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LEZIONE N. 6 IL MEDIOEVO

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LEZIONE N. 6

IL MEDIOEVO

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IL MEDIOEVO

Nessuno dei tentativi di riunire le varie parti dell’Impero romano d’Occidente ebbe successo.La stabilità e la cultura letteraria sopravvissero solo a Bisanzio, che venne occupata dai turchi solo nel 1453.

A Bisanzio (l’odierna Istanbul) il potere era accentrato nelle mani dell’imperatore e qualsiasi mutamento di potere derivava da intrighi di corte.Le feste pubbliche facevano parte della politica di Stato.

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IL CRISTIANESIMO

Il cristianesimo divenne la religione ufficiale di Roma nel 381 d.C. e nel 393 d.C. l’imperatore Teodosio I vietò i Giochi Olimpici.I cristiani proibirono infatti le attività sportive, considerandole un omaggio agli dei pagani. Il cristianesimo insegnava che i pensieri dell’umanità dovevano concentrarsi sulla via eterna, non sullo sviluppo e il culto del corpo.

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IL CRISTIANESIMO

Secondo il cristianesimo il corpo umano era peccaminoso anche se l’anima era stata salvata, perché poteva essere tentato a peccare. Lo sdport, quindi, era nemico di Dio.

Nel 429 d.C. Teodosio ordinò la demolizione del Tempio di Giove.Le tribù germaniche saccheggiarono le rovine di Olimpia nel 522 d.C. e , fattore negativo, la zona venne distrutta da un’eruzione vulcanica nel 551. La successiva alluvione di un fiume rese irriconoscibile Olimpia.I giochi antichi continuarono a essere organizzati a Antiochia, in Siria.

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L’IMPERO ROMANO D’ORIENTE

Dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), continuò a esistere quello d’Oriente, con capitale Bisanzio (o Costantinopoli), l’odierna Istanbul.

Lo sport qui continuò con le versioni spettacolari romane. Proibiti i giochi gladiatori, continuarono in grande stile gare con bighe e quadrighe, fino a degenerare in episodi di tifo sfrenato e violento.

Intanto, tutto il mondo era scosso dalle scorrerie e dalle incursioni dei barbari e nomadi a ondate (Goti, Unni, Visigoti, Longobardi, Franchi)

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LO SPORT A BISANZIO

CORSA CON LE BIGHE. C’erano bighe trainate da un tiro di due o quattro cavalli allevati appositamente e condotti da professionisti.

Abitualmente la corsa si disputava su sette giri di una pista lunga 900 metri. Ogni giro era costituito da due tratti diritti, contrassegnati da colonne attorno alle quali girare. C’erano ippodromi in tutte le città. Il conteggio dei giri era fatto anche ad opera di fontane che sparavano getti all’arrivo delle bighe.

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CORSA CON LE BIGHE

Le scuderie e i fantini erano distinte grazie ai colori delle giubbe indossate dagli aurighi.Negli ippodromi c’erano anche settori occupati dai tifosi di una parte, che erano contrapposti all’altra (es. antisemiti contro semiti; ortodossi contro cristiani). Per secoli gli antagonismi furono fra Blu e Verdi. I dibattiti sulla vera natura della divinità di Cristo si trasportarono nello Stadio.

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CONFLITTUALITA’

Nello stadio di Bisanzio , dietro le rivalità sportive, si celavano in realtà in conflitti fra coloro che sostenevano o negavano la Trinità di Dio.

Un’altra rivalità era fra antisemiti e semiti. Negli ippodromi alcuni settori delle tribune

erano occupati da gruppi rivali di tifosi che incitavano gli aurighi con cori.

Per secoli i colori preferiti erano il blu e il verde. Dietro c’erano corpi dell’esercito, associazioni di categoria…..

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TIFO ECCESSIVO

L’11 GENNAIO 512 . Scoppiarono dei disordini nell’ippodromo di Costantinopoli. Secondo le cronache, vennero coinvolte 30.000 persone. Tutto questo comportò un momento di arresto dell’attività sportiva. C’era il pericolo di tumulti ancora più grandi.

