le testimonianze epigrafiche arcaiche dall’emporion greco di gravisca
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analisi delle iscrizioni votive del santuario emporico di gravisca, finalizzato all'identificazione dei culti principali del sitoTRANSCRIPT
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5/27/2018 LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION GRECO DI GRAVISCA
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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SASSARI
SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE
IN
ARCHEOLOGIA SUBACQUEA E DEI PAESAGGI COSTIERI
Settore L-ANT/02
Tesina di Storia della navigazione e del commercio marittimo dall'et arcaica
all'ellenismo
LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION
GRECO DI GRAVISCA.
RELATORE: Giuseppe Di Carlo
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Giuseppe Di Carlo
LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION
GRECO DI GRAVISCA.
LO SCAVO1.
Fino alla fine degli anni settanta del secolo scorso Gravisca non era altro che un nome che gli autori
antichi riferivano alla colonia romana del 181 a.C.2; come la localizzazione fornita dagli itinerari
antichi3
, lungo le arterie stradali che si articolavano lungo la costa del medio Tirreno, erano mere
supposizioni sino agli scavi condotti da Mario Torelli con la Soprintendenza dellEtruria
meridionale nel 1969 lungo il litorale tarquiniese, con esplorazioni sistematiche dellarea, a seguito
di interventi edilizi che rischiavano di minare lintegrit delle strutture murarie romane.
Fecero seguito ricerche subacquee nella zona limitanea di porto celmentino4, nel 1977 da parte di
Elizabeth Shuey dellUniversit del Texas al fine di individuare lantico frangiflutti del porto
romano costituito da una massicciata di pietre calcaree lunga 250 m che trova confronti con Pyrgi e
Cosa e databile al I d.C. Nella medesima area verso la fine degli anni settanta si concentr anchelattivit di Benvenuto Frau in collaborazione con il GAR ( Sezione subacquea Gruppo
Archeologico Romano ) al fine di rintracciare le strutture portuali sottostanti quelle di epoca romana
e che dalle indagini risultarono collocarsi allo scorcio del VI sec. Lapprestamento era costituito da
pietra calcarea con diatoni a T. Dalla foto aerea ne venne desunta lipotesi di due bacini interrati a
Nord dellabitato etrusco romano luno di forma rettangolare identificabile con il porto
commerciale, laltro di forma esagonale in linea con la tipologia del cothon5.
Nel contempo, con la prosecuzione delle indagini, M. Torelli mise in luce il santuario emporico
greco. Esso era diviso da un asse viario con orientamento NO SE, lungo il quale si articolavano
1Senza pretesa di esaustivit, in questa sede ci proporremo di descrivere solo i momenti principali di vita del santuarioemporico greco. Per una pi estesa e puntuale trattazione dellargomento i pi recenti contributi: M. Torelli,Il santuario
greco di Gravisca, PP 32, 1977, pp. 398-458; L. Fiorini, Topografia generale e storia del santuario: analisi delcontesto e delle stratigrafie, in Gravisca: scavi nel santuario greco, I/1, Roma-Bari, Laterza 2005. Vedi anche L.
Fiorini, M. Torelli, Quarant'anni di ricerche a Gravisca. inMaterial aspects of Etruscan religion. Proceedings of the
international colloquium, Leiden, May 29 and 30, 2008, Leuven 2010, pp. 29-49.2Detta Graviscae secondo Servio, per la sua aria pestilenziale ideo Graviscae dictae sunt, quod gravem aerem
sustinent o perch soffocata dall'effluvio palustre, secondo Namaziano ... quae premit aestivae saepe paludis odor
o perch insalubre secondo Virgilio ... intempestaeque Graviscae.3Itinerarium maritium Antoninie la Tabula Peutingeriana.4Toponimo assunto dopo le opere di Clemente XII.
5B. Frau, Gli antichi porti di Tarquinia, Roma 1982, p. 27; vedi anche F.Enei,Etruschi e Fenici sul mare da Pyrgi a
Cartagine, 2006, p.45.
