le lezioni di ludovico quaroni · 2018. 11. 24. · ludovico quaroni, i progetti e l’insegnamento...
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Fulvio Adobati
Tutor: arch. Gianluca Della Mea A.A. 2018/2019
Corso di Laurea in Ingegneria Edile - Università degli Studi di Bergamo
LE LEZIONI DI LUDOVICO QUARONI
C.I. Progettazione architettonica_modulo di composizione architettonica(integr. con mod. tecnologia degli elementi costruttivi, prof. G. Ruscica)
Ludovico Quaroni,
una delle figure più rappresentative della
Architettura italiana, nasce a Roma il 28
Marzo del 1911, consegue il diploma di
maturità classica, si laurea in architettura
presso l'Istituto di architettura
dell'Università di Roma nel 1934 e
prende l'abilitazione professionale di
architetto presso il Politecnico di
Milano.
Ludovico Quaroni,
nella sua lunga carriera professionale e
didattica abbraccia e interpreta le
caratteristiche e le complessità del
Movimento
Moderno e dell’
architettura
Razionalista in Italia
Movimento Moderno,genesi e sue articolazioni
Movimento Moderno,Il Bauhaus
Movimento Moderno,Il Bauhaus
Movimento Moderno,I principi
Movimento Moderno,I principi
Movimento Moderno,autori e progetti emblematici
I 5 punti dell’architettura,paradigma della nuova idea di abitare
I 5 punti dell’architettura,paradigma della nuova idea di abitare
Razionalismo,in Italia
Razionalismo,in Italia – Piano e Progetto
Ludovico Quaroni,
il progettista
Nel 1935 inizia l'attività professionale insieme a Mario
Ridolfi, Francesco Fariello, e l'anno dopo vince il
secondo premio al Concorso per le nuove preture
unificate di Roma con Saverio Muratori.
Ludovico Quaroni ed il suo gruppo, frequenta
intellettuali, artisti, esponenti della cultura dell'epoca tra
cui Massimo Bontempelli, Carlo Belli e Giuseppe
Capogrossi, diventando uno dei riferimenti fissi della
discussione culturale romana.
Ludovico Quaroni,
i progetti
Il periodo di transizione culturale in cui si forma Quaroni, il senso di precarietà e continua revisione, ne
faranno un "irrequieto abitatore del suo tempo" con la necessità di esprimersi in modi diversi.
Quaroni abbraccia il razionalismo nella progettazione dell'Auditorium di Roma nel 1935, fa concessioni
al modernismo imperiale nel concorso per la Piazza Imperiale all'E42 a Roma nel 1938 quando vince
il primo premio ex-aequo con Fariello e Muratori, e poi nel 1951 la sua opera si evolve nel neorealismo
con la progettazione di Borgo La Martella a Matera, magnifica combinazione tra modernità socio-
urbanistiche e recupero della tradizione
Ludovico Quaroni,
i progetti e l’insegnamento
Pur continuando a lavorare a grandi progetti urbanistici Quaroni si dedica anche all'insegnamento ai corsi
di Architettura dell'Università di Roma come assistente di Del Debbio, Piacentini, Marconi, e, nel
1940, consegue la libera docenza in composizione architettonica.
Nel 1944 partecipa alla guerra in Etiopia e al secondo conflitto mondiale, caduto prigioniero degli inglesi,
viene internato in India, dove rimane per cinque anni, tenendo corsi tecnici e di urbanistica per i geometri
prigionieri; elabora alcuni progetti per il Maharaja junior dello stato di Dewas.
Dopoguerra
tornato libero nel 1946, Quaroni torna in Italia dove riprende l'insegnamento a Roma, Napoli e Firenze,
partecipa a concorsi e occupa la carica di vicepresidente dell'Inu, Istituto nazionale di urbanistica, fa
parte del Cet e nel 1956 riceve il Premio Olivetti per l'urbanistica.
Ludovico Quaroni,
i progetti e l’insegnamento
Le sue opere continuano con
l'ecletticismo rivelato nei precedenti lavori con la
Chiesa neo-liberty a Genova nel 1956, con
l'edificio pluriuso a Grosseto nel 1970, con il
Teatro dell'Opera di Roma nel 1983.
Ludovico Quaroni, della sua esperienza di architetto
ha scritto vari libri, fra i quali ricordiamo "Torre di
babele" [1967], "Progettare un edificio" [1977], "La
città fisica" [1981] e "La cultura del progetto"
[1987].
Ludovico Quaroni,
i progetti e l’insegnamento
L'architetto Quaroni ha ricevuto numerosi riconoscimenti quali la Targa Inarch per il miglior progetto in
Basilicata (La Martella) e la Targa Inarch per il miglior progetto in Abruzzo (chiesa Francavilla)
nel 1961, ad ancora la Targa Inarch per il miglior progetto in Emilia-Romagna (esattoria a Ravenna) nel
1969, è stato membro del Consiglio superiore dei beni culturali e ambientali, presidente
dell'Accademia di San Luca e muore a Roma il 22 Luglio del 1987.
