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Le sfide di Canon 8

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Le sfide di Canon

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La sfida dellatecnologia

La nascita della fotocamera Canon

Kwanon, dea buddista della misericordia, fu il nome scelto perla prima fotocamera 35 mm giapponese con otturatore sulpiano focale. Questa è la storia di come venne sviluppata laKwanon e di come ottenne il suo nome.

Nel 1930, furono realizzate dalla Leica e dalla Contax le duemigliori fotocamere 35 mm con otturatore sul piano focale.Nel 1932 fu messa in commercio la Leica II, seguita l'annosuccessivo dalla Contax I. Queste due fotocamere, prodotte inGermania, la nazione che vantava a quell'epoca la miglioreindustria di macchinari di precisione del mondo, divenneroimmediatamente l'oggetto del desiderio degli appassionati difotocamere a livello mondiale. Contemporaneamente, ilGiappone, il cui potere tecnologico era esiguo o inesistenteper poterne fare menzione, utilizzava come modelli lefotocamere straniere.A quel tempo, il salario iniziale di un laureato in una ditta diprestigio era di 70 yen al mese, mentre il prezzo di una Leicamodello D con un obiettivo 50 mm f/3,5 era di 420 yen. Inaltre parole, le fotocamere Leica e Contax erano molto al disopra della portata di una persona comune che avesse volutoacquistare una buona fotocamera.All'incirca in quel periodo, Goro Yoshida (1900-1993) tentò dicostruire la sua prima (e la prima in Giappone) fotocamera 35mm con otturatore sul piano focale con un telemetro (unafotocamera 35 mm con telemetro), soltanto smontando unaLeica II e studiandone il design. Yoshida, che era sempre statoaffascinato dalle fotocamere, smontandole e riassemblandolenuovamente quando era ancora uno studente, lasciò la scuolasuperiore e iniziò a lavorare come riparatore e rimodellatorelavorando su cineprese e cineproiettori. Nella metà degli anni'20 dello scorso secolo, prima ancora di aver raggiunto l'età di30 anni, faceva spesso la spola tra il Giappone e Shanghai perprocurarsi pezzi per cineproiettori. Ciò che lo indusse aprendere la decisione di realizzare una fotocamera 35 mm dialta qualità fu quanto gli disse un commerciante americanoche egli incontrò a Shanghai: "Perché deve fare tutto il tragitto

fin qui a Shanghai per procurarsi i pezzi? Il Giapponefabbrica alcune delle migliori navi da guerra del mondo e, sesiete in grado di fare quelle, non vi è ragione per cui nonpossiate fare una cosa così semplice come dei pezzi perfotocamere. Risparmi tempo: le fabbrichi lei stesso".L'immaginazione di Yoshida, nato come riparatore, vennestimolata. Inoltre, il suo lavoro comportava la riparazione e larimodellazione delle cineprese, ecco perché decise di costruirelui stesso una fotocamera. Questa è la storia di come nacquel'idea per la prima fotocamera, che è anche una lezione diuguaglianza, ossia che tutti, anche i giapponesi di quel tempo,avrebbero potuto fare qualcosa se si fossero impegnatiabbastanza.Nel 1933, fu fondato il Precision Engineering ResearchLaboratory (successivamente denominato "Canon") in unastanza di un condominio di tre piani di Roppongi a Tokyo,come laboratorio per costruire fotocamere 35 mm di altaqualità. La prima rapida apparizione che il mondo ricevette diquesta nuova società fu un'inserzione pubblicata nel numerodi giugno del 1934 di Asahi Camera, che ancora oggi rimaneuna delle massime riviste di fotografia in Giappone. Lacoraggiosa copia dell'inserzione sotto una fotografia delprototipo della Kwanon suonava così: "Il sottomarino classe I,l'aeroplano tipo 92 e la fotocamera Kwanon, tutti prodottileader a livello mondiale". Il Giappone sviluppò numerosevarianti del sottomarino classe I, negli anni '20 dello scorsosecolo, e del tipo 92, riferito all'aereo da guerra raffreddato adaria dell'armata imperiale giapponese. Sia la nave chel'aeroplano furono declamati in Giappone come simboli diarmamenti all'avanguardia. Così l'inserzione di Canoncollegava la prima fotocamera 35 mm giapponese con i piùelevati esempi dell'abilità tecnologica della nazione.Il nome Kwanon prende origine dalla dea buddista dellamisericordia, mentre il logo raffigurava la dea armata con lelettere KWANON che si intravedevano nelle fiamme sopra ilsuo capo. Il nome dell'obiettivo, d'altra parte, derivava daMahakashapa, uno dei discepoli del Buddha e capo di ungruppo religioso, e venne scelto per la sua somiglianza con leparole che i giapponesi usano quando imitano i suoni emessidall'otturatore: "kasha" (quando si apre scorrendo) e "pa"(quando si chiude a scatto). La fabbricazione in Giappone della prima fotocamera 35 mmcon telemetro di alta qualità fu il risultato del sogno di unuomo di dimostrare l'uguaglianza tecnologica del Giapponecon la Germania e gli altri paesi occidentali. Questa passionee questo orgoglio continuano ad essere trasmessi oggi negliobiettivi EF Canon, che sono la cristallizzazione delle piùrecenti tecnologie e di una maestria senza compromessi.

