le testimonianze epigrafiche arcaiche dall’emporion greco di gravisca

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SASSARI SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN ARCHEOLOGIA SUBACQUEA E DEI PAESAGGI COSTIERI  Settore L-ANT/02 Tesina di Storia della navigazione e del commercio marittimo dall'età arcaica all'ellenismo “LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALL’EMPORION GRECO DI GRAVISCA.” RELATORE: Giuseppe Di Carlo 

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analisi delle iscrizioni votive del santuario emporico di gravisca, finalizzato all'identificazione dei culti principali del sito

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  • 5/27/2018 LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION GRECO DI GRAVISCA

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    UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SASSARI

    SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE

    IN

    ARCHEOLOGIA SUBACQUEA E DEI PAESAGGI COSTIERI

    Settore L-ANT/02

    Tesina di Storia della navigazione e del commercio marittimo dall'et arcaica

    all'ellenismo

    LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION

    GRECO DI GRAVISCA.

    RELATORE: Giuseppe Di Carlo

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    Giuseppe Di Carlo

    LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION

    GRECO DI GRAVISCA.

    LO SCAVO1.

    Fino alla fine degli anni settanta del secolo scorso Gravisca non era altro che un nome che gli autori

    antichi riferivano alla colonia romana del 181 a.C.2; come la localizzazione fornita dagli itinerari

    antichi3

    , lungo le arterie stradali che si articolavano lungo la costa del medio Tirreno, erano mere

    supposizioni sino agli scavi condotti da Mario Torelli con la Soprintendenza dellEtruria

    meridionale nel 1969 lungo il litorale tarquiniese, con esplorazioni sistematiche dellarea, a seguito

    di interventi edilizi che rischiavano di minare lintegrit delle strutture murarie romane.

    Fecero seguito ricerche subacquee nella zona limitanea di porto celmentino4, nel 1977 da parte di

    Elizabeth Shuey dellUniversit del Texas al fine di individuare lantico frangiflutti del porto

    romano costituito da una massicciata di pietre calcaree lunga 250 m che trova confronti con Pyrgi e

    Cosa e databile al I d.C. Nella medesima area verso la fine degli anni settanta si concentr anchelattivit di Benvenuto Frau in collaborazione con il GAR ( Sezione subacquea Gruppo

    Archeologico Romano ) al fine di rintracciare le strutture portuali sottostanti quelle di epoca romana

    e che dalle indagini risultarono collocarsi allo scorcio del VI sec. Lapprestamento era costituito da

    pietra calcarea con diatoni a T. Dalla foto aerea ne venne desunta lipotesi di due bacini interrati a

    Nord dellabitato etrusco romano luno di forma rettangolare identificabile con il porto

    commerciale, laltro di forma esagonale in linea con la tipologia del cothon5.

    Nel contempo, con la prosecuzione delle indagini, M. Torelli mise in luce il santuario emporico

    greco. Esso era diviso da un asse viario con orientamento NO SE, lungo il quale si articolavano

    1Senza pretesa di esaustivit, in questa sede ci proporremo di descrivere solo i momenti principali di vita del santuarioemporico greco. Per una pi estesa e puntuale trattazione dellargomento i pi recenti contributi: M. Torelli,Il santuario

    greco di Gravisca, PP 32, 1977, pp. 398-458; L. Fiorini, Topografia generale e storia del santuario: analisi delcontesto e delle stratigrafie, in Gravisca: scavi nel santuario greco, I/1, Roma-Bari, Laterza 2005. Vedi anche L.

    Fiorini, M. Torelli, Quarant'anni di ricerche a Gravisca. inMaterial aspects of Etruscan religion. Proceedings of the

    international colloquium, Leiden, May 29 and 30, 2008, Leuven 2010, pp. 29-49.2Detta Graviscae secondo Servio, per la sua aria pestilenziale ideo Graviscae dictae sunt, quod gravem aerem

    sustinent o perch soffocata dall'effluvio palustre, secondo Namaziano ... quae premit aestivae saepe paludis odor

    o perch insalubre secondo Virgilio ... intempestaeque Graviscae.3Itinerarium maritium Antoninie la Tabula Peutingeriana.4Toponimo assunto dopo le opere di Clemente XII.

    5B. Frau, Gli antichi porti di Tarquinia, Roma 1982, p. 27; vedi anche F.Enei,Etruschi e Fenici sul mare da Pyrgi a

    Cartagine, 2006, p.45.

