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L'immigrazione Aperta da Fabio Colasanti il 14 Giugno 2015 (fino al 7 maggio 2016) Stiamo discutendo di immigrazione in posti diversi. Visto che purtroppo il tema dominerà l'attualità dei prossimi mesi, propongo di discuterne in uno spazio dedicato. Copio qui alcuni contributi passati. Visualizzazioni: 2769 Risposte a questa discussione Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 1:19 Fabio Colasanti 7 Giugno 2015 a 1:09 Considerazioni forse un po' forti, ma non campate in aria. http://www.corriere.it/editoriali/15_giugno_06/i-migranti-paradosso... Fabio Colasanti 8 giugno 2015 Non sarà facile avere una risposta soddisfacente alla proposta della Commissione. Il nostro governo comunque si da parecchio da fare. http://www.euractiv.com/sections/justice-home-affairs/many-eu-count... giorgio varaldo 8 giugno Visto che il documento parla di "asylum seekers" e non di migranti non credo ci sia da far molto affidamento sulla UE per chi non in possesso di tali requisiti (almeno il 75% del totale) Se poi consideriamo la situazione europea con il burgenland nel quale la SPD va al governo con la FPO su chiare posizioni di chiusura verso l'immigrazione di affidamento sull'europa proprio non dovremmo farne. Fabio Colasanti ha detto: Non sarà facile avere una risposta soddisfacente alla proposta della Commissione. Il nostro governo comunque si da parecchio da fare. http://www.euractiv.com/sections/justice-home-affairs/many-eu-count... Fabio Colasanti 9 giugno Un po' di fatti sulla ripartizione degli immigrati per regione. http://www.lavoce.info/archives/35601/e-tutto-politico-il-no-ai-pro... giorgio varaldo 10 giugno anche a roma pare vi siano le stesse situazioni viste in friuli con italiani in difficoltà senza aiuti ed aiuti solo per l'accoglienza tipico caso di guerra fra poveri. ma l'aspetto più preoccupante è la strumentalizzazione fatta dai media di destra e la quasi totale assenza di informazione a sinistra solo stamane un breve flash ad agorà ed infatti l'unico quotidiano che riporta la notizia è il giornale http://www.ilgiornale.it/news/politica/roma-nuova-protesta-degli-it... il consenso del PD a roma è precipitato al 17% e se c'è da stupirsi è per il dato ancora elevato. La sinistra deve cambiare completamente registro le visioni buonistiche (per intenderci alla sandra) portano solo al disastro e non del PD di renzi ma di tutto il PD. MI auguro renzi voglia prendere provvedimenti pesanti anche superando i limiti sino ad ora mai passati. Alternativa? prossimo PdC con cravatta verde giorgio varaldo 13 giugno Sondaggio euromedia la destra a guida lega sorpassa PD ed alleati. Come prevedevo ci siamo arrivati. Ed ora chiudere FRONTEX via tutte le navi europee e porti chiusi per chi raccoglie clandestini in mare . Tornado sulla libia.Non deve rimanere intera neanche una barchetta di carta Sara' uno scenario da brivido ma sempre meglio di una italia leghista

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L'immigrazione Aperta da Fabio Colasanti il 14 Giugno 2015 (fino al 7 maggio 2016)

Stiamo discutendo di immigrazione in posti diversi. Visto che purtroppo il tema dominerà l'attualità dei prossimi mesi, propongo di discuterne in uno spazio dedicato. Copio qui alcuni contributi passati.

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Risposte a questa discussione

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 1:19 Fabio Colasanti 7 Giugno 2015 a 1:09 Considerazioni forse un po' forti, ma non campate in aria. http://www.corriere.it/editoriali/15_giugno_06/i-migranti-paradosso... Fabio Colasanti 8 giugno 2015 Non sarà facile avere una risposta soddisfacente alla proposta della Commissione. Il nostro governo comunque si da parecchio da fare. http://www.euractiv.com/sections/justice-home-affairs/many-eu-count... giorgio varaldo 8 giugno Visto che il documento parla di "asylum seekers" e non di migranti non credo ci sia da far molto affidamento sulla UE per chi non in possesso di tali requisiti (almeno il 75% del totale) Se poi consideriamo la situazione europea con il burgenland nel quale la SPD va al governo con la FPO su chiare posizioni di chiusura verso l'immigrazione di affidamento sull'europa proprio non dovremmo farne. Fabio Colasanti ha detto: Non sarà facile avere una risposta soddisfacente alla proposta della Commissione. Il nostro governo comunque si da parecchio da fare. http://www.euractiv.com/sections/justice-home-affairs/many-eu-count... Fabio Colasanti 9 giugno Un po' di fatti sulla ripartizione degli immigrati per regione. http://www.lavoce.info/archives/35601/e-tutto-politico-il-no-ai-pro... giorgio varaldo 10 giugno anche a roma pare vi siano le stesse situazioni viste in friuli con italiani in difficoltà senza aiuti ed aiuti solo per l'accoglienza tipico caso di guerra fra poveri. ma l'aspetto più preoccupante è la strumentalizzazione fatta dai media di destra e la quasi totale assenza di informazione a sinistra solo stamane un breve flash ad agorà ed infatti l'unico quotidiano che riporta la notizia è il giornale http://www.ilgiornale.it/news/politica/roma-nuova-protesta-degli-it... il consenso del PD a roma è precipitato al 17% e se c'è da stupirsi è per il dato ancora elevato. La sinistra deve cambiare completamente registro le visioni buonistiche (per intenderci alla sandra) portano solo al disastro e non del PD di renzi ma di tutto il PD. MI auguro renzi voglia prendere provvedimenti pesanti anche superando i limiti sino ad ora mai passati. Alternativa? prossimo PdC con cravatta verde giorgio varaldo 13 giugno Sondaggio euromedia la destra a guida lega sorpassa PD ed alleati. Come prevedevo ci siamo arrivati. Ed ora chiudere FRONTEX via tutte le navi europee e porti chiusi per chi raccoglie clandestini in mare . Tornado sulla libia.Non deve rimanere intera neanche una barchetta di carta Sara' uno scenario da brivido ma sempre meglio di una italia leghista

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Ed a chi contrario verra' affidato un clandestino da ospitare a casa propria.

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 1:25 Fabio Colasanti, 13 giugno Giorgio, purtroppo sapevamo tutti che l'immigrazione è un tema rovinoso per la sinistra. Una posizione "generosa" viene demolita dagli elettori - come dimostra il sondaggio al quale fai riferimento. Ma una posizione "realista", che riconosca i termini del problema, è inaccettabile per tante persone di sinistra. Purtroppo la situazione sta diventando esplosiva con i bivacchi nelle stazioni e le frontiere chiuse. Tutto questo è una manna per Salvini e altri reazionari. Nei prossimi giorni la cosa divetarà il tema numero uno dei telegiornali, della stampa e di tutta l'opinione pubblica italina. Il governo non dirà nulla di chiaro, la situazione non cambierà e il PD perderà ancora di più voti. Speriamo in una soluzione nel 2016 per dare il tempo di recuperare in vista del 2018. Ma l'opposizione farà di tutto per far cadere il governo ed andare ad elezioni anticipate che daranno il paese alla destra. Il problema è che la "soluzione" dei problemi che vediamo non può essere che il blocco - non si sa come - delle partenze. E illusorio pensare che l'Europa possa mai accogliere le centinaia di miglaia di persone che arrivano via la Libia. La maggioranza di queste persone poi non ha diritto all'asilo politico, sono dei migranti economici. L'Europa ha bisogno di immigrazione e consistente, ma questa sarà immigrazione controllata (ricongiungimenti familiari per chi è già qui, personale qualificato e richieste di asilo politico). L'immigrazione di cui l'Europa ha sicuramente bisogno non è quella che vediamo in questi giorni. giorgio varaldo 13 giugno Infatti fabio l' aspetto piu' preoccupante della situazione e' che ora il ricatto da parte della sinistra con l'attuale livello di consensi non e' piu' un bluff. Non ci sarebbe piu' la vittoria sicura del PD di renzi Sappiamo tutti che per ciwatiani e chi e' scappato a sinistra la prospettiva di un governo guidato dalla lega e' preferibile all'attuale governo renzi che purtroppo dobbiamo ammetterlo sull'aiuto europeo per l'immigrazione ha infilato una serie clamorosa di autogoal. E casi di cronaca come il ferimento dei due ferrovieri lombardi sara' sfruttata eccome... maroni oggi ha gia' parlato di uso delle armi ...quindi facile preda per il piu' becero populismo A questo punto occorre agire. E non andar tanto per il sottile. Giuseppe Ardizzone 13 giugno Fabio piuttosto di " blocco " delle partenze, parlerei di gestione organizzata comune del fenomeno . Tutto questo senza falsi buonismi ma anche con uno spirito concreto di apertura a determinate condizioni . Non possiamo negare che abbiamo davanti un fenomeno migratorio che viene valutato in milioni di persone e che è soprattuto di carattere economico ..Bloccare le partenze c'impone pertanto di aprire iniziative importanti a cura dell'Europa nel suo insieme non solo per creare occasioni di lavoro nei luoghi di partenza e cercare di arrestare in qualche modo l'urgenza dell'esodo . Questa non può essere l'unica soluzione e pertanto l'esodo è meglio gestirlo che subirlo. Si deve pertanto proporre: a) di gestire le partenze organizzando i mezzi di trasporto necessari , l'identificazione in loco ed accettando un piano comune di accoglienza che tenga conto delle preferenze del migrante ma che sia comunque subordinato agli accordi comuni di accoglienza b) si adottino in tutta l'area europea campi di accoglienza e lavoro per la prima integrazione dei migranti che in cambio dlella prima accoglienza e con la promessa di successivi documenti di libera circolazione non appena avranno ottenuto una proposta di lavoro privata , dovranno prestare lavoro obbligatorio preferibilmente nell'edilizia pubblica c) intolleranza verso le immigrazioni clandestine con immediato , fermo ed espulsione . Blocco navale ed immediato trasporto nelel aree presidiate. d) avviare iniziative di lavoro ed investimenti comuni nei paesi del nord africa che acconsentiranno e collaboreranno all'avvio di questa gestione . Comprendo l'importanza economica dl sacrificio che propongo ma siamo di fronte non solo ad un'emergenza umanitaria ma ad una vero e proprio squilibrio internazionale grave che , non affrontato in tempo , può produrre una situazione di acuirsi della conflittualiotà di quelle aree nei nostri confronti . C'è da dire inoltre che in qualche modo anche all'interno die nostri paesi avremmo una sitruazione più controllata e meglio gestita. Anche su questo punto l'Europa sarà in grado di agire in maniera comune e farsi capofila di un 'intervento mondiale? giorgio varaldo 13 giugno

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Giuseppe e chi va ad organizzare quanto proponi nella libia attuale? sono belle proposte ma non attuabili almeno sino a che la situazione libica trovi una soluzione il che significa ne riparliamo almeno fra un paio di anni. Nel frattempo con questi ritmi ogni mese almeno 90.000 migranti raggiungono il nostro paese ed in attesa di godot ce li dobbiamo accogliere noi. Ma abbiamo così tanto tempo a disposizione? non credo proprio. l'unico punto immediatamente attuabile (anche perchè previsto da dublino 2) è il c almeno per i paesi con i quali sono stati previsti accordi in merito (egitto algeria tunisia marocco e forse altri che non conosco) ..domanda: se non è stato fatto sino ad ora ritieni possa esser fatto da domani in poi? ed inoltre dovremmo domandarci perchè non è stato fatto..

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 1:35 Il fatto che una quota molto alta dei rifugiati che arrivano in Italia "scompaia" costituisce un argomento comodo per alcuni paesi che si oppongono alla ripartizione dei rifugiati secondo criteri "oggettivi". Le quote di ripartizione – che comunque la maggioranza dei paesi non vuole per altre ragioni – hanno un senso solo se si applicano all'insieme dei rifugiati che arrivano in Grecia e in Italia. Se questi sono invece liberi di spostarsi dove vogliono all'interno dell'Unione europea, che senso ha discutere di quote? http://www.corriere.it/cronache/15_giugno_13/viminale-richiedenti-asilo-scomparsi-immigrati-profughi-e0d12a24-118e-11e5-8b3a-62b7e966c494.shtml

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 1:37 Osservazioni di buon senso di Beppe Severgnini (articolo già postato da Cristina ieri) http://www.corriere.it/editoriali/15_giugno_13/migranti-emergenza-b...

Risposto da Cristina Favati su 14 Giugno 2015 a 14:51 Mi sembra utile riflettere su queste parole. Se questo è un uomo Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.

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Primo Levi

Risposto da Pietro Maruca su 14 Giugno 2015 a 15:06 Avrei voluto ribattere a Giorgio Varaldo in merito alla sua risposta di ieri, dove la discussione si è sviluppata. Avendo Fabio spostato opportunamente in una nuova pagina l’argomento immigrazione, riporto qui in calce i due interventi precedenti, a cui mi sto in qualche modo riferendo. In linea teorica, Giorgio, esprimi dubbi condivisibili. Dobbiamo però cercare di muoverci su un piano di fattibilità, anche solo facendo proposte e facendo di conseguenza emergere le contrarietà e le contraddizioni. Data la situazione di emergenza, penso che chiunque possa accettare sia la raccolta delle persone in centri di lavoro (alle caserme e alle fabbriche dismesse di cui avevo parlato ieri, aggiungerei anche le vecchie colonie marine e montane in funzione fino agli anni settanta e chiederei alla Chiesa di impiegare i vecchi monasteri e i collegi eventualmente dismessi), con “ospitalità in cambio di lavoro”; la manutenzione di quegli edifici dismessi, da parte delle persone ospitate, taciterebbe anche coloro che continuano a pensare alle risorse dirottate sugli immigrati; sia la raccolta dati sulle persone stesse. Non si può accettare che qualcuno chieda aiuto e non fornisca le sue generalità. Chi oppone resistenza va sistemato in luoghi separati rispetto agli immigrati collaborativi; in stato di fermo, per diventare oggetto di indagini e di eventuale espulsione. Tratterei comunque diversamente chi collabora da chi non lo fa. In merito alle proteste sindacali ed ecclesiali, credo che sia giusto fare chiarezza. Concordo con loro la contrarietà a qualsiasi trattamento che non rispetti la dignità umana, ma non si può confondere il diritto al rispetto con l’omertà e la copertura di condizioni e comportamenti poco chiari. Ribadisco: chi non collabora, sminuisce i suoi diritti e va trattato diversamente da chi collabora. Ribadirei la proposta di censire chi arriva per fare una efficace banca dati da usare in molteplici modi, sia per organizzare gli immigrati durante la loro permanenza in Italia, sia eventualmente per tessere con il loro aiuto rapporti nuovi con i rispettivi paesi d’origine. Intanto per chi ci sta. E chi si oppone, come chiede Giorgio? Venga considerato con maggiori cautele e preclusioni rispetto all’esercizio delle sue libertà. Distinguere aiuterebbe comunque già a ridimensionare il problema e diventerebbe un buon incentivo per spingere tutti a diventare più collaborativi. Risposto da giorgio varaldo ieri proposte logiche e condivisibili quelle di pietro da applicare temporaneamente sino a che non si riesca a bloccare il flusso dalla libia ed applicare a regime quanto auspicato da fabio. C'è pero' da rilevare che il sistema proposto da pietro essendo coercitivo si scontrerà con i mal di pancia buonisti di chiesa e sinistra. Perchè coercitivo? la maggior parte dei migranti che arrivano in italia sono di passaggio e la loro meta è il nord europa quindi evitano di farsi registrare nel nostro paese secondo quanto previsto dagli accordi dublino 2. in quanto dovrebbero attendere il riconoscimento dello status di rifugiato in italia e non avendo documenti sono respinti alle frontiere di francia ed austria (che ricordo hanno ripreso i controlli degli ingressi in pratica sospendendo il regime di libera circolazione di schengen) E che fai con chi si rifiuta di farsi riconoscere? lo obblighi a forza? e per chi magari schedato nel paese di origine si è bruciato i polpastrelli impedendo il riconoscimento tramite impronte digitali che si fa si riaprono i CIE? Non è che la chiusura dei CIE non sia stata troppo affrettata e che ora li si debba riaprire? In molti comuni italiani i migranti in attesa di riconoscimento dello status di rifugiati sono già utilizzati in lavori socialmente utili su base volontaria .. che si fa di chi non accetta e sopratutto che si fa di chi non accetta? Possono esser domande oziose quando si ha a che fare con numeri relativamente piccoli ma quando l'ordine di grandezza di questi numeri è di decine o centinaia di migliaia qualsiasi sistema va fuori controllo

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Ed anche le scene vergognose di stazioni ferroviarie ridotte a bivacchi sono situazioni intollerabili prima per i migranti e poi per l'immagine del paese ma se il flusso di chi arriva a milano è fuori controllo saremo sempre in regime di emergenza. Ed anche in chiave di consensi è questa situazione proprio non ce la possiamo permettere Post di Pietro Maruca del 13 giugno 2015 Capisco Giorgio! Il PD è in affanno perché è paralizzato da un problema che non si riesce a gestire. Penso che sia ora di passare ai fatti e di concentrarci tutti su come fare proposte operative. Non possiamo rincorrere la Lega e gli avvoltoi che con essa cavalcano la paura nella speranza di ottenerne un po’ di consenso. Ma non possiamo neppure continuare a negare il problema, in nome del buonismo e dell’accoglienza, che va gestita e non subita. Basta lamentarsi dell'Europa, che pure merita ben più di una lamentela. E’ sorda e non sa come fare. Facciamole capire che una strada c’è, trovandola prima di tutti noi. Basta paventare le cifre gigantesche di immigrati alle porte. Si tratta di dati veri, ma smettiamola di guardarli atterriti, come i romani davanti agli elefanti di Annibale. Cerchiamo piuttosto il modo per farvi fronte. Tanto, lamentandoci non otterremo nulla. Faccio due proposte operative, indirizzabili al ministero degli interni (cioè nulla di tipo legislativo, per via dei tempi biblici del parlamento): 1^ proposta. Requisire caserme e vecchie fabbriche dismesse, dove ospitare immigrati. Si tratta di edifici decrepiti? MEGLIO. Si forniscano materiali e si usino gli immigrati come manodopera, si sistemino dormitori, sale mensa, cucine e bagni. Se sono locali attualmente inagibili, negli spazi esterni si possono sistemare tende, tanto è estate, mentre si effettuano lavori. Questi ambienti possono ospitare e impegnare decine di migliaia di persone. Una volta passata la buriana, sono locali che possono essere messi a disposizione delle comunità locali per loro iniziative. Certo, ci sarebbero i costi del sostentamento delle persone e dei materiali d'uso,, ma si tratta di spese che in parte già ci sono e che in parte verrebbero ripagate da recupero degli edifici. Lavoro coordinato dalle prefetture, diretto e/o controllato dal genio civile o militare, gestito dagli enti locali, dall'ufficio immigrazione, o da enti in grado di organizzare maestranze (come la protezione civile), assicurato dall'INAIL e dal sistema sanitario nazionale. 2^ proposta. Censire tutta la popolazione immigrata, compresa quella regolare, con la compilazione di un questionario che permetta di sapere etnia, lingua/e parlata/e, Paese e paese d'origine, età, nucleo familiare, studi effettuati, competenze professionali, esperienze lavorative, legami familiari con il luogo d'origine ed eventuali altre notizie simili (ho dei dubbi in merito alla religione e allo stato di salute, considerati dati sensibili, che potrebbero essere facoltativi) Con una banca dati di questo tipo, si conoscerebbe la consistenza di ogni gruppo etnico, si potrebbe fare una mappatura dei luoghi d'origine e si riuscirebbe a capire come, a livello operativo, si potrebbero impiegare le diverse persone appena arrivate (ad esempio in imprese che già occupano persone della stessa etnia). La distribuzione sul territorio non avverrebbe quindi a caso. Queste due iniziative, che, se potessi decidere io, le renderei esecutive da domani mattina, permetterebbero: - il controllo delle persone, che attualmente addirittura si ha paura di registrare perché poi rimarrebbero qui, quindi è meglio far finta di niente e lasciarle andare via, con il rischio di ritrovarcele il giorno dopo rispedite al mittente da oltrefrontiera; si eviterebbero i bivacchi nei giardini pubblici, le presenze fuori controllo, le tensioni dovute a contatti impropri con la popolazione, i danni economici al turismo e al commercio; - il senso dello scambio, dell'utilità, del tornaconto per le nostre comunità, che attualmente sono troppo sotto pressione. - l'elaborazione di piani per contatti mirati con i Paesi di provenienza, sia per studiare la fattibilità di istituzione di campi, di centri di raccolta, di agenzie, CON ACCORDI BILATERALI TRA L'ITALIA E CIASCUNO DI QUEI PAESI, al limite anche usando degli immigrati come nostri incaricati in quei luoghi. Non mi pare così difficile e neppure utopistico o costoso rendere operative le due proposte. Il governo e in particolare il ministro degli interni, ne avrebbero un tornaconto immediato, per uscire dallo stallo tra chi vuole l'accoglienza, ma non sa proporre alcunché per gestirla, e chi agita lo spauracchio dei barbari, un po' come i cosacchi di un tempo che avrebbero prima o poi abbeverato i loro cavalli alle fontane romane.

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Penso che la pubblicazione di un piano operativo possa avere effetti benefici sulla popolazione, da cui potrebbero venire contributi insperati, perché sono molti coloro che vorrebbero far qualcosa, ma non sanno come e cosa. Sarebbe ora che blocchi e paure venissero definitivamente ridimensionati.

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 14 Giugno 2015 a 18:45 Condivido le proposte di Pietro sull'obbligatorietà dell'identificazine e dei campi di lavoro nell'edilizia pubblica per i migranti " clandestini" in attesa di proposta di lavoro da privati. Il problema comunque va posto in Europa per una revisione dei trattati di fronte ad un fenomeno migratorio di questa portata epocale. Ribadisco le proposte per il raggiungimento di accordi di collaborazione e controllo dei flussi da parte dei paesi del nord africa con le istituzioni europee . Accordi che prevedano poi anche la gestione dei flussi dei migranti clandestini su tutto il territorio europeo con identificazione e campi di lavoro obbligatori.

Risposto da giorgio varaldo su 14 Giugno 2015 a 19:45 Pietro mi pare ci sia sostanziale accordo Riguardo a chi rifiuta di fornire le generalità da riaprire i CIE Occorrerà re la giurisprudenza in merito altrimenti si rischia di rimettere in circolazione chi si rifiuta di farsi identificare con il risultato di incoraggiare questo tipo di comportamento. Non essendo stato preso in esame chi non ha requisiti per ottenere lo status di rifugiato presumo ci sia accordo per il riaccompagnamento possibilmente incentivato altrimenti forzoso al paese di origine.

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Giugno 2015 a 21:07 Giuseppe, giriamo in tondo. Che accordi vuoi fare con la Libia attuale? Che ci provi l'Unione europea o l'Italia il risultato rischia di essere lo stesso. Comunque questa difficoltà la si incontra anche nella mia analisi. L'obiettivo a termine è certo di bloccare il flusso, ma nessuno ha un'idea di come raggiungerlo in tempi "visibili" politicamente. E, purtroppo, fino a quando non si sarà in grado di offrire una prospettiva realista su questo blocco, le paure continuaranno a giocare a favore dei tristi figuri come Salvini. Io parlo di "blocco" delle partenze, tu parli di "accordi con i paesi del nord Africa" che mi sembra un eufemismo per descrivere la stessa cosa. Ma ne quello che dici tu, ne quello che dico io ha un effetto qualsiasi sulle paure del popolino perché sanno bene che stiamo parlando di cose che oggi appaiono irrealizzabili. Per quanto riguarda un accordo sulla distribuzione dei rifugiati che dovremo comunque accogliere fino a quando non si sarà possibile bloccare il flusso la strada è in salita. In ogni caso, nessun accordo è possibile fintanto che un terzo circa dei rifugiati che arrivano in Italia e Grecia sfugge ad ogni controllo e va nel nord Europa alla spicciolata. Ieri il Corriere della Sera parlava di almeno 50mila rifugiati arrivati in Italia dall'inizio del 2014 che sarebbero "spariti". Un'altra osservazione. Con la Libia oggi nessun accordo è possibile. Ma la Turchia ha un governo stabile e perfino troppo autoritario. Eppure ieri sono arrivati al Pireo duemila profughi siriani che sono sbarcati illegalmente in Grecia via la Turchia. Con la Turchia si deve poter discutere, ma questo paese dirà che ha già troppi rifugiati siriani nel suo paese e che non vuole fare troppi controlli sui rifugiati per impedire che questi se vadano alla spicciolata. Come dargli torto? E' quello che fa anche l'Italia. Giuseppe Ardizzone ha detto: Condivido le proposte di Pietro sull'obbligatorietà dell'identificazine e dei campi di lavoro nell'edilizia pubblica per i migranti " clandestini" in attesa di proposta di lavoro da privati. Il problema comunque va posto in Europa per una revisione dei trattati di fronte ad un fenomeno migratorio di questa portata epocale. Ribadisco le proposte per il raggiungimento di accordi di collaborazione e controllo dei flussi da parte dei paesi del nord africa con le istituzioni europee . Accordi che prevedano poi anche la gestione dei flussi dei migranti clandestini su tutto il territorio europeo con identificazione e campi di lavoro obbligatori.

Risposto da marcello sassoli su 15 Giugno 2015 a 7:33

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E' inutile nascondere la testa sotto la sabbia...l'immigrazione in Europa è un fatto epocale. Noi invecchiamo, loro, tutti i paesi africani hanno un evidente surplus di giovani.Quindi: basta con i barconi, facciamoli venire in modo "normale", con regolare biglietto, controllo ed impronte digitali, come qualsiasi passeggero. E poi capire come una persona che, ad esempio, venga dall'Eritre arrivi in Libia...noi vediamo i barconi, ma prima, a monte, come si organizza questa traversata? Chi la organizza?

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Giugno 2015 a 8:43 Marcello, ma non credo ci sia nessuno che neghi la necessità di una forte immigrazione in Europa. Ma si tratta di un'immigrazione diversa. Dobbiamo essere più aperti sui ricongiungimenti familiari, dobbiamo incoraggiare l'arrivo di immigrati qualificati e dobbiamo accettare le domande di asilo politico (se possibile accettandole nei campi profughi e facendo arrivare le persone per via "normali"). Ma il grosso dei rifugiati che arriva oggi dalla Libia non rientra in nessuna di queste categorie. sassoli ha detto: E' inutile nascondere la testa sotto la sabbia...l'immigrazione in Europa è un fatto epocale. Noi invecchiamo, loro, tutti i paesi africani hanno un evidente surplus di giovani.Quindi: basta con i barconi, facciamoli venire in modo "normale", con regolare biglietto, controllo ed impronte digitali, come qualsiasi passeggero. E poi capire come una persona che, ad esempio, venga dall'Eritre arrivi in Libia...noi vediamo i barconi, ma prima, a monte, come si organizza questa traversata? Chi la organizza?

Risposto da giovanni de sio cesari su 15 Giugno 2015 a 11:23 Spesso sento l’ argomento che esponi Nel passato ci sono stati emigrazioni ben piu massicce verso le americhe, verso i paesi piu prosperi dell’europa, dal sud verso il nord d’italia: diciamo in generale dal mondo agricolo a quello industriale Ma si trattava sempre di movimenti di lavoratori verso luoghi dove era richiesto lavoro da luoghi dove non si trovava piu: certo c’erano problemi di accoglienza di integrazione , di mentalita, pregiudizi Ma il mondo sviluppato in generale non offre piu lavoro: in particolare la crisi in italia è essenzialmente una crisi drammatica di disoccupazione giovanile. Non è che abbiamo pochi giovani per pagare le pensioni ma i nostri giovani non trovano lavoro per vivere la loro vita, figurati poi per pagare le pensioni.: una massa di immigrati concorrenziali in cerca di lavoro farebbe solo precipitare la situazione Se i bambini sono pochi in italia non è perche all’improvviso la gente non ama piu i bambini ma perche non sono in grado di formarsi una famiglia NON è questione di accoglienza di integrazione di mentalita, di pregiudizio come avveniva nel passato sassoli ha detto: E' inutile nascondere la testa sotto la sabbia...l'immigrazione in Europa è un fatto epocale. Noi invecchiamo, loro, tutti i paesi africani hanno un evidente surplus di giovani.Quindi: basta con i barconi, facciamoli venire in modo "normale", con regolare biglietto, controllo ed impronte digitali, come qualsiasi passeggero. E poi capire come una persona che, ad esempio, venga dall'Eritre arrivi in Libia...noi vediamo i barconi, ma prima, a monte, come si organizza questa traversata? Chi la organizza?

Risposto da giovanni de sio cesari su 15 Giugno 2015 a 11:52 Fabio A me pero la differenza fra rifugiati o richiedenti asilo e semplici immigrati economici non mi pare sostanziale: tutti quelli che vengono sfidando i deserti e la morte in mare non è che lo fanno per hobby. Come si fa a distinguere gli uni dagli altri. Un nigeriano è emigrante economico e un siriano un rifugiato? E cosa è un afgano, un iracheno, un libanese, un palestinese? D’altra parte che significa richiedente asilo: secondo le norme internazionali sono quelli che hanno motivo di temere per razza religione opinioni politiche : allora dovremmo accettare tutti i Curdi di Turchia, i sunniti di Iraq, gli hazara dell’Afganistan, i Fratelli Mussulmani d’Egitto , magari gli atei dell'Iran e cosi via

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Qualcuno dice anche discriminazione di genere : allora accogliamo tutte le ragazze che rifiutano matrimoni combinati (il problema è stato posto seriamente). La costituzione addirittura sancisce che avrebbero diritti all’asilo tutti quelli che non godono delle nostre liberta e diritti costituzionali: . allora accogliamo anche tutti i cinesi i birmani i congolesi e via dicendo Fabio Colasanti ha detto: Marcello, ma non credo ci sia nessuno che neghi la necessità di una forte immigrazione in Europa. Ma si tratta di un'immigrazione diversa. Dobbiamo essere più aperti sui ricongiungimenti familiari, dobbiamo incoraggiare l'arrivo di immigrati qualificati e dobbiamo accettare le domande di asilo politico (se possibile accettandole nei campi profughi e facendo arrivare le persone per via "normali"). Ma il grosso dei rifugiati che arriva oggi dalla Libia non rientra in nessuna di queste categorie.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Giugno 2015 a 23:58 Giovanni, in parte hai ragione a sottolineare che la distinzione tra chi ha il diritto di chiedere l'asilo politico e chi non lo ha è tenue. Ma le nostre autorità lavorano su questa base, in qualche maniera facciamo questa distinzione. L'Istat ci fornisce le statistiche per paese di quante domande di asilo sono state presentate e di quante sono state accolte. Il mio punto è che chi ha diritto all'asilo politico viene prima dei migranti economici. Tu sembri suggerire che anche il numero di quelli che hanno diritto all'asilo politico supera largamente le nostre possibilità di accoglienza. Forse hai ragione. In questo caso si dovrebbe essere ancora più restrittivi. Ma in un caso come nell'altro si arriva sempre alla conclusione che l'unica possibilità di risolvere il problema dei rifugiati via la Libia che conosciamo oggi è riuscire (chissà come?) a bloccare le partenze. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio A me pero la differenza fra rifugiati o richiedenti asilo e semplici immigrati economici non mi pare sostanziale: tutti quelli che vengono sfidando i deserti e la morte in mare non è che lo fanno per hobby. Come si fa a distinguere gli uni dagli altri. Un nigeriano è emigrante economico e un siriano un rifugiato? E cosa è un afgano, un iracheno, un libanese, un palestinese? D’altra parte che significa richiedente asilo: secondo le norme internazionali sono quelli che hanno motivo di temere per razza religione opinioni politiche : allora dovremmo accettare tutti i Curdi di Turchia, i sunniti di Iraq, gli hazara dell’Afganistan, i Fratelli Mussulmani d’Egitto , magari gli atei dell'Iran e cosi via Qualcuno dice anche discriminazione di genere : allora accogliamo tutte le ragazze che rifiutano matrimoni combinati (il problema è stato posto seriamente). La costituzione addirittura sancisce che avrebbero diritti all’asilo tutti quelli che non godono delle nostre liberta e diritti costituzionali: . allora accogliamo anche tutti i cinesi i birmani i congolesi e via dicendo Fabio Colasanti ha detto: Marcello, ma non credo ci sia nessuno che neghi la necessità di una forte immigrazione in Europa. Ma si tratta di un'immigrazione diversa. Dobbiamo essere più aperti sui ricongiungimenti familiari, dobbiamo incoraggiare l'arrivo di immigrati qualificati e dobbiamo accettare le domande di asilo politico (se possibile accettandole nei campi profughi e facendo arrivare le persone per via "normali"). Ma il grosso dei rifugiati che arriva oggi dalla Libia non rientra in nessuna di queste categorie.

Risposto da Fabio Colasanti su 16 Giugno 2015 a 9:20 Non capisco da dove venga l'idea balzana del rilascio ai rifugiati di permessi di transito validi tre mesi e che consentirebbero di viaggiare liberamente in tutta la zona Schengen. Questa misura viene presentata come una "ritorsione" che l'Italia potrebbe adottare di fronte all'intransigenza della Francia e di altri paesi. L'Italia può rilasciare tutti i permessi che vuole, ma nessuno sarebbe tenuto a riconoscerli e i rifugiati con questi permessi verrebbero respinti alle frontiere esattamente come succede oggi.

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Una cosa che dovrebbe far riflettere è che la chiusura di fatto della frontiera tra Italia è Francia è messa in opera da un governo socialista. Tra l'altro anche le frontiere con la Svizzera e l'Austria sono chiuse ai rifugiati.

Risposto da marcello sassoli su 16 Giugno 2015 a 11:05 Penso che il governo sia in alto mare e non sa che pesci prendere. Ricordiamocene alla prossima tornata elettorale. L'Italia ha bisogno di esperti in materia e non di dilettanti, politici o meno!

Risposto da giorgio varaldo su 16 Giugno 2015 a 11:56 Magari ci fossero gli esperti del sciuscia' e sciurbi' contemporaneo. Il modo per fermare l'immigrazione c'e' ma sino ad oggi non credo ci siano le condizioni psicopolitiche per metterlo in pratica . Ne riparleremo fra un mesetto.. la fame rende appetibili anche cibi in precedenza schifati. sassoli ha detto: Penso che il governo sia in alto mare e non sa che pesci prendere. Ricordiamocene alla prossima tornata elettorale. L'Italia ha bisogno di esperti in materia e non di dilettanti, politici o meno!

Risposto da giovanni de sio cesari su 16 Giugno 2015 a 12:08 Fabio Si, hai ragione : i governi si basano sulla distinzione fra richiedenti asilo e non. Cosi si sta ingenerando la convinzione nella gente che esistano due tipi di persone sui barconi: quelli che hanno diritto a essere accolti ( i buoni) e i quelli che non hanno questi diritti (i cattivi da respingere). Ma a mio parere è una distinzione artificiosa direi cavillosa. per i motivi che dicevo. Anche se poi nella realta delle cose le due categorie sono trattate allo stesso modo: solo in teoria i secondi potrebbero essere rimpatriati ma avviene di rado per qualcuno piu sfortunato o più sprovveduto. Cosi si sta tanto discutendo dell’accoglienza in Europa ma solo di 20 o 40 mila persone come se il problema fosse di questa entità : ma si tratta di un milione di persone e se queste passano arriveranno altri 10 milioni e cosi via. Si tratta di uno dei soliti divari fra il mondo di carta e il mondo reale. O se si preferisce, fra i discorsi dei politici e il vissuto della gente. A mio parere la distinzione fra profugo/rifugiato e migrante è un altra. Il profugo si accampa ai confini e aspetta la fine del conflitto per tornare in patria mentre l’immigrato (profugo o meno) cerca di trovare un lavoro in un altro paese che pone tutt’altro problema Quando confrontiamo il numero di profughi in europa e nei paesi confinanti i (Turchia, Giordania Iraq) dobbiamo tener presente questa diversa realta: i due milioni di siriani profughi in Turchia non cercano un lavoro in Turchia. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, in parte hai ragione a sottolineare che la distinzione tra chi ha il diritto di chiedere l'asilo politico e chi non lo ha è tenue. Ma le nostre autorità lavorano su questa base, in qualche maniera facciamo questa distinzione. L'Istat ci fornisce le statistiche per paese di quante domande di asilo sono state presentate e di quante sono state accolte. Il mio punto è che chi ha diritto all'asilo politico viene prima dei migranti economici. Tu sembri suggerire che anche il numero di quelli che hanno diritto all'asilo politico supera largamente le nostre possibilità di accoglienza. Forse hai ragione. In questo caso si dovrebbe essere ancora più restrittivi. Ma in un caso come nell'altro si arriva sempre alla conclusione che l'unica possibilità di risolvere il problema dei rifugiati via la Libia che conosciamo oggi è riuscire (chissà come?) a bloccare le partenze.

Risposto da Antonino Andaloro su 16 Giugno 2015 a 13:14 Sassoli, ma neanche la lega ce li ha questi esperti in materia,visto che stanno costruendo i loro consensi sopratutto su questo tema. Si gioca tutto sulle emozioni e questo i cittadini e noi del circolo lo dovremmo capire e pretendere dal nostro PD che venga creato un osservatorio di veri esperti a questo proposito, NON E' PIU' TEMPO DI IMPROVVISAZIONI.

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Risposto da Fabio Colasanti su 16 Giugno 2015 a 13:33 Antonino, il problema è che, con la fine del finanziamento pubblico dei partiti, il PD - come gli altri partiti - non ha più una struttura, non ha più la capacità di organizzare una riflessione. Dipende dalla buona volonta di questo o quell'esperto. Antonino Andaloro ha detto: Sassoli, ma neanche la lega ce li ha questi esperti in materia,visto che stanno costruendo i loro consensi sopratutto su questo tema. Si gioca tutto sulle emozioni e questo i cittadini e noi del circolo lo dovremmo capire e pretendere dal nostro PD che venga creato un osservatorio di veri esperti a questo proposito, NON E' PIU' TEMPO DI IMPROVVISAZIONI.

Risposto da giorgio varaldo su 16 Giugno 2015 a 13:53 Fermare l'immigrazione clandestina e' 'impossibile E' possibile renderla meno pagante. Oggi chi decide di cercare un miglior futuro sa che deve spendere una cifra variabile in funzione della distanza dalla libia variabile da un migliaio di $ per il tunisino sino a 4-5.000 $ per chi proviene da piu' distante. Ha molte probabilita' (almeno 99 su 100) di arrivare in italia o grecia e poi eventualmente raggiungere altre destinazioni europee. Ma se chi non ottiene lo status di rifugiato sa che ha 99 probabilita' su 100 di essere rimandato nel paese di origine rischia di perderde qualche migliaio di euro? Qualcuno rischiera' ma sara' una esigua minoranza. Ovvio a livello europeo occorre fare accordi con i paesi di origine concedendo aiuti a chi collabora e penalizzando chi non collabora (e vi saranno difficolta' a superare gli accordi nazionali) occorre riaprire i CIE ocvorre rendere rapida la procedura di accoglimento della domanda per ottenere lo status di rifugiato almeno in fase ma apena si inizia ad un massiccio rimpatrio vi sara' una rapida riduzione delle partenze.

Risposto da Cristina Favati su 16 Giugno 2015 a 14:37 http://www.lettera43.it/esclusive/migranti-goulard-l-idea-di-europa... L'intervista all'europarlamentare francese Sylvie Goulard.

Risposto da marcello sassoli su 16 Giugno 2015 a 14:39 Va bene, e allora teniamoci i clandestini. Fabio Colasanti ha detto: Antonino, il problema è che, con la fine del finanziamento pubblico dei partiti, il PD - come gli altri partiti - non ha più una struttura, non ha più la capacità di organizzare una riflessione. Dipende dalla buona volonta di questo o quell'esperto. Antonino Andaloro ha detto: Sassoli, ma neanche la lega ce li ha questi esperti in materia,visto che stanno costruendo i loro consensi sopratutto su questo tema. Si gioca tutto sulle emozioni e questo i cittadini e noi del circolo lo dovremmo capire e pretendere dal nostro PD che venga creato un osservatorio di veri esperti a questo proposito, NON E' PIU' TEMPO DI IMPROVVISAZIONI.

Risposto da Fabio Colasanti su 16 Giugno 2015 a 14:50 Marcello,

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l'intervento di Antonino sottolineava che, se è vero che il governo ha difficoltà a elaborare una politica perché tante cose sfuggono alle sue capacità di intervento (non esiste la possibilità di obbligare altri paesi prendere rifugiati, non esiste la possibilità di negoziare con un potere costituito in Libia e le possibilità di agire sui focolai di guerra che provocano una buona porta delle fughe sono ridottissime) non è che si veda qualcuno che abbia delle soluzioni miracolo. Va bene criticare il governo, ma chi sta proponendo qualcosa di ragionevole ? Indicaci qual'è la tua soluzione. sassoli ha detto: Va bene, e allora teniamoci i clandestini. Fabio Colasanti ha detto: Antonino, il problema è che, con la fine del finanziamento pubblico dei partiti, il PD - come gli altri partiti - non ha più una struttura, non ha più la capacità di organizzare una riflessione. Dipende dalla buona volonta di questo o quell'esperto. Antonino Andaloro ha detto: Sassoli, ma neanche la lega ce li ha questi esperti in materia,visto che stanno costruendo i loro consensi sopratutto su questo tema. Si gioca tutto sulle emozioni e questo i cittadini e noi del circolo lo dovremmo capire e pretendere dal nostro PD che venga creato un osservatorio di veri esperti a questo proposito, NON E' PIU' TEMPO DI IMPROVVISAZIONI.

Risposto da Antonino Andaloro su 16 Giugno 2015 a 15:21 Fabio torniamo un attimo indietro. Scandalo dei centri accoglienza gestiti dalla mafia, tu pensi che queste notizie nei paesi UE vengono lette dagli allocchi e non viene presa nessuna presa di posizione ? Io penso che siano abbastanza vigili. Io sono convinto che questa storia messa assieme alla mancanza di una vera politica per fronteggiare il debito e gli sprechi ci abbia messo in enorme difficoltà peggiorando la nostra credibilità di stato . Non voglio passare per colui che sputa sentenze, ma credo che a parlare siamo troppo bravi ma a quanto ad agire siamo scarsi. Quindi dobbiamo recuperare sul piano della credibilità non solo nei confronti della comunità europea, ma anche nei confronti dell'ONU, da cui si potrebbe sperare un aiuto. Tu dici indicare soluzioni, ma come ? Chi li dovrebbe mettere in atto queste soluzioni, Angelino Alfano ? Noi dobbiamo capire anche chi sono i nostri alleati politici e cosa sono capaci di fare, sopratutto a livello di accoglienza.Non è più tempo neanche di mercanteggiare il nostro garantismo. Noi siamo garantisti su tutto e questo ci fà enormemente male, visto che anche se mettiamo in campo uomini validi essi non sono messi nelle condizioni di operare, non hanno gli strumenti.Manca il coordinamento delle forze di polizia, i prefetti che potrebbero dare una mano non ricevono indicazioni per sanare alcune situazioni di vero disagio, sia nei confronti della gestione dei profughi e sia dei chiedenti asilo.

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Giugno 2015 a 8:22 http://www.eunews.it/2015/06/16/immigrazione-il-compromesso-dei-min...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 17 Giugno 2015 a 19:01 io mi chiedo :una volta arrivati in Italia e in Grecia chi non ha diritto d'asilo come verrà rimpatriato? Dove, se non si riuscirà ad identificarlo? E se i paesi indicati di provenienza non li accettassero? Li metteremo a questo punto in carcere? La proposta di Pietro Maruca sull'identificazione obbligatoria a tappeto per tutti e dell'inserimento immediato in campi di lavoro sino alla definizione dei singoli casi ( con il rimpatrio o con l'offerta di un lavoro da parte di privati )mi sembra sia da prendere seriamente in considerazione. Fabio Colasanti ha detto:

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http://www.eunews.it/2015/06/16/immigrazione-il-compromesso-dei-min...

Risposto da giorgio varaldo su 17 Giugno 2015 a 22:06 da quanto emerge dall'articolo il nostro paese è veramente la catena debole forse dovremmo rivedere qualcosa http://www.imolaoggi.it/2015/03/21/clandestini-dal-regno-unito-alli...

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Giugno 2015 a 22:48 Giuseppe, questo è il motivo per il quale l'obiettivo al quale bisogna tendere è il blocco delle partenze. Il problema è che non vedo come potremo raggiungerlo prima di vari anni e fino ad allora dovremmo inevitabilemente tenerci tutti quelli che arrivano e che non possiamo rimpatriare. Cerchiamo di farlo in maniera decente e dignitosa e non con le tendopoli nelle stazioni. Le regole attuali prevedono che la persona che non vede accolta la sua domanda di asilo non sia lasciata in libertà. Non va messa in una vera prigione, ma va messa in una struttura decente, ma dalla quale non possa allontanarsi. L'ordine di espulsione impartito ad una persona in assoluta libertà è un'altra furbizia italiana nella speranza che la persone riesca ad andarsene di nascosto in un altro paese europeo. Giuseppe Ardizzone ha detto: io mi chiedo :una volta arrivati in Italia e in Grecia chi non ha diritto d'asilo come verrà rimpatriato? Dove, se non si riuscirà ad identificarlo? E se i paesi indicati di provenienza non li accettassero? Li metteremo a questo punto in carcere? La proposta di Pietro Maruca sull'identificazione obbligatoria a tappeto per tutti e dell'inserimento immediato in campi di lavoro sino alla definizione dei singoli casi ( con il rimpatrio o con l'offerta di un lavoro da parte di privati )mi sembra sia da prendere seriamente in considerazione. Fabio Colasanti ha detto: http://www.eunews.it/2015/06/16/immigrazione-il-compromesso-dei-min...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 18 Giugno 2015 a 14:22 In ogni caso tutti devono essere identificati con impronte digitali e DNA .Inoltre lavoro obbligatorio per l'edilizia pubblica o altro simile Fabio Colasanti ha detto: Giuseppe, questo è il motivo per il quale l'obiettivo al quale bisogna tendere è il blocco delle partenze. Il problema è che non vedo come potremo raggiungerlo prima di vari anni e fino ad allora dovremmo inevitabilemente tenerci tutti quelli che arrivano e che non possiamo rimpatriare. Cerchiamo di farlo in maniera decente e dignitosa e non con le tendopoli nelle stazioni. Le regole attuali prevedono che la persona che non vede accolta la sua domanda di asilo non sia lasciata in libertà. Non va messa in una vera prigione, ma va messa in una struttura decente, ma dalla quale non possa allontanarsi. L'ordine di espulsione impartito ad una persona in assoluta libertà è un'altra furbizia italiana nella speranza che la persone riesca ad andarsene di nascosto in un altro paese europeo. Giuseppe Ardizzone ha detto: io mi chiedo :una volta arrivati in Italia e in Grecia chi non ha diritto d'asilo come verrà rimpatriato? Dove, se non si riuscirà ad identificarlo? E se i paesi indicati di provenienza non li accettassero? Li metteremo a questo punto in carcere? La proposta di Pietro Maruca sull'identificazione obbligatoria a tappeto per tutti e dell'inserimento immediato in campi di lavoro sino alla definizione dei singoli casi ( con il rimpatrio o con l'offerta di un lavoro da parte di privati )mi sembra sia da prendere seriamente in considerazione. Fabio Colasanti ha detto: http://www.eunews.it/2015/06/16/immigrazione-il-compromesso-dei-min...

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Risposto da Fabio Colasanti su 18 Giugno 2015 a 15:00 Il Financial Times pubblica oggi un editoriale dal titolo "La rabbia dell'Italia sulla crisi dell'immigrazione" con l'occhiello "Renzi ha ragione a chiedere che l'Europa si divida il peso dell'accoglienza". "Italy’s cry of anger over the EU migrant crisis" "Renzi is right to argue that Europe must share the refugee burden" http://www.ft.com/intl/cms/s/0/22e0e7a8-14df-11e5-a51f-00144feabdc0... Il giornale scrive che è giusto dividere i 40mila richiedenti asilo politico indicate dalla Commissione europea tra i paesi europei. Si tratta di una cifra relativamente piccola e anche il Regno Unito dovrebbe accettare la sua quota nonostante non partecipi agli accordi di Schengen. Al tempo stesso il giornale scrive che non si può ignorare la realtà politica del fatto che esiste un limite a quante persone l'Europa può accogliere. Bisogn che l'Unione europea cominci a rimpatriare i migranti per ragioni economiche. La conclusione dell'editorale è: "Dall'inizio della crisi dell'immigrazione, il dibattito è stato polarizzato tra chi pensa che l'Europa debba accogliere il più alto numero possibile di rifugiati e chi pensa si debba chiudere la porta. Nessuno di questi due approcci è desiderabile. Il primo è utopico e il secondo inumano. Per evitare questi due estremi l'Unione europea ha bisogno di una politica che ripartisca in maniera equa il peso dell'accoglienza dei rifugiati e che nel corso dei prossimi anni limiti in maniera credibile i flussi attraverso il Mediterraneo.

Risposto da giovanni de sio cesari su 18 Giugno 2015 a 21:11 Il problema non se è possibile fermare i migranti o rimpatriati ma se questo è possibile senza entrare in drammatico conflitto con i nostri principi (mentalità) E facilissimo fermare i migranti: basta non fare nulla ,non cercare i barconi e lasciare che affondano Per rimpatriati con la forza dobbiamo pensare a deportazioni tipo shoa con masse di poveracci spinti da soldati con le armi spianate E dove li troviamo soldati tipo gestapo? Giuseppe Ardizzone ha detto: io mi chiedo :una volta arrivati in Italia e in Grecia chi non ha diritto d'asilo come verrà rimpatriato? Dove, se non si riuscirà ad identificarlo? E se i paesi indicati di provenienza non li accettassero? Li metteremo a questo punto in carcere? La proposta di Pietro Maruca sull'identificazione obbligatoria a tappeto per tutti e dell'inserimento immediato in campi di lavoro sino alla definizione dei singoli casi ( con il rimpatrio o con l'offerta di un lavoro da parte di privati )mi sembra sia da prendere seriamente in considerazione. Fabio Colasanti ha detto: http://www.eunews.it/2015/06/16/immigrazione-il-compromesso-dei-min...

Risposto da Fabio Colasanti su 19 Giugno 2015 a 11:38 La Voce sull'applicazione delle regole europee sull'immigrazione clandestina da parte dell'Italia. http://www.lavoce.info/archives/35737/diritto-dasilo-le-regole-ue-e...

Risposto da Fabio Colasanti su 20 Giugno 2015 a 14:05

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Qualche settimana fa, secondo l'Huffington Post, Matteo Renzi avrebbe espresso la sua preoccupazione per l'emergere del tema "immigrazione", tema sul quale secondo lui la sinistra avrebbe comunque perso voti. Antonio Polito prende ispirazione dal voto in Danimarca per allargare il discorso. http://www.corriere.it/editoriali/15_giugno_20/sinistra-governo-pen... Come si fa a mantenere una posizione umana e decente di fronte al problema dei rifugiati e al tempo stesso convincere gli elettori e mantenere il loro appoggio?

Risposto da giorgio varaldo su 20 Giugno 2015 a 15:07 Senza dare troppo risalto dopo il trasbordo dei migranti la marina militare sta provvedendo alla distruzione in mare dei natanti ed il numero dei migranti recuperati in mare sta subendo forte riduzione. Risultato ottenuto senza bombardare ne intervenire militarmente in libia il tutto mentre il sempre piu' inutile ONU fornisce l'ennesima riprova della propria inettitudine. Stesso discorso per una 'europa capace di creare e sollevare problemi senza risolverne alcuno. Ho letto tale notizia su la stampa di oggi e dato che sono a giro in moto postero' il link appena possibile. Se il dato sara' confermato anche nei prossimi mesi quello che poteva essere un grave problema diventera' un punto a favore del paese e del governo.

Risposto da marcello sassoli su 20 Giugno 2015 a 16:01 Temo che la marina Militare potrà risolvere solo una parte del problema. Il problema, poi, è la crudele mancanza di lavoro. L'economia europea per ora non riparte e l'allineamento dei 28 sulle posizioni degli USA per quanto riguarda la crisi Russia-Ucraina non farà che aggravare il tutto. L'ingresso legale o illegale di potenziali milioni di immigrati potrebbe dare una spinta all'economia se fosse fatto con un certo ordine e rispetto delle regole, a cominciare dall'obbligo di identificazione dei rifugiati. Questa è politica elementare e la capiamo tutti. E' inutile dividersi tra cosiddetti "buonisti" e xenofobi alla Salvini. Cerchiamo di mantenere fredda la mente. L'Europa oggi come oggi mostra solo una grande debolezza strutturale.

Risposto da Giampaolo Carboniero su 20 Giugno 2015 a 19:41 Avere paura delle proprie posizioni e ideali, anche se supposti minoritari, vuol dire non esserne veramente convinti; farsi scudo con le opinioni e le ragioni di fascisti xenofobi e convenienze elettorali significa rigettare il pensiero illuminista e tutto quanto d'altro la civiltà europea ha significato e ci ha insegnato, significa perdere la propria credibilità come alternativa di governo http://www.internazionale.it/opinione/bernard-guetta/2015/06/18/mig...

Risposto da mariella alois su 20 Giugno 2015 a 23:05 Condivido in pieno, mi vergogno anch'io. Giampaolo Carboniero ha detto: Avere paura delle proprie posizioni e ideali, anche se supposti minoritari, vuol dire non esserne veramente convinti; farsi scudo con le opinioni e le ragioni di fascisti xenofobi e convenienze elettorali significa rigettare il pensiero illuminista e tutto quanto d'altro la civiltà europea ha significato e ci ha insegnato, significa perdere la propria credibilità come alternativa di governo

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http://www.internazionale.it/opinione/bernard-guetta/2015/06/18/mig...

Risposto da Cristina Favati su 22 Giugno 2015 a 14:10 http://www.lastampa.it/2015/06/22/esteri/europa/ecco-il-compromesso...

Risposto da Fabio Colasanti su 23 Giugno 2015 a 21:50 Un'interessante analisi de La Voce. Se il piano di ripartizione dei richiedenti asilo presentato dalla Commissione fosse accettato, i risultati non sarebbero quelli che l'Italia si aspetta. http://www.lavoce.info/archives/35788/rifugiati-i-limiti-della-rilo...

Risposto da marcello sassoli su 24 Giugno 2015 a 7:13 L'Italia deve rinegoziare Dublino 3. Questo accordo, secondo le sue clausole, puo' essere ridiscusso. Non si capisce perchè il governo Renzi non metta sul tavolo questa opzione imprescindibile. Fabio Colasanti ha detto: Un'interessante analisi de La Voce. Se il piano di ripartizione dei richiedenti asilo presentato dalla Commissione fosse accettato, i risultati non sarebbero quelli che l'Italia si aspetta. http://www.lavoce.info/archives/35788/rifugiati-i-limiti-della-rilo...

Risposto da Fabio Colasanti su 24 Giugno 2015 a 7:28 Marcello, che modifiche andrebbero fatte all'accordo di Dublino ? marcello sassoli ha detto: L'Italia deve rinegoziare Dublino 3. Questo accordo, secondo le sue clausole, puo' essere ridiscusso. Non si capisce perchè il governo Renzi non metta sul tavolo questa opzione imprescindibile. Fabio Colasanti ha detto: Un'interessante analisi de La Voce. Se il piano di ripartizione dei richiedenti asilo presentato dalla Commissione fosse accettato, i risultati non sarebbero quelli che l'Italia si aspetta. http://www.lavoce.info/archives/35788/rifugiati-i-limiti-della-rilo...

Risposto da marcello sassoli su 24 Giugno 2015 a 7:39 La prima , basilare da effettuare, è quella dell"'obbligo per lo Stato dove giungano i "migranti" di accoglienza e controllo dell'identità." Questo" controllo" è fatto in misura parziale dall'Italia. Quindi c'è già una non applicazione pratica di Dublino 3. Inoltre dalla parte orientale, né Slovenia né Croazia lo applicano. I migranti transitano da li' e

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proseguono per l'Italia arrivando in Friuli. Secondo Dublino 3 debbono restare in Croazia e Slovenia. Una semplice domanda: Dublino 3 è cosi' elastico che quest'elastico si rompe. Perchè non ridiscutere il Tutto? Fabio Colasanti ha detto: Marcello, che modifiche andrebbero fatte all'accordo di Dublino ? marcello sassoli ha detto: L'Italia deve rinegoziare Dublino 3. Questo accordo, secondo le sue clausole, puo' essere ridiscusso. Non si capisce perchè il governo Renzi non metta sul tavolo questa opzione imprescindibile. Fabio Colasanti ha detto: Un'interessante analisi de La Voce. Se il piano di ripartizione dei richiedenti asilo presentato dalla Commissione fosse accettato, i risultati non sarebbero quelli che l'Italia si aspetta. http://www.lavoce.info/archives/35788/rifugiati-i-limiti-della-rilo...

Risposto da Giampaolo Carboniero su 25 Giugno 2015 a 0:35 Le ipocrisie su immigrazione e aiuti mancati; forse a tanti governi il problema serve come distrazione di massa? http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/06/22/news/migranti-co...

Risposto da Fabio Colasanti su 25 Giugno 2015 a 1:12 Giampaolo, Ecco chi è più tirchio e chi lo è meno. Così almeno le critiche possono essere fatte a ragion veduta. Le cifre sul 2013 sono le ultime disponibili. La fonte è l'OCSE. http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2015/04/14/news/d...

2013

ODA ODA / GNI

$ million %

Norway 5 581 1.07 Sweden 5 827 1.01 Luxembourg 429 1.00 Denmark 2 927 0.85 United Kingdom 17 920 0.71 Netherlands 5 435 0.67 Finland 1 435 0.54 Switzerland 3 197 0.47 Ireland 846 0.46 Belgium 2 300 0.45 France 11 342 0.41 Germany 14 228 0.38 Australia 4 846 0.33 Canada 4 947 0.27 Austria 1 171 0.27 New Zealand 457 0.26 Iceland 35 0.25 Japan 11 582 0.23 Portugal 488 0.23 United States 30 879 0.18

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Spain 2 375 0.17 Italy 3 407 0.17 Korea 1 755 0.13 Slovenia 62 0.13 Czech Republic 211 0.11 Greece 239 0.10 Poland 472 0.10 Slovak Republic 86 0.09 TOTAL DAC 134 481 0.30

Risposto da marcello sassoli su 25 Giugno 2015 a 10:20 Io non parlerei di "tirchieria" ma di bilanci. E' chiaro che l'Italia con il suo enorme debito pubblico, secondo nell'Unione europea solo alla Grecia,non puo' fare molto di più! Fabio Colasanti ha detto: Giampaolo, Ecco chi è più tirchio e chi lo è meno. Così almeno le critiche possono essere fatte a ragion veduta. Le cifre sul 2013 sono le ultime disponibili. La fonte è l'OCSE. http://www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2015/04/14/news/d...

2013

ODA ODA / GNI

$ million %

Norway 5 581 1.07 Sweden 5 827 1.01 Luxembourg 429 1.00 Denmark 2 927 0.85 United Kingdom 17 920 0.71 Netherlands 5 435 0.67 Finland 1 435 0.54 Switzerland 3 197 0.47 Ireland 846 0.46 Belgium 2 300 0.45 France 11 342 0.41 Germany 14 228 0.38 Australia 4 846 0.33 Canada 4 947 0.27 Austria 1 171 0.27 New Zealand 457 0.26 Iceland 35 0.25 Japan 11 582 0.23 Portugal 488 0.23 United States 30 879 0.18 Spain 2 375 0.17 Italy 3 407 0.17 Korea 1 755 0.13 Slovenia 62 0.13 Czech Republic 211 0.11 Greece 239 0.10 Poland 472 0.10 Slovak Republic 86 0.09 TOTAL DAC 134 481 0.30

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Risposto da Fabio Colasanti su 25 Giugno 2015 a 10:50 Marcello, verissimo. Ma accettiamo le cose come sono o commentiamole in maniera fattuale invece di sparare accuse generiche di ipocrisia come fa Giampaolo. Comunque il Belgio aveva un debito pubblico alto come il nostro, ma ha approfittato del calo dei tassi di interesse all'inizio dell'unione monetaria e l'ha ridotto e adesso, pur con un debito ancora abbastanza alto, da più del doppio dell'Italia in aiuto allo sviluppo. Guarda poi il Regno Unito, che chiude si le porte agli immigrati, ma si trova in cima alla lista dei donatori insieme agli scandinavi con un aiuto allo sviluppo che è quasi il quadruplo di quello dato dall'Italia. marcello sassoli ha detto: Io non parlerei di "tirchieria" ma di bilanci. E' chiaro che l'Italia con il suo enorme debito pubblico, secondo nell'Unione europea solo alla Grecia,non puo' fare molto di più! Fabio Colasanti ha detto: Giampaolo, Ecco chi è più tirchio e chi lo è meno. Così almeno le critiche possono essere fatte a ragion veduta. Le cifre sul 2013 sono le ultime disponibili. La fonte è l'OCSE. ( ... )

Risposto da Fabio Colasanti su 4 Agosto 2015 a 12:27 Un'informazione su come i paesi europei si stanno muovendo sull'immigrazione e sui costi di quello che fanno. Il governo belga ha deciso di riaprire alcuni centri che erano stati chiusi e di utilizzare alcune caserme per creare dal primo settembre prossimo 2500 posti supplementari per l'accoglienza dei rifugiati. Il costo stimato di questi 2500 posti è tra i 15 e i 20 milioni di euro al trimestre. Ossia tra i 24mila e 32mila euro all'anno per rifugiato. Le gouvernement fédéral va créer 2.500 places d’accueil supplémentaires pour les demandeurs d’asile, rapportent mardi les journaux Het Laatste Nieuws et De Morgen. Le centre pour demandeurs d’asile de Holsbeek qui avait été fermé en juin rouvrira ses portes. Lundi, 265 personnes ont introduit une demande d’asile. Si la tendance se confirme, il risque d’y avoir une pénurie de places début septembre. La Belgique dispose d’une capacité d’accueil de 18.400 places, actuellement quasi toutes occupées. Le gouvernement prévoit la création de 2.500 places supplémentaires afin que des demandeurs d’asile ne se retrouvent pas dans le froid l’hiver prochain. Ces places seront créées en partie dans des casernes, dans des centres d’accueil existants comme celui de la Croix-Rouge ou dans le centre de Holsbeek. Ces places supplémentaires coûteront de 15 à 20 millions d’euros chaque trimestre, selon le secrétaire d’Etat à l’Asile et la Migration, Theo Francken (N-VA).

Risposto da Fabio Colasanti su 10 Agosto 2015 a 9:55 L'immigrazione illegale non è solo un problema nostro. http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-08-07/rifugiati-ora-e-gre...

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Agosto 2015 a 9:19 2.4 miliardi dall'unione europea per l'accoglienza dei rifugiati. La cifra più alta va all'Italia.

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Gestire la migrazione e finanziare la sicurezza dell'Europa: 2,4 miliardi di euro per sostenere gli Stati membri Bruxelles, 10 agosto 2015 Questo mese la Commissione europea ha approvato 23 programmi nazionali pluriennali nel quadro del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e del Fondo Sicurezza interna (ISF). L'importo complessivo dei finanziamenti per i programmi concordati ammonta a circa 2,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Il denaro potrà ora essere trasferito agli Stati membri in prima linea, come la Grecia e l'Italia, e ad altri Stati membri che devono affrontare ingenti flussi migratori. La Commissione ha collaborato intensamente con gli Stati membri per garantire che i finanziamenti dell'UE siano svincolati al più presto. 22 programmi nazionali sono già stati approvati a marzo e altri 13 saranno approvati entro la fine dell'anno. Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: "Al giorno d'oggi gli Stati membri sono confrontati a sfide senza precedenti nel campo della migrazione e della sicurezza, e la Commissione sta intervenendo in uno spirito di solidarietà. Attraverso le agende europee sulla migrazione e sulla sicurezza, la Commissione sta adottando iniziative ambiziose per migliorare la gestione della migrazione, promuovere la cooperazione e rendere l'Europa più sicura per i nostri cittadini proteggendoli dalla criminalità organizzata e dal terrorismo. I programmi nazionali approvati dalla Commissione erogano una consistente assistenza finanziaria agli Stati membri per aiutarli a rispondere a tali sfide. Siamo determinati a continuare a mettere in pratica la solidarietà." Il Fondo AMIF finanzia le azioni nazionali volte a rafforzare le capacità di accoglienza, garantire che le procedure di asilo siano in linea con le norme dell'Unione, integrare i migranti a livello locale e regionale, e aumentare l'efficacia dei programmi di rimpatrio. Il Fondo ISF cofinanzia le azioni nazionali dirette a migliorare la gestione e la sorveglianza delle frontiere degli Stati membri (in particolare grazie all'uso di tecnologie moderne). Il Fondo ISF finanzia inoltre la cooperazione transfrontaliera delle autorità di contrasto e rafforza la capacità degli Stati membri di gestire efficacemente i rischi per la sicurezza, quali il terrorismo e la radicalizzazione violenta, il traffico di stupefacenti, la criminalità informatica, la tratta di esseri umani e altre forme di criminalità organizzata. In aggiunta alla dotazione di base (cfr. allegato), la maggior parte dei programmi nazionali è integrata da ulteriori importi messi a disposizione per realizzare specifiche azioni transnazionali, quali i progetti comuni di rimpatrio e reinserimento nell'ambito del Fondo AMIF e l'istituzione di una cooperazione consolare nel quadro del Fondo ISF. Altri finanziamenti aggiuntivi del Fondo ISF saranno inoltre investiti nell'acquisto di attrezzature su larga scala che saranno messe a disposizione di Frontex. Tali risorse saranno disponibili per le operazioni congiunte ogniqualvolta necessario. Inoltre, quasi 37 milioni di euro erogati tramite i programmi del Fondo AMIF saranno utilizzati per sostenere il programma di reinsediamento dell'Unione nel periodo 2014-2015. La Commissione si sta adoperando per la rapida approvazione dei restanti programmi nazionali. Con una dotazione totale complessiva di quasi 7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, i Fondi AMIF e ISF rappresentano i principali strumenti finanziari con cui l'UE investe in un'Europa aperta e sicura. Contesto Le iniziative dell'UE nel campo della migrazione e degli affari interni sono sostenute dal Fondo Asilo, migrazione e integrazione e dal Fondo Sicurezza interna. Il Fondo Asilo, migrazione e integrazione contribuisce alla gestione efficace dei flussi migratori e allo sviluppo di un approccio comune in materia di asilo e migrazione. Il Fondo Sicurezza interna (formato dalle due componenti Frontiere e visti e Strumento di sostegno per la cooperazione di polizia e la gestione delle crisi) contribuisce a garantire un livello elevato di sicurezza e di prevenzione della criminalità nell'Unione, rendendo al contempo possibile viaggiare in modo legittimo e garantendo una gestione rigorosa delle frontiere esterne dell'Unione europea. L'85% dei finanziamenti è erogato attraverso i programmi strategici pluriennali nazionali per il periodo 2014-2020. Dopo l'approvazione della Commissione, questi programmi sono elaborati, attuati, monitorati e valutati dalle autorità competenti degli Stati membri, in collaborazione con le parti interessate del settore, compresa la società civile. I sistemi di reinsediamento e ricollocazione recentemente proposti dalla Commissione e approvati dal Consiglio saranno realizzati tramite i programmi nazionali del Fondo AMIF. La parte restante dei finanziamenti (circa il 15% di tutte le risorse) è gestita dalla Commissione sulla base dei singoli programmi di lavoro. È attraverso questi programmi di lavoro della Commissione che vengono finanziate le azioni dell'Unione e l'assistenza emergenziale agli Stati membri. Nelle scorse settimane sono stati approvati dalla Commissione 23 programmi nazionali: 7 nell'ambito del Fondo AMIF (Cipro, Grecia, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svezia) e 16 nell'ambito del Fondo ISF (Austria, Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria). Sempre quest'anno erano stati approvati dalla Commissione 22 programmi nazionali: 17 nell'ambito del Fondo AMIF (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Slovenia e Ungheria) e 5 nell'ambito del Fondo ISF (Belgio,

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Danimarca, Francia, Germania e Repubblica ceca). I restanti 13 programmi nazionali saranno approvati nel corso del 2015. ALLEGATO: Dotazioni finanziarie per Stato membro

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Agosto 2015 a 0:43 Sono molto spesso in disaccordo con Ernesto Galli della Loggia, ma sono perfettamente d'accordo con lui sui due punti che solleva in questo articolo: il vuoto intellettuale della destra e i silenzi della Chiesa sui paesi africani e del terzo mondo. http://www.corriere.it/cultura/15_agosto_12/urla-inutili-migranti-f...

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Agosto 2015 a 8:44 Il Belgio adesso comincia anche ad utilizzare le caserme per creare posti letti di fortuna. Se non sbaglio anche noi ne dovremmo avere un certo numero che sono sottoutilizzate. http://www.eunews.it/2015/08/06/il-ministro-leghista-belga-crea-nuo...

Risposto da marcello sassoli su 13 Agosto 2015 a 12:51

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Se vogliamo discutere seriamente d'immigrazione dovremmo anche cercare di uscire da un discorso facilmente "buonista" e riduttivo. Il fenomeno è "epocale" e quindi il riferimento più ad esso vicino è la grande ondata immigratoria verso gli Stati Uniti e l'Argentina dei primi anni del XX° secolo. La severa selezione che veniva effettuata ad Ellis Island non era uno scherzo e molti venivano respinti. Ora noi assistiamo ad un'entrata massiccia, appoggiata da organizzazioni umanitarie e non, con la Chiesa, soprattutto cattolica, che incoraggia questo flusso. La guerra in Siria e la cattiva gestione di paesi come Etiopia ed Eritrea fanno il resto. E' sicuro che non potremo reggere a lungo una pressione di tali dimensioni. Dico "Noi" per non dire a chiare lettere "Unione europea". Io contrasto fortemente le teorie razziste dei vari populismi, stile lega di Salvini & Co., pero' ad esse va contrapposto un piano sicuro di immigrazione organizzata. Nei giornali di oggi si legge che molti immigrati di Kos hanno fatto regolare biglietto per essere traghettati sul continente. Ecco, forse è questo l'uovo di Colombo. Disciplinare i flussi immigratori vuol dire anche questo. Inutile ricordare che l'arrivo dei barconi è solo la punta dell'iceberg. Molti immigrati "clandestini" arrivano puntualmente con biglietti andata e ritorno e con visto turistico ...

Risposto da Giampaolo Carboniero su 14 Agosto 2015 a 0:23 Ma perchè non si discute mai delle "cause" che provocano questo enorme flusso migratorio? Per non disturbare il conducente? Meglio prendersela con gli affamati che con gli affamatori, che magari poi sono amici, o amici degli amici , con cui intratteniamo lauti affari? Sarebbe molto più razionale e risolutivo un intervento che bloccasse le guerre, ufficiali e non, che lottasse contro lo sfruttamento cui sono sottoposti certi popoli; sarebbe molto più utile che l'ONU prevenisse anzichè ricorrere ai pannicelli caldi con le ONG dopo che i buoi sono scappati dalla stalla.

Risposto da giovanni de sio cesari su 14 Agosto 2015 a 11:42 Giampaolo Non c’è nessun mistero sulla cause dell’emigrazione. La prima (in genere sottaciuta) è la terrificante esplosione demografica a cui si aggiunge la grave arretratezza economica e qui e la anche guerre etniche religiose. Come potrebbero gli europei già in crisi, rimuovere queste cause se non riescono nemmeno a risolvere i problemi del sud Italia e della Grecia? Anche se queste economie cominciassero a svilupparsi rapidamente (in effetti avviene già ) non si arresterebbe il flusso di immigrati cosi come provengono anche dalla Cina da 30 anni toccata dal miracolo economico. Quello che possiamo fare è dare una qualche mancia a tiranni locali perché non li facciamo passare come fece Berlusconi con Gheddafi: ma ormai nemmeno questo è piu possibile Giampaolo Carboniero ha detto: Ma perchè non si discute mai delle "cause" che provocano questo enorme flusso migratorio? Per non disturbare il conducente? Meglio prendersela con gli affamati che con gli affamatori, che magari poi sono amici, o amici degli amici , con cui intratteniamo lauti affari? Sarebbe molto più razionale e risolutivo un intervento che bloccasse le guerre, ufficiali e non, che lottasse contro lo sfruttamento cui sono sottoposti certi popoli; sarebbe molto più utile che l'ONU prevenisse anzichè ricorrere ai pannicelli caldi con le ONG dopo che i buoi sono scappati dalla stalla.

