l'enigma di pagina 100

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Racconto giallo-poliziescoUn giallo poliziesco dal forte coinvolgimento emotivo.ContenutoRispetto ai suoi coetanei, l’undicenne Alberto ha una particolarità: ama tantissimo leggere e lasciarsi coinvolgere dalle storie più fantasiose e avventurose.Questa grande passione per i libri, che deve anche al bibliotecario del paese, suo zio Ivan, un omone grande e grosso, lo ha però allontanato sempre di più dai suoi compagni di scuola.Unica eccezione, la dolce Xiaoxiu, dagli occhi a mandorla.Un giorno, Alberto, durante una gita scolastica a Parigi, acquista un libro di avventure vecchio e ingiallito e... da quel momento la sua vita diventa un giallo.La pagina 100 custodisce da anni un misterioso e terrificante segreto che qualcuno, disposto a tutto, vuole assolutamente conoscere. Anche a costo di rapire e minacciare una ragazzina.TematicheProblematiche adolescenziali: singole e/o di gruppo• Timidezza e tendenza ad isolarsi• Disistima di sé con conseguente difficoltà a rapportarsi• Bisogno di riconoscimento e di approvazione per acquisire sicurezzaGruppo come crescita• Necessità di far parte di un gruppo per superare le difficoltà individuali• Gruppo come devianza: il bullismo• Importanza dell’amicizia a superamento della solitudineRapporto adulti e/o insegnanti• Necessità da parte dei ragazzi di identificarsi con figure adulte positive• Valorizzazione della personalità di ciascun allievo, anche se diverso, da parte degli insegnantiRapporto genitori/figli• Necessità del dialogo per superare le difficoltà individuali e per una crescita armonica• Rispetto da parte dei figli verso i genitori e viceversa• Partecipazione dei ragazzi alla vita familiarePercorsi interdisciplinari• Sete di conoscenza e passione per la lettura• Fenomeno dell’immigrazione e sue conseguenze• Usi e costumi della Cina• La pittura nell’arte: Impressionisti e post-Impressionisti• Spionaggio e intrighi internazionali sullo sfondo della guerraMaurizio GianniniÈ nato a Roma e vive in una località molto vicina alla capitale. Si è laureato in architettura e insegna nelle Scuole Secondarie di primo grado. Scrive racconti per ragazzi e bambini da molti anni e alcuni suoi libri hanno ricevuto importanti premi e riconoscimenti.

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  • Un giallo, due ragazzi e un vecchio libro

    I SBN 978-88-472-2072-0

    9 7 8 8 8 4 7 2 2 0 7 2 0

    Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n633, art. 2 lett. d).

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    78-88-

    472-20

    72-0 Online: approfondimenti e schede didattiche

    www.raffaellodigitale.it

    8,30

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    Lenigma di pagina 100Maurizio Giannini

    Rispetto ai suoi coetanei, lundicenne Alberto ha una particolarit: ama tantissimo leggere e lasciarsi coinvolgere dalle storie pi fantasiose e avventurose.Questa grande passione per i libri, che deve anche al bibliotecario del paese, suo zio Ivan, un omone grande e grosso, lo ha per allontanato sempre di pi dai suoi compagni di scuola. Unica eccezione la dolce Xiaoxiu, dagli occhi a mandorla.

    Un giorno Alberto, durante una gita scolastica a Parigi, acquista un libro di avventure vecchio e ingiallito e da quel momento la sua vita diventa un giallo.

    La pagina 100 custodisce da anni un misterioso e terrificante segreto che qualcuno, disposto a tutto, vuole assolutamente conoscere. Anche a costo di rapire e minacciare una ragazzina.

    Maurizio Giannini

    nato a Roma e vive in una localit molto vicina alla capitale. Scrive racconti per ragazzi e bambini da molti anni e alcuni suoi libri hanno ricevuto importanti premi e riconoscimenti.

    Un giallo, due ragazzi e un vecchio libro

    Completano la lettura:

    Approfondimenti finali

    Fascicolo di comprensione del testo

    Schede interattive su www.raffaellodigitale.it

    Lenigma di pagina 100

    Un giallo, due ragazzi e un vecchio libro

    Maurizio Giannini

  • Collana di narrativa per ragazzi

  • Editor: Paola ValenteRedazione: Emanuele RaminiProgetto grafico e copertina: Mauro Aquilanti Impaginazione: Giacomo SantoDisegno di copertina: Sonia CattaneoApprofondimenti: Maurizio GianniniSchede didattiche: Stefania Corinaldesi e Santina AgostiniUfficio stampa: Salvatore Passaretta

    Ia Edizione 2014

    Ristampa

    7 6 5 4 3 2 1 2021 2020 2019 2018 2017 2016 2015

    Tutti i diritti sono riservati 2014

    email: [email protected]://www.grupporaffaello.itPrinted in Italy

    assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

    Lenigma di pagina 100

  • Lenigma di pagina 100

    Un giallo,due ragazzi e un vecchio libro

    Maurizio Giannini

  • Capitolo1

    5

    Zio Ivan

    Zio Ivan, a vederlo, faceva subito pensare a uno di quegli omaccioni che sbrigano le loro faccende senza tante parole e risolvono tutto a suon di pugni, dato che Madre Natura li ha forniti di una forza non comune. Insomma, un tipo da discu-terci il meno possibile.

    In effetti, zio Ivan, il pugile lo aveva fatto davvero quando era un giovanotto e lavorava come scaricatore per una ditta di pesce in scatola. A quel tempo viveva a New York e passava gran parte delle sue giornate al porto. Quando aveva finito di scaricare casse dalle navi andava in uno dei tanti bar malfa-mati a bere whisky e gin. Non cera sera che non ci fosse una rissa e lui ci si trovava sempre coinvolto!

    Qualcuno aveva notato il suo pugno al fulmicotone e lo aveva convinto che il suo mestiere non era quello dello scari-catore.

    Zio Ivan aveva cominciato cos ad allenarsi in una palestra. Tutti erano sicuri che sarebbe diventato un bel peso massimo che poteva aspirare perfino al titolo mondiale.