Ludovico Quaroni,
l’intervista
Ludovico Quaroni,
l’intervista
Ludovico Quaroni,
i progetti – anni ‘30 e 40
PROGETTI PRINCIPALI
1935 Progetto di concorso per l'auditorium alla passeggiata archeologica, Roma (con F. Fariello, S.
Muratori)
1936 Progetto di concorso per il piano regolatore di Aprilia (LT) (con F. Fariello, S. Muratori, E. Tedeschi)
1936 Allestimento della sala L'architettura attuale e la tradizione italiana, alla VI Triennale di Milano
1936 Progetto di concorso per la nuova pretura unificata di Roma (con S. Muratori)
1938 Progetto di concorso per la piazza Imperiale all'Eur, Roma (con F. Fariello, S. Muratori)
1947 Progetto di concorso per il fabbricato viaggiatori della nuova stazione di Roma Termini (con A.
Cardelli, A. Carè, G. Gardini, M. Fiorentino, M. Ridolfi)
1947 Progetto per la chiesa parrocchiale per il quartiere Prenestino (con Giovanni Quaroni)
1948 Concorso per la nuova chiesa di Santa Maria Maggiore (poi San Franco), Francavilla a Mare (CH) (con
Giovanni Quaroni)
1949 Quartiere Ina-casa sulla via Tiburtina, Roma (capogruppo con M. Ridolfi; M. Fiorentino, F. Gorio, P.
M. Lugli)
Ludovico Quaroni,
i progetti – anni ‘50
PROGETTI PRINCIPALI
1950 Progetto per un sanatorio universitario, Agra (VA) (con R. Neutra, A. de Carlo)
1951 Borgo La Martella, Matera (con M. Agati, F. Gorio, P.M. Lugli, M. Valori)
1952 Piano regolatore generale della città di Ivrea (TO) (con C. Doglio, A. Fiocchi, E. Raineri, N. Renacco)
1954 Studio per il Piano regolatore generale di Roma (membro del comitato tecnico con E. Del Debbio, E.
Lenci, R. Marino, V. Monaco, S. Muratori, G. Nicolosi, V. Passarelli, L. Piccinato)
1955 Piano particolareggiato per il completamento del quartiere Canton Vesco, Ivrea (TO)
1955 Scuola elementare e centro negozi e centro negozi per il quartiere Canton Vesco, Ivrea (TO) (con A.
de Carlo)
1956 Piano regolatore generale per la città di Ravenna (con A. De Carlo, P.L. Giordani, C. Salmoni, P.
Salmoni)
1956 Padiglione Italiano per l'esposizione internazionale di Bruxelles del 1958 (con L: Barbiano di
Belgiojoso, A. De Carlo, I. Gardella, E. Peressutti, G. Perugini, E. N. Rogers)
1956 Chiesa della Sacra Famiglia a Genova (con A. De Carlo, A. Mor, A. Sibilla)
1957 Progetto per un ponte sul fiume Dora, Ivrea (TO) (con A. de Carlo, S. Musmeci, B. Zevi)
1957 Piano regolatore per la città di Cortona (AR) (con A. de Carlo; M. Uccelli)
1959 Progetto di concorso per un quartiere Cep alle Barene di San Giuliano, Venezia-Mestre (con M.
Boschetti, A. De Carlo, G. Esposito, L. Giovannini, A. Livadotti, L. Menozzi, A. Polizzi, T. Musho)
Ludovico Quaroni,
i progetti – anni ‘60
PROGETTI PRINCIPALI
1960 Piano regolatore per la Grande Tunisi (con A. De Carlo, M. Amodei, R. Consiglio)
1962 Sistemazione urbanistica del comprensorio di Punta Ala, Castiglione della Pescaia (GR) (con G.
Esposito, A. Quistelli, R. Maestro, S. Paoli, A. Ponis)
1962 Progetto per il concorso per il centro direzionale di Torino, I premio (con M: Bianco, G. Esposito, R.
Maestro, A. Rizzotti, A. Romano)
