libera scuola di agricoltura sinergica “emilia hazelip” · 2016-08-12 · libera scuola...

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L ARTE DI COLTIVARE LASCIANDO FARE ALLA TERRA PRODUZIONE VEGETALE ATTRAVERSO LAUTOFERTILITÀ DEL SUOLO CORSO TEORICO PRATICO libera scuola di agricoltura sinergica “Emilia Hazelip”

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L’ARTE DI COLTIVARELASCIANDO FARE ALLA TERRA

PRODUZIONE VEGETALEATTRAVERSO L’AUTOFERTILITÀ DEL SUOLO

CORSO TEORICO PRATICO

libera scuoladi agricoltura sinergica

“Emilia Hazelip”

1libera scuola “Emilia Hazelip” SOLCHI E BANCALI

SOLCHI E BANCALI>>> Testo di EMILIA HAZELIP, Disegni di BORKOWSKI

Per una produzione vegetale biologica da conseguire con il sempliceaiuto dell’autofertilità del suolo e con la coltivazione dei campi senzalavorarli e senza prodotti chimici. Incominciamo già con il lavoro pra-tico di preparazione dell’orto autofertile.

Se si vuole utilizzare la fertilità spontanea della terra è necessario non compattarla; l’unica maniera diraggiungere quest’obiettivo è stabilire senza nessuna ambiguità dove si coltivano le piante e dove sipassa con i piedi o con le ruote di una macchina agricola.I bancali (aiuole rialzate) sono necessari nell’orto perché, essendo un luogo dove si circola molto, evitanoil pericolo di pestare e di schiacciare il suolo.Le dimensioni dei bancali per l’orto sono di 1,20 m. di larghezza e lunghi quanto si vuole tagliandoli conpassaggi ogni 4 o 5 metri (disegno 1).L’altezza idonea del bancale è 30/40 cm. Se si fanno più alti risultano troppo stretti, perché si riduce lasuperficie piana della parte centrale (disegno 3).Per i passaggi si suole tenere 50 cm. di larghezza per passare con una carriola. Se si passa con un trattore,la separazione tra le ruote determina la larghezza del bancale e la misura della ruota la larghezza delpassaggio (disegno 4).La forma del bancale può essere rettilinea, a curva o a mandala… l’importante è rispettare le dimensioniche permettono di arrivare al centro senza pestare i bordi. Se si fanno stretti, soffrono di più i cambiclimatici e perderemo spazio utile con più passaggi del necessario (disegno 2).

Non si deve sacrificare l’utile all’estetico, né l’estetico all’utile

Esistono molti tipi di bancali e le raccomandazioni su come farli sono tanto variabili come le sue origini,quantunque in tutti si raccomanda la stessa larghezza di 1,20 m.I primi a fare bancali furono i cinesi, che 4000 anni fa toglievano dai canali la sedimentazione accumulata,dove si concentrava molto sterco d’anatra. Questa materia, mescolata alla terra, formava un bancale chedurava il tempo di tornare a pulire i canali d’irrigazione. Gli orticoltori parigini alla fine del secolo XIX,li facevano con lo sterco dei cavalli raccolto dalla strada, e gli stallieri della città con lo sterco dellevacche da latte (cittadine) e perfino con la materia fecale umana che si raccoglieva tutte le mattine incarri cisterna nelle città, finché s’installarono i sistemi d’evacuazione attuali. Questi bancali si facevanosopra il suolo, senza terra, organizzando le coltivazioni in relazione al calore che gli stessi bancaliandavano generando.Il sistema di bancale profondo implica molto lavoro nella sua realizzazione e l’impossibilità di permettereche la terra sviluppi la sua dinamica selvaggia, visto che regolarmente bisogna ripetere questa operazione(si fanno ricavando una profondità due volte la grandezza della pala o della vanga – senza il manico –prendendo questa terra e mischiandola con compost, per raggiungere una forma che resti più alta emorbida).In climi tropicali, con terre argillose, i bancali si costruiscono con tutti i tipi di rami, foglie, residuibiodegradabili, ecc. Questi bancali possono arrivare fino all’altezza di 1m. nella loro costruzione però,man mano che passa il tempo e la materia organica si decompone, il loro volume si abbassa (disegno 5).Il bancale sinergico si fa con la terra del posto dove si costruisce l’orto. Se la terra ha carenza di materiaorganica si può aggiungere compost o letame molto decomposto, nello stesso momento in cui si fanno ibancali, senza interrarlo molto.

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agg. 29/4/2006

2 libera scuola “Emilia Hazelip”SOLCHI E BANCALI

Incominciando un orto fertile

Oltre l’altitudine e le altre condizioni climatiche che determinano strategie particolari nella maniera dicoltivare, prima di cominciare l’orto vi potreste trovare in una di queste situazioni:1) Terra buona di un orto biologico2) Buona terra in un campo lavorato3) Campo abbandonato lavorato precedentemente con l’aratro e prodotti chimici4) Campo che è servito a un pascolo intensivo5) Campo abbandonato coperto di rovi, cardi e cespugli6) Campo con alberi o radici di alberi tagliati7) Campo erosionato, dilavato, con terra molto povera8) Campo in zona umida (strato freatico superficiale)9) Campo con molto pendio10) Terreno molto arenoso (clima desertico)

A prescindere dal tipo di terra che caratterizza il suolo, prima di costruire i bancali bisogna sempre accertarsi chenon vi sia una suola di lavorazione, in caso vi fosse è necessario uno scasso sotterraneo ad opera di un ripper.

Buona terra di orto biologico

Per muovere più facilmente la terra dei passaggi è necessario arare (per l’ultima volta) a 20/30 cm diprofondità, tenendo in conto che questa operazione consumerà materia organica nel suolo. Non farloritarderà l’avviamento del sistema di produzione.Una volta preparata la terra, segnare con dei paletti e un cordino la disposizione dei bancali e dei passaggi,dandogli la forma che si è deciso. Con una pala prendere la terra dai passaggi (un 20cm) e metterla nellospazio stabilito per i bancali da una parte e dall’altra di ogni lato.Dove c’è una buona terra non è necessario incorporare compost in questa operazione, però se ne avetein abbondanza potete utilizzarlo mettendolo sopra i bancali mescolandolo superficialmente mentre liprepariamo. Quest’apporto compensa quello che si perde in materia organica mentre si costruiscono,però in nessun caso bisogna considerare l’apporto sistematico di compost come una necessitàfondamentale per ottenere buoni raccolti.La forma finale del bancale si fa con un rastrello, appianando la superficie e facendo cadere la terra neipassaggi in maniera che i costati (le parti scoscese) tengano un’inclinazione di angolo piramidale chestabilizzi la sua forma. Si suggerisce di tenere in conto questo all’inizio, cosicché alla fine la larghezza dibase ed il passaggio non risultino di differenti misure.

DIMENSIONI DEL BANCALE

COLTIVAZIONE MANUALECOLTIVAZIONE

MECCANIZZATADIMENSIONI OTTIMALI DIMENSIONI MASSIME DIMENSIONI MINIME

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3libera scuola “Emilia Hazelip” SOLCHI E BANCALI

Campo arato e trattato prima con prodotti chimici

Se lavorate su un terreno precedentemente coltivato utilizzando prodotti chimici, una volta fatti i bancalie prima di incominciare la coltivazione di piante commestibili, dovrete fare una o più coltivazioni dipiante annuali per concimazione verde, capaci di metabolizzare i residui tossici che restano nella terra.Disgregandosi danno un notevole apporto in materia organica accelerando così l’evoluzione del suolo.Questo tipo di concimazione verde non va sotterrata (questo concetto non esiste in agricoltura sinergica),si tagliano le piante sotto il “colletto” e si lasciano morire tranquillamente le radici, mentre la parte aerearimane come residuo sul terreno.Da parte loro le piante non solo metabolizzano i residui tossici, ma apportano anche la biomassa che leradici lasciano nella rizosfera, aumentando la presenza e stimolando l’attività dei microrganismi chepartecipano in questa operazione di eliminazione e rigenerazione della terra. In questo processo troficoe simbiotico di pulizia il lombrico è un elemento molto attivo in quanto già da solo concentra e trasformamolti residui tossici.Questa fase non solo è di pulizia ma arriva anche a stabilire le basi di vita di una terra selvaggia nella suedinamiche.Anche se siete molto impazienti di cominciare a coltivare il vostro cibo considerate a largo raggio l’insiemedelle problematiche e non vi preoccupate di guadagnare tempo saltando tappe poiché la fretta vi puòportare a perdere dopo molto più tempo.

Terra che è stata precedentemente pascolo intensivo

In terre schiacciate dal pascolo, sarà necessario un lavoro di scasso sotterraneo prima dell’aratura cheprecede la costruzione dei bancali.In campi con piante molto difficili da sradicare come i rovi i cardi, il romice ecc. l’aiuto di maiali e/ogalline dà buoni risultati. Secondo la superficie da trattare, di quanto tempo si dispone per questaoperazione e a che ritmo si vuole lavorare, si mettono più o meno animali. Se il campo è molto piccolo simette un maiale per tutta la superficie. Se la superficie è maggiore, si suddivide lo spazio con l’aiuto diuna barriera elettrica e la spostiamo in distinti spazi risultanti a misura, in modo che i maiali mangino lepiante e alzino la terra col muso per prendere le radici. Si installa un abbeveratoio e lo si alimenta ognigiorno. Metteremo anche molta paglia affinché abbiano un posto dove dormire, provvedendo in climipiovosi ad una tettoia affinchè sia riparato. Raccomandiamo di scegliere una razza rustica e un animalegiovane.Se mettete galline, costruite una specie di pollaio mobile di una misurache permetta a due persone di spostarlo sopra la superficie del campo.

Se gli alberi disturbano…

Se dovete togliere alberi, nel caso che siano eucalipti, affinché non ricaccinonuovamente, dovete farli seccare precedentemente. Per questo si fa un anellonella corteccia con una doppia incisione circolare di 10 cm, nella zona delcambio dove circola la linfa. Bisogna lasciarlo in piedi finché si seccano le foglie(all’incirca un anno). In questo modo dopo il taglio non ributteranno dalleradici, bisogna però estrarle quando si può in quanto impediscono lo sviluppo dei microrganismi beneficinecessari per le coltivazioni orticole. Se gli alberi da sopprimere sono pini o altre varietà resinose, si possonotagliare senza fare altro (eccetto il pino canario che ributta dalle radici e che si dovrà trattare come l’eucalipto)e successivamente arrancare il massimo possibile delle radici (sono molto superficiali) giàcché essudanosostanze inibitorie. Una volta estratta la radice si fanno i bancali e, prima di cominciare la coltivazione diortaggi si prepara una concimazione verde di piante annuali con miscela di famiglie, includendo pianteforaggiere di quelle che si raccolgono le radici, come barbabietola e carota.Queste radici si lasceranno decomporre dentro la terra e siccome questo suolo è carente di attività battericasi può anche apportare compost quando si fanno i bancali, inoculando così la terra (come si fa con loyogurt) e attivando rapidamente lo sviluppo della vita batterica, essenziale per il suo equilibrio.Le radici degli alberi appartenenti alla famiglia delle leguminose come la Robinia pseudo-acacia, l’acaciaecc. si possono lasciare nella terra , perché liberano azoto mentre si decompongono.Le radici di altri alberi, se sono difficili da levare, si possono lasciare nella terra e coltivargli intorno altronco piante perenni o che si riseminano facilmente da sole come il prezzemolo, il tarassaco ecc.

larghezzadella ruota

larghezza deltrattore

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4 libera scuola “Emilia Hazelip”SOLCHI E BANCALI

L’erosione della terra

Se siete in un luogo che ha sofferto uno sfruttamento così abusivo, per cui la terra è praticamente morta,o in un campo in cui la roccia madre s’incontra a poca profondità, prima di poter perseguire qualsiasiraccolto dovrete dar vita a questo suolo creando “la terra”. Forse non riuscirete a recuperare neanche ilminimo di terra che serve a costruire il bancale. In questo caso dovete portare da fuori resti triturati dicespugli o di potature, compost, sterco (di qualsiasi animale, potrete mettere anche compost di latrinasecca) mischiati con paglia e/o carta (accartocciata) e con segatura già compostata (si può ottenere moltorapidamente mischiandolola con lo sterco di pecora e/o maiale). Anche l’urina umana è un attivatoremolto efficace del compostaggio… in una maniera o nell’altra bisogna aggiungere biomassa “viva” perriattivare queste terre inerti.Una volta stabiliti i bancali incominciate le coltivazioni solamente con piante da concimazione verde,per seguire successivamente la stessa strategia sperimentata al momento di impiantare il frutteto: durantealmeno un anno utilizzare piante da concimazione verde che lasciano residuo sopra la terra e radicidentro di essa e, se possibile, aggiungere molta pacciamatura portata da fuori per creare il più rapidamentepossibile un terreno atto alla coltivazione degli ortaggi.All’inizio ci si limiterà a piante meno esigenti di buona terra, come le bietole, la borraggine, cicoria…aspettare almeno due o tre anni per coltivare zucche, cavoli, pomodori.

Campi in zona umida

In posti molto umidi provvedete a circondare il campo con ontani che, oltre a liberare azoto nella terra(come le leguminose), hanno anche una gran capacità di assorbire acqua, contribuendo a regolare terrenifangosi.I bancali si fanno più alti e si terrà in conto una forma e un orientamento che impedisca che l’acquarimanga intrappolata nei passaggi. In montagna ci possono essere campi con molta pendenza in cui nonsi possono installare bancali con passaggi paralleli. In questo caso si preparano bancali di differenti

larghezze, perpendicolari al pendio e senza nessun passaggio: questi bancalisono “terrazze” separate da distanze che permettono di passare da unaparte all’altra come se fossero grandi scale, con lose o pietre piane o qualsiasialtra cosa che serva per mettere i piedi ogni 60 cm nel bancale (vedi disegnon.5). In questo modo si può passare e lavorare nei bancali senza schiacciarela terra. Una volta che i bancali sono pronti (sia in un tipo di terreno che inun altro), si installa un’irrigazione a goccia e si copre con pacciamatura.

Prima di cominciare, bisogna tener conto anche di una siepe tagliavento intornoall’orto, della varietà più idonea secondo il clima e la pluviometria.

In ogni bancale si coltivano almeno tre famiglie di piante contemporaneamente e sempre con almenouna famiglia di leguminose, come i piselli, o le fave per la coltivazione invernale (dove il clima lo permette)e tutte le varietà di fagioli per le coltivazioni estive. Le lenticchie o i ceci anche se sono leguminose e diconseguenza fissano azoto, non apportano una biomassa importante di radici e di parte aerea come lealtre ed è preferibile coltivarle in coltivazioni estensive.In un orto autofertile si praticano successioni di piante invece di rotazioni. La differenza è che trattandosidi coltivazioni di piante differenti, queste si vanno a rimpiazzare individualmente.

Per terminare, dunque, l’orto l’organizziamo completamente prima di cominciare.Bisogna predisporre una siepe tagliavento intorno all’orto; se si dispone di molto spazio, le daremo varimetri di larghezza (minimo due), affinché serva da rifugio ad insetti benefici e predatori di parassiti,dimora per il letargo dei ricci, nidi per gli uccelli ecc. A seconda dello spazio che potremo darci sceglieremoun tipo o l’altro di vegetazione: la nostra preferenza sarà sempre per le piante perenni e molto adattatealle condizioni pedologiche (del suolo) e climatiche del posto. Si cercherà anche la maggiore diversitàpossibile di specie. Si terrà in conto anche della dimensione e dell’altezza che possono sviluppare perchénon facciano troppa o troppo poca ombra.

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5libera scuola “Emilia Hazelip”

PREPARARE L’IRRIGAZIONE E LA PACCIAMATURA>>> Testo di EMILIA HAZELIP

Le quattro regole dell’agricoltura sinergica sono:mantenere la terra senza disturbarla necompattarla, utilizzare l’autofertilità, aggiungerel’orizzonte umifero al profilo della terra da colti-vare e stabilire una collaborazione con organismisimbiotici nella rizosfera. Il dibattito continua aper-to a domande, commenti e discussioni sopra lavo-ri pratici di preparazione dell’orto. Abbiamo giàvisto come si fanno i bancali. Adesso bisogna in-stallarci sopra il sistema d’irrigazione adeguato ela pacciamatura più conveniente per ogni posto.

Una volta terminato il bancale s’installerà il siste-ma d’irrigazione conosciuto come “a goccia a goccia”.Consiste in un tubo di plastica nero che posizioneremo a 10 cm dal bordo, in cima alla terra e sotto lapacciamatura, con due prese d’acqua o connessioni in ognuno degli estremi del bancale, per prenderel’acqua dal tubo principale, più grande, e che la porta a tutti i bancali dell’orto.Con questo sistema, l’acqua d’irrigazione esce molto lentamente attraverso piccoli orifizi che permet-tono s’infiltri molto profondamente. Il vantaggio del procedimento è che utilizza meno acqua e nonincontra i problemi che sono determinati bagnando la parte aerea delle piante coltivate.Bisogna tenere in conto anche la dimensione dell’orto e il suo grado di dislivello. Se è in discesa stabili-remo sezioni d’irrigazione, e per questo bisognerà chiedere consiglio ad un tecnico per comprare i tubid’irrigazione, però non bisogna lasciarsi convincere su che tipo di tubo di goccia a goccia bisogna met-tere perché i più economici e i più diffusi e quelli che non danno nessun problema sono quelli nonforati.Quelli che vanno sopra i bancali saranno da 12 a 16 mm di diametro e si fissano con forcine di metalloalla terra. In seguito, si perforano con un chiodo fino arroventato ogni 20-30 cm facendo attenzione chei buchi si facciano bene e che guardino in basso.Ogni sezione avrà una chiave per controllare l’arrivo di acqua dal tubo principale.Ci sono tubi con un sistema di goccia a goccia più sofisticati, disegnati per un’agricoltura chimica in cuiogni volta che si cambia la coltivazione si “puliscono” con acido affinché le uscite non si otturino condepositi calcarei etc. Nel nostro sistema, i tubi una volta messi restano permanentemente sopra la terra,e quando le uscite si tappano non c’è altro rimedio che fare un buco… per questo è meglio iniziaredirettamente con tubi interi in cui faremo i buchi di cui si è parlato alla distanza indicata.

6 libera scuola “Emilia Hazelip”PREPARARE L’IRRIGAZIONE E LA PACCIAMATURA

Una volta messa l’irrigazione copriremo i bancali con la pacciamatura adeguata e inizieremo acoltivare.Se già avete i bancali finiti però non avete i tubi, è meglio coprire e proteggere la terra con la pacciamatura.Una volta che avrete il materiale per l’irrigazione dovrete collocarlo aprendo la pacciamatura e fissandoi tubi alla terra, salvo che abbiate seminato recentemente, in questo caso, è preferibile aspettare di averele piante cresciute prima di scompigliare la pacciamatura.Non innaffiate mai con un sistema che bagni la parte aerea delle piante e la pacciamatura perché siritarderebbe l’arrivo dell’acqua alla terra. Inoltre, bagnare la pacciamatura vuol dire accelerarne la de-composizione e quindi dovremo rimpiazzarla.

Come scegliere la pacciamatura adeguata

La pacciamatura protegge il suolo dal compattamento determinato della pioggia e del vento. Laprotegge anche dal sole eccessivo evitando l’evaporazione dell’umidità, che, per di più ci permette dirisparmiare acqua per l’irrigazione, facilita che i lombrichi e altri microrganismi siano attivi nellaparte più superficiale della rizosfera, sia quando fa caldo che quando inizia il freddo.Finito l’inverno, e per la sua azione di tampone termico, bisognerà fare attenzione di togliere o aprire lapacciamatura soltanto negli spazi dove si va a seminare (o a trapiantare)e si farà uno o due giorniprima affinché il suolo si scaldi e si soleggi. Tutta la pacciamatura biodegradabile man mano si inte-grerà nella terra che costruisce un compost di superficie.Prima di aggiungere un buon strato di pacciamatura bisogna aspettare che il calore estivo scaldi laterra.Questa pacciamatura deve essere biodegradabile, e a partire da questo si può scegliere tra moltimateriali.La paglia è eccellente, in quanto durante la sua decomposizione permette lo sviluppo di miceli cheproteggono le piante coltivate. Inoltre la cellulosa costituisce un alimento o apporto di carbonio per imicrorganismi terre-stri e favorisce lo svi-luppo di batteri bene-fici per la coltivazio-ne degli ortaggi. Pos-siamo utilizzare lapaglia o le sterpaglienon solo di grano maanche di tutti i tipi dicoltivazioni.Sono anche interes-santi le varietà di can-ne e le piante acqua-tiche come l’enea, Typhaceae, che si possono utilizzare spezzettate, tagliandole una o due volte l’annoquando sono verdi e di nuovo adulte già secche.

Foglie di alberi

All’inizio sono utilizzabili tutte, salvo le foglie dell’eucalipto, possono inibire lo sviluppo deimicrorganismi. Gli aghi di pino o altre resinose si possono utilizzare solamente nelle coltivazioni difragole, o in terra con un pH molto basico, però sempre mescolati con altri materiali e solooccasionalmente. Le foglie di castagno, noci, querce e rovere si possono utilizzare anche come copertu-ra, però insieme a foglie di altri alberi.Possiamo coprire con sterpaglie di bosco o di siepi , con residui di pota triturati, residui di vinificazione,piume d’oca, lana di pecora…Si può utilizzare anche la carta dei quotidiani tagliati in strisce (ci sono macchinari per la distruzione didocumenti che tagliano così la carta ), perché l’inchiostro dei giornali dei paesi occidentali sono senzapiombo. Però bisogna evitare le carte colorate o brillanti, perché questi sì che contengono metallipesanti e sono tossici. Anche i cartoni possono servire, malgrado le colle che hanno.La segatura di legno (non utilizzare quelle proveniente da legni trattati o incollati) la metteremoprima per un anno nei passaggi tra i bancali, affinché pian piano si decomponga fuori dalla terra di

7libera scuola “Emilia Hazelip” PREPARARE L’IRRIGAZIONE E LA PACCIAMATURA

coltivazione evitando così che con questo processo le piante soffrano una carenza di azoto. Quandola segatura diventerà scura la potremo aggiungere alla pacciamatura del bancale.Se il terreno è grande e utilizziamo un trattore, tutte le pacciamature dovranno essere ben triturateper facilitare il lavoro di semina.Lo spessore di una pacciamatura dipende dal materiale utilizzato e dal periodo dell’anno. Comeminimo avrà uno spessore sufficiente per coprire completamente la superficie del bancale e, semprein base a che piante crescono, potremo mettere più quantità, per esempio nel caso dei porri e deicarciofi.Se si pacciama con paglia, bisognerà tenere in conto che se è pressata bisognerà arearla bene prima,poiché se la mettiamo senza farlo l’isolamento termico sarà eccessivo e la terra non potrà riscaldarsi.Questo effetto citato sarà buono per proteggere le piante dal freddo, poiché permette di mantenere laterra più calda per più tempo sotto la pacciamatura.I passaggi li copriremo anche con pacciamatura e nei posti molto secchi li riempiremo ,affinchè i bancalinon corrano il rischio di perdere umidità dalle sponde.Una volta fatto tutto questo anche se il sistema di irrigazione non è installato bisogna iniziare a metterepiante e semi, in quanto mantenere la terra occupata con radici è essenziale per impedire chesi compatti.

(Documento di Emilia Hazelip pubblicato su “La fertilitad de la tierra”, n° 7tradotto da Fortunato Fabbricini e Anna Fanton)

8 libera scuola “Emilia Hazelip”LA PRIMA SEMINA

LA PRIMA SEMINA>>> Testo di EMILIA HAZELIP, Disegni di BORKOWSKI E EMILIA HAZELIP

Una volta preparate le aiuole rialzate, installatal’irrigazione e sistemati i tutori permanenti, è ilmomento - prima di pacciamare - di trapiantaree seminare.Il periodo migliore è senz’altro la primavera, maanche l’autunno può essere un buon momento.Ci faremo in ogni caso guidare dalle condizioniclimatiche locali e sarà senz’altro utile ascoltarei contadini del luogo per scegliere le piante e ilperiodo adeguato in cui avviarne la crescita.In ogni modo, giacché il terreno ha bisognosoprattutto di radici per vivere, quando l’orto èpronto, semineremo e pianteremo anche se nonricorrono le condizioni più opportune.

Se le aiuole hanno una terra idonea, si potrà subito partire con ogni tipo d’ortaggi. Se invece non è dibuona qualità, inizieremo con piante pioniere che si adattino anche ad un suolo povero contribuendoal suo miglioramento (es. piante foraggiere, senape bianca, cicorie, coste...).

Le piante, come abbiamo visto nei precedenti articoli, partecipano al mantenimento della fertilità delterreno. Questo avviene attraverso le radici vive, che cedono in forma d’essudati fino al 25% deicomposti carbonici che le foglie hanno fotosintetizzati (cosa che permette la vita ed il nutrimento deibatteri e di altri microrganismi benefici). Inoltre, la fertilità è accresciuta anche dai residui vegetalimorti delle piante, perciò avremo cura di lasciare sulle aiuole come pacciamatura e compostaggio disuperficie le parti aeree che non usiamo. Le radici vecchie, non estirpate nella raccolta, rappresenterannoper ogni nuova radice un canale in cui aprirsi facilmente una strada e attraverso la quale essereguidata e nutrita dalle sue parenti in decomposizione. Per questa ragione, quando facciamo unasuccessione di coltivazioni, alterneremo sempre piante che non lasciano radici (perché si raccolgono,per esempio le carote) con altre che lasciano, dopo la raccolta, una biomassa sotterranea. Faremoaltresì attenzione, nelle successioni, a usare piante di famiglie diverse per evitare di saturare la rizosferacon lo stesso tipo di radici e per bloccare la proliferazione di elementi patogeni (questo vale soprattuttoper le crucifere come i cavoli).La presenza di varie famiglie nella stessa aiuola, in ogni caso, garantisce che non si corra il pericolo diinfezioni come in una monocoltura.Nelle aiuole cercheremo sempre di tenere almeno tre famiglie differenti.

Sceglieremo piante commestibili

Come è risaputo, le piante che appartengono alla famiglia delle leguminose hanno la capacità difissare l’azoto atmosferico nelle loro radici (grazie alla presenza di batteri simbionti): quindi saràimportante che in ogni aiuola ci sia sempre la presenza di questa famiglia. L’azoto è liberato nelterreno soprattutto alla morte delle radici.Molte leguminose si possono utilizzare anche come concime verde, però nell’orto sceglieremo quelleche sono commestibili, come per esempio i fagioli, le fave ed i piselli che posizioneremo al centro delleaiuole. Queste piante possono fissare fino a 150 Kg di azoto atmosferico per ettaro.Le lenticchie ed i ceci, sebbene appartengano a questa famiglia, non apportano molto azoto e nemmenotanta biomassa; la loro coltivazione sarà più appropriata fuori dall’orto in pieno campo, come vedremopiù avanti.Nei lati delle aiuole, privilegeremo le liliacee, come aglio, cipolle o porri che, grazie alla loro formalongilinea, non impediscono l’accesso alla parte centrale dell’aiuola e non invadono i corridoi; hannoinoltre proprietà antibatteriche e antinematelmintiche e formano una barriera protettiva per le altrecoltivazioni. Le pianteremo a zig-zag sfruttando l’altezza dei bordi e, negli spazi vuoti, si potrà inserire

9libera scuola “Emilia Hazelip” LA PRIMA SEMINA

qualsiasi tipo d’insalata, dalla lattuga alla cicoria. In questo modo si lascierà anche una biomassa diradici nei lati, stando attenti a spostare nel tempo il luogo d’impianto di queste due famiglie, alloscopo di ottimizzare la quantità di biomassa e l’utilizzo della rizosfera nei lati dei bancali. Ovviamente,al momento della raccolta avremo cura di tagliare la parte aerea lasciando le radici interrate.Nei bordi e soprattutto alle estremità delle aiuole pianteremo anche erbe aromatiche e fiori; calendula,tagete e nasturzio saranno da preferire poiché attirano insetti benefici, svolgono una funzioneantibatterica e allontanano i nematodi ed altri parassiti dagli ortaggi. La presenza dei fiori renderàinoltre l’orto-giardino più piacevole, colorato e profumato.I lati potranno ospitare anche piante selvatiche perenni, utili e gustose, come la rughetta, il silene, ilfinocchietto, la pimpinella e il raperonzolo, piante che comunque andranno controllate poiché essendoautoctone e molto forti tenderanno a prevalere.La parte piana delle aiuole, oltre alle citate leguminose, conterrà le altre famiglie degli ortaggi coltivati.Per facilitare l’inizio di questa nuova forma di coltivazione diamo qui una lista di piante da orto piùcomunemente coltivate, raggruppate per famiglie (nel prossimo articolo vedremo come si possono seminaree trapiantare nelle aiuole e alcuni esempi di successioni).

Gruppi di famiglie

Liliaceae: aglio, cipolle, porri, erba cipollina, lampagione, scalogno, asparago.Chenopodiaceae: barbabietole, bietole, spinaci.Composite: carciofi, cardi, cicoria, lattuga, scorzonera, topinambur, bardana, dragoncello, girasole, cri-santemo, dente di leone.Crucifere: tutte le specie di cavoli, senape, ramolaccio, ravanello, ravanello bianco, daikon, rucola,crescione, colza, cavolo marino.Cucurbitacee: tutte le specie di zucche, zucchini, cocomeri, cetrioli, meloni.Amarantaceae: amaranto.Labiate: basilico, menta, puleggio (menta romana), origano, salvia, timo, carciofo di Gerusalemme.Leguminose: tutte le specie di fagioli, fave, lenticchie, piselli, ceci, arachidi, lupinella, lupini, erba medi-ca, cicerchia.Malvaceae: okra.Ombrellifere: carote, sedano, prezzemolo, cerfoglio, coriandolo, finocchio, sedano di montagna, pasti-naca, sedano equino.Solanaceae: pomodori, melanzane, peperoni, patate, alchechengi giallo.Borraginaceae: borragine.Tropaeolaceae: nasturzio.Portulacaceae: portulaca, portulaca di Cuba.Ficoidaceae: spinaci della Nuova Zelanda.

Piante a zig-zag. Piante nei lati del bancale. Alternanza di piante di insalata con porri o agli o cipolle.

10 libera scuola “Emilia Hazelip”LA PRIMA SEMINA

Rosaceae: fragole, pimpinella.Valerianaceae: valerianella da insalata, valeriana officinalis.Graminaceae: grano, avena, segale, orzo, mais, riso, miglio.Poligonaceae: acetosa, grano saraceno, rabarbaro.Convolvulaceae: patata dolce americana.Cyperaceae: chufas.

Altre raccomandazioni

Le associazioni di piante che utilizziamo dovranno tenere in considerazione anche le raccomandazionidella fitosociologia, anche se nella nostra esperienza non abbiamo notato differenze significative nellostato delle piante quando non seguivamo questi consigli… forse perché una terra dinamica e selvaticapermette, o tollera meglio, tutte le combinazioni di piante.

Tutori permanenti

Una volta terminati i bancali e prima di iniziare le piantagioni, istalleremo i tutori permanenti cheavranno varie funzioni nell’orto oltre a quella di servire da supporto alle piante. I tutori permanentisono archi che s’incrociano sopra i bancali. Li possiamo fare con tondini di ferro “ritorto” da 12mm edi 6 metri di lunghezza, di quelli che si usano per la costruzione in cemento armato. Si conficcherannonel terreno ai lati delle aiuole formando così gli archi. L’altezza dell’arco sarà data dalla distanza trale punte delle stecche (2 metri dal piano di passaggio è una buona misura). In ogni punto dove itondini s’incrociano si lega con un filo metallico. Sempre con filo metallico (più forte) si uniranno tuttigli archi da cuspide a cuspide iniziando dal primo incrocio e sarà utile unire anche i lati ad un’altezzache non disturbi l’accesso alle aiuole (circa un metro e mezzo).Ai tutori e ai fili metallici si appenderanno delle cordicelle in materiale biodegradabile (canapa, sisal...)che serviranno da guida ai pomodori e alle piante rampicanti che si avvolgeranno a spirale manmano che crescono.

11libera scuola “Emilia Hazelip” NOTE SULL’AGRICOLTURA SINERGICA

NOTE SULL’AGRICOLTURA SINERGICA>>> di EMILIA HAZELIP

SINERGIA: l’azione simultanea di elementi combinati, in cui le diverse componentiinteragiscono per realizzare una singola funzione: il risultato è superiore alla somma deglielementi che lo compongono...

Sin dall’inizio dell’agricoltura, l’eliminazione ditutta la vegetazione dal suolo e l’aratura sono stateconsiderate pratiche necessarie, anzi indispensabili.Ma esse provocano la diminuzione della fertilitàdei suolo, e creano problemi di erosione e didilavamento di nutrienti a carico delle acquepiovane.

Masanobu Fukuoka, un microbiologo ed agricol-tore giapponese, cominciò negli anni ’30 a speri-mentare un nuovo metodo di produzione agrico-lo. La sua sperimentazione ha un significato rivo-luzionario, perché non solo elimina l’aratro, mariesce a tenere coperto il suolo con una“pacciamatura vivente” permanente durante lacrescita delle colture.

Fukuoka ha chiamato questo tipo di agricoltura“Naturale”, perché sfrutta le dinamiche dellasinergia per mantenere la fertilità del suolo. Dalmomento che i minerali non vengono più sottrattial suolo, non è neanche necessario compensare laperdita di fertilità con compost, letame, o altri fer-tilizzanti.

In agricoltura le piante vengano accusate di assor-bire elementi fertilizzanti dal suolo, ma com’ è pos-sibile che, se in natura le piante creano il suolo, inagricoltura lo distruggono? Perché colpevolizzarele piante quando la causa reale dell’impoverimen-to del suolo è il modo in cui lo manipoliamo per laproduzione?