    Ma zio Ivan non era tagliato per mollare pugni e presto la sua carriera di pugile era finita. Tra laltro sera accorto che New York non era fatta per lui: sera imbarcato su una nave che lo aveva portato in Africa

    L cera stato parecchio tempo, facendo il coltivatore di banane, il cercatore di diamanti e chiss quali altri strani mestieri. Ma poi aveva scoperto che pure lAfrica gli stava

  • Capitolo 1

    6

    stretta ed era partito per lAustralia dove aveva fatto anche il pilota di motociclette

    Insomma, zio Ivan aveva girato il mondo in lungo e in lar-go e pareva proprio che nessuna parte fosse adatta per lui

    Adesso aveva cinquantotto anni e lavorava nella piccola bi-blioteca del suo paese.

    La voglia di viaggiare sembrava essergli passata, e lunica passione che gli era rimasta era quella delle motociclette, tan-to da possederne una potentissima.

    Era un tranquillo bibliotecario perduto in un mare di libri. Ma era sempre grande e grosso. E quando spuntava fuori da-gli scaffali della biblioteca, pi di qualcuno faceva un passo indietro spaventato.

    Eppure chi lo conosceva bene era pronto a giurare che fos-se la persona pi buona, pacifica e gentile del mondo.

    Il primo ad affermarlo era Alberto.

    Alberto in biblioteca ci andava quasi tutti i giorni e non solo perch il bibliotecario era il fratello di sua madre. Quel mondo di carta lo aveva sempre conquistato, pi dei giocat-toli o dei cartoni animati. Certo, un po del merito era di zio Ivan, che era stato assunto quando lui non aveva ancora im-parato a leggere.

    Lomone, che a forza di peregrinare da un continente allal-tro non aveva trovato il tempo per sposarsi, sera affezionato particolarmente allunico nipote e non cera giorno che non chiedesse a sua sorella di lasciargli per qualche ora quel fru-goletto. Cos il piccolo Alberto aveva trascorso una buona parte della sua prima infanzia nella biblioteca, tra quellodo-re di fogli stampati, di copertine e muffa. Un profumo che a poco a poco gli era diventato familiare e caro.

    ***

  • 7Zio Ivan

    Appena Alberto aveva imparato a decifrare i segni che tra-boccavano da quel miliardo di pagine conservate nelle sale della biblioteca, non aveva perso tempo. Sera subito impa-dronito di uno dei tanti volumi.

    Guarda, Alberto, che questo qui un libro un po difficile lo aveva avvertito zio Ivan scoprendo che quel soldo di cacio aveva tra le mani un romanzo di Dickens.

    Il bambino sera stretto nelle spalle, due spallucce pi pic-cine del libro a cui si teneva abbracciato.

    Il titolo mi piace, zio Devessere belloAlberto se lera portato a casa e dopo qualche giorno se-

    ra presentato davanti al grosso bibliotecario, il libro sempre stretto fra le esili braccia.

    Dunque? aveva fatto lo zio. Lho letto tutto. una bella storiaZio Ivan non pareva molto convinto che quel piccoletto

    avesse letto davvero fino allultima pagina un librone del ge-nere che certi adulti lasciavano a met. E cos sera divertito a interrogarlo. Alberto aveva risposto a ogni domanda, con precisione.

    Caspita! aveva esclamato lomone grattandosi la barba quasi bianca.

    Ora Alberto frequentava la scuola secondaria di primo grado e dei libri che riempivano la biblioteca comunale del suo paese ne aveva letti davvero tanti.

    Nel frattempo la barba di zio Ivan era diventata tutta bian-ca come i pochi capelli che gli erano rimasti in testa. La pan-cia invece gli era cresciuta e gli traboccava vistosamente da sotto la cintura dei pantaloni, nascosta a fatica sotto il grigio spolverino da bibliotecario.

    Si pu dire che Alberto, fra i ragazzi di Montepiccolo, fos-se lunico ad andare cos spesso in biblioteca. Non che in quel paesino arrampicato su un colle tutti gli altri adolescenti fos-

  • Capitolo 1

    8

    sero nemici dei libri, ma certo era pi facile trovarli a zonzo per le strade o in piazza a giocare a pallone, quando era bel tempo, o nel negozio di videogame del signor Beppe, che a sfogliare libri nella biblioteca comunale.

    Che Alberto fosse un topo di biblioteca ormai era un fatto risaputo, e tutto ci gli aveva creato attorno un alone di ori-ginalit. Anche fra gli adulti sera sparsa la voce che il figlio della Gina, il nipote del bibliotecario, era un tipo un po stra-no. Bastava vederlo per rendersene conto. Girava sempre con un libro sotto il braccio, con quegli occhialetti rotondi e il viso tanto pallido come un foglio di carta!

    A scuola i compagni lo ignoravano. Alberto era nel suo banco, e pareva proprio che tutto quel-

    lo che agli altri interessava a lui non piacesse. Le rare volte che partecipava alle discussioni cominciava sempre a parlare di cose noiose che sicuramente aveva trovato sui libri Una barba!

    Questo isolamento lo aveva un po frustrato. Se i compagni di classe stravedevano per i cellulari, per i

    videogiochi e per altri svaghi simili e non accennavano mai a un personaggio di un libro o a una storia trovata in un rac-conto, voleva proprio dire che lui era anormale.

    Forse tutta colpa di zio Ivan pass nella testa di Alberto. Non doveva portarmi in mezzo a tutti quei libri quando ero piccolo! come se avessi preso un virus che mi ha fatto cre-scere diverso dagli altri.

    Scacci subito questa brutta idea. Zio Ivan era sempre sta-to buono con lui e non aveva nessuna colpa. Fra i compagni ce nerano due che pi che ignorarlo lo disprezzavano. Del re-sto Bruno e Mirko, cos si chiamavano, erano nemici dichia-rati di tutto ci che avesse una copertina e un po di pagine stampate. Probabilmente non avevano mai letto niente, tran-ne i libri scolastici, ma anche da quelli si tenevano a debita

  • 9Zio Ivan

    distanza e pi che leggerli si limitavano a sfogliarli. Avere dunque fra i piedi tutti i giorni un compagno di clas-

    se che durante la ricreazione restava seduto a leggere un libro era come una provocazione. Lalieno andava punito in qualche modo.

