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LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE FAMIGLIE. UN’ANALISI SUI CAPOLUOGHI E SULLE CITTÀ DEL PIEMONTE Ottobre 2008

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LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA SPESA DELLE

FAMIGLIE. UN’ANALISI SUI CAPOLUOGHI E SULLE CITTÀ DEL PIEMONTE

Ottobre 2008

LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI E LA

SPESA DELLE FAMIGLIE. UN’ANALISI SUI CAPOLUOGHI E SULLE CITTÀ

DEL PIEMONTE

Ottobre 2008 Rapporto realizzato dal gruppo di lavoro del progetto FORUM-SPL della Fondazione per l’Ambiente “Teobaldo Fenoglio” ONLUS (Coordinamento scientifico: Franco Becchis e Andrea Sbandati. Gruppo di lavoro: Vanna Tessore, Stefano Cavaletto, Beatrice Alfonso, Fulvio Bersanetti, Maria Rita Ebano).

Il progetto è sostenuto da:

Assessorato al Commercio

Si ringraziano l’Ufficio Studi di Unioncamere Piemonte per i dati sui consumi delle famiglie piemontesi, i Comuni e i Gestori dei servizi per la disponibilità nelle rilevazioni.

���� Licenza di utilizzo e distribuzione Questo rapporto è pubblico e scaricabile gratuitamente presso il sito della Fondazione per l’Ambiente www.fondazioneambiente.org Tutti i dati e le informazioni pubblicate all'interno di questo documento possono essere distribuite, trasmesse, ripubblicate o in altro modo utilizzate, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso della Fondazione per l’Ambiente, a condizione che tali utilizzazioni avvengano per finalità esclusivamente di uso personale, studio e ricerca. Per finalità differenti (es. commerciali, istituzionali, etc.) è necessario contattare la Fondazione per l’Ambiente e fare richiesta scritta via email all’indirizzo [email protected]. È sempre obbligatorio, per ogni utilizzazione e finalità, citare correttamente la fonte, riportando per esteso il nome del documento ed il mese ed anno di pubblicazione (riportati in copertina) e la dicitura “Fondazione per l’Ambiente – www.fondazioneambiente.org” impressa in caratteri ben visibili.

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Sommario Presentazione ................................................................................................................ 4 Sintesi/conclusioni e indicazioni di policy regionale .............................................. 5 Premessa ...................................................................................................................... 11 Modalità di svolgimento del lavoro ......................................................................... 12

Prima fase: acquisizione delle fonti di riferimento utili per lo svolgimento del lavoro ....................................................................................................................... 12

Seconda fase: acquisizione delle informazioni tariffarie .................................. 12

Terza fase: calcolo del costo dei singoli servizi sulle famiglie ......................... 14

Quarta fase: analisi di impatto .............................................................................. 15

Il quadro della regolazione e i sistemi tariffari ....................................................... 17 Servizio idrico integrato ........................................................................................ 17

Gestione dei rifiuti urbani..................................................................................... 18

La vendita e distribuzione del gas........................................................................ 19

Le tariffe ...................................................................................................................... 24 Servizio idrico integrato ........................................................................................ 24

Sistemi tariffari applicati ................................................................................... 24 Quota fissa ......................................................................................................... 24 Quota variabile acquedotto .............................................................................. 25 Scaglioni .............................................................................................................. 26 Quota variabile fognatura e depurazione ....................................................... 26 Dinamica nel tempo .......................................................................................... 28

Rifiuti solidi urbani ................................................................................................ 31

Sistemi tariffari applicati ................................................................................... 31 Comuni che applicano la Tarsu ....................................................................... 31 Dinamica dei comuni a Tarsu .......................................................................... 33 Comuni passati a tariffa .................................................................................... 33 Dinamica della tariffa ........................................................................................ 34

Erogazione gas naturale ........................................................................................ 36

Sistemi tariffari applicati ................................................................................... 36 Tariffe ................................................................................................................. 36 Dinamica tariffaria ............................................................................................ 38

La spesa delle famiglie ............................................................................................... 39 La spesa delle famiglie per il servizio idrico ....................................................... 39

La spesa delle famiglie per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.................. 49

La spesa delle famiglie piemontesi per il gas per uso domestico .................... 59

La spesa complessiva e l’impatto sui consumi ................................................... 68

Bibliografia .................................................................................................................. 82 Sommario delle tabelle ............................................................................................... 83 Sommario delle figure ................................................................................................ 85

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Presentazione

La seconda edizione dell'osservatorio delle tariffe dei principali Servizi Pubblici Locali in Piemonte offre stimoli e riflessioni ulteriori rispetto a quella presentata un anno fa. Accanto alla conferma del peso rilevante, e crescente, di questa componente nel paniere di spesa delle famiglie, si conferma la necessità di protocolli di regolazione condivisi che coinvolgano tutti i soggetti, di mercato e istituzionali, interessati. Alle istituzioni pubbliche il compito di operare per il massimo di chiarezza e di trasparenza nella definizione dei profili tariffari, al fine di individuare regole certe e rimuovere quella variabilità che non trova giustificazione nei costi industriali o nelle specificità locali. Da tutte queste premesse muove l’indagine che la Camera di Commercio di Torino e la Regione Piemonte hanno sostenuto e che in questo volume trova compimento. Da parte nostra con questa e altre iniziative non mancherà l’attenzione ai cittadini e alle loro esigenze.

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Sintesi/conclusioni e indicazioni di policy regionale

La spesa per i Servizi Pubblici Locali: impatto generale

I tre Servizi Pubblici Locali presi in esame (acqua, rifiuti e gas) costituiscono una voce di spesa per le famiglie piemontesi non trascurabile, pari a 690-830 euro all’anno per le famiglie di un componente, a 1.420-1.650 euro all’anno per le famiglie con tre componenti e 1.790-2.175 euro all’anno per i nuclei formati da cinque persone. Il peso maggiore di tale costo è attribuibile al servizio gas che da solo incide per il 70-80% del totale di questa tipologia di spesa. In rapporto ai consumi familiari totali il costo di questi servizi incide per il 3-4% nelle famiglie di un componente, per il 4-5% nelle famiglie di tre componenti, per il 3-7% nelle famiglie di cinque componenti. Se si considerano anche gli altri servizi a rete (energia elettrica, telefoni, trasporti), emerge un quadro in cui la spesa per Servizi Pubblici sta diventando una delle principali voci del paniere dei consumi di una famiglia media. Il dato rafforza, sul piano dell’evidenza empirica, la necessità di una corretta regolazione pubblica delle modalità di formazione dei costi e del riversamento nelle tariffe dei diversi settori. La dinamica temporale della spesa è diversa per ogni servizio e non è facilmente riconducibile a criteri interpretativi uniformi. Nel settore gas ad una fase di aumento delle tariffe (2006) è subentrata, nel corso del 2007, una fase di riduzione, derivante dalle oscillazioni del prezzo del barile. Nel settore idrico, viceversa, aumenti si sono registrati nel 2007 nella maggior parte dei Comuni analizzati, mentre il 2006 aveva registrato una maggiore stabilità rispetto al 2005. Nel settore dei rifiuti urbani la dinamica appare ancora meno chiara, con molti Comuni in cui la spesa si è mantenuta stabile ed altri che presentano aumenti nel 2007. In generale la dinamica temporale (stabilità, aumenti, in alcuni casi anche riduzioni) presenta caratteristiche diverse nelle differenti tipologie di famiglie. In alcuni casi gli aumenti sono stati in linea o al di sotto dell’inflazione, in altri casi hanno registrato valori anche rilevanti. Tra i sistemi tariffari solo quello idrico contiene elementi che garantiscono l’utente dall’aumento annuale delle tariffe, prevedendo un tetto di incremento (il fattore K della formula tariffaria). Nel settore dei rifiuti e del gas invece i sistemi tariffari non prevedono nessun meccanismo tecnico di limite all’aumento delle tariffe. La Regione ha una modesta capacità di intervento sulle dinamiche citate, anche se in sede di acquisizione di competenze in materia tariffaria potrebbe regolare tali aspetti, soprattutto nel settore dei rifiuti. In tal senso vanno segnalate le iniziative della Regione Emilia Romagna e della

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Lombardia, che hanno annunciato la definizione di un proprio metodo normalizzato regionale per il calcolo della tariffa dei rifiuti. In generale i fenomeni più traumatici di incremento tariffario si registrano nell’anno di passaggio fra un sistema tariffario e un altro (da CIPE a Metodo Normalizzato nell’acqua, da Tassa a tariffa nei rifiuti).

Impatto della spesa per Servizi Pubblici Locali sugli utenti deboli

La prima, più chiara conclusione della seconda edizione dell’osservatorio, confermata da altri studi di settore, è rappresentata dall’elevata incidenza percentuale della spesa per Servizi Pubblici Locali nelle famiglie a basso reddito. Un nucleo di una persona a basso reddito destina il 8-9% delle sue spese per consumi ai tre servizi esaminati, una famiglia di tre persone il 9-10%, mentre una famiglia di cinque il 10-11%. Come si può notare, si tratta di valori allarmanti, attorno ed oltre alla soglia del 10%. Il superamento dei sussidi pubblici per la copertura dei costi dei servizi ed i consistenti aumenti di costo dovuti a normative di settore (ambientali) e all’aumento di prezzo delle materie prime, ha prodotto un effetto di “svelamento” del costo reale dei servizi (in particolare idrico e dei rifiuti), con rilevanti effetti sugli utenti deboli e le famiglie a basso reddito, che in passato beneficiavamo dei sussidi pubblici in modo relativamente più elevato. Poiché si tratta di servizi essenziali con domanda a bassa elasticità, la risposta agli aumenti tariffari non è quella della riduzione dei consumi, peraltro tecnicamente impossibile nel settore dei rifiuti. Ogni aumento tariffario diminuisce quindi la capacità di spesa. I sistemi di articolazione tariffaria che caratterizzano i tre servizi non presentano oggi misure specifiche tese a tutelare gli utenti deboli e le famiglie a basso reddito. Storicamente le strutture tariffarie hanno in parte agevolato gli utenti “piccoli” ed i consumi più bassi da un lato, gli utenti domestici rispetto a quelli industriali dall’altro. Nel servizio idrico la struttura a blocchi crescenti e l’esistenza di una tariffa agevolata al primo scaglione tende a tutelare i consumi essenziali degli utenti piccoli, ma la mancanza di riferimento al numero di componenti della famiglia aggrava la posizione delle famiglie numerose a basso reddito. Nella gestione dei rifiuti urbani è spesso esistita un’agevolazione per gli utenti domestici caratterizzati da un solo componente, mentre nel nuovo sistema tariffario l’aumento del numero dei componenti familiari viene premiato con una curva di produzione stimata dei rifiuti più bassa. Nel gas è stato recentemente introdotto un primo scaglione agevolato, seguito da uno scaglione a tariffa più elevata e da scaglioni successivi a tariffa decrescente, a vantaggio dei consumi minimi da un lato e delle famiglie numerose dall’altro. In tutti i casi l’esistenza di una quota fissa aggrava la posizione degli utenti più piccoli per il noto effetto regressivo della stessa. In nessun caso i sistemi tariffari considerano gli aspetti legati al reddito. Nel gas, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) ha emanato una delibera che consente ai comuni di applicare una maggiorazione della tariffa di distribuzione tesa ad alimentare un fondo da utilizzare per sostenere le

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famiglie a basso reddito. Si tratta di una previsione non molto utilizzata e comunque non semplice da applicare, in quanto il decreto non prevede le modalità e i criteri di redistribuzione, che resterebbero delegati a decisioni locali. Nei servizi idrico e di gestione dei rifiuti alcune realtà locali hanno provato a studiare sistemi di aggancio delle tariffe agli indicatori ISEE. Su questo tema iniziative regionali sembrano possibili, alla luce anche della giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha ammesso la competenza regionale in materia di tariffa idrica e dei rifiuti. Pur senza stravolgere le normative nazionali in materia di tariffe dei singoli settori, la Regione potrebbe introdurre criteri per l’applicazione degli strumenti di articolazione tariffaria tesi a promuovere la tutela delle fasce deboli secondo i seguenti indirizzi: − criteri per uniformare a scala regionale le attuali previsioni di

articolazione tariffaria (tipologia degli scaglioni, entità della quota fissa, tariffe dei singoli scaglioni), in modo da superare l’attuale forte frammentazione dei sistemi di articolazione, specie nel settore dei rifiuti e dell’acqua;

− criteri per introdurre nei sistemi di articolazione tariffaria (specie in quello idrico) il numero dei componenti della famiglia;

− criteri per agevolare gli utenti deboli tramite l’utilizzo degli indicatori ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), a partire dalle previsioni della delibera della AEEG.

Eterogeneità dei sistemi tariffari e delle tariffe

Il secondo aspetto che emerge con chiarezza dallo studio è che, pur in una dimensione regionale, le tariffe e la spesa delle famiglie variano sensibilmente da Comune a Comune, con particolare riferimento ai servizi idrico e di gestione dei rifiuti. Questa forte differenziazione è solo in parte spiegabile con la coesistenza di sistemi tariffari non omogenei in questi due settori, sistemi che prevedendo una diversa copertura dei costi da parte della tariffa, generano per loro natura impatti di spesa diversi. Anche all’interno di sistemi tariffari omogenei persistono differenze di spesa rilevanti, presumibilmente derivanti da strutture dei costi diversi area per area: la loro variabilità riconduce, a sua volta, ad elementi “patologici” (efficienza dei gestori, cattiva regolazione), e “fisiologici” (diverse modalità di raccolta e smaltimento dei rifiuti, diversa modalità di approvvigionamento delle acque, diverso peso degli investimenti da realizzare, etc.). Non è un caso che nel servizio gas, le differenze fra le diverse aree siano modeste, a causa di una regolazione nazionale molto precisa e dell’assenza di sistemi alternativi di tariffazione. Nel settore dei rifiuti il mancato decollo della pianificazione e gestione dei servizi integrati a scala di Ambito Territoriale Ottimale, produce una certa frammentazione gestionale e la conseguente forte variabilità dei costi e dei valori tariffari (diversi a scala di ogni singolo Comune). Nel settore dell’acqua, invece, la gestione a scala di Ambito Territoriale Ottimale è in Piemonte ormai una realtà in gran parte del territorio regionale. Una forte variabilità di tariffe può quindi essere ricondotta, da un lato, al numero di Ambiti e, dall’altro,

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all’adozione di sistemi di “articolazione tariffaria” a scala di bacini tariffari più piccoli dell’ATO stesso. Anche su questo tema la Regione può svolgere un ruolo importante attraverso azioni che potrebbero: − incentivare il rapido passaggio dai vecchi sistemi tariffari (tassa rifiuti e

metodo CIPE) ai nuovi (tariffa e Metodo Normalizzato), in modo da superare rapidamente questo tipo di problema;

− ridurre la variabilità della spesa attraverso la definizione di ambiti territoriali più grandi rispetto a quelli attuali e scoraggiando l’adozione di “bacini tariffari” diversi pur all’interno di Ambiti Territoriali Ottimali ampi;

− promuovere forme di benchmarking a scala regionale tese a verificare l’esistenza di inefficienze operative e di cattiva regolazione, consentendo alle autorità competenti (ATO o Comuni) di procedere ad eventuali correttivi sulla base di un’analisi comparativa regionale. Si tratta di azioni che potrebbero avere effetti importanti, come nel caso della definizione di prezzi di accesso agli impianti di recupero e smaltimento rifiuti;

− definire forme di sostegno pubblico agli investimenti in infrastrutture che ne riducano l’impatto tariffario e i differenziali di costo derivanti da diverse domande territoriali di investimento.

Il peso degli aspetti fiscali

Una componente non trascurabile delle tariffe è costituita, specie nel gas, da tasse ed imposte, alcune di natura nazionale (imposta sui consumi, accisa sul gas, Iva), alcune di natura regionale o provinciale (addizionale regionale sull’accisa, tributo speciale per il conferimento in discarica, tributo ambientale provinciale, canone di concessione per il prelievo di acqua). Inoltre, nel settore dei rifiuti pesa sui costi del servizio l’eventuale esistenza di royalties locali per gli impianti di smaltimento e la corretta applicazione degli accordi ANCI-CONAI per il versamento del contributo dovuto dal sistema CONAI ai Comuni e alle aziende locali per coprire i costi di raccolta differenziata degli imballaggi. Il peso della componente fiscale o parafiscale varia da servizio a servizio: da circa il 40% nel gas, al 20-25% nei rifiuti, al 10-11% nell’acqua. Interventi di rimodulazione del peso fiscale in questi settori potrebbero produrre effetti importanti e rapidi sulla spesa familiare. In questa direzione si stanno muovendo provvedimenti nazionali tesi a ridurre gli effetti della sovrapposizione dell’Iva sulle altre componenti fiscali. La sensazione è che la fiscalità applicata a questi settori sia stata usata fino ad oggi più per garantire un introito certo e stabile alle diverse amministrazioni, piuttosto che ad introdurre strumenti di “fiscalità di scopo” destinati al perseguimento di specifici obiettivi. In particolar modo, va segnalato come all’interno dei sistemi tariffari, tramite lo strumento dell’“articolazione tariffaria” (scaglioni di consumo), trovino una parziale (ed inadeguata) soluzione problemi che andrebbero invece risolti con l’eventuale introduzione di strumenti fiscali specifici. Le

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politiche di sostegno alle famiglie con redditi bassi andrebbero infatti finanziate con la fiscalità generale (basata sul principio redistributivo) e non da un sussidio interno alle diverse tipologie di utenti. Così come le politiche di disincentivo agli sprechi basate su scelte importanti di politica ambientale, dovrebbero essere basate sul pagamento di tasse crescenti sui volumi unitari di consumi e non, anche in questo caso, con sussidi interni ai diversi utenti. I sistemi tariffari infatti dovrebbero limitarsi alla definizione di regole per la corretta copertura di costi efficienti e non dare risposta, introducendo elementi distorsivi, a problematiche “esterne” al costo del sevizio, come appunto le politiche di protezione sociale o i disincentivi agli sprechi. I margini di competenza regionale in questi settori sono modesti, ma meritano di essere ricordati. Le ipotesi sono le seguenti:

− predisposizione di sistemi di agevolazione fiscale ai gestori (Irap regionale ed addizionale regionale sull’accisa sul gas) tesi a premiare determinati comportamenti ritenuti virtuosi (obiettivi ambientali, aggregazioni, passaggio da sistemi tariffari vecchi a nuovi);

− modulazione dei contributi agli investimenti e alla gestione post-

mortem degli impianti in modo da incentivare comportamenti virtuosi;

− rivisitazione, alla luce anche delle nuove normative, della modalità di applicazione del tributo speciale per il conferimento in discarica, incentivando in modo più chiaro il comportamento virtuoso di gestori e cittadini e premiandolo con una visibile riduzione fiscale;

− definizione di criteri regionali per l’applicazione del tributo ambientale provinciale e per i canoni di derivazione idrica;

− messa a punto di parametri regionali per il calcolo delle royalties locali.

