l’economia italiana negli anni duemila
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Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza. L’economia italiana negli anni Duemila. Fragilità strutturali e punti di forza dell’economia italiana. Temi trattati. Le fragilità strutturali del sistema produttivo italiano: Il rallentamento della produttività del lavoro I punti di forza: - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
Fragilità strutturali e punti di forza dell’economia italiana
Enrico SaltariUniversità di Roma La Sapienza
Temi trattatiLe fragilità strutturali del sistema produttivo
italiano:
Il rallentamento della produttività del lavoro
I punti di forza:
La capacità di innovare e la competitività internazionale delle imprese italiane
Cosa è accaduto
Occorre guardare al passato recente se si vuole comprendere ciò che sta avvenendo oggi
Negli ultimi anni una serie di cambiamenti (shock ) hanno mutato in modo radicale lo scenario dell’economia mondiale e dell’economia italiana
L’economia globaleShock a livello mondiale:
1.La globalizzazione. Non solo il mercato del lavoro (immigrazione), ma anche i mercati dei beni e quelli finanziari (prima la crisi dei titoli dotcom e oggi quella dei mutui subprime)
2.La rivoluzione dell’information and communication technology (ICT): cambia non solo cosa ma anche come si produce, l’organizzazione dei processi produttivi
L’economia globale sotto stress In particolare, due shock hanno colpito tra il
2007 e il 2008 l’economia mondiale:
1.La crisi dei mercati finanziari, iniziata ad agosto 2007
2.Shock ai prezzi delle materie prime e dell’energia, ancora alti
Il contributo alla crescita
Cosa è avvenuto in Europa …
Shock che hanno cambiato le “regole del gioco” (le istituzioni)
1.Politica monetaria. La perdita della sovranità monetaria. BCE e entrata in vigore dell’euro dal 1999.(ancora oggi la PM è restrittiva: 3.75% il tasso d’int.)
2.Politica fiscale. Vincoli stringenti imposti al bilancio pubblico (Patto di Stabilità e Crescita)(poco spazio per una politica fiscale espansiva)
… e in ItaliaI cambiamenti del mercato del lavoro.
Nuove forme per il contratto di lavoro (contratti atipici e lavoro temporaneo)
Vantaggi e svantaggi. Hanno permesso l’ingresso sul mercato del lavoro di nuove forze e consentito una crescita occupazionale senza precedenti. Ma anche l’emergere di forme di lavoro precario
Cosa è accaduto nell’economia italiana
Di fronte a questi shock come ha reagito l’economia italiana? Qual è la situazione attuale? Cosa possiamo aspettarci per il futuro?
Qual è stata la reazione del sistema produttivo?
La congiuntura in Europa …Dati Eurostat: Nel 2° trimestre nei 15 paesi
dell’area dell’euro, per la prima volta dall’introduzione della moneta unica, si è verificata una caduta del Pil (-0.2% per l’Eurozona).
L’entità di questa caduta varia da paese a paese: -0.5% in Germania, -0.3% in Francia e Italia.
… e in Italia
-1.0%
-0.5%
0.0%
0.5%
1.0%
1.5%
Pil Consumi privati
Spesa pubblica
Investimenti Importazioni Esportazioni
var. % trimestrale (II trim. 08/I trim. 08)
Var. % annuale (II trim. 08/II trim. 07)
I dati
variazione trimestrale
variazione annuale
Pil -0.3% -0.1%Consumi privati -0.3% -0.5%Spesa pubblica 0.3% 1.3%Investimenti fissi lordi -0.2% 0.3%Importazioni 0.3% -0.7%Esportazioni -0.7% 1.3%
Un problema strutturale: la produttività del lavoro
Nei decenni trascorsi la crescita italiana è stata sostenuta poco dalla crescita occupazionale e molto dall’aumento della produttività. Oggi invece assistiamo ad un ribaltamento dei ruoli di queste due variabili nel processo di crescita.
Nel passato il tasso di crescita dell’occupazione era basso mentre era alto quello della produttività del lavoro; negli ultimi anni, viceversa, la crescita dell’occupazione si è fatta vigorosa mentre si è quasi azzerata la crescita della produttività.
