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1 LE PERGAMENE DELLA CERTOSA DI SAN BERNARDO DI PADOVA (1135 - 1228) a cura di Francesca Fantini D’Onofrio LIONS CLUB PADOVA CERTOSA

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LE PERGAMENE DELLA CERTOSA DI SAN BERNARDO

DI PADOVA (1135 - 1228)

a cura di Francesca Fantini D’Onofrio

LIONS CLUB PADOVA CERTOSA

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LE PERGAMENE DELLA CERTOSA DI SAN BERNARDO DI PADOVA (1135 - 1228)

A cura di Francesca Fantini D’Onofrio

Ideazione e progetto Francesca Fantini D’Onofrio

Riprese digitaliRenzo Sgarabotto

Composizione graficaRenzo Sgarabotto Annamaria Salvo

Tutte le immagini sono di proprietà dell’Archivio di Stato di Padova con il divieto di ulteriori riproduzioni

Stampa: Grafiche Carrer snc Mestre Venezia

Stampato in Italia. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o utilizzata in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo grafico, elettronico o meccanico, inclusa la fotocopiatura e le registrazioni su nastro delle immagini e dei testi, o qualsiasi altro processo di archiviazione senza il per-messo scritto dell’editore.

ISBN ??????

Immagine di copertina: Sec. XIII - Particolare della pagina iniziale del fascicolo che narra la vita di San Bernardo, abate e dottore, con capilettera miniati e prime due righe in inchiostro rosso.Immagine sul retro di copertina: 1228 ottobre 1 - Pergamena dell’atto di donazione del terreno per la costruzione della basilica in onore di San Bernardo.

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PRESENTAZIONE

La Certosa di Vigodarzere: il simbolo del nostro Club si risveglia dal lungo sonno dei secolari documenti in pergamena custoditi presso l’ Archivio di Stato di Padova. Nella doverosa ricerca delle radici del suo simbolo, il Lions Club Padova Certosa si era fatto promotore di un service iniziato con la Presidenza di Riccardo Manconi nell’ anno sociale 2007-2008, finalizzato a sostenere le spese di restauro e di condizionamento di un primo lotto di pergamene. Nella successiva Presidenza di Giorgio Desideri questa prima fase ha trovato ora un completamento al termine dell’anno sociale 2008-2009, con un service finalizzato alla pubblicazione del presente volume, contenente il regesto ovvero la breve sintesi del contenuto delle pergamene più antiche (1135-1228). Nel frattempo è stato restaurato anche il secondo lotto di pergamene. Il presente volume è frutto dell’appassionata competenza della Dott.ssa Francesca Fantini D’Onofrio, Direttore dell’ Archivio di Stato di Padova, alla quale il Club desidera esprimere tutta la propria ammirata e profonda gratitudine per aver consentito di offrire, non solo ai nostri Soci, ma anche a tutta la comunità patavina nonché agli studiosi, uno spaccato documentale - fino ad ora sconosciuto - relativo alle vicende della Certosa, passata dal primo nucleo urbano sito in Padova alla successiva edificazione in Vigodarzere.Crediamo, oltre al valore lionistico insito in un service biennale, che significa innanzitutto unità di obiettivi e di intenti, che non si possa prescindere dal principio che la conoscenza delle proprie radici e della propria storia vada di pari passo con la capacità di guardare al futuro e di costruirlo con consapevolezza: i due leoni giustapposti del simbolo dei Lions significano proprio questo.

Riccardo Manconi Past President

Giorgio Desideri Presidente

Lions Club Padova Certosa

Padova, maggio 2009

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INTRODUZIONE

Si pubblicano in questa sede le prime risultanze del service del Lions Club Padova Certosa a favore della tutela e della salvaguardia del patrimonio culturale documentario padovano, iniziato nell’anno sociale 2007 - 2008 sotto la presidenza del dott. Riccardo Manconi.Il desiderio di conoscenza delle fonti storico-documentarie della Certosa padovana, di cui il Club si fregia nel nome, ha avvicinato questo Lions all’Archivio di Stato, istituzione creata a Padova, tra il 1948 e il 1949, per la conservazione e la fruizione del patrimonio documentario prodotto dagli enti locali periferici dello Stato unitario e preunitario della città e del terri-torio. L’Archivio di Stato di Padova, che appartiene al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tutela venticinque chilometri di documentazione dal medioevo all’età contemporanea, tra questi è contenuto l’antico archi-vio del monastero della Certosa dei Santi Bernardo e Girolamo. Il felice incontro ha fatto emergere la necessità di un intervento di restauro sulla parte più antica e pregiata dell’archivio della Certosa, costituita da alcune centinaia di pergamene dei secoli XII-XVIII. Questo fondo mem-branaceo è risultato essere pressocché inesplorato. Lo stato di conserva-zione in rotoli costituisce barriera alla consultazione e all’agevole lettura. Le pergamene, inoltre, benché siano state numerate e raccolte in mazzi, non sono state ordinate. Alla luce dell’attuale riordinamento il loro rag-gruppamento si è rivelato del tutto casuale.Nel momento in cui sono emerse le problematiche legate alla conserva-zione e alla fruibilità del fondo, immediata è stata la risposta del Lions Club Certosa che si è reso disponibile al finanziamento del restauro. At-tualmente sono state restaurate le prime due buste per un complessivo di centonovantotto pezzi. Sono state riordinate le pergamene che erano contenute nel primo contenitore d’archivio ed è stato redatto l’indice cro-nologico. Si sta procedendo al regesto delle singole unità per far luce sui contenuti degli antichi rogiti e degli atti di cui si compone il fondo.In questo libro si pubblicano i regesti delle prime ventuno pergamene, insieme alla loro riproduzione. Si è scelto di concludere il volume con la pubblicazione integrale del ritrovamento più interessante dal punto di vista storico: l’antico atto notarile originale, vergato su pergamena, della donazione del terreno per l’edificazione della chiesa di San Bernardo di Padova. Il rogito è datato primo ottobre 1228. La chiesa, insieme al mona-stero della Certosa, ubicati a Padova in località Porciglia, oggi non esisto-no più. Nel 1509 vennero rasi al suolo per fini strategico-militari.L’obiettivo finale di questo paziente lavoro di restauro, di ordinamento e d’inventariazione è la pubblicazione in digitale di tutte le pergamene, corredata dai regesti, fornendo così agli storici e agli studiosi un’agile stru-mento di ricerca utile e indispensabile per conoscere, indagare e approfon-dire il patrimonio documentale padovano.

Francesca Fantini D’OnofrioDirettore dell’Archiviodi Stato di Padova

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Mappa delle mura di Padova tratta da A. Portenari, Della felicità di

Padova, Padova 1623, pp. 92-93

Particolare della Certosa dei Santi Bernardo e Girolamo

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Il monastero della Certosa in Padova, poi in Vigodarzere e il suo archivio: cenni di storia

La bibliografia sul monastero certosino di san Bernardo di Padova è assai esigua1, manca una monografia esaustiva. Giuseppe Toffanin in Cento chiese padovane scomparse2 scrive:S. Bernardo detta anche Le Croci, o SS. Bernardo e Girolamo, esisteva nel 1239, presso <<flumen Caudelongae>>. Dapprima delle monache benedettine, poi fino al 1509 dei certosini. Il monastero fu abbandonato definitivamente dopo il 1517.Giovanni Fabris in Cronache e cronisti padovani3 così descrive il monastero:Il monastero di S. Bernardo, o della Certosa, sorgeva con aspetto fortilizio fuori porta Codalunga, ove erano le Distillerie Italiane. Nell’assedio del 1509 servì di baluardo a Massimiliano, onde Venezia, nel famoso guasto, lo fece radere al suolo e la Certosa fu ricostruita (arch. Andrea da Valle) a Vigodarzere, dove se ne ammirano ancora gli avanzi (Villa De Zigno).