1962 Piano regolatore per la città di Ravenna (con A. De Carlo, P.L.Giordani; C. Salmoni, P. Salmoni)
1962 Esattoria della Cassa di risparmio a Ravenna (con A. De Carlo, P.L. Giordani, C. Salmoni, P. Salmoni)
1964 Piano di zona 167 al quartiere Casilino in Roma (con G. Esposito, R. Maestro, M. Rubino)
1965 Variante generale al Piano regolatore generale della città di Bari (con R. C. Ferrari, A. Quistelli, A.
Renzulli)
1967 Progetto per il concorso per il nuovo palazzo degli uffici della Camera dei deputati, Roma (con G.
Esposito, M. Lonzi, A. Quistelli)
1967 Studi per l'Asse attrezzato del nuovo sistema direzionale di Roma (con lo Studio Asse)
Ludovico Quaroni,
i progetti – anni ‘70
PROGETTI PRINCIPALI
1970 Edificio pluriuso in piazza Vasca, Grosseto (con E. Calanca)
1970 Progetto per la chiesa parrocchiale di Gibellina Nuova (TP) (con L. Aversa, G. D'Ardia, Livio
Quaroni)
1971 Concorso per la sistemazione edilizia dell'Università degli studi di Firenze (con E. De Grossi, M. V.
Dierna, S. Dierna, F. Karrer, A. Quistelli, C. Terzi, M. Ventura; P. L. Spadolini, tutti dell'Università di
Firenze; F. Clemente dell'Università di Bologna)
1973 Progetto per il concorso per l'Università delle Calabrie (con S. Dierna, R. C. Ferrari, F. Karrer, P. L.
Spadolini, Condotte d'Acque spa)
1973 Progetti per il campus universitario della Somalia a Mogadiscio (con S. Dierna) 1976 Studio per il
nuovo centro direzionale di Torino (con F. Karrer, L. Passarelli)
1979 Sede degli uffici Fiat in Borgo San Paolo, Torino (con L. Passarelli)
Ludovico Quaroni,
i progetti – anni ‘80
PROGETTI PRINCIPALI
1982 Variante al Piano regolatore generale del Comune di San Gimignano (SI) (con Ufficio tecnico del
Comune di San Gimignano)
1983 Progetto per l'ampliamento e la trasformazione del teatro dell'opera di Roma
1984 Piano di salvaguardia per il centro storico di Sana'a, Nord Yemen (con R. Amerio, R. Bisciara, P.
Calabi, D. Cardarelli, A. De Carlo, L. De Cesare, A. Esposito, G. Esposito, M. Ferrante, G. Figurelli, E.
Galdieri, C. La Rocca, G. Mizzau, M. L. Neri, P. Palmieri, A. Petruccioli, U. Scerrato) 1984 Concorso per il
parco urbano del porto di Navile e della Manifattura Tabacchi a Bologna (con A. Aymonino, C. Baldisserri,
G. Cicognani, G. Cuppini, C. de Lorenzi, S. Piazzi, L: Sarti, L. Tundo, G. L. Bragadin Pierilli, I. Malagoli, I.
Pizzetti)
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Venezia-Mestre, Progetto di concorso Cep per Barene di San Giuliano, 1958
Nel 1958 viene indetto dal Comitato di Coordinamento dell'edilizia popolare (Cep) il concorso nazionale per un quartiere residenziale Cep nell'area delle Barene di San Giuliano, a Venezia-Mestre, in cui si chiede ad architetti ed urbanisti di cimentarsi nella costruzione di un quartiere in un'area di forte sviluppo industriale del triangolo Marghera-Mestre-Venezia. Al concorso prendono parte tutti i maggiori architetti italiani, tra cui, F. Cocchia, G. Samonà, L. Piccinato, F. Gorio, S. Muratori, C. e M. Aymonino, C. Chiarini, M. Fiorentino, A. Quistelli.
Il progetto del gruppo di Quaroni rappresenta una svolta significativa nella cultura architettonica e urbanistica italiana di quegli anni. Il nuovo insediamento colloquia visivamente con la città di Venezia e la laguna, declinando così in modo nuovo il tema del confronto con la città storica: non viene ideato come un quartiere in continuità con quello già esistente dell'Inacasa a Mestre, come suggerisce il concorso, ma si impone come una autonoma città satellite. Le quantità in gioco e la scala del progetto segneranno il dibattito successivo sulla città territorio. Punto focale del progetto sono gli emicicli, la cui ampiezza e articolazione determina anche la forma della struttura della città satellite.
Progetto seminale per la cultura architettonica italiana del secondo Novecento, San Giuliano svela la sua carica innovativa nella maturità con cui il gruppo di progettisti affronta il tema dello urban design e elabora un linguaggio architettonico e un approccio progettuale aperto ai linguaggi artistici contemporanei e alla sperimentazione della progettazione in serie.
Ludovico Quaroni,
i progetti
Venezia-Mestre, Progetto di concorso Cep per Barene di San Giuliano, 1958
Ludovico Quaroni,
i progettiVenezia-Mestre, Progetto di concorso Cep per Barene di San Giuliano,
1958
Ludovico Quaroni,
i progetti
Venezia-Mestre, Progetto di concorso Cep per Barene di San Giuliano,
1958
Ludovico Quaroni,
i progetti
Venezia-Mestre, Progetto di concorso Cep per Barene di San Giuliano, 1958
Ludovico Quaroni,
i progetti
Asse attrezzato, Prenestino-Casilino (soluzione 2), plastico, Roma 1967-1970.
