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Le Relazioni Significative Le Relazioni Significative

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Le Relazioni SignificativeLe Relazioni Significative

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Cibo per il Corpo e per la MenteCibo per il Corpo e per la Mente

• L’alimentazione si può interpretare in senso olistico come reciproco scambio fra l’uomo e gli elementi vitali di cui si nutre provenienti dall’ambiente (e da restituire all’ambiente): cibi materiali che alimentano il livello organico e cibi immateriali (pensieri, azioni, emozioni) che alimentano il livello psichico.

• Si può utilizzare il termine “nutrimenti” in senso metaforico, quindi anche al di là della dimensione corporea [come il bere ed il mangiare] di cui è proprio, pur sapendo che esso non rientra tra quelli tecnici solitamente usati in proposito nel linguaggio psicologico, che parla semmai di bisogni, motivazioni, gratificazioni, frustrazioni etc.

• Una scelta per esprimere il “tema del nutrimento” come un principio generale che riguarda tutte le dimensioni della relazione.

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Le Relazioni SignificativeLe Relazioni Significative

Lo psicologo americano indaga sulla natura intrinsecamente socievole del cervello umano, e su come le relazioni interpersonali plasmano la mente e influiscono sul corpo. “In questo libro vorrei sollevare il sipario su una scienza emergente, che quasi ogni giorno fornisce spunti di grande interesse sui nostri rapporti interpersonali. La scoperta fondamentale di questa disciplina è che siamo programmati per connetterci.”

Daniel Goleman, già professore di psicologia a Harvard, è autore di Intelligenza Emotiva (1996), oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Ha avuto il grande merito di aver contribuito a sviluppare un atteggiamento culturale più rispettoso e favorevole alle emozioni.

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• La neuroscienza ha scoperto che la struttura stessa del nostro cervello lo rende socievole, inevitabilmente soggetto a un profondo legame cervello-cervello ogniqualvolta entriamo in contatto con un'altra persona. Questo ponte neurale ci porta a influenzare sia il cervello, sia il corpo di ogni persona con cui interagiamo, e viceversa.

• Perfino gli incontri più banali fungono da regolatori nel cervello, poiché provocano in noi le emozioni più diverse, alcune piacevoli, altre meno. Più forte è il legame emotivo con una persona, maggiore sarà l'intensità reciproca. Gli scambi più potenti avvengono con le persone con cui trascorriamo gran parte del nostro tempo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, soprattutto con coloro a cui teniamo di più.

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Le Relazioni SignificativeLe Relazioni Significative

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• Ne consegue che le relazioni plasmano non solo l'esperienza, ma anche le funzioni biologiche. Il rapporto cervello-cervello permette ai legami più forti di modellarci sia su questioni superficiali come ridere per le stesse barzellette, sia su elementi più profondi come le modalità di attivazione (o blocco) dei geni nelle cellule T, la prima linea del sistema immunitario nella continua lotta contro le invasioni di virus e batteri.

• Ma questo rapporto è una lama a doppio taglio: le relazioni appaganti hanno un effetto benefico sulla salute, mentre quelle nocive possono agire come un veleno nel nostro corpo.

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Le Relazioni SignificativeLe Relazioni Significative

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Le Relazioni in CrisiLe Relazioni in Crisi

Analisi di luci e ombre delle relazioni di oggi (nella coppia, in famiglia, sul lavoro, nella scuola nella sanità…) e proposta di strumenti conoscitivi e comunicativi che consentono di comprendere meglio sia i rischi sia le opportunità dei nuovi modi di relazionarsi.

Enrico Cheli , sociologo e psicologo, insegna "Sociologia delle relazioni interpersonali" e "Teorie e tecniche del counseling" all'Università di Siena, di cui è stato ProRettore per la cooperazione, la pace e l'intercultura. Ha fondato e diretto la Scuola di Dottorato di ricerca "Studi per la pace e risoluzione dei conflitti" e attualmente dirige Master e Corsi di Perfezionamento sulle abilità prosociali, l'intelligenza emotiva, la consapevolezza di sé e dell'altro, il benessere nelle organizzazioni (www.corem.unisi.it).