SVILUPPO DELLA CAVALLERIA. Nell’Europa occidentale, intanto, iniziò a svilupparsi la cavalleria e tutte le protezioni connesse.

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INVASIONI BARBARICHE

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FEUDALESIMO

La disintegrazione della potenza dell’Impero romano d’occidente portò a una frammentazione in tanti piccoli stati (e poi in comuni). Il feudalesimo si fondava sulla sottomissione della popolazione contadina ai guerrieri a cavallo in cambio di protezione.

Tale sistema, intorno al 1100, era saldamente instaurato . I soldati, gli unici ai quali era consentito possedere un cavallo, fornivano protezione contro i predoni che avevano distrutto le proprietà fondiarie.

Laddove esistevano i cavalieri armati esisteva più sicurezza.

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FEUDALESIMO

Sin dagli inizi del Medioevo i vari paesi europeei tendono a suddividersi in un’infinità di porzioni minori, che di solito hanno una vita politica a sé, isolata dal resto del paese.

La parola “feudalesimo” deriva da feudo. Il termine indicava quella porzione di terra che il re o il signore concedeva in beneficio a un suo fedele, sia per premiarlo dei servigi resi, sia perché non, potendo ricompensarlo con uno stipendio fisso, gli attribuiva una fetta di terra.

Il beneficato riceveva tutto questo con la cerimonia dell’investitura e si dichiarava VASSALLO.

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FEUDALESIMO Il feudatario maggiore (duca, marchese, conte)

esercitava nel suo territorio i diritti sovrani (amministrazione della giustizia); viveva con i suoi uomini d’arme nel castello.

Si svegliava all’alba, compiva i suoi esercizi miltari e andava a caccia.I feudatari minori ai quali aveva concesso terre vivevano ciascuno nella propria tenuta, ma si raccoglievano nei giorni solenni nel castello del signore, partecipavano alle cacce e ai tornei che il signore organizzava.

Questa classe di cavalieri aveva quindi come sua principale occupazione la caccia, gli esercizi fisici, la guerra. Al di sotto di lei si trovava la numerosa classe dei contadini, servi della gleba, che lavoravano gratis.

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FEUDALESIMO

In compenso il feudatario manteneva l’ordine e e difendeva i contadini in caso di guerra.

La terza classe era il clero, sia quello secolare (preti), che quello regolare (monaci).

Tale vita trovò i suoi cantori nei cosiddetti trovatori, che raccontavano leggende e miti spostandosi di città in città.

Da questa serie di miti si svilupparono veri e propri poemi come la Canzone di Rolando , i Cavalieri della Tavola Rotonda e il Cid Campeador.

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RUOLO SOCIALE DELLA CAVALLERIA

I soldati, gli unici ai quali era permesso possedere un cavallo, fornivano protezione contro i predoni, i barbari che saccheggiavano i beni delle comunità contadine.Dove esistevano cavalieri armati era possibile fertilizzare i terreni, allevare, coltivare.

Benchè da un guerriero ci si aspettasse che fosse pronto a dare battaglia,egli, se poteva, la evitava accuratamente, salvo dare dimostrazioni in tre sport paramilitari: caccia, giostra, torneo e duello.

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LA CAVALLERIA

L’aura di splendore e l’utilità del cavallo furono accresciute da svariati progressi tecnici che probabilmente avevano avuto origine presso alcuni popoli delle steppe asiatiche.

Un ‘innovazione fu data dalla sella , dagli speroni e dal morso, che davano un maggior controllo dell’animale. I primi cavalli da guerra, portati dall’Africa, furono adottati dai generali bizantini.

In seguito venne adottata la catafratta, una protezione per il cavaliere che comprendeva arco e lancia, diveentò il baluardo contro la più numerosa cavalleria leggera dei nemici d’Europa.