Kwanon: le radici di Canon

Un'inserzione su una rivista per KWANON Il logo KWANON

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La sfida dellatecnologia

La sfida di costruire un obiettivo resistente

L'ultra teleobiettivo EF 400 mm f/4 DO IS USM capovolge lavecchia e pesante immagine dei teleobiettivi che pende sulsuo capo, realizzando un design notevolmente più leggero ecompatto rispetto ai modelli convenzionali. Dietro l'apparenzadelle nuove lenti “DO (elementi ottici diffrattivi multistrato)”,usate in questo obiettivo, si celano gli audaci sforzi deimembri del team di produzione e sviluppo di Canon.Nella metà degli anni '90 dello scorso secolo, alcuni deigiovani ingegneri ottici di Canon notarono le possibilitàdisponibili per un nuovo sistema ottico con "elementi otticidiffrattivi" che applicano "l'ottica ondulatoria", un modo ditrattare la luce come onde. Gli elementi ottici diffrattivi sononoti per la capacità di compensare molto meglio l'aberrazionedel colore rispetto agli elementi ottici tradizionali, di modoche gli ingegneri pensarono che, utilizzando elementi otticidiffrattivi nei teleobiettivi, sarebbe stato possibile progettareobiettivi più piccoli e leggeri, dotandoli, allo stesso tempo, diuna compensazione dell'aberrazione del colore molto efficace.Tuttavia, l'elemento ottico diffrattivo monostrato esistenteall'epoca provocava molti bagliori non necessari (riflessi didiffrazione), se si scattavano fotografie utilizzando la lucenaturale e non era pertanto utilizzabile per gli obiettivifotografici. Uno degli ingegneri che stavano lavorando alprogetto commentò riguardo al dubbio del team diprogettazione in questi termini: "Tutto ciò che stavamotentando di fare non era mai stato provato prima. Ad esempio,avevamo incontrato molti problemi nel tentativo di risolverele formule complesse per calcolare accuratamente il riflesso didiffrazione e stabilire tecniche di rimozione del colore perciascun caso di diffrazione e metodi per la correzionedell'aberrazione cromatica". In conseguenza degli sforzipersistenti del team, tuttavia, il primo prototipo per l'obiettivo"DO" con una costruzione multistrato originale fu prodottocinque anni dopo l'avvio del progetto, riuscendo a renderequasi tutta la luce che entrava nell'obiettivo utilizzabile perscopi fotografici.