Cesira Gasparotto in Padova ecclesiastica 12394:…in mezzo ai fertili orti del Serraglio di Porciglia, chiuso fra Bacchiglione-Piovego e canale di Codalunga, fu fondato, nel primo Duecento, il monastero benedettino femminile, bianco, di S. Bernardo, meta frequentata di devoti pellegrinaggi, soprattutto femminili, ancora nel primo Trecento. Ma il diffuso lassismo religioso, conseguente alla “grande peste”(1348/49) e al deleterio “Scisma d’Occidente”, condussero la comunità di San Bernardo a un tale grado di decadenza religiosa da obbligare il vescovo Dandolo (1453?) a sopprimere il monastero benedettino, assegnandone il luogo ai Certosini, voluti a Padova dal defunto vescovo Pietro Donato…La storia dei certosini a Padova è ancora tutta da narrare! L’antico archivio del monastero costituisce fonte primaria e tangibile testimonianza della presenza e dell’attività dei monaci certosini a Padova e nel territorio padovano. L’Archivio di Stato di Padova conserva questo antico complesso documentario nello stato in cui gli fu consegnato dall’Archivio di Stato di Venezia che, a sua volta, lo aveva ricevuto, insieme agli archivi di altri enti religiosi, dall’Ufficio del Demanio. Tale ente fu istituito per gestire e tutelare il patrimonio ecclesiastico

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confiscato dallo Stato a seguito delle soppressioni dei monasteri e delle confraternite, operate a partire dalla seconda metà del secolo XVIII, dapprima dalla Serenissima Repubblica di Venezia e poi dal governo imperiale napoleonico (decreti del 28 luglio 1806 e del 25 aprile 1810). Andrea Da Mosto, direttore dell’ Archivio di Stato di Venezia nel 1940, nella sua opera L’Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico5 descrive due archivi distinti per la Certosa di Padova in base ai luoghi ove ebbe sede:S. Bernardo e S. GirolamoIl convento, fondato forse nel secolo XII, fu dedicato a S. Bernardo e a S. Girolamo. Dapprima venne tenuto da monache Benedettine e poi, all’inizio del sec. XV, da monaci Certosini.Sec. XII-XVII: pezzi 6S. Brunone (Certosa)Il convento della Certosa, in riva al Brenta, presso Vigodarzere, fu costruito, nel 1554, per i Certosini, venuti nella diocesi di Padova, nel 1448, e stabilitisi prima nel monastero di S. Bernardo delle benedettine e poi, nel 1509, nell’ospizio di Campo San Martino, essendo stato distrutto il loro primo convento. Nel 1564, finalmente passarono alla Certosa di Vigodarzere, ove rimasero fino all’anno della loro soppressione (1775). La chiesa dei Certosini era dedicata a S.Brunone.1135 - sec. XVIII: pezzi 8.Attualmente, presso l’Archivio di Stato di Padova, l’archivio della Certosa è unico e identificato sotto il titolo di Certosa di San Bernardo, pur conservando la suddivisione in due nuclei distinti:

1. le pergamene, raccolte in sei buste o contenitori d’archivio, si presentano arrotolate singolarmente e raccolte in mazzi;

2. l’archivio degli atti, composto da ventidue buste contenenti materiale documentario miscellaneo.

L’archivio delle pergamene è privo di ordinamento e d’inventario. Il restauro, intrapreso lo scorso anno grazie al sostegno economico del Lions Club Certosa di Padova, ha dato il via al loro ordinamento ed alla loro inventariazione, i cui primi esiti si pubblicano in questa sede.L’archivio degli atti è corredato da un inventario del 1976

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redatto a cura di Bianca Lanfranchi Strina, all’epoca direttrice dell’Archivio di Stato di Padova.Gli archivi degli atti e delle pergamene comprendono documentazione prodotta in un arco di tempo che va dal secolo XII alla seconda metà del secolo XVIII, quando la Certosa, che all’epoca aveva sede in Vigodarzere, venne soppressa. Le scritture più antiche di entrambi i nuclei documentari sono precedenti l’introduzione dell’ordine dei Certosini a Padova (1452). Si tratta di documentazione del monastero benedettino femminile di San Bernardo, nella cui struttura ebbero poi la prima residenza i monaci certosini. Le pergamene più antiche (secc. XII-XIII) sono rogiti notarili legati a beni immobili che pervennero in proprietà alle monache benedettine. Il lavoro di ordinamento e inventariazione permetterà di individuare i nuclei originali e distintivi di questo composito complesso documentario.Il documento storicamente più rilevante venuto alla luce con i lavori di ordinamento ed inventariazione della prima busta delle pergamene è l’atto datato primo ottobre 1228. Si tratta della donazione di un terreno situato fuori le mura della città, nella campagna, in località Porciglia, nei pressi della conca, al fine esclusivo della costruzione di una basilica in onore di San Bernardo. Il donatore è Adamo di Gumberzone, la beneficiaria è Piginata, vedova del signore di Codalonga6. Adamo di Gumberzone dona pro remedio anime sue; per lo stesso motivo devozionale, l’anno successivo effettua la prima donazione a favore della chiesa di San Bernardo. Ne deduciamo che la chiesa era stata costruita nel breve arco di tempo di un anno. Adamo dona alla chiesa di San Bernardo, rappresentata dai frati Girardino ed Enselmo, di cui non si precisa l’ordine di appartenenza, un terreno posto nelle sue immediate adiacenze7. I regesti delle successive pergamene permetteranno di focalizzare l’origine e lo strutturarsi del monastero benedettino femminile di San Bernardo.Bisognerà attendere più di due secoli per incontrare i certosini nel monastero di San Bernardo di Porciglia. Essi vi si insediarono ufficialmente il 30 marzo 1452.Il 14 settembre 1445 Pietro Donato, vescovo di Padova, nel codicillo al suo testamento aveva disposto che, a Padova, o nel

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suo territorio, venisse costruito un monastero per accogliere i monaci Certosini. A tal fine dispose un lascito di ventiduemila ducati d’oro insieme ad alcuni terreni, tra i quali uno situato nel territorio di Vigodarzere.Il 7 ottobre del 1447 il vescovo muore e, a distanza di alcuni mesi, il 10 marzo dell’anno successivo, i suoi esecutori testamentari decidono di costruire il monastero. Nel frattempo, per disordini dovuti alla decadenza dei costumi religiosi, era stata soppressa la comunità delle monache benedettine che occupavano il monastero e la chiesa di San Bernardo di Padova, posti nella campagna di Porciglia. Il sito venne considerato dagli esecutori testamentari del vescovo Pietro Donato idoneo per il nuovo insediamento religioso. Se ne decise la ristrutturazione per renderlo atto ad ospitare la comunità dei Certosini.Il 30 marzo del 1452 Fantino Dandulo, vescovo di Padova, con l’autorizzazione del pontefice Nicolò V e la licenza di Francesco Foscari, doge di Venezia, introdusse i monaci dell’ordine certosino nella chiesa e nel monastero di San Bernardo di Porciglia. Nello stesso giorno Battista da Feltre, cancelliere del vescovo di Padova, alla presenza di Orsato Giustiniano, podestà, su mandato del pontefice, intitolò la chiesa del monastero ai Santi Girolamo e Bernardo8. A San Bernardo si affiancò San Girolamo: a cinque anni dalla morte venivano così eseguite le volontà testamentarie di Pietro Donato, vescovo di Padova (…post eius mortem dentur et consignentur loco sive monasterio ordinis cartusie fiendo et construendo in districtu paduano…)9