Una pianta è composta per il 75% acqua: del 25%di materia secca che rimane, il 20% è costituito dacomposti del carbonio (sintetizzati con l’aiuto del-la luce del sole) e gas; SOLO IL 5% DELLA MAS-SA TOTALE DELLA COMPOSIZIONE DELLAPIANTA VIENE DAL SUOLO, e di questo 5%, il2.5% è azoto. Questo elemento può essere ottenutoLIBERAMENTE dall’atmosfera in un modo conti-nuo e simbiotico, associando la coltura desideratacon piante che fissano l’azoto; il 2,5% che rimane ècomposto di minerali (provenienti dal substrato diroccia e presenti in forma solubile) che le pianteprendono dal suolo. Il nostro pianeta è una massadi minerali coperti da un strato finissimo di “suolo”,costituito dai residui vivi e morti di piante, animali(microscopici e macroscopici) e funghi. Prima cheusiamo tutti i minerali a nostra disposizione, si sarà

esaurito il processo di combustione del sole.

Fukuoka ha dimostrato che l’agricoltura, la pro-grammazione delle colture, può essere praticata ri-spettando la dinamica degli organismi viventi chesi trovano naturalmente nel suolo. L’agricolturanaturale, usando la legge della sinergia, rifiuta laprima legge in cui crede l’agricoltura tradizionale,che dice: se una data quantità di elementi si trovain una pianta coltivata e raccolta, la stessa quantitàdi elementi dovrebbe essere re-introdotta nel suo-lo. Questo principio non tiene conto della capacitàdelle piante di sintetizzare e convertire elementi adesse necessari.

Le piante sulla terra e nell’acqua formano la basedella piramide energetica e sostengono quasi tuttele altre forme di vita; quindi sono certamente ingrado di sviluppare e mantenere la materia organi-ca e le comunità di vita del suolo.

Le interazioni microbiche nel suolo giocano un ruo-lo chiave nel controllo biologico delle patologie dellepiante, nel turn-over della materia organica, e nelriciclo delle sostanze nutritive essenziali alle piante.Le piante stimolano l’attività microbica nel suolo,fornendo energia chimica sotto forma di essudatiradicali e residui; lo stretto rapporto fra piante emicrobi del suolo è evidente. Sfortunatamente, imetodi agricoli convenzionali ostacolano questorapporto, con il risultato di una scarsità di nutrientiper la pianta e dell’incremento di patologie dellepiante.

Recenti ricerche indicano che durante la vita di unapianta, fino al 25% dell’energia chimica (sotto for-ma di composti del carbonio fabbricati nelle foglie)viene da essa persa, nel suolo immediatamente cir-costante alla radice. Questa materia viene dispersao tramite essudati radicali o come cellule vegetalimorte.

Quale beneficio apporta alla pianta questa perditadi carbonio nel terreno? Principalmente, questi com-posti sono fonte di energia per i microrganismi cheproliferano nella rizosfera, la zona del suolodirettamente adiacente alle radici della pianta.Questi microrganismi proliferano così rapidamen-te che deprivano il suolo dell’ossigeno in numerosimicrositi all’interno della rizosfera; così si vengonoa creare micrositi anaerobici, che svolgono un ruolo

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importante nell’assicurare la salute ed il vigore dellepiante. In questi micrositi si produce etilene, uncomposto gassoso semplice che è un regolatoreessenziale dell’attività dei microrganismi del suolo,influenzando il tasso di turn-over della materiaorganica, il riciclo dei nutrienti delle piante el’incidenza delle patologie vegetali che si originanonel suolo.

L’etilene non agisce uccidendo i microrganismi delsuolo, ma li inattiva, temporaneamente; la concen-trazione di questo gas nell’atmosfera del suolo su-pera raramente le 1-2 parti per milione.

L’etilene del suolo viene prodotto durante il cosid-detto CICLO OSSIGENO-ETILENE. Inizialmente, imicrorganismi del suolo proliferano sugli essudatiradicali delle piante e deprivano il suolo di ossige-no in alcuni micrositi. In seguito, in questi siti siproduce etilene che si diffonde verso l’esterno,inattivando i microrganismi del suolo senza ucci-derli. Quando questo accade, la richiesta di ossige-no diminuisce e l’ossigeno si diffonde nei micrositianaerobici, arrestando o diminuendo radicalmentela produzione di etilene, il che permette aimicrorganismi del suolo di riprendere la loro attivi-tà. Si ricreano quindi condizioni favorevoli allaproduzione di etilene, ed il ciclo si ripete.

Nei suoli non disturbati, come quelli forestali, èpossibile rilevare costantemente la presenza dietilene, indizio questo del fatto che il ciclo ossige-no-etilene è attivo. Al contrario, nei suoli agricoli, leconcentrazioni di etilene sono estremamente basseo inesistenti. Quando gli ecosistemi naturali vengo-no disturbati per usi agricoli o forestali, si verificaun allarmante calo nel quantitativo di sostanzaorganica nel suolo, le carenze di elementi nutritivinelle piante divengono comuni, e le manifestazionipatologiche aumentano drasticamente.

Una delle cause principali dell’impossibilità da partedel suolo agricolo disturbato di produrre etilene èimputabile all’aratura, che produce un cambiamen-to nella forma dell’azoto nel suolo. Nei suoli nondisturbati, praticamente tutto l’azoto è presente sottoforma di ammonio, con tracce di nitrati.

Una delle cause principali dell’impossibilità da partedel suolo agricolo disturbato di produrre etilene èimputabile all’aratura, che produce un cambiamen-to nella forma dell’azoto nel suolo. Nei suoli nondisturbati, praticamente tutto l’azoto è presente sottoforma di ammonio, con tracce di nitrati.

Quando questi ecosistemi vengono disturbati perutilizzo agricolo, la maggior parte dell’azoto riscon-trato nel suolo è sotto forma di nitrati.

Questo cambiamento nella forma dell’azoto avvie-ne perché l’aratura stimola l’attività di un gruppospecifico di batteri che convertono l’azotoammonico in nitrato. Le piante ed i microrganismipossono utilizzare entrambe le forme di azoto, mala produzione di etilene nel suolo viene inibitaquando i nitrati sono presenti in quantità superio-ri alle tracce. L’azoto sotto forma di nitrati arrestala produzione di etilene perché interferisce con laformazione dei micrositi anaerobici, mentre l’azotoammonico non ha questo effetto inibitore.

Quando tutto l’ossigeno è stato consumato neimicrositi, avviene una serie di reazioni chimiche.Una di esse è la trasformazione del ferro, che pas-sa dalla forma ossidata o ferrica a quella ridotta, oferrosa.

Il ferro è uno dei principali costituenti del suolo, ecostituisce dal 2 al 12% del suo peso. Nei suolinaturalmente aerati, virtualmente tutto il ferro esi-ste sotto forma di minuti cristalli di ossido di ferroin forma ossidata o ferrica, che è stabile nel suolo.Se l’ossigeno viene completamente consumato neimicrositi, e si instaurano condizioni di riduzione,questi minuti cristalli subiscono una trasformazio-ne, e il ferro assume la forma ridotta o ferrosa, al-tamente mobile. La produzione di etilene nel suo-lo avviene solo quando il ferro si trova nella formaridotta o ferrosa.

In che modo il ferro in forma ferrosa stimola laproduzione di etilene nel suolo? Esso reagisce conun precursore dell’etilene che è già presente nelsuolo, e la reazione ha come risultato la formazio-ne di etilene. Questo precursore viene prodottodalle piante, ma si rinviene in quantità apprezza-bili solo nelle foglie vecchie o morte. Quando que-ste foglie cadono al suolo e si decompongono, ilprecursore si accumula nel terreno, e al verificarsidelle condizioni favorevoli per la mobilitazione delferro ferroso, si produce etilene.

Non dovrebbe sorprendere troppo che questo pre-cursore dell’etilene si accumuli solo in foglie vec-chie o morte. Dopo tutto, nelle comunità naturalidi piante, le foglie vecchie e morte formano lamassa principale dei detriti che cadono al suolo.Inoltre, è altrettanto noto che in situazioni di uti-lizzo agricolo la maggior parte delle foglie e dellepiante vecchie vengono rimosse, o durante il rac-colto o con il pascolo, o bruciando i residui dellecolture, perciò i suoli agricoli sono di solito poveridi precursore dell’etilene.

Una delle limitazioni maggiori alla crescita dellepiante nei suoli agricoli è l’inadeguato apporto disostanze nutritive essenziali alle piante, e questo

13libera scuola “Emilia Hazelip” NOTE SULL’AGRICOLTURA SINERGICA

si verifica anche quando ci sono riserve adeguatedi questi nutrienti nel suolo, ma essi sono presentiin forma altamente insolubile.

La creazione di micrositi anaerobici nella rizosferadelle piante, che come abbiamo visto è di impor-tanza basilare per la formazione di etilene, può gio-care un ruolo essenziale nella mobilizzazione equindi nel tasso di disponibilità di queste sostanzenutritive essenziali alle piante.

Questo meccanismo è strettamente legato al ruolodel ferro nel suolo. In condizioni normali, naturali,il ferro si trova nel suolo sotto forma di minuticristalli di ossido di ferro; questi cristalli presenta-no un’ampia area superficiale e sono caricati elet-tricamente. Quindi le sostanze nutritive quali i fo-sfati, i solfati, ed altri micro-elementi sono legatealla superficie di questi cristalli. In questa forma,esse in pratica non sono disponibili per le piante.Tuttavia, quando nel suolo si sviluppano i micrositianaerobici, questi cristalli si scompongono e libe-rano le sostanze nutritive che erano ad essi legate,e che diventano disponibili per le piante.

Allo stesso tempo, elevate concentrazioni di ferroferroso (in forma mobile o ridotta) vengono libera-te nel suolo all’interno dei micrositi. Gli altri nu-trienti essenziali delle piante, fra cui calcio, potas-sio, magnesio ed ammonio, sono legati sulla su-perficie di particelle di creta e di materia organica.Quando le concentrazioni di ferro ferroso aumen-tano, queste sostanze nutritive vengono sostituitedal ferro, passano in soluzione nel suolo, e diven-tano anch’esse disponibili per le radici delle pian-te.

Dal momento che i siti anaerobici si formano dipreferenza nella rizosfera delle piante, le sostanzenutritive vengono mobilizzate esattamente nel luo-go in cui sono richieste dalle piante. Un vantaggioulteriore di questo meccanismo è che se i nutrientiliberati non vengono utilizzati dalle piante, nonpossono essere dilavati nel terreno; appena migra-no ai margini dei micro-siti anaerobici, il ferro siriossida e si ri-cristallizza in forma di ossido di fer-ro. I cristalli quindi legano di nuovo le sostanzenutritive e ne impediscono la perdita perdilavamento. Le condizioni del suolo necessarie alfunzionamento di questo meccanismo sono iden-tiche a quelle richieste per la produzione di etilene.

NEI SUOLI AGRICOLI, IN CUI LA PRODUZIO-NE DI ETILENE È IMPEDITA DALL’ARATURA,ANCHE QUESTO MECCANISMO DI MOBILITA-ZIONE DELLE SOSTANZE NUTRITIVE VIENEINIBITO.

Una corretta gestione del suolo richiede la modifi-ca di alcune delle pratiche agricole tradizionali ecorrenti, come l’aratura, che sono volte all’aumen-to dell’aerazione e degli stati di ossidazione delsuolo, e producono un aumento della crescita dellepiante a breve termine, ma a lungo andare provo-cano l’instaurarsi di problemi di impoverimento delsuolo e di aumento delle patologie vegetali.

Le tecniche agricole senza aratura possono assicu-rare una crescita continua delle piante; mantenen-do il suolo continuamente coperto si aumenta l’am-montare di sostanza organica che ritorna ad esso. Èconsigliabile usare piante mature come fonte diammendanti organici, e come fertilizzanti verdi,lasciando i residui sulla superficie del suolo, inve-ce di incorporarli ad esso.

La scienza di stampo cartesiano incontra difficoltàad accettare e comprendere la dinamica olisticadegli organismi viventi, ma questa limitazione cul-turale non dovrebbe impedire alla società di trova-re modi sostenibili di produrre cibo senza distru-zione.

Nell’agricoltura sinergica, si ricreano nel suolo lecondizioni di cui esso ha bisogno per mantenersi invita e in buona salute, e per mantenere la fertilità.Si imita il meccanismo di auto-fertilizzazione delsuolo, lo si mantiene vitale... così facendo, si cam-bia radicalmente il modo con cui l’agricoltura tra-dizionale, come quella “moderna”, ottiene le suerese.

Cambiare abitudini non è mai facile, .e se le abitu-dini da cambiare sono costantemente appoggiatedalla tradizione, da agenti di vendita, dalle scuoledi agronomia... dalla cultura nel suo complesso, ilcompito si fa ancora più difficile. Ci vuole una con-vinzione profonda nella necessità del cambiamen-to, per andare contro corrente e diventare pionieridell’agricoltura del futuro, quando il suolo, il pe-trolio e i fertilizzanti non saranno più così abbon-danti come oggi. In alcune parti del mondo è diffi-cile ottenere letame animale e compost, quindi laconoscenza di tecniche di produzione che sfrutta-no l’auto-fertilizzazione del suolo può essere diimportanza vitale.

Dobbiamo iniziare subito a mettere in pratica que-sti nuovi metodi di agricoltura in piccoliappezzamenti sperimentali, in modo da poter con-sigliare gli agricoltori su come ruotare le loro cul-ture in modo veramente sostenibile, in tutte le con-dizioni climatiche e pedologiche. Questa ricerca èappena agli inizi in molte zone del mondo. Noi sia-mo i membri di quel gruppo che formerà la massacritica necessaria a compiere il salto quantico... che

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potrebbe aiutare l’umanità a fronteggiare la sfida dinutrire una popolazione in espansione demograficaesponenziale, mentre allo stesso tempo si verificauna perdita esponenziale di suolo.

Dato che i suoli fertili e in buona salute sono per-manentemente coperti da una profusione di piantediverse, ne segue che il suolo ha bisogno di restarecoperto ed occupato dalle piante mentre viene uti-lizzato per le coltivazioni. Se evitiamo i problemicausati dall’impoverimento del suolo (erosione,dilavamento e perdita di materia organica, la cuicombustione viene accelerata introducendo forza-tamente aria nel suolo con l’aratura), i residui la-sciati dopo il raccolto saranno superiori al quel 2,5%di elementi costitutivi che le colture hanno assorbi-to dal suolo.

Evitando il disturbo della struttura del suolo cheavviene normalmente nel corso delle pratiche agri-cole tradizionali, si evita innanzitutto la necessitàdi re-integrare queste perdite: quindi si riduce enor-memente il lavoro necessario per produrre compost,per reperire letame e/o qualsiasi altro tipo di ferti-lizzante, oltre che la necessità dei trattamentianticrittogamici e antiparassitari.

Nei praticare questo tipo di agricoltura, si devonoorganizzare campi, orti e giardini in modo che lasimbiosi fra piante, batteri, funghi ed altri elementicrei una dinamica sinergica che continuerà a darerese usando il potenziale della auto-fertilizzazionedel suolo.

SIMBIOSI

Una associazione mutuamente vantaggiosa fra due di-versi organismi che vivono in collegamento fra loro, ouno all’interno dell’altro.

I QUATTRO PRINCIPI DELL’AGRICOLTU-RA SINERGICA

1. Fertilizzazione continua del suolo tramite unacopertura organica permanente.

2. Coltivazione di specie annuali in associazione acolture complementari, con l’integrazione di alberiazoto-fissatori.

3. Assenza di aratura, o di qualsiasi altro tipo di di-sturbo del suolo; il suolo si lavora da solo.

4. Il suolo si area da solo, se noi evitiamo di provo-carne il compattamento.

PRIMO PRINCIPIO

La scelta delle colture e delle coperture vegetalivaria a seconda dell’area geografica, ma il sistemaè sempre lo stesso.

Per le colture in pieno campo, in ambienti siccitosi,si prepara il suolo stabilendovi una copertura ve-getale permanente di piante azoto-fissatrici a por-tamento basso, con massima copertura del suolo,resistenti alla siccità e che si mantengano in vitadurante la stagione secca, come il trifoglio etiopico(Trifolium cryptopodium) o specie sud-africane:Desmodium triflorum e Indigofera spicata.

Per cominciare, si semina la specie di copertura intutto il campo, e questa operazione può richiedereun’aratura… sarà l’ultima volta che si disturba ilsuolo. Se ci sono troppe “malerbe” nel campo, siconsiglia di piantare canapa del Bengala come col-tura iniziale, o di usare i maiali per ripulire il ter-reno.

Una volta stabilitasi la copertura vegetale, le col-ture verranno seminate e raccolte senza disturba-re il suolo.

SECONDO PRINCIPIO

Le pratiche agricole non mono-culturali implica-no la presenza simultanea nel campo di più di unaspecie da raccogliere. Se si vuole coltivare mais,esso si seminerà a distanza maggiore rispetto allecolture tradizionali, per permettere alla luce delsole di raggiungere la copertura verde. Quest’ulti-ma deve mantenersi rigogliosa per proteggere ilsuolo dalle spaccature e dalla compattazione, edanche per liberare azoto ammoniacale che potràvenire utilizzato dalla nostra coltura. Spazieremoil mais ad 1 m di inter-pianta e 1,5 m di interfila.

Si possono piantare fagioli lungo la fila del mais, a30 cm fra loro, in alternanza con le piante di mais.Negli spazi lasciati per il passaggio fra i letti dicoltura, si può piantare una fila di zucche o melo-ni. Alberi azoto-fissatori, come la Sesbania, ilTagasaste o la Leucaena (tutti da capitozzare) ven-gono piantati tutto intorno al campo, nelle siepi dicontorno, a circa 5 m fra loro (disegni 1 e 2).

Insieme agli alberi e agli arbusti che formano lesiepi, si piantano calendule, nasturzi, tageti, rici-no, crotalaria, aglio, erba cedrina, tanaceto, lavan-da, basilico ecc…. Queste piante hanno azione in-setticida, e più ce ne sono meglio è; infatti con laloro presenza risultano benefiche alle colture pro-teggendole dai nematodi e da altri insetti nocivi, esono inoltre utilizzabili per usi culinari e per la

15libera scuola “Emilia Hazelip” NOTE SULL’AGRICOLTURA SINERGICA

preparazione di insetticidi biologici, da usare senecessario.

Per effettuare una semina in un campo di trifoglio,se il trifoglio è cresciuto troppo, tagliarlo con unabarra falciante (o altro) prima di seminare. Se ilcampo è grande si può usare un trattore, aprendoun solco con l’erpice a dischi e perforante, o utiliz-zando una seminatrice circolare, che lascia fuoriu-scire il seme alla distanza appropriata. Per effet-tuare la semina a mano, spingere i semi nel suoloattraverso il trifoglio, mantenendosi sulla fila.

Si può anche seminare a spaglio, ma molto rado, inmodo da non eliminare il trifoglio a causa dicarenza di luce. Dopo la semina si applicapacciamatura in modo da coprire il seme.

TERZO PRINCIPIO

II suolo si lavora da solo: in un suolo nontraumatizzato, l’azione degli organismi che vivo-no al suo interno crea costantemente una strutturain cui si mantengono sacche d’aria, le radici in de-composizione lasciano passaggi che vengono co-lonizzati da batteri ed altra fauna microscopica, efacilitano la circolazione dei lombrichi e/o delleformiche.

La presenza di questi animali aumenta la quantitàdi sostanza organica nel suolo, come quella di altresostanze quali il calcio, ecc. I materiali organici indecomposizione nel suolo sono essenziali permantenerlo fertile. In natura, il processo avvienecome segue: il suolo digerisce tutto quello che cadesulla sua superficie e tutto quello che muore al suointerno. Quando noi apriamo il suolo per incorpo-rarvi compost, letame, concime verde o qualsiasialtro fertilizzante, disturbiamo l’equilibrio che esi-ste in questo organismo complesso, e sebbene lepiante utilizzino quanto noi immettiamo nel terre-no, il suolo ne soffre, non solo per la morte violen-ta dei suoi abitanti, bruciati dall’eccesso di ossige-no quando si trovano esposti all’aria, ma anche acausa di “indigestione” per tutto quello che gliabbiamo fatto ingerire per forza, e questo si tradu-ce nello sviluppo di svariate patologie vegetali.

QUARTO PRINCIPIO

Forse la condizione più difficile da rispettare inquesto nuovo tipo di agricoltura è l’assenza dicompattazione... nelle pratiche agricole tradizionalisi ha l’abitudine di compattare il suolo senza pre-starvi attenzione, sia durante la raccolta che nelcorso di altre attività colturali, dato che si utilizzapoi l’aratura prima della semina per riportare arianel suolo (pagandola a caro prezzo, ecologicamen-

te parlando). Ma poiché noi non vogliamo più di-sturbare il suolo, dobbiamo fare molta attenzione acome raccogliamo e a come effettuiamo le altre ope-razioni colturali nel campo. Se utilizziamo animaliper la semina, faremo attenzione ad entrare nel cam-po solo se non è troppo bagnato, e questa regola èvalida per qualsiasi altra attività. Bisogna evitaredi appesantire il suolo quando è bagnato. Se si com-patta il suolo, si provoca la fuoriuscita dell’aria daesso, e le piante non riusciranno a crescervi, datoche la micro-flora e la micro-fauna non avranno piùmicro-siti in cui vivere, moltiplicarsi e morire.

I batteri del suolo e tutte le altre creature che ci vi-vono sono i nostri partners nel mantenere il suolofertile, pensiamo alle loro necessità, non dimenti-chiamo che ci sono, anche se sono invisibili... la loropresenza si manifesta nella salute delle piante, del-le colture in crescita, e determina la salute del suo-lo nel suo complesso.

Evitando la compattazione, si evitano molto lavoroe molta distruzione, e allo stesso tempo si rendepossibile lo svolgimento del ciclo ossigeno-etilene,cioè si permette al suolo di respirare.

Continuando con l’esempio della coltura del mais,al momento del raccolto tutte le piante vanno ta-gliate al livello del terreno, NON ESTIRPATE! Ilsuolo ha bisogno di radici in decomposizione. Per-mettendo alle radici di decomporsi nel suolo, si ar-ricchisce il terreno di grandi quantità di sostanzaorganica, di biomassa, oltre al generoso ammonta-re di azoto ammonico lasciato dalle radici delleleguminose. Il trifoglio si deve lasciare indisturbato.Se in alcune zone risulta diradato, riseminarlo al-l’inizio della stagione delle piogge, senza arare ilsuolo, semplicemente pressando i semi nel terre-no.

Nelle colture di mais/fagioli/cucurbitacee, lascia-re nel campo un po’ di steli di mais sparpagliaticome pacciamatura. Anche le parti aeree dei fagiolie delle zucche/meloni si devono lasciare nel cam-po come pacciamatura, mentre le radici rimangonoindisturbate nel terreno.

L’anno successivo, senza cambiare la disposizionedei letti di coltura, si sposta la zona seminata inmodo da mettere il mais negli spazi che erano diinter-letto l’anno precedente, le zucche/melonivengono lasciati nella stessa fila, ma si piantano nelmezzo, fra gli steli del mais dell’anno precedente.

In questo modo, continuando ad alternare le zonedi cultura, dopo il quinto anno si ritornerà alle di-sposizioni iniziali. E se si desidera cambiare com-pletamente il tipo di coltura nel campo, non ci sonoproblemi, basta stabilire le distanze di coltura per

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il nuovo raccolto, tenendo sempre in mente le ne-cessità dì luce della copertura verde, e la necessitàdel suolo di essere occupato da diverse specie dipiante, in modo da avere una varietà di radici nelsuolo.

Si lascia 1,5 m di spazio fra i letti di coltura, per per-mettere il passaggio delle macchine o la circolazio-ne durante le operazioni di diserbo (meccanico) odi raccolta, o per altre necessità di accesso al campo;in questi spazi si possono anche coltivare diverseerbe aromatiche. Per cui non sono da considerareperduti, anche se da essi non si ottiene direttamen-te il raccolto della coltura principale, grazie alla loropresenza la qualità e la quantità di tale raccoltomigliora. Nelle coltivazioni pluriennali, questi spaziproteggono i letti di coltura dalla compattazione daparte delle macchine, degli animali e dell’uomo; laloro presenza va quindi considerata come essenzialealla produzione generale.

Il campo viene coltivato con questo tipo di rotazio-ne anno dopo anno, senza che la fertilità del suolosi esaurisca mai, ma anzi migliorandone la qualità.Questo vale per suoli agricoli di qualsiasi tipo, mase si vuole fare agricoltura in suoli già impoveriti, osalinizzati o con in corso processi di laterizzazione,prima di raggiungere la fase della produzione per-manente, è necessario rigenerare il suolo. Ciò si puòottenere con una successione di concimazioni verdi(da falciare e lasciare sulla superficie del suolo)utilizzando per esempio la canapa del Bengala. Neisuoli acidi, si consiglia Lupinus mutabilis-tarwi, neisuoli salini, atriplex. Ma è necessario uno studioapprofondito per ogni situazione specifica, in mododa scegliere la successione di specie che meglio siaddice a quella determinata situazione climatico/pedologica.

Per realizzare pendii per la raccolta dell’acqua, sipuò strutturare il campo (prima di seminare il trifo-glio) creando cumuli di terreno, o semplicementepiantando Vetiver lungo i margini del campo. Laprima fila di cultura deve essere sempre distantealmeno 1,5 m dalla fila di Vetiver. Si può piantareArachis pintoii, una leguminosa, in una fila paralle-la al Vetiver. Le radici del Vetiver sono molto pro-fonde e scendono in verticale, particolarità questache non possiede alcun’altra graminacea. Quindi senon siete in possesso di Vetiver, continuate a cer-carla, ma non sostituitela con altri tipi di graminaceenei campi di grano, anche se altre graminacee po-trebbero fornire un foraggio migliore. L’obiettivo ècercare di ottimizzare la produzione della colturaprincipale, non del foraggio (le graminacee da fo-raggio si possono piantare lungo i margini del cam-po, lontano dalle radici della coltura principale).

IMPORTANTE: il Vetiver deve sempre venir pian-tato partendo da divisioni di cespo, mai da pianteandate a seme. Non utilizzare mai il seme per pian-tare Vetiver.

La ricerca di una copertura vegetale azoto-fissatrice, a sviluppo basso, che corrisponda inmaniera ottimale al suolo e alle condizioni clima-tiche della nostra area è un lavoro che dobbiamofare tutti, e speriamo di poterlo condividere fra noi,in modo da essere prima o poi in grado di consi-gliare altri agricoltori in merito alle coperture ve-getali da utilizzare, e fornire loro anche la semente.

Per una copertura vegetale in climi aridi, ad esem-pio, cercheremo piante con le seguenti caratteri-stiche:

• Perenni

• Azoto-fissatrici

• Resistenti alla siccità

• Con buona copertura del suolo (anche nei peri-odi di siccità)

• Altezza massima 30 cm.

Fra le specie sottoposte alla mia attenzione e chevale la pena di provare, ci sono:

• Trifolium cryptopodium

• Trifolhun berchellium, var. johnstonii

• Trifolium tembense

• Trifolium semipilosum

Per procurarsi piccole quantità di semi di questespecie, contattare:

“ILCA”

PO.Box5689 Addis Ababa Etiopia

Per ottenere semi delle seguenti specie:

• Arachis pintoii

• Indigofera prostrata hytìdocarpa

• Indigofera daleoides

• Indigofera spicata

• Indigofera endecaphylla

• Indigofera parisflora

• Cassia biensis

• Crotolaria sphacrocarpa (legiaminosa selva-tica, annuale auto-riseminantesi)

• Desmodium triflorum

17libera scuola “Emilia Hazelip” NOTE SULL’AGRICOLTURA SINERGICA

Contattare:

“Institute of crops and pastures”

Private Bag X116

Pretoria, Sud Africa 0001

e/o

“CRAF”

P.O.Box 30677

Nairobi, Kenya

Naturalmente, le piante ideali sono quelle che cre-scono spontanee nelle vostre zone... da scoprire innatura, e di cui raccogliere i semi per usarli nel vo-stro campo.

Ma se non trovate nella vostra zona la pianta idea-le, importatene una che vi aiuti a coltivare cibo sen-za distruggere i vostri campi, o la terra.

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18 libera scuola “Emilia Hazelip”CONCIMI VERDI

CONCIMI “VERDI”>>> Testo di EMILIA HAZELIP

Se i semi di cui si tratta in questo documento non si trovano localmente, si può consultare la lista degli indirizzi allafine del testo; i numeri nella lista delle piante vi indicano le organizzazioni (che producono o diffondono sementi) acui si possono richiedere queste piante o varietà specifiche.

FAMIGLIA DELLE CRUCIFERE

Molte piante di questa famiglia sono rustiche e si possono utilizzare come specie pioniere per dareinizio al processo di rigenerazione del suolo, in quanto le loro radici arrivano a penetrare terreni moltoduri e compatti, riuscendo ad utilizzare i minerali e le tracce di oligoelementi che si possono trovarenella terra, anche quando questi si trovano in una forma non utilizzabile da altre categorie di piante,incorporandoli e accumulandoli nella loro parte aerea ed arricchendo la terra di questi elementi almomento in cui si decompongono (per esempio liberando zolfo e fosforo immobilizzati e/o potassioche si trovava dentro la pietra sotto forma di silicato). La senape bianca e il ravanello foraggiero inoltre,inibiscono con le loro radici, la proliferazione di nematodi patologici.

Senape bianca e cavolo senape nera (Sinapsis alba e Sinapsis Nigra), annualeLe senapi crescono molto rapidamente, si possono tagliare a 40/60 giorni dopo la semina, quando stan-no per fiorire, durante la loro fase di massimo sviluppo vegetativo; nei climi freddi possono essereseminate più tardivamente. Pianta nematicida (1).

Senapi varieEsiste una vasta gamma di varietà di senapi orientali che si possono utilizzare simultaneamente sia permangiare che per rigenerare il suolo, tra queste, due varietà in particolare danno buoni risultati: GreenSpray (6) e Kyoto (7).

Cavolo navone (Brassica napus oleifera), annualeC’è sia in primavera che in inverno, e cresce sempre molto rapidamente; tagliare dopo la fioritura. Lavarietà invernale è molto resistente al freddo e si può seminare fino in autunno (1).

Cavolo foraggiero (Brassica oleracea acephala), biennaleQueste piante, se si seminano molto vicine, impediscono la crescita delle “erbacce” che possono trovarsinel terreno; esistono varietà primaverili ed invernali, si può iniziare a tagliarle tre mesi dopo la semina,e affinché non ributtino, tagliarle proprio raso terra (1).

Rapa foraggiera (Brassica campestri oleifera), annualeNonostante sia una rapa le radici sono fascicolari e possono penetrare nel terreno in profondità, ci sonovarietà primaverili o invernali che comunque non resistono a tanto freddo come le precedenti. Si posso-no tagliare varie volte, se si tagliano a 5 - 7 cm di altezza, prima che fioriscano. Ricordare che tutte lepiante annuali se si tagliano dopo la fioritura non ributteranno (1).

Rucola (Eruca Sativa) annualeSi può mettere in terreni poveri, calcarei e pietrosi, cresce molto rapidamente e si possono fare vari taglise si fa attenzione a non farli troppo raso terra e quando ancora non sono apparsi i fiori.

CONCIME VERDE A RADICE CARNOSALe piante foraggiere di questa categoria sviluppano una radice molto grossa nella zona della rizosfera,alcune di esse escono perfino fuori dalla terra, in superficie, anche se la biomassa aerea che lascerannosul terreno non sarà molto consistente; in luoghi con terreno molto compattato o sabbioso, il lavoro chesvolgono e i residui di materia organica che lasciano nella terra saranno insostituibili, nonostante ilridotto volume aereo che lasciano al di sopra della terra stessa. In terreni molto compattati e duri, questeradici crescendo li fanno letteralmente “aprire”, e le quantità enormi di materia organica che lascianonel terreno, senza aver avuto bisogno di alterarlo per interrarcela, vengono digerite dalla rete alimentaredel suolo senza provocare indigestioni, blocchi di azoto o di altri elementi.Quando vanno eliminate bisogna tagliarle in basso, all’ inizio del rigonfiamento della radice o rasoterra, a seconda se sono più o meno fuori dal livello del terreno, al fine di interromperne l’accrescimento

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quando abbiano raggiunto il volume di radice ottimale. Lasciare sempre alcune piante terminare il lorociclo vegetativo per raccogliere semi e poterle poi riseminare senza doverne comprare di nuovi.

FAMIGLIE DIVERSE

CRUCIFERE

Ravanello selvatico (Raphanus raphanistum), annualeCrescita molto rapida, dopo otto settimane si possono già tagliare; si seminano tutti i mesi nei climi caldie fino ad Agosto nei climi freddi (1).

Daikon (Raphanus sativus lungipinnatus), annualeDi questo rafano giapponese esistono diverse varietà primaverili o autunnali, crescono molto rapida-mente e in sei settimane li si può tagliare lasciando moltissima biomassa nel suolo, hanno bisogno diacqua per potersi sviluppare bene. La varietà Ta Mei Hwa può produrre perfino rafani di 2 Kg (se crescein terre buone) (2-4-5).

Rafano cinese (Raphanus campestris ), annualeMolto simile al Daikon (1).

Navone foraggiero (o Rapa) (brassica rapa rapifera), biennaleQuesta pianta si può seminare dalla primavera fino all’inizio dell’autunno. Ci sono diverse varietà peruso foraggiero, se non è reperibile localmente, potete chiedere la varietà Civasto (8) Gros Longue d’Alsace(2) che produce radici di 35 cm di lunghezza per 8 di diametro, per metà cresce fuori della terra e diconseguenza è facile da tagliare dopo 50/60 giorni; Navet Rose du Palatinat (3): questo navone può arri-vare a pesare 1,5 Kg (se cresce in terra di buona qualità), e cresce ancora più velocemente della varietàprecedente, per metà fuori della terra.