Contemporaneamente, il team di produzione stava lavorandoin tandem con il team di progettazione per svilupparetecniche per produrre in serie i nuovi elementi. Ad esempio,un elemento ottico diffrattivo presenta un reticolo didiffrazione che si trova ad un'altezza di 10 micro-millimetri inun cerchio concentrico. I due team riuscirono a creare consuccesso questa forma molto precisa migliorandoenormemente la tecnologia, l'accuratezza e la lavorazionedelle lenti asferiche, che furono utilizzate per produrre gliobiettivi EF. Mentre i normali stampi degli obiettivipresentano superfici smerigliate sul lato dell'obiettivo, lesuperfici degli stampi per il reticolo di diffrazionerichiedevano un modello concavo-convesso, pertantosmerigliarli era fuori discussione. Al fine di risolvere questoproblema, i tecnici svilupparono uno strumento dimicrolavorazione tridimensionale a precisione ultra elevatache poteva essere controllato nell'ordine di svariati nanometri,al fine di produrre una superficie dell'obiettivo solo tagliata,non smerigliata o lucidata. Non solo, venne incorporata ancheuna nuova tecnologia di posizione a precisione ultra elevata,su scala di micrometri, per unire gli elementi ottici diffrattivil'uno con l'altro, un aspetto chiave del progetto. Ci vollerocinque anni per stabilire questo sistema di produzione inserie. Il risultato degli intensi sforzi del team di progettazionee di quello produzione fu l'obiettivo "DO", il primo obiettivofotografico al mondo ad incorporare elementi ottici diffrattivi.In passato, Canon si è impegnata nello sviluppo di elementiottici avanzati come le lenti alla fluorite e le lenti asferichegrandangolari e, incorporandoli immediatamente nei prodotti,ha lavorato per aumentare le prestazioni dei suoi sistemiottici, ma di tutte queste realizzazioni è probabilmentel'obiettivo DO che ha le possibilità maggiori di far ruotare sudi sé il mondo degli obiettivi intercambiabili. Questetecnologie continuano ad essere sviluppate grazie aquell'atmosfera di sfida tra gli ingegneri di Canon, tramandatanel corso degli anni, una sfida che andrà avanti poiché Canoncontinuerà a sviluppare tecnologie nuove e innovative.

Cambia la concezione degli obiettivi con il nuovo elemento ottico DOUna sfida del team tecnico di Canon al futuro della tecnologia ottica

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La sfida dellatecnologia

I migliori obiettivi sulle spalle degli uomini

Gli obiettivi EF vantano una risoluzione ultra elevata e unaqualità dell'immagine con un contrasto molto alto. Dietro larealizzazione di tali livelli elevati di prestazioni, vi sono iprogressi compiuti nella tecnologia del design che utilizzacomputer e software per progettazione, essi stessi oggetto diimplacabili progressi. Tuttavia, indipendentemente da quantopossa essere avanzata o recente la tecnologia che uningegnere utilizza per progettare un sistema ottico diprestazioni elevate, se le lenti che devono essere prodotte inserie non sono smerigliate e lucidate con una precisionemolto elevata, la prestazione ottica prefissata non può essereraggiunta. Per questa ragione, le lenti smerigliate e lucidatevengono ispezionate mediante uno strumento di riferimentonoto come "standard prototipo", realizzato tramite l'abilità diun esperto in smerigliatura, un'abilità che oggi si dice abbiapoco o nulla a che vedere con la tecnologia.Lo standard prototipo è in realtà un obiettivo speciale checontiene un'immagine allo specchio delle parti convesse econcave della lente smerigliata. Si potrebbe pensare ad unabarra di circa un metro in base alla quale viene misuratol'obiettivo. Qualsiasi differenza nella curvatura delle superficidello standard prototipo e della lente smerigliata provoca lacomparsa di modelli a strisce chiamati anelli di Newton.Questi anelli sono utilizzati per giudicare la precisione con laquale la lente è stata smerigliata (una minore smerigliaturaindica un maggior grado di precisione). Perché lo standardprototipo lavori come una barra di un metro in questo modo,comunque, deve essere stato smerigliato con standardestremamente esatti, nell'ordine di meno di 0,03 micrometriper la rotondità (3/100.000 di un millimetro) e ± 1micrometro per il raggio di curvatura. Tuttavia, questo livellodi precisione non può essere raggiunto semplicementecomponendo alcuni numeri su un computer. Come sostiene