Complessità tariffaria e criteri di trasparenza

Un ultimo aspetto che emerge con chiarezza dallo studio è l’elevata complessità dei sistemi di calcolo delle diverse tariffe, con la conseguente scarsa chiarezza e trasparenza nei confronti del consumatore finale. In particolare, il forte contenuto “tecnico” dei sistemi di articolazione tariffaria rende molto difficoltoso per l’utente comprendere cosa si stia pagando e perchè le tariffe salgono o, in rari casi, scendono. Da un lato occorrerebbe chiedersi se tale complessità sia realmente giustificata a fronte di obiettivi concreti da perseguire tramite gli strumenti di articolazione tariffaria. Considerato che, come si vede, le tariffe non perseguono oggi obiettivi di equità sociale, è lecito porre la questione se la complessità del sistema sia necessaria per perseguire gli altri obiettivi: contenimento degli sprechi nel settore idrico e tutela dei consumatori più grandi nel gas. La Regione potrebbe però definire criteri di trasparenza per la “bolletta” dei diversi servizi, puntando a rendere maggiormente decodificabile

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all’utente l’azione di regolazione da un lato, la variazione delle diverse componenti di costo e il peso fiscale dall’altro. In particolare nella gestione dei rifiuti appare evidente che un sistema tariffario concepito in applicazione di tecniche di misurazione dei rifiuti prodotti sia scarsamente comprensibile ed efficace, se applicato con criteri puramente parametrici. Nel 2007 solo uno dei diciassette Comuni esaminati utilizzava un sistema di pesatura dei rifiuti e conseguentemente applicava la tariffa variabile al peso reale di rifiuti prodotti. La Regione potrebbe quindi incentivare non solo il passaggio da tassa a tariffa, ma anche l’applicazione delle diverse tecniche di misurazione dei rifiuti prodotti.

Alcuni suggerimenti per la prosecuzione del lavoro

Alla luce dei risultati ottenuti dai primi due anni di indagine, è possibile avanzare i seguenti suggerimenti, tesi a migliorare la qualità dei dati e la loro utilizzabilità:

• ulteriore ampliamento del numero di Comuni oggetto dell’indagine, selezionando un campione di Comuni medio-piccoli, in modo da bilanciare l’attuale campo di indagine, concentrato su quelli medio-grandi;

• l’attuale analisi meramente “quantitativa” delle tariffe potrebbe essere integrata con una parte di ricerca qualitativa, sostanzialmente basata su interviste semi-strutturate in profondità ai diversi gestori dei servizi. Questo approfondimento potrebbe essere utile a mettere in luce - anche se non in maniera completamente esauriente - le differenze nei costi di erogazione del servizio a livello locale, costi che incidono sulla definizione delle tariffe e di conseguenza sulla notevole variabilità della spesa registrata nelle diverse città anche per la medesima tipologia familiare;

• potrebbe essere aggiunto il servizio di erogazione dell’energia elettrica, in modo da comporre un quadro più esauriente del costo dei servizi a rete sulle famiglie; un’attività che, considerato il sistema tariffario unico nazionale, non dovrebbe produrre particolari difficoltà di raccolta dati;

• potrebbe essere definita un’attività specifica di indagine (una per anno) su un singolo servizio, al fine di un maggiore approfondimento sulle modifiche dei diversi sistemi tariffari: la tariffa gas subirà importanti modifiche nel 2009, si attendono modifiche dei sistemi tariffari idrico e dei rifiuti urbani nei prossimi mesi;

• potrebbe essere meglio analizzato l’impatto delle diverse politiche di protezione sociale sulle famiglie a basso reddito nei diversi servizi;

• potrebbe essere strutturato un vero e proprio data base interattivo, capace di gestire i dati tariffari nei diversi servizi, produrre le simulazioni di impatto in diversi scenari, proponendo anche un possibile utilizzo sulla rete.

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Premessa

Questo secondo rapporto contiene i dati relativi alle tariffe 2005-2007 di acqua, rifiuti e gas per le utenze domestiche nei capoluoghi di Provincia e in altri nove Comuni del Piemonte scelti fra quelli con il maggior numero di abitanti.

In analogia a quanto realizzato nella prima edizione, il rapporto contiene un’analisi delle diverse tariffe ed articolazioni tariffarie, il calcolo della spesa media familiare per diverse tipologie di nuclei ed un approfondimento dell’impatto sulla spesa e sul reddito delle famiglie, in particolare delle fasce deboli. Il rapporto si conclude fornendo il quadro all’interno del quale si collocano possibili azioni di politica regionale.

La realizzazione di un “sistema di monitoraggio delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali e del loro impatto sui bilanci delle famiglie” consente di mettere a disposizione del sistema camerale e della Regione Piemonte un’analisi ragionata delle tariffe applicate sul territorio piemontese nei principali Servizi Pubblici Locali: servizio idrico integrato, gestione dei rifiuti urbani, distribuzione e vendita di gas metano.

Scopo del lavoro è quello di disporre di un set informativo analitico ed approfondito sulla struttura e la dinamica delle tariffe dei Servizi Pubblici Locali, sulla loro relazione con il costo della vita e sull’incidenza della spesa sui bilanci familiari. Si tratta di informazioni utili per gestire in modo consapevole il dibattito sui Servizi Pubblici, rendendo disponibili ai diversi attori (soggetti istituzionali, regolatori, aziende, consumatori) informazioni attendibili e definite con procedure e metodologie certificate.

Il progetto consente inoltre al sistema camerale e alla Regione di svolgere in modo più consapevole i ruoli (informativo-promozionale, regolatorio e di moral suasion) che sono loro assegnati, dalle diverse normative, in relazione alle tariffe dei settori considerati, facendo fronte anche alle pressioni che provengono dall’attenzione crescente da parte dei media e delle associazioni dei consumatori.

Al fine di consentire una migliore lettura del rapporto, il lavoro è stato articolato secondo la seguente struttura: in uno specifico capitolo sono state analizzate le tariffe applicate in ogni Comune per ciascun servizio, in quello successivo si è esaminata la spesa delle famiglie e l’impatto sui rediti e sui consumi.

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Modalità di svolgimento del lavoro

Prima fase: acquisizione delle fonti di riferimento utili per lo svolgimento del lavoro

In questa fase sono state individuate ed analizzate tutte le fonti informative utili per lo svolgimento del lavoro, in particolar modo riferite alle tariffe dei diversi settori, ai consumi nei diversi settori, ai sistemi di regolazione, ai bilanci e ai consumi delle famiglie. In particolar modo sono state oggetto di consultazione e analisi le seguenti fonti:

− Autorità per l’energia elettrica e il gas;

− Comitato di Vigilanza sulle risorse idriche;

− Osservatorio Nazionale Rifiuti;

− CIPE - NARS;

− Ministero dell’Economia e delle Finanze;

− ISTAT;

− Regione Piemonte;

− Associazioni di categoria nazionali e regionali;

− Centri di ricerca nazionali di settore;

− Pubblicazioni delle associazioni di consumatori.

In allegato è indicata la bibliografia di riferimento. Tali fonti saranno utili per le attività di analisi e confronto dei risultati raggiunti dal presente studio.

Seconda fase: acquisizione delle informazioni tariffarie

Si sono acquisite dai gestori le informazioni tariffarie necessarie, integrate da informazioni provenienti dai singoli Comuni e dai regolatori locali (ATO) nei settori idrico e dei rifiuti. Quanto al settore del gas, si sono utilizzate le informazioni tariffarie relative alle condizioni per gli utenti che rimangono legati al gestore preesistente alla liberalizzazione, condizioni interamente regolate dall’Autorità. Di solito queste informazioni sono fornite dal soggetto di vendita legato al distributore locale. Si sono acquisiti i dati tariffari relativi ai consumi domestici (prima casa) per gli anni 2005, 2006 e 2007, per procedere ad un primo confronto. Si sono acquisiti i dati della tariffa domestica nei diversi settori, rilevando l’intera batteria di valori per scaglione tariffario laddove esiste e distinguendo la componente fissa da quella variabile e da quella fiscale. I settori sono caratterizzati da normative tariffarie diverse.

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Nella vendita e distribuzione di gas le regole tariffarie sono definite dall’Autorità Nazionale Energia e Gas e applicate dai singoli gestori, anno su anno; il consumatore riceve la fattura da parte della società scelta per la vendita di gas, fattura che include anche i costi di distribuzione sostenuti dal distributore locale. L’indagine verrà quindi condotta sulle società di vendita collegate alle società di distribuzione operanti nei diversi Comuni individuati. Si tratta di una scelta che punta ad individuare il principale operatore di vendita esistente in quel Comune. Trattandosi di un mercato liberalizzato altri operatori esistono nel settore della vendita, ma con quote di mercato ancora marginali. La struttura della tariffa è la seguente:

− quota fissa;

− quota variabile;

− imposta sui consumi e addizionale regionale;

− Iva.

Nel settore idrico sono in vigore due sistemi tariffari: uno applicato dalle Autorità di Ambito negli affidamenti del servizio idrico integrato così come definito dal D. Lgs. 152/06, uno applicato dai singoli gestori negli affidamenti preesistenti all’attivazione del servizio idrico integrato. L’analisi prenderà in considerazione il tipo di tariffa in vigore in quel Comune nell’anno oggetto dell’indagine. In entrambi i casi la struttura della tariffa è la seguente:

− quota fissa (ex nolo contatore);

− quota variabile per scaglione per il servizio acquedotto (agevolata, base, prima, seconda, terza eccedenza, etc.);

− quota variabile a scaglione unico nei servizi fognatura e depurazione;

− Iva.

Nella gestione dei rifiuti urbani esistono due sistemi tariffari: la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) decisa e riscossa dai singoli Comuni e la tariffa per la gestione dei rifiuti (Tia) decisa dal Comune o dall’ATO e riscossa dal gestore (o dal comune). L’indagine prenderà in esame il tipo di tariffazione adottata dal comune nell’anno oggetto dell’indagine. Nel caso della Tarsu il calcolo è esclusivamente basato sulla superficie dell’immobile occupato e sul coefficiente di produzione applicato dal Comune. Alla tassa non si applica l’Iva, mentre si applica l’ex addizionale ECA ed il tributo ambientale provinciale. La struttura della tariffa invece è la seguente:

− quota fissa (numero di persone del nucleo familiare e superficie);

− quota variabile (numero di persone del nucleo familiare e superficie);

− Iva;

− tributo ambientale provinciale.

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Terza fase: calcolo del costo dei singoli servizi sulle famiglie

Per definire il costo reale delle tariffe per le famiglie occorre procedere ad alcune semplici elaborazioni, caratterizzate dall’individuazione di alcuni “scenari familiari medi”, in funzione di:

− nuclei familiari con un diverso numero di componenti;

− consumi medi procapite più o meno elevati per i diversi servizi.

Per quanto riguarda le caratteristiche dei nuclei familiari si considereranno famiglie composte da uno fino a cinque componenti. La tabella seguente riporta la distribuzione delle tipologie di famiglie in Piemonte.

Tabella 1: Distribuzione delle famiglie piemontesi per numero di componenti

PROVINCE Numero di componenti

1 persona

2 persone

3 persone

4 persone

5 persone

6 o più persone

Totale

Torino 270.161 575.520 604.848 542.736 122.365 31.608 2.147.238

Vercelli 23.187 47.352 51.558 40.180 9.610 2.546 174.433

Biella 24.214 50.618 52.140 43.476 10.800 3.602 184.850

Verbano-

Cusio-Ossola

20.597 39.178 44.535 40.876 9.920 2.581 157.687

Novara 39.849 83.960 99.195 88.764 21.875 6.242 339.885

Cuneo 69.889 133.310 143.103 145.268 43.050 15.239 549.859

Asti 27.338 54.442 57.180 48.732 13.330 4.566 205.588

Alessandria 61.619 113.886 122.868 87.384 21.055 6.337 413.149

Piemonte 536.854 1.098.266 1.175.427 1.037.416 252.005 72.721 4.172.689

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Quanto alla definizione del valore di prodotto acquistato dalle famiglie si utilizzeranno i seguenti criteri. Gas: il consumo medio nazionale di gas per uso domestico (cucina e riscaldamento) è pari a 1400 metri cubi nell’anno medio, per una famiglia media (circa 2,3 persone per nucleo familiare). Si tratta di un valore medio che fornisce indicazioni molto generiche per un caso di studio regionale: è infatti immaginabile che in Piemonte il consumo di gas sia maggiore della media nazionale. Va inoltre considerato che il consumo di gas è correlato alle temperature dell’anno, dato che presenta una certa variabilità. Infine il consumo di gas non cresce linearmente con l’aumento del numero dei componenti (una famiglia di quattro persone consuma il 56% in più di una famiglia di due), ma risente di altre variabili come la superficie dell’abitazione, il suo volume, i coefficienti di dispersione termica, etc.). Sulla base si alcuni dati nazionali e regionali si propone la seguente griglia:

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Tabella 2: Consumo medio di gas in Piemonte per numero dei componenti la famiglia

Metri cubi anno Numero di componenti

800 1

1300 2

1600 3

2000 4

2100 5

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Acqua: il dato di riferimento utilizzato è quello previsto dal decreto attuativo della Legge 36/94 in materia di standard di servizio, che indica un consumo medio standard di 150 litri ad abitante al giorno (55 metri cubi anno). Anche nel caso del servizio idrico la crescita dei consumi non è lineare con l’aumento del numero dei componenti della famiglia (una famiglia di quattro persone consuma il 66% in più di una famiglia di due). Si è pertanto utilizzato un coefficiente di correzione studiato in altri contesti del nord Italia.

Tabella 3: Consumo medio di acqua per numero dei componenti la famiglia

Metri cubi anno Numero di componenti

55 1

100 2

130 3

166 4

200 5

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Rifiuti: ai fini del calcolo della tassa o della tariffa dei rifiuti è rilevante la superficie occupata dalla famiglia. Tale dato varia molto da regione a regione. L’ipotesi di lavoro per il Piemonte è la seguente:

Tabella 4: Superficie abitativa media per numero dei componenti la famiglia

Superficie media abitazione (mq) Numero di componenti

77 1

88 2

96 3

100 4

105 5

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Poiché i calcoli per la definizione della tariffa prevedono la stima dei rifiuti prodotti, si assume una produzione di 1,15 kg per abitante al giorno (420 kg/ab/anno). Le curve di progressione della produzione di rifiuti in ragione del numero dei componenti sono indicati nel Metodo Normalizzato (D.P.R. 158/99).

Quarta fase: analisi di impatto

Sulla base dei risultati della seconda fase sono state elaborate simulazioni di impatto economico sui bilanci familiari. Si tratta di un’operazione

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complessa in quanto non esistono dati aggiornati attendibili sui redditi per tipologia di famiglia, mentre l’Istat aggiorna in modo analitico solo i dati sui consumi delle famiglie. A tal fine si è proceduto ad una doppia valutazione:

− l’incidenza dell’insieme delle tariffe di Servizio Pubblico Locale sui consumi di una famiglia;

− l’incidenza dell’insieme delle tariffe di servizio pubblico locale sui redditi di una famiglia.

Per individuare l’impatto delle tariffe sui redditi bassi si è utilizzata la metodologia dell’Istat per individuare le soglie di povertà, definita sulla base di una percentuale sui consumi medi di una famiglia. Il primo confronto è stato effettuato con i dati e i risultati riscontrati in letteratura. Si è proceduto inoltre ad un’analisi di dinamica intertemporale, provvedendo a confrontare il dato con la dinamica dei prezzi e dell’inflazione e verificando se le dinamiche tariffarie reali siano o meno in linea con i tassi di incremento del costo della vita. Sono stati realizzati, infine, una serie di confronti fra le diverse realtà analizzate per verificare se esistano differenziali locali rilevanti e se possano essere riconducibili a fattori oggettivi (densità, temperatura, etc.). Al termine del lavoro sarà possibile integrare i risultati dello studio, con altri dati elaborati in modo analogo a livello nazionale.

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Il quadro della regolazione e i sistemi tariffari

Servizio idrico integrato

Il settore idrico è interessato in Piemonte, come nel resto d’Italia, dal graduale passaggio da gestioni comunali a gestioni a scala di Ambito, così come previsto dalla Legge 36/94 (Legge Galli), oggi modificata e inglobata nel D. Lgs. 152/06 (Codice dell’Ambiente), con il conseguente passaggio da un sistema tariffario regolato dal CIPE a quello regolato ancora oggi dal D.M. 1 agosto 1996, in attesa del nuovo regolamento previsto dal D. Lgs. 152/06. Per questa ragione le tariffe idriche dei Comuni piemontesi analizzati sono riconducibili a due tipologie diverse di sistema tariffario. Questo aspetto deve essere tenuto in grande considerazione nell’analisi dei risultati dello studio e nei confronti fra città e città e fra anno ed anno. Il Metodo CIPE infatti non prevede necessariamente la copertura dei costi del servizio e, trattandosi di un metodo sostanzialmente bloccato dal 2003, ha determinato una dinamica tariffaria stabile ed una bassa attivazione di investimenti. Il Metodo Normalizzato introdotto dalla Legge 36/94 prevede invece la totale copertura dei costi, una definita remunerazione del capitale investito ed una forte spinta agli investimenti, con possibilità di incremento annuo delle tariffe fino ad un massimo del 5% più il tasso di inflazione programmata. Nel periodo preso in esame (2005-2007) quattordici Comuni hanno sempre utilizzato il Metodo Normalizzato, mentre due Comuni (Novara e Verbania) hanno continuato ad adottare il metodo CIPE fino al 2006, passando al Metodo Normalizzato nel 2007. Il Comune di Cuneo è l’unico che continua ad utilizzare il Metodo CIPE anche nel 2007 (tabella 5).