CHENOPODIACEE

Barbabietola foraggiera e industriale (da zucchero) (Beta vulgaris crassa), biennaliLe barbabietole foraggiere sono anche quelle che sviluppano le radici più grandi tra tutti i tipi di barba-bietole, siccome queste hanno la particolarità di crescere per la metà o per tre quarti fuori della terra, nonsono sempre le più idonee al fine di lasciare dentro la terra il massimo della biomassa, quelle industrialiricche di zucchero, anche se sono più piccole, crescono totalmente dentro la terra e per questa ragionepuò convenire scegliere questo tipo. Bisogna cercare di trovare una delle due varietà localmente, però senon si trovano potete cercare di procurarvi le varietà seguenti:FORAGGIERE: JAUNE D’ECKENFORT (9-10) E MAMMOTH LONG RED (11-12-13), QUESTA VARIETÀIN CONDIZIONI OTTIMALI ARRIVA A PRODURRE UNA RADICE DI 15 KG!INDUSTRIALI: GIANT WESTERN (12-14) E KLEIN WANZLEBEN (15)Le barbabietole produrranno meglio in terre sabbiose anche se non gradiscono un pH basso, le si posso-no seminare nei climi freddi, partendo da 5° C di temperatura nella terra e di 10° nell’aria ed hannobisogno di irrigazione regolare nei climi secchi.

OMBRELLIFERE

Carota foraggiera (Daucus carota), biennaleNei climi freddi si può cominciare a seminare dall’inizio della primavera fino a settembre, (dove non cisiano mai gelate). Le varietà foraggiere sono di diversi colori e le radici sono più grandi e legnose rispettoa quelle delle varietà da tavola, anche queste crescono uscendo un po’ dalla terra, hanno bisognod’irrigazione e, nelle terre povere e dure, non diventeranno così grandi come potrebbero potenzialmen-te.Ci sono due varietà molto interessanti da mettere: Blanche à collet Vert (16) e Flakkee Long Flacoro (17),questa può raggiungere i 70 cm di lunghezza (se la terra è in buone condizioni).Nutrimento azotatoIn natura l’azoto necessario per l’alimentazione delle piante può avere un’origine organica, minerale oatmosferica. L’azoto organico, nonostante esistano piante come alghe, piante carnivore, alcuni funghi e

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le leguminose che riescono ad assimilarlo in buona quantità, gli ortaggi non riescono ad assimilarlo inmodo sufficiente da coprire il fabbisogno di questo elemento. L’azoto minerale che si sviluppa nellaterra grazie alla decomposizione della materia organica durante la prima fase di umificazione o quandol’humus si mineralizza, è quello che le piante superiori riescono ad assimilare.L’azoto atmosferico può essere assorbito chimicamente da tutte le piante quando ci sono temporali,anche la neve ne deposita un po’ nella terra, però l’azoto gassoso viene solamente sfruttato in quantitàideale dalle piante che hanno un rapporto simbiotico con organismi viventi nelle loro radici e che perciòhanno la possibilità dì assimilare questo tipo di azoto; è soltanto alla morte delle piante e delle radicidove vivono questi organismi nitrificanti che i nitrati accumulati in quei tessuti vengono liberati in unaforma assimilabile dalle radici delle altre piante vicine o di quelle che vi cresceranno dopo.Ci sono altre famiglie di piante oltre alle leguminose che pure si avvantaggiano di questa dinamica disimbiosi con microrganismi fissatori di azoto atmosferico, ma per quello che ci interessa relativamentealla coltivazione degli ortaggi, prenderemo in esame solamente la famiglia delle leguminose.

Famiglia delle leguminose

Le piante di questa famiglia hanno la capacità di fissare l’azoto atmosferico nelle loro radici, grazie allapresenza di un ceppo di batteri, il rizobium, che vive simbioticamente con le piante. In qualsiasiconsociazione, o miscela di piante, si metteranno sempre una o più piante di questa famiglia, in propor-zione variabile. Per essere sicuri che la pianta che stiamo seminando possa “produrre” azoto, è conve-niente la prima volta che si mette, inoculare i semi con il rizobio specifico per quella classe di leguminoseprima della semina.

TIPI DI RHIZOBIUM (1-8)FAGIOLI, CECI, VECCIA, ERBA MEDICA: RHIZOBIUM PHASEOLI

PISELLI, LENTICCHIE, FAVE : RHIZUBIUM LEGUMINOSARUM

TUTTI I TRIFOGLI: RHIZOBIUM TRIFOLII

Alfalfa, meliloto, e tutte le piante appartenenti alla specieMEDICAGO, MELILOTUS E TRIGONELLA: RHIZOBIUM MELILOTI

LUPINI : RHIZOBIUM LUPINI .LOTO: RHIZOBIUM LOTI

GALEGA ORIENTALE: RHIZOBIUM GALEGAE

SOJA: RHIZOBIUM JAPONICUM

Annuali

Fava da foraggio e fava (vicia fava)Ce ne sono due varietà: primaverile e invernale (nei climi freddi si seminano solo quelle primaverili); sitagliano alle 6/8 settimane (se si vogliono raccogliere semi bisogna lasciare che alcune piante arrivinoalla maturità). Le radici possono arrivare ad 1 metro e 40 di profondità e possono fissare fino a 250 kg/Ha di azoto. Seminarle a 10 cm di profondità. Nei luoghi dove è presente il nematode Ditylenchus dipesaci,abbinare sempre questa pianta con la senape e/o il rafano foraggiero.

Cicerchia (lathyrus cicera)Esistono due varietà utilizzate, primaverile e autunnale; quest’ultima si può seminare tardi in climi nonmolto freddi, è una pianta molto rustica, buona per luoghi difficili, sopporta bene la siccità e va semina-ta sempre in abbinamento con una graminacea che le serva di appoggio, come la segale (18-19-20).

Lupino (Lupinus)A secondo della varietà ne esistono di perenni (vivaci).Queste piante si metteranno solo in terreni acidi, di preferenza sabbiosi o dove comunque non ci siacalcare attivo, poiché è una pianta calcifuga, che quindi non sopporta il terreno calcàreo. Solo una varietà,la bianca (albus), tollera un po’ il calcare e anche le gelate. Nessuna varietà sopporta la salinità nel terreno.Hanno bisogno di abbastanza acqua per svilupparsi e hanno un accrescimento rapido. (8-18-20-29).

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Meliloto (melilotus)Può anche essere biennale, non cresce bene in terreni acidi, però è una pianta eccellente per tutti gli altritipi di terreno che siano sabbiosi o argillosi e/o completamente “morti”, le sue radici sono fittonanti emolto forti, e penetrano profondamente dentro la terra. Si sviluppa molto bene anche in condizioni discarsità di acqua, può crescere fino a 1,50 m di altezza. Sopporta tagli ripetuti (prima della fioritura).Semina in superficie (1-8-20). Molto apprezzata dalle api.Pisello (pisum arvense)Si utilizza sempre con una graminacea che gli serve da sostegno; in climi freddi seminare solamente inprimavera. Si può utilizzare in terreni lievemente acidi (8-18-20).(Ornithopus sativus)Si può mettere in terreni sabbiosi ed asciutti, di pH poco elevato (tra 4.5 e 6.0), cresce lentamente ma lasua radice può arrivare fino a 1,20 m di profondità; consociare con una graminacea; si semina in prima-vera e estate (1-8-18-19-20-21).Trifoglio di Alessandria (trifolium alexandrinum)Esistono varietà annuali e perenni (vivaci), non sopporta il freddo, né terreni acidi, cresce male in terrenisabbiosi ed asciutti, poiché ha bisogno di molta acqua per svilupparsi bene. In questo caso cresce moltorapidamente; si può quindi utilizzare in terreni molto umidi (1-8-18-19-20-21).Trifoglio incarnato (trifolium incarnatum)Ne esistono anche varietà biennali, cresce bene in terreni sabbiosi, poveri, anche se non sviluppa grosseradici, sopporta bene il freddo (1-8-18).Trifoglio di Persia (T. resupinarum)Solamente annuale in climi freddi; ne esistono due tipi: scegliere quelli che sono grandi, a foglia grandee con semi grossi. Buono per terreni piuttosto acidi, resiste alla siccità, al caldo forte e anche ad un po’ difreddo; resiste anche a terreni salini e paludosi. Sviluppo molto rapido (1-8-18-19-20).Veccia, Alberia (Vicia sativa)In climi caldi può essere perenne; ne esistono varietà invernali e primaverili: rispettare i parametri suiperiodi di semina per ottenere buoni risultati. Non gradisce terreni sabbiosi e secchi, né l’ombra. Simette sempre vicino ad una graminacea che le serve da sostegno (1-8-18).Veccia di Cerdegna (Vicia varia)E una varietà invernale molto rustica e sopporta piuttosto bene il freddo (1-8-18).Veccia di Pannonia o ungara (Vicia pannonica)Anche questa è una varietà invernale, la più resistente al freddo di tutte le veccie coltivate (1-8-18-19-20-21)Veccia pelosa (V. villosa)E la veccia invernale che sopporta le temperature più basse: fino a -15° (1-8-18-19-20-21).Trigonella, fieno greco (trigonella foenum-graecum)In climi non molto freddi si può seminare fino a Dicembre, portamento alto, cresce rapidamente (1-8-18-19-20).

Perenni (vivaci)Non vale la pena utilizzare piante perenni come concime verde per lasciarle vivere solo qualche mese,poiché le loro radici si sviluppano più lentamente e la biomassa che lasceranno sul terreno sarà inferiorequantitativamente a quella che lascerebbe una pianta annuale nello stesso periodo. Però se per qualcheragione si vuole che una pianta perenne occupi il terreno per qualche anno, si dovrà fare attenzione,quando si fanno i tagli, a non esaurirne le riserve nutritive nelle radici e a non indebolire la pianta oucciderla prematuramente.Il primo anno dopo l’impianto non si effettueranno tagli fino a che il ciclo vegetativo non sia terminato,cioè fino a che la pianta non arrivi alla sua fase di fruttificazione, in questo modo, le radici avrannoricevuto il nutrimento necessario per continuare lo sviluppo di tutta la pianta. Negli anni successiviinvece, i tagli si faranno prima che la pianta fiorisca; secondo le condizioni climatiche si potranno farediversi tagli in un anno, sempre tenendo conto che l’ultimo taglio deve esser fatto lasciando il tempo allapianta di completare il suo ciclo vegetativo prima che geli (in climi freddi) o che inizi di nuovo laprimavera. In questo modo si possono mantenere le piante perenni in buona salute senza limiti di tempo.L’ultimo taglio conterrà anche semi che si potranno raccogliere separatamente per essere utilizzati siacome semi per riseminare o come germogli da mangiare.

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Erba Medica, alfalfa (medicago sativa)Esistono molte varietà di alfalfa, bisogna cercare di trovare quella più appropriata al vostro clima, lameridionale per la regione mediterranea, ma nel nord-est è meglio mettere quella delle Fiandre, la varietàFalcata che viene dall’Europa Centrale (i fiori sono bianchi o gialli), è molto resistente al freddo e crescein terreni aridi.Le alfalfa per germinare necessitano almeno di 8° di temperatura e che non subiscano gelate nel mo-mento in cui radicano; in luoghi in cui c’è molta insolazione, per ottenere una buona germinazione deisemi, è meglio seminare in autunno; se si semina in primavera aspettare che ci siano altre piante cresciu-te insieme che le facciano un po’ di ombra. Non può vivere in terreni acidi né in terreni molto compattatie/o troppo umidi e stagnanti, non conviene utilizzarla in luoghi in cui prima erano boschi o lande, leradici possono arrivare fino a 2 metri di profondità (1-8-18-19-20-21).Lupinella (Onobrychis sativa)Questa pianta è la più indicata per terreni poveri e condizioni difficili, sopporta forti freddi e continui;una volta ben installata, cresce fino ad un’altitudine di 1700 metri. Non conviene metterla in luoghiumidi. Le sue radici fittonanti arrivano ad una profondità simile a quella della alfalfa; bisogna fareattenzione che i semi che si seminano siano “freschi”, poiché la durata della germinazione è molto breve(1-8-18).Sulla (Hedysarum coronarium)Si può utilizzare solamente in climi in cui la temperatura non scenda al di sotto dei 4 °. Eccellente per leregioni mediterranee; possiede radici molto profonde e copiose (1-2-22).Pisello (Phaseolus lunatus)Si utilizza solo in regioni calde, si seminano molto profondamente in solchi distanziati 2 - 5 metri tra lefile, alla profondità di 40 cm; la biomassa aerea può raggiungere i 3 metri di altezza e le radici possonosviluppare tubercoli (1-2-22). La varietà del Madagascar può crescere in terreni molto poveri e non produ-ce tubercoli (25).Fagiolo di Lima (Phaseolus Lunatus)Queste piante appartengono alla stessa famiglia delle precedenti ma non hanno bisogno di stare inluoghi così caldi e le varietà qui di seguito indicate hanno bisogno di poca acqua per crescere: CliffDweller può arrivare a più di 2 metri di altezza (23) e Indian Red Pole è più rustica nonostante sia un po’più piccola. I semi sono commestibili (24).Trifoglio di Persia (TrifoIium resupinatum)Perenne solo in climi senza gelate, sopporta terreni salsi e umido-stagnanti (1-8-18-19).Trifoglio svedese, T. Di Alsike (T. Hybridum)Molto rustico, sopporta sia i freddi molto forti che i terreni umidi e stagnanti, così come i luoghi torbosio in condizioni di pH acido. Non conviene metterlo in terreni sabbiosi e asciutti (1-8-18-19-26-27-28-29).Trifoglio Ungherese (trifolium pannonicum)Eccellente per luoghi montani, si può seminare fino a 1800 m di altitudine. Diventa molto alto produ-cendo molta biomassa, ma cresce lentamente durante il primo anno. Richiede anche un terreno profon-do e di buona qualità (01-02-8-18-22).Trifoglio bianco, T. ladino (Trifolium repens)È un trifoglio bianco, gigante e rustico per regioni senza forti freddi (1-8-18-26-30).Trifoglio dei prati (trifolium pratense)Per terreni con pH neutro o acido, ha bisogno di pioggia o irrigazioni abbondanti, non sopporta situa-zioni di ambienti secchi, cresce velocemente all’inizio ma una volta installato impedisce la crescita delleerbacce (1-8-18-26-31).Veccia rampicante (Vicia cracca)Può raggiungere l’altezza di 1,80 m, sopporta bene tutti i tipi di terreno ed i climi freddi ma ha bisognodi annaffiature regolari per svilupparsi (18-19-32-33-34).Ruta Caprina (Galega officinalis)Originaria del Caucaso, è una pianta molto rustica e sopporta bene la penuria di acqua. Di portamentoarbustivo, ha uno sviluppo radicale fittonante il primo anno e poi forma stoloni dai quali si formanonuove piante. È molto appropriata per condizioni difficili, in zone soggette ad erosione del suolo e interre che necessitano di essere rigenerate. È anche mellifera e utilizzata come pianta ornamentale (8-19-33-35).

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Lotus (lotus corniculatus)Questa pianta non diventa molto alta e di conseguenza non lascia molta materia organica quando la sitaglia, ma cresce molto bene anche se non le si dà molta acqua, e in terreni molto poveri; inoltre è moltofacile trovare i semi e chissà, l’unica forse che si trova, che possa essere seminata in tutti i luoghi. In climimolto freddi le varietà più appropriate sono il Lotus creticus e L. Tenuis, e le varietà L. hirsutus e L.Halophilus (questo tollera la salsedine) diventano un po’ più alte (fino a 60 cm) (01-02-03-8-18-19-22).Cicerchia tuberosa (Lathyrus tuberosus)Cresce fino a 1,20 m di altezza, resiste alle gelate e all’ombreggiamento parziale; può diventare invaden-te a causa dei ceci sotterranei (commestibili) che producono nuove piante quando rimangono nel suolo.Anche questa è una pianta mellifera molto apprezzata dalle api (2-18-20-33-36).

FAMIGLIA DELLE GRAMINACEE

Un’altra famiglia di piante molto importante utilizzabile come concime verde, è quella delle graminacee.In questa classe si trovano i cereali e anche l’erba di campo. Tutte queste piante sono molto forti, hannoun grosso vigore vegetativo e sviluppano un grande apparato radicale; riescono quindi a colonizzare ilterreno sia in profondità che orizzontalmente. La presenza di questa famiglia nell’insieme delle specieutilizzate come concime verde, è essenziale affinchè ci sia un equilibrio tra gli zuccheri, la cellulosa dellegraminacee e gli elementi azotati che le leguminose apportano, in questo modo la fermentazione che siavrà durante la decomposizione della materia organica in superficie come pacciamatura e quella delleradici dentro la terra, sarà una fase di catene lunghe e rapide che procurano i più importanti prodottitransitori dell’ humus microbico, della materia vegetale nello stato plasmatico nutritivo, lasciando picco-le quantità di humus residuale, mobilizzabile in proporzione a quanto ne richiedono le piante coltivate.La paglia dei cereali lascia soprattutto cellulosa, a meno che non si taglino le piante quando ancora sonoverdi, nel cui caso lasceranno zuccheri, che è quello che viene apportato maggiormente dall’erba delprato. L’ideale è avere una mescolanza di piante che si possano tagliare in diversi momenti affinchélascino tanti residui diversi: giovani, verdi, teneri e succosi, ricchi di azoto, così come altri resti dellestesse piante già maturi, senescenti, secchi e duri, per favorire il ciclo ossigeno-etilene e l’assimilazione delferro, poiché si è già constatato che, affinché il ferro passi alla sua forma ferrosa e assimilabile, gli ènecessario reagire prima con un precursore dell’etilene; questo precursore si origina in quantità apprez-zabili solamente nelle foglie vecchie della pianta che si decompongono nella pacciamatura, liberando inquesto modo le concentrazioni di quest’ultimo che si accumulerà nel terreno. Così quando ci saranno lecondizioni favorevoli per la mobilizzazione del ferro, si formerà l’etilene. Solo in terre vergini, nontraumatizzate dal lavoro (anche se superficiale), avrà luogo questo processo.Di tutte le paglie, quella di avena è quella che contiene più zucchero, essendo anche la più tenera èquella che si decompone più rapidamente e stimola inoltre lo sviluppo di sostanze “antibiotiche” nellapacciamatura proteggendo quindi le piante coltivate da possibili agenti patogeni. La paglia di orzo e difrumento contiene meno zuccheri ma più cellulosa e quella di segale, essendo la più dura, contienepochissimi zuccheri ed essendo costituita quasi esclusivamente da cellulosa, questa paglia ci metteràpiù tempo a decomporsi.Poiché la gestione del terreno in questo tipo di agricoltura con l’uso del concime verde è di non interrarlo,non si avrà nessuno degli effetti negativi dovuti al blocco dell’azoto o di problemi di indigestione chesolitamente si verificano quando la biomassa (fresca o secca) si incorpora per una decomposizionesotterranea.Si deve cercare sempre di trovare semi di varietà campestri e antiche, in quanto quelle moderne, soprat-tutto quelle di frumento, sono programmate per essere dipendenti da fertilizzanti di sintesi, da mineralisolubili e sono anche più vulnerabili alle malattie e ai parassiti, le radici sono deboli, con svilupporidotto, la paglia nanizzata; quindi sono piante molto fragili poiché soffrono della carenza di tracce diminerali (e oggigiorno è anche possibile che siano modificate geneticamente!).

Avena (Avena sativa)Quando si taglia, il verde rigenera le terre povere e acide, riduce anche la presenza dell’avena selvaticanel campo. Ci sono varietà primaverili ed invernali, quelle invernali possono sopportare il freddo fino a -14° e si possono seminare da Agosto fino alla fine di Ottobre. Quelle primaverili si seminano da Marzoad Aprile. In climi caldi il periodo di semina può essere anticipato in primavera e ritardato in autunno.

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La varietà Porter si può seminare in qualunque momento dell’anno per tagliare il verde e in primaverase si desidera raccogliere il grano; molto rustica, è adatta ai climi freddi (41).Avena nuda (Avena nuda)Questa varietà permette di recuperare il grano senza dover togliere la buccia: Nuda (18-39) e Torch Riverhanno inoltre una paglia molto abbondante (38).Orzo (Hordeum sativum), annualeÈ molto resistente alla siccità e a terreni secchi e di cattiva qualità se sono calcarei, ma siccome nontollera un pH basso (fino a 5.5), non potrà essere messo in terreni poveri ed acidi. Ci sono varietà primaverilie invernali ma comunque non sopporta freddi molto intensi.Orzo Nudo (Hordeum vulgare Celeste)Per seminare in primavera: Ethiopian (39) e per climi umidi: Eureka (39). In inverno, seminare a partire daAgosto: Santasuga (02-39) e Tibetan Hulless (02-39).Segale (secale cereale), annualeEsistono varietà primaverili e invernali, queste si possono seminare fino a metà Novembre e possonosopportare temperature molto basse, a condizione che abbiano germogliato, accestato prima delle gelate.Questa pianta è molto sensibile all’asfissia radicale e alle inondazioni, non si può mettere in luoghi incui la terra non dreni bene o che ci sia una vena d’acqua superficiale, ma tollera molto bene i pH bassi esi può seminare in terreni acidi (fino ad un pH minore di 5) e sabbiosi.Il suo gran vigore vegetativo le permette di crescere in terre povere producendo molta paglia grossa e lesue radici arrivano a penetrare la roccia madre solubilizzando i minerali e gli elementi fertilizzanti chesi trovano in profondità.La sua capacità di rapido e poderoso accestamento le permette di crescere molto rapidamente impeden-do così che le erbacce si sviluppino riducendone quindi la presenza, tenendo pulito il terreno dalle specieavventizie.Segale montana (Secale Montanum)Molto rustica, si può utilizzare per recuperare terreni in cattivissimo stato: Mountain rye (40).Frumento (triticum durum & T.vulgare)Di tutti i cereali questo è quello che più sta subendo le manipolazioni genetiche per ottenere varietàredditizie, nonostante che i parametri della qualità e della quantità vegetale (valore nutritivo, etc.) venga-no sacrificati. Evitare di utilizzare il frumento come concime verde, a meno che non si abbiano semi difrumento campestre e/o antico, altrimenti i risultati non saranno così buoni come ci si aspetta. Le varietàprimaverili appartengono a quelle del grano duro e ad accrescimento rapido, quelle invernali sono a ciclolungo di grano tenero (che si possono seminare fino a 13 mesi prima di raccoglierne i semi). Si possonoanche seminare in terreni acidi, purché non siano troppo poveri, sopportano meglio della segale l’umiditàstagnante, ma non avranno un buon sviluppo in questa situazione, al contrario se ricevono molto sole,ne viene stimolato lo sviluppo delle radici, la varietà primaverile (ciclo breve) Baart produce moltapaglia e cresce bene senza bisogno di molta acqua (39).Frumento gentile, frumento selvatico (Distichlis palmeri)Questa pianta originaria dell’Arizona può crescere in terreni salini e accetta perfino l’acqua salata; pro-duce un grano commestibile e molto nutriente. Molto appropriata per terreni ricchi di sale (37).Forasacco (Bromus mollis; B. arvensis; B. sterilis; B. pratensis; B. tectorum), annualeBisogna fare attenzione che la varietà che si semina sia annuale, poiché se se ne mette una perenne sipotranno avere problemi, come con la gramigna. Questa pianta è molto appropriata in terreni pocoprofondi, poveri, aridi e calcarei, resiste al caldo forte, alla siccità e le sue radici crescono molto rapida-mente e colonizzano il terreno sia in profondità che orizzontalmente lasciando molta biomassa sotterra-nea. Si taglia quando è ancora verde per lasciare una pacciamatura ricca di zuccheri, anche se non moltabiomassa; se si aspetta di tagliare quando già c’è il seme o quasi, si avrà un residuo più ricco di cellulosa,anche se si corre il rischio che si risemini da sola; questo dipende un po’ da cosa si deve fare con la terra,se si deve utilizzare per altre coltivazioni potrebbe essere un problema (1-8).Forasacco Mango (Bromus Mango), biennaleCresce in terreni non fertili e acidi, pianta utilizzata come cereale dagli indios Araucanos del Cile.Loglio (Lolium italicum; L. multiforum), biennale e Loglio “Westerworld”, annualeQuesta pianta è anche conosciuta come cespo (o prato inglese); ce ne sono molte varietà che sono perenni.Fate bene attenzione di utilizzare solo quelle annuali o biennali, in quanto è una pianta fortissima e se sene semina una perenne poi non si toglie più! Tollera molto bene tutti i tipi di terreni che siano argillosi

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o sabbiosi, e la si può mettere in suoli molto acidi (fino ad un pH 4), germina molto rapidamente e il suosviluppo radicale e aereo è tanto forte e rapido che può perfino impedire, alle altre piante della misceladi specie da concimazione verde, di impiantarsi. Perciò se la si utilizza bisogna seminare le altre specieprima e solo quando sono ben impiantate si può seminare il Loglio negli spazi restanti. Molto appro-priata come pianta pioniera in luoghi molto degradati anche se necessita di acqua per dare risultatimigliori e per pulire la terra invasa dalle erbacce. Si semina da primavera a Settembre (1-8).Panico, Miglio (Panicum milaceum. P. Italicum), annualeNon sopporta il freddo, seminare quindi quando non c’è ormai più pericolo di gelate, in terreni moltopoveri è meglio utilizzare il P. italicum, che è più rustico e cresce bene in qualunque condizione di fortecalore e in terreni sabbiosi, secchi, dove altre piante non riuscirebbero a crescere. Si può tagliare quandoè ancora verde, ma anche se si taglia quando è più matura, la paglia che lascia è ugualmente moltotenera e ricca di zuccheri, e si decompone molto rapidamente (38).Miglio ungherese (Panicum spicatum), annualeCome gli altri tipi di miglio, si semina quando non c’è più pericolo di gelate, cresce molto velocementee in 2 mesi ha già fatto la spiga. Produce una biomassa maggiore rispetto agli altri tipi di miglio e se sitaglia quando ha raggiunto la maturità i semi sono molto apprezzati dalle galline e la pianta dà ancheuna paglia tenera (18-27).Miglio giapponese (Echinochloa frumentacea), annualePianta di grano commestibile ad accrescimento velocissimo: in 6 settimane completa il suo ciclo vegetativo(18-27).Saggina da scope (Sorghum vulgare) e Sorgo dolce (S. Saccharatum), annualiSi seminano quando non c’è più pericolo di gelate e in terreni un po’ rigenerati; il vantaggio di averequeste piante è che hanno un grande volume aereo, fino a 2,50 m. di altezza, e lasciando le grandi radicisotto terra, si possono tagliare ancora verdi; la varietà Gooseneck Brown Durra tollera la siccità (44). Il sorgodolce contiene molto zucchero nei suoi talli quando matura (che si può estrarre prima di utilizzarlo comepacciamatura) ed è anche un grano commestibile; Apache Red può crescere in terreni sfruttati e abbandonati(37-44) e Kansas Orange che produce molta biomassa (45).Scagliola palustre (Phalaris arundinacea), perenneSiccome questa pianta è perenne non va messa in terreni destinati ad essere coltivati, però la si puòmettere nella siepe al bordo dell’orto. Questa pianta può essere utilizzata come pacciamatura insiemead altri ingredienti, in quanto la sua biomassa senescente posta sul terreno produce grandi quantità delprecursore che permette lo svolgimento del ciclo ossigeno-etilene e l’assimilazione del ferro nella rizosfera.Ha bisogno di acqua per dare buoni risultati, anche se tollera tutti i tipi di terreno. Le piante si taglianomature, dopo che hanno prodotto il grano, le spighe si tolgono dalla pianta prima di usarla comepacciamatura. Questi semi sono molto apprezzati dai pappagalli, le galline e tutti i tipi di uccelli (8).

Altre Famiglie

Grano saraceno (Fagopyrum esculentrum e F. tataricum), annualeQuesta pianta cresce molto rapidamente, in 5 settimane già fiorisce e produce molta biomassa. Gradisceterreni acidi anche di cattiva qualità. Necessita di calore (15° C) sia nel terreno sia nell’aria affinchégermini e cresca bene, ma le temperature molto elevate con aria secca, il vento o la nebbia, durante lafioritura, la danneggiano (fino a impedire la raccolta del grano); la varietà Giant American si può tagliarea 30 giorni e produce un grano molto grosso (46); la varietà Spanky si coltiva alla fine dell’estate (23); lavarietà Tartara sopporta il pH alto, i terreni calcarei e le temperature molto basse. La sua presenzainibisce lo sviluppo delle avventizie e si può utilizzare per pulire il terreno. In una miscela di speciediverse si consiglia di seminare le altre specie prima di questa e aggiungerla poi negli spazi vuoti lasciatidalle altre (47).Girasole (Helianthus annuus), annualeEsistono molte varietà di questa pianta, alcune sono perenni e non vanno messe. Tra le annue sceglierequella che abbia l’altezza più adatta che può servire da tutore per le leguminose rampicanti. Bisognaseminare quando non c’è più pericolo di gelate, in terreni molto poveri non verrà molto alto ma si puòovviare con l’irrigazione; in terreni migliori riesce a crescere anche in condizioni siccitose. È una piantadallo sviluppo veloce e si adatta a tutti i tipi di suolo. Quando si tagliano i talli bisogna trinciarli un po’prima di metterli nella pacciamatura; la varietà Arrowhead cresce molto velocemente ed è consigliata peri climi freschi (24); Hopi Black Dye sviluppa anche radici aeree lasciando quindi una maggiore quantità di

26 libera scuola “Emilia Hazelip”CONCIMI VERDI

biomassa, cresce bene in climi freddi e secchi, desertici, ad altitudini elevate (01-24-37-49); Mammothcresce in terreni poveri e raggiunge un’altezza di 3 metri e mezzo (9-51-53).Facelia (Phacelia tanacetifolia), annualeÈ una pianta che in clima adatto (né troppo secco, né troppo caldo) si può utilizzare per sopprimere leerbacce; cresce molto velocemente e completa il suo ciclo vegetativo in 6/8 settimane; è mellifera e puòsopportare il freddo fino a -10° C; preferisce terreni acidi ma cresce bene anche in luoghi con pH elevato.Le sue radici sono molto ramificate e lasciano molta biomassa (e quindi gallerie) dentro la terra (1-8).Renaiola (Spergula arvensis e Spergula maxima), annualeConviene utilizzarla solo in terreni molto sabbiosi e dove sia assente il calcare attivo; ha bisogno anche diun clima umido e piovoso o di irrigazione abbondante. Può convenire in certi luoghi dove c’è moltasabbia, per iniziare un processo di rigenerazione della terra, poiché ha un accrescimento molto rapidoche permette di tagliarla già dopo 8/10 settimane dalla semina (03-1-21).Spinacio (Spinacia oleracea), annuale o biennaleQuesta pianta si potrà mettere solo in terreni già migliorati e, come coltura invernale in luoghi, conclima caldo, seminandola in autunno. Ha bisogno di molta acqua per crescere bene e velocemente.Riesce bene a mobilizzare gli elementi nutritivi ed i suoi residui rilasciano molta saponina, una sostanzache è molto benefica per le altre piante. Si può tagliare ripetutamente a condizione che se ne taglino lefoglie sopra il germoglio da cui nascono le nuove foglie. Scegliere varietà di spinaci grandi; Giant Nobel(54-55-56) produce molta biomassa, Medania (30-57-58) si può seminare molto presto quando ancora fafreddo e fino all’autunno, sopporta bene anche il caldo e si mantiene durante l’inverno senza gelare;Northland (59) diventa molto alto ed è facile da tagliare, si può seminare anche quando ancora fa freddoe fino all’autunno; Winter Bloomsdale (01-60-61-62) sopporta meglio di ogni altra le temperature estremee si può seminare anche a partire dalla primavera fino all’autunno in climi freddi e tutto l’anno in luoghipiù miti.Bietolone rosso (Atriplex hortensis), annualeCome gli spinaci, ha bisogno di un terreno già migliorato e di preferenza non molto calcareo; se irrigato,cresce molto velocemente, in 8 settimane si possono già tagliare e si ottiene già molta biomassa. Se nonsi vuole che ritorni, fare attenzione di non farle fare il seme quando ancora è in piedi, poiché si autoseminacon molta facilità. Si può utilizzare come pianta transitoria da concime verde commestibile (01-63-64-65).

BIBLIOGRAFIA

- Secretos del suelo Vivo, Robyn Francis; Las Encantadas - Francia- I segreti del Suolo Vivente, Scuola “Emilia Hazelip” - Ass. Basilico (PO) e Ass. KanBio (TO)- La Red Alimentaria del Suelo, E.Ingham, M. Martens; La Fertilidad de la Tierra. Espana- La Rete Alimentare del Suolo, Scuola “Emilia Hazelip” - Ass. Basilico (PO) e Ass. KanBio (TO)- Cornucopia, Stephen Facciola; Kampong Publications. USA- Weeds, Guardians of thè Soil, J.A. Cocannouer; The Devin-Adair Co. USA- Your Edible Landscape, R. Kourik; Metamorphic Press. USA- Root Development of Field Crops, J.E.Weaver; McGraw-Hill Book Co. USA- Nitrogen Fixing Research Reports; Publicadon of NFTA. USA- Nitrogen-fixing Plants, Martin Crawford; Agroforestry Research Trust. Inglaterra- Plants for a Future, Ken Fem; Prmanent Publications. Ingiaterra- La Technique des Engrais Verts. Bruno Monfort; C.R.A.B.E. Belgica- Des Inconnus sous nos Pieds, Patrick Philippon; revista “Biofutur” Enero 1999. Francia- Nourriture du Sol & Engrais Verts, J.M. Roger; Nature & Progres. Francia- Larousse Agricole, E. Chagrin & R. Dumont; Librairie Larouse 1921. Francia

27libera scuola “Emilia Hazelip” CONCIMI VERDI

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29libera scuola “Emilia Hazelip” SOLCHI E BANCALI

Calendario fenologico>>> Testo di EMILIA HAZELIP

Il clima della zona dove uno vive determina la quantità di raccoltaper anno e quando si può incominciare la coltivazione dei bancali.Esistono diversi calendari di semina che ci indicano la data migliore,però in questo articolo Emilia ci descrive solamente quello che leiutilizza: il fenologico.