Risposto da Fabio Colasanti su 21 Agosto 2015 a 18:03 Il dramma dell'immigrazione sta prendendo delle dimensioni quasi bibliche; e il problema dei rifugiati che noi peschiamo dai barconi nel canale di Sicilia sta diventando un programma da seconda serata. Sembra quasi che nel mondo dei rifugiati, che ovviamente non esiste come tale, stia circolando la voce che non è il caso di rischiare la vita attraversando il canale di Sicilia, quando ci sono altre strade meno pericolose. Il numero dei

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rifugiati che ha attraversato i pochi chilometri tra la Turchia e le isole greche dall'inizio dell'anno ha raggiunto quasi il doppio del numero dei rifugiati che sono arrivati sulle nostre coste (il numero dei rifugiati che arrivano da noi sembra sia stabile sui livelli dell'anno scorso). Il serbatoio dai quale i rifugiati partono è enorme: in Turchia ci sono almeno due milioni di profughi dalla Siria. Le scene sulle isole greche sono indegne. L'Unione europea ha messo 430 milioni a disposizione della Grecia, ma il paese non ha la capacità tecnica di organizzare nulla (se almeno permettesse alle ONG finanziate dall'Europa e da altri di agire sarebbe già molto). È urgente costruire tende e campi di accoglienza di fortuna. In Macedonia il numero dei rifugiati che arrivano è stimato tra mille e duemila al giorno ! Il governo ha permesso per varie settimane ai rifugiati di prendere i treni gratis e di attraversare il paese, ma il numero di treni è insufficiente. Abbiamo tutti visto le scene tremende dalle stazioni della Macedonia. Adesso il paese ha chiuso le frontiere creando problemi indescrivibili per migliaia di persone. Più a nord, l'Ungheria sta costruendo una barriera fisica. Facile condannare il paese, ma che proponiamo? In Germania l'ultima stima del numero di rifugiati atteso quest'anno è di 800mila ! La Germania sta facendo pressione sugli altri paese perché si riprenda la proposta della Commissione europea di distribuzione dei profughi. In Germania sono stati aperti moltissimi centri per rifugiati e sono state aperte alcune caserme. La stessa cosa sta succedendo in Belgio. Dal lato negativo si è deciso di ridurre un poco i 400 euro a persona al mese che vengono dati ai rifugiati come argent de poche oltre al vitto, alloggio e altri servizi essenziali. Al tempo stesso, il numero di attacchi xenofobi contro centri per rifugiati è raddoppiato risetto all'anno scorso. Il problema di Calais (rifugiati che cercano di andare nel Regno Unito con ogni mezzo) si è esteso ai porti belgi e adesso anche a quelli olandesi. Che si può fare delle migliaia di poveretti che sono accampati vicino ai porti ? Alcuni sono immigranti economici che saranno rispediti indietro (o dovrebbero esserlo), ma il grosso sono rifugiati dalla Siria, persone che hanno pieno diritto all'asilo politico. Molti sono persone istruite, che conoscono le lingue e che spesso avevano un lavoro qualificato. Ma nel Medio Oriente ci sono circa cinque milioni di profughi dalla Siria. Molti si sono messi in marcia e stanno arrivando a piedi in Germania, Austria, paesi Scandinavi e, egenericamente, nord Europa. Come rispondere? Il movmento che vediamo sta facendo esplodere tutte le nostre contraddizioni. Nessuno è disposto ad intervenire militarmente in Siria (speriamo tutti che lo facciano gli americani). I rifugiati che scappano sono tantissimi. Secondo i nostri principi hanno pienamente diritto all'asilo politico. Bisognerà fare qualcosa, bisgnerà accogliere e integrare questa gente, ma siamo di fronte ad un fenomeno di dimensioni che non abbiamo mai visto dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Il problema non ci tocca direttamente, ma indirettamente si. Il cammino preso da queste persone è via la Grecia e i Balcani. Ma la cosa ci tocca indirettamente perché non possiamo più aspettarci molta comprensione e simpatia. Le dimensioni del problema italiano sono piccole rispetto a quello che sta succedendo in Germania, Austria, Olanda e Belgio. Probabilmente ci si chiederà di cominciare ad rispettare le regole di Schenghen e di non chiudere due occhi di fronte ai rifugiati che vogliono andare nel nord Europa. Lassù è "pieno".

Risposto da Giampaolo Carboniero su 26 Agosto 2015 a 1:10 Come, lassù è pieno? Quanti milioni di emigranti per motivi economici e umanitari ha conosciuto l'Europa nel recente passato? E' proprio vero che abbiamo, tutti, la memoria corta e che la storia non ci insegna mai niente http://www.socialeurope.eu/2015/08/breaking-europes-migration-paral...

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Agosto 2015 a 1:24 Quest'anno saranno arrivati in Germania 800mila rifugiati. E questi sono persone che non vanno da qualche altra parte, sono persone che vogliono rimanere in Germania e alle quali bisogno trovare vitto e alloggio. Poi molti saranno riportati nei paesi di provenienza, ma molti saranno integrati (cosa che richiede spese superiori a quelle necessarie per aiutare un tedesco povero). La Germania ha appena deciso di non applicare le disposizioni di Dublino

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e di non rimandare indietro nel primo paese di arrivo i profughi che vengono dalla Siria, saranno tutti accolti in Germania. Quante persone sono arrivate da noi? Quante rimarranno in Italia? Cosa stiamo facendo per integrare quelli che ricevono asilo politico in Italia, per insegnargli la lingua e per integrarli nel mercato del lavoro? Gradirei come risposta qualche fatto e non altri slogan. Giampaolo Carboniero ha detto: Come, lassù è pieno? Quanti milioni di emigranti per motivi economici e umanitari ha conosciuto l'Europa nel recente passato? E' proprio vero che abbiamo, tutti, la memoria corta e che la storia non ci insegna mai niente http://www.socialeurope.eu/2015/08/breaking-europes-migration-paral...

Risposto da Giampaolo Carboniero su 26 Agosto 2015 a 2:50 Non ti pare esagerata la cifra, per quest'anno? Fabio Colasanti ha detto: Quest'anno saranno arrivati in Germania 800mila rifugiati. E questi sono persone che non vanno da qualche altra parte, sono persone che vogliono rimanere in Germania e alle quali bisogno trovare vitto e alloggio. Poi molti saranno riportati nei paesi di provenienza, ma molti saranno integrati (cosa che richiede spese superiori a quelle necessarie per aiutare un tedesco povero). La Germania ha appena deciso di non applicare le disposizioni di Dublino e di non rimandare indietro nel primo paese di arrivo i profughi che vengono dalla Siria, saranno tutti accolti in Germania. Quante persone sono arrivate da noi? Quante rimarranno in Italia? Cosa stiamo facendo per integrare quelli che ricevono asilo politico in Italia, per insegnargli la lingua e per integrarli nel mercato del lavoro? Gradirei come risposta qualche fatto e non altri slogan. Giampaolo Carboniero ha detto: Come, lassù è pieno? Quanti milioni di emigranti per motivi economici e umanitari ha conosciuto l'Europa nel recente passato? E' proprio vero che abbiamo, tutti, la memoria corta e che la storia non ci insegna mai niente http://www.socialeurope.eu/2015/08/breaking-europes-migration-paral...

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Agosto 2015 a 10:34 Le discussioni tra governo e Länder fino ad un mese fa, prima dell'inizio degli afflussi massicci via i Balcani erano tra la previsione ufficiale di 500mila arrivi nel 2015 fatta dal governo e quella di "almeno 600mila" dei Länder. Adesso la cifra di 800mila è la stima del governo. La Germania da sola sta accogliendo più rifugiati di tutto il resto dell'Unione europea messo insieme. In Italia si sa solo quello che la nostra stampa racconta. Non ci sono mai servizi sul fatto che l'immigrazione è il tema che da settimane domina le notizie nel nord Europa. Ieri sera il TG della ARD, la televisione pubblica tedesca, che dura solo 15 minuti, ha avuto i primi dieci minuti solo sull'immigrazione. Con il ministro dell'interno in visita ad un centro di accoglienza per i profughi (anche per contrastare i segnali dati dagli attacchi nazisti ad alcuni centri), la Merkel che ha partecipato ad "dialogo" con i cittadini di una zona dove ci somo molti immigrati e rifugiati. E il resto del tempo è stato passato su quello che si sta facendo in varie città per creare nuovi centri di accoglienza. La televisione belga parla dei porti belgi dove ci sono gli accampamenti di immigrati che cercano di andare nel Regno Unito, dei nuovi centri di accoglienza che si stanno aprendo in tanti posti, dell'utilizzo delle caserme e delle scuole all'aria aperta per rifugiati nei parchi di Bruxelles. Si sta creando poi una situazione umanitaria drammatica alla frontiera tra la Serbia e l'Ungheria, con l'Ungheria che blocca l'accesso e migliaia di persone nei campi dal lato serbo. La Serbia si sta comportando meglio di Macedonia e Grecia in questo campo. Ma tutte queste persone sono in rotta per la Germania, Austria, Belgio, Olanda e Svezia. Giampaolo Carboniero ha detto: Non ti pare esagerata la cifra, per quest'anno? Fabio Colasanti ha detto: Quest'anno saranno arrivati in Germania 800mila rifugiati. E questi sono persone che non vanno da qualche altra parte, sono persone che vogliono rimanere in Germania e alle quali bisogno trovare vitto e alloggio. Poi molti saranno

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riportati nei paesi di provenienza, ma molti saranno integrati (cosa che richiede spese superiori a quelle necessarie per aiutare un tedesco povero). La Germania ha appena deciso di non applicare le disposizioni di Dublino e di non rimandare indietro nel primo paese di arrivo i profughi che vengono dalla Siria, saranno tutti accolti in Germania. Quante persone sono arrivate da noi? Quante rimarranno in Italia? Cosa stiamo facendo per integrare quelli che ricevono asilo politico in Italia, per insegnargli la lingua e per integrarli nel mercato del lavoro? Gradirei come risposta qualche fatto e non altri slogan. Giampaolo Carboniero ha detto: Come, lassù è pieno? Quanti milioni di emigranti per motivi economici e umanitari ha conosciuto l'Europa nel recente passato? E' proprio vero che abbiamo, tutti, la memoria corta e che la storia non ci insegna mai niente http://www.socialeurope.eu/2015/08/breaking-europes-migration-paral...

Risposto da Pietro Maruca su 26 Agosto 2015 a 11:15 Immigrazione Gli immigrati che arrivano in Europa non sono profughi temporanei. Le condizioni di partenza li stanno spingendo a cambiare vita, se non per sempre, almeno per un lungo periodo. Noi continuiamo a vedere il problema come un'emergenza, quasi un'esperienza balneare: alloggi provvisori, accoglienza indistinta, sostegno economico con piccoli sussidi... Queste sono misure per fronteggiare fenomeni improvvisi, dopo un terremoto, un conflitto appena scoppiato. Ma l’esodo in corso dura da anni ed è destinato a continuare fino a quando non si riuscirà a intervenire sulle cause. Possibile che dopo anni non siamo in grado di pensare a una strategia efficace? Le vie da seguire sono varie, ma finora non c'è verso di avere uno straccio di opinione in merito, limitandoci alla cronaca, ai provvedimenti per l’emergenza, alla speranza che qualcuno o qualcosa fermi il fenomeno. In realtà servono risposte più decise, per: 1. un intervento serio sui fornitori di armi e di munizioni; un intervento serio sugli organizzatori delle tratte di profughi verso l'Europa; nel tentativo di bloccare il fenomeno migratorio alla fonte, in particolare sui diversi fronti bellici; 2. una selezione degli immigrati da accogliere sulla base di interessi anche dell'Europa o dei singoli Stati, con accordi bilaterali, ma soprattutto con centri in grado di accogliere e scegliere, per gestire meglio; 3. la creazione di una politica di sostegno economico per i paesi africani, in particolare nell'area del Mediterraneo, sia per tentare di riprenderne il controllo, sia per creare un'area cuscinetto capace di interagire con il resto del continente; 4. l’avvio di un processo per la creazione di un'area geopolitica forte e omogenea, che comprenda la Russia, in grado di far fronte agli impatti demografici che riguardano il Medio Oriente e l’Africa e che ancor più potranno esplodere nei prossimi, ripeto “prossimi”, anni, senza un piano per il controllo del fenomeno.

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Agosto 2015 a 11:43 Pietro, sottoscrivo tutto quello che scrivi nella prima parte del tuo intervento. Non mi illudo però che si possa mai fare qualcosa di concreto su chi vende armi. Le armi che utilizzano Boko Haram e l'Isis non sono particolarmente sofisticate. Troveranno semprre la maniera di procurarsele. Non vedo cosa significhi "la creazione di un'area geopolitica forte e omogenea", ne vedo in che maniera la Russia possa contribuire. Dobbiamo avere relazioni migliori con la Russia per limitare i danni che questa fa, ma la Russia di Putin non è un paese molto simpatico. E' di ieri la notizia della condanna a venti anni di carcere per due ucraini della Crimea, uno è un regista cinematografico abbastanza conosciuto, per aver organizzato manifestazioni contro l'annessione della Crimea alla Russia. I due sono stati arrestati in Crimea e trasportai in Russia. La condanna è venuta da un tribunale russo.

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Risposto da marcello sassoli su 26 Agosto 2015 a 12:30 Insomma l'Italia di Renzi ha fatto ancora una volta una brutta figura. La Germania con la quota 800000 è come al "solito" la prima della classe. Inoltre ha dato uno schiaffo al governo italiano dicendo che gli accordi di Dublino sono temporaneamente sospesi. Cosa che Renzi aveva detto "impossibile da farsi"...ora si capisce meglio perchè gli immigrati non vengano accolti in Italia ma sono solo fatti transitare verso la meglio organizzata società nordica. Questo è un dato di fatto. Siamo messi male, molto male... Fabio Colasanti ha detto: Il fatto che una quota molto alta dei rifugiati che arrivano in Italia "scompaia" costituisce un argomento comodo per alcuni paesi che si oppongono alla ripartizione dei rifugiati secondo criteri "oggettivi". Le quote di ripartizione – che comunque la maggioranza dei paesi non vuole per altre ragioni – hanno un senso solo se si applicano all'insieme dei rifugiati che arrivano in Grecia e in Italia. Se questi sono invece liberi di spostarsi dove vogliono all'interno dell'Unione europea, che senso ha discutere di quote? http://www.corriere.it/cronache/15_giugno_13/viminale-richiedenti-asilo-scomparsi-immigrati-profughi-e0d12a24-118e-11e5-8b3a-62b7e966c494.shtml

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Agosto 2015 a 12:36 Marcello, Per quanto riguarda gli accordi di Dublino si tratta di due casi ben diversi. l'Italia voleva sottrarsi agli "obblighi" dell'accordo di Dublino per non doversi tenere tutti i rifugiati che arrivano. Gli altri avrebbero strillato. Non sarebbe stato facile re gli accordi (si potrà fare quando si accetterà una responsabilità europea per ogni arrivo). Non sarebbe stato facile - e non facile oggi - per Renzi ottenere una di questi accordi. La Germania rinuncia a dei "vantaggi" che gli accordi di Dublino le danno. Rinuncia rimandare i profughi nel primo paese della Ue dove hanno messo piede. Non vedo chi si possa lamentare di una decisione del genere. marcello sassoli ha detto: Insomma l'Italia di Renzi ha fatto ancora una volta una brutta figura. La Germania con la quota 800000 è come al "solito" la prima della classe. Inoltre ha dato uno schiaffo al governo italiano dicendo che gli accordi di Dublino sono temporaneamente sospesi. Cosa che Renzi aveva detto "impossibile da farsi"...ora si capisce meglio perchè gli immigrati non vengano accolti in Italia ma sono solo fatti transitare verso la meglio organizzata società nordica. Questo è un dato di fatto. Siamo messi male, molto male... Fabio Colasanti ha detto: Il fatto che una quota molto alta dei rifugiati che arrivano in Italia "scompaia" costituisce un argomento comodo per alcuni paesi che si oppongono alla ripartizione dei rifugiati secondo criteri "oggettivi". Le quote di ripartizione – che comunque la maggioranza dei paesi non vuole per altre ragioni – hanno un senso solo se si applicano all'insieme dei rifugiati che arrivano in Grecia e in Italia. Se questi sono invece liberi di spostarsi dove vogliono all'interno dell'Unione europea, che senso ha discutere di quote? http://www.corriere.it/cronache/15_giugno_13/viminale-richiedenti-asilo-scomparsi-immigrati-profughi-e0d12a24-118e-11e5-8b3a-62b7e966c494.shtml

Risposto da giorgio varaldo su 26 Agosto 2015 a 13:01 Il piu' grande fornitore di armi ISIL e' stato l'esercito irakeno che a mossul si e' sciolto come neve al sole lasciando nelle mani del califfato il modernissimo equipaggiamento quindi intervenire sui trafficanti di armi serve a poco. Cosa fare per re le cause scatenanti le migrazioni tutti i governi lo sanno ma nessuno vuole farlo. Se mai dovremmo imparare dagli errori del passato ed evitarli in futuro. Ad iniziare con l'opposizione a missioni tipo enduring freedom e a non giudicare i governi locali in funzione di rispetto dei diritti umani e dei principi della nostra democrazia.

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ISIL e' nato dall'opposizione a bashar ed asad siriano e dallo sconsiderato appoggio fornito dagli occidentali e da saudi arabia ed emirati ai gruppi islamici. Il califfato libico e' nato solo dopo aver buttato giu' gheddafi. Gli shabah somali ringraziano i tanti europei contrari alla allora missione ONU condotta da occidentali e contestata in italia da chiesa e sinistra. Oggi dovremmo intervenire militarmente noi occidentali (impensabile inviare contro ISIL truppe arabe non egiziane o africane) e dare pieno sostegno economico e militare a governi come quello egiziano . Tutte cose che nessun paese europeo vuol fare. Ma continuare con questo tipo di accoglienza senza intervenire non meravigliamoci se alla prossima tornata elettorale scopriremo una europa governata dalle marie le pen dai salvini dagli andzrej duda e dai viktor orban.

Risposto da Giampaolo Carboniero su 27 Agosto 2015 a 0:49 L'ultimo esempio della politica di integrazione del PD a Reggio Emilia, alla festa dell'Unità (quale Unità?) https://unfilorosso.wordpress.com/2015/08/26/viva-serra/

Risposto da Pietro Maruca su 27 Agosto 2015 a 12:24 E' un errore, Fabio, valutare un Paese in base al governo che ha. Questo, prima o poi, passa e il Paese con le sue potenzialità resta. Nel nostro caso, una buona politica estera dell'Europa può accelerare il processo di democratizzazione della Russia. A noi conviene avere questo enorme territorio nella nostra area geopolitica, anziché lasciarla ad influenze di altro tipo, come quella islamica o quella asiatica. Per area geopolitica forte intendo una zona che sappia rispondere ai problemi della globalizzazione in modo coordinato, senza farsi condizionare più di tanto. A livello industriale e finanziario, vediamo come le economie emergenti e gli USA riescano a trasformare l'Europa in un fuscello, che si accoda a chi va in crisi o si riprende sulla base di spinte che vengono da Est o da Ovest. Anche il tema dell'immigrazione ci vede esposti e divisi. Ora forse, finalmente la Germania, ma non capisco perché non potesse essere l'Italia, o tutti insieme, arriva a dire che anche se gli immigrati sono 800mila, non c'è problema, si riuscirà a fare un buon piano per l'integrazione. E se cambia l'orientamento, quei disperati, ora minacciosi e ingombranti, possono diventare un'opportunità, a livello di forza lavoro e soprattutto di "ponti" verso i Paesi d'origine, per tessere relazioni e impostare mercati. Se lo fa la Germania diventa il solito gigante che tende a prevaricare gli altri, schiacciandoli economicamente (vedi critiche sull'azione tedesca nei confronti degli aeroporti greci), se qualcuno propone di farlo noi, subito a dire che non è fattibile, che sarebbe troppo oneroso, che ci sono ostacoli e problemi. La verità è che abbiamo poca fiducia in noi stessi e, anziché tentare strade nuove come fece Mattei, ci adattiamo a copiare e a raccogliere le briciole che altri ci lasciano. Anche per questo ci sarebbe bisogno di un radicale cambio ai vertici della burocrazia: abbiamo una classe dirigente troppo adagiata su un vissuto da cui non sappiamo staccarci e troppo strapagata per azzardare qualche rischio (maledetto senso del "Ma chi ce lo fa fare???"). Siamo talmente paralizzati dalle regole, che ci imbrigliano, che non sappiamo fare nulla delle migliaia di giovani arrivati, spesso laureati o con competenze preziose, disposti a tutto, e delle migliaia di nostri giovani, altrettanto disposti a tutto, che se ne vanno dall'Italia ogni anno. Se potessi fare io una legge, pur essendo stato dirigente scolastico, disporrei un limite d’età per gli incarichi dirigenziali: dopo i 50 anni si torni a ruoli esecutivi, magari anche di grande responsabilità, che valorizzino l’esperienza. Ma la dirigenza implica scelte difficili e rischi su terreni inesplorati, per rispondere ai problemi nuovi con soluzioni almeno in parte inedite, comunque libere dai lacci opprimenti del fare esclusivo riferimento all’esperienza pregressa. Fabio Colasanti ha detto: Pietro,

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sottoscrivo tutto quello che scrivi nella prima parte del tuo intervento. Non mi illudo però che si possa mai fare qualcosa di concreto su chi vende armi. Le armi che utilizzano Boko Haram e l'Isis non sono particolarmente sofisticate. Troveranno semprre la maniera di procurarsele. Non vedo cosa significhi "la creazione di un'area geopolitica forte e omogenea", ne vedo in che maniera la Russia possa contribuire. Dobbiamo avere relazioni migliori con la Russia per limitare i danni che questa fa, ma la Russia di Putin non è un paese molto simpatico. E' di ieri la notizia della condanna a venti anni di carcere per due ucraini della Crimea, uno è un regista cinematografico abbastanza conosciuto, per aver organizzato manifestazioni contro l'annessione della Crimea alla Russia. I due sono stati arrestati in Crimea e trasportai in Russia. La condanna è venuta da un tribunale russo.

Risposto da Pietro Maruca su 27 Agosto 2015 a 12:37 In merito al tema delle armi, ribadisco che mi piacerebbe un esame serio del problema. Chi sono i fornitori? Come fermare il flusso? http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/23/armi-made-in-italy-che-v... L'articolo sopra indicato fa riferimento all'Italia, che però non credo sia la sola. Non intendo fare un ragionamento contrario in assoluto, anche se mi piacerebbe. Ma non ci si può adagiare sui luoghi comuni quando le guerre in atto creano milioni di profughi, che poi si riversano sull'Europa, creando problemi a tutta la comunità. Qualcuno potrebbe rispondere con il solito ragionamento che se non le vendessero loro le armi ci penserebbe qualcun altro, alibi che possono usare gli spacciatori, i magnaccia, i killer, i ladri su commissione, i tombaroli, i falsari... Smacchierà un po' la loro coscienza, ma non risolve il problema dei milioni di profughi con tutti i drammi personali collegati al fenomeno.

Risposto da giorgio varaldo su 27 Agosto 2015 a 13:08 Se consideriamo la democrazia come capacita' di alternanza dei governi sara' piuttosto difficile avere nel futuro una russia democratica. Dopo secoli di zarismo e settanta anni di socialismo l'attuale forma di democrazia riterrei ' il massimo ottenibile . Se mai in una europa dei le pen salvini duda ed orban potrebbe essere il nostro concetto di democrazia ad essere in pericolo.

Risposto da giorgio varaldo su 27 Agosto 2015 a 14:29 Separiamo gli aspetti: un conto e' vendere armi ai governi ben altro e' venderle ai combattenti delle tante guesre che ci sono in giro per il mondo. E l'italia vende questa bazzecola agli stati. Come ho scritto in altro intervento i vari movimenti islamici non hanno di sicuro necessita' di acquistare armi dall'europa quando possono attingere ai depositi di armi locali. Ed infatti le camionette toyota sono equipaggiate con impianti binati o quadrinati DShK russe magari prodotte in cina o corea del nord ed il fucile AK47 sempre russo e fabbricato in cina pakistan corea e localmente da qualsiasi fabbro e' l'arma piu' diffusa. Fermare il traffico di armi e' impresa impossibile al massimo si avra' un aumento di prezzo ma se vuol fare qualcosa senza il controllo di pakistan cina e corea l'impresa e' del tutto inutile. Pietro Maruca ha detto: In merito al tema delle armi, ribadisco che mi piacerebbe un esame serio del problema. Chi sono i fornitori? Come fermare il flusso?

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/23/armi-made-in-italy-che-v... L'articolo sopra indicato fa riferimento all'Italia, che però non credo sia la sola. Non intendo fare un ragionamento contrario in assoluto, anche se mi piacerebbe. Ma non ci si può adagiare sui luoghi comuni quando le guerre in atto creano milioni di profughi, che poi si riversano sull'Europa, creando problemi a tutta la comunità. Qualcuno potrebbe rispondere con il solito ragionamento che se non le vendessero loro le armi ci penserebbe qualcun altro, alibi che possono usare gli spacciatori, i magnaccia, i killer, i ladri su commissione, i tombaroli, i falsari... Smacchierà un po' la loro coscienza, ma non risolve il problema dei milioni di profughi con tutti i drammi personali collegati al fenomeno.

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Agosto 2015 a 3:30 Un'analisi che condivido: http://www.corriere.it/editoriali/15_agosto_29/editoriale-venturini...

Risposto da giorgio varaldo su 30 Agosto 2015 a 9:34 Rispetto ad italia e francia per germania (ed austria) il problema accoglienza nonostante sia di dimensioni ben maggiori presenta minori difficolta' e minori resistenze politiche. E quali sono i motivi? Il piu' importante e' che il cittadino tedesco appartenente alle fasce basse di reddito non percepisce l'immigrato come pericoloso concorrente pronto a sottrargli la sua fettina di aiuti . Sa che si rivolge al sozialamt perche' ha difficolta' a trovare casa riceve una casa e non ( almeno sino ad ora) risposta negativa e poi si vede quella casa popolare cosi' ambita occupata abusivamente o peggio assegnata (in accordo con leggi e regolamenti) alla famiglia di extracomunitari. E poi sente dai media che a milano ci sono decine di migliaia di appartamenti pubblici inutilizzati o occupati abusivsmente Il senza lavoro tedesco sa che puo' sempre contare sul minijob e sul contributo di integrazione al reddito mentre quello italiano spesso non solo non riceve nulla ma sente dai media che il richiedente aiuto costa allo stato un migliaio di euro al mese che lui non riceve. Il cittadino tedesco al quale il sozialamt versa la quota di integrazione del reddito sa che ogni mese riceve cosa gli e' stato promesso. Almeno sino ad oggi non e' trattato come Il friulano che secondo leggi e regolamenti avendo diritto al bonus bebe' ed al contributo prima casa si e' sentito dire bambole non c'e' una lira i fondi per voi sono andati all'accoglienza. Nel contesto tedesco NDP arriva a malapena all'un per cento mentre nel nostro la lega ha visto i consensi impennarsi e laddove al nord si e' votato in molte zone e' divenuta maggioritaria. E non dimentichiamoci i fattacci romani dell'accoglienza. Sconosciuti in qualsiasi altro paese europeo ed alieni nella mittel e nel nord europa. Se vogliamo - e dobbiamo farlo - accogliere chi arriva in europa dobbiamo innanzitutto far funzionare il nostro paese ed ogni paese deve operare nello stesso modo. Ma se noi non cambiamo registro e lo cambino anche altri paesi europei ( la francia di calais non e' molto diversa da quella di molte situazioni italiabe) nel futuro le decisioni sull' acvoglienza le prenderanno i salvini le marie le pen e simili . E chissa' se al posto di frau angela non arrivino i successori di frank franz? Fabio Colasanti ha detto: Un'analisi che condivido: http://www.corriere.it/editoriali/15_agosto_29/editoriale-venturini...

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Risposto da Giuseppe Ardizzone su 30 Agosto 2015 a 11:15 Le osservazioni contenute nell'articolo segnalato da Fabio e quelle di richiamo al realismo di Giorgio sono non solo condivisibili ma rappresentano il punto necessario di partenza di qualsiasi analisi e proposta. L'immigrazione di uomini e donne verso l'Europa può rappresentare l'inizio di conflittualità terribili o di grandi opportunità di sviluppo portando l'ìEuropa al centro del mondo in crescita . Può essere un'opportunità per tutti , ma dobbiamo lavorare. Non pensare solo a dividere quello che c'è già fatto in maniera poco equa ed efficiente . Dobbiamo invece pensare alla possibilità di utilizzare proficuamente per tutti questa massa enorme di energie che si avvicina verso i nostri paesi ottenendone maggior lavoro ricchezza in una più equa distribuzione . La prima cosa che mi viene in mente è che tutti gli stranieri che ricevono o riceveranno dei sussidi dalo stato in attesa di trovare una sistemazione autonoma debbano prestare il proprio lavoro in servizi di base pubblici senza ulteriori compensi. Penso all'edilizia popolare e pubblica, ai servizi di pulizia delle strade e delle areee verdi , all'assistenza verso gli anziani e i bambii ecc ecc. In attesa di poter trovare autonomamente una collocazione nel mercato chi riceve un sussidio deve prestare un lavoro di cui tutti potremo avere un beneficio. Credo che questo possa essere il maggior veicolo d'integrazione e rispetto reciproco . Si potrebbero ad esempio incentivare gli immigrati , riservando loro una percentuale fissa delle case popolari costruite con il loro lavoro. Si possono fare mille cose e da un dibattiuto orientato in tal senso le proposte verrebbero migliorate e perfezionate. Il nostro Circolo potrebbe tentare di aprire una piattaforma dedicata su questo argomento come Fabio ha fatto a suo tempo col Forum Europa cercando fi coinvolgere nell'iniziativa i Circoli esteri tramite i contatti di Fabio ,informando contemporaneamente la Direzione del partito e tutte le altre realtà presenti sul WEB. Che ne pensate ? Si può portare avanti? Pensate che il Circolo possa esprimersi su questa proposta?

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Agosto 2015 a 19:10 Giorgio, sottolinei differenze vere ed importanti. Noi siamo meno capaci di accogliere rifugiati di altri paesi con un livello di reddito paragonabile al nostro. Giorni fa avevo scritto qualcosa di simile. Gli altri paesi estendono ai rifugiati i sistemi di aiuto sociale che hanno. Noi non abbiamo quasi nulla da "estendere". giorgio varaldo ha detto: Rispetto ad italia e francia per germania (ed austria) il problema accoglienza nonostante sia di dimensioni ben maggiori presenta minori difficolta' e minori resistenze politiche. E quali sono i motivi? Il piu' importante e' che il cittadino tedesco appartenente alle fasce basse di reddito non percepisce l'immigrato come pericoloso concorrente pronto a sottrargli la sua fettina di aiuti . Sa che si rivolge al sozialamt perche' ha difficolta' a trovare casa riceve una casa e non ( almeno sino ad ora) risposta negativa e poi si vede quella casa popolare cosi' ambita occupata abusivamente o peggio assegnata (in accordo con leggi e regolamenti) alla famiglia di extracomunitari. E poi sente dai media che a milano ci sono decine di migliaia di appartamenti pubblici inutilizzati o occupati abusivsmente Il senza lavoro tedesco sa che puo' sempre contare sul minijob e sul contributo di integrazione al reddito mentre quello italiano spesso non solo non riceve nulla ma sente dai media che il richiedente aiuto costa allo stato un migliaio di euro al mese che lui non riceve. Il cittadino tedesco al quale il sozialamt versa la quota di integrazione del reddito sa che ogni mese riceve cosa gli e' stato promesso. Almeno sino ad oggi non e' trattato come Il friulano che secondo leggi e regolamenti avendo diritto al bonus bebe' ed al contributo prima casa si e' sentito dire bambole non c'e' una lira i fondi per voi sono andati all'accoglienza.

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Nel contesto tedesco NDP arriva a malapena all'un per cento mentre nel nostro la lega ha visto i consensi impennarsi e laddove al nord si e' votato in molte zone e' divenuta maggioritaria. E non dimentichiamoci i fattacci romani dell'accoglienza. Sconosciuti in qualsiasi altro paese europeo ed alieni nella mittel e nel nord europa. Se vogliamo - e dobbiamo farlo - accogliere chi arriva in europa dobbiamo innanzitutto far funzionare il nostro paese ed ogni paese deve operare nello stesso modo. Ma se noi non cambiamo registro e lo cambino anche altri paesi europei ( la francia di calais non e' molto diversa da quella di molte situazioni italiabe) nel futuro le decisioni sull' acvoglienza le prenderanno i salvini le marie le pen e simili . E chissa' se al posto di frau angela non arrivino i successori di frank franz? Fabio Colasanti ha detto: Un'analisi che condivido: http://www.corriere.it/editoriali/15_agosto_29/editoriale-venturini...

Risposto da giovanni de sio cesari su 4 Settembre 2015 a 20:45 Giuseppe Io continuo a credere che non esistano soluzione democratiche, rispettose dei diritti e nemmeno semplicemente razionali. Per questo le cose vanno come vanno secondo il caso e le circostanze. Qui e la si innalzano steccati, qui e la si aprono strade mentre nella mente si stampano le immagini di un corpicino sulle spiagge dell’anatolia che noi emotivamente identifichiamo con un nostro nipotino o figlioletto, e treni che risalgono i balcani che ricordano la shoa e nell’azzurro battelli stivati all’inverosimili pieni di speranza e di morte Si è capito che tutta questa umanità dolente e fiduciosa è in cammino verso la Germania (e paesi del nord) e chiede ai paesi mediterranei e dei balcani solo il passaggio: che altro possono fare se non agevolarlo. Noi li andiamo a prendere in Libia e li mandiamo al Brennero : come fermare questo fiume di gente: ci vorrebbero dei lager : e chi mai li aprirebbe? Merkel ha detto qualcosa che è sembrato una intenzione di accoglienza: la Germania in realta non ha porblemi di disoccupazione, potrebbe assorbire dei migranti, ma fino a che punto ? Giuseppe Ardizzone ha detto: Le osservazioni contenute nell'articolo segnalato da Fabio e quelle di richiamo al realismo di Giorgio sono non solo condivisibili ma rappresentano il punto necessario di partenza di qualsiasi analisi e proposta. L'immigrazione di uomini e donne verso l'Europa può rappresentare l'inizio di conflittualità terribili o di grandi opportunità di sviluppo portando l'ìEuropa al centro del mondo in crescita . Può essere un'opportunità per tutti , ma dobbiamo lavorare. Non pensare solo a dividere quello che c'è già fatto in maniera poco equa ed efficiente . Dobbiamo invece pensare alla possibilità di utilizzare proficuamente per tutti questa massa enorme di energie che si avvicina verso i nostri paesi ottenendone maggior lavoro ricchezza in una più equa distribuzione . La prima cosa che mi viene in mente è che tutti gli stranieri che ricevono o riceveranno dei sussidi dalo stato in attesa di trovare una sistemazione autonoma debbano prestare il proprio lavoro in servizi di base pubblici senza ulteriori compensi. Penso all'edilizia popolare e pubblica, ai servizi di pulizia delle strade e delle areee verdi , all'assistenza verso gli anziani e i bambii ecc ecc. In attesa di poter trovare autonomamente una collocazione nel mercato chi riceve un sussidio deve prestare un lavoro di cui tutti potremo avere un beneficio. Credo che questo possa essere il maggior veicolo d'integrazione e rispetto reciproco . Si potrebbero ad esempio incentivare gli immigrati , riservando loro una percentuale fissa delle case popolari costruite con il loro lavoro. Si possono fare mille cose e da un dibattiuto orientato in tal senso le proposte verrebbero migliorate e perfezionate. Il nostro Circolo potrebbe tentare di aprire una piattaforma dedicata su questo argomento come Fabio ha fatto a suo tempo col Forum Europa cercando fi coinvolgere nell'iniziativa i Circoli esteri tramite i contatti di Fabio ,informando contemporaneamente la Direzione del partito e tutte le altre realtà presenti sul WEB. Che ne pensate ? Si può portare avanti? Pensate che il Circolo possa esprimersi su questa proposta?

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Risposto da Giampaolo Carboniero su 5 Settembre 2015 a 13:16 C'entrano con la politica gli atteggiamenti delle società sportive? O hanno a che fare con la mentalità e l'informazione? http://www.gadlerner.it/2015/09/04/il-bayern-monaco-e-le-tante-squa...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 5 Settembre 2015 a 13:42 Giovanni , condivido la percezione che le soluzioni a priori non esistano . Cerchiamo in tutti i modi di offrire risposte ai problemi che abbiamo davanti , quando arrivano e come possiamo ,spesso in ritardo e fuori luogo rispetto alla loro entità . Per questo ritengo importante cercare di guardare avanti e cercare se possibile di evitare il ripetersi di quei contrasti e di quei conflitti di cui poi piangeremo insime i lutti e le difficoltà . La storia c'inmsegna che la pace non è un regalo ma una conquista. C'insegna ancora che tutte le comunità sono capaci di civiltà ma anche di una terribile crudeltà, quando sono messe a dura prova e prive di prospettive. Il nostro sforzo è cercare di capire se abbiamo un'alternativa e soprattutto che gli avvenimenti non ci travolgano . Dobbiamo adattarci.Non possiamo pensare di re fenomeni di questa portata . Nell'adattamento tuttavia possiamo scegliere soluzioni e privilegiare comportamenti ed in questo , a mio parere , consiste la nostra responsabilità. Per questo motivo ho scritto quell'intervento a cui hai risposto e non ritengo inutile cercare soluzioni condivisibili. che offrano un terreno d'incontro possibile fra le popolazioni ,. Se guardiamo a quello che succede in Europa , nonostante la buona voontà della Germania e di altri osserviamo anche come serpeggi l'insofferenza e la difficoltà a gestire il fenomeno. L'Europa è di nuovo sui carboni ardenti. Non è finita la vicenda greca e già siamo investiti da un'immigrazione storica che mette a dura prova la capacità di governo delle istituzioni comuni . Non a caso ascoltiamo con maggiore attenzione quel che dice la Merkel o Cameron o Hollande o il primio ministro ungherese piuttosto che la voce del parlamento europeo o della Commissione. L'Europa è veramente in difficoltà ed a rischio implosione, anche se non si vede un'alternativa valida al momento. Le crisi tuttavia possono essere un momento anche di ripartenza se la classe dirigente europea e se i popoli dell'unione saprammo trovare un cammino che ci porti fuori dal guado della Crisi economica , sociale e politica che stiamo vivendo. La gestione del problema immigrazione è uno dei problemi più difficili che abbiamo davanti insieme ad una disoccupazione storica dei nostri figli , ai rapporti con il problema della diseguaglianza ad una situazione internazionale sempre più conflittuale.. giovanni de sio cesari ha detto: Giuseppe Io continuo a credere che non esistano soluzione democratiche, rispettose dei diritti e nemmeno semplicemente razionali. Per questo le cose vanno come vanno secondo il caso e le circostanze. Qui e la si innalzano steccati, qui e la si aprono strade mentre nella mente si stampano le immagini di un corpicino sulle spiagge dell’anatolia che noi emotivamente identifichiamo con un nostro nipotino o figlioletto, e treni che risalgono i balcani che ricordano la shoa e nell’azzurro battelli stivati all’inverosimili pieni di speranza e di morte Si è capito che tutta questa umanità dolente e fiduciosa è in cammino verso la Germania (e paesi del nord) e chiede ai paesi mediterranei e dei balcani solo il passaggio: che altro possono fare se non agevolarlo. Noi li andiamo a prendere in Libia e li mandiamo al Brennero : come fermare questo fiume di gente: ci vorrebbero dei lager : e chi mai li aprirebbe? Merkel ha detto qualcosa che è sembrato una intenzione di accoglienza: la Germania in realta non ha porblemi di disoccupazione, potrebbe assorbire dei migranti, ma fino a che punto ? Giuseppe Ardizzone ha detto: Le osservazioni contenute nell'articolo segnalato da Fabio e quelle di richiamo al realismo di Giorgio sono non solo condivisibili ma rappresentano il punto necessario di partenza di qualsiasi analisi e proposta.

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L'immigrazione di uomini e donne verso l'Europa può rappresentare l'inizio di conflittualità terribili o di grandi opportunità di sviluppo portando l'ìEuropa al centro del mondo in crescita . Può essere un'opportunità per tutti , ma dobbiamo lavorare. Non pensare solo a dividere quello che c'è già fatto in maniera poco equa ed efficiente . Dobbiamo invece pensare alla possibilità di utilizzare proficuamente per tutti questa massa enorme di energie che si avvicina verso i nostri paesi ottenendone maggior lavoro ricchezza in una più equa distribuzione . La prima cosa che mi viene in mente è che tutti gli stranieri che ricevono o riceveranno dei sussidi dalo stato in attesa di trovare una sistemazione autonoma debbano prestare il proprio lavoro in servizi di base pubblici senza ulteriori compensi. Penso all'edilizia popolare e pubblica, ai servizi di pulizia delle strade e delle areee verdi , all'assistenza verso gli anziani e i bambii ecc ecc. In attesa di poter trovare autonomamente una collocazione nel mercato chi riceve un sussidio deve prestare un lavoro di cui tutti potremo avere un beneficio. Credo che questo possa essere il maggior veicolo d'integrazione e rispetto reciproco . Si potrebbero ad esempio incentivare gli immigrati , riservando loro una percentuale fissa delle case popolari costruite con il loro lavoro. Si possono fare mille cose e da un dibattiuto orientato in tal senso le proposte verrebbero migliorate e perfezionate. Il nostro Circolo potrebbe tentare di aprire una piattaforma dedicata su questo argomento come Fabio ha fatto a suo tempo col Forum Europa cercando fi coinvolgere nell'iniziativa i Circoli esteri tramite i contatti di Fabio ,informando contemporaneamente la Direzione del partito e tutte le altre realtà presenti sul WEB. Che ne pensate ? Si può portare avanti? Pensate che il Circolo possa esprimersi su questa proposta?

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 15:39 Il primo ministro finlandese ha offerto la sua casa per ospitare rifugiati ed ha invitato i finlandesi a chiedersi se non possano fare la stessa cosa con le loro seconde case. Ha anche annunciato, su base volontaria, la Finlandia pensa di accettare 30mila rifugiati. La Finlandia ha meno di 5 milioni e mezzo di abitanti. http://www.reuters.com/article/2015/09/05/us-europe-migrants-finlan...

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 15:40 Riposto qui un commento che avevo postato ieri in "Europa". Riguarda il futuro dell'Europa, ma anche il problema dell'immigrazione. Il gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) si sente sotto pressione e si è riunito oggi. Euronews sta trasmettendo la conferenza stampa dei quattro primi ministri: una triste riaffermazione del "no" ad una nuova politica dell'immigrazione; l'accordo di Dublino deve rimanere nella sua forma attuale. Spero che la pressione degli altri paesi possa far breccia in questo muro, ma non mi illudo. Si sta quindi aprendo una nuova linea di frattura nell'Unione europea. Abbiamo accettato questi paesi nell'Unione europea per grandi ragioni geopolitiche (la riunificazione del'Europa dopo la caduta del muro), ma è evidente che la loro visione dell'integrazione europea è molto più vicina a quella del Regno Unito che a quella degli altri paesi. Credo che sia necessario mostrarsi abbastanza duri, dopo tutto questi paesi ricevono aiuti considerevoli dagli altri paesi europei. Il grande perdente di questa situazione (ma integralmente per colpa sua) è la Polonia. Fino a pochi anni fa, quando Donald Tusk era primo ministro, la Polonia stava diventando un partner sempre più quotato in Europa. Alcuni commentatori avevano esplicitamente parlato del formarsi di un asse privilegiato Parigi-Berlino-Varsavia. Oggi la Polonia ha scelto di "chiamarsi fuori" e chiudersi in una posizione dogmatica e intollerabile (si accettano solo rifugiati cristiani e solo su decisione autonoma dei governi nazionali; no a quote obbligatorie).

Page 33: L'immigrazione - api.ning.com2XH9YmA61V2c6jkvM1I6TVhWR0KJv33... · Sara' uno scenario da brivido ma sempre meglio di una italia leghista - 2 - ... bisogno di immigrazione e consistente,

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Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 15:43 Stella dice molte cose giuste e, alla fine, si chiede se non sia il caso di pensare veramente ad un intervento in Siria (ma quid della posizione della Russia che difende Bashar ?). http://www.corriere.it/editoriali/15_settembre_05/amara-sorpresa-es...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 5 Settembre 2015 a 17:08 un articolo tremendmente serio| Fabio Colasanti ha detto: Stella dice molte cose giuste e, alla fine, si chiede se non sia il caso di pensare veramente ad un intervento in Siria (ma quid della posizione della Russia che difende Bashar ?). http://www.corriere.it/editoriali/15_settembre_05/amara-sorpresa-es...

Risposto da giorgio varaldo su 5 Settembre 2015 a 19:19 fabio e giuseppe non è bastata l'esperienza di iraq e libia riguardo all'esportazione della democrazia? stolto chi ha pensato che appoggiando le forze ribelli verso il regime di asad finissero le violazioni dei diritti umani. Come stolto chi ha pensato di abbattere assieme a saddam la struttura di comando dell'iraq (ispirato come per la siria al baath) sostituite dalle confessioni religiose Da considerare che il baath (rinascita) è stato sino ad oggi l'unico movimento politico arabo aconfessionale (fu fondato da al arzusi alawita quindi sciita dal cristiano ortodosso aflaq e dal sunnita al bitar ). Quindi al momento oltre al califfato piaccia o meno in siria non esistono alternative credibili ad asad. E riguardo alla democrazia sarà meglio pensare quale potrà essere la democrazia europea dei le pen salvini orban ecc ecc Giuseppe Ardizzone ha detto: un articolo tremendmente serio| Fabio Colasanti ha detto: Stella dice molte cose giuste e, alla fine, si chiede se non sia il caso di pensare veramente ad un intervento in Siria (ma quid della posizione della Russia che difende Bashar ?). http://www.corriere.it/editoriali/15_settembre_05/amara-sorpresa-es...

Risposto da giorgio varaldo su 5 Settembre 2015 a 19:25 Il fatto che l'offerta sia su base volontaria non è che indichi la preoccupazione della crescita del partito dei veri finlandesi? Fabio Colasanti ha detto: Il primo ministro finlandese ha offerto la sua casa per ospitare rifugiati ed ha invitato i finlandesi a chiedersi se non possano fare la stessa cosa con le loro seconde case. Ha anche annunciato, su base volontaria, la Finlandia pensa di accettare 30mila rifugiati. La Finalndia ha meno di 5 milioni e mezzo di abitanti. http://www.reuters.com/article/2015/09/05/us-europe-migrants-finlan...

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Risposto da giovanni de sio cesari su 5 Settembre 2015 a 19:43 Fabio Però il problema non è quanti profughi puo ospitare la Finlandia ma quanti posti di lavoro può offrire ai migranti Anche io nel mio piccolo ho ospitato qualche volta migranti (ragazze ucraine che mia moglie temeva potessero essere avviate alla prostituzione) ma dopo qualche giorno trovavano lavoro presso famiglie dabbene Il benessere delle nazioni dipende anche dai migranti che occupano i lavori meno ambiti ma debbono esserci questi posti: questo è il problema. Fabio Colasanti ha detto: Il primo ministro finlandese ha offerto la sua casa per ospitare rifugiati ed ha invitato i finlandesi a chiedersi se non possano fare la stessa cosa con le loro seconde case. Ha anche annunciato, su base volontaria, la Finlandia pensa di accettare 30mila rifugiati. La Finlandia ha meno di 5 milioni e mezzo di abitanti. http://www.reuters.com/article/2015/09/05/us-europe-migrants-finlan...

Risposto da giovanni de sio cesari su 5 Settembre 2015 a 19:45 Fabio l problema è che i migranti fanno concorrenza ai poveri se la Germania assorbe 800 mila profughi significa che altrettanti 800 mila fra polacchi ungheresi ecc. non troveranno quei lavori a prescindere dal problema delle quote. Ricordo che la differenza fra profughi e migranti e irrilevante da questo punto di vista. I profughi propriamente sono quelli che stanno nei campi con l’aiuto internazionale, in attesa che la guerra finisca così come avviene in Turchia o Giordania. Ma i profughi vogliono andare in Europa per restarci esattamente come i migranti: è tutto un altro problema. Fabio Colasanti ha detto: Riposto qui un commento che avevo postato ieri in "Europa". Riguarda il futuro dell'Europa, ma anche il problema dell'immigrazione. Il gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) si sente sotto pressione e si è riunito oggi. Euronews sta trasmettendo la conferenza stampa dei quattro primi ministri: una triste riaffermazione del "no" ad una nuova politica dell'immigrazione; l'accordo di Dublino deve rimanere nella sua forma attuale. Spero che la pressione degli altri paesi possa far breccia in questo muro, ma non mi illudo. Si sta quindi aprendo una nuova linea di frattura nell'Unione europea. Abbiamo accettato questi paesi nell'Unione europea per grandi ragioni geopolitiche (la riunificazione del'Europa dopo la caduta del muro), ma è evidente che la loro visione dell'integrazione europea è molto più vicina a quella del Regno Unito che a quella degli altri paesi. Credo che sia necessario mostrarsi abbastanza duri, dopo tutto questi paesi ricevono aiuti considerevoli dagli altri paesi europei. Il grande perdente di questa situazione (ma integralmente per colpa sua) è la Polonia. Fino a pochi anni fa, quando Donald Tusk era primo ministro, la Polonia stava diventando un partner sempre più quotato in Europa. Alcuni commentatori avevano esplicitamente parlato del formarsi di un asse privilegiato Parigi-Berlino-Varsavia. Oggi la Polonia ha scelto di "chiamarsi fuori" e chiudersi in una posizione dogmatica e intollerabile (si accettano solo rifugiati cristiani e solo su decisione autonoma dei governi nazionali; no a quote obbligatorie).

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 21:02

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Giorgio, purtroppo hai ragione e questo è un altro motivo per il quale non faremo mai quello che è necessario (mettere fine alla guerra in Siria). Le nostre opinioni pubbliche sarebbero d'accordo per la necessità di abbattere l'ISIS (ci potrebbe perfino essere a breve un'intesa tra Obama e Putin su di un'azione più decisa contro l'Isis). Ma poi, quando si deve scegliere tra Bashar e l'opposizione siriana (divisa in mille rivoli), il realismo dice di scegliere Bashar. E qui le nostre opinioni pubbliche non seguono più. E quindi non si interviene. La sola soluzione che vedo è una che prende in giro le nostre opinioni pubbliche. Si interviene militarmente contro l'Isis (plauso da tutti, da me per primo). E poi si spera che Bashar faccia fuori la sua opposizione. Posso perfino immaginarmi negoziati confidenziali dove gli si promette qualche aiutino a condizione che non la faccia troppo grossa con la repressione dell'opposizione. Ma sperare in una democrazia in Siria mi sembra irrealistico. Al meglio possiamo sperare di sostenere qualcuno che faccia fuori Bashar con un colpo di stato e che instauri un regime, sempre dittatoriale, ma meno sanguinario di quello attuale. Bisognerebbe sostenere un capetto locale che cerchi di avere un po' di sostegno tra i potenti siriani sulla base del fatto che cacciando Bashar forse ci sarà la fine delle sanzioni. Ma siamo in un terreno minato (mi scuso per la battuta). giorgio varaldo ha detto: fabio e giuseppe non è bastata l'esperienza di iraq e libia riguardo all'esportazione della democrazia? stolto chi ha pensato che appoggiando le forze ribelli verso il regime di asad finissero le violazioni dei diritti umani. Come stolto chi ha pensato di abbattere assieme a saddam la struttura di comando dell'iraq (ispirato come per la siria al baath) sostituite dalle confessioni religiose Da considerare che il baath (rinascita) è stato sino ad oggi l'unico movimento politico arabo aconfessionale (fu fondato da al arzusi alawita quindi sciita dal cristiano ortodosso aflaq e dal sunnita al bitar ). Quindi al momento oltre al califfato piaccia o meno in siria non esistono alternative credibili ad asad. E riguardo alla democrazia sarà meglio pensare quale potrà essere la democrazia europea dei le pen salvini orban ecc ecc Giuseppe Ardizzone ha detto: un articolo tremendmente serio| Fabio Colasanti ha detto: Stella dice molte cose giuste e, alla fine, si chiede se non sia il caso di pensare veramente ad un intervento in Siria (ma quid della posizione della Russia che difende Bashar ?). http://www.corriere.it/editoriali/15_settembre_05/amara-sorpresa-es...

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 21:11 Giovanni, non è completamente un gioco a somma zero e non c'è sostituzione "uno a uno". Prima di tutto ci sono molti lavori che anche i polacchi e gli ungheresi non vogliono fare più. Se poi ci saranno 800mila rifugiati che trovano lavoro ci sarà una crescita più forte della domanda interna e dell'economia (si tratta di persone che spenderanno tutto qullo che guadagnano) e quindi spiazzano forse 650/700mila altri lavoratori perché ci sarà più crescita economica e la creazione di 100/150 mila nuovi posti di lavoro. Comunque la scelta non è economica. I rifugiati scappano dalle guerre, tanti siriani sono praticamente già in Germania e quindi, di fatto, sono passati in testa alla fila. E' vero che, alla fin fine, quasi tutti i rifugiati vorranno restare come gli emigranti economici. Ma i tedeschi in questo sono più seri. Hanno accettato alcune centinaia di migliaia di rifugiati dal Kossovo; hanno dato loro asilo politico. Ma alla fine della guerra nel Kossovo li hanno rimandati a casa quasi tutti (creando chiaramente mille problemi individuali perché sono state rimandate indietro persone che spesso si erano ben integrate). Per noi è diverso. Non abbiamo i posti di lavoro, non abbiamo la capacità di integrare i rifugiati e saremmo incapaci di rimandarli indietro se un giorno, per miracolo, tornasse la pace in Siria. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio l problema è che i migranti fanno concorrenza ai poveri se la Germania assorbe 800 mila profughi significa che altrettanti 800 mila fra polacchi ungheresi ecc. non troveranno quei lavori a prescindere dal problema delle quote.

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Ricordo che la differenza fra profughi e migranti e irrilevante da questo punto di vista. I profughi propriamente sono quelli che stanno nei campi con l’aiuto internazionale, in attesa che la guerra finisca così come avviene in Turchia o Giordania. Ma i profughi vogliono andare in Europa per restarci esattamente come i migranti: è tutto un altro problema. Fabio Colasanti ha detto: Riposto qui un commento che avevo postato ieri in "Europa". Riguarda il futuro dell'Europa, ma anche il problema dell'immigrazione. Il gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) si sente sotto pressione e si è riunito oggi. Euronews sta trasmettendo la conferenza stampa dei quattro primi ministri: una triste riaffermazione del "no" ad una nuova politica dell'immigrazione; l'accordo di Dublino deve rimanere nella sua forma attuale. Spero che la pressione degli altri paesi possa far breccia in questo muro, ma non mi illudo. Si sta quindi aprendo una nuova linea di frattura nell'Unione europea. Abbiamo accettato questi paesi nell'Unione europea per grandi ragioni geopolitiche (la riunificazione del'Europa dopo la caduta del muro), ma è evidente che la loro visione dell'integrazione europea è molto più vicina a quella del Regno Unito che a quella degli altri paesi. Credo che sia necessario mostrarsi abbastanza duri, dopo tutto questi paesi ricevono aiuti considerevoli dagli altri paesi europei. Il grande perdente di questa situazione (ma integralmente per colpa sua) è la Polonia. Fino a pochi anni fa, quando Donald Tusk era primo ministro, la Polonia stava diventando un partner sempre più quotato in Europa. Alcuni commentatori avevano esplicitamente parlato del formarsi di un asse privilegiato Parigi-Berlino-Varsavia. Oggi la Polonia ha scelto di "chiamarsi fuori" e chiudersi in una posizione dogmatica e intollerabile (si accettano solo rifugiati cristiani e solo su decisione autonoma dei governi nazionali; no a quote obbligatorie).

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 21:14 Sicuramente. giorgio varaldo ha detto: Il fatto che l'offerta sia su base volontaria non è che indichi la preoccupazione della crescita del partito dei veri finlandesi? Fabio Colasanti ha detto: Il primo ministro finlandese ha offerto la sua casa per ospitare rifugiati ed ha invitato i finlandesi a chiedersi se non possano fare la stessa cosa con le loro seconde case. Ha anche annunciato, su base volontaria, la Finlandia pensa di accettare 30mila rifugiati. La Finalndia ha meno di 5 milioni e mezzo di abitanti. http://www.reuters.com/article/2015/09/05/us-europe-migrants-finlan...

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Settembre 2015 a 21:24 Giovanni, è vero che, in generale, c'è un legame tra posti di lavoro disponibili e capacità di accoglienza. Ma la decisione finlandese è tanto più da apprezzare tenendo conto del fatto che il paese è in una situazione simile alla nostra. Escono a fatica da tre anni di recessione (-1.5 % nel 2012, -1.2% nel 2013; -0.4 % nel 2014) e si prevede un tasso di crescita dello 0.5 % nel 2015 e dell'un per cento circa nel 2016. La crescita elettorale del partito dei "Veri finlandesi" è dovuta anche alle difficoltà economiche. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Però il problema non è quanti profughi puo ospitare la Finlandia ma quanti posti di lavoro può offrire ai migranti Anche io nel mio piccolo ho ospitato qualche volta migranti (ragazze ucraine che mia moglie temeva potessero essere avviate alla prostituzione) ma dopo qualche giorno trovavano lavoro presso famiglie dabbene Il benessere delle nazioni dipende anche dai migranti che occupano i lavori meno ambiti ma debbono esserci questi posti: questo è il problema.

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Fabio Colasanti ha detto: Il primo ministro finlandese ha offerto la sua casa per ospitare rifugiati ed ha invitato i finlandesi a chiedersi se non possano fare la stessa cosa con le loro seconde case. Ha anche annunciato, su base volontaria, la Finlandia pensa di accettare 30mila rifugiati. La Finlandia ha meno di 5 milioni e mezzo di abitanti. http://www.reuters.com/article/2015/09/05/us-europe-migrants-finlan...

Risposto da giorgio varaldo su 5 Settembre 2015 a 22:20 una notizia molto interessante : il nostro paese si muove sul fronte di terra anti ISIS http://www.infiltrato.it/sicurezza/folgore-in-iraq-contro-isis-video/ risultano consegnati i cannoni senza rinculo breda/folgore indispensabili contro i carri armati e come supporto di fuoco ravvicinato per la fanteria http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/03/10/news/isis-i-curd... speriamo che i soliti pseudo pacifisti presenti anche nel PD non se ne accorgano!!! Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, purtroppo hai ragione e questo è un altro motivo per il quale non faremo mai quello che è necessario (mettere fine alla guerra in Siria). Le nostre opinioni pubbliche sarebbero d'accordo per la necessità di abbattere l'ISIS (ci potrebbe perfino essere a breve un'intesa tra Obama e Putin su di un'azione più decisa contro l'Isis). Ma poi, quando si deve scegliere tra Bashar e l'opposizione siriana (divisa in mille rivoli), il realismo dice di scegliere Bashar. E qui le nostre opinioni pubbliche non seguono più. E quindi non si interviene. La sola soluzione che vedo è una che prende in giro le nostre opinioni pubbliche. Si interviene militarmente contro l'Isis (plauso da tutti, da me per primo). E poi si spera che Bashar faccia fuori la sua opposizione. Posso perfino immaginarmi negoziati confidenziali dove gli si promette qualche aiutino a condizione che non la faccia troppo grossa con la repressione dell'opposizione. Ma sperare in una democrazia in Siria mi sembra irrealistico. Al meglio possiamo sperare di sostenere qualcuno che faccia fuori Bashar con un colpo di stato e che instauri un regime, sempre dittatoriale, ma meno sanguinario di quello attuale. Bisognerebbe sostenere un capetto locale che cerchi di avere un po' di sostegno tra i potenti siriani sulla base del fatto che cacciando Bashar forse ci sarà la fine delle sanzioni. Ma siamo in un terreno minato (mi scuso per la battuta).

Risposto da giovanni de sio cesari su 7 Settembre 2015 a 7:42 Fabio Prendo atto delle precisazioni Tuttavia mi pare che l’essenza del problema rimane. E vero che 800 mila pesone che lavorano portano su l’economia, anzi dicevo che l’economia dei paesi piu avanzati ha avuto come condizione proprio l’immigrazione : la prosperita germanica è dovuta anche ai nostri emigranti. Ma occorrono che lavorino : questo è il punto che sottolineavo Ricordo pure che noi italiani abbiamo 5 milioni di immigrati regolari, e 600 mila naturalizzati oltre agli irregolari: un po confusamente un po con umanita e generosità, come è nel nostro carattere nazionale, ma li abbiano accolti Ma erano i tempi belli di Berlusconi ( mi si passi la battuta ) quando i ristoranti erano pieni, gli imprenditori non si impiccavano e i giovani diventavano adulti prima di invecchiare. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, non è completamente un gioco a somma zero e non c'è sostituzione "uno a uno". Prima di tutto ci sono molti lavori che anche i polacchi e gli ungheresi non vogliono fare più. Se poi ci saranno 800mila rifugiati che trovano lavoro ci sarà una crescita più forte della domanda interna e dell'economia (si tratta di persone che spenderanno tutto qullo che guadagnano) e quindi spiazzano forse 650/700mila altri lavoratori perché ci sarà più crescita economica e la creazione

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di 100/150 mila nuovi posti di lavoro. Comunque la scelta non è economica. I rifugiati scappano dalle guerre, tanti siriani sono praticamente già in Germania e quindi, di fatto, sono passati in testa alla fila. E' vero che, alla fin fine, quasi tutti i rifugiati vorranno restare come gli emigranti economici. Ma i tedeschi in questo sono più seri. Hanno accettato alcune centinaia di migliaia di rifugiati dal Kossovo; hanno dato loro asilo politico. Ma alla fine della guerra nel Kossovo li hanno rimandati a casa quasi tutti (creando chiaramente mille problemi individuali perché sono state rimandate indietro persone che spesso si erano ben integrate). Per noi è diverso. Non abbiamo i posti di lavoro, non abbiamo la capacità di integrare i rifugiati e saremmo incapaci di rimandarli indietro se un giorno, per miracolo, tornasse la pace in Siria.

Risposto da giovanni de sio cesari su 7 Settembre 2015 a 7:44 Fabio Certo: pero io volevo sottollneare che la accoglienza sociologica è cosa ben diversa dall’inserimento economico. Alla fine dell 800 i nostri emigranti in America erano accolti malissimo: si pensi ( è cosa poco nota) che perfino nelle chiese cattoliche (tenute dagli irlandesi ) non erano graditi e finivano con il riunirsi nei sottoscala: perfino nelle chiese cattoliche, figurarsi altrove. Pero appena arrivati sulle banchine trovavano quelli che offrivano loro del lavoro Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, è vero che, in generale, c'è un legame tra posti di lavoro disponibili e capacità di accoglienza. Ma la decisione finlandese è tanto più da apprezzare tenendo conto del fatto che il paese è in una situazione simile alla nostra. Escono a fatica da tre anni di recessione (-1.5 % nel 2012, -1.2% nel 2013; -0.4 % nel 2014) e si prevede un tasso di crescita dello 0.5 % nel 2015 e dell'un per cento circa nel 2016. La crescita elettorale del partito dei "Veri finlandesi" è dovuta anche alle difficoltà economiche.

Risposto da giorgio varaldo su 7 Settembre 2015 a 8:45 Oggi solo plausi alle decisioni tedesche. Non può esser diverso. Il sentire comune di fronte alle crude immagini dei bimbi morti sulle spiagge non può esser diverso. Ma dal punto di vista politico non possiamo non chiederci quale potrà essere la situazione fra qualche mese una volta passata la fase emotiva e quando ci si troverà di fronte ad un forte aumento dei migranti che raggiungeranno il nostro paese. Quante centinaia di migliaia di migranti potremmo ipotizzare di ospitare ancora con il nostro sistema di accoglienza? Ma sopratutto saremo in grado di continuare ad assicurare agli italiani le attuali condizioni di welfare? Quali garanzie abbiamo di non ripetere l'esperienza negativa del friuli con i fondi destinati al welfare stornati per l'accoglienza? e quali sarebbero le implicazioni politiche se cosa successo in friuli dovesse estendersi anche in altre parti del paese? Quale sarebbe l'impatto se un domani per assicurare le cure gratuite a centinaia di migliaia di migranti si dovesse aumentare il ticket agli italiani? Personalmente ho il terrore delle decisioni prese sotto la spinta dell'emotività senza aver valutato le implicazioni e provveduto ad organizzare la società di fronte a queste nuove immani sfide. Ed al momento a parte belle parole non vedo nessuna alla attuale (dis)organizzazione dell'accoglienza. Potremo continuare con i finanziamenti alle (psedo) organizzazioni di volontariato e continuare a distribuire i migranti in strutture alberghiere quando abbiamo centinaia di strutture pubbliche come caserme dismesse completamente inutilizzate? Mi auguro che alle parole seguano i fatti.

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Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 8:48 Un commento sulla posizione presa dalla cancelliera Merkel sull'immigrazione. Come ho ricordato tante volte, la forza di Angela Merkel viene dalla sua capacità di capire il senso in cui vanno i sentimenti della maggioranza degli elettori tedeschi. Di fronte ad ogni nuovo problema, tace e prende posizione solo quando ha capito in che direzione vanno gli elettori. Gli autori del dizionario tedesco Duden hanno recentemente fatto uno studio nelle nuove parole utilizzate dai giovani. Una di queste è il verbo "merkeln" al quale viene attribuito il senso "non far nulla, aspettare che i problemi si risolvano da soli". Dal cambio di strategia sul nucleare alla presidenza della Commissione europea (la Merkel non voleva Jean-Claude Junker), dalle posizioni sulla Grecia allo slogan elettorale del riportare il bilancio dello stato in attivo, la Merkel ha sempre "seguito" il suo elettorato. Sull'immigrazione è successa la stessa cosa. Quando il problema delle masse in arrivo attraverso i Balcani è scoppiato la cancelliera non ha preso posizione. Poi ha visto l'atteggiamento favorevole della maggioranza dell'opinione pubblica ed è andata, anche in maniera molto decisa, nel senso che questa ha indicato. L'opinione pubblica è stata influenzata chiaramente dalle immagini tremende in provenienza da Kos, dalla Macedonia e dall'Ungheria, dalla reazione della maggioranza degli elettori agli attacchi neo-nazisti contro alcuni edifici designati come futuri centri di accoglienza e da una campagna apprezzabile di molti intellettuali tedeschi.

Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 10:55 Giovanni, l'arrivo di gente disposta a lavorare, anche in condizioni difficili, e ad aprire attività economiche (le statitistiche mostrano che gli immigranti si lanciano in nuove attività economiche più degli italiani) aiuta l'economia. Il problema nostro è l'incapacità della nostra pubblica amministrazione, del nostro settore pubblico di gestire la prima accoglienza e l'inserimento iniziale. Del resto, non abbiamo una capacità di assitenza nemmeno per gli italiani poveri. Tutta la nostra spsa sociale è andata nelle pensioni. Per l'assistenza sociale dipendiamo soprattutto dalle organizzazioni della chiesa e da quelle volontarie. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Prendo atto delle precisazioni Tuttavia mi pare che l’essenza del problema rimane. E vero che 800 mila pesone che lavorano portano su l’economia, anzi dicevo che l’economia dei paesi piu avanzati ha avuto come condizione proprio l’immigrazione : la prosperita germanica è dovuta anche ai nostri emigranti. Ma occorrono che lavorino : questo è il punto che sottolineavo Ricordo pure che noi italiani abbiamo 5 milioni di immigrati regolari, e 600 mila naturalizzati oltre agli irregolari: un po confusamente un po con umanita e generosità, come è nel nostro carattere nazionale, ma li abbiano accolti Ma erano i tempi belli di Berlusconi ( mi si passi la battuta ) quando i ristoranti erano pieni, gli imprenditori non si impiccavano e i giovani diventavano adulti prima di invecchiare. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, non è completamente un gioco a somma zero e non c'è sostituzione "uno a uno". Prima di tutto ci sono molti lavori che anche i polacchi e gli ungheresi non vogliono fare più. Se poi ci saranno 800mila rifugiati che trovano lavoro ci sarà una crescita più forte della domanda interna e dell'economia (si tratta di persone che spenderanno tutto qullo che guadagnano) e quindi spiazzano forse 650/700mila altri lavoratori perché ci sarà più crescita economica e la creazione di 100/150 mila nuovi posti di lavoro. Comunque la scelta non è economica. I rifugiati scappano dalle guerre, tanti siriani sono praticamente già in Germania e quindi, di fatto, sono passati in testa alla fila. E' vero che, alla fin fine, quasi tutti i rifugiati vorranno restare come gli emigranti economici. Ma i tedeschi in questo sono più seri. Hanno accettato alcune centinaia di migliaia di rifugiati dal Kossovo; hanno dato loro asilo politico. Ma alla fine della guerra nel Kossovo li hanno rimandati a casa quasi tutti (creando chiaramente mille problemi individuali perché sono state rimandate indietro persone che spesso si erano ben integrate). Per noi è diverso. Non abbiamo i posti di lavoro, non abbiamo la capacità di integrare i rifugiati e saremmo incapaci di rimandarli indietro se un giorno, per miracolo, tornasse la pace in Siria.

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Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 10:58 Giorgio, un eventuale sconfinamento della nostra spesa pubblica da negoziare con l'Unione europea dovrebbe essere giustificato dalle spese per l'accoglienza. Oltre a tutto si tratta di spese che finirebbero immediatamente in maggiori consumi e nella creazione di posti di lavoro nell'assistenza. giorgio varaldo ha detto: Oggi solo plausi alle decisioni tedesche. Non può esser diverso. Il sentire comune di fronte alle crude immagini dei bimbi morti sulle spiagge non può esser diverso. Ma dal punto di vista politico non possiamo non chiederci quale potrà essere la situazione fra qualche mese una volta passata la fase emotiva e quando ci si troverà di fronte ad un forte aumento dei migranti che raggiungeranno il nostro paese. Quante centinaia di migliaia di migranti potremmo ipotizzare di ospitare ancora con il nostro sistema di accoglienza? Ma sopratutto saremo in grado di continuare ad assicurare agli italiani le attuali condizioni di welfare? Quali garanzie abbiamo di non ripetere l'esperienza negativa del friuli con i fondi destinati al welfare stornati per l'accoglienza? e quali sarebbero le implicazioni politiche se cosa successo in friuli dovesse estendersi anche in altre parti del paese? Quale sarebbe l'impatto se un domani per assicurare le cure gratuite a centinaia di migliaia di migranti si dovesse aumentare il ticket agli italiani? Personalmente ho il terrore delle decisioni prese sotto la spinta dell'emotività senza aver valutato le implicazioni e provveduto ad organizzare la società di fronte a queste nuove immani sfide. Ed al momento a parte belle parole non vedo nessuna alla attuale (dis)organizzazione dell'accoglienza. Potremo continuare con i finanziamenti alle (psedo) organizzazioni di volontariato e continuare a distribuire i migranti in strutture alberghiere quando abbiamo centinaia di strutture pubbliche come caserme dismesse completamente inutilizzate? Mi auguro che alle parole seguano i fatti.

Risposto da giorgio varaldo su 7 Settembre 2015 a 11:07 Fabio le mie preoccupazioni non riguardano solo i finanziamenti bensì la capacità di gestirli. E se questi problemi di storno dei finanziamenti da welfare ad accoglienza si sono evidenziati in una regione come il friuli notoriamente ritenuta ad elevata efficienza cosa potrebbe accadere nel resto del paese? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, un eventuale sconfinamento della nostra spesa pubblica da negoziare con l'Unione europea dovrebbe essere giustificato dalle spese per l'accoglienza. Oltre a tutto si tratta di spese che finirebbero immediatamente in maggiori consumi e nella creazione di posti di lavoro nell'assistenza. giorgio varaldo ha detto: Oggi solo plausi alle decisioni tedesche. Non può esser diverso. Il sentire comune di fronte alle crude immagini dei bimbi morti sulle spiagge non può esser diverso. Ma dal punto di vista politico non possiamo non chiederci quale potrà essere la situazione fra qualche mese una volta passata la fase emotiva e quando ci si troverà di fronte ad un forte aumento dei migranti che raggiungeranno il nostro paese. Quante centinaia di migliaia di migranti potremmo ipotizzare di ospitare ancora con il nostro sistema di accoglienza? Ma sopratutto saremo in grado di continuare ad assicurare agli italiani le attuali condizioni di welfare? Quali garanzie abbiamo di non ripetere l'esperienza negativa del friuli con i fondi destinati al welfare stornati per l'accoglienza? e quali sarebbero le implicazioni politiche se cosa successo in friuli dovesse estendersi anche in altre parti del paese? Quale sarebbe l'impatto se un domani per assicurare le cure gratuite a centinaia di migliaia di migranti si dovesse aumentare il ticket agli italiani?

