µ g/lVanadio 50 µ g/lCloruro 250 mg/l
Manganese 50 µ g/lOssidabilità 5,0 mg/l O2
Solfato 250 mg/lSodio 200 mg/l
Carbonio organico totale (TOC) Senza variazioni anomale
Durezza Consigliato 15-50°FResiduo secco a 180° C Consigliato 1500 mg/l
* in relazione ai prodotti utilizzati e al tipo di impianti
Controllo di verifica (parametri da controllare oltre quelli di routine)
•In rosso parametri di cui alle tabelle A e B
• In nero parametri indicatori di cui alla tabella C
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PARAMETRI BATTERIOLOGICI
Parametro Valore di parametro e unità di misura
Conteggio delle colonie a
22° C
Senza variazioni
anomale
Enterococchi
0 (numero/100ml)
Enterobatteri patogeni (salmonella)
Assente (1 L)
Stafilococchi patogeni Assente (250 mL)
* alghe
Volume di riferimento 1 L
Controllo di verifica(parametri da controllare oltre quelli di routine)
* qualora necessario negli invasi
•In rosso parametri di cui alle tabelle A e B
• In nero parametri indicatori di cui alla tabella C
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CONTROLLI PRESSO LE OPERE DI CAPTAZIONE
Acque sotterranee
Nella Regione Marche il controllo, sia analitico che ispettivo, presso le opere di captazione, verrà effettuato con la frequenza che ogni SIAN riterrà più
opportuna, con almeno un controllo ogni tre anni, dando la priorità agli approvvigionamenti che alimentano gli acquedotti aventi maggiore utenza o più acquedotti, ed a quelli che si trovano in condizioni igieniche più critiche.
Tali controlli riguardano verifiche analitiche e igieniche compresa la verifica dell'eventuale presenza di quelle attività vietate ai sensi dell'Art. 21 del
D.Lgs.152/9
Su ogni fonte di approvvigionamento verranno eseguiti sempre controlli di verifica, lo stesso tipo di indagine verrà effettuata nella stessa giornata in almeno un punto
rappresentativo della relativa rete di distribuzione, al fine di verificare se i trattamenti adottati sono idonei a garantire la potabilità dell'acqua.
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Acque superficialiI campionamenti delle acque dolci di origine superficiale destinate alla
potabilizzazione vengono effettuati dal personale dei Laboratori dei Dipartimenti Provinciali dell'ARPAM ai sensi della normativa specifica, (Decreto Legislativo 152/99 e successive modifiche), vengono effettuati 8
controlli all'anno su ogni impianto prelevando campioni di acqua superficiale nel punto della captazione.
Possibilmente nello stesso giorno, il personale dei SIAN, preleverà campioni di acqua all’uscita dei relativi
potabilizzatori e in uno o più punti significativi della rete di distribuzione, al fine di verificare se i trattamenti di
potabilizzazione sono efficaci. In questi campioni verranno di verifica eseguiti controlli.
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Il giudizio di idoneità delle acque deve sempre basarsi su una valutazione d’insieme, dei dati analitici e delle eventuali indagini ispettive.
I requisiti da valutare in sede ispettiva presso gli impianti acquedottistici, sono quelli previsti dall’Allegato 2 del D.M. 26.03.91.
Il giudizio di idoneità delle acque destinate al consumo umano viene espresso dal SIAN, a seguito della valutazione del rischio.
I risultati analitici vengono trasmessi ai Comuni ed agli Enti Gestori degli acquedotti e, in caso di superamento dei valori di parametro di cui all’allegato I parti A, B, C, del D.Lgs.31/01, anche all‘Autorità d‘Ambito, secondo le modalità di seguito indicate.
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Superamento dei valori di parametro di cui all’allegato I parti A e B del D.Lgs. 31/01.
Il SIAN, effettuate le valutazioni del caso e tenuto conto dei potenziali rischi per la salute umana, fatto salvo quanto previsto dagli articoli n.13 e n.16 del D.Lgs. 31/01, trasmette i risultati
analitici via telefax, accompagnati da una proposta di adozione di provvedimenti amministrativi cautelativi a tutela della salute pubblica. Il Sindaco provvede tempestivamente ad emettere
ordinanza di non potabilità relativamente alla zona interessata all'inquinamento, inviandone copia anche al SIAN.