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cinque edifici: due ad est ( e ) e tre ad ovest ( , ed ) (Fig. 1). Questi edifici furono interessati
da diverse fasi edilizie, a partire dal VI , sino a giungere al III sec. a.C.6con la definitiva conquista
romana e la successiva fondazione della colonia civium romanorumdel 181 a.C.
Come sostiene Torelli7la presenza greca si attesta a Gravisca in maniera concomitante alla nascita
dellinsediamento etrusco o quanto meno con una sua rapida ed unitaria espansione. A questa fase
embrionale dellarea portuale graviscana legata una messe di materiali cospicua che attesta sin
dallet arcaica la presenza di emporoi provenienti dalla Grecia e pi in particolare dalle coste
dellAsia Minore, tradendo limportanza del loro apporto nel processo di formazione e di sviluppo
degli insediamenti costieri etruschi, inserendoli nelle pi ampie dinamiche del commercio greco
arcaico.
Il santuario ebbe una complessa storia edilizia che ebbe inizio nei primi due decenni del VI sec.
a.C., quando in uno
spazio caratterizzato da
unampia depressione, in
una zona vicina a due
pozzi, si impiant il
primo edificio sacro. Esso
consisteva in un piccolo
sacello di pianta
rettangolare, con
orientamento E-O, con
pronaos e adyton dalla
pianta poco profonda,
destinato al culto di
Afrodite attestato dalle
numerose dediche incise
su ceramiche fini di
fabbrica ionica, sia dalla
tipologia delle offerte
legate al mundus
6In questa sede ci soffermeremo sulle fasi insediative che interessarono la presenza greca nellarea emporica.7M. Torelli 1977, p. 398. Sul problema della fondazione etrusca di matrice tarquiniese, di Gravisca, vedi anche M.
Bonghi Jovino, Contesti, modelli e scambi di manufatti.Spunti per unanalisi culturale e socio-economica. La
testimonianza di Tarquinia-Gravisca., in Gli Etruschi da Genova ad Ampurias, Atti XXIV 2002, Pisa 2006, p. 682.
Figura 1 Pianta area di scavo santuario.
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muliebris8. Accanto a questo edificio, in breve sorsero diversi apprestamenti metallurgici9, costituiti
da piccoli forni e crogioli per fondere ferro e bronzo, situati in connessione a pozzi dai quali si
traeva lacqua necessaria per la produzione. Dopo un parziale restauro occorso intorno al 570 a.C.
questo primitivo edificio venne ricostruito in forma di megaronallungato alla met del VI sec. a.C.,
affiancato a Nord da una sto e ad est da un secondo edificio di pianta rettangolare. Una completa
trasformazione ha luogo tra il 530 e il 520 a.C. : si innesta un nuovo edificio a breve distanza dal
precedente naose viene orientato verso sud.
Esso costituito da sue sacelli affiancati con corte antistante sullo sfondo di un ampio portico;
intorno al 480 a.C. viene messo in opera nel santuario un generale riassetto urbanistico con un
grande ampliamento dellarea e un nuovo assetto stradale con andamento N-S che consentiva
lingresso allarea sacra, dallabitato etrusco di Gravisca; in questa fase, in seguito a profondi
cambiamenti politici e socio-economici, il santuario perse il suo carattere emporico. Gravisca pass
nelle mani delloligarchia tarquiniese e si ebbe linterruzione della massiccia frequentazione greca,
che da questo periodo svolse ruolo marginale. Le divinit greche che sino ad allora avevano tutelato
gli scambi nellarea sacra, vennero soppiantate dai loro corrispettivi etruschi, per soddisfare le
esigenze religiose dei locali. Questa fase vide anche linesorabile fine di ogni attivit produttiva
legata alla metallurgia.
I CULTI EMPORICI A GRAVISCA.