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Personalmente ho il terrore delle decisioni prese sotto la spinta dell'emotività senza aver valutato le implicazioni e provveduto ad organizzare la società di fronte a queste nuove immani sfide. Ed al momento a parte belle parole non vedo nessuna alla attuale (dis)organizzazione dell'accoglienza. Potremo continuare con i finanziamenti alle (psedo) organizzazioni di volontariato e continuare a distribuire i migranti in strutture alberghiere quando abbiamo centinaia di strutture pubbliche come caserme dismesse completamente inutilizzate? Mi auguro che alle parole seguano i fatti.

Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 13:04 Giorgio, è vero. Ma come facciamo a dire a livello internazionale che non possiamo accettare più rifugiati perché abbiamo un'amministrazione pubblica incompetente? giorgio varaldo ha detto: Fabio le mie preoccupazioni non riguardano solo i finanziamenti bensì la capacità di gestirli. E se questi problemi di storno dei finanziamenti da welfare ad accoglienza si sono evidenziati in una regione come il friuli notoriamente ritenuta ad elevata efficienza cosa potrebbe accadere nel resto del paese? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, un eventuale sconfinamento della nostra spesa pubblica da negoziare con l'Unione europea dovrebbe essere giustificato dalle spese per l'accoglienza. Oltre a tutto si tratta di spese che finirebbero immediatamente in maggiori consumi e nella creazione di posti di lavoro nell'assistenza. giorgio varaldo ha detto: Oggi solo plausi alle decisioni tedesche. Non può esser diverso. Il sentire comune di fronte alle crude immagini dei bimbi morti sulle spiagge non può esser diverso. Ma dal punto di vista politico non possiamo non chiederci quale potrà essere la situazione fra qualche mese una volta passata la fase emotiva e quando ci si troverà di fronte ad un forte aumento dei migranti che raggiungeranno il nostro paese. Quante centinaia di migliaia di migranti potremmo ipotizzare di ospitare ancora con il nostro sistema di accoglienza? Ma sopratutto saremo in grado di continuare ad assicurare agli italiani le attuali condizioni di welfare? Quali garanzie abbiamo di non ripetere l'esperienza negativa del friuli con i fondi destinati al welfare stornati per l'accoglienza? e quali sarebbero le implicazioni politiche se cosa successo in friuli dovesse estendersi anche in altre parti del paese? Quale sarebbe l'impatto se un domani per assicurare le cure gratuite a centinaia di migliaia di migranti si dovesse aumentare il ticket agli italiani? Personalmente ho il terrore delle decisioni prese sotto la spinta dell'emotività senza aver valutato le implicazioni e provveduto ad organizzare la società di fronte a queste nuove immani sfide. Ed al momento a parte belle parole non vedo nessuna alla attuale (dis)organizzazione dell'accoglienza. Potremo continuare con i finanziamenti alle (psedo) organizzazioni di volontariato e continuare a distribuire i migranti in strutture alberghiere quando abbiamo centinaia di strutture pubbliche come caserme dismesse completamente inutilizzate? Mi auguro che alle parole seguano i fatti.

Risposto da giorgio varaldo su 7 Settembre 2015 a 13:28 forse sarebbe il caso di rivedere completamente il sistema accoglienza affidandolo ad unaunica catena decisionale e di comando dotata di completo e totale potere decisionale ed operativo in materia . Ma figuriamoci le reazioni delle varie camarille e mafie locali quando si vedrebbero togliere di mano simile lucrosa attività cosa succederebbe solo come ricorsi al TAR!!

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Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, è vero. Ma come facciamo a dire a livello internazionale che non possiamo accettare più rifugiati perché abbiamo un'amministrazione pubblica incompetente? giorgio varaldo ha detto: Fabio le mie preoccupazioni non riguardano solo i finanziamenti bensì la capacità di gestirli. E se questi problemi di storno dei finanziamenti da welfare ad accoglienza si sono evidenziati in una regione come il friuli notoriamente ritenuta ad elevata efficienza cosa potrebbe accadere nel resto del paese? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, un eventuale sconfinamento della nostra spesa pubblica da negoziare con l'Unione europea dovrebbe essere giustificato dalle spese per l'accoglienza. Oltre a tutto si tratta di spese che finirebbero immediatamente in maggiori consumi e nella creazione di posti di lavoro nell'assistenza. giorgio varaldo ha detto: Oggi solo plausi alle decisioni tedesche. Non può esser diverso. Il sentire comune di fronte alle crude immagini dei bimbi morti sulle spiagge non può esser diverso. Ma dal punto di vista politico non possiamo non chiederci quale potrà essere la situazione fra qualche mese una volta passata la fase emotiva e quando ci si troverà di fronte ad un forte aumento dei migranti che raggiungeranno il nostro paese. Quante centinaia di migliaia di migranti potremmo ipotizzare di ospitare ancora con il nostro sistema di accoglienza? Ma sopratutto saremo in grado di continuare ad assicurare agli italiani le attuali condizioni di welfare? Quali garanzie abbiamo di non ripetere l'esperienza negativa del friuli con i fondi destinati al welfare stornati per l'accoglienza? e quali sarebbero le implicazioni politiche se cosa successo in friuli dovesse estendersi anche in altre parti del paese? Quale sarebbe l'impatto se un domani per assicurare le cure gratuite a centinaia di migliaia di migranti si dovesse aumentare il ticket agli italiani? Personalmente ho il terrore delle decisioni prese sotto la spinta dell'emotività senza aver valutato le implicazioni e provveduto ad organizzare la società di fronte a queste nuove immani sfide. Ed al momento a parte belle parole non vedo nessuna alla attuale (dis)organizzazione dell'accoglienza. Potremo continuare con i finanziamenti alle (psedo) organizzazioni di volontariato e continuare a distribuire i migranti in strutture alberghiere quando abbiamo centinaia di strutture pubbliche come caserme dismesse completamente inutilizzate? Mi auguro che alle parole seguano i fatti.

Risposto da Alessandro Bellotti su 7 Settembre 2015 a 16:17 Ho letto gli interventi recenti. In nessuno di questi viene evidenziato che le persone che arrivano via mare in Italia sono, mi si passi il termine, diverse da quelle che stanno arrivando in Germania. Temo che il compito dell'Italia sia veramente più gravoso di quello che attende i paese nord europei. Da noi arriva gente tipicamente dall'Africa sub-sahariana mentre in Germania e in Svezia arrivano spesso famiglie dai luoghi di guerra (Siria, Iraq etc...) dove però esistevano, almeno fino a un paio di anni fa, scuole, Università, ospedali etc.. Ben diverso, culturalmente diverso, un migrante (che brutta parola..) siriano da un migrante nigeriano. Dalla Siria arrivano medici, ingegneri, laureati... Giovanni ci può aiutare meglio. Non vorrei che quella furbona della Merkel 'preferisca' i migranti dalla Siria piuttosto di quelli che arrivano dai territori poverissimi dell'Africa... Merkel che, aprendo le frontiere ai migranti di un certo tipo, non vorrà di certo 'gli altri'. In Germania non si vede un uomo di colore. Sarà un caso ?

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Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 16:48 Alessandro, penso che la tua differenziazione sia esagerata. C'è una differenza fondamentale: i migranti per ragioni economiche sono i più poveri di ogni paese. Quando le ragioni per l'espulsione sono le guerre o le catastrofi naturali devono scappare tutti poveri e ricchi. Ma le differenze tra i paesi non sono cosi grandi. E' certo che il livello medio di tenore di vita nel Medio Oriente è più alto di quello dell'Africa Sub-sahariana, ma non di molto. E tra i rifugiati che arrivano via terra ci sono anche molti pakistani, afgani e eriteri. Ho l'impressione che si sia tutti molto colpiti da una distorsione provocata dai media; quando devono intervistare unprofugo cercano evidentemente qualcuno che parli inglese. Anni fa fu scitto un libro da un giornalista che criticava i suoi colleghi con il titolo "C'è qualcuna qui che sia stata stuprata e che parli inglese?". Aveva preso il titolo da una domanda che una giornalista americana aveva fatto ad un gruppo di rifugiate di non so quale paese asiatico. E poi, intervistare una persona che stava bene e che adesso è costretto a vivere di elemosina fa più colpo che intervistare qualcuno che è sempre stato povero. Alessandro Bellotti ha detto: Ho letto gli interventi recenti. In nessuno di questi viene evidenziato che le persone che arrivano via mare in Italia sono, mi si passi il termine, diverse da quelle che stanno arrivando in Germania. Temo che il compito dell'Italia sia veramente più gravoso di quello che attende i paese nord europei. Da noi arriva gente tipicamente dall'Africa sub-sahariana mentre in Germania e in Svezia arrivano spesso famiglie dai luoghi di guerra (Siria, Iraq etc...) dove però esistevano, almeno fino a un paio di anni fa, scuole, Università, ospedali etc.. Ben diverso, culturalmente diverso, un migrante (che brutta parola..) siriano da un migrante nigeriano. Dalla Siria arrivano medici, ingegneri, laureati... Giovanni ci può aiutare meglio. Non vorrei che quella furbona della Merkel 'preferisca' i migranti dalla Siria piuttosto di quelli che arrivano dai territori poverissimi dell'Africa... Merkel che, aprendo le frontiere ai migranti di un certo tipo, non vorrà di certo 'gli altri'. In Germania non si vede un uomo di colore. Sarà un caso ?

Risposto da giovanni de sio cesari su 7 Settembre 2015 a 21:34 Fabio Nessun dubbio che gli immigrati sono motivati al successo. lo spirito del successo dell’America si deve proprio al fatto che è una nazione di immigrati (lo spirito calvinista mi pare una favola). Tuttavia anche i nostri giovani disoccupati non è che siano indolenti o incapaci degli choosy. Mi pare che quando si delineano piani per gli immigrati si dice cquello che bisognerebbe fare per i nostri disoccupati e non si fa. Con questo io non voglio dire che non bisogna accettare i profughi, se fossi di Vienna sarei fra quelli che li vanno a prendere in Ungheria. Pero vedo che il problema è insolubile e quindi viene affrontato in modo casuale: Per esempio Merkel dichiara di voler accettare 800 mila, anzi tutti i siriani che arrivano in Germania. Forse è veramente possibile per la Germania, non lo so Ma allora perche non farli venire direttamente con navi o treni appositi: non se ne parla. Poche migliaia sono arrivate a Munchen una goccia in un mare. poi si è detto che l’apertura delle frontiere era solo una eccezione: E poi si accettano solo siriani: e che fare dei pakistani, afgani, iracheni che stanno con loro? chi li riporta indietro ? Si parla di ripartire, sempre un piccolo numero, nei vari paesi: ma come fare a tenerli in Spagna se vogliono andare in Germania? Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'arrivo di gente disposta a lavorare, anche in condizioni difficili, e ad aprire attività economiche (le statitistiche mostrano che gli immigranti si lanciano in nuove attività economiche più degli italiani) aiuta l'economia. Il problema nostro è l'incapacità della nostra pubblica amministrazione, del nostro settore pubblico di gestire la prima accoglienza

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e l'inserimento iniziale. Del resto, non abbiamo una capacità di assitenza nemmeno per gli italiani poveri. Tutta la nostra spsa sociale è andata nelle pensioni. Per l'assistenza sociale dipendiamo soprattutto dalle organizzazioni della chiesa e da quelle volontarie.

Risposto da giovanni de sio cesari su 7 Settembre 2015 a 21:40 Fabio Potrebbe essere una soluzione ingegnosa, ammesso che ci sia poi qualcuno in grado di adottarla Bisogna pero tener conto che gli avversari di Assad sono stati gia fatti fuori, non dagli Assad, ma del’ lS che ora è l’unico vero avversario degli Assad Battere quindi l’IS significa che gli Assad non avrebbe piu avversari. Per noi niente di male: un dittatore sanguinario pare preferibile alle eterne guerre settarie. Pero stranamente gli alawiti (assad) sono stati accomunati agli sciiti iraniani (anche se non c’entrano niente) :i sunniti siriani e gli stati sunniti circostanti (Turchia, monarchie del golfo) non accetterebbe piu che degli sciiti potessero governare la Siria : questo spiega il successo dell’IS stesso (stesso discorso anche per l’Iraq). A noi pare strano: ma da quelle parti il conflitto principale pare quello fra sciiti e sunniti. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, purtroppo hai ragione e questo è un altro motivo per il quale non faremo mai quello che è necessario (mettere fine alla guerra in Siria). Le nostre opinioni pubbliche sarebbero d'accordo per la necessità di abbattere l'ISIS (ci potrebbe perfino essere a breve un'intesa tra Obama e Putin su di un'azione più decisa contro l'Isis). Ma poi, quando si deve scegliere tra Bashar e l'opposizione siriana (divisa in mille rivoli), il realismo dice di scegliere Bashar. E qui le nostre opinioni pubbliche non seguono più. E quindi non si interviene. La sola soluzione che vedo è una che prende in giro le nostre opinioni pubbliche. Si interviene militarmente contro l'Isis (plauso da tutti, da me per primo). E poi si spera che Bashar faccia fuori la sua opposizione. Posso perfino immaginarmi negoziati confidenziali dove gli si promette qualche aiutino a condizione che non la faccia troppo grossa con la repressione dell'opposizione. Ma sperare in una democrazia in Siria mi sembra irrealistico. Al meglio possiamo sperare di sostenere qualcuno che faccia fuori Bashar con un colpo di stato e che instauri un regime, sempre dittatoriale, ma meno sanguinario di quello attuale. Bisognerebbe sostenere un capetto locale che cerchi di avere un po' di sostegno tra i potenti siriani sulla base del fatto che cacciando Bashar forse ci sarà la fine delle sanzioni. Ma siamo in un terreno minato (mi scuso per la battuta).

Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 22:02 Giovanni, solo alcune precisazioni. La Germania stima di dover esaminare 800mila domande di asilo quest'anno contro le 240mila dell'anno scorso. Questo non significa accettare 800mila rifugiati. Ma significa occuparsi di 800mila persone fino a quando non riceveranno il diritto di asilo (nel passato tra un terzo e la metà delle domande) o saranno riportati a casa loro. Le cifre più alte paragonabili ai 240mila per la Germania l'anno sorso sono gli 82mila della Svezia e i 45mila di Francia e Italia. Quello che la Germania ha anche annunciato è una procedura semplificata e accelerata; in pratica chiunque viene dalla Siria sarà accettato. Questo non significa che il diritto di asilo non sia riconosciuto anche ad altre persone. Dove c'è una certa ambiguità è sui numeri complessivi. La Germania ha detto di voler accettare tutti i siriani che sono già qui o stanno per entrare; ma non puo' sicuramente accettare i più di quattro milioni di rifugiati siriani che sono divisi tra Libano, Giordania e Turchia. L'Unione europea ha detto di voler rinforzare e applicare gli accordi che già esistono con vari paesi per il rimpatrio dei rifugiati. In primis si tratterà dei paesi candidati all'adesione all'Unione europea (ipaesi dei Balcani). Se abbiamo

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accettato di negoziare con un paese la sua possibile adesione all'Unione europea, non possiamo pensare che in questo paese ci siano delle condizioni che giustifichino la concessione del diritto di asilo per un suo cittadino. Al tempo stesso, se il paese è serio nel negoziato di adesione riprenderà tutti i migranti economici rimandati indietro. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Nessun dubbio che gli immigrati sono motivati al successo. lo spirito del successo dell’America si deve proprio al fatto che è una nazione di immigrati (lo spirito calvinista mi pare una favola). Tuttavia anche i nostri giovani disoccupati non è che siano indolenti o incapaci degli choosy. Mi pare che quando si delineano piani per gli immigrati si dice cquello che bisognerebbe fare per i nostri disoccupati e non si fa. Con questo io non voglio dire che non bisogna accettare i profughi, se fossi di Vienna sarei fra quelli che li vanno a prendere in Ungheria. Pero vedo che il problema è insolubile e quindi viene affrontato in modo casuale: Per esempio Merkel dichiara di voler accettare 800 mila, anzi tutti i siriani che arrivano in Germania. Forse è veramente possibile per la Germania, non lo so Ma allora perche non farli venire direttamente con navi o treni appositi: non se ne parla. Poche migliaia sono arrivate a Munchen una goccia in un mare. poi si è detto che l’apertura delle frontiere era solo una eccezione: E poi si accettano solo siriani: e che fare dei pakistani, afgani, iracheni che stanno con loro? chi li riporta indietro ? Si parla di ripartire, sempre un piccolo numero, nei vari paesi: ma come fare a tenerli in Spagna se vogliono andare in Germania? Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'arrivo di gente disposta a lavorare, anche in condizioni difficili, e ad aprire attività economiche (le statitistiche mostrano che gli immigranti si lanciano in nuove attività economiche più degli italiani) aiuta l'economia. Il problema nostro è l'incapacità della nostra pubblica amministrazione, del nostro settore pubblico di gestire la prima accoglienza e l'inserimento iniziale. Del resto, non abbiamo una capacità di assitenza nemmeno per gli italiani poveri. Tutta la nostra spsa sociale è andata nelle pensioni. Per l'assistenza sociale dipendiamo soprattutto dalle organizzazioni della chiesa e da quelle volontarie.

Risposto da Fabio Colasanti su 7 Settembre 2015 a 22:06 Giovanni, e intanto si continua a dire all'opinione pubblica quelloc he questa vuole sentire. Hollande ha appena confermato l'impegno anche militare contro l'IS, ma al tempo stesso che Assad deve andar via. Viva il vuoto; come in Libia. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Potrebbe essere una soluzione ingegnosa, ammesso che ci sia poi qualcuno in grado di adottarla Bisogna pero tener conto che gli avversari di Assad sono stati gia fatti fuori, non dagli Assad, ma del’ lS che ora è l’unico vero avversario degli Assad Battere quindi l’IS significa che gli Assad non avrebbe piu avversari. Per noi niente di male: un dittatore sanguinario pare preferibile alle eterne guerre settarie. Pero stranamente gli alawiti (assad) sono stati accomunati agli sciiti iraniani (anche se non c’entrano niente) :i sunniti siriani e gli stati sunniti circostanti (Turchia, monarchie del golfo) non accetterebbe piu che degli sciiti potessero governare la Siria : questo spiega il successo dell’IS stesso (stesso discorso anche per l’Iraq). A noi pare strano: ma da quelle parti il conflitto principale pare quello fra sciiti e sunniti. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, purtroppo hai ragione e questo è un altro motivo per il quale non faremo mai quello che è necessario (mettere fine alla guerra in Siria). Le nostre opinioni pubbliche sarebbero d'accordo per la necessità di abbattere l'ISIS (ci potrebbe perfino essere a breve un'intesa tra Obama e Putin su di un'azione più decisa contro l'Isis). Ma poi, quando si deve scegliere tra Bashar e l'opposizione siriana (divisa in mille rivoli), il realismo dice di scegliere Bashar. E qui le nostre opinioni pubbliche non seguono più. E quindi non si interviene.

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La sola soluzione che vedo è una che prende in giro le nostre opinioni pubbliche. Si interviene militarmente contro l'Isis (plauso da tutti, da me per primo). E poi si spera che Bashar faccia fuori la sua opposizione. Posso perfino immaginarmi negoziati confidenziali dove gli si promette qualche aiutino a condizione che non la faccia troppo grossa con la repressione dell'opposizione. Ma sperare in una democrazia in Siria mi sembra irrealistico. Al meglio possiamo sperare di sostenere qualcuno che faccia fuori Bashar con un colpo di stato e che instauri un regime, sempre dittatoriale, ma meno sanguinario di quello attuale. Bisognerebbe sostenere un capetto locale che cerchi di avere un po' di sostegno tra i potenti siriani sulla base del fatto che cacciando Bashar forse ci sarà la fine delle sanzioni. Ma siamo in un terreno minato (mi scuso per la battuta).

Risposto da Alessandro Bellotti su 8 Settembre 2015 a 10:23 Leggendo quello che scrive Giovanni, sembra che in Germania vengano accettati solo i siriani (800.000). Questo avvalora la mia tesi: evidentemente ci sono migranti di seria A che vanno in Germania e migranti di serie B e C che vengono in Italia. Ben diversa sarà l'integrazione di un farmacista o di un ingegnere siriano in Germania rispetto a persone che in Italia andranno a raccogliere pomodori a 2 euro all'ora.

Risposto da Cristina Favati su 8 Settembre 2015 a 11:12 Tutti i Siriani sono ingegneri o farmacisti? E tutti gli altri migranti sono analfabeti? A me non risulta. Ci sono invece tanti bambini, Siriani e non, che cresceranno in Europa e che potranno diventare ingegneri e farmacisti. Dividere i rifugiati per categorie di appartenenza mi sembra una cosa davvero triste da pensare! Alessandro Bellotti ha detto: Leggendo quello che scrive Giovanni, sembra che in Germania vengano accettati solo i siriani (800.000). Questo avvalora la mia tesi: evidentemente ci sono migranti di seria A che vanno in Germania e migranti di serie B e C che vengono in Italia. Ben diversa sarà l'integrazione di un farmacista o di un ingegnere siriano in Germania rispetto a persone che in Italia andranno a raccogliere pomodori a 2 euro all'ora.

Risposto da Alessandro Bellotti su 8 Settembre 2015 a 11:44 Cristina, non sono certo io che divido i rifugiati per categorie. Giovanni ci dice che la Germania accetterà SOLO i siriani che ovviamente non sono tutti ingegneri, farmacisti medici etc...Siriani che hanno tutti (così almeno ci dice l'inviato di Sky) regolare biglietto per viaggiare in treno, magari comprato via internet... Quindi, non v'è dubbio, rifugiati che porteranno risorse alla potente Germania che si guarda bene da aprire le frontiere agli altri immigrati che provengono ad esempio dalle zone sub-sahariane, dal Pakistan etc.. Mi sembra che sia il nord Europa a dividere i rifugiati... Sono perfettamente d'accordo su quanto scrivi Cristina. Non si può però fare finta di niente per quanto deciso da Merkel & C.... Ripeto, in Germania non ci sono e non ci saranno immigrati dalle zone sub-sahariane. Questo è un dato di fatto. Queste differenze non sono certo io a crearle.

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Risposto da Fabio Colasanti su 8 Settembre 2015 a 15:42 Alessandro, ho già spiegato che non è cosi. Non saranno accettati 800mila rifugiati e non saranno solo siriani. Per i siriani ci sarà pero' una procedura semplificata perché non c'è bisogno che dimostrino di essere in pericolo di vita; lo sappiamo tutti quello che sta succedendo in quel paese. Smetti per favore di fare costruzioni strampalate su informazioni sbagliate o poco affidabili. Ma da dove viene la stupidaggine dei siriani tutti col biglietto del treno ! ! ! Alessandro Bellotti ha detto: Leggendo quello che scrive Giovanni, sembra che in Germania vengano accettati solo i siriani (800.000). Questo avvalora la mia tesi: evidentemente ci sono migranti di seria A che vanno in Germania e migranti di serie B e C che vengono in Italia. Ben diversa sarà l'integrazione di un farmacista o di un ingegnere siriano in Germania rispetto a persone che in Italia andranno a raccogliere pomodori a 2 euro all'ora.

Risposto da Alessandro Bellotti su 8 Settembre 2015 a 18:43 Può essere che i giornalisti di Sky raccontino balle sulla faccenda dei siriani con i biglietti dei treni.. Quelli fermi a Budapest avevano quasi tutti il biglietto per arrivare a Vienna. Così ci ha raccontato Pio D'Emilia qualche giorno fa. Pio era in mezzo ai siriani a Budapest e sopratutto ha viaggiato con loro dalla Serbia...

Risposto da Cristina Favati su 8 Settembre 2015 a 20:36 Pare che ne accetteranno 500 mila all'anno per alcuni anni. Tutti Siriani? Mi pare difficile. Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, non sono certo io che divido i rifugiati per categorie. Giovanni ci dice che la Germania accetterà SOLO i siriani che ovviamente non sono tutti ingegneri, farmacisti medici etc...Siriani che hanno tutti (così almeno ci dice l'inviato di Sky) regolare biglietto per viaggiare in treno, magari comprato via internet... Quindi, non v'è dubbio, rifugiati che porteranno risorse alla potente Germania che si guarda bene da aprire le frontiere agli altri immigrati che provengono ad esempio dalle zone sub-sahariane, dal Pakistan etc.. Mi sembra che sia il nord Europa a dividere i rifugiati... Sono perfettamente d'accordo su quanto scrivi Cristina. Non si può però fare finta di niente per quanto deciso da Merkel & C.... Ripeto, in Germania non ci sono e non ci saranno immigrati dalle zone sub-sahariane. Questo è un dato di fatto. Queste differenze non sono certo io a crearle.

Risposto da giovanni de sio cesari su 8 Settembre 2015 a 21:37 Fabio io penso che noi si sbaglia quando interpretiamo i fatti della Siria come guerra civile. L’idea della guerra civile ci rimanda a qualcosa come la guerra civile spagnola del 36-39 :vi sono due schieramenti contrapposti all’interno dei

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quali ci possono essere forze molto diverse magari anche in contrasto fra di loro Tuttavia i due schieramenti si combattono ininterrottamente fra di loro ed è agevole capire chi combatte contro chi. Alla fine poi una delle due parti vince e l’altra perde. la guerra finisce . Nei fallimenti dello stato invece le strutture portanti collassano e forze centrifughe prendono il sopravvento dividendosi in pratica il potere. scontrandosi ma in modo intermittente secondo circostanze casuali . E il caso del vicino libano ma, della Somalia, della Libia. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, e intanto si continua a dire all'opinione pubblica quelloc he questa vuole sentire. Hollande ha appena confermato l'impegno anche militare contro l'IS, ma al tempo stesso che Assad deve andar via. Viva il vuoto; come in Libia. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Potrebbe essere una soluzione ingegnosa, ammesso che ci sia poi qualcuno in grado di adottarla Bisogna pero tener conto che gli avversari di Assad sono stati gia fatti fuori, non dagli Assad, ma del’ lS che ora è l’unico vero avversario degli Assad Battere quindi l’IS significa che gli Assad non avrebbe piu avversari. Per noi niente di male: un dittatore sanguinario pare preferibile alle eterne guerre settarie. Pero stranamente gli alawiti (assad) sono stati accomunati agli sciiti iraniani (anche se non c’entrano niente) :i sunniti siriani e gli stati sunniti circostanti (Turchia, monarchie del golfo) non accetterebbe piu che degli sciiti potessero governare la Siria : questo spiega il successo dell’IS stesso (stesso discorso anche per l’Iraq). A noi pare strano: ma da quelle parti il conflitto principale pare quello fra sciiti e sunniti. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, purtroppo hai ragione e questo è un altro motivo per il quale non faremo mai quello che è necessario (mettere fine alla guerra in Siria). Le nostre opinioni pubbliche sarebbero d'accordo per la necessità di abbattere l'ISIS (ci potrebbe perfino essere a breve un'intesa tra Obama e Putin su di un'azione più decisa contro l'Isis). Ma poi, quando si deve scegliere tra Bashar e l'opposizione siriana (divisa in mille rivoli), il realismo dice di scegliere Bashar. E qui le nostre opinioni pubbliche non seguono più. E quindi non si interviene. La sola soluzione che vedo è una che prende in giro le nostre opinioni pubbliche. Si interviene militarmente contro l'Isis (plauso da tutti, da me per primo). E poi si spera che Bashar faccia fuori la sua opposizione. Posso perfino immaginarmi negoziati confidenziali dove gli si promette qualche aiutino a condizione che non la faccia troppo grossa con la repressione dell'opposizione. Ma sperare in una democrazia in Siria mi sembra irrealistico. Al meglio possiamo sperare di sostenere qualcuno che faccia fuori Bashar con un colpo di stato e che instauri un regime, sempre dittatoriale, ma meno sanguinario di quello attuale. Bisognerebbe sostenere un capetto locale che cerchi di avere un po' di sostegno tra i potenti siriani sulla base del fatto che cacciando Bashar forse ci sarà la fine delle sanzioni. Ma siamo in un terreno minato (mi scuso per la battuta).

Risposto da giovanni de sio cesari su 8 Settembre 2015 a 21:41 Fabio va bene con le precisazioni pero quello che non capisco, come dicevo, è la differenza fra rifugiati e migranti semplici I rifugiati sono degli emigranti temporanei: fino a che finisce la guerra: Ma i siriani che hanno attraversato i balcani sono persone che non vogliono piu stare dei campi (come rifugiati) ma vogliono rifarsi una vita in Germania (come migranti) Come pensare che alla fine della guerra vogliano mai tornare in Siria. Perche poi sarebbero diversi da iracheni, afgani, eritrei nigeriani, solo perche ufficialmente questi ultimi pasi non ci sarebbero guerra civile? pensa poi all’Iraq che si trova di fronte alla stssa IS Perche allora non far venire in modo sicuro e legale i rifugiaati siriani e di altre nazioni direttamente dai campi In realta la vera differenza sta nel fatto che alcuni sono riusciti ad arrivare a Vienna e nessuno si sente di mandarli indietro Allo stesso modo quelli dei barconi se non fossero salvati annegherebbero e nessuno si sente di permettere che avvenga una cosa del genere

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D’altra parte come riportare indietro i rifugiati semplici? Ci sono accordi con qualche nazione , un piccolo numero puo essere rispedito indietro., Ma di fronte a centinaia di migliaia di persone, a milioni, come si fa a riportarli in paesi come Iraq o eritrea I paesi aspiranti alla UE li si riprenderanno propri cittadini ma non quelli che sono solo passati Nessuno puo pnsare che i macedoni si riprendano quelli che sono passati sotto le loro barriere. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, solo alcune precisazioni. La Germania stima di dover esaminare 800mila domande di asilo quest'anno contro le 240mila dell'anno scorso. Questo non significa accettare 800mila rifugiati. Ma significa occuparsi di 800mila persone fino a quando non riceveranno il diritto di asilo (nel passato tra un terzo e la metà delle domande) o saranno riportati a casa loro. Le cifre più alte paragonabili ai 240mila per la Germania l'anno sorso sono gli 82mila della Svezia e i 45mila di Francia e Italia. Quello che la Germania ha anche annunciato è una procedura semplificata e accelerata; in pratica chiunque viene dalla Siria sarà accettato. Questo non significa che il diritto di asilo non sia riconosciuto anche ad altre persone. Dove c'è una certa ambiguità è sui numeri complessivi. La Germania ha detto di voler accettare tutti i siriani che sono già qui o stanno per entrare; ma non puo' sicuramente accettare i più di quattro milioni di rifugiati siriani che sono divisi tra Libano, Giordania e Turchia. L'Unione europea ha detto di voler rinforzare e applicare gli accordi che già esistono con vari paesi per il rimpatrio dei rifugiati. In primis si tratterà dei paesi candidati all'adesione all'Unione europea (ipaesi dei Balcani). Se abbiamo accettato di negoziare con un paese la sua possibile adesione all'Unione europea, non possiamo pensare che in questo paese ci siano delle condizioni che giustifichino la concessione del diritto di asilo per un suo cittadino. Al tempo stesso, se il paese è serio nel negoziato di adesione riprenderà tutti i migranti economici rimandati indietro.

Risposto da giovanni de sio cesari su 8 Settembre 2015 a 22:00 Alessandro in genere gli immigrati svolgono i lavori piu umili che i locali non desiderano piu: Questo meccanismo fa si che gli emigranti siano un aspetto importante del benessere del popolo ospitante (ammesso che vi sia questa necessita) Non credo che i tedeschi abbaino bisogno di medici o ingegneri ma di manovali e netturbini e a fare questi lavori in genere si adattano anche i laureati immigrati Altro poi il discorso della scelta di persone particolarmente preparate: : la fuga di cervelli, ( o la tratta) che i paesi piu progrediti esercitano verso i paesi piu poveri Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, non sono certo io che divido i rifugiati per categorie. Giovanni ci dice che la Germania accetterà SOLO i siriani che ovviamente non sono tutti ingegneri, farmacisti medici etc...Siriani che hanno tutti (così almeno ci dice l'inviato di Sky) regolare biglietto per viaggiare in treno, magari comprato via internet... Quindi, non v'è dubbio, rifugiati che porteranno risorse alla potente Germania che si guarda bene da aprire le frontiere agli altri immigrati che provengono ad esempio dalle zone sub-sahariane, dal Pakistan etc.. Mi sembra che sia il nord Europa a dividere i rifugiati... Sono perfettamente d'accordo su quanto scrivi Cristina. Non si può però fare finta di niente per quanto deciso da Merkel & C.... Ripeto, in Germania non ci sono e non ci saranno immigrati dalle zone sub-sahariane. Questo è un dato di fatto. Queste differenze non sono certo io a crearle.

Risposto da Alessandro Bellotti su 10 Settembre 2015 a 8:28

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Sono milioni i siriani in fuga. La Germania ha una grossa opportunità di avere, come ai tempi dell'immigrazione turca, manodopera anche qualificata che andrà a fare i lavori che i cittadini dell'est europeo UE presenti oggi in Germania (in prevalenza polacchi, ungheresi e ceki e slovacchi) non vogliono più fare. Si, le persone che arriveranno in Germania saranno quasi esclusivamente siriani. Gli altri verranno rispediti a casa in quanto non rifugiati. Chi viaggia come il sottoscritto spesso in Germania, non può non notare la totale assenza di persone provenienti dall'Africa sub-sahariana. In Germania NON esistono clandestini. In Germania non esiste il fenomeno di immigrazione clandestina. La Germania si è fatta avanti per ricevere 'migranti di seria A'. Su questo non vi è alcun dubbio. E così la Svezia. E' anche del tutto evidente che i cittadini siriani bloccati a Budapest sono stati trattenuti qualche giorno per dar modo ai tedeschi di organizzarsi. Esattamente quello che sta facendo oggi la Danimarca con la Svezia. Danimarca che sta bloccando i treni che provengono dalla Germania con siriani che vogliono andare in Svezia. Non c'è nulla di scandaloso o strampalato in queste mie affermazioni. Questo è quello che sta avvenendo. Certo Giovanni. I tedeschi hanno bisogno i immigrati che andranno a fare i lavori umili. Anche se gli immigrati sono medici, ingegneri etc.. etc.. Del resto molti laureati italiani stanno facendo, in Italia, lavori umili... Di sicuro un laureato tedesco non va in un call center... Cristina Favati ha detto: Pare che ne accetteranno 500 mila all'anno per alcuni anni. Tutti Siriani? Mi pare difficile. Alessandro Bellotti ha detto: Cristina, non sono certo io che divido i rifugiati per categorie. Giovanni ci dice che la Germania accetterà SOLO i siriani che ovviamente non sono tutti ingegneri, farmacisti medici etc...Siriani che hanno tutti (così almeno ci dice l'inviato di Sky) regolare biglietto per viaggiare in treno, magari comprato via internet... Quindi, non v'è dubbio, rifugiati che porteranno risorse alla potente Germania che si guarda bene da aprire le frontiere agli altri immigrati che provengono ad esempio dalle zone sub-sahariane, dal Pakistan etc.. Mi sembra che sia il nord Europa a dividere i rifugiati... Sono perfettamente d'accordo su quanto scrivi Cristina. Non si può però fare finta di niente per quanto deciso da Merkel & C.... Ripeto, in Germania non ci sono e non ci saranno immigrati dalle zone sub-sahariane. Questo è un dato di fatto. Queste differenze non sono certo io a crearle.

Risposto da Alessandro Bellotti su 10 Settembre 2015 a 8:35 Concordo in toto. Rimane l'ineluttabile fatto che ad oggi (vedremo poi in futuro), in Germania, non ci sono clandestini....Quindi immigrati che siano entrati in Germania in modo appunto clandestino. Quelli, i clandestini, ce li abbiamo noi. Con tutti i problemi connessi, appunto, allo status di clandestino. Questo non vuol dire che non dobbiamo avere politiche di accoglienza. Magari occorrerebbe che nessuno lucri su questa povera gente.. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio va bene con le precisazioni pero quello che non capisco, come dicevo, è la differenza fra rifugiati e migranti semplici I rifugiati sono degli emigranti temporanei: fino a che finisce la guerra: Ma i siriani che hanno attraversato i balcani sono persone che non vogliono piu stare dei campi (come rifugiati) ma vogliono rifarsi una vita in Germania (come migranti) Come pensare che alla fine della guerra vogliano mai tornare in Siria. Perche poi sarebbero diversi da iracheni, afgani, eritrei nigeriani, solo perche ufficialmente questi ultimi pasi non ci sarebbero guerra civile? pensa poi all’Iraq che si trova di fronte alla stssa IS Perche allora non far venire in modo sicuro e legale i rifugiaati siriani e di altre nazioni direttamente dai campi

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In realta la vera differenza sta nel fatto che alcuni sono riusciti ad arrivare a Vienna e nessuno si sente di mandarli indietro Allo stesso modo quelli dei barconi se non fossero salvati annegherebbero e nessuno si sente di permettere che avvenga una cosa del genere D’altra parte come riportare indietro i rifugiati semplici? Ci sono accordi con qualche nazione , un piccolo numero puo essere rispedito indietro., Ma di fronte a centinaia di migliaia di persone, a milioni, come si fa a riportarli in paesi come Iraq o eritrea I paesi aspiranti alla UE li si riprenderanno propri cittadini ma non quelli che sono solo passati Nessuno puo pnsare che i macedoni si riprendano quelli che sono passati sotto le loro barriere. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, solo alcune precisazioni. La Germania stima di dover esaminare 800mila domande di asilo quest'anno contro le 240mila dell'anno scorso. Questo non significa accettare 800mila rifugiati. Ma significa occuparsi di 800mila persone fino a quando non riceveranno il diritto di asilo (nel passato tra un terzo e la metà delle domande) o saranno riportati a casa loro. Le cifre più alte paragonabili ai 240mila per la Germania l'anno sorso sono gli 82mila della Svezia e i 45mila di Francia e Italia. Quello che la Germania ha anche annunciato è una procedura semplificata e accelerata; in pratica chiunque viene dalla Siria sarà accettato. Questo non significa che il diritto di asilo non sia riconosciuto anche ad altre persone. Dove c'è una certa ambiguità è sui numeri complessivi. La Germania ha detto di voler accettare tutti i siriani che sono già qui o stanno per entrare; ma non puo' sicuramente accettare i più di quattro milioni di rifugiati siriani che sono divisi tra Libano, Giordania e Turchia. L'Unione europea ha detto di voler rinforzare e applicare gli accordi che già esistono con vari paesi per il rimpatrio dei rifugiati. In primis si tratterà dei paesi candidati all'adesione all'Unione europea (ipaesi dei Balcani). Se abbiamo accettato di negoziare con un paese la sua possibile adesione all'Unione europea, non possiamo pensare che in questo paese ci siano delle condizioni che giustifichino la concessione del diritto di asilo per un suo cittadino. Al tempo stesso, se il paese è serio nel negoziato di adesione riprenderà tutti i migranti economici rimandati indietro.

Risposto da marcello sassoli su 10 Settembre 2015 a 12:49 Si', appunto, il problema per paesi come l'Italia è questo: ci sono troppi clandestini, quindi soggetti all'"arruolamento" in mafie varie. E' evidente che l'Italia è incapace di un a vera politica d'accoglienza che prevede, anche e soprattutto, l'identificazione ed il collocamento nei settori lavorativi, come, appunto, fa la Germania... tutto il resto sono chiacchiere da salotti, televisivi e non! Alessandro Bellotti ha detto: Sono milioni i siriani in fuga. La Germania ha una grossa opportunità di avere, come ai tempi dell'immigrazione turca, manodopera anche qualificata che andrà a fare i lavori che i cittadini dell'est europeo UE presenti oggi in Germania (in prevalenza polacchi, ungheresi e ceki e slovacchi) non vogliono più fare. Si, le persone che arriveranno in Germania saranno quasi esclusivamente siriani. Gli altri verranno rispediti a casa in quanto non rifugiati. Chi viaggia come il sottoscritto spesso in Germania, non può non notare la totale assenza di persone provenienti dall'Africa sub-sahariana. In Germania NON esistono clandestini. In Germania non esiste il fenomeno di immigrazione clandestina. La Germania si è fatta avanti per ricevere 'migranti di seria A'. Su questo non vi è alcun dubbio. E così la Svezia. E' anche del tutto evidente che i cittadini siriani bloccati a Budapest sono stati trattenuti qualche giorno per dar modo ai tedeschi di organizzarsi. Esattamente quello che sta facendo oggi la Danimarca con la Svezia. Danimarca che sta bloccando i treni che provengono dalla Germania con siriani che vogliono andare in Svezia. Non c'è nulla di scandaloso o strampalato in queste mie affermazioni. Questo è quello che sta avvenendo. Certo Giovanni. I tedeschi hanno bisogno i immigrati che andranno a fare i lavori umili. Anche se gli immigrati sono medici, ingegneri etc.. etc.. Del resto molti laureati italiani stanno facendo, in Italia, lavori umili... Di sicuro un laureato tedesco non va in un call center...

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Risposto da Fabio Colasanti su 10 Settembre 2015 a 14:47 Alessandro, Ma come fai ad affermare che in Germania non ci sarebbero clandestini ? Tutti gli 800mila rifugiati che il paese pensa di ricevere (487mila già arrivati alla fine della prima settimana di agosto; prima dell'ultima ondata via Budapest) sono clandestini. Si tratta di persone entrate nell'Unione europea attraverso la Spagna, l'Italia, la Grecia e l'Ungheria e che poi sono arrivate in Germania attraverso le frontiere interne dell'Unione europea (c'è anche qualcuno che arriva in aereo con un visto turistico e poi fa domanda di asilo politico, ma nel caso della Germania si tratta di una piccola minoranza). La differenza è che una volta arrivati in Germania si presentano alle autorità che li registrano e se ne fanno carico. La distinzione tra rifugiati di serie "A" e di serie "B" è sbagliata e serve ad alimentare pregiudizi. In ogni caso, nessuno impediva ad altri stati membri dell'Unione europea di annunciare una semplificazione delle procedure per ul riconoscimento del diritto di asilo per chi viene dalla Siria dove sappiamo tutti cosa sta succedendo.

Risposto da giovanni de sio cesari su 11 Settembre 2015 a 9:14 Al3essandro Facciamo un po di chiarezza sugli immigrati in Italia Iin Italia ci sono 5 milioni con permesso, 700 già naturalizzato e si stimano solo 300 mila irregolari Il fatto è che i migranti /che sono più informati di noi e degli economisti:) sono venuti a milioni in Italia ai tempi belli di Berlusconi (mi si passi la battuta ) e sono stati in genere regolarizzato Dopo la crisi non ci viene più nessuno a parte congiungimenti e simili I timori della lega paiono infondati perché i migranti vogliono solo passare, non restare da noi (migranti mica scemi ) Per quanto riguarda in generale la regolarizzazione la Germania e un paese disciplinato e ordinato per cultura: gli immigrati si adeguano e d’altra parte non potrebbero lavorare se non in qualche modo regolarizzato L italia per cultura è un paese indisciplinato e disorganizzato, diciamo benevolmente di individualisti: c’è molto lavoro nero, semi nero, nero legalizzato Conseguentemente gli immigrati si sono adeguati e inseriti nel nero all’inizio. Però in seguito c è stata la regolarizzazione perché senza lavoro regolare non si può avete permesso di soggiorno Attualmente quindi gli immigrati hanno un lavoro regolare molto più degli italiani: sono fra quelli che pagano le tasse In proporzione l italia ha stranieri regolarizzati in proporzione non molto diversa della Germania Alessandro Bellotti ha detto: Concordo in toto. Rimane l'ineluttabile fatto che ad oggi (vedremo poi in futuro), in Germania, non ci sono clandestini....Quindi immigrati che siano entrati in Germania in modo appunto clandestino. Quelli, i clandestini, ce li abbiamo noi. Con tutti i problemi connessi, appunto, allo status di clandestino. Questo non vuol dire che non dobbiamo avere politiche di accoglienza. Magari occorrerebbe che nessuno lucri su questa povera gente..

Risposto da marcello sassoli su 11 Settembre 2015 a 12:32 giovanni de sio cesari ha detto: Al3essandro Facciamo un po di chiarezza sugli immigrati in Italia

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Iin Italia ci sono 5 milioni con permesso, 700 già naturalizzato e si stimano solo 300 mila irregolari Il fatto è che i migranti /che sono più informati di noi e degli economisti:) sono venuti a milioni in Italia ai tempi belli di Berlusconi (mi si passi la battuta ) e sono stati in genere regolarizzato Dopo la crisi non ci viene più nessuno a parte congiungimenti e simili I timori della lega paiono infondati perché i migranti vogliono solo passare, non restare da noi (migranti mica scemi ) Per quanto riguarda in generale la regolarizzazione la Germania e un paese disciplinato e ordinato per cultura: gli immigrati si adeguano e d’altra parte non potrebbero lavorare se non in qualche modo regolarizzato L italia per cultura è un paese indisciplinato e disorganizzato, diciamo benevolmente di individualisti: c’è molto lavoro nero, semi nero, nero legalizzato Conseguentemente gli immigrati si sono adeguati e inseriti nel nero all’inizio. Però in seguito c è stata la regolarizzazione perché senza lavoro regolare non si può avete permesso di soggiorno Attualmente quindi gli immigrati hanno un lavoro regolare molto più degli italiani: sono fra quelli che pagano le tasse In proporzione l italia ha stranieri regolarizzati in proporzione non molto diversa della Germania Alessandro Bellotti ha detto: Concordo in toto. Rimane l'ineluttabile fatto che ad oggi (vedremo poi in futuro), in Germania, non ci sono clandestini....Quindi immigrati che siano entrati in Germania in modo appunto clandestino. Quelli, i clandestini, ce li abbiamo noi. Con tutti i problemi connessi, appunto, allo status di clandestino. Questo non vuol dire che non dobbiamo avere politiche di accoglienza. Magari occorrerebbe che nessuno lucri su questa povera gente.. Insomma, in Germania, identificano quasi tutti gli immigrati, che rischiano "grosso" se clandestini, in Italia c'è uno stato di "non diritto e dovere"...più della metà fuggono dai centri di prima accoglienza, in ogni regione, non si sa dove vadano a finire, spesso vengono scoperti quando commettono reati anche gravi...questo è lo stato delle cose. E' troppo chiedere una politica dell'immigrazione, con un ministero formato da persone competenti e poliglotte? Questo è quanto richiede il buon senso comune!

Risposto da mariella alois su 11 Settembre 2015 a 15:17 http://www.lavoce.info/archives/36844/gli-effetti-dei-profughi-sull.. intanto ,le prime analisi su "Gli effetti dei profughi sull'economia"

Risposto da Alessandro Bellotti su 12 Settembre 2015 a 0:19 Certo, Fabio. In Germania lo status di 'clandestino' dura pochissimo....Per cui, sostanzialmente, in Germania non ci sono clandestini. Fabio Colasanti ha detto: Alessandro, Ma come fai ad affermare che in Germania non ci sarebbero clandestini ? Tutti gli 800mila rifugiati che il paese pensa di ricevere (487mila già arrivati alla fine della prima settimana di agosto; prima dell'ultima ondata via Budapest) sono clandestini. Si tratta di persone entrate nell'Unione europea attraverso la Spagna, l'Italia, la Grecia e l'Ungheria e che poi sono arrivate in Germania attraverso le frontiere interne dell'Unione europea (c'è anche qualcuno che arriva in aereo con un visto turistico e poi fa domanda di asilo politico, ma nel caso della Germania si tratta di una piccola minoranza). La differenza è che una volta arrivati in Germania si presentano alle autorità che li registrano e se ne fanno carico. La distinzione tra rifugiati di serie "A" e di serie "B" è sbagliata e serve ad alimentare pregiudizi. In ogni caso, nessuno impediva ad altri stati membri dell'Unione europea di annunciare una semplificazione delle procedure per ul riconoscimento del diritto di asilo per chi viene dalla Siria dove sappiamo tutti cosa sta succedendo.

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Risposto da giovanni de sio cesari su 12 Settembre 2015 a 8:06 Mariella Mi pare che anche questa analisi, come tante, non tenga conto della differenza. a mio modesto avviso, cruciale fra rifugiato e migrante. Il primo cerca un rifugio temporaneo, il secondo di inserirsi in un altro paese, praticamente un posto di lavoro. Le due cose possono coincidere in una stessa persona: si cerca di migrare perche non si vuole piu essere rifugiato Se i siriani rifugiati nei “ campi perfetti “ di Turchia avessero una situazione appena appena sopportabile non sfiderebbero la morte per migrare. Il padre del bambino morto sulle spiagge turche ha dichiarato che non si sentiva colpevole perche non aveva avuto scelta se non di partire. L’aiuto internazionale assicura i minimi vitali ( vitto, assistenza medica di base ecc) e puo essere un vantaggio anche per il paese ospitante sul quale alla fine si riversa buona parte degli aiuti come nell’analisi si nota per Giordania, Libano e Tanzania. . Nei paesi piu poveri puo accadere che gli stessi cittadini locali si infilano nei campi profughi perche quel minimo vitale ( per di piu gratis) per loro è gia una bella meta (lo ho letto per Ciad e Sudan ) I migranti invece possono essere un grande vantaggio , proprio una necessita per lo sviluppo economico. La Germania non sarebbe cosi prospera senza gli immigrati e lo stesso si puo dire per il nord e l’immigrazione meridionale Il problema nasce se l’immigrazione va oltre, molto oltre, le necessita e le possibilità del paese ospitante: nel ventennio berlusconiano ( diciamo cosi) abbiamo assorbito quasi 5 milioni di immigrati : ora con una drammatica crisi occupazionale non possiamo piu e infatti i migranti non ci pensano proprio Forse la Germania puo inserirne anche altri., non so. questo pero va a discapitato dei paesi comunitari o comunque europei. In linea generale i paesi dell’Occidente, anche America e Australia, non hanno piu lo sviluppo del passato e quindi non possono assorbire gli immigrati che l’esplosione demografica ha moltiplicato oltre misura Qusto è il dramma dell’immigrazione moderna Con questo non voglio dire che i siriani non debbano essere accolti o che bisognerebbe lasciare annegare quelli dei barconi. Pero teniamo presente la i fatti : i giudizi di valore non debbono esser confusi con quelli di fatto Io sono contrario a che le motivazioni etiche mettano in ombre i fatti. Possiamo ignorare la realta ma la realta non ignora noi mariella alois ha detto: http://www.lavoce.info/archives/36844/gli-effetti-dei-profughi-sull.. intanto ,le prime analisi su "Gli effetti dei profughi sull'economia"

Risposto da giorgio varaldo su 12 Settembre 2015 a 10:57 In una ottica razionale l'immigrazione non solo e' fonte di crescita bensi' per paesi con trend demografico in calo e' indispensabile. Se oggi a milano torino genova ed in tutte le citta' del nord sparissero i meridionali e tutti i loro discendenti avremmo tante citta' vuote . Stesso dicasi per ogni grande citta' europea. Nel mio quartiere di via stalingrado chiavella dove sono cresciuto di compagni di gioco savonesi DOC c' era solo stefano: tutti gli altri piemontesi (io) veneti friulani calabresi siciliani sardi abruzzesi e nessuna regione italiana salvo lombardia erano escluse. Certo c'erano problemi c'era chi arrivato dalla calabria metteva le galline nella vasca da bagno c'erano mamme imbacuccate con fazzoletti neri stile semi burqa . Poi ci sono stati i figli che integrandosi nella scuola hanno fatto capire a papa' a cosa serviva la vasca da bagno e che mamma non doveva vestirsi a lutto tutto l'anno. C'era una giustizia che magari in modo oggi ritenuto poco accettabile funzionava. Spariva una vespa arrivava la camionetta della polizia caricava un po di mariuoli e la vespa ricompariva. Risse fra diverse etnie erano all'ordine del giorno ma anche in questi casi camionetta qualche notte in cella qualche lisciata di pelo ed alla fine calabresi e veneti si capivano e non si scannavano.

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Anche allora c'erano proteste. Ma alla fine erano i ragazzi che giocavano assieme a pallone in campi di fortuna o nei cortili ad amalgamarsi ed a capirsi. Ed i genitori a rimorchio. Oggi abbiamo regioni come liguria e friuli con trend demografico negativo senza nuova linfa fra trenta anni le citta' liguri e friulane sarebbero popolate di spettri. Eppure quante resistenze all'immigrazione. Cosa c'e' di diverso rispetto a cinquanta anni fa? Mentre ieri il capannello vociante ed ubriaco di veneti e cslabresi appena sentiva arrivar la camionetta della polizia si zittiva oggi neanche per idea tanto sanno che se li mettono dentro escono subito e magari se hanno preso una mangsnellata sul capo riescono anche a farsi dare un bel rissrcimento. Casa.. dare la casa a chi arriva.. ci sono tante caserme dismesse cari immigrati rimboccarsi le maniche calcina e cazzuola e sistemarsi casa come hanno fatto tanti veneti e siciliani e' un delitto? Di frotte di ragazzi che danno assieme calci al pallone o bimbe che giocano a psmpano neanche l'ombra . Cortili trasformsti in parcheggi e giardini pubblici in cacatoi per cani o peggio luoghi di spaccio. Se poi c'e' qualche ragazxino a giro eccolo tutto preso a spippolare sul tablet ultima generazione. Magari ttovare un oratorio come quello cantato da paolo conte.. chiusi perche' se un bimbo si sbuccia un ginocchio l'avvocato dei genitori spolpa la parrocchia. Forse potessimo tornare a questo spirito di cinquanta anni fa forse se tutti i ragazzini potessero dar calci al pallone assieme sino a tarda sera forse se le ragazzine potessero giocar a pampano sino a tarda sera forse se chi si ubriaca sa che va incontro ad una bella mazziata e si tiene la testa rotta senza lamentarsi l'immigrazione non sarebbe cosi' foriera di problemi Riflessioni pazzarielle (ma non troppo) volutamente provocatorie fatte da chi avendosi beccato un bel raffreddore non puo' oggi andar a giro in moto

Risposto da Fabio Colasanti su 12 Settembre 2015 a 11:23 Un ottimo riassunto del problema (purtroppo in inglese). Europe Under Siege? By Daniel Gros BRUSSELS – Many Europeans feel like their countries are under assault, as huge numbers of migrants flow across their borders. Whether they are being exposed to refugees firsthand, or just seeing images of them splashed across newspaper pages, Europeans are well aware of the vast numbers of desperate people trying to enter European Union territory by any means possible. But this awareness has yet to translate into a unified response. Tensions among member states seem to be rising, perhaps because the problem differs so greatly across countries. On a per capita basis, Sweden receives 15 times more asylum applications than the United Kingdom, where official policy toward refugees remains the most hostile. Germany has now become the main destination overall, receiving nearly 40% of the EU total; even on a per capita basis, this is several times more than the EU average. Of course, there are clear rules about how responsibility for refugees is delineated: according to the so-called Dublin Regulation, the first EU member state into which a refugee crosses is responsible for that person’s asylum application. But this is clearly problematic, as it puts the entire burden of refugees on the EU’s frontier countries. Though this may not have been a huge problem in the 1990s, when EU countries received, in all, only 300,000 asylum applications annually, it cannot work in a year when the total is expected to be triple that number. Smaller border countries like Hungary and Greece simply do not have the capacity to register and house hundreds of thousands of asylum-seekers. And larger countries like Italy have an incentive to overlook the large numbers of refugees landing on their shores, knowing that, if nothing is done, those refugees will likely head elsewhere (mainly to northern Europe). Germany, recognizing that the Dublin system is untenable, has now decided to process all asylum applications from Syrians, regardless of where they crossed into the EU. The decision was likely driven, at least partly, by how difficult it is, given the EU’s porous internal borders, to determine where a refugee first entered. A 2013 ruling by the European Court of Justice that Germany could not return an Iranian refugee to Greece (where the applicant was found “to face a real risk of being subjected to inhuman or degrading treatment”) probably heightened Germany’s sense of responsibility on this issue. Germany is the largest EU member country in terms of population and GDP; so, to some extent, it does make sense for it to take the lead. But Germany still accounts for less than one-fifth of the EU’s population, and less than one-quarter of its economy. In other words, not even Germany can handle all of Europe’s refugees today. A few months ago, the European Commission tried its hand at resolving this problem with a courageous proposal to distribute refugees across member states according to a simple equation that accounts for population and GDP. But

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the plan was rejected, with member states – particularly those with the fewest refugees – claiming that it represented an undue interference in domestic affairs. This has put the EU in its usual quandary: everybody recognizes that there is a problem, but a solution requires unanimity, which cannot be achieved, because each country defends only its own interests. The only way forward is to leave out the countries that are most averse to accepting immigrants, at least temporarily, and create a solution involving just those that are willing to share the burden. This may not seem “fair,” but, with more refugees landing on Europe’s borders every day, EU leaders cannot afford to delay action. But there is another dimension to the crisis that makes addressing it all the more complicated. The migrants are not all from conflict areas like Syria, and thus do not, according to international law, have a “right to asylum.” There are also plenty of economic migrants from, say, the poorer parts of the Balkans, hoping to escape poverty at home – and willing to misuse the asylum system in the process. Lodging an application, even one without any chance of being accepted, is appealing, because until it is rejected, the applicant receives basic housing, social services (including health care), and pocket money in an amount that may well exceed wages in his or her home country. Spending a few months in northern Europe while an asylum application is processed is far more attractive than going home to a job that pays a barely livable wage, or to no job at all. As the number of asylum-seekers increases, so does the time it takes to process their applications, making the system all the more tempting for economic migrants. And, indeed, close to half of all asylum-seekers in Germany now come from safe countries, like Serbia, Albania, or Macedonia. As Europe’s populists use such cases of “welfare tourism” to sow fear and anger among the European public, reaching an agreement to accommodate actual refugees becomes increasingly difficult. Against this background, the EU needs to take action on two fronts. First, member countries must urgently boost their capacity to deal with asylum applications, so that they can quickly identify those who deserve protection. Second, the EU needs to improve burden sharing – ideally among all countries, but perhaps among a smaller group at first – in providing shelter for those who gain asylum. International law – and basic morality – demands nothing less. Read more at https://www.project-syndicate.org/commentary/european-asylum-burden...

Risposto da giovanni de sio cesari su 13 Settembre 2015 a 9:30 Bello rievocazione, come sempre, Giorgio Pero a costo di essere noioso ricordo ancora che prima di tutto viene l’inserimento lavorativo, poi tutte le difficolta di inserimento sociale si possono superare. Le grandi civiltà nascono dall’incontro di genti diverse che pero trovano la possibilità di lavorare insieme: altrimenti nascono solo guerre disastrose giorgio varaldo ha detto: In una ottica razionale l'immigrazione non solo e' fonte di crescita bensi' per paesi con trend demografico in calo e' indispensabile. Se oggi a milano torino genova ed in tutte le citta' del nord sparissero i meridionali e tutti i loro discendenti avremmo tante citta' vuote . Stesso dicasi per ogni grande citta' europea. Nel mio quartiere di via stalingrado chiavella dove sono cresciuto di compagni di gioco savonesi DOC c' era solo stefano: tutti gli altri piemontesi (io) veneti friulani calabresi siciliani sardi abruzzesi e nessuna regione italiana salvo lombardia erano escluse. Certo c'erano problemi c'era chi arrivato dalla calabria metteva le galline nella vasca da bagno c'erano mamme imbacuccate con fazzoletti neri stile semi burqa . Poi ci sono stati i figli che integrandosi nella scuola hanno fatto capire a papa' a cosa serviva la vasca da bagno e che mamma non doveva vestirsi a lutto tutto l'anno. C'era una giustizia che magari in modo oggi ritenuto poco accettabile funzionava. Spariva una vespa arrivava la camionetta della polizia caricava un po di mariuoli e la vespa ricompariva. Risse fra diverse etnie erano all'ordine del giorno ma anche in questi casi camionetta qualche notte in cella qualche lisciata di pelo ed alla fine calabresi e veneti si capivano e non si scannavano. Anche allora c'erano proteste. Ma alla fine erano i ragazzi che giocavano assieme a pallone in campi di fortuna o nei cortili ad amalgamarsi ed a capirsi. Ed i genitori a rimorchio. Oggi abbiamo regioni come liguria e friuli con trend demografico negativo senza nuova linfa fra trenta anni le citta' liguri e friulane sarebbero popolate di spettri. Eppure quante resistenze all'immigrazione. Cosa c'e' di diverso rispetto a cinquanta anni fa? Mentre ieri il capannello vociante ed ubriaco di veneti e cslabresi appena sentiva arrivar la camionetta della polizia si zittiva oggi neanche per idea tanto sanno che se li mettono dentro escono subito e magari se hanno preso una mangsnellata sul capo riescono anche a farsi dare un bel rissrcimento.

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Casa.. dare la casa a chi arriva.. ci sono tante caserme dismesse cari immigrati rimboccarsi le maniche calcina e cazzuola e sistemarsi casa come hanno fatto tanti veneti e siciliani e' un delitto? Di frotte di ragazzi che danno assieme calci al pallone o bimbe che giocano a psmpano neanche l'ombra . Cortili trasformsti in parcheggi e giardini pubblici in cacatoi per cani o peggio luoghi di spaccio. Se poi c'e' qualche ragazxino a giro eccolo tutto preso a spippolare sul tablet ultima generazione. Magari ttovare un oratorio come quello cantato da paolo conte.. chiusi perche' se un bimbo si sbuccia un ginocchio l'avvocato dei genitori spolpa la parrocchia. Forse potessimo tornare a questo spirito di cinquanta anni fa forse se tutti i ragazzini potessero dar calci al pallone assieme sino a tarda sera forse se le ragazzine potessero giocar a pampano sino a tarda sera forse se chi si ubriaca sa che va incontro ad una bella mazziata e si tiene la testa rotta senza lamentarsi l'immigrazione non sarebbe cosi' foriera di problemi Riflessioni pazzarielle (ma non troppo) volutamente provocatorie fatte da chi avendosi beccato un bel raffreddore non puo' oggi andar a giro in moto

Risposto da giorgio varaldo su 13 Settembre 2015 a 11:43 Giovanni anche io saro' ripetitivo. Le occasioni di lavoro si creano. C'un un rudere che come facevano calabresi o veneti puo con tanto olio di gomito' esser trasformato in abitazione? Una volta era possibile ora non piu' . Arriva la ASL contesta la mancanza di presa di terra redige denuncia e la magistratura sequestra il tutto. Eppure immaginiamo quale potrebbe esser l'effetto moltiplicatore della somma attualmente utilizzata per l'accoglienza ( si tratta di cifre dell'ordine del miliardo di euro all'anno) se usata anche solo parzialmente in attivita' di tal genere. Per quanto riguarda l'edilizia l'effetto moltiplicatore varia da 3 a 6 : supponendo di usare meta' della cifra utilizzata per l'accoglienza in recupero abitativo anche con il moltiplicatore minimo si avrebbe un ritorno economico di quasi 2 miliardi. Quindi accoglienza diverrebbe creatrice di ricchezza Peccato che senza gara di appalto non si pianta neanche un chiodo.

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 13 Settembre 2015 a 12:21 Giorgio sono assolutamente d'accordo con quanto hai detto ( anche sulla necessità di un maggior controllo del territorio ed una riforma quindi immediata della giustizia) . Il problema che abbiamo davanti è: l' integrazione. Ha ragione la Merkel quando dice i migranti devono imparare il tedesco e contribuire con il loro lavoro allo sviluppo della Germania . Non cè altra strada per l'integrazione . Lavoro e rispetto reciproco della cultura del posto in cui si arriva e di quella da cui si proviene . In questo momento l'unica strada per i migranti , in attesa di occasioni offerte dal mercato , è prestare la propria opera lavorativa , godendo del sussidio di accoglienza , in attività semplici dello stato come l'edilizia popolare ,( anche con la ristrtturazione come giustamente stai dicendo) , la pulizia , l'assistenza ecc ecce. La prestazione di lavoro obbligatoria , non è una schiavitù ma un'opportunità d'inserimento e d'integrazione . A fronte le organizzazioni sindacali debbono vigilare che il tutto si svolga all'insegna del rispetto dei diritti della persona. giorgio varaldo ha detto: In una ottica razionale l'immigrazione non solo e' fonte di crescita bensi' per paesi con trend demografico in calo e' indispensabile. Se oggi a milano torino genova ed in tutte le citta' del nord sparissero i meridionali e tutti i loro discendenti avremmo tante citta' vuote . Stesso dicasi per ogni grande citta' europea.

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Nel mio quartiere di via stalingrado chiavella dove sono cresciuto di compagni di gioco savonesi DOC c' era solo stefano: tutti gli altri piemontesi (io) veneti friulani calabresi siciliani sardi abruzzesi e nessuna regione italiana salvo lombardia erano escluse. Certo c'erano problemi c'era chi arrivato dalla calabria metteva le galline nella vasca da bagno c'erano mamme imbacuccate con fazzoletti neri stile semi burqa . Poi ci sono stati i figli che integrandosi nella scuola hanno fatto capire a papa' a cosa serviva la vasca da bagno e che mamma non doveva vestirsi a lutto tutto l'anno. C'era una giustizia che magari in modo oggi ritenuto poco accettabile funzionava. Spariva una vespa arrivava la camionetta della polizia caricava un po di mariuoli e la vespa ricompariva. Risse fra diverse etnie erano all'ordine del giorno ma anche in questi casi camionetta qualche notte in cella qualche lisciata di pelo ed alla fine calabresi e veneti si capivano e non si scannavano. Anche allora c'erano proteste. Ma alla fine erano i ragazzi che giocavano assieme a pallone in campi di fortuna o nei cortili ad amalgamarsi ed a capirsi. Ed i genitori a rimorchio. Oggi abbiamo regioni come liguria e friuli con trend demografico negativo senza nuova linfa fra trenta anni le citta' liguri e friulane sarebbero popolate di spettri. Eppure quante resistenze all'immigrazione. Cosa c'e' di diverso rispetto a cinquanta anni fa? Mentre ieri il capannello vociante ed ubriaco di veneti e cslabresi appena sentiva arrivar la camionetta della polizia si zittiva oggi neanche per idea tanto sanno che se li mettono dentro escono subito e magari se hanno preso una mangsnellata sul capo riescono anche a farsi dare un bel rissrcimento. Casa.. dare la casa a chi arriva.. ci sono tante caserme dismesse cari immigrati rimboccarsi le maniche calcina e cazzuola e sistemarsi casa come hanno fatto tanti veneti e siciliani e' un delitto? Di frotte di ragazzi che danno assieme calci al pallone o bimbe che giocano a psmpano neanche l'ombra . Cortili trasformsti in parcheggi e giardini pubblici in cacatoi per cani o peggio luoghi di spaccio. Se poi c'e' qualche ragazxino a giro eccolo tutto preso a spippolare sul tablet ultima generazione. Magari ttovare un oratorio come quello cantato da paolo conte.. chiusi perche' se un bimbo si sbuccia un ginocchio l'avvocato dei genitori spolpa la parrocchia. Forse potessimo tornare a questo spirito di cinquanta anni fa forse se tutti i ragazzini potessero dar calci al pallone assieme sino a tarda sera forse se le ragazzine potessero giocar a pampano sino a tarda sera forse se chi si ubriaca sa che va incontro ad una bella mazziata e si tiene la testa rotta senza lamentarsi l'immigrazione non sarebbe cosi' foriera di problemi Riflessioni pazzarielle (ma non troppo) volutamente provocatorie fatte da chi avendosi beccato un bel raffreddore non puo' oggi andar a giro in moto

Risposto da giorgio varaldo su 14 Settembre 2015 a 8:03 Se anche la germania deve reintrodurre schengen http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/09/07/migranti-la... non è che dia chiare indicazioni di quale sia la futura politica europea dell'accoglienza ? E se la germania chiede agli altri stati zone di attesa ci sono chiare indicazioni che al di la delle dichiarazioni sarà sempre più simile a quella di orban.

Risposto da giorgio varaldo su 14 Settembre 2015 a 8:24 Se oggi a livello europeo non verrà sancito il principio di accoglienza obbligatoria i famosi cinque hub italiani non saranno centri di riconoscimento gestori di flussi bensì centri di sosta di lunga permanenza. Sarà molto difficile l'europa possa agire rapidamente ed inviare truppe in siria in libia e nelle altre zone calde laddove si creano le condizioni che provocano questi esodi pensare ad un sistema di rapido rimpatrio di chi non ha diritto al riconoscimento di rifugiato in modo da ridurre la pressione è illusione allo stato puro. Sarà quindi una vittoria degli orban salvini le pen ecc ecc. E non ci meravigliamo se ce li troveremo a governare l'europa

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Risposto da Fabio Colasanti su 14 Settembre 2015 a 9:56 Giorgio, varie osservazioni. La prima è che le cifre sono tali fa aver ingolfato anche la macchina amministrativa tedesca: 12mila arrivi alla stazione di Monaco di Baviera solo sabato 12 settembre ! In ogni caso, si tratta di una cosa imbarazzante per la Merkel dopo gli annunci sull'accoglienza senza limiti. Per di più, ho visto servizi alla televisione tedesca e belga sui rifugiati nei campi profughi in Turchia e Libano che affermano di volersi mettere in marcia verso la Germania non appena possibile. La cosa va anche interpretata però come una maniera di far pressione sui cinque paesi recalcitranti (Regno Unito e paesi di Visegrad). giorgio varaldo ha detto: Se anche la germania deve reintrodurre schengen http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/09/07/migranti-la... non è che dia chiare indicazioni di quale sia la futura politica europea dell'accoglienza ? E se la germania chiede agli altri stati zone di attesa ci sono chiare indicazioni che al di la delle dichiarazioni sarà sempre più simile a quella di orban.

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Settembre 2015 a 10:01 Giorgio, oggi non ci sarà nessuna decisione su di un principio di accoglienza obbligatoria. Non esistono competenze europee in questa materia e non vedo come i paesi ragionevoli possano obbligare i cinque reietti ad accettare le quote. I rapporti con Orban sono già talmente brutti che lui non avrà scrupoli a far dire di no ancora una volta. Io spero che ci sia almeno un accordo volontario di ripartizione tra i 18/20 paesi ragionevoli. giorgio varaldo ha detto: Se oggi a livello europeo non verrà sancito il principio di accoglienza obbligatoria i famosi cinque hub italiani non saranno centri di riconoscimento gestori di flussi bensì centri di sosta di lunga permanenza. Sarà molto difficile l'europa possa agire rapidamente ed inviare truppe in siria in libia e nelle altre zone calde laddove si creano le condizioni che provocano questi esodi pensare ad un sistema di rapido rimpatrio di chi non ha diritto al riconoscimento di rifugiato in modo da ridurre la pressione è illusione allo stato puro. Sarà quindi una vittoria degli orban salvini le pen ecc ecc. E non ci meravigliamo se ce li troveremo a governare l'europa

Risposto da Antonino Andaloro su 14 Settembre 2015 a 12:23 Se c'è questa volontà ed è condivisa, ma tenendo conto che l'esodo secondo le previsioni durerà 20 anni, noi dobbiamo continuare ad assistere inermi ai naufragi ? Quale potrebbe essere la strategia comune di questi 20 paesi europei che eviterebbe questi disastri ? Secondo me, già da subito nei porti/aeroporti della Grecia e Turchia sarebbe il caso di preparare il lavoro di ripartizione, accogliendo in quei siti i profughi e smistandoli e trasportandoli con i mezzi UE, nelle varie nazioni aderenti.