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• Se è vero che i rapporti interpersonali sono tra gli aspetti più importanti della vita di ognuno, è anche vero che spesso suscitano non pochi problemi e difficoltà. Certo, c'è chi dirà che è sempre stato così, ma oggi questo ingranaggio sembra incepparsi sempre più spesso: da alcuni decenni, infatti, sono radicalmente cambiate le aspettative reciproche su cui si fondano le relazioni e anche le modalità con cui tali relazioni si esplicano. E questo, sia nella vita privata sia in quella pubblica, sovvertendo valori e consuetudini vecchie di secoli.

• Di fronte a questa vera e propria rivoluzione le persone sono per lo più impreparate e affrontano le nuove situazioni con conoscenze e strumenti ormai obsoleti, che spesso accentuano la crisi invece di risolverla.

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Rivoluzione nella RelazioneRivoluzione nella Relazione

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• Mai come oggi l'umanità è stata così libera di vivere le relazioni sociali, mai prima vi era stata una tale libertà nell'esprimere le proprie emozioni e sentimenti.

• Possiamo discutere coi nostri genitori, insegnanti, superiori e anche contestarli, senza automaticamente essere messi al bando; Possiamo uscire dalle consuetudini e dai canoni sociali e "inventarci'' un nostro stile relazionale.

• Tutte queste cose rappresentano una vera e propria rivoluzione rispetto al passato, anche recente, quando la vita di relazione si svolgeva secondo regole e schemi prestabiliti e rigidi, cui dovevano conformarsi tutti i membri di una comunità;

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Evoluzione delle RelazioniEvoluzione delle Relazioni

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• Nonostante questa maggiore libertà (e in parte proprio a causa di essa) il disagio psicosociale e il malessere esistenziale sono sempre più diffusi nella società contemporanea e tra le cause principali vi è proprio l'insoddisfacente qualità delle relazioni interpersonali, sempre meno rassicuranti e sempre più conflittuali, nella coppia, in famiglia, a scuola, sul lavoro.

• Le relazioni interpersonali sono tra i fattori che più incidono, nel bene o nel male, sul nostro benessere psicofisico e possono farci sentire entusiasti, felici, realizzati oppure amareggiati, irritati, depressi, finanche a determinare l'insorgere di vere e proprie patologie psicosociali, psicoemotive, psicosomatiche.

• La qualità delle relazioni influenza il nostro grado di , soddisfazione o insoddisfazione nella vita privata.

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Qualità delle RelazioniQualità delle Relazioni

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• Dunque, sia la felicità che l'infelicità, sia la gratificazione che l'insoddisfazione dipendono non solo e non tanto da aspetti materiali ma anche (talvolta soprattutto) da aspetti relazionali ed emozionali.

• Per millenni tali aspetti sono stati regolati in modo rigido, autoritario, repressivo, senza consentire alcuna forma di deviazione e di creatività.

• Nella società patriarcale le relazioni sociali non venivano liberamente costituite dalle parti, ma erano predefinite da norme e gerarchie rigide imposte dall'alto e i sentimenti e le emozioni non potevano essere liberamente espressi e vissuti, ma andavano controllati, manipolati, spesso repressi.

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Relazioni Gerarchiche Relazioni Gerarchiche

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• Per molti versi questa rivoluzione rappresenta un cambiamento evolutivo positivo, in direzione di una società più democratica, libera e creativa e di rapporti umani più gratificanti, costruttivi e consapevoli.

• La medaglia ha pure il suo rovescio: come un eccesso di repressione e controllo ha generato e genera società autoritarie e bellicose e individui mentalmente rigidi, sentimentalmente freddi e poco creativi, così anche una libertà illimitata, priva di consapevolezza e di strumenti adeguati, può portare alla crisi e alla dissoluzione delle identità individuali e collettive, alla perdita dei valori e delle norme morali, insomma al caos sociale ed esistenziale.