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    cinque edifici: due ad est ( e ) e tre ad ovest ( , ed ) (Fig. 1). Questi edifici furono interessati

    da diverse fasi edilizie, a partire dal VI , sino a giungere al III sec. a.C.6con la definitiva conquista

    romana e la successiva fondazione della colonia civium romanorumdel 181 a.C.

    Come sostiene Torelli7la presenza greca si attesta a Gravisca in maniera concomitante alla nascita

    dellinsediamento etrusco o quanto meno con una sua rapida ed unitaria espansione. A questa fase

    embrionale dellarea portuale graviscana legata una messe di materiali cospicua che attesta sin

    dallet arcaica la presenza di emporoi provenienti dalla Grecia e pi in particolare dalle coste

    dellAsia Minore, tradendo limportanza del loro apporto nel processo di formazione e di sviluppo

    degli insediamenti costieri etruschi, inserendoli nelle pi ampie dinamiche del commercio greco

    arcaico.

    Il santuario ebbe una complessa storia edilizia che ebbe inizio nei primi due decenni del VI sec.

    a.C., quando in uno

    spazio caratterizzato da

    unampia depressione, in

    una zona vicina a due

    pozzi, si impiant il

    primo edificio sacro. Esso

    consisteva in un piccolo

    sacello di pianta

    rettangolare, con

    orientamento E-O, con

    pronaos e adyton dalla

    pianta poco profonda,

    destinato al culto di

    Afrodite attestato dalle

    numerose dediche incise

    su ceramiche fini di

    fabbrica ionica, sia dalla

    tipologia delle offerte

    legate al mundus

    6In questa sede ci soffermeremo sulle fasi insediative che interessarono la presenza greca nellarea emporica.7M. Torelli 1977, p. 398. Sul problema della fondazione etrusca di matrice tarquiniese, di Gravisca, vedi anche M.

    Bonghi Jovino, Contesti, modelli e scambi di manufatti.Spunti per unanalisi culturale e socio-economica. La

    testimonianza di Tarquinia-Gravisca., in Gli Etruschi da Genova ad Ampurias, Atti XXIV 2002, Pisa 2006, p. 682.

    Figura 1 Pianta area di scavo santuario.

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    muliebris8. Accanto a questo edificio, in breve sorsero diversi apprestamenti metallurgici9, costituiti

    da piccoli forni e crogioli per fondere ferro e bronzo, situati in connessione a pozzi dai quali si

    traeva lacqua necessaria per la produzione. Dopo un parziale restauro occorso intorno al 570 a.C.

    questo primitivo edificio venne ricostruito in forma di megaronallungato alla met del VI sec. a.C.,

    affiancato a Nord da una sto e ad est da un secondo edificio di pianta rettangolare. Una completa

    trasformazione ha luogo tra il 530 e il 520 a.C. : si innesta un nuovo edificio a breve distanza dal

    precedente naose viene orientato verso sud.

    Esso costituito da sue sacelli affiancati con corte antistante sullo sfondo di un ampio portico;

    intorno al 480 a.C. viene messo in opera nel santuario un generale riassetto urbanistico con un

    grande ampliamento dellarea e un nuovo assetto stradale con andamento N-S che consentiva

    lingresso allarea sacra, dallabitato etrusco di Gravisca; in questa fase, in seguito a profondi

    cambiamenti politici e socio-economici, il santuario perse il suo carattere emporico. Gravisca pass

    nelle mani delloligarchia tarquiniese e si ebbe linterruzione della massiccia frequentazione greca,

    che da questo periodo svolse ruolo marginale. Le divinit greche che sino ad allora avevano tutelato

    gli scambi nellarea sacra, vennero soppiantate dai loro corrispettivi etruschi, per soddisfare le

    esigenze religiose dei locali. Questa fase vide anche linesorabile fine di ogni attivit produttiva

    legata alla metallurgia.

    I CULTI EMPORICI A GRAVISCA.

    Tra le divinit venerate nellemporio graviscano possiamo annoverare con certezza, grazie

    allimponente messe delle dediche rinvenute in situ: Afrodite, Era e Demetra, alle quali si associano

    dediche ad Apollo ed unaltra molto dibattuta dagli autori a Zeus/Dioscuri10.

    AFRODITE.