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CAVALLERIA CATAFRATTA

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FEDERICO BARBAROSSA

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CAVALLERIA E TERRITORIO

In gran parte dell’Europa il cavaliere viveva in condizioni migliori di quelle di alcuni suoi contadini ai quali egli imponeva tributi o che, in altro modo, sfruttava. In realtà il cavaliere era sfruttato anch’egli dal suo signore, che esigeva da lui tasse e prestazioni militari. Tuttavia la suddivisione fondamentale era tra aristocratici possessori di cavalli e portatori di armi, da una parte, e gli agricoltori sedentari che li sostenevano con il lavoro, dall’altra.

Le varie narrazioni storiche si soffermano soprattutto sulle spedizioni dei cavalieri cristiani contro i pagani.

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RUOLO DEL CAVALIERE

Il feudalesimo evidenziò il ruolo del cavaliere. L’agile e scintillante cavallo da corsa, il magico animale che aveva legittimato il potere in Egitto e in Grecia e era stato simbolo e contorno del potere,aveva una grande funzione d’immagine.

Per tutto il Medioevo (si conclude formalmente nel 1492, anno della Scoperta dell’America) le sempre più potenti autorità cercarono di non perdere i militari, vietando e punendo le guerre locali, affinando per compensazione le arti cavalleresche.

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RUOLO DEL CAVALIERE

Nell’Europa occidentale il cavaliere armato diventò fondamento militare e quindi politico dell’imposizione dell’ordine dopo i disordini seguiti alla disintegrazione dell’esercito e della burocrazia di Roma.

Il feudalesimo , che si fondava sulla sottomissione della popolazione contadina ai guerrieri a cavallo in cambio di protezione, si sviluppò in maniera ineguale , ma intorno al 1100 era saldamente instaurato nell’Europa nord occidentale.

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ESEMPIO DI GIOSTRA MEDIEVALE

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SPORT MEDIEVALE, SIMBOLO E SUBLIMAZIONE

TORNEI. I tornei mantenevano cavalli e cavalieri in forma per il combattimento. Le prime forme di torneo nacquero in Francia già nell’XI secolo. I contendenti combattevano entro la cosiddetta “lizza”, un campo racchiuso da una palizzata.

Rivestiti di una pesante corazza, i guerrieri si affrontavano su una palizzata parallela alle tribune degli spettatori. A rigore, il torneo era un incontro fra due gruppi di cavalieri.

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TORNEI

Le loro origini risalivano a combattimenti simulati tra due cavalieri. I contendenti combattevano entro la cosiddetta lizza, un campo racchiuso entro una palizzata. A rigor di termini il torneo era un incontro fra gruppi di cavalieri.

Rivestiti di una pesante corazza, ornata di nastri e piume, i guerrieri si affrontavano a cavallo lungo una palizzata parallela alle tribune degli spettatori, che impediva ai cavalli di scontrarsi. Ciascun cavaliere brandiva una lancia e portava una spada, e scopo della contesa era disarcionare il rivale.

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I TORNEI

I tornei finirono per essere appesantiti da un aspetto formale non indifferente: i tornei di solito venivano organizzati su invito di un nobile, che metteva a disposizione la lizza e i padiglioni. Ci poteva essere una “regina di bellezza”. Il seguito era annunciato da trombe e c’erano musicanti che accompagnavano le danze e i banchetti.A nche gli ufficiali e gli spettatori competevano entro la loro cerchia nello splendore dei costumi.

Le giostre portarono a una maggiore ricchezza di costumi.I tornei alimentarono tutta un’industria di disegnatori, artigiani e fornitori.

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I TORNEI (CONT)

Spesso l’esito di un torneo era visto come un giudizio di Dio. “Deus vult” era la parola d’ordine.

Le regole o i modi di comportamento dell’aristocrazia erano simili su tutto il territorio europeo (cosa davvero singolare).

L’Incontro del Drappo d’oro, organizzato da Enrico VIII d’Inghilterra nel nord della Francia, durò almeno tre settimane. Enrico soggiornò in un temporaneo “castello” messo a sua disposizione , per l’occasione, mentre per i partecipanti furono montate 2.800 tende.