Un problema strutturale: la produttività del lavoro
1980-2006: La produttività del lavoro cresce ad un ritmo dell’1.4 %. Da suddividere tra una crescita media (1,7%) del Pil e dell’occupazione (0,3%)
Due fasi. 1980-1995 : Crescita della produttività del lavoro (2,2%), da ricondurre alla dinamica del Pil(2%) e alla flessione registrata dell’occupazione (-0,2%)
1996-2006: Forte rallentamento produttività del lavoro (0,4%) per la ripresa dell’occupazione (0,9%) e alla crescita più contenuta del Pil(1,3 %)
-4%
-3%
-2%
-1%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Produttività
Pil
Occupazione
Perché la produttività rallentaMolte cause. Secondo alcuni l’entrata in
vigore dell’euro. Struttura produttiva (95% piccole imprese). O il modello di specializzazione produttiva italiano (made in Italy). Globalizzazione. Oppure la scarsità di infrastrutture.
Perché a partire dalla metà degli anni 90?
Le riforme del mercato del lavoro
Riforme del mercato del lavoroLiberalizzazione delle norme contrattuali per
il mercato del lavoro Nuovi occupati: forme di lavoro a tempo
determinato, contratti di lavoro atipiciRiduzione dell’EPL (maggiore riduzione tra
tutti i paesi OECD) per il lavoro temporaneo
Più Flex Minor costo lavoroPiù occup.
Più occupazione ma anche …1. La produttività dipende dalla PTF2. La PTF dipende dalla dinamica del
rapporto K/L
Un po’ di contabilità
1980-2006 1980-1995 1995-2006 Crescita della Produttività del lavoro 1.4% 2.2% 0.4%
Capitale 0.7% 1.0% 0.4%ICT 0.1% 0.2% 0.0%Non ICT 0.6% 0.8% 0.4%
PTF 0.7% 1.2% 0.0%
Cosa è avvenutoMaggiore flessibilità: le imprese verso
l’occupazione a bassa specializzazione Nessun incentivo all’adozione delle nuove
tecnologie e delle nuove forme di organizzazione della produzione (ICT)
Senza liberalizzazioni nel mercato dei beni, investimento per l’ampliamento produttivo piuttosto che per il cambiamento
Risultato: una dinamica del Pil contenuta anche se accompagnata da aumenti dell’occupazione
La stasi della produttività inevitabile
-1%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
1980 1985 1990 1995 2000 2005
Tasso di crescita del rapporto capitale-lavoro. Anni 1981-2006. Fonte: elaborazione su dati Istat
media 1981-1994: 3.4%
media 1995-2006: 1.2%
Quello che abbiamo visto1. Deterioramento del quadro
macroeconomico italiano2. Riduzione dei tassi di crescita del Pil e della
produzione industriale3. Caduta della produttività del lavoro e totale
dei fattori
Una distinzione importanteQuesti andamenti riguardano tutta
l’economia: il sistema economico, può nascondere al proprio interno andamenti contrastanti
Distinguiamo tra due settori:1.Uno comprende le imprese la cui produzione
è rivolta alle esportazioni; 2.L’altro quelle che producono per l’interno
Imprese che esportanoLe imprese aperte al commercio
internazionale: forte domanda proveniente dall’estero in forte espansione - economie emergenti come Brasile, Russia, India e Cina (i paesi BRIC)
Si sono profondamente ristrutturate e hanno investito molto
Cosa hanno fatto le imprese che esportano
1. Trasformazione del modello di specializzazione
Dal made in Italy (beni di consumo per la casa e per la persona) ai beni di investimento, come le macchine e gli apparecchi meccanici (settori a forte crescita della domanda mondiale)
Strategie adottate2. Strategie per il made in Italy
Maggiore concorrenza a livello internazionale (Cina, India)
Upgrading qualitativo
Spostamento verso l’alto della gamma qualitativa dei prodotti esportati, prezzi più elevati
Strategie adottateSpostamento all’estero delle produzioni a più
basso valore aggiunto (quelle a più alta intensità di lavoro) sfruttando forme di internazionalizzazione produttiva
Strategie di internazionalizzazione.Non solo esportazione di beni e servizi, ma anche acquisizione di accordi di collaborazione con partner esteri, partecipazione al capitale di imprese estere, delocalizzazione di molte fasi del processo produttivo all’estero