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La medaglia e il suo rovescioLa medaglia e il suo rovescio

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• I segnali in tal senso purtroppo non mancano: il senso di identità e i ruoli sociali e sessuali sono in profonda crisi mentre aumentano i conflitti e le separazioni nella coppia e la famiglia appare sempre più fragile; diminuiscono la solidarietà e la coesione sociale mentre crescono la solitudine e l'individualismo; si riduce l'autorevolezza degli insegnanti e la loro capacità di gestire la classe mentre crescono la demotivazione e il bullismo; aumentano patologie lavorative quali lo stress, il mobbing, il burnout; il rapporto tra cittadini e istituzioni è sempre più improntato alla sfiducia, e l’ordine sociale ne risente sotto molti aspetti.

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I Segni della CrisiI Segni della Crisi

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• Una delle conseguenze più rilevanti della rivoluzione interpersonale è l'aumento dei conflitti manifesti e l'inasprirsi delle forme che essi assumono: conflitti tra fidanzati, tra mogli e mariti, tra fratelli, tra figli e genitori, tra studenti e insegnanti, tra lavoratori e datori di lavoro, tra cittadini e istituzioni, tra individui appartenenti a culture e religioni diverse e via dicendo.

• Quindi da un lato la crescente libertà e pariteticità delle relazioni interpersonali apre nuovi stimolanti orizzonti, ma dall'altro fa venire allo scoperto numerosi e profondi conflitti, per millenni repressi o calmierati da una struttura sociale rigida e autoritaria e oggi sempre meno contenuti.

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Opportunità e CriticitàOpportunità e Criticità

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• Tuttavia, per quanto più tumultuoso e doloroso, il modo attuale di vivere le relazioni è, a detta di molti, più giusto e soprattutto potenzialmente più appagante e sano di quello del passato, perché ci offre una maggiore libertà, che va saputa gestire, certo, ma che rappresenta una conquista preziosissima per l'evoluzione e la realizzazione dell'essere umano.

• Uno degli assunti chiave è che la nuova libertà vada saputa gestire, e che a tal fine occorrano adeguati "strumenti" conoscitivi, operativi e di consapevolezza che mettano le persone in grado di orientarsi nelle nuove modalità di relazione e di affrontare costruttivamente i molti conflitti e paradossi che le caratterizzano.

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Strumenti per OrientarsiStrumenti per Orientarsi

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• Purtroppo né la famiglia né la scuola si sono finora prese cura di aggiornare i loro saperi e i loro "programmi" educativi per tenere conto di queste nuove esigenze comunicativo-relazionali, e i risultati negativi di questa disattenzione sono fin troppo evidenti. Ne sono chiari esempi la freddezza e l'impersonalità - quando non il sospetto e l'acidità - delle relazioni sul posto di lavoro, spesso caratterizzate da conflitti latenti tra colleghi, da invidie e gelosie, da rapporti di pura facciata o addirittura da dinamiche vessatorie.

• La situazione non è migliore nella scuola, dove insegnanti e allievi continuano a non comprendersi, ad avere interessi e motivazioni divergenti, a non collaborare, e dove ancora esistono troppe situazioni di disagio psicosociale, dall'isolamento al bullismo. 15

Effetti del disorientamentoEffetti del disorientamento

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Cosa sta accadendo ?Cosa sta accadendo ?

• La nostra civiltà si definisce "tecnologicamente avanzata", ma è poco più che analfabeta sul piano comunicativo-relazionale.

• Le conoscenze scientifiche e gli strumenti operativi per affrontare in modo nuovo e più costruttivo le relazioni interpersonali già esistono ma, nonostante l'urgenza, non si sono ancora adeguatamente diffusi nella società e così gli individui, i gruppi, le organizzazioni non hanno per ora alcun know-how per sfruttare le nuove potenzialità che si dischiudono; al contrario, sono spesso vittime inermi dei molti effetti collaterali negativi.