un esperto in smerigliatura, "la condizione della smerigliaturadell'obiettivo è giudicata osservando il colore e la forma deglianelli di Newton e la macchina di smerigliatura è regolata diconseguenza. È un processo molto difficile". In altre parole,non sono altro che la conoscenza stessa dell'esperto insmerigliatura e la sua "sensibilità" che rendono possibilesmerigliare la lente con una precisione non ottenibile con unamacchina utensile.Questi esperti realizzano lenti smerigliate e lucidate secondofattori minuziosi, come la determinazione delle condizionidella superficie ponendo le proprie mani sulla macchina dismerigliatura quando è in funzione e la mettono a punto diconseguenza o la regolazione della quantità di smerigliaturarilevando la quantità di rigonfiamento del vetro a seguito delcalore sprigionato dalla smerigliatura. Tra le mani di questiesperti, la ruvidità superficiale dello standard prototipo finitootteneva una finezza misurata in angstrom o nella grandezzadi particelle atomiche (un angstrom equivale a 1/10miliardesimo di metro). Ciò è possibile soltanto per unoperaio specializzato molto esperto e non è certamente illavoro di un tipico esperto in smerigliatura.Gli standard prototipo che vengono lucidati per l'utilizzo conl'attrezzatura ottica sono prodotti in oltre 3.000 varietà, chevanno da un raggio di curvatura inferiore a 1 mm a infinito(superficie piana), ma altri ancora sono realizzati perrispondere alle richieste continue del piano produttivo.La tecnologia Canon, che ha creato così tanti e notevoliobiettivi, è stata resa possibile soltanto dall'abilità degli espertiin smerigliatura, il che trasforma il concetto dellaprogettazione in un oggetto reale. Gli obiettivi Canon, aprendonuove vie nel mondo dell'elaborazione delle immagini, fannoderivare i loro livelli senza rivali dal lavoro artigianale dellepersone che li realizzano.

Una lente smerigliata nell'ordine delle particelle nucleariL'abilità degli operai specializzati fornisce degli obiettivi EF conprestazioni elevate.

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Gli obiettivi L Dove i sogni sono chiari come ilcristallo.La linea rosso chiaro impressa sul barilotto degli obiettivi. E una L per "lusso". L'obiettivo Canon EF della serie L possiede un livello di qualità sufficientemente elevato per essere chiamato professionale, progettato per comprendere una prestazione innovatrice dell'immagine, una notevole operabilità e una resistenza al tempo eall'invecchiamento. "L". Questo nome è riservato soltanto a quei pochi obiettivi che possono rispondere a rigorosi standard di prestazioni, che utilizzano lenti alla fluorite (un cristallo artificiale) e presentano una superficie asferica smerigliata e lucidata, lenti UD o super UD oppure altri materiali ottici speciali. Un design ottico che non scende a compromessi con la teoria ottica e le tecnologie dell'ingegneria di precisione, radicate nella tradizione ma ugualmente all'avanguardia. Il risultato della nostra ricerca implacabile di questi ideali è la serie L degli obiettivi EF Canon.

La sfida dellatecnologia

La serie L: il frutto della tecnologia degli obiettivi

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La sfida infinita - La storia degli obiettivi Canon

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La storia degli obiettivi Canon ha subito svariate transizioni, daltelemetro alla serie R, alla serie FL, alla serie FD fino alla serieEF. Indipendentemente dall'epoca, Canon ha sempre focalizzatol'attenzione su uno sviluppo che ricerca un'evoluzione ulteriore.Lenti asferiche, lenti alla fluorite, obiettivi USM, IS e DO e altrenuove tecnologie sono attivamente incorporate, consentendo aCanon di mantenere la sua posizione di leader mondiale nellosviluppo degli obiettivi.Saranno presentati di seguito alcuni dei nostri obiettivi chehanno lasciato il segno nella storia dello sviluppo degli obiettivi.

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Serenar 50 mm f/3,5!Canon iniziò a lavorare per la prima volta sugli obiettivi non moltotempo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sviluppato eprodotto completamente all'interno dell'azienda, il primo obiettivo avedere la luce fu il Serenar 50 mm f/3,5. Serenar significa "chiaro", asimboleggiare la chiarezza alla quale mirava il team di sviluppo.

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La sfida infinita - La storia degli obiettivi Canon

Canon 50 mm f/0,95Nel 1961 fu messo in commercio l'obiettivo 50 mm f/0,95 che vantaval'apertura più grande rispetto a qualsiasi obiettivo per fotocamera almondo. Questo obiettivo leggendario ottenne la reputazione di essere piùluminoso rispetto all'occhio umano e rafforzò ulteriormente la posizioneinternazionale di Canon.