Nel 1509, durante la guerra fra Venezia e la Lega di Cambray, si previde per la difesa della città la creazione di una spianata intorno alle mura: a tal fine vennero abbattuti tutti gli edifici presenti sull’area e tra questi venne rasa al suolo anche la Certosa.I monaci certosini, dopo un breve soggiorno in città, si trasferirono in una loro proprietà situata in Campo San Martino. Il 10 marzo 1533 ottennero la licenza per costruire un nuovo monastero nel territorio di Vigodarzere, su un terreno che avevano ereditato dal vescovo Pietro Donato. Nel 1560 venne consacrata la chiesa della nuova Certosa di

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Vigodarzere dedicata a San Brunone, fondatore dell’ordine Certosino.Dopo due secoli, il 17 settembre 1768, la Serenissima Repubblica di Venezia ne decise la soppressione insieme a tutte le comunità religiose con meno di 12 unità.Il notaio Antonio Bertipaglia venne nominato economo della soppressa Certosa per la redazione dell’inventario dei beni mobili. Di questo considerevole lavoro restano, tra le carte d’archivio, solo due fogli in cui si elencano gli arredi di alcuni luoghi o parti della Certosa di Vigodarzere, ormai in piena decadenza strutturale. Le immagini di questo frammento documentario seguono e concludono queste brevi note storiche10.

1 M. DELLA MEA, La Certosa di Vigodarzere, Padova 1976; C. BELLINATI - L. PUPPI, Padova, Basiliche e Chiese, Vicenza 19752 G. TOFFANIN, Cento chiese padovane scomparse, Padova 1988, p. 47.3 G.FABRIS, Cronache e cronisti padovani, Cittadella (Pd) 1977, p. 127, nota 106.4 C. GASPAROTTO, Padova ecclesiastica 1239. Note topografico-storiche, Padova 1967, p. 61.5 A. DA MOSTO, L’Archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, Roma 1940, vol. II, p.184,6 ASPd, Archivio della Certosa di San Bernardo: le pergamene, b. 1, c. 217 Ibidem, c. 248 ASPd, Archivio della Certosa di San Bernardo, b. 1, c. 1136.9 Ibidem, c. 1031.10 Ibidem, b.18, cc. 723-728.

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Frammento dell’Inventario degli effetti tutti che dalli R.R.P.P. della Certosa vengono conse-gnati... al D. Antonio Bertipaglia eletto economo della soppressa Certosa.

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TrascrizioneInventario degli effetti tutti che dalli reverendi padri della Certosa vengono / consegnati per uso e bisogno al molto reverendo signor dottor Antonio Ber/tipaglia eletto economo della soppressa Certosa suddetta.

Al FornoUn badille / Una forca di ferro a due branchi / Due palle larghe e tre lunghe di legno da forno / Un pedestole a due piedi vecchio e rotto di legno.Nella Camera della BurataUn quartarolo di legno / Una stadera con suo piombino di ottone del peso di libre 200.Nell’AndrioTre scale da mano.Nella TinazzeraCinque tinazzi cerchiati di ferro della / tenuta di 23 e 25 mastelli.In GranaroUn staro di rame/ Due pallote di legno / Un restello di legno.Nel Broletto del primo ChiostroDieci vasi grandi di terra di piante diverse, / la maggior parte morte.Nella sotto ScalaSei coperti da tinazzo.Nel Cortile dove viè il Legnaro / e sotto a’ PorticiUna cariola / Due mostelloni, in cariola per la Scuderia ed orto, d’acqua / Uno dei quali cerchiato di ferro // Una secchia da pozzo di legno cerchiata di ferro / Una scaletta di legno da mano.Nell’OrtoUna secchia di legno fornita di ferro / Un badille / Un vanghetto.Nel ReffettorioSette panche lunghe di nogara con suoi / sedili all’intorno pure di nogara e / poggi con colonne di nogara tutti uniti / al muro.Nella Camera vicina alla LibrariaUna arcova con sue coltrine d’intima vecchie / e suoi ferri quando e stabile.Nell’ArchivioTrenta rottoli di diversi dissegni, due de’ quali / in tella, uno grande in carta e tutti gl’altri / piccoli in carta / Una carta con inscrizione Brenta vecchia, Dissegno / vecchio di Curtarolo rotto e marcito.Nell’orticelloUn secchiello di rame con cadenella di ferro e corda al pozzo / Un badille / Un vanghetto / Due rastelli di legno rotti / Un banco tinto rosso con due cassette / Una piccola mastella.Altro OrticelloUn secchio di rame con sua corda al pozzo / Un fornello con caldiera murata / Una banca di perro tinta rossa / Una secchia di sola con manico di ferro // Un rastello di legno / Un badille / Un vanghetto / Un rabio.In altro OrticelloAl pozzo una corda con suo ferro / Un badille / Un vanghetto / Un rabbio di ferro.Alla Porta dell’ingresso nel ChiostroUn rastello di legno movibileAltro OrticelloUn badille / Un rastello di legno.Nella CanevaUna botta cerchiata di ferro della tenuta / de mastelli tredici circa / Tre dette simili / Altra detta simile / Altra detta simile / Altre dieci botte cerchiate come sopra cioè: / sei di tenuta di mastelli 10 e le altre quattro / di mastelli 12 circa / Due cavatelli cerchiati come sopra della tenuta: / uno di mastelli 5 e l’altro di quattro / Altro cavatello cerchiato di ferro di mastelli tre circa.

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Le pergamene della Certosa di San Bernardo arrotolate e legate in mazzi

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L’archivio delle pergamene

Il fondo membranaceo della Certosa padovana è costituito da sei buste d’archivio contenenti pergamene arrotolate per un totale di 634 pezzi, così suddivisi:

Busta 1: 117 pergamene dall’anno 1135 al 1279, di cui cinque del sec. XII e le restanti del sec. XIII.La busta contiene inoltre un antico fascicolo membranaceo di n. 15 carte intitolato: Vita beati Bernardi abbatis et doctoris, con iniziale miniata e capilettera vergati con inchiostro rosso e azzurro. Alla carta undicesima termina la narrazione su San Bernardo e Incipit vita beate Chaterine virgini et martire. La pergamena impiegata per la legatura del fascicolo è un antico atto trecentesco riutilizzato più volte.

Busta 2: 81 pergamene dall’anno 1280 al 1315, di cui 42 del sec. XIII e le restanti del sec. XIV.

Busta 3: 95 pergamene di cui una dell’anno 1275, le restanti dall’anno 1316 al 1398.

Busta 4: 143 pergamene dall’anno 1407 al 1498.

Busta 5: 110 pergamene dall’anno 1500 al 1599.

Busta 6: 89 pergamene di cui una del 1270, una del 1394 e una del 1743; le restanti dall’anno 1401 all’anno 1694.