• Nonostante ci si trovi nel bel mezzo di una vera e propria rivoluzione, solo pochi sembrano averne colto la portata.

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Leadership senza conflittiLeadership senza conflitti

• Riconoscere all'altro la sua integrità è l'unico modo per evitare di imporgli il potere; al contempo è opportuno porsi come un catalizzatore di risorse più che un direttore di subordinati, solo così è possibile esercitare una leadership senza conflitti.

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• Una buona relazione tra insegnante ed allievo, basata su fiducia e apertura reciproca, non solo è importante sul piano umano , ma influenza positivamente il rendimento scolastico e gratifica e motiva anche l’insegnante; viceversa, la mancanza di questi requisiti può demotivare lo studente e portare ad un calo di rendimento, o addirittura all’abbandono degli studi, e ciò a sua volta può ingenerare frustrazione e demotivazione dell’insegnante.

• Quando i rapporti sono positivi si va a scuola più volentieri, si è più motivati e si studia o lavora con miglior profitto.

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Leadership motivanteLeadership motivante

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Convergenza di LinguaggiConvergenza di Linguaggi

• Oggi fare l'insegnante è divenuto più difficile, poiché sono profondamente cambiati i linguaggi e gli interessi degli studenti e soprattutto è cambiato il modo di gestire la classe e la disciplina. Nonostante alcuni insegnanti vi facciano ancora ricorso, le modalità severe e autoritarie del passato sono ormai inaccettabili e sostanzialmente inefficaci.

• Si tratta di modalità che partono dal presupposto che debba essere solo ed esclusivamente l’allievo ad adeguarsi ai linguaggi, ai contenuti, ai punti di vista proposti/imposti dagli insegnanti e dai programmi scolastici.

• Non c’è nessuna reciprocità, e cioè che docenti, stili e metodi si adattino a loro volta agli studenti e alle loro peculiarità.

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Su cosa convergereSu cosa convergere

• Tale concezione asimmetrica della relazione non è ormai più compatibile con i diritti democratici dell'individuo e tanto meno con i nuovi valori e le nuove concezioni dell’essere umano e della vita sociale che stanno emergendo in questi ultimi decenni.

• Inoltre non è neppure compatibile con le moderne teorie scientifiche sulla didattica e sull'apprendimento, che sottolineano la necessità di puntare ad uno sviluppo della consapevolezza, della responsabilità e dell'autonomia dell’allievo più che ad un suo indottrinamento meramente nozionistico.

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• In conseguenza di questo mutamento culturale, l'atteggiamento autoritario è indubbiamente molto meno presente e molto meno marcato che in passato.

• Purtroppo però non è stato sostituito da atteggiamenti più partecipativi e paritetici (adottati solo da una ristrettissima minoranza "illuminata" di insegnanti ma piuttosto da un rassegnato atteggiamento di laissez faire, non meno inefficace di quello autoritario e con altrettanti effetti collaterali, in quanto lascia la classe nel caos e fa perdere all'insegnante il rispetto di sé e degli allievi.

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Da un eccesso all’altroDa un eccesso all’altro

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• Entrambe queste modalità, seppur per strade diverse, evitano infatti di entrare realmente in contatto con gli studenti e di confrontarsi comunicativamente con loro: la modalità autoritaria lo fa creando una distanza di status, reagendo punitivamente e aggressivamente ai comportamenti devianti e allo scarso profitto e quindi costruendo di fatto un muro alla comunicazione;

• La modalità laissez faire opera distogliendo l'attenzione dai problemi, ignorando messaggi e segnali provenienti dagli studenti e quindi rinunciando all' insostituibile ruolo di guida proprio dell' insegnante.

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Divergenza di LinguaggiDivergenza di Linguaggi

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• Le due modalità esaminate non sono le uniche possibili e sono state elaborate negli ultimi decenni nuove e più costruttive modalità di gestione della classe.

• Il processo evolutivo è tuttora in corso, nel senso che nessun modello educativo realmente innovativo si è ancora affermato.