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FL 19 mm f/3,5Questo obiettivo super grandangolare da 19 mm vantava il piùgrande angolo di visualizzazione rispetto a qualsiasi obiettivo perfotocamere reflex monobiettivo di allora. La disposizione simmetricadel sistema ottico con elementi di lenti concave nella parte anterioree posteriore ed elementi di lenti convesse al centro rese possibileeliminare la distorsione, la differenza cromatica di ingrandimento el'aberrazione cromatica, nota come astigmatismo. Le lenti concaveaiutano ad ottenere una illuminazione periferica sufficiente fornendoallo stesso tempo un super grandangolo. Si era detto spesso comefosse difficile ottenere un obiettivo di piccole dimensioni, correggerel'aberrazione sferica e fornire una luminosità sufficiente da angoload angolo con questo tipo di sistema ottico, ma l'FL 19 mm f/3,5riuscì a fare tutto questo grazie all'incorporazione del gruppo di lenticonvesse. Fu venduto con un mirino speciale, poiché attaccare lalente richiedeva un sollevamento dello specchio, e venne ancheutilizzato per ritratti di figure femminili con un effetto leggermentesurreale.

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FL-F 300 mm f/5,6Da subito, Canon intraprese alcune ricerche per trasformare lafluorite, che presenta caratteristiche non possedute da un vetro ottico,in un materiale idoneo per gli obiettivi delle fotocamere. La fluoritenaturale, tuttavia, è difficile da trovare ed è piena di impurità, cosache ne rende impossibile l'utilizzo in un obiettivo. Canon riuscì avincere la concorrenza nello sviluppo di tecniche per eliminare leimpurità e far crescere artificialmente i cristalli. Il primo obiettivo almondo ad utilizzare la fluorite fu l'FL-F 300 mm f/5,6. Non soltantola fluorite riusciva a eliminare l'aberrazione del colore, ma rendevaanche possibile progettare obiettivi più corti. Questo teleobiettivocompatto da 300 mm risultò estremamente innovativo per la suaepoca. Gli elementi di lenti alla fluorite sono stati incorporati inmolti obiettivi EF, così come in molti super teleobiettivi a prestazionielevate della serie L.

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Serenar 50 mm f/1,8!Cinque anni dopo l'inizio della produzione, nacque un obiettivo chepotrebbe veramente essere definito un classico. Prendendo unobiettivo tipo Gauss (uno dei principali tipi di costruzione degliobiettivi) e sviluppandolo ulteriormente, riuscimmo ad ottenere unaprestazione di elaborazione delle immagini chiara come il cristalloanche ad apertura massima. I progettisti di obiettivi di tutto il mondofurono stupefatti dal risultato e gli obiettivi Canon ottennero subitoun riconoscimento per la loro qualità elevata.

Serenar 100 mm f/3,5Il primo obiettivo Canon 100 mm fu il Triotar con messa a fuocolunga tipo f/4 e una costruzione di tre elementi di lenti in tre gruppi.Il successo arrivò con il teleobiettivo tipo 100 mm f/3,5 con cinqueelementi di lenti in quattro gruppi: un teleobiettivo leggero, compattoe medio di soli 69,5 mm di lunghezza, 205 g/7,2 once di peso e conun diametro massimo di 44 mm. Il modello II fu ulteriormenteridotto nel peso a 184 g/6,5 once diventando un successo tra gliappassionati di fotocamere.

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FD 55 mm f/1,2 ALIl 1971 vide la nascita della F-1, una fotocamera reflex monobiettivo asistema reale con specifiche professionali, accompagnata dagli obiettividella serie FD, che ricevettero una considerazione elevata per le loroprestazioni ottiche, incluso il contrasto alto, la nitidezza e il notevolebilanciamento del colore, come pure per l'eccellente prestazionemeccanica e la facilità d'uso. L'FD 55 mm f/1,2 AL fu il primo obiettivoasferico al mondo a supportare la visualizzazione e il controllo di auto-apertura del diaframma della fotocamera reflex monobiettivo. I raggi diluce penetranti dal bordo di un obiettivo asferico sono rifratti in mododifferente rispetto a quelli passanti attraverso il centro. Per questa ragione,la posizione della messa a fuoco diventa disallineata causandol'aberrazione sferica, che negli obiettivi ad apertura ampia può portare afenomeni di riflessione. Gli obiettivi asferici risolvono questo problemasenza riflessi ad apertura massima, ottenendo, comunque, allo stessotempo, immagini a contrasto alto. Canon doveva sviluppare le macchineutensili necessarie per realizzare questi obiettivi. L'incorporazione dellenuove tecnologie nei prodotti è il risultato dello sviluppo costante,dall'inizio alla fine.

