le coniche (circonferenza, ellisse, parabola, iperbole) · non hanno modificato i programmi pni di...

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1 UNI VERSI TÀ DEGLI STUDI DI FERRARA SCUOLA DI SPECI ALI ZZAZI ONE PER L I NSEGNAMENTO SECONDARI O _____________ VIII Ciclo - Classe di Specializzazione A049 PERCORSO DIDATTICO LE CONI CHE (Cir conf er enza, ellisse, par abola, iperbole) Caterina Tarantini

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UNI VERSI TÀ DEGLI STUDI DI FERRARA

SCUOLA DI SPECI ALI ZZAZI ONE PER L I NSEGNAMENTO SECONDARI O

_____________

VIII Ciclo - Classe di Specializzazione A049

PERCORSO DIDATTICO

LE CONI CHE (Cir conf er enza, ellisse, par abola,

iper bole)

Caterina Tarantini

2

CENNI STORICI:

Lo studio delle coniche ha origini antichissime. Sembra che il primo matematico ad

occuparsi delle sezioni coniche sia stato Menecmo (375-325 a.C), un matematico

greco discepolo di Platone e di Eudosso e maestro di Alessandro Magno. Esse furono

scoperte nel tentativo di risolvere con riga e compasso i tre famosi problemi di

trisezione dell'angolo, duplicazione del cubo e quadratura del cerchio. Le coniche sono

curve piane ottenute intersecando un cono circolare retto con un piano (deriva

appunto da qui il nome coniche). Inizialmente una sezione conica era definita come

l int er sezione di un cono circolare retto con un piano perpendicolare alla generatrice

del cono: si ot t iene inf at t i una par abola se l angolo al ver t ice è r et t o, un ellisse se è

acut o, un iper bole se è ot t uso.

3

Successivamente Apollonio di Perga (c. 262-190 a.C.), conosciuto come il Grande

Geometra, consolidò ed approfondì i precedenti risultati nell oper a Le Coniche, la cui

importanza, paragonabile agli Elementi di Euclide per la geometria sintetica, non favorì

ulteriori sviluppi nei secoli a seguire, almeno dal punto di vista puramente geometrico.

Degli ot t o libr i che componevano l oper a, solo t r e sono giunt i f ino a noi nella ver sione

or iginale, degli alt r i quat t r o ci sono per venut e le t r aduzioni dall ar abo e uno è andat o

perduto. Apollonio fu anche il primo ad attribuire i nomi di ellisse, parabola, ed

iperbole alle coniche. Tali nomi traggono origine dal confronto di due grandezze

car at t er ist iche di ciascuna cur va. Ellisse vuol dir e mancanza , iper bole signif ica

"andare oltre", e parabola, "mettere accanto". A differenza di quanto si riteneva in

precedenza, Apollonio dimostrò che non era necessario prendere sezioni

perpendicolari a un elemento del cono, e che da un unico cono era possibile ottenere

tutte e tre le varietà di sezioni coniche semplicement e var iando l inclinazione del piano

di intersezione. Ciò rappresentava un notevole passo in avanti verso la visione unitaria

dei tre tipi di curve. Una seconda importante generalizzazione si ebbe quando

Apollonio dimostrò che non era necessario che il cono f osse r et t o (ossia, avent e l asse

perpendicolare alla base), ma che poteva benissimo essere anche un cono obliquo.

Infine, Apollonio dimostrò che, sostituendo il cono a una falda con il cono a doppia

falda, parte di spazio racchiusa dalla superficie conica generata dalla rotazione

completa di una retta r intorno ad un'altra retta s (asse di rotazione) incidente ad

r(generatrice del cono) si potevano ottenere tutti i tipi di sezioni coniche da un solo

cono al var iar e dell inclinazione del piano int er secante il cono. L'angolo formato da

r con s (minore di un angolo retto) è detto semiapertura del cono. Considerando un

piano gener ico che int er seca l asse di r ot azione non passant e per il ver t ice del cono,

indicando con l'angolo acuto che il piano forma con l'asse del cono a seconda di

come var ia l angolo si ottengono curve diverse.

4

I nolt r e diede un gr ande cont r ibut o all ast r onomia gr eca, applicando modelli geomet r ici

al moto dei pianeti.

DESTINATARI:

Quest o per cor so didat t ico è r ivolt o ad una classe t er za di un liceo scient if ico

sper iment ale PNI dove le or e set t imanali di mat emat ica pr evist e sono 5 e

comprendono anche il laboratorio di informatica.

LE CONICHE NEI PROGRAMMI MINISTERIALI:

L insegnament o della mat emat ica nei licei di ordinamento si basa sui pr ogr ammi

minist er iali r edat t i nel 1952, che r ipr endono sost anzialment e i pr ogr ammi della

90 :

ellisse

: parabola : iperbole

5

Rif or ma Gent ile, r isalent e al 1923. Nell at t esa di una r if or ma della scuola secondar ia

super ior e, molt i licei hanno adot t at o pr oget t i di sper iment azione, t r a cui vi è il Piano

Nazionale per l I nf ormat ica (PNI ). I suoi pr ogr ammi sono st at i elabor at i nel 1985,

con lo scopo di int r odur r e l inf or mat ica nelle scuole secondar ie super ior i. Nei

pr ogr ammi minist er iali PNI di mat emat ica e f isica per il liceo scient if ico, l ar goment o

delle coniche è inserito al terzo anno nel t ema int it olat o Geomet r ia al punt o 1.a:

Cir conf er enza, ellisse, par abola, iper bole nel piano car t esiano .

Si pr opone di int r odur r e le coniche pr ima come luoghi geomet rici e successivament e

di scrivere le equazioni con rif erimento a sistemi di assi cartesiani, svolt i in modo

opportuno.

Le abilit à r ichiest e, in quest o ambit o, r iguar dano la r isoluzione analit ica di pr oblemi

sulle coniche, la loro rappresentazione analitica e le proprietà geometrica del luogo.

Infine si richiede di acquisire la capacità di realizzare costruzioni di luoghi geometrici

mediante strumenti diversi.

I successivi pr ogr ammi elabor at i dalla Commissione Brocca negli anni 1991 e 1992,che

non hanno modif icat o i pr ogr ammi PNI di mat emat ica e f isica, sono st at i adot t at i dai

var i ist it ut i di ist r uzione secondar ia come pr oget t i di sper iment azione su pr opost a

dello stesso Ministero della Pubblica Istruzione.

Tr a il 2000 e il 2004 si collocano invece le pr opost e di r if or ma dei cur r icoli di

Mat emat ica da par t e dell UMI , Unione Matemat ica I t aliana; il cui obiet t ivo er a

quello di r innovar e i pr ogr ammi alla luce dei cambiament i int er venut i nella societ à e

nelle t ecnologie. Si voleva pr opor r e, inf at t i, una mat emat ica per il cit t adino , cioè un

cor pus di conoscenze e abilit à f ondament ali da acquisir e indipendent ement e dalla

var iet à degli indir izzi della scuola secondar ia, per ché r it enut e necessar ie a t ut t i

color o che ent r ano nell at t uale societ à.

Le conoscenze specif iche per l ar goment o in quest ione (pr opost e da Matematica 2003)

sono:

Circonferenza, parabola, ellisse, iperbole come luoghi di punti e come sezioni coniche.

6

Invece, per quanto riguarda le abilità:

Realizzare semplici costruzioni di luoghi geometrici (Laboratorio di matematica).

Risolver e semplici pr oblemi r iguar dant i r et t e, cir conf er enze, par abole, ellisse,

iperbole.

Occor r e sot t olinear e che quest e pr opost e er ano st at e pensat e inizialment e sulla base

della Legge quadr o di r ior dino dei cicli scolast ici, Legge n. 30/ 2000, del Minist r o L.

Ber linguer ; quest ult ima per ò è st at a poi abr ogat a nella successiva legislat ur a dal

Minist r o L. Mor at t i. I nolt r e analizzando gli OSA (Obiet t ivi Specif ici di

Apprendimento) del Liceo Scient if ico, per quant o r iguar da l ar goment o delle coniche,

esso è collocat o al secondo biennio e sono inser it i all int er no del t ema Geomet r ia

(quest i obiet t ivi sono simili a quelli dell UMI ). Si r ichiede che gli st udent i sappiano:

Risolver e analit icament e pr oblemi r iguar dant i r et t a,cir conf er enza ed alt r e

coniche;

Rappr esent ar e analit icament e luoghi di punt i: r iconoscer e dagli aspet t i f or mali

delle equazioni le proprietà geometriche del luogo e viceversa ;

Conoscere i luoghi di punti e sezioni coniche.

TEMPI DI SVOLGIMENTO:

1. La circonferenza 10 ore (3 di spiegazione, 2 di laboratorio,2 di esercizi in

classe e 3 di verifiche orali e scritte)

2. l ellisse 11 or e (4 di spiegazione, 2 di labor at or io, 2 di eser cizi in classe e

3 di verifica)

3. la par abola 12 or e (4 di spiegazione, 3 di labor at or io, 2 di eser cizi in

classe e 3 di verifica)

4. l iper bole 12 or e (4 di spiegazione, 3 di labor at orio, 2 di esercizi in classe

e 3 di verifica)

PREREQUISITI:

Lo studente deve possedere le seguenti nozioni:

Geometria sintetica;

7

Elementi fondamentali del piano cartesiano, retta e fasci di rette

Simmetria assiale, simmetria centrale, traslazione, rotazione e rototraslazione;

Concetto di funzione e di grafico di funzione;

Equazioni e disequazioni di primo e di secondo grado; equazioni parametriche;

Risoluzione di sistemi di primo e di secondo grado;

Conoscenze minime dei sof t war e didat t ici Cabr ì-géomètre e Der ive suf f icient e

per le applicazioni in laboratorio di informatica.

ACCERTAMENTO DEI PREREQUI SI TI : Sar à oppor t uno per mezzo di lezioni

dialogiche r ichiamar e i concet t i e i met odi r isolut ivi acquisit i nel biennio pr ecedent e

nel momento in cui questi serviranno per introdurre e spiegare i nuovi argomenti.

Si pr ovveder à a svolger e in classe eser cizi di r ipasso, per t ant o gli st udent i ver r anno

chiamat i alla lavagna per dimost r ar e le conoscenze su t ali pr er equisit i. I nolt r e

verranno assegnati esercizi per casa.

OBIETTIVI GENERALI:

Acquisir e le conoscenze, le compet enze e le capacit à pr evist e dal per cor so

didattico.

Acquisir e consapevolezza dell ut ilit à logica delle pr opr iet à degli ar goment i

trattati.

Condur r e all uso del lessico e del f or malismo gr af ico appropriato.

Imparare ad operare con la simbologia opportuna.

Sviluppar e la capacit à di ut ilizzar e met odi, st r ument i e modelli mat emat ici in

situazioni diverse.

Cont r ibuir e a r ender e gli st udent i in gr ado di af f r ont ar e sit uazioni

pr oblemat iche di var ia nat ur a avvalendosi dei modelli mat emat ici più adat t i alla

loro rappresentazione.

Sviluppar e l int er esse per gli aspet t i st or ico-epistemologici della matematica.

8

L uso di sof t war e, ser vir à ad abit uar e l allievo ad oper ar e consapevolment e

all int er no di diver si sistemi, dotati di loro regole formali e limiti operativi.

OBIETTIVI TRASVERSALI :

Sviluppar e at t it udine alla comunicazione ed ai r appor t i int er per sonali,

favorendo lo scambio di opinione tra il docente e allievo e tra gli allievi stessi.

Pr oseguir e ed ampliar e il pr ocesso di pr epar azione scient if ica e cult ur ale degli

studenti.

Cont r ibuir e a sviluppar e lo spir it o cr it ico e l at t it udine a r iesaminar e

criticamente ed a sistemare logicamente le conoscenze acquisite.

Contribuire a sviluppare capacità logiche e argomentative.

Imparare a rispettare i tempi di consegna dei lavori da svolgere.

OBIETTIVI SPECIFICI :

Conoscenze: circonferenza, ellisse, parabola ed iperbole come luogo di punti r appr esent azione analit ica delle coniche in un ben pr eciso sist ema di r iferimento cartesiano (equazione canonica, significato dei coefficienti) element i car at t er izzant i e pr opr iet à (eccent r icit à, assi di simmet r ia, intersezioni con gli assi cartesiani, asintoti) Posizione di una retta rispetto ad una conica Rette tangenti ad una conica Coniche traslate

Competenze:

Saper ut ilizzar e st r ument i inf or mat ici per la cost r uzione delle coniche come luoghi geometrici Saper r appr esent ar e analit icament e le coniche: r iconoscer e dagli aspet t i f or mali dell equazione le pr opr iet à geomet r iche del luogo e viceversa Saper risolvere analiticamente problemi riguardanti le coniche

Capacità:

saper utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite per risolvere problemi saper r isolver e pr oblemi di geomet r ia dando un int er pr et azione analit ica

9

saper utilizzare le conoscenze e le competenze acquisite in contesti diversi.

METODOLOGIE DIDATTICHE

Per l appr endiment o dei cont enut i e per per seguir e gli obiet t ivi espost i si f ar à uso di

lezioni sia f r ont ali che dialogat e, con il sussidio del libr o di t est o e di f ot ocopie

contenenti esercizi svolti e approfondimenti.

Ver r anno assegnat i compit i per casa, cer cando di dedicar e sempr e una par t e della

lezione alla correzione di questi alla lavagna sia da parte del docente, che da parte dei

r agazzi. (I compit i ver r anno comunque cont r ollat i dal docent e, per assicur ar si che i

ragazzi li svolgano).

Verranno discussi e confrontati in classe gli esercizi e i problemi che hanno creato più

dif f icolt à negli allievi e pr oblemi. I nf ine si svolger anno at t ivit à di labor at orio

informatico utilizzando software didattici come Cabri-géomètre e Derive.