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Risposto da giorgio varaldo su 14 Settembre 2015 a 12:44 Fabio se la collaudata macchina amministrativa tedesca - sicuramente messa in preallarme dal governo - è andata in tilt possiamo figurarci cosa potrà accadere quando spinti dalla accoglienza senza limiti centinaia di migliaia di profughi si metteranno in marcia. Secondo le previsioni di una tivvù locale quando sarà effettivo il muro fra ungheria e serbia verrà utilizzato il canale serbia croazia slovenia austria/italia quindi è probabile che fra qualche giorno avremo il friuli invaso da migliaia di profughi. Come dici oggi non si deciderà nulla così come ben difficilmente si deciderà nessun intervento armato di terra contro ISIS Con la richiesta tedesca di campi di sosta nei paesi di confine andrà a finire che italia e grecia si troveranno da sole a far fronte a questa immane sfida. Come più volte ripetuto sono molto preoccupato dell'impatto che si avrà nel nostro paese. Con la richiesta dei 5 hub in italia la percezione di una europa pronta a sbolognare i problemi al nostro paese sarà un motivo di propaganda leghista. Occorre che il nostro paese faccia qualsiasi mossa di rottura di questo schema. Mi secca molto l'ipotesi di una italia governata dalla lega ma mi secca ancor di più che sia questo governo a regalare a salvini questa opportunità Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, varie osservazioni. La prima è che le cifre sono tali fa aver ingolfato anche la macchina amministrativa tedesca: 12mila arrivi alla stazione di Monaco di Baviera solo sabato 12 settembre ! In ogni caso, si tratta di una cosa imbarazzante per la Merkel dopo gli annunci sull'accoglienza senza limiti. Per di più, ho visto servizi alla televisione tedesca e belga sui rifugiati nei campi profughi in Turchia e Libano che affermano di volersi mettere in marcia verso la Germania non appena possibile. La cosa va anche interpretata però come una maniera di far pressione sui cinque paesi recalcitranti (Regno Unito e paesi di Visegrad). giorgio varaldo ha detto: Se anche la germania deve reintrodurre schengen http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/09/07/migranti-la... non è che dia chiare indicazioni di quale sia la futura politica europea dell'accoglienza ? E se la germania chiede agli altri stati zone di attesa ci sono chiare indicazioni che al di la delle dichiarazioni sarà sempre più simile a quella di orban.

Risposto da giorgio varaldo su 15 Settembre 2015 a 0:18 Nessun accordo sulle quote. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/09/14/migranti-sbloccati... quale sarà l'europa del 2019?

Risposto da giorgio varaldo su 15 Settembre 2015 a 0:38 Da porta a porta la notizia che la germania ha sospeso i controlli in ingresso. Notizia in contrasto con quanto detto stasera al telefono da un parente che oggi dopo le vacanze estive tornava in germania Dopo salisburgo in territorio austriaco il treno è stato fermato e tutti i passeggeri controllati. Nessun cittadino non europeo è stato fatto continuare

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Quindi formalmente la germania ha sospeso i controlli. Li ha fatti l'austria

Risposto da giorgio varaldo su 15 Settembre 2015 a 7:59 Europe slams migrant door titola il daily mail. Schengen over dice quella germania che con le improvvide dichiarazioni di frau angela ha dato una spinta a chi pronto a raggiungere l'europa. In compenso l'europa sulle cause decide di non decidere Il contrasto agli scafisti come è stato deciso è solo una ennesima inutile presa in giro che non fermerà niente anzi aumenterà i cosiddetti salvataggi in mare favorendo quindi gli scafisti. Della proposta di alfano di organizzare i rimpatrii di chi non ha diritto all'accoglienza risposta non pervenuta Quindi con controllo alle frontiere con quote di distribuzione su base volontaria con nessun rimpatrio va a finire che ce li dobbiamo tenere noi e visto che non ci sarà mai unriconoscimento forzoso non prenderemo neanche i fondi europei Per quanto riguarda il nostro paese ieri sera a porta a porta i numeri sono stati una fotografia di quello che è realmente il nostro paese. Tre italiani su quattro hanno detto me ne strafotto delle parole di papa francesco e metà di quelli che hanno risposto SI lo hanno fatto solo grazie ai 1000 euro mensili per migrante ospitato. Smettiamo di credere ad una visione sociale di solidarietà inesistente ed iniziamo ad agire politicamente in modo pragmatico anche senza l'accordo con l'europa Altrimenti il prossimo PdC andrà ad un futuro flushing meadows indossando la cravatta verde

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Settembre 2015 a 8:31 Immigrazione: tante realtà che non vogliamo vedere. L'Unione europea si trova di fronte ad una crisi più grave di quella greca con probabili implicazioni serie per il suo futuro (spaccatura? Unione con meno stati membri?). Quello che mi irrita sono le tante dichiarazioni senza fondamento che vedo venire da tanti lati. Riguardano soprattutto sei aspetti del problema. 1. Non possiamo accogliere tutti. Le aperture della Germania lo hanno dimostrato ampiamente. I segnali positivi che sono venuti da quel paese hanno avuto un effetto da "aspiratore" e hanno messo in moto quantità di rifugiati impossibili da accogliere: un milione di rifugiati (previsione attuale per gli arrivi in Germania nel 2015) sono troppi anche per un paese in buona salute economica. Secondo l'UNHCR ci sono 59 milioni di rifugiati al mondo. 2. Canali umanitari. Per evitare che delle persone rischino la vita, questi canali dovrebbero convogliare nei paesi sviluppati milioni di persone. Visto che questo non può avvenire, la loro apertura – anche per decine o centinaia di migliaia di persone – non cambierà nulla nel numero dei disperati e nelle morti e altre situazioni scandalose che vediamo. 3. Accordi di Dublino. È troppo facile dire che debbono essere cambiati. Bisogna dire "come" e rendersi conto di cosa questo significa. Il problema principale è che gli accordi attuali dicono che si occupano dei rifugiati fino alla decisione su asilo o respingimento i paesi nei quali i rifugiati sono entrati nell'Unione europea (e questi sono compensati finanziariamente dagli altri). Oggi gli arrivi sono troppo alti. Come si cambiano gli accordi? Si lasciano entrare i rifugiati senza identificazione e li si fa andare dove vogliono in Europa? Impensabile. Li si identifica, si apre un dossier di domanda di asilo e si ridistribuiscono tra i paesi dell'Ue nell'attesa della decisione? Ma si ritorna la problema irrisolto della distribuzione tra paesi. Che chi chiede modifiche degli accordi di Dublino specifichi cosa propone. 4. Rimpatri. Sono una cosa necessaria per chi non ha diritto all'asilo politico, ma molto difficile. Tanti, a partire dal nostro ministro degli esteri, dicono che se ne dovrebbe occupare Frontex, che se ne dovrebbe occupare l'Unione europea. Per quale motivo un'agenzia con qualche centinaio di dipendenti o l'Unione europea che non ha capacità operative (a parte quelle di Frontex) dovrebbe poter far meglio in questo campo di uno stato che ha a sua disposizione tribunali, forze dell'ordine e anche un'aeronautica militare? È troppo facile passare la palla a qualcun altro.

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5. Riduzione dei fattori all'origine dell'esodo. Aspetto sempre proposte credibili per mettere fine alla guerra in Siria, per rallentare l'esplosione demografica in Africa e per mettere fine alle attività di Boko Haram e dei tanti movimenti simili che dilagano in Africa e nel Medio Oriente. 6. Protezione delle frontiere. L'idea non ci piace. Ma questa è la realtà alla quale sono confrontati tanti paesi avanzati da decenni, in primis gli Stati Uniti. Noi ci stiamo arrivando solo ora e la cosa ci crea molti problemi di coscienza. I paesi avanzati hanno bisogno di una forte immigrazione, ma i flussi potenziali superano largamente quello che è necessario e tollerabile. Quindi dovremo per forza chiudere le frontiere esterne in maniera che certi limiti non siano superati. Il comportamento dell'Ungheria è deplorevole. Ma muri come quello che sta costruendo questo paese esistono in tante parti del mondo dagli Stati Uniti alla Grecia e alla Spagna.

Risposto da mariella alois su 15 Settembre 2015 a 8:31 In formato foto allego alcune proposte del rappresentante UNHCR (alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite) ,che non ho ancora capito perché non ha preso la leadership del problema,avendo oltretutto mezzi e esperienza per farlo. Antonino Andaloro ha detto: Se c'è questa volontà ed è condivisa, ma tenendo conto che l'esodo secondo le previsioni durerà 20 anni, noi dobbiamo continuare ad assistere inermi ai naufragi ? Quale potrebbe essere la strategia comune di questi 20 paesi europei che eviterebbe questi disastri ? Secondo me, già da subito nei porti/aeroporti della Grecia e Turchia sarebbe il caso di preparare il lavoro di ripartizione, accogliendo in quei siti i profughi e smistandoli e trasportandoli con i mezzi UE, nelle varie nazioni aderenti. Allegati:

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Risposto da giorgio varaldo su 15 Settembre 2015 a 8:55 rimpatri Per i rimpatri è necessario un accordo a livello europeo che condizioni gli aiuti ai singoli paesi in funzione della collaborazione in questo campo sia per l'identificazione di chi non vuole esser identificato sia per la volontà di accogliere i propri cittadini scappati in europa. ci sarebbe anche da rivedere le procedure di richiesta di asilo . Non è pensabile tenere centinaia di migliaia di persone in attesa di accoglimento della domanda di asilo e poi consentire ad ognuno di poter far ricorso contro un respingimento. Occorre applicare automaticamente il principio di chi non è proveniente da un determinato numero di paesi viene automaticamente respinto . Sarà necessario re gli aspetti legali della situazione anche a discapito della attuale concezione dei diritti umani. C'è poi da riaprire i CIE così improvvidamente chiusi (anche con il beneplacito di questo circolo) riduzione dei fattori di esodo lo sappiamo tutti cosa c'è da fare. Inviare truppe di terra e nel futuro evitare sciocchezze come l'esportazione di democrazia. Smettiamo di ragionare con il nostro metro occidentale. Un bashar el asad non sarà mai un difensore dei diritti umani ma l'alternativa ISIL è di sicuro peggiore.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Settembre 2015 a 9:30 Giorgio,

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quello che scrivi sui rimpatri è vero per i paesi che oggi li rifiutano, ma molti paesi li accettano. Il problema è che molto spesso non si riesce nemmeno a provare che la persona viene da un certo paese e in questi casi, che ci sia un accordo o no, non cambia nulla. Per le domande di asilo semplificate, bisogna cambiare le norme giuridiche nazionali, non ci sono regole europee in questo campo. I ricorsi sono previsti dalla nostra legislazione. Sta a noi semplificarla. A livello europeo ci potrebbe essere solo un incoraggiamento reciproco tra i paesi membri a semplificare le regole nazionali. giorgio varaldo ha detto: rimpatri Per i rimpatri è necessario un accordo a livello europeo che condizioni gli aiuti ai singoli paesi in funzione della collaborazione in questo campo sia per l'identificazione di chi non vuole esser identificato sia per la volontà di accogliere i propri cittadini scappati in europa. ci sarebbe anche da rivedere le procedure di richiesta di asilo . Non è pensabile tenere centinaia di migliaia di persone in attesa di accoglimento della domanda di asilo e poi consentire ad ognuno di poter far ricorso contro un respingimento. Occorre applicare automaticamente il principio di chi non è proveniente da un determinato numero di paesi viene automaticamente respinto . Sarà necessario re gli aspetti legali della situazione anche a discapito della attuale concezione dei diritti umani. C'è poi da riaprire i CIE così improvvidamente chiusi (anche con il beneplacito di questo circolo) riduzione dei fattori di esodo lo sappiamo tutti cosa c'è da fare. Inviare truppe di terra e nel futuro evitare sciocchezze come l'esportazione di democrazia. Smettiamo di ragionare con il nostro metro occidentale. Un bashar el asad non sarà mai un difensore dei diritti umani ma l'alternativa ISIL è di sicuro peggiore.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Settembre 2015 a 9:50 MiniDossier di Openpolis “Immigrazione, il giorno dopo” - 14 settembre 2015 Un approfondimento sull’integrazione degli stranieri in Italia, con dettagli sulle singole regioni e confronto con i Paesi UE. I focus – realizzati grazie alla collaborazione conActionAid – riguardano le comunità presenti e il loro inserimento nella scuola e nel mondo del lavoro. Popolazione residente. Sono quasi 5 milioni gli stranieri residenti in Italia e rappresentano l’8% de... . La loro presenza è quadruplicata negli ultimi 10 anni ed è concentrata nelle regioni del centro-nord (si va dal 2,5% della Sardegna al 12% dell’Emilia-Romagna). 190 le nazionalità presenti, la comunità più grande è quella rumena con oltre 1 milione di persone. Permessi di soggiorno. il 71% degli stranieri residenti sono cittadini extra comunitari che hanno un permesso di soggiorno (1,7 milioni con scadenza e 2,2 milioni di lungo periodo). Nel 2013 i nuovi rilasci temporanei sono stati per lo più per motivi di lavoro (33%), famiglia (25%) o studio (10%). I permessi rilasciato collegati all’emergenza rifugiati (asilo politico o motivi umanitari) sono stati il 7,49%. Forza lavoro. In Italia il 10,82% dei lavoratori regolari è straniero , una percentuale superiore alla media europea che è del 7%. In dieci anni l’aumento registrato è stato del 146%, nel 2004 la forza lavoro straniera era al 4,4%. La distribuzione varia nelle diverse regioni italiane, il picco è nel Centro (13,67%) mentre i valori più bassi sono al sud (5,26%). Crisi economica. Gli effetti della crisi sono stati ancora più duri per gli stranieri residenti in Italia. Se per gli italiani l’occupazione è scesa di 2,6 punti percentuali, la diminuzione per i lavoratori extra UE è stata più forte (8,3%). Allo stesso tempo in Italia, il rischio di povertà ed esclusione locale è del 26,5% per i locali e del 43,6% per gli stranieri. Divario retributivo. L’80% dei dirigenti italiani guadagna più di 2.000 euro al mese contro il 58% dei pari livello di origine extra europea. A parità di lavoro non c’è quindi parità di compenso . E ancora, se l’8,3% degli italiani guadagna più di 2.000 euro al mese, la percentuale scende ad appena lo 0,6% per i lavoratori extra-Ue. Educazione scolastica. Come succede per la forza lavoro, anche la percentuale di alunni stranieri iscritti nel sistema scolastico italiano risulta in costante crescita. Si è passati dal 4,8% dell’anno scolastico 2005/2006, al 9% del

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2013/2014. Sono molto ampie le differenze territoriali, e nella classifica regionale la forbice tra la prima regione e l’ultima è molto ampia: l’Emilia-Romagna ha il 15,3% di alunni stranieri, la Campania solo ... Seconda generazione. Nell’anno scolastico 2013/2014 degli 802.785 alunni stranieri iscritti nelle scuole italiane, il 51,72% era nato in Italia. Per la prima volta nella storia del nostro paese,gli studenti stranieri nati in Italia hanno superato quelli nati al... . Rendimento scolastico. Crescono le percentuali, ma restano le differenze nelle performance scolastiche con i colleghi italiani. L’11% degli alunni italiani è in ritardo sul percorso scolastico, percentuale tre volte più alta per gli stranieri (36%). Il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione è del 13,% per gli italiani, e del 34% per gli alunni extra-Ue.L’Italia è il paese con meno stranieri laureati (12,4%) di tutta l’UE , dove la media è del 32,3%. Inserimento lavorativo. Il passaggio dal mondo scolastico a quello lavorativo è un momento fondamentale per l’integrazione dei giovani figli di immigrati. Tante le difficoltà. La percentuale di Neet (giovani che non lavorano e non studiano) è altissima, 31,3%. Mentre la durata media del primo lavoro per i figli di immigrati è di 11 mesi, il dato più basso fra i paesi Ocse. MiniDossier Openpolis. “Immigrazione, il giorno dopo” è il numero 9/2015 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro punto di vista. Anche per dare continuità a questo lavoro durante l’anno è fondamentale sostenere openpolis attraverso la campagna di adesione. http://blog.openpolis.it/2015/09/14/pubblicato-il-minidossier-di-op...

Risposto da Giampaolo Carboniero su 15 Settembre 2015 a 18:56 Semplice Mariella, perchè il problema serve ai nanetti della politica europea per i loro giochetti elettorali; razionalità completamente assente e sguardo che non va oltre la punta delle loro scarpe. mariella alois ha detto: In formato foto allego alcune proposte del rappresentante UNHCR (alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite) ,che non ho ancora capito perché non ha preso la leadership del problema,avendo oltretutto mezzi e esperienza per farlo. Antonino Andaloro ha detto: Se c'è questa volontà ed è condivisa, ma tenendo conto che l'esodo secondo le previsioni durerà 20 anni, noi dobbiamo continuare ad assistere inermi ai naufragi ? Quale potrebbe essere la strategia comune di questi 20 paesi europei che eviterebbe questi disastri ? Secondo me, già da subito nei porti/aeroporti della Grecia e Turchia sarebbe il caso di preparare il lavoro di ripartizione, accogliendo in quei siti i profughi e smistandoli e trasportandoli con i mezzi UE, nelle varie nazioni aderenti.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Settembre 2015 a 23:44 Giampaolo, che bella risposta profonda. Giampaolo Carboniero ha detto: Semplice Mariella, perchè il problema serve ai nanetti della politica europea per i loro giochetti elettorali; razionalità completamente assente e sguardo che non va oltre la punta delle loro scarpe. mariella alois ha detto:

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In formato foto allego alcune proposte del rappresentante UNHCR (alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite) ,che non ho ancora capito perché non ha preso la leadership del problema,avendo oltretutto mezzi e esperienza per farlo. Antonino Andaloro ha detto: Se c'è questa volontà ed è condivisa, ma tenendo conto che l'esodo secondo le previsioni durerà 20 anni, noi dobbiamo continuare ad assistere inermi ai naufragi ? Quale potrebbe essere la strategia comune di questi 20 paesi europei che eviterebbe questi disastri ? Secondo me, già da subito nei porti/aeroporti della Grecia e Turchia sarebbe il caso di preparare il lavoro di ripartizione, accogliendo in quei siti i profughi e smistandoli e trasportandoli con i mezzi UE, nelle varie nazioni aderenti.

Risposto da Fabio Colasanti su 16 Settembre 2015 a 8:04 Prima o poi il problema doveva essere sollevato. http://www.eunews.it/2015/09/01/la-commissione-contro-litalia-perch... E vediamo cosa la pressione politica sui recalcitranti darà. http://www.eunews.it/2015/09/15/crisi-rifugiati-convocato-consiglio...

Risposto da Fabio Colasanti su 23 Settembre 2015 a 7:33 Devo corregere una cosa che avevo scritto qualche giorno fa. La possibilità di ridistribuire i rifugiati tra i paesi dell'Unione europea è una delle materie dove si può votare alla maggioranza; è una delle materie dove i paesi europei hanno accettato di condividere la loro sovranità. L'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea dice, nel suo paragrafo 3: "Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo." Questo ha permesso la decisione di ieri sulla ripartizione di 120mila rifugiati. La decisione è stata resa possibile anche dal fatto che la Polonia ha lasciato il fronte del "no" e ha votato a favore della misura.

Risposto da giorgio varaldo su 23 Settembre 2015 a 9:00 una riflessione riguardo a chi scappa da paesi in guerra fatta l'altro giorno da un non più giovane conoscente. Accettiamo bambini donne ed anziani a loro dobbiamo aprire le porte delle nostre case. Ma non a chi uomo o donna nel pieno delle forze può imbracciare una arma e come si è fatto nel 1943 lottare per la propria causa.

Risposto da mariella alois su 23 Settembre 2015 a 10:28 Giorgio Mi spiace ma non sono d'accordo. Se fossi giovane non imbraccerei per nulla un fucile, ma con un telefonino e internet in mano ,cercherei altrove un futuro migliore. Le terre da cui fuggono poi sono da tempo covo di odio

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,discriminazioni, abusi,instabilità di ogni genere.Non era così per i nostri giovani. Ho un nonno,morto a 27 anni nella guerra 1915-18, nelle sue lettere alla famiglia ,benché spinto dall'amor di Patria, soffriva chiaramente di stare al fronte.Aveva altri piani per il suo futuro che star li a combattere. La ricerca di una vita migliore è legittimo desiderio di ogni essere umano,costi quel che costi, nessuno è autorizzato a ostacolarlo. giorgio varaldo ha detto: una riflessione riguardo a chi scappa da paesi in guerra fatta l'altro giorno da un non più giovane conoscente. Accettiamo bambini donne ed anziani a loro dobbiamo aprire le porte delle nostre case. Ma non a chi uomo o donna nel pieno delle forze può imbracciare una arma e come si è fatto nel 1943 lottare per la propria causa.

Risposto da marcello sassoli su 23 Settembre 2015 a 11:01 Sono abbastanza d'accordo. Non voglio usare una parola abbastanza "inflazionata": buonista. Credo che in date circostanze storiche dobbiamo essere "cattivisti". Proprio in questi giorni cade l'anniversario della strage di Cefalonia. Per 7 giorni i nostri soldati, allo sbando dopo l'8 settembre, si batterono contro preponderanti forze naziste. Sono morti in più di 8.000. Per chi e per cosa si battevano quegli uomini? Per noi tutti, per la nostra libertà, esempio supremo di sacrificio umano! Questi giovani che vengono da noi senza un chiaro futuro, per cosa si battono? Per un pezzo di pane...ma puo' il pane sostituire l'onore ed il dovere di battersi? A Kobane 300 donne curde si battono come leonesse contro l'Isis. Dobbiamo riapprendere da loro!

Risposto da giovanni de sio cesari su 23 Settembre 2015 a 12:31 fabio Mi sembra che a livello politico europeo non si comprende o meglio non si vuol comprendere la realtà delle cose Si favoleggia di 120 mila profughi da dividere fra gli stati due errori fondamentali Il primo errore e che non sono rifugiati ma migrant iil che significa che non vogliono una assistenza temporanea ma un posto di lavoro. Se non lo trovano in Slovacchia vorranno andare in Germania (e assimilati): come potrebbero gli Slovacchi trattenerli, Ci vorrebbero lager guardati da SS cosa che si momento non sembra ipotizzabile e poi gli Slovacchi non avrebbero alcuna volontà di trattenerli ovviamente Il secondo errore, forse piu grave, è numerico i profughi migranti sono almeno 10 volte tanto diciamo un milione e duecento ma il problema è che se li accogliamo ne verranno altrettanti e ancora altrettant,i praticamente all’infinito Se fossero appena 120 000 non ci sarebbe nessuno problema Fabio Colasanti ha detto: Devo corregere una cosa che avevo scritto qualche giorno fa. La possibilità di ridistribuire i rifugiati tra i paesi dell'Unione europea è una delle materie dove si può votare alla maggioranza; è una delle materie dove i paesi europei hanno accettato di condividere la loro sovranità. L'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea dice, nel suo paragrafo 3: "Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo." Questo ha permesso la decisione di ieri sulla ripartizione di 120mila rifugiati. La decisione è stata resa possibile anche dal fatto che la Polonia ha lasciato il fronte del "no" e ha votato a favore della misura.

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Risposto da giovanni de sio cesari su 23 Settembre 2015 a 12:34 Giorgio Il concetto dell’anziano amico va benissimo per i profughi in paese confinante amico ma questi sono migranti magari a causa della guerra, ma migranti Se avessero voluto combattere sarebbero restati in Turchia che è paese confinante e amico, diciamo cosi giorgio varaldo ha detto: una riflessione riguardo a chi scappa da paesi in guerra fatta l'altro giorno da un non più giovane conoscente. Accettiamo bambini donne ed anziani a loro dobbiamo aprire le porte delle nostre case. Ma non a chi uomo o donna nel pieno delle forze può imbracciare una arma e come si è fatto nel 1943 lottare per la propria causa.

Risposto da giorgio varaldo su 23 Settembre 2015 a 13:44 ok mariella. seguendo questa logica non dovremmo inviare truppe per fermare l'ISIS? mariella alois ha detto: Giorgio Mi spiace ma non sono d'accordo. Se fossi giovane non imbraccerei per nulla un fucile, ma con un telefonino e internet in mano ,cercherei altrove un futuro migliore. Le terre da cui fuggono poi sono da tempo covo di odio ,discriminazioni, abusi,instabilità di ogni genere.Non era così per i nostri giovani. Ho un nonno,morto a 27 anni nella guerra 1915-18, nelle sue lettere alla famiglia ,benché spinto dall'amor di Patria, soffriva chiaramente di stare al fronte.Aveva altri piani per il suo futuro che star li a combattere. La ricerca di una vita migliore è legittimo desiderio di ogni essere umano,costi quel che costi, nessuno è autorizzato a ostacolarlo. giorgio varaldo ha detto: una riflessione riguardo a chi scappa da paesi in guerra fatta l'altro giorno da un non più giovane conoscente. Accettiamo bambini donne ed anziani a loro dobbiamo aprire le porte delle nostre case. Ma non a chi uomo o donna nel pieno delle forze può imbracciare una arma e come si è fatto nel 1943 lottare per la propria causa.

Risposto da Fabio Colasanti su 23 Settembre 2015 a 14:07 Giorgio, sono completamente d'accordo. Nella mia lista di sei cose che non vogliamo riconoscere c'era il fatto che non possiamo accogliere tutti, ma mancava il fatto che dovunque siano inizialmente accolti i rifugiati, rimane il fatto che vorranno poi andare dove c'è lavoro e dove sono già loro amici e parenti. Ed è chiaro che i 120mila (su due anni) sono una goccia nel mare. Ma non è possibile re gli accordi di Dublino se non si stabilisce dove debbano andare, almeno inizialmente, i rifugiati che arrivano. giovanni de sio cesari ha detto: fabio Mi sembra che a livello politico europeo non si comprende o meglio non si vuol comprendere la realtà delle cose Si favoleggia di 120 mila profughi da dividere fra gli stati due errori fondamentali Il primo errore e che non sono rifugiati ma migrant iil che significa che non vogliono una assistenza temporanea ma un posto di lavoro. Se non lo trovano in Slovacchia vorranno andare in Germania (e assimilati): come potrebbero gli

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Slovacchi trattenerli, Ci vorrebbero lager guardati da SS cosa che si momento non sembra ipotizzabile e poi gli Slovacchi non avrebbero alcuna volontà di trattenerli ovviamente Il secondo errore, forse piu grave, è numerico i profughi migranti sono almeno 10 volte tanto diciamo un milione e duecento ma il problema è che se li accogliamo ne verranno altrettanti e ancora altrettant,i praticamente all’infinito Se fossero appena 120 000 non ci sarebbe nessuno problema Fabio Colasanti ha detto: Devo corregere una cosa che avevo scritto qualche giorno fa. La possibilità di ridistribuire i rifugiati tra i paesi dell'Unione europea è una delle materie dove si può votare alla maggioranza; è una delle materie dove i paesi europei hanno accettato di condividere la loro sovranità. L'articolo 78 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea dice, nel suo paragrafo 3: "Qualora uno o più Stati membri debbano affrontare una situazione di emergenza caratterizzata da un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare misure temporanee a beneficio dello Stato membro o degli Stati membri interessati. Esso delibera previa consultazione del Parlamento europeo." Questo ha permesso la decisione di ieri sulla ripartizione di 120mila rifugiati. La decisione è stata resa possibile anche dal fatto che la Polonia ha lasciato il fronte del "no" e ha votato a favore della misura.

Risposto da giovanni de sio cesari su 25 Settembre 2015 a 18:34 Fabio Certo, io capisco che vi sono esigenze giuridiche per il superamento degli accordi di Dublino anche dal punto di vista formale anche se nella realtà già non sono operanti Io volevo sottolineare quanto non solo la burocrazia ma anche politici a livello sia nazionale che internazionale si muovono e discutono in un loro mondo che non è più quello reale Come si dice: il paese reale e quello legale o anche il mondo di carta e quello materiale Penso per esempio agli appelli solenni del soliti professoroni come Rodota in favore della libero dibattito nella camera dove appunto sono stati presentati milioni di emendamanti che per ironia della sorte sarebbero volti proprio per avere una camera che potesse veramente dibattere dei problemi C è da chiedersi ma dove vive un Rodota Pero resto anche stupito dal fatto che gli economisti prendono dati senza la necessaria valutazione, direi in modo ingenuo e su quei dati fuorvianti ( non approssimativi) fanno poi delle grandi costruzioni teoriche , Quello pero che non ho capito bene è cosa dovrebbe succedere dopo che un rifugiato ha ottenuto asilo politico: potrebbe spostarsi liberamente nell’ambito UE o dovrebbe restare nel paese che lo ha accolto? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, sono completamente d'accordo. Nella mia lista di sei cose che non vogliamo riconoscere c'era il fatto che non possiamo accogliere tutti, ma mancava il fatto che dovunque siano inizialmente accolti i rifugiati, rimane il fatto che vorranno poi andare dove c'è lavoro e dove sono già loro amici e parenti. Ed è chiaro che i 120mila (su due anni) sono una goccia nel mare. Ma non è possibile re gli accordi di Dublino se non si stabilisce dove debbano andare, almeno inizialmente, i rifugiati che arrivano. giovanni de sio cesari ha detto: fabio Mi sembra che a livello politico europeo non si comprende o meglio non si vuol comprendere la realtà delle cose Si favoleggia di 120 mila profughi da dividere fra gli stati due errori fondamentali Il primo errore e che non sono rifugiati ma migrant iil che significa che non vogliono una assistenza temporanea ma un posto di lavoro. Se non lo trovano in Slovacchia vorranno andare in Germania (e assimilati): come potrebbero gli Slovacchi trattenerli, Ci vorrebbero lager guardati da SS cosa che si momento non sembra ipotizzabile e poi gli Slovacchi non avrebbero alcuna volontà di trattenerli ovviamente Il secondo errore, forse piu grave, è numerico i profughi migranti sono almeno 10 volte tanto diciamo un milione e duecento ma il problema è che se li accogliamo ne verranno altrettanti e ancora altrettant,i praticamente all’infinito Se fossero appena 120 000 non ci sarebbe nessuno problema

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Risposto da Fabio Colasanti su 26 Settembre 2015 a 0:49 Giovanni, un "rifugiato", ossia una persona che si è vista riconoscere il diritto di asilo in un paese dell'Unione europea, non può spostarsi liberamente da un paese membro all'altro. Avrà questo diritto quando cambierà statuto diventando un residente regolare o, addirittura, quando gli fosse riconosciuta la nazionalità di un paese dell'Ue. Pensa che in Germania i rifugiati avevano il diritto di risiedere solo nel Land dove gli era stato riconosciuto il diritto di asilo. Dal 31 dicembre del 2014, la Germania ha cambiato la legge e i rifugiati possono muoversi liberamente all'interno del paese. Il problema è che non abbiamo ancora delle condizioni stabilite a livello europeo per il rilascio del diritto di asilo. Le condizioni variano da paese a paese e i paesi non riconoscono lo statuto di rifugiato concesso da un altro paese. Un ostacolo ad un accordo su di un diritto di asilo a livello europeo è che poi tutti i rifugiati (al momento nell'Unione europea ce ne sono già quasi due milioni) possano decidere tutti di andare nei tre o quattro paesi che finora si sono dimostrati più accoglienti. Per di più nel momento in cui la concessione del diritto di asilo aprisse la porta alla libera circolazione all'interno dell'Unione europea, non ci sarebbe più nessuna ragione perché i paesi debbano valutare seriamente le domande di asilo. I paesi dove i rifugiati arrivano per la prima volta nell'Ue rilascerebbero a chiunque il diritto di asilo e lo metterebbero poi su di un treno per la Germania. Oggi i paesi esaminano attentamente le domande di asilo perché poi devono tenersi le persone alle quali hanno concesso questo diritto. Al momento stiamo vedendo questo afflusso di profughi siriani anche perché i paesi industrializzati e quelli europei hanno ridotto i finanziamenti alle agenzie delle Nazioni Unite che gestiscono i campi profughi nel Medio Oriente. Questo, più la fine dei risparmi che molti profughi siriani avevano inizialmente potuto portare con se, ha alimentato l'esodo. La cancelliera Merkel ha riconosciuto esplicitamente questa situazione nelle dichiarazioni che ha fatto prima del vertice ed è per questo motivo che ieri i capi di stato e di governo hanno deciso di aumentare gli aiuti finanziari per la Turchia e per le agenzie delle Nazioni Unite. Mai decisioni di taglio di spesa sono state così stupide. Che ha fatto in questo campo il nostro governo? giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Certo, io capisco che vi sono esigenze giuridiche per il superamento degli accordi di Dublino anche dal punto di vista formale anche se nella realtà già non sono operanti Io volevo sottolineare quanto non solo la burocrazia ma anche politici a livello sia nazionale che internazionale si muovono e discutono in un loro mondo che non è più quello reale Come si dice: il paese reale e quello legale o anche il mondo di carta e quello materiale Penso per esempio agli appelli solenni del soliti professoroni come Rodota in favore della libero dibattito nella camera dove appunto sono stati presentati milioni di emendamanti che per ironia della sorte sarebbero volti proprio per avere una camera che potesse veramente dibattere dei problemi C è da chiedersi ma dove vive un Rodota Pero resto anche stupito dal fatto che gli economisti prendono dati senza la necessaria valutazione, direi in modo ingenuo e su quei dati fuorvianti ( non approssimativi) fanno poi delle grandi costruzioni teoriche , Quello pero che non ho capito bene è cosa dovrebbe succedere dopo che un rifugiato ha ottenuto asilo politico: potrebbe spostarsi liberamente nell’ambito UE o dovrebbe restare nel paese che lo ha accolto? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, sono completamente d'accordo. Nella mia lista di sei cose che non vogliamo riconoscere c'era il fatto che non possiamo accogliere tutti, ma mancava il fatto che dovunque siano inizialmente accolti i rifugiati, rimane il fatto che vorranno poi andare dove c'è lavoro e dove sono già loro amici e parenti. Ed è chiaro che i 120mila (su due anni) sono una goccia nel mare. Ma non è possibile re gli accordi di Dublino se non si stabilisce dove debbano andare, almeno inizialmente, i rifugiati che arrivano. giovanni de sio cesari ha detto: fabio Mi sembra che a livello politico europeo non si comprende o meglio non si vuol comprendere la realtà delle cose Si favoleggia di 120 mila profughi da dividere fra gli stati due errori fondamentali Il primo errore e che non sono rifugiati ma migrant iil che significa che non vogliono una assistenza temporanea ma un posto di lavoro. Se non lo trovano in Slovacchia vorranno andare in Germania (e assimilati): come potrebbero gli

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Slovacchi trattenerli, Ci vorrebbero lager guardati da SS cosa che si momento non sembra ipotizzabile e poi gli Slovacchi non avrebbero alcuna volontà di trattenerli ovviamente Il secondo errore, forse piu grave, è numerico i profughi migranti sono almeno 10 volte tanto diciamo un milione e duecento ma il problema è che se li accogliamo ne verranno altrettanti e ancora altrettant,i praticamente all’infinito Se fossero appena 120 000 non ci sarebbe nessuno problema

Risposto da giorgio varaldo su 26 Settembre 2015 a 19:13 certo nessuno confermerà mai la paternità di simile notizia http://www.quotidiano.net/libia-ucciso-boss-scafisti-1.1338555?utm_... dopo tale fatto vogliamo scommetterci che il flusso dei migranti dalla libia subirà un notevole calo? in ogni caso BRAVIIIIIII!!!!!

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Settembre 2015 a 19:26 Una conferma della riduzione dei fondi per i campi profughi nel Medio Oriente. Ma perché questo è stato "scoperto" solo dopo l'arrivo massiccio di rifugiati in Europa ? http://www.euractiv.com/sections/global-europe/mogherini-refugees-c...

Risposto da giovanni de sio cesari su 26 Settembre 2015 a 21:54 Fabio si benissimo pero mi chiedevo questo. L’extracomunitario può avere un permesso di soggiorno se ha un lavoro e quindi non potrebbe soggiornare in altro paese, quindi è legato al paese dove lavora a meno che non abbia la cittadinanza Ma il rifugiato ha il permesso di soggiorno anche se non lavora, ma come l’ immigrato non può spostarsi. Può però lavorare nel paese ospitante. Ora se un poveraccio di migrante finisce, secondo le quota, in Slovacchia o in Grecia (o peggio in italia) non trova lavoro e allora come fa a campare? Una volta ottenuto lo status di rifugiato non potrà nemmeno usufruire dei centri di raccolta che somigliano ai lager, ma comunque assicurano il minimo vitale E se un rifugiato in Slovacchia trova un contratto di lavoro in Germania puo andarci o nemmeno? Trovo l’idea delle quote dei rifugiati cosi assurdo eppure se ne discute con tanta serietà e impegno. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, un "rifugiato", ossia una persona che si è vista riconoscere il diritto di asilo in un paese dell'Unione europea, non può spostarsi liberamente da un paese membro all'altro. Avrà questo diritto quando cambierà statuto diventando un residente regolare o, addirittura, quando gli fosse riconosciuta la nazionalità di un paese dell'Ue. Pensa che in Germania i rifugiati avevano il diritto di risiedere solo nel Land dove gli era stato riconosciuto il diritto di asilo. Dal 31 dicembre del 2014, la Germania ha cambiato la legge e i rifugiati possono muoversi liberamente all'interno del paese. Il problema è che non abbiamo ancora delle condizioni stabilite a livello europeo per il rilascio del diritto di asilo. Le condizioni variano da paese a paese e i paesi non riconoscono lo statuto di rifugiato concesso da un altro paese. Un ostacolo ad un accordo su di un diritto di asilo a livello europeo è che poi tutti i rifugiati (al momento nell'Unione europea ce ne sono già quasi due milioni) possano decidere tutti di andare nei tre o quattro paesi che finora si sono dimostrati più accoglienti. Per di più nel momento in cui la concessione del diritto di asilo aprisse la porta alla libera circolazione all'interno dell'Unione europea, non ci sarebbe più nessuna ragione perché i paesi debbano valutare seriamente le domande di asilo. I paesi dove i rifugiati arrivano per la prima volta nell'Ue rilascerebbero a chiunque il diritto di asilo e lo metterebbero poi su di un treno per la Germania. Oggi i paesi esaminano attentamente le domande di asilo perché poi devono tenersi le persone alle quali hanno concesso questo diritto.

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Al momento stiamo vedendo questo afflusso di profughi siriani anche perché i paesi industrializzati e quelli europei hanno ridotto i finanziamenti alle agenzie delle Nazioni Unite che gestiscono i campi profughi nel Medio Oriente. Questo, più la fine dei risparmi che molti profughi siriani avevano inizialmente potuto portare con se, ha alimentato l'esodo. La cancelliera Merkel ha riconosciuto esplicitamente questa situazione nelle dichiarazioni che ha fatto prima del vertice ed è per questo motivo che ieri i capi di stato e di governo hanno deciso di aumentare gli aiuti finanziari per la Turchia e per le agenzie delle Nazioni Unite. Mai decisioni di taglio di spesa sono state così stupide. Che ha fatto in questo campo il nostro governo? giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Certo, io capisco che vi sono esigenze giuridiche per il superamento degli accordi di Dublino anche dal punto di vista formale anche se nella realtà già non sono operanti Io volevo sottolineare quanto non solo la burocrazia ma anche politici a livello sia nazionale che internazionale si muovono e discutono in un loro mondo che non è più quello reale Come si dice: il paese reale e quello legale o anche il mondo di carta e quello materiale Penso per esempio agli appelli solenni del soliti professoroni come Rodota in favore della libero dibattito nella camera dove appunto sono stati presentati milioni di emendamanti che per ironia della sorte sarebbero volti proprio per avere una camera che potesse veramente dibattere dei problemi C è da chiedersi ma dove vive un Rodota Pero resto anche stupito dal fatto che gli economisti prendono dati senza la necessaria valutazione, direi in modo ingenuo e su quei dati fuorvianti ( non approssimativi) fanno poi delle grandi costruzioni teoriche , Quello pero che non ho capito bene è cosa dovrebbe succedere dopo che un rifugiato ha ottenuto asilo politico: potrebbe spostarsi liberamente nell’ambito UE o dovrebbe restare nel paese che lo ha accolto?

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Settembre 2015 a 22:52 Giovanni, avanzi obiezioni validissime, ma il problema delle quote, per quante nuove difficoltà crei, è esenziale ad una qualsiasi delle regole attuali. In ogni caso, in quasi tutti gli altri paesi europei i rifugiati (ossia le persone che hanno ottenuto l'asilo politico) hanno diritto ad un minimo vitale; ma come darlo da noi quando nemmeno gli italiani ce l'hanno? Oggi le regole di Dublino dicono che se una persona entra illegalmente nella zona Schengen, il paese dove entra per la prima volta lo deve registrare, deve esaminare la sua domanda di asilo e, se la persona non vi ha diritto, riporatrlo nel paese di origine. Molto profughi arrivano senza documenti (o li distruggono volontariamente) e si è quindi deciso di prendere le impronte digitali dei profughi che arrivano per eviatre che si ripresentino in un altro paese e che ricomincino da zero la procedura di richiesta di asilo. Questo sistema obbliga i paesi di confine ad fare parecchie cose e gli altri paesi si sono impegnati a fornire un aiuto finanziario per compensare questo lavoro. Sappiamo tutti che di fronte alle migliaia di persone che arrivano questo sistema non è applicabile e che i profughi non vengono ne registrati nei paesi dove entrano nella zona Schengen ne che le loro dmande vengono esaminate dove dovrebbero esserlo. Di qui la richiesta di re le regole di Dublino. Ma come? Prima possibilità: i paesi di confine non costruiscono muri alle frontiere e fanno entrare tutti quelli che si presentano ai posti di frontiera, non registrano i profughi, non prendono le impronte digitali e non esaminano più le domande di asilo. Questi mettono i profughi su dei treni e li mandano in Germania. È immaginabile un accordo su queste basi? Certamente no. È illogico immaginare che non ci sia nessun filtro, nessun forma di limitazione all'ingresso e nessun controllo d'identità. Da questo viene la richiesta di fare veramente quello che è stato previsto nell'accordo di Dublino. Gli "hotspots" sono una maniera diplomatica per chiedere che si rispetti l'accordo di Dublino senza dirlo ad un'opinione pubblica che sembra considerare che questo sia "storia". Si utilizzano nomi diversi per descrivere la stessa realtà. La sola differenza è che gli hotspots dovrebbero essere dei centri più grandi e più efficienti di quelli attuale con una qualche supervisione dell'unione europea.

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Ma una volta che i profughi sono passati attraverso un hotspot dove li si manda? Se non c'è la possibilità di ripartirli tra i paesi, la capacità di accoglienza di profughi dell'unione europea è pari a quella della Germania e della Svezia più qualche bruscolino offerto dai paesi limitrofi. Le quote sollevano tutti i problemi che tu elenchi, ma senza un sistema di quote non è possibile una degli accordi di Dublino. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio si benissimo pero mi chiedevo questo. L’extracomunitario può avere un permesso di soggiorno se ha un lavoro e quindi non potrebbe soggiornare in altro paese, quindi è legato al paese dove lavora a meno che non abbia la cittadinanza Ma il rifugiato ha il permesso di soggiorno anche se non lavora, ma come l’ immigrato non può spostarsi. Può però lavorare nel paese ospitante. Ora se un poveraccio di migrante finisce, secondo le quota, in Slovacchia o in Grecia (o peggio in italia) non trova lavoro e allora come fa a campare? Una volta ottenuto lo status di rifugiato non potrà nemmeno usufruire dei centri di raccolta che somigliano ai lager, ma comunque assicurano il minimo vitale E se un rifugiato in Slovacchia trova un contratto di lavoro in Germania puo andarci o nemmeno? Trovo l’idea delle quote dei rifugiati cosi assurdo eppure se ne discute con tanta serietà e impegno.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 Settembre 2015 a 15:40 Queste sono le proposte di George Soros per una soluzione del problema dei rifugiati in Europa. Anche lui sottolinea che bisogna superare la situazione attiuale dove ci sono regole diverse per l'asilo politico da paese a paese. Non sarà una cosa facile. Here are the six components of a comprehensive plan. First, the EU has to accept at least a million asylum-seekers annually for the foreseeable future. And, to do that, it must share the burden fairly – a principle that a qualified majority finally established at last Wednesday’s summit. Adequate financing is critical. The EU should provide €15,000 ($16,800) per asylum-seeker for each of the first two years to help cover housing, health care, and education costs – and to make accepting refugees more appealing to member states. It can raise these funds by issuing long-term bonds using its largely untapped AAA borrowing capacity, which will have the added benefit of providing a justified fiscal stimulus to the European economy. It is equally important to allow both states and asylum-seekers to express their preferences, using the least possible coercion. Placing refugees where they want to go – and where they are wanted – is a sine qua non of success. Second, the EU must lead the global effort to provide adequate funding to Lebanon, Jordan, and Turkey to support the four million refugees currently living in those countries. Thus far, only a fraction of the funding needed for even basic care has been raised. If education, training, and other essential needs are included, the annual costs are at least €5,000 per refugee, or €20 billion. EU aid today to Turkey, though doubled last week, still amounts to just €1 billion. In addition, the EU also should help create special economic zones with preferred trade status in the region, including in Tunisia and Morocco, to attract investment and generate jobs for both locals and refugees. The EU would need to make an annual commitment to frontline countries of at least €8-10 billion, with the balance coming from the United States and the rest of the world. This could be added to the amount of long-term bonds issued to support asylum-seekers in Europe. Third, the EU must immediately start building a single EU Asylum and Migration Agency and eventually a single EU Border Guard. The current patchwork of 28 separate asylum systems does not work: it is expensive, inefficient, and produces wildly inconsistent results in determining who qualifies for asylum. The new agency would gradually streamline procedures; establish common rules for employment and entrepreneurship, as well as consistent benefits; and develop an effective, rights-respecting return policy for migrants who do not qualify for asylum. Fourth, safe channels must be established for asylum-seekers, starting with getting them from Greece and Italy to their destination countries. This is very urgent in order to calm the panic. The next logical step is to extend safe

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avenues to the frontline region, thereby reducing the number of migrants who make the dangerous Mediterranean crossing. If asylum-seekers have a reasonable chance of ultimately reaching Europe, they are far more likely to stay where they are. This will require negotiating with frontline countries, in cooperation with the UN Refugee Agency, to establish processing centers there – with Turkey as the priority. The operational and financial arrangements developed by the EU should be used to establish global standards for the treatment of asylum-seekers and migrants. This is the fifth piece of the comprehensive plan. Finally, to absorb and integrate more than a million asylum seekers and migrants a year, the EU needs to mobilize the private sector – NGOs, church groups, and businesses – to act as sponsors. This will require not only sufficient funding, but also the human and IT capacity to match migrants and sponsors. The exodus from war-torn Syria should never have become a crisis. It was long in the making, easy to foresee, and eminently manageable by Europe and the international community. Hungarian Prime Minister Viktor Orbán has now also produced a six-point plan to address the crisis. But his plan, which subordinates the human rights of asylum-seekers and migrants to the security of borders, threatens to divide and destroy the EU by renouncing the values on which it was built and violating the laws that are supposed to govern it. The EU must respond with a genuinely European asylum policy that will put an end to the panic and the unnecessary human suffering. Read more at https://www.project-syndicate.org/commentary/rebuilding-refugee-asy...

Risposto da Fabio Colasanti su 3 Ottobre 2015 a 21:20 L'afflusso dei profughi è tale che anche la Germania non ce la fa. La cancelliera Merkel aveva notato un atteggiamento favorevole dell'opinione pubblica e si era lanciata in una serie di affermazione molto belle. Purtroppo nemmeno la macchina amministrativa tedesca riesce a far fronte alla quantità di profughi che arriva. L'apparire dei problemi ha fatto cambiare idea all'opinione pubblica (che ragione sulla base della pancia e non sulla base di ragionamenti) e adesso la Merkel sta scendendo a picco in tutti i sondaggi. Alcuni giornali tedeschi stanno parlando di "Merkeldämmerung". http://www.lastampa.it/2015/10/01/esteri/la-germania-scoppia-e-ora-i-profughi-sono-un-guaio-per-la-merkel-ALoyoxsmmpjUOokEhzsJ2M/pagina.html

Risposto da giorgio varaldo su 4 Ottobre 2015 a 8:31 Dopo quanto sta succedendo in germania sara' il caso di rivedere e sopratutto render piu' rapido il sistema di rimpatrio di chi non ha diritto allo status di rifugiato e per chi rifiuta il riconoscimento riaprire i CIE.

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Ottobre 2015 a 18:58 Il commissario europeo all''immigrazione dice cose che sono in linea con la posizione ufficiale dei paesi dell'Unione europeea, ma che fanno a pugni con la realtà. Le condizioni di accoglienza dei rifugiati in Europa non sono le stesse. Ci sono delle differenze enormi. http://www.eunews.it/2015/10/09/rifugiati-avramopoulos-chi-rifiuta-...

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Risposto da Fabio Colasanti su 12 Ottobre 2015 a 9:23 Un commento su come la situazione sta deteriorandosi - purtroppo - in Germania per quanto riguarda l'immigrazione. La Merkel rimane sulla linea di apertura presa finora, ma questo le sta costando moltissimo in termini di sostegno popolare. Non si era mai vista una caduta cosi rapida del sostegno per la Merkel come cancelliera. Perfino la stampa "mainstrean" la sta attaccando. I partiti xenofobi aumentano i consensi. Il 39 per cento della popolazione sostiene ancora la posizione della Merkel sull'immigrazione, ma il 48 per cento è in disaccordo. A rising wall of opposition to Merkel How long can Angela Merkel withstand the pressure and the increasing clamour within Germany to close the borders? Last week, the chancellor raised the stakes yet again with a here-I-stand-I-can-do-no-other statement during a talk show where she pronounced that she will keep the borders open come what may. The opposition inside her party has risen since. Horst Seehofer, the CSU chief, is threatening to take her to the German constitutional court but this is more of a symbolic act of desperation than anything substantive. Over the weekend, her stance has for the first time influenced the poll rating of the CDU, which has fallen to the benefit of smaller parties on the right. According to this report, the CDU/CSU was down from 40% to 38%, the SPD was unchanged at 25%, but both FDP and AfD would be just above the 5% threshold. 48% disagree with Merkel's policy on refugees, while 39% approve. Del resto i numeri dell'immigrazione in Germania fanno paura. Ogni impianto sportivo comunale è chiuso perché è stato trasformato in un alloggio di emergenza. Sono state aperte le caserme, si stanno riadattando edifici abbandonati e si stanno utilizzando tutti gli alloggi sociali esistenti, ma ci sono ancora migliaia di rifugiati nelle tende. La presenza dei rifugiati è visibile dappertutto e la loro presenza è il tema di conversazione principale alla radio, nei talk shows e sui social media.

Risposto da giorgio varaldo su 12 Ottobre 2015 a 9:47 siamo ritornati da un bellissimo viaggio nella spagna moresca . Tutte città piene di turisti stranieri (visto il periodo sopratutto della terza età) come sono molte città italiane. Il confronto fra spagna ed italia è inevitabile e la cosa che più ci ha colpiti è stata la quasi totale assenza di venditori extracomunitari di paccottiglie e souvenr e laddove erano presenti erano situati in aree ben definite e controllate dalla polizia locale. Nessun banchetto volante davanti alla ahlambra davanti alla grande moschea di cordova o davanti ad altri monumenti visitati da turisti. Solo qualche gitana che offriva alle turiste un rametto di rosmarino ma senza insistere. Lo scorso anno siamo stati a roma ed il confronto è per noi vergognoso. Anche questo aspetto serve per far si che la percezione dell'immigrazione sia ben diversa e che nel nostro paese sia percepita in modo distorto Possibile non si possa diventare anche noi un paese civile?

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Ottobre 2015 a 8:04 Una serie di considerazioni molto ragionevoli che troppi dimenticano. Quello che sta succedendo in Germania in questi giorni dimostra ampiamente quanto siano fondate. http://www.corriere.it/editoriali/15_ottobre_14/immigrazione-paura-...

Risposto da giorgio varaldo su 15 Ottobre 2015 a 9:31 sono questi gli aspetti negativi percepiti riguardo all'immigrazione

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http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/10/14/news/ma... come si può permettere un accampamento abusivo in mezzo ad una città? quante caserme vuote ci sono in tutto il friuli ? ebbene le si utilizzi ma di bivacchi in mezzo alla strada non se ne debbono più vedere.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 Ottobre 2015 a 9:37 In Germania l'esercito aveva provato a resistere, ma è stato obbligato ad aprire le caserme. Ci si riuscirà anche da noi ? giorgio varaldo ha detto: sono questi gli aspetti negativi percepiti riguardo all'immigrazione http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/10/14/news/ma... come si può permettere un accampamento abusivo in mezzo ad una città? quante caserme vuote ci sono in tutto il friuli ? ebbene le si utilizzi ma di bivacchi in mezzo alla strada non se ne debbono più vedere.

Risposto da giorgio varaldo su 15 Ottobre 2015 a 13:03 Fabio qui nel nord est l'esercito ha da tempo dismesso le caserme che quindi sono disponibili Da quanto risulta sino ad ora è stata utilizzata e parzialmente solo la caserma cavarzerani di udine. Teniamo conto che durante la guerra fredda il friuli ospitava oltre 100.000 militari mentre oggi in tutta la regione ve ne saranno al massimo qualche migliaio e che vivono con le loro famiglie. Quindi si tratta di vera e propria incapacità organizzativa , anche se da varie parti politiche c'è più di qualche sospetto riguardo ai guadagni connessi all'attuale tipo di gestione dell'accoglienza Fabio Colasanti ha detto: In Germania l'esercito aveva provato a resistere, ma è stato obbligato ad aprire le caserme. Ci si riuscirà anche da noi ? giorgio varaldo ha detto: sono questi gli aspetti negativi percepiti riguardo all'immigrazione http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/10/14/news/ma... come si può permettere un accampamento abusivo in mezzo ad una città? quante caserme vuote ci sono in tutto il friuli ? ebbene le si utilizzi ma di bivacchi in mezzo alla strada non se ne debbono più vedere.

Risposto da marcello sassoli su 15 Ottobre 2015 a 13:47 Io penso che il buon Papa Francesco, in Italia ed altrove, qualche responsabilità se la debba prendere. Mi spiego. A Bruxelles per più di un anno (senz'altro 2) l'Eglise du Beguinage è stata occupata, con l'accordo della Curia, da rifugiati di varia provenienza. Caso numero 2: Essi sono stati aiutati e rifocillati dalla popolazione (si', questo esiste), ma il tutto in un quadro generale molto più ordinato. Essi avevano l'obbligo, trascorsa la notte di mettere a posto le loro cose e di lasciare circolare i visitatori di questa bella Chiesa (si', esistono)...è vero i "fedeli" sono diminuiti per le funzioni di una chiesa normale (c'è stata anche una proposta di riconversione della Chiesa, Sainte Cathérine, in mercato generale coperto...non è una barzelletta, è quanto è successo. Controllate. C'è un problema più generale di "svuotamento" delle Chiese, lo so è triste dirlo (non dimenticate che il grande Imam di Francia ha detto:"Che problema c'è? Le vostre chiese (cattoliche) si svuotano? Ebbene che diventino Moschee! Saranno senz'altro più affollate...ed anche questa non è una barzelletta! giorgio varaldo ha detto: siamo ritornati da un bellissimo viaggio nella spagna moresca .

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Tutte città piene di turisti stranieri (visto il periodo sopratutto della terza età) come sono molte città italiane. Il confronto fra spagna ed italia è inevitabile e la cosa che più ci ha colpiti è stata la quasi totale assenza di venditori extracomunitari di paccottiglie e souvenr e laddove erano presenti erano situati in aree ben definite e controllate dalla polizia locale. Nessun banchetto volante davanti alla ahlambra davanti alla grande moschea di cordova o davanti ad altri monumenti visitati da turisti. Solo qualche gitana che offriva alle turiste un rametto di rosmarino ma senza insistere. Lo scorso anno siamo stati a roma ed il confronto è per noi vergognoso. Anche questo aspetto serve per far si che la percezione dell'immigrazione sia ben diversa e che nel nostro paese sia percepita in modo distorto Possibile non si possa diventare anche noi un paese civile?

Risposto da Fabio Colasanti su 16 Ottobre 2015 a 15:06 Sono disponibili le Conclusioni del Consiglio europeo di ieri che allego. C'è la decisione di chiedere l'aiuto dei paesi di transito per chiedere loro di non far passare i rifugiati, c'è la decisione di dare maggiori poter a Frontex per aiutare a "difendere" le frontiere esterne e c'è l'impegno a fare di più per riportare a casa chi non ha diritto all'asilo chiedendo a Frontex di aiutare in questo processo, per esempio organizzando rimpatri da vari paesi. Ma non c'è nulla che possa apparire come un superamento degli accordi di Dublino. Per re gli accordi di Dublino bisogna avere un diritto di asilo comune e la possibilità di ripartire chi arriva tra i vari paesi membri (lasciando comunque la possibilità di spostarsi); tutte cose sulle quali non c'è nessun accordo in vista. Dublino rimane in vigore, anche se non viene rispettato. Allegati:

EUCO-conclusions-15102015.pdf, 82 KB

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Ottobre 2015 a 10:10 Una delle poche conclusioni raggiunte dal vertice sull'immigrazione di giovedì sera (che è scomparso dai nostri telegiornali e giornali radio) è stato l'impegno a lavorare con la Turchia "perché si tenga i milioni di profughi siriani che sono nel suo paese. Questo naturalmente ha dato alla Turchia una posizione negoziale forte che viene sfruttata a pieno. I leader europei sono usciti dal vertcie annunciando di aver raggiunto un accordo con il governo turco per un'azione di contenimento dei profughi (un muro con un altro nome) in cambio di un contributo finanziario di 3 miliardi di euro. Il ministro degli esteri turco ha risposto immediatamente dicendo che non c'era nessun accordo, che l'Ue aveva offerto tre miliardi di euro, ma che l'offerta era stata rifiutata perché assolutamente insufficente. La Commissione europea, attraverso il vice-presidente Timmermans avrebbe offerto alla Turchia di riaprire i negoziati sull'adesione del paese per un certo numero di "capitoli". La stampa di stamattina aggiunge anche che la Commissione avrebbe accettato di rinviare la pubblicazione di un rapporto sulla libertà di stampa – che dovrebbe essere molto critico della Turchia che è il paese che il più alto numero al mondo di giornalisti in prigione – a dopo le elezioni politiche turche del mese prossimo. C'è qualcuno che vede differenze rispetto ai regali che si facevano a Gheddafi perché sorvegliasse le coste? Che differenza morale c'è tra il muro che l'Ungheria sta costruendo e i regali a Gheddafi perché bloccasse le partenze (con i metodi che tutti conoscevamo)?

Risposto da Fabio Colasanti su 19 Ottobre 2015 a 15:22

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La signora Merkel è in Turchia da Erdogan. E' disperata e ha assolutamente bisogno di far vedere all'opinione pubblica tedesca che ha ottenuto dalla Turchia qualcosa che rallenterà il flusso dei profughi. Secondo notizie di stampa è arrivata ad offrire la riapertura dei negoziati per l'adesione della Turchia all'Unione europea (cosa perlatro già menzionata dal vice Presidente della Commissione europea Timmermans). Come si deve giudicare questa offerta? Possiamo pensare che sia un'offerta ipocrita (è sicura che altri paesi, per esempio la Francia, bloccheranno ogni possibilità di adesione della Turchia all'Ue)? Ma se si trattasse di una vera riapertura del negoziato con la Turchia cosa dovremmo pensarne? Io ho forti dubbi sull'opportunità dell'adesione della Turchia all'Ue in un futuro immaginabile.

Risposto da giovanni de sio cesari su 19 Ottobre 2015 a 22:08 Fabio Se la Merkel vuole un aiuto dalla Turchia anche Erdogan vuole un aiuto per le prossime difficili elezioni in una riapertura dei negoziati con la Ue Ma sono mosse elettorali. La Turchia non è entrata in Europa fondamentalmente per la questione curda perché nella democratica Europa e inammissibile una guerra civile strisciante di tale proporzioni Con Erdogan si sono aggiunti altri problemi La Turchia di Kemal Ataturk era un paese che aveva misconosciuto la tradizione islamica che da sempre aveva caratterizzato i Turchi e quindi si sentiva estranea ai complicati conflitti del M.O. Con Erdogan si è riscoperto la identità islamica e quindi si rimane coinvolti in quei conflitti inestricabili che sono estranei e incomprensibili agli europei Fabio Colasanti ha detto: La signora Merkel è in Turchia da Erdogan. E' disperata e ha assolutamente bisogno di far vedere all'opinione pubblica tedesca che ha ottenuto dalla Turchia qualcosa che rallenterà il flusso dei profughi. Secondo notizie di stampa è arrivata ad offrire la riapertura dei negoziati per l'adesione della Turchia all'Unione europea (cosa perlatro già menzionata dal vice Presidente della Commissione europea Timmermans). Come si deve giudicare questa offerta? Possiamo pensare che sia un'offerta ipocrita (è sicura che altri paesi, per esempio la Francia, bloccheranno ogni possibilità di adesione della Turchia all'Ue)? Ma se si trattasse di una vera riapertura del negoziato con la Turchia cosa dovremmo pensarne? Io ho forti dubbi sull'opportunità dell'adesione della Turchia all'Ue in un futuro immaginabile.

Risposto da giovanni de sio cesari su 19 Ottobre 2015 a 22:10 per chi fosse eventualmente interessato: Erdogan contro tutti Nei decenni scorsi il principio della politica estera turca era quella di non aver problemi alle frontiere. Problemi all’interno invece ci sono sempre stati e gravi : rapporto con i Curdi e con l’islam che sono eredità piu e meno dirette del regime fondato negli anni ‘20 da Mustafa Kemal Ataturk Questi mise fine all’impero turco multinazionale e islamico: il sultano era anche il califfo cioe il successore di Maometto e come tale tendenzialmente o idealmente capo di tutti i credenti cosi come lo era l’imperatore nell’Europa cristiana del medioevale. Al suo posto Kemal creò uno stato sul modello di quelli occidentali su base nazionale e estremizzando il laicismo, due elementi propri dell’Europa del tempo. Questo portò pero ai due conflitti a cui accennavamo

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L’Anatolia era abitata da popoli diversi e anche di fedi diverse tutti in un clima in generale di tolleranza. Gia c’era stato il genocidio degli Armeni cristiani all’inizio della Prima Guerra Mondiale , i Greci che cercavano di espandersi furono sconfitti e poi cacciati dalle loro sedi millenarie dell’Asia Minore, Restavano i Curdi pur essi islamici( ma questo ormai non contava più) e che aspirava a riunirsi ai loro connazionali sparsi in Iraq, Iran, e Siria. Questo detto luogo a una guerra civile di bassa intensità ma infinita nel tempo che a volte pare sopita ma che risorge continuamente sulle sue stesse ceneri. Il secondo problema è quello con l’islam la cui identità che aveva da sempre contrassegnato Turchi fu messa completamente in disparte restando solo un fatto personale che non poteva avere nessun influenza politica. La Turchia rinunciava pertanto al un ruolo nel Medio Oriente islamico e si proiettava tutta verso l’Europa della quale aveva assunto i caratteri, perfino l’alfabeto, e aspirava ad entrare nella UE. Il principio di nessun problema ai confini nasceva dal fatto che si sentiva europea non medio orientale Unico stato islamico riconobbe fin dall’inizio pienamente perfino Israele con la quale aveva ottimi rapporti come tutti gli stati europei Tutto è cambiato pero con la vittoria elettorale del Partito del popolo di ispirazione islamica guidata dda Erdogan che era prima stato in prigione per non essere sufficientemente laico La Turchia ha ritrovato le sue radici islamiche ed è entrata in qualche modo nel gioco caotico della politica medio orientale i cui conflitti sono tanto aggrovigliati da sembrare irrisolvibili, ereditando per altro le difficolta del passato regime. I contrasti fra laici e islamici continuano sotterraneamente ad agitare la vita politica, Se Erdogan infatti ha il potere politico, tuttavia l’apparato dello stato, la burocrazia, la magistratura e soprattutto l’esercito è tutto informata dal precedente laicismo. Da qui la difficolta di governare : la democrazia funziona se maggioranza e opposizione rispettano le regole del gioco ma in Turchia pare che non le rispettino ne la maggioranza di governo, ne le opposizione. D’altra parte la democrazia in Turchia era molto fragile anche prima con la continua intromissione dell’esercito che aveva il compito di salvaguardare il laicismo imposto da Kemal A tutto questo si aggiunge che il boom economico degli anni scorsi che ha molto favorito Erdogan si va molto rallentando come avviene poi nella maggior parte dei paesi dell’ex terzo mondo a cominciare dalla Cina. Il problema curdo poi che sembrava sopito è riesploso nuovamente nel momento che la guerra civile prima in Iraq e poi in Siria ha ridato forza all’indipendentismo e al nazionalismo curdo. Inoltre nelle ultime elezioni una coalizione fra Curdi moderati e Turchi genericamente definiti di sinistra ha permesso per la prima volta a rappresentanti curdi di entrare nel parlamento turco cosa che fino ad allora era stato impedito tenendo artificiosamente alta la soglia di sbarramento : la conseguenza è stata anche la impossibilità di fare un governo e quindi nuove elezioni anticipate in un clima molto teso La Turchia è stata intanto risucchiata nel caos medio orientale . In Siria il conflitto centrale è fra sunniti e sciiti (cosa poco compresa in Occidente). La Turchia sunnita quindi prende posizione contro il regime di Asad visto come persecutore dei sunniti. Ma il nemico principale di Asad sono divenuti intanto i fanatici del cosiddetto Stato IIslamaico il cui estremismo è ben lontano dalla Turchia ma che in ogni caso difende sunniti contro gli sciiti. Inoltre, per un caso della storia, gli unici a opporsi strenuamente all’IS sono proprio dei Curdi siriani ai confini della Turchia ( difesa di Kobane) . Da qui i Turchi sono in conflitto con il governo di Asad e gli sciiti,( Iran , il governo Iracheno dominato dagli sciiti) contro i Curdi, e comunque contro il fanatismo destabilizzante dell’IS Ma non sembrano abbastanza nemici dell’IS per l’Occidente e quindi si guastano anche i rapporti. La Russia interviene poi a gamba tesa in Siria in teoria contro l’IS ma in effetti soprattutto per puntellare il potere di Asad rimettendolo in gioco: rapporti quindi diventano estremamente tesi più che durante la guerra fredda. Anche i rapporti con Israele si sono guastati da quando è scattata anche in Turchia la solidarietà islamica per i Palestinesi. Erdogan quindi all’interno è in conflitto con i laicisti del vecchio regime, con i Curdi , con quella parte dei Turchi che vorrebbe risolvere il problema curdo accettando le loro richieste . All’estero è contro il regime siriano contro gli sciiti in generale , contro i Curdi di ogni tendenza , contro l ’IS, ha rapporti tesi con gli Occidentali ed è sull’orlo della rottura con i Russi Tuttavia Erdogan rappresenta ancora un fattore di stabilità nella grande nazione turca che conta ben 80 milioni di abitanti e uno dei piu potenti eserciti del mondo. Se le cose dovessero precipitare le conseguenze sull’equilibrio mondale sarebbero incalcolabili

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Risposto da Giuseppe Ardizzone su 20 Ottobre 2015 a 10:10 Grazie Giovanni per il contributo . Puoi darci l'autorizzazione alla pubblicazione sul nostro spazio di approfondimento " Pensiero Democratico" ? giovanni de sio cesari ha detto: per chi fosse eventualmente interessato: Erdogan contro tutti Nei decenni scorsi il principio della politica estera turca era quella di non aver problemi alle frontiere. Problemi all’interno invece ci sono sempre stati e gravi : rapporto con i Curdi e con l’islam che sono eredità piu e meno dirette del regime fondato negli anni ‘20 da Mustafa Kemal Ataturk Questi mise fine all’impero turco multinazionale e islamico: il sultano era anche il califfo cioe il successore di Maometto e come tale tendenzialmente o idealmente capo di tutti i credenti cosi come lo era l’imperatore nell’Europa cristiana del medioevale. Al suo posto Kemal creò uno stato sul modello di quelli occidentali su base nazionale e estremizzando il laicismo, due elementi propri dell’Europa del tempo. Questo portò pero ai due conflitti a cui accennavamo L’Anatolia era abitata da popoli diversi e anche di fedi diverse tutti in un clima in generale di tolleranza. Gia c’era stato il genocidio degli Armeni cristiani all’inizio della Prima Guerra Mondiale , i Greci che cercavano di espandersi furono sconfitti e poi cacciati dalle loro sedi millenarie dell’Asia Minore, Restavano i Curdi pur essi islamici( ma questo ormai non contava più) e che aspirava a riunirsi ai loro connazionali sparsi in Iraq, Iran, e Siria. Questo detto luogo a una guerra civile di bassa intensità ma infinita nel tempo che a volte pare sopita ma che risorge continuamente sulle sue stesse ceneri. Il secondo problema è quello con l’islam la cui identità che aveva da sempre contrassegnato Turchi fu messa completamente in disparte restando solo un fatto personale che non poteva avere nessun influenza politica. La Turchia rinunciava pertanto al un ruolo nel Medio Oriente islamico e si proiettava tutta verso l’Europa della quale aveva assunto i caratteri, perfino l’alfabeto, e aspirava ad entrare nella UE. Il principio di nessun problema ai confini nasceva dal fatto che si sentiva europea non medio orientale Unico stato islamico riconobbe fin dall’inizio pienamente perfino Israele con la quale aveva ottimi rapporti come tutti gli stati europei Tutto è cambiato pero con la vittoria elettorale del Partito del popolo di ispirazione islamica guidata dda Erdogan che era prima stato in prigione per non essere sufficientemente laico La Turchia ha ritrovato le sue radici islamiche ed è entrata in qualche modo nel gioco caotico della politica medio orientale i cui conflitti sono tanto aggrovigliati da sembrare irrisolvibili, ereditando per altro le difficolta del passato regime. I contrasti fra laici e islamici continuano sotterraneamente ad agitare la vita politica, Se Erdogan infatti ha il potere politico, tuttavia l’apparato dello stato, la burocrazia, la magistratura e soprattutto l’esercito è tutto informata dal precedente laicismo. Da qui la difficolta di governare : la democrazia funziona se maggioranza e opposizione rispettano le regole del gioco ma in Turchia pare che non le rispettino ne la maggioranza di governo, ne le opposizione. D’altra parte la democrazia in Turchia era molto fragile anche prima con la continua intromissione dell’esercito che aveva il compito di salvaguardare il laicismo imposto da Kemal A tutto questo si aggiunge che il boom economico degli anni scorsi che ha molto favorito Erdogan si va molto rallentando come avviene poi nella maggior parte dei paesi dell’ex terzo mondo a cominciare dalla Cina. Il problema curdo poi che sembrava sopito è riesploso nuovamente nel momento che la guerra civile prima in Iraq e poi in Siria ha ridato forza all’indipendentismo e al nazionalismo curdo. Inoltre nelle ultime elezioni una coalizione fra Curdi moderati e Turchi genericamente definiti di sinistra ha permesso per la prima volta a rappresentanti curdi di entrare nel parlamento turco cosa che fino ad allora era stato impedito tenendo artificiosamente alta la soglia di sbarramento : la conseguenza è stata anche la impossibilità di fare un governo e quindi nuove elezioni anticipate in un clima molto teso La Turchia è stata intanto risucchiata nel caos medio orientale . In Siria il conflitto centrale è fra sunniti e sciiti (cosa poco compresa in Occidente). La Turchia sunnita quindi prende posizione contro il regime di Asad visto come persecutore dei sunniti. Ma il nemico principale di Asad sono divenuti intanto i fanatici del cosiddetto Stato IIslamaico il cui estremismo è ben lontano dalla Turchia ma che in ogni caso difende sunniti contro gli sciiti. Inoltre, per un caso della storia, gli unici a opporsi strenuamente all’IS sono proprio dei Curdi siriani ai confini della Turchia ( difesa di Kobane) . Da qui i Turchi sono in conflitto con il governo di Asad e gli sciiti,( Iran , il governo Iracheno dominato dagli sciiti) contro i Curdi, e comunque contro il fanatismo destabilizzante dell’IS Ma non sembrano abbastanza nemici dell’IS per l’Occidente e quindi si guastano anche i rapporti. La Russia interviene poi a gamba tesa in Siria in teoria contro l’IS ma

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in effetti soprattutto per puntellare il potere di Asad rimettendolo in gioco: rapporti quindi diventano estremamente tesi più che durante la guerra fredda. Anche i rapporti con Israele si sono guastati da quando è scattata anche in Turchia la solidarietà islamica per i Palestinesi. Erdogan quindi all’interno è in conflitto con i laicisti del vecchio regime, con i Curdi , con quella parte dei Turchi che vorrebbe risolvere il problema curdo accettando le loro richieste . All’estero è contro il regime siriano contro gli sciiti in generale , contro i Curdi di ogni tendenza , contro l ’IS, ha rapporti tesi con gli Occidentali ed è sull’orlo della rottura con i Russi Tuttavia Erdogan rappresenta ancora un fattore di stabilità nella grande nazione turca che conta ben 80 milioni di abitanti e uno dei piu potenti eserciti del mondo. Se le cose dovessero precipitare le conseguenze sull’equilibrio mondale sarebbero incalcolabili

Risposto da giovanni de sio cesari su 20 Ottobre 2015 a 19:45 Certo Giuseppe con molto piacere:f grazie Giuseppe Ardizzone ha detto: Grazie Giovanni per il contributo . Puoi darci l'autorizzazione alla pubblicazione sul nostro spazio di approfondimento " Pensiero Democratico" ? giovanni de sio cesari ha detto: per chi fosse eventualmente interessato: Erdogan contro tutti Nei decenni scorsi il principio della politica estera turca era quella di non aver problemi alle frontiere. Problemi all’interno invece ci sono sempre stati e gravi : rapporto con i Curdi e con l’islam che sono eredità piu e meno dirette del regime fondato negli anni ‘20 da Mustafa Kemal Ataturk Questi mise fine all’impero turco multinazionale e islamico: il sultano era anche il califfo cioe il successore di Maometto e come tale tendenzialmente o idealmente capo di tutti i credenti cosi come lo era l’imperatore nell’Europa cristiana del medioevale. Al suo posto Kemal creò uno stato sul modello di quelli occidentali su base nazionale e estremizzando il laicismo, due elementi propri dell’Europa del tempo. Questo portò pero ai due conflitti a cui accennavamo L’Anatolia era abitata da popoli diversi e anche di fedi diverse tutti in un clima in generale di tolleranza. Gia c’era stato il genocidio degli Armeni cristiani all’inizio della Prima Guerra Mondiale , i Greci che cercavano di espandersi furono sconfitti e poi cacciati dalle loro sedi millenarie dell’Asia Minore, Restavano i Curdi pur essi islamici( ma questo ormai non contava più) e che aspirava a riunirsi ai loro connazionali sparsi in Iraq, Iran, e Siria. Questo detto luogo a una guerra civile di bassa intensità ma infinita nel tempo che a volte pare sopita ma che risorge continuamente sulle sue stesse ceneri. Il secondo problema è quello con l’islam la cui identità che aveva da sempre contrassegnato Turchi fu messa completamente in disparte restando solo un fatto personale che non poteva avere nessun influenza politica. La Turchia rinunciava pertanto al un ruolo nel Medio Oriente islamico e si proiettava tutta verso l’Europa della quale aveva assunto i caratteri, perfino l’alfabeto, e aspirava ad entrare nella UE. Il principio di nessun problema ai confini nasceva dal fatto che si sentiva europea non medio orientale Unico stato islamico riconobbe fin dall’inizio pienamente perfino Israele con la quale aveva ottimi rapporti come tutti gli stati europei Tutto è cambiato pero con la vittoria elettorale del Partito del popolo di ispirazione islamica guidata dda Erdogan che era prima stato in prigione per non essere sufficientemente laico La Turchia ha ritrovato le sue radici islamiche ed è entrata in qualche modo nel gioco caotico della politica medio orientale i cui conflitti sono tanto aggrovigliati da sembrare irrisolvibili, ereditando per altro le difficolta del passato regime. I contrasti fra laici e islamici continuano sotterraneamente ad agitare la vita politica, Se Erdogan infatti ha il potere politico, tuttavia l’apparato dello stato, la burocrazia, la magistratura e soprattutto l’esercito è tutto informata dal precedente laicismo. Da qui la difficolta di governare : la democrazia funziona se maggioranza e opposizione rispettano le regole del gioco ma in Turchia pare che non le rispettino ne la maggioranza di governo, ne le

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opposizione. D’altra parte la democrazia in Turchia era molto fragile anche prima con la continua intromissione dell’esercito che aveva il compito di salvaguardare il laicismo imposto da Kemal A tutto questo si aggiunge che il boom economico degli anni scorsi che ha molto favorito Erdogan si va molto rallentando come avviene poi nella maggior parte dei paesi dell’ex terzo mondo a cominciare dalla Cina. Il problema curdo poi che sembrava sopito è riesploso nuovamente nel momento che la guerra civile prima in Iraq e poi in Siria ha ridato forza all’indipendentismo e al nazionalismo curdo. Inoltre nelle ultime elezioni una coalizione fra Curdi moderati e Turchi genericamente definiti di sinistra ha permesso per la prima volta a rappresentanti curdi di entrare nel parlamento turco cosa che fino ad allora era stato impedito tenendo artificiosamente alta la soglia di sbarramento : la conseguenza è stata anche la impossibilità di fare un governo e quindi nuove elezioni anticipate in un clima molto teso La Turchia è stata intanto risucchiata nel caos medio orientale . In Siria il conflitto centrale è fra sunniti e sciiti (cosa poco compresa in Occidente). La Turchia sunnita quindi prende posizione contro il regime di Asad visto come persecutore dei sunniti. Ma il nemico principale di Asad sono divenuti intanto i fanatici del cosiddetto Stato IIslamaico il cui estremismo è ben lontano dalla Turchia ma che in ogni caso difende sunniti contro gli sciiti. Inoltre, per un caso della storia, gli unici a opporsi strenuamente all’IS sono proprio dei Curdi siriani ai confini della Turchia ( difesa di Kobane) . Da qui i Turchi sono in conflitto con il governo di Asad e gli sciiti,( Iran , il governo Iracheno dominato dagli sciiti) contro i Curdi, e comunque contro il fanatismo destabilizzante dell’IS Ma non sembrano abbastanza nemici dell’IS per l’Occidente e quindi si guastano anche i rapporti. La Russia interviene poi a gamba tesa in Siria in teoria contro l’IS ma in effetti soprattutto per puntellare il potere di Asad rimettendolo in gioco: rapporti quindi diventano estremamente tesi più che durante la guerra fredda. Anche i rapporti con Israele si sono guastati da quando è scattata anche in Turchia la solidarietà islamica per i Palestinesi. Erdogan quindi all’interno è in conflitto con i laicisti del vecchio regime, con i Curdi , con quella parte dei Turchi che vorrebbe risolvere il problema curdo accettando le loro richieste . All’estero è contro il regime siriano contro gli sciiti in generale , contro i Curdi di ogni tendenza , contro l ’IS, ha rapporti tesi con gli Occidentali ed è sull’orlo della rottura con i Russi Tuttavia Erdogan rappresenta ancora un fattore di stabilità nella grande nazione turca che conta ben 80 milioni di abitanti e uno dei piu potenti eserciti del mondo. Se le cose dovessero precipitare le conseguenze sull’equilibrio mondale sarebbero incalcolabili

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Ottobre 2015 a 9:46 Il mini vertice di ieri a Bruxelles non ha dato grandi risultati, ha messo in risalto le differenze di posizione (che si aggraveranno dopo il risultato catastrofico del voto di ieri in Polonia), ma almeno ha permesso ai leader di un certo numero di paesi della Ue e di alcuni paesi vicini di parlarsi. L'idea di cui si è discusso è che non è possibile continuare ad accogliere tutti e che deve smettere la pratica attuale di non identificare e non registrare chi mette piede illegalmente dell'Unione europea. Non è possibile continuare con la pratica di prendere i rifugiata e spingerli – in maniera più o meno umana, spesso disumana – fino alla frontiera nord del proprio paese nella speranza vadano "altrove". Si è discusso dell'obbligo di registrare e di identificare i profughi nel primo paese di arrivo e della creazione di centri dove alloggiarli non appena arrivano (nuovo nome per i CIE). Si è parlato di creare 100mila posti in centri del genere di cui 30mila in Grecia. Dopo l'identificazione i profughi dovranno essere portati nel paese di residenza definitiva in aereo o in treno. Questo è un riconoscere che non è possibile accogliere tutti. Quello che sta succedendo in Germania mostra che un governo che ha preso la decisioni coraggiosa di aprire le porte si è trovato sommerso dai numeri dei rifugiati (un milione in un anno contro i poco più di centomila arrivi da noi) e sta pagando un prezzo politico alto. Quello di cui si sta anche discutendo non è il "superamento" dell'accordo di Dublino. È invece la maniera di far si che possa essere applicato. I principi di base dell'accordo di Dublino hanno una loro logica che i fatti ci hanno ricordato. http://www.euractiv.com/sections/global-europe/leaders-clash-migrat...