I semi che hanno bisogno di una temperatura alta per germinare si è soliti seminarli prima in serra odietro il vetro della finestra, però per sapere quando è il momento migliore per seminare possiamodomandare a chi tiene un orto nella zona, e a quelli che vivono da diversi anni nella tua regione epossono conoscere meglio le sue condizioni climatiche, quindi seminare prima del tempo suppone ilrischio che i semi marciscano nella terra senza aver germogliato o che passi tanto tempo che le formicheo altri esseri viventi se li mangino.

La temperatura della terra

Esistono diversi calendari di semina che ci indicano il momento migliore, come il calendario lunare, ouno che tenga in conto l’influenza della luna e dei pianeti. Quello che io seguo è il fenologico che tiene inconsiderazione soprattutto la condizione fisica del luogo per saperlo prenderemo la temperatura condue specie di termometri (questo è necessario soprattutto in condizioni climatiche fredde), un termometroprenderà la temperatura dentro la terra e l’altro la temperatura dell’ambiente. La temperatura nellaterra è quella che determina che le semine possano effettuarsi in quel momento, allora tutti i semirichiedono una temperatura minima per poter germinare. È anche importante la profondità a cui simettono i semi. Fondamentale è che la terra abbia e/o riceva l’umidità adeguata. Nella natura ognipianta ha la sua maniera di disperdere i semi. Il momento che germogliano dipenderà da stimoli comeluce, calore e umidità: è importante tenere in conto questi parametri quando si deve seminare.Secondo la grandezza del vostro orto, seguire un calendario più complesso del fenologico può esseremolto difficile. Personalmente è quello che mi capitò, finché un giorno decisi di seminare senza tenere inconto considerazioni astrologiche, chissà se il mio stato emotivo, rilassato mentre semino senza tantecomplicazioni, influisca sulle piante?O può essere che la salute, l’armonia di un suolo “selvaggio” permetta questa libertà?In tutti i casi, decisi di non complicarmi la vita con questa tematica. Che ognuno faccia quello che credenecessario nel rispetto, sempre e quando non si sacrificano il fisiologico, l’organico, ad altre considerazioni.

Calendario fenologico

Un esempio di calendario fenologico l’abbiamo negl’indiani del nord America, che seminavano il maisquando la foglia del rovere aveva la grandezza dell’orecchia di uno scoiattolo perché sapevano che da liin poi non vi sarebbero state gelate.Il termometro che ci da la temperatura della terra, apporta un’informazione che compensa la nostraignoranza e la mancanza di una conoscenza del luogo. Ci può essere utile mentre prendiamo coscienzadei cicli climatici del posto.La fenomenologia studia le relazioni, le ripercussioni, tra le condizioni climatiche e i fenomeni biologiciperiodici di un luogo (non confondere con fenologia, studio filosofico dello sviluppo progressivo dellamente). Il lato interessante di questo tipo di calendario aumenta quanto più freddo è il clima. Ci permettedi conoscere “intimamente” la regione nella quale viviamo grazie all’osservazione e correlazione che sistabilisce tra date e manifestazioni degli elementi, nella vita naturale, è la stessa cosa che questa siavegetale o animale.

30 libera scuola “Emilia Hazelip”CALENDARIO FENOLOGICO

Come fare il proprio calendario

Per stabilire questo calendario, devi fare rilevamenti ogni giorno per un certo numero di anni ( o tutta lavita, se si vuole osservare i cicli e/o i cambiamenti climatici).Si prepara un foglio come quello che è qui copiandolo, indicando la temperatura dell’aria misurata conun termometro che rileva la massima e la minima. Per quanto possibile, raccogliere questi dati ognigiorno alla stessa ora.La temperatura della terra si prende con un termometro speciale che si vende per questo uso, in dueprofondità differenti secondo la profondità alla quale si deve seminare. La terra ha molta massa inerte eanche se “l’aria ci sembra già calda “ non sappiamo se nella terra ci sia la temperatura minima necessariaper far germogliare i semi.Con un pluviometro misureremo la quantità di pioggia che è caduta. Si prende nota e poi si svuota dopoogni pioggia.Riguardo al vento annoteremo da dove viene la sua forza. Per la neve: quanta ne cade e quanto dura. E‘interessante annotare le date del disgelo e l’ultima gelata.Per la vegetazione individuare qualche albero, arbusto, pianta che si osserverà per indicare il suo puntodi sviluppo (o nascita) che corrisponde al momento giusto per effettuare qualche semina. In questomodo, in qualche anno saprete quello che si può fare nell’orto semplicemente guardandovi intorno.La stessa cosa in relazione alle abitudini, presenza o assenza di uccelli, insetti o qualsiasi altro animale ciserva da riferimento.Di questo schema in bianco ogni anno si fanno 12 fotocopie. Ne utilizzeremo uno per ogni mese indicandoil mese che stiamo seguendo e poi ne faremo un libretto da poter consultare efficacemente e con facilità

nel tempo.

Temperature minime per la germinazione degli ortaggi piùutilizzati nell’orto

A partire da 5°: barbabietola, carota, cavolo cinese, piselli.

A partire da 7°: fava, broccoli

A partire da 10°: bietole, sedano, cipolla, cipollina, cipollotti, cavoletti di Bruxelles,cavolfiori, lattughe, prezzemolo, porri.

A partire da 13°: crescione, carciofi, ravanelli, soia.

A partire da 15°: cavolo rapa, cavolo verza, spinaci, dente di leone, patate, rafanopiccante, scorzonera.

A partire da 16°: cicoria, fragole,

A partire da 17°: cardi, zucchine.

A partire da 20°: peperoni, zucche, fagioli, peperoncino, cetriolo, girasole.

A partire da 25°: melanzana, meloni, mais, anguria, pomodori

31libera scuola “Emilia Hazelip” SOLCHI E BANCALICALENDARIO FENOLOGICO

Anno:...............

Mese: gen feb marzo aprile maggio giugno luglio agosto sett ott nov Dic

T aria °C

T suolo °C Pioggia Vento

Neve1a vegetazione/ foliazione/ uccelli/

insetti/ disgelo T° Max T° Min 2-5 Cm +5 Cm Po* mm

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Osservazioni:

* Po: è una abbreviazione dal francese

32 libera scuola “Emilia Hazelip”CONSOCIAZIONE DI PIANTE

CONSOCIAZIONE DI PIANTE

Si è dimostrato che oltre alla successione delle piante un’influenza notevole deriva anche dalla lorovicinanza, sembra che ciò succeda per mezzo di sostanze secrete dalle loro radici, o di sostanze odorose.I motivi per i quali la consociazione tra piante è utile sono: per occupare meglio lo spazio, in profondità(grazie a sistemi di radici complementari) e, contemporaneamente, in altezza o orizzontalmente. Es:spinacio più altre verdure. Sempre per sfruttare meglio lo spazio si possono consociare specie a ciclobreve e specie a ciclo lungo (es: asparago con scalogno, ravanello più carota, cavolo con lattuga) il terrenoviene così utilizzato al meglio e risulta dunque più produttivo, meglio coperto e meno soggettoall’invasione di erbe spontanee. Le consociazioni permettono anche di utilizzare al meglio l’azotoatmosferico fissato dalle specie leguminose che viene liberato nel terreno man mano che si decompongonole loro radici. Es: mais più fagiolo.La vicinanza tra piante diverse genera anche un effetto protettivo (nei confronti delle malattie) o repulsivo(nei confronti degli insetti fitofagi) per certe specie. Es: rafani più alberi da frutto con nocciolo,carota piùporro o cipolla, coriandolo più carota. Da notare: le consociazioni tra una pianta alta e una pianta bassaappaiono veramente interessanti solo nelle regioni molto soleggiate (sud, centro-sud): si provi a piantareanche per una sola volta dei pomodori in consociazione a cavoli-rapa e ci si convincerà della lorosfavorevole influenza reciproca.

Altre consociazioni dannose sono:pomodoro e finocchio;pomodori e fagioli nani e rampicanti;finocchio e fagiolo nano;aglio e fagiolo nano;fagiolo nano e cipolla;fagiolo nano e scalogno;fagiolo rampicante e barbabietola;fagiolo rampicante e cavolo rapa;fagiolo rampicante e finocchio;fagiolo rampicante e pomodoro;fagiolo rampicante e scalogno;aglio e fagiolo rampicante;aglio e pisello;melanzana e patata;patata e cetriolo-cetriolini;cavolo e fragola;cavolo e ravanello;cavolo e ravanello nero;cavolo e senape bianca;

cavolfiore e fragola;cavolfiore e finocchio;cavolo rapa e finocchio;cavolo rapa e fragolecavolo rapa e fagiolo rampicante;cavolo rapa-cavoli e pomodoro;cetriolo e pomodoro;cetriolo e zucca;cetriolino e pomodoro;cetriolino e zucca;scalogno e pisello;scalogno e fagiolo nano e rampicante;mais e patata;cipolla e fagioli;cipolla e pisello;prezzemolo e patata;prezzemolo e pisello;pisello e aglio-scalogno e cipolla

Piante a reciproca influenza favorevole:

carote-piselli,carote e fagiolo nano;carota e lattuga;carota e cipolla;carota e pastinaca;carota e porro;inoltre tra le carote è possibile coltivare a file: ravanelli insalate da taglio.

33libera scuola “Emilia Hazelip” CONSOCIAZIONE DI PIANTE

In consociazione esercitano uno stimolo reciproco alla crescita:

porri e sedano-sedano rapa e sedano a costeporro e asparagoporro e crescioneporro e finocchioporro e fragoleporro e pomodoroporro e cipollaporro e valerianellaporro e lattugaaglio e piscialletto-patataasparago e prezzemolo-porro-pisello-pomodorobarbabietola e sedano a coste-cavolfiore-cavolo rapa-cavolo-lattuga-cipollaspinacio e fragola-fagiolo rampicante e zuccafinocchio e porrofava e lattuga-patatafragola e spinacio-fagiolo nano-lattuga-cipolla-porrofagiolo rampicante e melanzana-cetriolo-cetriolino-spinacio-fragola-lattuga-mais-patata-ravanellolattuga e barbabietola-carota-cavoli-cetriolo-cetriolini-fragole-fava-fagiolo nano-fagiolo rampicante-melone-rapa-cipolla-porro-pisello-ravanello-ravanello nerovalerianella e porromais e cetriolo-cetriolino-fagiolo nano-fagiolo rampicante-melone-pisello-zuccamelonee fagiolo nano-lattuga-maisrapa e lattuga-pisellopastinaca e carota-cipollapisello e asparago-carota-cavolo- cavolfiore-cavolo rapa-cetriolo-cetriolino-sedano a coste-sedano rapa-fagiolonano-lattuga-mais-rapa-patata-ravanello-ravanello nero-rafanozucca e mais-patataravanello e carota-cavolo rapa-cetriolo-cetriolino-crescione-spinacio-fragola fagiolo rampicante-lattuga-pisello-pomodororavanello nero e lattugarafano e patata-pisello cetrioli e fagiolicetrioli e maiscetriolo e sedano a coste-sedano rapacetriolo e cavolfiore-cavolo e cavolo rapa-barbabietola-sedano a coste-sedano rapa-cetriolo-cetriolino- crescione-fagiolo nano-lattuga-pisello-patata e pomodorocetriolo e sedano rapacetriolo e fagioli nani e rampicanticetriolo e lattugacetriolo e maiscetriolo e pisellocavoli rapa e barbabietole rossecavolo rapa e fagiolo nano-cipolle-pisello e ravanellocipolle e barbabietole rosse-carota-fragola-lattuga-pastinaca-porro e pomodoropatate precoci e maispatate precoci e fagioli-aglio-sedano rapa-cavolo-cavolfiore-fava-pisello-zucca-rafano e pomodoropomodori e prezzemolopomodori e basilico-asparago-sedano a coste-sedanorapa-cavolo-cavolfiorecipolla-pastinaca-porro-patate-ravanellofagioli nani e sedani-melanzana-carota-sedano a coste-sedanorapa-cavolo-cavolfiore-cavolo rapa-cetriolo-cetriolino-crescione-lattuga-mais-melone-porro-pisello-patata

34 libera scuola “Emilia Hazelip”CONSOCIAZIONE DI PIANTE

Le cipolle si sviluppano male nella sabbia; se si seminano in mezzo alla camomilla, in modo assai radoallora crescono bene anche in terreni sabbiosi; nelle coltivazioni a file indichiamo: due file di sedani, duefile di porri in alternanza. Se nelle righe i sedani sono posti a una distanza maggiore di quella abituale,si possono intercalare di tanto in tanto dei fagioli nani; non si usino tuttavia più di due semi per foro.Sembra che la canapa (Cannabis sativa) tenga lontano il carbonchio delle patate, la sua presenza sembrainoltre favorire girasoli, pomodori, meli, ciliegi, cetrioli e zucche.

Qualsiasi sia il modo con cui si consociano le colture, la cosa più difficile è saper dare ad ogni pianta lospazio, la luce e l’acqua che le sono necessari. L’eccessiva densità di popolazione fa perdere, in ognicaso, tutti i benefici di una consociazione.

Interazione fra piante vicine e di bordura negli orti:

Alcuni esemplari di ortica morta (Lamium) e di Achillea millefolium sono i benvenuti negli orti edhanno un effetto benefico sulla campagna.

L’anice e il coriandolo sono di reciproco aiuto nella germinazione e nella formazione di semi.

Il cumino e la nigella non vanno bene insieme; quest’ultima viene raramente coltivata negli orti e non habuona influenza su fagioli, pomodori e cavoli rapa.

La salvia e il rosmarino stanno bene vicino.

La formazione dell’olio nella menta piperita può essere influenzata negativamente dalla camomilla.

La santoreggia è raccomandata per la bordura di piantagioni di cipolla.

Il prezzemolo ha un buon effetto sulle rose e sui pomodori .

L’assenzio (Artemisia absinthium) contiene sostanze inibenti solubili in acqua, tra le quali anche laabsintina. Questa erba ostacola la crescita di molte erbe vicine, compreso il senescione (Senecio vulgaris),e le sue sostanze inibenti rimangono stabili nel terreno per molto tempo.

Nelle aiuole di rose è utile coltivare alcune piante di aglio.

Le fragole traggono beneficio dalla presenza di borragine, il sapore del frutto è migliorato da unapacciamatura di aghi di pino e di abete.

Vicino ai cavoli dovrebbero esserci piante fiorite, specialmente aneto e camomilla.

Il nasturzio viene piantato sotto i meli e vicino ai broccoli per tenere lontano gli afidi, e sotto i peschiinsieme all’aglio per prevenire la bolla del pesco.

L’euforbia sembra tenere lontano i topi dagli alberi da frutta giovani.

L’assenzio agisce contro la pulce di terra.

Il Tagetes papula ha una secrezione radicale efficace contro i nematodi delle rose, dei pomodori e dellepatate.

Il tanaceto aiuta ad allontanare mosche e formiche.

Il piretro è particolarmente efficace nell’allontanare formiche.

Non si devono certo sopravvalutare queste indicazioniche devono essere solo stimoli per un attento osservatore.

35libera scuola “Emilia Hazelip”

Appunti sullaSPIRALE DELLE ERBE AROMATICHE

Crea diversi tipi di microclimaLe pietre accumulano calore che poi cedonogradualmenteEsposizione solare; sud – più caldo, nord – piùfreddoCoprire la terra con pacciamaturaPiccolo stagno

Favorisce la vita degli insetti (rane, farfalle,api)Crea un altro tipo di microclimaDeve essere per ¾ all’ombra

La terra in alto è più secca, si può quindipiantare lavanda, rosmarino, timo, origano,salviaPiù in basso la terra trattiene più umidità, sipuò piantare menta, prezzemolo, ruta,basilico, camomilla

Il passaggio pedonale intorno è fatto con pietre o scaglie di legnoCon la mano si deve arrivare fino al punto più altoLe dimensioni sono: 2 m. per 3 m. di lato, altezza massima 1,3 m.

Materiali per la costruzione:¼ metro cubo di ghiaiaaltrettanto di sabbiaun telo impermeabile per il fondo dello stagnopietre naturali

Piano della spirale

1. Lavanda2. Salvia3. Timo e Rosmarino4. Dragoncello e Levistico5. Artemisia e Asperello6. Cipolla e Cerfoglio7. Cumino e Salvastrella8. Borraggine e Melissa9. Aneto e Portulaca10. Origano e Basilico11. Menta e Ruta12. Crescione d’acqua e Acetosella

36 libera scuola “Emilia Hazelip”

ALBERI DA FRUTTO>>> Testo di FORTUNATO FABBRICINI

Possiamo distinguere alberi con radice fittonante propri di climi temperati e alberi con radici lateralidi climi tropicali. Il fittone è una radice principale che scende verticalmente nel terreno ed è capace dicercare acqua molto in profondità superando qualsiasi strato minerale del suolo perché la sua estremitàcontiene un acido che le permette di bucare anche la “suola di lavorazione” (strato durissimo, ricco disali, che le radici normali non riescono a forare, e che si forma in seguito al forte compattamento delterreno causato da arature fatte con mezzi pesanti o da pascolamento).Purtroppo, gli alberi da frutto, che normalmente troviamo in vivaio, hanno il fittone compromesso.Infatti, quando compriamo un albero, il fittone si spezza se l’albero è stato piantato direttamente interra (una pianta di un paio d’anni può avere un fittone lungo da un metro e mezzo a due metri) o siattorciglia se piantato in vaso, indebolendosi al punto da non farcela più a forare la suola di lavorazionee a scendere in profondità. Il 20% dell’alimentazione dell’albero è data dalla fotosintesi.Quando ci troveremo di fronte ad una situazione di alberi con fittone compromesso o reciso bisogneràtenere presente che la produzione di linfa, che normalmente è maggiore di quella che la chiomaconsuma, sarà notevolmente ridotta dalla potatura (ogni taglio della parte aerea corrisponde allamorte di una parte di radice). Faremo quindi una potatura di formazione dando alla chioma una formasferica in modo che il tronco sia protetto al centro, come succederebbe naturalmente, mantenendolapiù piccola rispetto al suo apparato radicale in modo che la linfa prodotta sia sufficiente e proporzionaleal fabbisogno della pianta. La potatura la faremo a fine estate quando i rami sono ancora verdi inmodo che lo scorrere della linfa rimargini più facilmente le ferite. Poteremo tutti i rami che rispettoalla chioma considerata salgono verticalmente avendo cura, quando si passa da un albero all’altro, didisinfettare le forbici con alcool o con il fuoco per evitare la trasmissione di malattie.

Un metodo per piantare un albero partendo dal seme

Prendete un cilindro di plastica (anche una bottiglia con il collo e il fondo tagliati) mettete sul fondouna rete in modo che possa contenere uno strato di argilla espansa, sabbia e compost, posto il semealla giusta profondità riparate il cilindro ponendolo in una cassetta rovesciata nella quale sarà statofatto un foro e facendo in modo che il cilindro non tocchi in terra. In questo modo sarà riparato dalvento (che altrimenti seccherebbe troppo in fretta la terra). Mettete la cassetta dietro una parete espostaa nord (è importante per i semi degli alberi da frutto passare un certo periodo di tempo al freddo perpotere poi germogliare) e bagnate solo se non dovesse piovere per lunghi periodi. In primavera metteteil tutto in serra e quando il seme germoglierà, la radice scenderà sino ad arrivare all’aria e quindi siarresterà. Subito dopo che la piantina avrà messo le prime due foglie la trapianteremo in fretta inmodo che il fittone a contatto con l’aria non secchi troppo. Il buco sarà leggermente più grosso delcilindro (onde evitare l’effetto vaso) e si metterà una serretta. Si consiglia di aspettare che la piantafaccia i primi frutti prima di innestarla perché se sono buoni non serve farlo. Un albicocco col fittoneintegro può vivere sino ad 800 anni, mentre in agricoltura intensiva 15 anni.

Gli innesti

È possibile farli con la lana anziché con la pasta e la rafia.Si possono innestare peschi sui mandorli.Il Kiwi non va potato, il ramo che ha prodotto nell’anno farà nuovi butti che fruttificheranno.Al lampone va invece potato il ramo dell’anno perché poi secca e non fruttifica.

37libera scuola “Emilia Hazelip”

NOTE DI PERMACULTURA E DI AGRICOLTURA SINERGICA>>> Testo di EMILIA HAZELIP

La Permacultura è un concetto che ci permette di organizzare qualsiasi luogo in modo ecologico.Per fare una pianificazione ecologica di un determinato posto, sia questo rurale, urbano o industrialebisogna, conoscere più dati possibili ed avere anche una certa capacità mentale per stabilire connessionitra tutti gli elementi che costituiscono il potenziale di questo posto.La Permacultura non è un metodo di agricoltura come può essere la biodinamica. Anche se siraccomanda l’utilizzazione di piante perenni in spazi permanenti e si usa pacciamatura per proteggereil suolo; nel giardino in cui si producono ortaggi annuali “in Permacultura” la gente continua arimuovere il suolo ed utilizzare compost.La produzione vegetale e di piante annuali senza rimuovere il suolo non è spiegata nei testi diPermacultura.La rivoluzione agronomica di Masanobu Fukuoka è un lavoro integrato in Permacoltura che non tuttiapplicano, cosicché se quello che c’interessa è la produzione di ortaggi e vegetali, di piante annuali eperenni senza alcuna lavorazione del suolo è più appropriato riferirsi all’agricoltura sinergica.Agricoltura sinergica è il termine che ho dato al lavoro di adattamento dei principi dell’agricolturanaturale di Masanobu Fukuoka ad un clima mediterraneo dopo aver letto “La rivoluzione del filo dipaglia” (Fukuoka 1976).In quest’agricoltura si strutturano gli spazi di produzione in modo da mantenere il suolo in uno statonormale cioè selvaggio, stabilendo con lui una relazione di partnerariato, di rispetto profondo,considerandolo un organismo vivente mentre facciamo raccolti.Per produrre in modo redditizio con l’autofertilità del suolo è necessario organizzare la zona diproduzione, tenendo in conto più parametri rispetto ad altri sistemi biologici… il non fare non vuoldire che non si fa niente o meglio: quello che si fa è non disfare quello che poi bisogna rifare… adesempio arare la terra e poi compensare aggiungendo compost.Per praticare quest’agricoltura è necessario sentire prima di tutto un’empatia molto forte con l’organismoterra/suolo. Realizzare la complessità straordinaria d’interrelazione microscopica tra le specie presentisu di un suolo selvaggio.L’equilibrio di salute di un suolo non lavorato trasmette questo benessere alle piante che crescono nelsuo seno considerando che gli elementi nutritivi per le piante vengono dal sole, dai gas atmosferici,dall’aria per il 95% del suo volume. Ma purtroppo il mito di compensare le perdite di fertilità per leraccolte continua a determinare i calcoli che si fanno per fertilizzare il suolo, così viene erroneamenteaddebitato alle piante la perdita di fertilità che invece si determina a seguito della lavorazione delsuolo. Le piante prendono dal suolo solo gli oligoelementi e i minerali (a condizione che in questosuolo vi siano i microrganismi per permettere la digestione), e un suolo destrutturato lo impedisce.Il nutrimento azotato le piante lo ottengono se inseriamo piante fissatrici d’azoto atmosferico nelleconsociazioni delle coltivazioni.Un suolo protetto, sviluppa la presenza di tanti batteri e miceti che, oltre alle interazioni simbioticheche sviluppano durante la loro vita producendo enzimi, quando muoiono arricchiscono la rizosferacon azoto, nella forma in cui le piante lo utilizzano più efficacemente.L’ecologia del suolo è stata ignorata anche nella stessa agricoltura biologica, è urgente riconoscere lavita del suolo per quello che è ed imparare la maniera di produrre senza danneggiare quest’organismomolto complesso.

Testo dato in dotazione da Emilia Hazelip a Fortunato Fabbricini per curarne la traduzione e la diffusione.

38 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE

I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTEIn che maniera arare la terra disturba i cicli nutritivi del suolo?

Le scoperte di Alan Smith, un microbiologo australiano

Da molti anni, le analisi dimostrative deivantaggi del giardinaggio e dell’agricolturasenza aratura, sono rimaste nel campo della“scienza folkloristica”, sotto lo sguardoscettico dei “veri esperti”.Poi, quasi per caso, fu scoperta unaprospettiva rivoluzionaria sul funzionamentonaturale del suolo da parte di una specialistadella materia: il dottor Alan Smith, deldipartimento agricolo del New South Wales(Australia).Smith stava facendo ricerche sul fungodevastatore (phytophora) che paralizzaval’industria dell’avocado nel nord del NewSouth Wales, a metà degli anni settanta. Loscopo dello studio era quello di trovare unmezzo di controllo della malattia. Ma quandocercò di studiare la malattia in relazione allediverse condizioni pedologiche, le suescoperte rovesciarono molte delle credenzeconvenzionali della scienza del suolo.La scoperta di Smith era uno schemacomplesso di relazioni tra le piante, imicrorganismi del suolo e gli elementinutritivi. Nei suoli naturali (imperturbati),questi processi funzionano in maniera sanae controllano efficacemente l’attivitàmicrobica, ivi compresa quella dellepopolazioni di organismi patogeni, come laphitophora. Essi inoltre rendono assimilabiligli elementi nutritivi presenti nel suolo. Neisuoli perturbati da arature, lavori colturalie/o fertilizzanti con nitrati, questi processinon hanno e non possono avere luogo.La sua ricerca dimostra perché sistemi comela coltura senza aratura di Fukuokaottengano un tale successo. Inoltre mettein guardia contro l’abuso di fertilizzantinaturali, ricchi di azoto, come il concime diescrementi di pollo e la coltura smisurata dileguminose (fissatori di azoto). Ognuna diqueste due pratiche può condurre a tassieccessivi di ammonio trasformato in nitratisolubili che sconvolgono e distruggono questiprocessi essenziali per un suolo sano e vivo.Scoperte simili sono state fatte autono-mamente da altri specialisti del suolo inAfrica e in Europa in questi ultimi anni –particolarmente il processo descritto nellasezione “mobilitazione dei nutrientiessenziali per le piante” in questo articolo.

Malgrado la sua importanza questa ricercaè rimasta praticamente ignorata e non si èancora conquistata il posto nelle istituzioni,o nei libri educativi dell’agricoltura edell’orticoltura. Questa è una letturaindispensabile per i giardinieri, gli agricoltorie gli studenti di scienze biologiche.Leggetelo più volte, fino a comprenderlo afondo nelle sue implicazioni, ne valesicuramente la pena.Robyn FrancisSe volete avere delle informazionicomplementari sulle ricerche riguardol’agricoltura senza aratura, consultate illavoro di Marc Bonfils: “Il suolo e l’erosione”.

Emilia Hazelip

INTERAZIONE MICROBICA DEL SUOLOE SANA CRESCITA DELLE PIANTE

Le interazioni microbiche del suolo giocano unruolo chiave nel controllo biologico delle malattiedelle piante, nel rinnovamento della materiaorganica e nel riciclaggio dei nutrienti essenzialiper le piante. Una presa di coscienza deimeccanismi implicati può portare a dei metodicolturali più efficaci, che si tratti di piantealimentari in agricoltura o di piante da giardino.Prima di discutere di queste interazioni, èessenziale riaffermare la funzione unica dellepiante nell’ecosistema. Esse sono i soli organismiviventi a poter utilizzare direttamente la luce delsole e trasformarla nelle forme assimilabili daglialtri esseri viventi. Il pigmento verde nelle lorofoglie, la clorofilla, capta l’energia solare e siproduce così una reazione con l’anidridecarbonica attinta dall’atmosfera che genera lemolecole organiche utilizzate dagli altri esseri. Ivicompreso l’essere umano, gli animali, gli insetti ei microrganismi. Sebbene le piante abbiano questacapacità unica di trasformare l’energia solare inenergia chimica che utilizzano per crescere,metabolizzare e riprodursi, esse hanno anchebisogno di altri elementi che sono incapaci diprodurre direttamente. Per esempio hannobisogno di azoto, di fosforo di zolfo di calcio dimagnesio, di potassio e di oligo-elementi. Il suolocostituisce una riserva di questi elementi, ma perun approvvigionamento adeguato, le piantedevono mobilitare questi elementi alterando ilsuolo attorno alle loro radici. Un modo per far ciò

39libera scuola “Emilia Hazelip” I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE scheda

è stimolare l’attività dei microrganismi che alloraaccrescono la mobilitazione degli elementinutritivi. La pianta stimola la vita microbica delsuolo fornendo l’energia chimica sotto forma diessudati a livello delle radici. È così che si instauraun’intima relazione tra le piante e i microrganismi.Purtroppo molte pratiche agricole convenzionalicolpiscono questa relazione, causando deiproblemi di approvvigionamento alle piante eaumentando l’incidenza delle malattie.L’ultima ricerca mostra che durante la loro vita,le piante perdono nel suolo vicino alle radici finoal 25% dei composti carboniosi prodotti nelle lorofoglie. Il materiale viene perduto sia sotto formadi essudati che di cellule morte. A prima vistaquesto sembra un grandespreco che rende inefficace ilmeccanismo: la pianta sisforza di convertire l’energiasolare in energia chimica, mapoi, essa ne disperde fino adun quarto nel suolo!Considerare che niente èperfetto in natura e che quindisarebbe normale che le radicipotessero avere tali perdite, èuna teoria alla quale nonaderisco. Credo fermamenteche se un organismo viventesembra perdere un quartodella sua energia, questa“perdita” gli deve servire inqualche modo. Se non fossecosì, l’evoluzione avrebbe selezionato delle piantepiù econome.Come fa la pianta a trarre vantaggio da questaperdita di composti? Per la maggior parte, questicomposti sono fonti di energia per i microrganismiche proliferano nella rizosfera (1). Questimicrorganismi si moltiplicano così intensamenteche vuotano d’ossigeno i moltissimi micrositi nellarizosfera. Così si sviluppano degli organismianaerobici. Lo sviluppo di questi micrositianaerobici ha una grande importanza per ilmantenimento del vigore e della salute dellepiante.

LA PRODUZIONE DI ETILENE NELSUOLO

La nostra ricerca mostra che l’etilene, un semplicicomposto gassoso, viene prodotto in questimicrositi anaerobici. Inoltre l’etilene funge daregolatore critico dell’attività dei microrganismidel suolo: agisce sull’intensità del rinnovamentodella materia organica, sul riciclaggio dei nutrienti

delle piante e interviene smorzando gli effetti dellemalattie provenienti dal suolo. Le concentrazionidi etilene nell’atmosfera del suolo eccedonoraramente una a due parti per milione. L’etilenenon uccide i microrganismi del suolo, ma li rendeinattivi temporaneamente. Quando leconcentrazioni di etilene calano, l’attivitàmicrobica rinasce.L’etilene del suolo viene prodotto in quello che sichiama il ciclo Ossigeno – Etilene: inizialmente imicrorganismi proliferano sugli essudati dellepiante ed eliminano l’ossigeno dei micrositi delsuolo. L’etilene viene prodotto dentro questimicrositi e diffuso intorno, rendendo inattivi imicrorganismi del suolo senza ucciderli. Quando

avviene ciò, la richiesta diossigeno diminuisce, equesto riempie i micrositibloccando o riducendofortemente la produzione dietilene. Così i microrganismipossono riprendere la loroattività. Le condizionifavorevoli alla produzione dietilene sono quindi ricreatee il ciclo si ripete.