• Alcune principi comuni della nuova educazione

1.Il rispetto delle singole individualità nei percorsi educativi.

2.Lo sviluppo dell'autodeterminazione e della responsabilità.

3.Lo sviluppo della consapevolezza e dell'autoconsapevolezza.

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Principi su cui convergerePrincipi su cui convergere

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• Il termine "educazione" deriva in effetti dal latino ex-ducere e significa alla lettera "portare fuori".

• Fino a tempi molto recenti, ciò che la scuola chiamava "educazione" era piuttosto definibile inducazione (da in-ducere = portare dentro), cioè indottrinare, inculturare, inoculare nell'individuo credenze, valori, norme morali che influivano potentemente sulla personalità e sul senso di sé.

• Lungi dal favorire l'originalità di ognuno, l'inducazione scolastica tendeva a uniformare gli studenti a un unico modello; invece di stimolarne l'intelligenza e l'apertura mentale, tendeva a fornirgli conoscenze e giudizi preconfezionati, teorie elaborate da altri invece che metodi per conoscere di prima mano.

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Educazione vs InducazioneEducazione vs Inducazione

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• Naturalmente una certa dose di inculturazione-socializzazione è necessaria per potersi orientare nel mondo e per acquisire competenze sociali e professionali che ci permettano di divenire membri riconosciuti della società. Inoltre velocizza il nostro apprendimento senza che ogni generazione debba ripartire dall'età della pietra ma possa progredire ergendosi sulle spalle di coloro che l'hanno preceduta.

• Tuttavia, quegli stessi schemi che ci aiutano in un primo tempo a comprendere il mondo possono diventare con il tempo un ostacolo formidabile alla nostra crescita individuale e collettiva, se non si evolvono fluidamente, poiché quanto più introiettiamo questa eredità culturale, tanto più ci abituiamo a vedere la realtà solo ed esclusivamente attraverso lenti preconfezionate e a ragionare secondo schemi mentali predeterminati.

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Inducare ma non troppoInducare ma non troppo

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• Anche l'identità - il senso di se stesso che l'individuo va formandosi nel suo percorso di crescita - risente di questo processo di condizionamento sociale del pensiero, e una delle conseguenze più nefaste di questo stato di cose è il nascere nelle persone di una sorta di "falsa identità", cioè una idea di se stessi che non corrisponde al vero, all'essenza profonda, all'unicità e ai reali bisogni insiti in ognuno di noi, ma che deriva piuttosto da maschere e da modelli culturali ai quali la società ci induce a conformarci.

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Il dramma della falsa IdentitàIl dramma della falsa Identità

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• Plasmare l'allievo secondo l'ideale dell' insegnante oppure su una dottrina o ideologia, cioè educare nella vecchia accezione, è irrispettoso perché significa negare ciò che lui è (seppure in potenza) e convincerlo di essere qualcun altro, o peggio, qualcos'altro.

• Non c'è da meravigliarsi che qualunque cosa l'uomo faccia, costretto in questa identità che non è la sua, si riveli in profondità insoddisfacente, generando un senso di frustrazione, di disagio, di incompletezza; in superficie l'individuo può anche apparire molto gratificato, salvo rivelare una mancanza di connessione con le proprie reali aspirazioni, che ha ormai dimenticato ma che continuano a essere presenti a livello inconscio, nelle radici del suo essere.

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L’insoddisfazione nell’essere qualcun’altroL’insoddisfazione nell’essere qualcun’altro

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• L'intelligenza non è unica ma molteplice: oltre all'intelligenza verbale e logico-matematica - le sole riconosciute dall'istruzione scolastica tradizionale - vi sono altre intelligenze: spaziale, cinestetica, musicale, interpersonale e intrapersonale, non meno importati per uno sviluppo armonico dell'individuo.

• La modalità con cui percepiamo la realtà e costruiamo mappe mentali non è uguale per tutti: vi sono persone prevalentemente visive, auditive o cenestesiche ed a seconda delle modalità con cui viene effettuata la spiegazione una categoria sarà a proprio agio e le altre a disagio.