Nel Piano regolatore generale del 1962 fu individuata
una vasta area a Est di Roma destinata
prevalentemente a funzioni direzionali,
all'insieme di strade e edifici venne dato il nome di
Asse attrezzato.
Bruno Zevi con Mario Fiorentino, Riccardo Morandi,
Lucio e Vincenzo Passarelli, Ludovico Quaroni
e Vinicio Delleani prendono l'iniziativa di
eseguire uno studio preliminare
Chiesa Sacra Famiglia a Genova
Ludovico Quaroni,
i progetti
Ludovico Quaroni,
i progetti
Quartiere Ina-casa sulla via Tiburtina, Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi, Roma,
1949-1954
Ludovico Quaroni,
i progetti
Quartiere Ina-casa sulla via Tiburtina, Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi, Roma,
1949-1954
Il Tiburtino è tra i principali
quartieri del primo settennio di
costruzioni del programma per la
piena occupazione
(piano "Fanfani", 1948)
e fin dalla sua costruzione è stato
visto dalla critica come il
manifesto del neorealismo italiano
in architettura.
Ludovico Quaroni,
i progetti
Quartiere Ina-casa sulla via Tiburtina, Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi, Roma,
1949-1954
Vero laboratorio per il gruppo di diverse generazioni di architetti coinvolti nel progetto, il
quartiere raccoglie gran parte delle ricerche sull'abitazione svolte da Mario Ridolfi presso il
Centro nazionale delle ricerche e esemplifica la proposta culturale veicolata dalla
pubblicazione del Manuale dell'architetto (Usis-Cnr, 1945).
Ludovico Quaroni,
i progetti
Quartiere Ina-casa sulla via Tiburtina, Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi, Roma,
1949-1954
Composto di edifici formati da diversi tipi edilizi (a torre, a schiera, in linea) collocati in
modo da ricreare la contiguità spaziale della città preindustriale, il quartiere accosta
materiali e linguaggi tratti dalla tradizione vernacolare italiana in una forma planimetrica
che, pur seguendo le indicazioni date dall'Ina-casa, mostra ancora una certa incertezza nelle
sua matrici culturali.
Ludovico Quaroni,
i progetti
con Federico Gorio,
Villaggio rurale "La Martella",
Matera 1952
Conclusa l'esperienza del Tiburtino, affronta il nuovo tema di un villaggio rurale La Martella,
ideato per accogliere gli abitanti dei Sassi di Matera che da quel sito malsano dovevano essere
trasferiti, portando con loro un bagaglio di storia di migliaia di anni.
Ludovico Quaroni,
i progetti
con Federico Gorio, Villaggio rurale "La Martella", Matera 1952
La soluzione progettuale adottata è stata giudicata d’avanguardia perché tesa a
risolvere il problema residenza-lavoro mediante l'inserimento, in un programma più
vasto di ridistribuzione degli insediamenti nel quadro della legge stralcio per la
riforma agraria, con la proposta di una nuova struttura urbana a carattere rurale,
tenendo conto delle esigenze organizzative delle comunità agricole.
Ludovico Quaroni,
i progetti
con Federico Gorio, Villaggio rurale "La Martella", Matera 1952
Ludovico Quaroni,
i progetti
con Federico Gorio, Villaggio rurale "La Martella", Matera 1952
Abbandonando gli schemi razionalisti a favore di una composizione libera da canoni
geometrici, soddisfa le esigenze sia materiali che psicologiche degli abitanti, predisponendo nel
moderno ambiente un legame con le consuetudini, con l'habitus e con la tradizione
dell’individuo e della società contadina materana.