Nell’atmosfera dei suoliimperturbati (non lavorati)come quelli delle praterie edelle foreste, l’etilene puòessere continuamenterilevato, indicando come il

ciclo Ossigeno – Etilene si produca efficacemente.Al contrario, le concentrazioni di etilene nei suoliagricoli sono estremamente deboli o addiritturanulle. Si può quindi constatare che l’etilene ha unruolo importante sulla popolazione microbica delsuolo. È ben dimostrato come negli ecosisteminaturali, dove esista un rinnovamento lento edequilibrato della materia organica ed un ricicloefficace dei nutrimenti, le malattie provenienti dalsuolo siano insignificanti.Quando questi ecosistemi vengono disturbatidall’agricoltura o dalla silvicoltura, la situazionecambia radicalmente. La materia organica delsuolo diminuisce pericolosamente, i nutrimenticominciano a scarseggiare e l’incidenza dimalattie aumenta considerevolmente. Tentare distroncare questo processi con l’uso di fertilizzantie di pesticidi aumenta a dismisura i costi diproduzione. È vero comunque in generale che piùsi lavora la terra e più questi due sono necessariper mantenere costante il rendimento.Noi affermiamo che la tendenza potrebbe almeno

Un ciclofondamentale

trascurato fino adoggi: quellodell’etilene

40 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE

parzialmente essere invertita se si creasserocondizioni favorevoli alla produzione di etilenein questi suoli. Sappiamo adesso, che una dellecause maggiori della mancanza di produzione dietilene nei suoli agricoli lavorati, è che le nostretecniche provocano un cambiamento della formadell’azoto nel suolo. Nei suoli imperturbati, comequelli delle praterie o delle foreste, praticamentetutto l’azoto presente è sotto forma di ammonio,con giusto una traccia di nitrato. Quando questiecosistemi vengono disturbati dalle attivitàagricole, virtualmente tutto l’azoto del suoloprende la forma di nitrato. Questo cambiamentodella forma dell’azoto si verifica perché leoperazioni stimolano l’attività di un certo gruppodi batteri specializzati nella conversionedell’ammonio in nitrati.Le piante e i microrganismi possono utilizzareciascuna di queste forme, ma la nostra ricerca hadimostrato in conclusione che la produzionedell’etilene viene inibita dovunque i nitrati sianopresenti a dei tassi più elevati delle semplici“tracce”. L’ammonio non ha effetto inibitore sullaproduzione di etilene.Il nitrato blocca la produzione di etilene perchéinterferisce nella formazione dei micrositianaerobici. Quando tutto l’ossigeno è consumatosi scatena una serie di reazioni chimiche

complesse. Uno dei cambiamenti più importantiè il passaggio del ferro dalla forma ridotta allaforma ossidata, dalla forma ferrica a quellaferrosa. Il ferro è uno dei maggiori costituenti delsuolo, dal 2 al 12% di questo. In un suolocorrettamente areato, praticamente tutto il ferrosi trova nella sua forma ferrica (ossido), inerte. Sel’ossigeno è esaurito nei micrositi, questi minuscolicristalli si rompono e il ferro allora prende la formaferrosa o ridotta, estremamente mobile. Una voltaancora la nostra ricerca ha dimostrato che laproduzione di etilene ha luogo nel suolo acondizione che il ferro sia nella sua forma ferrosa.In altri termini l’ossido ferroso è l’elementoscatenante specifico della produzione di etilene.Se nei micrositi ci sono dei nitrati anzichél’ossigeno allora le trasformazioni complesse chetendono alla riduzione del ferro, sono inibite. Ècosì che nitrati bloccano la produzione di etilene.Come fa l’ossido di ferro a scatenare laproduzione di etilene nel suolo? Questa forma delferro reagisce con un precursore dell’etilene giàpresente nel suolo per produrre l’etilene. Il nostrolavoro ha dimostrato che questo precursore vienedalle piante, e, ancora più importante, raggiungedei tassi apprezzabili, solamente nelle foglie piùvecchie e senescenti. Quando queste foglie vecchiecadono a terra e si decompongono il precursore

CICLO OSSIGENO-ETILENE. MOBILITAZIONE DEI NUTRIMENTI

1. La pianta essuda dellesostanze che intensificanol’attività microbica

8. I microrganismi riprendono laloro attività e i nutrimenti sonopreservati dal dilavamento

2. L’attività microbica esauriscel’ossigeno, creando così imicrositi anaerobici

3. In assenza di ossigeno ilferro passa alla formaferrosa

4. Questa trasformazione del ferrolibera solfati ed oligo-elementiabitualmente legati ai cristalli ferricinella soluzione del suolo

5. La forma ferrosa in soluzione:a. tira fuori i nutrimenti legati all’argilla e alla materia

organica e li rende disponibili per le piante: potassio,magnesio, ammonio;

b. Scatena la produzione di etilene che blocca l’attivitàmicrobica

6. La soluzione ferrosa migra allaperiferia dei siti anaerobici e l’ossigenosi diffonde nei micrositi dall’esterno

7. Il contatto con l’ossigeno provocal’ossidazione del ferro sotto forma ferricache trattiene quindi gli elementi nonutilizzati dalle piante. In assenza di ioniferrosi:

a. gli altri nutrimenti si leganonuovamente all ’argil la e allamateria organica

b. la produzione di etilene siinterrompe e il resto di etilene sidiffonde all’esterno dei micrositi

41libera scuola “Emilia Hazelip” I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE scheda

si accumula sul suolo. Le condizioni sono allorafavorevoli alla mobilitazione del ferro: il risultatoè l’etilene.Abbiamo anche mostrato che secondo le specie,la quantità dei precursori accumulati nelle vecchiefoglie varia considerevolmente. È un fattoreimportante da tenere in conto nella scelta dellapiante da copertura destinate ad aumentare lacapacità del suolo di produrre l’etilene. Alcunespecie di piante che producono una grandequantità di questo precursore sono il riso, ilphalaris (scagliola di giunchi), il crisantemo,l’avocado, la tifa, il pinus radiata. Alcune tra leproduttrici più deboli sono il dolico, il pas palum,l’erba medica e la felceaquilina (felce maschio).Retrospettivamente, nondovrebbe risultare sorpren-dente che il precursore siaccumuli soprattutto nellefoglie vecchie. Dopotutto,nelle comunità naturali dipiante, le foglie vecchiecosituiscono l’elementoessenziale della biomassa checade sul terreno. Inoltre, èchiaro anche che in unasituazione agricola, lamaggior parte delle vecchiefoglie vienen eliminata con laraccolta, il pascolo, o dalterreno debbiato, perciò isuoli agricoli sono mancantidi precursori. Adesso è possibile specificare qualisiano le condizioni necessarie alla produzione dietilene nel suolo:1. deve esistere inizialmente un’attivitàaerobica intensa almeno nella rizosfera, perpermettere la formazione dei micrositi anaerobici2. le condizioni nei micrositi devono esseresufficientemente riducenti, per mobilitare il ferroin forma ferrosa che scatena la produzionedell’etilene3. le concentrazioni di nitrati devono limitarsiad essere solo delle tracce, altrimenti il ferro nonverrà mobilitato4. deve esserci una quantità sufficiente diprecursori nel suolo

LA MOBILITAZIONE DEI NUTRIMENTIESSENZIALI DELLE PIANTE

La non disponibilità degli elementi nutritiviessenziali rappresenta una forte limitazione allacrescita delle piante. Ciò si verifica anche se le

riserve dei nutrimenti sono sufficienti poichècomunque si trovano solitamente sotto formainutilizzabili per le piante. Il loro alto grado diinsolubilità previene la loro perdita per ildilavamento, ma allo stesso tempo, siccome lepiante possono utilizzarle solo in forma solubile,ne rende difficile l’assimilazione da parte dellepiante stesse. La formazione dei micrositi nellarizosfera, che è sì un importanza suprema per laproduzione di etilene può giocare un ruolo moltocritico nella mobilitazione e nel fornire nutrimentoalle piante. Questo meccanismo è basato sul ferronel suolo. Come è già stato detto, in condizioninormali, la maggior parte di ossido di ferro si trova

sotto forma di cristalliminuscoli. Questi cristallipresentano una grandesuperficie e sono elettri-camente molto carichi. Diconseguenza, i nutrimenticome i solfati, i fosfati e glioligo-elementi sonostrettamente legati allasuperficie di questi cristalli.Sotto questa forma sono quasiinutilizzabili dalle piante.Appena i micrositi anaerobicisi sviluppano, i cristalli sispezzano liberando inutrimenti a vantaggio dellepiante. Allo stesso tempo,delle alte concentrazioni diossido ferroso (forma ridotta

e mobile del ferro) vengono rilasciate nellasoluzione del suolo del microsito. Gli altrinutrimenti essenziali inclusi il calcio, il potassio,il magnesio e l’ammonio, sono legati alla superficiedell’argilla e della materia organica. Quando laconcentrazione di ferro in forma ferrosa aumentain questo modo, queste sostanze nutritive passanonella soluzione del suolo, dove vengono assorbitidalle piante.Un vantaggio supplementare di questomeccanismo è che, se gli elementi nutritivi nonvengono assorbiti dalle radici, non sono neppuredilavabili. Appena migrano alla periferia deimicrositi anaerobici il ferro si cristallizza,trattenendo con sè quelle sostanze nutritive edimpedendone il dilavamento.Le condizioni podologiche necessarie al buonsvolgimento di questo meccanismo, sono identichea quelle richieste per la produzione dell’etilene.Anche nei suoli agricoli, dove al produzionedell’etilene è inibita o ostacolata, questomeccanismo di mobilitazione delle sostanze

CONSEGUENZEPRATICHE

RIVOLUZIONARIEMESSE IN PRATICACON SUCCESSO PER

50 ANNI DAMASANOBUFUKUOKA*

42 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda I SEGRETI DEL SUOLO VIVENTE

nutritive essenziali è ugualmente limitato. Ancora,le alte concentrazioni di nitrati che si verificanonei suoli agricoli, rappresentano un maggioreinibitore della mobilitazione dei nutrimenti.La gestione del suolo atta ad accrescere questopotenziale di formazione di micrositi, che aiutaad assicurare l’equilibrio del ciclo Ossigeno –Etilene e favorisce la mobilitazione dei nutrimentirichiederà dei cambiamenti ad alcune praticheagricole stabilite: le tecniche per l’areazione el’ossidazione del suolo (aratura, fresatura, etc,) cheaumentano a breve termine lo sviluppo dellepiante ma creano una deficienza di elementinutritivi a lungo termine ed accentuanol’incidenza delle malattie. I trattamenti cheintensificano la nitrificazione (trasformazionedell’ammonio in nitrato) come l’uso eccessivo difertilizzanti azotati, l’abuso di pascoli adominanza di leguminose, l’eccessivo sfrut-tamento di pascoli o i tagli forestali malprogrammati, richiedono un riesame.Qualche indicazione pratica per una gestionefavorevole del suolo:

1. è essenziale che i residui organici torninosempre al suolo. I residui organici contengono inutrimenti essenziali da riciclare, stimolanol’attività microbica del suolo, forniscono ilprecursore dell’etilene e diminuiscono l’intensitàdella nitrificazione del suolo. È meglio utilizzare iresidui delle piante vecchie come miglioratoriorganici del terreno ed è preferibile porli sullasuperficie del suolo piuttosto che incorporarceli;

2. le tecniche di lavoro minimale sul suolodovrebbero essere utilizzate dappertutto o dove èpossibile. Ciò permette alle piante di crescere quasicontinuamente, previene al meglio il disturbo delsuolo, ed accresce il tasso di materia organica.Queste tecniche permettono inoltre di ridurre lanitrificazione;

3. Ogni volta che il suolo subisce unmiglioramento con azoto, è preferibile che sia sottoforma di ammonio in molteplici piccole frazioni,piuttosto che in uno o due grandi apporti. Ciòriduce ugualmente le possibilità di nitrificazione;

4. In certe situazioni, sarà consigliabileaggiungere degli inibitori chimici all’azoto(ammendante azotato) per ridurre la formazionedi nitrati.

Questo articolo è comparso per la prima volta in“Australian Plants” vol.9 numero 73, 1977, poinel numero del “International PermacultureJournal” (giornale internazionale di permacultura)

del Marzo 1981. È stato stampato nel numero 39del “International Permacolture Journal” pag.14-16; è stato tradotto in francese da EmmanuelOlivier, per l’associazione Permacultura, il 1Ottobre 1991, e dal francese all’italiano da PatriziaFalaschi, il 7 Novembre 2000.

(1) rizosfera: zona del suolo occupata dalleradici

* Pubblicazioni di Masanobu Fukuoka “la rivoluzionedel filo di paglia”; “l’agricoltura naturale”

43libera scuola “Emilia Hazelip” VITA NEL TERRENO scheda

ACRES USA. 1997. IntervistaVITA NEL TERRENO

CAPIRE LA RETE ALIMENTARE NEL SUOLOELAINE INGHAM

Negli ultimi tempi, il termine “organismo” èdiventato un termine alquanto inflazionato.Edward Wilson, il biologo di Harvard, sostieneche sul pianeta ci potrebbero essere fino a 1,4milioni di tipi diversi di individui, incluse le piante,gli animali ed i microrganismi. Questa cifra èprobabilmente inesatta, in difetto anche di moltemigliaia d’unità, tanto poco sono definite alcunespecie e così limitata e poco organica la letteraturasulla diversità in generale. Molti biologi ritengonoinoltre che la stima sopra espressa sia inferiore ad1/10 del numero totale di specie attualmenteviventi sul nostro pianeta. Una verifica sarebbeimpossibile.Consideriamo il phylum Arthropoda, che includetutti gli insetti, ragni, crostacei, centipedi,eorganismi connessi con esoscheletro. Circa875.000 specie d’artropodi sono state identificate,più di metà del totale di tutti gli organismi. Tra gliinsetti si conta qualcosa come 750.000 specieconosciute. Tra le piante da fiore, circa 250.000specie costituisce il 18% degli organismi conosciuti.Gli insetti e i fiori sono uniti da complesse simbiosi.Le piante danno riparo e nutrimento agli insetti,ed essi servono alle piante per l’impollinazione ela riproduzione. Inoltre le piante devono la lorovita agli insetti, poiché‚ essi muovono il suoloattorno alle loro radici e decompongono lesostanze trasformandole in nutrimenti necessarialla crescita delle piante stesse. Se tutti gliartropodi del mondo scomparisserosimultaneamente, l’essere umano non potrebbesopravvivere che per pochi mesi. La maggior partedegli anfibi, rettili ed uccelli si potrebbe estinguere,e anche i mammiferi sparirebbero. Dopodiché‚toccherebbe alle piante. I canali del ciclo deinutrimenti si bloccherebbero. I funghi, dopo unbreve periodo d’espansione, morirebberovelocemente. La maggior parte delle speciemorirebbe.Non ci dilungheremo oltre su questa nostrapresentazione, se non per spiegare che in unamanciata di terra ci possono essere fino a 10 bilionidi batteri vivi. Per svilupparsi essi aspettano latemperatura giusta, l’acidità, la pressioneatmosferica, la combinazione ottimale di zuccheri,grassi, proteine e minerali adatti ai loro bisognimetabolici.Quante specie di batteri esistono? Il Manuale diBatteriologia Sistematica n’enumera quasi 4000.

il numero reale deve essere molto superiore aquesto, ma nessuno sembra voler provare adindovinare. Alcune ricerche suggeriscono che ilnumero esatto potrebbe essere anche di mille voltetanto. Il rapporto simbiotico tra batteri e/o funghimicorrizici, e l’effetto di sostanze chimiche o salifertilizzanti su queste forme di vita È oggi oggettodi studio secondo i modi concettualizzati daiprimi scienziati russi, e secondo quanto suggeritoper anni da ACRES USA. Molte Università sonodiventate agenzie per questi studi, una di questeè l’Oregon State University, Corvallis. Il nostrocolloquio questo mese perseguiva lasemplificazione, per quanto possibile, di unargomento così complesso. ACRES USA haintervistato la Dr.ssa Ingham, le cui rispostevedremo più avanti.La Dr.ssa Ingham è un professore associatoall’Oregon State University. Dopo aver studiatoallo St. Olaf College e Texas A & M, ha conseguitoil suo Ph. D. al Colorado State University inmicrobiologia. E’ molto conosciuta e stimata perle sue ricerche. Il suo lavoro più recente riguardale analisi di decine di migliaia di campioni diterreno per la biomassa e l’attività deimicrorganismi, e la correlazione tra questeinformazioni, la chimica del suolo e la crescitadelle piante. Il risultato di ciò è sbalorditivo e staponendo fine alle conoscenze accademiche,all’agricoltura sostenibile e all’agricolturaconvenzionale. Elaine Ingham ci avvicina alconcetto di “rete alimentare” in quest’intervistamolto speciale.

ACRES USA - Ci È stato detto da gente comeEdward Wilson, l’autore di libri come “Ladiversità della Natura”, che anche in unamanciata di terra buona ci sono più forme di vitadi quante persone esistano sulla faccia della terra.Questo è un concetto spaventoso per l’agricoltoremedio.INGHAM - mi piace paragonarlo al nostro sistemacircolatorio. Se si guarda come funziona il nostrosistema circolatorio, sembra piuttosto semplice. Osi è vivi o si è morti. Ma quando si comincia ascendere nei dettagli della vera comprensionedella circolazione sanguigna, ci sono un sacco dipezzi o pezzettini e elementi, e complesseinterazioni, che bisogna capire, se si vuoleveramente comprendere come la nostra

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circolazione sanguigna possa tenerci in vita. E lostesso accade guardando il suolo. Gli organisminel suolo sono come la circolazione nel corpoumano. Sono questi organismi che sostengono efavoriscono la crescita delle piante nel terreno.ACRES USA - a volte penso che si tenda a perdersinell’identificazione dei vari organismi. Si parla dianaerobici ed aerobici. Di fissatori d’azoto epseudonomas, e cose del genere. C’È un semplicecomune denominatore che possa rendere tutto ciòpiù comprensibile per la gente?INGHAM - quello che usiamo è qualcosa che sichiama “rete alimentare del suolo”. Abbiamodiviso gli organismi in gruppi funzionali. E’ dinuovo come considerare il sangue: possiamoparlare di gruppi funzionali, dei tipi di funzionedelle cellule ematiche, e descrivere la storia delleinterazioni che si svolgono nel sistema circolatorioin maniera molto più semplice. Così facciamo lostesso con gli organismi del suolo.ACRES USA - Spiegheremo il diagramma durantel’intervista.INGHAM - Nella rete alimentare si vedono diversilivelli di trofici (caratterizzati dal tipo dialimentazione), e li sistemiamo in colonne, cosìtutti i gruppi di organismi che si trovano nelprimo livello trofico, o nel secondo, terzo, quarto,vengono tutti messi in fila. Così diventa molto piùfacile trattare con la struttura di questa retealimentare, in quanto si parla d’organismi chehanno simili funzioni, anche se un gruppo ècostituito da batteri, l’altro da funghi, un altro dafunghi micorrizici, un altro da nematodi. Sonosostanzialmente consumatori secondari, e tutti sinutrono di prodotti vegetali di un certo genere.Così si può considerare quel livello troficoanalogamente a quello degli erbivori sopra allivello del suolo. Tutti si nutrono ugualmente dimateriale vegetale, o materiale che ancora èpiuttosto riconoscibile.ACRES USA - essi formano la prima colonna nelsuo diagramma?INGHAM - ed ognuno dei gruppi d’organismi èun riquadro.ACRES USA - così, dividendo i nostrimicrorganismi per funzioni, non c’è bisogno dipreoccuparsi della nomenclatura dei generi e dellespecie di queste decine e decine di milioni di tipid’organismi?INGHAM - Almeno non a questo livello didefinizione: per capire come il suolo ricicla inutrienti, come fa a ripulire i prodotti di rifiuto etrasformarli in qualcosa d’utile per la crescita dellepiante, non c’è bisogno di conoscere i nomi di tuttele specie degli organismi. Così come non c’è

bisogno di conoscere i nomi di tutti i diversi tipi dicellule ematiche per capire il funzionamento delsistema circolatorio. Non possiamo perderci in talidettagli. Possiamo tornare indietro e parlare piùdettagliatamente di questi gruppi generali. Ora,quando parliamo di batteri e della loro funzionenel suolo, possiamo dividerli in gruppi di batteridiversi che svolgono particolari e differentifunzioni. E poi, all’interno di quel gruppofunzionale di batteri, con un’ulterioresottoclassificazione, si può iniziare a parlare dellespecie differenti di batteri che rappresentano quelparticolare gruppo funzionale. Quante di questespecie sono presenti nel vostro terreno? Aveteperduto alcune di queste specie a causa dellavostra gestione dell’azienda agricola? Se aveteperduto tutte le specie di quel gruppo funzionale,in questo caso allora quella data funzione nonavviene più nel vostro terreno, ed adesso, forse, ilvostro intero ecosistema non funzionerà perchéavete perduto un gruppo importantissimo dibatteri.??ACRES USA - quanti livelli o colonne si possonodistinguere?INGHAM - nei sistemi agricolturali si cerca diaverne almeno 4 o 5.ACRES USA - cosa c’è nella seconda colonna?INGHAM - nella seconda fila si trovano quelle coseche “mangiano gli erbivori”: i predatori delsistema, ed in quella fila abbiamo i tre gruppi diprotozoi che si nutrono di batteri. Abbiamo i“mangiatori di funghi”. Esistono due principalitipi di “mangiatori di funghi”: i nematodi e imicroartropodi. Questi sono gli organismi chestanno dentro il gruppo generico dei predatori.Poi abbiamo un altro livello in questa retealimentare, il quarto livello trofico, o dove stannoquelli che mangiano le cose che mangiano glierbivori (i predatori dei predatori). Ricordiamo chegli erbivori mangiano le piante. Così si hannoprincipalmente 4 colonne in questa retealimentare. I due gruppi d’organismi che stannonel quarto livello trofico, i predatori-consumatori,sono assimilabili ai nematodi e microartropodipredatori. Essi mangiano i nematodi ed i protozoiche si nutrono di batteri, e ne controllano laquantità.ACRES USA - e così viaINGHAM - Giusto! Così abbiamo una catenaalimentare, o meglio una rete alimentare, a causadelle molteplici interconnessioni. I nematodipredatori, per esempio, normalmente mangianoaltri nematodi che invece si nutrono di funghi obatteri, ma possono anche mangiare protozoi, eperfino funghi, se stanno morendo e non si trova

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altro ciboACRES USA - ma come fanno a fornire nutrientialle radici delle piante, come ad es. accade con ifunghi micorrizici?INGHAM - Vogliamo adesso tornare all’inizio diquest’intera rete alimentare, ora che n’abbiamovisto la struttura, i livelli e chi c’è in ogni colonna?Dall’inizio spiegheremo la funzione di ognuno diquesti riquadri, attraverso il diagramma della retealimentare.ACRES USA - da dove cominciamo?INGHAM - dal primo livello trofico. E’ necessariopartire dalle piante. Le piante, nel sistema, fissanoil carbonio, prendendo l’anidride carbonicadall’atmosfera. Trasformano quel carbonio,usando la luce solare come fonte d’energia, insubstrato di carbonio utilizzabile poi da tutti glialtri soggetti del sistema. Producono zucchero,carboidrati e lipidi, e tutti gli altri elementicomplessi che rendono possibile la vita. Delcarbonio fissato dalle piante - generalizzandogrossolanamente - in media il 50% se ne va giùnell’apparato radicale. Perciò di tutto quello cheviene fissato in superficie, la metà se ne va nelleradici. Di quel carbonio che la fotosintesi fascendere giù nell’apparato radicale, qualcosacome il 40-80% viene disperso nel suolo sottoforma di essudati. E’ una grande quantità dicarbonio che la pianta sta effettivamentesmaltendo nel suolo intorno al suo apparatoradicale. Si potrebbe pensare che la pianta siapiuttosto stupida per prendere tutta quella energia- e costa tantissimo alla pianta in termini energetici- e poi disperderla semplicemente giù nel terreno.Sembrano proprio stupide le piante a sprecare cosìil frutto del loro lavoro» ma non è così. C’è unabuona ragione per cui fanno ciò. Sostanzialmentequel che stanno facendo è mettere del cibo nelterreno per favorire la crescita delle giuste speciedi batteri e funghi attorno alle loro radici, i qualipossano poi proteggerle dagli organismi patogeni.Così, quando una pianta mette le sue radici nelsuolo, si aspetta di trovare questi batteri e funghibenefici e ne incoraggia la crescita proprio attornoal proprio apparato radicale. Essenzialmente lapianta non fa altro che nutrire i patogeni, elementiche potrebbero anche ucciderla. Ed è proprio ciòche accade in molte situazioni. Molti dei preparatichimici che usiamo, i fertilizzanti, o la gestionedei sistemi agricolturali, invece uccidono quegliorganismi benefici. Così ci infiliamo in un circolovizioso che diviene via via più difficile dacontrollare.ACRES USA - Siamo noi quindi che ci creiamo inostri propri problemi?

INGHAM - se riusciamo a fare qualcosa perriportare questi organismi benefici nel terreno,vicino alle radici delle piante, l’intero sistemafunzionerà meglio. Bisogna rendersi conto che lepiante hanno fatto questo per milioni d’anni,aspettandosi di trovare questi batteri e funghi nelterreno, ed ha sempre funzionato per loro.ACRES USA - È un sistema di scambio, allora. Lapianta rilascia carbonio nel terreno, o gli zuccheri,o gli essudati, ed in cambio riceve i minerali equalunque altra cosa utile alla sua crescita dalleforme di vita che essa trova nel terreno. E’ questociò che sta dicendo?INGHAM - non siamo ancora entrati nel vivo delsistema. Ciò viene descritto più avanti, in alcunedelle interazioni del livello trofico superiore. Inquesta prima interazione del primo livello trofico,le piante, i fissatori di carbonio (funzione base), lepiante si stanno realmente munendo di unarizosfera protettiva, che protegga quindi le lororadici dai patogeni. Se possiamo interpretare ciòin maniera antropomorfica e conferire alle piantesentimenti ed intelligenza.ACRES USA - ecco, esse hanno probabilmenteun’intelligenza, non necessariamente intelletto,ma intelligenza.INGHAM - Non hanno un cervello, come lointendiamo noi, ma sono state selezionate permolto tempo e solo quelle che hanno avutosuccesso hanno potuto e possono sopravvivere eriprodursi. Così le piante che disperdono moltocarbonio nell’area immediatamente vicina alle lororadici ed incoraggiano il tipo giusto di batteri efunghi, proteggono le loro radici, e quindivivranno, mentre le piante che disperdono il tiposbagliato di essudati e incoraggiano i patogeni avivere vicino alle loro radici, non vivranno. Si puòvedere come funziona la selezione in questoparticolare sistema. Quelle cose che producono ilgiusto tipo d’essudati e ottengono i batteri e funghibenefici, sopravvivranno, andranno in seme, siriprodurranno. Quelle invece che non sicomporteranno così e che quindi non potrannoriprodursi, andranno scomparendo. Ora, laseconda cosa che succede in questa interazione Èche i batteri e i funghi che crescono nel terreno - ece ne sono moltissimi vicini alle radici, a volte tramille e diecimila milioni di batteri per grammo diterreno della rizosfera....”ACRES USA - e un grammo è circa il peso di undime (moneta da dieci cents)?INGHAM - un grammo è un cucchiaino da caffè.Se si pensa allo zucchero che si mette nel caffè lamattina, è un grammo. Pensiamo allo stessovolume di terreno: ci sono dai cento ai mille, ai

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diecimila milioni di batteri in quel poco volume diterreno. E poi moltiplichiamo per tutta l’areaintorno ad un apparato radicale, moltiplichiamopoi per tutte le piante presenti in un campo, e ciaccorgeremo che stiamo parlando di un numerodi gran lunga maggiore d’organismi rispetto allaquantità di esseri umani presenti sulla faccia dellaterra.ACRES USA - quanta di questa vita nel terrenoriuscirebbe a resistere se il terreno venisse bagnatocon il Round-Up ?INGHAM - dipende. Ogni pesticida, ogni erbicidaha i suoi particolari effetti in questo sistema delsuolo. Una cosa che sappiamo a proposito delRound-Up, per esempio, è che serve come fontedi cibo per certe specie di batteri. Così se si metteil Round-Up si ha un grosso aumento di batteri,ma solo di certe specie di batteri. Il problema Èche non sappiamo di quali specie.ACRES USA - e ciò è un bene?INGHAM - non sappiamo se i batteri che stiamoincoraggiando col Round-Up sono quelli beneficio patogeni. Non n’abbiamo idea. I produttori nonsono tenuti ad avere questo genered’informazioni. Sui libri non c’è niente ed essidicono che lo devono ancora scoprire. Non losanno neppure loro. Non sanno se stannofavorendo la crescita d’organismi “buoni ocattivi”. Come scienziati non possiamo veramentedire se è bene o male. Possiamo rilevare chel’effetto è un grande aumento dei batteri. Ciò chestiamo iniziando a capire è che in tutti i sistemiagricolturali, le piante lavorano meglio in suolidominati da batteri. la crescita migliore si haquando il rapporto tra biomassa di funghi e batteriè proporzionato. Questo è molto diverso da unsistema d’arbusti o in un bosco. Per ottenere alberio la maggior parte d’arbusti - come lamponi, more,mirtilli - sappiamo che il suolo deve esseredominato da funghi, e quindi si deve avere unaparte di batteri per dieci di funghi, solo per fargerminare e crescere una di queste piante.Sappiamo che nella maggior parte dei sistemi diconifere, si devono avere cento parti di biomassadi funghi contro una di batteri, affinchè le piantesiano sane e crescano bene. Terreni differentiquindi hanno bisogno di diverse strutture dellarete alimentareACRES USA - terreni? Terreni o colture?INGHAM - terreni, perché stiamo parlando disistemi forestali.ACRES USA - presupponiamo però una colturaforestale in un sistema forestale.INGHAM - se si cerca di coltivare e far crescerealberi di natale, allora questa è una coltura

forestale. Il terreno sotto gli alberi di natale deveessere dominato dai funghi, altrimenti l’albero dinatale non crescerà. E sono stati fatti molti studiin proposito che mostrano l’importanza dellacomponente fungina in un suolo forestale. Ma sesi vuole coltivare broccoli o mais, o grano, saràmeglio che il terreno sia dominato dai batteri,altrimenti la produzione diminuirà. Il rendimentonon sarà molto se il terreno è dominato dai funghi.Prendiamo per esempio un bosco in cui si taglinotutti gli alberi per coltivare il terreno. Ci sarannoproblemi? Non si riuscirà a coltivare quel vecchioterreno boschivo in quanto è dominato da funghi.Come facciamo a trasformare quel terreno in unterreno dominato dai batteri? E’ piuttosto facile:si ara il terreno.ACRES USA - cosa succede quando si ara?INGHAM - si spazza via la biomassa fungina dalterreno e il terreno diventa quindi più ricco dibatteri. Si inizia la nuova coltura e così va tuttobene.ACRES USA - È successa la stessa cosa in Brasile,dove le colture di caffè sono state tolte per esseresostituite dalla soia e si sono avute molte difficoltàa farla crescere. Il solo collegamento che potemmofare È che con il caffè cresceva anche dellabellissima bardana, che ama il ferro, e che lacomposizione chimica del suolo era sbagliata perla soia. Ma quello che lei sta dicendo È che forsein questo caso c’era un tipo di vita nel terreno chesemplicemente non era adatto alla soia.INGHAM - giusto.ACRES USA - cosa fosse, non lo so.INGHAM - finché non si vede, non si capisceveramente. Ma quello che sappiamo a propositodel caffè è che è una pianta che richiede un suolodominato dai funghi. I funghi producono il giustotipo di metabolici. Rendono il ph adatto. Alteranoil modo in cui i nutrienti minerali circolano in quelterreno, la disponibilità di ferro magnesio potassioe lavorano in maniera giusta per quelle piante chevogliono un terreno dominato dai funghi. Seinvece si prendono in esame le altre coltureagricole, si ha bisogno di una composizionechimica completamente diversa rispetto ad unsuolo completamente boschivo... i batteri rendonoil ph del suolo più alcalino. I batteri trasformanol’azoto in nitrati o nitriti, invece che in ammoniaca.Un suolo fungino è dominato quindi daammoniaca, mentre un suolo dominato dai batteriè anche un suolo dominato da nitrati/nitriti. Lecolture che richiedono questo tipo di terreno,vogliono un suolo dominato da batteri. Si puòvedere come tutto il sistema funzioni insieme.Tutto ciò non si sapeva - perché non lo si era

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osservato - fino a circa 10 anni fa.ACRES USA - così se l’agricoltore riceve leinformazioni sul tipo di microrganismi chedovrebbe avere nel suo terreno, può rimediare aisuoi problemi?INGHAM - giusto. Egli può fare qualcosa peressere sicuro che la sua gestione del terrenoincoraggi lo sviluppo dei giusti tipi dimicrorganismi, del giusto tipo di rete alimentare,per coltivare le sue piante ed avere un migliorraccolto. Si sta scoprendo che cos’è la strutturadella rete alimentare del suolo, ma come si fa avalutare se si hanno gli organismi giusti nel terrenooppure no? E come si risolve il problema se nonc’è la struttura di rete alimentare adeguata?ACRES USA - siete arrivati a scoprire qualcherimedio specifico?INGHAM - si scopre sempre qualcosa di nuovo.Solo cinque anni fa avevamo abbastanza dati peraffermare che le colture agricole devono avere unterreno dominato da batteri, e quale dovesse essereil rapporto tra funghi e batteri.ACRES USA - È sempre vero?INGHAM - È sempre vero.ACRES USA - in altre parole lei sta parlando dicolture estese, di prodotti base facilmenteconservabili, come la segale, il mais, il grano, lasoia, il miglio, queste cose qua?INGHAM - Giusto. Il solo tipo di coltura cheabbiamo visto non essere molto adatto ad un suolodominato da batteri, è la fragola. Le fragole hannobisogno di un terreno maggiormente dominato daifunghi, con un rapporto di circa 6:5.ACRES USA - bene, ma le fragole non fanno partedelle grandi colture di cereali, nel senso comunedel termine.INGHAM - io intendo di solito come tali colture ilmais, l’orzo e il grano, e il foraggio, e bene, ancheil foraggio non è propriamente una coltura delgenere (row crop), ma segue la stessa regola.ACRES USA - ha messo in relazione questascoperta con il tipo d’erbacce che si sviluppano?INGHAM - molte delle erbacce nel sistemarichiedono lo stesso tipo di terreno, per esempiol’erba di Johnson (Johnson grass?). Questa piantaha bisogno dello stesso tipo di rete alimentare nelterreno. Ma per es. il lavoro che Ann Kennedysta portando avanti per Mark Acevedo loro stannolavorando su batteri specifici che uccidono leerbacce. Stiamo scoprendo che possiamo applicarecerte specifiche specie di batteri, ed essiuccideranno, specificatamente, l’erba di Johnson(?), il senecione (pianta selvatica), o il “nutsedge”.Più riusciamo a sintonizzarci sulla struttura dellarete alimentare di questo suolo, più riusciamo a

controllare le specie di piante presenti su questoterreno.ACRES USA – “salando il terreno”, per così dire.INGHAM - giusto. Aggiungendo gli organismi cheelimineranno le piante indesiderate.ACRES USA - ma le eliminano veramenteuccidendole oppure creano solo delle condizioniper cui quelle specifiche piante non possanocrescere bene?INGHAM - il meccanismo con cui funzionano èuna questione interessante. La ricerca di AnnKennedy mostra che quelle specie di batteriattaccano specificatamente quei semi di erbacce,È quindi un processo di decomposizione. Glienzimi prodotti da questi batteri decompongonoil codice del seme, o attaccano il seme, l’embrionedella pianta appena questa germina e inizia aduscire dal seme. E qualunque tipo di substrato dicarbonio quella pianta produca, sarà quello adattoa nutrire quei batteri; essi poi decomporranno isemi della pianta. Come si può capire ciò non toccala pianta di grano, o il mais, durante lagerminazione, poichè il grano e il mais produconosubstrati di carbonio differenti. Non producono il“cibo” giusto di cui hanno bisogno quei batteri. Avolte mi piace pensare il sistema del suolo comeun ricco e vario buffet. A certe persone piace uncerto tipo di cibo. Diciamo che questa piantaproduce l’equivalente di una mousse al cioccolato.Se c’è qualcuno che mangia solo edesclusivamente mousse di cioccolato, allora costuiverrà e farà sparire tutta la mousse al cioccolato.Così succede. La stessa cosa accade anche nelterreno. Questa particolare erbaccia producel’equivalente della mousse al cioccolato e queibatteri attaccano i semi, se li mangiano tutti, edessa non può sopravvivere, non può crescere.ACRES USA - a che punto siete con questa ricerca?INGHAM - stanno continuando a studiare diversitipi di batteri che siano selettivi rispetto a diversitipi di erbacce.ACRES USA - prima che ci interrompessimo....INGHAM - Ok. Torniamo al livello di cui stavamoparlando. Stavamo cominciando a fare ricerchesulle diverse specie di batteri e su cosa ognuna diqueste specie faccia. Vorrei tornare indietro, adun livello più generico di definizione, doveeravamo prima. I batteri e i funghi crescono vicinoal sistema radicale delle piante ed hanno uneffetto protettivo. Parlerò un po’ più in dettagliodei funghi mycorrhiza tra poco. L’altra azione deibatteri e funghi sul terreno in generale, especialmente attorno alle radici, è quella diprendersi tutto l’azoto disponibile. Sia i batteri chei funghi hanno bisogno di più azoto nella loro

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biomassa, rispetto a tutti gli altri tipi d’organismi.Così diventano principalmente ricettacoli di azoto(o accumulatori). Quando utilizzano il carboniorilasciato dalle piante, quando crescono sulmateriale organico nel terreno, o sull’humusmischiato al terreno o sulla superficie del terrenostesso, essi riescono molto bene ad acchiapparetutto l’azoto e accumularlo nella loro biomassa.Non sono molto efficienti col carbonio. Con il lorometabolismo buttano fuori molto carbonio. Essiprendono molto carbonio, ma lo rilasciano comeCO2. Riescono a respirare bene la CO2. Mariterranno tutto l’azoto. Riterranno anche tutto ilfosforo che incontreranno, e tutti i micronutrienti- ferro, magnesio, manganese, etc. - sono quindimolto efficienti nel trattenere tutti questi nutrientinel suolo, negli strati più alti del terreno, doveappunto vogliamo tenerli. Una cosa di cuidobbiamo renderci conto quando utilizziamo unfertilizzante inorganico è che, quando si aggiungeil fertilizzante, si verifica uno shock osmoticointorno al fertilizzante stesso, e gli organismi chesi trovano nelle immediate vicinanze vengonouccisi. Così, quando si bagna quel fertilizzante edesso comincia a percolare attraverso il terreno,bisogna che ci siano batteri e funghi vivi ed attiviche trattengano quei nutrienti negli strati più altidel terreno, altrimenti quel fertilizzante colpiràdirettamente le radici. ogni cosa che non venga adiretto contatto con le radici, scivolerà viaattraverso il terreno e finirà eventualmente nellafalda acquifera. E noi, come contribuenti, dovremopoi pagare le tasse per depurare l’acqua freatica,per poterla bere. Sarebbe meglio far trattenere aibatteri e ai funghi tutte quelle sostanzefertilizzanti che aggiungiamo al terreno, dove -come illustrerò nel resto del sistema - un giornodiventeranno disponibili per le piante.ACRES USA - quindi la ritenzione dei nutrientifa parte del ciclo?INGHAM - i batteri e i funghi acchiappano tuttiquesti nutrienti e li trattengono nel terreno, dovele piante potranno eventualmente attingere.Ancora: se si utilizza ad es. l’atrazina, questo saràprobabilmente più efficace come battericida checome erbicida.ACRES USA - quale sarà l’effetto ?INGHAM - uccide più batteri che piante. Se si usal’atrazina per più anni, si distruggeranno tutti ibatteri nel terreno e il terreno non riuscirà atrattenere i nutrienti per le piante. Vuol dire chel’azoto che si applicherà come fertilizzantepasserà immediatamente negli strati sottostanti efinirà nell’acqua che beviamo.ACRES USA - Suggerimenti?