• Una scuola realmente democratica dovrebbe tenere presente i vari fattori di differenziazione degli individui.

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Dalla ricerca dell’uniformità alla Dalla ricerca dell’uniformità alla valorizzazione dell’individualitàvalorizzazione dell’individualità

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• Respons-abile significa letteralmente “abile nel fornire risposte” ponendo anche attenzione alle conseguenze che le proprie azioni comportano per sé e per gli altri.

• Ciò dovrebbe avvenire non tanto fornendo soluzioni preconfezionate a problemi generici lontani dalla realtà, ma attraverso una didattica esperienziale che ponga gli allievi di fronte a situazioni problematiche reali – o simulate – in cui cavarsela da soli, con il minimo ausilio di fondo.

• “Se regali a un povero un pesce lo sfami per un giorno, se gli insegni a pescare hai risolto per sempre il suo problema”.

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Coltivare la responsabilitàColtivare la responsabilità

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• Significa imparare a prestare attenzione a se stessi e agli altri al di là degli schemi consueti, saper ampliare la propria "visuale" in modo da vedere (e magari prevenire) fraintendimenti e blocchi della comunicazione o almeno, se non prevederli, sapersi rendere conto di ciò che sta realmente accadendo mentre interagiamo, e non di ciò che dovrebbe accadere in base alle nostre aspettative ed ai nostri schemi.

• Significa comunicare con efficacia, comprendere l'altro nelle sue inevitabili diversità, gestire costruttivamente i conflitti e vivere pertanto relazioni soddisfacenti.

• La consapevolezza è anche alla base del metodo scientifico e tutte le grandi innovazioni e rivoluzioni scientifiche sono nate da un andare oltre gli schemi consueti.

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Sviluppare consapevolezzaSviluppare consapevolezza

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• Lo sviluppo della consapevolezza è del tutto trascurato dall'istruzione scolastica, dove anzi si tende a infarcire gli studenti di nozioni e di ulteriori schemi, così da indurre un modo di pensare e percepire omogeneo, invece di insegnare loro a osservare la realtà con i propri occhi, a ricercarne e coglierne quegli aspetti che sfuggono a chi guarda la realtà in modo rigido e che ne rappresentano invece l'essenza più profonda. Non solo, ma quegli studenti che pensano con la propria testa e vedono le cose diversamente dagli altri vengono quasi sempre penalizzati, se non addirittura etichettati come devianti, senza curarsi di verificare se per caso quella deviazione non porti a risultati migliori dello standard.

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Sviluppare consapevolezzaSviluppare consapevolezza

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• Sono sempre più numerosi gli studiosi convinti che i presupposti del successo scolastico non siano da ricercare solo nella dotazione cognitiva o nel possesso delle fondamentali abilità strumentali, quanto soprattutto nella padronanza di alcune capacità emotive e sociali, tra cui la sicurezza di sé e l’interesse, la conoscenza delle aspettative altrui nei propri riguardi il controllo degli impulsi negativi, la capacità di aspettare e di rivolgersi agli insegnanti per chiedere aiuto, l’espressione dei bisogni soggettivi, la capacità di stabilire rapporti autentici e cooperativi.

• Ne deriva la necessità di interpretare le dinamiche relazionali presenti nel gruppo-classe prestando particolare attenzione a quelle meno visibili ed esplicative.

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I rapporti tra gli studenti I rapporti tra gli studenti

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• Nel gruppo, l'adolescente può mettersi alla prova in quelle nuove dimensioni e bisogni del sé che stanno affiorando dalla sua coscienza e che, all'interno della famiglia e della scuola, è spesso difficile, se non impossibile, agire e soddisfare, a causa di un sistema di ruoli e gerarchie spesso rigido e poco disponibile alle novità. Nel gruppo invece non ci sono ruoli prestabiliti e chiunque ha - almeno in linea di principio - il diritto di esprimere il proprio pensiero, di manifestare più lati di sé e di mettere in discussione assetti e regole.