    Il sistema migliore, decisero i due, era impossessarsi delloggettocausa, ovvero il libro.

    A met delle lezioni Alberto aveva labitudine di andare in bagno e Bruno era maestro nello sfilare oggetti dagli zaini altrui senza che nessuno se ne accorgesse.

    Cos, in un batter docchio, il libro incriminato era passato veloce dallo zaino appeso alla spalliera della sedia di Alberto alle mani rapaci di Bruno e poi in quelle vendicative di Mir-ko, il quale lo aveva fatto immediatamente sparire nel suo zaino.

    Questo era successo pi volte in quei due mesi di scuo-la, ma il povero Alberto non era mai riuscito a spiegarsi che fine avessero fatto le Cronache marziane di Ray Bradbury o Cime tempestose della Bront che, una volta tornato a casa, aveva cercato disperatamente nello zaino e poi in ogni angolo di casa.

    Che qualcuno glielo avesse sottratto a scuola, proprio non gli pareva possibile. Un libro?! Fosse stato un cellulare, un walkman, un gameboy... Allora avrebbe nutrito seri sospetti per qualcuno dei suoi compagni... Ma un libro! Chi poteva rubare Cronache marziane o altri romanzi del genere? Di certo nessuno.

    Eppure sono sicuro di averlo portato a scuola! si diceva rammentando di aver letto qualche pagina durante la ricrea-zione.

    La mattina seguente, dopo aver cercato sotto il suo banco, aveva chiesto ai compagni se ne sapessero qualcosa o se aves-sero visto il libro.

  • Capitolo 1

    10

    Nessuno ne sapeva niente, compresi i due gaglioffi. Per da alcune risatine spuntate sulle bocche di quei due

    ad Alberto venne qualche sospetto. Ma quale prova aveva? E poi, pure se ne avesse avute, che poteva fare? Bruno era alto e robusto, Mirko era magro, ma era tutto nervi, e di lui ne avrebbero fatto polpette.

    Fin per non portare pi a scuola alcun libro. Li avrebbe letti a casa, come sempre.

  • Capitolo

    11

    2Una compagna congli occhi a mandorla

    Che Sang Xiaoxiu avesse gli occhi a mandorla, i capelli lisci e nerissimi, e la carnagione di porcellana, non avrebbe dovuto per niente meravigliare i ragazzi della prima A.

    In tutte le scuole ormai cerano bambini di altre nazioni, i cui genitori erano venuti in Italia per trovare un lavoro mi-gliore di quello offerto nel loro paese. Cos nessuno si stupiva pi di avere come compagno di banco un ragazzino dalla pelle nera o dai capelli chiarissimi che parlava una lingua sconosciuta. Nessuno, tranne gli studenti della piccola scuo-la dove andava ogni mattina Alberto.

    A Montepiccolo chi ci viveva da sempre aveva a malapena un lavoro. Non cerano industrie, n altre attivit, fuorch lagricoltura e lallevamento di pecore e maiali, e solo chi era nato fra le mura di quelle vecchie case sbiadite dalle piogge e dai tetti sbreccati, che dinverno spesso si imbiancavano di neve, riusciva in qualche modo ad arrangiarsi. Figurarsi dunque se potevano trovar lavoro persone daltri paesi

    Eppure proprio in quei giorni in paese sera presentata una famiglia, gente mai vista dagli abitanti del luogo. Era giunta a bordo di una scassata automobile color kaki che aveva attraversato le vie di Montepiccolo.

    E tutte le donne che a quellora se ne stavano davanti alle porte di casa, sedute sulle solite sedie impagliate, a rammen-dare calzini o a pulire verdure, avevano alzato la testa per guardare con curiosit chi cera l dentro. E pure gli uomini che se ne stavano nei tre bar del paese serano incuriositi.

  • 12

    Non che a Montepiccolo non passassero macchine! La ra-gione era unaltra: i sette passeggeri erano indubbiamente cinesi, o qualcosa del genere.

    Quella sera alle osterie e nei tre bar non sera parlato dal-tro. Chi erano? Perch erano venuti l?

    Qualcuno disse di averli visti fermarsi davanti a una casa nei pressi del vecchio mulino, un punto scomodo da raggiun-gere. E qualcun altro aggiunse che li aveva visti scaricare valigie, scatole e pacchi ed entrare nel portone. Erano tre uo-mini, un bambino molto piccolo, due donne e una ragazzina.

    Tutto fu pi chiaro qualche giorno dopo. Il primo che diffuse la notizia fu il signor Umberto, che

    aveva sulla piazza centrale un piccolo supermarket, e siccome era lunico in paese, tutti erano costretti a fare la spesa da lui.

    Ovviamente anche uno di quei cinesi cera stato: una don-nina col viso tondo e bianco come farina e gli occhi a man-dorla che quasi non si vedevano. Aveva fatto una gran fatica, il signor Umberto, a capire cosa volesse comprare perch non conosceva quasi per niente la sua lingua. E cos lui, seb-bene morisse dalla voglia di chiederle perch fossero venuti a vivere l, non aveva potuto farle neppure mezza domanda.

    Per la donnina era tornata un paio dore dopo, e stavolta con lei cera una ragazzina. Questa aveva una buona dime-stichezza con la lingua italiana, e il negoziante aveva potuto interrogarla. Aveva saputo che quella gente aveva abitato in un altro paese, molto pi grande di Montepiccolo, lavorando in unindustria di tessuti che poi era stata chiusa. Ora sera-no trasferiti l perch a qualche chilometro di distanza, vici-no a Roccacencia, avevano aperto unaltra industria e tutti i componenti maschi della famiglia erano stati assunti. Ma a Roccacencia i prezzi delle case in affitto erano davvero alti per loro, invece l, a Montepiccolo, erano riusciti a trovare un appartamento a un prezzo economico.

    Capitolo 2

  • 13

    Una compagna con gli occhi a mandorla

    Xiaoxiu non era n alta n bassa, almeno per la sua et. Era per mingherlina, con unossatura assai minuta che le dava laspetto di essere troppo magra, quando invece, a guardarla con attenzione, possedeva un corpo proporzionato e giusto, come era aggraziato e gradevole il suo modo di muoversi.