Tabella 5: Metodi tariffari utilizzati

Comuni 2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba

Bra

Casale

Chieri

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

CIPE

Metodo Normalizzato

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Gestione dei rifiuti urbani

Il settore della gestione dei rifiuti urbani è interessato in Piemonte, come nel resto d’Italia, dal graduale passaggio da tassa a tariffa, così come previsto dal D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi), oggi modificato e inglobato nel D. Lgs. 152/06 (Codice dell’Ambiente). Il passaggio da tassa a tariffa è stato caratterizzato negli anni da continui rinvii e incertezze normative. Per questo ancora oggi, a dieci anni dalla Legge istitutiva della Tariffa, solo una parte dei Comuni ha adottato questo nuovo strumento di remunerazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Il sistema di pagamento dei rifiuti urbani nei capoluoghi piemontesi è quindi riconducibile a due tipologie diverse; in alcuni casi nel corso del periodo preso in esame si è passati da un regime tariffario all’altro. Trattandosi di sistemi di calcolo molto diversi fra di loro, questo aspetto deve essere tenuto in grande considerazione nell’analisi dei risultati dello studio e nei confronti fra città e città e fra anno ed anno. La Tarsu, infatti, non prevede necessariamente la copertura dei costi del servizio, né la remunerazione del capitale investito sugli investimenti realizzati. Il Metodo Normalizzato, definito con il D.M. 158/99, comprende invece la totale copertura dei costi, una definita remunerazione del capitale investito e una forte spinta agli investimenti. Nel periodo preso in esame (2005 - 2007) undici Comuni hanno conservato il ricorso alla Tarsu, mentre quattro Comuni (Alessandria, Asti, Biella e Chieri) hanno sempre utilizzato il Metodo Normalizzato previsto dal D.M. 158/99; altri due Comuni (Moncalieri e Verbania) sono passati nel periodo in esame da tassa a tariffa nel 2006 (tabella 6).

Tabella 6: Metodi tariffari adottati

Comune 2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba

Bra

Casale

Chieri

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tarsu

Tariffa

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La vendita e distribuzione del gas

La regolazione tariffaria del servizio di vendita e distribuzione del gas naturale dipende dalla struttura regolatoria del settore, nel quale la domanda opera in regime di completa liberalizzazione ma allo stesso tempo si applica un meccanismo tariffario - messo a punto dall’Autorità per l’Energia elettrica ed il Gas - che ne consente un’estesa tutela. Nei Comuni presi in esame operano diversi gestori che, dal 1 gennaio 2003, sono liberi di offrire il servizio alle proprie condizioni tariffarie, pur nel quadro della tariffa di riferimento decisa dall’Autorità. Ciò si traduce in una certa comparabilità delle stesse, almeno nella loro parte fissa. La possibilità di apportare delle modifiche alla quota variabile della tariffa fa sì che gli schemi tariffari che verranno illustrati contengano delle differenze, a volte anche rilevanti. Le tariffe del gas, per quanto riguarda la componente materia prima, sono aggiornate dall’Autorità ogni trimestre. I dati riprodotti nel rapporto non sono quindi annuali ma trimestrali.

Il contesto regolatorio

L’anno 2003 ha segnato l’avvio della liberalizzazione completa del mercato del gas in Italia. In base a quanto stabilito nel D. Lgs. 164/2000 (cd. Decreto Letta), a partire dal 1 gennaio del 2003 - grazie alla liberalizzazione di alcune fasi della filiera del gas, come la vendita - ciascun cliente sarebbe stato libero di scegliere il proprio fornitore. Fino a quel momento i soli clienti finali del gas che potevano scegliere il fornitore erano quelli con elevati consumi annui, come industrie ed altri grandi consumatori. Per tutti gli altri, obbligati a comprare il gas dal fornitore locale, la tariffa di fornitura era stabilita dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas. Con la completa liberalizzazione della vendita, chi vende il gas al cliente finale deve necessariamente essere un soggetto diverso da chi lo distribuisce. Il cliente finale, perciò, non compra più il gas dall'impresa che “distribuisce” il gas (cioè quella che fisicamente porta il gas al contatore attraverso i tubi), ma dalle aziende che sono state autorizzate alla “vendita” dal Ministero dello Sviluppo Economico.1 In un settore come quello del gas, tradizionalmente dominato da imprese monopolistiche verticalmente integrate in tutte le fasi della filiera, questo importante passaggio ha suggerito al Governo di predisporre dei meccanismi di tutela consoni per uno sviluppo equilibrato della concorrenza, la tutela degli utenti, la garanzia dell’universalità del servizio, prezzi contenuti e qualità elevata delle prestazioni.

Coerentemente il D.P.C.M. 31 ottobre 2002, con riferimento all’attività di vendita del gas, ha attribuito all’Autorità il potere di “definire, calcolare e aggiornare le tariffe relative all’elettricità e gas, anche successivamente all’apertura dei mercati ai clienti idonei, al fine di consentire un ordinato e graduale passaggio al mercato liberalizzato da parte degli utenti finali che si trovano nella condizione di cliente vincolato”.

Ciò ha consentito all’Autorità, in vista della liberalizzazione della domanda, di approntare i necessari strumenti di tutela per tutti quei soggetti che, per minore capacità contrattuale o bassa conoscenza del mercato, non erano ancora in grado di

1 La lista dei venditori autorizzati è pubblicata sul sito internet del Ministero.

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esercitare la propria "idoneità" tramite la stipula di contratti in accettazione di nuove offerte commerciali. La decisione presa dal regolatore italiano rispecchia altre esperienze internazionali, come quella del Regno Unito, dove la liberalizzazione è stata accompagnata da interventi tesi a governare i comportamenti dell’operatore dominante.

Anche in questo Paese è stata mantenuta una tariffa di fornitura regolamentata per i clienti finali serviti dall’impresa dominante. La rimozione definitiva della regolazione tariffaria è avvenuta solo con il raggiungimento, valutato dal regolatore nell’ambito di una determinata area territoriale, di un grado soddisfacente di concorrenza in tutti i segmenti di mercato, evidenziato non soltanto dall’entrata di nuove imprese, ma anche dalla consistente riduzione dei prezzi pagati dai clienti finali.

Come la filiera del gas si traduce in tariffa

Il venditore che acquista il gas all’ingrosso e lo vende al cliente finale, oltre a sostenere il costo di acquisto del gas, paga al gestore delle reti di trasporto l’uso della rete e delle altre infrastrutture.

Ciò significa che per avere il gas bisogna che siano svolte tutte le attività della “filiera del gas”(estrazione o importazione, trasporto, stoccaggio, distribuzione, vendita) e che, di conseguenza, il prezzo del gas per il cliente finale non comprende solo la materia prima, ma anche i servizi per la fornitura. La struttura del settore serve quindi a spiegare la composizione della tariffa finale: per semplificare si può dire che il prezzo finale del gas pagato dal consumatore è la somma di diverse componenti tariffarie che rispecchiano l’organizzazione dell’industria del gas in tre grandi fasi:

- approvvigionamento;

- trasporto (comprendente le attività di stoccaggio, trasporto e di distribuzione);

- commercializzazione.

La figura seguente identifica ciascuna di queste fasi:

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Prima dell'avvio della liberalizzazione, la tariffa del gas non distingueva tra le varie voci di costo del servizio, ed era definita a partire dai costi dichiarati dagli operatori.

Tra il 2000 ed il 2003 queste fasi sono state regolate in maniera diversa, anche dal punto di vista tariffario, poiché la struttura concorrenziale del mercato ha suggerito per ciascuna di esse un diverso approccio e l’intervento - più o meno esteso - dell’Autorità di settore. I costi per l’utilizzo delle infrastrutture (trasporto, stoccaggio, distribuzione) sono coperti attraverso tariffe regolate dall’Autorità - con meccanismi tariffari che incentivano l'efficienza - mentre per le attività in regime di libero mercato (vendita) le imprese possono determinare liberamente il prezzo. Poiché quindi, ciascuna di queste fasi e la relativa tariffa vanno a comporre il prezzo finale pagato dall’utente, quest’ultima può quindi dirsi la somma di più tariffe regolate (trasporto, accesso e stoccaggio) e di una tariffa (quella di fornitura o vendita) liberamente determinata dal venditore. Per la tariffa di vendita, le ragioni di tutela della clientela esposte sopra hanno portato l’Autorità a stabilire che, accanto ai prezzi liberamente contrattabili, le aziende fornitrici continuino ad offrire ai clienti finali condizioni economiche per la fornitura del gas metano determinate sulla base di criteri stabiliti dall'Autorità stessa. La tariffa di riferimento costituisce quindi il modello a cui fare riferimento per analizzare la struttura tariffaria del gas.

La tariffa di riferimento

Le condizioni economiche di riferimento per la fornitura del gas naturale: − devono essere applicate a tutti i clienti che non hanno ancora scelto un

contratto diverso da quello in corso prima della liberalizzazione, fino al momento in cui decideranno di cambiare contratto;

− devono essere sempre offerte a tutti i clienti con consumi fino a 200.000 mc. annui, come alternativa ai prezzi di libero mercato praticati dai venditori.

Esse sono composte da una quota fissa ed una quota variabile.

La quota fissa: • è da pagare a prescindere dai consumi per la parte relativa al periodo di

riferimento (una bolletta trimestrale addebiterà un quarto della quota fissa annua);

• coincide con la quota fissa della la tariffa di distribuzione; • il suo valore è stabilito all’inizio di ogni anno termico (1 ottobre) e rimane

invariata per i dodici mesi successivi; • è articolata in scaglioni con riferimento al consumo annuo o alla portata del

misuratore. Se alla fine dell’anno termico i consumi effettivi rientrano in uno scaglione diverso da quello attribuito all’inizio dell’anno, il venditore ricalcola la quota fissa.

La quota variabile comprende: • una componente pari alla quota variabile della tariffa di distribuzione

(espressa in €/mc.); • una per il servizio di trasporto sulla rete nazionale; • una per il servizio di stoccaggio; • una per la commercializzazione all’ingrosso; • una per la vendita al dettaglio.

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Il valore della quota variabile è articolato in scaglioni di consumo annuo decrescenti. Se i consumi superano il primo scaglione, il prezzo di quelli ulteriori sarà inferiore e così via. Il valore della quota variabile può aumentare o diminuire ogni tre mesi in base ad un meccanismo di indicizzazione stabilito dall’Autorità sulla base dell’andamento dei prezzi internazionali di alcuni combustibili. Per quanto riguarda le condizioni economiche di riferimento, i “criteri per la determinazione delle condizioni economiche di fornitura del gas naturale ai clienti finali e le disposizioni in materia di tariffe per l’attività di distribuzione” sono stati fissati dall’Autorità con la Delibera n. 138/03 (più volte aggiornata e modificata).

La tariffa di distribuzione e quella di fornitura sono state invece regolate rispettivamente dalle Delibere 170/04 e 173/04. I contratti con prezzi e clausole contrattuali diversi da quelli regolati dall’Autorità devono obbligatoriamente rispondere a delle regole di trasparenza per facilitare il confronto tra le diverse offerte e le condizioni economiche di riferimento. A tal fine l’Autorità ha approvato, con la Delibera 126/04, un Codice di condotta commerciale.

Effetti dell’attuale sistema tariffario sulla comparabilità delle

tariffe

Come evidenziato, l’approvazione di un Codice di condotta commerciale da parte dell’Autorità di settore è indice della necessità da parte del regolatore di monitorare l’andamento dei prezzi sul mercato libero per evitare che vi siano eccessive discrepanze e che queste incidano negativamente sul benessere dei consumatori.

Tuttavia l’analisi delle tariffe applicate nei Comuni italiani consente di evidenziare un certo grado di differenziazione ascrivibile in particolare alla componente tariffaria della distribuzione. Anche se parzialmente modificata con la Delibera 170/2004, la tariffa di distribuzione è caratterizzata da alcune criticità (evidenti soprattutto nel periodo di regolazione 2001-2004).

L’articolazione2 di queste tariffe è infatti basata su ambiti territoriali, dando così origine ad un’elevata frammentazione, con circa 2150 strutture tariffarie applicate da oltre 500 imprese nei quasi 6800 comuni. La forte variabilità è dovuta alla metodologia di calcolo dei ricavi riconosciuti: il fatto che essi siano funzione del numero di utenti e della lunghezza della rete ha comportato che siano state individuate tariffe diverse anche per clienti con profili di prelievo simili, serviti dalla stessa impresa ma in ambiti differenti.

Con la Delibera 170/04 si è tentato di superare queste criticità grazie ai molteplici elementi di semplificazione introdotti al sistema.

Alla vigilia della sua approvazione il settore era caratterizzato da una grande variabilità sia nel numero di scaglioni utilizzati, che poteva essere liberamente scelto da un minimo di 1 a un massimo di 7, sia nella loro ampiezza, che poteva essere scelta tra 20 valori estremi. Inoltre le imprese di distribuzione utilizzavano ripartizioni molto diverse dei loro ricavi tra quote fisse e quote variabili.

Per quanto riguarda i ricavi la precedente disciplina tariffaria era eccessivamente “rigida”, prevedendo un sistema di calcolo del vincolo sui ricavi fondato esclusivamente sul metodo parametrico, non in grado di considerare le specificità di ciascuna gestione.

2 Cfr. Medio Credito Centrale, “Lucky Town – Il sistema delle local utilities in Italia”. Gennaio 2005.

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Per ovviare a questi limiti l’Autorità ha rafforzato la procedura di calcolo del capitale investito di tipo “individuale”, fondata sul metodo del costo storico rivalutato, cui potevano accedere gli esercenti che disponevano di dati concreti. Tale procedura - già introdotta in seguito ad alcune pronunce del giudice amministrativo - è stata affermata definitivamente con la Delibera 170/04 che stabilisce che la metodologia di calcolo “individuale” costituisce il metodo principe per tutti gli esercenti.

Alla variabilità tariffaria si è ovviato introducendo un’articolazione tariffaria di base omogenea per tutto il territorio nazionale, composta da una quota fissa unica di 30 euro per cliente ad anno e da una quota variabile da applicare su sette scaglioni di consumo. La tariffa di distribuzione di ogni singolo ambito si ottiene applicando alle quote variabili della tariffa nazionale di riferimento un coefficiente d’ambito, definito in funzione del vincolo sui ricavi e dei ricavi convenzionali, a loro volta determinati applicando la tariffa nazionale al numero dei clienti e ai volumi di gas venduto nell’ambito.

Ciò permette una più immediata e trasparente conoscenza dei valori tariffari praticati nelle aree di distribuzione, facilitando l'analisi dei costi per le imprese nuove entranti sul mercato della vendita al dettaglio: nel sistema precedente, infatti, gli operatori dovevano gestire differenti classi di consumo e tariffe per oltre 2000 aree.

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Le tariffe

Servizio idrico integrato

Sistemi tariffari applicati

Nel 2007 sedici Comuni applicavano le tariffe previste dal Metodo Normalizzato ed uno solo (Cuneo) utilizzava il vecchio metodo CIPE. Nel 2007 due Comuni sono passati da CIPE a Metodo Normalizzato (Novara e Verbania), mentre gli altri Comuni applicano il Metodo Normalizzato da due anni o più. I diversi Comuni presentano strutture tariffarie diverse, omogenee solo (ed in parte) a livello dei singoli gestori. In entrambi i casi sulla bolletta è applicata l’Iva al 10%.

Quota fissa

Il calcolo della quota fissa della tariffa viene effettuato in alcuni casi distinguendo i tre servizi (acquedotto, fognatura e depurazione), in altri casi con un valore unico per l’intero servizio idrico integrato. I valori applicati sono diversi e variano, nel complesso dei tre servizi, da un minimo di 6,78 ad un massimo di 24 euro all’anno (tabella 7).

Tabella 7: Valore della quota fissa nel 2007

Comune Euro/anno/utente

Alessandria 24

Asti 22

Biella 24

Cuneo 6,78

Novara 18,6

Torino 12

Verbania 22,12

Vercelli 16

Alba 24

Bra 24

Casale 9

Chieri 12

Ivrea 12

Moncalieri 12

Novi 24

Pinerolo 12

Rivoli 12

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Il valore della quota fissa tende a rimanere stabile negli anni presi in esame per la maggior parte dei Comuni. In alcuni casi (Alba, Bra, Verbania e Novara) la modifica della quota fissa avvenuta nel 2007 ha comportato variazioni rilevanti, mentre in altre due città (Vercelli e Casale) la modifica ha avuto un impatto modesto (tabella 8, figura 1).

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Tabella 8: Dinamica della quota fissa (Euro/anno/utente)

Comune 2004 2005 2006 2007

Alessandria 24,00 24,00 24,00 24,00

Asti 22,00 22,00 22,00 22,00

Biella 24,00 24,00 24,00 24,00

Cuneo 6,78 6,78 6,78 6,78

Novara 4,54 4,54 4,54 18,60

Torino 12,00 12,00 12,00 12,00

Verbania 2,79 2,79 2,79 22,12

Vercelli 20,00 14,00 14,00 16,00

Alba 8,37 8,37 24,00

Bra 8,37 8,37 24,00

Casale 8,00 8,50 9,00

Chieri 12,00 12,00 12,00

Ivrea - 12,00 12,00

Moncalieri 12,00 12,00 12,00

Novi 24,00 24,00 24,00

Pinerolo 12,19 12,00 12,00

Rivoli 12,00 12,00 12,00

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Figura 1: Dinamica della quota fissa

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Quota variabile acquedotto

Nella maggior parte dei casi viene utilizzata un’articolazione tariffaria a blocchi crescenti per il servizio di acquedotto ed un’articolazione a scaglione fisso (“flat”) per i servizi di fognatura e depurazione. In alcune città (Alessandria e Novi Ligure) si è adottata un’articolazione a blocchi crescenti in tutti i tre servizi, mentre solo a Biella si è fatto ricorso ad una tariffa “flat” anche per il servizio di acquedotto. Nel servizio acquedotto il valore della quota variabile nel 2007 nei diversi scaglioni è molto diversificato nei vari Comuni e tende ad essere omogeneo per i Comuni gestiti dallo stesso operatore (tabella 9). I regolatori locali adottano scelte molto diverse in materia di articolazione tariffaria, utilizzando l’elasticità consentita per raggiungere obiettivi di politica sociale (scaglione a tariffa agevolata con tariffe molto inferiori alle tariffa media) ed obiettivi di politica ambientale (scaglioni di massima

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eccedenza con tariffe molto superiori alla tariffa media, finalizzati a scoraggiare gli sprechi). La figura 2 indica il rapporto fra il primo scaglione e l’ultimo; come si nota in alcuni casi la distanza è contenuta, in altri è molto accentuata. Ne deriva un maggiore o minor sussidio interno agli utenti.

Scaglioni

La variabilità di scelte fra i vari Comuni riguarda anche la dimensione dei diversi scaglioni di consumo (tabella 10) anche se in modo meno evidente. Lo scaglione agevolato varia fra 0-50 e 0-150 metri cubi, lo scaglione di base varia fra 50 e 160, la prima eccedenza varia fra 100 e 250.

Quota variabile fognatura e depurazione

A parte le situazioni in cui la quota variabile di fognatura e depurazione è unificata a quella dell’acquedotto, in alcuni casi viene distinta la quota variabile del servizio depurazione da quella del servizio fognatura, in altri, invece, esiste una quota variabile unica per questi due servizi (tabella 11). La quota fognatura varia da 0,08 euro a metro cubo (Cuneo) a 0,14, quella depurazione da 0,27 a 0,37. Nell’insieme le due quote passano da 0,36 a 0,51 euro a metro cubo, presentando una variabilità molto più contenuta di quella relativa alla quota variabile dell’acquedotto.