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Risposto da Giuseppe Ardizzone su 26 Ottobre 2015 a 10:55 A mio parere si dovrebbe tentare di perseguire quella strada che abbiamo cercato di evidenziare insieme al Sen Ichino nel corso della recente intervista sul tema https://pdpensierodemocratico.wordpress.com/2015/09/30/migrazione-e... E' ancora più evidente e necessario un intervento centrale e a debito comune sui mercati sostenuto dalla BCE. Un investiimento complessivo per affrontare l'emergenza e programmare i flussi , l'integrazione e la circolazione dei lavoratori immigrati un ambito europeo . Non vorrei che dovremmo pentirci in seguito di non averci neanche provato.

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Ottobre 2015 a 22:34 Ricordate quando si diceva che l'Europa (chissà a chi si pensava con questa espressione?) guardava dall'altra parte mentre i profughi morivano sulle nostre spiagge? Stasera il Tagesschau (il telegiornale del primo programma della televisione pubblica tedesca, l'ARD) delle 20.00 ha cominciato con un servizio sul vertice di Bruxelles sull'immigrazione che è terminato nella notte tra domenica e lunedì. Hanno mostrato estratti della conferenza stampa e le dichiarazioni di alcuni leader. Hanno poi mostrato estratti di interventi di Horst Seehofer, leader dell'ala bavarese del partito di maggioranza, di una rappresentante dei verdi e di un rappresentante dei socialdemocratici. Molto giustamente, quest'ultimo ha detto che il paese deve lanciare un programma urgente di interventi per l'integrazione, per la costruzione di alloggi e per l'istruzione e che questi interventi sono più importanti dell'aver un bilancio in avanzo come la Germania ha oggi. Il Tageschau ha poi mostrato un servizio dalla frontiera tra la Croazia e la Slovenia dove le condizioni per i rifugiati sono scandalose. Per finire, hanno mostrato alcune immagini della situazione in alcuni comuni tedeschi dove si fa il possibile per accogliere i rifugiati senza che questo sia sufficente. Più o meno i primi cinque minuti del Tagesschau, che dura quindici minuti, sono stati dedicati al tema dell'arrivo dei profughi. Alle 20.30 ho guardato il TG2 e sull'immigrazione non c'è stata una sola parola. Durante il servizio sulla vittoria della partito nazionalista in Polonia (il PiS) si è detto che questo risultato avrebbe complicato i negoziati sull'accoglienza dei rifugiati e si sono viste due immagini brevissime una del vertice di Bruxelles e una di profughi sulle strade. Ma il TG2 non ha menzionato il vertice di Bruxelles e non ha detto nulla sul problema dei profughi. Ci possono essere buone ragioni per la mancanza di interesse del nord Europa per i problemi nel canale di Sicilia e per la nostra mancanza di interesse per quello che succede nel nord Europa, ma prima di sparare giudizi sarebbe meglio informarsi e guardare le travi nei nostri occhi.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 Ottobre 2015 a 12:24 All'atto pratico tutte le soluzioni delle quali si discute si rivelano molto difficili da applicare. http://www.eunews.it/2015/10/26/un-piede-davanti-allaltro-e-vai-dov...#

Risposto da giorgio varaldo su 27 Ottobre 2015 a 14:19 Immagino rifiutino anche l'identificazione. Ecco a cosa porta il rifiuto di usare la forza per far rispettare leggi . E nell'immaginario collettivo orban e' il vincitore e angela merkel dovra' far i conti con l'ala dura della CSU. Ed ecco spiegate le ragioni della vittoria di PiS in polonia e della crescita di FPO in austria.

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Benvenuti nell'europa che a breve sostituira' l'inno alla gioia con "tomorrow is allways too late" della cantante svedese saga Fabio Colasanti ha detto: All'atto pratico tutte le soluzioni delle quali si discute si rivelano molto difficili da applicare. http://www.eunews.it/2015/10/26/un-piede-davanti-allaltro-e-vai-dov...#

Risposto da giorgio varaldo su 28 Ottobre 2015 a 16:37 notizia molto interessante. http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/10/28/migranti-be... Se confermata e sopratutto se applicata potrà ridurre notevolmente il flusso dei migranti.

Risposto da Fabio Colasanti su 29 Ottobre 2015 a 9:16 Continuo ad essere colpito dal fatto che la nostra stampa ha quasi smesso di parlare del problema dell'immigrazione, mentre questo sta esplodendo al di fuori dai nostri confini. Le cifre dei passaggi di profughi dall'Austria alla Germania sono attorno alle diecimila persone al giorno. L'Austria sta pensando di costruire una barriera ai suoi confini come ha fatto l'Ungheria. Fabio Colasanti ha detto: Ricordate quando si diceva che l'Europa (chissà a chi si pensava con questa espressione?) guardava dall'altra parte mentre i profughi morivano sulle nostre spiagge? Stasera il Tagesschau (il telegiornale del primo programma della televisione pubblica tedesca, l'ARD) delle 20.00 ha cominciato con un servizio sul vertice di Bruxelles sull'immigrazione che è terminato nella notte tra domenica e lunedì. Hanno mostrato estratti della conferenza stampa e le dichiarazioni di alcuni leader. Hanno poi mostrato estratti di interventi di Horst Seehofer, leader dell'ala bavarese del partito di maggioranza, di una rappresentante dei verdi e di un rappresentante dei socialdemocratici. Molto giustamente, quest'ultimo ha detto che il paese deve lanciare un programma urgente di interventi per l'integrazione, per la costruzione di alloggi e per l'istruzione e che questi interventi sono più importanti dell'aver un bilancio in avanzo come la Germania ha oggi. Il Tageschau ha poi mostrato un servizio dalla frontiera tra la Croazia e la Slovenia dove le condizioni per i rifugiati sono scandalose. Per finire, hanno mostrato alcune immagini della situazione in alcuni comuni tedeschi dove si fa il possibile per accogliere i rifugiati senza che questo sia sufficente. Più o meno i primi cinque minuti del Tagesschau, che dura quindici minuti, sono stati dedicati al tema dell'arrivo dei profughi. Alle 20.30 ho guardato il TG2 e sull'immigrazione non c'è stata una sola parola. Durante il servizio sulla vittoria della partito nazionalista in Polonia (il PiS) si è detto che questo risultato avrebbe complicato i negoziati sull'accoglienza dei rifugiati e si sono viste due immagini brevissime una del vertice di Bruxelles e una di profughi sulle strade. Ma il TG2 non ha menzionato il vertice di Bruxelles e non ha detto nulla sul problema dei profughi. Ci possono essere buone ragioni per la mancanza di interesse del nord Europa per i problemi nel canale di Sicilia e per la nostra mancanza di interesse per quello che succede nel nord Europa, ma prima di sparare giudizi sarebbe meglio informarsi e guardare le travi nei nostri occhi.

Risposto da Fabio Colasanti su 31 Ottobre 2015 a 10:55 Questo è la conseguenza del fatto che l'immigrazione non è tra le competenze dell'Unione europea, non è tra i campi dove gli stati membri hanno deciso di condividere la sovranità nazionale. La Commissione sta esercitando la pressione che puö, ma non esistono mezzi per obbligare gli stati membri a fare quello che hanno promesso di fare. http://www.eunews.it/2015/10/30/rifugiati-manca-tutto-dai-soldi-ai-...

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Risposto da Fabio Colasanti su 1 Novembre 2015 a 18:38 Un articolo del New York Times tra il divertente e il triste a proposito della situazione che l'afflusso di profughi sta creando in Germania. http://www.nytimes.com/2015/11/01/world/europe/german-village-of-10...

Risposto da giorgio varaldo su 4 Novembre 2015 a 9:32 La germania non li accetta quindi l'austria al confine con la slovenia sta respingendo i profughi afghani e pakistani. E'prevedibile che questo flusso si diriga verso l'italia ed il tiggi3 ha annunciato già un aumento di presenze a gorizia Cosa succederà quando gli arrivi saranno migliaia? Ma questi profughi dove sono stati registrati? o nonostante le belle parole dei summit europei non sono stati registrati da nessuna parte? E di rimpatri non se ne parla?

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Novembre 2015 a 0:47 Giorgio, probabilmente non sono stati registrati da nessuna parte. Quanti degli "hotspot" promessi sono stati creati? La Germania sta rimpatriando moltti afgani, cosa che espone il governo a molte critiche perché per farlo il ministro De Maiziere ha dovuto dire che la situazione in Afganistan è sicura ! giorgio varaldo ha detto: La germania non li accetta quindi l'austria al confine con la slovenia sta respingendo i profughi afghani e pakistani. E'prevedibile che questo flusso si diriga verso l'italia ed il tiggi3 ha annunciato già un aumento di presenze a gorizia Cosa succederà quando gli arrivi saranno migliaia? Ma questi profughi dove sono stati registrati? o nonostante le belle parole dei summit europei non sono stati registrati da nessuna parte? E di rimpatri non se ne parla?

Risposto da Fabio Colasanti su 9 Novembre 2015 a 9:46 La crisi dell'immigrazione ha portato a destra un altro paese. http://www.euractiv.com/sections/elections/croatias-conservatives-w...

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Novembre 2015 a 8:18 La Germania ha deciso di ricominciare ad applicare l'accordo di Dublino anche per i rifugiati siriani ad eccezione di quelli che sono arrivati via la Grecia. Quindi la Germania potrebbe rispedire in Italia gli eventuali immigrati siriani che fossero stati registrati nel nostro paese (per fortuna molto pochi; i flussi attraverso il nostro paese sono oramai ben poca cosa rispetto alla "via dei Balcani"). Stiamo a vedere se lo farà veramente; ma in ogni caso questo è quello che il

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governo tedesco ha ufficialmente comunicato. A fine agosto avevano dichiarato che non avrebbero invocato gli accordi di Dublino per i rifugiati siriani; adesso, all'avvicinarsi del raggiungimento del milione di profughi nel solo 2015, hanno deciso di fare marcia indietro. Ho mostrato tante volte la mia irritazione verso le dichiarazioni di vittoria contro l'accordo di Dublino fatte dal nostro governo: "La giustezza della linea italiana è stata riconosciuta!". Ho ricordato che non aveva senso parlare di di superamento dell'accordo di Dublino quando non si era ancora riusciti a trovare una situazione diversa; in assenza di un'altra soluzione, Dublino rimane pienamente in vigore. La decisione di creare "hotspots", accettata dal nostro governo, è la prova del fatto che l'accordo di Dublino è sempre rimasto al suo posto (che non venga poi rispettato è un'altro discorso). Ma la nostra stampa beve in maniera acritica ogni cosa che viene dal governo (così come una certa stampa "alternativa" dice peste e corna di qualsiasi cosa il governo dica) e tanti credono che gli accordi di Dublino siano stati messi da parte. Non è vero..

Risposto da giovanni de sio cesari su 12 Novembre 2015 a 7:06 fabio Tutto vero: pero io penso che non si tratta della validita o meno di un accordo che come spesso ho ripetuto viene rispettato sempre che sia rispettabile e” sic stantibus rebus”. In realta i paesi mediterranei non rispettano l’accordo e anche se lo volessero rispettare sarebbe molto difficile trattenere centinaia di migliaia o milioni di immigrati senza ricorrere a lager. Merkel ha dichiarato di accogliere tutto i profughi quando e sembrato impossibile fermare una ondata umana senza ricorrere a mezzi culturalmente inaccettabili cosi come noi italiani non possiamo lasciare affondare i barconi. Merkel pensava che comunque la Germania poteva assorbire i nuovi migranti al posto di alri he venivano dall’europa : si tenga presente che solo in media un quarto dei porfughi deve trovare lavoro Poi di fronte alla difficolta della operazione ora cerca di rifiutarli. di respingerli : Ma non è che si tratta di mantenere un accordo: : si deve vedere se effettivamente la germania potra respingere con mezzi culturalmente accettabili l’ondata che viene dai Balcani e poi dall’Italia Fabio Colasanti ha detto: La Germania ha deciso di ricominciare ad applicare l'accordo di Dublino anche per i rifugiati siriani ad eccezione di quelli che sono arrivati via la Grecia. Quindi la Germania potrebbe rispedire in Italia gli eventuali immigrati siriani che fossero stati registrati nel nostro paese (per fortuna molto pochi; i flussi attraverso il nostro paese sono oramai ben poca cosa rispetto alla "via dei Balcani"). Stiamo a vedere se lo farà veramente; ma in ogni caso questo è quello che il governo tedesco ha ufficialmente comunicato. A fine agosto avevano dichiarato che non avrebbero invocato gli accordi di Dublino per i rifugiati siriani; adesso, all'avvicinarsi del raggiungimento del milione di profughi nel solo 2015, hanno deciso di fare marcia indietro. Ho mostrato tante volte la mia irritazione verso le dichiarazioni di vittoria contro l'accordo di Dublino fatte dal nostro governo: "La giustezza della linea italiana è stata riconosciuta!". Ho ricordato che non aveva senso parlare di di superamento dell'accordo di Dublino quando non si era ancora riusciti a trovare una situazione diversa; in assenza di un'altra soluzione, Dublino rimane pienamente in vigore. La decisione di creare "hotspots", accettata dal nostro governo, è la prova del fatto che l'accordo di Dublino è sempre rimasto al suo posto (che non venga poi rispettato è un'altro discorso). Ma la nostra stampa beve in maniera acritica ogni cosa che viene dal governo (così come una certa stampa "alternativa" dice peste e corna di qualsiasi cosa il governo dica) e tanti credono che gli accordi di Dublino siano stati messi da parte. Non è vero..

Risposto da giorgio varaldo su 12 Novembre 2015 a 8:00 Il livello della risposta dipende anche dall'opinione pubblica. Oggi si definiscono razziste le idee leghiste in quanto sono - ancora - in minoranza.

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Ma un domani - se e quando saranno maggioritarie - cambierà anche il livello di sensibilità quindi anche il tipo di risposta e c'è da aspettarsi che comportamenti ritenuti oggi eticamente inaccettabili possano divenire la norma. E l'attuale livello di impreparazione percepita - almeno qui nel nord est - sta spingendo l'opinione pubblica in braccio alla lega quindi non ci dovremo meravigliare se un domani quelle che oggi sono posizioni ritenute eticamente inaccettabili diventino invece la norma. Se poi valutiamo la situazione a livello europeo assistiamo ad un progressivo spostamento a destra. Mentre la situazione economica del paese può esser vista con relativa tranquillità la situazione immigrazione si presenta critica , non si percepisce nessun miglioramento anzi la percezione della situazione diviene giorno per giorno sempre più negativa. Eppure la presenza in regione di decine di caserme vuote e dismesse dall'esercito - se affrontata a tempo ed a modo opportuno- avrebbe potuto rappresentare una soluzione razionale ed eticamente valida. Ma anche stamane il tiggi regione fa vedere le tendopoli goriziane. E sull'impiego delle caserme nessuna nuova. Di rimpatri di coloro non in possesso dei requisiti di profugo idem. Di far lavorare chi ne è in possesso stessa storia zero. Tutto sta operando nella direzione di spingere l'opinione pubblica verso salvini (che in ottica di casa pound è anche preferibile) Non ci dovremo meravigliare se un domani ci sarà anche un muro italico. giovanni de sio cesari ha detto: fabio Tutto vero: pero io penso che non si tratta della validita o meno di un accordo che come spesso ho ripetuto viene rispettato sempre che sia rispettabile e” sic stantibus rebus”. In realta i paesi mediterranei non rispettano l’accordo e anche se lo volessero rispettare sarebbe molto difficile trattenere centinaia di migliaia o milioni di immigrati senza ricorrere a lager. Merkel ha dichiarato di accogliere tutto i profughi quando e sembrato impossibile fermare una ondata umana senza ricorrere a mezzi culturalmente inaccettabili cosi come noi italiani non possiamo lasciare affondare i barconi. Merkel pensava che comunque la Germania poteva assorbire i nuovi migranti al posto di alri he venivano dall’europa : si tenga presente che solo in media un quarto dei porfughi deve trovare lavoro Poi di fronte alla difficolta della operazione ora cerca di rifiutarli. di respingerli : Ma non è che si tratta di mantenere un accordo: : si deve vedere se effettivamente la germania potra respingere con mezzi culturalmente accettabili l’ondata che viene dai Balcani e poi dall’Italia Fabio Colasanti ha detto: La Germania ha deciso di ricominciare ad applicare l'accordo di Dublino anche per i rifugiati siriani ad eccezione di quelli che sono arrivati via la Grecia. Quindi la Germania potrebbe rispedire in Italia gli eventuali immigrati siriani che fossero stati registrati nel nostro paese (per fortuna molto pochi; i flussi attraverso il nostro paese sono oramai ben poca cosa rispetto alla "via dei Balcani"). Stiamo a vedere se lo farà veramente; ma in ogni caso questo è quello che il governo tedesco ha ufficialmente comunicato. A fine agosto avevano dichiarato che non avrebbero invocato gli accordi di Dublino per i rifugiati siriani; adesso, all'avvicinarsi del raggiungimento del milione di profughi nel solo 2015, hanno deciso di fare marcia indietro. Ho mostrato tante volte la mia irritazione verso le dichiarazioni di vittoria contro l'accordo di Dublino fatte dal nostro governo: "La giustezza della linea italiana è stata riconosciuta!". Ho ricordato che non aveva senso parlare di di superamento dell'accordo di Dublino quando non si era ancora riusciti a trovare una situazione diversa; in assenza di un'altra soluzione, Dublino rimane pienamente in vigore. La decisione di creare "hotspots", accettata dal nostro governo, è la prova del fatto che l'accordo di Dublino è sempre rimasto al suo posto (che non venga poi rispettato è un'altro discorso). Ma la nostra stampa beve in maniera acritica ogni cosa che viene dal governo (così come una certa stampa "alternativa" dice peste e corna di qualsiasi cosa il governo dica) e tanti credono che gli accordi di Dublino siano stati messi da parte. Non è vero..

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Novembre 2015 a 17:37 Un grafico impressionante da The Economist su dati dello UNHCR. In rosa i dati del 2014, in blu quelli di quest'anno.

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Risposto da giovanni de sio cesari su 13 Novembre 2015 a 18:45 Giorgio Sì d’accordo pero per mezzi eticamente compatibili io intendo forse una cosa diversa Noi potremmo fermare il flusso nel mediterraneo semplicemente senza fare nulla ma eticamente non possiamo fare annegare tanta gente: con l’operazione Frontex si era provato a non andare incontro ai barconi quasi in Libia ma ci fu un'ecatombe Ora i leghisti non dicono nemmeno essi di lasciare annegare perché sarebbe eticamente inaccettabile, anzi accusano il governo di essere responsabili degli annegamenti. I leghisti si limitano a invocare provvedimenti fumosi ed inattuabili del tipo “aiutamoli a casa loro” o “rimandiamoli indietro". Sono provvedimenti che tutti. vorrebbero prendere se fossero possibile e incisivi ma non è cosi. I leghisti parlano a gente che condividono i principi occidentali. Non possono in verità nemmeno essere definiti razzisti. Il razzismo consiste propriamente nel ritenere che esistono razze inferiore per motivi genetici cosa che i leghisti non affermano mai. D'altra parte accettano immigrati di ogni colore e razza purché si rendano partecipi della “cultura padana”. I moventi politici di massa si muovono sempre nella orizzonte etico (mentalita) comune almeno in teoria altrimenti per definizione non potrebbero raccoglierne mai consensi di massa giorgio varaldo ha detto: Il livello della risposta dipende anche dall'opinione pubblica. Oggi si definiscono razziste le idee leghiste in quanto sono - ancora - in minoranza. Ma un domani - se e quando saranno maggioritarie - cambierà anche il livello di sensibilità quindi anche il tipo di risposta e c'è da aspettarsi che comportamenti ritenuti oggi eticamente inaccettabili possano divenire la norma. E l'attuale livello di impreparazione percepita - almeno qui nel nord est - sta spingendo l'opinione pubblica in braccio alla lega quindi non ci dovremo meravigliare se un domani quelle che oggi sono posizioni ritenute eticamente inaccettabili diventino invece la norma. Se poi valutiamo la situazione a livello europeo assistiamo ad un progressivo spostamento a destra.

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Mentre la situazione economica del paese può esser vista con relativa tranquillità la situazione immigrazione si presenta critica , non si percepisce nessun miglioramento anzi la percezione della situazione diviene giorno per giorno sempre più negativa. Eppure la presenza in regione di decine di caserme vuote e dismesse dall'esercito - se affrontata a tempo ed a modo opportuno- avrebbe potuto rappresentare una soluzione razionale ed eticamente valida. Ma anche stamane il tiggi regione fa vedere le tendopoli goriziane. E sull'impiego delle caserme nessuna nuova. Di rimpatri di coloro non in possesso dei requisiti di profugo idem. Di far lavorare chi ne è in possesso stessa storia zero. Tutto sta operando nella direzione di spingere l'opinione pubblica verso salvini (che in ottica di casa pound è anche preferibile) Non ci dovremo meravigliare se un domani ci sarà anche un muro italico.

Risposto da giorgio varaldo su 13 Novembre 2015 a 21:55 giovanni ungheria croazia ed ora anche slovenia erigono barriere. La stessa germania rimanda indietro afghani e pakistani comportamenti che solo pochi mesi fa non erano neanche immaginabili Prima di frontex i salvataggi in mare si facevano per chi era in prossimità delle acque territoriali italiane Un domani quando un governo populista deciderà di sospendere frontex siamo proprio sicuri sarà travolto dalle proteste? Alle immagini dei morti ci si fa presto il callo. Qualche mese fa il cadavere di un bimbo siriano ha suscitato tantissimo interesse oggi anche se di bimbi ne muoiono otto in un colpo al massimo un trafiletto in secondo piano una breve notizia al tiggi e di questo passo fra qualche mese neanche quelli E siamo sicuri sarà travolto dalle proteste se alle frontiere orientali si comporterà come si comporta oggi il governo francese a ventimiglia? Ecco proprio per evitare questi possibili scenari futuri ritengo indispensabile una azione decisa ma sopratutto eclatante da parte dell'attuale governo - esempio rimpatrio forzato e pubblicizzato di chi non ha diritto all'asilo - la gente deve aver la percezione che si muova e non che sia in balia degli eventi. giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Sì d’accordo pero per mezzi eticamente compatibili io intendo forse una cosa diversa Noi potremmo fermare il flusso nel mediterraneo semplicemente senza fare nulla ma eticamente non possiamo fare annegare tanta gente: con l’operazione Frontex si era provato a non andare incontro ai barconi quasi in Libia ma ci fu un'ecatombe Ora i leghisti non dicono nemmeno essi di lasciare annegare perché sarebbe eticamente inaccettabile, anzi accusano il governo di essere responsabili degli annegamenti. I leghisti si limitano a invocare provvedimenti fumosi ed inattuabili del tipo “aiutamoli a casa loro” o “rimandiamoli indietro". Sono provvedimenti che tutti. vorrebbero prendere se fossero possibile e incisivi ma non è cosi. I leghisti parlano a gente che condividono i principi occidentali. Non possono in verità nemmeno essere definiti razzisti. Il razzismo consiste propriamente nel ritenere che esistono razze inferiore per motivi genetici cosa che i leghisti non affermano mai. D'altra parte accettano immigrati di ogni colore e razza purché si rendano partecipi della “cultura padana”. I moventi politici di massa si muovono sempre nella orizzonte etico (mentalita) comune almeno in teoria altrimenti per definizione non potrebbero raccoglierne mai consensi di massa giorgio varaldo ha detto: Il livello della risposta dipende anche dall'opinione pubblica. Oggi si definiscono razziste le idee leghiste in quanto sono - ancora - in minoranza. Ma un domani - se e quando saranno maggioritarie - cambierà anche il livello di sensibilità quindi anche il tipo di risposta e c'è da aspettarsi che comportamenti ritenuti oggi eticamente inaccettabili possano divenire la norma. E l'attuale livello di impreparazione percepita - almeno qui nel nord est - sta spingendo l'opinione pubblica in braccio alla lega quindi non ci dovremo meravigliare se un domani quelle che oggi sono posizioni ritenute eticamente inaccettabili diventino invece la norma. Se poi valutiamo la situazione a livello europeo assistiamo ad un progressivo spostamento a destra.

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Mentre la situazione economica del paese può esser vista con relativa tranquillità la situazione immigrazione si presenta critica , non si percepisce nessun miglioramento anzi la percezione della situazione diviene giorno per giorno sempre più negativa. Eppure la presenza in regione di decine di caserme vuote e dismesse dall'esercito - se affrontata a tempo ed a modo opportuno- avrebbe potuto rappresentare una soluzione razionale ed eticamente valida. Ma anche stamane il tiggi regione fa vedere le tendopoli goriziane. E sull'impiego delle caserme nessuna nuova. Di rimpatri di coloro non in possesso dei requisiti di profugo idem. Di far lavorare chi ne è in possesso stessa storia zero. Tutto sta operando nella direzione di spingere l'opinione pubblica verso salvini (che in ottica di casa pound è anche preferibile) Non ci dovremo meravigliare se un domani ci sarà anche un muro italico.

Risposto da marcello sassoli su 14 Novembre 2015 a 8:51 Probabilmente dopo la carneficina di Parigi di stanotte tutto il dispositivo di sicurezza in Europa va rivisto. Anche l'immigrazione massiccia cui assistiamo oggi ne subirà chiare conseguenze. giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Sì d’accordo pero per mezzi eticamente compatibili io intendo forse una cosa diversa Noi potremmo fermare il flusso nel mediterraneo semplicemente senza fare nulla ma eticamente non possiamo fare annegare tanta gente: con l’operazione Frontex si era provato a non andare incontro ai barconi quasi in Libia ma ci fu un'ecatombe Ora i leghisti non dicono nemmeno essi di lasciare annegare perché sarebbe eticamente inaccettabile, anzi accusano il governo di essere responsabili degli annegamenti. I leghisti si limitano a invocare provvedimenti fumosi ed inattuabili del tipo “aiutamoli a casa loro” o “rimandiamoli indietro". Sono provvedimenti che tutti. vorrebbero prendere se fossero possibile e incisivi ma non è cosi. I leghisti parlano a gente che condividono i principi occidentali. Non possono in verità nemmeno essere definiti razzisti. Il razzismo consiste propriamente nel ritenere che esistono razze inferiore per motivi genetici cosa che i leghisti non affermano mai. D'altra parte accettano immigrati di ogni colore e razza purché si rendano partecipi della “cultura padana”. I moventi politici di massa si muovono sempre nella orizzonte etico (mentalita) comune almeno in teoria altrimenti per definizione non potrebbero raccoglierne mai consensi di massa giorgio varaldo ha detto: Il livello della risposta dipende anche dall'opinione pubblica. Oggi si definiscono razziste le idee leghiste in quanto sono - ancora - in minoranza. Ma un domani - se e quando saranno maggioritarie - cambierà anche il livello di sensibilità quindi anche il tipo di risposta e c'è da aspettarsi che comportamenti ritenuti oggi eticamente inaccettabili possano divenire la norma. E l'attuale livello di impreparazione percepita - almeno qui nel nord est - sta spingendo l'opinione pubblica in braccio alla lega quindi non ci dovremo meravigliare se un domani quelle che oggi sono posizioni ritenute eticamente inaccettabili diventino invece la norma. Se poi valutiamo la situazione a livello europeo assistiamo ad un progressivo spostamento a destra. Mentre la situazione economica del paese può esser vista con relativa tranquillità la situazione immigrazione si presenta critica , non si percepisce nessun miglioramento anzi la percezione della situazione diviene giorno per giorno sempre più negativa. Eppure la presenza in regione di decine di caserme vuote e dismesse dall'esercito - se affrontata a tempo ed a modo opportuno- avrebbe potuto rappresentare una soluzione razionale ed eticamente valida. Ma anche stamane il tiggi regione fa vedere le tendopoli goriziane. E sull'impiego delle caserme nessuna nuova. Di rimpatri di coloro non in possesso dei requisiti di profugo idem. Di far lavorare chi ne è in possesso stessa storia zero. Tutto sta operando nella direzione di spingere l'opinione pubblica verso salvini (che in ottica di casa pound è anche preferibile) Non ci dovremo meravigliare se un domani ci sarà anche un muro italico.

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Risposto da giorgio varaldo su 6 dicembre 2015 a 17:14 oggi salvati oltre 4000 migranti provenienti dalla libia. La chiusura della via balcanica si è fatta subito sentire. Ed ora il problema è tutto italiano ...fra il nostro paese e l'africa non c'è nessuna turchia

Risposto da Fabio Colasanti su 6 dicembre 2015 a 20:36 Giorgio, è verissimo che i 4000 profughi dalla Libia sono un segno del fatto che la strada libica riprende quota. Ma non sono sicuro che questo sia già un effetto di una diversa politica della Turchia. Secondo me riflette molto di più l'indurimento generalizzato della via balcanica che vediamo da settimane: costruzione di barriere, problemi alla frontiera tra Macedonia e Grecia, respingimenti all frontiere austriache e tedesche, ecc. Quando la Turchia comincerà a fare qualcosa le cifre saranno ancora peggiori. giorgio varaldo ha detto: oggi salvati oltre 4000 migranti provenienti dalla libia. La chiusura della via balcanica si è fatta subito sentire. Ed ora il problema è tutto italiano ...fra il nostro paese e l'africa non c'è nessuna turchia

Risposto da giorgio varaldo su 15 dicembre 2015 a 9:50 l'europa chiede all'italia norme giuridiche comprendenti anche l'uso della forza per rilevare le impronte digitali dei migranti e chiede di trattenere più a lungo chi si rifiuta di farsi identificare http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/12/14/migranti-ue... Forse l'idea di chiudere i CIE - propugnata a suo tempo anche dal nostro circolo - non si è dimostrata di molto azzeccata.

Risposto da Fabio Colasanti su 15 dicembre 2015 a 19:56 Giorgio, quello che è successo nel 2015 ci ha dato la prova definitiva che un approccio al problema dell'accoglienza dei profughi basato sulla "porta aperta" è impossibile e improponibile. Di fronte al numero dei profughi nel mondo - oltre cinquanta milioni - e di fronte all'esplosione demografica in corso in Africa portroppo non abbiamo altra scelta che limitare gli ingressi. Dovremo cercare di farlo nella maniera più umana possibile (ammesso che questa esista), ma non possiamo accettare tutti quelli che vogliono venire in Europa. Questo è un punto fermo che ogni governo europeo già riconosce e che dobbiamo riconoscere anche nel PD e nel nostro circolo. Gli avvenimenti del 2015 ci hanno anche dato un'idea degli ordini di grandezza. Il milione e più di rifugiati che è arrivato in Germania nel 2015 ha messo in crisi anche un paese ricco e ben organizzato. Come ordine di grandezza penso che tutta l'Europa possa accogliere un mezzo milione o poco più di profughi all'anno. Basta paragonare questa cifra con il numero di profughi nei campi UNHCR del Medio Oriente e dell'Africa per rendersi conto di quanto la situazione sia disperata. e di quanto la "porta aperta" sia un non senso. giorgio varaldo ha detto:

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l'europa chiede all'italia norme giuridiche comprendenti anche l'uso della forza per rilevare le impronte digitali dei migranti e chiede di trattenere più a lungo chi si rifiuta di farsi identificare http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/12/14/migranti-ue... Forse l'idea di chiudere i CIE - propugnata a suo tempo anche dal nostro circolo - non si è dimostrata di molto azzeccata.

Risposto da Fabio Colasanti su 16 dicembre 2015 a 23:27 Tesi che mi sembra giusta. http://www.corriere.it/opinioni/15_dicembre_16/impronte-profughi-an...

Risposto da giorgio varaldo su 16 dicembre 2015 a 23:54 a me pare l'ennesima dimostrazione di ipocrisia il è spiegando le motivazioni non sarà necessario ricorrere a metodi coercitivi certo spiegare le motivazioni è la strada migliore ma ci sarà sempre una parte di migranti (non solo presunti terroristi ma anche chi nel proprio paese ha conti in sospeso con la giustizia) che rifiuterà l'identificazione. che la forza sia l'ultima opzione è chiaro a tutti. Ma sia altrettanto chiaro - ed il è rivolto ai gruppi estremisti cattolici e di sinistra - l'uso della forza è un percorso legale e va inserito nella giurisprudenza. altrettanto ovvio sia che il rifiuto di identificazione preveda l'automatico respingimento e sino a che non venga effettuato non è ammessa libertà di circolazione. Quindi riaprire i CIE Fabio Colasanti ha detto: Tesi che mi sembra giusta. http://www.corriere.it/opinioni/15_dicembre_16/impronte-profughi-an...

Risposto da Fabio Colasanti su 17 dicembre 2015 a 0:05 Giorgio, il pezzo da altre ragioni a quelle già conosciute per chiedere che siano prese le impronte digitali a chi arriva. Non nega affatto che sia necessario prendere le impronte. Non vedo chi possa essere contro il fatto che le impronte siano prese. Del resto le impronte digitali sono oggi prese da moltissimi paesi anche alle persone che entrano per turismo. L'opposizione alla presa delle impronte digitali viene solo da alcune ambienti assolutament sognatori e fuori dalla realtà. Tra l'altro forse molti non sanno che oggi le impronte digitali non si prendono più sporcandosi le dita di inchiostro. giorgio varaldo ha detto: a me pare l'ennesima dimostrazione di ipocrisia il è spiegando le motivazioni non sarà necessario ricorrere a metodi coercitivi certo spiegare le motivazioni è la strada migliore ma ci sarà sempre una parte di migranti (non solo presunti terroristi ma anche chi nel proprio paese ha conti in sospeso con la giustizia) che rifiuterà l'identificazione. che la forza sia l'ultima opzione è chiaro a tutti. Ma sia altrettanto chiaro - ed il è rivolto ai gruppi estremisti cattolici e di sinistra - l'uso della forza è un percorso legale e va inserito nella giurisprudenza. altrettanto ovvio sia che il rifiuto di identificazione preveda l'automatico respingimento e sino a che non venga effettuato non è ammessa libertà di circolazione. Quindi riaprire i CIE Fabio Colasanti ha detto:

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Tesi che mi sembra giusta. http://www.corriere.it/opinioni/15_dicembre_16/impronte-profughi-an...

Risposto da giorgio varaldo su 17 dicembre 2015 a 8:09 E' una questione di comunicazione. Il del PdR e gli organi di informazione danno spazio al dialogo. Cosa capisce il cittadino medio? Che se funziona il dialogo non servono altri metodi. E sarà sufficiente qualche incidente di percorso magari condito con qualche discorso papale per scatenare le proteste. Se teniamo conto che il controllo della migrazione è di fatto nelle mani delle organizzazioni malavitose internazionali non è difficile ipotizzare proteste gestite ad arte meglio ancora se ci scappa qualche contuso o peggio ancora il morto a questo punto è facile ipotizzare un levarsi di scudi generalizzato contro comportamenti barbari ecc ecc scenari che ben abbiamo conosciuto nel passato remoto e recente Il deve esser chiaro per tutti specialmente per i migranti e converrai che di chiarezza in questi messaggi non è che si sia abbondato. poche parole ben chiare e sopratutto condizione indispensabile il recepire la necessità del riconoscimento da parte della giurisprudenza introducendo norme chiare e si spera a prova di interpretazioni . Abbiamo un precedente che ci sta costando caro : la xilella. Norme poco chiare ed un sistema giudiziario allo sbando hanno fatto si che il recepimento delle norme europee sia stato interpretato e vanificato dal ricorso alla magistratura , qualche giorno or sono un alto papavero della forestale ricordava che in fin dei conti si era sostanzialmente rispettato le norme europee e - sempre continuava l'alto ufficiale - su oltre 3000 piante da abbattere se ne erano abbattute la metà e che l'abbattimento delle altre era fermo per ricorsi ai TAR. Ovvio l'europa la vede diversamente e via con l'apertura del procedimento di infrazione E nel caso della identificazione vogliamo prevenire l'insorgere di situazioni simili? oppure vogliamo che qualche ricorso possa bloccare l'identificazione? E si sa che nel nostro paese trovar una procura pronta a richiedere la sospensione del provvedimento non è poi così difficile....e prevenire è sempre meglio che trovarsi poi nei guai Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, il pezzo da altre ragioni a quelle già conosciute per chiedere che siano prese le impronte digitali a chi arriva. Non nega affatto che sia necessario prendere le impronte. Non vedo chi possa essere contro il fatto che le impronte siano prese. Del resto le impronte digitali sono oggi prese da moltissimi paesi anche alle persone che entrano per turismo. L'opposizione alla presa delle impronte digitali viene solo da alcune ambienti assolutament sognatori e fuori dalla realtà. Tra l'altro forse molti non sanno che oggi le impronte digitali non si prendono più sporcandosi le dita di inchiostro. giorgio varaldo ha detto: a me pare l'ennesima dimostrazione di ipocrisia il è spiegando le motivazioni non sarà necessario ricorrere a metodi coercitivi certo spiegare le motivazioni è la strada migliore ma ci sarà sempre una parte di migranti (non solo presunti terroristi ma anche chi nel proprio paese ha conti in sospeso con la giustizia) che rifiuterà l'identificazione. che la forza sia l'ultima opzione è chiaro a tutti. Ma sia altrettanto chiaro - ed il è rivolto ai gruppi estremisti cattolici e di sinistra - l'uso della forza è un percorso legale e va inserito nella giurisprudenza. altrettanto ovvio sia che il rifiuto di identificazione preveda l'automatico respingimento e sino a che non venga effettuato non è ammessa libertà di circolazione. Quindi riaprire i CIE Fabio Colasanti ha detto: Tesi che mi sembra giusta. http://www.corriere.it/opinioni/15_dicembre_16/impronte-profughi-an...

Risposto da giovanni de sio cesari su 17 dicembre 2015 a 22:34 Giorgio

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Al di dei formalismi giuridici e internazionali andiamo alla sostanza del problema della schedatura con le impronte digitali Queste nella sostanza hanno la funzione si impedire agli immigrati di continuare il loro viaggio verso il nord Europa Ma attraverso il mare e i monti dei balcani i migranti vogliono raggiungere i paesi del nord dove pensano di trovare lavoro che sanno bene che non potrebbero trovare in Italia o nei balcani. Non e pensabile che vengano trattenuti con forza, non è possibile Se i paesi del nord vogliono fermarli si prendano la responsabilità di lasciare affondare i balconi e alzare reticolati ai confini dell’europa e il compito di riportare in patria quelli che non vogliono o possono accettare Capisco che è più facile rispedirli in Italia o nei balcani : puo sembrare piu legale, anche piu umano più democratico e magari dopo aver collaborato con gli italiani a salvarli dal mare Ma no è ne più giusto ne piu possibile giorgio varaldo ha detto: l'europa chiede all'italia norme giuridiche comprendenti anche l'uso della forza per rilevare le impronte digitali dei migranti e chiede di trattenere più a lungo chi si rifiuta di farsi identificare http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/12/14/migranti-ue... Forse l'idea di chiudere i CIE - propugnata a suo tempo anche dal nostro circolo - non si è dimostrata di molto azzeccata.

Risposto da Fabio Colasanti su 18 dicembre 2015 a 6:56 Giovanni, l'identificazione di chi arriva è una misura applicata in ogni paese del mondo, anche per i turisti. In molti paesi al mondo, vengono prese le impronte digitali (in maniera elettronica) anche ai turisti. Nel caso dei profughi c'è il problema che spesso sono loro stessi a distruggere i loro documenti quando vengono da paesi per i quali il diritto di asilo non sarbbe applicato. Quindi l'identificazione dei profughi con le impronte digitali è stata decisa a livello europeo moltissimi anni fa. Diverso è il problema di dove vanno poi i profughi dopo essere stati idnetificati. In assenza di una ripartizione dei profughi tra i paesi europei, cosa che finora non c'è stata nonostante i vari vertici e perfino in presenza di proposizioni formali della Commissione, la scelta è tra: a) mantenimento dei profughi nel primo paese dell'area Schengen in cui entrano (e quindi con ri-apertura dei CIE) fino al rimpatrio o alla decisione di concessione dell'asilo politico; b) fine della libera circolazione all'interno dell'Unione europea e ripristino delle frontiere tra gli stati europei (o meglio creazione di uno spazio "Schengen bis" ristretto tra i paesi che ci stanno ad applicare le regole attuali). Visto come stanno andando le cose, penso che si andrà in questa seconda direzione. Noi italiani dovremo mostrare i documenti per andare in Austria, in Francia o in Slovenia, ma tra Francia, Germania, Austria, Benelux, Danimarca e Polonia si continuerà a girare come oggi, senza nemmeno notare che si è attraversata una frontiera. Del resto le nostre frontiere non sono mai state smantellate come quelle tra gli altri paesi europei. giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Al di dei formalismi giuridici e internazionali andiamo alla sostanza del problema della schedatura con le impronte digitali Queste nella sostanza hanno la funzione si impedire agli immigrati di continuare il loro viaggio verso il nord Europa Ma attraverso il mare e i monti dei balcani i migranti vogliono raggiungere i paesi del nord dove pensano di trovare lavoro che sanno bene che non potrebbero trovare in Italia o nei balcani. Non e pensabile che vengano trattenuti con forza, non è possibile Se i paesi del nord vogliono fermarli si prendano la responsabilità di lasciare affondare i balconi e alzare reticolati ai confini dell’europa e il compito di riportare in patria quelli che non vogliono o possono accettare Capisco che è più facile rispedirli in Italia o nei balcani : puo sembrare piu legale, anche piu umano più democratico e magari dopo aver collaborato con gli italiani a salvarli dal mare Ma no è ne più giusto ne piu possibile giorgio varaldo ha detto: l'europa chiede all'italia norme giuridiche comprendenti anche l'uso della forza per rilevare le impronte digitali dei migranti e chiede di trattenere più a lungo chi si rifiuta di farsi identificare

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http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/12/14/migranti-ue... Forse l'idea di chiudere i CIE - propugnata a suo tempo anche dal nostro circolo - non si è dimostrata di molto azzeccata.

Risposto da giorgio varaldo su 18 dicembre 2015 a 8:40 Sia la redistribuzione in europa di chi ha i requisiti per richiedere asilo sia il rimpatrio di chi non ha tali requisiti sono ipotesi e tali rimarranno in futuro con o senza impronte i richiedenti asilo arrivati in italia rimarranno nel nostro paese . Questa è la realtà. Il resto sono solo chiacchiere condite di buone intenzioni La soluzione si avrà in libia. Auguriamoci la pronta stabilizzazione della situazione libica quindi che alla firma degli accordi seguano prontamente fatti e si trasformi l'attuale incontrollato flusso di migranti con l'apertura di canali umanitari. una ulteriore riflessione sulla "cleverness" di sinistra. Quando anni fa l'allora ministro maroni chiese il riconoscimento dei migranti mediante le impronte digitali ci fu una vera e propria rivolta. Le accuse di fascismo e razzismo si sprecavano. Oggi questo tipo di riconoscimento lo chiede l'europa. Autocritica no.. ma un pochino di sano pragmatismo era è e sarà sempre utile Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'identificazione di chi arriva è una misura applicata in ogni paese del mondo, anche per i turisti. In molti paesi al mondo, vengono prese le impronte digitali (in maniera elettronica) anche ai turisti. Nel caso dei profughi c'è il problema che spesso sono loro stessi a distruggere i loro documenti quando vengono da paesi per i quali il diritto di asilo non sarbbe applicato. Quindi l'identificazione dei profughi con le impronte digitali è stata decisa a livello europeo moltissimi anni fa. Diverso è il problema di dove vanno poi i profughi dopo essere stati idnetificati. In assenza di una ripartizione dei profughi tra i paesi europei, cosa che finora non c'è stata nonostante i vari vertici e perfino in presenza di proposizioni formali della Commissione, la scelta è tra: a) mantenimento dei profughi nel primo paese dell'area Schengen in cui entrano (e quindi con ri-apertura dei CIE) fino al rimpatrio o alla decisione di concessione dell'asilo politico; b) fine della libera circolazione all'interno dell'Unione europea e ripristino delle frontiere tra gli stati europei (o meglio creazione di uno spazio "Schengen bis" ristretto tra i paesi che ci stanno ad applicare le regole attuali). Visto come stanno andando le cose, penso che si andrà in questa seconda direzione. Noi italiani dovremo mostrare i documenti per andare in Austria, in Francia o in Slovenia, ma tra Francia, Germania, Austria, Benelux, Danimarca e Polonia si continuerà a girare come oggi, senza nemmeno notare che si è attraversata una frontiera. Del resto le nostre frontiere non sono mai state smantellate come quelle tra gli altri paesi europei.

Risposto da Fabio Colasanti su 18 dicembre 2015 a 10:00 Non c'è dubbio che fino a quando non ci sarà una redistribuzione effettiva, chi arriva in Italia qui dovrà restare (a meno di superare i passi di montagna di notte). giorgio varaldo ha detto: Sia la redistribuzione in europa di chi ha i requisiti per richiedere asilo sia il rimpatrio di chi non ha tali requisiti sono ipotesi e tali rimarranno in futuro con o senza impronte i richiedenti asilo arrivati in italia rimarranno nel nostro paese . Questa è la realtà. Il resto sono solo chiacchiere condite di buone intenzioni La soluzione si avrà in libia. Auguriamoci la pronta stabilizzazione della situazione libica quindi che alla firma degli accordi seguano prontamente fatti e si trasformi l'attuale incontrollato flusso di migranti con l'apertura di canali umanitari.

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una ulteriore riflessione sulla "cleverness" di sinistra. Quando anni fa l'allora ministro maroni chiese il riconoscimento dei migranti mediante le impronte digitali ci fu una vera e propria rivolta. Le accuse di fascismo e razzismo si sprecavano. Oggi questo tipo di riconoscimento lo chiede l'europa. Autocritica no.. ma un pochino di sano pragmatismo era è e sarà sempre utile Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'identificazione di chi arriva è una misura applicata in ogni paese del mondo, anche per i turisti. In molti paesi al mondo, vengono prese le impronte digitali (in maniera elettronica) anche ai turisti. Nel caso dei profughi c'è il problema che spesso sono loro stessi a distruggere i loro documenti quando vengono da paesi per i quali il diritto di asilo non sarbbe applicato. Quindi l'identificazione dei profughi con le impronte digitali è stata decisa a livello europeo moltissimi anni fa. Diverso è il problema di dove vanno poi i profughi dopo essere stati idnetificati. In assenza di una ripartizione dei profughi tra i paesi europei, cosa che finora non c'è stata nonostante i vari vertici e perfino in presenza di proposizioni formali della Commissione, la scelta è tra: a) mantenimento dei profughi nel primo paese dell'area Schengen in cui entrano (e quindi con ri-apertura dei CIE) fino al rimpatrio o alla decisione di concessione dell'asilo politico; b) fine della libera circolazione all'interno dell'Unione europea e ripristino delle frontiere tra gli stati europei (o meglio creazione di uno spazio "Schengen bis" ristretto tra i paesi che ci stanno ad applicare le regole attuali). Visto come stanno andando le cose, penso che si andrà in questa seconda direzione. Noi italiani dovremo mostrare i documenti per andare in Austria, in Francia o in Slovenia, ma tra Francia, Germania, Austria, Benelux, Danimarca e Polonia si continuerà a girare come oggi, senza nemmeno notare che si è attraversata una frontiera. Del resto le nostre frontiere non sono mai state smantellate come quelle tra gli altri paesi europei.

Risposto da giovanni de sio cesari su 18 dicembre 2015 a 22:10 Fabio Certo sarebbe normale identificare chi entra nei confini anche per la prevenzione del terrorismo Ma la richiesta di identificazione tramite impronte digitali, le uniche veramente efficaci, è chiaramente finalizzati alla applicazione degli accordi di Dublino cioè a fermare i profughi (e in pratica anche i non profughi) nel primo paese Tu ipotizzo due soluzioni ritenendo più probabile la sospensione di Shenghen ma anche l’altra soluzione avrebbe effetti simili Io dico o però che questa soluzioie. non sarebbe ne giusta e nemmeno possibile Milioni di poveracci resterebbero bloccati nei paesi mediterranei nei quali non ci vogliono stare perché. non vedono prospettive Si scarica questo problema ingestibile sui paesi più poveri con esiti potenzialmente destabilizzante e disastrosi: pensate a milioni di disperati senza lavoro quali problemi porterebbero per l economia e la sicurezza Che altro potrebbero fare gli immigrant i( profughi e non profughi) se. non lavorare in nero nero o darsi alla delinquenza Come allora si può pensare che questi paesi diano la loro collaborazione e non farli andare oltre e.non cerchino .invece di liberarsi del problema Forse perché c è un accordo firmato a Dublino da rispettare: mi sembra una idea ridicola Non mi pare nemmeno efficace poi chiudere le frontiere . prima o dopo alla spicciolata i migranti troveranno il modo di passare la frontiera: ci vorrebbero muri come a Berlino o in Israele Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'identificazione di chi arriva è una misura applicata in ogni paese del mondo, anche per i turisti. In molti paesi al mondo, vengono prese le impronte digitali (in maniera elettronica) anche ai turisti. Nel caso dei profughi c'è il problema che spesso sono loro stessi a distruggere i loro documenti quando vengono da paesi per i quali il diritto di asilo non sarbbe applicato. Quindi l'identificazione dei profughi con le impronte digitali è stata decisa a livello europeo moltissimi anni fa. Diverso è il problema di dove vanno poi i profughi dopo essere stati idnetificati. In assenza di una ripartizione dei profughi tra i paesi europei, cosa che finora non c'è stata nonostante i vari vertici e perfino in presenza di proposizioni formali della Commissione, la scelta è tra:

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a) mantenimento dei profughi nel primo paese dell'area Schengen in cui entrano (e quindi con ri-apertura dei CIE) fino al rimpatrio o alla decisione di concessione dell'asilo politico; b) fine della libera circolazione all'interno dell'Unione europea e ripristino delle frontiere tra gli stati europei (o meglio creazione di uno spazio "Schengen bis" ristretto tra i paesi che ci stanno ad applicare le regole attuali). Visto come stanno andando le cose, penso che si andrà in questa seconda direzione. Noi italiani dovremo mostrare i documenti per andare in Austria, in Francia o in Slovenia, ma tra Francia, Germania, Austria, Benelux, Danimarca e Polonia si continuerà a girare come oggi, senza nemmeno notare che si è attraversata una frontiera. Del resto le nostre frontiere non sono mai state smantellate come quelle tra gli altri paesi europei.

Risposto da giorgio varaldo su 19 dicembre 2015 a 12:42 Schengen e' gia' finito. Raccontava stamane un conoscente giunto l'altro giorno in treno dall'austria che alla frontiera di tarvisio controllavano i documenti e che un gruppo di migranti senza documenti e' stato respinto in austria. Quindi chi arriva nel nostro paese ci rimane con tutte quelle difficolta' elencate da giovanni. Speriamo che la situazione in libia possa tornar alla normalita' e che la libia blocchi le partenze. Se cosi' non fosse ci sara' da rivedere l'attuale sistema di salvataggio in mare senza respingimenti .

Risposto da marcello sassoli su 19 dicembre 2015 a 13:18 giorgio varaldo ha detto: Schengen e' gia' finito. Raccontava stamane un conoscente giunto l'altro giorno in treno dall'austria che alla frontiera di tarvisio controllavano i documenti e che un gruppo di migranti senza documenti e' stato respinto in austria. Quindi chi arriva nel nostro paese ci rimane con tutte quelle difficolta' elencate da giovanni. Speriamo che la situazione in libia possa tornar alla normalita' e che la libia blocchi le partenze. Se cosi' non fosse ci sara' da rivedere l'attuale sistema di salvataggio in mare senza respingimenti .

Risposto da Fabio Colasanti su 19 dicembre 2015 a 14:00 Giovanni, la situazione che tu descrivi è corretta: "Si obbligano milioni di persone a rimanere in paesi in cui non vogliono stare". Ma quale è l'alternativa? I paesi membri dell'Unione europea attuale non hanno mai condiviso la sovranità sul tema dell'immigrazione. Non esiste la possibilità giuridica di mandare persone in Polonia, in Slovacchia o in tanti altri paesi. Un paese che ha volontariamente aperto le porte, la Germania, si è ritrovato sommerso da più di un milione di profughi ed è andato in tilt. La realtà che la nostra cultura cattolica ci impedisce di riconoscere è che non possiamo accogliere tutti quelli che vogliono venire in Europa. Dobbiamo riaprire i CIE e dobbiamo accelerare i rimpatri. Questo è quello che Giorgio ripete da tanto tempo. Ha perfettamente ragione. E' una cosa brutale, ma non ci sono alternative. Questo è quello che fanno tutti gli altri paesi che sono stati confrontati al problema dei profughi prima di noi. C'è una certa logica a fare il blocco, la cernita e il rinvio dei rifugiati nel primo paese di arrivo. Se questo non sarà fatto, ci penseranno gli altri paesi a chiudere le frontiere italiane e greche (come GIorgio ha appena indicato, sembra che abbiano già cominciato).. Una frase che i politici amano è "La barriere non risolvono nulla". Applausi scroscianti. Ma la realtà è che il mondo è pieno di barriere antiprofughi e se ne stanno costruendo sempre di più. Ci sono barriere negli Stati Uniti, in Spagna, in

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Grecia, in Ungheria, in Slovenia e in tanti altri posti. I tre miliardi di euro che che paghiamo ad Erdogan è perché crei lui di fatto una barriera all'uscita dei profughi. Speriamo in una soluzione politica inLibia perché il nuovo governo libico crei lui una barriera di fatto sulle coste libiche. Trovo che siamo di una ipocrisia paurosa. Non vogliamo vedere la realtà che ci dice che non possiamo accogliere tutti (il numero dei profughi censiti dallo UNHCR ha appena superato i 60 milioni) e facciamo finta di non vedere le tante barriere che già ci sono e che vogliamo che Turchia e LIbia facciano per noi il brutto lavoro che non vogliamo fare noi stessi. Scusami per la sfuriata. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio Certo sarebbe normale identificare chi entra nei confini anche per la prevenzione del terrorismo Ma la richiesta di identificazione tramite impronte digitali, le uniche veramente efficaci, è chiaramente finalizzati alla applicazione degli accordi di Dublino cioè a fermare i profughi (e in pratica anche i non profughi) nel primo paese Tu ipotizzo due soluzioni ritenendo più probabile la sospensione di Shenghen ma anche l’altra soluzione avrebbe effetti simili Io dico o però che questa soluzioie. non sarebbe ne giusta e nemmeno possibile Milioni di poveracci resterebbero bloccati nei paesi mediterranei nei quali non ci vogliono stare perché. non vedono prospettive Si scarica questo problema ingestibile sui paesi più poveri con esiti potenzialmente destabilizzante e disastrosi: pensate a milioni di disperati senza lavoro quali problemi porterebbero per l economia e la sicurezza Che altro potrebbero fare gli immigrant i( profughi e non profughi) se. non lavorare in nero nero o darsi alla delinquenza Come allora si può pensare che questi paesi diano la loro collaborazione e non farli andare oltre e.non cerchino .invece di liberarsi del problema Forse perché c è un accordo firmato a Dublino da rispettare: mi sembra una idea ridicola Non mi pare nemmeno efficace poi chiudere le frontiere . prima o dopo alla spicciolata i migranti troveranno il modo di passare la frontiera: ci vorrebbero muri come a Berlino o in Israele Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, l'identificazione di chi arriva è una misura applicata in ogni paese del mondo, anche per i turisti. In molti paesi al mondo, vengono prese le impronte digitali (in maniera elettronica) anche ai turisti. Nel caso dei profughi c'è il problema che spesso sono loro stessi a distruggere i loro documenti quando vengono da paesi per i quali il diritto di asilo non sarbbe applicato. Quindi l'identificazione dei profughi con le impronte digitali è stata decisa a livello europeo moltissimi anni fa. Diverso è il problema di dove vanno poi i profughi dopo essere stati idnetificati. In assenza di una ripartizione dei profughi tra i paesi europei, cosa che finora non c'è stata nonostante i vari vertici e perfino in presenza di proposizioni formali della Commissione, la scelta è tra: a) mantenimento dei profughi nel primo paese dell'area Schengen in cui entrano (e quindi con ri-apertura dei CIE) fino al rimpatrio o alla decisione di concessione dell'asilo politico; b) fine della libera circolazione all'interno dell'Unione europea e ripristino delle frontiere tra gli stati europei (o meglio creazione di uno spazio "Schengen bis" ristretto tra i paesi che ci stanno ad applicare le regole attuali). Visto come stanno andando le cose, penso che si andrà in questa seconda direzione. Noi italiani dovremo mostrare i documenti per andare in Austria, in Francia o in Slovenia, ma tra Francia, Germania, Austria, Benelux, Danimarca e Polonia si continuerà a girare come oggi, senza nemmeno notare che si è attraversata una frontiera. Del resto le nostre frontiere non sono mai state smantellate come quelle tra gli altri paesi europei.

Risposto da giovanni de sio cesari su 22 dicembre 2015 a 9:08 Fabio ma io sono molto piu pessimista di Giorgio: ho sempre sostenuto che NON esistono soluzioni democratiche o umanitarie e che per questo le cose andranno come andranno, a caso, irrazionalmente come avviene sempre nella storia in questi casi.

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Per questo io dicevo che non è pensabile che i paesi di arrivo li identifichino al fine di trattenerli ma che cercheranno di mandarli dove vogliono andare. Mi pare che sarebbe stato piu ragionevole considerare che le frontiere di un paese europeo sono confini di tutti i paesi europei e che quindi la UE adottasse una politica comune : se non si vuole prendere la decisione estrema di lasciarli annegare allora li si lasci passare anche per tutte le frontiere Ma questo presupperebbe se la UE funzionasse il che certamente non è Navi tedesche o norvegesi li salvano nel mediterranee e poi li scaricano in italia. ma se la UE non esiste per gli immigrati allora li portino almeno nel loro paese. Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, la situazione che tu descrivi è corretta: "Si obbligano milioni di persone a rimanere in paesi in cui non vogliono stare". Ma quale è l'alternativa? I paesi membri dell'Unione europea attuale non hanno mai condiviso la sovranità sul tema dell'immigrazione. Non esiste la possibilità giuridica di mandare persone in Polonia, in Slovacchia o in tanti altri paesi. Un paese che ha volontariamente aperto le porte, la Germania, si è ritrovato sommerso da più di un milione di profughi ed è andato in tilt. La realtà che la nostra cultura cattolica ci impedisce di riconoscere è che non possiamo accogliere tutti quelli che vogliono venire in Europa. Dobbiamo riaprire i CIE e dobbiamo accelerare i rimpatri. Questo è quello che Giorgio ripete da tanto tempo. Ha perfettamente ragione. E' una cosa brutale, ma non ci sono alternative. Questo è quello che fanno tutti gli altri paesi che sono stati confrontati al problema dei profughi prima di noi. C'è una certa logica a fare il blocco, la cernita e il rinvio dei rifugiati nel primo paese di arrivo. Se questo non sarà fatto, ci penseranno gli altri paesi a chiudere le frontiere italiane e greche (come GIorgio ha appena indicato, sembra che abbiano già cominciato).. Una frase che i politici amano è "La barriere non risolvono nulla". Applausi scroscianti. Ma la realtà è che il mondo è pieno di barriere antiprofughi e se ne stanno costruendo sempre di più. Ci sono barriere negli Stati Uniti, in Spagna, in Grecia, in Ungheria, in Slovenia e in tanti altri posti. I tre miliardi di euro che che paghiamo ad Erdogan è perché crei lui di fatto una barriera all'uscita dei profughi. Speriamo in una soluzione politica inLibia perché il nuovo governo libico crei lui una barriera di fatto sulle coste libiche. Trovo che siamo di una ipocrisia paurosa. Non vogliamo vedere la realtà che ci dice che non possiamo accogliere tutti (il numero dei profughi censiti dallo UNHCR ha appena superato i 60 milioni) e facciamo finta di non vedere le tante barriere che già ci sono e che vogliamo che Turchia e LIbia facciano per noi il brutto lavoro che non vogliamo fare noi stessi. Scusami per la sfuriata.

Risposto da giovanni de sio cesari su 22 dicembre 2015 a 12:23 Giorgio Veramente io non ho mai capito l’importanza di Schengeen_: anche prima si passava lo stesso alle frontiere senza problemi. Ricordo che un anno che stavo in vacanza in liguria e avevo dimenticato di portare i documenti per i bambini: andavo e tornavo dalla Francia senza che alcuno mi chiedesse mai i documenti Forse l’importanza è simbolica: ma se i confini non esistono perche mai dovrebbero funzionare solo per i migranti. Le frontiere della UE sono comuni o no ? Per quanto riguarda quelle che dovrebbero essere frontiere della UE e non di singoli paesi: fra la Europa e il M O c’è il mare tranne che in piccoli tratti dei confini greco- turchi e spagnoli- marocchini ( Ceuta) che possono essere presidiate facilmente ( si fa per dire). Il mare è molto piu facile da controllare. Il problema pero è il ricatto morale : prima arrivavano barconi che non potevano tornare indietro poi ora si mettono migranti su barconi che affondano se non vengono salvati. La soluzione sarebbe quella che i libici (e anche i turchi) non li facessero partire cosa che fu ottenuta da Berlusconi a poco prezzo. Si puo pensare che un governo stabile libico potrebbe fare quello che Gheddafi non fece per anni e fece alla fine: io pero non ci conterei troppo proprio per la difficolta di trattenere masse di persone che se ne vogliono andare

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Forse una soluzione sarebbe quella di riportarli con la forza da dove sono partiti come avvenne per gli albanesi ai tempi di Andreotti. Salvare i migranti, rifocillarli sulle navi senza sbarcare e riportarli in Libia a colpi di cannone se occorresse Forse sarebbe meglio dell’intervento militare ma non credo che si possa fare. giorgio varaldo ha detto: Schengen e' gia' finito. Raccontava stamane un conoscente giunto l'altro giorno in treno dall'austria che alla frontiera di tarvisio controllavano i documenti e che un gruppo di migranti senza documenti e' stato respinto in austria. Quindi chi arriva nel nostro paese ci rimane con tutte quelle difficolta' elencate da giovanni. Speriamo che la situazione in libia possa tornar alla normalita' e che la libia blocchi le partenze. Se cosi' non fosse ci sara' da rivedere l'attuale sistema di salvataggio in mare senza respingimenti .

Risposto da Fabio Colasanti su 22 dicembre 2015 a 12:26 Giovanni, il non varcare le frontiere interne europee è proibito sia ai profughi che ai rifugiati (quelli che hanno ricevuto asilo politico in un paese dell'UE e che hanno documenti rilasciati da questo paese) indipendentemente dalla documentazione che abbiano e dal fatto che siano schedati o no. L'identificazione con la presa delle impronte degitali è stata resa necessaria dal fatto che spesso non hanno documenti (li distruggono loro stessi se vengono da paesi che non permetterebbero loro di aspirare all'asilo politico), che questi sono inaffidabili o poco comprensibili. giovanni de sio cesari ha detto: ( ... ) Al di dei formalismi giuridici e internazionali andiamo alla sostanza del problema della schedatura con le impronte digitali Queste nella sostanza hanno la funzione si impedire agli immigrati di continuare il loro viaggio verso il nord Europa ( ... )

Risposto da Fabio Colasanti su 22 dicembre 2015 a 12:36 Giovanni, in materia di immigrazione l'Unione europea non è mai stata fatta, non è che non funziona. La maggioranza dei paesi europei al momento di definire le regole del club non ha voluto che queste coprissero l'immigrazione. Non siamo in una situazione dove alcuni hanno sottoscritto alcuni impegni e poi non li rispettano. Tanti paesi dell'Est (e non solo) hanno sempre detto che la condivisione di sovranità in questa materia per loro non era accettabile. Sono coerenti. Chi non è coerente è invece l'Italia che accetta sempre nuovi impegni, ma poi non li rispetta. Il nostro paese non ha formalmente denunciato gli accordi di Schengen e gli accordi di Dublino. Anzi, in un recente vertice, si è impegnato ad aprire subito "hotspots" per fare le registrazioni e adesso non lo fa. Poteva, per esempio, dire "faremo gli hotspots solo nella misura in cui ci sarà una redistribuzione effettiva"; poteva dire "Apriremo il primo hotspot quando saranno stati ricollocati 20mila profughi, il secondo a 40mila profughi ricollocati" o altre cose del genere. Non sarebbe stato facile e l'Italia sarebbe stata vista come un partner non molto collaborativo. Ma sarebbe stato coerente. Adesso siamo visti ancora una volta come dei levantini che dicono di si a tutto e poi non fanno quello che si sono impegnati a fare. giovanni de sio cesari ha detto: Fabio ma io sono molto piu pessimista di Giorgio: ho sempre sostenuto che NON esistono soluzioni democratiche o umanitarie e che per questo le cose andranno come andranno, a caso, irrazionalmente come avviene sempre nella storia in questi casi.