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Sec. XVII - Frammento del disegno fatto da Bertuolo Ber-tuoli, perito pubblico di Padova e di Cittadella, di alcuni appezzamenti di terra dei Reverendi Padri della Certosa

con planimetria del convento e della chiesaASPd, Archivio della Certosa di S. Bernardo di Padova, b. 1

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Elenco cronologico delle pergamene contenute nella prima busta

1. 1135, novembre 19, Massanzago2. 1164, giugno 24, Padova3. 1171, settembre 16, Padova4. 1193, giugno 22, Curia Desideri5. 1199, luglio 7, Verona6. 1201, marzo 21, Padova7. 1210, dicembre 1, Padova, copia del 12338. 1211, gennaio 14, Padova, copia del 12219. 1215, marzo 11, Padova10. 1216, luglio 11, Padova11. 1216, luglio 11, Padova, copia del 126412. 1219, giugno 14, Padova13. 1220, dicembre 31, Curtarolo14. 1221, novembre 6, Padova15. 1224, gennaio 13, Padova16. 1224, aprile 29, Curtarolo17. 1224, agosto 12, Curtarolo18. 1225, marzo 16, Padova19. 1227, ottobre 27, Curtarolo20. 1228, maggio 1, Padova21. 1228, ottobre 1, Padova22. 1229, luglio 11, Padova23. 1229, luglio 11, Padova24. 1229, agosto 16, Padova25. 1230, gennaio 10, Padova26. 1230, marzo 23, Padova27. 1230, aprile 21, Padova28. 1230, agosto 5, Este29. 1230, dicembre 13, Este30. 1231, gennaio 13, Padova31. 1231, aprile 8, Padova32. 1231, aprile18, Padova33. 1231, agosto 8, Padova34. 1232, febbraio 7, Padova35. 1232, febbraio 15, Curtarolo 36. 1232, agosto 6, Padova37. 1233, dicembre 30, Padova38. 1234, aprile 1, Curtarolo39. 1234, aprile 10, Padova

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40. 1234, dicembre 14, Padova41. 1235, gennaio 10, Padova42. 1235, gennaio 13, Padova43. 1235, marzo 28, Padova44. 1235, aprile 4, Padova45. 1235, aprile 25, Padova46. 1235, maggio 18, Padova47. 1235, agosto 15, Ronco di Reschigliano48. 1236, febbraio 29, Este49. 1236, maggio 26, Padova50. 1236, maggio 31, Padova51. 1236, giugno 6, Padova52. 1236, giugno 6, Padova53. 1236, giugno 6, Padova54. 1236, dicembre 27, Pionca55. 1237, luglio 4, Padova56. 1237, luglio 7, Curtarolo57. 1238, maggio 29, Padova58. 1238, settembre 18, Curtarolo59. 1239, luglio 22, Padova60. 1240, febbraio 11, Padova61. 1240, febbraio 21, Curtarolo62. 1240, novembre 4, Padova63. 1241, febbraio 6, Curtarolo 64. 1241, aprile 19, Padova65. 1241, settembre 13, Padova66. 1242, dicembre 15, Curtarolo67. 1243, marzo 17, Padova68. 1245, gennaio 29, Padova69. 1246, febbraio 18, Padova70. 1246, febbraio 22, Curtarolo71. 1246, ottobre 21, Curtarolo72. 1251, ottobre 13, Padova73. 1253, giugno 4, Padova74. 1253, agosto 20, Padova75. 1256, novembre 18, Monastero di S. Giorgio, copia del 1256

dicembre 476. 1257, aprile 23, Curtarolo77. 1257, maggio 29, Padova78. 1258, gennaio 15 Padova79. 1258, aprile 19, Padova80. 1258, luglio 18, Padova

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81. 1258, luglio 18, Padova82. 1258, agosto 3, Monselice83. 1258, agosto 4, Padova84. 1258, agosto 10, Campo San Martino85. 1258, novembre 13, Padova86. 1259, febbraio 23, Villa Sedico87. 1259, marzo 10, Padova 88. 1259, ottobre 14, Padova89. 1259, ottobre 18, Padova90. 1259, novembre 12, Padova 91. 1260, maggio 10 Padova 92. 1263, ottobre 27, Padova 93. 1263, novembre 19, Padova94. 1264, marzo 17, Camisano95. 1264, maggio 10, Padova96. 1265, novembre 27, Padova97. 1267, marzo 12, Padova98. 1268, settembre 25, Padova99. 1269, febbraio 27, Padova100. 1269, febbraio 27, Padova101. 1269, marzo 19, Padova102. 1269, marzo 19, Padova103. 1270, gennaio 1, Padova104. 1270, aprile 22, Padova105. 1272, giugno 10, Padova106. 1272, giugno 11, Padova107. 1272, agosto 15, Curtarolo108. 1273 gennaio 28, Padova109. 1273, luglio 23, Padova110. 1274, agosto 27, Curtarolo111. 1276, marzo 29, Padova112. 1276, novembre 15, Curtarolo,113. 1277, novembre 19, Este114. 1279, gennaio 14, Padova 115. 1279, maggio 20, Curtarolo116. Sine anno, Curtarolo

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LE PERGAMENE DELLA CERTOSA DI SAN BERNARDO DI PADOVA

1135 - 1228

Regesti ed immagini

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Vendita1135* novembre 19**, indizione XIII, nella casa di Bertoloto di

Massanzago (ad domum ipsius Bertoloti ubi habitabat in confinio de Favrego)

Bertoloto di Massanzago fu Musso di Curtarolo, per cinque lire e mezzo e sei denari, vende a Manfredino clerico di Padova, rap-presentato in atto da Vivianino di Curtarolo, un sedime situato nel borgo di Massanzago.

Testimoni: Martino di Plasentino e Giovanni.

Notaio: (S.N.) Guido (Wido).

OriginalePergamena di mm. 120x125Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.** Die XII exeunte

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Restituzione di decime1164 giugno 24*, indizione XII, Padova, nella chiesa

di Santa MariaCopia autentica del 1207

Albertino di Baone, per cento soldi di Verona, restituì (refutavit in manu) a Giovanni di Magora la metà delle decime di Arzerca-valli.

Testimoni: […] di Giso, Patavino di Talia, Giovanni di Citolo, Bognolo, Zilio di Conte, Vitolino di Conselve, Adamo.

Notaio: (S.N.) Ugerino.

Copia autentica redatta nel 1207 giugno 25**, indizione X, dal notaio (S.N.) Patavino al servizio di Girardo giudice del podestà di Padova Mandegadio.Pergamena mm. 110x110Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* VIIII kalendas iulii** Die VI exeunte iunio

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Investitura di decime1171 settembre 16, indizione IV, Padova in solario Communi.

Copia autentica del 1194

Girardo figlio di Fulgone di Montagnone investe, per trenta lire, ad rectum feudum, Giovanni di Magorra della quarta parte delle decime di Arzercavalli.

Testimoni: Liazaro giudice, Guido di Montagnone, Patavino di Talia, Bellone, Teodorico.

Notaio: (S.N.) Ugerino.

Copia autentica redatta nel 1194 febbraio 18*, indizione XII, dal notaio (S.N.) Taulino.Pergamena mm. 120x295Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Die XII exeunte februario

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Riproduzione dell’originale inserito nella griglia che indica la suddivisione in due atti distinti.

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Investitura di decime1174* dicembre 2, indizione VII, Padova, nella casa

di Tanselgardino.Copia autentica del 1194

Engelerio di Montagnone investe, per trenta lire di denari di Ve-rona, ad rectum feudum, i fratelli Giacobino e Giovanni fu Giovan-ni di Magorra della quarta parte delle decime di Arzercavalli.Engelerio confessa di aver ricevute le suddette trenta lire di de-nari di Verona da Patavino di Talia, pro vasallis, in vece Jacobino e Giovanni.

Testimoni: Giovanni di Montegrotto, Bellone di Spigo, Egidio figlio di Drogo, Giovanni Citolo, Bellone di Lemiço, Teodorico, Giovanni Bono di Docho.

Notaio: (S.N.) Mugno.

Copia autentica redatta nel 1194 febbraio 18**, indizione XII, dal notaio (S.N.) Taulino.Pergamena mm. 120x295Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile dell’Incarnazione: comincia l’anno il 25 marzo.** Die XII exeunte februario

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Riproduzione dell’originale inserito nella griglia che indica la suddivisione in due atti distinti.