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Tabella 9: Articolazione tariffaria 2007 (Euro/mc) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli

Tariffa agevolata 0,5543 0,35 0,57 0,06074 0,2439 0,2014 0,3849 0,654 0,099 0,25 0,308 0,2014 0,2014 0,2014 0,5543 0,2014 0,2014

Tariffa base 0,9475 0,7 0,57 0,15886 0,5035 0,81 0,25 0,5 0,793 0,5035 0,5035 0,5035 0,9475 0,5035 0,5035

Primo scaglione 1,1903 1,02 0,57 0,22452 0,3827 0,6546 0,5237 0,837 0,4 0,75 1,208 0,6546 0,6546 0,6546 1,1903 0,6546 0,6546

Secondo scaglione 1,553 1,35 0,57 0,30613 0,5729 1,1127 0,7139 0,953 1,35 1,35 1,359 1,1127 1,1127 1,1127 1,553 1,1127 1,1127

(1) include la tariffa di fognatura e depurazione; (2) si riferisce al secondo semestre. Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tabella 10: Articolazione tariffaria 2007 (mc) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli

Scaglioni

agevolata 0-60 0-50 0-80 0-150 0 - 85 0-150 0-50 0-60 0-60 0-70 0-85 0-85 0- 85 0-60 0-85 85

Base 61-150 51-100 81-160 86-152 51-100 61-120 61-120 71-150 86-152 86-152 86-152 61-150 86-152 86-152

primo scaglione 151-240 101-151 161-240 151-250 153-228 151-250 101-150 121-180 121-180 151-200 153-228 153-228 153-228 151-240 153-228 153-228

Secondo scaglione oltre 240 151-200 241-320 251-350 229-304 251-350 151-200 180-oltre 181-oltre 200-oltre 229-304 229-304 229-304 oltre 240 229-304 229-304

(1) la tariffa è flat. Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tabella 11: Quota variabile fognatura e depurazione (Euro/mc) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli

Quota variabile fognatura 0,1 0,62 0,0878 0,14 0,1398 0,14 0,457 0,10536 0,10536 0,43 0,1398 0,1398 0,1398 0,1398 0,1398

Quota variabile depurazione 0,28 0,26856 0,36 0,3727 0,36 0,30987 0,30987 0,3727 0,3727 0,3727 0,3727 0,3727

Totale Fognatura +Depurazione 0,38 0,62 0,356356 0,5 0,5125 0,5 0,457 0,41523 0,41523 0,43 0,5125 0,5125 0,5125 0,5125 0,5125

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

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Figura 2: Rapporto fra scaglione agevolato e scaglione massimo

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Dinamica nel tempo

Come si nota nel caso dell’unico Comune che applica la tariffa CIPE (Cuneo), questa è rimasta invariata nel periodo in esame, non avendo il CIPE provveduto a modifiche della delibera tariffaria dopo il 2004. Le tariffe dei Comuni che applicano il Metodo Normalizzato, invece, tendono ad aumentare nel tempo, sulla base delle previsioni del Piano d’Ambito e delle conseguenti decisioni tariffarie. Questo vale sia per il servizio acquedotto (tabella 12, figura 2) che per quello di fognatura e depurazione (tabella 13, figura 3).

Tabella 12: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza

Comune 2005 2006 2007 2007/2005

Asti 0,98 1,02 1,02 104,08

Cuneo 0,22 0,22 0,22 100,00

Novara 0,32 0,32 0,38 117,83

Torino 0,57 0,61 0,65 114,90

Verbania 0,44 0,44 0,52 119,82

Vercelli 0,72 0,74 0,84 116,25

Alba 0,30 0,30 0,40 134,70

Bra 0,76 0,76 0,75 98,42

Casale 1,09 1,09 1,21 110,42

Chieri 0,57 0,61 0,65 114,90

Ivrea 0,61 0,65

Moncalieri 0,57 0,61 0,65 114,90

Pinerolo 0,73 0,61 0,65 89,22

Rivoli 0,57 0,61 0,65 114,90

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

29

Tabella 13: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione

Comune 2005 2006 2007 2007/2005

Asti 0,36 0,38 0,38 105,56

Biella 0,57 0,59 0,62 108,77

Cuneo 0,36 0,36 0,36 100,00

Novara 0,37 0,37 0,50 133,73

Torino 0,44 0,47 0,51 115,53

Verbania 0,37 0,37 0,50 134,81

Vercelli 0,39 0,41 0,46 118,39

Alba 0,35 0,35 0,42 120,00

Bra 0,39 0,39 0,42 105,39

Casale 0,39 0,41 0,43 110,26

Chieri 0,44 0,47 0,51 115,53

Ivrea 0,47 0,51

Moncalieri 0,44 0,47 0,51 115,53

Pinerolo 0,37 0,47 0,51 138,21

Rivoli 0,44 0,47 0,51 115,53

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Figura 3: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

30

Figura 4: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

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Rifiuti solidi urbani

Sistemi tariffari applicati

Nel 2007 sei Comuni applicavano le tariffe previste dal Metodo Normalizzato e in undici Comuni è previsto il regime tariffario della Tarsu. Nel 2007 nessun Comune è passato a tariffa, nel rispetto della normativa nazionale che prevedeva il congelamento delle forme di tassazione e tariffazione del 2006 per il 2007. I diversi Comuni, sia che applichino la tariffa sia che applichino la Tarsu, presentano strutture tariffarie diverse.

Comuni che applicano la Tarsu

Nei Comuni che utilizzano la Tarsu il valore a metro quadro nel 2007 (ex ECA inclusa) varia da 1,55 euro a 2,39 euro (tabella 15, figura 5). Una variazione significativa, spiegabile con due ordini di motivi:

• la diversa struttura dei costi di gestione dei rifiuti urbani nei diversi Comuni, riconducibile sia alle reali differenze tecniche del servizio (forme di raccolta e di smaltimento, incidenza della raccolta differenziata, intensità del servizio di spezzamento), sia con diversi livelli di efficienza dei gestori operanti nei diversi Comuni;

• il tasso di copertura dei costi che ogni singolo Comune decide di affidare al gettito della Tarsu (quindi il livello del sussidio pubblico) e le diverse modalità di sussidio incrociato (tasse a metro quadro applicate alle diverse categorie di produttori di rifiuti), tecnica che molti Comuni usano per ridurre il peso della Tarsu sulle utenze domestiche.

Sulla cartella esattoriale della Tarsu non viene applicata l’Iva, mentre viene calcolato il Contributo Ambientale Provinciale, previsto dalla legge nella misura di solito del 5% sul valore della cartella. Quasi tutti i Comuni adottano un’agevolazione per gli utenti domestici composti da una sola persona, che si solito si aggira sul 30% del totale della tariffa a metro quadro. In un caso (Casale Monferrato) il Comune applica agevolazioni per tutti gli utenti, ma sulla base del reddito (tabella 14).

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Tabella 14: Agevolazioni applicate alla Tarsu

Comune Agevolazione

Cuneo 10 %

Novara 30%

Torino 10 %

Vercelli 33% di agevolazione

Alba nessuna agevolazione

Bra 33%

Casale agevolazioni solo su base reddito

Ivrea 20%

Novi 30%

Pinerolo 30%

Rivoli 33%

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tabella 15: Tarsu applicata nel 2007 (Euro/mq)

Comune Tassa

Cuneo 1,65

Novara 1,55

Torino 2,18

Vercelli 1,65

Alba 1,73

Bra 2,35

Casale 2,39

Ivrea 1,56

Novi 1,98

Pinerolo 2,07

Rivoli 1,79

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Figura 5: Valore della Tarsu nel 2007 (Euro/mq)

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

33

Dinamica dei comuni a Tarsu

La dinamica del valore della Tarsu negli anni presi in esame appare discontinua (tabella 16, figura 6): in alcuni casi l’andamento risulta stabile nel tempo (Cuneo, Novara, Ivrea, Pinerolo, Rivoli), in altri si registra un incremento, con aumenti nel triennio fino al 33% (Alba).

Tabella 16: Dinamica della Tarsu (Euro/mq)

Comune 2005 2006 2007 2007/2005

Cuneo 1,65 1,65 1,65 100,00

Novara 1,55 1,55 1,55 100,00

Torino 2,10 2,14 2,18 103,73

Vercelli 1,63 1,65 1,65 101,35

Alba 1,30 1,30 1,73 133,05

Bra 1,98 1,98 2,35 119,00

Casale 2,17 2,17 2,39 110,15

Ivrea 1,56 1,56 1,56 100,00

Novi 1,56 1,66 1,98 126,76

Pinerolo 2,07 2,07 2,07 100,00

Rivoli 1,79 1,79 1,79 100,00

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Figura 6: Dinamica della Tarsu

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Comuni passati a tariffa

Nei Comuni passati a tariffa i sistemi di calcolo variano molto da Comune a Comune, sia per quanto riguarda la quota fissa, che per quanto riguarda la quota variabile. In un caso (Chieri) la quota variabile è abbinata alla pesatura dei rifiuti prodotti. In un altro (Verbania) viene applicata solo la quota fissa; in un altro ancora (Moncalieri) per il calcolo tariffario si deve utilizzare un foglio di calcolo abbastanza complesso, costruito

34

con criteri diversi rispetto agli altri Comuni passati a tariffa. Il confronto dei dati appare molto difficoltoso in ragione dei parametri non omogenei che vengono applicati (tabella 17 e 18). Agli utenti che pagano la tariffa è applicata l’Iva al 10%. Anche al calcolo della tariffa rifiuti si applica il Contributo Ambientale Provinciale, con aliquota massima del 5% sul totale.

Tabella 17: Quota fissa (Euro/mq)

Componenti nucleo familiare

Alessandria Asti Biella Verbania Chieri Moncalieri

1 0,6658 1,88 0,77878 1,414 0,655 0,8

2 0,7824 2,28139 0,91506 2,06 0,77 0,94

3 0,8739 2,43496 1,02214 2,081 0,86 1,05

4 0,9488 2,50922 1,10976 2,1 0,934 1,14

5 1,0237 2,52834 1,19737 2,12 1,008 1,23

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tabella 18: Quota variabile (Euro/anno)

Componenti nucleo familiare Alessandria Asti Biella Verbania Chieri Moncalieri

1 64,45 1,43821 51,37769 Solo Qf A KG 37,34

2 116,02 1837926 102,75537 Solo Qf A KG 74,68

3 128,91 21,67959 128,44422 Solo Qf A KG 93,35

4 167,59 27,16948 166,97748 Solo Qf A KG 121,35

5 186,93 36,61149 205,51075 Solo Qf A KG 149,36

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Dinamica della tariffa

Come anticipato nel precedente paragrafo, è molto complesso procedere ad un confronto della tariffa nei diversi anni presi in esame, sia perché alcuni Comuni sono passati da tassa a tariffa nel corso del triennio, sia perché i diversi Comuni hanno proceduto ad “aggiustamenti” negli anni dei diversi scaglioni, forse anche per correggere eventuali problemi nati proprio nei primi anni di applicazione della tariffa stessa. In linea di massima non si registrano aumenti consistenti delle tariffe negli anni successivi al passaggio a questo sistema di pagamento e ciò si deve con ogni probabilità all’intenzione di calmierare il “salto” di costo di solito derivante dal passaggio da tassa a tariffa. A titolo esemplificativo si riporta l’andamento delle tariffe della quota fissa e variabile della famiglia composta da tre persone (tabella 19 e 20).

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Tabella 19: Dinamica della quota fissa nei comuni a tariffa (famiglia di tre persone) (Euro/mq)

Comune 2005 2006 2007

Alessandria 0,88 0,87 0,87

Asti 2,43 2,43 2,43

Biella 0,99 1,03 1,02

Verbania 2,08 2,08

Chieri 0,95 0,85 0,86

Moncalieri - 1,05 1,05

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Tabella 20: Dinamica della quota variabile nei comuni a tariffa (famiglia di tre persone) –

Euro/anno

Comune 2005 2006 2007

Alessandria 129,90 128,91 128,91

Asti 21,68 21,68 21,68

Biella 119,00 129,10 128,44

Verbania

Chieri

Moncalieri

Il comune di Verbania applica solo la quota fissa, nel Comune di Chieri la quota variabile è espressa in Euro/tonnellata, mentre nel Comune di Moncalieri la quota variabile è calcolata in un modo particolarmente complesso, difficilmente confrontabile con gli altri.

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

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Erogazione gas naturale

Sistemi tariffari applicati

Per tutti i Comuni si sono considerate le tariffe regolate dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e riferite ai clienti che rimangono legati al mercato regolato, ovvero che non scelgono il mercato libero. Il sistema tariffario applicato è quindi uguale per tutti i Comuni. Le differenze fra le singole realtà sono pertanto da ricondursi alle caratteristiche tecniche diverse alle quali è sensibile il sistema tariffario: potere calorifico del gas venduto, altitudine del Comune, livello degli investimenti, applicazione o meno dell’aliquota comunale sulla tariffa di distribuzione destinata al sostegno degli utenti deboli.

Tariffe

La quota fissa è ormai unica in tutti i Comuni (30 euro), mentre variano le quote variabili dei diversi scaglioni e la stessa definizione degli scaglioni (tabella 21 e figura 7).

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Tabella 21: Tariffe della quota variabile nel 2007 (Euro/mc) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Alba Bra Casale Chieri Ivrea Moncalieri Novi Pinerolo Rivoli

Primo scaglione 0,326074 0,320071 0,330061 0,318943 0,318748 0,339654 0,326098 0,336192 0,336192 0,331008 0,334758 0,335075 0,33836 0,333247 0,324269 0,33179

Secondo scaglione 0,413024 0,447959 0,476923 0,450013 0,396533 0,466955 0,398156 0,415963 0,416024 0,392131 0,41657 0,459446 0,463951 0,40804 0,423017 0,454942

Terzo scaglione 0,373941 0,390476 0,410912 0,3911 0,36157 0,409736 0,365768 0,380108 0,380092 0,364657 0,379798 0,403544 0,4075 0,374422 0,378632 0,399588

Quarto scaglione 0,360611 0,370869 0,388397 0,371006 0,349645 0,39022 0,35472 0,367878 0,367835 0,355287 0,367255 0,384477 0,388246 0,362956 0,363493 0,380707

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Figura 7: Tariffa variabile anno 2007

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

38

Dinamica tariffaria

La componente tariffaria quota fissa è rimasta stabile nel triennio, non essendo stata oggetto di modifiche da parte dell’Autorità. In generale la dinamica tariffaria della quota variabile ha subito una crescita dal 2005 al 2006 per poi avere un andamento altalenante nel 2007. A titolo esemplificativo si riporta l’andamento della tariffa in uno dei Comuni presi in esame nei diversi trimestri. Si tenga conto che la curva è simile anche negli altri Comuni (figura 8).

Figura 8: Andamento della quota variabile della tariffa gas regolata dei diversi scaglioni

0,000000

0,050000

0,100000

0,150000

0,200000

0,250000

0,300000

0,350000

0,400000

0,450000

0,500000

1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4

2005 2006 2007

Primo scaglione

Secondo scaglione

Terzo scaglione

Quarto scaglione

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

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La spesa delle famiglie

L’analisi riguarda la spesa delle famiglie per acqua, gas per uso domestico, raccolta e smaltimento dei rifiuti. È stata condotta sul triennio 2005-2007 su sedici Comuni piemontesi, tra cui gli otto capoluoghi di provincia (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania e Vercelli) e altre otto città situate in provincia di Torino (Chieri, Moncalieri, Pinerolo e Rivoli), in provincia di Alessandria (Casale Monferrato e Novi Ligure) e in provincia di Cuneo (Alba e Bra). Il monitoraggio della spesa per il servizio idrico e per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è stato condotto anche sulla città di Ivrea (Torino), che, invece, non ha potuto essere inclusa nell’analisi sulla spesa per il gas di uso domestico.

La spesa delle famiglie per il servizio idrico

L’indagine è relativa a diciassette Comuni e consente un confronto fra il 2005 e il 2007. Le tipologie di famiglie prese in esame sono composte da una persona (per un consumo stimato di 55 metri cubi all’anno), da tre persone (per un consumo annuo di 130 metri cubi) e da cinque persone (per un consumo annuo di 200 metri cubi). Nel 2007 sedici Comuni applicavano le tariffe previste dal Metodo Normalizzato, mentre uno solo utilizzava il vecchio metodo CIPE (Cuneo). Nello stesso anno due città sono passate dal metodo CIPE al Metodo Normalizzato (Novara e Verbania), mentre gli altri Comuni applicano il Metodo Normalizzato da due anni o più. Si tratta dei due Comuni che presentano gli incrementi di spesa più consistenti.

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Tabella 22: Spesa per il servizio idrico nelle famiglie composte da un individuo anni 2005 – 2007

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria 58,65 59,94 59,94 0,00 -1,57 2,20 -1,58

Asti 67,82 70,29 70,29 0,00 -1,57 3,65 -0,18 Biella 92,35 94,77 98,40 3,83 2,20 6,55 2,62 Cuneo 32,69 32,69 32,69 0,00 -1,57 0,00 -3,69 Novara 33,85 33,85 65,46 93,37 90,32 93,37 86,22 Torino 50,64 53,15 56,39 6,09 4,42 11,35 7,24 Verbania 36,96 36,96 77,87 110,69 107,37 110,69 102,91 Vercelli 73,79 76,18 89,27 17,19 15,35 20,98 16,51

Alba 33,67 33,67 52,96 57,28 54,80 57,28 51,47

Bra 56,02 56,02 73,86 31,85 29,77 31,85 26,98

Casale 49,27 51,88 54,55 5,14 3,49 10,70 6,62

Chieri 50,64 53,15 56,39 6,09 4,42 11,35 7,24

Ivrea ND3 53,15 56,39 6,09 4,42

Moncalieri 50,64 53,15 56,39 6,09 4,42 11,35 7,24

Novi 58,65 59,94 59,94 0,00 -1,57 2,20 -1,58

Pinerolo 55,38 53,15 56,39 6,09 4,42 1,82 -1,94

Rivoli 50,64 53,15 56,39 6,09 4,42 11,35 7,24 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

La spesa media varia molto a seconda del Comune di residenza, anche rimanendo nell’ambito della medesima tipologia familiare. Nelle famiglie composte da una persona, la spesa media oscilla fra 33 e 98 euro l’anno (tabella 22, figura 9), con un rapporto di circa uno a tre tra la spesa minima e quella massima. Se si esclude il valore più basso, che si riscontra nell’unica città che utilizza ancora il metodo CIPE (Cuneo), le tariffe applicate con il Metodo Normalizzato variano fra 55 e 98 euro, presentando un rapporto di circa uno a due. Nella maggior parte dei Comuni interessati dal monitoraggio la spesa media si attesta intorno a 60 euro l’anno. Nel 2007 le città più “care” sono risultate Biella e Vercelli, mentre le più economiche, tra quelle che hanno adottato il Metodo Normalizzato, sono Alba e Casale Monferrato.