CONTROLLO DELL APPRENDI MENTO: La valutazione formativa si esegue tramite semplici verifiche orali, esercitazioni in classe, correzione degli esercizi assegnati per casa e valutazione delle relazioni di laboratorio. Le verifiche orali e gli esercizi alla lavagna permettono inoltre di valutare l acquisizione di pr opr iet à di linguaggio degli alunni, e il lor o cr it er io di scelt a di una strategia risolutiva. La verifica sommativa, nella quale vengono proposti esercizi simili a quelli esaminati in classe, ma non solo, permette di verificare il livello di assimilazione degli ar goment i t r at t at i e l aut onomia nella r isoluzione degli eser cizi. GRIGLIA PER LA VALUTAZIONE: La valutazione della verifica sommativa è determinata in base al punteggio attribuito ad ogni esercizio che ne fa parte. Le differenze di punteggio attribuite agli esercizi rispecchiano le relative differenze a livello di conoscenze, competenze e capacità r ichiest e. Nell at t ribuzione del punteggio si tiene conto dei seguenti indicatori, sugger it i dal Minist er o Pubblica dell I st r uzione( anzit ut t o in r if er iment o alla pr ova scr it t a dell esame di st at o): i. Conoscenze specifiche. ii. Compet enze nell applicar e le pr ocedur e ed i concetti acquisiti. iii. Capacità logico e argomentative. iv. Completezza della risoluzione. v. Cor r et t ezza della r isoluzione e dell esposizione.

10

Nel caso di errore nello svolgimento degli esercizi si attribuisce solo parte del punteggio completo previsto per essi.

GRIGLIA DI VALUTAZIONE (AD USO DEL DOCENTE)

Punteggio grezzo (totale 40)

Voto in decimi (ottenuto con la

proporzione)

Voto in decimi (una proposta)

0 1 2 3 4

0 - 1

5 6 7 8

1 - 2

9 10 11 12

2 - 3

3

13 14 15 16

3 - 4

17

4

18 19 20

4 - 5

21 22

5

23 24

5 - 6

25 26 27

6

28

6 - 7

29 30 31

7

32

7 - 8

33 8 - 9 8

11

34 35 36 37 38 39

9

40

9 - 10

10

STRUMENTI UTILIZZATI:

Libro di testo

Lavagna e gessi

Calcolatrice scientifica

Fotocopie

Software didattici come Cabri-géomètre e Derive

UNI TA DI DATTI CA 1 : LA CI RCONFERENZA

Contenuti

1. LA CIRCONFERENZA COME LUOGO GEOMETRICO 2. EQUAZIONE CANONICA DELLA CIRCONFERENZA 3. CONDIZIONI PERCHÉ UN EQUAZIONE RAPPRESENTI UNA

CIRCONFERENZA 4. DALL EQUAZI ONE AL GRAFI CO 5. ALCUNI CASI PARTICOLARI 6. POSIZIONI RECIPROCHE RETTA CIRCONFERENZA 7. FASCI DI CIRCONFERENZE. 8. APPLICAZIONI ALLA FISICA.

1.1 LA CIRCONFERENZA COME LUOGO GEOMETRICO

DEFI NI ZI ONE: Assegnat o nel piano un punt o C, det to cent ro, si chiama circonferenza la curva piana luogo geometrico dei punti equidistanti da C.

12

Consider at a una cir conf er enza di cent r o C e r aggio r sappiamo che per ogni suo

punt o P vale la r elazione rPC , dove 0Rr . I n not azione insiemist ica:

0 ,PC piano, del punti rrP

1.2 EQUAZIONE CANONICA DELLA CIRCONFERENZA.

Determiniamo l equazione di una generica circonf erenza con il cent ro coincidente con l origine degli assi.

O1

1

C O(0,0): la r elazione rPC , t enendo cont o della f or mula della dist anza t r a due punti, diventa:

ryx 22 00

ed elevando al quadrato 222 ryx

Determiniamo l equazione di una generica circonf erenza con il cent ro C ,

con 0, e raggio r.

O1

1

Un gener ico punt o P(x,y) appar t iene alla cir conf er enza se solo se rPC

La relazione precedente in questo caso diventa:

ryx 22

da cui elevando al quadrato

13

222 ryx

Svolgendo i calcoli si ottiene:

022 22222 ryxyx

ponendo

222

2

2

rc

b

a

l equazione divent a

022 cbyaxyx (1) Che prende il nome di equazione in forma normale o canonica (equazione di secondo grado in x e y in cui manca il termine con il prodotto xy e i coefficiente di x e di y al quadrato sono uguali fra loro).

Osservazioni:

l'equazione di una curva dipende dal sistema di riferimento scelto nel caso in cui l asse delle ascisse passi per il cent r o della cir conf er enza e l' or igine O sia post a nel cent r o st esso, si ha solt ant o il r aggio della circonferenza come parametro. Non è essenziale che 2x e 2y abbiano coef f icient e uguale a 1, per ché se essi

valesser o per esempio n, (con n diver so da uno e non nullo) bast er ebbe divider e t ut t i i t er mini dell equazione per n. Per t ant o l equazione l equazione che si deduce dalla (1) molt iplicando per un numero 0k cioè l equazione 022 kckbykaxkykx si chiama equazione

generale della circonferenza.

1.3 CONDIZIONE PERCHÉ UN EQUAZI ONE DEL TIPO 022 cbyaxyx

RAPPRESENTI UNA CIRCONFERENZA.

Esempio: 0422 yx pur essendo un equazione del t ipo che abbiamo descr it t o, non

è l equazione di una cir conf er enza per ché non ha soluzioni r eali

422 yx

questo significa che nessun punto del piano ha coordinate (x,y) che soddisfino l equazione.

14

L equazione ot t enut a, t enendo cont o della f or ma 222 ryx e delle r elazioni

2222

2

rc

b

a

, rappresenta una circonferenza di centro 22

baC ; e raggio

cba

r22

22

L equazione 022 cbyaxyx rappresenta una circonferenza del piano

soltanto quando 022

22

cba

. Se c< 0 allora la condizione è automaticamente

soddisfatta.

In tal caso le coordinate del centro sono 22

baC ;

e il raggio vale

cba

r22

22

Possiamo inoltre dire che:

se 022

22

cba

la cir conf er enza ha r aggio nullo e l equazione divent a 022

22b

ya

x ; cioè

l equazione è soddisf at t a solo dal cent r o e la cir conf er enza degenera nel suo cent r o.

se 022

22

cba

allora la (1) non rappresenta alcuna circonferenza.

Esempio:

una equazione del t ipo 02812744 22 yxyx rappresenta una

circonferenza? Dividendo ent r ambi i membr i dell equazione per 4 e ver if icando che

022

22

cba

si ot t iene l equazione di una cir conf er enza in f or ma canonica.

In gener ale: l equazione nella f or ma 022 kckbykaxkykx è detta equazione

cartesiana generale della circonferenza.

La forma canonica si ottiene dunque dividendo per k. Riassumendo: L equazione in f or ma canonica di una cir conf er enza

022 cbyaxyx :

15

è di secondo grado in x e y contiene sempre i termini x2 e y2 con coefficienti uguali a 1 manca il termine misto i coefficienti a e b dei termini di primo grado individuano la posizione del centro e possono essere nulli.

Esercizio Indicare quale fra le seguenti equazioni è quella di una circonferenza:

1. 0522 yxyx

2. 065322 22 yxyx

1.Poiché a=-1, b=1, c=5, otteniamo

04

185

4

1

4

15

2

1

2

122

il valor e ot t enut o è negat ivo,quindi l equazione non è quella di una cir conf er enza.

2.Dividiamo ambo i membri per 2:

032

5

2

322 yxyx

sostituiamo 2

3a ,

2

5b , 3c , in c

ba22

22 e otteniamo:

034

5

4

322

cer t ament e quest espr essione è posit iva, quindi l equazione dat a è l equazione di una circonferenza.

1. 4 DALL EQUAZI ONE AL GRAFICO

Per via geomet r ica ( r et t e par allele all asse y e secant i la cir conf er enza) o per via algebr ica ( assegnar e un valor e alla x e t r ovar e due valor i alla y) ci most r er à che la circonferenza non è una funzione.

Esempio: si pot r à veder e, invece, che l equazione 21 xy rappresenta una funzione.

I nf at t i l equazione ha senso solo se 1101 2 xx ; quindi il dominio è D=[-1;1].

Inoltre Dx

vale 0y . Risolvendo il sist ema 0

1 22

y

xysi ot t iene

0

122

y

yx. La

122 yx r appr esent a una cir conf er enza di cent r o in (0,0) e r aggio 1, ma t enendo

cont o che 0y si può concluder e che il gr af ico della f unzione è la semicir conf er enza

indicata in figura e il codominio è C =[0;1]

16

1.5 ALCUNI CASI PARTICOLARI Vediamo cosa accade var iando i par amet r i a,b,c dell equazione della cir conf er enza.

Tenendo conto che 022 cbyaxyx e che 22

baC ; si ottiene:

1. Se a = 0, l ascissa del cent r o vale zer o e dunque il centro della circonferenza appart iene all asse y

1

1

2. Se b = 0, l or dinat a del cent r o vale zer o e dunque il centro della circonferenza appart iene all asse delle x.

1

1

17

3. Se c = 0, l or igine degli assi soddisf a l equazione, quindi la circonferenza passa per questo punto

1

1

4. Se a = 0 c = 0 la circonf erenza ha il cent ro sull asse y e passa per l origine degli assi

1

1

5. Se b = 0

c = 0 la circonf erenza ha il cent ro sull asse x e passa per l origine

degli assi

1

1

6. Se a = 0

b = 0 si r it r ova la cir conf er enza che ha il cent ro nell origine degli assi Se anche c = 0 si ritrova la circonferenza degenere nel suo centro.

1

1

18

O

PP'

P''

Esercizi:

1.Rappresentare graficamente le seguenti circonferenze:

522 yx

022 xyx

OSSERVAZIONI GEOMETRICHE SULLA CIRCONFERENZA: Consideriamo una qualsiasi retta s passante per il centro di una circonferenza di centro C e raggio r e un suo generico punto P. Consider iamo il simmet r ico P di P r ispet t o la r et t a s e il simmet r ico P di P r ispet t o il cent r o O.

Osserviamo che:

Ogni ret ta passante per il cent ro della circonf erenza è un suo asse di simmet ria e il centro è centro di simmetria.

1.6 POSIZIONI RECIPROCHE RETTA CIRCONFERENZA.

Una retta può essere secante, tangente, esterna a seconda che la sua distanza dal centro sia minore, uguale o maggiore dal raggio. Possiamo anche dire che una retta ed una circonferenza sono:

secanti se retta e circonferenza hanno due punti d'intersezione. In questo caso la distanza dal centro è minore del raggio: Dc<r

tangenti se retta e circonferenza hanno un sol punto d'intersezione. In questo caso la distanza dal centro è uguale al raggio: Dc =r

esterne se retta e circonferenza non hanno alcun punto d'intersezione. In questo caso la distanza dal centro è maggiore del raggio: Dc >r

19

Sf r ut t ando alt r e consider azioni di geomet r ia sint et ica si può r isolver e il pr oblema con un primo metodo valido solo per la circonferenza:

I metodo:

consider ando la cir conf er enza di equazione 022 cybaxyx e la r et t a di

equazione 011 cybxa conf r ont ar e la dist anza d del cent r o dalla r et t a r ispet t o al

r aggio r della cir conf er enza ( rd

o )rd

e sf r ut t ar e la f or mula della dist anza di

un punto da una retta.

21

21

10101

00

111

),(

0:

ba

cybxad

yxPpunto

cybxasretta

Si possono presentare tre casi:

1. rd , allora la retta è secante e ci sono due punti

d int er sezione A, B

2. rd , allora la retta è tangente alla circonferenza.

3. rd , allora la retta è esterna e non ci sono punti

di intersezione.

II metodo:

20

Analiticamente le coordinate dei punti d'intersezione sono la soluzione del sistema formato dalle equazioni delle due curve e cioè

Tale sistema, di secondo grado, si può risolvere con il metodo di sostituzione ed ha come equazione risolvente la seguente equazione di secondo grado

possiamo allora dire che.

1. la r et t a e la cir conf er enza sono secanti se il sist ema ammet t e due soluzioni reali e distinte, cioè se il discriminante dell'equazione risolvente è positivo

2. la r et t a e la cir conf er enza sono tangenti se il sist ema ammet t e due soluzioni reali e coincidenti, cioè se il discriminante dell'equazione risolvente è nullo

3. la r et t a e la cir conf er enza sono esterne se il sist ema non ammet t e soluzioni reali, cioè se il discriminante dell'equazione risolvente è negativo

Osservazione: Consider ando l equazione nella f or ma esplicit a: y= mx+q abbiamo escluso il caso in cui la retta sia parallela all asse y. Vedr emo t r a br eve quali conseguenze può aver e l esclusione delle r et t e par allele all asse y. Esercizio: Data la circonferenza di equazione

determina la posizione della seguente rette rispetto ad essa.

21

02943 yx

primo modo Calcoliamo la distanza della retta dal centro della circonferenza: se la distanza dal centro è minore od uguale al raggio, occorre comunque risolvere il sistema tra le due equazioni per determinarne le coordinate dei punti d'intersezioni

Calcoliamo centro e raggio della circonferenza utilizzando le solite formule

La distanza della retta dal centro della circonferenza è maggiore del raggio. La retta è esterna alla circonferenza.

secondo modo

22

C

P

C

P

CP

Impostiamo il sistema tra equazione della circonferenza ed equazione della retta.

Il discriminante dell'equazione risolvente il sistema è negativo.

La retta è esterna alla circonferenza.

