lettre à un ami

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Caro Pierre, le notizie corrono alla velocità del vento, per cui non sarei stupito se da voi già si sapesse della morte del Tiranno. E sono pur certo che Philippe non ha risparmiato i cavalli! Immagino l’inquietudine e l’incredulo stupore che vi tengono in ansia. Sappi dunque che è vero, il Tiranno è morto e Danton è vendicato. Sai bene che non ti ho biasimato per aver lasciato Parigi quando, dopo le teste dei parassiti, hanno preso a cadere le teste di molti leali cittadini, che si erano spesi con coraggio per la Rivoluzione. Ma ti confesso che, ora più che mai, sono certo del fatto che se noi non fossimo rimasti a contrastarlo, il delirio di potere del Dittatore avrebbe innalzato una catasta di teste mozzate più alta di Notre-Dame! Danton era corrotto, dicevano, era vizioso. Ma lui parlava la lingua del popolo e lo guidava da generoso qual era. L’Altro invece, gelido nella sua virtù incorruttibile, voleva creare il cittadino virtuoso col Terrore. E avrebbe continuato a distruggere uomini e donne del popolo in odio alle loro umane imperfezioni, all’infinito. Io penso che tu ora debba tornare per contribuire a rimettere in sesto questa triste galera che era diventata Parigi. Tempi nuovi si annunciano, più gioiosi e sereni, dove infine comanderà il popolo, senza Re, né preti, né dittatori, dall’aula della Convenzione, 28 VII 1794 il tuo Antoine F.

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Parigi, 1794. Antoine, un giovane deputato della Convenzione scrive una lettera al suo amico Pierre per dare la notizia della morte di Robespierre e chiedergli di rientrare in città..

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Page 1: Lettre à un ami

Caro Pierre,le notizie corrono alla velocità del vento, per cui non sarei stupito se da voi già si sapesse della morte del Tiranno. E sono pur certo che Philippe non ha risparmiato i cavalli!Immagino l’inquietudine e l’incredulo stupore che vi tengono in ansia.Sappi dunque che è vero, il Tiranno è morto e Danton è vendicato.Sai bene che non ti ho biasimato per aver lasciato Parigi quando, dopo le teste dei parassiti, hanno preso a cadere le teste di molti leali cittadini, che si erano spesi con coraggio per la Rivoluzione.Ma ti confesso che, ora più che mai, sono certo del fatto che se noi non fossimo rimasti a contrastarlo, il delirio di potere del Dittatore avrebbe innalzato una catasta di teste mozzate più alta di Notre-Dame!Danton era corrotto, dicevano, era vizioso. Ma lui parlava la lingua del popolo e lo guidava da generoso qual era. L’Altro invece, gelido nella sua virtù incorruttibile, voleva creare il cittadino virtuoso col Terrore. E avrebbe continuato a distruggere uomini e donne del popolo in odio alle loro umane imperfezioni, all’infinito.Io penso che tu ora debba tornare per contribuire a rimettere in sesto questa triste galera che era diventata Parigi. Tempi nuovi si annunciano, più gioiosi e sereni, dove infine comanderà il popolo, senza Re, né preti, né dittatori,

dall’aula della Convenzione, 28 VII 1794il tuo Antoine F.