3 Dato non disponibile.

41

Figura 9: Andamento della spesa per il servizio idrico di nuclei familiari di una sola persona (anni 2005 – 2007)4

20

30

40

50

60

70

80

90

100

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica tariffaria nel corso degli ultimi tre anni, si nota un incremento repentino della spesa, che ha interessato in primo luogo le due città passate dal metodo CIPE al Metodo Normalizzato. Novara e Verbania hanno visto crescere le proprie tariffe idriche rispettivamente del 93% e del 110%, ma l’aumento, benché in misura minore, ha interessato anche altri Comuni, quali Alba (+57%), Bra (+32%) e Vercelli (+21%). Se si elaborano i dati tenendo conto del peso dell’inflazione5, gli incrementi dell’ultimo anno risultano moderatamente inferiori e in quattro Comuni (Alessandria, Asti, Cuneo e Novi Ligure) si segnala addirittura una lieve diminuzione della spesa. Considerando la dinamica del triennio, si notano, rispetto alla situazione di partenza, aumenti almeno superiori al tasso di inflazione in dodici città su sedici6. Nei restanti quattro Comuni si sono registrate, a prezzi correnti, lievi diminuzioni di spesa, mediamente intorno all’1,5%, con una punta massima del 3,69% a Cuneo, dovuta al blocco delle tariffe nel metodo CIPE. 4 Le caselle azzurre indicano che in quell’anno era applicato il metodo CIPE. 5 Secondo i dati Istat, l’inflazione media annua in Italia è stata del 2,1% nel 2006 e dell’1,8% nel 2007 (Indici Nazionali dei prezzi al Consumo NIC con tabacchi). 6 L’incompletezza dei dati relativi alla città di Ivrea non permette l’elaborazione della dinamica della spesa nel triennio in questo Comune.

42

Per le famiglie composte da tre persone la spesa media varia da circa 70 a quasi 200 euro (tabella 23, figura 10), con una differenza di prezzo pari a quasi tre volte tra la spesa minima e quella massima. Escludendo Cuneo, in quanto, com’è già stato sottolineato, presenta una situazione particolare, dal momento che è l’unico Comune ad applicare ancora il metodo CIPE, la spesa di questa tipologia familiare oscilla circa tra 100 e 200 euro, con un rapporto di uno a due tra la tariffa più bassa e quella più alta. Nella maggior parte delle città oggetto del monitoraggio la spesa media si attesta intorno ai 130 euro l’anno.

Tabella 23: Spesa per il servizio idrico in famiglie di tre componenti anni 2005 – 2007

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria 129,17 133,95 135,94 1,48 -0,12 5,24 1,36

Asti 160,16 169,95 169,95 0,00 -1,57 6,11 2,19 Biella 182,27 187,99 196,57 4,56 2,92 7,85 3,86 Cuneo 72,50 72,50 72,50 0,00 -1,57 0,00 -3,69 Novara 78,26 78,26 126,83 62,07 59,52 62,07 56,08 Torino 114,72 121,47 130,24 7,22 5,53 13,53 9,34 Verbania 97,50 97,50 129,61 32,93 30,84 32,93 28,02 Verdelli 164,04 170,19 191,09 12,28 10,51 16,49 12,19

Alba 78,79 78,79 103,47 31,32 29,25 31,32 26,47

Bra 121,22 129,04 150,58 16,69 14,86 24,22 19,63

Casale 133,44 140,37 147,44 5,04 3,38 10,49 6,41

Chieri 114,72 121,47 130,24 7,22 5,53 13,53 9,34

Ivrea ND 121,47 130,24 7,22 5,53

Moncalieri 114,72 121,47 130,24 7,22 5,53 13,53 9,34

Novi 129,17 133,95 135,94 1,48 -0,12 5,24 1,36

Pinerolo 122,45 121,47 130,24 7,22 5,53 6,36 2,44

Rivoli 114,72 121,47 130,24 7,22 5,53 13,53 9,34 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

I centri urbani in cui la spesa è maggiore sono Biella e Vercelli, quelli in cui si spende di meno sono Cuneo, Novara e Alessandria. Più precisamente, la spesa di Novara resta contenuta, anche se in questa città, causa il cambiamento di metodo tariffario, nell’ultimo anno si sono registrati gli incrementi maggiori (+62%), pari a quasi i due terzi dell’importo. Aumenti rilevanti si sono verificati anche a Verbania, l’altro Comune che nel 2007 è passato da metodo CIPE a Metodo Normalizzato (+33%), e ad Alba (+ 30%), dove pure il Metodo Normalizzato è applicato a partire almeno dal 2005. Se si osserva la dinamica del triennio 2005-2007 emergono rincari per le famiglie di tre componenti in tutte le città considerate. La situazione non cambia anche se i valori iniziali si riportano a prezzi correnti, ovvero se si tiene conto della dinamica inflattiva. L’unica eccezione è rappresentata dal Comune di Cuneo, che, come si è detto, beneficia ancora del blocco delle tariffe nel metodo CIPE.

43

Figura 10: Andamento della spesa per il servizio idrico in famiglie di tre componenti anni 2005 - 2007

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

200

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Nelle famiglie formate da cinque persone, la spesa per il servizio idrico oscilla tra 115 e 325 euro (tabella 24, figura 11), con un rapporto di quasi uno a tre. Anche escludendo Cuneo (metodo CIPE), nelle città che applicano il Metodo Normalizzato la spesa varia da 163 a 325 euro l’anno, con una differenza pari a circa il doppio tra l’importo più basso e quello più alto. Nella maggior parte dei Comuni analizzati la spesa si aggira intorno ai 220 euro. Nell’ambito di applicazione del Metodo Normalizzato, i Comuni più cari sono Asti, Vercelli e Biella, quelli più economici Alba, Novara e Verbania. Di conseguenza, la spesa per il servizio idrico delle famiglie numerose a Novara e Verbania resta più contenuta rispetto alla media degli altri Comuni, nonostante siano le due città che per il cambiamento di metodo tariffario hanno registrato gli aumenti maggiori nel corso del 2007.

44

Tabella 24: Spesa per il servizio idrico in famiglie di cinque componenti anni 2005 - 2007

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria 206,91 217,92 222,25 1,99 0,38 7,42 3,45

Asti 283,80 295,90 325,60 10,04 8,30 14,73 10,49 Biella 266,20 275,00 288,20 4,80 3,15 8,26 4,27 Cuneo 115,06 115,06 115,06 0,00 -1,57 0,00 -3,69 Novara 129,28 129,28 199,53 54,34 51,91 54,34 48,64 Torino 189,57 200,55 215,73 7,57 5,87 13,80 9,60 Verbania 159,71 159,71 205,38 28,60 26,57 28,60 23,85 Vercelli 254,71 264,66 297,11 12,26 10,49 16,65 12,34

Alba 128,30 128,30 163,58 27,50 25,49 27,50 22,79

Bra 197,12 197,12 247,39 25,51 23,53 25,51 20,87

Casale 239,44 251,80 264,44 5,02 3,37 10,44 6,36

Chieri 189,57 201,22 216,45 7,57 5,88 14,18 9,97

Ivrea ND 201,22 216,45 7,57 5,88

Moncalieri 189,57 201,22 216,45 7,57 5,88 14,18 9,97

Novi 206,91 217,92 222,25 1,99 0,38 7,42 3,45

Pinerolo 202,36 201,22 216,45 7,57 5,88 6,96 3,01

Rivoli 189,57 201,22 216,45 7,57 5,88 14,18 9,97 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica delle tariffe nell’ultimo anno, ma più in generale nel corso del triennio 2005-2007, si notano ovunque incrementi di spesa di molto superiori all’inflazione, che in diversi casi arrivano, a prezzi correnti, al 10% e al 20%, con una punta massima di quasi il 50%7.

7 Si tratta di Novara, ma si è visto come nonostante l’incremento della spesa dell’ultimo anno le tariffe idriche di questo comune siano tra le più convenienti.

45

Figura 11: Andamento della spesa per il servizio idrico in famiglie di cinque componenti anni 2005 - 2007

100110120130140150160170180190200210220230240250260270280290300310320330

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Per avere un quadro ancora più dettagliato della spesa per il servizio idrico, è utile porre a confronto il prezzo finale dell’acqua a metro cubo per le tre diverse tipologie di famiglia considerate8. Si potrà quindi notare come le differenze nell’articolazione tariffaria ricadano concretamente sulla spesa delle famiglie (tabella 25). Per esempio, la struttura tariffaria di Asti e di Casale Monferrato tende a penalizzare i consumi elevati. Ma questa politica, se da un lato scoraggia gli sprechi, dall’altro sfavorisce molto le famiglie numerose. Risultano pertanto avvantaggiati i consumi contenuti e le persone che vivono sole. In particolare, ad Asti un single paga l’acqua 1,28 euro a metro cubo, una famiglia di tre persone 1,31 euro ed una di cinque 1,63 euro: 35 centesimi in più, quindi, di una persona che vive sola. Su un consumo stimato di circa 200 metri cubi l’anno, questa differenza incide per circa 70 euro. Biella, al contrario, tende a favorire le famiglie numerose, anche se in questo modo, in un certo senso, rischia di incentivare il consumo. In questa città un single paga l’acqua 1,79 euro il metro cubo, contro 1,51 euro nelle famiglie di tre persone ed 1,44 euro nelle famiglie di cinque persone.

8 Il dato è stato ricavato dividendo la spesa annua per il consumo medio di ciascuna tipologia di famiglia considerata.

46

Tabella 25: Prezzo dell’acqua a metro cubo per comune e tipologia di famiglia nel 2007

Comune Una persona Tre persone Cinque persone

Alessandria 1,09 1,05 1,11

Asti 1,28 1,31 1,63

Biella 1,79 1,51 1,44

Cuneo 0,59 0,56 0,58

Novara 1,19 0,98 1,00

Torino 1,03 1,00 1,08

Verbania 1,42 1,00 1,03

Vercelli 1,62 1,47 1,49

Alba 0,96 0,80 0,82

Bra 1,34 1,16 1,24

Casale 0,99 1,13 1,32

Chieri 1,03 1,00 1,08

Ivrea 1,03 1,00 1,08

Moncalieri 1,03 1,00 1,08

Novi 1,09 1,05 1,11

Pinerolo 1,03 1,00 1,08

Rivoli 1,03 1,00 1,08

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Nella maggior parte dei centri urbani allo studio, il prezzo dell’acqua a metro cubo è più basso per la fascia di consumo corrispondente alle famiglie formate da tre persone, segue quella relativa alle persone che vivono sole per poi innalzarsi ulteriormente per la fascia delle famiglie numerose. In generale, quindi, i consumatori più avvantaggiati sono rappresentati dalla famiglia media, mentre i single e, soprattutto, le famiglie numerose sono penalizzati. Infine, se si analizza la dinamica del prezzo dell’acqua per tipologia di famiglia tra il 2005 e il 2007, si nota come gli aumenti non siano stati omogenei, ma, al contrario, abbiano influito in maniera diversa non solo a seconda del Comune considerato, ma anche a seconda della diverse tipologie di famiglie nell’ambito della medesima città (figura 12).

47

Figura 12: Dinamica del prezzo dell’acqua a metro cubo per comune e tipologia di famiglia tra il 2005 e il 2007

0 0,5 1 1,5 2

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba

Bra

Casale

Chieri

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli

Cinque componenti

Tre componenti

Un componente

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Per concludere, confrontando i dati relativi all’andamento della spesa delle famiglie di uno, tre e cinque componenti, si può notare, anche in questo caso, come alcune città sembrino perseguire una strategia più favorevole all’una o all’altra tipologia di consumatore, in alcuni casi cercando di equilibrare una situazione di partenza di disparità (figura 13).

48

Figura 13: Aumento della spesa per il servizio idrico registrato tra il 2005 e il 2007 per diverse tipologie familiari

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba

Bra

Casale

Chieri

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli

Cinquepersone

Trepersone

Unapersona

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

49

La spesa delle famiglie per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti

L’analisi riguarda gli otto capoluoghi di provincia ed altre nove città piemontesi superiori ai 20.000 abitanti, per un totale di diciassette Comuni. Le tipologie di famiglie prese in esame sono composte da una persona, considerando ipoteticamente un’abitazione di 75 metri quadri, da tre persone, supponendo che siano residenti in un’abitazione di 95 metri quadri, e da cinque persone, residenti in un’abitazione di 105 metri quadri. Nel 2007 sei Comuni (Alessandria, Asti, Biella, Verbania, Chieri e Moncalieri) dei diciassette del campione applicavano le tariffe previste dal Metodo Normalizzato, mentre undici facevano ancora riferimento alla Tarsu. Nel 2007 nessun Comune è passato a tariffa, nel rispetto della normativa nazionale che prevedeva il congelamento delle forme di tassazione e tariffazione del 2006 per il 2007. La spesa media annuale per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sostenuta dalle persone che vivono sole oscilla fra 74 e 164 euro l’anno: nei Comuni passati a tariffa da 76 euro a 164 euro l’anno, in quelli a Tarsu da 74 euro a 150 l’anno. La città più cara è Asti (tariffa), seguita da Moncalieri (tariffa) e Torino (Tarsu). Le più economiche Novara (Tarsu) e Chieri (tariffa). In generale si osserva quindi una situazione assai composita, con notevoli differenze tra città e città, che fa sì che in alcuni Comuni la spesa degli individui che risiedono da soli possa ammontare ad una cifra pari a quasi due volte e mezza quella pagata in altre città. Talvolta le discrepanze sono notevoli anche all’interno della stessa provincia (si confrontino, ad esempio, Ivrea e Chieri con Rivoli, Pinerolo e Moncalieri). Di per sé il metodo di tariffazione applicato non pare incidere significativamente sulla spesa per questa tipologia di famiglia. Pesano invece i sistemi di agevolazione di solito adottati in forma diversa dai Comuni per gli utenti singoli (tabella 26, figura 14). Se si considera la dinamica della spesa, si evidenzia una situazione sostanzialmente stabile, con pochi Comuni caratterizzati da aumenti significativi: nel 2007 10% a Casale Monferrato, 19% a Bra e Novi Ligure, 33% ad Alba.

50

Figura 14: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di un componente

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

200

210

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Le altre città non hanno presentato variazioni significative nella spesa, che in ben dieci casi è rimasta esattamente uguale all’anno precedente. Di fatto, quindi, se si tiene conto della dinamica inflattiva, in queste città la spesa dei single per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti può considerarsi lievemente diminuita.

51

Tabella 26: Spesa per raccolta e smaltimento rifiuti nei nuclei familiari composti da una sola persona (anni 2005 – 2007)9

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su 2005

Variazione al netto

dell’inflazione

Alessandria 132,48 131,54 131,54

-

- 1,6

-0,71

-4,38

Asti 163,80 163,80 163,80

-

-1,6

-

- 3,69

Biella 119,81 126,90 126,25

1,95

0,34

5,38

1,49

Cuneo 126,26 126,26 126,26

-

- 1,6

-

-3,69

Novara 73,73 73,73 73,73

-

- 1,6

-

-3,69

Torino 145,46 147,87 150,75

1,95

0,34

3,64

-0,19

Verbania 126,55 121,96 121,96

-

- 1,6

-3,63

-7,18

Vercelli 85,56 86,66 86,66

-

- 1,6

0,13

-2,45

Alba 102,22 102,22 136,00

33,05

30,95

33,05

28,13

Bra 102,77 102,77 122,29

18,99

17,12

18,99

14,6

Casale 125,39 127,99 140,98

10,15

10,94

12,43

8,28

Chieri 75,66 74,73 75,81

1,45

-0,16

0,2

-3,5

Ivrea 85,77 85,77 85,77 -

-1,6

-

-3,69

Moncalieri 209,59 157,98 157,98 -

-1,6

-24,62

-27,41

Novi 94,31 100,28 119,54

19,21

17,33

26,75

22,07

Pinerolo 124,86 124,86 124,86 -

-1,6

-

-3,69

Rivoli 103,61 103,61 103,61 -

-1,6

-

-3,69

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

La situazione sostanzialmente non cambia se si confrontano i dati del 2007 con quelli del 2005. Anche ragionando sul triennio, infatti, a parte i quattro casi già citati, non si evidenziano oscillazioni particolarmente rilevanti, tranne che a Moncalieri. Se si tiene conto del peso dell’inflazione, tuttavia, si osserva come tra il 2005 e il 2007 la spesa per la gestione dei rifiuti da parte di questa tipologia familiare sia diminuita in ben dodici dei diciassette Comuni presi in esame.

9 Le righe colorate in arancione indicano l’applicazione della Tariffa, in bianco la Tarsu.

52

Analizziamo ora la spesa per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nelle famiglie formate da tre componenti. La spesa media oscilla, nei Comuni a tariffa, tra 152 euro e 290 euro l’anno, tra 165 euro e 260 l’anno in quelli che ancora applicano la Tarsu. Per questa tipologia di famiglia le città più care risultano Asti e Moncalieri, le più convenienti Chieri, Ivrea e Vercelli. Le prime due applicano la tariffa, mentre tra le meno care Ivrea e Vercelli fanno riferimento alla Tarsu, Chieri alla tariffa. Anche in questo caso, quindi, la variabilità di situazioni non è riconducibile in toto al metodo di tariffazione utilizzato (tabella 28, figura 15). Figura 15: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di tre

componenti

110

120

130

140

150

160

170

180

190

200

210

220

230

240

250

260

270

280

290

300

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si considera la dinamica della spesa, si osserva un andamento simile a quello già evidenziato per i single, caratterizzato da un’ampia varietà, connessa, tuttavia, con un’evoluzione abbastanza uniforme nel tempo. Le eccezioni, anche per la spesa effettuata dalle famiglie di tre persone, sono rappresentate da pochissimi Comuni: Alba, Bra, Novi Ligure e Casale Monferrato. Nel 2007 in queste città le tariffe hanno subito un’impennata, con punte fino al 19% ed oltre il 30%.