INGHAM - dobbiamo smettere di fare ciò, oriflettere su quello che stiamo facendo e assicurarcidi rimettere i batteri al loro posto dopo averliriempiti di pesticidiACRES USA - non È che poi si ritorna a doveravere materiale organico e comunque un buoncompost per far funzionare i sali fertilizzanti?INGHAM - si ritorna al concetto del “buffet”.Bisogna avere un sacco di “piatti” differenti perdifferenti tipi di batteri e funghi. Qualcuno saràpoi sempre attivo, qualcuno sarà sempre prontoad arraffare questi nutrienti quando gli passanovicino. Si creerà quindi questa rete nel terreno,che aspetterà il passaggio dei nutrienti attraversoil suolo.ACRES USA – quindi i batteri sono necessari atrattenere l’azoto?INGHAM – i batteri sono una preziosa risorsad’azoto perché hanno un rapporto basso dicarbonio/azoto – circa 3 o 5 parti di carbonio perparte di azoto. E se si pensa allo loro risorsaalimentare e a che cosa utilizzano in termini dimateriale organico, il rapporto carbonio/azotodiventa molto più ampio. Il rapporto carbonio/azoto del fogliame per esempio e di 75 parti dicarbonio per parte di azoto. Probabilmente la solacosa che i batteri sarebbero in grado d’utilizzare,che abbia un rapporto carbonio/azotoequivalente, sarebbero le proteine che fuoriesconodalle radici. Bene, gli altri essudati vegetali sonoelementi come gli zuccheri semplici o i carboidrati,che hanno un rapporto carbonio/azoto moltomaggiore. Così con le risorse alimentari che ibatteri utilizzano, la loro efficienza per il carboniosu quel materiale è piuttosto bassa. Essi eliminanomolto carbonio da ogni tipo di zucchero sottoforma di diossido di carbonio, e ritengono ilcarbonio restante e tutto l’azoto restante nella lorobiomassa. I funghi fanno la stessa cosa. Il rapportocarbonio/azoto e di circa 10, 20 parti di carbonioper parte di azoto. Potranno forse essere un po’più efficienti nel conservare il carbonio, comeanche tutti gli altri nutrienti. I batteri sonoprobabilmente i più inefficienti in questo. Se unbatterio prende un’unità di carbonio, di questo,in media il 60% sarà rilasciato sotto forma di CO2,e solamente il 40% rimarrà nella biomassa o saràtrasformato dai batteri in metaboliti secondari,scarti. Nei funghi è il contrario: il 40% del carbonioviene rilasciato sotto forma di CO2 e il 60%ritenuto come biomassa e metaboliti.ACRES USA - Quindi entrambi ritengono l’azoto?INGHAM - tutti e due questi tipi di organismi sonobasilarmente “depositi”, “accumulatori” di azoto- ma anche di fosforo, zolfo, micronutrienti e di

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tutte queste altre cose. Ma noi ci occupiamo dipiù dell’azoto semplicemente perché‚ questo Èl’elemento limitante per la crescita della maggiorparte delle piante. Se le piante non sono limitatedalle risorse idriche, sono limitate dalladisponibilità dell’azoto. Si potrebbe allora chiedersicome mai le piante riescono ad accaparrarsi soloqualche particella di azoto quando ci sono i batterie i funghi che sono molto più efficienti a prendersil’azoto, ricavandolo dal suolo. Ed è qui cheentrano in gioco i predatori, perchè tuttoquell’azoto rimarrebbe essenzialmente legato aibatteri e ai funghi se non ci fosse qualcosa che lorilasciasse rendendolo più facilmente disponibile.ACRES USA - Prima è stato detto che i batteri e ifunghi non muoiono mai di morte naturaleINGHAM - Semplicemente non si vede l’autolisio la morte in età avanzata dei batteri o funghi nelterreno. Possiamo far vivere a lungo i batteri inun sistema da microcosmo, dove non esistano ipredatori, i “lupi” che li mangiano, ma questo nonlo si può osservare nei terreni naturali. Alcuni degliesperimenti non riproducono interamente i sisteminaturali, così si ottengono dei risultati che noncorrispondono al mondo reale.ACRES USA - Si riferisce al lavoro svolto inlaboratorio.INGHAM - i batteri e i funghi sono necessari perlegare i nutrienti. Un’altra funzione dei batteri edei funghi è che certe specie sopprimono lemalattie. Così, ci si vuole assicurare che nelcompost ci siano queste specie di batteri e funghi,quelli che andranno a competere coi patogeni, oprodurranno antibiotici, o altri composti inibitori,o che occuperanno fisicamente lo spazio sullasuperficie di una radice e impediranno ai patogenidi occupare quello stesso spazio e quindi dicausare una malattia. Ci sono moltissimimeccanismi con i quali i giusti tipi di funghi ebatteri possono eliminare le varie patologie. E’ poiquello che tentano di fare anche le piante quandorilasciano differenti tipi di essudati: cercano diincoraggiare i batteri e funghi benefici per evitareche i patogeni attacchino le loro radici.ACRES USA - esiste un segnale d’ordine di unpredatore per un altro? (pecking order)INGHAM - Stiamo passando dal livello troficooccupato dai batteri e dai funghi - il secondo livello- per andare al terzo livello, cioè quello delle “coseche mangiano i batteri e i funghi”. I protozoirappresentano il maggiore gruppo di predatoriche si nutrono di batteri. e tra i protozoi ci sono iflagellati, le amebe, e i ciliati, e suoli differentihanno differenti quantità di questi diversi gruppi.Ma il rapporto carbonio/azoto dei batteri contiene

troppo azoto. Così tutti quelli che si nutrono dibatteri rilasceranno sempre un po’ di quell’azotosotto forma d’ammonio. Il rapporto carbonio/azoto dei protozoi va da circa 20 a 40 parti dicarbonio. Quindi quando si nutrono di batteri c’ètroppo azoto per loro. Sarebbe tossico per loro selo ritenessero e quindi lo rilasciano sotto formad’ammonio e alcune proteine. Quell’azoto poi èdirettamente assimilabile dalle piante. La maggiorparte di questo processo si svolge nel sistemaradicale, proprio vicino alle radici: così i batterivengono mangiati dai protozoi, l’azoto vienerilasciato, e così È subito facilmente disponibileper la pianta. Negli esperimenti fatti in Olanda,ricerca svolta da mio marito quando eraall’Università del Colorado, e lavoro portatoavanti da David Coleman all’Università di Giorgia,si dimostrava che tra il 40 e l’80%, di solito l’80%,dell’azoto in una pianta in crescita viene dainterazioni dei batteri o funghi con i loro predatori.I batteri costituiscono così il nutrimento dei gruppidi protozoi. Ci sono anche dei nematodi che sinutrono d’essi, e il rapporto carbonio/azoto ditutti i nematodi È di circa 150 parti di carbonioper ognuna di azoto. Quindi quando un nematodemangia un batterio, c’è un rilascio ancoramaggiore d’azoto poiché c’è troppo azoto in unbatterio per un nematode. L’azoto anche in questocaso viene rilasciato sotto forma di ammonio. Ifunghi vengono mangiati da altri tipi di nematodi,e ugualmente si ha un grosso rilascio di azoto acausa della differenza del rapporto carbonio/azoto: c’è troppo azoto anche nella biomassa deifunghi per i nematodi. Il modo in cui questiparticolari nematodi mangiano i funghi consistenel pungere la parete cellulare del fungo con unostiletto, e poi di succhiare il contenuto interno delfungo. Hanno quindi a che fare con il citoplasma.Il rapporto carbonio/azoto del citoplasma è dicirca 3, fino a 5 parti di carbonio per ognuna diazoto, quindi un rapporto C/N molto più bassodi quello dello stesso fungo.ACRES USA - e poi l’azoto viene rilasciato.INGHAM - molto azoto viene rilasciato in questainterazione. L’altro gruppo che si nutre di funghiè costituito dai microartropodi, come per esempioi collemboli e molti altri tipi di acari. E ancora,mentre si nutrono di funghi molto azoto vienerilasciato, in quanto anche il rapporto carbonio/azoto della maggior parte dei microartropodi è dicirca 150 parti di carbonio per parte di ossigeno.Adesso si può verificare che, e questo è già statoosservato in varie situazioni, questi “predatori”di funghi e batteri diventino veramente ingordi esi rimpinzino di biomassa batterica e fungina. Se

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non c’è nessuno che controlla questi predatori, ciòche mangiano, la loro crescita e riproduzione, sipuò verificare un’esplosione di questa popolazioneche eliminerà troppi batteri e funghi. Quandosuccede questo si verificano degli effetti negativinel sistema, dove la decomposizione saràrallentata, dove non ci sarà abbastanza ritenzionedi azoto nel terreno, proprio perché i batteri e ifunghi che hanno queste funzioni, sono decimatidai loro predatori.ACRES USA - e la natura come provvede ariequilibrare ciò?INGHAM - il prossimo gruppo, il quarto livellotrofico, diventa molto importante perché mangiai predatori dei batteri e dei funghi. Se i predatoriche fanno parte del gruppo dei protozoi, deinematodi che si nutrono di funghi o di batteri,dei microartropodi vengono tenuti sotto controllo- tenendone il numero ad un livello ottimale -questi si nutriranno di batteri e di funghi, ma nonne elimineranno troppi.ACRES USA – “..si riequilibra”.INGHAM - gli organismi che mangiano ipredatori sono nematodi predatori,microartropodi predatori, larve di insetti,coleotteri, millepiedi, centopiedi, cose così. Quindiquesto livello trofico è ugualmente moltoimportante, e la gente dovrebbe rendersi conto chei predatori dei predatori di batteri e funghi sonofonte di cibo per molti altri organismi che vivonoal di sopra del suolo, uccelli, lupi, toporagno etopi, procioni lavatori e volpi. Durante certiperiodi dell’anno la loro dieta è costituitaprincipalmente da questi organismi del suolo, ese noi li distruggiamo in qualche modo, togliamola fonte di cibo per i piccoli mammiferi e gli uccelli,morbidi e teneri animaletti, di cui parlavamoprima. E vedremo ridursi il numero d’animali chegli esseri umani ammirano tanto volentieri nelbosco o nel mondo circostante. Quindi questociclo nutritivo è importante da diversi punti divista.ACRES USA - tutto ciò si traduce quindi in ungrosso punto interrogativo sull’uso di sostanzechimiche di sintesi per combattere le erbacce, glierbicidi, per esempio, e i pesticidi o i fungicidi...INGHAM - sostanzialmente è sull’abuso di questesostanze chimiche che dovremmo riflettere.Assistiamo alla gente che sviluppa una vera epropria dipendenza nei confronti delle sostanzechimiche, laddove si usano per esempio il metil-bromide, oppure un suffumicante, che veramenteriduce il numero di organismi nel terreno. Un’altracosa che abbiamo notato è che tutti i pesticidi sonoad ampio spettro: hanno cioè effetti su tutti gli

organismi indifferentemente. Non si possonobiasimare le ditte produttrici. O almeno potremmofarlo, ma probabilmente non sarebbe corretto:nessuno ha mai chiesto loro di prendere in esamequesti effetti diffusi su tutti gli organismi. I testvengono effettuati su un “gruppo/bersaglio”, ungruppo/target. Nessuno ha mai detto chedovessero essere testati gli effetti sui protozoi, osui nematodi, o su altre specie di organismiseparatamente. E così abbiamo visto che con ipesticidi si eliminano tutti gli altri organismi(anche quelli benefici), riducendo la salute delterreno.ACRES USA - così se si usa l’atrazina per toglierela coda di volpe (setaria italica).INGHAM - si uccide anche la maggior parte deibatteri del terreno.ACRES USA - si uccidono i batteri e si creano ipresupposti per problemi futuri.INGHAM - giusto. E si riduce la capacità delterreno di trattenere l’azoto. Pensiamo allo Iowache ha usato l’atrazina per gli ultimi quarantaanni - hanno eliminato definitivamente tutti ibatteri importanti del terreno, e niente può piùtrattenere l’azoto nel suolo - l’azoto lo si ritrovain tutti i pozzi, in tutta l’acqua freatica. Non c’èpiù niente che possa decomporre l’atrazina. Percui la gente si ritrova l’acqua inquinata da azotonei propri pozzi. Questo perchè hanno distruttoquesti organismi del suolo. Hanno distrutto lasalute del suolo in anni e anni usando questipesticidi. Siamo fortunati che la maggior parte deiterreni fossero veramente sani quando tutto ciòinizio, così abbiamo ora una piccola possibilità disalvarli. Ci vogliono molti anni di distruzioneprima di arrivare al punto di non ritorno, in cuinessuno dei processi normali per un suolo sanoavvenga: in cui nessun organismo svolga più lasua tipica funzione perchè sono tutti così rovinatiche non si verifica la ritenzione dei nutrienti nelsuolo. Ora non si arriva più a questo tipo didegrado causato dagli erbicidi e da altri agentiinquinanti.ACRES USA - e allora vediamo queste sostanzechimiche nell’acqua dei nostri pozzi.INGHAM - si osserva la stessa cosa in California,dove c’è un livello molto alto di azoto e salinell’acqua freatica, nei fiumi, nei laghi e neglistagni, e sta venendo fuori dal terreno. Stavenendo fuori dal terreno perchè è stata distruttala rete alimentare del suolo, e quei processi nonavvengono più nel terreno.Quello che bisogna fare È riportare questiorganismi nel suolo. Come si fa? Compost, estrattiacquosi di compost , sovescio, assicurarsi di avere

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nel terreno cibo adatto per questi organismi ereintrodurre gli organismi giusti. Abbiamo quindiidentificato il problema, la malattia, i problemi chesi verificano qui, e ora dobbiamo risolverli. Siamoal punto giusto, almeno per quanto riguarda ilmio programma. Spazzata via una parte della retealimentare, o ridotta significativamente, come sifa a ricrearla? Come si possono rimettere nelterreno gli organismi giusti per far sì che il sistemadel suolo funzioni come deve? Quando le pianteaffondano le loro radici nel terreno aspettandosidi trovare questo ciclo dei nutrienti e non lotrovano, allora ci saranno veri problemi, cheporteranno alle varie patologie.ACRES USA - bene, sembra che tutto ilragionamento porti a comprendere come ipesticidi, gli erbicidi e questo genere di cose nonsiano affatto un buon nutrimento per i microbi.INGHAM - selezionano il tipo sbagliato dimicrorganismi nel terreno.ACRES USA - non sappiamo quali, perchè non èstata posta la questione, oppure perchè la ricercaè ancora un po’ indietro?INGHAM - per molto tempo non sapevamo chequesti organismi erano nel suolo, o lo sapevamosolo vagamente, ma non ci rendevamo ben contoche cosa ci stessero facendo e perchè fossero cosìimportanti. Durante gli ultimi 15 anni lo abbiamocapito. Dieci anni fa abbiamo cominciato adinsistere presso l’Ente per la Tutela dell’Ambienteper poter fare dei test e scoprire quali fossero glieffetti dei pesticidi sugli organismi del suolo, checosa stessero distruggendo. E non c’era nessuninteresse per questo. Non so se chiamarloostruzionismo, o mancanza di lungimiranza. Misembra un atteggiamento veramente miope.ACRES USA - ci siamo opposti a lungo al test perla tossicità. («make-it-to-the-door” test).INGHAM - secondo il mio punto di vista le agenziegovernative dovrebbero comunicare ai produttoridi pesticidi che si è scoperto che i loro prodottihanno effetti molto rilevanti sulla vita del suolo, eche quindi si dovrebbero testare questi prodottiper vedere quali effetti abbiano. La questione nonè tanto che bisognerebbe bandire questi pesticidiperchè stanno provocando dei danni aqualcos’altro, quanto che gli agricoltoridovrebbero essere informati che usando il metil-bromide, o l’atrazina, vengono uccisi tutti questiorganismi, e poi bisogna pensare a rimetterli nelterreno, altrimenti gli agricoltori diventerannosempre più dipendenti dai prodotti chimici, danon poterne più fare a meno per le loro colture.ACRES USA - quando queste sostanze siscompongono, sappiamo che cosa producono?

INGHAM - no. A volte i prodotti dellascomposizione sono di fatto più tossici dellesostanze originarie. A volte sono presenti certespecie di batteri che scompongono i materialitossici in diossido di carbonio e biomassa, conpochissimi metaboliti tossici. Ma la maggior partedei pesticidi non sono mai calcolati per questo tipod’effetto. Suoli differenti contengono differenti tipid’organismi, e così la scomposizione dei pesticidivaria da suolo a suolo. E questo non è mai statotestato. Si tende a pensare che il terreno sia soloterreno, uguale dove si trovi, in Tennessee comein California. Ma non è così! Basta andar fuori eprendere una manciata di terreno in Tennessee euna in California, e si può vedere che sono moltodiversi - ci sono specie di organismicompletamente diverse nei due tipi di terreno. Edi conseguenza i processi che vi si verificano sonoanch’essi molto diversi.ACRES USA - il peggiore che abbiamo trovato èstato in Tasmania, un tipo di suolo a “mattone”,dove c’erano solo 20.000 microrganismi pergrammo. Quanto incidono il metil-bromide e altrecose del genere nel ridurre gli organismi del suolo?INGHAM - dipende se si stanno usando per laprima volta o se il methyl bromide È già stato usatoper diversi anni. La prima volta che si applica unprodotto chimico - generalmente - si riduce ilnumero degli organismi presenti di circa 100 volte.ACRES USA - È piuttosto significativo, no?INGHAM - È significativo. Si sta riducendo ilnumero dei microrganismi, ma in genere ritornanoal livello normale piuttosto velocemente, appenai batteri e i funghi hanno degradato il pesticida -o, nel caso del methyl bromide, appena esso èevaporato dal suolo e passato all’atmosfera, dovepuò avere effetti sullo strato di ozono - iniziano atornare abbastanza velocemente. Quindi in molticasi la diminuzione è ridotta. Ma la seconda voltache lo si usa, c’è un impatto più grande, ed ancorapeggio la terza volta. Sapete, con il methylbromide ci vogliono probabilmente solo 5 o 6applicazioni per poter ridurre notevolmente ilnumero dei microrganismi e danneggiareveramente il terreno. Nel caso dei terreni inCalifornia nei quali abbiamo lavorato, dove ilmethyl bromide era stato usato molte volte -almeno una volta all’anno per 13 anni - abbiamoosservato terreni che non contenevano alcun tipodi fungo, nessun protozoo, nessun nematode -eccetto alcuni nematodi che si nutrono di radici -, nessun microartropodo, e la quantità di batteriarrivava appena a circa 100 batteri per grammodi terreno, quando dovrebbe essere di 100 milioniper grammo! Nella letteratura riguardante questo

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argomento ci sono dati che documentano ladiminuzione della vita nei suoli. Abbiamoesaminato circa 25 pesticidi e documentato qualisono i loro effetti e la diminuzione degli organismiottenuta con ognuno d’essi.ACRES USA - quali sono i peggiori che avetetrovato?INGHAM - i peggiori pesticidi di solito isuffumiganti sono i peggiori. Il methyl bromide èproprio in cima alla lista. L’atrazina segue. E poiè relativo al gruppo di organismi che si prende inesameACRES USA - esiste un modo per prevederel’impatto di queste sostanze sulla vita microbica,osservando la loro struttura chimica?INGHAM - l’Ente per la Tutela Ambientaleutilizzerà il rapporto di attività di struttureanaloghe, se c’è il cloro in questa posizionenell’anello di benzene, allora in generale, avrà deglispecifici effetti su una certa malattia o su unparticolare insetto nocivo. Ciò che abbiamoscoperto è che non si può usare quell’informazioneper prevedere gli effetti su altre parti della retealimentare. Non esiste un modo per prevederlo, oalmeno non ne conosciamo.ACRES USA – nella comunità scientifica si staancora usando l’LD50 (medoto di analisi “doseletale 50%” serve per determinare la quantità diuna sostanza per uccidere il 50% delle specie diorganismi presenti) per tutte le classi di tossicità?INGHAM – c’è una comunità di microbiologipiuttosto significativa che utilizza l’LD50. Ilproblema è che gli LD50 sono determinati inlaboratorio, e si osservano gli effetti su ognisingola specie. Pensiamo che in un grammo diterreno agricolo in Michigan si lavora conqualcosa come 11.000-17.000 specie di batteri pergrammo. Per ottenere informazioni utili basatesull’LD50 dovremmo conoscere quali sono glieffetti del pesticida su ognuna delle 17.000 speciedi batteri.ACRES USA - quello che sta dicendo è che vederetutto da un punto di vista del microbiologo nonserve molto.INGHAM - c’è bisogno di una valutazionemigliore degli effetti che i pesticidi hanno sul suolo,rispetto a quelle date dai test LD50. Dobbiamoveramente riunire le persone che fanno ricercasugli organismi del suolo, per lavorare insieme emettere a punto un sistema di test e indicatori chesia davvero valido. L’Ente per la TutelaAmbientale ci ha chiamato per questo genere dicose ed ogni volta che facciamo un meeting conloro ripetiamo che non abbiamo abbastanzainformazioni per dire quali siano gli indicatori

validi, perchè non abbiamo fondi da investire. Vipiacerebbe sostenere un programma di ricerca chepotrebbe arrivare a scoprire realmente quali sonogli effetti? E potremmo poi dirvi quali sono ipesticidi più dannosi, quali quelli medi, e quandoun agricoltore ne usa uno, cosa effettivamenteviene ucciso, e che cosa egli deve reintrodurre nelterreno”.ACRES USA - politicamente non siamo ancorariusciti a far prendere sul serio questo problemaalle nostre agenzie.INGHAM - Essi non capiscono l’importanza delsuolo, e cosa succede in esso. Pensano che non siaabbastanza importante. Alcune persone all’Enteper la Tutela ambientale mi hanno detto: questiorganismi del suolo non sono molto interessanti.All’elettorato non importa di questi organismi...salvare varie specie di batteri È una cosa che nonli coinvolgerà mai. La maggior parte di noiscienziati dice loro che non stiamo semplicementeparlando di salvare specie di batteri, ma diconservare la salute della terra, di far crescereACRES USA - non si tratta poi anche della saluteumana in ultima analisi?INGHAM - Certo!ACRES USA - e non è stato fatto un collegamentoabbastanza forte tra le due cose?INGHAM - Abbastanza forte!!!?? Sono sicura chelei e la sua organizzazione avete ben esposto ilproblema per far loro capire l’importanza di tuttoquesto. L’informazione c’è, ed è chiara, ma essisemplicemente non ne percepiscono l’importanza.Ostruzionismo o ignoranza? L’informazione è allaluce del sole, davanti ai loro occhi, e per alcuneragioni non È stata messa in evidenza.ACRES USA - dove la porterà la sua ricercaadesso?INGHAM - poichè‚ abbiamo identificato qualisono questi organismi nel suolo, e chi di questisvolge le diverse importanti funzioni, e poichè‚abbiamo molte informazioni su come risolvere ivari problemi, quello che dobbiamo realmente fareadesso è andare letteralmente sul campo, elavorare con gli agricoltori nei terreni dove ci sonoproblemi di patologie. Come possiamo riscattarcidalla dipendenza dalle soluzioni istantanee offertedalla chimica e gestire questi organismi del terrenoin maniera da non dover usare più, o almeno dinon dover usare così tanti preparati chimici,applicando la chimica solo dove è strettamentenecessario, e non come sistema preventivo? Comepossiamo riportare il sistema a funzionare perl’agricoltore? E in realtà la leva” più grossa perl’agricoltore è vedere quanto costano poi tutti queipesticidi. Costa metterli nel trattore, portarli nel

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campo ed andare avanti e indietro per fare itrattamenti. Quante volte viene fatto ciò in unanno? In California, lavorando con gente inagricoltura convenzionale, si è constatato che essiattraversano i loro campi coi trattori per faremedicazioni e trattamenti con fertilizzanti,pesticidi ed erbicidi circa 22 volte per ogni tipo dicoltura prodotta. A volte in soli 3 mesi.ACRES USA - la sua ricerca l’ha portata alcompostaggio?INGHAM - direi di sì. Avendo dimostrato che ilproblema principale È la mancanza di alcune partidella rete alimentare del suolo, per cui il sistemasi rovina, la domanda più ovvia è: come rimediarea questo? Bene, la risposta è reintrodurre nel suoloquesti organismi che dovrebbero fare il lavoro pernoi. Quindi: come si fa a reintrodurre questiorganismi? Bene: con il compost, il sovescio(?covercrops - pacciamatura?). queste sono le risposte.Molte volte il nostro lavoro consiste nello spargereil materiale organico dappertutto - con l’aratura,con i nostri sistemi agricolturali. E questo è cibo,nutrimento. E’ ciò di cui si nutrono i batteri e ifunghi. Senza batteri e funghi non ci sono ipredatori, e il resto del sistema non funziona. Cosìbisogna prima riportare il cibo nel suolo e ciòsignifica restituire il materiale organico. Maggioresarà la diversità del materiale organico adisposizione, più tipi d’organismi diversi siavranno e maggiore sarà la possibilità di otteneregli organismi che potranno sopprimere lapatologia. Quindi non c’è bisogno di usarefungicidi o insetticidi: un suolo dove si ha unagrande diversità tra gli organismi della retealimentare, non rappresenta un buon habitat pergli organismi che causano le patologie, e questo ègià stato dimostrato in diversi studi.ACRES USA - ha mai esaminato persone cheabbiano tentato di arrivare a questi metodipragmatici, agricoltori per esempio, che abbianosviluppato sistemi così straordinari senza averequesto tipo di conoscenze?INGHAM - abbiamo lavorato con delle personesull’agricoltura sostenibile in California, e lorohanno elaborato metodi per ottenere un buoncompost. Si può poi andare a vedere in dettagliocosa succede realmente con gli organismi delcompost. Essi hanno scoperto empiricamentecome ottenere il tipo giusto d’organismi. Ma hannodovuto provare e riprovare per molti anni primadi perfezionare il metodo, facendo moltiesperimenti ed errori. Noi possiamo dire loro qualiorganismi otterranno facendo in un determinatomodo, o che magari otterranno ciò che nondesiderano facendo in quel modo. E ciò migliora

davvero la loro capacità di realizzare un buonprodotto. Ciò ottimizza i tempi notevolmente.Abbiamo avuto successo in questo. In Californiaabbiamo lavorato sulle fragole in un terreno cheera stato trattato con methyl bromide, nel qualeveramente non c’era una rete alimentare di cuiparlare: siamo riusciti a reintrodurre un sistemadi rete alimentare su quel terreno e ad ottenereun raccolto migliore che con il methyl bromide!ACRES USA - lei suggerisce anche che gliagricoltori guardino bene di quali organismihanno bisogno per coltivare ginseng, per esempio,e per spostarlo dall’ombra degli alberi sul campoaperto: si avranno problematiche completamentediverse da quello che i produttori di ginsengpensano.INGHAM - abbiamo lavorato con un produttoredi ginseng, ed egli non aveva idea di quale dovesseessere il tipo giusto di rete alimentare nel suoloper far crescere il ginseng. Noi possiamo dire qualiorganismi si trovano nel campo dove vogliamocoltivare ginseng, ma saranno gli organismi giusti?Come si fa a scoprirlo? Dovremmo andare in Cinae esaminare la struttura della rete alimentare delsuolo laddove si coltiva ginseng. Oppureconfrontare il terreno delle varie parti del campodove si coltiva ginseng, il terreno dove questocresce meglio con quello dove esso cresce peggio.Dobbiamo esaminare e confrontare le strutturedelle reti alimentari delle due aree per capire qualisono i problemi, così sapremo quali organismimancano e potremo aggiungerli.ACRES USA - sfortunatamente troppi ragionanoda un punto di vista NPK (azoto-fosforo-potassio),e non prendono in considerazione i funghimicorrizici, di cui ci sarebbe invece bisogno.INGHAM - giusto. E se si guardano leraccomandazioni NPK , queste sono fatte per ilmais. Ma non stiamo coltivando mais. Alloradobbiamo scoprire quale È l’NPK di cui il ginsengha realmente bisogno, per poi poter gestire ilsistema mettendo gli organismi che riciclano ladisponibilità di NPK di cui quelle particolari piantehanno bisogno. E’ molto più economico lasciareche gli organismi lavorino nel terreno per nostroconto, che dover mettere il fertilizzante un saccodi volte, o i pesticidi, o ciò che manca nel suolo.Stiamo parlando di un sistema che oltretuttorisparmia lavoro all’agricoltore.ACRES USA - in Cina si sta assistendo ad unprogressivo degrado del terreno, particolarmentedopo l’introduzione delle sostanze chimicheoccidentali nel settore agricolo.INGHAM - stanno avendo una forte diminuzionedei raccolti e della produzione, e, semplicemente,

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non funziona. Penso che abbiamo coltivatointensamente il terreno così a lungo e che abbiamotentato di reintrodurre i nutrienti per imicrorganismi, ma ora che hanno smesso di fareciò, il oro terreni stanno rapidamente perdendola loro rete alimentare, e la chimica non puòfermare questo processo.ACRES-*/ USA - ... perchè non introducono vitanei loro terreni. Hanno molti terreni sciolti espazzati dai venti.INGHAM – bisognerebbe cominciare proprio daquesto.