Tra le divinit venerate nellemporio graviscano possiamo annoverare con certezza, grazie
allimponente messe delle dediche rinvenute in situ: Afrodite, Era e Demetra, alle quali si associano
dediche ad Apollo ed unaltra molto dibattuta dagli autori a Zeus/Dioscuri10.
AFRODITE.
Tra essi il pi antico culto sembra si debba attribuire ad Afrodite, secondo Torelli11. Alla Cipride
andrebbe difatti assegnato il pi antico naiskos graviscano (edificio , zona I), nel quale sono stati
8Trattasi di balsamari ed aryballoi anche infaence.
9M. Torelli, Quali Greci a Gravisca?,inAnnali Fondazione Museo Claudio Faina 11,2004, p.122.
10M. Torelli,Per la definizione del commercio greco-orientale: il caso di Gravisca, inPP 37,1982, pp.311-314; L.
Moretti, Sulle iscrizioni greche di Gravisca,inEpigraphica 26, 1984, p.317; A. Johnston/ M. Pandolfini, Gravisca.
Scavi nel santuario greco. Le iscrizioni 15,Bari 2000, p. 25, n.56. Nellopera sono trattate in modo esaustivo tutte le
iscrizioni relative al santuario emporico di Gravisca, in particolare A. Johnston ha curato la redazione delle iscrizioni
greche e latine, mentre M. Pandolfini invece si occupata di quelle relative allambito etrusco.11
Torelli 1977, p. 42 7 sgg.
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rinvenuti doni preziosi ed eccezionali12connessi allapertura stessa dellemporion; essi, sostiene
Torelli, erano legati allintraprendenza del commercio foceo nel Tirreno tra la fine del VII e gli inizi
del VI sec. a.C. con le fondazioni di Massalia ed Alalia e agli intensi rapporti che intrattennero con
le popolazioni laziali, ove sorsero gliAphrodisia di Ardea e Lavinio13.Questi doni appartengono ad
un orizzonte cronologico di gran lunga precedente la fondazione emporica di Gravisca, infatti
troviamo frammenti di dinosdel Wild-Goat Style del 620-610 a.C. (Fig. 3), di produzione eolica
nella Ionia settentrionale ed una coeva statuetta bronzea di Afrodite armata (Fig. 2), probabilmente
corrispondente al primo galmadella dea.
Torelli vede nella figura dellapromachosdi Gravisca, un riflesso dell Afrodite naucratite, dove ne
era attestato il culto sin dal 660 a.C., cui la tradizione locale raccolta da Ateneo14, attribuiva origine
cipriota. LAphrodisiondi Naucrati, inoltre, si trovava nel bel mezzo della fabbrica degli scarabei,cos come il sacello graviscano era attorniato da apprestamenti metallurgici. Il richiamo a Naucrati,
viene altres enfatizzato dal Torelli15, in relazione alle numerose analogie tra i nomi dei dedicanti
dellemporion egizio e quelli di Gravisca, ma su questo aspetto si torner pi avanti.
12Torelli 2004, p.125.13
M. Torelli,Lavinio e Roma. Riti iniziatici e matrimonio tra archeologia e storia,Roma 1984.14
Ateneo XV, 675 F.15
Torelli 1982, p.126.
Figura 3 Frr. Dinos Wild Goat Style.
Figura 2 Statuetta Afrodite armata.
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Le dediche ad Afrodite sono in larga parte in alfabeto etrusco, alcune delle quali coeve delle pi
antiche greche, che testimoniano la coesistenza in loco di forme di culto greche ed etrusche e
assicurano il perdurare del culto a questa dea lungo tutta la vita del santuario16. E proprio nelle
dediche a Turanche durante il V sec. a.C. si assiste a due cambiamenti linguistici: la caduta delle
vocali, creando cos la forma sincopata turns e il
definitivo cambio della forma di possesso, dalla formula
del vaso parlante, con miseguito dal genitivo (Fig. 4) a
quella con il genitivo semplice (Fig. 5)17.