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I TORNEI (SEGUE)

Scopo della contesa era disarcionare il rivale con una lunga lancia. I tornei erano organizzati da un nobile. Ci poteva essere una “miss” .

GIOSTRE. Erano tornei ancora più sfarzosi, annunciati da trombe , con musicisti che accompagnavano danze e banchetti. Le giostre portavano a una maggiore domanda di costumi. La mano di una principessa era determinata dall’esito del torneo o della giostra.

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IMPERATORI E TORNEI

Nel 1184 Federico Barbarossa organizzò una festa imperiale a Magonza, alla quale si dice avessero partecipato 40.000 cavalieri.

Il torneo più famoso ebbe luogo nel 1520 , quando Enrico VIII d’Inghilterra incontrò Francesco I di Francia in una grande radura nel nord della Francia. I re di quel tempo non avrebbero mai voluto scontrarsi in guerra. L’incontro del Campo del drappo d’oro durò almeno due settimane.

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TORNEI

I grandi tornei potevano essere smisurati perché ricca era la classe che vi si dedicava.Potevano essere paragonati alle Olimpiadi, perché rafforzavano le lealtà e i principi sovranazionali.

DUELLO.Era un modo di risolvere le contese, sia legali che private (eredità, successione, etc).Era praticato solo dall’aristocrazia, l’unica classe che potesse portare armi.Era un’istituzione molto antica, citata da Tacito nella Germania.

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DUELLO (CONT.)

IL CAMPIONE. Connesso con il duello è il concetto di CAMPIONE, termine entrato a far parte del linguaggio comune. Il campione era il duellante di professione (il più delle volte, un cavaliere), che veniva ingaggiato al posto di un aristocratico locale, magari timoroso di essere ucciso. Tacito,lo storico dell’antica Roma, parla di combattimenti fra campioni di diverse tribù, al termine dei quali si traevano gli auspici.

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ARMATURE

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DUELLO (CONT.)

La Francia era la terra dei duelli.Nelle scuole di scherma francesi il duello era quasi istituzionalizzato.La punizione del vincitore significava a volte la confisca delle terre da parte della Chiesa.Nel 1600 furono disputati in Francia circa 2.000 duelli.Continuarono fino a XIX secolo con le armi da fuoco.

GIOCHI POPOLARI. Parallelamente ai tornei e alle giostre, praticate da aristocratici, si organizzavano giochi popolari soprattutto in occasione di festività

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TAILTEAN GAMES

Per secoli furono praticati nelle isole britanniche giochi popolari sulla falsariga dell’atletica leggera: i Celti propagandarono il verbo dell’atletica leggera, in Irlanda, con i Giochi di Lugnas, più tardi noti come Tailteann Games, non si sa bene se in onore della località di Talti nella contea di Meath, l’attuale Teltown a nord ovest di Dublino, o della regina Tailtè. Pare che le origini fossero antichissime (addirittura 1829 a.C.).

PROGRAMMA. Il programma, derivante da feste locali, era più ricco di quello olimpico e comprendeva , oltre alle corse, prove di salto (alto e asta) e di lancio (pietra e giavellotto).

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ATHLETIC GROUNDS

Già nel XII secolo esistevano a Londra diversi athletic grounds, cioè terreni per esercizi atletici, nei quali uomini di ogni ceto mettevano alla prova la loro prestanza fisica in corse, salti e lanci.

In Scozia le manifestazioni atlettiche erano per lo più collegate con feste popolari, che in parte sopravvivono anche adesso, con gare di lanci di attrezzi strani e rudimentali (vedi martello).

Enrico VIII (1491-1547) verrà raffigurato, in seguito, nell’atto di lanciare il martello.

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GIOCHI SCOZZESI

I capiclan delle Highland scozzesi erano soliti organizzare gare di corsa, di lancio e sollevamento pesi per selezionare buone guardie del corpo e messaggeri veloci.