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Per questo io dicevo che non è pensabile che i paesi di arrivo li identifichino al fine di trattenerli ma che cercheranno di mandarli dove vogliono andare. Mi pare che sarebbe stato piu ragionevole considerare che le frontiere di un paese europeo sono confini di tutti i paesi europei e che quindi la UE adottasse una politica comune : se non si vuole prendere la decisione estrema di lasciarli annegare allora li si lasci passare anche per tutte le frontiere Ma questo presupperebbe se la UE funzionasse il che certamente non è Navi tedesche o norvegesi li salvano nel mediterranee e poi li scaricano in italia. ma se la UE non esiste per gli immigrati allora li portino almeno nel loro paese.

Risposto da Alessandro Bellotti su 22 dicembre 2015 a 14:37 Giovanni, i confini c'erano sopratutto per le merci. Rimettiamo anche le dogane ? giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Veramente io non ho mai capito l’importanza di Schengeen_: anche prima si passava lo stesso alle frontiere senza problemi. Ricordo che un anno che stavo in vacanza in liguria e avevo dimenticato di portare i documenti per i bambini: andavo e tornavo dalla Francia senza che alcuno mi chiedesse mai i documenti Forse l’importanza è simbolica: ma se i confini non esistono perche mai dovrebbero funzionare solo per i migranti. Le frontiere della UE sono comuni o no ? Per quanto riguarda quelle che dovrebbero essere frontiere della UE e non di singoli paesi: fra la Europa e il M O c’è il mare tranne che in piccoli tratti dei confini greco- turchi e spagnoli- marocchini ( Ceuta) che possono essere presidiate facilmente ( si fa per dire). Il mare è molto piu facile da controllare. Il problema pero è il ricatto morale : prima arrivavano barconi che non potevano tornare indietro poi ora si mettono migranti su barconi che affondano se non vengono salvati. La soluzione sarebbe quella che i libici (e anche i turchi) non li facessero partire cosa che fu ottenuta da Berlusconi a poco prezzo. Si puo pensare che un governo stabile libico potrebbe fare quello che Gheddafi non fece per anni e fece alla fine: io pero non ci conterei troppo proprio per la difficolta di trattenere masse di persone che se ne vogliono andare Forse una soluzione sarebbe quella di riportarli con la forza da dove sono partiti come avvenne per gli albanesi ai tempi di Andreotti. Salvare i migranti, rifocillarli sulle navi senza sbarcare e riportarli in Libia a colpi di cannone se occorresse Forse sarebbe meglio dell’intervento militare ma non credo che si possa fare. giorgio varaldo ha detto: Schengen e' gia' finito. Raccontava stamane un conoscente giunto l'altro giorno in treno dall'austria che alla frontiera di tarvisio controllavano i documenti e che un gruppo di migranti senza documenti e' stato respinto in austria. Quindi chi arriva nel nostro paese ci rimane con tutte quelle difficolta' elencate da giovanni. Speriamo che la situazione in libia possa tornar alla normalita' e che la libia blocchi le partenze. Se cosi' non fosse ci sara' da rivedere l'attuale sistema di salvataggio in mare senza respingimenti .

Risposto da Fabio Colasanti su 22 dicembre 2015 a 14:51 Giovanni, il problema non è "Schengen" o "non-Schengen". Anche tra dieci anni quando andrai in automobile tra l'Olanda e la Germania o tra la Germania e la Polonia le cose saranno come sono oggi, non ti renderai nemmeno conto del fatto di aver superato una frontiera a meno che non ci sia un cartello che te lo dica o che tu lo noti dalle differenze nella forma e nel colore dei cartelli stradali o da qualche altro elemento del genere. Per la maggior parte dei paesi del nord-Europa l'accordo di Schengen continuerà a funzionare come oggi.

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Il problema è piuttosto cosa significherà per la permalosità di alcune persone, vedi Matteo Renzi, che all'aeroporto, per esempio di Bruxelles, i voli per l'europa-Schengen siano dal terminale "A", mentre quelli per il resto del mondo, il Regno Unito, la Grecia e l'Italia siano dal terminale "B", dopo il controllo passaporti. Io mi aspetto una crisi di nervi.

Risposto da giorgio varaldo su 22 dicembre 2015 a 16:28 per reciprocità basta spostare negli scali italiani i voli da e per bruxelles in terminal no schengen. Così la crisi di nervi viene ai belgi Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, il problema non è "Schengen" o "non-Schengen". Anche tra dieci anni quando andrai in automobile tra l'Olanda e la Germania o tra la Germania e la Polonia le cose saranno come sono oggi, non ti renderai nemmeno conto del fatto di aver superato una frontiera a meno che non ci sia un cartello che te lo dica o che tu lo noti dalle differenze nella forma e nel colore dei cartelli stradali o da qualche altro elemento del genere. Per la maggior parte dei paesi del nord-Europa l'accordo di Schengen continuerà a funzionare come oggi. Il problema è piuttosto cosa significherà per la permalosità di alcune persone, vedi Matteo Renzi, che all'aeroporto, per esempio di Bruxelles, i voli per l'europa-Schengen siano dal terminale "A", mentre quelli per il resto del mondo, il Regno Unito, la Grecia e l'Italia siano dal terminale "B", dopo il controllo passaporti. Io mi aspetto una crisi di nervi.

Risposto da Fabio Colasanti su 22 dicembre 2015 a 17:47 Giorgio, se l'Italia fosse esclusa dall'accordo di Schengen, nei nostri aeroporti non ci sarebbe più la distinzione Schengen/non-Schengen. giorgio varaldo ha detto: per reciprocità basta spostare negli scali italiani i voli da e per bruxelles in terminal no schengen. Così la crisi di nervi viene ai belgi Fabio Colasanti ha detto: Giovanni, il problema non è "Schengen" o "non-Schengen". Anche tra dieci anni quando andrai in automobile tra l'Olanda e la Germania o tra la Germania e la Polonia le cose saranno come sono oggi, non ti renderai nemmeno conto del fatto di aver superato una frontiera a meno che non ci sia un cartello che te lo dica o che tu lo noti dalle differenze nella forma e nel colore dei cartelli stradali o da qualche altro elemento del genere. Per la maggior parte dei paesi del nord-Europa l'accordo di Schengen continuerà a funzionare come oggi. Il problema è piuttosto cosa significherà per la permalosità di alcune persone, vedi Matteo Renzi, che all'aeroporto, per esempio di Bruxelles, i voli per l'europa-Schengen siano dal terminale "A", mentre quelli per il resto del mondo, il Regno Unito, la Grecia e l'Italia siano dal terminale "B", dopo il controllo passaporti. Io mi aspetto una crisi di nervi.

Risposto da Fabio Colasanti su 4 Gennaio 2016 a 21:05 La realtà è quella che è. Nella notte del 31 dicembre nel centro di Colonia (nella zona pedonale attorno alla cattedrale) gruppi di centinaia di giovani (la polizia parla di quasi un migliaio) hanno cominciato ad attaccare i passanti; rubare borse, telefoni e portafogli; ma soprattutto hanno attaccato molte donne. In alcuni casi si è trattato di veri tentativi di stupro. Nel telegionale delle 20, Tagesschau, di stasera se ne è parlato a lungo. Un portavoce della polizia ha parlato delle decine e decine di denunce che hanno già ricevuto e ha affermato di pensare che molti non

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abbiano ancora presentato la loro. Molte donne hanno raccontato di essere state citrcondate all'improvviso da decine di giovani che le mettevano le mani dappertutto, molte hanno perso perfino la biancheria intima. Colonia è una città piuttosto progressista. Il suo nuovo Oberburgermeister, Henriette Reker, è stata eletta con il sostegno della CDU, dei liberali e dei verdi il giorno dopo essere stata pugnalata da un estremista di destra che la considerava responsabile dell'afflusso di profughi. Alla televisione ha detto tutte le cose giuste che bisognava dire. Ma il fatto è che queste centinaia di giovani erano soprattutto arabi e nordafricani. Difficile sapere se si trattasse di persone stabilite in Germania da tempo o di profughi arrivati da poco. C'è un fatto oggettivo. La stragrande maggioranza dei profughi sono uomini giovani e soli. Che durante le feste queste persone soffrano dell'essere soli è un fatto comprensibile. Quando poi ci si aggiunge l'atteggiamento culturale verso le donne che questi portano con se; se ci si aggiunge come il comportamento e l'abbigliamento delle donne occidentali debba sembrare loro provocante e inappropriato; se ci si aggiunge poi che durante le feste l'alcool scorre indipendentemente dalla religione professata, ci sono tutti gli elementi perché si verifichino casi come quello del centro di Colonia. Le destre andranno a nozze con storie del genere. Da questi casi traggo una conclusione: ho sempre meno comprensione per le posizioni ecumeniche, tipo chiesa cattolica ed altre, che predicano le porte aperte e l'idea folle dei "corridoi umanitari". Quello che vediamo è che anche paesi che hanno fatto prova di una grande generosità come la Svezia e la Germania hanno raggiunto i limiti della capacità di accoglienza. Chi continua a predicare le "porte aperte senza limiti" si prende delle grossissime responsabilità. Non possiamo certo lasciare affogare le persone e dobbiamo far si che quelli che arrivano via terra siano trattati in maniera decente (le notizie che arrivano dai Balcani sono indegne). Ma non possiamo incoraggiare ancora di più l'arrivo di profughi. Tutti gli sforzi dovranno essere concentrati verso lo scoraggiamento delle partenze, il respingimento e i rimpatri. Non si possono fare raccomandazioni ecumeniche da anime buone facendo finta di non vedere la realtà che si crea in tante parti dei nostri paesi. Il numero dei profughi recensiti dallo UNHCR ha superato i 60 milioni. Non possono venire tutti nei paesi industrializzati. Abbiamo bisogno di immigrazione, ma i bisogni che abbiamo sono un'inezia rispetto a queste cifre. Bisogna che a sinistra si diventi un po' più responsabili e la si smetta di farre affermazioni incoscienti sull'immigrazione. Altrimenti rischiamo di avere come primo ministro il Matteo sbagliato.

Risposto da giorgio varaldo su 5 Gennaio 2016 a 12:16 Un interessante articolo sulle banlieues francesi http://www.aljazeera.com/programmes/witness/2016/01/paris-voice-sub... E non si tratta di immigrati bensi' di cittadini francesi. La francia era maestra nella capacita' della propria cultura di conglobare chi approdava in quei lidi il polacco l'italiano l'armeno lo spagnolo il portoghese della terza generazione erano e sono francesi. Da qualche anno molti francesi pied noir di religione islamica non si sentono piu' francesi ma riscoprono le origini. Quanto conta l'emarginazione economica e quanto conta la religione?

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Gennaio 2016 a 19:55 Giorgio, grazie per questo articolo che ci ricorda che il problema dell'assorbimento dei nuovi immigrati non si esaurisce nel fornirgli un alloggio più o meno decente e di che sopravvivere. Integrare migliaia di nuove persone non è una cosa facile. Insorgo contro tutti quelli che non vogliono vedere le difficoltà e si dichiarano a favore di soluzioni del tutto irrealistiche. giorgio varaldo ha detto: Un interessante articolo sulle banlieues francesi http://www.aljazeera.com/programmes/witness/2016/01/paris-voice-sub...

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E non si tratta di immigrati bensi' di cittadini francesi. La francia era maestra nella capacita' della propria cultura di conglobare chi approdava in quei lidi il polacco l'italiano l'armeno lo spagnolo il portoghese della terza generazione erano e sono francesi. Da qualche anno molti francesi pied noir di religione islamica non si sentono piu' francesi ma riscoprono le origini. Quanto conta l'emarginazione economica e quanto conta la religione?

Risposto da marcello sassoli su 5 Gennaio 2016 a 20:31 Fabio Colasanti ha detto: La realtà è quella che è. Nella notte del 31 dicembre nel centro di Colonia (nella zona pedonale attorno alla cattedrale) gruppi di centinaia di giovani (la polizia parla di quasi un migliaio) hanno cominciato ad attaccare i passanti; rubare borse, telefoni e portafogli; ma soprattutto hanno attaccato molte donne. In alcuni casi si è trattato di veri tentativi di stupro. Nel telegionale delle 20, Tagesschau, di stasera se ne è parlato a lungo. Un portavoce della polizia ha parlato delle decine e decine di denunce che hanno già ricevuto e ha affermato di pensare che molti non abbiano ancora presentato la loro. Molte donne hanno raccontato di essere state citrcondate all'improvviso da decine di giovani che le mettevano le mani dappertutto, molte hanno perso perfino la biancheria intima. Colonia è una città piuttosto progressista. Il suo nuovo Oberburgermeister, Henriette Reker, è stata eletta con il sostegno della CDU, dei liberali e dei verdi il giorno dopo essere stata pugnalata da un estremista di destra che la considerava responsabile dell'afflusso di profughi. Alla televisione ha detto tutte le cose giuste che bisognava dire. Ma il fatto è che queste centinaia di giovani erano soprattutto arabi e nordafricani. Difficile sapere se si trattasse di persone stabilite in Germania da tempo o di profughi arrivati da poco. C'è un fatto oggettivo. La stragrande maggioranza dei profughi sono uomini giovani e soli. Che durante le feste queste persone soffrano dell'essere soli è un fatto comprensibile. Quando poi ci si aggiunge l'atteggiamento culturale verso le donne che questi portano con se; se ci si aggiunge come il comportamento e l'abbigliamento delle donne occidentali debba sembrare loro provocante e inappropriato; se ci si aggiunge poi che durante le feste l'alcool scorre indipendentemente dalla religione professata, ci sono tutti gli elementi perché si verifichino casi come quello del centro di Colonia. Le destre andranno a nozze con storie del genere. Da questi casi traggo una conclusione: ho sempre meno comprensione per le posizioni ecumeniche, tipo chiesa cattolica ed altre, che predicano le porte aperte e l'idea folle dei "corridoi umanitari". Quello che vediamo è che anche paesi che hanno fatto prova di una grande generosità come la Svezia e la Germania hanno raggiunto i limiti della capacità di accoglienza. Chi continua a predicare le "porte aperte senza limiti" si prende delle grossissime responsabilità. Non possiamo certo lasciare affogare le persone e dobbiamo far si che quelli che arrivano via terra siano trattati in maniera decente (le notizie che arrivano dai Balcani sono indegne). Ma non possiamo incoraggiare ancora di più l'arrivo di profughi. Tutti gli sforzi dovranno essere concentrati verso lo scoraggiamento delle partenze, il respingimento e i rimpatri. Non si possono fare raccomandazioni ecumeniche da anime buone facendo finta di non vedere la realtà che si crea in tante parti dei nostri paesi. Il numero dei profughi recensiti dallo UNHCR ha superato i 60 milioni. Non possono venire tutti nei paesi industrializzati. Abbiamo bisogno di immigrazione, ma i bisogni che abbiamo sono un'inezia rispetto a queste cifre. Bisogna che a sinistra si diventi un po' più responsabili e la si smetta di farre affermazioni incoscienti sull'immigrazione. Altrimenti rischiamo di avere come primo ministro il Matteo sbagliato.

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Gennaio 2016 a 21:02 Quello che è successo a Colonia nella notte del 31 dicembre è diventato in Germania un caso politico. Il primo terzo del Tagesschau di stasera era dedicato al tema e il primo programma della televisione tedesca, ARD, ha annunciato una trasmissione speciale per stasera alle 23.05. Sta emergendo che fatti del genere si sarebbero verificati anche in altre città. Il numero di donne che ha presentato denuncia sta aumentando e si parla di almeno un centinaio di denunce solo a Colonia.

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Il caso vuole che oggi con mia moglie fossimo proprio a Colonia dove andiamo ogni tanto a fare spese. Al ristorante, siamo entrati in conversazione con una coppia al tavolo vicino. La signora ci ha detto di essersi trovata ad una festa in un palazzo vicino alla cattedrale e di aver visto dalla finestra quello che succedeva. Ci ha detto che sembrava quasi una cosa organizzata, di colpo sono apparse centinaia e centinaia di uomini. Nella zona pedonale attorno alla Cattedrale c'era parecchia polizia, ma del tutto impotente di fronte al numero degli attaccanti. La stampa locale parla di una vera e propria "flash mob" organizzata attraverso i social media. Questo confermerebbe l'interpretazione della polizia e della autorità di Colonia che hanno affermato che non ci sarebbero profughi coinvolti e che si sarebbe trattato di persone residenti a Colonia. Ma la cosa aiuta poco perché testimoni e polizia sono concordi nel dire che si trattava di persone dall'aspetto "nord-africano o medio orientale".

Risposto da Massimo Cocco su 5 Gennaio 2016 a 21:54 Concordo che i flussi migratori devono essere limitati, e di molto. Penso che rimpatrii e rilocalizzazioni in campi di accoglienza extraeuropei dovrebbero essere gestiti in grande scala e per lungo tempo nell'ambito di un progetto Europeo. Detto questo, la cosa migliore per garantire la multiculturalitaˋ e l'accoglienza di profughi eˋ perseguire efficacemente gli individui violenti. Se anche erano mille a Colonia, beh si tratta solo di mille. Tolti quei mille staremo tutti meglio.

Risposto da Fabio Colasanti su 6 Gennaio 2016 a 8:09 Ma non credo che questo incontro risolverà molto. Il problema è irrisolvibile a 28. http://www.eunews.it/2016/01/05/ue-danimarca-svezia-schengen/47491#

Risposto da Fabio Colasanti su 6 Gennaio 2016 a 8:35 Una testimonianza interessante. http://www.eunews.it/2016/01/05/unhcr-migranti/47487

Risposto da giovanni de sio cesari su 6 Gennaio 2016 a 10:33 Giorgio a mio parere conta la religione (cultura, mentalità sarebbe più appropriato) e l’emarginazione economica ne è soprattutto una conseguenza. Portoghesi Italiani e Armeni dopo una generazione si sentono Francesi come gli altri (Sarkozy ha genitori ungheresi). Alla terza generazione riscoprono le origini ma questo non mette in dubbio la identità francese (per gli Armeni c’è un bellissimo romanzo (e film) “Rue paradise” che lo racconta). Il mussulmano si riscopre appartenente alla Umma non alla Francia: al di la della identità etnica esiste solo quella religiosa. La nazione è una invenzione europea (cinese e dell’estremo oriente) che non ha senso nel Medio Oriente. giorgio varaldo ha detto: Un interessante articolo sulle banlieues francesi http://www.aljazeera.com/programmes/witness/2016/01/paris-voice-sub... E non si tratta di immigrati bensi' di cittadini francesi.

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La francia era maestra nella capacita' della propria cultura di conglobare chi approdava in quei lidi il polacco l'italiano l'armeno lo spagnolo il portoghese della terza generazione erano e sono francesi. Da qualche anno molti francesi pied noir di religione islamica non si sentono piu' francesi ma riscoprono le origini. Quanto conta l'emarginazione economica e quanto conta la religione?

Risposto da Fabio Colasanti su 6 Gennaio 2016 a 18:09 Ieri a Colonia c'è stata una manifestazione di donne negli stessi posti degli attacchi della notte del 31 dicembre. http://www.unita.tv/focus/contro-le-donne-di-colonia-un-attacco-coo...

Risposto da Massimo Cocco su 6 Gennaio 2016 a 20:08 Penso che la violenza e il soppruso organizzato contro le donne sia cosa talmente ignobile da giustificare contromisure eccezzionali. Che gli abusanti siano perseguiti molto duramente!

Risposto da giorgio varaldo su 6 Gennaio 2016 a 21:35 quando girellavo per i paesi arabi mai visto comportamenti del genere. Chi si fosse macchiato di simili delitti avrebbe rischiato pene severissime e permanenza in galere nelle quali il trattamento cucchi è la regola e non l'eccezione. In una europa di stati di diritto ed attenta ai diritti dell'uomo pensi che il trattamento delle nostre galere possa costituire un deterrente? L'unica pena che può rappresentare un serio deterrente è lo sconto di pena nei paesi di origine. E visto che in molti di quei paesi non li si può rimandare in quanto non rispettanti i diritti dell'uomo almeno dopo aver scontato la pena li si rimandi nei paesi di origine Massimo Cocco ha detto: Penso che la violenza e il soppruso organizzato contro le donne sia cosa talmente ignobile da giustificare contromisure eccezzionali. Che gli abusanti siano perseguiti molto duramente!

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 7 Gennaio 2016 a 10:54 http://www.huffingtonpost.it/lucia-annunziata/blog-direttore_b_8920... Mi sembrano del tutto condivisibili le argomentazioni dell'Annunziata. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ad una realtà complessa che inizia fina dai paesi di provenienza della migrazione. Il problema è l'integrazione ed il rispetto delle nostre regole ma anche la capacità d'affrontare i problemi del sottosviluppo e delle precarie condizioni di vita dei paesi d'origine . Affrontare questi problemi è difficile che possa essere fatto dai singoli paesi europei senza un progetto comune. In quel caso l'unica soluzione immediata diventa la difesa da un fenomeno che ci sovrasta. Se vogliamo evitare che si passi dall'accoglienza alla chiusura e alla difesa come prime mosse di un possibile conflitto, dobbiamo essere capaci di avere un progetto comune di regolamentazione del fenomeno che preveda gestione dei flussi , ripartizione dei migranti , investimenti nella collocazione al lavoro con regole particolari in deroga alla legislazione dei singoli stati europei, investimenti consistenti nei paesi d'origine con trattati adeguati , A questo va aggiunto un maggior controllo e minore tolleranza nei confronti del mancato rispetto delle norme con una rivisitazione delle pene e la possibilità di espulsione dall'Europa.

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Sarà possibile stabilire dei canali del rimpatrio solo con trattati adeguati stipulati nei confronti dei paesi del nord Africa e medio oriente con cui potremo essere alleati in questo difficile riordino dell'area in preda ad una profonda destabilizzazione . Sono necessarie importanti risorse che nessuno stato membro può assicurare da solo . Dobbiamo andare insieme a debito sui mercati internazionali o cambiando le prerogative di istituti come l'ESFS o inventandone nuovi allo scopo con un nuovo trattato specifico su base volontaria dei paesi che vorranno aderire.ad una progettualità di questo tipo e che potrebbe coinvolgere anche paesi non dell'area euro. Difficile a quel punto stabilire il rapporto tecnico con la BCE che dovrebbe comunque avere un ruolo di debitore di ultima istanza.

Risposto da giovanni de sio cesari su 8 Gennaio 2016 a 10:41 Giorgio Effettivamente nei paesi arabi è sconosciuta la brutta abitudine di palpeggiare le ragazze: sarebbe una cosa inconcepibile e, a quanto so, non è mai avvenuto nemmeno da noi : ci sono rapine , spaccio, omicidi, anche stupri ma non ho mai sentito di una ragazza molestata da un islamico La vicenda di Colonia mi lascia molto perplesso, non so che dire. Gli aggressori sono stati indicati come medio orientali ma non ben definiti, il luogo è centrale, ci sono uomini e anche agenti che non sono intervenuti: come mai ? Il caso è stato annunciato ed è montato con molto ritardo e man mano si parla di casi analoghi Mi pare impensabile poi che fra gli aggressori ci fossero anche immigrati appena accolti: in attesa di asilo :.un vero suicidio Un episodio che comunque scatena una reazione fortissima dettata proprio dall’istinto . Machiavelli ricordava al principe che i popoli dimenticano anche le stragi ma che non si devono toccare le donne. Nei paesi islamici le aggressioni alle donne avvengono perche giudicate poco pudiche e quindi delle "puttane" .ma non sono aggredite sessualmente. In India, in contesto induista e non islamico, si assiste a violenze sessuali inaudite fino alla morte su ragazze “evolute” perche considerate non degne di rispetto perche non conserverebbero le virtù femminili (non esite solo un fondantalismo islamico) Mi pare pero difficile pensare a motivazioni del genere : in genere si limitano a considerare le nostre donne delle puttane e stanno attenti che le loro donne non lo diventino anche esse ( ci sono padri che uccidono le figlie) Non dobbiamo meravigliarci: qualche generazione fa anche i nostri emigranti ( e non emigranti) avevano lo stesso atteggiamento verso le donne del nord. Negli anni 50 vi è quasi un genere cinematografico sull’argomento giorgio varaldo ha detto: quando girellavo per i paesi arabi mai visto comportamenti del genere. Chi si fosse macchiato di simili delitti avrebbe rischiato pene severissime e permanenza in galere nelle quali il trattamento cucchi è la regola e non l'eccezione. In una europa di stati di diritto ed attenta ai diritti dell'uomo pensi che il trattamento delle nostre galere possa costituire un deterrente? L'unica pena che può rappresentare un serio deterrente è lo sconto di pena nei paesi di origine. E visto che in molti di quei paesi non li si può rimandare in quanto non rispettanti i diritti dell'uomo almeno dopo aver scontato la pena li si rimandi nei paesi di origine

Risposto da Fabio Colasanti su 8 Gennaio 2016 a 12:10 Un'analisi che mi sembra corretta dei problemi dell'accordo di Schengen. http://www.eunews.it/2016/01/05/analisi-e-finito-il-sogno-schengen/...#

Risposto da Fabio Colasanti su 8 Gennaio 2016 a 12:24

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In Europa è diventato molto difficile fare controlli anti-terrorismo senza correre il rischio di discriminare contro gli arabi o i mussulmani asiatici e africani. Stamattina sono incappato in un controllo anti-terrorismo su di un vialone della periferia di Bruxelles, il posto era stato ben scelto perché tra il punto dove si potevano vedere le auto della polizia ed il posto di controllo non c'erano altra strade (la polizia ha appena scoperto che le cinture esplosive utilizzate negli attentati di Parigi sono state confezionate a Bruxelles, in un appartament di Schaerbeek). Per evitare il controllo un automobilista avrebbe dovuto fare una conversione ad "u" e ripartire contromano (il vialone era a quattro corsie, con una separazione centrale non superabile). Il controllo era da entrambi i lati e vedeva impegnata una buona trentina di agenti con sei o sette auto. Il traffico era ristretto ad una corsia e le auto erano invitate a fermarsi prima di una barriera che, in caso di bisogno, avrebbe tirato fuori i chiodi per tranciare le gomme. Evidentemente molti automobilisti non avevano nessun interesse per la polizia, ma far cenno di passare ai "caucasici" sulla settantina come me e fare un controllo più approfondito per giovani marocchini sarebbe sembrato discriminatorio, è quello che è chiamato in gergo "profiling" (pratica peraltro giustissima e applicata da tutte le polizie, ma considerata discriminatoria dai difensori dei diritti dell'uomo senza il senso della misura). Allora la polizia ha mascherato il controllo sotto la forma di un "alcotest", tutti erano invitati a soffiare in un apparecchio e poi si poteva andare, ma da un lato della strada stavano controllando in maniera approfondita l'auto di un guidatore dalla pelle un po' scura. L'unica cosa fuori posto era l'ora per l'alcotest: le 9.40 di mattina.

Risposto da giorgio varaldo su 8 Gennaio 2016 a 12:31 giovanni forse cosa ha scatenato la follia a colonia è stata la combinazione di alto livello di testosterone ed alcool almeno il secondo non diffuso fra la gente comune nei paesi arabi In merito ai comportamenti eccessivi ricordo il club mediterraneè al cairo sino agli anni 80 aperto in una delle isole sul nilo verso giza. Alla vista di si tante donne in costume da bagno spesso chi proveniva da paesi come arabia saudita veniva preso da raptus ..con il risultato che era stato loro proibito l'accesso. Poi il club mediterraneè al cairo è stato chiuso Un aspetto sempre ignorato è la sessualità araba. Anche se l'età del matrimonio tende ad essere più bassa di quella europea la rigidità dei costumi e la limitata disponibilità da parte delle ragazze a rapporti prematrimoniali richiede la presenza di bordelli . Ovviamente si tratta di strutture di infimo ordine a prezzi popolari nei quali viene praticato il più antico mestiere del mondo. Ora immaginiamoci migliaia di giovani arabi arrivati in germania rifocillati dal viaggio e sopratutto senza compagnia femminile. Per la cronaca gli eros center tedeschi o i locali della reeperbahn non praticano prezzi economici (quando si accompagnano clienti capitano cose inimmaginabili NDR) quindi con alcool a fiumi salta ogni freno il tstosterone prevale sulla ragione ed ecco i risultati. Succede quando si agisce senza pensare a quali possano essere i risultati. A sentire gli anziani parenti emigrati in germania sin dai primi anni 50 la situazione non è paragonabile. Anche al tempo ci furono casi non proprio esaltanti ma sempre commessi da individui isolati. Se al tempo ci fossero state queste manifestazioni da parte di gruppi numerosi la polizei non avrebbe esitato neanche un attimo a sparare. E non ci sarebbero state proteste da parte di nessuno. Non credo si possa pensare all'uso delle armi. Oggi, Domani non è detto. giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Effettivamente nei paesi arabi è sconosciuta la brutta abitudine di palpeggiare le ragazze: sarebbe una cosa inconcepibile e, a quanto so, non è mai avvenuto nemmeno da noi : ci sono rapine , spaccio, omicidi, anche stupri ma non ho mai sentito di una ragazza molestata da un islamico La vicenda di Colonia mi lascia molto perplesso, non so che dire. Gli aggressori sono stati indicati come medio orientali ma non ben definiti, il luogo è centrale, ci sono uomini e anche agenti che non sono intervenuti: come mai ? Il caso è stato annunciato ed è montato con molto ritardo e man mano si parla di casi analoghi Mi pare impensabile poi che fra gli aggressori ci fossero anche immigrati appena accolti: in attesa di asilo :.un vero suicidio Un episodio che comunque scatena una reazione fortissima dettata proprio dall’istinto . Machiavelli ricordava al principe che i popoli dimenticano anche le stragi ma che non si devono toccare le donne. Nei paesi islamici le aggressioni alle donne avvengono perche giudicate poco pudiche e quindi delle "puttane" .ma non sono aggredite sessualmente. In India, in contesto induista e non islamico, si assiste a violenze sessuali inaudite

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fino alla morte su ragazze “evolute” perche considerate non degne di rispetto perche non conserverebbero le virtù femminili (non esite solo un fondantalismo islamico) Mi pare pero difficile pensare a motivazioni del genere : in genere si limitano a considerare le nostre donne delle puttane e stanno attenti che le loro donne non lo diventino anche esse ( ci sono padri che uccidono le figlie) Non dobbiamo meravigliarci: qualche generazione fa anche i nostri emigranti ( e non emigranti) avevano lo stesso atteggiamento verso le donne del nord. Negli anni 50 vi è quasi un genere cinematografico sull’argomento giorgio varaldo ha detto: quando girellavo per i paesi arabi mai visto comportamenti del genere. Chi si fosse macchiato di simili delitti avrebbe rischiato pene severissime e permanenza in galere nelle quali il trattamento cucchi è la regola e non l'eccezione. In una europa di stati di diritto ed attenta ai diritti dell'uomo pensi che il trattamento delle nostre galere possa costituire un deterrente? L'unica pena che può rappresentare un serio deterrente è lo sconto di pena nei paesi di origine. E visto che in molti di quei paesi non li si può rimandare in quanto non rispettanti i diritti dell'uomo almeno dopo aver scontato la pena li si rimandi nei paesi di origine

Risposto da Fabio Colasanti su 8 Gennaio 2016 a 13:33 Si conferma sempre di più il sospetto che le autorità politiche tedesche e i vertici della polizia abbiano cercato di minimizzare i fatti di Colonia nella speranza che non diventassero il caso politico che sono diventati. Questo spiega i quasi quattro giorni di silenzio. Il TG2 ha appena dato l'informazione che le autorità giudiziarie di Colonia hanno identificato finora 31 responsabili degli attacchi della notte del 31 dicembre. Di questi, 18 sono profughi in attesa della concessione dell'asilo politico ! Già nelle trasmissioni speciali della ARD di mercoledì e giovedì sera era stato detto che la polizia aveva fatto molti controlli di identità sulla piazza della Cattedrale prima degli incidenti e che questi controlli avevano mostrato la presenza di molti profughi. Ma giustamente tutti avevano detto che questo non significava che profughi fossero anche tra gli autori degli attacchi. Le informazioni appena date sui primi 31 identificati, se confermate, sono tremende. Mostrano perché le autorità hanno probabilmente cercato di minimizzare.

Risposto da marcello sassoli su 8 Gennaio 2016 a 14:47 Non illudiamoci troppo, scusare i "fattacci di Colonia" con la "non abitudine all'alcool di quella gente" è veramente fuorviante...allora si potrebbero scusare anche altri fattacci...bene iersera a Virus (Rai 2), lo scrittore istriano che ha rimesso un po' tutti a posto, ricordando che la tragedia degli Istriani, rifugiati in Italia è stata vissuta con molta dignità. Vi sono Siriani che la vivono con altrettanta dignità (una minoranza è quella dei reali rifugiati da zone in guerra,( 6/10% dei richiedenti asilo), il resto sono chiacchiere buoniste. giorgio varaldo ha detto: giovanni forse cosa ha scatenato la follia a colonia è stata la combinazione di alto livello di testosterone ed alcool almeno il secondo non diffuso fra la gente comune nei paesi arabi In merito ai comportamenti eccessivi ricordo il club mediterraneè al cairo sino agli anni 80 aperto in una delle isole sul nilo verso giza. Alla vista di si tante donne in costume da bagno spesso chi proveniva da paesi come arabia saudita veniva preso da raptus ..con il risultato che era stato loro proibito l'accesso. Poi il club mediterraneè al cairo è stato chiuso Un aspetto sempre ignorato è la sessualità araba. Anche se l'età del matrimonio tende ad essere più bassa di quella europea la rigidità dei costumi e la limitata disponibilità da parte delle ragazze a rapporti prematrimoniali richiede la presenza di bordelli . Ovviamente si tratta di strutture di infimo ordine a prezzi popolari nei quali viene praticato il più antico mestiere del mondo.

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Ora immaginiamoci migliaia di giovani arabi arrivati in germania rifocillati dal viaggio e sopratutto senza compagnia femminile. Per la cronaca gli eros center tedeschi o i locali della reeperbahn non praticano prezzi economici (quando si accompagnano clienti capitano cose inimmaginabili NDR) quindi con alcool a fiumi salta ogni freno il tstosterone prevale sulla ragione ed ecco i risultati. Succede quando si agisce senza pensare a quali possano essere i risultati. A sentire gli anziani parenti emigrati in germania sin dai primi anni 50 la situazione non è paragonabile. Anche al tempo ci furono casi non proprio esaltanti ma sempre commessi da individui isolati. Se al tempo ci fossero state queste manifestazioni da parte di gruppi numerosi la polizei non avrebbe esitato neanche un attimo a sparare. E non ci sarebbero state proteste da parte di nessuno. Non credo si possa pensare all'uso delle armi. Oggi, Domani non è detto. giovanni de sio cesari ha detto: Giorgio Effettivamente nei paesi arabi è sconosciuta la brutta abitudine di palpeggiare le ragazze: sarebbe una cosa inconcepibile e, a quanto so, non è mai avvenuto nemmeno da noi : ci sono rapine , spaccio, omicidi, anche stupri ma non ho mai sentito di una ragazza molestata da un islamico La vicenda di Colonia mi lascia molto perplesso, non so che dire. Gli aggressori sono stati indicati come medio orientali ma non ben definiti, il luogo è centrale, ci sono uomini e anche agenti che non sono intervenuti: come mai ? Il caso è stato annunciato ed è montato con molto ritardo e man mano si parla di casi analoghi Mi pare impensabile poi che fra gli aggressori ci fossero anche immigrati appena accolti: in attesa di asilo :.un vero suicidio Un episodio che comunque scatena una reazione fortissima dettata proprio dall’istinto . Machiavelli ricordava al principe che i popoli dimenticano anche le stragi ma che non si devono toccare le donne. Nei paesi islamici le aggressioni alle donne avvengono perche giudicate poco pudiche e quindi delle "puttane" .ma non sono aggredite sessualmente. In India, in contesto induista e non islamico, si assiste a violenze sessuali inaudite fino alla morte su ragazze “evolute” perche considerate non degne di rispetto perche non conserverebbero le virtù femminili (non esite solo un fondantalismo islamico) Mi pare pero difficile pensare a motivazioni del genere : in genere si limitano a considerare le nostre donne delle puttane e stanno attenti che le loro donne non lo diventino anche esse ( ci sono padri che uccidono le figlie) Non dobbiamo meravigliarci: qualche generazione fa anche i nostri emigranti ( e non emigranti) avevano lo stesso atteggiamento verso le donne del nord. Negli anni 50 vi è quasi un genere cinematografico sull’argomento giorgio varaldo ha detto: quando girellavo per i paesi arabi mai visto comportamenti del genere. Chi si fosse macchiato di simili delitti avrebbe rischiato pene severissime e permanenza in galere nelle quali il trattamento cucchi è la regola e non l'eccezione. In una europa di stati di diritto ed attenta ai diritti dell'uomo pensi che il trattamento delle nostre galere possa costituire un deterrente? L'unica pena che può rappresentare un serio deterrente è lo sconto di pena nei paesi di origine. E visto che in molti di quei paesi non li si può rimandare in quanto non rispettanti i diritti dell'uomo almeno dopo aver scontato la pena li si rimandi nei paesi di origine

Risposto da Alessandro Bellotti su 8 Gennaio 2016 a 16:02 Per quel che può contare, mio figlio di diciotto anni mi racconta che nei locali di Modena si fa fatica a convivere con bande di magrebbini spesso ubriachi o fatti di tutto che, appunto, molestano in continuazione ragazzine. Non passa sera senza rissa. Questo succede in tutte le discoteche d'Italia che non saranno di certo le piazze tedesche. Stiamo assistendo a un vero e proprio tentativo di prendere il potere nei luoghi di divertimeno tipicamente occidentali da parte di gruppi sempre più numerosi di nordafricani. Alla faccia della religione musulmana.

Risposto da Fabio Colasanti su 8 Gennaio 2016 a 23:35

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Il capo della polizia di Colonia è stato destituito (messo d'ufficio in pensione anticipata). Le ragioni date sono state l'inadeguatezza dell'azione della polizia durante gli incidenti, ma soprattutto l'aver minimizzato la portata degli incidenti nell'informazione data alle autorità della città e del Land e nelle conferenze stampa. La stampa ha cominciato a parlare di quello che è successo la notte di San Silvestro sulla base di testimonianze anonime di singoli poliziotti che erano sul posto e che sono stati scandalizzati dal silenzio ufficiale che si è visto nei tre giorni seguenti.

Risposto da Massimo Cocco su 9 Gennaio 2016 a 13:10 Giusto così. L'inadeguatezza della risposta è il peggior nemico della tolleranza.

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Gennaio 2016 a 7:21 Ernesto Galli della Loggia interviene nel dibattito tra "integrazione" e "multiculturalismo" a favore della prima. http://www.corriere.it/editoriali/16_gennaio_10/immigrrati-migranti... Sono quasi seccato di dover essere d'accordo con lui. Su molti altri temi non condivido le sue posizioni. Sono anni che il multiculturalismo, la coesistenza l'una accanto all'altra di culture diverse, è stato messo sotto accusa. In nome del multiculturalismo, ci sono molte persone che nel Regno Unito hanno sostenuto che fosse opportuno che la comunità mussulmana locale potesse utilizzare al suo interno la "sharia". Trovo una posizione del genere assolutamente sbagliata.

Risposto da giorgio varaldo su 11 Gennaio 2016 a 13:01 E' facile prevedere che questo aspetto allargherà ancora il solco che divide il PD dalle posizioni di estrema sinistra. E tanto per citare persone che si conoscono con coloro che hanno abbandonato questo circolo Ma è anche l'unica strada che permette di disinnescare il pericolo di derive a destra. Auguriamoci il governo possa recepire rapidamente questo aspetto senza farsi forzar la mano sia dalla sinistra che da determinati ambienti ecclesiastici Ma questa pur interessante analisi di Ernesto galli de la loggia non affronta in modo chiaro il problema di chi in Europa è nato e che alla terza generazione riscopre i valori della umma a discapito dei nostri comuni. Ma anche su questo aspetto occorre dare una risposta. E che non piacerà a sinistra Fabio Colasanti ha detto: Ernesto Galli della Loggia interviene nel dibattito tra "integrazione" e "multiculturalismo" a favore della prima. http://www.corriere.it/editoriali/16_gennaio_10/immigrrati-migranti... Sono quasi seccato di dover essere d'accordo con lui. Su molti altri temi non condivido le sue posizioni. Sono anni che il multiculturalismo, la coesistenza l'una accanto all'altra di culture diverse, è stato messo sotto accusa. In nome del multiculturalismo, ci sono molte persone che nel Regno Unito hanno sostenuto che fosse opportuno che la comunità mussulmana locale potesse utilizzare al suo interno la "sharia". Trovo una posizione del genere assolutamente sbagliata.

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Risposto da Fabio Colasanti su 11 Gennaio 2016 a 15:22 Un commento apparso su L'Unità. http://www.unita.tv/opinioni/colonia-il-buonismo-e-pericoloso-come-...

Risposto da Massimo Cocco su 11 Gennaio 2016 a 16:58 Su un tema così emergenziale e incisivo penso sarebbe necessario e assolutamente opportuno che il PD sviluppasse una posizione etica chiara. Perchè non cominciamo qui? Più tardi posto le mie riflessioni (integrazione e multiculturalismo sono tra i temi che più mi appassionano)

Risposto da giorgio varaldo su 11 Gennaio 2016 a 21:26 http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-01-11/merkel-passo-indiet... la germania programma una forte riduzione del numero dei rifugiati quali scenari possano aprirsi è difficile prevedere ma sicuramente è la fine dell'accoglienza come la conosciamo oggi

Risposto da Massimo Cocco su 11 Gennaio 2016 a 21:50 Vogliamo che gli immigrati "assorbano i fondamenti culturali del nostro vivere insieme", penso che la Merkel non avrebbe potuto esprimersi meglio. Lo sviluppo concettuale derivato da Galli della Loggia mi sembra invece (scusate l'arroganza) superficiale e goffo. Nella sostanza condivido fermamente la necessita di esplicitare le regole etiche minime per essere ammessi permanentemente nella societa´. Regole etiche che in certi casi inevitabilmente possono comportare la rinuncia di pezzi della cultura familiare, sociale, politica e religiosa originaria. Per essere chiari su questo punto credo sarebbe utile celebrare l'ottenimento della cittadinanza con un giuramento (come negli USA) che abbia la validita´ giuridica di un contratto (cittadinanza revocabile quindi) . A chi accettasse di ottenere la cittadinanza in cambio dell'osservazione di quelle regole dovrebbero venir offerte le risorse educative necessarie, adattate al bagaglio culturale del nuovo cittadino. Ma queste regole etiche minime da rispettare non sono affatto sufficenti per definire una cultura. Non definiscono la cultura Italiana ne´ quella Svedese. Definiscono piuttosto un quadro entro il quale sono accomodabili infinite culture, ma tutte secolarizzate, tutte tolleranti, tutte rispettose dei diritti universali dell'uomo. Credo sia sbagliato pensare che ci sia contraddizione tra integrazione e multiculturalitaˋ. Il paradossale concetto di multiculturalita´ intesa come convivenza di culture antitetiche mi sembra sia evocato da Galli della Loggia in funzione semplicemente retorica (multisegregazione sarebbe un nome piuˋ giusto per tale concetto). La multiculturalita´ all'interno di una societaˋ deve per necessitaˋ essere imperniata sulla tolleranza. Mi sembra superficiale (e un poco goffo) il richiamo ai senzi di colpa della societaˋ occidentale per spiegare la timidezza nell'imporre una "cultura dominante" ai nuovi arrivati. La timidezza della societaˋ nell'educare i cittadini credo sia piuttosto frutto delle contraddizioni che ci caratterizzano. Per fare un esempio estremo, vogliamo poter caricare la polizia quando protestiamo, senza averne timore. Probabilmente sarebbe necessario superare queste contraddizioni, ma sarebbe sbagliato credere che siamo disposti a ritornare ad un modello di societaˋ che abbia l'ambizione di conservare una "cultura dominante".

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Infine voreri aggiungere che gli orrendi attacchi di massa alle donne sono solo in parte segno di una problematica culturale identitaria. Come Giorgio ha scritto questi comportamenti non sono affatto accettati in alcun paese Arabo. La problematica va studiata da specialisti e capita. Io penso che un fattore molto rilevante sia la mancanza di freno. E´ cioe´ in prima istanza una problematica di ordine pubblico. Punire i colpevoli eˋ fondamentale.

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Gennaio 2016 a 23:09 D'Alema, in una intervista recente che gira, ha ricordato che la legge Turco-Napolitano aveva stabilito delle quote per l'immigrazione in Italia al di sopra delle quali ci sarebbero stati i rimpatri e i respingimenti. Il problema è come si applicano in pratica i tetti massimi. Sarà difficile per la Germania, ma quasi impossibile per i paesi che hanno il mare come frontiera esterna. giorgio varaldo ha detto: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-01-11/merkel-passo-indiet... la germania programma una forte riduzione del numero dei rifugiati quali scenari possano aprirsi è difficile prevedere ma sicuramente è la fine dell'accoglienza come la conosciamo oggi

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Gennaio 2016 a 23:27 Massimo, hai ragione sulla distinzione tra "accettazione dei nostri principi del vivere assieme" e la "nostra cultura". Il concetto di cultura - nostra o di altri - è una cosa molto più vasta dei principi di vita comune. Quello che tu proponi è anche quello che ha scelto la Francia. Si è francesi se si accettano i valori della costituzione francese. Il problema è che negli anni passati, in molti paesi europei - dall'Italia alla Germania, passando per il Regno Unito - si è sviluppato il concetto di multiculturalità inteso come aiuto esplicito al mantenimento della cultura (nel senso più vasto) di ogni gruppo. Questo non dovrebbe essere di per se in contrasto con l'accettazione dei principi del vivere comune, ma lo diventa in alcuni casi che si possono presentare. Nel Regno Unito anni fa c'è stato veramente un dibattito sull'opportunità di permettere alla comunità mussulmana di applicare la sharia al suo interno con la possibilità di gestire autonomamente tribunali che la applicano. Il multiculturalismo è ora criticato perché porta le comunità ad approfondire la loro identità culturale e ostacola l'integrazione. Erdogan in un recente discorso ai turchi residenti in Germania li ha invitati a non integrarsi, perché l'integrazione significa perdita dell'identità culturale. Quello che bisognerebbe fare e stabilire: a) che tutti devono rispettare le leggi del paese di residenza e che b) tutti hanno il diritto di mantenere la loro cultura fintanto che questa non cozza con il principio precedente che ha sempre la precedenza. Non è facile mettere in opera questi principi. Molte volte le differenze culturali sono differenze religiose. Noi concediamo anche alla religione cristiana dei vantaggi di vario tipo che a volte non sono giustificati. Spesso le componenti cristiane delle nostre società sono quelle che si battono per autorizzazioni speciali per le altre religioni come maniera di giustificare i vantaggi per la loro. Un esempio concreto preso da discussioni recenti in Belgio. Bisogna permettere che le comunità mussulmane e ebrea possano derogare dalle norme stabilite per i nostri mattatoi? Non è facile far convivere i principi "a" e "b". Ma bisogna provarci. Massimo Cocco ha detto: Vogliamo che gli immigrati "assorbano i fondamenti culturali del nostro vivere insieme", penso che la Merkel non avrebbe potuto esprimersi meglio. Lo sviluppo concettuale derivato da Galli della Loggia mi sembra invece (scusate l'arroganza) superficiale e goffo. Nella sostanza condivido fermamente la necessita di esplicitare le regole etiche minime per essere ammessi permanentemente nella societa´. Regole etiche che in certi casi inevitabilmente possono comportare la rinuncia di pezzi della cultura familiare, sociale, politica e religiosa originaria. Per essere chiari su questo punto credo sarebbe utile

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celebrare l'ottenimento della cittadinanza con un giuramento (come negli USA) che abbia la validita´ giuridica di un contratto (cittadinanza revocabile quindi) . A chi accettasse di ottenere la cittadinanza in cambio dell'osservazione di quelle regole dovrebbero venir offerte le risorse educative necessarie, adattate al bagaglio culturale del nuovo cittadino. Ma queste regole etiche minime da rispettare non sono affatto sufficenti per definire una cultura. Non definiscono la cultura Italiana ne´ quella Svedese. Definiscono piuttosto un quadro entro il quale sono accomodabili infinite culture, ma tutte secolarizzate, tutte tolleranti, tutte rispettose dei diritti universali dell'uomo. Credo sia sbagliato pensare che ci sia contraddizione tra integrazione e multiculturalitaˋ. Il paradossale concetto di multiculturalita´ intesa come convivenza di culture antitetiche mi sembra sia evocato da Galli della Loggia in funzione semplicemente retorica (multisegregazione sarebbe un nome piuˋ giusto per tale concetto). La multiculturalita´ all'interno di una societaˋ deve per necessitaˋ essere imperniata sulla tolleranza. Mi sembra superficiale (e un poco goffo) il richiamo ai senzi di colpa della societaˋ occidentale per spiegare la timidezza nell'imporre una "cultura dominante" ai nuovi arrivati. La timidezza della societaˋ nell'educare i cittadini credo sia piuttosto frutto delle contraddizioni che ci caratterizzano. Per fare un esempio estremo, vogliamo poter caricare la polizia quando protestiamo, senza averne timore. Probabilmente sarebbe necessario superare queste contraddizioni, ma sarebbe sbagliato credere che siamo disposti a ritornare ad un modello di societaˋ che abbia l'ambizione di conservare una "cultura dominante". Infine voreri aggiungere che gli orrendi attacchi di massa alle donne sono solo in parte segno di una problematica culturale identitaria. Come Giorgio ha scritto questi comportamenti non sono affatto accettati in alcun paese Arabo. La problematica va studiata da specialisti e capita. Io penso che un fattore molto rilevante sia la mancanza di freno. E´ cioe´ in prima istanza una problematica di ordine pubblico. Punire i colpevoli eˋ fondamentale.

Risposto da Massimo Cocco su 12 Gennaio 2016 a 6:53 Sono pienamente d'accordo che la multiculturalità intesa nel senso di mantenere identità etnico/nazionaliste straniere in un paese ospite è un assurdità.È un idea assolutamente insostenibile e profondamente ingiusta (e antiprogressiva) . Forse è questa l'accezzione più in uso del concetto di multiculturalità, non ne ero consapevole in questo caso. Mi dispiacerebbe dover rivedere un concetto che ho sempre interpretato in termini di diritti universali e società globale secolarizzata.

Risposto da giorgio varaldo su 12 Gennaio 2016 a 8:00 in merito alla multiculturalità ed al rispetto delle regole locali anche nel PD polemiche riguardo al velo indossato da debora serracchiani durante la visita a teheran http://www.ilgazzettino.it/nordest/trieste/serracchiani_velo_tehera... mi sembra un comportamento corretto. Se vai in iran rispetta le tradizioni locali e se queste prevedono il velo lo si indossa Analogamente se vieni in europa ed in europa il velo non lo si usa non lo usi.

Risposto da Alberto Rotondi su 12 Gennaio 2016 a 12:10 La muticulturalità o relativismo culturale, nella sua accezione più estrema, afferma che ogni cultura, in quanto tale, rappresenta l'insieme di regole e principi decisi da un popolo per regolare la convivenza dei propri appartenenti e progettare il proprio futuro, e pertanto è di per sè giusta e va rispettata in ogni caso. Quasi sempre la parte religiosa rappresenta un ruolo preponderante in questa cultura. Penso che questa interpretazione della multiculturalità, pur abbastanza diffusa, specialmente a sinistra, sia completamente sbagliata e da combattere.

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In realtà, non esiste una soluzione unica e condivisa per questo problema. Concordo che nei tempi brevi, si debbano percorrere soluzioni provvisorie, la migliore della quali mi sembra che sia l'imporre il rispetto delle leggi. Nelle democrazie laiche europee questa mi sembra la strada migliore. La nostra costituzione, all'art.8, afferma: Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. (parole sacrosante, a parte l'eccezione fatta per i cattolici, che avevano regole diverse con i patti lateranensi) Quindi la libertà di comportamento e la pratica religiosa devono sottostare alle leggi. Gli arabi con 4 mogli in Italia se ne vedono riconosciuta una, il burka non va bene quando è necessario identificare la persona, donne e uomini hanno pari diritti e così via. Non è molto, ma è già un inizio. Per questo gli autori dei ributtanti episodi di capodanno vanno puniti senza sconti. Massimo Cocco ha detto: Sono pienamente d'accordo che la multiculturalità intesa nel senso di mantenere identità etnico/nazionaliste straniere in un paese ospite è un assurdità.È un idea assolutamente insostenibile e profondamente ingiusta (e antiprogressiva) . Forse è questa l'accezzione più in uso del concetto di multiculturalità, non ne ero consapevole in questo caso. Mi dispiacerebbe dover rivedere un concetto che ho sempre interpretato in termini di diritti universali e società globale secolarizzata.

Risposto da Massimo Cocco su 12 Gennaio 2016 a 17:26 Grazie per la nitida definizione Alberto, utile a distinguere e a capirsi meglio. Mi pare che il concetto di relativismo culturale sia un buon punto di partenza per una discussione critica. Porta direttamente a posizioni a mio parere difficili da mantenere in relazione a diritti individuali (specialmente quelli dei bambini) che dovrebbero essere riconosciuti come assoluti e non relativi. Rispetto alle sterili polemiche su chi e cosa sia veramente di sinistra e chi e cosa no, penso che questo tema ci dia l'opportunitaˋ di misurarci con la realtaˋ scottante e di tentare di definire o ridefinire alcuni valori fondanti del progressismo, del centrosinistra Italiano del nostro tempo.

Risposto da Fabio Colasanti su 17 Gennaio 2016 a 17:02 Giorgio, sul problema dell'immigrazione io suggerirei questa linea di azione al governo italiano. A medio termine: a) contattare i paesi che potrebbero far parte di un nocciolo che attui una politica dell'immigrazione; i paesi che potrebbero firmare un accordo Schengen II (sicuramente alcuni paesi staranno già negoziando, ma non vogliono avere l'Italia tra di loro perché non si fidano); b) con questi paesi stabilire un accordo che, in cambio di una redistribuzione effettiva, permetta di applicare gli accordi di Dublino come esistono oggi (il principio di questi accordi è logico e ragionevole); dare ogni garanzia che il giorno che ci sarà la redistribuzione effettiva, l'Italia farà il suo dovere di stato di primo ingresso in maniera seria. c) concordare un aiuto finanziario adeguato per gli oneri da "paese di primo ingresso". Nell'immediato: a) smettere di strillare e lavorare seriamente nei corridoi diplomatici; b) applicare il principio degli hot spots il più possibile chiedendo anche l'aiuto di personale di altri paesi e, forse, qualche aiuto finanziario in più; mettere fine – nelle misura del possibile - alla politica dell'incoraggiare i profughi a squagliarsela. Ci saranno sempre profughi che riusciranno a non farsi identificare; ma non si deve aver l'impressione che questo comportamento sia incoraggiato dalle nostre autorità; c) chiedere un aiuto finanziario e pratico per aumentare i rimpatri;

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d) cercare di ricostruire una fiducia nell'Italia come partner affidabile e non un paese levantino che dice una cosa e ne fa un'altra. giorgio varaldo ha detto: ( ... ) Ma la domanda a questo punto e':come dovrebbe agire il governo in tema di migranti?

Risposto da giorgio varaldo su 25 Gennaio 2016 a 19:11 come c'era da attendersi negata la fiducia al governo libico http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/esteri/2016/01/25/news/libi... senza richiesta del governo libico nessun intervento militare. La situazione diviene sempre più complessa e le prospettive di esser sommersi dai profughi sempre più vicina.

Risposto da marcello sassoli su 26 Gennaio 2016 a 6:58 I grandi abbracci dei giorni scorsi tra Renzi ed il capo del nuovo governo libico "candidato" erano dunque ingiustificati. Vogliamo capire che la Libia come stato unitario non esiste? E' composta da 242 poteri tribali e l'accordo deve avvenire tra questi numeri. Un'Italia, insomma, alla radice quadrata! giorgio varaldo ha detto: come c'era da attendersi negata la fiducia al governo libico http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/esteri/2016/01/25/news/libi... senza richiesta del governo libico nessun intervento militare. La situazione diviene sempre più complessa e le prospettive di esser sommersi dai profughi sempre più vicina.

Risposto da mariella alois su 26 Gennaio 2016 a 9:41 Fabio Come leggere questi tuoi commenti alla luce di quanto avvenuto ieri al Consiglio UE ? Hai già parlato in altro post (Europav. Foto) della possibilità per l'Italia di essere esclusa da un "nocciolo centrale". Come sarebbe possibile ? Che significa che spostiamo,i confini dell'UE? Per me questo sarebbe non la fine di Schengen ,ma dell'Europa tout court.Ne' capisco le critiche che vengono mosse a Italia e Grecia,con tutte le ragioni,sono prive di comprensione per gli sforzi immani che da tempo questi due Paesi sopportano, in condizioni di estrema urgenza e drammatica. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, sul problema dell'immigrazione io suggerirei questa linea di azione al governo italiano. A medio termine: a) contattare i paesi che potrebbero far parte di un nocciolo che attui una politica dell'immigrazione; i paesi che potrebbero firmare un accordo Schengen II (sicuramente alcuni paesi staranno già negoziando, ma non vogliono avere l'Italia tra di loro perché non si fidano); b) con questi paesi stabilire un accordo che, in cambio di una redistribuzione effettiva, permetta di applicare gli accordi di Dublino come esistono oggi (il principio di questi accordi è logico e ragionevole); dare ogni garanzia che il giorno che ci sarà la redistribuzione effettiva, l'Italia farà il suo dovere di stato di primo ingresso in maniera seria. c) concordare un aiuto finanziario adeguato per gli oneri da "paese di primo ingresso".

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Nell'immediato: a) smettere di strillare e lavorare seriamente nei corridoi diplomatici; b) applicare il principio degli hot spots il più possibile chiedendo anche l'aiuto di personale di altri paesi e, forse, qualche aiuto finanziario in più; mettere fine – nelle misura del possibile - alla politica dell'incoraggiare i profughi a squagliarsela. Ci saranno sempre profughi che riusciranno a non farsi identificare; ma non si deve aver l'impressione che questo comportamento sia incoraggiato dalle nostre autorità; c) chiedere un aiuto finanziario e pratico per aumentare i rimpatri; d) cercare di ricostruire una fiducia nell'Italia come partner affidabile e non un paese levantino che dice una cosa e ne fa un'altra. giorgio varaldo ha detto: ( ... ) Ma la domanda a questo punto e':come dovrebbe agire il governo in tema di migranti? Allegati:

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Risposto da Fabio Colasanti su 26 Gennaio 2016 a 10:28 Mariella, la redistribuzione dei profughi a 28 è immpossibile, non ce n'è la base legale e non vedo che le pressioni politiche portino a qualcosa, sono mesi che ci si prova. Quindi gli accordi di Schenge (con gli accordi di Dublino che ne fanno parte integrante) non possono funzionare a 28. E' invece immaginabile che si possa fare un accordo sulla redistribuzione dei profughi tra dieci-dodici paesi; tra questi stessi paesi sarà immaginabile fare un nuovo accordo Schengen II che possa funzionare. le cose si stanno già muovendo in questa direzione. Un accordo tra un piccolo gruppo di paesi si farà, che l'Italia lo voglia o no. L'accordo iniziale di Schengen era nato tra un piccolo gruppo di paesi di cui non facevamo parte. E' interesse dell'Italia fare parte di questo gruppo. Ma questo significa fare quello che un paese di confine deve fare: identificare i profughi che arrivano. Quello che vedo è che il governo italiano sembra averlo capito. Adesso si presenta come un difensore dello Schengen attuale e sta promettendo di aumentare il numero degli hotspots, aprendone anche nel nord Italia. Bisognerà anche che si renda conto che sulla redistribuzione dei profughi tra i vari paesi oggettivamente si trova nella stessa posizione della Germania e che questa, insieme alla Svezia, è il suo migliore alleato. mariella alois ha detto: Fabio Come leggere questi tuoi commenti alla luce di quanto avvenuto ieri al Consiglio UE ? Hai già parlato in altro post (Europav. Foto) della possibilità per l'Italia di essere esclusa da un "nocciolo centrale". Come sarebbe possibile ? Che significa che spostiamo,i confini dell'UE? Per me questo sarebbe non la fine di Schengen ,ma dell'Europa tout court.Ne' capisco le critiche che vengono mosse a Italia e Grecia,con tutte le ragioni,sono prive di comprensione per gli sforzi immani che da tempo questi due Paesi sopportano, in condizioni di estrema urgenza e drammatica. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, sul problema dell'immigrazione io suggerirei questa linea di azione al governo italiano. A medio termine: a) contattare i paesi che potrebbero far parte di un nocciolo che attui una politica dell'immigrazione; i paesi che potrebbero firmare un accordo Schengen II (sicuramente alcuni paesi staranno già negoziando, ma non vogliono avere l'Italia tra di loro perché non si fidano); b) con questi paesi stabilire un accordo che, in cambio di una redistribuzione effettiva, permetta di applicare gli accordi di Dublino come esistono oggi (il principio di questi accordi è logico e ragionevole); dare ogni garanzia che il giorno che ci sarà la redistribuzione effettiva, l'Italia farà il suo dovere di stato di primo ingresso in maniera seria. c) concordare un aiuto finanziario adeguato per gli oneri da "paese di primo ingresso". Nell'immediato:

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a) smettere di strillare e lavorare seriamente nei corridoi diplomatici; b) applicare il principio degli hot spots il più possibile chiedendo anche l'aiuto di personale di altri paesi e, forse, qualche aiuto finanziario in più; mettere fine – nelle misura del possibile - alla politica dell'incoraggiare i profughi a squagliarsela. Ci saranno sempre profughi che riusciranno a non farsi identificare; ma non si deve aver l'impressione che questo comportamento sia incoraggiato dalle nostre autorità; c) chiedere un aiuto finanziario e pratico per aumentare i rimpatri; d) cercare di ricostruire una fiducia nell'Italia come partner affidabile e non un paese levantino che dice una cosa e ne fa un'altra. giorgio varaldo ha detto: ( ... ) Ma la domanda a questo punto e':come dovrebbe agire il governo in tema di migranti?

Risposto da Fabio Colasanti su 1 Febbraio 2016 a 18:54 Riposto qui un intervento di Paolo sull'immigrazione che era nella discussione Europa Risposto da Paolo Borrello 17 minuti fa Prescindo per un momento da valutazioni di natura etica che, peraltro, considero molto importanti e vorrei rilevare un aspetto della presenza in Italia dei migranti che talvolta viene evidenziato, ma non a sufficienza. La loro utilità potenziale a livello economico, soprattutto per la sostenibilità del nostro sistema di welfare. Prendo spunto da un articolo di Ilvo Diamanti, pubblicato oggi su "La Repubblica", nel quale, ancora una volta si faceva notare che nel 2015 il numero dei morti ha superato il numero dei nati e che la crescita del numero dei morti è stata superiore a quella verificatasi negli ultimi anni. Si rilevava anche il ben noto invecchiamento della nostra popolazione, determinato anche dal fatto che i nostri giovani più qualificati culturalmente emigrano così come una parte consistente dei migranti che arrivano in Italia vi passano e vanno in altri Paesi. Entrambi questi ultimi fenomeni derivano dalle insufficienti opportunità di lavoro, qualificato e non, che vi sono in questo periodo nel nostro Paese. Se tali opportunità di lavoro crescessero da un lato le emigrazioni dei nostri giovani diminuirebbero e aumenterebbero i migranti che resterebbero in Italia. Se quest'ultimo fenomeno - l'aumento dei migranti che vivono e lavorano nel nostro Paese - si verificasse davvero si contribuirebbe a frenare il processo di invecchiamento della popolazione e quindi, potenzialmente, l'afflusso e la presenza di un maggior numero di migranti in Italia sarebbe da valutare positivamente, quanto meno dal punto di vista economico, sia per il contributo alla crescita del Pil sia perchè renderebbe più sostenibile il nostro sistema di welfare.

Risposto da Fabio Colasanti su 1 Febbraio 2016 a 22:58 Posto qui la risposta di Giovanni giovanni de sio cesari ha detto: Paolo Questo mi pare un discorso molto serio da approfondire Ma veramente poi gli immigrati potrebbero essere una necessita per la nostre nazioni sul lungo periodo Non ho idee molto chiare in proposito Fabio Colasanti ha detto: Paolo, ho ricopiato questo tuo intervento nella discussione "L'immigrazione" Paolo Borrello ha detto: Prescindo per un momento da valutazioni di natura etica che, peraltro, considero molto importanti e vorrei rilevare un aspetto della presenza in Italia dei migranti che talvolta viene evidenziato, ma non a sufficienza. La loro utilità potenziale a livello economico, soprattutto per la sostenibilità del nostro sistema di welfare.

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Prendo spunto da un articolo di Ilvo Diamanti, pubblicato oggi su "La Repubblica", nel quale, ancora una volta si faceva notare che nel 2015 il numero dei morti ha superato il numero dei nati e che la crescita del numero dei morti è stata superiore a quella verificatasi negli ultimi anni. Si rilevava anche il ben noto invecchiamento della nostra popolazione, determinato anche dal fatto che i nostri giovani più qualificati culturalmente emigrano così come una parte consistente dei migranti che arrivano in Italia vi passano e vanno in altri Paesi. Entrambi questi ultimi fenomeni derivano dalle insufficienti opportunità di lavoro, qualificato e non, che vi sono in questo periodo nel nostro Paese. Se tali opportunità di lavoro crescessero da un lato le emigrazioni dei nostri giovani diminuirebbero e aumenterebbero i migranti che resterebbero in Italia. Se quest'ultimo fenomeno - l'aumento dei migranti che vivono e lavorano nel nostro Paese - si verificasse davvero si contribuirebbe a frenare il processo di invecchiamento della popolazione e quindi, potenzialmente, l'afflusso e la presenza di un maggior numero di migranti in Italia sarebbe da valutare positivamente, quanto meno dal punto di vista economico, sia per il contributo alla crescita del Pil sia perchè renderebbe più sostenibile il nostro sistema di welfare.

Risposto da Fabio Colasanti su 2 Febbraio 2016 a 9:37 Esattamente quello che sto scrivendo da vari giorni e che spiega perché il nostro governo è diventato un grande sostenitori degli accordi di Schengen. http://www.corriere.it/esteri/16_febbraio_01/schengen-quell-azzardo...

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Febbraio 2016 a 8:01 Una notizia dalla Macedonia che mostra due cose. La prima è che si creano rapidamente posizioni di privilegio che è poi difficile toccare (altra prova di quanto sia difficile fare riforme). La seconda è che alcune persone hanno perso il contatto con la realtà e il senso della misura e della decenza. Ieri Euronews ha trasmesso un brevissimo reportage su di una manifestazione di protesta di tassisti in Macedonia. La ragione della protesta è il fatto che il governo ha aperto una stazione ferroviaria di fortuna subito dopo la frontiera con la Grecia e ha messo a disposizione dei profughi dei treni gratuiti per attraversare il paese. Questo naturalmente ha messo fine ai facili guadagni dei tassisti che offrivano i loro servizi ai profughi in grado di pagare. Euronews ha perfino trasmesso la dichiarazione di un manifestante che si chiedeva con quale giustificazione il governo macedone si permetteva di levar loro il lavoro in questa maniera.

Risposto da Fabio Colasanti su 14 Febbraio 2016 a 8:02 Angela Merkel è, purtroppo, sempre più sola nella sua politica di apertura ai profughi. Ieri Manuel Valls, il primo ministro francese, ha confermato che la Francia accetterà 30mila profughi all'anno e non uno di più. Angela Merkel finora si è sempre rifiutata di fissare una cifra precisa per ilmassimo di profughi che la Germania accetterà nonostante pressanti richieste in questo senso dall'ala bavarese e da altri settori del suo stesso partito.

Risposto da Fabio Colasanti su 22 Febbraio 2016 a 8:29 Un buon articolo recente (dal sito La Voce) con alcune cifre interessanti e scritto da una persona seria (Silvia Merler). Quello che mi preoccupa è che anche questo articolo non individua soluzioni. Personalmete non ne vedo e ho

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veramente paura che la crisi dei profughi possa spaccare l'Unione europea molto più di ogni altro problema. La redistribuzione dei profughi tra i vari paesi non la vederemo mai in una misura che non sia puramente simbolica. Non possiamo costruire soluzioni su qualcosa che non vedremo mai. http://www.lavoce.info/archives/39787/risposte-pericolose-alla-cris...

Risposto da Fabio Colasanti su 24 Febbraio 2016 a 8:07 http://www.eunews.it/2016/02/23/il-belgio-chiude-il-confine-con-la-...

Risposto da Fabio Colasanti su 2 Marzo 2016 a 9:54 Uno studio della Cgia di Mestre sui costi per l'Italia di una sospensione degli accordi di Schengen. Credo Giovanni si fosse chiesto se la sospensione di Schengen sarebbe poi stata una cosa tanto importante. http://www.eunews.it/2016/03/01/la-sospensione-di-schengen-costereb...

Risposto da marcello sassoli su 2 Marzo 2016 a 12:08 Io non ho ancora capito: 1) Ruolo dei cosiddetti "hot spots" (continuiamo a farci male con l'inglese, grazie Matteo!) Sono il primo passo verso l'accoglienza o l'accoglienza, semplicemente, non esiste in modo strutturato e razionale? Inutile nascondersi dietro un dito. L'accoglienza "alla greca" è bella come principio ma richiede risorse, tempo, mezzi, personale qualificato che l'Italia (nonostante i bravissimi volontari vari) non ha. Non mi si dica il contrario. L'esempio di Oderzo (TV) illustrato stamane da Agorà (Rai3) è ...lampante. Si "scaricano" 428 rifugiati senza nessun piano di concertazione con le autorità locali. E' un chiaro ed inutile esempio che puo' solo esasperare gli animi. Questo tipo di azione è indifendibile. Il governo Renzi e tutto il PD ci dicano dove vogliono arrivare. Se si vuole "giocare" a fare i primi della classe non ci stiamo. 2) Sul piano più generale è vero che l'Unione europea è in un vicolo "quasi" cieco, alla fine c'è, purtroppo, un ...muro. Che i Soloni del buonismo a tutti i costi ci dicano quali sono le reali cifre dell'immigrazione. Ci sarà uno "straccio" di proiezione oppure si naviga a vista, è proprio il caso di dire!

Risposto da giorgio varaldo su 3 Marzo 2016 a 8:49 Interessante proposta di rossi ad agora'. I migranti ed i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza in cambio di LSU. Le esperienze attuali sono tutte a base volontaria. re la giurisprudenza e renderla obbligatoria. In tal modo si spunterebbe la principale arma di propaganda leghista

Risposto da Massimo Cocco su 3 Marzo 2016 a 13:11 Sono pienamente d'accordo con Giorgio

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Risposto da Fabio Colasanti su 4 Marzo 2016 a 5:27 Alla fine la realtà dei fatti si impone. Italia e Germania, sul problema dell'immigrazione, hanno da molto tempo iteressi oggettivamente allineati. E' cosi fin dal momento in cui la Germania - dopo l'apertura sui profughi siriani - si è resa conto che questo significava più di un milione di profughi all'anno. Adesso questo è stato riconosciuto anche a livello dei governi. http://www.lastampa.it/2016/03/03/esteri/italia-e-germania-subito-una-riforma-di-dublino-e-quote-oggettive-per-distribuire-i-rifugiati-qzsGW9rXjPIAqSkKJYEPOK/pagina.html Rimane il fatto che la loro richiesta rischia di non produrre nessun risultato concreto, perché non vedo la possibilità di obbligare i paesi restii ad accettare profughi se non li vogliono.