    ***

    Era un mattino grigio e triste, almeno per Alberto, che da qualche tempo a scuola ci andava davvero malvolentieri.

    Coi compagni legava sempre meno: alcuni lavevano mes-so tra i loro trastulli scolastici e dalla prima allultima ora il povero ragazzo non faceva altro che stare in guardia per non finire sotto le loro grinfie.

    Gli restava quel pizzico di soddisfazione nellessere consi-derato dai professori fra i migliori della classe, e forse della scuola. Ma anche questo non faceva altro che allontanarlo sempre pi dai suoi coetanei.

    Quella mattina, ed era un luned di met novembre, Alber-to aveva gi schivato una mezza dozzina di palline di carta masticata lanciate con la cannuccia da Bruno, e altrettanti elastici tirati da Mirko.

    Durante la ricreazione, mentre sbocconcellava il suo pa-nino sperando di non doverlo cedere ai soliti prepotenti, se-ra beccato un paio di cazzotti sulla schiena, come succedeva sempre nellintervallo.

    Sentiva ancora male alle spalle, quando la porta dellaula si apr. Era spuntata lunica bidella della scuola, la quale aveva avvisato linsegnante che un nuovo alunno sera aggiunto alla classe. E subito era apparsa quella ragazzina, il viso bianco come porcellana, gli occhi a mandorla e i capelli nerissimi.

    Qualcuno aveva perfino accennato un sorrisetto ironico, spento subito dalla professoressa.

  • 14

    Alberto era rimasto incantato.Dato che lunico posto vuoto era quello accanto a lui, lin-

    segnante, dopo aver chiesto alla bambina il suo nome, le ave-va detto di sedersi l.

    Presto Alberto aveva scoperto che Xiaoxiu conosceva mol-to bene litaliano.

    Ho fatto la primaria in una cittadina a circa trecento chilometri da qui gli aveva spiegato lei. Io sono nata in un paese poco distante da Pechino, ma mi trovo in Italia da quando avevo cinque anni.

    Alberto non le aveva chiesto altro. Si sentiva in qualche modo soddisfatto e perfino orgoglioso di averla come com-pagna di banco.

    E sperava che anche la ragazza non lo considerasse un alieno da cui bisognava tenersi alla larga.

    Xiaoxiu gli sedeva vicino e, sebbene avesse fatto una di-screta amicizia con le altre ragazze, quando le serviva qual-che cosa, o se non capiva una parola trovata su un libro, si rivolgeva soltanto a lui, con lidentica grazia di quando era entrata per la prima volta in classe.

    Era davvero carina: la sua pelle gli ricordava la statuetta di porcellana che sua madre teneva in bella mostra nella ve-trinetta del salotto, dallaspetto cos fragile che Alberto non aveva mai osato prenderla in mano.

    E poi quel suo modo di parlare gli piaceva particolarmen-te. Sebbene conoscesse bene la lingua italiana, la pronuncia tradiva ancora la sua origine cinese: non riusciva ad articola-re la erre. E quando lo chiamava, diceva: Albelto. Per non par-lare di altri nomi, tipo: plofessolessa, geometlia, alitmetica

    Un giorno, durante la ricreazione, Alberto le aveva posto una domanda che a lui era sembrata estremamente audace.

    Ma a te a te piace leggere?Xiaoxiu aveva mosso il capo in un chiaro cenno affermativo.

    Capitolo 2

  • 15

    Una compagna con gli occhi a mandorla

    Ma purtroppo i libri costano parecchio aveva aggiun-to la ragazzina. ...A casa mia non ci sono soldi abbastanza per comprarne.

    Guard con gran seriet il ragazzo con gli occhiali che a sua volta la stava fissando.

    A casa mia i soldi che portano gli uomini servono per mangiare, per pagare laffitto Io non posso chiedere a mia madre di comprarmi nuovi libri Ha gi dovuto spendere tanto per quelli di scuola

    Alberto continuava a fissare Xiaoxiu, mentre intorno a loro gli altri ragazzi facevano una gran confusione.

    Che problema c? Qui a Montepiccolo c una biblioteca pubblica! Io ci vado quasi tutti i giorni. I libri l si prendono gratis! Basta avere una semplice tessera.

    Fu cos che alla biblioteca comunale in cui lavorava zio Ivan ci fu unaltra iscrizione.

    E Alberto ricominci ad andare a scuola volentieri.

  • 16

    Capitolo3La passione

    per gli Impressionisti

    Ad Alberto quel libro glielo aveva regalato zio Ivan lo scorso Natale.

    Era uno di quei libri con la copertina di cartone e le pagi-ne lucide, grosso e pesante da poterlo sfogliare soltanto te-nendolo appoggiato su un tavolo.

    Quando aveva scartato il dono di Natale cera rimasto un po male: tutto saspettava tranne che fosse un libro darte!

    Il titolo era: Gli Impressionisti e i PostImpressionisti.Zio Ivan invece ne pareva entusiasta. Laveva preso tra le

    sue grosse mani e laveva sfogliato sotto il naso del nipote, mostrandogli le bellissime stampe a colori che si alternavano a pagine scritte.

    Vedi, guarda qua che bello! diceva con passione, indi-cando un famoso dipinto di uno di quei pittori francesi che Alberto conosceva appena.

    La notte stessa, per, preso da curiosit o forse privo or-mai di sonno, aveva passato pi di unora a sfogliarlo.

    Quando le lancette della sveglia che aveva sul comodino segnarono le due, Alberto si era deciso a chiuderlo e ad an-dare finalmente a letto.

    Aveva cambiato idea: zio Ivan non aveva sbagliato a fargli quel regalo. Quel libro era davvero interessante. La vita degli artisti lo aveva calamitato come quando leggeva uno dei suoi romanzi preferiti. Erano storie bellissime...

    Questo era successo lanno prima. Ora a Natale mancava circa un mese, e dei pittori Impressionisti era espertissimo.

  • 17

    La passione per gli Impressionisti

    E, senza neppure rendersene conto, aveva preso una gran passione per Parigi dove quei pittori avevano vissuto.

    Proprio in quei giorni a scuola era arrivato il bando di un Concorso Nazionale con cui si invitavano gli studenti a svolgere un tema dal titolo: Se andassi a Parigi, farei Il vincitore sarebbe andato con tutti i suoi compagni di classe a Parigi per quattro giorni accompagnati da due insegnanti.