Le poche dediche in greco alla divinit sono di notevole
antichit, iscritte su coppe ioniche del tipo B3 o su
frammenti di kylixdei Piccoli Maestri in alfabeto ionico, databili entrambe alla met del VI sec. a.C.
(Fig. 6).
Figura 5 Coppa ionica B3, VI a.C.
HERA.
Un altro culto che riveste notevole importanza allinterno dellemporion quello dedicato ad Hera,
ubicato originariamente nelledificio , successivamente, durante i restauri del 550 a.C., associato al
culto di Afrodite nelledificio nel sacello M. E stata riscontrata, per questo dea, una copiosa
messe di dediche di matrice greca iscritte in alfabeto ionico, ad un solo esemplare invece si limitano
le iscrizioni etrusche alla ctonia Uni.
16Gravisca 15, p. 75.
17Va ricordata la kylix attica a f.f. n.n. della Collezione Terrosi, detta da Tarquinia, databile al 480 a.C. , con iscrizione
turunsche fa da cerniera fra le due formule attestate a Gravisca , mi turunse eturns.
Figura 4 Labbro cratere laconico, VI a.C.
Figura 6 Fondo argilla depurata, V a.C.
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Tra i doni per linaugurazione dellemporio di Gravisca, trova luogo unesemplare di protome di
grifo, pertinente ad un lebete bronzeo di produzione samia, rievocando il celebre passo erodoteo,
ove mercanti samii di ritorno da Tartesso, prelevata la decima, dedicarono nel loro santuario ad
Hera un vaso di bronzo a m di cratere argolico con intorno teste di grifi sporgenti 18.
Inoltre le stesse statuette dellapromachos, anzich con Afrodite, sarebbero da identificare con Hera,
molto comune a Samo, inoltre, una figura che reca diverse analogie con le due statuette dell
Afrodite armata lHera armata effigiata su di una terracotta arcaica proveniente da Posidonia19.
Diversi studiosi20inoltre hanno sostenuto la fondamentale importanza ricoperta dalla figura di Hera
legata alle peregrinazioni marittime di epoca arcaica21, ribadendo limportanza della componente
samia, ad essa legata, allo scorcio del VI sec. a.C. Nellorizzonte Tirrenico, imposero la loro
presenza con la fondazione di Dicerachia avvenuta nel 531 a.C., in ambito siceliota a Zancle e la
loro presenza nellemporio graviscano, dove troviamo numerose attestazioni della loro presenza sin
dai primi momenti di vita dellemporion, tanto da far supporre a M. L. Haack22, che in realt siano
stati i samii a fondare il santuario emporico greco di Gravisca.
Come anticipato, nellarea santuariale si riscontra un ampio numero di iscrizioni greche votate alla
divinit samia, iscritte principalmente su coppe ioniche B3 ( 560-30 a.C. ) (Fig. 7), su kylikesattiche
dei Piccoli Maestri ( 550-30 a.C. ) e su frammenti di band - cupe lip cup( 550-30 a.C. ), redatte
con una sola eccezione tutte in alfabeto ionico.
Figura 7 Coppa ionica B3, VI a.C.
Una soltanto invece risulta la dedica alletrusca Uni (Fig. 8), suscitando qualche dubbio
sullattribuzione
23
; iscritta su di una coppetta di bronzo emisferica databile al IV sec. a.C.
18Erodoto, IV,152,4.
19M. Cipriani,Il ruolo di Hera nel santuario meridionale di Posidonia,inHera. Images, espaces, cultes. Act du
colloque de Lille, 29-30 Novembre 1993, Napoli 1997, p. 217, fig.3.20
F. de Polignac,Hera, le navire et la demeure: offrandes, divinit et societ en Grce archaique, in J. De la Genier,
Hera. Images, espaces, cultes. Actes du colloque International, Lille, 29-30 Novembre 1993,Napoli 1997, pp.113-122.
Vedi dello stesso autore,Navigation et Fondations: Hera et le Eubens de lEge lOccident, in M. Bats/ B.