Gli agricoltori che desiderano far esaminare ilproprio terreno possono contattare Soil FoodwebInc. 980 Northwest Circe blvd. Corvallis, Oregon97330, (541) 752 5066, fax (541) 752 5142, [email protected] prima di inviare campioni contattareil laboratorio per avere le istruzioni di raccolta deicampioni, requisiti e costi.

La rete alimentare del suolo è la comunità di organismi chevivono tutta o parte della loro vita nel suolo. Un diagrammasulla rete alimentare mostra una serie di trasformazioni(rappresentate dalle frecce) d’energia e nutrimenti, quando unorganismo ne mangia un altro.

Flagellati

Amebe

Nematodipredatori

Nematodi che sinutrono di batteri

Cilati

Acari predatori

Nematodi che sinutrono di funghi

Acari che sinutrono di funghi

Funghisaprofiti

Batteri

Funghimicorrizici

Germogli

Radici

Materialeorganico

Nematodi che sinutrono di piante

PROCESSI CHE SI SVOLGONOSOPRA LA SUPERFICIE DEL SUOLO

55libera scuola “Emilia Hazelip” LA RETE ALIMENTARE DEL SUOLO scheda

(Di Mary-Howell R. Martens) “A Voice for eco-agriculture” - Aprile 2000, Vol.30, n.4

LA RETE ALIMENTARE DEL SUOLOSINTONIZZIAMOCI CON IL MONDO SOTTO I NOSTRI PIEDI

ELAINE INGHAM

La rete alimentare del suolo è la comunità di organismi che vivono tutta o parte della loro vita nelsuolo. Un diagramma sulla rete alimentare mostra una serie di trasformazioni (rappresentate dalle

frecce) di energia e nutrimenti, quando un organismo ne mangia un altro.

Invisibile sotto I nostri piedi, dimora un brulicanteuniverso di organismi viventi che poche persone ingenere prendono in considerazione. In un solocucchiaino di terra si possono trovare più di 600milioni di cellule batteriche, e se quella terra si trovanelle immediate vicinanze dell’apparato radicale diuna pianta sana, il numero può superare il milionedi batteri di molte specie diverse. Questi batterivivono in complesse relazioni tra prede e predatori,con innumerevoli altri organismi. Questa retealimentare del suolo superficiale costituisce lapremessa per un suolo sano, per piante sane, ed inultima analisi, per un pianeta sano. E’ un fondamentoessenziale ed estremamente delicato, di cui anchegli scienziati più brillanti sanno veramente poco.

La dr.ssa Elaine Ingham ha studiato questominuscolo universo per quasi 20 anni. Ha cercato dicomprendere l’importanza di questi organismi e lerelazioni esistenti tra loro, e di spiegare gli effettidelle varie pratiche agricole su questa vasta rete di

vita. Per parte della sua tesi nel 1981 all’Universitàdel Colorado, la dr.ssa Ingham ha fatto ricerche sullestrutture della rete alimentare del suolo, in terrenidel Colorado coltivati con o senza irrigazione. Poiha messo a confronto i risultati di questi con il suolodelle praterie naturali. Non fu sorpresa dallascoperta che l’introduzione di sistemi agricolturalialterava le specie degli organismi presenti,particolarmente i funghi, che vengono facilmentedistrutti dai pesticidi. Durante il suo post-dottoratomise a confronto il suolo della prateria con quellodei pascoli di alta montagna e dei boschi di pino(conifere). Di nuovo trovò grandi differenze tra lespecie presenti e il numero degli organismi inrapporto ad altri importanti fattori del suolo.Nel corso dei suoi studi, durante la sua carriera comeprofessore all’Università dell’Oregon, e, piùrecentemente con “Soil Foodweb Inc.”, una societàdi ricerca e consulenza in Corvallis, la dr. ssa Inghamha sviluppato metodi efficaci per quantificare edidentificare le popolazioni microbiche del suolo. Ha

Flagellati

Amebe

Nematodipredatori

Nematodi che sinutrono di batteri

Cilati

Acari predatori

Nematodi che sinutrono di funghi

Acari che sinutrono di funghi

Funghisaprofiti

Batteri

Funghimicorrizici

Germogli

Radici

Materialeorganico

Nematodi che sinutrono di piante

PROCESSI CHE SI SVOLGONOSOPRA LA SUPERFICIE DEL SUOLO

56 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda LA RETE ALIMENTARE DEL SUOLO

constatato che le tecniche più tradizionali di conteggisui piattini petri (flacone di coltura, che ha uncoperchio usato per le colture dei batteri)sottostimano grossolanamente sia il numero che lavarietà delle specie presenti nel suolo, poiché lecondizioni artificiali (di laboratorio) non sonofavorevoli al 99,99 % delle specie di batteri, e dellamaggioranza degli altri organismi. Per ovviare aquesto problema la dr.ssa Ingham ha elaborato unavalida tecnica alternativa basata su metodi dienumerazione diretta. Queste informazioni vengonoutilizzate per assistere gli agricoltori e i ricercatori,offrendo un servizio che valuta la salute e laproduttività del loro suolo misurando la diversità ela vitalità della rete alimentare del suolo stesso.

Quali sono gli organismi che compongono la retealimentare del suolo? Non è una domanda semplice.La rete alimentare ha una gamma base di gruppi diorganismi previsti, ma la quantità degli organismi ele varie specie in ogni gruppo possono variaresignificativamente secondo il tipo di terreno, il clima,le piante presenti e la gestione del terreno. Le piantee le strutture vegetali rappresentano la componentepiù significativa delle risorse di nutrimenti nel suolodisponibili per batteri e funghi. Il materialeproveniente dalla fotosintesi delle piante forniscel’energia iniziale al sistema alimentare del suoloattraverso le radici. Le radici delle piante essudanomolti tipi di molecole ad alto valore nutritivo nelsuolo circostante. Le piante morte vengonodecomposte da batteri e funghi, facendo aumentarela quantità di questi e dei prodotti del lorometabolismo. Più diversa è la popolazione di pianteiniziali, maggiore sarà la diversità di prodottirilasciati, quindi il sostentamento di una maggiorevarietà di organismi microbici.

In un suolo sano, non alterato dall’applicazione disostanze chimiche dannose, queste “micromasse dimicrobi” colonizzano la zona della radice, la rizosferadella pianta. La maggior parte di essi sono batteribenefici e funghi; non danneggiano il tessutovegetale, e sono di cruciale importanza perchérendono i minerali essenziali disponibili per le piante,in modo che esse possano assimilarli. Questi microbitrattengono grandi quantità di azoto, fosforo,potassio, zolfo, calcio, ferro e molti altrimicronutrimenti, evitando coi; che queste sostanzevengano dilavate o rimosse dall’acqua che passaattraverso il suolo. Idealmente essi mettono fuoricombattimento le specie patogene e formano unostrato protettivo sulla superficie delle radici dellepiante. E’ proprio quando le specie benefiche dibatteri e funghi vengono uccise muovendocontinuamente il suolo o con sostanze chimiche

tossiche, che le specie patogene si riprendono ilvantaggio.

Come negli ecosistemi di superficie, a noi piùfamiliari, ci sono altri organismi presenti, chepredano questi “erbivori”. I predatori sonoprincipalmente nematodi benefici, nematodipredatori, protozoi, acari, ed altri animali minuscoliche servono a riciclare i nutrimenti nel sistema ed atenere la popolazione equilibrata. Questi predatori,a turno, sono mangiati da altri animali,principalmente quelli che passano buona parte dellaloro vita in superficie, come gli insetti, uccelli e altripiccoli animali. E” importante concepire la retealimentare del suolo come un intero sistemacomplesso. Se un qualsiasi gruppo di organismi nelsistema viene eliminato o danneggiato, ciò ricadesul delicato equilibrio di interrelazioni. Gli specialistidel suolo stanno iniziando adesso a capire come laproduzione delle piante possa essere influenzataquando questo equilibrio viene alterato. Molte speciedi batteri benefici o funghi muoiono appena il cibocomincia a scarseggiare. La riduzione dei predatorinaturali e la diminuita competizione per un certotipo di nutrimento, può favorire la crescita esageratadi altre specie. La disponibilità dei nutrimenti dellepiante può spesso diminuire, e le popolazioni deipatogeni crescono. Al momento si stanno portandoavanti molte ricerche su questo argomento, percercare di capire come avvengano questicambiamenti.

Erbicidi, pesticidi e fertilizzanti Nelle sue ricerche,la dr.ssa Ingham, ha dimostrato che gli erbicidi, ipesticidi ed i fertilizzanti, hanno molti effettiindesiderati, I pesticidi più comuni sono ad ampiospettro, ciò vuoi dire che uccidono molte più speciedi quelle che sarebbe necessario eliminare. Il residuodei pesticidi che si accumula nel suolo nel corso dianni, si può ricombinare e formare nuove, sostanzechimiche non volute, che sinergicamente possonoprovocare ulteriori danni al suolo. Dei 650 principiattivi utilizzati per formulare i pesticidi più comuniimpiegati in agricoltura, solo circa 75 sono statistudiati per determinare i loro effetti sugli organismidel suolo. Il resto non sono mai stati studiati per iloro potenziali effetti sul sistema intero, o suqualunque gruppo di organismi non previsto. Gliscienziati non capiscono completamente l’effetto diogni singolo ingrediente sulla vita del suolo, e ancorameno gli effetti sinergici degli ingredienti, o glieffetti combinati con materiali inerti o organici. Nonc’è da meravigliarsi se ad un suolo trattato connumerose sostanze chimiche manca una sana retealimentare. Le piante che crescono in un suolo nonsano hanno bisogno di fertilizzanti e pesticidi

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supplementari, alimentando cosi la spirale mortale.Via via che la pianta cresce, la fotosintesi forniscemolti più carboidrati di quanto la singola piantaabbia bisogno. E’ stato documentato che le radicidelle piante possono essudare più del 50% delcarbonio fissato attraverso la fotosintesi, sotto formadi zuccheri semplici, proteine, aminoacidi, vitamine,ad altri carboidrati complessi. Il tipo di molecolerilasciate varia da specie a specie, dalle diversecondizioni di crescita, e costituiscono in effetti unastraordinaria e unica “impronta chimica”. Quandoqueste molecole vengono rilasciate nella rizosfera,servono da cibo e stimolano la crescita di un certomix di microbi. Il Dr. Joyce Loper, del ServizioRicerca Agricola USDA, con altri scienziati, hadimostrato che per ogni specie di pianta, questocaratteristico “mix” chimico stimola lo sviluppo diuna associazione benefica e selezionata di microbiche vivono sulle sue radici. Questa popolazionemicrobica colonizza la zona della radice rilasciandosostanze che inibiscono la crescita di specie patogene.Questi organismi sono anche necessari per fornirealla pianta i nutrimenti di cui ha bisogno.

Gli effetti residuali di queste singole popolazionimicrobiche nel corso degli anni possono ancheaiutare a spiegare perché alcune rotazioni di colturefunzionino meglio di altre. E’ possibile che lapopolazione microbica nutrita da una particolarecoltura crei un ambiente nutrizionale o microbicoadatto ad un’altra particolare coltura susseguente.Per esempio è probabile anche che una coltura comei broccoli, che inibisce la crescita di funghimicorrizici, riduca la produttività di una colturaseguente come il mais, che invece ha bisogno diquesto tipo di fungo. Fin tanto che ciò non vieneprovato definitivamente, questo può costituire unpunto di partenza per una migliore comprensionedegli effetti osservabili sulla rotazione colturale.Alcuni correttivi del suolo favoriscono lo sviluppodi diverse popolazioni microbiche. Il compost, inparticolare, può migliorare la disponibilità dinutrimenti nel suolo e la coltivazione dello stesso, acausa della complessità della sua popolazionemicrobica. I compost portano con sé una vastagamma di batteri, funghi, protozoi, nematodi emicroartropodi, insieme con le risorse nutritivenecessario per questi organismi. Comunque non tuttii compost hanno i medesimi effetti benefici. Esistonomolti tipi diversi di compost, secondo i loroingredienti originali ed il loro grado di maturazione.Maggiore è la varietà delle risorse nutritive nelmateriale originario compostato, maggiore sarà lavarietà dei microrganismi che possono crescere inquel compost.Per poter capire meglio i complessi benefici di una

sana rete alimentare del suolo, la dr.ssa Ingham haseparato i principali effetti in diverse categorieprimarie.

Ciclo e ritenzione dei nutrientiLe piante hanno bisogno di vari ioni minerali peruna crescita ottimale. Questi devono essere ricavatidal suolo. Molti nutrienti vengono solubilizzati dalmateriale roccioso originario con un processo dettodi mineralizzazione. I batteri e i funghi produconoenzimi ed acidi necessari per scomporre i mineraliinorganici e convertirli in forme organiche stabili.Altri nutrienti vengono rilasciati con ladecomposizione di materiale organico. In ogni casouna popolazione microbica diversa e sana sisvilupperà con una rapida decomposizione dimateriale organico e faciliterà il riciclo di nutrienti.Le sostanze organiche inoltre sono caricheelettricamente e di conseguenza importantissime perla loro capacità di attrarre e trattenere molti ionidei più diversi nutrienti. Maggiore è la quantità delmateriale organico nel suolo, maggiore sarà lacapacità del suolo di trattenere gli ioni, poiché siriduce di conseguenza il dilavamento sia degli anioniche dei cationi dal suolo stesso.

C’è molta competizione per l’azoto tra gli organismidel suolo. Vincono di solito quegli organismi chepossiedono gli enzimi migliori per assicurarsi l’azoto.I batteri possiedono il sistema enzimatico più efficaceper acchiappare l’azoto, seguiti a ruota da moltespecie di funghi. Il sistema enzimatico delle piantenon produce enzimi che operino al di fuori dellapianta stessa e non possono competere validamentequando c’è già una forte competizione, in caso dilimitate risorse di azoto.In un suolo sano questo non significa che le piantevengono private di un apporto adeguato di azoto. Ibatteri hanno bisogno di un atomo di azoto per ogni5 atomi di carbonio, e per i funghi questo rapportoè di 1:10 (1 di azoto per 10 di carbonio). Diconseguenza gli organismi predatori che si cibanodi batteri e funghi assimilano troppo azoto inrapporto al carbonio di cui hanno bisogno. Poichél’azoto in eccesso è tossico, questo viene rilasciatonel suolo circostante, dove può essere assorbito dalleradici delle piante. Si crede solitamente che quandoi batteri e i funghi si decompongono, l’azoto delleloro cellule diventi lentamente disponibile per lepiante, in una forma che lo rende immediatamenteassimilabile dalle radici. Tuttavia in un suolo sanonon ci sono molte prove scientifiche che i batteri e ifunghi semplicemente muoiano e si decompongano.Se un altro batterio o fungo utilizza le cellule mortecome risorsa alimentare, non si ha rilascio di azoto.E’ solamente quando un predatore consuma una

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quantità eccessiva di azoto dalle cellule morte chequesto viene rilasciato nel suolo. E’ questo il ciclodell’azoto che ha funzionato brillantemente permilioni di anni.

Paragoniamo questo sistema ad un’altra situazionefamiliare: quando un fertilizzante a base di nitratodi ammonio inorganico viene usato su un suoloagricolo, gli ioni di ammonio e di nitrato vengonosubito rilasciati nel suolo. Gli ioni di nitrato sonocaricati negativamente e possono essere moltomobili. Il risultato è che una grande percentuale diquesti ioni contenenti azoto può muoversirapidamente uscendo dalla zona delle radici edisperdendosi verso la falda acquifera. Ciò provocanon solo una ridotta crescita delle piante, ma ancheinquinamento ambientale. La forma in cui l’azotorisulta meno dilavabile è quella in cui esso èincorporato nei batteri e funghi, che porta ad unosviluppo migliore delle piante e una minordispersione nelle falde acquifere. L’azoto non è ilsolo nutriente effettivamente immagazzinato ericiclato dai microbi del suolo. E’ il carbonio ilmaggior elemento costitutivo di tutte le cellule.Quando il suolo viene privato del materiale organicoe delle sane popolazioni microbiche, viene anchedistrutta la sua capacità di trattenere il carbonio, equesto si disperde quindi nell’atmosfera comediossido di carbonio, riconosciuto ora come uno deigas responsabili dell’effetto serra e della distruzionedello strato di ozono. Tutti gli organismi che vivonoin un suolo sano hanno la capacità di isolare ilcarbonio, ma i batteri sono i meno efficienti in questoprocesso. Quando i batteri consumano zuccherisemplici, proteine o carboidrati complessi, essiincorporano la maggior parte dei nutrienti, inclusol’azoto, nella loro struttura cellulare. Tuttaviaquando consumano più carbonio del necessario,l’eccesso viene rilasciato nell’atmosfera comediossido di carbonio. I funghi hanno bisogno di unamaggiore quantità di carbonio rispetto ai batteri edi conseguenza rilasciano una minore quantità didiossido di carbonio. Quando un suolo è dominatoda una biomassa batterica, ed è il caso dei modernisistemi agricoli, la capacità del suolo di trattenere ilcarbonio viene significativamente compromessa.

Le cellule dei funghi sono responsabili per buonaparte dell’immagazzinamento e la stabilizzazionedi buona quantità del calcio presente nel suolo. Ladr.ssa Ingham ha dimostrato che in un suolo poverodi funghi il calcio viene facilmente dilavato. Un talesuolo richiederà applicazioni frequenti di calce perrifornirlo di calcio. Una colonia fungina sana puòritenere fino al 95% del calcio aggiunto al suolo,rilasciandolo poi lentamente per le piante e

mantenendo una benefica azione di scambiocationico. I funghi micorrizici sono particolarmenteefficaci per fornire nutrienti alle radici delle piante.Questi sono dei funghi che colonizzano le celluleesterne delle radici delle piante, ma che pureestendono dei lunghi filamenti o ife lontano dallarizosfera, formando così un importantissimocollegamento tra le radici e il suolo. Potenzialmentetutte le piante possono avere rapporti benefici contali funghi, date le giuste condizioni.

I funghi micorrizici producono enzimi chedecompongono il materiale organico, rendonosolubile il fosforo ed altri nutrienti dalla rocciainorganica, e convertono l’azoto in forme assimilabilidalle piante. Inoltre ampliano l’area di suolo dallaquale le piante possono assorbire l’acqua. In cambiodi questa attività i funghi micorrizici ottengonocarbonio prezioso ed altri nutrienti dalle radici,questo è un rapporto di mutualismo reciproco(simbiosi) per entrambi i partners, con la pianta dauna parte che fornisce cibo per il fungo e il fungoche fornisce sia nutrienti che acqua alla pianta.

L’importanza dei funghi micorrizici per laproduttività e la salute della pianta spesso non èstata presa in giusta considerazione. I pini non sonospontanei in Porto Rico e quindi i relativi funghimicorrizici erano assenti in quel suolo. Per anni si ècercato di piantare pini in quell’isola, senza successo.I semi di pino germinavano bene e le piantinecrescevano fino ad un’altezza di 8 -10 cm, ma poirapidamente morivano. Nel 1955 si portò del suolodalle foreste di pino della Carolina del Nord in PortoRico e le piantagioni vennero inoculate. In un annotutte le piantine da seme inoculato crescevano fortie robuste, mentre le altre erano morte. Le analisi almicroscopio mostravano che le piantine sane eranocolonizzate da vigorosi funghi micorrizici.

Mentre i benefici dei funghi micorrizici non sempresono così sensazionali, è stato ben dimostrato edocumentato come le piante che presentano coloniedi tali funghi risultino più competitive e sopportinomeglio gli stress ambientali.

La struttura del suolo

Intorno alle radici i batteri formano uno stratovischioso. Producono residui che incollano leparticelle del suolo con il materiale organico inpiccoli gruppi sciolti chiamati microaggregati. Sifanno strada tra questi aggregati e li legano insiemedei filamenti, simili a nastri, le ife dei funghi, chestabilizzano ulteriormente il suolo e locaratterizzano come insieme di microaggregati. E’

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questa struttura aggregata del suolo, che appare unpo’ come una torta spugnosa alla cioccolata, cheeffettivamente resiste al compattamento eall’erosione, e favorisce la crescita ottimale sia dellepiante che dei microbi. La struttura di questiaggregati fornisce uno spazio adeguato per unagevole movimento dell’aria e dell’acqua. I microbibenefici, come le radici e molti altri organismiviventi, hanno bisogno di aria ed acqua persopravvivere.

L’acqua e l’aria rimangono imprigionati nei pori delterreno, finché non ce ne è bisogno, stimolando cosìun mix salutare di organismi benefici e facilitandola crescita delle radici. Gli animali più grandi, comei lombrichi, si muovono senza problemi tra gliaggregati, migliorando ulteriormente la struttura delsuolo e la salute delle piante.

Quando si lavora il suolo con attrezzature pesanti,gli aggregati vengono schiacciati, uccidendo alcuniorganismi e facendo uscire a forza l’acqua e l’aria.Le piante crescono con difficoltà in suoli del genere,non solo per la resistenza fisica data dalle particellecompattate del terreno, ma anche perché la beneficarete alimentare del suolo è stata seriamentedanneggiata. Se il suolo non è in grado di trattenereuna quantità sufficiente di ossigeno, i batterianaerobici e dannosi del -suolo prolifereranno,producendo tossine che uccideranno le radici ed altrimicrorganismi.

In generale gli organismi più grandi, nel suolo, sonoi primi ad essere danneggiati dal compattamentodel suolo stesso. Ciò include i lombrichi e i piccoliinsetti, che stanno all’apice della rete alimentare esono essenziali per tenere in equilibrio le popolazionimicrobiche. Quando questi organismi sonoscomparsi, il suolo, se non altrimenti disturbato, avràla tendenza a trasformarsi da suolo dominato dallapresenza di funghi, ad un tipo di suolomaggiormente dominato dai batteri. Questo altereràla disponibilità di nutrienti e la struttura del suolo,effettivamente limitando i tipi di piante che vipotranno crescere. Alcune specie di batteri anaerobiciprosperano in un suolo privo di ossigeno e possonoprodurre metaboliti chimici, come alcool, aldeide,fenolo ed etilene, che sono tossici per le radici e peraltri organismi. Se si continua a compattare il terrenofino ad eliminarne i pori, le radici avranno difficoltàa ottenere quantità sufficienti di acqua, aria enutrienti e si troveranno in condizioni di stressconsiderevole. Questo stress, aggiunto alladiminuzione di organismi benefici, potrà creare unasituazione in cui gli organismi patogeni per le piantepossono aumentare rapidamente e causare seri

problemi.

Eliminazione delle malattie

La dr.ssa Ingham ed altri del suo settore hannoscoperto che le radici di piante ben colonizzate daun insieme di batteri e specie fungine differenti, sonomolto più resistenti agli attacchi patogeni. I funghimicorrizici formano una barriera fisica impenetrabilesulla superficie delle radici, che varia in spessore,densità e specie di fungo secondo la specie dipianta, la salute della pianta stessa e le condizionidel suolo.

La presenza di questo fungo benefico gioca un ruolomolto importante nell’eliminazione delle malattie,sia attraverso la semplice interferenza fisica, sia perla produzione di sostanze che ne inibiscono losviluppo.

Alcune specie di funghi che si nutrono di altri funghi,come il Trichoderma, sono stati osservati mentrefisicamente attaccavano e distruggevano funghipatogeni. Il Dr. William Albrecht ha riferito che ilFusarium, una specie di fungo, spesso ritenutoresponsabile di molte malattie delle piante, puòinvece essere uno dei più comuni e benefici saprofitiin un suolo sano. Egli ha asserito che la linea diconfine tra simbiosi benefica e parassitismo puòessere molto sottile. Quando il Fusarium trova unaradice scarsamente nutrita, o comunque sotto stress,può diventare rapidamente patogeno.

Scomposizione di materiali tossici

L’uso di fertilizzanti chimici a base di sali tende acambiare la popolazione microbica del suolo. Moltetra le specie più fragili di microbi, vengonoseriamente danneggiate dai forti effetti osmotici deifertilizzanti concentrati. Come accade con ilcompattamento del suolo, un mutamento dipopolazioni microbiche può verificarsi in seguito adun’applicazione di fertilizzante, che porta poi ad unaridotta crescita globale delle piante ed ad unaumento dei patogeni. Esistono specie di microbiche sono in grado di sopportare gli effetti deifertilizzanti chimici. In effetti essi non fanno altroche utilizzare i materiali del fertilizzante per nutrirsi,e così facendo possono trasformare i componentidannosi in altri componenti meno dannosi per la vitadel suolo. La presenza di un materiale organicoqualitativamente vasto in un suolo può aiutare aridurre gli effetti dannosi dei fertilizzanti chimiciagendo come “paracolpi”. Quando i pesticidi e glierbicidi vengono applicati sul suolo, producono uneffetto immediato e tangibile, ma possono avere altripiù subdoli effetti residui per molti anni. Rimuovere

60 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda LA RETE ALIMENTARE DEL SUOLO

queste sostanze inquinanti dal suolo è piuttostodifficile. Una sana rete alimentare nel suolo puòessere d’aiuto anche per questo, riducendoeffettivamente le sostanze chimiche in materiali menotossici e anche facilitando l’ assimilazione di moltipesticidi in materiale organico, rendendole menodannosi per i microbi e per le radici e facilitandonela graduale degradazione. E’ una fortuna perl’agricoltore che molti pesticidi possano esseredegradati da certe specie di microbi nel suolo, sequesti sono presenti. Alcune specie di batteri, comeil Bacillus laterosporus, o il fungo Phanerochete,sono stati individuati come degradatori del 2,4 - D(erbicida specifico per erbacce a foglia larga) e delDDT. Attualmente si sta facendo molta ricerca suibiorimedi, usando microbi per abbattere diversetossine ambientali. In molti casi il biorimedio puòessere preferito rispetto ai trattamenti piùconvenzionali, perché è meno costoso è può esserepiù efficace nel rimuovere un’ampia varietà disostanze contaminanti.

Regolatori della crescita delle piante

In cambio delle sostanze nutritive essudate dalleradici delle piante, i microbi producono sostanzechimiche che stimolano la crescita delle ‘piante stesseo le proteggono da attacchi patogeni. Questesostanze comprendono le auxine, enzimi, vitamine,aminoacidi, indoli ed antibiotici. Queste molecolecomplesse riescono a passare dal suolo alle celluledelle piante e ad essere trasportate in altre partidella pianta, con minime variazioni alla strutturachimica, dove possono stimolare la crescita dellapianta e aumentarne la riproduzione. Possono inoltregiocare un ruolo molto importante nell’accrescerela composizione nutrizionale della pianta

È chiaro, sia dallo studio del lavoro della dr.ssaIngham che dal confronto di questo con precedentiricerche, che l’ecologia del suolo è stata largamentetrascurata nell’era dei fertilizzanti chimici e deipesticidi, e che la popolazione microbica di un suolorappresenta il fattore chiave per produrre unraccolto sano. Ogni pratica che riduca o provochidei cambiamenti nelle normali popolazionimicrobiche, come l’uso di sostanze chimiche inagricoltura e l’eccessivo, inappropriato sfruttamentoagricolo del suolo, ridurranno effettivamente ilpotenziale raccolto. L’adozione coscienziosa dimisure tese a favorire questo invisibile universodovrebbe migliorare la salute delle piante, ilrendimento e i benefici nutrizionali che potremmoottenere da queste piante.

// sito web del “Soil Foodweb Inc. “ della dr.ssaIngham contiene una grande varietà di notizie inclusiconsigli per prelevare campioni e scegliere i test piùadatti; informazioni su tappeti erbosi e la decorazionedi giardini e parchi, compost, e altri articoli. SoilFoodweb Inc. si trova in Oregon 97330 USA alseguente indirizzo: 1128.NE Td Ste. 120. Corvallìs.Tei. (541)725 5066 .Fax (541) 752 5142 e-mail:info@soilfoodweb. com

Una recente pubblicazione di USDA NRCS descrivegli organismi che vivono nel suolo e come siaimportante la loro attività per controllare l’erosionedel suolo, la qualità dell’ ‘acqua, la produttività dellecolture ed altre questioni relative alle risorse.

I protagonisti dell’ecologia sotterranea

-Funghi micorrizici - funghi che vivono in simbiosiattaccati alle radici delle piante e con i loro filamentiraggiungono il suolo circostante portando fosforo,altri minerali e acqua alle radici e proteggendole danematodi parassiti e funghi marci che si potrebberoattaccare alle radici.-Nematode ad “anello “ - è un nematode che nutre laradice che migra nel suolo mentre si nutre delleradici, quando la popolazione di questo tipo dinematode aumenta fino ad un certo limite, la salutee la produttività della pianta si riducono. -Nematodibenefici - specie di nematodi che si nutrono di batterie non di radici, i batteri hanno un alto contenuto diproteine che in cambio contengono molto azoto.Quando i nematodi mangiano questi batteridigeriscono le proteine e le trasformano in azotoche viene espulso come rifiuto nel suolo in una formaassimilabile dalle piante.-Spore di Pythium - fungo marcescente delle radici.Esempio di malattia che può apparire quando la retealimentare del suolo è degradata omanca di diversità di specie, le qualisopprimerebbero altrimenti tale fungo.Ectomycorrhizae - desiderabilissimo fungo micorrizicoche determina e modifica la forma delle radici neglialberi e negli arbusti. Le radici in queste condizionisono molto efficienti nell’assorbire fosforo, altrielementi nutritivi e acqua e sono protette da funghiche fanno invece marcire le radici e da nematodiparassiti. Fungo VAM - benefici funghi simbiotici chesi installano dentro le singole cellule del tessutoradicale.

Il glicosolfato può danneggiare gliorganismi benefici

II glifosato può rappresentare un rischio significativoper i vari acari predatori e parassitoidi secondo ilprossimo rapporto della Comunità Europea sugli

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erbicidi. I documenti sottoposti all’attenzione dellaComunità Europea mostrano che, anche secorrettamente impiegato per gli usi previsti, ilglifosato può danneggiare gli organismi benefici. Acausa di questo impatto potenzialmente significativo,la diffusione di questo erbicida ad ampio spettropuò avere conseguenze negative per le speciebeneficile che non siano bersaglio di questo erbicida,e per la biodiversità.Questo rapporto dettagliato, prodotto dal governotedesco come parte integrante di un processo diesame per determinare quali pesticidi potesseroessere ammesso nell’Unione Europea, fu completatonel Dicembre 1998. ancora se ne sta discutendo(Aprile 2000) tra gli stati membri e non è stato resoancora pubblico. All’inizio di quest’anno l’UnioneEuropea dovrebbe decidere se il glifosato saràaggiunto alla lista dei pesticidi ammessi. Comunqueil rapporto richiede che la decisione venga rimandataessendo ancora in sospeso altri studi in proposito.Poiché solo una piccola parte dei pesticidi è statapassata in rassegna i regolamenti dei singoli paesisono attualmente ancora validi. Ogni pesticida nonincluso nella lista sarà effettivamente bandito in tuttaEuropa.Monsanto è il maggior produttore del mondo diglifosato (l’ingrediente attivo del Round Up constabilimenti in USA, Belgio, Malesia, Brasile eArgentina. Negli anni passati la vendita di Roundupè incrementata di circa il 20% all’anno -in parte inrelazione all’ aumento di superficie coltivata concolture Roundup ( colture geneticamente modificate,rese tolleranti al Roundup). Stime preliminariindicano che approssimativamente sono state usate112.000 tonnellate di glifosato nel mondo, solonell’anno 1998.Recentemente, ulteriori preoccupazioni sono affiorateriguardo il possibile impatto del glifosato sulla saluteumana. Due studi svedesi hanno trovato un aumentodi rischio del linfoma non-Hodgkin, legato all’esposizione al glifosato. Secondo il prof. LennartHardell, il principale ricercatore di questoargomento, l’esposizione all’ erbicida aumenta ilrischio di questo tumore con un fattore di 3. Mentreil prof. Hardell riconosce che la misuraesemplificativa (quattro) in ogni studio è bassa e cheil rischio di contrarre il linfoma non-Hodgkin èridotto, crede comunque che i rischi siano sufficientia giustificare un’ulteriore ricerca più approfondita.Ci sono anche rapporti riguardo alle erbacce chestanno diventando resistenti all’erbicida. L’ultimocaso di segale resistente al glifosato in Australia hasollevato alcune questioni sulla possibilità di unaresistenza diffusa, in quanto ciò avverrebbe anchese l’agricoltore usasse un sistema di rotazione, cheè sempre stato creduto efficace per prevenire la

resistenza agli erbicidi da parte delle erbacce.

Il consorzio dei pesticidi (pesticide trust - un’organizzazione non governativa del Regno Unito) ha rivoltoun appello per una maggiore trasparenza nel processo diesame dei pesticidi nell’Unione Europea, e per la diffusioneimmediata dei documenti relativi.

La Pesticide Trust si trova a Eurolink Centre, 49,Effra Road, London SW2 1BZ - UKTel. (44-171)274 8895 Fax (44-171)274 9084 e-mail:[email protected]: www.gn.apc.org/pesticidetrust

La rete di azionerei pesticidi del Nord America faparte di un’organizzazione internazionale dedicataalla riforma dei pesticidi. Possono essere contattatial seguente indirizzo:49, Powell Street Suite 500, San Francisco, CA 94102-USATel (415)9811771 Fax (415) 9811991e-mail: [email protected] -website: www.panna.org

62 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda IL GRANO D’INVERNO

IL GRANO D’INVERNOSECONDO IL METODO MARC BONFILS

La rete alimentare del suolo è la comunità di organismi chevivono tutta o parte della loro vita nel suolo. Un diagrammasulla rete alimentare mostra una serie di trasformazioni(rappresentate dalle frecce) di energia e nutrimenti, quando unorganismo ne mangia un altro.