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FD 400 mm f/4,5 SSCPoiché i teleobiettivi convenzionali richiedevano l'estensione dell'interoobiettivo durante la messa a fuoco, la struttura meccanica diventavainevitabilmente molto grande. Tuttavia, questo obiettivo adottava unsistema di messa a fuoco posteriore in cui soltanto parte dell'obiettivo simuoveva durante la messa a fuoco, offrendo, pertanto, una facileoperabilità. Un'altra caratteristica era rappresentata dal sistema del passodella messa a fuoco, che focalizzava il soggetto lentamente per scattidistanti e in modo rapido per distanze ravvicinate, proprio come l'occhioumano. Inoltre, era compatto e leggero. Il sistema di messa a fuocoposteriore è stato da allora utilizzato in molti obiettivi e ha contribuitoenormemente alla creazione della messa a fuoco automatica utilizzatanegli obiettivi EF.

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Nuovo FD 14 mm f/2,8LQuesto obiettivo presentava l'angolo più ampio nella serie degli obiettiviFD e utilizzava elementi di lenti asferiche per eliminare la distorsione.Canon sviluppò il software per progettare lenti asferiche tramitecomputer. Fu necessario partire con le tecnologie basilari e periferiche alfine di continuare a produrre tecnologie d'avanguardia.

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EF 50 mm f/1,0L USMQuesto obiettivo standard vantava la più grande apertura rispetto aqualsiasi fotocamera 35 mm reflex monobiettivo in commercio. Con dueelementi smerigliati e lucidati e quattro elementi di lenti di vetrorefrattive a indice gh, era in grado di fornire una notevole prestazione dielaborazione delle immagini con contrasto elevato e riflessione minima,anche alla massima apertura di f/1,0. Il meccanismo flottante aiutava amantenere una qualità di immagine elevata anche a distanze di messa afuoco ravvicinate, mentre la funzione di messa a fuoco manualeelettronica consentiva una messa a fuoco manuale sempre possibile conun contatto molto leggero anche nella modalità di messa a fuocoautomatica. Ciò contribuì a migliorare la già rapida e veloce messa afuoco automatica che impiegava USM ad anello (motore a ultrasuoni) perl'azionamento.

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TS 35 mm f/2,8 SSCQuesto obiettivo fu il primo modello per fotocamera 35 mm confunzionalità di basculaggio orizzontale e decentramento verticale, idealeper la fotografia architettonica e commerciale, che fino ad allora era statamonopolizzata dalle fotocamere a banco ottico a grande formato. Questoobiettivo costituì il trampolino di lancio della serie EF TS-E.

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FD 35-70 mm f/2,8-3,5 SSCQuesto obiettivo fu un pioniere negli obiettivi a zoom corto, grazie al suodesign del gruppo a due lenti, esclusivo e semplice. Era dotato di unacostruzione con barilotto precisa in cui lo zoom muoveva i gruppi lentianteriori e posteriori contemporaneamente in modo non lineare, con leposizioni dei gruppi lenti anteriori e posteriori che si muovevanoseparatamente nei grandangoli e si riunivano negli angoli delteleobiettivo, ma senza che il barilotto cambiasse la lunghezza. Inoltre, ildiaframma nel gruppo lenti posteriore si muoveva con esso e il diametrodi apertura cambiava a seconda dello zoom. Non solo, questo obiettivo fuanche dotato di un meccanismo macro. Si trattava di un obiettivoveramente innovativo. A quel tempo, si diceva che gli obiettivi zoommancassero di qualcosa a confronto degli obiettivi a focale fissa ed eranopertanto raramente utilizzati dai fotografi professionisti, ma quandoquesto obiettivo dimostrò di poter garantire prestazioni eccezionali,diventò un pezzo standard dell'attrezzatura di un professionista.

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EF 75-300 mm f/4-5,6 IS USMQuesto fu il primo teleobiettivo intercambiabile per le fotocamere reflexmonobiettivo dotato di una funzione di stabilizzazione delle immagini.Una coppia di sensori giroscopici rileva il movimento della fotocamera emuove l'ottica correttiva (il secondo gruppo lenti) nella direzione oppostaper cancellare ogni possibile effetto mosso dell'immagine, rendendolo perqueste caratteristiche un obiettivo innovativo. L'effetto di stabilizzazionedelle immagini è buono per l'equivalente di 2/60 di secondo.* La messa afuoco automatica silenziosa è realizzata attraverso l'utilizzo di un microUSM per l'azionamento della messa a fuoco automatica* Basato su una velocità dell'otturatore di "1/lunghezza focale" secondi, considerato il

limite per la fotografia manuale senza stabilizzazione delle immagini.