DAgostino,Euboica. LEubea e la presenza euboica in Calcidica e in Occidente. Atti del convegno internazionale diNapoli,Napoli 1998, pp. 23-29.21
Basti pensare alle ancore scoperte ad Egina e Crotone e lancora votiva consacrata ad Hera tra la fine del VII e
linizio del VI sec. a.C. da Metaponto. Cfr. D. Adamesteanu, a Metaponto, inAdriatica praehistorica et
antiqua. Miscellanea G. Novak dicata, Zagabria 1970, pp. 307-324.22
M. L. Haack,Phocens et Samiens Gravisca, inBABesch 82, 2007, pp.29-40.23
Gravisca 15, pp. 75-76.
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Figura 8 Coppetta di bronzo IV a.C.
DEMETRA.
Al culto di Demetra / Vei sarebbe invece da assegnare, ledificio , costituito da una semplice cellarettangolare aperta a nord, con altare e pozzo al suo interno, oltre che iscrizioni dedicate alla dea e
materiali tipicamente demetriaci come le protomi femminili di ambito siceliota24.
Liscrizione greca riportata su di una kylixattica a figure nere datata tra il 530-500 a.C. (Fig. 9),
pi tarde invece risultano le due iscrizioni etrusche a Veiche si collocano agli inizi del V sec. a.C.,
iscritte su ceramica a figure rosse.
Figura 9 kylix attica a figure nere, 530-500 a.C.
APOLLO.
La divinit delfica trova invece il suo luogo di culto nelledificio , costituito da un ampio cortile
con altari aperto sulla strada e da due vani allungati. Tale attribuzione stata fatta sulla scorta del
rinvenimento nelle vicinanze delle tre iscrizioni al dio.
La pi antica iscritta su kylixattica dei Piccoli Maestri ( 550-30 a.C. ) (Fig. 10), mentre le altre
due sono molto pi recenti: rispettivamente iscritte su di un frammento di kantharosattico a figure
nere ( 510-500 a.C. ) e su frammento di ancora in marmo coevo.
Queste ultime due iscrizioni sono entrambe ascrivibili ad ambito egineta: la prima poich reca
alfabeto egineta, nonch il nome stesso del dedicante , come sostiene A. Johnston25,
24A. Comella,Il materiale votivo tardo di Gravisca,Roma 1978.
25Gravisca 15, p.25.
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riferibile a quellambito culturale. Per il cippo dancora invece, viene fugato ogni dubbio per
lassegnazione dellambito culturale dorigine, poich lepigrafe stessa ci
illumina in tal senso: il dedicante Sostrato ad Apollo Egineta26.
DIOSCURI / ZEUS.
Lattribuzione di questa divinit risulta tuttoggi quanto mai controversa per la difficolt
dinterpretazione delliscrizione su kylixattica datata al 520-500 a.C. Torelli assegn ad un alfabeto
greco occidentale liscrizione. Poteva trattarsi di alfabeto acheo, ove il segno a tre segmenti ha
valore di iota, o di alfabeto calcidese, ove il medesimo segno ha valore di sigma. Torelli
propendendo per lipotesi calcidese, interpret liscrizione in questione [][ da intendere
come grafia scorretta di Dioscuri. L. Moretti27, invece, opt per lipotesi achea, integrando
[] con il nome del dedicante post posto al nome della divinit: Zeus. Lo stesso A. Johnston, si
limita a riproporre entrambe le interpretazioni nella sua trattazione delle iscrizioni graviscane28.
Figura 11 kylix attica, 520-500 a.C.
26Erodoto, 152.
27Moretti 1984, p.317.
28Gravisca 15, p.25.
Figura 10 kylix attica dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.