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Il gruppo dei pariIl gruppo dei pari

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• L'adolescente cerca, sì, libertà e autonomia, prendendo le distanze dalla famiglia e dalla scuola, ma ha pur sempre bisogno di valori e regole, non però calati dall'alto come a scuola o in famiglia, ma alla cui definizione il ragazzo possa in qualche modo compartecipare. Il gruppo svolge, a suo modo, una funzione di ristrutturazione e contenimento, diversa e più flessibile rispetto a quella della famiglia e della scuola: vi è infatti in esso una presenza consistente di norme e regole di comportamento non però così rigidi come a scuola o in famiglia e soprattutto elementi alla cui definizione l'adolescente può partecipare attivamente in prima persona. Tuttavia anche sul piano della gerarchia e delle regole di relazione possono esservi rischi, come per esempio quello del bullismo.

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Il gruppo dei pariIl gruppo dei pari

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• Può manifestarsi in varie forme: dirette o indirette, basate sulla violenza fisica o su quella verbale. Quello diretto si basa su comportamenti apertamente violenti, di tipo fisico (spinte, pugni, calci, ecc..) e/o verbale (umiliare con insulti, sarcasmo o derisione). Quello indiretto è invece più subdolo e consiste nella manipolazione dei rapporti di amicizia della vittima al fine di portarla all’isolamento sociale. Quest’ultima forma è più difficile da individuare perché non lascia segni evidenti sul corpo.

• Il bullo trae gran parte del suo potere dall’appoggio dei complici e dal vuoto che gli altri fanno attorno alla vittima, per il timore di diventare a loro stessi vittime. Il bullo ed i suoi complici sono in genere pochi ma ben coesi, mentre il resto della classe è non ha la consapevolezza di essere, se coalizzati, più forti.

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Il BullismoIl Bullismo

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• I cambiamenti dei modelli educativi e reIazionali all'interno della scuola e l'impostazione multidisciplinare dei nuovi programmi spingono sempre più gli insegnanti nella direzione di una responsabilità condivisa, di un lavoro di squadra.

• In una gestione del lavoro sempre più complessa e controversa, il rapporto con i colleghi viene messo a dura prova, e diviene determinante facilitare, attraverso appropriati strumenti, un buon clima di collaborazione all'interno del corpo docente, che è non solo un ingrediente indispensabile per il raggiungimento delle finalità formative che la scuola intende perseguire, ma anche un fattore rassicurante e motivante per gli studenti e per i loro genitori.

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Rapporto tra insegnantiRapporto tra insegnanti

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• Molti insegnanti ne sono consapevoli, e sanno anche che un buon clima lavorativo è basilare per il proprio benessere personale; tuttavia sono spesso scoraggiati dalle difficoltà del relazionarsi, del comprendersi, del superare costruttivamente i conflitti che inevitabilmente si manifestano con i colleghi su vari piani: didattico ("abbiamo modi troppo diversi di concepire l'insegnamento"); relazionale ("i colleghi non mi sono simpatici"); culturale ("abbiamo valori e stili di vita troppo diversi").

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Rapporto tra insegnantiRapporto tra insegnanti

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• La capacità di accettare, comprendere e rispettare le diversità. Ognuno ha le proprie idee (credenze) e i propri metodi (modelli di comportamento), e quasi sempre pensa che siano gli unici e i migliori; il segreto per instaurare buone relazioni e superare i conflitti sta invece nella capacità di concepirli in termini relativistici. Comprendere le regole e i modelli degli altri ci aiuta ad accettarli meglio ed evitare inutili sprechi di tempo e di energia. Se ci relazioniamo solo secondo i nostri modelli, senza conoscere e rispettare quelli altrui, i conflitti degenereranno inevitabilmente in scontri, poiché a nessuno piace essere prevaricato.