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EF 300 mm f/2,8L IS USMQuesto obiettivo ha ottenuto una reputazione talmente elevata da esserenoto come il simbolo degli obiettivi professionali Canon. Nel 1974, vennecreato l'obiettivo alla fluorite FL 300 mm f/2,8 SSC, un teleobiettivo aprestazioni elevate che utilizzava per la prima volta al mondo la fluoritein un obiettivo per fotocamera a grande apertura. Questo obiettivo aprìnuove strade che furono seguite dall'FD 300 mm f/2,8 SSC e dall'EF 300mm f/2,8L IS USM. Le sue prestazioni innovative hanno prodottonumerose fotografie classiche nel campo dello sport, del giornalismo edella pubblicità. L'obiettivo EF 300 mm f/2,8L IS USM è dotato di unmeccanismo di stabilizzazione delle immagini in grado di migliorarenotevolmente la mobilità. Il sistema ottico raggiunge una notevole qualitàdell'immagine grazie all'inclusione di un elemento di lenti alla fluorite edi due elementi di lenti UD. Il peso ridotto nel gruppo lenti di messa afuoco e i miglioramenti apportati all'algoritmo di azionamento dellamessa a fuoco automatica rendono la messa a fuoco automaticaestremamente veloce, mentre le funzioni aggiuntive comprendono unanuova funzione che realizza regolazioni istantanee della messa a fuococosì come una nuova funzione di arresto della messa a fuoco automatica.L'uso del magnesio e di un sistema ottico di peso più leggeroconferiscono all'obiettivo un peso generale ridotto in confronto ai modelliprecedenti, mentre la gomma utilizzata sull'innesto e gli interruttoriforniscono all'obiettivo notevoli caratteristiche anti-polvere e anti-sgocciolamento.

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EF 400 mm f/4 DO IS USML'EF 400 mm f/4 DO IS USM è un super teleobiettivo che incorpora inuna parte del sistema ottico la lente "DO" Canon. Se confrontato conobiettivi che presentano le stesse specifiche di design e utilizzano soloelementi ottici refrattivi, non soltanto mantiene la stessa qualità diimmagine elevata, ma offre anche una lunghezza più corta del 27% e unpeso più leggero del 31%. Questo obiettivo è dotato anche di unmeccanismo di stabilizzazione delle immagini che corregge l'effettomosso durante la fotografia manuale per l'equivalente di 2/60 disecondo*, nonché una funzione AF Stop e una costruzione anti-polvere eanti-sgocciolamento che le conferiscono le medesime prestazioni delsuper teleobiettivo L IS.* Basato su una velocità dell'otturatore di "1/lunghezza focale" secondi, considerato il

limite per la fotografia manuale senza stabilizzazione delle immagini.

La nascita degli obiettivi EFGli obiettivi EF, nati da una ricerca attiva verso le nuovetecnologie e basata su un bagaglio di competenze acquisito in60 anni di esperienza nello sviluppo degli obiettivi, hannoeguagliato o superato le prestazioni ottiche degli obiettividella serie FD per raggiungere un nuovo livello di precisionenella messa a fuoco automatica e nel controllo elettronicocompleto, creando il nucleo del sistema della fotocamerareflex monobiettivo EOS con specifiche di design di nuovagenerazione.Gli obiettivi furono realizzati con un occhio verso il futuro,non soltanto focalizzando l'attenzione sulla prestazionedell'immagine ma anche tenendo in considerazione l'interosistema, in modo specifico, l'innesto elettronico a diametrogrande, che consente una totale computerizzazione dellacomunicazione di dati tra la fotocamera e l'obiettivo, e ilsistema di azionamento del motore dell'obiettivo, che utilizzaun diaframma ad alta precisione guidato in modoelettromagnetico insieme ad un attuatore ideale di messa afuoco automatica (sistema di azionamento) all'internodell'obiettivo.Uno di questi attuatori di messa a fuoco automatica fu ilprimo USM al mondo (motore ad ultrasuoni), che fornisceuna coppia elevata senza rumore di funzionamento, è dotatodi notevoli caratteristiche di avvio e di arresto ed è unattuatore ideale che rende ancora maggiori la velocità dellamessa a fuoco automatica e la precisione. L'USM fu inclusodapprima soltanto negli obiettivi L, ma ora lo si trova inquasi tutti gli obiettivi EF. Nel 1995, venne sviluppatol'obiettivo EF 75-300 mm f/4-5,6 IS USM, il primo obiettivoper fotocamera reflex monobiettivo intercambiabile al mondocon un meccanismo di stabilizzazione delle immaginiincorporato. Questo meccanismo si trova ora nel superteleobiettivo L IS, rappresentato dall'EF 300 mm f/2,8L ISUSM, che fonda una categoria di obiettivi completamentenuova. L'EF 400 mm f/4 DO IS USM, sviluppato nel 2001con la lente DO, presenta il potenziale intrinseco diprovocare una nuova rivoluzione nel mondo degli obiettiviintercambiabili.