Gli Enti Gestori, sentito il SIAN e l’Autorità d’Ambito, dopo aver esaminato le possibili cause degli inquinamenti riscontrati, applicano nel più breve tempo possibile
i relativi interventi tecnici di risanamento inviando specifica relazione al SIAN.
Si procederà, all’adozione delle sanzioni previste dall' Art.19 comma 1 del D.Lgs.31/01, secondo le modalità stabilite.
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Superamento dei valori dei parametri indicatori, allegato I parte C del D.Lgs.31/01.
Il SIAN, effettuate le valutazioni del caso e tenuto conto dei potenziali rischi per la salute umana, propone i relativi provvedimenti da adottare. l'Autorità d’Ambito, visto il parere del SIAN relativamente alla valutazione del rischio, mette in atto i necessari provvedimenti e dispone che vengano effettuati idonei interventi tecnici al fine di ripristinare la qualità dell’acqua, inviando specifica relazione tecnica al SIAN. In caso di mancata osservanza delle prescrizioni imposte dall’Autorità d’Ambito, si procederà all'adozione delle sanzioni previste dall'Art.19 comma 1 del D.Legs.31/01.
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INFORMAZIONE
La tempestiva informazione ai consumatori relativamente a tutti i provvedimenti adottati a fronte di quanto accaduto sarà assicurata, per quanto di rispettiva competenza, dal Sindaco, dall’Autorità d’Ambito e dall’Ente Gestore. I SIAN resteranno disponibili a fornire ai Cittadini od alle Associazioni di Categoria che ne facessero richiesta ogni ulteriore informazione di ordine sanitario.
REVOCHE
Il parere ai fini della revoca delle ordinanze di non potabilità, viene espresso dal SIAN in seguito a comunicazione di avvenuta attuazione dei provvedimenti
tecnici adottati e dopo nuovi accertamenti analitici conformi.
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CONTROLLO PRESSO INDUSTRIE ALIMENTARI, IMPIANTI DI IMBOTTIGLIAMENTO, STRUTTURE
PUBBLICHE, FONTANE E POZZI PRIVATI
Oltre alla sorveglianza sulle caratteristiche di idoneità dell'acqua dei pubblici acquedotti, va rivolta adeguata attenzione anche all’approvvigionamento idrico delle industrie alimentari, degli impianti di imbottigliamento, delle strutture pubbliche, delle fontane, delle cisterne e agli approvvigionamenti privati.
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* D.M.21.03.1973 e Circolare n.102/78 - Dal 17.07.2005 per i nuovi impianti e per le sostituzioni nelle riparazioni si applica quanto previsto dal D.M. n.174 del 06.04.04.
Il responsabile di una industria alimentare, (bar, ristoranti, agriturismi e comunque esercizi di preparazione, produzione, trattamento, conservazione o immissione sul mercato di prodotti alimentari o bevande), risponde, dopo il punto di consegna (contatore), o dell’intera rete idrica se trattasi di approvvigionamento privato, della qualità dell’acqua impiegata nel ciclo di lavorazione;
Il responsabile di una industria alimentare, risponde sia dell’acqua utilizzata come materia prima, sia dell’acqua utilizzata per il lavaggio dei prodotti o dei macchinari, sia dei materiali utilizzati a contatto dell’acqua destinata al consumo umano*
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industrie alimentari rifornite da pubblico acquedotto
Durante la normale attività di vigilanza del SIAN sarà valutata di volta in volta la necessità di effettuare eventuali campionamenti ufficiali. In tal caso occorre effettuare contemporaneamente il campionamento anche prima del punto di consegna.
In caso di superamento dei valori di parametro di cui all’allegato I parti A e B del D. Lgs. 31/01, i risultati analitici vengono trasmessi via telefax al responsabile dell’industria alimentare, accompaganti da specifiche prescrizioni e dalla proposta di adozione di provvedimenti tecnici, e al Sindaco, competente per territorio, per i relativi provvedimenti amministrativi. Le sanzioni previste dall'Art.19 comma 3 del D.Lgs.31/01, saranno applicate secondo le modalità stabilite.
Nel caso in cui si riscontri un superamento dei valori relativi ai parametri indicatori, all.I parte C del D. Lgs. 31/01, il SIAN effettuate le valutazioni del caso e tenuto conto dei potenziali rischi per la salute umana, propone i relativi provvedimenti da adottare e dispone che vengano effettuati idonei interventi tecnici al fine di ripristinare la qualità dell’acqua. In caso di mancata osservanza delle prescrizioni imposte, si procederà all'adozione delle sanzioni previste dall'Art.19 comma 3 del D.Lgs.31/01.