    Tra essi il pi antico culto sembra si debba attribuire ad Afrodite, secondo Torelli11. Alla Cipride

    andrebbe difatti assegnato il pi antico naiskos graviscano (edificio , zona I), nel quale sono stati

    8Trattasi di balsamari ed aryballoi anche infaence.

    9M. Torelli, Quali Greci a Gravisca?,inAnnali Fondazione Museo Claudio Faina 11,2004, p.122.

    10M. Torelli,Per la definizione del commercio greco-orientale: il caso di Gravisca, inPP 37,1982, pp.311-314; L.

    Moretti, Sulle iscrizioni greche di Gravisca,inEpigraphica 26, 1984, p.317; A. Johnston/ M. Pandolfini, Gravisca.

    Scavi nel santuario greco. Le iscrizioni 15,Bari 2000, p. 25, n.56. Nellopera sono trattate in modo esaustivo tutte le

    iscrizioni relative al santuario emporico di Gravisca, in particolare A. Johnston ha curato la redazione delle iscrizioni

    greche e latine, mentre M. Pandolfini invece si occupata di quelle relative allambito etrusco.11

    Torelli 1977, p. 42 7 sgg.

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    rinvenuti doni preziosi ed eccezionali12connessi allapertura stessa dellemporion; essi, sostiene

    Torelli, erano legati allintraprendenza del commercio foceo nel Tirreno tra la fine del VII e gli inizi

    del VI sec. a.C. con le fondazioni di Massalia ed Alalia e agli intensi rapporti che intrattennero con

    le popolazioni laziali, ove sorsero gliAphrodisia di Ardea e Lavinio13.Questi doni appartengono ad

    un orizzonte cronologico di gran lunga precedente la fondazione emporica di Gravisca, infatti

    troviamo frammenti di dinosdel Wild-Goat Style del 620-610 a.C. (Fig. 3), di produzione eolica

    nella Ionia settentrionale ed una coeva statuetta bronzea di Afrodite armata (Fig. 2), probabilmente

    corrispondente al primo galmadella dea.

    Torelli vede nella figura dellapromachosdi Gravisca, un riflesso dell Afrodite naucratite, dove ne

    era attestato il culto sin dal 660 a.C., cui la tradizione locale raccolta da Ateneo14, attribuiva origine

    cipriota. LAphrodisiondi Naucrati, inoltre, si trovava nel bel mezzo della fabbrica degli scarabei,cos come il sacello graviscano era attorniato da apprestamenti metallurgici. Il richiamo a Naucrati,

    viene altres enfatizzato dal Torelli15, in relazione alle numerose analogie tra i nomi dei dedicanti

    dellemporion egizio e quelli di Gravisca, ma su questo aspetto si torner pi avanti.

    12Torelli 2004, p.125.13

    M. Torelli,Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimonio tra archeologia e storia,Roma 1984.14

    Ateneo XV, 675 F.15

    Torelli 1982, p.126.

    Figura 3 Frr. Dinos Wild Goat Style.

    Figura 2 Statuetta Afrodite armata.

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    Le dediche ad Afrodite sono in larga parte in alfabeto etrusco, alcune delle quali coeve delle pi

    antiche greche, che testimoniano la coesistenza in loco di forme di culto greche ed etrusche e

    assicurano il perdurare del culto a questa dea lungo tutta la vita del santuario16. E proprio nelle

    dediche a Turanche durante il V sec. a.C. si assiste a due cambiamenti linguistici: la caduta delle

    vocali, creando cos la forma sincopata turns e il

    definitivo cambio della forma di possesso, dalla formula

    del vaso parlante, con miseguito dal genitivo (Fig. 4) a

    quella con il genitivo semplice (Fig. 5)17.

    Le poche dediche in greco alla divinit sono di notevole

    antichit, iscritte su coppe ioniche del tipo B3 o su

    frammenti di kylixdei Piccoli Maestri in alfabeto ionico, databili entrambe alla met del VI sec. a.C.

    (Fig. 6).

    Figura 5 Coppa ionica B3, VI a.C.

    HERA.

    Un altro culto che riveste notevole importanza allinterno dellemporion quello dedicato ad Hera,

    ubicato originariamente nelledificio , successivamente, durante i restauri del 550 a.C., associato al

    culto di Afrodite nelledificio nel sacello M. E stata riscontrata, per questo dea, una copiosa

    messe di dediche di matrice greca iscritte in alfabeto ionico, ad un solo esemplare invece si limitano

    le iscrizioni etrusche alla ctonia Uni.