    La speranza di vincere era davvero modesta, ma i vari pro-fessori ditaliano della piccola scuola di Montepiccolo ave-vano ugualmente sollecitato i loro alunni a scrivere questo tema. Anche Alberto aveva partecipato, riempiendo ben cin-que pagine con la sua scrittura minuta.

    La sua insegnante lo aveva lodato e aveva scelto proprio il suo tema per il concorso.

    ***

    Come aveva sperato Alberto, Xiaoxiu aveva iniziato a fre-quentare la biblioteca comunale.

    Quel mondo fatto di fogli stampati e di copertine aveva catturato anche la ragazzina cinese. Certo, Xiaoxiu non era una frequentatrice assidua come Alberto, per, quando tro-vava un po di tempo libero, era l a sfogliare libri, sotto lo sguardo compiaciuto del barbuto bibliotecario.

    Alberto era sempre con lei. Esperto come nessun altro ra-gazzo, le consigliava cosa leggere.

    Xiaoxiu pareva essere diventata unappassionata lettrice. Dopo pochi giorni tornava in biblioteca, il libro preso in pre-stito sotto il braccio, e lo riconsegnava allomone barbuto, chiedendo se poteva prenderne un altro

    E naturalmente zio Ivan saffrettava a muovere il capo or-mai canuto in un cenno affermativo, mostrando un sorriset-to di soddisfazione.

  • 18

    Da quando Xiaoxiu era entrata per la prima volta nella classe di Alberto erano passati circa due mesi. E a questo punto la ragazzina venuta dalla Cina aveva letto parecchi li-bri.

    ***

    La primavera era gi pronta a scacciare gli ultimi granelli dellinverno, quando a scuola giunse una lettera che nessuno pi si aspettava.

    Linsegnante di italiano era cos emozionata da non riusci-re a leggere quanto cera scritto. Calmatasi, aveva scandito ben bene ogni parola:

    Il tema da voi inviato risultato vincitore del concorso Una vacanza a Parigi.

    Erano tutti elettrizzati e nessuno si degn di ringraziare chi effettivamente aveva scritto il tema vincitore.

    Alberto per non ci fece caso. Anche lui era felicissimo: finalmente avrebbe potuto vedere dal vivo la citt dove molti anni prima erano vissuti i pittori Impressionisti.

    Capitolo 3

  • Capitolo

    19

    4Il premio

    Lo sai che fra qualche giorno partir per Parigi? Zio Ivan, che se ne stava seduto dietro un tavolo di mo-

    gano ad incollare le pagine di un vecchio libro malandato, guard Alberto abbassando gli occhiali sulla punta del naso.

    E come faresti ad andare a Parigi? chiese accennando un sorrisetto piuttosto incredulo.

    Indovina! Lomone continuava a fissarlo come se volesse leggere

    dallespressione del nipote cosa stesse pensando. Ma Alberto manteneva unaria davvero enigmatica che neppure un tipo come lui che aveva girato il mondo poteva interpretare.

    Sarrese. Dunque, se non mi stai prendendo in giro, dimmi come

    puoi fare un viaggio del genere? Il mio tema stato giudicato il migliore Quale tema? fece zio Ivan mentre spennellava colla sul

    dorso del libro.Ad Alberto brillarono gli occhi. Quello che la mia professoressa di italiano ha inviato al

    ConcorsoPoi riassunse quanto era accaduto nei giorni precedenti,

    concludendo con un sorriso. E cos la mia classe partir per Parigi Ben quattro

    giorni a Parigi! Gratis!Zio Ivan era tornato a guardarlo. Ora la sua aria era dav-

    vero piena di soddisfazione.

  • 20

    Capitolo 4

    Beh, i tuoi amici ti saranno grati ti avranno senzaltro festeggiato. Grazie a te, andranno a Parigi comment.

    Il ragazzo annu, evitando di dire che praticamente nessu-no lo aveva ringraziato. Ma che gliene importava? Conosceva ormai bene quei ragazzi che non avevano nessuna stima di lui. Tranne ovviamente Xiaoxiu, che proprio quella mattina era assente.

    Il giorno dopo, la ragazzina cinese torn a scuola, e subito Alberto la mise al corrente della grande novit. Fu allora che il suo entusiasmo e tutta la sua gioia si sgonfiarono.

    Purtroppo io non posso venire disse Xiaoxiu scuotendo il capo dai capelli nerissimi.

    Alberto divenne pi pallido del solito. Ma guarda che tutto gratis! Compreso il viaggio! ave-

    va subito ribattuto credendo che la sua compagna fosse con-vinta che ci fossero delle spese da sostenere.

    Lo so Lo so Ma io non posso partire. Mia madre lavora tutto il giorno e io devo badare a mio fratello. E devo preparare da mangiare

    Ma non avevi detto che a casa tua lavorano solo gli uo-mini?

    Alberto continuava a fissarla, serissimo, e le sue guance sbiancavano sempre pi.

    vero disse lei sostituendo la erre con una buffa elle che per non fece ridere Alberto neppure un po ...ma mia madre lavora in casa. Ha una piccola macchina tessitrice e da mattina a sera non ha neppure il tempo per cucinare E mia nonna troppo vecchia per aiutarla

    Alberto si sent sciogliere come un gelato dimenticato fuori dal frigo. Quei motivi erano davvero troppo seri per essere ribattu-ti. Sper comunque che la professoressa avrebbe trovato il modo per convincerla a non rinunciare a quella irripetibile occasione.

  • 21

    Il premio

    Infatti la professoressa prov in tutti i modi a trovare una soluzione a quanto le aveva appena detto Xiaoxiu, ma alla fine si arrese.

    La ragazzina cinese le aveva spiegato che la sua famiglia aveva tutta una gerarchia e ciascuno aveva un compito al quale non poteva sottrarsi neppure per un giorno.

    Comprendo disse linsegnante dopo un sospiro di rassegnazione.