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industrie alimentari con approvvigionamento privato
Oltre all'autocontrollo previsto da parte del responsabile dell'esercizio, saranno programmati dai SIAN specifici controlli, con frequenza almeno biennale, al fine di verificare la corretta gestione dell'acquedotto privato.
In caso di superamento dei valori di parametro di cui all’allegato I parti A e B del D. Lgs. 31/01, i risultati analitici vengono trasmessi via telefax al responsabile dell’industria alimentare, accompagnati da specifiche prescrizioni e dalla proposta di adozione di provvedimenti tecnici, e al Sindaco, competente per territorio, per i relativi provvedimenti amministrativi. Le sanzioni previste dall'Art.19 comma 1 del D.Lgs.31/01, saranno applicate secondo le modalità stabilite.
Nel caso in cui si riscontri un superamento dei valori relativi ai parametri indicatori, (all.I parte C del D. Lgs. 31/01), il SIAN effettuate le valutazioni del caso e tenuto conto dei potenziali rischi per la salute umana, propone i relativi provvedimenti da adottare e dispone che vengano effettuati idonei interventi tecnici al fine di ripristinare la qualità dell’acqua.In caso di mancata osservanza delle prescrizioni imposte, si procederà all'adozione delle sanzioni previste dall'Art.19 comma 1 del D.Lgs.31/01.
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Edifici e Strutture pubbliche
Il controllo ai rubinetti del consumatore negli edifici e strutture pubbliche sarà effettuato qualora si verifichino circostanze particolari che possono interessare in qualche modo la salubrità dell’acqua. In tal caso occorre effettuare contemporaneamente il campionamento anche prima del punto di consegna.In caso di conformità al punto di consegna, ma superamento al rubinetto, dei valori di parametro di cui all’allegato I parti A e B del D. Lgs.31/01, i risultati analitici vengono trasmessi via telefax al responsabile dell’edificio e/o struttura pubblica, accompagnati da una serie di prescrizioni e da una proposta di adozione di provvedimenti tecnici, se necessario si dovrà informare anche il Sindaco competente per territorio, per eventuali provvedimenti amministrativi. Le sanzioni previste dall'Art.19 comma 2 del D.Lgs.31/01, saranno applicate secondo le modalità stabilite.Nel caso in cui si riscontri un superamento dei valori relativi ai parametri indicatori, (all.I parte C del D. Lgs. 31/01), il SIAN effettuate le valutazioni del caso e tenuto conto dei potenziali rischi per la salute umana, propone i relativi provvedimenti da adottare e dispone che vengano effettuati idonei interventi tecnici al fine di ripristinare la qualità dell’acqua. In caso di mancata osservanza delle prescrizioni imposte, si procederà all'adozione delle sanzioni previste dall'Art.19 comma 2 del D.Lgs.31/01.
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Impianti di confezionamento di acqua in bottiglia o in contenitori
In attesa dell’adozione di prescrizioni tecniche concernenti il settore delle acque destinate al consumo umano confezionate in bottiglie e contenitori, ai sensi dell’art.11 punto h) del D.Lgs.31/01, oltre all'autocontrollo previsto da parte del responsabile della ditta, i controlli da parte dei SIAN, presso la sorgente e presso i rubinetti dell’impianto di imbottigliamento saranno effettuati quattro volte all’anno. I risultati analitici relativi all’impianto di imbottigliamento saranno gestiti come nel caso delle industrie alimentari di cui al punto A. Il controllo del prodotto confezionato, presso gli impianti di imbottigliamento, sarà effettuato con la frequenza stabilita dalla tabella B2 dell‘All.2 del D.Lgs.31/01. Nel prodotto confezionato devono essere rispettati i valori di parametro fissati nell’All.1 parti A, B e C.In caso di non conformità, le sanzioni previste dall' Art.19 comma 1 del D.Lgs.31/01, saranno applicate secondo le modalità stabilite.
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Acque fornite mediante cisterna fissa o mobile
Dato il carattere di eccezionalità di questo tipo di fornitura, oltre al controllo interno da parte del gestore, ogni SIAN stabilirà di volta in volta la necessità di effettuare controlli nel punto in cui l’acqua fuoriesce dalla cisterna. Devono essere rispettati i valori di parametro dell’All.1 parti A, B e C In caso di non conformità, le sanzioni previste dall' Art.19 comma 1 del D.Lgs.31/01, saranno applicate secondo le modalità stabilite.