1. 7 LE RETTE TANGENTI AD UNA CI RCONFERENZA E DETERMI NARE LE LORO EQUAZIONI

Consider iamo adesso il pr oblema di t r ovar e le t angent i condot t e da un punt o ad una

circonferenza . Sia g una circonferenza di equazione 022 cbyaxyx e sia

P(x0, y0 ) un punt o del piano. Consider iamo gli event uali punt i di int er sezione t r a le

rette del fascio di centro P e la circonferenza data. Si possono presentare tre casi:

1. P è interno a g :ogni retta condotta per P è secante g

2. P appartiene a g: esiste una e una sola retta per P e tangente a g;

3. P è esterno a g: è possibile condurre per P due rette tangenti a g;

23

Dato un punto P si considera il fascio proprio di rette per quel punto: tra queste rette si cer cano quelle t angent i. I n pr imo luogo dunque si dovr à r icor dar e l equazione del f ascio pr opr io di r et t e passant i per il punt o ),( 00 yxP :

)(0)()( 000000 implicitaformamxyymxxxmyyxxmyy

e la

f or mula della dist anza di un punt o P(x0;y0) da una r et t a di equazione ax+b y+c =0:

22'

00

'

'''

ba

cybxad

I met odo: si impone che la dist anza t r a il cent r o della cir conf er enza e la gener ica retta del fascio sia proprio uguale al raggio. I I met odo: si met t e ad int er sezione la gener ica r et t a del f ascio con l equazione della cir conf er enza ot t enendo una equazione r isolvent e di I I gr ado il cui

si pone, per la condizione di tangenza, uguale a 0 ricavando i valori di m da sostituire nel fascio:

0

)(22

00

cbyaxyx

xxmyy

ESERCIZIO

Data la circonferenza 1622 yx determinare le rette tangenti passanti per il

A(- 4,5) punto utilizzando il secondo metodo.

0940165421

54

016840101625

54

16

)4(5

222

2222222

mmmmxxm

mmxy

xmmmxmxmx

mmxy

yx

xmy

40

9

094009401615404

2222

m

mmmmmm

OSSERVAZIONE: il punt o è est er no alla cir conf er enza, quindi ci aspet t iamo di t r ovar e due t angent i ma dall equazione r isolvent e che è di pr imo grado si è ricavato un solo valor e di m. Quest o accade per ché l alt r a t angent e è par allela all asse y e quindi il valore del coefficiente angolare non è finito.

1.8 FASCI DI CIRCONFERENZE.

24

Siano C1: 011122 cybxayx e C2: 0222

22 cybxayx due circonferenze

dist int e. Consider iamo l equazione ot t enut a come combinazione linear e delle equazioni

di C1, C2 con , par amet r i r eali

022222

1122 cybxayxcybxayx (1)

Che possiamo scrivere

021212122 ccybbxaayx

al variare di , non entrambi nulli e 0 si ottengono le equazioni di infinite

cir conf er enze. L insieme di t ali cir conf er enze si dice fascio di circonferenze di

generatrici C1 e C2. In particolare se 00e la (1) rappresenta la C1, se

00e la (1) rappresenta la C2. Supposto ke0 la (1) diventa:

022222

1122 cybxayxkcybxayx

ossia 011 21212122 kccykbbxkaaykxk (2)

con 1k . L equazione (2) r appr esenta al variare di k tutte le circonferenze del

fascio generato da C1 e C2, tranne la circonferenza C2, che si otteneva per 0 ,

mentre la circonferenza C1 si ottiene per k=0.

Si possono verificare quattro diversi casi:

1° caso Siano C1 e C2 due circonferenze secanti e siano A e B i punti che esse hanno

in comune . Poiché le coor dinat e di A e B ver if icano ent r ambe l equazione di C1 e C2,

esse soddisf ano anche l equazione del f ascio. Quindi t ut t e le cir conf er enze passano

per A e B , che prendono il nome di punti base del fascio.

25

Poiché le coordinate di A e B soddisfano simultaneamente le equazioni di, esse

soddisf ano anche l equazione del fascio. Quindi tutte le circonferenze del fascio

passano per A e B, che prendono il nome di punti base del fascio.

Se 0 , cioè se k = -1, si ottiene la retta passante per A e B; tale retta si chiama

asse radicale e ha equazione:

0212121 ccybbxaa

Osser viamo che l equazione:

021212122 ccybbxaahcbyaxyx

ot t enut a come combinazione linear e dell asse r adicale e dell equazione di una delle

circonferenze, rappresenta una circonferenza passante per A e per B e quindi, al

variare di h, rappresenta tutte le circonferenze passanti per A e per B. Pertanto

l equazione del f ascio di cir conf er enze di punt i base A e B si può ottenere come

combinazione linear e t r a l equazione di una qualunque cir conf er enza passant e per A e

B e l equazione della retta AB.

2° caso Siano C1 e C2 due circonferenze tangenti in A. Ciò significa che hanno in A la

stessa retta tangente t.

26

Ragionando come nel caso precedente, il fascio generato da C1 e C2 è costituito da

tutte le circonferenze passanti per A e tangenti in A alla retta t. Il punto A è detto

punto base del f ascio. L equazione del f ascio si può ot t ener e o come combinazione

lineare delle equazioni di C1 e C2 oppure come combinazione lineare di una delle due

equazioni di C1 e C2 e dell equazione della r et t a t tangente in A,ovver o dell asse

radicale, che è la seguente:

0212121 ccybbxaa

3° caso Siano C1 e C2 due circonferenze concentriche di equazioni:

C1: 0122 cybxayx e C2: 02

22 cybxayx

L equazione del f ascio gener at o da C1 e C2 è:

0222

122 cybxayxkcybxayx

cioè: 01111 2122 kccbykaxkykxk

Per 1k si può scrivere:

01

2122

k

kccybxayx

27

equazione che rappresenta ancora una circonferenza concentrica a C1 e C2: quindi tutte

le circonferenze del fascio hanno lo stesso centro 2

,2

baC di C1 e C2.

4°caso Siano C1 e C2 due circonferenze non aventi punti in comune e non

concentriche. Il fascio di circonferenze generato da C1 e C2 si ottiene come

combinazione lineare delle equazioni di C1 e C2 , ed è costituito da circonferenze non

aventi punti in comune e non concentriche.

Scheda di laboratorio con derive.

rappresentare il fascio di circonferenze di equazione 01122 yhhxyx ,

facendo variare h da 3 a 3.

Il comando da utilizzare è : VECTOR (x^2+y^2+hx-(h+1)y-1=0,h.-3,3,1)

Si ottiene il seguente grafico:

28

Da esso notiamo che tutte le circonferenze reali del fascio passano per due punti, che

si chiamano punti base del fascio.. Un alt r a cosa che f ar emo not ar e agli allievi, è che i

centri delle circonferenze sono allineati.

1.8 APPLICAZIONI ALLA FISICA

1 - MOTO CIRCOLARE UNIFORME.

Il moto di un corpo che avviene su una traiettoria circolare (una circonferenza) con

velocità (in modulo, intensità) costante si dice moto circolare uniforme.

Si noti che ad essere costante, in questo moto, è l'intensità della velocità, cioè il

29

numero che ne rappresenta il valore. Questa precisazione è doverosa, perché in

questo moto la direzione della velocità cambia continuamente.

La velocità, come ben sappiamo, è un vettore per cui è caratterizzata da intensità,

direzione e verso.

Per il fatto che la velocità cambia di direzione, anche se non cambia in intensità, il

moto circolare uniforme è un moto accelerato.

Per definizione, un moto accelerato è un moto in cui la velocità cambia e, perché la

velocità cambi, basta che di essa cambi anche una sola delle sue "componenti"

(intensità, direzione o verso).

Possiamo allora chiamare l'intensità della velocità col nome di velocità scalare, per

distinguerla dalla velocità nel suo complesso, intesa come vettore.

Possiamo perciò ridefinire il moto circolare uniforme come quel moto su di una

circonferenza che avviene con velocità scalare costante.Definiamo alcune grandezze

relative al moto circolare uniforme :

- 1 - periodo

30

Il periodo è il tempo impiegato a fare un giro completo. Esso si misura nel S.I. in

secondi. Esso viene di solito indicato dalla lettera maiuscola T .

- 2 - frequenza

La frequenza indica il numero di giri completi effettuati nell'unità di tempo. Nel S.I.

la frequenza si misura in hertz (Hz) ed indica il numero di giri al secondo. Essa viene

di solito indicata con la lettera minuscola f o la lettera greca

.La frequenza

caratterizza in generale un fenomeno periodico qualunque.

Fra il periodo e la frequenza sussiste una relazione matematica importantissima

f = 1 / T che esprime il fatto che la frequenza è l'inverso del periodo.

- 3- velocità angolare, def init a come il r appor t o t r a l angolo descr it t o dal mobile in un cer t o int er vallo di t empo e l int er vallo st esso. Essa si indica con il simbolo , si misura in radianti/ secondo

t

Dalla formula della velocità otteniamo: rv

- 4- Accelerazione centripeta.

Il moto circolare uniforme è un moto dotato di accelerazione perché la direzione della sua velocità cambia punto per punto. Vediamo ora come si calcola questa accelerazione e le sue caratteristiche.

Consideriamo i vettori velocità nei punti A e B e chiamiamoli rispettivamente

e :

31

Per accelerazione si intende la variazione della velocità nell'intervallo di tempo t

Chiamiamo con

( delt a v ) la var iazione di velocit à f r a i punt i A e B.

Per comodità, riportiamo il vettore

nel punto A tramite uno spostamento parallelo. Otteniamo così :

Si ricordi che le intensità di

e

sono le stesse e che per fare la somma fra due vettori si deve usare la regola del parallelogramma .

Abbiamo così ottenuto il vettore variazione di velocità che appare sor pr endent ement e diretto verso il centro della circonferenza lungo la quale

avviene il moto. Se poi dividiamo questo vettore per l'intervallo di tempo t in cui il punto va da A a B , ot t eniamo inf ine l acceler azione cer cat a che è essa st essa un vettore che ha la stessa direzione e verso (poiché il tempo per cui dividiamo è un numero positivo)

del vettore variazione di velocità .

L acceler azione r isult a allor a :

t

vac

32

Si not i che abbiamo indicat o l acceler azione con il pedice

c . Questo a

signif icar e che l acceler azione punt a ver so il cent r o, e per quest o è det t a accelerazione centripeta.

Questa accelerazione, in un dato punto della circonferenza, è esattamente puntata verso il centro anche se, guardando il grafico, ciò sembrerebbe vero solo approssimativamente. Nel grafico abbiamo preso due punti ( A e B ) abbast anza lont ani per mot ivi di semplicit à. Se li pr endessimo molt o vicini (inf init ament e vicini), si vedrebbe che

è diretto esattamente verso il centro e si otterrebbe allora la variazione istantanea della velocità.

L int ensit à della acceler azione centripeta è :

dove v è la velocità scalare del moto ed R il raggio della circonferenza.

Si noti anche che qui, velocità ed accelerazione sono intese come scalari (modulo).

-5-Forza centripeta.

Se un corpo si muove di moto acceler at o, ciò accade per ché esso subisce l azione di

una forza (risultante).

Per il secondo principio della dinamica, la relazione fra forza ed accelerazione è data

33

dalla formula :

F = m · a .

In questa formula F ed a sono le intensità dei rispettivi vettori. Se consideriamo a

e v , come essi in realtà sono, dei vettori, la formula diventa :

essendo la massa m uno scalare (grandezza dotata solo del un numero che la

rappresenta).

Nel moto circolare uniforme allora agisce una forza, la cosiddetta forza centripeta,

che è la causa del fatto che il corpo percorre una traiettoria circolare. Se sul corpo

non agisse nessuna forza (risultante), il corpo si muoverebbe di moto rettilineo

uniforme (primo principio della dinamica).

La forza centripeta sarà allora :

e sar à or ient at a come l acceler azione cent r ipet a, essendo la massa m un numero

positivo (moltiplicando un vettore per un numero positivo, direzione e verso del

vettore che si ottiene non cambiano).

34

L intensità della forza centripeta sarà :

.

2- MODELLI ATOMICI

I l modello at omico di Rut her f or d(1911), la cui st r ut t ur a è par agonat a ad un sist ema di pianet i (modello planet ar io), pr evedeva che gli elettroni orbitassero intorno al nucleo come i pianeti intorno al sole.

Successivament e,nel 1913, Bohr basandosi sull incompat ibilit à del modello di Rut her f or d con l elet t r omagnet ismo (gli elet t r oni sar ebber o dovut i cader e sul nucleo in un t empo molt o br eve, cont r o l evidenza sper iment ale) pr opose un modello at omico secondo il quale gli elet t r oni possono or bit ar e solt ant o su or bit e cir colar i ben def init e

at t or no al nucleo. Quando un elet t r one si t r ova su quest e or bit e possiede una cer t a ener gia che non può per der e per

ir r aggiament o di onde elet t r omagnet iche come invece pr evist o classicament e per una carica elettrica in moto accelerato.

Sommer f eld (1916)complet ò il modello di Bohr aggiungendovi le or bit e ellit t iche (uno dei due fuochi era occupato dal nucleo).

35

UNI TA DI DATTI CA 2 : L ELLI SSE

CONTENUTI:

- ELLISSE COME LUOGO GEOMETRICO.

- EQUAZI ONE CANONI CA DELL ELLI SSE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE X.

- PROPRI ETÀ DELL ELLISSE:

1. SIMMETRIA RISPETTO AGLI ASSI CARTESIANI.

2. I NTERSEZI ONE DELL ELLISSE CON GLI ASSI CARTESIANI.

3. COORDINATE DEI FUOCHI DI UN ELLISSE DI EQUAZIONE NOTA

4. ECCENTRICITÀ.

- EQUAZI ONE CANONI CA DELL ELLI SSE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE Y.

- INTERSEZIONI DI UNA RETTA CON UN ELLI SSE.

- RETTE TANGENTI AD UN ELLI SSE.

- CONDIZIONI PER DETERMI NARE L EQUAZI ONE DI UN ELLI SSE.