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I DEDICANTI A GRAVISCA29
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Nel santuario emporico di Gravisca molti sono i personaggi che vollero apporre il proprio nome
accanto a quello della divinit alla quale si appellavano, lasciando cos un segno tangibile del loro
passaggio nellarea sacra. Di taluni risulta molto complessa lidentificazione, a causa del
deterioramento del frammento iscritto, di altri, invece, godiamo di completa documentazione,
riuscendo a stabilirne il luogo dorigine e in quali altri contesti emporici tale nome trova riscontro.
Come si detto in precedenza, M. Torelli, vide nel santuario emporico di Gravisca il riflesso del
pi ampio ed antico emporion di Naucrati, ove non a caso hanno trovato riscontro, nomi di
dedicanti, comuni ad entrambi i siti.
A Gravisca si conosce una dedica a Hera su band-cupfigurata ad opera di un tale Yblesios (Fig.13);
Torelli30, ne ravvisa la rarit nellonomastica greca e trovare a Naucrati unaltra band-cup con
medesimo dedicante, fuga ai suoi occhi ogni dubbio sullattribuzione ad un unico personaggio le
due dediche. L. Moretti, tuttavia sment ben presto tale rarit, riferendo di ben 16 testimonianze
riconducibili ad ambito samio di questo personaggio. Allo stesso modo il dedicante Zoilos titolare
di numerose dediche dipinte allAfrodite assimilato dal Torelli allo Zoilos graviscano, asserendo
anche per costui la rarit onomastica, nonch lattribuzione ad un medesimo orizzonte cronologico.
Anche in questo caso il Moretti riscontr in ambito samio 19 testimonianze31.
Figura 13 Band-cup, 550 a.C.
Un altro esempio molto suggestivo di anathema nel santuario di Gravisca, la dedica su di una
kylixdei Piccoli Maestri, da parte di Paktyes (Fig. 14). Torelli sugger a tal proposito di identificare
il personaggio con il tesoriere del re lidio Creso32, evidenziando anche in questo caso la coevit
della vicenda erodotea, con la dedica nellarea sacra. Pur essendo molto suggestiva tale ipotesi,
risulta poco attendibile data lampia diffusione di questo nome in ambito ionio-cario, sia in et
arcaica , sia in altri momenti storici.
29In questa sede mi limiter alla trattazione del le dediche che maggiormente hanno suscitato attenzione nel dibattito
scientifico, si rimanda perci per la raccolta completa dei dedicanti allopera di A. Johnston e M. Pandolfini, Gravisca
2000.30
Torelli 1982, p.319.31
Per e a Samo, G. Dunst, Athen. Mitt.87, 1972, p.152 n.92; p.157.32
Erodoto, I, 153 e ss.
Figura 12 Fr. Coppa dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.
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Figura 14 kylix dei Piccoli Maestri, 550-30 a.C.
Unultima iscrizione ha suscitato un vivace dibattito sulla sua interpretazione. Si tratta di un
frammento di ceramica attica a figure rosse della met del V sec. a.C., che reca probabilmente il
nome di unetera grecofona: Kyliphake (Fig. 15).
Figura 15 Ceramica attica a figure rosse, 430-20 a.C.
Torelli33ravvisa in questa iscrizione un'altra analogia con lemporio naucratite, nel quale ben sono
attestate dediche femminili; Moretti34ne accoglie linterpretazione e puntualizza asserendo che la
dedica di questa etera rivolta ad Afrodite proponendo la seguente integrazione:
[ ][]
Letteralmente: Kyliphakes alla (dea) dalle vivaci puledre; come noto in unepigramma funerario
di Panderma (Cizico) della fine del III sec. a.C., anche le ragazze possono essere dette di
Afrodite. Questo sar chiaramente lattributo di unetera e nel contesto di Gravisca potrebbe essere
33Torelli 1982, p.321.
34Moretti 1984, p.315.
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connesso alla pratica della prostituzione sacra. A. Johnston35, tuttavia, sullinterpretazione di questa
iscrizione usa molta prudenza, propendendo per lintegrazione del nome del dedicante il maschile
.