    16Gravisca 15, p. 75.

    17Va ricordata la kylix attica a f.f. n.n. della Collezione Terrosi, detta da Tarquinia, databile al 480 a.C. , con iscrizione

    turunsche fa da cerniera fra le due formule attestate a Gravisca , mi turunse eturns.

    Figura 4 Labbro cratere laconico, VI a.C.

    Figura 6 Fondo argilla depurata, V a.C.

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    Tra i doni per linaugurazione dellemporio di Gravisca, trova luogo unesemplare di protome di

    grifo, pertinente ad un lebete bronzeo di produzione samia, rievocando il celebre passo erodoteo,

    ove mercanti samii di ritorno da Tartesso, prelevata la decima, dedicarono nel loro santuario ad

    Hera un vaso di bronzo a m di cratere argolico con intorno teste di grifi sporgenti 18.

    Inoltre le stesse statuette dellapromachos, anzich con Afrodite, sarebbero da identificare con Hera,

    molto comune a Samo, inoltre, una figura che reca diverse analogie con le due statuette dell

    Afrodite armata lHera armata effigiata su di una terracotta arcaica proveniente da Posidonia19.

    Diversi studiosi20inoltre hanno sostenuto la fondamentale importanza ricoperta dalla figura di Hera

    legata alle peregrinazioni marittime di epoca arcaica21, ribadendo limportanza della componente

    samia, ad essa legata, allo scorcio del VI sec. a.C. Nellorizzonte Tirrenico, imposero la loro

    presenza con la fondazione di Dicerachia avvenuta nel 531 a.C., in ambito siceliota a Zancle e la

    loro presenza nellemporio graviscano, dove troviamo numerose attestazioni della loro presenza sin

    dai primi momenti di vita dellemporion, tanto da far supporre a M. L. Haack22, che in realt siano

    stati i samii a fondare il santuario emporico greco di Gravisca.

    Come anticipato, nellarea santuariale si riscontra un ampio numero di iscrizioni greche votate alla

    divinit samia, iscritte principalmente su coppe ioniche B3 ( 560-30 a.C. ) (Fig. 7), su kylikesattiche

    dei Piccoli Maestri ( 550-30 a.C. ) e su frammenti di band - cupe lip cup( 550-30 a.C. ), redatte

    con una sola eccezione tutte in alfabeto ionico.

    Figura 7 Coppa ionica B3, VI a.C.

    Una soltanto invece risulta la dedica alletrusca Uni (Fig. 8), suscitando qualche dubbio

    sullattribuzione

    23

    ; iscritta su di una coppetta di bronzo emisferica databile al IV sec. a.C.

    18Erodoto, IV,152,4.

    19M. Cipriani,Il ruolo di Hera nel santuario meridionale di Posidonia,inHera. Images, espaces, cultes. Act du

    colloque de Lille, 29-30 Novembre 1993, Napoli 1997, p. 217, fig.3.20

    F. de Polignac,Hera, le navire et la demeure: offrandes, divinit et societ en Grce archaique, in J. De la Genier,

    Hera. Images, espaces, cultes. Actes du colloque International, Lille, 29-30 Novembre 1993,Napoli 1997, pp.113-122.

    Vedi dello stesso autore,Navigation et Fondations: Hera et le Eubens de lEge lOccident, in M. Bats/ B.

    DAgostino,Euboica. LEubea e la presenza euboica in Calcidica e in Occidente. Atti del convegno internazionale diNapoli,Napoli 1998, pp. 23-29.21

    Basti pensare alle ancore scoperte ad Egina e Crotone e lancora votiva consacrata ad Hera tra la fine del VII e

    linizio del VI sec. a.C. da Metaponto. Cfr. D. Adamesteanu, a Metaponto, inAdriatica praehistorica et

    antiqua. Miscellanea G. Novak dicata, Zagabria 1970, pp. 307-324.22

    M. L. Haack,Phocens et Samiens Gravisca, inBABesch 82, 2007, pp.29-40.23

    Gravisca 15, pp. 75-76.

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    Figura 8 Coppetta di bronzo IV a.C.

    DEMETRA.

    Al culto di Demetra / Vei sarebbe invece da assegnare, ledificio , costituito da una semplice cellarettangolare aperta a nord, con altare e pozzo al suo interno, oltre che iscrizioni dedicate alla dea e

    materiali tipicamente demetriaci come le protomi femminili di ambito siceliota24.