- APPLICAZIONI INTERDISCIPLINARI

SVILUPPO DEI CONTENUTI:

2.1 ELLISSE COME LUOGO GEOMETRICO

DEFINIZIONE: Assegnati due punti del piano 21 e FF , detti fuochi , si chiama ellisse

il luogo geomet r ico dei punt i P t ali che sia cost ant e la somma delle dist anze di P da

21 e FF ; ossia

Ellisse = 0 ,2 piano, del punti 21 aaaPFPFP .

(Ricor diamo che si chiama luogo geomet r ico l insieme di t ut t i e soli punt i che godono

di una certa proprietà geometrica).

SCHEDA DI LABORATORIO utilizzando il software Cabri Gèometrè.

36

F1 F2

A

P

COSTRUZIONE GEOMETRICA A PARTIRE DA UNA CIRCONFERENZA

Si disegna una cir conf er enza di cent r o un punt o 1F e r aggio a piacer e ed un punt o 2F

interno alla circonferenza. Preso un punto A sulla circonferenza si traccia la retta 1AF

e l asse del segment o 2AF . I l lor o punt o di int er sezione P appar t iene ad un ellisse di

fuochi 1F e 2F .

Not a didat t ica. E ben f ar not ar e alla classe che al var iar e del punt o A sulla

cir conf er enza la somma delle dist anze del punt o P da F1 ed F2 è uguale al r aggio della

circonferenza.

Si può dimostrare inoltre che: l asse del segment o 2AF è t angent e all ellisse.

2. 2 EQUAZI ONE CANONI CA DELL ELLI SSE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE X

Consider iamo un ellisse di f uochi F1 e F2. I l punt o medio del segment o F1 F2 si chiama

cent ro dell ellisse.

Indichiamo con:

2c con c 0, c la distanza tra F1 e F2, detta distanza focale;

scegliamo un oppor t uno sist ema di assi car t esiani Oxy in modo che i due f uochi

dell ellisse st iano sull asse delle x e siano equidist ant i dall or igine.

Vediamo or a come det er minar e l equazione dell ellisse r ispet t o a t ale r if er iment o.

Indichiamo con:

37

2a con a 0, a la somma cost ant e delle dist anze dei punt i dell ellisse dai

fuochi.

Poiché abbiamo indicato la distanza focale con 2c, le coordinate dei fuochi saranno:

0,con )0,( e )0,( 21 cccFcF

I ndicat o con ),( yxP un gener ico punt o del piano, calcoliamo le dist anze del punt o dai

fuochi:

221 )( ycxPF e 22

2 )( ycxPF

Poiché ),( yxP appar t iene all ellisse se solo se :

aPFPF 221 con a 0, a ,

sost it uendo in quest ult ima uguaglianza le espr essioni di 1PF e 2PF , otteniamo:

aycxycx 2)()( 2222

che è già l equazione dell ellisse. Cer chiamo or a di scr iver la in una f or ma più semplice,

in modo che non contenga radicali.

Isoliamo un radicale ed eleviamo entrambi i membri al quadrato:

,)(2)( 2222 ycxaycx

,])(2[)( 22222 ycxaycx

Svolgendo i calcoli e semplificando si ha:

222 )(444 ycxaaxc

Isoliamo il radicale e dividiamo per 4:

cxaycxa 222)(

Eleviamo al quadrato entrambi i membri:

).()( 22222222 caayaxca

A quest o punt o è impor t ant e f ar not ar e agli st udent i che pur elevando al quadr at o i

membr i dell equazione ir r azionale non si int r oducono soluzioni est r anee.

38

OF2 (- c ; 0) F1 (c ; 0)

P (x ; y)

y

x

Poiché in un t r iangolo ogni lat o è minor e della somma degli alt r i due, consider at o il

triangolo 21FPF deve essere:

,2121 FFPFPF

e quindi:

,22 ca

ossia la relazione tra a e c è:

,ca

è anche

22 ca

e quindi

022 ca

Poniamo:

222 bca

L equazione divent a:

222222 bayaxb

Dividiamo tutti i termini per 22ba :

12

2

2

2

b

y

a

x

che si dice equazione canonica o normale dell ellisse.

2. 3 PROPRI ETÀ DELL ELLISSE:

1. SIMMETRIA RISPETTO AGLI ASSI CARTESIANI

39

x

y

O

P1 (x1 ; y1) P2 (-x1 ; y1)

P3 (x1 ; -y1)P4 (-x1 ; -y1)

Nell equazione dell ellisse le var iabili x e y compaiono solo elevat e al quadr at o. Se

consider iamo un punt o dell ellisse ),( 111 yxP appartiene all ellisse anche il punt o

),( 112 yxP

che ha la stessa ordinata e ascissa opposta.

Per verificarlo, basta osservare che,

essendo 21

21 xx ,

se 12

21

2

21

b

y

a

x, con ),( 111 yxP appartenente all ellisse

anche 1)(

2

21

2

21

b

y

a

x e quindi ),( 112 yxP appar t iene all ellisse.

Dal punt o di vist a geomet r ico, ciò signif ica che l ellisse ha come asse di simmet ria

l asse y.

Analogament e, se ),( 111 yxP è un punt o dell ellisse, lo è anche il punt o ),( 113 yxP

che

ha la st essa ascissa e or dinat a oppost a. Da un punt o di vist a geomet r ico, ciò signif ica

che l ellisse ha come asse di simmet ria anche l asse x.

Allo st esso modo, se ),( 111 yxP è un punt o dell ellisse lo è anche il punt o ),( 114 yxP

che ha ascissa e or dinat a oppost e. Quindi P1 e P4 sono simmet r ici r ispet t o all or igine.

L ellisse ha come cent ro di simmet ria l origine degli assi.

40

F1F2

A1 (a ; 0)A2 (-a ; 0)

B1 (0 ; b)

B2 (0 ; -b)

x

y

O

L ellisse è una curva simmet rica rispet to a ciascuno degli assi coordinat i e rispet to

all origine.

L or igine 0 si dice il centro dell ellisse e i due assi coor dinat i x e y si dicono assi

dell ellisse.

2. I NTERSEZI ONE DELL ELLI SSE CON GLI ASSI CARTESI ANI

Per det er minar e le int er sezioni di un ellisse con l asse x e con l asse y, met t iamo a

sist ema l equazione dell ellisse con l equazione dell asse x e con l asse y, cioè risolviamo i

seguenti sistemi:

0

12

2

2

2

yb

y

a

x

0

12

2

ya

x

0

22

y

ax

0y

ax

0

12

2

2

2

xb

y

a

x

0

12

2

xb

y

0

22

x

by

0x

by

I punt i 0,1 aA e 0,2 aA

sono le int er sezioni dell ellisse con l asse x,ment r e i punt i

bB ,01 e bB ,02 sono le int er sezioni dell ellisse con l asse y

41

F1F2

A1 (a ; 0)A2 (-a ; 0)

B1 (0 ; b)

B2 (0 ; -b)

x

y

O

x = a

y = b

y = -b

x = - a

Questi quattro punti si dicono i vertici dell ellisse.

I l segment o aAA 221

cont enent e i f uochi pr ende il nome di asse maggiore poiché

a > b, ment r e il segment o bBB 221

è det t o asse minore; a e b r appr esent ano allor a la

metà delle misure dei due assi e si dicono brevemente i semiassi dell ellisse.

3. LI MI TAZI ONI DELL ELLI SSE

Disegniamo il rettangolo con i lati paralleli agli assi cartesiani, ognuno passante per uno

dei quat t r o ver t ici A1, A2, B1 e B2: t ut t i i punt i dell ellisse sono all int er no di quest o

rettangolo.

Per ver if icar e quest a af f er mazione, nell equazione canonica dell ellisse isoliamo y2 e

otteniamo: 12

2

2

2

b

y

a

x

2

2

2

2

1a

x

b

y 22

2

22 xa

a

by ;

e con ragionamento analogo isoliamo x2 :

12

2

2

2

b

y

a

x

2

2

2

2

1b

y

a

x 22

2

22 yb

b

ax ;

Siccome i membr i dell uguaglianza possono esser e posit ivi o nulli. I n par t icolar e si

verifica che

022 xa e 022 yb

Infatti:

42

x

y1

-1

2-2

A1 A2

B2

B1

O

Nel caso 022 ax abbiamo 022 ax . Poiché 022 ax per ax

e la

disequazione è verificata per valori interni, si ha:

axa

Con ragionamenti analoghi isolando x2 nel caso 022 yb si ottiene

byb

L ellisse è quindi inscr it t a nel r et t angolo che ha i lat i di equazioni

ax , e by .

Esempio

1. Nell ellisse di equazione 14

22

yx

2a e 1b

I ver t ici sono ),0,2(1A )0,2(2A , )1,0(1B , )1,0(2B . Tut t i i punt i dell ellisse sono

all int er no del r et t angolo i cui lat i passano per ver t ici e misur ano 2 e 4.

4. ECCENTRICITÀ

I l r appor t o f r a la dist anza f ocale e la lunghezza dell asse maggior e di un ellisse è

detto eccentricità ed è solitamente indicato con la lettera e:

maggiore assedell' lunghezza

focale

distanzae

L eccent r icit à e indica la forma più o meno schiacciat a dell ellisse sull' asse maggior e.

43

Nell ellisse con i f uochi sull asse x, la distanza focale è 2c ment r e la lunghezza dell asse

maggiore è 2a, quindi l eccent r icit à è dat a dal r appor t o a

c

2

2, ossia:

e = a

c.

Essendo 222 cab , cioè 222 bac da cui 2_2 bac

si avrà

2

222

1a

b

a

bae

e le coor dinat e dei f uochi di un ellisse di equazione not a sono:

0,221 baF e 0,22

2 baF .

Poiché ac

si ha:

.10 e

Osservazione didattica.

Consider iamo il caso in cui sia 0c e quindi i f uochi siano due punt i coincident i

(coincidono con il centro) allora si ha e = 0.

I nolt r e dalla r elazione 222 bac , essendo 0c , si ha 22 ba

e l equazione canonica

dell ellisse divent a

222 ayx .

Quest a equazione r appr esent a una cir conf er enza di cent r o l or igine e r aggio a; quindi

la cir conf er enza si può consider ar e come un caso par t icolar e di un ellisse i cui f uochi

coincidono col centro.

Nel caso limite di e = 1 , si ha c = a (fuochi nei due vertici) e b = 0. L ellisse, r iducendosi

all asse maggior e, divent a degenere.

Osser vazione didat t ica. Essendo 2

2

1a

be , si r icava che, quant o più il r appor t o

a

b si

avvicina a zer o, cioè quant o più a è gr ande r ispet t o a b, t ant o più l eccent r icit à si

avvicina a 1.

44

e = 0

A1 A2 x

y

F1 = F2

a

x

y

e = 0,8

b

A1 A2

F1 F2OO a A1 A2

F1 F2

O

e = 0,99

x

y

x

y

OA1 A2

F1 F2

e = 1

aa

c d

Concludendo, se nella def inizione di ellisse si compr ende anche il caso c = 0 per

l eccent r icit à vale la r elazione:

.10 e

2. 4 EQUAZI ONE CANONI CA DELL ELLI SSE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE Y

Det er miniamo l equazione canonica dell ellisse con i f uochi sull asse y. I l pr ocediment o

è analogo a quello usat o per l ellisse con i f uochi sull asse x.

Consider iamo un ellisse e indichiamo con:

2c con c 0, c la distanza tra F1 e F2, detta distanza focale;

scegliamo un oppor t uno sist ema di assi car t esiani xOy in modo che i due f uochi

dell ellisse st iano sull asse delle y e siano equidist ant i dall or igine.

Vediamo or a come det er minar e l equazione dell ellisse r ispet t o a t ale r if er iment o.

I n quest o caso, diver sament e dal pr ecedent e pr ocediment o vist o per l ellisse con i

f uochi sull asse x, indichiamo con:

2b con b 0, b la somma cost ant e delle dist anze dei punt i dell ellisse dai

fuochi.

Poiché abbiamo indicato la distanza focale con 2c, le coordinate dei fuochi saranno:

),0(1 cF e ),0(2 cF 0,con cc .

45

x

y

O

A2 (-a ; 0) A1 ( a ; 0)

B1 (0 ; b)

B2 (0 ; -b)

F1 (0 ; c)

F2 (0 ; -c)

P

Indichiamo con ),( yxP il punt o gener ico dell ellisse, ver if icant e cioè la condizione:

bPFPF 221 con b 0, b .

e si pone

222 acb 222 cab 22 ab ab

Con calcoli analoghi a quelli ef f et t uat i per l ellisse con i f uochi sull asse x si ot t iene

l equazione canonica dell ellisse:

12

2

2

2

b

y

a

x

L equazione ot t enut a è uguale a quella che ha i f uochi sull asse x.

Osser vazione didat t ica.

Poiché ab risulta 2121 AABB

e quindi 21BB è det t o asse

maggiore e 21 AA è detto asse minore.

PROPRIETÀ

Anche l ellisse con i f uochi sull asse y:

46

è simmet r ica r ispet t o agli assi car t esiani e il cent r o di simmet r ia e l or igine

degli assi;

ha vertici nei punti 0,1 aA , 0,2 aA , bB ,01 , bB ,02 ;

è inscritta nel rettangolo che ha i lati di equazioni ,ax by .

Poiché 222 acb , si ha 222 abc , da cui 22 abc , quindi le coordinat e dei

f uochi di unellisse di equazione not a sono:

221 ,0 abF , 22

2 ,0 abF

L eccent r icit à per l ellisse con i f uochi sull asse y, essendo 2b la lunghezza dell asse

maggiore, è:

2

222

1b

ab

abbc

e .

2.5 INTERSEZIONI DI UNA RETTA CON UN ELLI SSE

Dat a un ellisse di equazione E 1:2

2

2

2

b

y

a

x e una r et t a r di equazione qmxy , vi sono

tre possibili posizioni di r rispetto a E:

r è secante E, cioè la interseca in due punti distinti

r è tangente E, cioè la interseca in un punto (con molteplicità due)

r è esterna a E, cioè non la interseca in alcun punto.