Distaccandoci per un attimo dal dato epigrafico, tale iscrizione riveste una notevole importanza per
altra ragione. Questa iscrizione datata allultimo trentennio del V sec. a.C. si pone come una delle
rarissime attestazione greche, in una fase di vita del santuario che vede cessare quasi del tutto la sua
funzione emporica.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE.
Il dato epigrafico sin ora preso in esame contribuisce a definire lo scenario di vita dellemporiondi
Gravisca in epoca arcaica, delineandone i culti, individuandone i principali frequentatori e le
direttrici commerciali che lo interessarono. Tuttavia esso non pu prescindere dallevidenza
materiale che connota i contesti graviscani, come ad esempio i dati relativi al vasellame fine e ai
contenitori da trasporto. Da questo dato emerge oltre alla fortissima presenza greco - orientale, che
probabilmente media levidenza materiale corinzia e laconica prima e attica poi, limportante
attestazione di materiale fenicio-punico, finora trascurato.
Larea ionica testimonia il suo apporto decisivo, con la presenza di notevolissime quantit di
produzioni samie e in minor misura chiote ed anche la presenza di anfore massaliote36contribuisce,
in questa sede, ad ampliare un quadro dei traffici commerciali quanto mai frastagliato.
E in questa tensione che integra il dato epigrafico a quello materiale che bisogna proseguire gli
studi, per chiarificare le dinamiche che portarono Gravisca a rivestire un ruolo cardine nelle rotte
Tirreniche in epoca arcaica.
I am inexorably led to conclude that a fuller picture will emerge only very slowly as more material
comes to light.37
35Gravisca 15, p.27.
36M. Slaska,Le anfore massaliote in Etruria meridionale,inEtudes Massalites 2,1990, p.227.
37Gravisca 15, p.51.
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ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE.
Adamesteanu 1970: D. Adamesteanu, a Metaponto, in Adriatica praehistorica et
antiqua. Miscellanea G. Novak dicata, Zagabria 1970, pp. 307-324.
Bonghi Jovino 2006: M. Bonghi Jovino, Contesti, modelli e scambi di manufatti.Spunti per
unanalisi culturale e socio-economica. La testimonianza di Tarquinia-Gravisca., in Gli Etruschi
da Genova ad Ampurias, Atti XXIV 2002, Pisa 2006, pp. 679-689.
Cipriani 1997: M. Cipriani, Il ruolo di Hera nel santuario meridionale di Posidonia,in Hera.
Images, espaces, cultes. Act du colloque de Lille, 29-30 Novembre 1993, Napoli 1997, pp. 211-226.
Comella 1978: A. Comella,Il materiale votivo tardo di Gravisca,Roma 1978.
Dunst 1972: G. Dunst, Athen. Mitt.87, 1972.
Enei 2006:F.Enei,Etruschi e Fenici sul mare da Pyrgi a Cartagine, 2006.
Euboica 1998: F. de Polignac, Navigation et Fondations: Hera et le Eubens de lEge
lOccident, in M. Bats/ B. DAgostino, Euboica. LEubea e la presenza euboica in Calcidica e in
Occidente. Atti del convegno internazionale di Napoli,Napoli 1998, pp. 23-29.
Frau 1982:B. Frau, Gli antichi porti di Tarquinia, Roma 1982.
Gravisca 1/1: L. Fiorini, Topografia generale e storia del santuario: analisi del contesto e delle
stratigrafie, in Gravisca: scavi nel santuario greco, I/1, Roma-Bari, Laterza 2005.
Gravisca 15: A. Johnston/ M. Pandolfini, Gravisca. Scavi nel santuario greco. Le iscrizioni 15,
Bari 2000.
Haack 2007: M. L. Haack,Phocens et Samiens Gravisca, inBABesch 82, 2007, pp.29-40.
Moretti 1984: L. Moretti, Sulle iscrizioni greche di Gravisca, in Epigraphica 26, 1984, pp. 314-
318.
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5/27/2018 LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE ARCAICHE DALLEMPORION GRECO DI GRAVISCA
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Propio