    Poi, alzando lo sguardo su tutta la classe, aggiunse: Come vedete, ci sono anche ragazzi che non pensano

    soltanto a giocare e a divertirsiEra vero. Xiaoxiu si era dimostrata una ragazza matura,

    per la quale Alberto, ora, provava ancora di pi stima. Nel suo cuore, per, sentiva una grande delusione. Si era gi im-maginato di trascorrere quei quattro giorni insieme allunica compagna che non lo considerava un alieno, e adesso invece

    Trascorse il resto delle ore scolastiche perduto in una pro-fonda malinconia, che gli pass un poco soltanto quando, nel pomeriggio, torn in biblioteca.

    Zio Ivan gli aveva fatto trovare una mezza dozzina di libri che parlavano di Parigi e lui ci si tuff con la solita passione.

  • Capitolo

    22

    5A Parigi

    Il treno sotterraneo che attraversava il ventre di Parigi era pieno di gente.

    Alberto, infilato nella calca, vedeva davanti a s il cappotto verde che sapeva appartenere alla professoressa ditaliano e si sentiva tranquillo. Si distrasse un attimo e allimprovvi-so si accorse che il cappotto verde non cera pi. Allora prov a farsi largo a fatica fra i passeggeri del convoglio.

    Ma niente! Si sent perduto I suoi compagni e la professoressa do-

    vevano essere scesi alla fermata precedente!Alla fermata successiva scese anche lui e si guard intorno

    con disperazione. Nessuno possedeva una faccia a lui nota.Sal le scale e fu sulla strada.Scopr di trovarsi nei pressi della Senna.Si sforz di stare calmo. Ricordava bene il nome dellal-

    bergo e gli sarebbe bastato chiedere a una guardia per farsi spiegare come tornarci.

    Ne intravide una dallaltra parte del viale che costeggiava il lungosenna. Ma la strada era trafficata e lui non poteva certo attraversare in quel punto.

    Cos avanz aumentando il passo, deciso a raggiungere il semaforo.

    Mancava ancora qualche metro, quando not una lunga fila di bancarelle affiancate al parapetto del fiume.

    Le prime esponevano antiche porcellane, stampe e piccoli oggetti di bronzo e rame.

  • 23

    Alberto avanz. Non gli sembravano cose interessanti. Il semaforo era ormai vicinissimo e forse la guardia stava

    ancora l, dalla parte opposta del viale.Ma passando davanti alla quarta bancarella, prov un

    gran desiderio di fermarsi. Quella non esponeva soprammo-bili o vecchie stampe, ma libri!

    Erano tantissimi volumi ed emanavano lo stesso profumo di quello che fin da piccino era abituato a respirare. Un odo-re di vecchi fogli stampati, di inchiostri, di copertine legger-mente umide, a volte mangiucchiate dalle tarme.

    Fu pi forte di lui. Si ferm. Il venditore di libri era un tipo grassoccio, fornito di due

    grandi baffi allins, nerissimi come i suoi capelli tutti impo-matati di brillantina, separati da una scriminatura proprio al centro del cranio.

    Mentre era intento ad accendersi la pipa si accorse del ra-gazzo e gli dedic un leggero sorriso.

    Io, moi prese a dire il ragazzo che, ovviamente, pur studiando a scuola quella lingua, sapeva a malapena spicci-care qualche parola ... moi, je suis italiano

    Luomo tir ancora una boccata di fumo e mosse la testa lustra di brillantina.

    Ah, italiano bonNon aggiunse altro. Era sopraggiunto proprio allora un

    signore alto e corpulento, e sera messo a chiedergli se posse-deva un certo volume.

    Alberto torn a frugare fra i libri.Come sempre, mentre le sue mani accarezzavano quelle

    vecchie copertine, prov una profonda emozione. Ne prele-v a caso uno. Era scritto in francese. Tent di capire cosa ci fosse scritto, ma gli rest difficile. Lo rimise a posto e ne prese un altro.

    Anche questo, naturalmente, era scritto in francese.

    A Parigi

  • 24

    Il suo entusiasmo si stava sbiadendo nella consapevolez-za che fra tutti quei libri niente avrebbe potuto interessarlo davvero.

    Attends un istant! Alberto trasal. Si gir di scatto. Il viso sorridente del ven-

    ditore di libri usati gli stava indicando con il cannello della pipa un lato della sua bancarella.

    Ici, il y a des livres en italienAlberto riusc ad intuire il significato.I pochi libri ammucchiati vicino alla sponda della banca-

    rella avevano titoli scritti nella sua lingua. Je crois quils sont plus intressants pour toi.Lometto aveva preso tra le mani un libro e lo consegn al

    ragazzo. Regarde ceciAlberto annu e abbass lo sguardo sulla copertina.Era un volume piuttosto malandato, con le pagine in parte

    staccate. La copertina era ingiallita e molto logora. Proprio questo attir lattenzione di Alberto.Il disegno a colori, bench sbiadito, era ancora chiaro: un

    ragazzino con i calzoni corti e uno strano berretto sul capo si trovava al centro di un paesaggio esotico, su cui spiccava, a grandi caratteri:

    LINTREPIDO CARLINO LE AVVENTURE DI UN RAGAZZO

    NEL CONTINENTE NERO

    Sopra il titolo, a caratteri pi piccoli, cera il nome dellau-tore: Gioacchino Modena.

    Tu aimes? Il nest pas cher!

    Capitolo 5

  • 25

    A Parigi

    Alberto sollev lentamente la testa.Il venditore di libri usati lo fissava con occhi allegri.Delle sue parole aveva capito soltanto il costo del libro.Alberto istintivamente infil la mano sinistra nella tasca

    del giubbotto. Sent al tatto una moneta che tir fuori. Erano proprio due euro!

    La consegn allometto. Bon Au revoir fece luomo coi baffi infilando con

    cura il libro dentro un sacchetto di plastica. Au revoir ripet meccanicamente Alberto e, preso il sac-

    chetto, si avvi verso il semaforo. Ma poi ci ripens. Forse il poliziotto che aveva visto prima se nera andato. Era meglio chiedere al venditore di libri.

    Torn sui suoi passi. Luomo stava sistemando alcuni vo-lumi.

    Monsieur prese a dire Alberto. E con gran sforzo cerc di farsi capire.

    Ah, oui disse infine luomo muovendo pi volte la testa lucida di brillantina. Jai compris

    Doveva averlo preso in simpatia. Con molta pazienza gli spieg come raggiungere lalbergo.