Il re Malcom Canmore organizzò una gara di queste gare promettendo una borsa piena d’oro e una bella spada al primo uomo che avesse raggiunto la vetta della montagna chiamata Craig Coinnich e che fosse ritornato.

Così nacquero i Giochi delle Highland fin dal tredicesimo secolo, con gare come il lancio del tronco, del martello, la corsa.

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TORNEI E ARMATURE

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TIPO DI ARMA ROMANA (GLADIO)

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GIOCHI POPOLARI

Dante Alighieri nella Divina Commedia accenna al primo esempio di corsa podistica in Italia: è il Palio del Drappo Verde a Verona (se ne parla nel 1300).

Gioco del Ponte. Il “Gioco del Ponte” si praticava a Pisa , città divisa in due dall’Arno.Una delle due squadre era teoricamente composta da, tutti gli abitanti di una sponda del fiume, l’altra dai dirimpettai.Ogni gruppo aveva sgargianti divise.

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LA DIVINA COMMEDIA

Anche in Italia continuavano tradizioni popolari. A Verona gli abitanti organizzavano una corsa annuale , la Corsa del palio, nella quale i corridori correvano nudi e al vincitore veniva dato un drappo di stoffa verde. Chi arrivava ultimo, riceveva in premio un gallo, che poi avrebbe portato in giro per la città per ricevere il disprezzo dei Veronesi.

I corridori vengono ricordati da Dante Alighieri (1265-1321) nel Canto XV dell’Inferno:

“Poi si rivolse, e parve di coloro/che corrono a Verona il drappo verde/per la campagna, e parve di costoro/quelli che vince, e non colui che perde”.

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LA DIVINA COMMEDIA

Dante descrive anche la corsa che avviene nell’Inferno, dove i diavoli, dove i dannati devono correre in cerchio per l’eternità soffrendo i più atroci tormenti, senza alcuna possibilità di riposarsi, spinti avanti da insetti che li pungono. Descrive poi il diavolo come un velocista che sbatte le sue ali a tutta velocità.

La gara di Verona aveva luogo la prima domenica di Quaresima ed era una delle prime feste annuali alle quali partecipava tutta la cittadinanza, non un evento sportivo vero e proprio.

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PALIO DEL DRAPPO VERDEE

Nel 1393 venne aggiunta una seconda corsa e il primo premio venne cambiato in un panno rosso.Solo “donne rispettabili” potevano partecipare.

Durante il Duecento, il Trecento e il Quattrocento le città italiane iniziarono a organizzare corse annuali per uomini, donne e bambini, cavalli e asini. La corsa femminile più famosa era quella di Ferrara, dove la più veloce riceveva in premio un panno rosso, ma c’erano riconoscimenti per tutte, compresa l’ultima.

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MEDIOEVO E CASTELLI

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TORRE DI AVVISTAMENTO VILLA DORIA A PEGLI

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GIOCO DEL PONTE

I guerrieri erano coperti da imbottiture, e l’unica protezione era un lungo scudo .Il tempo era di 45 minuti. Allo scadere del tempo i giudici stabilivano chi avesse catturato il territorio nemico. Ne seguiva un’autentica baldoria.

Nei paesi tedeschi c’erano gare popolari di tiro con l’arco

Il giorno di martedì grasso i contadini della Normandia si incontravano per praticare un rudimentale gioco del calcio con vesciche gonfiate di animali.Le porte distavano circa un chilometro tra di loro.

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GIOCO DEL PONTE (CONT)

Pisa è divisa in due dal fiume Arno.Una delle due squadre era teoricamente composta fa tutti gli abitanti di una sponda del fiume, tra i quali si sceglievano i giocatori. Qui si parla dell’undicesimo secolo. I giocatori di ogni sponda erano suddivisi in sei o più compagini costituite da 30 o 60 soldati. Ogni gruppo aveva una sgargiante uniforme che lo contraddistingueva e stendardi con emblemi. I preparativi (tipo Palio di Siena) duravano mesi. Il Gioco del Ponte si disputava il 17 gennaio.I guerrieri erano coperti da imbottiture.