1.Perchè una copertura permanente di trifogliobianco? Il trifoglio bianco nano, strisciante, ècomplementare al cereale che ha un portamentoeretto.E’ una leguminosa - sintetizza l’azoto dell’aria neisuoi noduli - fa un tappeto perenne, e forma unacopertura vivente che limita l’evaporazione,favorisce la vita dei microrganismi, permette lapenetrazione delle piogge senza rischi didegradare la struttura del suolo, né di dilavarlo,capta e trattiene l’umidità della rugiada, evital’erosione.Questa copertura che conserva l’umidità nellastagione calda, favorisce la vita dei microrganisminegli strati superiori del suolo e permette losviluppo di alghe associate a batteri produttori diazoto. Queste alghe possono produrre da unminimo di 100 a 200 kg di azoto per ettaro, finoad un massimo di 500-600 kg sotto la coperturadel trifoglio.La copertura massima del suolo comporta unaproduzione massima di zuccheri perl’alimentazione dei batteri. Questi batteriforniscono da 5 a 6 ton. di cadaveri dimicrorganismi/ha, che possono arrivare fino a140-180 ton. sotto la copertura del trifoglio. Iltrifoglio farà concorrenza al grano nel suosviluppo solo tra la levata e la raccolta, cioè fraaprile-maggio e agosto. La semina a spaglio deltrifoglio con 5-6 kg per ettaro, in aprile.

2. perché una semina in superficie del cereale? Lasemina in superficie è possibile grazie alla coperturadel suolo da parte del trifoglio bianco che protegge lasemente.La semina in superficie protegge e permette unacrescita più rapida ed evita l’inutile allungamentodei gambi.La semina superficiale richiede al grano meno

consumo di sostanze nutritive e permette, in casodi forza maggiore, l’impiego di sementi piccole edi piante che hanno subito la stretta.Ogni seme preferibilmente dovrà essere pressatoa contatto col suolo.

3. Perché una semina precoce?La semina precoce permette una germinazionepiù rapida e soprattutto un allungamento moltoimportante della vita vegetativa.L’accestimento, che inizia allo stadio delle 7 foglie- primi di agosto - durerà 8-9 mesi, invece di 1-2mesi, come accadrebbe in caso di semina inottobre-novembre.L’inizio della fioritura - momento in cuicominciano a prendere forma le spighette - checomincia con l’allungarsi delle giornate (21 dic.solstizio d’inverno) avverrà a 25 foglie e per unadurata di 40-50 giorni (invece dei 15-20 giorni suuna pianta a 7 foglie, il che provoca alcuni abortidi spighette, nelle semine secondo le dateconvenzionali).La semina precoce permette un affondamentomolto importante delle radici, che sfruttano almassimo la ricchezza d’azoto del terreno tipicadei mesi caldi (agosto-sett.) e le pioggie d’autunno;questo radicamento profondo elimina ogni rischiodi dilavamento da parte delle pioggie autunnali ed’inquinamento della falda freatica (che ci puòessere anche in caso di coltura biologica obiodinamica).Queste radici forti permettono di immagazzinaretutta l’energia resa disponibile dalla fotosintesi.Nel mese d’agosto, il rizobio del trifoglio è il piùdisponibile: un cereale seminato, in agosto, chenon avrà ancora sviluppato le sue radici, lasceràquesto rizobio disponibile per le piante selvatiche.Al contrario un cereale seminato in giugnometterà questo rizobio a disposizione delle radici

63libera scuola “Emilia Hazelip” IL GRANO D’INVERNO scheda

del cereale allo stadio delle 7-8 foglie, nel momentodella fiammata della crescita, quando le radicisono in pieno sviluppo e capaci d’assorbire molto.Le radici forti, ottenute grazie alla semina precoce,che hanno immagazzinato delle riserve, userannola ricchezza accumulata nei momenti critici delperiodo di riproduzione, quando il suolo è freddoe i microbi sono, poco o per niente attivi. Cosìl’inizio della fioritura sarà intenso e con un grannumero di gemme terminali ben piene.

II forte bisogno di azoto, abituale al momentodell’accestimento, sparisce. L’accestimento saràmolto potente (100 talli di spiga per piede). Gliabbozzi di spighette non seccheranno. L’avviodella vegetazione in primavera sarà rapido. Graziealla semina precoce, il potere di concorrenza deicereali sulle piante selvati-che sarà invincibile:gramigna rovi, felci non dovrebbero resistere dopola levata del grano.La stretta prima della maturazione (fenomeno diinterruzione nella salita della linfa verso i chicchi,quando l’evaporazione e la traspirazione è ingentee il radicamento troppo ridotto non può piùalimentare i chicchi di linfa) sparisce: il chicco avràun peso specifico elevato.Dopo la mietitura, le radici del cereale raccolto sidecompongono dall’alto verso il basso. Le nuoveradici del cereale seminato in giugnopenetreranno nei canali lasciati dalle radici in viadi decomposizione e si nutriranno delle sostanzein decomposizione di queste radici, dei cadaveridei microrganismi e della rizosfera.Il suolo si arricchirà con gli anni e i rendimentidovrebbero aumentare.

Quando seminare?Per tutte le varietà moderne, bisogna seminare piùpresto possibile, dopo il solstizio d’estate (21 giu-), quando le giornate cominciano ad accorciarsi.Questo perché le varietà moderne contengononella loro memoria genetica dei caratteri dialternatività (varietà primaverili) o di semi-alternati vita (semi-invernali), che rischierebberodi farle andare in spiga nell’anno di semina, sefossero seminate più presto.Per le varietà molto invernali, non alternative, unasemina un po’ più precoce sarebbe possibile (dallaprima quindicina di giugno); questo potrebbeaumentare ulteriormente il rendimento. Sarebbenecessario, in questo caso, ridurre ancora ladensità della semina.Data limite per la semina: non seminare mai piùtardi di due mesi avanti le prime gelate, al cuiarrivo il cereale dovrebbe avere 7-8 foglie, stadio

iniziale dell’ accestimento e della massimaresistenza al freddo. Sarà allora necessarioaumentare la densità della sémina.Nb. Seminare in ottobre-novembre va.bene nellazona di Algeri o Marakech, perché le temperaturepiù elevate saranno raggiunte all’inizio del.lafioritura. E in questo stesso momento chearriveranno le piogge d’autunno: una semina piùprecoce in regioni aride provocherebbe il seccarsidelle piantine.

4. Perché una semina rada?La prima ragione che salta agli occhi, forsesecondaria, ma talvolta vitale: il risparmio dellesementi. Esempio estremo, in Africa, seguendo lapluviometria:

Cercate, dunque, di recuperare la semente con 150kg/ha e 20 mm di pioggia!La semina rada permette lo sviluppo e lasopravvivenza del trifoglio bianco, cherappresenterà un nutrimento essenziale per ilcereale nel corso degli anni. Una semina fittaimpedirà che il sole raggiunga il trifoglio che,perciò, scomparirà. La semina rada permettesoprattutto di conservare in buono stato ilpotenziale massimo di produzione, ottenuto dallasemina precoce: evita la concorrenza del granocol grano. Lascia ad ogni pianta il tempo e lospazio, perché possa sviluppare al massimo le sueradici, che altrimenti non potrebbero accumularele riserve necessarie. Il radicamento del grano èfascicolare e strisciante. Da questo radicamentodipende la produzione e la qualità del raccolto. Ilnumero di spighe è proporzionale alla quantitàdi radici avventizie striscianti. Il numero di chicchiè proporzionale alla quantità proporzionale allalunghezza delle radici.La semina deve essere tanto più rada, quanto piùè precoce. Quando si seminava presto una volta(ad esempio, il 22/7 in Champagne), ma a grandedensità (200 kg/ha), si ottenevano dei rendimentibassi o molto bassi: la densità di semina nonavrebbe dovuto oltrepassare 16 kg per ettaro.Quando il grano è consociato al trifoglio bianco,

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64 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda IL GRANO D’INVERNO

ha la tendenza ad allungarsi e ad allettarsi, acausa della sua ricchezza in azoto rispetto alcarbonio: bi-sogna perciò ridurre la densità dellasemina. La semina rada comporta la massimacaptazione della luce solare, una grande superficiefogliare, per una migliore fotosintesi ,il che evitala fame di carbonio, i rischi di stretta, accresciutidalla maggiore superficie fogliare, sarannolargamente compensati da un apparato radicalemolto sviluppato. La semina rada, che permettela massima insolazione, assicura una granderesistenza alle malattie.Semina distanziata: quale densità?La densità di semina deve variare secondo il vigorevegetativo delle varietà scelte. Per le varietàmoderne, precoci, a paglia corta, a debole vigore:4 piante al mq: 50 cm da tutte le parti, il checorrisponde a circa 2 kg di seme per ettaro.Se si tratta di varietà anteriori al 1826, tardive, apaglia lunga, di grande vigore vegetativo: 1,5piante al mq: 80 cm in tutte le direzioni, il checorrisponde a circa 0,7 kg di seme all’ettaro.NB. Il vigore vegetativo della segale ègeneralmente superiore a quello del frumento.

5. Quali varietà di cereali? Tutte le varietà attualmente presenti sul catalogodelle sementi hanno come antenato la varietà Noé(1826). Noè viene dalla Russia, ma i suoi genitorisono dell’Africa del nord. Esso è derivato da unincrocio con una varietà primaverile, alternativa,adattata alle regioni mediterranee. Queste varietà,derivate da Noè sono mutate secondo le regioni,ma hanno per caratteristiche comuni: la pagliacorta, ritmo di sviluppo primaverile, tallituraridotta, debole. sviluppo radicale, sensibilità alfreddo e alla ruggine.Tutto questo provoca un aumento dei rischi distretta, nonostante i genitori siano in originevarietà resistenti a questo fenomeno. Perché si sono verificati tali incroci? Essenzialmente per ricercare la precocità acompensazione della semina tardiva dopo lebarbabietole da zucchero nelle regioni cerealicole.Le paglie corte sono anche un vantaggio per lameccanizzazione, nelle regioni in cui la paglia èpiù un handicap che una ricchezza.

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oiaznemesoiggaSerbottooizini onguigenifslifnoBodoteM

qmxetnaipid°N 053 001a08 4a3 2a5.1

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65libera scuola “Emilia Hazelip” IL GRANO D’INVERNO scheda

Obbiettivo attuale della selezione: paglia corta e precocità, il che comporta:-abbassamento delle capacità di tallitura e dicompetizione con le erbacce;-abbassamento della forza di radicamento.Tutti questi handicap sono, certamente,compensati da apporti chimici, trattamenti dellesementi, diserbanti ante e post levata, concimisolubili in apporti frazionati, ormoni regolatoridella crescita, pesticidi.

Come riconoscere le varietà antiche dallemoderne.Cosa bisogna ricercare?-varietà anteriori al 1826-paglia lunga forte vigore vegetativo-piano di accestimento largo-forte resistenza al freddo-maturazione molto tardiva-tipo inverno o molto invernali, inizio fiorituraquando la pianta ha ricevuto almeno 600-700°Cdi t° totale (800° C° per le varietà Poulard), grandesuperficie fogliare per una migliore fotosintesi, nonha carenze di carbonio rischio di strettacompensato da un sistema radicale molto potente1. parte aerea2. parti radicali

Cosa bisogna evitare?-varietà moderne esotiche-paglia corta-debole vigore vegetativo-piano di accestimento stretto-debole resistenza al freddo-precocità-tipo alternativo o semi alternativo-l’inizio della fioritura a 400°C di temperaturatotale-ridotta superficie fogliare per limitarel’’evaporazione e i rischi di stretta con le seguenticonseguenze:-carenza di carbonio-grande consumo di concimi solubili-buoni risultati contro la stretta, in caso diirrigazione, se le linee parentali provengono davarietà resistenti alla siccità12 parti aeree1 parte radicale

Qualche varietà da ricercare1. Ralet2. Vittoria d’autunno3. Principe Alberto4. Chiddam d’autunno5. Dattel6 Golden Top7. Shirrif a spiga quadrata8. Grano Poulard. d’Alvernia9. Grano ibrido quadrato gigante bianco10. Segale di Schlanstedt

Le varietà da 2 a 7 sono originarie della GranBretagna.Il grano è una pianta autogamia, gli incrocidevono dunque essere provocati. Tuttavia in casodi forte calore durante la fecondazione, le giumellepossono aprirsi e il vento potrà causare l’incrociodei cereali. Così sono stati trovati dei tipi di triticalinaturali in URSS. I criticali attuali, che sonoformati a partire dalla segale (forte vigorevegetativo) e grano primaverile (debole vigorevegetativo sotto i nostri climi), sono da evitare.

NDR. Il metodo è stato indicato per la Beauce,per cui per altri climi occorre modificare le date ele specie di leguminose.

Damien Tabard

66 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda PIANTE E LORO FAMIGLIE

PIANTE E LORO FAMIGLIE

Liliaceae:aglio, cipolla, porro, asparago, erba cipollina

Chenopodiaceae:bietole, spinacio, barbabietola, tetragonia

Compositae:carciofo, cardo, crisantemo balsamico, cicoria, dragoncello, girasole, lattuga, tarassaco, scorzabianca,scorzonera, bardana, topinanbour, calendula

Crociferae:cavolo, cavolfiore, crescione, senape, rapa, ravanello, daikon, rucola

Cucurbitaceae:cetriolo, cetriolini, zucca, melone, anguria

Papilionaceae (leguminose):fava, fagiolino, lenticchie, pisello, cece, arachide, fieno greco, trifoglio, erba medica

Ombelliferae:angelica, anice (pimpinella anisum), carota, sedano , coriandolo, finocchio, pastinaca, prezzemolo,cerfoglio

Solanaceae:melanzana, peperoncino, peperone, patata, pomodoro, alkekenge

Boraginaceae:borragine, pulmonaria

Graminaceae:Grano, mais, orzo, segale, avena

Portulacacea:portulaca

Rosaceae:fragola, sorbo

Valerianacea;valeriana, valerianella

Tropaeolaceae:nasturzio majus

Labiatae:timo, basilico, menta, origano, salvia, origano

Amaranthaceae:amaranto

Convolvulaceae:patata americana

67libera scuola “Emilia Hazelip” SINERGIE NELL’ORTO scheda

IntervistaTratto da: “Jardin Synergétique”, da “Les réalités de l’écologie” n. 57

Nessuna ordinata fila di carote o di fagioli, niente vanghe in giro, niente spazi di terranuda, niente concimi, niente compost… A prima vista l’orto “sinergetico” da l’impressionedi un gran... casino!Ma guardandolo da più vicino ci si rende conto che questa confusione è in realtàscrupolosamente organizzata

COME FAR SÌ CHE LA NATURA LAVORI DA SOLA... O QUASI!SINERGIE NELL’ORTO...

PATRICE GREVE

Incontriamo Emilia Hazelip in uno dei più bei postiche mai ci sia capitato di vedere: la tenuta diCourmettes, a Torrette sur Loup, localitàarroccata sulle montagne, le Alpi Marittime chesovrastano Cagnes sur Mer.Emilia, uno dei pionieri della permacultura inFrancia e in Europa, da una decina d’anni stasperimentando quel che leichiama agricoltura sinergica.Qui a Courmettes ha avuto adisposizione una vasta area incui impiantare un orto/giardino ispirato alle sueintuizioni, con risultatidavvero eccellenti.Ma vale la pena di parlare unattimo di questa tenuta di 6OOettari, gestita da unaquindicina di persone chevivono in comunità. Essendouno dei rari spazi selvaggidella Costa Azzurra èparadossalmente minacciataproprio dagli amanti dellanatura. Con un’invasioneestiva che si aggira attorno aidue milioni di turisti, laminaccia dovuta ad incursionifrequenti e maldestre è seria.Per proteggere questo luogomeraviglioso è stata presentatarichiesta di status di riservanaturale a scopo pedagogico.A fronte della bellezza diCourmettes, ma anche dellaforza che ne promana - secondo Antoine,direttore del centro, “è un luogo forte, chefavorisce le mutazioni e le idee innovative” -l’esperienza dell’agricoltura sinergica non potevatrovare ambiente più adatto.D’altra parte, Tourrette sur Loup è famosa inFrancia per tutta una serie di iniziative culturali edi pratiche “alternative”, che coinvolgono ogni

anno centinaia di persone, e che spaziano dai corsidi alimentazione, alla psicologia, alla pittura, allamusica. Qui, nel febbraio di quest’anno, si è tenutoun fantastico concerto di musica classica indiana- con Alain Pantelemonoff al sitar, e GèrardKurdjan al tablas - veramente unico nel panoramadegli eventi musicali europei.

Prima di parlare con Emilia,dunque, abbiamo potutovisitare il centro e così ci siamotrovati nei bel mezzodell’orto/giardino “sinergico”.La prima sorpresa, quando sientra, è vedere la verduracrescere in disordine, su zolledi terra, oblunghe, lunghe ottometri per un metro e venti dilarghezza.La regola è che necessita unospazio per le piante ed unulteriore spazio per ilpassaggio, per evitare che,mischiandoli ne risulti uncompattamento del suolo.Questo perché in un suolotroppo compatto l’aria noncircola e non cresce niente.Così, le zone di coltura sonoben determinate, la loro formaarrotondata offre un notevoleguadagno in superficieproduttiva. In più, tutte questezone sono coperte da mulch,ossia da uno strato dipacciamatura che preserva la

materia organica, impedisce il dilavamento ed ilcompattamento causati normalmente dallapioggia, diminuisce l’evaporazione in estate eprocura al terreno un microclima in grado diridurre gli sbalzi di temperatura troppo bruschi.Se si protegge bene il suolo, in questo modo, poinon c’è necessità di rivoltarlo ogni anno, perarearlo ulteriormente. Non è più neppure

68 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda SINERGIE NELL’ORTO

necessario fertilizzarlo, perché si mantiene dasolo.In inverno, invece di togliere tutte le piante, perlasciare il suolo nudo - il che causa inevitabilmenteerosione - si lascia qualche pianta, qualche radice,la cui decomposizione assicura una riserva dimateria organica per l’anno successivo. Questo èestremamente vantaggioso.Per fare un esempio: i porri sono tagliati al livellodel bianco, cosa che permette di ottenere unsecondo raccolto in capo a due o tre settimane, almassimo. In seguito, si lasciano le radici -a marcirenel suolo, o a rigenerarsi per avere dei semi l’annodopo.Si calcola che una pianta debba la sua vita e lasua composizione per il 75% all’acqua, per il 20%all’aria, e solo per il 5% al suolo (azoto e minerali).Dunque, se si lascia una parte della pianta neisuolo, dopo il raccolto, si restituisce piùfertilizzante di quanto la pianta stessa non avesseconsumato.E il grande principio dell’orto sinergico: produrrepiù energia di quanta non se ne consumi.In questo orto/giardino sperimentale la zucca èaccanto alla pianta di pomodoro che a sua voltaè vicina al fagiolo o al peperone.Questo perché si ritiene che in associazione lepiante crescano meglio, e si difendano meglio dallemalattie e dai parassiti.L’ associazione di piante la anche parte delprocesso di autofertilizzazione del suolo. Qua elà, fra le piante coltivate, si possono vedere fiori oerbacce che qui vengono però chiamate piantespontanee.Non le si toglie, o almeno non le si toglie tutte,

perché essendo indigene, attirano su di sé moltiinsetti e lottano efficacemente i parassiti.Il principio seguito è questo: associare la massimaquantità di specie possibile, comprese quellegeneralmente considerate inutili.Emilia Hazelip afferma che occorre permetterel’esistenza di un certo numero di parassiti, perchéalle volte questi fanno parte di una catena positivaper la coltivazione.Ad esempio, se si sradicano le colonie di pidocchi,le coccinelle, che se ne nutrono, non verranno piùe così non ci sarà più modo di controllarne ladiffusione in caso di nuova invasione - almenofino al ritorno, peraltro non certo, delle coccinelle.Non ancora risolto è il problema delle lumache.Le anatre, che hanno un piccolo stagno in mezzoall’orto, si sono dimostrate inefficaci... dormonoproprio quando le lumache sono in pièna attività!Emilia Hazelip cerca dunque nuovi predatori, perportare avanti la lotta in termini strettamente“bio”.Ora sta provando ad introdurre i porcospini locali,in cooperazione con un ricercatore universitario,e sta anche sperimentando l’efficacia del Carabo,un piccolo coleottero che non si ciba di piante eche invece è un predatore naturale di lumache.Il giardino sinergico è in definitiva un piccoloecosistema, costruito, certo, ma destinato aseguire ritmi di vita dei tutto naturali. A benvedere si tratta di un’idea estremamente semplice,e forse proprio per questo è al di fuori dell’orbitadegli scienziati e dei tecnocrati che governanogran parte della politica agroalimentare dei nostripaesi.

69libera scuola “Emilia Hazelip” ERBE MAGICHE scheda

Erbe magiche (non per uso ricreativo)

SYMPHYTUM OFFICINALE(Consolida maggiore varietà ibrida russa)

È una pianta perenne dimenticata da molti giardinieri, anche se offre tante qualità che possono essereutilizzate in varie coltivazioni:• Materiale per il compost; è un attivatore accelerando il processo di decomposizione• Pacciamatura, specialmente per le patate• Fertilizzante liquido, specialmente adatto per i pomodoriLe radici di consolida, un po’ come quelle degli alberi, scavano in profondità.Per ottenere il massimo risultato si deve aspettare per tre o quattro anni (come per rabarbaro e asparago),per poi mantenere tale produzione fino a 12 anni.La riproduzione avviene per talea, tagliando un pezzo di radice e piantandolo ad una distanza di 60cm l’una dall’altra. L’ideale sarebbe lasciare la pianta per almeno un anno per poi cominciare araccoglierne regolarmente le foglie ogni sei settimane.Cresce in climi diversi, dal Kenya all’Inghilterra, da notare anche il fatto che è una delle poche pianteche ci forniscono la vitamina B12. Assieme ai molti altri nutrienti che ci fornisce costituisce un buonalimento per vegetariani stretti e vegani.È un eccellente fertilizzante per patate, cipolle, fagioli e piante arboree.

Ricetta del fertilizzante liquido

Bidone da 200 litri, con un tappo (così può essere facilmente svuotato), e 14 Kg di consolida, appenatagliata. Riempite il bidone con acqua (possibilmente di pioggia) e chiudete bene con un coperchio. Lapianta si trasforma velocemente in un liquido nero, con una crosta in superficie. Dopo quattro settimaneil fertilizzante liquido può essere usato diluito o concentrato nell’orto.Ottimo risultato usato sui pomodori. Avendo una forte concentrazione di potassio (di più delfertilizzante di alghe marine) può essere commercializzato come fertilizzante.

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ILARENIM gm ENIMATIV g001/gm IDICAONIMA %

enetoracateB 5.572 A 05 aninigrA 39.0

oiclaC 6.1 1B 5.0 aniditsiH 74.0

orofsoF 597.0 2B 0.1 anisyL 50.1

oisengaM 26.0 21B 7.0 aninanalynehP 91.0

oissatoP 71.8 C 0.001 anitsyC 1.0

oidoS 84.0 aninoihteM 62.0

ofloZ 812.0 aninoerhT 27.0

esenagnaM 0.001 anicueL 56.1

emaR 0.51 anicuelosI 16.0

otlaboC 8.3 anilaV 98.0

ocniZ 8.3 anicylG 99.0

orreF 0.0021 aninalA 2.1

onedbiloM 3.0 anilorP 29.0

ocimaculgodicA 98.3

ocitrapsaodicA 39.2

anilreS 29.0

anisorhT 95.0

otnalpotpyrT 56.0

70 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda ALLA RICERCA DELLA CULTURA PERMANENTE

Da “Les réalités de l’écologie”Intervista a Emilia Hazelip

ALLA RICERCADELLA CULTURA PERMANENTE

La permacultura è la “cultura permanente”...Ma cosa significa “cultura permanente”?Il significato di permacultura è questo: la societàdipende in maniera permanente dall’agricoltura,dunque non possono esistere società, culturedurevoli, senza un’agricoltura che lo sia a propriavolta.Ma l’agricoltura chimica non si è dimostrataormai agricoltura durevole?Sa cosa penso? Che l’agricoltura chimica si siasviluppata, a partire dalla seconda guerramondiale, per permettere alle industrie chimiche,ai fabbricanti di gas nervini e via dicendo, dicontinuare a far profitti.Più questa agricoltura si espande, più aumental’inquinamento delle falde acquifere, più il suolosi deteriora... Altro che durabilità!In che cosa si differenzia la permaculturadall’agricoltura biologica diciamo “normale”?È molto semplice: l’agricoltura ha un suo postoall’interno della permacultura, che è però unavisione più globale dell’organizzazione umana. È,potremmo dire un’organizzazione degli spazi, ilcui obiettivo consiste nel produrre più energia diquanto l’uomo non ne consumi. In permaculturac’è una ricerca costante di coscienza di quel chesi fa e di come fo si fa.Ma, alla sua base, stanno comunque le relazioniesistenti fra gli ecosistemi naturali?Sì, o con ecosistemi ricreati a partire da modellinaturali. Non bisogna dimenticare che gran partedegli ecosistemi naturali è già stata distrutta - mapossono essere ricostruiti.Sì può perciò dire che la Permacultura sia unsistema di pensiero, una filosofia globale?È un’etica globale, è un modo di considerare ilproprio luogo all’interno di una serie di elementidiversi, adottando un punto di vista ed unatteggiamento bio-regionalista, aperto al mondo.Non è detto che sia facile; occorre tener presenteche molte cose non sembrano basilari, quando siè abituati a pensare linearmente. Fra l’altro, lapermacultura è un esercizio di pensiero olistico,ossia globale. In permacultura, tutto è inrelazione, tutto si tiene.Qual’è la sua origine?Il pioniere per eccellenza è un; australiano. BillMollison, che oggi ha 60 anni.Lasciò questa società di vandali, lasciò tutto perritirarsi a vivere nei boschi.

Poi, comprese che questo poteva essere un buonmodo di sottrarsi ad uno stile di vita inaccettabile,ma che, comunque, la distruzione sarebbecontinuata… Così ha cominciato a pensare adun’alternativa reale, praticabile, a questadistruzione programmata, e non attraverso laproposta apparentemente più facile, quella dellalotta diretta, inevitabilmente feroce, ma attraversomezzi che potremmo definire postivi, o comunquepropositivi.Insieme ad altri, certo, ha cercato di mettere apunto un sistema di azione che comporti beneficiper la terra, per il pianeta, e che mostri alla gentecome si possa vivere davvero in armonia con lanatura.E su quale retroterra si è appoggiato?Essenzialmente, e mi pare del tutto ovvio, sulletradizioni degli aborigeni australiani. Poi sui lavoridi Fukuoka, un giapponese che ha passatocinquant’anni a spiegare come l’aratura sia unapratica inutile. Ma la permacultura si ispiracomunque a tutte le tradizioni ed a tutti gli studiche abbiano elementi di coerenza con il principiodi vivere senza distruggere, che è poi esattamentequel che dobbiamo imparare.Le vostre tecniche sono più costose, in terminidi tempo, di lavoro, di materiali, rispetto ad altretecniche agricole?No: forse il maggior ostacolo perché lapermacultura si affermi su larga scala,definitivamente, sta nel fatto che esistono radicati

71libera scuola “Emilia Hazelip” ALLA RICERCA DELLA CULTURA PERMANENTE scheda

abitudini, modi di lavoro sbagliati, ma difficili daabbandonare, perché sono stati praticati perdecenni, se non per secoli Ma noi vediamo chechi inizia a lavorare seguendo subito i canoni dellapermacultura si trova benissimo, anche perché,per quanto riguarda ad esempio il terreno, nondeve ripetere gli stessi lavori ogni sei mesi, comeaccade sia nell’agricoltura chimica che in quellabiologica…Può farmi un esempio di come si sviluppa unprogetto agricolo basato sulla permacultura?Si parte da un luogo e da una pianificazione. Sene studiano tutte le risorse, le conseguenzeprobabili delle nostre azioni, i fattori cheimpongono determinati limiti. L’obiettivo finale èquello di ottenere la produzione migliore, colminimo di consumo. La pianificazione èessenziale, meglio sarà fatta, meglio sarannoimpiegate le risorse Ciò che, in una certa fase, oper una certa specie è scarto deve diventare fontedi alimentazione per la fase o per la speciecollegata più da vicino. La cosa importante non èil numero degli elementi collegati, ma il modo incui questi sono collegati.Dove possiamo vedere degli esempi realizzati?Ce ne sono molti nei paesi anglosassoni, mentrela permacultura è ancora marginale nei paesimediterranei.E per quel che riguarda i paesi CEE?In Danimarca, Norvegia e Germania lapermacultura gode di sostegni istituzionali. LaPolonia, fra l’altro, ha chiesto all’IstitutoInternazionale dì Permacultura di aiutarla nellasua riforma agricola.In Francia ci sono corsi di formazione, in cui sonomolto impegnata. Fra l’altro sto cercando dimettere in opera attività di permacultura a livellourbano.Ma è possibile?Altroché. Nei paesi anglosassoni, anzi, è unapratica molto diffusa, nei piccoli spazi verdiattorno alle case…Spesso i classici prati sonotrasformati in orti. E si può fare anche sulleterrazze, sui balconi. Si possono usare anche lesuperfici verticali.Ma c’è gente che trova ancora il tempo dicoltivare da sé il proprio cibo?È solo una questione di atteggiamento. Quantagente cura piante ornamentali? Nulla impediscedi sostituirle con piante commestibili... che d’altraparte possono essere altrettanto decorative! C’èun... potremmo definirlo “paesaggismo com-mestibile”, molto legato alla permacultura,diventato una moda nei paesi anglosassoni e chepermette produrre del cibo su superfici che non

erano mai state prese in considerazione…Ad esempio?Ad esempio, il villaggio di Davis, in Califomia,pianificato in permacultura da più di dieci anni,giunto oggi alla sua fase di sviluppo ottimate. Lacosa più importante è che più ci si avvicina aquesta fase, meno bisogna lavorare per ilmantenimento. Oggi come oggi, a Davis, si dice:“ma che ci dobbiamo fare con tutta questa robada mangiare che cresce da sola”?!Potrebbe sintetizzarmi i principi base dellapermacoltura?Sì, si possono riassumere in una trilogia: prendersicura della terra, prendersi cura della gente,prendersi cura di se stessi.La permacultura è un “non sfruttamento” dellaterra?È viverci insieme invece che contro.... è conoscerela natura profonda di tutto ciò con cui siamo inrelazione, un interazione, per poterne usare senzasfruttarlo.Potrà diventare un sistema generalizzato, estesoa tutto il mondo, o è destinata a restareun’esperienza, oltretutto marginale, in queipaesi abbastanza ricchi da poterselapermettere?E perché mai? La permacultura ha un senso anchee soprattutto nei paesi poveri, dato che permettedi minimizzare l’intervento meccanico. Può esseremessa in pratica ovunque.In Australia, la terra in cui la permacultura ènata, esiste una banca per la preservazionedelle specie selvatiche?Ah, certo! C’è una banca di sementi di cerealiantichi, in via di sparizione. Serve a conservare ea fare in modo che chiunque possa usufruirne;l’eredità genetica in tutta la sua diversità. Da tuttoil mondo possono essere inviate sementi, perchésiano catalogate, e chiunque può fare ordinazioni.Oggi si tende soprattutto ad operaremanipolazioni genetiche per ottenere specie piùaffidabili. In realtà si ottengono prodotti moltodeboli…Per quel che riguarda il potere nutritivo?Non soltanto, anche e soprattutto per quel cheriguarda la salute della pianta. Sono piante chedovranno fare i conti con le condizioni naturali.In realtà mi sembra che saranno utili soprattuttoal business fitosanitario, che già oggi hatrasformato l’agricoltore nell’anello di una catenaeconomica, in cui è fortemente penalizzato, alcontrario delle imprese multinazionali che sistanno aprendo nuovi mercati proprio attraversol’ingegneria genetica.

72 libera scuola “Emilia Hazelip” scheda ALLA RICERCA DELLA CULTURA PERMANENTE

Mentre in italiano si è prodotta una differenziazionefra coltura e cultura, parole la cui origine comune è deltutto evidente, in francese culture sta sia per culturache per coltura, e infatti si dice permacultureeagriculture cosi come cultura contadina o culturascolastica, laddove da noi il termine corretto èagricoltura, o permacoltura, a fronte di culturacontadina o cultura scolastica.

Per saperne dì più:MARCO SPINOSA, Introduzione alla Permacoltura,AAM TerraNuova/Macro edizioniMOLLISON, HÒLMGREN, Permacoltura, Ontignano

Uno stile di vita non predatore

La permacultura è una sapiente miscela di ideenuove e di antica saggezza, che si traduce in unostile di vita “non predatore”.Basata su un’agricoltura durevole e sul massimodi autosufficienza dei consumatori, vacontrocorrente rispetto alla logica attuale disviluppo e rispetto alla mentalità corrente nellanostra società, prigioniera di un duplice inganno:la mancanza di tempo e la mancanza di spazio.Il lavoro, in permacultura. si basa essenzialmentesu una programmazione logica e pragmatica deglispazi, dei lavori e delle persone, rispettando almassimo il corso naturale delle cose.Osservandola da vicino, si può rilevare comequesta moderna modellizzazione si basi su unarigorosa osservazione, in vivo, dei processinaturali.In permacultura, non si esita a piantare fiori nelbel mezzo dell’orto, a lasciare i papaveri nei campidi cereali, dato che è dimostrato come questeassociazioni siano del tutto favorevoli, soprattuttoper quanto riguarda il mantenimento della fertilitàdel suolo.Ancora, negli USA i permacultori usanonormalmente una certa razza di oche perdiserbare i campi. Queste oche mangiano solo un

certo tipo di erbe, dannose per le coltivazioni; inIndia, la coltivazione “ragionata” delle palmebabassu, native del luogo, si è mostrata piùredditizia dello sfruttamento dei profondi pozzidi petrolio...La forza della permacultura, sta nella sua capacitàdi ottenere, con metodi strettamente naturali,risultati migliori di quelli derivanti dall’uso dellachimica.