Dal punt o di vist a analit ico, le event uali int er sezioni t r a l ellisse E e la r et t a r si

trovano risolvendo il sistema formato dalle due equazioni:

.

12

2

2

2

qmxyb

y

a

x

Tale sist ema si r isolve sost it uendo alla y, nella pr ima equazione, l espr essione qmx .

Si ot t iene così l equazione risolvente del sistema:

0)(2 22222222 bqamqxaxmab

Quest a, (oppor t unament e sviluppat a e or dinat a) è un equazione di secondo gr ado.

47

x

y

r

O

P0

I ndicando con

il discr iminant e

dell equazione r isolvent e, si possono

verificare i seguenti tre casi:

0 in t al caso il sist ema ammet t e

due soluzioni r eali; quest o signif ica

che la r et t a r e l ellisse E hanno due punt i

in comune, le cui coor dinat e sono le

soluzioni del sist ema, ossia che la r et t a r

è secante E.

Quindi abbiamo:

0

21 , PPrE con P1

P2

0

in tal caso il sistema ammette

due soluzioni reali e coincidenti, ossia

la retta r è t angent e all ellisse E, avendo

un solo punto in comune con essa.

0

PrE

0

in t al caso il sist ema non ha soluzioni r eali, cioè non esist ono punt i in

comune tra la retta r e l ellisse E; la retta è perciò esterna a E.

0

rE

A quest o punt o si f a osser var e agli allievi che consider ando l equazione della r et t a r in

f or ma esplicit a: qmxy , abbiamo escluso in caso in cui la r et t a r sia par allela

x

y

r

O

P1

P2

x

y

r

O

48

all asse y. Vedr emo t r a br eve quali conseguenze può aver e l esclusione delle r et t e

par allele all asse y.

Esempio

1. St udiamo che posizione ha la r et t a di equazione 062yx r ispet t o

all ellisse 1918

22 yx.

Svolgimento. Risolviamo il sistema:

062

1918

22

yx

yx

Ricaviamo la x dalla seconda equazione, sost it uiamo in quella di secondo gr ado e

svolgiamo i calcoli. Ot t eniamo l equazione r isolvent e:

018246 2 yy 0342 yy .

I l discr iminant e dell equazione è 04 .

L equazione ha per ciò le due soluzioni dist int e 11y e 32y e dunque la r et t a

int er seca l ellisse nei due punt i A(4, 1) e B(0, 3).

2.6 RETTE TANGENTI AD UN ELLI SSE

Siano E un ellisse di equazione 12

2

2

2

b

y

a

x e ),( 00 yxP un punt o del piano. Vogliamo

determinare le equazioni delle eventuali rette tangenti a E condotte da P.

Geometricamente possono verificarsi tre casi:

1. P è int er no a E; ogni r et t a P è allor a secant e E, quindi non è possibile condur r e

alcuna tangente per P;

x

y

O

P

49

2. P appartiene a E; esiste quindi una e una sola retta per P tangente a E;

3. P è esterno a E; è perciò possibile condurre due rette per P tangenti a E; t1 e t2.

Per det er minar e le r et t e t angent i nei casi 2 e 3, è suf f icient e impor r e la condizione

che la r et t a gener ica per P di equazione )( 00 xxmyy

abbia una sola int er sezione

con E. Perché ciò avvenga, l equazione r isolvent e il sist ema:

x

y

O

P

x

y

O

P

50

)(

1

00

2

2

2

2

xxmyyb

y

a

x

deve aver e r adici r eali e coincident i. Per t ant o la condizione da impor r e è: 0

(dove

è il discr iminant e dell equazione r isolvent e).

Proponiamo agli studenti i seguenti esempi.

Esempio

1. Vogliamo scr iver e le equazioni delle t angent i all ellisse 44 22 yx

condotte dal punto P (3,0).

Svolgimento. Scr it t a l equazione della r et t a gener ica passant e per P:

)3(xmy

imponiamo che il sistema:

)3(

44 22

xmy

yx

ammet t a soluzioni coincident i. Eliminando la var iabile y, si ot t iene l equazione

risolvente:

.043624)41( 2222 mxmxm

La condizione di tangenza, 0 , è allora la seguente:

0)436)(41(1444

224 mmm

cioè:

041636 22 mm

da cui si ottiene:

55

1m .

Pertanto le equazioni delle rette tangenti sono:

5

53

5

5:1 xyt .

5

53

5

5:2 xyt

51

Esempio

2. Det er miniamo le equazioni delle event uali r et t e t angent i condot t e dal

punto P(-3 2 , 1) all ellisse di equazione E: .1218

22 yx

Not a didat t ica. I n gener ale se si consider a il f ascio di r et t e r appr esent at o in f or ma

esplicit a cioè con un equazione del t ipo )( 00 xxmxy

sar ebbe oppor t uno

immediat ament e ver if icar e se la r et t a di equazione 0xx

è soluzione del pr oblema, e

in seguito trovare le eventuali altre rette che soddisfano le condizioni del problema.

Svolgimento. Per det er minar e le equazioni delle rette t1 e t2 condot t e da P e t angent i

a E, scr iviamo l equazione della r et t a gener ica per P:

)23(1 xmy

e imponiamo che il sistema:

ammet t a soluzioni coincident i. Eliminando la var iabile y, si ot t iene l equazione

risolvente:

.0)12618(9)123(18)91( 222 mmxmmxm

La condizione di tangenza: 0 è quindi:

0)12618)(91(9)123(814

2222 mmmmm

cioè

12

2m

Osser viamo che in quest o caso l equazione in m è di pr imo gr ado e quindi f or nisce un

solo valor e di m: 12

2m , che è la pendenza di una delle r et t e t angent i cer cat e, e

precisamente della tangente t2 : 2

3

12

2xy .

)23(1

1218

22

xmy

yx

52

O x

y

P ( -3 21/2 ; 1 )

x2/18 + y2/2 = 1

x + 3 21/2 = 0

12y - 21/2x -18 = 0

Quest o non signif ica che esist e una sola t angent e a E condot t a per P (P è est er no

all ellisse e per un punt o est er no ad un ellisse è possibile condur r e due r et t e dist int e

t angent i ad essa), ma signif ica che la t angent e t1 è par allela all asse y (t1 : 3x 2 ).

I nf at t i, consider ando l equazione di una gener ica r et t a per P nella f or ma

)23(1 xmy , abbiamo escluso la r et t a per P par allela all asse y, che è pr opr io la

seconda retta tangente cercata.

2.7 CONDIZIONI PER DETERMI NARE L EQUAZI ONE DI UN ELLI SSE

Det er minar e l equazione di un ellisse signif ica det er minar e i due coef f icient i a, b che

compaiono nell equazione

12

2

2

2

b

y

a

x

Pertanto occorrerà fornire due condizioni tra loro indipendenti, ad esempio:

1. Passaggio dell ellisse per due punt i (non simmet r ici r ispet t o agli assi o

r ispet t o all or igine;

2. conoscenza della coordinata di un fuoco e di un vertice (o semiasse);

3. conoscenza dell eccent r icit à e passaggio per un punt o;

4. conoscenza della misur a di un semiasse e dell eccent r icit à;

53

1

1

F1

v

F2

F'1 F'2

P

P'

5. conoscenza delle lunghezze dei due semiassi;

6. passaggio dell ellisse per un punt o e si conoscono le coor dinat e di un

fuoco (o di un vertice).

Nota didattica. La lunghezza di un semiasse è uguale, a meno del segno, alla coordinata

non nulla dei ver t ici che si t r ovano su t ale asse; quindi le coor dinat e di un ver t ice e la

lunghezza di un semiasse f or niscono la st essa condizione. Le coor dinat e di un f uoco o

un vertice corrispondono a una sola condizione.

2.8 ELLISSE TRASLATA

L ellisse t ale che aPFPF 221 di equazione canonica 12

2

2

2

b

y

a

x può essere

trasformata con una traslazione di vettore v : la curva che si ottiene è ancora una ellisse.

Infatti, poiché la traslazione conserva le distanze fra punti risulta

aPFPFFPFP 2'''' 2121

ma l ellisse ot t enut a non ha più il cent r o coincident e con l or igine degli assi car t esiani.

Det er miniamo la sua equazione: dalle equazioni della t r aslazione di vet t or e ),( qpv ,

qyy

pxx

'

' ricaviamo la x e la y

qyy

pxx

'

'

Sost it uendo nell equazione 12

2

2

2

b

y

a

x otteniamo

1''

2

2

2

2

b

qy

a

px

54

Quindi l equazione gener ale cer cat a è

che ha cent r o O nel punt o di coor dinat e (p; q).

se a > b i f uochi F1 e F2 appar t engono alla r et t a par allela all asse x di equazione y = q e poiché il cent r o O è il punt o medio del segment o F1F2 = 2c si avrà

F1(p - c; q) e F2(p + c; q) con c2 = a2 b2

se a < b i f uochi F1 e F2 appar t engono alla r et t a par allela all asse y di equazione x = p e si avrà

F1(p; q - c) e F2(p; q + c) con c2 = b2 a2

2.9 APPLICAZIONI INTERDISCIPLINARI

L ellisse ha due punti particolari, che si chiamano fuochi, situati sul diametro maggiore, che godono della seguente proprietà:

La somma delle distanze dai fuochi di un qualunque punto della curva è costante

Una seconda proprietà dei fuochi di un'ellisse consiste nel fatto che la per pendicolar e all ellisse in un suo punt o qualsiasi divide per met à l angolo f or mat o dai segmenti che uniscono questo punto con i due fuochi. Di conseguenza un raggio di luce che par t e da uno dei f uochi e si r if let t e sull ellisse, passa per l alt r o f uoco. Lo stesso vale per le onde sonore se si parla, o addirittura si bisbiglia, in un fuoco di una camera a volta ellittica, le onde sonore si rifletteranno sulla volta e

12

2

2

2

b

qy

a

px

55

andr anno a concent r ar si di nuovo nell alt r o f uoco, dove possono esser e udit e da una persona che occupa quella postazione.

LE LEGGI DI KEPLERO

Dopo molti tentativi di pervenire a una teoria dei moti planetari che fosse in grado di render adeguatamente conto dei dati sul movimento dei pianeti raccolti dall'astronomo danese Tycho Brahe, nel 1600 Keplero decise di abbandonare l'ipotesi delle orbite circolari per adottare la forma ellittica. Ne risultarono le famose tre leggi che portano il suo nome:

I Legge Ogni pianeta si muove lungo un'orbita ellittica di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.

II Legge La retta (raggio vettore) che congiunge ciascun pianeta al Sole descrive aree uguali in tempi uguali. Questo significa che ogni pianeta percorre più rapidamente i tratti di orbita che si trovano più vicini al Sole (perielio) rispetto a quelli più distanti (afelio). Quindi la velocità orbitale di un pianeta è massima quando si trova al perielio, poi decresce man mano che si allontana e diventa minima quando si trova all'afelio.

III Legge Il quadrato del periodo di rivoluzione di ciascun pianeta è proporzionale al cubo della distanza del pianeta dal Sole. In altre parole: il rapporto tra il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta (T) e il cubo della distanza media (d) di un pianeta dal Sole è costante. Questa legge prevede che, via via che ci si allontana dal Sole, indipendentemente dalla massa del pianeta, il tempo per compiere una rivoluzione completa diviene sempre più grande. Pertanto Mercurio è il pianeta più veloce, mentre Plutone è il più lento.

Queste leggi furono inizialmente ricavate in maniera empirica a partire dai dati

56

sperimentali, e solo con la teoria della gravitazione universale di Newton trovarono una sufficiente spiegazione teorica.

Newton dimostrò che i corpi che cadono sulla Terra e il moto dei corpi celesti obbediscono agli stessi principi fisici. Tutti i corpi materiali, secondo tale teoria, si attraggono con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che separa i loro centri, secondo la formula:

G = m1 x m2 / d2

I corpi celesti,dunque, sono soggetti alla forza di gravità e le loro orbite possono essere ellissi, parabole o iperboli. I pianeti percorrono orbite ellittiche, le comete di lungo periodo hanno traiettorie che vicino al Sole sono assimilabili a traiettorie paraboliche.

UNITÀ DIDATTICA 3: LA PARABOLA

CONTENUTI:

LA PARABOLA COME LUOGO GEOMETRICO

EQUAZIONE DELLA PARABOLA CON ASSE DI SIMMETRIA PARALLELO

ALL ASSE y

57

EQUAZIONE DELLA PARABOLA CON ASSE DI SIMMETRIA PARALLELO

ALL ASSE x

INTERSEZIONE DI UNA PARABOLA CON UNA RETTA

RETTE TANGENTI A UNA PARABOLA

CONDI ZI ONI PER DETERMI NARE L EQUAZI ONE DI UNA PARABOLA

PROPRIETÀ FOCALE DELLA PARABOLA

PARABOLE SOVRAPPONIBILI

APPLICAZIONI INTERDISCIPLINARI

SCHEDE DI LABORATORIO

SVILUPPO DEI CONTENUTI:

3.1 LA PARABOLA COME LUOGO GEOMETRICO

Fissiamo nel piano una retta d e un punto F non appartenente alla retta.

La parabola si definisce come il luogo dei punti equidistanti dalla retta d e dal punto F,

ossia:

parabola = PHP PFpiano, del punti

dove PH è la distanza di P dalla retta d.

La r et t a d viene chiamat a direttrice della par abola e il punt o F viene chiamat o f uoco

della parabola.

SCHEDA DI LABORATORIO CON CABRI GEOMETRE

Ora costruiamo la parabola, attraverso il comando LUOGO.