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Risolvere i conflitti : TolleranzaRisolvere i conflitti : Tolleranza

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• Quando l'atmosfera è serena e le finalità chiare, ognuno è più aperto e disposto a dare il meglio di sé. È vero che alle volte basta la presenza di uno o due colleghi troppo polemici per guastare l'esito di una riunione; tuttavia è anche vero che ne sono sufficienti uno o due positivi e decisi per neutralizzare il loro impatto e riportare l'armonia nel gruppo.

• Spesso i disfattisti e i troppo polemici non sono realmente negativi, ma sono piuttosto prigionieri di abitudini e paure. Se si comprende che il loro attacco è un grido di dolore personale e una implicita richiesta di attenzione, si può scegliere di trasformarlo in uno stimolo positivo per la discussione oppure emarginarlo, evitando che inquini troppo il clima del gruppo.

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Confronto, dialogo, fiducia, Confronto, dialogo, fiducia, condivisionecondivisione

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• E’ necessaria una adeguata preparazione nei campi della comunicazione interpersonale, della relazione, della gestione delle emozioni e dei conflitti. Finora nessuno ha provveduto a inserire nei curricula formativi degli insegnanti tali importanti qualità; né la scuola né l'università hanno pensato a dare loro una qualsivoglia preparazione in tali campi e sarebbe pertanto opportuno inserire questi temi come prioritari nei programmi di formazione e aggiornamento. (Proposta per il prossimo a/s)

• Parallelamente sarebbe opportuno che in ogni scuola vi fossero almeno un paio di docenti con una preparazione un po’ più appropriata sulle tecniche di facilitazione delle riunioni e gestione dei conflitti.

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Competenza interpersonaleCompetenza interpersonale

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EA Quiz VFEA Quiz VFAmbiti delle Domande dei #FeedbackProfAmbiti delle Domande dei #FeedbackProf

Via Da Strada KO

Verso Strada OK

1) Disattendere gli accordi Rispettare gli accordi 2) Trattare con ragazzini Avere a che fare con persone 3) Didattica dell’esclusione Didattica dell’inclusione 4) Relazioni asimmetriche Relazioni simmetriche 5) Didattica delegata Didattica gestita 6) Organizzazione didattica rigida Organizzazione didattica flessibile 7) Sistema di svalutazione Sistema di valorizzazione 8) Verifiche incomprensibili Verifiche comprensibili 9) Valutazioni soggettive Valutazioni oggettive 10) Poca preparazione delle verifiche Adeguata preparazione alle verifiche

• Generalizzazione delle domande create dagli studenti sulle criticità che osservano (o non osservano) a scuola.

1. In consiglio si discute di non fare verifiche a sorpresa ma poi vengono fatte

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11) Poca cura alla valutazione delle verifiche Adeguato tempismo nella restituzione 12) Poca considerazione del termine “vacanza”

Adeguata significazione del “vuoto pieno di potenzialità”

13) Paradossi tra pensiero, parola e azione. Coerenza tra tra pensiero, parola e azione. 14) Incomprensioni nelle regole di gioco Condivisione delle regole di gioco. 15) Organizzazione didattica rigida Organizzazione didattica flessibile 16) Incongruenze tra spiegazioni e verifiche Coerenza tra spiegazioni e verifiche 17) “ “ “ “ “ “ 18) Paradossi tra pensiero, parola e azione. Coerenza tra pensiero, parola e azione. 19) Poca cura alla valutazione delle verifiche Adeguato tempismo nella restituzione 20) Poca considerazione che oltre alla scuola c’è altro nella vita degli studenti

Adeguata disponibilità tempo libero

21) Giudizio tra colleghi e senso di superiorità Collaborazione e senso di collettività 22) Risoluzione dei conflitti di interesse tramite potere coercitivo.

Risoluzione dei conflitti di interesse tramite mediazione.

23) Chiusura nei confronti dei feedback dell’ambiente

Apertura nei confronti dei feedback dell’ambiente

24) Divergenza di interessi tra colleghi Convergenza di interessi tra colleghi 25) Didattica dell’esclusione Didattica dell’inclusione

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Page 45: Le relazioni significative

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