Fontane Libere
Per predisporre un piano di controlli periodici presso le fontane che non sono alimentate da acquedotti comunali, ma alle quali possono liberamente accedere gli utenti, è necessario che i SIAN acquisiscano da ogni Comune e/o Ente Gestore, un elenco delle fontane esistenti nel territorio di propria competenza, per le quali intende adottare provvedimenti finalizzati ad assicurare nel tempo la potabilità dell'acqua erogata
nel caso di presenza di fontane per le quali il Comune o altro Ente non intenda farsi carico di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, indispensabili per tutelare e proteggere l’acqua erogata, i Sindaci dovranno farsi carico di affiggere cartelli di non potabilità, ovvero ad interrompere l'erogazione dell'acqua stessa.
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SANZIONI
Le sanzioni previste dal D.Lgs.31/01, sono tutte amministrative pecuniarie, di importo variabile, a seconda della gravità dell’infrazione in rapporto al potenziale pericolo per la salute umana.
Tenuto conto del parere del Ministero della Salute, di cui alla nota prot. N. 400.4/18.21/3641 del 03.11.03, dette sanzioni, in analogia alle previsioni del 3° comma, dell’art.26, della L. 36/94, si applicano, a seconda dello specifico caso, al responsabile della gestione dell'acquedotto, al titolare delle strutture di cui ai capitoli A, B, C e al gestore delle acque di cui al capitolo D, soltanto nel caso in cui, dopo la comunicazione dell'esito delle analisi essi non abbiano tempestivamente adottato le misure idonee ad adeguare la qualità dell'acqua o a prevenire il consumo o l'erogazione di acqua non idonea.
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CONTROLLO ACQUE DI NUOVA UTILIZZAZIONE
acque sotterranee
D.M. del 26.03.91
autorizzazione a ricerca e captazione e/o concessione alla derivazione
controlli analitici, n.8, distribuiti uniformemente nelle quattro stagioni, di cui 4 di verifica e 4 di routine
studi idrogeologici completi dell'area interessata
relazione tecnica con le caratteristiche dell'impianto di captazione, dati relativi alla portata che si intende utilizzare ed agli usi.
parere del SIAN, che viene emesso dopo aver valutato i risultati analitici e gli esiti dei sopralluoghi presso le opere di captazione per la verifica dell'idoneità dei manufatti e del rispetto di quanto previsto dall’art.n.21 del D.Lgs. 152/99 relativamente alle aree di salvaguardia.
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Acque superficiali
Decreto Legislativo n. 152/99 e successive modificazioni
Prima di utilizzare a scopo potabile un'acqua di origine superficiale è necessario che tale risorsa idrica sia sottoposta ad un approfondito studio, va accertata la presenza di insediamenti sia a monte che a valle, l'ubicazione e la qualità dei relativi scarichi ed il regime idrogeologico nel tratto di presa
L’acqua superficiale prima di essere utilizzate deve essere classificata dalla Regione nelle categorie Al, A2, A3, in relazione alle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche
I controlli analitici effettuati dall’ARPAM, per un anno, con la frequenza e le modalità fissate nell’allegato n.2 del decreto di cui sopra, definiscono la categoria di appartenenza delle acque dolci superficiali, che potranno essere destinate alla produzione di acqua potabile, dopo idoneo trattamento di potabilizzazione
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Si stanno diffondendo da qualche anno apparecchiature definite genericamente e impropriamente di depurazione, per il trattamento domestico delle acque di acquedotto, che principalmente rimuovono l’odore di cloro, riducono la durezza o la concentrazione di altri sali, possono permettere l’aggiunta di anidride carbonica, producendo, anche se non sempre, un miglioramento dal punto di vista organolettico.
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Gli aspetti negativi di questi sistemi si possono individuare nella scarsità dei controlli, nella
difficoltà di tenere in efficienza una apparecchiatura che richiede manutenzione,
nell’inutilità di sottoporre a trattamento acque che spesso non lo richiedono, nell’incapacità di
tali sistemi di garantire la risoluzione di problemi non risolti dall’ente gestore
dell’acquedotto a fronte dell’eccessiva fiducia di chi ne decide l’installazione.