53

Tabella 27: Dinamica della spesa per raccolta e smaltimento rifiuti da parte delle famiglie con tre componenti nei capoluoghi di Provincia piemontesi10

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su

2005

Variazione al netto

dell’inflazione

Alessandria 245,46 243,72 243,72

-

-1,6

-0,71

-3,14

Asti 290,95 290,95 290,95

-

-1,6

-

-3,69

Biella 254,31 260,71 259,38

-0,51

-2,08

1,99

-4,68

Cuneo 181,05 181,05 181,05

-

-1,6

-

-3,69

Novara 154,61 154,61 154,61

-

-1,6

-

-3,69

Torino 209,42 212,98 217,24

2

-0,39

3,73

-0,21

Verbania 229,00 227,35 227,35

-

-1,6

-0,72

-4,39

Vercelli 162,39 164,59 164,59

-

-1,6

1,35

-2.,39

Alba 129,48 129,48 172,27

33,05

30,95

33,05

28,13

Bra 197,24 197,24 234,70

18,99

17,12

18,99

14,6

Casale 211,77 216,16 238,10

10,15

10,94

12,43

8,28

Chieri 118,44 149,37 151,92

1,7

0,11

28,27

23,53

Ivrea 170,65 170,65 170,65 -

-1,6

-

-3,69

Moncalieri 266,63 290,63 290,63 -

-1,6

9,0

4,98

Novi 170,65 181,46 216,32

19,21

17,33

26,76

22,08

Pinerolo 225,93 225,93 225,93 -

-1,6

-

-3,69

Rivoli 195,89 195,89 195,89 -

-1,6

-

-3,69

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si tiene conto della dinamica inflattiva, si osserva come nel 2007 la spesa dei nuclei familiari di tre persone si possa considerare diminuita in dodici dei Comuni in esame. Questa tendenza assume un rilievo ancora maggiore se si tiene conto dell’andamento del triennio 2005-2007. In questo lasso di tempo, la spesa per le famiglie composte da tre persone è diminuita (considerata l’inflazione) in undici Comuni su diciassette, con percentuali che nella maggior parte dei casi si attestano attorno al 4%. Per contro, in alcuni Comuni si sono verificati aumenti consistenti, che, anche scorporando l’inflazione, superano il 20%, per arrivare fin quasi al 30%.

10 Le righe colorate in arancione indicano l’applicazione della Tariffa, in bianco la Tarsu.

54

Vediamo ora la spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti da parte delle famiglie formate da cinque componenti. La spesa media varia da 170 euro l’anno a 400 euro, con una differenza, tra la città più cara e la meno cara, che supera il doppio dell’importo totale. Nei Comuni a Tarsu si va da 170 a 263 euro l’anno, mentre nei Comuni a tariffa la spesa oscilla tra 218 e 401 euro l’anno. A differenza delle altre tipologie di famiglia considerate, quindi, su quelle numerose il metodo di tariffazione pare avere una certa incidenza sulla spesa (tabella 28, figura 16).

Figura 16: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di cinque

componenti

130140150160170180190200210220230240250260270280290300310320330340350360370380390400410

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

IVREA

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Come mostra il grafico precedente, la spesa nei diversi Comuni si dispone chiaramente in due blocchi distinti: in alto le quattro città (Moncalieri, Biella, Asti ed Alessandria) nelle quali la spesa delle famiglie numerose supera i 330 euro l’anno, in basso gli altri Comuni, tutti sotto la soglia dei 270 euro. Nelle città appartenenti alla fascia più costosa si applica la tariffa. Tra le città del secondo blocco, la più cara per quasi tutto il triennio (Verbania) è a tariffa. Solo nel 2007 è stata superata da Bra e Casale Monferrato, entrambe in regime Tarsu. Chieri, pur avendo già adottato la tariffa, riesce a contenere i prezzi e, in questo senso, almeno per quanto riguarda le famiglie numerose, rappresenta un’eccezione.

55

Tabella 28: Dinamica della spesa per raccolta e smaltimento rifiuti da parte delle famiglie con cinque componenti11

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su

2005

Variazione al netto

dell’inflazione

Alessandria 341,00 338,58 338,58

-

-1,6

- 0,71

-4,38

Asti 347,40 347,40 347,40

-

-1,6

-

-3,69

Biella 359,03 382,87 380,92

-0,54

-2,08

6,1

2,18

Cuneo 200,10 200,10 200,10

-

-1,6

-

-3,69

Novara 170,88 170,88 170,88

-

-1,6

-

-3,69

Torino 231,46 235,40 240,11

2,00

0,39

3,74

-0,09

Verbania 253,10 255,99 255,99

-

-1,6

1,14

-2,59

Vercelli 179,49 181,91 181,91

-

-1,6

1,35

-2,39

Alba 143,10 143,10 208,54

45,73

43,43

45,73

40,34

Bra 218,00 218,00 259,41

19,00

17,12

19,00

14,6

Casale 234,06 238,91 263,17

10,15

8,41

12,44

20,13

Chieri 200,08 214,45 218,32

1,8

0,20

9,12

5,09

Ivrea 188,61 188,61 188,61 -

-1,6

-

-3,69

Moncalieri 293,42 401,79 401,79 -

-1,6

36,93

31,88

Novi 188,61 200,57 239,09

19,2

17,33

26,76

22,08

Pinerolo 249,71 249,71 249,71 -

-1,6

-

-3,69

Rivoli 216,50 216,50 216,50 -

-1,6

-

-3,69

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si considera la dinamica nel corso del triennio, si nota una situazione di minore stabilità per le famiglie numerose, rispetto ai nuclei formati rispettivamente da una e tre persone. In diverse città, infatti, si sono registrati aumenti significativi, soprattutto se si pongono a confronto la situazione iniziale e quella finale del periodo 2005-2007. Anche scorporando dai valori percentuali il peso dell’inflazione, in sette Comuni si registrano incrementi di spesa che arrivano al 20, 30 e 40%, nonostante in molti casi, per contro, si evidenzi una diminuzione della spesa reale.

11 Le righe colorate in arancione indicano l’applicazione della Tariffa, in bianco la TARSU.

56

Per poter raffrontare meglio le diverse situazioni che si verificano a seconda dei Comuni e delle tipologie familiari considerate, è utile porre a confronto la spesa pro capite sostenuta in ciascuna città dai tre distinti nuclei analizzati (figura 17).

Figura 17: Spesa pro capite nel 2007 per composizione del nucleo familiare

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

Alessandria A

sti

Biella

Verbania

Chieri

Moncalieri

Cuneo

Novara

Torino

VercelliAlba

Bra

Casale

IvreaNovi

Pinerolo

Rivoli

Uncomponente

Trecomponenti

Cinquecomponenti

TARIFFA TARSU

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Infatti, rapportando la spesa pro capite delle famiglie formate da tre e cinque componenti con la spesa delle persone che vivono sole, si possono ricavare informazioni utili a comprendere se la politica tariffaria applicata da un determinato gestore tenda a favorire maggiormente i single, le famiglie medie o le famiglie numerose (figura 18).

57

Figura 18: Spesa pro capite nel 2005 per composizione del nucleo familiare

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

220

Alessandria A

stiBiella

Chieri

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba Br

a

Casale

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli

Un

componente

Tre

componenti

Cinque

componenti

TARIFFA

TARSU

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Nei diciassette Comuni oggetto del monitoraggio, non solo emergono - come abbiamo visto - grandi differenze di spesa, ma si evidenzia una situazione altrettanto composita se si va a calcolare il peso percentuale della spesa pro capite delle famiglie rispettivamente di tre e cinque persone rispetto alla spesa degli individui che vivono soli (tabella 29). Tabella 29: Rapporto percentuale tra la spesa pro capite effettuata dalle famiglie di tre e cinque

componenti rispetto ai single

Comune Tre componenti Cinque componenti 2005 2007 2005 2007 Alessandria 61,76 61,76 51,48 51,48 Asti 59,21 59,21 42,42 42,42 Biella 70,75 68,48 59,94 60,34 Cuneo 47,80 47,80 31,70 31,70 Novara 69,90 69,90 46,36 46,36 Torino 47,99 48,03 31,82 31,85 Verbania 60,32 62,14 40,00 41,98 Vercelli 63,27 63,30 41,95 41,98 Alba 42,22 42,22 30,00 30,67 Bra 63,98 63,97 42,42 42,42 Casale Monferrato 56,30 56,30 37,33 37,33 Chieri 52,18 66,80 52,90 57,59 Ivrea 66,32 66,32 43,98 43,98 Moncalieri 42,41 61,32 28,00 50,87 Novi Ligure 60,31 60,31 40,00 40,00 Pinerolo 60,32 60,31 40,00 40,00 Rivoli 63,02 63,02 41,79 41,79

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

58

In particolare, per il 2007, la spesa pro capite delle famiglie di tre componenti può ammontare dal 42% a quasi il 70% della spesa di un single, mentre quella degli individui inseriti in famiglie di cinque componenti varia dal 30% al 58% circa di quella sostenuta da un single nella stessa città. È evidente che, data una certa articolazione della tariffa, dove il rapporto tra la spesa pro capite dell’individuo inserito in famiglia – soprattutto se si tratta di una famiglia numerosa – e quella della persona che vive sola è più alto, si attua una politica tariffaria che tende a favorire maggiormente i single. Al contrario, dove il rapporto della spesa pro capite degli individui inseriti in famiglia è più basso rispetto alla spesa sostenuta dai single, si persegue una politica tariffaria che tende a favorire maggiormente le famiglie numerose. Come si evince dalla tabella precedente, tra i Comuni oggetto dell’analisi, si applica una politica tariffaria maggiormente favorevole alle famiglie medie (tre componenti) e numerose (cinque componenti) ad Alba, Cuneo e Torino, mentre Biella e Chieri sono le città nelle quali il valore del rapporto tra la spesa pro capite delle famiglie e quella dei single è più elevato. Se si osserva la dinamica del triennio, si evidenziano cambiamenti significativi nel rapporto percentuale in pochissimi comuni , quali Chieri (soprattutto per le famiglie di tre componenti) e Moncalieri.

59

La spesa delle famiglie piemontesi per il gas per uso domestico

L’analisi riguarda sedici Comuni e consente un confronto fra il 2005 e il 2007. Le tipologie di famiglie prese in esame sono composte da una persona (per un consumo stimato di 800 metri cubi all’anno), di tre persone (per un consumo annuo di 1600 metri cubi) e di cinque persone (ipotesi di consumo annuo di 2100 metri cubi). La spesa media annuale per il gas di uso domestico (riscaldamento e cucina) sostenuta dalle persone che vivono sole oscilla grossomodo tra 530 e 600 euro a seconda della città di residenza (tabella 30).

Tabella 30: Spesa per il gas di uso domestico per i nuclei formati da una sola persona

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria

518,55 554,49 555,45 0,17 - 1,40 7,12 3,16

Asti 543,76 581,43 582,12 0,12 - 1,46 7,05 3,10 Biella 547,37 603,74 604,91 0,19 - 1,38 10,51 6,43 Cuneo 542,95 583,31 605,57 3,82 2,18 11,53 7,42 Novara 508,32 547,26 547,04 - 0,04 - 1,61 7,62 3,64 Torino 559,44 603,29 600,58 - 0,45 - 2,02 7,35 3,39 Verbania 499,53 529,67 531,79 0,40 - 1,18 6,46 2,53 Vercelli 526,65 564,65 564,99 0,06 - 1,52 7,28 3,32

Alba 569,41 563,04 564,97 0,34 - 1,24 - 0,78 - 4,45

Bra 497,09 531,58 547,55 3,00 1,38 10,15 6,08

Casale 510,19 563,53 564,82 0,23 - 1,35 10,71 6,62

Chieri 558,64 594,32 594,31 - 0,00 - 1,58 6,39 2,46

Moncalieri 562,11 598,27 598,24 - 0,00 - 1,58 6,43 2,50

Novi 506,09 551,13 558,78 1,39 - 0,21 10,41 6,33

Pinerolo 533,39 568,77 566,79 - 0,35 - 1,92 6,26 2,34

Rivoli 555,37 582,59 590,58 1,37 - 0,22 6,34 2,41 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

I Comuni nei quali, a parità di consumo stimato, la spesa per il gas di uso dometstico è più elevata sono Cuneo, Biella e Torino, quello in cui viceversa si spende di meno è Verbania. La differenza tra la città più cara e la meno cara è di circa 75 euro (+13,94%). Nella metà dei centri urbani monitorati la spesa si attesta attorno a 550/560 euro all’anno, mentre in altri sei Comuni è di circa 600 euro (figura 19).

60

Figura 19: Andamento della spesa dei single per il gas negli anni 2005 - 2007

480

490

500

510

520

530

540

550

560

570

580

590

600

610

620

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Nel 2007 gli aumenti maggiori si sono registrati a Cuneo (+3,82%) e a Bra (+3%). Ampliando l’orizzonte temporale al triennio 2005-2007, si notano variazioni di spesa molto più significative, in alcuni casi superiori al 10%. L’unica eccezione è rappresentata da Alba, che ha visto diminuire lievemente la spesa. Tenuto conto dell’incidenza della dinamica inflattiva, nell’ultimo anno si riscontrano variazioni in molti casi pari o inferiori al tasso di inflazione.12 Se invece si osserva la dinamica del triennio, si constata come in tutti i Comuni analizzati, tranne uno, si siano rilevati incrementi nettamente superiori al tasso di inflazione, con punte di oltre il 6 ed il 7%. Prendendo in considerazione le famiglie formate da tre persone, la spesa media - a parità di consumo stimato - oscilla tra 1.105 e 1.236 euro, con una differenza tra il valore minimo e quello massimo di circa il 12% (tabella 31).

12 Secondo i dati Istat l’inflazione media annua in Italia è stata del 2,1% nel 2006 e dell’1,8% nel 2007 (Indici nazionali dei prezzi al consumo NIC con tabacchi).

61

Tabella 31: Spesa per il gas di uso domestico per le famiglie di tre componenti anni 2005 - 2007

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione % al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su

2005

Variazione % al netto

dell’inflazione

Alessandria

1.020,84 1.105,82 1.105,47 - 0,03 - 1,61 8,29 4,29

Asti

1.060,80 1.129,75 1.180,89 4,53 2,88 11,32 7,21

Biella

1.107,20 1.129,75 1.180,89 4,53 2,88 6,66 2,72

Cuneo

1.058,61 1.129,75 1.180,89 4,53 2,88 11,55 7,43

Novara

997,46 1.087,84 1.137,15 4,53 2,89 14,01 9,79

Torino

1.092,62 1.192,09 1.236,92 3,76 2,13 13,21 9,03

Verbania

994,73 1.060,91 1.115,32 5,13 3,47 12,12 7,98

Vercelli

1.033,50 1.122,54 1.172,89 4,49 2,84 13,49 9,30

Alba

1.125,44 1.118,96 1.172,85 4,82 3,17 4,21 0,36

Bra

976,07 1.058,93 1.140,62 7,71 6,02 16,86 12,54

Casale

1.004,43 1.120,37 1.172,42 4,65 3,00 16,73 12,41

Chieri

1.090,30 1.174,97 1.224,72 4,23 2,59 12,33 8,18

Moncalieri

1.097,11 1.182,74 1.232,44 4,20 2,56 12,33 8,19

Novi

1.000,65 1.108,84 1.161,23 4,72 3,08 16,05 11,76

Pinerolo

1.043,18 1.127,10 1.173,28 4,10 2,46 12,47 8,32

Rivoli

1.083,69 1.152,87 1.217,19 5,58 3,92 12,32 8,17

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

La città più cara è Torino, quella più economica Alessandria. In molti Comuni (sette su sedici) la spesa annuale si attesta intorno a 1.170-1.180 euro. Nel 2007 si sono verificati aumenti intorno al 4-5% in quasi tutte le città analizzate, con una punta del 7% a Casale Monferrato. L’unica eccezione è rappresentata da Alessandria, dove si è registrata una seppur lievissima diminuzione della spesa (figura 20).

62

Figura 20: Andamento della spesa dei nuclei di tre componenti per il gas negli anni 2005 - 2007

950

970

990

1010

1030

1050

1070

1090

1110

1130

1150

1170

1190

1210

1230

1250

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si considerano i prezzi al netto dell’inflazione, si nota come, in tutti i Comuni ad eccezione di Alessandria, si siano verificati aumenti superiori al tasso di inflazione annua. Ponendo i valori a confronto, a prezzi correnti le variazioni si attestano intorno al 3-4%. Se si considera la dinamica del triennio, sull’intero campione allo studio si registrano aumenti di spesa che variano dal 4% al 17%. La crescita più contenuta si è avuta ad Alba, Biella ed Alessandria, quella più rilevante a Novi Ligure, Casale Monferrato e Chieri. Nella maggior parte delle città le variazioni sono oscillate tra l’11% e il 14%. Anche se si tiene conto del peso dell’inflazione, si evidenziano aumenti elevati sia nel 2007, sia, maggiormente, nell’arco del triennio 2005-2007. In base ai dati 2007, nelle famiglie più numerose (cinque componenti) la spesa per il gas di uso domestico oscilla tra 1.400 e 1.550 euro l’anno, con una differenza tra la spesa minima e quella massima pari a circa il 10,7%. La città più cara è Torino, la più economica è Verbania. In molti casi la spesa per questa tipologia familiare si attesta intorno ai 1.450 euro (tabella 32).

63

Tabella 32: Spesa dei nuclei di cinque componenti per il gas negli anni 2005 - 2007

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su

2005

Variazione al netto

dell’inflazione

Alessandria 1.334,78 1.450,40 1.449,24 - 0,08 - 1,65 8,58 4,56 Asti 1.383,95 1.503,47 1.501,70 - 0,12 - 1,69 8,51 4,50 Biella 1.461,68 1.505,58 1.504,06 - 0,10 - 1,67 2,90 - 0,90 Cuneo 1.444,81 1.506,17 1.504,65 - 0,10 - 1,67 4,14 0,30 Novara 1.303,16 1.425,70 1.421,53 - 0,29 - 1,86 9,08 5,05 Torino 1.425,85 1.560,09 1.550,20 - 0,63 - 2,20 8,72 4,71 Verbania 1.304,24 1.392,94 1.395,59 0,19 - 1,39 7,00 3,05 Vercelli 1.350,29 1.471,22 1.468,39 - 0,19 - 1,76 8,75 4,73 Alba 1.472,96 1.466,42 1.468,35 0,13 - 1,45 - 0,31 - 4,00 Bra 1.275,43 1.468,81 1.426,86 - 2,86 - 4,39 11,87 7,74 Casale 1.313,33 1.468,39 1.467,74 - 0,04 - 1,62 11,76 7,63 Chieri 1.422,59 1.537,88 1.534,28 - 0,23 - 1,81 7,85 3,87 Moncalieri 1.431,49 1.548,04 1.544,38 - 0,24 - 1,81 7,89 3,90 Novi 1.309,75 1.457,41 1.453,32 - 0,28 - 1,85 10,96 6,86 Pinerolo 1.361,79 1.476,06 1.467,90 - 0,55 - 2,12 7,79 3,81 Rivoli 1.413,90 1.509,29 1.524,38 1,00 - 0,59 7,81 3,83

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica della spesa nell’ultimo anno, si nota una tendenza, seppur lieve, ad una diminuzione dei prezzi che ha interessato tutte le città, tranne Alba e Rivoli. La maggiore diminuzione della spesa si è registrata a Bra (- 2,86%), mentre l’incremento più elevato si è avuto a Rivoli (+1%). Quanto al peso dell’inflazione, si vede come nel 2007 per le famiglie numerose, anche nelle città che hanno subito aumenti, questi siano stati comunque inferiori al tasso di inflazione annuo (figura 21).