  • 119

    A cura di Maurizio Giannini

    UN BREVE VIAGGIO NEL GIALLO

    Approfondimenti letterariI detective nel corso della storia

    Proposte di letturaFilmografia

  • Ciak... si gira

    120

    Perch le storie poliziesche si chiamano giallo?

    Il libro che hai appena letto pu essere considerato di ge-nere giallo. Il termine giallo usato solo in Italia e trae origine dalla pi nota collana specializzata del genere, creata nel 1929 da Lorenzo Montano e dalleditore Arnoldo Monda-dori. In quellepoca, le collane della Mondadori erano classi-ficate con un colore: ai romanzi polizieschi venne assegnato il giallo e da qui deriv il termine libri gialli ancora adesso usato.

    Ma come viene chiamato il romanzo poliziesco allestero? Per esempio, in Francia usato il termine roman policier, gli inglesi invece lo chiamano detective novel, mentre my-stery pi generalmente la narrativa ancorata a un mistero iniziale; gli americani usano il termine whodonit che deri-va dalle parole Who Done it?. Altre espressioni diffuse nei paesi anglosassoni sono thriller, suspense e crime no-vels. In Germania si parla invece di detektivliteratur e di kriminalroman.

    Ma che cos il giallo?

    Una storia poliziesca si fonda sul contrasto tra lapparen-za delle cose, cos come vengono presentate allinizio del ro-manzo, e la verit che verr svelata solo alla fine. In mezzo alla storia si svolge lindagine dellinvestigatore, basata sul ragionamento e sullosservazione dei fatti, il quale svela un po alla volta il mistero servendosi del metodo logico.

    Si pu dunque dire che il giallo la narrazione di un

  • 121

    mistero criminale che ha lo scopo di identificare, riguardo il delitto in oggetto, chi lha commesso, come lha commesso, perch e quando.

    Lautore del romanzo giallo percorre contemporaneamen-te due strade diverse: una interna a lui solo nota, e che la re-alt, e una esterna che il tessuto della storia stessa proposta al lettore, ma che solo apparente. Queste due strade alla fine del romanzo convergono sino a toccarsi nelle ultime pagine. E allora verr svelata al lettore la verit.

    La letteratura poliziesca nel mondo

    Sicuramente il genere letterario poliziesco nasce nel 1841, quando lo scrittore statuniten-se Edgar Allan Poe (1809 1849) pubblica il racconto The Murders in the Rue Morgue.In questo racconto c gi un modello di narrativa che non subir grandi variazioni negli anni seguenti.

    Allan Poe ambienta il rac-conto a Parigi, dove avviene un terribile duplice omicidio: una ragazza trovata assassinata in una stanza chiusa a chiave e con le finestre sbarrate, mentre sua madre nel cortile adia-cente con la testa fracassata. Unici testimoni sono i vicini che sostengono di aver udito due voci maschili, una delle quali gutturali. La polizia brancola nel buio, fino a quando arriva linvestigatore Auguste Dupin che, applicando un metodo fatto di deduzione e riflessione,

    Edgar Allan Poe

  • Ciak... si gira

    122

    riesce a svelare il mistero. Le due donne sono state uccise da un orango sfuggito al suo guardiano.

    Tanti altri importanti scrittori inglesi e francesi si dedica-rono al genere poliziesco, ma sicuramente uno dei maggiori fu Arthur Conan Doyle (1859 1930), che cre il famosissi-mo detective inglese Sherlock Holmes.

    Gentiluomo annoiato, raffinato e piuttosto stra-vagante, Sherlock Hol-mes investiga soltanto per vincere la noia della rou-tine quotidiana. In verit, non un personaggio mol-to simpatico, ma sicura-mente affascina il lettore grazie alla sua intelligen-za e al metodo dedutti-voscientifico che usa per risolvere i casi. Assistente di Holmes il normalissi-mo ma simpatico dottor Watson, il quale racconta

    in prima persona le avventure del suo geniale amico. La pri-ma storia poliziesca in cui appare per la prima volta Sherlock Holmes il racconto A Study in Scarlet pubblicato nel 1887.

    Pi o meno nello stesso periodo, in Francia, Maurice Le-blanc (1864 1941) creava Arsenio Lupin, il ladro gentiluo-mo, una sorta di Robin Hood moderno. Uomo elegante, vani-toso, scaltro, ruba non perch ne abbia bisogno ma solo per passatempo; le sue vittime sono sempre persone ricche.

    Ben diverso da Lupin Fantomas, il protagonista dei tanti romanzi scritti a quattro mani dai francesi Pierre Souvestre (1874-1914) e Marcel Allain (1885-1969). Fantomas non un

    Sherlock Holmes

  • 123

    assassino, n un rapinatore, lemblema del delinquente, il male personificato. Gli autori di Fantomas, spinti dallenor-me successo che ebbero i loro libri, scrissero un numero in-calcolabile di romanzi che lo vedono protagonista, pubblicati mensilmente. Ogni romanzo era progettato, scritto e stampato in tempi brevissimi, e questo spiega uno stile non troppo curato, da cui per trapela ugualmente la genia-lit dei due scrittori.

    In Inghilterra nel 1911 esce il primo volume dei racconti di Pa-dre Brown, il piccolo prete cat-tolico che riesce a scoprire col suo fiuto i vari colpevoli che il suo autore, Gilbert Chesterton (1874 1936), dissemina nei suoi ben cin-quanta racconti. Pi o meno nati nella stessa epoca, ma ben diversi nel modo di portare avanti le indagini, sono Manfred Gonza-les, Picart e tutti gli altri detective nati dalla fervida fantasia di Edgar Wallace (1875 1932), autore di numerosissimi ro-manzi polizieschi famosi in tutto il mondo tra cui I quattro uomini giusti, Il consiglio dei quattro e Il laccio rosso.

    Ma linglese Agatha Christie (1891 1976), ovvero Agatha Mary Clarissa Miller, senza dubbio la maestra indiscussa del roman-zo poliziesco. Nei suoi tanti libri convivono il romanzo di maniera di ambiente provinciale (il ciclo

    Agatha Christie

    Miss Marple

  • Ciak... si gira

    124

    di Miss Marple), il who-donit (il ciclo di Poirot), il racconto psicologico e datmosfera, il gusto delle-sperimento scientifico, lav-ventura spionistica, la fan-tapolitica e perfino il giallo metafisico.