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GIOCO DEL PONTE (CONT)

Scopo del gioco era raggiungere la riva opposta in un lasso di tempo che, nel 17° secolo, era di 45 minuti.

Il combattimento continuava in Arno se i disputanti venivano gettati giù dal ponte.Allo scadere del tempo i giudici stabilivano chi aveva catturato il territorio nemico e quindi quale sponda del fiume avesse vinto.

Seguiva una grande baldoria con ubriacature sia da parte dei vincitori che dei vinti.

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I VICHINGHI

I vichinghi (popoli scandinavi) furono influenzati dalle abitudini sportive britanniche e irlandesi.

In Irlanda i Tailtean games cessarono solo dopo l’invasione normanna del 1168.

Vi erano rappresentate numerose discipline come la corsa, il salto in alto, la scherma, la lotta, il pugilato, il nuoto,la corsa dei carri e il tiro con l’arco.

La Scandinavia produsse dei corridori famosi nel IX secolo . Nelle saghe ci sono molte tracce di attività sportive fra i Vichinghi: “Hanno imparato gli sport da Odino”, si diceva all’epoca.

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I VICHINGHI (SEGUE)

Gli Scandinavi vivevano secondo una concezione del mondo dominata dagli dèi nordici.Il dovere di un uomo libero era di combattere con coraggio e raggiungere il Valhalla, il regno dei morti.Il modo più onorevole era quello di cadere in battaglia.

Il poeta Snorri descrive una corsa nella sua opera Edda. Tjalvi viene battuto in tre corse diverse dal ragazzino Hugi. Ugi riuscì a battere Tjalvi per “un solo tiro di freccia”, ossia per soli 168 metri.

Un altro trucco era quello di correre avanti e indietro sulla barca mentre l’equipaggio remava. Olav Tryggvason lo faceva esercitandosi contemporaneamente con tre oggetti come un giocoliere.

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SCOGLIERE D’IRLANDA

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MONASTERO BENEDETTINO IN IRLANDA

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LA LOTTA

Altro sport molto popolare era la lotta, praticata anche dai re come Enrico VII Tudor. Il celebre pittore e incisore Albrecht Durer (1539) realizzò almeno 100 disegni delle prese in voga in Germania.In tutta la Germania erano proibite le prese al di sotto dei fianchi.

IL RINASCIMENTO. Si intende l’epoca , in Italia, compresa fra Medioevo e Età Moderna. Nel 1492 c’è la Scoperta dell’America. Nell’ambito della riscoperta dei classici , ci fu anche una riflessione sull’educazione fisica.

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GLI UMANISTI

I primi ideologi dell’Educazione Fisica furono gli umanisti del Rinascimento. Guardavano a filosofi come Platone.

Vittorino Da Feltre (1378-1466) nel 1423 fondò a Mantova una scuola per i principi Gonzaga.Consigliava agli allievi attività come il nuoto e la corsa. Aspetto molto importante, sganciò le attività fisiche dall’utilitarismo: ossia, non dovevano essere viste solo in funzione dell’attività militare, ma come un processo formativo.

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ALTRI ESEMPI

Anche ne “Il Principe” di Nicolò Macchiavelli viene prescritta l’educazione fisica.

Martin Lutero (1483-1546) vedeva con favore alcune attività ricreative.

Francois Rabelais (1490-1553) , letterato francese, ne “Gargantua e Pantagruele”, descrive come al giovane protagonista Gargantua vengono assegnati due tutori ideali che gli insegnano molti sport.

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ALTRI ESEMPI (CONT.)

Gargantua deve cavalcare con tutta l’armatura, volteggiare a dorso di cavallo, saltare da un cavallo all’altro, praticare il sollevamento pesi, la lotta, la corsa, il salto in lungo e in alto, il nuoto e il canottaggio.

L’inglese Thomas Elyot (1490-1546) propose un’educazione fisica per i gentiluomini che comprendesse sollevamento di un macigno, e lancio del disco.