Ludovico Quaroni,
i progetti
Chiesa_Madre_Gibellina
Ludovico Quaroni,
i progetti
Chiesa_Madre_Gibellina
Ludovico Quaroni,
i progetti
Chiesa_Madre_Gibellina
Ludovico Quaroni,
i progetti
Chiesa_Madre_Gibellina
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Progettare un edificio
Otto lezioni di architettura
Premessa
Otto Lezioni:
Lezione Prima – La progettazione Integrata
Lezione Seconda – Analisi e Fasi della progettazione
Lezione Terza – Organismo e struttura: Analisi e primi approcci alla progettazione
Lezione Quarta – Lo Spazio Architettonico
Lezione Quinta – La dimensione tecnica della progettazione
Lezione Sesta – La geometria dell’architettura
Lezione Settima – Materiali, superfici, colori
Lezione Ottava – La qualità progettuale e il suo controllo
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Otto lezioni, non un manuale, ma solo raccolta di osservazioni centrate sul progetto:
“raccolta sistematica, riferita ad un edificio, delle attenzioni che deve avere che vuole
progettare un edificio col metodo tradizionale”
Per capire cosa significa il “fare architettura” con il metodo applicato nei quattro secoli e più
scorsi per qualsiasi edificio (grande, piccolo, etc.) ed ancor oggi base della progettazione
moderna
La moltiplicazione delle domande, delle problematiche e della complessità del tema
progettuale, la crescita dei sistemi offerti dalla tecnologia avanzata, dividono in molte
specialità il tema progettuale e la “responsabilità” del progetto stesso (a differenza degli
antichi ateliers che concentravano tutto il sapere progettuale)
Dimenticando però, con la verità dell’architettura come struttura e come sistema, la
necessità dell’armonizzazione fra i vari tecnici e fra le varie scelte e operazioni da queste
compiute
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodoInterdisciplinarietà – Progetto come processo interattivo
Per la progettazione-costruzione di un edificio è necessario e irrinunciabile l’apporto di vari
specialisti: ma questo pluralismo disciplinare metodologico non riesce di per sé a realizzare
un’architettura decente in mancanza di un cervello che coordina sapendo “dove si deve e si
vuole arrivare” e conoscendo i modi necessari per stabilire, regolare, verificare e correggere
durante il processo progettuale: capacità di avere sempre presente le relazioni tra ogni parte
ed il tutto (concetto Gestaltiano calato nel progetto).
Nei Paesi ad alto contenuto tecnologico si sono sviluppate le Società Chartered quantity
surveyors, organismi tecnici che sulla base di un programma edilizio e di un budget scelgono
l’equipe di progettazione e ne monitorano le operazioni e la loro tempistica affinché si rispettino
i presupposti ideologici, funzionali ed economici di partenza.
Punti deboli dei CQS:
- eccesso di interesse nel binomio tempo-denaro,
- minore attenzione e chiarezza sulla scelta del team progettuale
- debole capacità di sviluppare e controllare i rapporti tra le varie figure del team
- debole capacità di rispettare le priorità nelle scelte e di fornire un punto di partenza del progetto in
grado di innescare il lavoro mentale ed il dialogo dei progettisti sulla interpretazione “originale”
del tema e dei suoi contenuti di base.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Ciò dipende dal comune errore di considerare simili l’integrazione e la somma; il semplice
accostamento di più entità e la costruzione, con esse, di un preciso sistema di rapporti
Ciò dipende anche dall’errata concezione del lavoro a più voci, per cui risulta indifferente
destinare alla risoluzione di un progetto più persone che lavorino insieme come gruppo
disciplinarmente omogeneo o come gruppo disciplinarmente eterogeneo, ma capace di
integrarsi, nel rispetto dell’ottica disciplinare e personale di ogni singolo componente, proprio
per il buon esito del lavoro comune.
Mancanza di “concezione unitaria” dell’architettura e del progetto come costruzione di una
“struttura”, di un “sistema integrato”, di un “organismo”, nel quale le componenti la triade Vitruviana
della utilitas, firmitas e venustas siano compresenti e fuse, risolte e dissolte nella risultante
architettura.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Architettura è il leit motiv delle otto lezioni per combattere i rischi egli effetti della
parzializzazione del progetto: o solo tecnologizzante o estetizzante di tendenza (quindi in
entrambi i casi in modo falso).
Il tentativo delle lezioni è di chiarire il valore, per la progettazione, di certe operazioni, di
certi passaggi obbligati (non ovvi) che potrebbero sembrare noti a tutti, ma di cui si deve
necessariamente divenire coscienti perché oggi dimenticati o sconosciuti nella prassi (o
peggio assimilati, metabolizzati e stravolti nel loro significato).
Il bisogno è ancor di più quello di fornire quell’inquadramento del problema della
progettazione necessario per ordinare e inquadrare le prime idee in una griglia capace
di accogliere ogni ulteriore nozione, idea esperienza.
Le dimensioni del progettare sono molte, spesso contrastanti, ma per comporle, per
arrivare all’unità del progetto che “annulla ogni differenza per ricondurle alla loro nuova
dimensione che è l’architettura” è necessario disporre di un telaio, un frame, una griglia che
permetta di tessere il sistema del progetto.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
In conclusione delle otto lezioni, Quaroni confuta l’idea della codificazione
dell’architettura moderna, che molti sentono come esigenza quasi per rifondare la disciplina
fornendo una nuova manualistica che ristabilisca le basi per una buona comprensione
dell’architettura (oggi i linguaggi per immagine delle arhchistar).
Consapevolezza che l’architettura, a differenza della pittura, della musica, e della poesia, si
trova quotidianamente sotto i propri occhi solo camminando per strada, per ciò dovrebbe
interessare più d’ogni altra attività umana.