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Apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili
Apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili
DECRETO MINISTERIALE N. 443/90
Disciplina la produzione l’installazione e l’utilizzo di apparecchi destinati a migliorare le caratteristiche dell’acqua potabile.
Tali apparecchi non rendono potabile un’acqua inquinata, ma devono essere utilizzati su un’acqua già potabile, al fine di migliorarne alcune caratteristiche.
Se non vengono adeguatamente installati e soprattutto gestiti correttamente, potrebbero dar luogo ad
inconvenienti, con peggioramento della qualità dell’acqua erogata e rischi di inquinamento.
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Le acque idonee al consumo umano, non preconfezionate, somministrate nelle
collettività o in altri esercizi pubblici, devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione
“acqua potabile trattata” o “acqua potabile trattata e gassata” se è stata addizionata
di anidride carbonica
Le acque idonee al consumo umano, non preconfezionate, somministrate nelle
collettività o in altri esercizi pubblici, devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione
“acqua potabile trattata” o “acqua potabile trattata e gassata” se è stata addizionata
di anidride carbonica
Art.13 comma 5 D.Lgs. 181/03 concernente l’etichettatura dei prodotti alimentari
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Autorizzazione per l’utilizzo di un pozzo privato ai sensi del Decreto del Ministero della Sanità 26 marzo 1991
L’autorizzazione all’utilizzo dell'acqua destinata al consumo umano derivante da approvvigionamento privato, dovrebbe essere rilasciata solo dopo aver valutato:
a - i risultati analitici di almeno quattro controlli nelle 4 stagioni, di cui almeno uno di verifica comprensivo della ricerca di salmonella
b - la relazione tecnica contenete le caratteristiche dell'impianto di captazione;
c - la relazione geologica dell'area interessata che dovrà indicare lo stato di vulnerabilità della risorsa idrica in relazione alle attività esistenti nella zona (coltivazioni, scarichi, insediamenti produttivi, allevamenti ecc.).
Al momento del sopralluogo ai fini del rilascio del parere di competenza, sarà necessario anche verificare le condizioni igieniche dell’opera di presa e di tutto l’impianto idrico, compresi eventuali impianti di trattamento; dovrà inoltre essere effettuato un campionamento per la verifica analitica dell’acqua in uso, con controllo, da decidere di volta in volta, di routine o di verifica di base, integrati eventualmente con quei parametri che, valutati caso per caso, siano considerati a rischio.
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Utilizzo di un pozzo privato in un’industria alimentare (nella regione Marche ai sensi delle DGR n.339/06, n.741/06 e n.340/07)
L’utilizzo dell'acqua destinata al consumo umano derivante da approvvigionamento privato, in una industria alimentare, deve essere indicato nella DIA prevista dalle DGR n.339/06, n.741/06 e
n.340/07, allegando la seguente documentazione:
a – un certificato analitico, non anteriore a tre mesi, di almeno un controllo di verifica alla captazione, comprensivo della ricerca di salmonella, nonché un certificato analitico di un controllo effettuato su un campione prelevato dopo eventuale trattamento, che sia conforme al D.Lgs.31/01, (i parametri da effettuare in tale controllo dipenderanno dall’esito delle analisi alla captazione e dal tipo di impianto di trattamento e riguarderà comunque un controllo di un numero limitato di parametri);
b - la relazione tecnica contenete le caratteristiche dell'impianto di captazione e di distribuzione dell’acqua (con relativa planimetria) e degli eventuali impianti di trattamento e/o di disinfezione. Si ricorda che i materiali che vanno a contatto con l’acqua potabile devono essere conformi a quanto previsto dal D.M. n.174 del 06.04.04 in vigore dal. 17.07.2005 per i nuovi impianti e per le sostituzioni (per i vecchi impianti si fa riferimento al D.M.21.03.1973 e alla Circolare n.102/78).
c – relazione relativa alla protezione idrogeologica dell’acqua con autocertificazione che nell’area di rispetto della fonte di approvvigionamento non sono presenti le attività vietate dall’art.94 del D.Lgs n.152/06.
Ove necessario può essere richiesta documentazione aggiuntiva.