Risposto da Massimo Cocco su 4 Marzo 2016 a 6:39 Caspita che passo avanti verso una maggiore integrazione europea, oltre lo status quo delle regole vigenti! Che sia il comune interesse ad imporlo è quello che tanti di noi ripetiamo continuamente. Vale anche per i paesi restii, ma penso che avranno modo di capirlo una volta che i paesi fondatori si saranno messi d'accordo. Fabio, scusa la polemica ma mi sembra che questo dovrebbe certificare un recupero d'immagine del nostro presidente del consiglio in Europa rispetto a quanto da te temuto nelle ultime settimane

Risposto da Fabio Colasanti su 4 Marzo 2016 a 7:00 Massimo, il passo avanti verso una maggiore integrazione europea ancora non lo vedo perché non vedo come si riuscirà mai ad imporre a dei paesi che non lo vogliono di accettare profughi in quantità adeguate da costituire una diversificazione effettiva per i paesi che oggi di fatto accolgono i rifugiati. Ma quello che è notevole è che il nostro governo abbia finalmente capito che sulla storia della ripartizione dei profughi - per quanto difficile sia da realizzare - l'Italia e la Germania hanno gli stessi interessi. Si è quindi passati dalle invettive contro la Germania alla firma di un documento comune. Non vedo cosa questo c'entri con l'immagine europea di Matteo Renzi. Se questo mostra qualcosa è che Matteo Renzi si è reso conto di come stanno oggettivamente le cose. Quello che noto con piacere è che il periodo delle urla al megafono sembra essere stato superato. Il documento che analizziamo in un'altra discussione (quello sul rafforzamento del coordianmento delle politiche economiche e sul rafforzamento dell'eurozona) rappresenta un bel ritorno a terra dopo tante battute ad effetto. Massimo Cocco ha detto: Caspita che passo avanti verso una maggiore integrazione europea, oltre lo status quo delle regole vigenti! Che sia il comune interesse ad imporlo è quello che tanti di noi ripetiamo continuamente. Vale anche per i paesi restii, ma penso che avranno modo di capirlo una volta che i paesi fondatori si saranno messi d'accordo. Fabio, scusa la polemica ma mi sembra che questo dovrebbe certificare un recupero d'immagine del nostro presidente del consiglio in Europa rispetto a quanto da te temuto nelle ultime settimane

Risposto da Massimo Cocco su 4 Marzo 2016 a 8:41

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Sono d'accordo Fabio, è un sollievo essere approdati ad una fase costruttiva del confronto :-)

Risposto da Fabio Colasanti su 4 Marzo 2016 a 9:26 Tusk parla a nome dell'Unione europea o del paese "che conosce meglio"? http://www.eunews.it/2016/03/03/appello-di-tusk-migranti-illegali-n...

Risposto da Fabio Colasanti su 5 Marzo 2016 a 6:32 Ieri l'Eurostat ha reso disponibili delle cifre sulla "registrazione" dei profughi nei vari paesi nell'Unione europea nel 2015, rispetto al 2014. Queste cifre mostrano l'abisso che c'è tra il numero di profughi che arrivano effettivamente e quelli che sono registrati. Per esempio, le cifre nazionali mostrano che in Germania sono arrivati nel 2015 oltre un milione di profughi (circa 1.1 milioni), ma di questi 441mila non erano stati registrati in nessun altro paese dell'Unione europea. Qualcuno sarà anche arrivato come turista in aereo e avrà fatto dopo la domanda di asilo politico, ma il grosso sono arrivati via terra e avrebbero dovuto essere registrati da qualche altra parte. Altre cifre dell'UNHCR mostrano che nel 2015 sarebbero arrivati in Grecia circa 850mila profughi; ma nel paese ne sono stati registrati solo 11 370 ! In Italia, secondo il Viminale, sarebbero arrivati nel 2015 circa 170mila profughi, ma le registrazioni ufficiali sono state 83 245. La realtà è quella che è e conosciamo tutti le difficoltà che hanno i paesi di prima accoglienza. Ma oltre mezzo milione di persone può entrare nell'Unione europea senza che nessuna autorità ufficialmente se ne renda conto prima che questi abbiano percorso migliaia di chilometri a piedi attraverso l'Ue ? Che senso ha parlare di controlli alle frontiere o di sorveglianza all'interno dell'Unione europea? http://ec.europa.eu/eurostat/web/products-press-releases/-/3-04032016-AP http://www.theguardian.com/world/2016/mar/04/eu-refugee-crisis-number-of-asylum-seekers-doubled-to-12-million-in-2015 http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Migranti-Eurosta-nel-2015-oltre-un-milione-di-richieste-asilo-record-7e4fc416-fff7-4409-8f93-dcae8ac2c031.html http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2016/03/04/rec...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 5 Marzo 2016 a 13:03 Riporto anche in questo spazio una serie di considerazioni e domande che ho già presentato nella discussione " Proposte per l'Europa/ per l'Eurozona": INIZIA. un punto d'affrontare in maniera specifica , con un'azione comune a partire dai paesi dell'eurozona e con risorse rivenienti da un bilancio federale comune con emissione di eurobonds , penso debba essere quello legato alla gestione dei flussi migratori. La rilevanza del fenomeno comporta a mio avviso la necessità di una risposta comune che preveda il reperimento di risorse specifiche per finanziare : -centri di prima accoglienza e lavoro con specifica normativa comune europea in deroga a quella dei singoli paesi ( ad esempio in tema di legislazione del lavoro ecc)

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- organizzazione di centri per l'impiego -sorveglianza dei confini europei ed accordi con i paesi di provenienza per i rimpatri -investimenti comuni nelle zone geografiche di provenienza Il recente documento del governo italiano sull’Europa, mi sembra che ponga il tema della migrazione fra i punti centrali che richiedono una spesa europea comune e la necessità pertanto di dotarsi di risorse comuni dedicate con la creazione di una figura di ministro del tesoro dell'eurozona Personalmente ritengo che la portata del fenomeno sia tale da mettere in discussione il mercato del lavoro europeo, la tipologia delle produzioni nell'eurozona e le relazioni commerciali e politiche con i paesi di provenienza.- Non possiamo pertanto limitarci ad affrontare esclusivamente il problema della prima accoglienza e di una possibile ripartizione fra i paesi membri, senza valutare la permanenza del fenomeno, la necessaria integrazione di queste persone e l'importanza di fare in modo che questo afflusso di persone diventi una grande risorsa umana. Non possiamo pensare cioè che questa massa enorme di persone possa essere considerata un problema umanitario da mantenere comunque in perenne stato di emergenza, lontano dalla nostra realtà sociale . Siamo di fronte ad un fenomeno che cambia i termini non solo della nostra esistenza culturale, ma anche del nostro sistema sociale , economico e lavorativo . L'Eurozona ha la possibilità di utilizzare in maniera proficua ed efficace questo enorme esercito di riserva di manodopera per creare ricchezza ed un miglioramento generale delle condizioni di vita dei suoi cittadini ? Pensiamo al contrario di porre una barriera per arrestare il fenomeno in quanto riteniamo di non avere la possibilità di utilizzare queste risorse? ? Quali potrebbero essere le conseguenze ? L'Eurozona può limitarsi pertanto a gestire la questione sul suo territorio o sarà indispensabile investire congiuntamente importanti risorse in maniera programmata nei paesi di provenienza? Quali investimenti potrebbero essere effettuati ed in quali settori ? Quali cambiamenti delle regole del mercato del lavoro dovranno essere attuate per consentire un progressivo inserimento dei migranti senza disperdere i diritti e le conquiste dei lavoratori europei? Sarà necessario stabilire delle prime regole europee comuni, in deroga alle diverse legislazioni nazionali sul lavoro, per il primo periodo d'inserimento ? E' possibile gestire il problema dei migranti senza farsi carico contemporaneamente ed insieme almeno degli inoccupati europei?

Risposto da giorgio varaldo su 8 Marzo 2016 a 8:51 vertice di bruxelles. Solito flop ? Orban ha posto il veto all'aumento degli stanziamenti per la turchia e sarà piuttosto difficile cambi idea. Il blocco fra la frontiera greca e macedone rimane chiusa Si aprirà la via albanese verso l'italia. In libia peggio che mai continua il flusso verso l'italia In ogni caso renzi ha fatto bene a subordinare l'aumento degli stanziamenti alla turchia ad una apertura turca a maggior libertà di stampa. E sarà più facile che orban apra le frontiere ungheresi piuttosto che erdogan conceda libertà di informazione. Quindi la mossa del governo italiano la vedo - finalmente - ispirata ad una logica anche non del tutto chiara : Non si risolve il problema dei profughi dirottandoli verso l'italia

Risposto da Massimo Cocco su 8 Marzo 2016 a 9:12 Sono d'accordo. Mi sembra inoltre che l'intuizione di Renzi sottostante la precedente richiesta che l'Europa non si limiti a dare soldi alla Turchia ma ponga condizioni sul come spenderli abbia anticipato il miglior modo per contrastare la logica del ricatto giorgio varaldo ha detto:

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vertice di bruxelles. Solito flop ? Orban ha posto il veto all'aumento degli stanziamenti per la turchia e sarà piuttosto difficile cambi idea. Il blocco fra la frontiera greca e macedone rimane chiusa Si aprirà la via albanese verso l'italia. In libia peggio che mai continua il flusso verso l'italia In ogni caso renzi ha fatto bene a subordinare l'aumento degli stanziamenti alla turchia ad una apertura turca a maggior libertà di stampa. E sarà più facile che orban apra le frontiere ungheresi piuttosto che erdogan conceda libertà di informazione. Quindi la mossa del governo italiano la vedo - finalmente - ispirata ad una logica anche non del tutto chiara : Non si risolve il problema dei profughi dirottandoli verso l'italia

Risposto da Fabio Colasanti su 8 Marzo 2016 a 9:19 Giorgio, non condivido la logica della tua analisi. Primo. La rotta "balcanica" via terra è oggi già effettivamente chiusa (muri vari in Croazia, Slovenia, Ungheria e blocco degli ingressi in Austria). Secondo. Fare uscire profughi dalla Turchia verso la Grecia significa quindi dirottarli verso l'Italia (chi arriva in Grecia non ha più altra strada che tentare di attraversare l'Adriatico). Terzo. Cercare di far si che la Turchia si tenga i profughi è quindi una maniera di evitare che i profughi arrivino in Italia, non di "dirottarli verso l'Italia". Il problema è che è molto dubbio che sia possibile fare un accordo con la Turchia che blocchi effettivamente le partenze (o le compensi con il sistema "uno a uno"), ma la linea dell'accordo con la Turchia è la sola che può limitare il flusso verso l'Italia. Da questo punto di vista non capisco il blocco posto da Renzi. Non so nemmeno se sia veramente da vedere in relazione a questo negoziato (la stessa posizione di Matteo Renzi è stata presa anche da David Cameron e da Charles Michel; non so in che ordine si siano espressi su questo punto). Se fosse legato al negoziato sui profughi, si potrebbbe solo giustificare con il fatto che pensi che l'accordo con la Turchia sarà comunque impossibile e che non vale nemmeno la pena di farsi ricattare da questo paese per una cifra ancora più alta. Ma la direzione del negoziato in corso (accordo con la Turchia per limitare il numero di profughi che arriverà in Grecia e poi in Italia) è giusta. Il problema libico è un problema diverso da quello dei profughi che la Turchia fa uscire verso la Grecia. Non ci sono ancora indicazioni di numeri di persone molto alti che lascino la Turchia per andare in Libia e attraversare il Canale di Sicilia. Se in Libia ci fosse un governo che controllasse il paese, l'Unione europea cercherebbe di negoziare con questo più o meno negli stessi termini nei quali si sta negoziando con quello turco. Comunque sono contento che finalmente un primo ministro italiano prenda una posizione ferma contro la Turchia. Da cinquanta anni tutti i governi italiani e tutta la nostra diplomazia si sono mostrati i più filoturchi di tutta l'Europa. L'Italia si è sempre fatta il paladino degli interessi turchi in Europa e dell'ingresso della Turchia nell'Unione europea. Ho espresso varie volte il fastidio che mi dava questa posizione e non posso quindi che rallegrarmi della posizione dura presa da Matteo Renzi nei confronti di Erdogan. Ma tutto questo non c'entra molto con il negoziato attuale sui profughi. Ripeto, l'interesse italiano è che la Turchia riesca veramente a bloccare le uscite di profughi verso la Grecia (che è quello che si sta discutendo). Purtroppo la Turchia molto probabilmente non ci riuscirà e forse non lo vuole nemmeno. Questa è l'analisi del Sole240re http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-03-07/vertice-ue-turchia-... E questa è quella di Eunews. http://www.eunews.it/2016/03/08/vertice-ue-turchia-intesa-di-princi... giorgio varaldo ha detto: vertice di bruxelles. Solito flop ? Orban ha posto il veto all'aumento degli stanziamenti per la turchia e sarà piuttosto difficile cambi idea. Il blocco fra la frontiera greca e macedone rimane chiusa Si aprirà la via albanese verso l'italia. In libia peggio che mai continua il flusso verso l'italia

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In ogni caso renzi ha fatto bene a subordinare l'aumento degli stanziamenti alla turchia ad una apertura turca a maggior libertà di stampa. E sarà più facile che orban apra le frontiere ungheresi piuttosto che erdogan conceda libertà di informazione. Quindi la mossa del governo italiano la vedo - finalmente - ispirata ad una logica anche non del tutto chiara : Non si risolve il problema dei profughi dirottandoli verso l'italia

Risposto da Massimo Cocco su 8 Marzo 2016 a 9:29 Penso che le domande poste da Giuseppe siano destinate ad dominare il dibattito politico in Europa, sebbene progressivamente. In Svezia si è cominciato a discutere della necessità di creare massive opportunità di lavoro di tipo"semplice con bassa-paga", per promuovere l'integrazione sociale dei migranti. Purtroppo il centrosinistra e i sindacati sono contrari a prescindere. Ma è significativo che si sia cominciato a parlarne e che il centrodestra (che qui ha un indirizzo molto "sociale" e responsabile) prepari proposte serie in proposito Giuseppe Ardizzone ha detto: Riporto anche in questo spazio una serie di considerazioni e domande che ho già presentato nella discussione " Proposte per l'Europa/ per l'Eurozona": INIZIA. un punto d'affrontare in maniera specifica , con un'azione comune a partire dai paesi dell'eurozona e con risorse rivenienti da un bilancio federale comune con emissione di eurobonds , penso debba essere quello legato alla gestione dei flussi migratori. La rilevanza del fenomeno comporta a mio avviso la necessità di una risposta comune che preveda il reperimento di risorse specifiche per finanziare : -centri di prima accoglienza e lavoro con specifica normativa comune europea in deroga a quella dei singoli paesi ( ad esempio in tema di legislazione del lavoro ecc) - organizzazione di centri per l'impiego -sorveglianza dei confini europei ed accordi con i paesi di provenienza per i rimpatri -investimenti comuni nelle zone geografiche di provenienza Il recente documento del governo italiano sull’Europa, mi sembra che ponga il tema della migrazione fra i punti centrali che richiedono una spesa europea comune e la necessità pertanto di dotarsi di risorse comuni dedicate con la creazione di una figura di ministro del tesoro dell'eurozona Personalmente ritengo che la portata del fenomeno sia tale da mettere in discussione il mercato del lavoro europeo, la tipologia delle produzioni nell'eurozona e le relazioni commerciali e politiche con i paesi di provenienza.- Non possiamo pertanto limitarci ad affrontare esclusivamente il problema della prima accoglienza e di una possibile ripartizione fra i paesi membri, senza valutare la permanenza del fenomeno, la necessaria integrazione di queste persone e l'importanza di fare in modo che questo afflusso di persone diventi una grande risorsa umana. Non possiamo pensare cioè che questa massa enorme di persone possa essere considerata un problema umanitario da mantenere comunque in perenne stato di emergenza, lontano dalla nostra realtà sociale . Siamo di fronte ad un fenomeno che cambia i termini non solo della nostra esistenza culturale, ma anche del nostro sistema sociale , economico e lavorativo . L'Eurozona ha la possibilità di utilizzare in maniera proficua ed efficace questo enorme esercito di riserva di manodopera per creare ricchezza ed un miglioramento generale delle condizioni di vita dei suoi cittadini ? Pensiamo al contrario di porre una barriera per arrestare il fenomeno in quanto riteniamo di non avere la possibilità di utilizzare queste risorse? ? Quali potrebbero essere le conseguenze ? L'Eurozona può limitarsi pertanto a gestire la questione sul suo territorio o sarà indispensabile investire congiuntamente importanti risorse in maniera programmata nei paesi di provenienza? Quali investimenti potrebbero essere effettuati ed in quali settori ? Quali cambiamenti delle regole del mercato del lavoro dovranno essere attuate per consentire un progressivo inserimento dei migranti senza disperdere i diritti e le conquiste dei lavoratori europei? Sarà necessario stabilire delle prime regole europee comuni, in deroga alle diverse legislazioni nazionali sul lavoro, per il primo periodo d'inserimento ? E' possibile gestire il problema dei migranti senza farsi carico contemporaneamente ed insieme almeno degli inoccupati europei?

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Risposto da Fabio Colasanti su 10 Marzo 2016 a 17:28 Uno dei ritornelli che appaiono sempre ogni volta che si fa un catalogo delle cose da fare per diminuire la pressione migratoria è il migliorare le condizioni economiche nei paesi di partenza. Ma quando poi si fa qualcosa di concreto per raggiungere questo obiettivi si ottiene questo (con il M5S che prende le solite posizioni sbagliate e sguaiate). http://www.corriere.it/cronache/16_marzo_09/i-produttori-dell-extra... I produttori nostrani di olio di oliva hanno pero' ragione su di un punto. Una comunità, un paese, l'Unione europea non puo' mostrare generosità nei confronti di qualcuno facendone poi pagare il costo ad un piccolo gruppo dei suoi cittadini, è troppo comodo. Noi decidiamo che il nostro circolo deve sostenere questa o quella causa, ma deve essere solo il socio "X" a tirare fuori i soldi. Non è corretto. Il punto ha un carattere molto più largo che va al di la delle concessioni commerciali fatte su di un certo prodotto a vantaggio di un certo paese. Il punto tocca tutti gli accordi commerciali. Il libero commercio è nell'interesse di tutta la comunità nazionale. Ma questo risultato globale positivo è dovuto ad un risultato negativo par alcune parti della comunità e ad un risultato positivo, più grande, per altre parti. Quando si fanno accordi commerciali si devono prevedere meccanismi (o rafforzare quelli esistenti) che tassino parzialmente chi ci guadagna per indennizzare parzialmente chi ne esce perdente e per aiutarlo, in molti casi, ad abbandonare un'attività che è dopo l'accordo commerciale è diventata non redditizia.

Risposto da giorgio varaldo su 10 Marzo 2016 a 18:11 Fabio in questo caso specifico poteva l'italia mettere il veto? Fabio Colasanti ha detto: Uno dei ritornelli che appaiono sempre ogni volta che si fa un catalogo delle cose da fare per diminuire la pressione migratoria è il migliorare le condizioni economiche nei paesi di partenza. Ma quando poi si fa qualcosa di concreto per raggiungere questo obiettivi si ottiene questo (con il M5S che prende le solite posizioni sbagliate e sguaiate). http://www.corriere.it/cronache/16_marzo_09/i-produttori-dell-extra... I produttori nostrani di olio di oliva hanno pero' ragione su di un punto. Una comunità, un paese, l'Unione europea non puo' mostrare generosità nei confronti di qualcuno facendone poi pagare il costo ad un piccolo gruppo dei suoi cittadini, è troppo comodo. Noi decidiamo che il nostro circolo deve sostenere questa o quella causa, ma deve essere solo il socio "X" a tirare fuori i soldi. Non è corretto. Il punto ha un carattere molto più largo che va al di la delle concessioni commerciali fatte su di un certo prodotto a vantaggio di un certo paese. Il punto tocca tutti gli accordi commerciali. Il libero commercio è nell'interesse di tutta la comunità nazionale. Ma questo risultato globale positivo è dovuto ad un risultato negativo par alcune parti della comunità e ad un risultato positivo, più grande, per altre parti. Quando si fanno accordi commerciali si devono prevedere meccanismi (o rafforzare quelli esistenti) che tassino parzialmente chi ci guadagna per indennizzare parzialmente chi ne esce perdente e per aiutarlo, in molti casi, ad abbandonare un'attività che è dopo l'accordo commerciale è diventata non redditizia.

Risposto da Fabio Colasanti su 10 Marzo 2016 a 19:10 Giorgio, non so esattamente a che punto della procedura si sia, ma l'articolo fa riferimento ad un voto nel Parlamento europeo. Li le decisioni si prendono alla maggioranza e nessun paese puo' mettere un veto. giorgio varaldo ha detto: Fabio

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in questo caso specifico poteva l'italia mettere il veto? Fabio Colasanti ha detto: Uno dei ritornelli che appaiono sempre ogni volta che si fa un catalogo delle cose da fare per diminuire la pressione migratoria è il migliorare le condizioni economiche nei paesi di partenza. Ma quando poi si fa qualcosa di concreto per raggiungere questo obiettivi si ottiene questo (con il M5S che prende le solite posizioni sbagliate e sguaiate). http://www.corriere.it/cronache/16_marzo_09/i-produttori-dell-extra... I produttori nostrani di olio di oliva hanno pero' ragione su di un punto. Una comunità, un paese, l'Unione europea non puo' mostrare generosità nei confronti di qualcuno facendone poi pagare il costo ad un piccolo gruppo dei suoi cittadini, è troppo comodo. Noi decidiamo che il nostro circolo deve sostenere questa o quella causa, ma deve essere solo il socio "X" a tirare fuori i soldi. Non è corretto. Il punto ha un carattere molto più largo che va al di la delle concessioni commerciali fatte su di un certo prodotto a vantaggio di un certo paese. Il punto tocca tutti gli accordi commerciali. Il libero commercio è nell'interesse di tutta la comunità nazionale. Ma questo risultato globale positivo è dovuto ad un risultato negativo par alcune parti della comunità e ad un risultato positivo, più grande, per altre parti. Quando si fanno accordi commerciali si devono prevedere meccanismi (o rafforzare quelli esistenti) che tassino parzialmente chi ci guadagna per indennizzare parzialmente chi ne esce perdente e per aiutarlo, in molti casi, ad abbandonare un'attività che è dopo l'accordo commerciale è diventata non redditizia.

Risposto da Fabio Colasanti su 11 Marzo 2016 a 0:01 L'Economist da una valutazione globalmente positiva dell'accordo con la Turchia sui profughi. http://www.economist.com/news/leaders/21694536-european-bargain-tur...

Risposto da Fabio Colasanti su 18 Marzo 2016 a 7:31 Alla fine la realtà dei fatti si impone sempre. Al vertice europeo si sta discutendo di un accordo con la Turchia che dovrebbe prevedere che la Turchia si impegni a riprendere tutti i profughi che sono sbarcati in Grecia venendo dalla Turchia. In cambio, l'Unione europea si impegnerebbe a portare in aereo dalla Turchia in Europa un profugo siriano per ogni profugo siriano riportato in Turchia dalla Grecia. Ci sono molti dubbi su tante parti dell'accordo e non è ancora chiaro se l'accordo sarà raggiunto viste le contropartite, finanziarie e non, chieste dal governo di Erdogan. Ma la cosa più importante che ho notato è che il nostro paese non è più tra quelli che creano difficoltà all'accordo. Le posizioni dure sulla Turchia su alcuni temi (trattamento dei rifugiati, libertà di stampa, ecc.) sembra siano venute da Francia, Spagna e Portogallo. Matteo Renzi ha invece espresso la speranza che si raggiunga presto l'accordo e che questo costituisca un precedente per accordi con altri paesi dai quali arrivano i profughi. Il nostro governo si è reso conto che un accordo con la Turchia è anche nell'interesse dell'Italia, anzi il nostro paese ne è uno dei principali beneficiari.

Risposto da giorgio varaldo su 20 Marzo 2016 a 8:32 Un ricercato vive per quattro mesi nel suo quartiere godendo dell'appoggio della popolazione. Ha trovato cibo ed alloggio. Quando e' catturato la gente scende in piazza e protesta contro la polizia. Intervistati dai media nessun abitante lo conosceva nessuno lo aveva mai visto neanche il dirimpettaio di pianerottolo. L'omerta' e' la regola. I media mostrano giovani armati che maneggiano impunemente armi tanto in quel quartiere la polizia non ci mette mai piede. Parliamo dequartieri spagnoli di forcella dello zen? No. Di molenbeeck.

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Se cosa visto nella civilissima (mah..) bruxelles e' il quadro della situazione possiamo affermare che l'integrazione e' fallita. Siamo in presenza dell'immigrato corpo estraneo ed ostile . Siamo in presenza di chi rifiuta le nostre regole .Siamo in presenza di una mafia religiosa etnica culturale. E senza un imam alla don diana. Che non si limita ad arricchirsi di traffici illeciti. Che rifiuta il paese che la ha ospitata. Che ha dato lavoro. Non si era nel fango di calais o nelle baraccopoli pugliesi o calabresi. No. Si tratta di case in centro alla capitale europea. E non ci sono neanche i mezzi per reagire. La repressione e' vietata dalle nostre leggi. Non e' questione di dar loro casa e lavoro. Li hanno. Noi europei garanti dei diritti umani siamo imbelli. Siamo indifesi. Chi come orban ha iniziato ad innalzare bandiere e' stato additato al pubblico ludibrio. Ma a budapest non esiste una molenbeek. Ne mai esistera'. E' stato facile prevedere il successo tedesco di AFD e dei movimenti che si oppongono all'immigrazione come la si e' intesa sino ad oggi. E' altrettanto facile prevedere un progressivo inarrestabile loro crescita in tutta europa. Muoviamoci prima che sia troppo tardi. Ammesso si possa essere ancora in tempo. E se gli aylan salvati portano alla situazione venuta alla luce a molenbeek forse siamo gia' fuori tempo massimo.

Risposto da Fabio Colasanti su 20 Marzo 2016 a 9:16 Giorgio, Siamo stretti tra due vincoli. Il primo, il più grosso, è che in Europa ci sono venti milioni di mussulmani. Dobbiamo trovare una maniera di convivere con loro. Trasformare il problema del terrorismo in una attacco contro l'insieme della popolazione mussulmana richia di creare una situazione esplosiva nella quale saremmo tutti perdenti. Quindi dobbiamo fare ogni sforzo per distinguere nella misura del possibile tra mussulmani e terroristi. Scampia, per cose diverse, ha delle caratteristiche molto simili a Molenbeek, anche li la polizia si vede poco e quando si vede è oggetto di insulti. Ma non possiamo trasformare le condanne della camorra in attacchi contro tutti i napoletani. Dall'altro dobbiamo riconoscere che l'integrazione è fallita. Che è soprattutto fallito il modello "multi-culturale", il permettere lo sviluppo parallelo di due mondi diversi. Esempi di questa pericolosa tentazione – che tanti "buonisti" ancora sostengono anche in Italia – vanno dalle scuole diverse per ogni gruppo etnico alla proposta allucinante, ma discussa ufficialmente in Gran Bretagna, di permettere l'applicazione della Sharia nella comunità islamica. Non dimentichiamo che tanti mussulmani non vogliono integrarsi, ma anche che tanti sono già integrati; guarda la quantità di vittime mussulmane tra i clienti dei bar, ristoranti e teatri parigini assassinati il 13 novembre scorso. Durante una recente visita in Germania il sultano Erdogan, in un discorso pubblico che ha avuto una forte eco, ha invitato i turchi che vivono in quel paese a non integrarsi; secondo lui l'integrazione significa la perdita della propria identità culturale (cosa in parte vera). Secondo me bisogna riaffermare i valori di tolleranza e di laicità presenti nelle nostre costituzioni e non permettere eccezioni per qualsiasi religione.

Risposto da marcello sassoli su 20 Marzo 2016 a 17:57 Secondo me era tutto prevedibile. Anni fa sono stato segretario di seggio per le prime elezioni del Parlamento européo proprio a Molenbeek. nell'intervallo ho fatto un giro per il comune insieme con il presidente, professore all'università. Rispetto al resto della città, Molenbeek sembrava un villaggio più esotico, nell'insieme tranquillo. Le persone che si incontravano erano di livello più modesto rispetto ad altri quartieri, ma non più di tanto. Sembravano nell'insieme integrarsi con la realtà di una città come Bruxelles. Questo si poteva vedere anche nei disegni dei bambini delle classi che componevano la scuola nella quale era situata il seggio. Ora la realtà sembra tutta diversa o perlomeno i fatti accaduti ce lo fanno credere. Complice una crisi di livello mondiale, cui aggiungiamo le sempiterne scelte sbagliate dei governi americani è nato un fondamentalismo di matrice cosiddetta religiosa ma io direi che piuttosto si basa su una rivendicazione storica che, per quanto sbagliata, ha le sue radici... nella storia. L'idea del califfato ha fatto proseliti perchè i Musulmani sono arrivati sino a Poitiers e sotto le porte di Vienna, che lo si accetti o meno è questa rivendicazione che noi giudichiamo folle, che è il substrato dell'adesione di migliaia di giovani. A vedere quello che è successo in questi giorni a Forest e Molenbeek,molti abitanti hanno chiuso un occhio oppure hanno appoggiato

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chiaramente la presenza di terroristi. Non sarà facile cambiare l'ordine delle cose e di certo questa Europa dà adito a molti dubbi.

Risposto da giorgio varaldo su 21 Marzo 2016 a 0:30 Come volevasi dimostrare ora nei guai c'e' il nostro paese. http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/19/news/l_allarme_del_vimin... Il governo italiano avrebbe dovuto porre precise condizioni all'accordo con la turchia . Senza un impegno sottoscritto dall'europa per accogliere i migranti che arriveranno in italia avrebbe dovuto porre il veto.

Risposto da Fabio Colasanti su 21 Marzo 2016 a 7:35 Giorgio, che condizioni avrebbe dovuto porre l'Italia? A chi le avrebbe dovute porre? Chi avrebbe potuto darle le garanzie richieste? I profughi siriani non sono tutti in Turchia, ce ne sono tanti in Giordania e Libano e molti altri che escono ancora dal paese in tutte le direzioni giorgio varaldo ha detto: Come volevasi dimostrare ora nei guai c'e' il nostro paese. http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/19/news/l_allarme_del_vimin... Il governo italiano avrebbe dovuto porre precise condizioni all'accordo con la turchia . Senza un impegno sottoscritto dall'europa per accogliere i migranti che arriveranno in italia avrebbe dovuto porre il veto.

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 21 Marzo 2016 a 10:42 Si parla anche di un arrivo in Italia attrraverso l'Adriatico passando dall'Albania.

Risposto da mariella alois su 21 Marzo 2016 a 11:54 Scusa Marcello Ma che Molenbeek fosse un quartiere dalle apparenze tranquille, assolutamente no. Da anni, da sempre che io sappia, la criminalità comune in questo quartiere era conosciuta e temuta. Difficile trovare persino un taxi che volesse avventurarsi nella zona. Persino chi ci abita evita di camminare per le strade! L'ex sindaco del comune per 20anni, messo in causa, dice di rimproverarsi solo non aver fatto abbastanza per l'integrazione dei giovani del quartiere. Può darsi, ma resta che è un terrorismo, come qualsiasi altra forma di terrorismo, che affonda in radici non islamiche o ideologiche, bensì di criminalità comune. marcello sassoli ha detto: Secondo me era tutto prevedibile. Anni fa sono stato segretario di seggio per le prime elezioni del Parlamento européo proprio a Molenbeek. nell'intervallo ho fatto un giro per il comune insieme con il presidente, professore all'università. Rispetto al resto della città, Molenbeek sembrava un villaggio più esotico, nell'insieme tranquillo. Le persone che si incontravano erano di livello più modesto rispetto ad altri quartieri, ma non più di tanto. Sembravano nell'insieme

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integrarsi con la realtà di una città come Bruxelles. Questo si poteva vedere anche nei disegni dei bambini delle classi che componevano la scuola nella quale era situata il seggio. Ora la realtà sembra tutta diversa o perlomeno i fatti accaduti ce lo fanno credere. Complice una crisi di livello mondiale, cui aggiungiamo le sempiterne scelte sbagliate dei governi americani è nato un fondamentalismo di matrice cosiddetta religiosa ma io direi che piuttosto si basa su una rivendicazione storica che, per quanto sbagliata, ha le sue radici... nella storia. L'idea del califfato ha fatto proseliti perchè i Musulmani sono arrivati sino a Poitiers e sotto le porte di Vienna, che lo si accetti o meno è questa rivendicazione che noi giudichiamo folle, che è il substrato dell'adesione di migliaia di giovani. A vedere quello che è successo in questi giorni a Forest e Molenbeek,molti abitanti hanno chiuso un occhio oppure hanno appoggiato chiaramente la presenza di terroristi. Non sarà facile cambiare l'ordine delle cose e di certo questa Europa dà adito a molti dubbi.

Risposto da Fabio Colasanti su 21 Marzo 2016 a 13:01 Giuseppe, ma questo canale sarebbe ridotto fortemente dall'accordo con la Turchia (ammesso che sia efficace). Per questo l'accordo con la Turchia è anche nell'interesse dell'Italia, come Matteo Renzi ha riconosciuto Giuseppe Ardizzone ha detto: Si parla anche di un arrivo in Italia attrraverso l'Adriatico passando dall'Albania.

Risposto da marcello sassoli su 21 Marzo 2016 a 14:47 Scusate ma che sia una criminalità di matrice "comune" nulla toglie alla gravità dei fatti di Parigi ed altrove. Questa criminalità poco "comune" va affrontata con la partecipazione di tutti. Quindi, va bene una polizia europea che funzioni al di là di tutte le barriere nazionali e linguistiche su delle basi "comuni" di solidarietà. Gli ultimi fatti dimostrano che questa collaborazione (parlo di Francia-Belgio) non c'è stata. Speriamo che la lezione sia stata capita da tutti. L'Europa deve essere anche questo. mariella alois ha detto: Scusa Marcello Ma che Molenbeek fosse un quartiere dalle apparenze tranquille, assolutamente no. Da anni, da sempre che io sappia, la criminalità comune in questo quartiere era conosciuta e temuta. Difficile trovare persino un taxi che volesse avventurarsi nella zona. Persino chi ci abita evita di camminare per le strade! L'ex sindaco del comune per 20anni, messo in causa, dice di rimproverarsi solo non aver fatto abbastanza per l'integrazione dei giovani del quartiere. Può darsi, ma resta che è un terrorismo, come qualsiasi altra forma di terrorismo, che affonda in radici non islamiche o ideologiche, bensì di criminalità comune. marcello sassoli ha detto: Secondo me era tutto prevedibile. Anni fa sono stato segretario di seggio per le prime elezioni del Parlamento européo proprio a Molenbeek. nell'intervallo ho fatto un giro per il comune insieme con il presidente, professore all'università. Rispetto al resto della città, Molenbeek sembrava un villaggio più esotico, nell'insieme tranquillo. Le persone che si incontravano erano di livello più modesto rispetto ad altri quartieri, ma non più di tanto. Sembravano nell'insieme integrarsi con la realtà di una città come Bruxelles. Questo si poteva vedere anche nei disegni dei bambini delle classi che componevano la scuola nella quale era situata il seggio. Ora la realtà sembra tutta diversa o perlomeno i fatti accaduti ce lo fanno credere. Complice una crisi di livello mondiale, cui aggiungiamo le sempiterne scelte sbagliate dei governi americani è nato un fondamentalismo di matrice cosiddetta religiosa ma io direi che piuttosto si basa su una rivendicazione storica che, per quanto sbagliata, ha le sue radici... nella storia. L'idea del califfato ha fatto proseliti perchè i Musulmani sono arrivati sino a Poitiers e sotto le porte di Vienna, che lo si accetti o meno è questa rivendicazione che noi giudichiamo folle, che è il substrato dell'adesione di migliaia di giovani. A vedere quello che è successo in questi giorni a Forest e Molenbeek,molti abitanti hanno chiuso un occhio oppure hanno appoggiato chiaramente la presenza di terroristi. Non sarà facile cambiare l'ordine delle cose e di certo questa Europa dà adito a molti dubbi.

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Risposto da giorgio varaldo su 21 Marzo 2016 a 14:48 Chiusa la via balcanica ai profughi provenienti da Afghanistan pakistan ed iraq rimane aperta la soluzione mare. Nel passato questa via aveva come basi di partenza sia la turchia che i paesi della fascia nord del mediterraneo. Mi auguro che nell'accordo sia compresa anche il controllo delle partenze dai porti turchi con navi madri che scaricano in prossimità delle coste italiane i profughi su piccole imbarcazioni. Rimane aperta la via libica . Sperare in un accordo con un impotente governo libico è una chimera. Non potendo o meglio non volendo respingere i migranti sul mare è inevitabile l'arrivo nel nostro paese ma anche la permanenza. Cosa avrebbe dovuto chiedere il governo italiano? visto che nessun paese europeo vuole accogliere i migranti che almeno le spese di accoglienza siano interamente a carico dell'europa e di avviare una gestione europea dei rimpatri tramite accordi europei con i paesi interessati . Con la turchia in poche settimane si sono trovati finanziamenti ed accordi. Perché con la turchia si e con i paesi del nord africa del sahel Afghanistan bangla desh e pakistan no? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, che condizioni avrebbe dovuto porre l'Italia? A chi le avrebbe dovute porre? Chi avrebbe potuto darle le garanzie richieste? I profughi siriani non sono tutti in Turchia, ce ne sono tanti in Giordania e Libano e molti altri che escono ancora dal paese in tutte le direzioni giorgio varaldo ha detto: Come volevasi dimostrare ora nei guai c'e' il nostro paese. http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/19/news/l_allarme_del_vimin... Il governo italiano avrebbe dovuto porre precise condizioni all'accordo con la turchia . Senza un impegno sottoscritto dall'europa per accogliere i migranti che arriveranno in italia avrebbe dovuto porre il veto.

Risposto da Fabio Colasanti su 21 Marzo 2016 a 15:15 Giorgio, la risposta è ovvia. La Turchia, paese abbastanza sviluppato e poco democratico, puo' - se vuole (ma non son tanto convinto che lo voglia veramente) - far rispettare accordi come quello appena raggiunto. Per di più alla Turchia si sono dati soldi e soprattutto varie contropartite politiche (visti, apertura di capitoli di negaziato). Con i paesi dell'Africa e con l'Afganistan non è possibile fare accordi del genere. Se ci fosse un governo libico con la stessa efficacia di quello turco sono convinto che l'Unione europea avrebbe tirato fuori vari miliardi per convincerlo a sorvegliare le sue frontiere), ma questo governo non c'è. Il problema che vedo è quello della nostra opinione pubblica. Quando cominceranno ad arrivare le foto dei poveretti riportati in Turchia penso che il sostegno all'accordo possa scomparire. Per quanto riguarda i soldi dall'Europa per i rifugiati, siamo nella stessa identica situazione dei "fondi strutturali". Potremmo certo chiedere di più, ma ci sarebbe chiesto ancora una volta perché non utilizziamo i soldi già messi a nostra disposizione. Ricordo un dibattito tra il sindaco di Lampedusa e Michele Cercone, portavoce del precedente commissario all'immigrazione, che ricordava gli stanziamenti disponibili e non utilizzati dalle nostre autorità. giorgio varaldo ha detto: Chiusa la via balcanica ai profughi provenienti da Afghanistan pakistan ed iraq rimane aperta la soluzione mare. Nel passato questa via aveva come basi di partenza sia la turchia che i paesi della fascia nord del mediterraneo. Mi auguro che nell'accordo sia compresa anche il controllo delle partenze dai porti turchi con navi madri che scaricano in prossimità delle coste italiane i profughi su piccole imbarcazioni.

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Rimane aperta la via libica . Sperare in un accordo con un impotente governo libico è una chimera. Non potendo o meglio non volendo respingere i migranti sul mare è inevitabile l'arrivo nel nostro paese ma anche la permanenza. Cosa avrebbe dovuto chiedere il governo italiano? visto che nessun paese europeo vuole accogliere i migranti che almeno le spese di accoglienza siano interamente a carico dell'europa e di avviare una gestione europea dei rimpatri tramite accordi europei con i paesi interessati . Con la turchia in poche settimane si sono trovati finanziamenti ed accordi. Perché con la turchia si e con i paesi del nord africa del sahel Afghanistan bangla desh e pakistan no? Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, che condizioni avrebbe dovuto porre l'Italia? A chi le avrebbe dovute porre? Chi avrebbe potuto darle le garanzie richieste? I profughi siriani non sono tutti in Turchia, ce ne sono tanti in Giordania e Libano e molti altri che escono ancora dal paese in tutte le direzioni giorgio varaldo ha detto: Come volevasi dimostrare ora nei guai c'e' il nostro paese. http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/19/news/l_allarme_del_vimin... Il governo italiano avrebbe dovuto porre precise condizioni all'accordo con la turchia . Senza un impegno sottoscritto dall'europa per accogliere i migranti che arriveranno in italia avrebbe dovuto porre il veto.

Risposto da giorgio varaldo su 21 Marzo 2016 a 15:16 La caratteristica fondamentale della delinquenza di matrice comune è il danaro. Procurato da droga estorsioni gioco d'azzardo prostituzione e simili attività. E' il danaro che muove le mafie. E' presente tutto ciò nel quartiere interessato? Mi permetto di aver qualche dubbio. C'è stata omertà. Inutile negarlo. E senza motivazioni economiche è data da motivi religiosi. Riguardo alle polizie almeno da cosa si capisce dai media non è che la belga abbia fornito un quadro di efficienza. Nei giorni scorsi giravano sul web filmati nei quali si vedeva gente camminare sui tetti. Ma non c'era nessun poliziotto. C'è poi il discorso magistratura. Gli interessati erano stati segnalati alla magistratura ma erano a piede libero. Poi la francia ha preso misure straordinarie . Così come le ha prese il nostro paese riguardo alle espulsioni. L'anello debole è costituito dalle nostre regole ed alla attenzione che abbiamo per il loro rispetto. Per la nostra mentalità tutti sono innocenti sino alla condanna definitiva. Ed in libertà. Ma il terrorista userà questa libertà per ravvedersi o per continuare in quella che considera una missione? Non so se servano leggi speciali come la reale nel caso delle BR. Ma dobbiamo iniziare a discuterne soprattutto in sede europea. E magari ricordarci che libertà e sicurezza non sempre vanno d'accordo. Rimane il discorso integrazione. Mi ha fatto piacere leggere giudizi negativi riguardo a quello che è stato in modo di operare negli ultimi trenta anni. Piacere ovviamente nel constatare che la mia personale visione una volta di netta minoranza trova oggi ampi consensi. Occorre esser estremamente severi . Per chi non si integra in europa non c'è posto. marcello sassoli ha detto: Scusate ma che sia una criminalità di matrice "comune" nulla toglie alla gravità dei fatti di Parigi ed altrove. Questa criminalità poco "comune" va affrontata con la partecipazione di tutti. Quindi, va bene una polizia europea che funzioni al di là di tutte le barriere nazionali e linguistiche su delle basi "comuni" di solidarietà. Gli ultimi fatti dimostrano che questa collaborazione (parlo di Francia-Belgio) non c'è stata. Speriamo che la lezione sia stata capita da tutti. L'Europa deve essere anche questo. mariella alois ha detto: Scusa Marcello Ma che Molenbeek fosse un quartiere dalle apparenze tranquille, assolutamente no. Da anni, da sempre che io sappia, la criminalità comune in questo quartiere era conosciuta e temuta. Difficile trovare persino un taxi che volesse avventurarsi nella zona. Persino chi ci abita evita di camminare per le strade! L'ex sindaco del comune per 20anni, messo in causa, dice di rimproverarsi solo non aver fatto abbastanza per l'integrazione dei giovani del quartiere. Può darsi, ma resta che è un terrorismo, come qualsiasi altra forma di terrorismo, che affonda in radici non islamiche o ideologiche, bensì di criminalità comune. marcello sassoli ha detto:

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Secondo me era tutto prevedibile. Anni fa sono stato segretario di seggio per le prime elezioni del Parlamento européo proprio a Molenbeek. nell'intervallo ho fatto un giro per il comune insieme con il presidente, professore all'università. Rispetto al resto della città, Molenbeek sembrava un villaggio più esotico, nell'insieme tranquillo. Le persone che si incontravano erano di livello più modesto rispetto ad altri quartieri, ma non più di tanto. Sembravano nell'insieme integrarsi con la realtà di una città come Bruxelles. Questo si poteva vedere anche nei disegni dei bambini delle classi che componevano la scuola nella quale era situata il seggio. Ora la realtà sembra tutta diversa o perlomeno i fatti accaduti ce lo fanno credere. Complice una crisi di livello mondiale, cui aggiungiamo le sempiterne scelte sbagliate dei governi americani è nato un fondamentalismo di matrice cosiddetta religiosa ma io direi che piuttosto si basa su una rivendicazione storica che, per quanto sbagliata, ha le sue radici... nella storia. L'idea del califfato ha fatto proseliti perchè i Musulmani sono arrivati sino a Poitiers e sotto le porte di Vienna, che lo si accetti o meno è questa rivendicazione che noi giudichiamo folle, che è il substrato dell'adesione di migliaia di giovani. A vedere quello che è successo in questi giorni a Forest e Molenbeek,molti abitanti hanno chiuso un occhio oppure hanno appoggiato chiaramente la presenza di terroristi. Non sarà facile cambiare l'ordine delle cose e di certo questa Europa dà adito a molti dubbi.

Risposto da giorgio varaldo su 21 Marzo 2016 a 15:34 vero Fabio. Non possiamo trovare accordo con la libia, Ma possiamo trovare accordi con pakistan afghanistan nigeria marocco ed altri paesi dai quali provengono i migranti. Dell'opinione pubblica non mi preoccuperei più di tanto. Anche perché il pensiero della gente comune non è quello che emerge dai social . E' quello che si percepisce alle fermate dei bus nelle sale di attesa dei medici e posti simili. E posso garantire che in simili luoghi di aggregazione gli aylan non sono neanche presi in considerazione. Neppure le motivazioni della mancata spesa dei fondi assegnati conta qualcosa. Contano molto di più le mancanze di welfare . E con un aumento dei rifugiati che dovranno rimanere ospitati da noi in quanto troveranno le frontiere sbarrate non credo aumenteranno i consensi salvo quelli per la lega. Riuscire a spendere i fondi europei non ci riusciamo ne penso potremo riuscirci a breve. Ma ridurre il welfare ci si riesce e di molto bene. Continuo ad esser preoccupato e lo sono sempre di più. Non vedo nessuna via di uscita. Non vorrei che l'esperienza renzi finisse in questo modo. Fabio Colasanti ha detto: Giorgio, la risposta è ovvia. La Turchia, paese abbastanza sviluppato e poco democratico, puo' - se vuole (ma non son tanto convinto che lo voglia veramente) - far rispettare accordi come quello appena raggiunto. Per di più alla Turchia si sono dati soldi e soprattutto varie contropartite politiche (visti, apertura di capitoli di negaziato). Con i paesi dell'Africa e con l'Afganistan non è possibile fare accordi del genere. Se ci fosse un governo libico con la stessa efficacia di quello turco sono convinto che l'Unione europea avrebbe tirato fuori vari miliardi per convincerlo a sorvegliare le sue frontiere), ma questo governo non c'è. Il problema che vedo è quello della nostra opinione pubblica. Quando cominceranno ad arrivare le foto dei poveretti riportati in Turchia penso che il sostegno all'accordo possa scomparire. Per quanto riguarda i soldi dall'Europa per i rifugiati, siamo nella stessa identica situazione dei "fondi strutturali". Potremmo certo chiedere di più, ma ci sarebbe chiesto ancora una volta perché non utilizziamo i soldi già messi a nostra disposizione. Ricordo un dibattito tra il sindaco di Lampedusa e Michele Cercone, portavoce del precedente commissario all'immigrazione, che ricordava gli stanziamenti disponibili e non utilizzati dalle nostre autorità. giorgio varaldo ha detto: Chiusa la via balcanica ai profughi provenienti da Afghanistan pakistan ed iraq rimane aperta la soluzione mare. Nel passato questa via aveva come basi di partenza sia la turchia che i paesi della fascia nord del mediterraneo. Mi auguro che nell'accordo sia compresa anche il controllo delle partenze dai porti turchi con navi madri che scaricano in prossimità delle coste italiane i profughi su piccole imbarcazioni. Rimane aperta la via libica . Sperare in un accordo con un impotente governo libico è una chimera. Non potendo o meglio non volendo respingere i migranti sul mare è inevitabile l'arrivo nel nostro paese ma anche la permanenza.

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Cosa avrebbe dovuto chiedere il governo italiano? visto che nessun paese europeo vuole accogliere i migranti che almeno le spese di accoglienza siano interamente a carico dell'europa e di avviare una gestione europea dei rimpatri tramite accordi europei con i paesi interessati . Con la turchia in poche settimane si sono trovati finanziamenti ed accordi. Perché con la turchia si e con i paesi del nord africa del sahel Afghanistan bangla desh e pakistan no?

Risposto da Massimo Cocco su 21 Marzo 2016 a 16:17 Anch'io penso che sia necessario affermare il principio che l'integrazione culturale ai principi laici dell'occidente sia la precondizione per ottenere e mantenere il diritto di asilo.

Risposto da giorgio varaldo su 22 Marzo 2016 a 7:54 un interessante - e preoccupante - articolo riguardo alla presenza islamica in europa http://www.analisidifesa.it/2016/03/i-califfati-deuropa-saranno-le-...

Risposto da Fabio Colasanti su 22 Marzo 2016 a 9:50 Giorgio, sono incollato di fronte alla televisione. Provo sgomento e rabbia. Sono rientrato a casa ieri e sono passato attraverso l'aeroporto di Zaventem ieri sera alle undici. Le stazioni della metropolitana di Arts-Loi e Maelbeek sono due stazioni che uso molto spesso. Tutte le immagini che arrivano alla televisione si riferiscono alla mia vita quotidiana. Alle dodici sarei dovuto andare ad un seminario sul rafforzamento dell'eurozona con oratori importanti. Il seminario è a pochi passi dalla stazione Arts-Loi. Capisco meglio quello che i parigini hanno provato il 13 novembre scorso. Un amico mi ha appena telefonato. Nonostante la sua profonda fede democratica mi ha detto che questa è una situazione in cui si dovranno inevitabilmente fare delle ingiustizie. È triste vedere come l'aumentare degli attacchi terroristici ci avvicina alla situaizone tremenda di scontro tra civiltà, di scontro tra culture. Le bombe sono state messe in luoghi che non si possono controllare: la sala d'ingresso dell'aeroporto e due stazioni della metropolitana. Non possiamo mettere metal detectors dappertutto.

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 22 Marzo 2016 a 10:30 Desideravo esprimere la mia più profonda solidarietà per gli amici e compagni del Circolo che vivono a Bruxelles. Devono essere momenti di angoscia , di rabbia e preoccupazione a cui sono vicino. Continuo a ritenere che l'Europa deve essere sempre più unita nell'affrontare sia questa realtà di chi è già all'interno del suo territorio sia nella gestione , controllo ed integrazione dei migranti

Risposto da giorgio varaldo su 22 Marzo 2016 a 11:04

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Fabio non possiamo mettere metal detectors dappertutto. Ma se vogliamo ritornare ad uno standard elevato di sicurezza dobbiamo rinunciare a parte delle libertà che riteniamo intoccabili. Occorre dare alle forze di polizia poteri di fermare e trattenere sospetti senza dover ottenere il placet della magistratura per tempi ben più lunghi di quelli attuali. Occorre sospendere i diritti costituzionali a coloro che sono coinvolti anche come fiancheggiatori al terrorismo. Ma occorre rivedere in modo radicale la politica di accoglienza e rompere il muro di omertà che protegge i terroristi. E lo si fa con il welfare. Condizione indispensabile per accedere al welfare europeo è l'accettazione in toto delle nostre leggi e del nostro modo di vivere. E poi dire basta a questa politica di accettazione della multiculturalità. Sarà duro accettarlo per chi a sinistra e nella chiesa esprime concezioni diverse. Ma dobbiamo decidere se vogliamo vivere con un pochino più di sicurezza o rendere norma questi attentati.

Risposto da Fabio Colasanti su 22 Marzo 2016 a 11:05 Giuseppe, grazie. Il grosso problema in questi casi fin dove arrivare con le misure repressive. In Francia hanno sospeso per mesi tante garanzie costituzionali. Ho paura che anche qui sia inevitabile. Da un lato serve la repressione per poter agire in maniera efficace contro i criminali; dall'altro si rischia di alienare tutta la popolazione mussulmana (che comunque fa poco per isolare i criminali). Giuseppe Ardizzone ha detto: Desideravo esprimere la mia più profonda solidarietà per gli amici e compagni del Circolo che vivono a Bruxelles. Devono essere momenti di angoscia , di rabbia e preoccupazione a cui sono vicino. Continuo a ritenere che l'Europa deve essere sempre più unita nell'affrontare sia questa realtà di chi è già all'interno del suo territorio sia nella gestione , controllo ed integrazione dei migranti

Risposto da Massimo Cocco su 22 Marzo 2016 a 12:26 Il principio un euro in cultura (integrazione) per ogni euro sulla sicurezza credo sia estremamente efficace come simbolo di una strategia che sappia equilibrare tra paura e autocontrollo. Poi si tratta di intendersi sulla severità ed eccezzionalità dei metodi da applicare per ottenere risultati concreti in termini di cultura, integrazione e sicurezza. Mi viene da pensare a Christiania (il famoso quartiere anarchico di Copenaghen, visto con profonda simpatia dalla mia generazione). Siamo disposti a riconoscere che si tratta di un modello di società nella società incompatibile con la necessità di integrazione nell'Europa del nostro tempo?

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 22 Marzo 2016 a 13:55 Almeno i paesi dell'area euro dovrebbero far partire un progetto comune stabilendo regole ed una gestione comune dei migranti: Questi non possono essere solo posti in centri di accoglienza sui generis ed identificati in modo sommario per poi fare che?: Dobbiamo metterci d'accordo e stabilire tutti i passi dell'accoglienza e dell'integrazione con regole in deroga a quelle del lavoro dei singoli paesi . Anche la difesa delle frontiere dovrebbe essere oggetto di una decisione comune immediata con il coordinamento anche dei servizi segreti. La mia impressione è che tuttavia la classe dirigente europea sia molto lontana da una prospettiva del genere : Si dimostra impreparata e divisa : pensa di gestire tutto a livello nazionale o scaricando la questione sulla Turchia di

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turno: Niente di più illusorio. Dobbiamo iniziare una profonda lotta politica in Europa per far affermare una classe dirigente diversa che sia favorevole a queste misure. Sul piano internazionale dobbiamo inoltre ricucire i rapporti con la Russia che è oggettivamente disponibile nella lotta contro l'estremismo islamico.

Risposto da marcello sassoli su 22 Marzo 2016 a 15:53 Hai ragione, Giuseppe! Ho l'impressione che assisteremo ad una grande battuta d'arresto... Giuseppe Ardizzone ha detto: Almeno i paesi dell'area euro dovrebbero far partire un progetto comune stabilendo regole ed una gestione comune dei migranti: Questi non possono essere solo posti in centri di accoglienza sui generis ed identificati in modo sommario per poi fare che?: Dobbiamo metterci d'accordo e stabilire tutti i passi dell'accoglienza e dell'integrazione con regole in deroga a quelle del lavoro dei singoli paesi . Anche la difesa delle frontiere dovrebbe essere oggetto di una decisione comune immediata con il coordinamento anche dei servizi segreti. La mia impressione è che tuttavia la classe dirigente europea sia molto lontana da una prospettiva del genere : Si dimostra impreparata e divisa : pensa di gestire tutto a livello nazionale o scaricando la questione sulla Turchia di turno: Niente di più illusorio. Dobbiamo iniziare una profonda lotta politica in Europa per far affermare una classe dirigente diversa che sia favorevole a queste misure. Sul piano internazionale dobbiamo inoltre ricucire i rapporti con la Russia che è oggettivamente disponibile nella lotta contro l'estremismo islamico.

Risposto da Massimo Cocco su 22 Marzo 2016 a 16:05 Sono pienamente d'accordo con Giuseppe.

Risposto da Massimo Cocco su 22 Marzo 2016 a 16:20 Fabio, È superfluo che ti esprima la mia vicinanza in questi momenti di rabbia e insicurezza, che condivido senza illudermi di trovarmi in un posto meno esposto. Un abbraccio!

Risposto da Fabio Colasanti su 23 Marzo 2016 a 10:01 Non è facile passare dalle decisioni di principio alla loro messa in opera concreta. http://www.eunews.it/2016/03/21/laccordo-ue-turchia-non-funziona-co...

Risposto da Fabio Colasanti su 23 Marzo 2016 a 11:59

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Un fatto interessante. Al momento Frontex ha in Grecia 734 persone che aiutano le autorità locali a registrare i profughi in arrivo (fonte: Eurointelligence 22-3-2016). L'accordo raggiunto all'ultimo vertice prevede che altre 2500 persone, provenienti dalle amministrazioni pubbliche degli altri paesi vadano in Grecia. Queste persone devono aiutare nell'esame di ogni domanda individuale di asilo e nei rimpatri. I primi arrivi sono previsti per il 28 marzo.

Risposto da Massimo Cocco su 23 Marzo 2016 a 17:20 Speriamo che si riesca a cooperare efficacemente. Sarebbe un 'ottimo prototipo per ulteriori sviluppi progettuali

Risposto da Massimo Cocco su 25 Marzo 2016 a 8:34 Segnalo su L'Unitaˋ del 24 marzo, pagina 9, un'intervista al sociologo francese Bruno Karsenti (Multiculturalismo? Si costruisce sulla giustizia sociale). Purtroppo non riesco a creare un link, ma estraggo qui alcuni passi: Il vero multiculturalismo non puoˋ costruirsi solo sulla tolleranza, che eˋ un tema morale e non politico. Alla sfida del terrore l'Europa deve rispondere con un multiculturalismo fatto di politiche sociali inclusive e dellla condivisione di un orizzonte comune, al di laˋ della coesistenza di comunitaˋ chiuse e non comunicanti >> Professore stiamo pagando la scelta del milticulturalismo con l'impossibilitaˋ di difendere l'Europa? No, non eˋ un fallimento del multiculturalismo. Ma eˋ sopratutto il segale che non eˋ stato costruito come doveva essere, tenendo conto dei differenti modelli di secolarizazzione. L'Europa eˋ per definizione multiculturale per tre ragioni: eˋ il risultato di un progetto di unificazione di nazioni impegnate in uno stesso processo di modernizzazione, ma in modo differente; dal dopoguerra si eˋ istituzionalmente costruita contro il nazionalismo e le tentazioni imperialiste che hanno caratterizzato la prima parte del ventesimo secolo, e infine ha assunto progressivamente il rifiuto del colonialismo che l'aveva caratterizzata precedentemente. L'Europa non ha senso se non eˋ multiculturale, sia come entitaˋ plurale al suo interno, sia come entitaˋ aperta al mondo. Tuttavia eˋ certo che ha dovuto affrontare difficoltaˋ importanti: il ppassaggio dal colonialismo al post-colonialismo, l'esigenza di pensare una politica che sia propria e che possa essere riconosciuta come un ideale comune, sia per le differenti nazioni e per le differenti popolazioni sia alll'interno delle nazioni. Direi che il difetto del multiculturalismo eˋ che non eˋ riuscito a politicizzarsi. L'abbiamo declinato unicamente come principio di tolleranza. Ma la tolleranza non fa parte di una politica comune. E´ la condizione morale dell'Europa, non eˋ il vettore della sua politicizzazione. Un multiculturalismo conseguente consiste nell'implicare attivamente le culture negli ideali politici riconosciuti da tutti. Per la nazioni, la sola unificazione che proponiamo eˋ quella del mercato e non quella di una politica sociale comune. Per le culture ancora peggio: le si lascia alla loro chiusura dicendo che le tolleriamo e che si devono tollerare tra loro. Non vediamo, o non vogliamo vedere, la pluralitaˋ di gruppi come qualcosa che converge in uno stesso progetto. In questo l'Europa paga questo doppio difetto: una pluralitaˋ di Stati-Nazione che non arrivano a vedersi uniti, e una costellazione di sottogruppi di cui non si vuole sapere niente, e per i quali percioˋ non si puoˋ pensare a un'entitaˋ politica comune. ... L'Europa deve ritrovare una doppia modalitaˋ d'azione: interna ed esterna. Ne usciraˋ soltanto unendole. Diciamo che l'urgenza ci dimostra che non possiamo permetterci di attribuire il primato all'una o all'altra, che presupporrebbe tempi lunghi. All'esterno un'azione concertata deve essere condotta per mettere al sicuro le popolazioni nelle zone dell'Iraq e della Siria, in modo da limitare il disastro umanitario e disfare il focolaio del terrorismo. Ma l'Europa puoˋ farlo solo se unita, e questa unitaˋ puoˋ venire solo dall'unificazione della sua politica sociale, dove la forma della societa´ che vuole realizzare e di cui vuole difendere il modello eˋ riconosciuto ed affermato. Non eˋ solo l'entitaˋ politica che si unisce sul piccolo denominatore comune come i diritti dell'uomo. L'Europa ha un grande denominatore comune: la giustizia sociale. E´ un idelae laico che anche le confessioni religiose possono spiegare a loro stesse che lo condividono. Rimettendolo in primo piano, l'Europa avraˋ allora i mezzi per essere multiculturale senza essere minacciata dalle forze politico religiose che covano nel suo seno.

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Risposto da Giuseppe Ardizzone su 25 Marzo 2016 a 19:58 Molto interessante questo articolo . Aggiungerei la lezione della cultura razionale ed illuminista ampiamente condivisa in Europa che rappresenta la garanzia e la base su cui si può reggere una convivenza civile, rispettosa delle diversità culturali. La lezione della prevalenza della legge positiva e democratica scelta dalla popolazione e garantita dai principi generali costituzionali è la vera caratteristica della cultura europea che ha permesso un vero salto rispetto ad ogni concezione totalizzante e confessionale: Oggi tuttavia l'Europa non esiste come progetto compiuto e deve decidere se e come può articolarsi . Massimo Cocco ha detto: Segnalo su L'Unitaˋ del 24 marzo, pagina 9, un'intervista al sociologo francese Bruno Karsenti (Multiculturalismo? Si costruisce sulla giustizia sociale). Purtroppo non riesco a creare un link, ma estraggo qui alcuni passi: Il vero multiculturalismo non puoˋ costruirsi solo sulla tolleranza, che eˋ un tema morale e non politico. Alla sfida del terrore l'Europa deve rispondere con un multiculturalismo fatto di politiche sociali inclusive e dellla condivisione di un orizzonte comune, al di laˋ della coesistenza di comunitaˋ chiuse e non comunicanti >> Professore stiamo pagando la scelta del milticulturalismo con l'impossibilitaˋ di difendere l'Europa? No, non eˋ un fallimento del multiculturalismo. Ma eˋ sopratutto il segale che non eˋ stato costruito come doveva essere, tenendo conto dei differenti modelli di secolarizazzione. L'Europa eˋ per definizione multiculturale per tre ragioni: eˋ il risultato di un progetto di unificazione di nazioni impegnate in uno stesso processo di modernizzazione, ma in modo differente; dal dopoguerra si eˋ istituzionalmente costruita contro il nazionalismo e le tentazioni imperialiste che hanno caratterizzato la prima parte del ventesimo secolo, e infine ha assunto progressivamente il rifiuto del colonialismo che l'aveva caratterizzata precedentemente. L'Europa non ha senso se non eˋ multiculturale, sia come entitaˋ plurale al suo interno, sia come entitaˋ aperta al mondo. Tuttavia eˋ certo che ha dovuto affrontare difficoltaˋ importanti: il ppassaggio dal colonialismo al post-colonialismo, l'esigenza di pensare una politica che sia propria e che possa essere riconosciuta come un ideale comune, sia per le differenti nazioni e per le differenti popolazioni sia alll'interno delle nazioni. Direi che il difetto del multiculturalismo eˋ che non eˋ riuscito a politicizzarsi. L'abbiamo declinato unicamente come principio di tolleranza. Ma la tolleranza non fa parte di una politica comune. E´ la condizione morale dell'Europa, non eˋ il vettore della sua politicizzazione. Un multiculturalismo conseguente consiste nell'implicare attivamente le culture negli ideali politici riconosciuti da tutti. Per la nazioni, la sola unificazione che proponiamo eˋ quella del mercato e non quella di una politica sociale comune. Per le culture ancora peggio: le si lascia alla loro chiusura dicendo che le tolleriamo e che si devono tollerare tra loro. Non vediamo, o non vogliamo vedere, la pluralitaˋ di gruppi come qualcosa che converge in uno stesso progetto. In questo l'Europa paga questo doppio difetto: una pluralitaˋ di Stati-Nazione che non arrivano a vedersi uniti, e una costellazione di sottogruppi di cui non si vuole sapere niente, e per i quali percioˋ non si puoˋ pensare a un'entitaˋ politica comune. ... L'Europa deve ritrovare una doppia modalitaˋ d'azione: interna ed esterna. Ne usciraˋ soltanto unendole. Diciamo che l'urgenza ci dimostra che non possiamo permetterci di attribuire il primato all'una o all'altra, che presupporrebbe tempi lunghi. All'esterno un'azione concertata deve essere condotta per mettere al sicuro le popolazioni nelle zone dell'Iraq e della Siria, in modo da limitare il disastro umanitario e disfare il focolaio del terrorismo. Ma l'Europa puoˋ farlo solo se unita, e questa unitaˋ puoˋ venire solo dall'unificazione della sua politica sociale, dove la forma della societa´ che vuole realizzare e di cui vuole difendere il modello eˋ riconosciuto ed affermato. Non eˋ solo l'entitaˋ politica che si unisce sul piccolo denominatore comune come i diritti dell'uomo. L'Europa ha un grande denominatore comune: la giustizia sociale. E´ un idelae laico che anche le confessioni religiose possono spiegare a loro stesse che lo condividono. Rimettendolo in primo piano, l'Europa avraˋ allora i mezzi per essere multiculturale senza essere minacciata dalle forze politico religiose che covano nel suo seno.

Risposto da giorgio varaldo su 25 Marzo 2016 a 21:12 Massimo articolo interessante che secondo il mio parere contiene l'errore di fondo di non considerare la componente religiosa . Pertanto partendo da presupposti errati non puo' che arrivare a conclusioni errate.

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Ed infatti le conclusioni alle quali arriva sono errate: la componrnte islamica per le ragioni espresse nel precedente intervento non fara' mai proprio quel modello di giustizia sociale considerato da karsenti come denominatore comune europeo. Solo un islam che trova l'illuminismo potrebbe condividerlo ... ma oggi illuminismo ed islam sono ben distanti.

Risposto da Massimo Cocco su 26 Marzo 2016 a 8:17 Giorgio, conosco pochissimo l'Islam, spero che non sia come dici tu. Due elementi (sensazioni piuˋ che esperienze) che mi fanno sperare sono i seguenti: 1) ho molti amici e conoscenti "mussulmani" qui in Svezia (sopratutto di di origini iraniane ma anche della Somalia, Turchia, Iraq, Algeria, Palestina e Siria) che mi sembrano del tutto disinteressati della religione. Parlando con loro ho ricavato l'impressione che il tipico mussulmano eˋ se non secolarizzato quanto meno ignorante e disinteressato della sua religione. Un po come il tipico cattolico italiano. 2) Da quel che ho capito l'Islam come organizazione eˋ in linea di principio molto malleabile nel senso che non esiste una gerarchia confessionale paragonabile alla Chiesa. La coincidenza tra potere temporale e autoritaˋ religiosa puoˋ in questo senso diventare una risorsa per la modernizazzione dei valori e dello stile di vita, nel caso di governi "illuminati". Del resto gli esempi di processi di modernizzazione (anche se tante volte interrotti) nei paesi medioorientali sono innumerevoli (credo) Se l'estremismo jihaddista va letto come una reazione al processo di modernizzazione che le popolazioni mussulmane attraversano (irrimediabilmente attratte dallo stile di vita occidentale, mediaticamente accessibile nei suoi piuˋ intimi dettagli attraverso un semplice telefonino), allora sarebbe paradossale da parte nostra chiudere la porta a questo sviluppo. L'incontro tra illuminismo e Islam penso dovrebbe essere la cornice ideologica entro cui spingere (anche com metodi coercitivi, nel senso di: o questo o fuori) e promuovere lo sviluppo di un Islam europeo. Abbiamo nel bagaglio culturale europeo degli spunti preziosissimi in questo senso: storicamente l'islam europeo in spagna ed in sicilia sono stati un veicolo fondamentale per collegare la tradizione "illuminista" della filosofia classica al rinascimento. Addirittura Averroe (Ibn Rushd) eˋ considerato il padre della secolarizzazione in Europa! Tuttora esiste una tradizione illuminista islamica (di cui si sente poco parlare).

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Marzo 2016 a 10:28 Massimo, purtroppo penso abbia ragione Giorgio. L'illuminismo è servito in Europa per confinare le religioni nel loro angolo: un fatto privato. La vita pubblica non può essere influenzata da fattori religiosi (anche se questi eveidentemente influenzeranno le posizioni che alcuni cittadini prenderanno); la politica della società dipende dalle scelte fatte dalla maggioranza dei cittadini. Non a caso, l'Illuminismo si è sviluppato soprattutto in Francia che è il paese che più di ogni altro sottolinea la laicità dello stato. Il problema è che l'Islam non accetta una separazione tra religione e vita pubblica; l'Islam ha una visione totalitaria della religione: questa deve influenzare tutta la vita delle persone. Il fatto che l'Islam non abbia una gerarchia è un altro ostacolo, non un vantaggio. La BIbbia è piena di assurdità e di raccomandazioni incredibili (prima di liberare uno schiavo gli devi fare un buco nell'orecchio) che rispecchiano la cultura del periodo in cui il libro è stato scritto. L'esistenza di una gerarchia permette di decidere che certe parti della Bibbia siano ignorate. L'Islam non ha questa possibilità. Il Corano è considerato essere stato scritto da Dio e non è bile. Ognuno lo legge e ne deriva insegnamenti come vuole. Questo crea situazioni molto pericolose che ritroviamo nelle sette cristiane che si rifanno alla lettura diretta della Bibbia. E' vero che in Europa vediamo tanti mussulmani che non sono praticanti, così come ci sono tante persone che si dicono cristiane senza essere praticanti. Ma queste sono le persone che non vanno nelle moschee e non hanno un'influenza sull'Islam. L'Islam non ha la possibilità di avere Concilii che facciano avanzare la dottrina riconosciuta e accettata.

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Detto questo rimane il problema di fondo: l'Islam è - dal mio punto di vista - un grosso problema, ma dobbiamo comunque convivere con i milioni di cittadini europei che sono mussulmani. Nonostante tutti i problemi di questa religione - che non serve a nulla nascondere - dobbiamo evitare nella misura del possibile di attaccare tutti i mussulmani per non gettarli nelle braccia degli estremisti. La sola strada che vedo è l'organizzare le nostre società su di una base laica, confinando la religione ad un fatto privato. Questo significa che le regole fondamentali delle nostre società devono venire prima delle regole imposte dalle religioni, da tutte le religioni. Non solo dall'Islam. Il problema che vedo è che il multiculturalismo che ha fallito - la convivenza di comunità completamente diverse che si sviluppano una accanto all'altra senza quasi interazione - viene difeso dagli ambienti cattolici perché funzionale a concedere molte "derive" religiose anche a questa chiesa. Trovo la posizione di molte chiese - per esempio quella ortodossa in Grecia - preoccupante quasi quanto l'Islam. Per non essere accusati di discriminazoni anti-Islam, dobbiamo trattare tutte le religioni nella stessa maniera. da questo punto di vista trovo giusta la proposta di Massimo D'Alema di estendere i destinatari dell'8 per mille anche ai mussulmani (ma il problema sarà: "Chi sono i mussulmani?"; a quale associazione di mussulmani si potrà chiedere che lo stato dia l'8 per mille dell'IRPEF di chi ha fatto questa scelta?) Massimo Cocco ha detto: Giorgio, conosco pochissimo l'Islam, spero che non sia come dici tu. Due elementi (sensazioni piuˋ che esperienze) che mi fanno sperare sono i seguenti: 1) ho molti amici e conoscenti "mussulmani" qui in Svezia (sopratutto di di origini iraniane ma anche della Somalia, Turchia, Iraq, Algeria, Palestina e Siria) che mi sembrano del tutto disinteressati della religione. Parlando con loro ho ricavato l'impressione che il tipico mussulmano eˋ se non secolarizzato quanto meno ignorante e disinteressato della sua religione. Un po come il tipico cattolico italiano. 2) Da quel che ho capito l'Islam come organizazione eˋ in linea di principio molto malleabile nel senso che non esiste una gerarchia confessionale paragonabile alla Chiesa. La coincidenza tra potere temporale e autoritaˋ religiosa puoˋ in questo senso diventare una risorsa per la modernizazzione dei valori e dello stile di vita, nel caso di governi "illuminati". Del resto gli esempi di processi di modernizzazione (anche se tante volte interrotti) nei paesi medioorientali sono innumerevoli (credo) Se l'estremismo jihaddista va letto come una reazione al processo di modernizzazione che le popolazioni mussulmane attraversano (irrimediabilmente attratte dallo stile di vita occidentale, mediaticamente accessibile nei suoi piuˋ intimi dettagli attraverso un semplice telefonino), allora sarebbe paradossale da parte nostra chiudere la porta a questo sviluppo. L'incontro tra illuminismo e Islam penso dovrebbe essere la cornice ideologica entro cui spingere (anche com metodi coercitivi, nel senso di: o questo o fuori) e promuovere lo sviluppo di un Islam europeo. Abbiamo nel bagaglio culturale europeo degli spunti preziosissimi in questo senso: storicamente l'islam europeo in spagna ed in sicilia sono stati un veicolo fondamentale per collegare la tradizione "illuminista" della filosofia classica al rinascimento. Addirittura Averroe (Ibn Rushd) eˋ considerato il padre della secolarizzazione in Europa! Tuttora esiste una tradizione illuminista islamica (di cui si sente poco parlare).