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Vendita1193* giugno 22**, indizione XI, in ara Desiderii

Albrigeto di Loidico vende, per diciotto lire di denari, con il con-senso, espresso in atto, di Ricarda, sua moglie, e di Giacobina e Mutio, suoi figli, a Zuchino un terreno situato a Porciglia.

Testimoni: Desiderio e Prandino, eius germanus.

Notaio: (S.N.) Giacobino.

OriginalePergamena di mm. 145x250Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.** Die VIII exeunte iunii

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Restituzione di dote1199* luglio 7, indizione II, Verona, nella casa

di Rafanello

Foula fu Zenone afferma, in nome del defunto marito Bonincon-tro figlio di Rafanello, di avere portato in dote a Rafanello ses-santa lire di denari di Verona e che Bonincontro le aveva donato trenta lire di denari di Verona.Rafanello conferma quanto affermato da Foula e, per la somma di novanta lire tra dote e donazione, i fratelli Rafanello, Fanza-no e Nicola, figli di Rafanello, investono la suddetta Foula di un terreno con casa solariata e murata situata a Verona nell’ora del-la chiesa maggiore di San Pietro d’Arcovolto. Danno inoltre alla detta Foula due letti et omnia vestimenta et calciamenta.

Confini: da un lato la via, dall’altro Alkenda, da un capo la casa delle opere di Santa Maria Maggiore della chiesa di Verona, dall’altro Rafanello.

Testimoni: Otolino notaio, Gonberto di Corsetino Monteclede, Nicola di Cita-dino, Pietro di Bonafilia.

Notaio: (S.N.) Bonavisa.

OriginalePergamena mm. 140x215Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

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Investitura1201 marzo 21*, indizione IV, Padova, nel cortile di Patavino

di Clemencia

I coniugi Auriemeta e Zambonito, per cinquantasei soldi, inve-stono Girardino di Mella, iure in perpetuum, di un terreno con viti posto in Este nel luogo detto Miliario, con l’obbligo annuale di dare, nel periodo della vendemmia, il terzo delle uve oppure del vino a volontà e dodici denari veneti per il pasto. Si riservano inoltre il diritto di prelazione, per soldi cinque, nel caso di messa in vendita terreno da parte di Girardino, che solo dopo il loro rifiuto avrebbe potuto rivenderlo ad altri, fatti salvi i diritti dei due coniugi.

Confini: da un lato il presbitero Enrico di Piagno, dall’altro lato i fratelli Ricar-dino e Lanbertino, da un capo Lanbertino e dall’altro la via.

Testimoni: Patavino di Clemencia, Martinello di terra Segardino, Paolo, Mateo di Padova.

Notaio: (S.T.) Bartolomeo.

OriginalePergamena mm. 120x300Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Die XI exeunte mense marcii

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Locazione1210* dicembre 1, indizione XIII, Padova, sotto il portico di Zilio

Copia autentica del 1233 Zilio dei Lazeroni, iure locationis, investe Aldigerio di Guirinzo di Limena, in perpetuum, con rinnovo ogni ventinove anni, di un terreno della dimensione di venticinque piedi, situato a Porcilia presso il fiume. Confini: da un lato Egidio, dall’altro lato ***, da un capo la via pubblica e il fiume, dall’altro Adameto di Gumberzone.

Testimoni: Uberto di Persicaria, Daniele di Albertino di Altesenda.

Notaio: (S.N.) Domenico Persicaria.

Copia autentica redatta nel 1233 dicembre 2, indizione VI, dal notaio (S.N.) Ainardino di Vigodarzere.Pergamena mm. 130x285Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

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Vendita1211 gennaio 14, indizione XIV

copia autentica del 1221

Benedetto di Araldo di San Giorgio in Bosco, per 80 lire, vende a Manfredino chierico di Codalunga, originario di Massanzago, un terreno con casa in legno e pietra, con corte e terreno garbo, situato a Padova in feudo quod dicitur Rambaldini.

Confini: da un lato Stefano di Muçarello, dall’altro Baldizone e Alberto di Arse-go, lo stesso Manfredino e Pietro di Ferreto, Carlasario di Picinati e Gulielmo di Gualdino, da un capo i figli del fu Giovanni Bave di Picinato, dall’altro la via.

Testimoni: Pre’ Manfredo di Giovanni Besanto, Adameto di Malfantino, Mi-chele di Gusenda.

Notaio: Giacobino di Conso.

Copia autentica redatta nel 1221 dal notaio (S.N.) Andrea Blancolino su com-missione di Malpilio, podestà di Padova. Pergamena di mm. 110x215Sul verso breve regesto di epoca posteriore.

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Vendita di livello1215 marzo11, indizione III, Padova, nella chiesa di San Leonardo

Clarello, Gibilino e Armerina, tutori e tutrice dei figli del fu Cal-vino, insieme a Girardino e Clarello, figli del fu Calvino, che si di-chiarano maggiori di venticinque anni, vendono, libelario nomine, per cinquantotto lire di denari veneti, a Sino e Saiguino di Curtaro-lo un manso e un sedime situati nei confini di Curtarolo.

Confini: da un lato il presbitero Deodato e i figli di Pio Calandre, dall’altro i figli del fu Calvino; da un capo la via e dall’altro Andriolo.

Notaio: (S.N.) Simeone.

OriginalePergamena di mm. 100x560Sul verso breve regesto di epoca posteriore e nota: Libellum filiorum quondam Calvini / in Curtarodulo.

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Investitura1216* luglio 21**, indizione IV, Padova, nella cappella del Vescovo

Giordano, vescovo di Padova, per 10 lire, investe Lemizone fu Bellone della decima di Arzercavalli ad eccezione di quella affe-rente ad un manso che Bellone aveva acquisito da Aiulfo, e che Lemizone aveva ereditato per diritto di successione.

Testimoni: presbitero Alberto Acerbo, cappellano del vescovo, Giovanni Pe-tenario, Guidone dei Giudici, Montemario di Bernardino e Guarnerio notaio.

Notaio: (S.N.) Gerardo notaio.

OriginalePergamena di mm. 145x175Sul verso breve regesto di epoca posteriore.La pergamena, sia in alto che in basso, presenta i fori dell’antica cucitura che la univa ad altri atti inerenti la medesima decima di Arzercavalli. * Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.** Die XI exeunte iulii

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Investitura1216* luglio 21**, indizione IV, Padova, nella cappella del Vescovo

Copia autentica del 1264

Giordano, vescovo di Padova, per 10 lire, investe Lemizone fu Belone della decima di Arzercavalli ad eccezione della decima di un manso che Belone aveva acquisito da Aiulfo, e che Lemizone aveva ereditato per diritto di successione.

Testimoni: presbitero Alberto Acerbo, cappellano del vescovo, Giovanni Pe-tenario, Guidone dei Giudici, Montemario di Bernardino e Guarnerio notaio.

Notaio: (S.N.) Gerardo notaio.

Copia autentica redatta nel 1264 novembre 15, indizione VII, dal notaio (S.N.) Enrico di Definano, funzionario del comune di Padova, addetto all’ufficio del giudice Davide, durante il quarto mese di governo del podestà Laurentio.Sul verso breve regesto di epoca posteriore.Pergamena di mm.110x240La pergamena, sia in alto che in basso, ha i fori dell’antica cucitura che la uni-va ad altri atti inerenti la medesima decima di Arzercavalli.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.** Die XI exeunte iulii

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Rinuncia di diritti1219* giugno 14, indizione VII, Padova sub calegaria Communis

Martino di Frido fu Pelegrino di Massanzago rinuncia (fecit fi-nem reffutationem), per tredici lire, a favore del notaio Ubertino fu Manfredino clerico, ai suoi diritti su di un sedime situato nel borgo di Massanzago. Testimoni: Simeone, Aldrao e Andrea notaio.