Incapacità di trovare idee forti, nel mare magno di idee deboli: disorientamento generale,
confusione e bombardamento di troppe idee, fa rifugiare in falsi miti, slogan riduttivi.
Vanno riproposte le basi dell’architettura, non nuove codificazioni linguistiche.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
L’architettura qui non interessa come opera d’arte, ma come manifestazione
dell’attività umana volta a fornire agli uomini gli spazi per le funzioni “vitali”
dalla scuola alla casa, dalle infrastrutture al paesaggio, dal quartiere alla città: tutti spazi
interni o esterni, di primaria importanza sociale, tali quindi da richiedere un ordine
strutturale dignitoso e civile, una qualità alta proprio in relazione alla enorme diffusione
dei risultati costruttivi (ci vuole qualità proprio per la grande quantità degli esiti).
Esse infatti divengono per l’autore un personale “museo immaginario” , mentale,
dell’architettura
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Lezione Seconda – Analisi e Fasi della progettazione
Le quattro fasi dell’iter di intervento
La programmazione
La committenza alternativa
Analisi e progetto
Le quattro fasi dell’iter di intervento
L’intero iter del progetto può essere distinto schematicamente in
tre distinti periodi.
Se il periodo centrale è quello che maggiormente interessa il lavoro di costruzione
dell’immagine del futuro oggetto-architettura, non va però isolato e slegato dagli
altri due periodi, pena il pericolo per la riuscita del progetto.
L’iter dovrebbe ammettere 4 fasi e non 3:
tre “progettuali” + una quarta fase: quella della fruizione e gestione
importantissima per i vincoli che impone alla progettazione.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
La prima fase
è quella della programmazione in cui vengono messe a punto, dopo le analisi
preventive, le scelte di base per la progettazione.
Scelte relative:
- al programma da realizzare ed al terreno adatto,
- ma anche alla quantità e alle qualità che entreranno nel progetto,
- i suoi caratteri irrinunciabili,
- le componenti economiche,
- il rapporto quantità/standard del costruito, delle finiture, degli impianti, etc,
- i criteri di fruizione e di gestione (chi sarà ad utilizzare l’edifico il
proprietario, l’inquilino, chi curerà la manutenzione e l’amministrazione, etc…)
Questa fase deve tener conto del carattere della committenza e delle
caratteristiche del luogo (suolo, materiali da costruzione, manodopera).
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
La seconda fase
è quella della progettazione in senso ristretto, durante la quale viene studiato,
mediante feedback e approcci successivi, il design dell’oggetto.
Le fasi interne al design sono di solito tre:
1. impostazione che può proporre soluzioni alternative
2. progetto di massima che sviluppa l’alternativa prescelta con schemi a piccole
scale tenendo conto delle critiche della committenza alla fase di impostazione
3. l’esecutivo che comprende tutti i disegni che consentono di svolgere il progetto
e di condurre la sua cantierazione
Modo tradizionale in Italia:
- sviluppare tutte le piante prospetti e sezioni più importanti
- tutti i dettagli tecnologici e decorativi (costruttivi)
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
La terza fase
è quella della attuazione e si passa così dal progetto alla sua realizzazione
Un progetto buono è una “struttura” che costituisce un insieme al quale ogni
rimozione o aggiunta può, se non controllata, far vanificare l’unitarietà
complessiva.
Con la conclusione della terza fase finisce il cd “iter di progettazione” e comincia
l’ultima e quarta fase quella della gestione
Essa si riferisce al rapporto tra la committenza ed il fruitore: i casi sono molteplici
ma è certo che la progettazione è molto influenzata dal tipo finale di gestione, in
quanto bene “economico”.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
La programmazione
Stabilisce le scelte di base ed il loro stretto legame con le fasi evolutive della progettazione.
Essenziale il rapporto tra il gruppo interdisciplinare di progettazione e la Committenza ed i
suoi obbiettivi espliciti od impliciti.
Oggi si tende a sviluppare molto la fase di programmazione per ridurre la fase progettuale
entro limiti certi predefiniti con il rischio di svuotarne i contenuti propri culturali.
Il problema aperto consiste nel trovare un modo efficace di controllo scientifico delle
fasi progettuali senza però snaturarne l’unitarietà e l’organicità dell’esito (l’oggetto
architettonico).
Si tratta evidentemente di considerare negli inputs forniti dalla programmazione anche i
termini di qualità e organicità del risultato finale
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Chiarire l’obiettivo sociale dell’intervento.