    Liscrizione greca riportata su di una kylixattica a figure nere datata tra il 530-500 a.C. (Fig. 9),

    pi tarde invece risultano le due iscrizioni etrusche a Veiche si collocano agli inizi del V sec. a.C.,

    iscritte su ceramica a figure rosse.

    Figura 9 kylix attica a figure nere, 530-500 a.C.

    APOLLO.

    La divinit delfica trova invece il suo luogo di culto nelledificio , costituito da un ampio cortile

    con altari aperto sulla strada e da due vani allungati. Tale attribuzione stata fatta sulla scorta del

    rinvenimento nelle vicinanze delle tre iscrizioni al dio.

    La pi antica iscritta su kylixattica dei Piccoli Maestri ( 550-30 a.C. ) (Fig. 10), mentre le altre

    due sono molto pi recenti: rispettivamente iscritte su di un frammento di kantharosattico a figure

    nere ( 510-500 a.C. ) e su frammento di ancora in marmo coevo.

    Queste ultime due iscrizioni sono entrambe ascrivibili ad ambito egineta: la prima poich reca

    alfabeto egineta, nonch il nome stesso del dedicante , come sostiene A. Johnston25,

    24A. Comella,Il materiale votivo tardo di Gravisca,Roma 1978.

    25Gravisca 15, p.25.

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    riferibile a quellambito culturale. Per il cippo dancora invece, viene fugato ogni dubbio per

    lassegnazione dellambito culturale dorigine, poich lepigrafe stessa ci

    illumina in tal senso: il dedicante Sostrato ad Apollo Egineta26.

    DIOSCURI / ZEUS.

    Lattribuzione di questa divinit risulta tuttoggi quanto mai controversa per la difficolt

    dinterpretazione delliscrizione su kylixattica datata al 520-500 a.C. Torelli assegn ad un alfabeto

    greco occidentale liscrizione. Poteva trattarsi di alfabeto acheo, ove il segno a tre segmenti ha

    valore di iota, o di alfabeto calcidese, ove il medesimo segno ha valore di sigma. Torelli

    propendendo per lipotesi calcidese, interpret liscrizione in questione [][ da intendere

    come grafia scorretta di Dioscuri. L. Moretti27, invece, opt per lipotesi achea, integrando

    [] con il nome del dedicante post posto al nome della divinit: Zeus. Lo stesso A. Johnston, si

    limita a riproporre entrambe le interpretazioni nella sua trattazione delle iscrizioni graviscane28.

    Figura 11 kylix attica, 520-500 a.C.

    26Erodoto, 152.

    27Moretti 1984, p.317.

    28Gravisca 15, p.25.

    Figura 10 kylix attica dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.

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    I DEDICANTI A GRAVISCA29

    .

    Nel santuario emporico di Gravisca molti sono i personaggi che vollero apporre il proprio nome

    accanto a quello della divinit alla quale si appellavano, lasciando cos un segno tangibile del loro

    passaggio nellarea sacra. Di taluni risulta molto complessa lidentificazione, a causa del

    deterioramento del frammento iscritto, di altri, invece, godiamo di completa documentazione,

    riuscendo a stabilirne il luogo dorigine e in quali altri contesti emporici tale nome trova riscontro.

    Come si detto in precedenza, M. Torelli, vide nel santuario emporico di Gravisca il riflesso del

    pi ampio ed antico emporion di Naucrati, ove non a caso hanno trovato riscontro, nomi di

    dedicanti, comuni ad entrambi i siti.

    A Gravisca si conosce una dedica a Hera su band-cupfigurata ad opera di un tale Yblesios (Fig.13);

    Torelli30, ne ravvisa la rarit nellonomastica greca e trovare a Naucrati unaltra band-cup con

    medesimo dedicante, fuga ai suoi occhi ogni dubbio sullattribuzione ad un unico personaggio le

    due dediche. L. Moretti, tuttavia sment ben presto tale rarit, riferendo di ben 16 testimonianze

    riconducibili ad ambito samio di questo personaggio. Allo stesso modo il dedicante Zoilos titolare

    di numerose dediche dipinte allAfrodite assimilato dal Torelli allo Zoilos graviscano, asserendo

    anche per costui la rarit onomastica, nonch lattribuzione ad un medesimo orizzonte cronologico.

    Anche in questo caso il Moretti riscontr in ambito samio 19 testimonianze31.

    Figura 13 Band-cup, 550 a.C.