Tr acciamo una r et t a d (dalla casella degli st r ument i r et t e) e un punt o F (casella

punti)

58

Pr endiamo un punt o H appar t enent e alla r et t a d con il comando Punt o su un

ogget t o che si t r ova nella casella degli st r ument i Punt i ;

Tr acciamo il segment o FH con il comando Segment o appar t enent e alla casella

degli st r ument i Ret t e (bast a cliccar e sui due punt i F e H);

Tr acciamo l asse al segment o FH ossia la r et t a per pendicolar e passant e per il

punto medio M;

Per t r ovar e il punt o medio ut ilizzar e il comando Punt o Medio dalla casella degli

st r ument i Ret t e ; ut ilizziamo il comando Ret t a per pendicolar e dalla casella

degli st r ument i Cost r uzioni

cliccando sul segment o FH e poi sul punt o medio

M;

Tr acciamo la r et t a s passant e per il punt o H e per pendicolar e alla r et t a d; per

t r acciar e la per pendicolar e bisogna seguir e lo st esso pr ocediment o appena

fatto;

Chiamiamo P il punt o di int er sezione t r a l asse del segmento FH e la retta s;

Or a, per t r acciar e la par abola, ut ilizzar e il comando Luogo della casella degli

st r ument i Cost r uzioni ; clicchiamo sul punt o P, poi su H poiché la par abola è il

luogo dei punti P al variare di H sulla retta d.

d

F

H

M

P

59

Lo st esso r isult at o lo si può ot t ener e con il comando Tr accia dalla casella degli

st r ument i Visualizza : cliccando su P e poi spostando il punto H.

La cost r uzione della par abola ot t enut a mediant e il comando Luogo oppur e con il

comando Tr accia

3.2 EQUAZIONE DELLA PARABOLA CON ASSE DI SI MMETRI A

PARALLELO ALL ASSE y

Det er miniamo l equazione di una par abola avent e f uoco in un punt o qualsiasi del piano e

asse par allelo all asse y. I ndichiamo con d: y = k l equazione della dir et t r ice, e con (p;q)

le coordinate del fuoco F. Poiché il fuoco non può appartenere alla direttrice q k.

Sia P (x;y) un punto qualsiasi appartenente alla parabola, allora per definizione sarà

;)()( cioé , 22 kyqypxPHPF

elevando a quadrato si ottiene

222222 222 kkyyqqyypxpx .

Semplif icando e r isolvendo quest ult ima r ispet t o a y otteniamo:

2222 2)(2 kqppxxykq

ed essendo q k , si ha

.)(2)(2

1 2222

kq

kqpx

kq

px

kqy

F(p;q)

d:

H

P(x;y)

O

y=k

x

y

60

Ponendo )(2

, ,)(2

1 222

kq

kqpc

kq

pb

kqa

ot t eniamo l equazione della

parabola cbxaxy 2 con 0a

che r appr esent a una par abola con dir et t r ice par allela all asse delle x e asse di

simmet r ia par allelo all asse delle y.

Esempio:

Det er minar e l equazione della par abola con f uoco F(1,2) e direttrice y = 3.

Dalla definizione di parabola, ne segue che .3)2()1( 22 yyx

Sviluppando ed elevando a quadr at o quest ult ima ot t eniamo

964412 222 yyyyxx

da cui semplificando abbiamo

.22

1 2 xxy

Con quest o esempio, abbiamo vist o come sia possibile det er minar e l equazione di una

parabola dato il fuoco e la direttrice.

Or a ci pr oponiamo di r isolver e il pr oblema inver so, ossia dat a l equazione della

par abola, det er minar e il f uoco, la dir et t r ice, il ver t ice e l asse di simmet r ia.

Dati a, b e c i coefficienti della parabola, con 0a , ricaviamo p, e k dal sistema:

.)(2

)(2

1

222

kq

kqpc

kq

pb

kqa

Svolgendo i calcoli abbiamo subito:

61

2

222222

222

4

2

2

1

2

2

1

,)(2

2

2

1

a

b

a

ckq

a

bp

akq

kqpa

ca

bp

akq

kqpkqc

a

bp

akq

ed essendo

22

2

2

2

2

2

44

4

4

4

4 aa

acb

a

bac

a

b

a

c

otteniamo

.2

)(

2

2

1

,42

1)(

2

2

1

,4

))((

2

2

1

22 akq

a

bp

akq

aakq

a

bp

akq

akqkq

a

bp

akq

Ora, sommando e sottraendo la prima e la terza equazione si ha

1 1, , k .

2 4 4

bp q

a a a

Per t ant o il f uoco ha coor dinat e: ,4

1,

2,

aa

bqpF

la dir et t r ice ha equazione

aky

4

1, e l asse di simmet r ia ha equazione .

2a

bax

Poiché il ver t ice V è il punt o della par abola appar t enent e all asse di simmet r ia, la sua

ascissa è abx 2/ , ment r e la sua or dinat a si ot t iene sost it uendo il valor e dell ascissa

nell equazione della par abola e ot t eniamo .44

4

22

22

aa

acbc

a

bb

a

bay

Quindi il vertice V è il punto

.4

,2 aa

bV

62

OSSERVAZIONE: l or dinat a del ver t ice può esser e t r ovat a in modo più semplice,

andando a sost it uir e il valor e dell ascissa nell equazione della par abola.

I nolt r e, il ver t ice è il punt o più impor t ant e della par abola in quant o appar t iene all asse

di simmetria e la curva è quindi simmetrica rispetto a questo punto.

Riassumiamo tutto quello che abbiamo fin qui detto nella seguente tabella:

Equazione della

parabola

Asse di

simmetria

Vertice Fuoco Direttrice

cbxaxy 2

a

bx

2

aa

b

4,

2

aa

b

4

1,

2

ay

4

1

3. 3 LA CONCAVI TA E L APERTURA DELLA PARABOLA CON ASSE DI

SI MMETRI A PARALLELO ALL ASSE Y.

Essendo 1

2( )a

q k si possono verificare i due casi seguenti:

o 0a q k

I n quest o caso t ut t i i punt i della par abola si t r ovano al di sopr a

della direttrice;

dir emo allor a che la par abola ha la concavit à ver so l alt o, ossia volge nella dir ezione

posit iva dell asse y .

63

o 0a q k

I n quest o caso t ut t i i punt i della par abola si t r ovano al di sot t o

della direttrice;

diremo allor a che la par abola ha la concavit à ver so il basso, ossia nella dir ezione

negat iva dell asse y .

64

I nolt r e l aper t ur a della par abola dipende dal valor e assolut o di a, all aument ar e del

quale diminuisce l aper t ur a della par abola, ossia la par abola si st r inge int or no al

proprio asse.

OSSERVAZIONE:

Se il coef f icient e b è nullo l equazione divent a: caxy 2

La par abola ha ver t ice in V(0,c) e il suo asse di simmet r ia è l asse y.

Se il t er mine not o c è nullo l equazione divent a bxaxy 2 ,la parabola ha

vertice in Va

b

a

b

4,

2

2

Se i coef f icient i b e c sono ent r ambi nulli l equazione

diventa2axy par abola con ver t ice nell or igine e asse di simmet r ia

coincident e con l asse y.

3.4 EQUAZIONE DELLA PARABOLA CON ASSE DI SIMMETRIA PARALLELO

ALL ASSE x

Supponiamo or a che la dir et t r ice d sia par allela all asse y anziché all asse x. Sia x = k

la sua equazione e sia F(p,q) il fuoco con .kp

Con lo st esso pr ocediment o eseguit o nel caso pr ecedent e, oppur e, consider ando la

cur va simmet r ica alla par abola cbxaxy 2 , r ispet t o alla biset t r ice del pr imo e

terzo quadrante, cioè scambiando x con y, si ver if ica f acilment e che l equazione di una

par abola con asse par allelo all asse x è la seguente:

cbyayx 2 .

Con calcoli come i precedenti possiamo ottenere quanto segue:

Equazione della

parabola

Asse di

simmetria

Vertice Fuoco Direttrice

cbyayx 2

a

by

2

a

b

a 2,

4

a

b

a 2,

4

1

ax

4

1

65

OSSERVAZIONE:

Come nel caso della par abola con asse di simmet r ia par allelo all asse delle y, per

t r ovar e l ascissa del ver t ice, si può andar e a sost it uir e il valor e dell or dinat a

nell equazione.

3. 5 CONCAVI TA DELLA PARABOLA CON ASSE DI SI MMETRI A PARALLELO

ALL ASSE X.

Anche qui si possono verificare due casi

o 0a La par abola ha la concavit à nella dir ezione posit iva dell asse x.

o 0a La parabola ha la concavità nella direzione negativa dell asse x.

66

OSSERVAZIONE:

l equazione di una par abola con asse di simmet r ia par allelo all asse

delle y r appr esent a una f unzione polinomiale di secondo gr ado, ed è il gr af ico di una

f unzione, ment r e l equazione di una par abola con asse di simmet r ia par allelo all asse

delle x non può r appr esent ar e una f unzione, ed il suo gr af ico, non è il gr af ico di una

f unzione in quant o ad ogni x cor r ispondono due valor i di y, pr opr io come accade per la

circonferenza.

SCHEDA DI LABORATORIO: Utilizzo del software Derive

Comprendere il significato dei tre parametri a, b ,c

Consideriamo l'equazione normale di una parabola con asse parallelo all'asse y:

#1: y = ax2 + bx+ c

Prima di tutto definiamo

PARABOLA(a, b, c):

ax2 + bx + c

67

1) Facciamo variare il paramet ro a, dopo aver f issato gli alt ri due b, c,

utilizzando il comando vector:

VECTOR(PARABOLA(a, -1, 1), a, -10, 10, 1)

ove a b e a c sono st at i dat i r ispet t ivament e i valor i di -1 e 1 ment r e a lo f acciamo

variare di passo uno da -10 a 10.

Sviluppiamo l'espressione (attraverso il comando =) :

- 10·x2 - x + 1, - 9· x2 - x + 1, - 8· x2 - x + 1, - 7· x2 - x + 1, - 6· x2 - x + 1, - 5· x2 - x

+ 1, - 4· x2 - x + 1, - 3· x2 - x + 1, - 2· x2 - x + 1, - x2 - x + 1, 1 - x, x2 - x + 1, 2· x2 - x +

1, 3· x2 - x + 1, 4· x2 - x + 1, 5· x2 - x + 1, 6· x2 - x + 1, 7· x2 - x + 1, 8· x2 - x + 1, 9· x2 - x

+ 1, 10· x2 - x + 1

e plottiamo: dal grafico è facile trarre le opportune considerazioni .

Dal grafico sotto si deduce che se:

a<0 parabola volta verso il basso

a>0 parabola volta verso l'alto

Oltre alla conf er ma del signif icat o del segno di a, not iamo che all' aument ar e in valor e

assolut o di a la par abola ' si st r inge' , che al cont r ar io la cur vat ur a diminuisce al

diminuir e del valor e assolut o di a (f ino a gener ar e la r et t a y = 1-x per a=0), e inf ine

che le par abole t agliano t ut t e l' asse delle y con or dinat a uguale al t er mine not o c (nel

nostro caso 1)

68

2) Facciamo variare il paramet ro b. Ripet iamo il medesimo procedimento

attraverso il comando vector:

VECTOR(PARABOLA(1, b, 1), b, -10, 10, 1)

in cui ad a abbiamo assegnato il valore 1 ad a e c.

Di nuovo sviluppiamo :

x2 - 10·x + 1, x2 - 9·x + 1, x2 - 8·x + 1, x2 - 7·x + 1, x2- 6·x + 1, x2- 5·x + 1, x2- 4·x + 1,

x2 - 3·x + 1, x2- 2·x + 1, x2 - x + 1, x + 1, x2 + x + 1, x2 + 2·x + 1, x2 + 3·x + 1, x2 + 4·x +

1, x2 + 5·x + 1, x2 + 6·x + 1, x2 + 7·x + 1, x2 + 8·x + 1, x2 + 9·x + 1, x2 + 10·x + 1

Ora plottiamo e cerchiamo di leggere il grafico .

Cambiando b (ricorda che l'asse di simmetria ha equazione 2

bx

a), si causa uno

spostamento nella direzione dell'asse x, ma anche nella direzione dell'asse y, visto che

anche la ordinata (del vertice) dipende da b. Resta ancora fissa l'apertura della

parabola che dipende solo da a e l'ordinata del punto d'intersezione della parabola con

l'asse y che dipende solo dal valore di c.

69

3) Facciamo variare il parametro c.

Ripetiamo lo stesso procedimento attraverso il comando vector:

VECTOR(PARABOLA(1, -1, c), c, -10, 10, 1)

Semplifichiamo la scrittura precedente sempre con il comando =, ottenendo

x2 - x - 10, x2 - x - 9, x2 - x - 8, x2 - x - 7, x2 - x 6, x2 - x - 5, x2 - x - 4, x2 - x -

3, x2 - x - 2, x - x - 1, x2 - x, x2 - x + 1, x2 - x + 2, x2 - x + 3, x2 - x + 4, x2 - x + 5,

x2 - x + 6, x2 - x + 7, x2 - x + 8, x2- x + 9, x2 - x + 10

Ancora una volta plottiamo e cerchiamo di leggere il grafico.

70

Il variare del parametro c non modifica l'apertura della parabola che dipende

solamente da parametro a, non modifica la posizione dell'asse della parabola, ma causa

solamente una 'traslazione' nella direzione dell'asse y.

3.6. INTERSEZIONE DI UNA PARABOLA CON UNA RETTA.

Sia cbxaxy 2 l equazione della par abola , e sia r una r et t a di equazione

qmxy .

Le coor dinat e dei punt i di int er sezione t r a la par abola e la r et t a si det er minano

risolvendo il seguente sistema:

,

2

qmxy

cbxaxy

71

Da cui, con le opportune sostituzioni, si ricava:

,0)(2 qcxmbax

Dalla quale si ot t engono le ascisse dei punt i di int er sezione. Si consider i a quest o

punt o il discr iminant e dell equazione: )(4)( 2 qcamb

possono ver if icar si t r e

diverse situazioni:

1) 0

In questo caso ci sono due radici reali e distinte; questo vuol dire

che la retta è secante la parabola cioè:

2,1 PPr .

P1

P2 r

2) 0

I n quest o caso c è una sola soluzione doppia; quest o vuol dir e che la

retta è tangente la parabola cioè:

Pr .