La sfida infinita - La storia degli obiettivi Canon

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I nostri ricordi... I vostri ricordi

1930

1940

1950 1960 1970

1980

Kwanon(prototipo)

Originale(Hansa Canon)

S

J

JS

NS

JII

JII

S

SII

IIB

IIC

III

IV

IIIA

IVS

IIA

IID

IVSb

IIF

IVSb2

IIS2

IID2

VT

L2RP F-1 AT-1

A-1

AV-1

AE-1 Program

Nuova F-1

AL-1

T50

Nuova fotocamera F-1con azionamento motore

ad alta velocità

T70

FTb

EX AUTO

EF

TX

AE-1

TLb

F-1(ultimo modello)

FTb-N(ultimo modello)

Fotocamera F-1con azionamento motore

ad alta velocità

R2000

7

RM

FX

FP

7S

Pellix

FT QL

Pellix QL

TL

EX EE

VT Deluxe

L1

L3

VL

VL2

VIT

VIL

P

Canon Flex

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1990 2000

T80 EOS 10 EOS 5000EOS-1V EOS 10D

EOS 20Da

EOS 5D

EOS 30D

EOS 400D

EOS-1D Mark II N

EOS 300D

EOS 3000V

EOS 30V/33V

EOS 20D

EOS 300X

EOS 350D

EOS-1D Mark II

EOS-1Ds Mark II

EOS 30

EOS 3000 N

EOS Kiss III L

EOS D30

EOS D60

EOS 300V

EOS-1Ds

EOS-1D

EOS 55

EOS 500N

EOS IX E

EOS IX 50

EOS-3

EOS 3000

EOS 300

EOS D6000/2000

EOS·DCS 1/3

EOS 700

T60

EOS 1000

EF-M

EOS 100

EOS 1000S

EOS 5

EOS 500

EOS-1N

T90

EOS 650

EOS 620

EOS 750

EOS 850

EOS 630

EOS-1

EOS RT

Le fotocamere a obiettivo intercambiabile prodotte da Canon a partire dal 1930.•Tutti i riferimenti ai prodotti con la denominazione Kiss si riferiscono ai modelli giapponesi.

La storia della fotocamera Canon

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Obiettivi bianchi Canon che immortalano un momento di un evento sportivo

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EF LENS WORK III Gli occhi di EOS

Settembre 2006, ottava edizione

Casa editrice e programmazione Canon Inc. Lens Products GroupRedazione e produzione Canon Inc. Lens Products GroupTipografia Nikko Graphic Arts Co., Ltd.Ringraziamenti: Brasserie Le Solférino/Restaurant de la Maison Fouraise, Chatou/

Hippodrome de Marseille Borély/Cyrille Varet Créations, Paris/JeanPavie, artisan luthier, Paris/Participation de la Mairie de Paris/Jean-Michel OTHONIEL, sculpteur

©Canon Inc. 2003

I prodotti e le specifiche sono soggetti a modifiche senza preavviso.Le fotografie illustrate nel presente documento sono di proprietà di Canon Inc. o usate previo consenso deirelativi fotografi.

CCAANNOONN IINNCC.. 30-2, Shimomaruko 3-chome, Ohta-ku, Tokyo 146-8501, Japan