Nel caso specifico di progettare alloggi popolari:
- dovrà desumersi quale deve intendersi come valore sociale del bene “casa”,
- bisognerà conoscere le caratteristiche dei fruitori (composizione delle famiglie),
- si dovrà definire l’ampiezza dei tagli in relazione al budget,
- condividere la politica del servizio che potrebbe indirizzare a ridurre i tagli delle cellule
abitative in ragione di un orientamento ad una più forte vita associativa e ad un maggior uso
degli spazi e dei servizi collettivi,
- verificare la dimensione degli alloggi,
- definire la modalità di aggregazione degli alloggi (cellule) e dei fabbricati tra loro, la
distribuzione interna e le relazioni con l’esterno,
- indicare le performance richieste per finiture e materiali,
- chiarire il valore del “segno” che gli alloggi dovranno rivestire per il fruitore, il suo valore
semantico/politico (esempio gli stilemi anni venti dell’edilizia popolare tedesca e il finto
razionalismo purista Fascista in Italia tendente ad escludere e marginalizzare le case
popolari);
- scegliere il sistema di costruzione migliore (nel ‘77 Quaroni si confrontava con il tema
emergente e sperimentale della prefabbricazione residenziale, oggi il tema è l’utilizzo di
tecnologie per il risparmio energetico e la sostenibilità)
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodoLa Committenza Alternativa
Per le ragioni suesposte Quaroni avanza l’idea che la prima fase di programmazione
dovrebbe espletarsi in assenza del progettista, anzi ne determina i caratteri per la sua
scelta. Dovrebbe invece avvalersi di un’equipe di tecnici specializzati e di esperti in grado di
inquadrare e strutturare i contenuti della commessa, finalità obiettivi, etc.; utilizzando quella
cd. Committenza alternativa
Compiti:
- interpretare la committenza (cosa difficile nei casi di committenza pubblica),
- partecipazione dei futuri fruitori (spesso resa difficile dall’esplosione dei conflitti sociali e da
rischi di ideologizzazione del tema)
- desumere standards urbanistici, edilizi e architettonici;
- trovare i tecnici progettisti
- scelta del luogo dell’intervento
- scelta dei criteri per l’acquisizione dei terreni prescelti (ragioni politiche ed economiche)
- scelta del costo di costruzione degli edifici, degli impianti relativi, rete stradale, collegamenti,
attrezzature collettive di servizio, sistemazione arredo pertinenze verdi
- scelta dei sistemi costruttivi e del relativo metodo di appalto e conduzione dei lavori,
determinazione dei tempi per le varie fasi
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodoAnalisi e Progetto
Non sempre accade la netta separazione tra responsabili tecnici della programmazione e
incaricati del progetto. Più sovente, nelle opere di minore o media importanza, si agisce per
una via mediana ed il comportamento logico è quindi quello di assimilare in un unico
soggetto i compiti dell’analisi preventiva, della costruzione del programma, della
scelta dei criteri di intervento progettuale.
Spetterà a tale soggetto espletare con sapienza la fase dell’analisi (fase euristica) ricercando
tutte le forme per inquadrare le problematiche in grado di condizionare la successiva fase
progettuale.
Ciò a partire dalle analisi di tipo urbanistiche in relazione alla scelta dell’area di progetto,
ovvero al rapporto con la pianificazione vigente.
Ciò anche attraverso il supporto della “committenza”, indagando tra i fruitori, meglio se
concretamente rappresentati (nel caso di una scuola potranno essere il corpo docente, persino
gli studenti).
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Questo approccio, secondo Quaroni, assume caratteristiche di elevata soggettività,
nel senso che viene concentrata in un unico soggetto la elaborazione di convinzioni e
interpretazioni che si contaminano fortemente del bagaglio culturale proprio di chi le
esprime e che condizionano poi le restanti fasi del progetto: in altri termini viene
meno la distinzione tra Analisi e Progetto: tutto tende a fondersi in un processo
omologante.
Questo modo di concepire il tema progettuale espone a forti rischi di deviazione
perché non esiste lavoro di analisi che non produca nell’architetto una propensione
mentale verso una determinata ipotesi progettuale: va evitata la confusione tra
pretese constatazioni razionali che si rivelano invece quali illazioni irrazionali:
sarà difficile poi esporre in una chiara e logica relazione e grafici leggibili il risultato
dell’analisi.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
In ogni caso le Analisi da fare sono di diversa natura:
un primo gruppo di analisi si riferirà al terreno ed alla località in cui dovrà sorgere l’edificio:
in primo luogo riguarderanno soprattutto
- la forma planoaltimetrica del terreno,
- la sua regolarità,
- la sua esposizione rispetto ai quattro punti cardinali,
- la vegetazione esistente, la possibilità di nuove piantumazioni (la pedologia),
in secondo luogo riguarderanno
- le qualità idrogeologiche del terreno, molto importanti dal punto di vista ecologico per le
fondazioni,
- per eventuali fenomeni di instabilità (geologica e sismica), alluvioni etc;
- ciò indurrà a valutare, tra più opzioni, i costi di messa in sicurezza
in terzo luogo, i sopralluoghi sul terreno dovranno riguardare:
- i rapporti con l’intorno: il panorama che è visibile nelle diverse direzioni, con particolare
evidenza per la combinazione orientamento solare-veduta (una veduta verso nord sarà piena
di sole e viceversa verso sud mostrerà edifici in ombra), alle masse d’alberi o comunque alle
aperture fra le case.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
Importantissima la veduta del terreno dall’esterno considerando il rapporto costruzione da
progettare/masse d’alberi esistenti (anche isolati) e con le masse murarie esistenti su cui si
dovrebbe stagliare l’edificio nuovo: altezza, colore, masse, articolazioni dovrebbero essere
prefigurate alternativamente, senza scelte precise, ma con deciso scarto delle soluzioni
sconsigliate.