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La commercializzazione delle acque in bottiglia nacque all’inizio del ‘900 nei maggiori complessi termali, per permettere a chi aveva iniziato una terapia idropinica, di continuarla anche a casa propria
In seguito sul mercato comparvero, sempre più numerose, acque non termali meno cariche di sali e di gusto più gradevoli che si diffusero come ottime acque da tavola
Acqua Minerale
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Le acque minerali naturali sono state usate in passato, come acque con caratteristiche
principalmente curative presso gli stabilimenti termali, solo in anni recenti se ne è diffuso l’uso
come acque da tavola, in sostituzione delle acque distribuite dagli acquedotti.
Pertanto, alcune acque minerali, che devono le loro proprietà curative a certe caratteristiche di composizione, possono anche non rientrare nei
limiti previsti per le acque potabili, ma ciò è giustificato e comprensibile solo se si considera che il quadro normativo di riferimento, parte dal
presupposto di un uso delle acque minerali, limitato nel tempo e sotto controllo medico.
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Alcuni elementi possono essere utili all’organismo umano, se assunti in bassi quantitativi, ma diventano
tossici se introdotti in quantità elevate e, frequentemente, la dose efficace a livello fisiologico è
molto vicina alla dose tossica.
L’evoluzione normativa in atto, sia a livello europeo che a livello nazionale, ha determinato un quadro complesso e confuso, ma ha portato comunque al riallineamento dei valori limite, per le sostanze tossiche, fra le due tipologie di acqua.
Sarebbe anche auspicabile, una più evidente differenziazione tra acque minerali di comune uso come acque da tavola e acque minerali nel senso tradizionale di acque “curative” con diversi limiti di composizione.
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Molte delle acque minerali in commercio presentano una composizione che rientra nel campo caratteristico delle acque potabili e pertanto possono essere tranquillamente utilizzate abitualmente; solo per acque con un contenuto di sali molto elevato o molto basso, l’uso alternativo alle acque potabili dovrebbe essere limitato ai casi in cui è necessaria una azione coadiuvante alle terapie mediche.
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COMPONENTI DELLE ACQUE MINERALI
sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati, bicarbonati, ecc.
Le acque minerali si differenziano fra loro per il diverso contenuto di queste sostanze: avremo acque con contenuto di sali elevato, medio e basso.
E’ il residuo fisso il parametro che esprime il quantitativo dei sali disciolti in un’acqua (mineralizzazione).Sulle etichette è sempre riportato il Residuo fisso a 180 °C: questo valore corrisponde alla parte solida che rimane, dopo aver evaporato alla temperatura di 180°C, un litro di acqua.
Nelle acque minerali il residuo fisso costituisce un parametro di notevole importanza perché permette di classificare le acque minerali e di scegliere le acque in base alle varie esigenze.
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Le acque minerali non possono essere trasportate se non attraverso le tubature di adduzione allo
stabilimento
Devono essere confezionate all’origine in contenitori della capacità massima di due litri
L’assenza di qualsiasi trattamento di disinfezione richiede una serie di precauzioni e l’uso di
appropriate tecnologie per la captazione, per il trasporto e per l’imbottigliamento
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La classificazione prevista (D. lgs. 105/92) è la seguente:
1. minimamente mineralizzata: fino a 50 mg/L2. oligominerale o leggermente mineralizzata: da 50 a 500 mg/L3. ricca di sali minerali: oltre 1500 mg/L
Non esiste una dizione per l’intervallo 500 – 1500 mg/L: nello spazio lasciato da questa che sembra una dimenticanza si potrebbe introdurre la definizione “mediamente mineralizzata”.