Notaio: (S.N.) Ricio.

OriginalePergamena di mm. 115x105Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

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Investitura1220 dicembre 31*, indizione VIII, Curtarolo, sotto il portico

della chiesa di San Pietro

I fratelli Bono, Giovanni e Perecino fu Arnaldino di Guaitalerba di Curtarolo rimettono nelle mani di Giacobino e di suo figlio Federico la decima che avevano in Campo San Martino e che avevano ricevuta in feudo dal predetto Giacobino unitamente a quella che avevano su due terreni situati nei confini di Curtaro-lo nel luogo detto Lugnana. A seguito di questa rinuncia i detti Giacobino e Federico investono della suddetta decima Alberto di Lota di Campo San Martino.

Testimoni: Giovanni figlio di Geremia, Arnaldo, Gualfredo, Aicardo precone, Ainardo Rubeo.

Notai: (S.N.) Pietro Bocon notaio sottoscrittore, (S.N.) Simeone notaio che scrisse ed autenticò.

OriginalePergamena di mm. 95x395Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Die ultimo exeunte decembris

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Vendita1221 novembre 6, indizione IX, Padova, presso la chiesa di San

Giacomo di via nuova

Giuliano fu Rubeo di Pieve, per 31 libre e un denaro, vende a Le-miza, moglie di Adameto di Gumberzone di Padova, un terreno situato nei confini di Pieve nell’ora che è detta Campagna sopra l’argine.

Testimoni: Giacobino che sta a San Giacomo, Martino Donico, Enrigeto figlio di Berto di Pieve, Maimo di Scandolao, Domenico figlio di Giovanni Sopre-de.

Nello stesso anno, il 16 novembre*, a Pieve sotto la sala del detto Giuliano, Miliana, madre di Giuliano, insieme a Bene, sua mo-glie, confermano la suddetta vendita.

Testimoni: Giamboneto di Pelato, Fariseo figlio di Pietro di Witeclino, Marche-sino fu Marchesino.

Notaio: (S.N.) Giovanni Laca.

OriginalePergamena di mm. 136x436Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Die quintodecimo exeunte novembre

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Investitura1224* gennaio 19**, indizione XII, Padova, nella casa dei figli di

Aventura di Tebaldo nella quale abita il notaio Pietro Bocon

I fratelli Galvano e Spino, del fu Straceto di Curtarolo, procla-mandosi maggiori di 25 anni, investono Maria, moglie del notaio Pietro Bocon, di un manso della dimensione di una pertica, e di un sedime situati in Curtarolo, per il prezzo annuale di 10 denari veneti, un modio di frumento, quattro stare di fave, quattro stare di siligino, venticinque stare di miglio, venticinque stare di sor-go, la terza parte del vino prodotto, una spalla e una fogara.

Testimoni: Giovanni Busio di Tassara, Mateo di Zambonino di Antiochia, Avanzo precone.

Notaio: (S.N.) Gerardo di Aledardo di Cavallino.

OriginalePergamena di mm. 120x500Sul verso breve regesto di epoca posteriore* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.** Die tertio decimo exeunte ianuario

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Vendita1224 aprile 29*, indizione XII, Curtarolo, nei pressi della casa di

Lupisino taverniere

Beatrice di Curtarolo vende, per cinque lire e mezzo di denari veneti, al notaio Pietro Bocon un terreno situato in Curtarolo, nel luogo detto Castelare.

Confini: da due lati le proprietà di Pietro Bocon.

Testimoni: Lupisino taverniere, Rustigello figlio di Andrea di Limena, Marti-no figlio di Salvagno di Massanzago .

Notaio: (S.N.) Galvano di Lazarino.

OriginalePergamena mm. 131x200Sul verso breve regesto di epoca posteriore.Pergamena cucita alla successiva.* Die penultimo aprile

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Ratifica1224 agosto 12, indizione XII, Curtarolo, sotto il portico

del notaio Pietro Bocon

Tiso di Glera di Curtarolo, sotto la pena dell’obbligazione dei suoi beni, conferma la vendita fatta da sua figlia Beatricina al notaio Pietro Bocon, di un terreno situato in Curtarolo, località Castella-re, con atto rogato dal notaio Galvano di Lazarino.

Testimoni: Fedo e Facino.

Notaio: (S.N.) Simeone di Vitale.

OriginalePergamena mm. 79x45Sul verso breve regesto di epoca posteriore.Pergamena cucita alla precedente.

Riproduzione dell’originale inserito nella griglia che indica la suddivisione dei due atti cuciti insieme.

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Ricevuta di pagamento1225* marzo 16, indizione XII, Padova, nella casa un tempo dei

figli di Aventura di Tebaldo nella quale abita il notaio Pietro Bocon

Galvano fu Straceto di Curtarolo, proclamandosi maggiore di 25 anni, dichiara di di aver ricevuto da Maria, moglie di Pietro Bo-con, trentacinque lire di denari veneti a soddisfazione della ven-dita, da lui effettuata insieme al fratello Spino, di un manso della dimensione di una pertica e di un sedime situati in Curtarolo, con atto rogato del notaio Gerardo.

Testimoni: Pietro Bocon, Girardo di Baone, Facino Vitale, Noselle e Oliviero di Pinello di Curtarolo.

Notaio: (S.N.) Gerardo di Aledardo di Cavallino.

OriginalePergamena di mm. 125x160Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

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Vendita1227 ottobre 27*, indizione XV, Curtarolo, nella teza di Tallaferro

Andriolo di Ocollano di Curtarolo, per 28 lire di denari, vende a Pietro Bocon, notaio di Padova, un terreno prativo posto nelle pertinenze di Curtarolo, nell’ora detta Valle di Sopra.

Nello stesso giorno a Curtarolo, sotto il portico del detto vendi-tore, alla presenza di Guidoto di Osanna e Oliverio di Pinello, entrambi di Curtarolo, Viviana, moglie di Andriolo, conferma la vendita e rinuncia, nelle mani di Pietro, ai diritti dotali che aveva sulla predetta terra.

Nello stesso giorno, sulla detta terra, alla presenza di Guidoto e Oliverio, il notaio Pietro Bocon entra in possesso della detta terra e decima.

Confini: da un capo e da un lato il compratore; dall’altro capo la via del comu-ne, dall’altro lato Simeone notaio e Facino, suo fratello.

Testimoni: Tallaferro, mastro Avanzo che fu di Manerbe, Paolo di Bonato, Manfredo di Egidio di Raimondo, Enrico di Rainerio, Oliverio di Pinello, tutti di Curtarolo.

Notaio: (S.N.) Daniele di Vacario.

OriginalePergamena di mm. 150x400Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Die quinto exeunte decembre

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Liberatoria1228* maggio 1, indizione I, Padova, nella casa del notaio Pietro

Bocon

Talaferro taverniere insieme a Cuniza di Curtarolo, sua moglie, dichiarano di essere stati pienamente soddisfatti dal notaio Pie-tro Bocon per tutto ciò che questi, fino ad oggi, ha comprato e avuto dai detti Talaferro e Cuniza; ovvero per i maiali, la biada, il vino, il fieno e tutte le altre robe da loro fornite.

Testimoni: Federico di Iacobino di Busolino, Lando di Curtarolo, Nicola suo fratello, Mateo da Villa del Conte e Talento taverniere.

Notaio: (S.N.) Bonaventura di Otolino.

OriginalePergamena di mm. 130x210Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

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Donazione1228* ottobre 1, indizione I, Padova, nella casa di Alberico Pillipario

Adamo di Gumberzone dona, nomine donationis que dicitur inter vi-vos, per la salvezza dell’anima sua, a Piginata, vedova del signore di Codalonga, un terreno per la costruzione di una basilica in onore del Beato Bernardo, situato nella campagna di Padova, in Porciglia, nei pressi della conca.