64

Figura 21: Andamento della spesa dei nuclei di cinque componenti per il gas negli anni 2005 - 2007

1250

1270

1290

1310

1330

1350

1370

1390

1410

1430

1450

1470

1490

1510

1530

1550

1570

1590

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Valutando la dinamica del triennio, invece, si evidenziano aumenti significativi in molte città, che, anche sottraendo il peso dell’inflazione, possono arrivare a quasi il 7% e l’8%. Le uniche eccezioni sono rappresentate da Alba, che ha diminuito la spesa reale del 4% e Biella, dove la spesa è scesa di circa l’1%. In molti casi, tuttavia, i maggiori rincari hanno contribuito a riequilibrare una situazione di partenza molto difforme, come dimostra il fatto che i Comuni che hanno registrato gli aumenti più elevati in genere siano quelli che mantengono la spesa più bassa. Se si raffrontano gli aumenti subiti nel corso del triennio dalle diverse tipologie familiari, si nota come gli incrementi maggiori abbiano interessato la famiglia media di tre persone, in tutte le città tranne Biella. L’impatto minore, invece, ha riguardato le persone che vivono sole in tutti i Comuni, tranne che a Bra, Biella e Cuneo (tabella 33, figura 22).

65

Figura 22: Aumento della spesa per il gas registrato tra il 2005 e il 2007 nei diverse tipologie familiari

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

Alba

Bra

Casale

Chieri

Ivrea

Moncalieri

Novi

Pinerolo

Rivoli

Cinquepersone

Trepersone

Unapersona

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

66

Tabella 33: Aumento percentuale della spesa per il gas per città e tipologia di famiglia (anni 2005 – 2007)

Comune Un componente Tre componenti Cinque componenti

Alessandria 7,12 8,29 8,58

Asti 7,05 11,32 8,51

Biella 10,51 6,66 2,90

Cuneo 11,53 11,55 4,14

Novara 7,62 14,01 9,08

Torino 7,35 13,21 8,72

Verbania 6,46 12,12 7,00

Vercelli 7,28 13,49 8,75

Alba - 0,78 4,21 - 0,31

Bra 10,15 16,86 11,87

Casale 10,71 16,73 11,76

Chieri 6,39 12,33 7,85

Moncalieri 6,43 12,33 7,89

Novi 10,41 16,05 10,96

Pinerolo 6,26 12,47 7,79

Rivoli 6,34 12,32 7,81 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Ultime considerazioni, infine, sul prezzo del gas a metro cubo per le diverse tipologie di famiglia considerate, che subisce un’oscillazione tra 0,66 e 0,77 euro a metro cubo. Nella maggior parte dei Comuni su cui sono state effettuate le rilevazioni, il prezzo unitario del gas a metro cubo è più alto per le famiglie medie (tre componenti) rispetto alle altre tipologie, con una differenza che varia da 1 a 4 centesimi di euro (tabella 34).

67

Tabella 34: Spesa per il gas di uso domestico nel 2007 (Euro/mc)

Comune Un componente Tre componenti Cinque componenti

Alessandria 0,69 0,69 0,69

Asti 0,73 0,74 0,72

Biella 0,76 0,74 0,72

Cuneo 0,76 0,74 0,72

Novara 0,68 0,71 0,68

Torino 0,75 0,77 0,74

Verbania 0,66 0,70 0,66

Vercelli 0,71 0,73 0,70

Alba 0,71 0,73 0,70

Bra 0,68 0,71 0,68

Casale 0,71 0,73 0,70

Chieri 0,74 0,77 0,73

Moncalieri 0,75 0,77 0,74

Novi 0,70 0,73 0,69

Pinerolo 0,71 0,73 0,70

Rivoli 0,74 0,76 0,73 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

In due Comuni (Biella e Cuneo) sono applicati prezzi al metro cubo più elevati per i single, mentre un Comune (Alessandria) applica esattamente la stessa tariffa (0,69 euro al metro cubo) a tutte le tre tipologie familiari considerate. Il prezzo della materia è più basso per le famiglie numerose in dodici centri su sedici. In genere la differenza è di un centesimo di euro, in due casi (Biella e Cuneo) di 4 centesimi, che, su un consumo stimato di 2100 metri cubi l’anno, corrispondono rispettivamente a 21 ed a 84 euro. In queste città si tende quindi a favorire le famiglie numerose, il che, per contro, significa non penalizzare i consumi elevati.

68

La spesa complessiva e l’impatto sui consumi

L’analisi riguarda la spesa complessiva per i tre Servizi Pubblici considerati (acqua, rifiuti e gas) nei capoluoghi di provincia e in altre otto città piemontesi, situate in provincia di Torino (Chieri, Moncalieri, Pinerolo e Rivoli), in provincia di Alessandria (Casale Monferrato e Novi Ligure) ed in provincia di Cuneo (Alba e Bra). Nel 2007 la spesa complessiva per i tre Servizi Pubblici da parte delle persone che risiedono sole si è situata tra circa 690 e 830 euro, con una differenza tra la città più cara e quella meno cara di circa 140 euro, pari al 20%, approssimativamente un quinto in più. I Comuni nei quali si è speso di più sono stati Biella, Asti, Moncalieri e Torino, quello in cui si è speso di meno Novara, l’unico centro in cui la spesa complessiva è stata inferiore a 700 euro (tabella 35).

Tabella 35: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da una sola persona

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

2006

Variazione al netto

dell’inflazione

Variazione % 2007 su

2005

Variazione al netto

dell’inflazione

Alessandria 709,67 745,97 746,93 0,13 - 1,55 5,25 1,26 Asti 775,38 815,52 816,22 0,08 - 1,59 5,27 1,28 Biella 759,53 825,41 829,56 0,50 - 1,18 9,22 5,08 Cuneo 701,90 742,26 764,53 3,00 1,28 8,92 4,80 Novara 615,91 654,85 686,24 4,79 3,04 11,42 7,20 Torino 755,54 804,32 807,72 0,42 - 1,26 6,91 2,86 Verbania 663,04 688,59 731,62 6,25 4,47 10,34 6,16 Vercelli 685,99 727,48 740,92 1,85 0,14 8,01 3,92

Alba 705,30 698,93 753,93 7,87 6,07 6,89 2,84

Bra 655,88 690,37 743,70 7,72 5,92 13,39 9,09

Casale 684,85 743,40 760,35 2,28 0,57 11,02 6,82

Chieri 684,94 722,20 726,52 0,60 - 1,08 6,07 2,05

Moncalieri 822,34 809,40 812,61 0,40 - 1,28 - 1,18 - 4,93

Novi 659,05 711,35 738,26 3,78 2,05 12,02 7,78

Pinerolo 713,63 746,77 748,04 0,17 - 1,51 4,82 0,85

Rivoli 709,63 739,35 750,59 1,52 - 0,18 5,77 1,77 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Il peso maggiore è rappresentato dalla tariffa gas che rappresenta fra il 70 e l’80% del totale della spesa (tabella 36).

69

Tabella 36: Peso dei diversi servizi sul costo totale

1 componente 3 componenti 5 componenti

Spesa annua (Euro) min max min max min max

Servizio idrico 33 98 72 197 115 325

Gestione dei rifiuti 76 163 152 291 171 402

Erogazione gas 525 621 1105 1236 1395 1550

Totale 634 882 1329 1724 1681 2277

1 componente 3 componenti 5 componenti

Spesa annua (%) min max min max min max

Servizio idrico 5,21 11,11 5,42 11,43 6,84 14,27

Gestione dei rifiuti 11,99 18,48 11,44 16,88 10,17 17,65

Erogazione gas 82,81 70,41 83,15 71,69 82,99 68,07

Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica della spesa nell’ultimo anno, si evidenziano aumenti in tutti i Comuni considerati, che vanno da un lievissimo 0,08% ad Asti a quasi l’8% di Alba. Se tuttavia si tiene conto dell’incidenza dell’inflazione13, si nota come la spesa reale sia in effetti diminuita, seppur lievemente, in otto delle sedici città prese in esame (figura 23).

13 Secondo i dati Istat, l’inflazione media annua in Italia è stata del 2,1% nel 2006 e dell’1,8% nel 2007 (Indici Nazionali dei prezzi al consumo NIC con tabacchi).

70

Figura 23: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per i single

600610620630640650660670680690700710720730740750760770780790800810820830840850

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Passando alla dinamica del triennio 2005-2007, si notano, invece, aumenti significativi in tutti i Comuni, con punte che arrivano al 12% e 13%. In tutti i casi, infatti, si sono registrati incrementi superiori alla dinamica inflattiva, con la sola eccezione di Moncalieri, dove, a prezzi correnti, nell’arco del triennio la spesa dei single è diminuita di quasi il 5%. In sostanza, come mostra il grafico precedente, nell’ambito dei sedici Comuni monitorati, è possibile individuare tre blocchi, o fasce di spesa, che non si intersecano mai nell’arco del periodo considerato. Alla fascia di prezzo più alto appartengono Biella, Asti, Torino e Moncalieri. Quest’ultima, che era la città più cara nel 2005, è passata al terzo posto nel 2007, superata da Biella ed Asti. Nella fascia più bassa si posiziona solo Novara, mentre l’area intermedia comprende tutte le altre città, con una spesa che nel 2005 si collocava grossomodo tra 650 e 720 euro e nel 2007 tra 720 e 770 euro. Per i nuclei familiari composti da tre persone, la spesa complessiva oscilla approssimativamente tra 1.420 euro e 1.650 euro annui, con una differenza di circa 230 euro tra il livello minimo e quello massimo, pari al 16%. Nella metà dei casi considerati la spesa si attesta attorno a 1.500-1.550 euro. Le città più care sono Moncalieri, Asti e Biella, le più economiche, a parità di consumi stimati, Novara e Cuneo (tabella 37).

71

Tabella 37: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da tre persone

2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria

1.395,47 1.483,50 1.485,13 0,11 - 1,56 6,43 2,39

Asti

1.511,91 1.590,65 1.641,79 3,21 1,49 8,59 4,48 Biella

1.543,78 1.578,45 1.636,84 3,70 1,97 6,03 2,01 Cuneo

1.312,15 1.383,30 1.434,43 3,70 1,96 9,32 5,18 Novara

1.230,32 1.320,71 1.418,59 7,41 5,62 15,30 10,93 Torino

1.416,76 1.526,54 1.584,40 3,79 2,06 11,83 7,60 Verbania

1.321,23 1.385,76 1.472,28 6,24 4,47 11,43 7,21 Vercelli

1.359,94 1.457,31 1.528,57 4,89 3,14 12,40 8,14 Alba

1.333,71 1.327,23 1.448,60 9,14 7,32 8,61 4,50 Bra

1.294,52 1.385,20 1.525,90 10,16 8,32 17,87 13,41 Casale

1.349,64 1.476,90 1.557,97 5,49 3,73 15,44 11,06 Chieri

1.323,46 1.445,82 1.506,87 4,22 2,48 13,86 9,55 Moncalieri

1.478,47 1.594,84 1.653,31 3,67 1,93 11,83 7,59 Novi

1.300,47 1.424,26 1.513,49 6,26 4,49 16,38 11,97 Pinerolo

1.391,55 1.474,50 1.529,45 3,73 1,99 9,91 5,75 Rivoli

1.394,30 1.470,22 1.543,31 4,97 3,22 10,69 6,49 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica della spesa, si evidenziano incrementi generalizzati, che, per il 2007, si attestano in molti casi intorno al 3-4% per arrivare, in un paio di situazioni, al 9% e 10%. Al contrario, se si considera l’intero triennio si riscontrano aumenti nella maggior parte dei casi superiori al 10%, con punte fino al 16% e 17%. Si tratta, quindi, di percentuali nettamente superiori al tasso inflattivo. Solo ad Alessandria, infatti, se si tiene conto del peso dell’inflazione, si riscontra una lievissima diminuzione della spesa tra il 2007 ed il 2006 (figura 24).

72

Figura 24: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per le famiglie di tre persone

1200

12201240

1260

12801300

1320

13401360

1380

14001420

1440

1460

14801500

1520

15401560

1580

16001620

1640

16601680

1700

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Per le famiglie più numerose (cinque componenti) la spesa complessiva per acqua, rifiuti e gas oscilla tra 1.790 euro e 2.175 euro, con una differenza tra la spesa minima e quella massima di circa 385 euro, pari a oltre il 20%. In molti casi la spesa si attesta attorno a 1.900-1.950 euro l’anno. I Comuni nei quali si spende di più sono Asti, Biella e Moncalieri, quelli nei quali si spende di meno sono Novara, Cuneo ed Alba (tabella 38).

73

Tabella 38: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da cinque persone

Comune 2005 2006 2007 Variazione % 2007 su

Variazione al netto

Variazione % 2007 su

Variazione al netto Alessandria

1.882,68 2.006,90 2.010,07 0,16 - 1,52 6,77 2,72

Asti

2.015,15 2.146,77 2.174,70 1,30 - 0,39 7,92 3,83 Biella

2.086,91 2.163,45 2.173,18 0,45 - 1,23 4,13 0,19 Cuneo

1.759,97 1.821,34 1.819,81 - 0,08 - 1,75 3,40 - 0,52 Novara

1.603,33 1.725,86 1.791,95 3,83 2,09 11,76 7,53 Torino

1.846,88 1.996,04 2.006,04 0,50 - 1,18 8,62 4,50 Verbania

1.717,05 1.808,64 1.856,96 2,67 0,96 8,15 4,05 Vercelli

1.784,48 1.917,79 1.947,42 1,54 - 0,15 9,13 5,00 Alba

1.744,37 1.737,83 1.840,47 5,91 4,14 5,51 1,51 Bra

1.690,54 1.883,92 1.933,66 2,64 0,92 14,38 10,05 Casale

1.786,83 1.959,11 1.995,35 1,85 0,15 11,67 7,44 Chieri

1.812,24 1.953,55 1.969,05 0,79 - 0,89 8,65 4,54 Moncalieri

1.914,48 2.151,05 2.162,62 0,54 - 1,14 12,96 8,68 Novi

1.705,26 1.875,89 1.914,66 2,07 0,36 12,28 8,03 Pinerolo

1.813,87 1.926,99 1.934,06 0,37 - 1,31 6,63 2,59 Rivoli

1.819,97 1.927,01 1.957,34 1,57 - 0,12 7,55 3,47 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica della spesa, si notano nell’ultimo anno incrementi tutto sommato modesti, non superiori al 3%. Le uniche eccezioni sono Novara e Alba, ma come è già stato sottolineato, queste sono le città che mantengono la spesa più bassa. La situazione è diversa se si considera l’arco del triennio. In questo caso, infatti, si evidenziano incrementi nettamente maggiori, che in diversi casi arrivano oltre il 10%, con punte del 13% e 14%. Se si tiene conto della dinamica inflattiva, tuttavia, si riscontrano nell’ultimo anno diversi casi nei quali gli incrementi sono stati inferiori al tasso di inflazione. Sul triennio, invece, a prezzi correnti si registrano incrementi in molti casi del 4-5%, fino all’8-10% (figura 25).

74

Figura 25: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per le famiglie di cinque componenti

1600162016401660168017001720174017601780180018201840186018801900192019401960198020002020204020602080210021202140216021802200

2005 2006 2007

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbania

Vercelli

ALBA

BRA

CASALE

CHIERI

MONCALIERI

NOVI

PINEROLO

RIVOLI

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Se si osserva la dinamica della spesa nel triennio per città e per tipologia familiare, si può notare come, in quasi tutti i casi (quattordici Comuni su sedici), gli incrementi abbiano penalizzato maggiormente la tipologia intermedia di famiglia (tre persone). In dodici Comuni su sedici gli aumenti hanno avuto un’incidenza percentuale minore sulle persone che vivono sole rispetto alle altre categorie. I single, pertanto, rappresentano quella meno penalizzata dai rincari tariffari nel triennio (tabella 39).

75

Tabella 39: Dinamica della spesa per SPL per città e tipologia di famiglia anni 2005 – 2007

Comune Un componente

Variazione % al netto

dell’inflazione

Tre componenti

Variazione % al netto

dell’inflazione

Cinque componenti

Variazione % al netto

dell’inflazione

Alessandria

5,25 1,26 6,43 2,39 6,77 2,72 Asti

5,27 1,28 8,59 4,48 7,92 3,83 Biella

9,22 5,08 6,03 2,01 4,13 0,19 Cuneo

8,92 4,80 9,32 5,18 3,40 - 0,52 Novara

11,42 7,20 15,30 10,93 11,76 7,53 Torino

6,91 2,86 11,83 7,60 8,62 4,50 Verbania

10,34 6,16 11,43 7,21 8,15 4,05 Vercelli

8,01 3,92 12,40 8,14 9,13 5,00 Alba

6,89 2,84 8,61 4,50 5,51 1,51 Bra

13,39 9,09 17,87 13,41 14,38 10,05 Casale

11,02 6,82 15,44 11,06 11,67 7,44 Chieri

6,07 2,05 13,86 9,55 8,65 4,54 Moncalieri

- 1,18 - 4,93 11,83 7,59 12,96 8,68 Novi

12,02 7,78 16,38 11,97 12,28 8,03 Pinerolo

4,82 0,85 9,91 5,75 6,63 2,59 Rivoli

5,77 1,77 10,69 6,49 7,55 3,47 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

È interessante porre in relazione la spesa complessiva per acqua, gas e rifiuti con i dati relativi ai consumi per area geografica e tipologia familiare di riferimento. I dati sui consumi delle famiglie piemontesi sono annualmente rilevati da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con l’Osservatorio regionale sul commercio della Regione Piemonte. Nel 2007 la ricerca è stata condotta su un campione di 809 famiglie residenti nei capoluoghi di provincia. 89 per Alessandria, 90 per Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli e 180 per Torino. La tabella seguente mostra i dati sui consumi medi mensili rilevati da Unioncamere, ripartiti per capoluogo di provincia e numero dei componenti il nucleo familiare (tabella 40).

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Tabella 40: Media di spese totali per numero di componenti della famiglia

Numero componenti Totale complessivo14

Provincia/n. componenti 1 2 3 4 5 6

Alessandria 1542 2483 3014 3668 2395 0 2.501

Asti 1622 1922 2539 2787 2504 0 2.082

Biella 1769 2734 2761 3301 4042 2.677

Cuneo 2017 2914 3102 3925 2653 2.904

Novara 1648 2627 3084 3815 2701 0 2.637

Torino 1805 2635 3184 2971 3313 3451 2.457

Verdelli 1495 2376 2844 3526 3807 0 2.467

Verbano C.O. 1944 2294 2601 2079 5033 0 2.342

Totale complessivo 1755 2504 2907 3334 3424 3382 2.503

Fonte: Unioncamere Piemonte, Regione Piemonte "La spesa delle famiglie piemontesi" Anno 2007

Sulla base dei dati forniti da Unioncamere, sono state elaborate le stime relative ai consumi annuali nei sedici Comuni oggetto del monitoraggio. Per le città non capoluogo sono stati assunti come riferimento i valori provinciali (tabella 41).