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INDICAZIONI CHE SI POSSONO RIPORTARE
solfata - tenore di solfati superiore a 200mg/l
clorurata - tenore di cloruri superiore a 200mg/l
calcica - tenore di calcio superiore a 150mg/l
magnesiaca - tenore di magnesio superiore a 50mg/l
fluorurata - tenore di fluoro superiore a 1mg/l
sodica - tenore di sodio superiore a 200mg/l
contenente bicarbonato - bicarbonati superiore a 600mg/l
per diete povere di sodio - sodio inferiore a 20mg/l
ferruginosa - ferro bivalente superiore a 1mg/l
acidula - anidride carbonica libera superiore a 250mg/l
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RELATIVAMENTE ALLA PRESENZA DI ANIDRIDE CARBONICA
totalmente degassata se la CO2 libera presente alla sorgente è stata totalmente eliminata
parzialmente degassatase la CO2 libera presente alla sorgente è stata parzialmente eliminata
rinforzata col gas della sorgentese il tenore di CO2 libera, prelevata in falda, è superiore a quello della sorgente
aggiunta di anidride carbonicase è stata aggiunta CO2 non prelevata dalla stessa falda
naturalmente gasata o effervescente naturalese il tenore di CO2, superiore a 250 mg/l, è uguale a quello della sorgente
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Le acque minerali presentano una grande varietà di composizione non c’è limite per il contenuto di sali disciolti, ma molte acque minerali presentano comunque una composizione che rientra nel campo caratteristico delle acque potabili, pertanto in molti casi possono essere sostitutive delle acque potabili
Solo per acque con residuo fisso molto elevato o molto basso, l’uso alternativo alle acque potabili può determinare degli squilibri e il loro impiego dovrebbe essere limitato ai casi nei quali è opportuna una azione coadiuvante alle terapie mediche
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un contenuto salino elevato, conferisce particolari proprietà alle acque minerali, che possono riportare specifiche indicazioni.
tenore di sodio superiore a 200 mg/L - sodicasolfati superiori a 200 mg/L - solfata.
L’impiego di acque minerali ad elevato contenuto salino (ma anche con bassissimo contenuto di solidi disciolti) comunemente utilizzate come acque da tavola, con etichette che non riportano alcuna controindicazione, costituisce un argomento su cui si discute e si discuterà ancora a lungo.
Decreto 11 settembre 2003
Attuazione della Direttiva 2003/40/CE relativa all’etichettatura delle acque minerali e di sorgente
Dal 1° luglio 2004 dovrà essere indicato un contenuto di fluoruro superiore a 1,5 mg/l e l’eventuale trattamento con ozono
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La normativa delle acque minerali naturali prevede il riconoscimento delle stesse da parte del Ministero della Sanità (DM 542/92). E’ necessario produrre una complessa documentazione che comprende fra l’altro almeno quattro controlli analitici da effettuare nel corso di un anno nelle quattro stagioni
ANALISI MICROBIOLOGICHE
assenza di coliformi, streptococchi fecali, spore di clostridi solfitoriduttori, stafilococco aureo, pseudomonas aeruginosa e carica microbica totale definita
ANALISI CHIMICHE E CHIMICO-FISICHE
determinazione di 23 parametri che ne definiscono la composizione
presenza di sostanze contaminanti o indesiderabili, altri 23 parametri, al di sotto di una determinata concentrazione
La composizione chimica e la temperatura non devono subire variazioni significative nel tempo
sono consentiti solo alcuni trattamenti: rimozione dell’arsenico, separazione dei composti instabili del ferro, manganese e zolfo, eliminazione totale o
parziale dell’anidride carbonica e la possibilità di reintrodurla successivamente
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CARATTERISTICHE DI UN’ACQUA MINERALE
si devono considerare quattro aspetti
1) geologico e idrogeologico
2) organolettico, fisico, chimico-fisico e chimico
3) microbiologico
4) farmacologico, clinico e fisiologico
i criteri per la valutazione delle caratteristiche di un’acqua minerale sono stabiliti da leggi specifiche, le quali stabiliscono anche le norme per i controlli da effettuare durante l’utilizzo e lo sfruttamento delle acque minerali; sono previsti controlli sia da parte delle ASL, sia dalle aziende che utilizzano l’acqua.