Testimoni: Vitorio della contrada di Sant’Andrea; Alberico Pillipario de Modio.

Confini: da un lato Granso, dall’altro i figli di Marguandino, da un capo il figlio di Bucadave, dall’altro Bellanda e Dea.

Notaio: (S.N.) Geremia fu Giovanni di Pariso.

OriginalePergamena di mm. 127x245Sul verso breve regesto di epoca posteriore.* Stile della Natività: comincia l’anno il 25 dicembre.

Trascrizione(Signum crucis) In nomine domini Dei eterni. Anno Eiusdem incarnationis millesi-mo ducentesimo / vigesimo octavo, indicione prima, die primo octubris. Presentibus Vitorio de / contrata Sancti Andree, Alberico pillipario de Modio et aliis. Dominus Adam / de Gumberçonis, nomine donationis que dicitur inter vivos et pro anima sua et / suorum parentum animabus, dedit et donavit atque investivit Piginatam, / uxo-rem quondam domini de Caudalonga, de pecia una terre iure proprii ad / faciendam basilicam unam ad honorem Dei et Beati Bernardi. Que / pecia terre iacet in campanea Padue, in Porcilliam prope concham. Coheret / dicte pecie terre: ab uno latere Gransus, ab alio latere filii Marqnan/dini, ab uno capite filius Bucadave, ab alio capite Bellenda et Dea. Investivit predicta Piginatam, recipientem nomine, ad faciendam / dictam ec-clesiam supra ipsam peciam terre cum accessibus et ingressibus / et introitu et exitu cum una et cum omnibus suis adiacentiis et / pertinentiis superioribus et inferioribus et cum omni iure et acione et racione / reali et personali ipsi pecie terre sibique pro ipsa pertinentibus et contra omnes personas / pro ea et ipsam procuratam ut in rem suam, nomine ipsius loci, constituit / uti de cetero ipsa Piginata, iure predicto, dictam peciam / terre et sui successores debeant habere et tenere omnemque suam utilita/tem. Dicta facere sine ipsius domini Ade et eius heredum contradictione asserens / dictam peciam terre nemini esse datam, venditam, obligatam / vel aliquo modo alienatam nisi predicte Piginate quod si aliter reperi/retur promisit ei suisque successoribus servare ipsam vel ipsos indepnem vel in/depnes cum obligacione omnium suorum bonorum se pro ea possidere constitu/ens et dedit ei parabolam ut auctoritate sua capiat tenutam et possessionem ipsius pecie terre se pro ea precario possidere constituens donec ipsa / Piginata intraverit possessionem dicte petie terre quam precariam / possessionem ibi ad presens ipsi Piginate refutavit.Actum fuit Padue, in domo supradicti Alberici pilliparii.(S.N.) Ego Geremias quondam Joannis de Pariso Sacri Palacii notarius / his interfui et iussu eorum hoc scripsi et subscripsi.

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Esemplifi cazione di alcuni nomi di testimoni tratti dagli atti notarili nella scrittura originale.

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INDICE DEI NOMI

[…] di Giso, doc. 2Adameto di Malfantino, doc. 8Adamo, doc. 2Adamo o Adameto di Gumberzone, docc. 7, 14, 21Aicardo precone, doc. 13Ainardino di Vigodarzere notaio, doc. 7Ainardo Rubeo, doc. 13Aiulfo, docc. 10, 11Alberico Pillipario de Modio, doc. 21Albertino di Baone, doc. 2Alberto Acerbo presbitero , cappellano del vescovo, docc. 10, 11Alberto di Arsego, doc. 8Alberto di Lota di Campo San Martino, doc. 13Albrigeto di Loidico, doc. 4Aldigerio di Guirinzo di Limena, doc. 7Aldrao, doc. 12Alkendo, doc. 5Andrea Blancolino notaio, doc. 8Andrea notaio, doc. 12Andriolo di Ocollano di Curtarolo, doc. 19Andriolo, doc. 9Arduino Avvocato, podestà di Padova, doc. 7Armerina, doc. 9Arnaldino di Guaitalerba di Curtarolo, doc. 13Arnaldo, doc. 13Auriemeta, moglie di Zambonito, doc. 6Avanzo che fu di Manerbe di Curtarolo, doc. 19Avanzo precone, doc. 15Aventura di Tebaldo, docc. 15, 18Baldizone, doc. 8Bartolomeo notaio, doc. 6Beatrice di Curtarolo, doc. 16Beatricina, figlia di Tiso di Glera, doc. 17Bellanda, doc. 21Bellone di Lemiço, doc. 3aBellone di Spigo, doc. 3aBellone, docc. 3, 10, 11Bene, moglie di Giuliano, doc. 14Benedetto di Araldo di San Giorgio in Bosco, doc. 8Bertoloto di Massanzago fu Musso di Curtarolo, doc. 1Bognolo, doc. 2Bonaventura di Otolino, doc. 20Bonavisa notaio, doc. 5Bonincontro figlio di Rafanello, doc. 5Bono fu Arnaldino di Guaitalerba di Curtarolo, doc. 13Bucadave, doc. 21Calvino, doc. 9Carlasario di Picinati, doc. 8

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Clarello, fu Calvino, doc. 9Codalonga, signore di, doc. 21Cuniza di Curtarolo, moglie di Tallaferro, doc. 20Daniele di Albertino di Altesenda, doc. 7Daniele di Vacario notaio, doc. 19Davide giudice, docc. 10, 11Dea, doc. 21Deodato presbitero, doc. 9Desiderio, fratello di Prandino, doc. 4Domenico figlio di Giovanni Soprede, doc. 14Domenico Persicaria, doc. 7Egidio, doc. 7Egidio figlio di Drogo, doc. 3aEngelerio di Montagnone, doc. 3aEnrico da Definano notaio, docc. 10, 11Enrico di Rainerio di Curtarolo, doc. 19Enrico di Piagno presbitero, doc. 6Enrigeto figlio di Berto di Pieve, doc. 14Facino di Curtarolo, fratello di Simeone, doc. 19Facino, doc. 17Facino Vitale, doc. 18Fanzano, figlio di Rafanello doc. 5Fariseo figlio di Pietro di Witeclino, doc. 14Federico figlio di Busolino, docc. 13, 20Fedo, doc. 17Foula fu Zenone, doc. 5Galvano del fu Straceto di Curtarolo, doc. 15Galvano di Lazarino notaio, docc. 16, 17Galvano fu Straceto di Curtarolo, doc. 18Gerardo di Aledardo di Cavallino notaio, docc. 15, 18Gerardo notaio docc. 6, 10, 11, 18Geremia fu Giovanni de Pariso, doc. 21Giacobina, figlia di Albrigeto di Loidico, doc. 4Giacobino che sta a San Giacomo, doc. 14Giacobino di Conso, doc. 8Giacobino fu Giovanni di Magorra, doc. 3aGiacobino notaio, doc. 4Giacobino, doc. 13Giamboneto di Pelato, doc. 14Gibilino, doc. 9Giordano, vescovo di Padova, docc. 10, 11Giovanni di Montegrotto, doc. 3aGiovanni Bave di Picinato, doc. 8Giovanni Bono di Docho, doc. 3aGiovanni Busio di Tassara, doc. 15Giovanni di Citolo, docc. 2, 3aGiovanni di Magora, docc. 2, 3Giovanni figlio di Geremia, doc. 13Giovanni fu Arnaldino di Guaitalerba di Curtarolo, doc. 13Giovanni fu Giovanni di Magorra, doc. 3a