    Un altro esempio molto suggestivo di anathema nel santuario di Gravisca, la dedica su di una

    kylixdei Piccoli Maestri, da parte di Paktyes (Fig. 14). Torelli sugger a tal proposito di identificare

    il personaggio con il tesoriere del re lidio Creso32, evidenziando anche in questo caso la coevit

    della vicenda erodotea, con la dedica nellarea sacra. Pur essendo molto suggestiva tale ipotesi,

    risulta poco attendibile data lampia diffusione di questo nome in ambito ionio-cario, sia in et

    arcaica , sia in altri momenti storici.

    29In questa sede mi limiter alla trattazione del le dediche che maggiormente hanno suscitato attenzione nel dibattito

    scientifico, si rimanda perci per la raccolta completa dei dedicanti allopera di A. Johnston e M. Pandolfini, Gravisca

    2000.30

    Torelli 1982, p.319.31

    Per e a Samo, G. Dunst, Athen. Mitt.87, 1972, p.152 n.92; p.157.32

    Erodoto, I, 153 e ss.

    Figura 12 Fr. Coppa dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.

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    Figura 14 kylix dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.

    Unultima iscrizione ha suscitato un vivace dibattito sulla sua interpretazione. Si tratta di un

    frammento di ceramica attica a figure rosse della met del V sec. a.C., che reca probabilmente il

    nome di unetera grecofona: Kyliphake (Fig. 15).

    Figura 15 Ceramica attica a figure rosse, 430-20 a.C.

    Torelli33ravvisa in questa iscrizione un'altra analogia con lemporio naucratite, nel quale ben sono

    attestate dediche femminili; Moretti34ne accoglie linterpretazione e puntualizza asserendo che la

    dedica di questa etera rivolta ad Afrodite proponendo la seguente integrazione:

    [ ][]

    Letteralmente: Kyliphakes alla (dea) dalle vivaci puledre; come noto in unepigramma funerario

    di Panderma (Cizico) della fine del III sec. a.C., anche le ragazze possono essere dette di

    Afrodite. Questo sar chiaramente lattributo di unetera e nel contesto di Gravisca potrebbe essere

    33Torelli 1982, p.321.

    34Moretti 1984, p.315.

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    connesso alla pratica della prostituzione sacra. A. Johnston35, tuttavia, sullinterpretazione di questa

    iscrizione usa molta prudenza, propendendo per lintegrazione del nome del dedicante il maschile

    .

    Distaccandoci per un attimo dal dato epigrafico, tale iscrizione riveste una notevole importanza per

    altra ragione. Questa iscrizione datata allultimo trentennio del V sec. a.C. si pone come una delle

    rarissime attestazione greche, in una fase di vita del santuario che vede cessare quasi del tutto la sua

    funzione emporica.

    OSSERVAZIONI CONCLUSIVE.

    Il dato epigrafico sin ora preso in esame contribuisce a definire lo scenario di vita dellemporiondi

    Gravisca in epoca arcaica, delineandone i culti, individuandone i principali frequentatori e le

    direttrici commerciali che lo interessarono. Tuttavia esso non pu prescindere dallevidenza

    materiale che connota i contesti graviscani, come ad esempio i dati relativi al vasellame fine e ai

    contenitori da trasporto. Da questo dato emerge oltre alla fortissima presenza greco - orientale, che

    probabilmente media levidenza materiale corinzia e laconica prima e attica poi, limportante

    attestazione di materiale fenicio-punico, finora trascurato.

    Larea ionica testimonia il suo apporto decisivo, con la presenza di notevolissime quantit di

    produzioni samie e in minor misura chiote ed anche la presenza di anfore massaliote36contribuisce,

    in questa sede, ad ampliare un quadro dei traffici commerciali quanto mai frastagliato.

    E in questa tensione che integra il dato epigrafico a quello materiale che bisogna proseguire gli

    studi, per chiarificare le dinamiche che portarono Gravisca a rivestire un ruolo cardine nelle rotte

    Tirreniche in epoca arcaica.

    I am inexorably led to conclude that a fuller picture will emerge only very slowly as more material

    comes to light.37

    35Gravisca 15, p.27.

    36M. Slaska,Le anfore massaliote in Etruria meridionale,inEtudes Massalites 2,1990, p.227.

    37Gravisca 15, p.51.

  • 5/27/2018 LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION GRECO DI GRAVISCA

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    Propio