Tabella 41: Media dei consumi su base annua per comune e tipologia familiare anno 2007

Comune Un componente

Tre componenti

Cinque componenti

Alessandria

18.504,00 36.168,00 28.740,00

Asti

19.464,00 30.468,00 30.048,00

Biella

21.228,00 33.132,00 39.468,00

Cuneo

24.204,00 37.224,00 39.468,00

Novara

19.776,00 37.008,00 32.412,00

Torino

21.660,00 38.208,00 39.756,00

Verbania

23.328,00 31.212,00 60.396,00

Vercelli

17.940,00 34.128,00 45.684,00

Alba

24.204,00 37.224,00 39.468,00

Bra

24.204,00 37.224,00 39.468,00

Casale

18.504,00 36.168,00 28.740,00

Chieri

21.660,00 38.208,00 39.756,00

Moncalieri

21.660,00 38.208,00 39.756,00

Novi

18.504,00 36.168,00 28.740,00

Pinerolo

21.660,00 38.208,00 39.756,00

Rivoli

21.660,00 38.208,00 39.756,00

Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Ponendo a confronto la spesa complessiva delle tre tipologie di famiglia analizzate con i consumi rilevati nelle diverse città, si è potuto stimare l’impatto percentuale della spesa per i tre Servizi Pubblici monitorati sui consumi totali delle famiglie (tabella 42).

14 Al netto dell'acquisto di autoveicoli.

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Tabella 42: Impatto in percentuale della spesa per SPL sui consumi totali anno 2007

Comune Un componente

Tre componenti

Cinque componenti

Alessandria 4,04 4,11 6,99 Asti 4,19 5,39 7,24 Biella 3,91 4,94 5,51 Cuneo 3,16 3,85 4,61 Novara 3,47 3,83 5,53 Torino 3,73 4,15 5,05 Verbania 3,14 4,72 3,07 Vercelli 4,13 4,48 4,26

Alba 3,11 3,89 4,66

Bra 3,07 4,10 4,90

Casale 4,11 4,31 6,94

Chieri 3,35 3,94 4,95

Moncalieri 3,75 4,33 5,44

Novi 3,99 4,18 6,66

Pinerolo 3,45 4,00 4,86

Rivoli 3,47 4,04 4,92 Fonte: elaborazione Fondazione per l’Ambiente

Come mostra la tabella precedente, la spesa per l’acqua, il gas e il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti incide sui consumi delle famiglie piemontesi per una percentuale che varia dal 3% al 4% per le persone che vivono da sole, dal 4% al 5% per le famiglie formate da tre persone e dal 3% al 7% per i nuclei con cinque componenti. Per quest’ultima tipologia di famiglia, in particolare, nella metà dei Comuni considerati, la spesa complessiva rappresenta oltre il 5% dei consumi, con punte fino al 7%. È importante notare, quindi, come il rapporto tra spesa per Servizi Pubblici e consumi abbia un impatto elevato soprattutto sulle famiglie numerose. Ciò dipende dal fatto che, mentre da un lato, i nuclei di cinque componenti sostengono maggiori spese per i Servizi Pubblici (cfr. capitoli precedenti), dall’altro, in molti Comuni, risultano avere in media consumi inferiori alle famiglie di quattro e tre persone. La spesa per Servizi Pubblici da parte delle famiglie numerose è sicuramente uno dei nodi centrali del problema, connesso all’esigenza di sostenere le fasce deboli, compresi gli anziani soli. Può essere interessante, perciò, confrontare la spesa per i Servizi Pubblici esaminati con alcune ipotesi relative ai redditi, soprattutto per valutarne l’impatto sulle categorie meno agiate. Facendo riferimento all’anno 2007, proviamo, ad esempio, a considerare una persona anziana che vive sola e percepisce un reddito annuale da pensione pari a circa 11.500 euro l’anno (circa 885 euro mensili). La percentuale di reddito che dovrà utilizzare per pagare le bollette dell’acqua, dei rifiuti e del gas potrà variare dal 6% ad oltre il 7%, a

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seconda del comune di residenza15. Se invece ipotizziamo un giovane all’inizio della carriera lavorativa, con uno stipendio netto di circa 16.000 euro l’anno, la percentuale di reddito che dovrà destinare al pagamento dei servizi citati sarà intorno al 4,5-5%. Per i nuclei di tre persone, si consideri una famiglia composta da due adulti ed un minore, con due stipendi da lavoro dipendente, corrispondenti ad un reddito annuale netto complessivo di circa 40.000 euro. In questo caso, la spesa per acqua, rifiuti e gas oscillerà tra il 3,5% e il 4% dei consumi totali. Se, invece, la stessa famiglia, ad esempio, potesse contare solo su un reddito da lavoro a tempo pieno ed uno part-time, per un reddito netto complessivo di circa 30.000 euro, la percentuale da destinare al pagamento delle bollette varierebbe tra il 4,5% ed il 5,5%. Una situazione particolarmente critica si configura se si immagina una famiglia di tre persone, monogenitore con due figli a carico e un reddito annuale derivante da un normale stipendio da lavoro dipendente non qualificato, pari a circa 17.000 euro. In questo caso la spesa per acqua, gas e rifiuti peserebbe per circa l’8-10% del reddito. Per le famiglie formate da cinque componenti, si consideri in primo luogo un nucleo composto da tre adulti e due minori: ad esempio, una coppia con due figli ed un anziano convivente. Assumendo un reddito complessivo pari a circa 50.000 euro l’anno (due stipendi ed una pensione), si ottiene una percentuale di spesa per i tre Servizi Pubblici intorno al 4% del totale. Se, invece, si prende in considerazione una coppia con tre figli e due redditi da lavoro dipendente, per un totale netto annuale di circa 40.000 euro, la spesa potrà variare dal 4,5% al 5,5%. Per concludere, se si ipotizza un reddito da lavoro a tempo pieno ed uno part-time (30.000 euro), la percentuale da destinare al pagamento delle bollette di acqua, rifiuti e gas si collocherà verosimilmente tra il 6% ed

15 Alcuni Comuni prevedono sovvenzioni, esenzioni o sconti rivolti alle fasce più deboli. Per quanto riguarda, ad esempio, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, il Comune di Torino applica, alle famiglie in condizioni economiche disagiate, una riduzione dell’importo della cartella relativa alla Tassa Rifiuti 2007 dell’abitazione principale, individuando tre fasce di reddito calcolato ai fini ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), cui corrispondono percentuali di sgravio diverse, articolate come segue: - prima fascia: euro 0 – 12.000 = 50% - seconda fascia: euro 12.001 – 16.000 = 30% - terza fascia: euro 16.001 – 22.000 = 20% Il Comune di Asti, nell’ambito degli interventi socio assistenziali, accorda ai soggetti che versino in condizione di grave disagio sociale ed economico l’esenzione dal pagamento della tariffa rifiuti per i locali direttamente abitati e con esclusione di quelli subaffittati. Prevede, inoltre, per particolari categorie d’utenza, l’erogazione di un contributo sino al 50 per cento della tariffa dovuta, sulla base di criteri definiti da un apposito atto. Gli interventi economici a carattere socio assistenziale a favore delle utenze domestiche sono erogati con modalità stabilite dalla Giunta Comunale e sulla base della definizione di fasce di reddito ISEE, concordate con le Organizzazioni Sindacali locali, entro le quali si accede ad un contributo che viene commisurato al numero dei componenti del nucleo familiare. Il Comune di Vercelli riduce di un terzo la tariffa unitaria prevista per lo smaltimento dei rifiuti in caso di abitazioni con unico occupante che risulti residente al 1° gennaio dell’anno di riferimento.

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oltre il 7%. Questi esempi sono ovviamente indicativi, basandosi su ipotesi di reddito generiche, tuttavia possono offrire un quadro abbastanza fedele della realtà. Una riflessione ancora più accurata dovrebbe essere avanzata a proposito dell’impatto della spesa per questi servizi sulle famiglie in condizione di povertà. Secondo i dati forniti dall’Istat, in Italia, le famiglie che nel 2007 si trovavano in condizioni di povertà relativa erano 2 milioni 653 mila e rappresentavano l’11,1% delle famiglie residenti. Nel complesso gli individui poveri erano 7 milioni 542 mila, il 12,8% della popolazione nazionale. In Piemonte le famiglie in povertà relativa nel 2007 sono risultate il 6,6%. La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere sul totale delle famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2007 è risultata pari a 986,35 euro (+1,6% rispetto alla linea del 2006). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono quindi classificate come relativamente povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti (tabella 43). Tabella 43: Scala di equivalenza e linee di povertà relativa per ampiezza della famiglia. Anno 2007,

euro per mese

Ampiezza della famiglia Coefficienti Linea di povertà

1 0,60 591,81 2 1,00 986,35 3 1,33 1.311,85 4 1,63 1.607,75 5 1,90 1.874,07 6 2,16 2.130,52

7 o più 2,40 2.367,24

Fonte: Istat, La povertà relativa in Italia nel 2007.

Raffrontando i dati dell’Istat sulla soglia di povertà con la spesa complessiva per i servizi oggetto del monitoraggio, si ottiene lo schema seguente (tabella 44).

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Tabella 44: Incidenza percentuale della spesa per acqua, gas, rifiuti per famiglie sulla soglia di povertà relativa e per comune

Comune Un componente Tre componenti Cinque componenti

Alessandria 10,52 9,43 8,94

Asti 11,49 10,43 9,67

Biella 11,68 10,40 9,66

Cuneo 10,77 9,11 8,09

Novara 9,66 9,01 7,97

Torino 11,37 10,06 8,92

Verbania 10,30 9,35 8,26

Vercelli 10,43 9,71 8,66

Alba 10,62 9,20 8,18

Bra 10,47 9,69 8,60

Casale 10,71 9,90 8,87

Chieri 10,23 9,57 8,76

Moncalieri 11,44 10,50 9,62

Novi 10,40 9,61 8,51

Pinerolo 10,53 9,72 8,60

Rivoli 10,57 9,80 8,70

Nostra elaborazione

La tabella rappresenta il peso che la spesa per il gas, l’acqua e la raccolta dei rifiuti avrebbe sui redditi più bassi, in mancanza delle sovvenzioni, esenzioni o sconti che molti Comuni attualmente riservano alle fasce più deboli. L’impatto della spesa per le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà, in assenza di agevolazioni, potrebbe quindi variare dall’8-9% per le famiglie di cinque persone al 9-10% per i nuclei di tre componenti, fino al 10-11% per le persone che vivono sole. Come si può facilmente intuire, una situazione di questo genere, considerato che questo tipo di consumi è difficilmente contenibile, evidenzia una vera e propria emergenza sociale, che al momento risulta moderata grazie agli interventi dei Comuni nel campo delle politiche sociali, ma che è indubbiamente destinata ad esplodere, qualora queste misure dovessero venire meno. Una via alternativa, finora poco praticata, potrebbe forse essere data dal recepimento di queste esigenze a monte, nelle politiche di articolazione tariffaria, in modo che sia comunque la collettività a farsi carico di una parte della spesa altrimenti imputata alle fasce più deboli. Si tratta tuttavia di una soluzione controversa, in quanto, così facendo, si inserirebbero elementi di tassazione nella costruzione di tariffe che, in quanto tali, dovrebbero soltanto tener conto del costo reale del servizio e non di altri aspetti non direttamente connessi con il medesimo.

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Bibliografia

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Sommario delle tabelle Tabella 1: Distribuzione delle famiglie piemontesi per numero di componenti .................... 14 Tabella 2: Consumo medio di gas in Piemonte per numero dei componenti la famiglia ..... 15 Tabella 3: Consumo medio di acqua per numero dei componenti la famiglia ....................... 15 Tabella 4: Superficie abitativa media per numero dei componenti la famiglia ....................... 15 Tabella 5: Metodi tariffari utilizzati .............................................................................................. 17 Tabella 6: Metodi tariffari adottati ................................................................................................ 18 Tabella 7: Valore della quota fissa nel 2007 ................................................................................ 24 Tabella 8: Dinamica della quota fissa (Euro/anno/utente) ...................................................... 25 Tabella 9: Articolazione tariffaria 2007 (Euro/mc) ................................................................... 27 Tabella 10: Articolazione tariffaria 2007 (metri cubi) ................................................................ 27 Tabella 11: Quota variabile fognatura e depurazione (Euro/mc) ............................................ 27 Tabella 12: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza ................................... 28 Tabella 13: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione ................................................. 29 Tabella 14: Agevolazioni applicate alla Tarsu ............................................................................. 32 Tabella 15: Tarsu applicata nel 2007 (Euro/mq) ....................................................................... 32 Tabella 16: Dinamica della Tarsu (Euro/mq) ............................................................................. 33 Tabella 17: Quota fissa(Euro/mq) ............................................................................................... 34 Tabella 18: Quota variabile (Euro/anno) .................................................................................... 34 Tabella 19: Dinamica della quota fissa nei comuni a tariffa (famiglia di tre persone) (Euro/mq) ........................................................................................................................................ 35 Tabella 20: Dinamica della quota variabile nei comuni a tariffa (famiglia di tre persone) – Euro/anno ....................................................................................................................................... 35 Tabella 21: Tariffe della quota variabile nel 2007 (Euro/mc) .................................................. 37 Tabella 22: Spesa per il servizio idrico nelle famiglie composte da un individuo anni 2005 – 2007 ................................................................................................................................................... 40 Tabella 23: Spesa per il servizio idrico in famiglie di tre componenti anni 2005 – 2007 ..... 42 Tabella 24: Spesa per il servizio idrico in famiglie di cinque componenti anni 2005 - 2007 44 Tabella 25: Prezzo dell’acqua a metro cubo per comune e tipologia di famiglia nel 2007 ... 46 Tabella 26: Spesa per raccolta e smaltimento rifiuti nei nuclei familiari composti da una sola persona (anni 2005 – 2007) ........................................................................................................... 51 Tabella 27: Dinamica della spesa per raccolta e smaltimento rifiuti da parte delle famiglie con tre componenti nei capoluoghi di Provincia piemontesi ................................................... 53 Tabella 28: Dinamica della spesa per raccolta e smaltimento rifiuti da parte delle famiglie con cinque componenti .................................................................................................................. 55 Tabella 29: Rapporto percentuale tra la spesa pro capite effettuata dalle famiglie di tre e cinque componenti rispetto ai single ............................................................................................ 57 Tabella 30: Spesa per il gas di uso domestico per i nuclei formati da una sola persona ....... 59 Tabella 31: Spesa per il gas di uso domestico per le famiglie di tre componenti anni 2005 - 2007 ................................................................................................................................................... 61 Tabella 32: Spesa dei nuclei di cinque componenti per il gas negli anni 2005 - 2007 ........... 63 Tabella 33: Aumento percentuale della spesa per il gas per città e tipologia di famiglia (anni 2005 – 2007) .................................................................................................................................... 66 Tabella 34: Spesa per il gas di uso domestico nel 2007 (Euro/mc) ......................................... 67

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Tabella 35: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da una sola persona ........................ 68 Tabella 36: Peso dei diversi servizi sul costo totale.................................................................... 69 Tabella 37: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da tre persone ................................. 71 Tabella 38: Spesa complessiva SPL per i nuclei formati da cinque persone .......................... 73 Tabella 39: Dinamica della spesa per SPL per città e tipologia di famiglia anni 2005 – 2007 ........................................................................................................................................................... 75 Tabella 40: Media di spese totali per numero di componenti della famiglia ............................... Tabella 41: Media dei consumi su base annua per comune e tipologia familiare anno 200776 Tabella 42: Impatto in percentuale della spesa per SPL sui consumi totali anno 2007 ........ 77 Tabella 43: Scala di equivalenza e linee di povertà relativa per ampiezza della famiglia. Anno 2007, euro per mese ........................................................................................................................ 79 Tabella 44: Incidenza percentuale della spesa per acqua, gas, rifiuti per famiglie sulla soglia di povertà relativa e per comune................................................................................................... 80

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Sommario delle figure

Figura 1: Dinamica della quota fissa............................................................................................. 25 Figura 2: Rapporto fra scaglione agevolato e scaglione massimo ............................................ 28 Figura 3: Dinamica della tariffa dello scaglione di prima eccedenza ....................................... 29 Figura 4: Dinamica della tariffa di fognatura e depurazione..................................................... 30 Figura 5: Valore della Tarsu nel 2007 (Euro/mq) ...................................................................... 32 Figura 6: Dinamica della Tarsu ..................................................................................................... 33 Figura 7: Tariffa variabile anno 2007 ........................................................................................... 37 Figura 8: Andamento della quota variabile della tariffa gas regolata dei diversi scaglioni .. 38 Figura 9: Andamento della spesa per il servizio idrico di nuclei familiari di una sola persona (anni 2005 – 2007) .......................................................................................................................... 41 Figura 10: Andamento della spesa per il servizio idrico in famiglie di tre componenti anni 2005 - 2007 ....................................................................................................................................... 43 Figura 11: Andamento della spesa per il servizio idrico in famiglie di cinque componenti anni 2005 - 2007 .............................................................................................................................. 45 Figura 12: Dinamica del prezzo dell’acqua a metro cubo per comune e tipologia di famiglia tra il 2005 e il 2007 ......................................................................................................................... 47 Figura 13: Aumento della spesa per il servizio idrico registrato tra il 2005 e il 2007 per diverse tipologie familiari ............................................................................................................... 48 Figura 14: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di un componente................................................................................................................................ 50 Figura 15: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di tre componenti ................................................................................................................................ 52 Figura 16: Andamento della spesa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in famiglie di cinque componenti ......................................................................................................................... 54 Figura 17: Spesa pro capite nel 2007 per composizione del nucleo famigliare ...................... 56 Figura 18: Spesa pro capite nel 2005 per composizione del nucleo famigliare ...................... 57 Figura 19: Andamento della spesa dei single per il gas negli anni 2005 - 2007 ...................... 60 Figura 20: Andamento della spesa dei nuclei di tre componenti per il gas negli anni 2005 - 2007 ................................................................................................................................................... 62 Figura 21: Andamento della spesa dei nuclei di cinque componenti per il gas negli anni 2005 - 2007 ....................................................................................................................................... 64 Figura 22: Aumento della spesa per il gas registrato tra il 2005 e il 2007 nei diverse tipologie familiari ............................................................................................................................................. 65 Figura 23: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per i single ......................... 70 Figura 24: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per le famiglie di tre persone ............................................................................................................................................. 72 Figura 25: Andamento della spesa totale per acqua, rifiuti e gas per le famiglie di cinque componenti ...................................................................................................................................... 74