    Agatha Christie scrisse il suo primo romanzo gial-lo nel 1921 per scommessa,

    quandera crocerossina e, ispirandosi a Sherlock Holmes, cre Poirot. Da allora, nacquero dalla sua fervida immaginazione decine e decine di storie poliziesche che diventarono famose in tutto il mondo, tra i quali ricordiamo Dieci piccoli indiani,

    Assassinio sullOrientExpress e Istantanea di un delitto.

    Ma anche negli Stati Uniti, la scuola inglese aveva dato buoni frutti: dal 1930 in poi fiorirono numerosissime storie polizie-sche che vedono protagonisti soprattutto gli investigatori pri-vati: eroi solitari che riescono a mettere nel sacco la polizia ufficiale, simbolo del sistema organizzato. Il detective ameri-cano in questi anni si presenta spesso come un uomo raffinato o un sofisticato protagonista. Il detective Philo Vance creato da

    S.S. Van Dine (1888 1939), pseudonimo di Willard Wright, ne un esempio; ma non va dimenticato Ellery Queen (pro-

    Poirot

    Ellery Queen

  • 125

    tagonista dei romanzi polizieschi scritti da Frederic Dannay (1905 1982) e Manfred Lee (1905 1972), i quali usarono come pseudonimo lo stesso nome dato al loro investigatore privato.

    Unalternativa al classico detective fu offerta da Erle Stanley Gardner (1889 1970), che invent lavvocato pena-lista Perry Mason, apparso per la prima volta nel romanzo Perry Mason e le zampe di velluto del 1933.

    Tutti i successivi romanzi che vedranno protagonista Per-ry Mason seguiranno lo stesso schema: la prima parte ha un andamento da giallo normale con lavvio del meccanismo poliziesco, la seconda costituita da un preciso resoconto del dibattito processuale al termine del quale lavvocato Mason strapper lassoluzione per il proprio assistito smascherando il vero colpevole.

    Un altro celebre investigatore senzaltro lo stravagante Nero Wolfe dello scrittore americano Rex Stout (1886 1975). Nero Wolfe grasso e pigro tanto che non si muove mai dal-la sua lussuosa palazzina costruita tra i grattacieli di Man-hattan.

    Eppure riesce lo stesso a risolvere tutti i casi che gli vengo-no proposti, grazie alla sua genialit, ma anche perch aiuta-to dal suo assistente, il giovane investigatore Archie Goodwin che indaga per lui.

    In Francia, nel 1930, appare per la prima volta il commis-sario Jules Maigret. Il suo autore lo scrittore belga Georges Simenon (1903 1989) a cui dedicher ben 75 romanzi e 28 racconti. Maigret un uomo alto e grosso, lento, maturo, e non assomiglia a nessuno degli eroi dei gialli americani. un bravo funzionario di polizia, un placido piccolo borghe-se amante della propria tranquillit domestica, dei pranzetti preparati dalla moglie e dellinseparabile pipa. La sua forza tuttavia la grande pazienza, la tenacia con cui porta avanti le indagini.

  • Ciak... si gira

    126

    Nei gialli di Maigret non molto importante la scoperta del colpevo-le, che talora il lettore gi individua a met ro-manzo, ma piuttosto la descrizione del piccolo mondo che circonda lin-dagine, latmosfera, la psicologia dei personag-gi e lumanit che trape-la in ogni pagina.

    Capiscuola del genere giallo, in Italia, si possono conside-rati i due scrittori Emilio De Marchi (1851 1901) con il suo Il cappello del prete e Luigi Capuana (1839 1915) con Il mar-chese di Roccaverdina. Poi fino agli anni Trenta questo genere non trov altri autori tranne Alessandro Varaldo (1876 1953) con il suo Il sette bello del 1930 che ridar avvio al genere po-liziesco italiano. Dopo il 1945 si assister in Italia allinvasio-ne dei gialli stranieri, soprattutto americani, malgrado ci, nasceranno ugualmente opere importanti come Quer pastic-ciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda (1893 1973), A ciascuno il suo di Leonardo Sciascia (1921 1989)

    e La donna della domenica di Frutterio e Lucentini.

    Ai nostri giorni, uno de-gli scrittori maggiormente letto che dedica gran parte del suo lavoro al poliziesco, Andrea Camilleri (1925) le cui storie vedono come pro-tagonista il commissario Montalbano.

    Andrea Camilleri

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    Tra gli altri, ricordiamo lo scrittore emiliano Giuseppe Pe-deriali (1937 2013) con la sua Camilla Cagliostri, giovane poliziotta che si muove e indaga nella provincia emiliana.

    In Spagna nel 1972 fa la sua prima apparizione, nel ro-manzo sperimentale Ho ammazzato J. F. Kennedy, il detective privato Pepe Carvalho, protagonista di una serie di romanzi dello scrittore Vzquez Montalbn (1939). La sua passione e le sue conoscenze culinarie entreranno, attraverso i suoi per-sonaggi, a far parte in pianta stabile delle commedie umane narrate nelle sue opere, caratterizzandoli e rendendo com-prensibili le sfumature delle loro personalit.

  • 143

    1 Zio Ivan

    2 Una compagna con gli occhi a mandorla

    3 La passione per gli Impressionisti

    4 Il premio

    5 A Parigi

    6 Il vecchio libro

    7 Il prestito

    8 Una brutta faccenda

    9 A casa di Sang Xiaoxiu

    10 La visita dei ladri

    11 Il sequestro

    12 Dov Sang Xiaoxiu?

    13 La prigionia

    14 La torre

    15 Il cassetto

    16 Lattesa

    17 Sotto la torre

    18 A mezzanotte

    19 La motocicletta

    20 La villa sul mare

    21 Le lettere

    22 La storia si conclude

    Approfondimenti

    Indice

    5

    11

    16

    19

    22

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    44

    49

    56

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    L'enigma di pagina 100 COPERTINAL'enigma di pagina 100Pagina vuotaPagina vuota