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Giovanni Laca, doc. 14Giovanni Petenario, docc. 10, 11Giovanni, doc. 1Girardino di Mella, doc. 6Girardino fu Calvino, doc. 9Girardo di Baone, doc. 18Girardo figlio di Fulgone di Montagnone, doc. 3Girardo giudice del podestà di Padova, doc. 2Giuliano fu Rubeo di Pieve, doc. 14Gonberto di Corsetino Monteclede, doc. 5Granso, doc. 21Gualfredo, doc. 13Guarnerio notaio, docc. 10, 11Guido di Montagnone, doc. 3Guido notaio, doc. 1Guidone dei Giudici, docc. 10, 11Guidoto di Osana di Curtarolo doc. 19Gulielmo di Gualdino, doc. 8Lanbertino, doc. 6Lando di Curtarolo, doc. 20Laurentio, podestà di Padova, docc. 10, 11Lemiza, moglie di Adameto di Guberzone di Padova, doc. 14Lemizone fu Belone di Vigodarzere, docc. 10, 11Liazero giudice Gnauso, doc. 3Lupisino taverniere, doc. 16Maimo di Scandolao, doc. 14Malpilio, podestà di Padova, doc. 8 Mandegadio, podestà di Padova, doc. 2Manfredino chierico di Codalunga originario di Massanzago, doc. 8Manfredino clerico di Padova, doc. 1Manfredo di Egidio di Raimondo di Curtarolo, doc. 19Manfredo di Giovanni Besanto, doc. 8Marchesino fu Marchesino, doc. 14 Marguandino, doc. 21Maria, moglie di Pietro Bocon, docc. 15, 18Martinello di terra Segardino, doc. 6Martino di Frido fu Pelegrino di Massanzago, doc. 12Martino di Plasentino, doc. 1Martino Donico, doc. 14Martino figlio di Salvagno di Massanzago, doc. 16Mateo da Villa del Conte, doc. 20Mateo di Padova, doc. 6Mateo di Zambonino di Antiochia, doc. 15Michele di Gusenda, doc. 8Miliana, madre di Giuliano, doc. 14Montemario di Bernardino, docc. 10, 11Mugno notaio, doc. 3aMutio, figlio di Albrigeto di Loidico, doc. 4Nicola di Citadino, doc. 5Nicola di Curtarolo, doc. 20

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Nicola, figlio di Rafanello, doc. 5Noselle, doc. 16Oliverio di Pinello di Curtarolo, docc. 18, 19Otolino notaio, doc. 5Paolo, doc. 6Paolo di Bonato di Curtarolo, doc. 19Patavino di Talia, docc. 2, 3, 3aPatavino di Clemencia, doc. 6Patavino notaio, doc. 2Perecino fu Arnaldino di Guaitalerba di Curtarolo, doc. 13Pietro Bocon notaio di Padova, docc. 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20Pietro di Bonafiglia, doc. 5Pietro di Ferreto, doc. 8Pietro di Witeclino, doc. 14Piginata, vedova di Domenico di Codalonga, doc. 21Pio Calandre, doc. 9Prandino, fratello di Desiderio, doc. 4Rafanello, doc. 5Rafanello, figlio di Rafanello doc. 5Rambaldino, doc. 8Ricarda moglie di Albrigeto di Loidico, doc. 4Ricardino, doc. 6Ricio notaio, doc. 12Rustigello figlio di Andrea di Limena, doc. 16Saiguino di Curtarolo, doc. 9Simeone Aldrao, doc. 12Simeone di Vitale, doc. 17Simeone di Curtarolo notaio, doc. 19Simeone notaio, doc. 13Simeone notaio, doc. 9Sino di Curtarolo, doc. 9Spino, del fu Straceto di Curtarolo, doc. 15Spino, doc. 18Stefano di Muçarello, doc. 8Talaferro taverniere, docc. 19, 20Talento taverniere, doc. 20Tanselgardino, doc. 3aTaulino notaio, docc. 3, 3aTeodorico, docc. 3, 3aTiso di Glera di Curtarolo, doc. 17Ubertino fu Manfredino chierico, notaio, doc. 12Uberto di Persicaria, doc. 7 Ugerino notaio, docc. 2, 3, 3aVitolino di Conselve, doc. 2Vitorio della contrada di Sant’Andrea, doc. 21Vivianino di Curtarolo, doc. 1Viviana, moglie di Andriolo, doc. 19Zambonino di Antiochia, doc. 15Zambonito, marito di Auriema, doc. 6 Zilio dei Lazeroni, doc. 7Zilio di Conte, doc. 2 Zuchino, doc. 4

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INDICE DEI LUOGHI

Arsego, doc. 8 Arzercavalli, docc. 2, 3, 3a, 11, 10 Baone, docc. 2, 18Campo San Martino, doc. 13 Cavallino, docc. 15, 18Conselve, doc. 2Curtarolo, docc. 1, 9, 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20Este, doc. 6Limena, docc. 7, 16Manerbe, doc. 19Massanzago, docc. 1, 8, 12, 16Montagnone, docc. 3, 3a Montegrotto, doc. 3a Padova, docc. 1, 2, 3, 3a, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 14, 15, 18, 19, 20, 21Padova, Chiesa di San Giacomo di via nuova, doc. 14Padova, Chiesa di San Leonardo, doc. 9Padova, Chiesa di Santa Maria, doc. 2Pieve, doc. 14Porciglia, Padova, docc. 4, 7, 21San Giacomo, doc. 14San Giorgio in Bosco, doc. 8Terra Segardino, doc. 6Verona, Casa delle opere di Santa Maria Maggiore, doc. 5Verona, Chiesa maggiore di San Pietro d’Arcovolto, doc. 5Verona, docc. 2, 3a, 5Vigodarzere, docc. 10, 11

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Anno 1210 - Sigillo del notaio Domenico Persicaria. Anno 1233 - Sigillo del notaio Ainardino di Vigodarzere, redattore della copia autentica, posto al secondo rigo.

Anno 1220 - Sigillo di Pietro Bocon, notaio sottoscrittore. Anno 1220 - Sigillo del notaio Simeone, che scrisse ed autenticò l’atto.

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INDICE DEI NOTAI

Ainardino di Vigodarzere, doc. 7 Andrea Blancolino, doc. 8 Andrea notaio, doc. 12Bartolomeo, doc. 6.Bonaventura di Otolino, doc. 20Bonavisa, doc. 5Daniele di Vacario, doc. 19Domenico Persicaria, doc. 7Enrico di Definano, doc. 11Galvano di Lazarino, doc. 16Gerardo di Aledardo di Cavallino, docc. 15, 18Gerardo notaio, docc. 10, 11Geremia fu Giovanni de Pariso, doc. 21Giacobino, doc. 4Giacobino di Conso, doc. 8Giovanni Laca, doc. 14Guarnerio, docc. 10, 11 Guido, doc. 1Mugno, doc. 3aOtolino, doc. 5Patavino, doc. 2 Pietro Bocon, docc. 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20Ricio, doc. 12Simeone, docc. 9, 13, 19Simeone di Vitale, doc. 16Taulino, docc. 3, 3aUgerino, docc. 2, 3, 3a

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INDICE

3 Presentazione del Lions Club Padova Certosa

5 Introduzione

7 Il monastero della Certosa in Padova, poi in Vigodarzere e il suo archivio: cenni di storia

17 L’archivio delle pergamene

19 Elenco cronologico delle pergamene contenute nella prima busta

23 Le pergamene della Certosa di S. Bernardo di Padova (1135 - 1228) Regesti ed immagini

79 Indice dei nomi

83 Indice dei luoghi

85 Indice dei notai

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