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I CONTROLLI RIGUARDANO IN PARTICOLARE LE ANALISI CHIMICHE E LE ANALISI MICROBIOLOGICHE
DEVONO ESSERE EFFETTUATI
ALLA FONTE
ALL’IMPIANTO TERMALE
ALL’IMPIANTO DI IMBOTTIGLIAMENTO
AI DEPOSITI
AI PUNTI VENDITA
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DA PARTE DEGLI ORGANI SANITARI
ALMENO UN CONTROLLO OGNI STAGIONE ALLA SORGENTE E ALMENO UNA VOLTA ALL’ANNO ALL’IMPIANTO TERMALE IN DUE PUNTI A MONTE DELL’UTILIZZO
ALL’IMPIANTO DI IMBOTTIGLIAMENTO SECONDO LA PRODUZIONE GIORNALIERA
OGNI SETTIMANA SOPRA DI 500.000 PEZZI AL GIORNO
OGNI QUINDICI GIORNI TRA 200.000 E 500.000 PEZZI AL GIORNO
OGNI MESE AL DI SOTTO DI 200.000 PEZZI AL GIORNO
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DA PARTE DELLE AZIENDE CHE UTILIZZANO L’ACQUA
ALMENO OGNI DUE MESI ALLA SORGENTE
ALMENO OGNI TRE MESI ALLO STABILIMENTO TERMALE IN DUE PUNTI A MONTE DELL’UTILIZZO
OGNI GIORNO O ANCHE PIU’ VOLTE AL GIORNO ALL’USCITA DELLA CATENA DI IMBOTTIGLIAMENTO
ALMENO UNA VOLTA ALL’ANNO IL CONTROLLO DI QUALITA’ PRESSO UN LABORATORIO AUTORIZZATO, CHE CONSISTE IN UNA ANALISI CHIMICA COMPLETA
ALLA SORGENTE
AGGIORNAMENTO DELLE ANALISI PER RINNOVO ETICHETTA OGNI CINQUE ANNI
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PER LE ANALISI MICROBIOLOGICHE I CAMPIONI PRELEVATI DAGLI ORGANI SANITARI DOVRANNO COMPRENDERE LA DETERMINAZIONE DI TUTTI I PARAMETRI PREVISTI, MENTRE PER QUELLI PRELEVATI DA PARTE DELLE AZIENDE DOVRANNO COMPRENDERE, ALLA SORGENTE TUTTI I PARAMETRI PREVISTI, ALL’IMBOTTIGLIAMENTO COLIFORMI, PSEUDOMONAS AERUGINOSA E STAFILOCOCCO AUREUS
PER LE ANALISI CHIMICHE I CAMPIONI PRELEVATI SIA DAGLI ORGANI SANITARI CHE DALLE AZIENDE VANNO SOTTOPOSTI DI REGOLA AL CONTROLLO DEL pH E DELLA CONDUCIBILITA’ E, SE NECESSARIO, DAI PARAMETRI DI CUI ALL’ART.6 DEL DM 542/92 PER LA VERIFICA DEL NON SUPERAMENTO DEI LIMITI
IN CASO DI SCOSTAMENTO DELLA CONDUCIBILITA’ AL DI SOPRA DEL 15% DEL VALORE DICHIARATO SI PROCEDERA’ ALL’ANALISI COMPLETA E AD EVENTUALI INDAGINI SUPPLEMENTARI
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L’assenza di trattamenti di disinfezione nelle acque minerali e di sorgente, richiede una serie di precauzioni e l’uso di appropriate tecnologie, per la
captazione per il trasporto e per l’imbottigliamento; le caratteristiche di qualità di queste acque derivano, oltre che dalla composizione, in particolare
dall’essere batteriologicamente pure all’origine, dalla gradevolezza e dalla garanzia dell’assenza di prodotti secondari della disinfezione.
L’assenza di trattamenti di disinfezione nelle acque minerali e di sorgente, richiede una serie di precauzioni e l’uso di appropriate tecnologie, per la
captazione per il trasporto e per l’imbottigliamento; le caratteristiche di qualità di queste acque derivano, oltre che dalla composizione, in particolare
dall’essere batteriologicamente pure all’origine, dalla gradevolezza e dalla garanzia dell’assenza di prodotti secondari della disinfezione.
relativamente alla composizione chimica invece, devono rispettare i requisiti e i limiti delle normali acque potabili e quindi non si possono attribuire a queste
acque, particolari proprietà terapeutiche.
Le acque di sorgente introdotte in Italia con una specifica normativa nel 1999, in analogia con le acque minerali, sono acque imbottigliate
alla sorgente, batteriologicamente pure all’origine, di provenienza sotterranea e prive di qualsiasi trattamento di disinfezione;
Le acque di sorgente introdotte in Italia con una specifica normativa nel 1999, in analogia con le acque minerali, sono acque imbottigliate
alla sorgente, batteriologicamente pure all’origine, di provenienza sotterranea e prive di qualsiasi trattamento di disinfezione;
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
…benché apparentemente l'acqua sia una risorsa rinnovabile, le cui riserve sono continuamente reintegrate attraverso il grande ciclo naturale dell'acqua, in molte zone della Terra l'acqua è
scarsa; in altre l'acqua è disponibile, o anche abbondante, ma la qualità delle riserve viene continuamente peggiorata dagli
inquinamenti e la disponibilità di acqua dolce di buona qualità si fa sempre più scarsa…