P

r

3) 0

I n quest o caso non vi sono soluzioni r eali; quest o vuol dir e che la

r et t a e la par abola non hanno punt i di int er sezione. La r et t a è quindi

esterna la parabola cioè

72

r .

r

P

CASO PARTI COLARE: nel caso in cui la r et t a sia par allela all asse di simmet r ia della

par abola e il

sia uguale a 0, la r et t a non è t angent e alla par abola, ma secante in un

solo punto!

Diamo un Esempio per far comprendere questo caso particolare:

Esempio

Dat a la par abola di equazione 342 xxy e la r et t a di equazione 5x ,

determinare la posizione reciproca tra parabola e retta.

Per trovare la posizione reciproca, dobbiamo studiare il seguente sistema:

5

342

x

xxy

Come soluzione ot t eniamo il punt o (-5,2). Ma la r et t a, come si vede dalla

rappresentazione grafica, non è tangente, ma secante la parabola:

73

1

1

3.7 RETTE TANGENTI A UNA PARABOLA

Per af f r ont ar e quest o pr oblema dist inguiamo due casi, e pr ecisament e, il caso in cui il

punt o sia est er no alla par abola, e quello in cui il punt o appar t enga alla par abola

(nat ur alment e se il punt o è int er no alla par abola non esist ono t angent i uscent i da

esso).I n ent r ambi i casi è necessar io por r e uguale a zer o il discr iminant e

dell equazione r isolvent e il sist ema t r a una gener ica r et t a passant e per il punt o P(x0

;y0) e la parabola

3.8 PARABOLA TRASLATA

Vediamo come si modif ica l equazione y = ax2 di una par abola

quando il ver t ice V(0,0) e il f uoco a

F4

1,0 cambiano la lor o

posizione. Supponiamo che la dir et t r ice sia par allela all asse delle ascisse e l asse di simmet r ia sia par allelo all asse y. La par abola associat a è quella che si ot t iene da quella di par t enza per

mezzo di una t r aslazione di vet t or e ),( 0 oyxv . Le equazioni

della traslazione sono

0

0

'

'

yyy

xxx cioè

0

0

'

'

yyy

xxx. Sost it uendo nell equazione di par t enza si ottiene

che la par abola t r aslat a ha equazione 20 )( xxayy o

di ver t ice V(x0,y0) e asse di

simmet r ia par allelo all asse y di equazione x=x0. Svolgendo i calcoli otteniamo

0200

2 2 yaxxaxaxy ,

74

poiché a, x0 e y0 sono delle costanti per semplificare la scrittura possiamo porre bax02 e cyax 0

20

quindi una qualsiasi parabola con asse si simmet ria parallelo all asse delle ordinate ha una equazione del tipo

cbxaxy 2

APPLICAZIONI INTERDISCIPLINARI.

1. MOTO PARABOLICO

Fu Galileo per pr imo a st udiar e in modo scient if ico il mot o di un pr oiet t ile dimost r ar e

che la sua traiettoria è un arco di parabola.

I l mot o par abolico assume un impor t anza r ilevant e nella balistica: un proiettile lanciato

da terra dal punto O con una velocità iniziale 0v percorre una traiettoria parabolica.La

sua t r aiet t or ia è il r isult at o della composizione di due mot i che avvengono

indipendent ement e l uno dall alt r o.

Fissat o un r if er iment o car t esiano or t ogonale avent e l or igine coincident e con la posizione iniziale del pr oiet t ile, asse delle ascisse or izzont ale e asse delle or dinat e ver t icale or ient at o dal basso all alt o. St udiamo il mot o del pr oiet t ile nel caso più gener ale: quello in cui esso è lanciat o con una velocit à iniziale 0v inclinat a di un angolo

r ispet t o alla dir ezione or izzont ale. I l mot o r isult ant e è la composizione di un mot o unif or mement e acceler at o lungo l asse

75

y di velocit à iniziale senvvy 0

e acceler azione - g e di un mot o r et t ilineo unif or me

lungo l asse x di velocit à cos0vvx . Le due leggi orarie sono rispettivamente:

tvx cos0

20 2

1gttsenvy

Ricavando t dalla pr ima e sost it uendo nella seconda ot t eniamo una f or ma più gener ale

dell equazione della t r aiet t or ia: 222

1x

v

gx

v

vy

ox

y . Ponendo b=x

y

v

v e a=- 22

1

ov

g. Facciamo

osser var e che con quest a sost it uzione si ot t iene l equazione di un r amo di par abola

(poiché 0x ), la cui concavità è rivolta verso il basso (poiché a<0)

Osser viamo che a è negat ivo, per t ant o la par abola ha la concavit à r ivolt a ver so il

basso.

3. PROPRIETÀ FOCALE DELLA PARABOLA

In ogni punto P della parabola, gli angoli che la tangente forma con la retta congiungente P e il fuoco F e che la tangente forma con la retta perpendicolare per P alla direttrice hanno uguale ampiezza

76

P appar t iene all asse del segment o FH (che coincide con la retta tangente alla parabola in P). Sia K il punt o di int er sezione della r et t a t angent e con FH: i t r iangoli PKF e PKH

risultano congruenti, quindi in particolare .

Da quest a impor t ant e pr opr iet à si t r ae un impor t ant e conseguenza: se nel f uoco è

post a una sor gent e luminosa e la par et e int er na della par abola è r ivest it a da

mat er iale r if let t ent e ogni r aggio luminoso che par t e dal f uoco si r if let t e in un r aggio

perpendicolare alla direttrice.

Da cui segue la proprietà focale:

Ogni r aggio passant e per F si r if let t e in un r aggio par allelo all asse della par abola e,

vicever sa, ogni r aggio par allelo all asse della par abola si r if let t e nel punt o F.

E pr opr io per quest o che t ale punt o viene chiamat o fuoco. La r et t a d viene chiamat a

direttrice per ché st abilisce la dir ezione dei r aggi r if lessi (t ut t i per pendicolar i ad

essa).

Gli specchi e le ant enne par aboliche sono in r ealt à f igur e t r idimensionali, chiamat e

paraboloidi. Un par aboloide si ot t iene f acendo r uot ar e una par abola at t or no al pr opr io

asse di simmetria.

77

Gli specchi parabolici vengono oggi usati per i fari delle automobili e per i riflettori.

ANTENNE PARABOLI CHE: anche per la r icezione di onde sonor e si ut ilizzano ant enne a

f or ma par abolica; nella par abola t ut t e le onde sonor e

par allele al suo asse vengono r if lesse nel f uoco.

Ponendo un piccolo micr of ono in quest o punt o si

r icever à t ut t a l ener gia che colpisce la par abola. E da

sot t olinear e che da solo quest o micr of ono r icever ebbe

solo una piccola par t e dell ener gia emanat a dalla

sor gent e sonor a e r icever ebbe anche t ut t i gli alt r i

suoni indesider at i pr ovenient i da alt r e dir ezioni r endendo quasi impossibile isolar e ed

udire il suono o la conversazione desiderati.

Sullo st esso pr incipio ovviament e si basano le par abole sat ellit ar i post e sui t et t i delle

nost r e case: non si t r at t a più di onde sonor e, ma magnet iche; non c è più il micr of ono

ma un apposito convertitore.

UNI TA DI DATTI CA 4: L I PERBOLE

CONTENUTI:

1.IPERBOLE COME LUOGO GEOMETRICO.

1. EQUAZI ONE CANONI CA DELL I PERBOLE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE X.

2. PROPRI ETÀ DELL I PERBOLE:

3. SIMMETRIA RISPETTO AGLI ASSI CARTESIANI.

4. I NTERSEZI ONE DELL I PERBOLE CON GLI ASSI CARTESIANI.

78

5. L I PERBOLE È UNA CURVA ILLIMITATA.

6. ASINTOTI.

7. ECCENTRICITÀ.

8. IPERBOLE EQUILATERA.

9. IPERBOLE EQUILATERA TRASLATA.

10. APPLICAZIONI ALLA FISICA

SVILUPPO DEI CONTENUTI:

4.1SCHEDA DI LABORATORIO:

Costruzione con Cabri Géomètre II Plus dell iperbole

Pr endiamo una cir conf er enza di cent r o un punt o F1 e r aggio a piacer e ed un punto

est er no ad essa, F2. Pr eso un punt o A sulla cir conf er enza si t r accia la r et t a AF1 e

l asse del segment o AF2. I l lor o punt o di int er sezione appar t iene all iper bole.

Il procedimento eseguito è il seguente:

Circonferenza di centro F1 e raggio a piacere;

punto F2 esterno alla circonferenza;

punto A appartenente alla circonferenza;

retta AF1 e segmento AF2 ;

asse del segmento AF2 ;

punto P int er sezione t r a l asse e r et t a AF1 ;

luogo dei punti P al variare di A .

79

A

P

F1 F2

4.2 IPERBOLE COME LUOGO GEOMETRICO.

DEFINIZIONE: Assegnat i due punt i 21 e FF del piano, det t i f uochi, si chiama

iperbole il luogo geomet r ico dei punt i del piano per i quali è cost ant e il valor e assolut o

della differenza delle distanze da 21 e FF ; ossia

Iperbole = .0, ,2 piano, del punti 21 aaaPFPFP

(Ricor diamo che si chiama luogo geomet r ico l insieme di t ut t i e soli punt i che godono

di una cera proprietà geometrica).

4. 3 EQUAZI ONE CANONI CA DELL I PERBOLE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE x

Consider iamo un iper bole e indichiamo con:

2c con c 0, c la distanza tra F1 e F2, detta distanza focale

e scegliamo un oppor t uno sist ema di assi car t esiani xOy in modo t ale che l asse delle

ascisse coincida con la r et t a passant e per i punt i 1F ed 2F , quello delle or dinat e con

l asse del segment o 1F 2F e l or igine O nel punto medio del segmento 1F 2F .

Vediamo or a come det er minar e l equazione dell iper bole r ispet t o a t ale r if er iment o.

Indichiamo con:

2a con a 0, a la dif f er enza cost ant e f r a le dist anze di ciascun punt o

dell iper bole da ognuno dei due f uochi.

Poiché abbiamo indicato la distanza focale con 2c, le coordinate dei fuochi saranno:

0,con )0,( e )0,( 21 cccFcF

80

OF2 (- c ; 0) F1 (c ; 0)

P (x ; y)

y

x

I ndicat o con ),( yxP un gener ico punt o del piano, calcoliamo le dist anze del punt o dai

fuochi:

221 )( ycxPF e 22

2 )( ycxPF

La condizione affinché un punto ),( yxP appar t enga all iper bole è che sia:

21 PFPF a2 con a 0, a ,

sost it uendo in quest ult ima uguaglianza le espr essioni di 1PF e 2PF , otteniamo:

2222 )()( ycxycx = 2a.

Se eliminiamo il valore assoluto, otteniamo:

aycxycx 2)()( 2222 .

ossia

,)(2)( 2222 ycxaycx

da cui, elevando al quadrato, si ottiene: 222222222 )(4242 ycxayccxxayccxx .

Riduciamo in termini simili e dividiamo per 4:

;)( 222 cxaycxa

Eleviamo al quadrato entrambi i membri nuovamente:

81

,2)2( 22242222 xccxaayccxxa

e infine

).()( 22222222 acayaxac

I n un t r iangolo un lat o è maggior e della dif f er enza degli alt r i due. Consider at o il

triangolo 21FPF , la differenza di due lati è:

21 PFPF a2

e il terzo lato è il segmento 21FF di lunghezza 2c, che congiunge i due fuochi, quindi:

21 PFPF < 21FF

Si ha

,22 ca cioè ca

ossia

ac

è anche

22 ac

e quindi:

022 ac

Poniamo:

222 bac

e ot t eniamo l equazione del luogo geomet r ico:

222222 bayaxb ;

Dividiamo tutti i termini per 22ba :

12

2

2

2

b

y

a

x

che si dice equazione canonica dell iperbole avente i f uochi sull asse x.

Osser vazione didat t ica. E ben f ar not ar e alla classe che con l elevament o al quadr at o

non si sono introdotte soluzioni estranee

82

Esempio: Consider iamo l equazione 36425 22 yx

Dividendo ambo i membri per 36, otteniamo

1936

25 22 yx

che si può anche scrivere

19

25

36

22 yx

l equazione è quindi quella di un iper bole, con 25

362a e 92b , ossia 5

6a e 3b .

4. 4 PROPRI ETÀ DELL I PERBOLE

SIMMETRIA RISPETTO AGLI ASSI CARTESIANI

Poiché nell equazione canonica dell iper bole le var iabili x e y compaiono solo elevat e al

quadr at o, se ),( 111 yxP è un punt o dell iper bole lo sono anche i punt i ),( 112 yxP ;

),( 113 yxP ; ),( 114 yxP .

L iper bole è quindi una curva simmet rica rispet to all asse x, all asse y e all origine.

Osser vazione didat t ica. Si dice anche che l equazione canonica dell iper bole

r appr esent a un iper bole r if er it a al centro e ai suoi assi di simmetria perché gli assi

coor dinat i sono assi di simmet r ia e l or igine è il cent r o dell iper bole.

I NTERSEZI ONE DELL I PERBOLE CON GLI ASSI CARTESI ANI

Per det er minar e le int er sezioni di un iper bole con l asse x e con l asse y, met t iamo a

sist ema l equazione dell iper bole con l equazione dell asse x e con l asse y, cioè

risolviamo i seguenti sistemi:

0

12

2

2

2

yb

y

a

x

0

12

2

ya

x

0

22

y

ax

0y

ax

83

OA2 A1 F1 (c ; 0)F2 (-c ; O) x

y

B1 (0 ; b)

B2 (0 ; -b)

y = (-b/a)x y = (b/a)x

y = mx

0

12

2

2

2

xb

y

a

x

0

12

2

xb

y

0

22

x

by impossibile

Quindi 0;1 aA

e 0;2 aA

sono le int er sezioni con l asse x e si dicono vert ici reali

dell iperbole. I l segment o 21 AA si chiama asse t rasverso (o principale o f ocale). Ha

lo st esso nome anche la r et t a che passa per 1A ed 2A cont enent e i f uochi ossia l asse

delle x.