- Utile una valutazione, ai fini della sua collocazione, del rapporto tra massa del costruendo
edificio e dimensioni del lotto.
- Presa di coscienza del rapporto dell’edificio da progettare con gli altri più o meno vicini,
specialmente nel caso di un edificio “di servizio”, di un’attrezzatura collettiva, verificando il
rapporto tra attrezzatura servente e l’abitato servito.
- Mentre negli anni 60 si collocavano i servizi al centro di un nuovo quartiere per renderli anima
della vita collettiva, in una visione più chiusa della vita di quartiere, un decennio dopo è stato
ritenuto più importante che i servizi fossero periferici al quartiere in modo da configurarsi
come luoghi di scambio sociale fra più quartieri (punti di contatto con un’esternalità a cui ci si
apre) evitando così ghettizzazione e insicurezza.
- Importantissimo è considerare gli accessi al terreno, sia dal punto di vista funzionale, sia
visuale: il percorso di accesso sarà il cammino su cui si innescheranno prospettive variabili che
disgeleranno l’oggetto architettonico secondo varie ed intenzionali modalità (sorpresa,
monumentalità, etc)
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodoUn secondo gruppo di analisi deve evidenziare bene le possibilità di realizzare il progetto:
- in relazione alla somma preventivata, alla libertà consentita nell’articolazione progettuale,
nella scelta del sistema costruttivo, di impiegare finiture non del tipo economico,
- bisognerà verificare quali sono i materiali di costruzione reperibili perché prodotti sul
posto o di facile importazione e le capacità costruttive delle maestranze locali.
- Occorrerà assumere ogni riferimento “normativo” afferente il progetto ed i vincoli
esistenti: dalle previsioni dello strumento urbanistico (PRG), norme specifiche di Zona,
norme del Regolamento Edilizio, di Igiene, standard richiesti da leggi dello Stato o dal
Codice civile, dalle consuetudini e tradizioni, etc.
Un terzo ed ultimo gruppo di analisi riguarda
- il carattere,
- i valori,
- lo spirito dell’istituzione
per cui si intraprende la progettazione:
può darsi che ciò sia stato preventivamente allestito nel programma e nei conseguenti
indirizzi: sarà quindi più semplicemente utile chiedere eventuali chiarimenti
più spesso in mancanza di un programma esaustivo si dovrà ricorrere alla cd “discussione
di partecipazione” allargata alle varie componenti interessate al progetto.
Ludovico Quaroni,
il pensiero e il metodo
L’architetto assume il ruolo di regista dell’operazione: deve smarcarsi dai panni del
progettista, senza però farsi travolgere da discussioni fini a se stesse e riportando
sempre al centro della discussione il valore del progetto tenendo ben presenti le analisi
esperite nella fase di “programma”.
Terminata la raccolta attiva o passiva delle informazioni necessarie ad inquadrare il
lavoro progettuale e preparati gli elaborati scritti e grafici, fotografici, cartografici,
costituenti le considerazioni di base per la dimostrazione a terzi, l’architetto rimarrà
solo con il problema del progetto: avrà solo un “foglio di carta bianco e l’orrore del
vuoto” (oggi uno screensaver attivato sul PC).
A questo punto occorre CONCENTRAZIONE sul significato interno della
istituzione (committenza) per coglierne qualche aspetto fondamentale, capace di
illuminare ed orientare la progettazione.
La lezione si conclude citando testualmente una pregnante lezione magistrale di Luis
Kahn tenuta sul tema dell’analisi e del progetto: “l’architettura non esiste – esiste
un’opera di architettura….”.
Ludovico Quaroni,
…sempre sul metodo
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Una piccola mostra a cura di Valentina Auricchio e Francesco Zurlocon il supporto di Serena Leonardi e Martina Rossi.Abbiamo chiesto ad alcuni designer di descrivere il processo creativo che ha contribuito alla realizzazione di un artefatto (fisico o virtuale). La piccola mostra è l’incipit per una riflessione sul metodo, sulla relazione con i maestri del passato e l’attuale fenomeno del design thinking.
…sempre sul metodo
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…sempre sul metodo
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