Dal secondo sist ema si evince che l iper bole non ha int er sezioni con l asse y.

Osser vazione: l asse t r asver so int er seca quindi l iper bole in due punt i di ascisse

a e

a; quest i due punt i si dicono i vertici dell iper bole; a si dice lunghezza del semiasse

trasverso.

84

Poiché l iper bole non ha int er sezioni con l asse y è det t o asse non t raverso

(o secondario) ed è la r et t a per pendicolar e all asse t r asver so nel punt o medio del

segmento di estremi i due fuochi.

L I PERBOLE E UNA CURVA I LLI MI TATA

Ricaviamo 2y dall equazione canonica dell iper bole:

12

2

2

2

b

y

a

x.

Si ha

2

2

2

2

1a

x

b

y,

da cui:

)1(2

222

a

xby ).( 22

2

22 ax

a

by

Poiché il pr imo membr o è sempr e posit ivo o nullo, t ale deve r isult ar e anche il secondo,

quindi per avere punti della curva si devono attribuire ad x valori tali per cui risulti

22 ax

ossia

.axax

Dunque l iper bole non ha punt i int er ni alla st r iscia limit at a dalle r et t e par allele all asse

y passanti per i vertici della curva ed è costituita da due rami distinti.

4.5 ASINTOTI

Dat a un iper bole di equazione 12

2

2

2

b

y

a

x e una retta r di equazione mxy , cerchiamo

le int er sezioni t r a la r et t a e l iper bole.

Risolvendo quindi il sistema

mxyb

y

a

x1

2

2

2

2

otteniamo le soluzioni

85

. ;222222 mab

maby

mab

abx

Si possono presentare i tre casi seguenti:

1. CASO 0222 mab

cioè

a

bm

a

b.

I n quest o caso i valor i ot t enut i sono r eali, ossia la r et t a mxy

int er seca l iper bole

in due punti reali e distinti.

2. CASO 0222 mab

cioè

a

bm

Le rette aventi tali coefficienti angolari:

xa

byx

a

by ,

si dicono asintoti dell iper bole. Tali r et t e non int er secano mai l iper bole, ma ad essa si

avvicinano indefinitamente a mano a mano che ci si allont ana dall or igine.

Not a didat t ica. Gli asint ot i sono le diagonali del r et t angolo di ver t ici A1 (a,0), A2 (-a,0),

B1(0,b) e B4 (0,-b).

b si dice lunghezza del semiasse non trasverso.

Osser vazione didat t ica. assegnando a m valor i molt o vicini a a

b

, si ha che il

radicando 222 mab

divent a un numer o molt o piccolo, vicino allo zer o, e poiché i

numeratori sono costanti i valori assoluti di x e y crescono indefinitamente.

Osser vazione didat t ica. La r elazione a

bm

a

b

dice che l iper bole è cont enut a nella

coppia di angoli oppost i al ver t ice det er minat i dagli asint ot i e non cont enent i l asse y.

E per quest o mot ivo che si dice che la cur va è cost it uit a da due r ami.

86

3. CASO 0222 mab

cioè

a

bm

a

bm .

In questo caso, il sist ema non ha soluzioni r eali, cioè la r et t a non int er seca l iper bole.

4.6 ECCENTRICITA'

I l r appor t o f r a la dist anza f ocale e la lunghezza dell asse t r asver so di un iper bole è

detto eccentricità ed è solitamente indicato con la lettera e:

trasverso assedell' lunghezza

focale

distanzae

Nell iper bole con i f uochi sull asse x, la dist anza f ocale è 2c ment r e la lunghezza

dell asse t r asver so è 2a, quindi l eccent r icit à è data dal rapporto a

c

2

2, ossia:

e = a

c.

Essendo 222 bac , cioè 222 bac da cui 22 bac

Quindi le coor dinat e dei f uochi di un iper bole di equazione not a sono

)0,( 221 baF , )0,( 22

2 baF

si avrà

2

222

1a

b

a

bae

Poiché 0ac si ha:

.1e

Osser vazione: A eccent r icit à maggior e cor r isponde maggior e aper t ur a dei r ami

dell iper bole e lo si f a not ar e esaminando i gr af ici di t r e iper boli con lo st esso valor e

di a (a = 4) e diversi valori di b.

87

x

y

O

e = 1,03

a. Grafico di x2/16 - y2 = 1

Essendo a = 4, b = 1,

ha c = (16 + 1 )1/2 = ( 17 )1/2 ed

e = ( 17 )1/2/4 = 1,03

x

y

O

e = 1,25

b. Grafico di x2/16 - y2/9= 1

Essendo a = 4, b = 3 quindi :

c = (16 + 9 )1/2 = 5

e = 5/4 = 1,25

a) Grafico di .116

22

yx

Essendo a = 4, b = 1, quindi c 17116 ed 03,14

17e .

b) Grafico di .1916

22 yx

Essendo a = 4, b = 3, quindi c 525916 ed 25,14

5e .

88

x

y

O

e = 1,6

c. Grafico di x2/16 - y2/25= 1

Essendo a = 4, b = 5 quindi :

c = (16 + 25 )1/2 = ( 41 )1/2

/4 = 1,6

c) Grafico di .12516

22 yx

Essendo a = 4, b = 5, quindi c 412516 ed .6,14

41e

4. 7 EQUAZI ONE CANONI CA DELL I PERBOLE CON I FUOCHI APPARTENENTI

ALL ASSE Y

Consider iamo l iper bole con i f uochi sull asse delle y.

I n quest o caso, diver sament e dal pr ecedent e pr ocediment o vist o per l iper bole con i

f uochi sull asse x, indichiamo con:

2b con b 0, b la lunghezza dell asse t r aver so di ver t ici r eali B1(0,b) e

B2 (0,-b).

Poiché abbiamo indicato la distanza focale con 2c, le coordinate dei fuochi saranno:

),0(1 cF e ),0(2 cF 0,con cc .

89

OA1 A2

F1 (c ; 0)

F2 (-c ; O)

x

y

y = (-b/a)x y = (b/a)xy = mx

B1

B2

P

Se indichiamo con ),( yxP il punt o gener ico dell iper bole, ver if icant e cioè la condizione:

21 PFPF b2 con b 0, b ,

e

222 abc

Con calcoli analoghi a quelli ef f et t uat i per l iper bole con i f uochi sull asse x si ot t iene

l equazione canonica dell iperbole avent i i f uochi sull asse y.

12

2

2

2

b

y

a

x

4. 8 L I PERBOLE EQUI LATERA

1. IPERBOLE EQUILATERA RIFERITA AGLI ASSI DI SIMMETRIA.

Se nell equazione canonica r if er it a al centro e agli assi di simmetria, si ha a = b, l iper bole si dice equilatera.

90

1

1

-a a

a

-a

(-a; a) (a; a)

Per esempio consider iamo il caso in cui i f uochi siano sull asse x l equazione dell

iperbole è 12

2

2

2

b

y

a

x

Che si può scrivere nella forma:

222 ayx .

nel caso in cui i f uochi siano sull asse y l equazione 12

2

2

2

b

y

a

x diventa

222 ayx

Essendo 2a = 2b, il r et t angolo che ha per lat i l asse t r aver so e quello non t r aver so divent a un quadr at o. L equazioni degli asint ot i sono :

y = x e y =- x gli asintoti coincidono con le bisettrici dei quadranti e la semidistanza focale

diventa 222 aaac

e l eccent ricit à diventa 22

a

ae

ESEMPIO L iper bole di equazione 922 yx

Ha per vertici 0;31A , 0;32A , 3;01B , 3;02B . I fuochi sono 0;231F , 0;232F .

2. IPERBOLE EQUILATERA RIFERITA AGLI ASINTOTI.

Consideriamo gli asintoti come gli assi di un nuovo sist ema di r if er iment o per l iper bole (possiamo immaginar e di f ar r uot ar e l iper bole e gli assi vecchi di 45° af f inché coincidano con gli asintoti). L equazione dell iper bole in quest o nuovo sist ema di r if er iment o è xy = k. Gli assi di simmet r ia sono le biset t r ici dei quadr ant i e quindi i f uochi e i ver t ici

appartengono a tali rette. Le coordinate dei vertici si ottengono dal sistema

xy

kxy per k>0;

xy

kxy per k<0

91

Inoltre poiché 2

2ak dove a è la lunghezza del semiasse trasverso, si ha

ka 2 e kac 22

Se k>0 i vertici e i fuochi saranno rispettivamente

kkA ;1 ; kkA ;2 ; kkF 2;21 ; kkF 2;22

Se k<0 i vertici e i fuochi saranno rispettivamente

kkA ;1 ; kkA ;2 ; kkF 2;21 ; kkF 2;22

OSSERVAZIONE DIDATTICA:

Per det er minar e l equazione di un iper bole r if er it a ai suoi assi di simmet r ia, cioè del

tipo:

12

2

2

2

b

y

a

x

sono necessarie due condizioni, comparendo in essa due coefficienti a e b. Indichiamo

alcuni dei casi che si possono presentare:

1. Passaggio per due punti (non simmetrici rispetto agli assi o rispetto

all or igine);

2. conoscenza delle coor dinat e di un f uoco e dell equazione di un asint ot o;

3. conoscenza delle coordinate di un vertice e di un fuoco.

Per det er minar e l equazione di un iper bole equilat er a, sia essa del t ipo: xy = k,

222 ayx

è sufficiente una sola condizione, che non sia la conoscenza degli asintoti

o l eccent r icit à, cost ant i per ogni iper bole equilat er a, ma che può esser e per esempio

data dal passaggio per un dato punto o dalla tangenza ad una data retta.

4.9 IPERBOLE EQUILATERA TRASLATA

92

Sia data la curva di equazione:

dcx

baxy (1)

dove i coefficienti a, b, c, d sono costanti assegnati, con c e d non

contemporaneamente nulli. Questa è una funzione y = f(x) chiamata funzione

omografica. Si dimostra che a seconda dei valori assunti dai coefficienti, essa

r appr esent a o una r et t a o un iper bole equilat er a con asint ot i par alleli agli assi

cartesiani.

1. 0c e 0d la (1) diventa: d

bx

d

ay

equazione che rappresenta una retta di coefficiente angolare m = d

a

3. 0c e 0bcad da cui si ricava:

ad = bc

Si ottiene in generale la retta d

by , privata del suo punto di ascissa

c

b

4. 0c e 0bcad iperbole equilatera traslata

Esempi: disegnar e la cur va di equazionex

xy

1

12. Si t r at t a di un iper bole

equilat er a t r aslat a, avent e per il cent r o di simmet r ia il punt o O1 (1;-2) e per

asintoti le rette: x = 1 e y = - 2.

93

4.10 COLLEGAMENTI CON LA FISICA

OTTICA: anche l iper bole gode di una pr opr iet à ot t ica. Se ponessimo una sor gent e luminosa in uno dei suoi due f uochi e consider assimo il r amo dell iper bole come una par et e r if let t ent e int er nament e, la luce si r if let t er ebbe andando all inf init o, ma sulla st essa r et t a su cui si t r ova l alt r o f uoco.

Legge di Boyle - Mariotte:

94

A t emper at ur a cost ant e, una cer t a massa di gas occupa un volume inver sament e pr opor zionale alla sua pr essione, quindi se r addoppiamo la pr essione il volume del gas diventerà la met à. L espr essione mat emat ica di quest a legge è dat a dalla f or mula mat emat ica pV = cost ant e. Disegnando un gr af ico car t esiano, ponendo sull asse delle ascisse i valori dei volumi e su quello delle ordinate quello delle pressioni otterremo un iperbole che rappresenta una trasformazione isotermica .

VERIFICA SOMMATIVA (2 ore) 1.(7 punti) Determinare i punti di intersezione della retta 042yx con la

circonferenza di centro C(2,1) e raggio 5 . 2.(7punt i) Det er minar e le equazioni delle r et t e t angent i all ellisse di equazione

92 22 yx condotte dal punto P(-9,0).

5. (7 punt i)Dat a l equazione 1134

22

k

yx, determinare per quali valori di k

L equazione r appr esent a un ellisse o, come caso par t icolar e una circonferenza I f uochi sono sull asse y Un fuoco ha coordinate (-1,0).

6. (6 punt i)Dat a l equazione dell iper bole 144169 22 yx , determinare la misura del

semiasse t r asver so , le coor dinat e dei ver t ici, dei f uochi, l eccent r icit à e l equazione degli asint ot i poi r appr esent ar e la cur va gr af icament e.

7. (6 punti)Data la parabola di equazione 442 xxy determinarne le

caratteristiche. 8. (7 punti)Stabilire se la retta di equazione 76xy è secante tangente o

esterna alla parabola di equazione 322 xxy .

95

BIBLIOGRAFIA:

Corso base blu di matematica, M. Bergamini, A. Trifone, G. Barozzi, Zanichelli,

Bologna, 2005.

Nuovi elementi di matematica, N. Dodero, P. Baroncini, R. Manfredi, Ghisetti e

Corvi, Milano, 2000.

Corso di matematica, L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni, Etas, Milano, 2003.

Appunt i corso di epistemologia e storia della matemat ica (prof . Fiocca-

Nagliati)

Dispense corso di laboratorio di software didattici (prof. Tomasi)

SITOGRAFIA: http://www.edscuola.it/archivio/norme/programmi/index.html

http://umi.dm.unibo.it/italiano/Didattica/didattica.html

http://www.itg-rondani.it/dida/Matem/ipermonica/coniche/index.htm

http://www.electroportal.net/vis_resource.php?section=artcorso&id=71

http://www.electroportal.net/vis_resource.php?section=ArtCorso&id=72

http://www.matematica.it/tomasi/

http://www.matematica.it/tomasi/lab-did/index.html

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