Risposto da giorgio varaldo su 26 Marzo 2016 a 11:42 Fabio la proposta di massimo d'alema puo' esser valutata sotto molti aspetti ma il problema maggiore lo hai centrato con il " chi e' l'islam". Nel nostro paese l'islam in grande maggioranza sunnita non ha ancora firmato il concordato in quanto le molteplici sigle che lo compongono non riescono a raggiungere un accordo fra loro. Che possa essere uno stimolo a trovar un accordo e' la versione positiva delle parole di massimo d'alema. Che siano invece per una concessione senza pretendere nulla in cambio sarebbe la solita baffinata. Con l'otto per mille potremmo finanziare il terrorismo in modo legale. Da veri geni della politica

Risposto da Massimo Cocco su 26 Marzo 2016 a 15:01

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Anch'io trovo la proposta di D'Alema malcentrata. L'otto per mille eˋ giaˋ in vigore, non c'eˋ quindi niente da estendere. Casomai ci sarebbero da proporre criteri di controllo e di agevolazione selettiva del tipo: se vi organizzate e adottate questi criteri siete riconosciuti e potete usufruire dell'8 per mille. Moschee e organizazioni islamiche che non rispettino i criteri di controllo non dovrebbero essere neanche permesse, altro che 8 per mille. L'argomento che se gli diamo un po piuˋ di soldi si sentono piuˋ integrati rimanda secondo me al l binomio senso di colpa-assistenzialismo, caro ad una certa tradizione di sinistra ma che ha segnato il fallimento della questione del Sud. Dare assistenza senza pretendere integrazione politica porta al fallimento della coesistenza. Tolleranza senza integrazione politica porta al fallimento del multiculturalismo. L'islam in Europa va imbrigliato nell'ordinamento illuministico-democratico occidentale. Io credo che per il mussulmano che sogna di andare a vivere in Europa questo generalmente sia desiderabile.

Risposto da Fabio Colasanti su 26 Marzo 2016 a 16:59 Massimo, sei sicuro che sia già in vigore la possibilità di indicare delle comunità mussulmane come destinatarie dell'8 per mille? In questo caso, Massimo D'Alema avrebbe "straparlato" (ancora una volta). Massimo Cocco ha detto: Anch'io trovo la proposta di D'Alema malcentrata. L'otto per mille eˋ giaˋ in vigore, non c'eˋ quindi niente da estendere. Casomai ci sarebbero da proporre criteri di controllo e di agevolazione selettiva del tipo: se vi organizzate e adottate questi criteri siete riconosciuti e potete usufruire dell'8 per mille. Moschee e organizazioni islamiche che non rispettino i criteri di controllo non dovrebbero essere neanche permesse, altro che 8 per mille. L'argomento che se gli diamo un po piuˋ di soldi si sentono piuˋ integrati rimanda secondo me al l binomio senso di colpa-assistenzialismo, caro ad una certa tradizione di sinistra ma che ha segnato il fallimento della questione del Sud. Dare assistenza senza pretendere integrazione politica porta al fallimento della coesistenza. Tolleranza senza integrazione politica porta al fallimento del multiculturalismo. L'islam in Europa va imbrigliato nell'ordinamento illuministico-democratico occidentale. Io credo che per il mussulmano che sogna di andare a vivere in Europa questo generalmente sia desiderabile.

Risposto da Massimo Cocco su 26 Marzo 2016 a 18:44 Fabio, No, non sono sicuro (ne chiedo scusa). Mi sembra però impossibile che l'8 per mille sia precluso alle confessioni mussulmane per principio. È necessario stipulare un'intesa tra la confessione religiosa e lo stato. I requisiti per potersi definire confessione religiosa dovrebbero essere imparziali, non riesco a immaginare che vi siano discriminazioni nei confronti dell'islam. Controllerò Fabio Colasanti ha detto: Massimo, sei sicuro che sia già in vigore la possibilità di indicare delle comunità mussulmane come destinatarie dell'8 per mille? In questo caso, Massimo D'Alema avrebbe "straparlato" (ancora una volta). Massimo Cocco ha detto: Anch'io trovo la proposta di D'Alema malcentrata. L'otto per mille eˋ giaˋ in vigore, non c'eˋ quindi niente da estendere. Casomai ci sarebbero da proporre criteri di controllo e di agevolazione selettiva del tipo: se vi organizzate e adottate questi criteri siete riconosciuti e potete usufruire dell'8 per mille. Moschee e organizazioni islamiche che non rispettino i criteri di controllo non dovrebbero essere neanche permesse, altro che 8 per mille. L'argomento che se gli diamo un po piuˋ di soldi si sentono piuˋ integrati rimanda secondo me al l binomio senso di colpa-assistenzialismo, caro ad una certa tradizione di sinistra ma che ha segnato il fallimento della questione del Sud. Dare assistenza senza pretendere integrazione politica porta al fallimento della coesistenza. Tolleranza senza integrazione politica porta al fallimento del multiculturalismo.

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L'islam in Europa va imbrigliato nell'ordinamento illuministico-democratico occidentale. Io credo che per il mussulmano che sogna di andare a vivere in Europa questo generalmente sia desiderabile.

Risposto da Massimo Cocco su 26 Marzo 2016 a 19:08 ..mi sono espresso male, dicendo che l'8 per mille è già in vigore intendevo dire che l'estensione alla confessione mussulmana dovrebbe essere già possibile in linea di principio (a meno che l'islam sia vittima di una incomprensibile discriminazione)

Risposto da giorgio varaldo su 26 Marzo 2016 a 20:43 Le confessioni islamiche italiane sono escluse dall'8 per mille in quanto non hanno ancora siglato il concordato con lo stato italiano . La mancanza di gerarchie dell'islam sunnita - si stima la presenza sciita attorno all1% dei musulmani in italia - lo ha frammentato in innumerevoli sigle che non riescono a trovare una posizione unitaria ed a quanto si dice un criterio per ripartire i fondi erogati. Nell'ambito islamico non tutti sono d'accordo sulla sua eventuale destinazione in quanto la zakat - donazione del credente prevista dal corano - dovrebbe esser usata solo sostenere i poveri ( ovviamente solo gli islamici e non gli altri) e non per la costruzione di moschee che e' a carico di chi governa. Infatti la grande moschea di roma e' stata interamente finanziata dal governo saudita.

Risposto da Massimo Cocco su 27 Marzo 2016 a 9:01 Grazie Giorgio. Quindi non è tanto un problema di esclusione (che richiederebbe una decisione politica per essere corretto) quanto un problema tutto interno alle confessioni islamiche. Ripeto che secondo me questo dimostra 2 cose:1) che l'8 per mille alle confessioni religiose è già in vigore, quello che manca sono piuttosto i criteri di controllo e di agevolazione selettiva (che potrebbero eventualmente essere specifici per l'islam, constatata la presenza di un rischio specifico); 2)la mancanza di una gerarchia rende l'islam malleabile, il che lo rende prono al settarismo (=terrorismo fondamentalista) ma anche aperto ad influenze positivistiche se ben concertate (il meccanismo di agevolazione selettiva un principio chiave). Ecco perchè dovremmo fare nostro il concetto di islam europeo o islam illuminato (bella espressione, molto provocativa;-)

Risposto da Giampaolo Carboniero su 28 Marzo 2016 a 15:31 Dovrebbe però essere consentito la stipula di un concordato con le sigle che sottostanno a principi generali, come per altre religioni; il fatto che non esista un'autorità centrale potrebbe, in questo caso, trasformarsi in maggiore opportunità di convivenza pacifica.

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Risposto da Giampaolo Carboniero su 28 Marzo 2016 a 15:32 Non avevo ancora letto il tuo intervento, più puntuale e preciso del mio, grazie. Massimo Cocco ha detto: Grazie Giorgio. Quindi non è tanto un problema di esclusione (che richiederebbe una decisione politica per essere corretto) quanto un problema tutto interno alle confessioni islamiche. Ripeto che secondo me questo dimostra 2 cose:1) che l'8 per mille alle confessioni religiose è già in vigore, quello che manca sono piuttosto i criteri di controllo e di agevolazione selettiva (che potrebbero eventualmente essere specifici per l'islam, constatata la presenza di un rischio specifico); 2)la mancanza di una gerarchia rende l'islam malleabile, il che lo rende prono al settarismo (=terrorismo fondamentalista) ma anche aperto ad influenze positivistiche se ben concertate (il meccanismo di agevolazione selettiva un principio chiave). Ecco perchè dovremmo fare nostro il concetto di islam europeo o islam illuminato (bella espressione, molto provocativa;-)

Risposto da Massimo Cocco su 29 Marzo 2016 a 21:33 Trovo il seguente articolo di Sandro Gozi su L'Unitaˋ di oggi molto chiaro e "necessario": http://www.unita.tv/opinioni/cosa-fare-per-sconfiggerli/ Sopratutto il seguente estratto credo esprima in modo semplice e lineare il necessario equilibrio tra diritti e doveri che tante volte mi pare venga perso di vista quando si comincia a ragionare in termini di relativismo cuturale e colpe storiche dell'occidente: "Se nella cultura di riferimento di tanti nuovi cittadini o aspiranti tali questi principi e queste libertà sono fantascienza (e g paritaˋ di genere, autodefinizione sessuale, libertaˋ di satira antireligiosa), noi dobbiamo essere ancora più esigenti nel vederle rispettate da tutti nelle nostre società. In cambio di questo, dobbiamo riconoscere i loro diritti nello spazio pubblico, a partire dalla libertà religiosa"

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Marzo 2016 a 0:26 Massimo, il problema non è tanto quello che bisognerebbe fare (quello che scrive Gozi è ragionevole). Il problema è come ci si arriva, che tipo di strategie si definiscono e che tipo di alleanze si creano. Per il momento la situazione in questo campo è quella che descrive Marco Zatterin in questo articolo. http://www.lastampa.it/2016/03/27/esteri/veto-dellitalia-sulla-supe...

Risposto da Massimo Cocco su 30 Marzo 2016 a 6:55 Fabio, Che situazione infelice! Una frammentazione giuridico-normativa che sa di medioevo. Ma sono le magistrature nazionali a difendere le loro prerogative/privilegi? Non credo che le opinioni pubbliche nazionali abbiano sentimenti particolari per questi aspetti della sovranità. O è comunque la politica che non molla l'idea della gloriosa particolarità della tradizione giuridico-burocratica di riferimento?

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Risposto da giorgio varaldo su 30 Marzo 2016 a 8:05 nulla di nuovo sul fronte occidentale scriveva eric maria remarque un secolo fa e non è che da allora sia cambiato molto Non dobbiamo meravigliarci. La definizione giuridica del terrorista è un concetto puramente teorico variabile da paese a paese. Ed anche i vicini d'oltralpe forse si sono dimenticati quando grazie alla dottrina francese del tempo davano ospitalità ed asilo politico a chi nel nostro paese era considerato un pericoloso terrorista appartenente alle BR. Si chiacchierava con un conoscente ora pensionato delle forze dell'ordine. Il terrorista belga scagionato in quando al momento dell'attentato aveva il telefono in funzione da casa propria. Non è chiaro se quella telefonata fosse stata intercettata o se invece è stato rilevato il solo traffico telefonico con la possibilità che il telefonino fosse usato da complici. Neanche il più garantista dei magistrati italiani avrebbe dato valore a simile prova in mancanza di intercettazione. Ma a quanto pare se non ci sono indagini in corso non ci sono neanche intercettazioni....

Risposto da giorgio varaldo su 30 Marzo 2016 a 8:30 l'intervento di gozi contiene un errore di fondo che lo rende per lo meno discutibile. L'errore è relativo al concetto di religione. Sandro gozi ha in mente il nostro concetto di religione post illuminista con la religione confinata nella sfera privata. Ma per l'islam non è così e l'amico giovanni lo ha spiegato più volte in modo chiaro. Quale libertà religiosa dovremmo garantire? quella delle moschee salafite e/o wahabite di predicare la guerra al satana occidentale? facile per noi occidentali discernere secondo il nostro criterio di violenza. Ma non sempre è il loro. E forse dovremmo tenerne conto. Anche a costo di intaccare quelle libertà che per noi sono considerate irrinunciabili. In ogni caso questi errori di non dovrebbero esser commessi da un politico. Massimo Cocco ha detto: Trovo il seguente articolo di Sandro Gozi su L'Unitaˋ di oggi molto chiaro e "necessario": http://www.unita.tv/opinioni/cosa-fare-per-sconfiggerli/ Sopratutto il seguente estratto credo esprima in modo semplice e lineare il necessario equilibrio tra diritti e doveri che tante volte mi pare venga perso di vista quando si comincia a ragionare in termini di relativismo cuturale e colpe storiche dell'occidente: "Se nella cultura di riferimento di tanti nuovi cittadini o aspiranti tali questi principi e queste libertà sono fantascienza (e g paritaˋ di genere, autodefinizione sessuale, libertaˋ di satira antireligiosa), noi dobbiamo essere ancora più esigenti nel vederle rispettate da tutti nelle nostre società. In cambio di questo, dobbiamo riconoscere i loro diritti nello spazio pubblico, a partire dalla libertà religiosa"

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Marzo 2016 a 12:48 Al momento il grosso problema è proprio in Grecia, e se nell'Unione europeo c'è un paese che ha alcune caratteristiche di un "failed state" (concetto esagerato e utilizzato spesso a sproposito; nessun paese europeo può essere considerato tale), questo è purtroppo proprio la Grecia che è in recessione da otto anni. http://www.eunews.it/2016/03/29/migranti-continua-il-supporto-umani...

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Risposto da giorgio varaldo su 30 Marzo 2016 a 15:13 tremilasettecento migranti salvati in mare negli ultimi cinque giorni dice ANSA http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2016/03/30/gentilonisa... e la bella stagione non è ancora iniziata. In libia nessuna novità riguardo al fantomatico nuovo governo Di questo passo è ipotizzabile che alla fine dell'estate il numero dei migranti giunti nel nostro paese superi quota duecentomila e che vista la chiusura delle frontiere rimarranno tutti in italia. Dove saranno alloggiati non è dato a sapere. Il sottopassaggio della stazione di udine è diventato un dormitorio. Il vescovo di udine mazzuccato ha tuonato contro la mancanza di accoglienza delle parrocchie. E se le parrocchie nonostante le parole di papa francesco si dimostrano chiuse significa che l'accoglienza è sentita quando è teorica e tocca ad altri ma un pochino meno quando ci tocca da vicino Oltre ad una questione di costi (ipotizzabile la cifra di 6-7 milioni al giorno quindi oltre 2,5 miliardi anno vi saranno sicuramente problemi ampiamente sfruttati dalla propaganda leghista. Non ho idea (o meglio le ho ma non sarebbero politicamente corrette) di come si possa gestire la situazione. Magari provarne a discutere e cercare di elaborare qualche proposta?

Risposto da Massimo Cocco su 30 Marzo 2016 a 18:38 Penso anch'io che bisognerebbe provare a discutere proposte efficaci da applicare direttamente, in attesa di soluzioni concertate.

Risposto da Fabio Colasanti su 2 Aprile 2016 a 9:56 Condivido interamente l'editoriale di Angelo Panebianco. Aggiungo un altro elemento. La nostra difesa del valore della laicità dello stato è molto debole perché è attaccata continuamente da tante altre religioni che richiedono (e spesso hanno ottenuto) una posizione di privilegio. Se la si concede a queste come si fa a negare eccezioni per quella mussulmana? Come si fa a difendere la laicità dello stato quando in Europa abbiamo chiese con posizioni che io considero assolutamente scandalose e ingiustificate? Basta andare dalla posizione della chiesa ortodossa in Grecia (anche Tsipras dopo qualche gesto simbolico iniziale ha deciso di allearsi con questa per raccogliere consensi) a quella cattolica in Polonia. http://www.corriere.it/opinioni/16_aprile_02/europa-non-venda-sua-a...

Risposto da Fabio Colasanti su 3 Aprile 2016 a 1:36 Due articoli che riprongono ancora una volte due idee molto ragionevoli, ma che incontrano grosse difficoltà: a) la gestione europea degli "hotspots" per la registrazione degli immigrati e i centri di prima accoglienza e b) una gestione comune delle frontiere. Per quanto riguarda la prima, l'invio in Grecia di migliaia di funzionari di Frontex e di altri paesi membri (oltre tremila) ne costituisce già un esempio. Per la seconda, la cosa è immaginabile solo per le frontiere esterne dell'Unione europea, ma la cosa solleva comunque grossi problemi di sovranità; è pensabile che dei funzionari distaccati da altri paesi possano avere in un paese, mettiamo l'Italia, gli stessi poteri degli agenti della polizia nazionale? Potrebbero i

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magistrati dare istruzioni a questi funzionari di altri paesi così come possono darne ai nostri agenti di polizia giudiziaria? http://www.corriere.it/cultura/16_aprile_03/gestione-sovranazionale... http://www.corriere.it/cultura/16_aprile_03/europa-ha-bisogno-una-f...

Risposto da Fabio Colasanti su 4 Aprile 2016 a 11:04 Ho ascoltato "Tutta la città ne parla" di stamattina e ho avuto la conferma del fatto che la nostra opinione pubblica è quella che è e che, come alcuni avevano correttamente previsto subito dopo la conclusione dell'accordo con la Turchia, non è in grado di sopportare le immagini dei profughi rimpatriati in Turchia. Tutti hanno condannato i rimpatri, tutti hanno detto che dovremmo semplicemente accogliere tutti i profughi che arrivano. Ma nessuno ha detto come farlo, nessuno ha indicato come risolvere i problemi. L'esempio di Riace è sicuramente un fatto bellissimo, ma si può immaginare di estenderlo a più di un milione di persone all'anno?

Risposto da marcello sassoli su 4 Aprile 2016 a 13:45 No, non si puo'. Tutte le "anime belle" che credono di riscattarsi dicendo belle parole di solidarietà, esprimono, appunto, una solidarietà "a parole". Ben altro è costruire una vera solidarietà, eppure le piste possibili ci sono ma non le vogliamo (vogliono) praticare... Fabio Colasanti ha detto: Ho ascoltato "Tutta la città ne parla" di stamattina e ho avuto la conferma del fatto che la nostra opinione pubblica è quella che è e che, come alcuni avevano correttamente previsto subito dopo la conclusione dell'accordo con la Turchia, non è in grado di sopportare le immagini dei profughi rimpatriati in Turchia. Tutti hanno condannato i rimpatri, tutti hanno detto che dovremmo semplicemente accogliere tutti i profughi che arrivano. Ma nessuno ha detto come farlo, nessuno ha indicato come risolvere i problemi. L'esempio di Riace è sicuramente un fatto bellissimo, ma si può immaginare di estenderlo a più di un milione di persone all'anno?

Risposto da giorgio varaldo su 4 Aprile 2016 a 16:14 Anche mons mazzuccato vescovo di udine durante la liturgia della settimana santa ha avuto dure parole di richiamo verso una chiesa dimostratasi molto propensa all'acccgienza a parole ma in pratica ben poco disponibile. Da aggiungere che le poche disponibilita' si sono espresse sempre con il conttibuto finanziario della prefettura. Del discorso di accoglienza in famiglia non se ne e' sentito piu' nulla. In compenso stamane articolo del messaggero veneto relativo allle proteste per il provvedimento regionale di sostegno al reddito andato in gran parte a famiglie di extracomunitari. Pecunia olet.. specialmente se va a beneficio degli altri. marcello sassoli ha detto: No, non si puo'. Tutte le "anime belle" che credono di riscattarsi dicendo belle parole di solidarietà, esprimono, appunto, una solidarietà "a parole". Ben altro è costruire una vera solidarietà, eppure le piste possibili ci sono ma non le vogliamo (vogliono) praticare... Fabio Colasanti ha detto: Ho ascoltato "Tutta la città ne parla" di stamattina e ho avuto la conferma del fatto che la nostra opinione pubblica è quella che è e che, come alcuni avevano correttamente previsto subito dopo la conclusione dell'accordo con la Turchia, non è in grado di sopportare le immagini dei profughi rimpatriati in Turchia. Tutti hanno condannato i rimpatri, tutti hanno detto che dovremmo semplicemente accogliere tutti i profughi che arrivano. Ma nessuno ha detto come farlo, nessuno ha indicato come risolvere i problemi. L'esempio di Riace è sicuramente un fatto bellissimo, ma si può immaginare di estenderlo a più di un milione di persone all'anno?

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Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 7:51 austria erige barriera al Brennero. a Tarvisio in due giorni arrivati dall'austria oltre duecento migranti che saranno ospitati in una nuova struttura a coccau Continuano gli arrivi in sicilia e di accordi con il fantomatico governo libico nessuna previsione attendibile Gli attriti con l'egitto escludono possibili appoggi del governo di tobruk Le previsioni di un autunno critico sempre più attendibili. Non riesco a capire come un governo così pragmatico in politica interna ed in economia in tema di accoglienza e politica estera sia sempre più demagogico. Speriamo almeno di una conclusione positiva del caso marò. Se così non fosse è facile prevedere un forte calo dei consensi moderati e se questo accadrà sarà la fine del sogno leopolda ovvio spero di esser smentito dai fatti

Risposto da Fabio Colasanti su 12 Aprile 2016 a 8:04 Giorgio, secondo me, la spiegazione è sempre la stessa: il governo ha bisogno di andar dietro agli umori dell'opinione pubblica per avere i consensi di cui ha bisogno per il referendum costituzionale e poi per le elezioni. Io spero sempre che dopo le elezioni (vinte) Renzi ritorni ad essere quello dei suoi libri e della fase iniziale. giorgio varaldo ha detto: austria erige barriera al Brennero. a Tarvisio in due giorni arrivati dall'austria oltre duecento migranti che saranno ospitati in una nuova struttura a coccau Continuano gli arrivi in sicilia e di accordi con il fantomatico governo libico nessuna previsione attendibile Gli attriti con l'egitto escludono possibili appoggi del governo di tobruk Le previsioni di un autunno critico sempre più attendibili. Non riesco a capire come un governo così pragmatico in politica interna ed in economia in tema di accoglienza e politica estera sia sempre più demagogico. Speriamo almeno di una conclusione positiva del caso marò. Se così non fosse è facile prevedere un forte calo dei consensi moderati e se questo accadrà sarà la fine del sogno leopolda ovvio spero di esser smentito dai fatti

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 8:20 Fabio se così fosse non vedrei nessun pericolo Non so se io vivo in un universo parallelo ma i commenti che ascolto ogni giorno sono critici nei confronti della gestione dell'immigrazione ed anche del caso regeni . Sui sondaggi sarei molto cauto. In Friuli tutti erano favorevoli all'accoglienza poi in pratica anche chi frequenta le parrocchie se ne guarda bene da mettere in pratica cosa si predica .. e magari come è successo alle passate amministrative vota lega. Ricordiamoci sempre la storiella delle due biciclette che circolava negli anni 50. Sono passati tanti anni magari non si tratta più di biciclette ma la sostanza è immutata Fabio Colasanti ha detto:

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Giorgio, secondo me, la spiegazione è sempre la stessa: il governo ha bisogno di andar dietro agli umori dell'opinione pubblica per avere i consensi di cui ha bisogno per il referendum costituzionale e poi per le elezioni. Io spero sempre che dopo le elezioni (vinte) Renzi ritorni ad essere quello dei suoi libri e della fase iniziale. giorgio varaldo ha detto: austria erige barriera al Brennero. a Tarvisio in due giorni arrivati dall'austria oltre duecento migranti che saranno ospitati in una nuova struttura a coccau Continuano gli arrivi in sicilia e di accordi con il fantomatico governo libico nessuna previsione attendibile Gli attriti con l'egitto escludono possibili appoggi del governo di tobruk Le previsioni di un autunno critico sempre più attendibili. Non riesco a capire come un governo così pragmatico in politica interna ed in economia in tema di accoglienza e politica estera sia sempre più demagogico. Speriamo almeno di una conclusione positiva del caso marò. Se così non fosse è facile prevedere un forte calo dei consensi moderati e se questo accadrà sarà la fine del sogno leopolda ovvio spero di esser smentito dai fatti

Risposto da Massimo Cocco su 12 Aprile 2016 a 9:42 Giorgio, come andrebbe gestita l'immigrazione secondo te? E il caso Regeni? Forse il governo dovrebbe accontentarsi di verità false?

Risposto da marcello sassoli su 12 Aprile 2016 a 11:32 Sono sconvolgenti le notizie di oggi riguardo alla gestione dell'immigrazione. Nella provincia di Trapani opera(va)no ex parlamentari e gente delle istituzioni che si "ingrassano" sui fondi destinati all'"accoglienza": non vi pare che venga messa a nudo la falsità del "buonismo a poco prezzo" sbandierato da tutte le anime belle dell'accoglienza senza se e senza ma? La notizia è su tutti i giornali e media...potrete verificare!

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 13:02 Massimo Sulla gestione dell'immigrazione come in tutte le cose occorre avere politici capaci di prevedere gli sviluppi futuri . Occorre programmare e non farsi inseguire dagli eventi. Ho gia' espresso critiche all'aver accettato il finanziamento alla turchia senza aver ottenuto impegni sulla destinazione dei migranti che arriveranno in italia dop la chiusura della rotta balcanica. Cosa fare per il prossimo futuro? Innanzitutto chiudere la frontiera con l'austria. La gente comune almeno qui in friuli non capisce per quale motivo l'austria blocca i migranti provenienti dall'italia ed il nostro paese accoglie quelli provenienti dall'austria. E visto che l'europa non accettera' mai di suddividere per stato chi ha fatto domanda per ottenere lomstatus di rifugiato almeno prendere posizione verso una gestione europea di rimpatrio per chi non ne ha i requisiti. E nel frattempo fare molta attenzione a che non sorgano conflitti fra poveri. Sempre qui in friuli sta salendo la ptotesta per l' assegnazione del reddito di sostentamento e qualche giorno fa sul messaggero veneto un articolo in cronaca

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locale riguardante il susdidio che nella zona di monfalcone sarebbe stato assegnato in maggioranza a famiglie di extracomunitari. Vi sarebbe un provvedimento che potrebbe rivelarsi positivo. re la giurisprudenza in modo che chi e'ospitato nelle strutture di acvoglienza debba prestarsi per lavori di pubblica utilita' . Oggi e' facoltativo e ben pochi sono coloro che hanno accettato . Caso regeni? Non avrebbe mai dovuto scoppiare. Avrei richiamato l' ambasciatore ma per licenziarlo in tronco. Errore gravissimo l' escalation. Ora solo calma calma ed ancora calma. Cosa sarebbe successo se la magistratura USA avesse preteso di svolgere indagini sul caso di perugia? Avremmo fatto un casino a non finire. L'egitto ha consentito ad inquirenti italiani di seguire le indagini. Un buon diplomatico avrebbe dovuto capire che quello era il limite invalicabile. Quindi occorre ritrovare il dialogo con il cairo. E non ci attendiamo aiuti dall'europa. Pertanto raffreddare la situazione ed evitare dichiarazioni estemporanee e masochiste da parte di gentiloni ma soprstutto di renzi. E ricordandosi che se si inizia una guerra economica con l'egitto fra i paesi europei non ci sara' nessun alleato. In compenso tanti approfittatori felicissimi di prendere il posto drlle aziende italiane Massimo Cocco ha detto: Giorgio, come andrebbe gestita l'immigrazione secondo te? E il caso Regeni? Forse il governo dovrebbe accontentarsi di verità false?

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 13:08 Marcello ma cosa credi che questi enti pseudo benefici aiutino i fratelli migranti per le parole del santo padre? Eh no l'aiuto c'e'. Ma la motivazione e' costituita dai fondi erogati pro migrante accolto. Se poi vogliamo riempirci la bocca con la parola volontariato facciamo pure. Ma ricordandoci sempre che senza contributo economico tramutato in retribuzione di volontari a gratis ve ne sarebbero ben pochi marcello sassoli ha detto: Sono sconvolgenti le notizie di oggi riguardo alla gestione dell'immigrazione. Nella provincia di Trapani opera(va)no ex parlamentari e gente delle istituzioni che si "ingrassano" sui fondi destinati all'"accoglienza": non vi pare che venga messa a nudo la falsità del "buonismo a poco prezzo" sbandierato da tutte le anime belle dell'accoglienza senza se e senza ma? La notizia è su tutti i giornali e media...potrete verificare!

Risposto da Alessandro Bellotti su 12 Aprile 2016 a 13:17 Giorgio davvero credi a quello che scrivi riguardo gli USA ? Cosa avremmo detto se la magistratura USA bla bla.. Gli USA i farabutti americani che seminano morte se li portano via alla chetichella in spregio alle nostre leggi e alla decenza. Molto peggio il Cermis che Regeni...Perchè gli USA sono ufficialmente un paese amico.. http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/01/20/news/cer... Gli Amercani non hanno bisogno di fare casino o indagini in Italia. In Italia gli Americani fanno semplicemente quello che vogliono. giorgio varaldo ha detto: Massimo Sulla gestione dell'immigrazione come in tutte le cose occorre avere politici capaci di prevedere gli sviluppi futuri . Occorre programmare e non farsi inseguire dagli eventi. Ho gia' espresso critiche all'aver accettato il finanziamento alla turchia senza aver ottenuto impegni sulla destinazione dei migranti che arriveranno in italia dop la chiusura della rotta balcanica. Cosa fare per il prossimo futuro? Innanzitutto chiudere la frontiera con l'austria. La gente comune almeno qui in friuli non capisce per quale motivo l'austria blocca i migranti provenienti dall'italia ed il nostro paese accoglie quelli provenienti dall'austria.

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E visto che l'europa non accettera' mai di suddividere per stato chi ha fatto domanda per ottenere lomstatus di rifugiato almeno prendere posizione verso una gestione europea di rimpatrio per chi non ne ha i requisiti. E nel frattempo fare molta attenzione a che non sorgano conflitti fra poveri. Sempre qui in friuli sta salendo la ptotesta per l' assegnazione del reddito di sostentamento e qualche giorno fa sul messaggero veneto un articolo in cronaca locale riguardante il susdidio che nella zona di monfalcone sarebbe stato assegnato in maggioranza a famiglie di extracomunitari. Vi sarebbe un provvedimento che potrebbe rivelarsi positivo. re la giurisprudenza in modo che chi e'ospitato nelle strutture di acvoglienza debba prestarsi per lavori di pubblica utilita' . Oggi e' facoltativo e ben pochi sono coloro che hanno accettato . Caso regeni? Non avrebbe mai dovuto scoppiare. Avrei richiamato l' ambasciatore ma per licenziarlo in tronco. Errore gravissimo l' escalation. Ora solo calma calma ed ancora calma. Cosa sarebbe successo se la magistratura USA avesse preteso di svolgere indagini sul caso di perugia? Avremmo fatto un casino a non finire. L'egitto ha consentito ad inquirenti italiani di seguire le indagini. Un buon diplomatico avrebbe dovuto capire che quello era il limite invalicabile. Quindi occorre ritrovare il dialogo con il cairo. E non ci attendiamo aiuti dall'europa. Pertanto raffreddare la situazione ed evitare dichiarazioni estemporanee e masochiste da parte di gentiloni ma soprstutto di renzi. E ricordandosi che se si inizia una guerra economica con l'egitto fra i paesi europei non ci sara' nessun alleato. In compenso tanti approfittatori felicissimi di prendere il posto drlle aziende italiane Massimo Cocco ha detto: Giorgio, come andrebbe gestita l'immigrazione secondo te? E il caso Regeni? Forse il governo dovrebbe accontentarsi di verità false?

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 13:39 Il caso cermis e' citato a capocchia. Le clausole relative al giudizio di militari NATO nel loro paese di origine per cause legate al servizio sono state approvate dai governi italiani del tempo. Se si vuole sostenere una tesi si utilizzino elementi pertinenti Alessandro Bellotti ha detto: Giorgio davvero credi a quello che scrivi riguardo gli USA ? Cosa avremmo detto se la magistratura USA bla bla.. Gli USA i farabutti americani che seminano morte se li portano via alla chetichella in spregio alle nostre leggi e alla decenza. Molto peggio il Cermis che Regeni...Perchè gli USA sono ufficialmente un paese amico.. http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/01/20/news/cer... Gli Amercani non hanno bisogno di fare casino o indagini in Italia. In Italia gli Americani fanno semplicemente quello che vogliono. giorgio varaldo ha detto: Massimo Sulla gestione dell'immigrazione come in tutte le cose occorre avere politici capaci di prevedere gli sviluppi futuri . Occorre programmare e non farsi inseguire dagli eventi. Ho gia' espresso critiche all'aver accettato il finanziamento alla turchia senza aver ottenuto impegni sulla destinazione dei migranti che arriveranno in italia dop la chiusura della rotta balcanica. Cosa fare per il prossimo futuro? Innanzitutto chiudere la frontiera con l'austria. La gente comune almeno qui in friuli non capisce per quale motivo l'austria blocca i migranti provenienti dall'italia ed il nostro paese accoglie quelli provenienti dall'austria. E visto che l'europa non accettera' mai di suddividere per stato chi ha fatto domanda per ottenere lomstatus di rifugiato almeno prendere posizione verso una gestione europea di rimpatrio per chi non ne ha i requisiti. E nel frattempo fare molta attenzione a che non sorgano conflitti fra poveri. Sempre qui in friuli sta salendo la ptotesta per l' assegnazione del reddito di sostentamento e qualche giorno fa sul messaggero veneto un articolo in cronaca locale riguardante il susdidio che nella zona di monfalcone sarebbe stato assegnato in maggioranza a famiglie di extracomunitari. Vi sarebbe un provvedimento che potrebbe rivelarsi positivo. re la giurisprudenza in modo che chi e'ospitato nelle strutture di acvoglienza debba prestarsi per lavori di pubblica utilita' . Oggi e' facoltativo e ben pochi sono coloro che hanno accettato . Caso regeni? Non avrebbe mai dovuto scoppiare. Avrei richiamato l' ambasciatore ma per licenziarlo in tronco. Errore gravissimo l' escalation. Ora solo calma calma ed ancora calma. Cosa sarebbe successo se la magistratura USA avesse

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preteso di svolgere indagini sul caso di perugia? Avremmo fatto un casino a non finire. L'egitto ha consentito ad inquirenti italiani di seguire le indagini. Un buon diplomatico avrebbe dovuto capire che quello era il limite invalicabile. Quindi occorre ritrovare il dialogo con il cairo. E non ci attendiamo aiuti dall'europa. Pertanto raffreddare la situazione ed evitare dichiarazioni estemporanee e masochiste da parte di gentiloni ma soprstutto di renzi. E ricordandosi che se si inizia una guerra economica con l'egitto fra i paesi europei non ci sara' nessun alleato. In compenso tanti approfittatori felicissimi di prendere il posto drlle aziende italiane Massimo Cocco ha detto: Giorgio, come andrebbe gestita l'immigrazione secondo te? E il caso Regeni? Forse il governo dovrebbe accontentarsi di verità false?

Risposto da Alessandro Bellotti su 12 Aprile 2016 a 13:54 Sapevo al 100% che mi rispondevi così..Regolamenti NATO, ragione di stato, opportunità politiche, alleanze... Resta comunque il fatto che nessun governo italiano, anche dopo le dichiarazioni recenti dell'omicida plurimo, si è degnato di alzare la voce... Io avrei chiuso la base di Aviano. Poi sarei andato a discutere... Giorgio gli americani, militari compresi, in Italia, fanno quello che vogliono. Le 'missioni' di sfioramento della funivia duravano da anni...E nessuno disse nulla... Quindi non citare gli USA nel caso Regeni. Che non ha senso. giorgio varaldo ha detto: Il caso cermis e' citato a capocchia. Le clausole relative al giudizio di militari NATO nel loro paese di origine per cause legate al servizio sono state approvate dai governi italiani del tempo. Se si vuole sostenere una tesi si utilizzino elementi pertinenti Alessandro Bellotti ha detto: Giorgio davvero credi a quello che scrivi riguardo gli USA ? Cosa avremmo detto se la magistratura USA bla bla.. Gli USA i farabutti americani che seminano morte se li portano via alla chetichella in spregio alle nostre leggi e alla decenza. Molto peggio il Cermis che Regeni...Perchè gli USA sono ufficialmente un paese amico.. http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2012/01/20/news/cer... Gli Amercani non hanno bisogno di fare casino o indagini in Italia. In Italia gli Americani fanno semplicemente quello che vogliono. giorgio varaldo ha detto: Massimo Sulla gestione dell'immigrazione come in tutte le cose occorre avere politici capaci di prevedere gli sviluppi futuri . Occorre programmare e non farsi inseguire dagli eventi. Ho gia' espresso critiche all'aver accettato il finanziamento alla turchia senza aver ottenuto impegni sulla destinazione dei migranti che arriveranno in italia dop la chiusura della rotta balcanica. Cosa fare per il prossimo futuro? Innanzitutto chiudere la frontiera con l'austria. La gente comune almeno qui in friuli non capisce per quale motivo l'austria blocca i migranti provenienti dall'italia ed il nostro paese accoglie quelli provenienti dall'austria. E visto che l'europa non accettera' mai di suddividere per stato chi ha fatto domanda per ottenere lomstatus di rifugiato almeno prendere posizione verso una gestione europea di rimpatrio per chi non ne ha i requisiti. E nel frattempo fare molta attenzione a che non sorgano conflitti fra poveri. Sempre qui in friuli sta salendo la ptotesta per l' assegnazione del reddito di sostentamento e qualche giorno fa sul messaggero veneto un articolo in cronaca locale riguardante il susdidio che nella zona di monfalcone sarebbe stato assegnato in maggioranza a famiglie di extracomunitari. Vi sarebbe un provvedimento che potrebbe rivelarsi positivo. re la giurisprudenza in modo che chi e'ospitato nelle strutture di acvoglienza debba prestarsi per lavori di pubblica utilita' . Oggi e' facoltativo e ben pochi sono coloro che hanno accettato . Caso regeni? Non avrebbe mai dovuto scoppiare. Avrei richiamato l' ambasciatore ma per licenziarlo in tronco. Errore gravissimo l' escalation. Ora solo calma calma ed ancora calma. Cosa sarebbe successo se la magistratura USA avesse preteso di svolgere indagini sul caso di perugia? Avremmo fatto un casino a non finire. L'egitto ha consentito ad inquirenti italiani di seguire le indagini. Un buon diplomatico avrebbe dovuto capire che quello era il limite invalicabile.

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Quindi occorre ritrovare il dialogo con il cairo. E non ci attendiamo aiuti dall'europa. Pertanto raffreddare la situazione ed evitare dichiarazioni estemporanee e masochiste da parte di gentiloni ma soprstutto di renzi. E ricordandosi che se si inizia una guerra economica con l'egitto fra i paesi europei non ci sara' nessun alleato. In compenso tanti approfittatori felicissimi di prendere il posto drlle aziende italiane Massimo Cocco ha detto: Giorgio, come andrebbe gestita l'immigrazione secondo te? E il caso Regeni? Forse il governo dovrebbe accontentarsi di verità false?

Risposto da Antonino Andaloro su 12 Aprile 2016 a 13:54 L'immigrazione dalle mie parti. Noto che - le comunità albanesi, e rumene si sono integrati abbastanza bene, molti di essi lavorano con ditte dell'edilizia e della agricoltura, partecipano attivamente alle funzioni religiose cristiane e dopo aver superato gli esami della scuola guida, hanno acquistato la piccola monovolume, anche se usata, per spostarsi con la famiglia ed abitano in appartamenti modesti; - le comunità africane,stentano ad inserirsi, in quanto i ricavi derivano da un commercio irrisorio e che non è regolato ai sensi delle ordinanze locali e delle leggi fiscali nazionali e pertanto le loro condizioni rimangono precarie in alloggi di fortuna; - le comunità cinesi - non capisco come riescano a espandersi nelle attività ristorative di vestiario nonchè di bazar; non li vedo quasi mai in luoghi ricreativi ; - le comunità indiane e filippine occupano lavori veramente modesti, presso le famiglie o presso i ristoranti e alberghi per servizi di pulizia. Direi che solo la comunità albanese, cerca l'integrazione, in quanto le altre conservano il fascino,le abitudini e le religioni dei loro popoli.

Risposto da Massimo Cocco su 12 Aprile 2016 a 14:14 Giorgio, Sono molto d'accordo sulla necessità di mettere al lavoro i migranti e di gestire i rimpatri. Sulle barriere e sul caso Regeni penso che sia necessario considerare il tentativo del governo di dimostrare una leadership culturale sul come affrontare le sfide del nostro continente. Sarebbe difficile argomentare per soluzioni europee da una parte e alzare muri dall'altra. Se è necessario mantenere rapporti costruttivi con l'Egitto forse è ugualmente necessario dimostrare la consistenza dei valori occidentali

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 16:03 Massimo la mia contrarieta' alla attuale gestione della questione regeni deriva dall'aver ricercato lo scontro frontale con l'egitto pur sapendon( o almeno mi auguro se ne rendano conto) la mancanza di deterrenza da parte nostra. Speak softly but carry a big stick diceva una massima sempre in voga. Ma se non hai nessun bastone non e' proprio il caso di alzar la voce. Arrivare allo scontro frontale significa aver commesso errori. Non entro in merito a cosa facesse giulio ma cavoli possibile che a nessuno dei funzionari dell'ambasciata sia mai arrivata voce di una situazione di pericolo? Possibile che

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nessun funzionario dell'ambasciata non avesse qualche informatore ( non spione bensi' informatore) fra i funzionari locali? Che la nostra diplomazia sia a volte inconcludente ed incapace e' un dato di fatto ( avrei qualche episodio da raccontare) ma ripeto la domanda era il caso di alzare i toni lo stesso giorno del ritrovamento della salma di giulio interrompendo la missione ufficiale di imprenditori guidata dal ministro guidi? Interrompere una missione - e sono sicuro della conferma di fabio- e' un atto gravissimo ... e cosa si sapeva allora poteva giustificare l'interruzione? E chi poteva esserne a conoscenza se non l'ambasciatore? E se ne era a conoscenza per quale motivo non ci si e' mossi prima? Non vedo nessuna logica. Il quadro che ne deriva e' solo di tragica improvvisazione. Ma se tutto quanto accade potesse servire a conoscere la verita' ed ad assicurare i colpevoli alla giustizia ok . Ma la chiusura dell'egitto allontana ogni speranza in merito. Rimane la possibilita' delle sanzioni. Anche in tal caso ci si dimostra geni. Abbiamo solo da perdere qualche miliardo di nostre esportazioni. E si noti che mentre tutto questo accade la francia sta discutendo una grossa fornitura di armi all'egitto. Come solidarieta' verso l'italia impegnata a pretendere la verita' su giulio regeni mi sembra esemplare. Massimo Cocco ha detto: Giorgio, Sono molto d'accordo sulla necessità di mettere al lavoro i migranti e di gestire i rimpatri. Sulle barriere e sul caso Regeni penso che sia necessario considerare il tentativo del governo di dimostrare una leadership culturale sul come affrontare le sfide del nostro continente. Sarebbe difficile argomentare per soluzioni europee da una parte e alzare muri dall'altra. Se è necessario mantenere rapporti costruttivi con l'Egitto forse è ugualmente necessario dimostrare la consistenza dei valori occidentali

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 16:10 Antonino non sto parlando delle comunita' presenti sul territorio. Il friuli ha un numero altissimo di lavoratori extracomunitari integrati e senza di loro l'economia locale crollerebbe per mancanza di manodopera. Mi riferisco alle migliaia di migranti ospitati nelle strutture e negli alberghi. Non lavorano e non si integrano. Magari si potesse utilizzarli almeno per lavori socialmente utili. Sarebbe gia' un ottimo inizio Antonino Andaloro ha detto: L'immigrazione dalle mie parti. Noto che - le comunità albanesi, e rumene si sono integrati abbastanza bene, molti di essi lavorano con ditte dell'edilizia e della agricoltura, partecipano attivamente alle funzioni religiose cristiane e dopo aver superato gli esami della scuola guida, hanno acquistato la piccola monovolume, anche se usata, per spostarsi con la famiglia ed abitano in appartamenti modesti; - le comunità africane,stentano ad inserirsi, in quanto i ricavi derivano da un commercio irrisorio e che non è regolato ai sensi delle ordinanze locali e delle leggi fiscali nazionali e pertanto le loro condizioni rimangono precarie in alloggi di fortuna; - le comunità cinesi - non capisco come riescano a espandersi nelle attività ristorative di vestiario nonchè di bazar; non li vedo quasi mai in luoghi ricreativi ; - le comunità indiane e filippine occupano lavori veramente modesti, presso le famiglie o presso i ristoranti e alberghi per servizi di pulizia. Direi che solo la comunità albanese, cerca l'integrazione, in quanto le altre conservano il fascino,le abitudini e le religioni dei loro popoli.

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 16:15 No Alessandro

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Solo ed esclusivamente leggi dello stato. Che non risulta nel frattempo siano cambiate E magari ricorda che non e' risiko Alessandro Bellotti ha detto: Sapevo al 100% che mi rispondevi così..Regolamenti NATO, ragione di stato, opportunità politiche, alleanze... Resta comunque il fatto che nessun governo italiano, anche dopo le dichiarazioni recenti dell'omicida plurimo, si è degnato di alzare la voce... Io avrei chiuso la base di Aviano. Poi sarei andato a discutere... Giorgio gli americani, militari compresi, in Italia, fanno quello che vogliono. Le 'missioni' di sfioramento della funivia duravano da anni...E nessuno disse nulla... Quindi non citare gli USA nel caso Regeni. Che non ha senso.

Risposto da Giampaolo Carboniero su 12 Aprile 2016 a 19:16 Corruzione e complicità? marcello sassoli ha detto: Sono sconvolgenti le notizie di oggi riguardo alla gestione dell'immigrazione. Nella provincia di Trapani opera(va)no ex parlamentari e gente delle istituzioni che si "ingrassano" sui fondi destinati all'"accoglienza": non vi pare che venga messa a nudo la falsità del "buonismo a poco prezzo" sbandierato da tutte le anime belle dell'accoglienza senza se e senza ma? La notizia è su tutti i giornali e media...potrete verificare!

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 21:07 effetti dell'applicazione distorta del secondo comma art 2 legge 266/91. Che poi vista la fumosità della legge forse tanto distorta non è Giampaolo Carboniero ha detto: Corruzione e complicità? marcello sassoli ha detto: Sono sconvolgenti le notizie di oggi riguardo alla gestione dell'immigrazione. Nella provincia di Trapani opera(va)no ex parlamentari e gente delle istituzioni che si "ingrassano" sui fondi destinati all'"accoglienza": non vi pare che venga messa a nudo la falsità del "buonismo a poco prezzo" sbandierato da tutte le anime belle dell'accoglienza senza se e senza ma? La notizia è su tutti i giornali e media...potrete verificare!

Risposto da Antonino Andaloro su 12 Aprile 2016 a 21:40 Marcello chiedi notizie al ministro dell'interno. Cantone disse che era illegittima la gestione di cara di Mineo e Alfano lo ha ignorato. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/05/mafia-capitale-illegitti... Giampaolo Carboniero ha detto: Corruzione e complicità? marcello sassoli ha detto:

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Sono sconvolgenti le notizie di oggi riguardo alla gestione dell'immigrazione. Nella provincia di Trapani opera(va)no ex parlamentari e gente delle istituzioni che si "ingrassano" sui fondi destinati all'"accoglienza": non vi pare che venga messa a nudo la falsità del "buonismo a poco prezzo" sbandierato da tutte le anime belle dell'accoglienza senza se e senza ma? La notizia è su tutti i giornali e media...potrete verificare!

Risposto da giorgio varaldo su 12 Aprile 2016 a 22:52 nei media nazionali sembra che le notizie sugli sbarchi siano centellinate con pudore. Sui media arabi i dati ci sono e sono impressionanti. https://twitter.com/AlArabiya_Eng/status/719957493661712384 Si sta procedendo ad un ritmo di 2000 migranti al giorno. Entro la fine dell'estate saranno quasi 400.000. Che ovviamente rimarranno in italia Come c'era da attendersi FRONTEX non solo si è dimostrato incapace a contrastare i flussi ma ha aumentato i cosiddetti "salvataggi " in mare Attendersi la stabilizzazione del nuovo governo libico ho proprio paura sia pia illusione A questo punto o si sospende FRONTEX ed ogni salvataggio il mare oltre il limite delle acque territoriali o si dia inizio ad operazioni di contrasto armato agli scafisti con la distruzione degli scafi a riva prima che partano. Con o senza consenso del governo libico Il governo rischia di cadere? tanto con 400.000 immigrati da gestire cadrebbe ugualmente.

Risposto da Fabio Colasanti su 13 Aprile 2016 a 10:07 Il trasferimento dei profughi non funziona ne puo' funzionare. http://www.eunews.it/2016/04/12/immigrati-il-fallimento-totale-dell...

Risposto da giorgio varaldo su 13 Aprile 2016 a 15:13 questo è il risultato della politica di integrazione inglese per gli islamici http://www.analisidifesa.it/2016/04/sondaggio-quanti-fans-dellisis-...

Risposto da giorgio varaldo su 14 Aprile 2016 a 18:20 le peggiori previsioni purtroppo si stanno realizzando http://www.corriere.it/cronache/16_aprile_14/migranti-arrivi-aument...

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 18 Aprile 2016 a 11:10

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Questi ultimi giorni sono stati caratterizzati da due interventi che personalmente ritengo molto importanti per il loro contenuto. a) La presentazione da parte del governo italiano di una proposta di azione comune europea sul problema della migrazione : il “ Migration Compact” di cui riporto il documento in allegato b) La visita del Papa a Lesbo Il documento del governo italiano mi sembra molto interessante e si muove su una strada che da tempo sostengo nelle discussioni all’interno del Circolo. Riporto qui di seguito anche due link di commento http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/Migranti-Renzi-rilancia-con-... http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/04/15/migranti-ecco-c... Per quanto riguarda invece la visita del Papa a Lesbo insieme al patriarca Bartolomeo e all’arcivescovo ortodosso di Atene Hieronimus mi sembra abbia lanciato due messaggi destabilizzanti rispetto all’attuale modo dei paesi europei di porsi di fronte al problema . Il primo è rivolto ai paesi dell’Est che continuano ad erigere barriere , muri e difese evocando il loro ruolo di difesa dell’Europa dall’invasione musulmana dei secoli passati. Il Papa risponde di no come capo della Chiesa e della comunità cristiana a questo atteggiamento. Il secondo è rivolto alla Comunità europea invitandola a esplicitare una politica comune di accoglienza e non limitarsi solo ad accordi come quello con la Turchia. Sono passi importanti che provengono fisicamente dallo stesso paese : l’Italia e questo ci riempie di speranza. Dobbiamo riflettere attentamente su questo invito alla gestione organizzata della migrazione . Solo una forte azione d’intermediazione organizzata europea fra i migranti e le popolazioni europee può permettere a queste ultime di superare l’inevitabile paura di fronte al fenomeno e migliorare la possibilità d’integrazione. Riflettiamoci bene prima di consegnare questo fenomeno da gestire con attenzione alle proposte degli estremisti , del fanatici e dei guerrafondai. Riporto qui di seguito anche il link della preghiera del testo della preghiera del Papa http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/la-preghiera-del-papa-a-lesbo-... Allegati:

immigrazione.pdf, 252 KB

Risposto da Giuseppe Ardizzone su 19 Aprile 2016 a 0:38 Il " Migration Compact" documento sulla gestione del fenomeno migrazione proposto dal Governo Italiano , riceve manifestazioni d'interesse da parte della Commissione Europea mentre il governo tedesco si dichiara decisamente contrario a qualsiasi forma di finanziamento delle varie iniziative proposte attraverso l'emissione di eurobonds- La Germania propone invece una tassazione sulla benzina per finanziare l'azione europea. cfr http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-04-18/berlino-contro-eu... Oltre alla stima del possibile introito di questa tassazione sulla benzina da paragonare a quella che potrebbe uscire fuori dall'emissione degli eurobonds , mi sembra che continuano a scontrarsi due visioni diverse del futuro finanziario europeo: L'uno pensa ad un possibile comune indebitamento sui mercati finanziari mondiali l'altro desidera fare piani su incassi certi o per lo meno probabili. In un momento in cui siamo come continente afflitti da problemi di deflazione e la BCE tenta disperatamente di pompare moneta non mi sembra che il motivo della resistenza sia di carattere prettamente economico . Siamo , mi sembra , al contrario , di fronte alla ennesima manifestazione della diffidenza politica rispetto al " vicino" di onorare nel tempo i suoi impegni. . Questa visione prudente e pragmatica che a prima vista può sembrare ragionevole può invece presentare il rischio di essere la principale responsabile dell'incapacità di assumere responsabilità comuni , assumendo i rischi conseguenti e necessari. Pur mantenendo la dovuta indipendenza nazionale è tuttavia necessaria una capacità di azione comune e sul terreno politico della migrazione stiamo effettivamente misurando la capacità europea di proposta

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Risposto da Massimo Cocco su 19 Aprile 2016 a 6:54 Penso anch'io che il nodo sia proprio questo, il timore (fondato) che l'Italia non onori i suoi impegni nel tempo. Per come la vedo io, semplicizzando, la vecchia classe dirigente italiana non ha mai goduto del rispetto delle classi dirigenti dei paesi del nord ma storicamente ha saputo offrire un minimo di fiducia e stabilità mantenendo una relazione di dichiarata subalternità (con governi tecnici quando necessario). Si tratta(-va) di una vecchia classe dirigente in progressivo declino, sempre meno capace di assicurare anche quel minimo di fiducia. La nuova classe dirigente del PD sta dimostrando una serietà di azione politica e di governo assolutamente inedita. Ma lo spettacolo della vecchia classe dirigente (includendovi editorialisti come Scalfari) che si salda ai populismi per cercare di dare la spallata a Renzi non contribuisce certo a dare in Europa l'immagine di una transizione compiuta.

Risposto da giorgio varaldo su 20 Aprile 2016 a 13:47 se vogliamo fare un regalo ai partiti xenofobi e farli diventare maggioranza non abbiamo che da seguire quanto consiglia di fare la germania : finanziare l'accoglienza con una nuova accisa sui carburanti. http://www.motori.it/attualita/236643/una-nuova-accisa-sui-carburan...

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Aprile 2016 a 0:30 Giorgio, non capisco. Ma del resto siamo in presenza di tante dichiarazioni ufficiali che non hanno alcun senso e quindi la confusione è comprensibile. Il problema dei profughi finora non ha trovato e non può trovare una risposta a parte quella dei respingimenti, la dove sono possibili. Il superamento delle regole di Dublino - conclamato da tanti, nostro governo compreso - è possibile solo nel caso di redistribuzione massiccia dei profughi. Nonostante le tante dichiarazioni politiche buoniste, ipocrite o false, la redistribuzione non è possibile, come i fatti stanno ampiamente dimostrando. Si possono prendere tutte le decisioni politiche di principio che si vogliono, ma non esistono gli strumenti giuridici per una redistribuzione, soprattutto quando gli interessati stessi non la vogliono. Quindi l'accordo di Dublino non è mai stato superato, siamo sempre nel quadro degli accordi di Schengen/Dublino. Chi entra illegalmente nello spazio Schengen deve rimanere nel primo paese di ingresso (salvo poi che si aiuti questo primo paese con mezzi tecnici e finanziari a rispedire indietro chi deve essere rispedito indietro e a esaminare le domande di asilo); anche la redistribuzione di chi ha il diritto all'asilo può essere fatta solo su base volontaria. Su di questo non è mai cambiato nulla, non ci sono stati cambiamenti di testi legislativi, non ci sono mai state decisioni che ssero questa situazione. Al contrario, ad ogni vertice si è ribadito che la situazione legale era sempre la stessa. E' solo il nostro governo che afferma che Dublino/Schengen non si applicherebbe più. Legalmente è tutto come prima e gli accordi di Dublino sono sempre in vigore. Dopo la furbata italiana di accompagnare i tunisini alla frontiera francese nel 2010/2011 le regole di Schengen sono state cambiate. Mentre prima i paesi dovevano avere l'accordo della Commissione europea per re-introdurre i controlli alle frontiere, adesso lo possono fare su decisione nazionale per un periodo di due anni. L'organizzzazione di un sistema di controllo ccome quello che l'Austria sta organizzando, contrariamente alle tante dichiarazioni del nostro governo, non è in violazione di una sola regola europea. La cosa potrà essere moralmente reprensibile, ma non

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costituisce una violazione di nessuna regola. Se veramente le azioni dell'Austria fossero state in violazione di una regola qualsiasi, la Commissione e l'Italia avrebbero già fatto ricorso alla Corte di Giustizia. Ma non è così (nonostante le dichiarazioni del nostro primo ministro sulla violazione "ovvia" delle regole europee). Sistemi di controllo come quello del Brennero esistono in mille altre frontiere europee senza che nessuno abbia mai obiettato nulla. Anche la presenza di poliziotti del paese di destinazione già nel paese di partenza è una pratica normale che solo la faziosità dei nostri media può presentare come una richiesta eccessiva, una richiesta che costituirebbe una provocazione (TG3). Non vedo quindi come il ministro degli interni tedesco potesse ufficialmente dire una sola parola critica al suo collega austriaco. Non solo quello che fanno gli austriaci è legale, ma è esattamente la stessa cosa che i tedeschi hanno fatto per vari mesi alle frontiere tra Austria e Germania; hanno respinto migliaia di profughi (per regolare il flusso di arrivo, non per rigettarli) e hanno comunque fatto capire che sono ben contenti che Austria, Slovenia, Macedonia ed altri chiudano le frontiere. Non capisco quindi la tua sorpresa di fronte alle dichiarazioni tedesche di oggi. Sono logiche e in linea con quello che la Germania ha sempre affermato. L'unica strada disponibile è quella di chiedere a qualcun altro di fare il lavoro sporco che noi non vogliamo fare. Dal lato della Grecia c'è la Turchia, stato organizzato e fin troppo efficente nella repressione, e si è fatto un accordo con quel paese. Dal lato nostro ci sono purtroppo la Libia e l'Egitto con i quali è difficile fare un accordo. La proposta di Matteo Renzi - Migration Compact - è la sola cosa che possa essere fatta (anche se i risultati si vedranno solo tra cinque o dieci anni). L'unica condizione che l'Italia poteva mettere all'accordo con la Turchia era quella di avere un appoggio su accordi con i paesi africani. Siamo di fronte ad una differenzza di condizioni oggettive tra Egeo e Canale di Sicilia, non ad una discriminazione. Ma l'Italia non poteva storcere tanto la bocca sull'accordo con la Turchia perché questo è anche nel suo interesse. Con la frontiere dei Balcani chiuse un flusso di profughi dalla Turchia rischierebbe di arrivare comunque in Italia; quindi l'Italia aveva un interesse proprio a che si raggiungesse l'accordo con la Turchia. Non sarebbe nell'interesse italiano far saltare l'accordo con la Turchia (che rischia comunque di saltare sulla questione dei visti). giorgio varaldo ha detto: Fabio dopo queste dichiarazioni http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-04-29/sul-brennero-berlin... ho l'impressione che avevo visto giusto quando criticavo il governo renzi per non aver posto il veto agli aiuti alla turchia senza precisi impegni da parte dell'europa. Morale della favola: sino a che il problema riguardava la germania la soluzione doveva esser europea. Oggi che riguarda l'italia la soluzione la dobbiamo trovare noi. Il tutto ovviamente nel pieno rispetto delle regole europee. Dobbiamo accogliere più migranti-? si accetti la proposta italiana di finanziamento europeo che a quanto pare è ancora in discussione e ben lontana da esser operativa. Ed il finanziamento deve esser globale e non quota parte come è attualmente.. Non ho idea se si possa sospendere il contributo italiano alla turchia, ma questo punto se questa rimane la posizione tedesca verso l'italia occorre almeno minacciare di porre il veto alla abolizione del visto per i turchi. E se non si ottiene nulla porlo sul serio

Risposto da giorgio varaldo su 30 Aprile 2016 a 1:07 Fabio a questo punto quali alternative abbiamo? la libia nella situazione attuale non è in grado di fermare nessun profugo e non è ipotizzabile sia in grado di farlo nel prossimo futuro. Anche se dovessimo intervenire sarà piuttosto improbabile si utilizzino le nostre truppe per tale scopo. Con l'egitto ci stiamo complicando la vita con gli strascichi del caso regeni. Quindi è ragionevole prevedere che il flusso di migranti verso il nostro paese non solo non si fermi ma che - come è successo qualche giorno fa - oltre a quello libico si aggiunga anche quello egiziano. Fermare mare nostrum e frontex? sarebbe saggio ma politicamente scorretto. E per non farci mancare nulla mentre dall'italia all'austria non passa nessuno la strada inversa è praticata da migliaia di profughi . Che non fermiamo e poi ce li troviamo a bivaccare nella stazione di udine come faremo a gestire centinaia di migliaia di migranti ? li ospiteremo nelle strutture alberghiere magari nelle località turistiche?

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Migration compact sarebbe effettivo in anni. Ma noi non abbiamo a disposizione si tanto tempo. Abbiamo a disposizione solo qualche mese. Al massimo 5. Fabio Colasanti ha detto: L'unica strada disponibile è quella di chiedere a qualcun altro di fare il lavoro sporco che noi non vogliamo fare. Dal lato della Grecia c'è la Turchia e si è fatto un accordo con quel paese. Dal lato nostro ci sono purtroppo la LIbia e l'Egitto con i quali è difficile fare un accordo. La proposta di Matteo Renzi - Migration Compact - è la sola cosa che possa essere fatta (anche se i risultati si vedranno tra cinque o dieci anni). L'unica condizione che l'Italia poteva mettere all'accordo con la Turchia era quella di avere un appoggio su accordi con i paesi africani. Ma l'accordo con la Turchia era anche nell'interesse italiano. Con la frontiere dei Balcani chiusi un flusso di profughi dalla Turchia eischia di arrivare comunque in Italia; quindi l'Italia aveva comunque un interese proprio all'accordo con la Turchia

Risposto da Fabio Colasanti su 30 Aprile 2016 a 1:44 Giorgio, in effetti, non abbiamo molte prospettive. Ma è cosi da anni, fin da quando la crisi dei profughi è scoppiata. Ogni volta che si cerca di discuterne le discussioni partono per la tangente ed ognuno finisce indicando una soluzione più impossibile delle altre. Tutto quello che l'Italia può fare è : a) sostenere l'accordo con la Turchia, perché comunque è anche nel nostro interesse (e come ho scritto è molto dubbio che l'accordo tenga oltre giugno perché i paesi Europei non sembrano voler fare sui visti quello che è stato promesso alla Turchia). b) sperare che il governo libico si rafforzi fino al punto da poter fare un qualche accordo perché chiuda il rubinetto libico. Ma se mai ci si riuscirà, servirà molto tempo e la chiusura non potrà mai essere efficace come quella turca. c) insistere con il Migration Compact anche se è una soluzione di medio/lungo termine. Ma se non si comincia mai, non si vedranno mai i risultati. Perché il Migration Compact possa andare avanti bisogna re l'elemento degli eurobonds che non può passare. d) insistere per avere dal resto dell'Ue aiuti tecnici e finanziari concreti e sostanziosi per gestire i profughi che arriveranno da noi. L'idea di creare una guardia costiera europea è da sostenere. Quello che non serve a nulla è immaginare che gli altri paesi dell'Unione europea possano essere obbligati ad accettare quote di profughi che vadano molto al di la di quanto hanno già dichiarato di voler accettare. Bisgna anche smettere la retorica dei "muri che non risolverebbero nulla". Strillare contro l'introduzione dei controlli alle nostre frontiere non fa che rafforzare l'impressione che noi lo si faccia perché in realtà vogliamo continuare a trasferire alla chetichella centinaia di migliaia di profughi verso il nord Europa come facciamo da anni. Che Schengen non crolli dipende anche da noi. L'alternativa è uno Schengen 2 senza di noi (è da tempo che ricordo questo pericolo). giorgio varaldo ha detto: Fabio a questo punto quali alternative abbiamo? la libia nella situazione attuale non è in grado di fermare nessun profugo e non è ipotizzabile sia in grado di farlo nel prossimo futuro. Anche se dovessimo intervenire sarà piuttosto improbabile si utilizzino le nostre truppe per tale scopo. Con l'egitto ci stiamo complicando la vita con gli strascichi del caso regeni. Quindi è ragionevole prevedere che il flusso di migranti verso il nostro paese non solo non si fermi ma che - come è successo qualche giorno fa - oltre a quello libico si aggiunga anche quello egiziano. Fermare mare nostrum e frontex? sarebbe saggio ma politicamente scorretto. E per non farci mancare nulla mentre dall'italia all'austria non passa nessuno la strada inversa è praticata da migliaia di profughi . Che non fermiamo e poi ce li troviamo a bivaccare nella stazione di udine come faremo a gestire centinaia di migliaia di migranti ? li ospiteremo nelle strutture alberghiere magari nelle località turistiche? Migration compact sarebbe effettivo in anni. Ma noi non abbiamo a disposizione si tanto tempo. Abbiamo a disposizione solo qualche mese. Al massimo 5. Fabio Colasanti ha detto: L'unica strada disponibile è quella di chiedere a qualcun altro di fare il lavoro sporco che noi non vogliamo fare. Dal lato della Grecia c'è la Turchia e si è fatto un accordo con quel paese. Dal lato nostro ci sono purtroppo la LIbia e l'Egitto con i quali è difficile fare un accordo. La proposta di Matteo Renzi - Migration Compact - è la sola cosa che

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possa essere fatta (anche se i risultati si vedranno tra cinque o dieci anni). L'unica condizione che l'Italia poteva mettere all'accordo con la Turchia era quella di avere un appoggio su accordi con i paesi africani. Ma l'accordo con la Turchia era anche nell'interesse italiano. Con la frontiere dei Balcani chiusi un flusso di profughi dalla Turchia eischia di arrivare comunque in Italia; quindi l'Italia aveva comunque un interese proprio all'accordo con la Turchia

Risposto da Cristina Favati su 30 Aprile 2016 a 21:31 http://www.internazionale.it/opinione/michael-braun/2016/04/26/renz...

Risposto da Fabio Colasanti martedì Ho indicato varie volte come l'accordo con la Turchia dipenda molto dalle promesse fatte sulla liberalizzazione dei visti. Riporto qui di seguito un contributo di un think tank di Bruxelles che spiega i termini del problema. EU visa-liberalisation for Turks: just around the corner? Amanda Paul and Demir Murat Seyrek, European Policy Centre At the 18 March EU-Turkey Migration Summit EU leaders pledged to lift visa requirements for Turkish citizens travelling to the Schengen zone by the end of June 2016 if Ankara met the required 72 benchmarks. On 4 May the European Commission will decide whether or not Turkey has done enough. The stakes are high because Turkey has threatened to cancel the readmission agreement, which is central to the success of the migration deal, if the EU fails to deliver. Turkey is the only EU candidate country not to have visa liberalisation, despite Ankara being promised free movement of people decades ago. A protocol to the 1963 Association Agreement between the then European Economic Community (EEC) and Turkey states that both sides "shall refrain from introducing between themselves any new restrictions on the freedom of establishment and the freedom to provide services." There is also consistent jurisprudence by the European Court of Justice holding the view that in EU law the freedom to provide services covers persons providing services as well as persons receiving them. Turkey began a visa-free dialogue with the EU in December 2013 which included the implementation of a readmission agreement. However, with a visible lack of enthusiasm from many EU member states there was little belief in Ankara that the Union was serious. This impacted the process, with Turkey only fulfilling 35 of the 72 criteria. When Turkey became central to a solution for the migration/refugee crisis, Ankara saw an opportunity to accelerate the process by exploiting the EU’s urgent need for a deal. Prime Minister Davutoğlu insisted on visa liberalisation by the end of June. State of play As of 2 May Turkey had met or partially met 65 of the criteria. Ankara has pledged to rapidly fulfil the remaining requirements. While many of the unfulfilled criteria are purely technical, some issues are more problematic. The first concerns the definition of terrorism. The European Commission has asked Ankara to revise Turkish legislation on terrorism with the aim of aligning it with the EU’s acquis, Council of Europe standards and with the European Court of Human Rights jurisprudence on terrorism. The second problem concerns the protection of personal data. The European Commission requested Turkey to establish an independent and transparent commission to supervise the possible violations of citizen rights by law enforcement agencies. While Turkey has created what it claims to be an independent commission, the fact that it is linked to the Prime Ministry is problematic. A third point concerns migration management and the applicants of international protection. There are currently some 140,000 applicants waiting for a decision from the Turkish authorities. The European Commission requests that Turkey ensures that these applications are considered within the shortest possible time-frame. Ankara also needs to strengthen the visa regime applied to nationals of other countries which, in 2015, accounted for the largest numbers of irregular entries

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into the EU via Turkey, and stop applying a discriminatory visa regime towards EU member states. Finally, Turkey must continue issuing machine readable biometric travel documents. The stakes are high While EU leaders have stated that there will be no-short cuts for Ankara, there is a broad recognition of what is at stake. Since the EU-Turkey deal entered into force there has been a significant drop in the number of refugees crossing the Aegean from Turkey. While the number of arrivals was more than 56,000 in February 2016, the number has fallen to 7,800 in the last 30 days. Some 325 irregular migrants arriving in Greece have been returned to Turkey. Davutoğlu has warned that Ankara could stop implementing its side of the bargain, namely to take back all those who reach Greece from its shores, if Europe does not deliver. As the readmission agreement is a central part of the visa liberalisation agreement, Ankara believes it is acceptable to terminate or at least freeze the agreement. The possible collapse of the deal, which could bring tens of thousands of new migrants to Europe, would be a catastrophe for EU leaders. Having negotiated the deal, German Chancellor Angela Merkel in particular has a strong interest in making it work, given that Germany was the main destination for about a million refugees and migrants last year. Many member states, including France and Germany, also remain anxious over the potential impact of taking Turkey off the visa list. While the number of Turks holding passports is merely around 7.7 million – around 10% of the population – many leaders are concerned that it could play into the hands of right-wing populists. There is also a fear that Turkey’s deteriorating security situation could lead to an increase in asylum requests, particularly from Kurds. These concerns are exacerbated by the fact that Ukrainian, Georgian and Kosovo citizens are also expected to receive visa liberalisation in the coming months. In a move to lessen concerns, France and Germany proposed a new “emergency brake” initiative to strengthen a 2013 law that allows visa travel to be revoked for up to six months under certain conditions. This presently includes an increase in the number of asylum requests from the third countries or a substantial increase in third country citizens remaining in an EU member state unlawfully after entering as tourists. The idea has won support from other quarters, including the European Parliament. Given Turkey has indicated it would not oppose such a move, as long as it applies to other countries too, it may move ahead. A pragmatic approach is required While Ankara has put a lot of effort into the process, it seems unlikely that Turkey will be able to fully meet all 72 requirements by 4 May. In this situation the European Commission could go ahead and propose visa-free travel, but risk losing credibility. Alternatively, it could report that Ankara has not met all the criteria and not propose visa-free travel but this would put the future of the EU-Turkey deal at risk. A pragmatic solution would be for the Commission to give a pr ry green light and provide an update in June on troublesome issues. If the Commission delivers a positive report the next steps will be a debate in the Civil Liberties, Justice and Home Affairs Committee in the European Parliament, a European Parliament plenary and finally the Justice and Home Affairs Council on 9-10 June. Thus the timing is tight. However, the biggest challenge may come from the European Parliament and those national parliaments, such as the Netherlands, that need to ratify the agreement. Some members of the European Parliament are growing increasingly uncomfortable with the idea of giving anything to the ruling Justice and Development Party (AKP) as long as questions remain about its commitment to fundamental rights and freedoms, which risks the Parliament using its legislative power to block the deal, thus delaying the process, possibly until the autumn. The lifting of visas is the biggest benefit of the migrant deal for Turkey. Visa liberalisation and the readmission agreement, as well as their implementation, will be decisive for the success of the EU-Turkey deal, but also the future of Turkey-EU relations. The successful implementation of these agreements may create a spill-over effect and re-establish trust between Turkey and the EU. Moreover, visa liberalisation will be a very important message to the citizens of Turkey, who have been turning increasingly sceptical towards the EU as a result of the double standards when it comes to Turkey’s accession process. The EU may win the hearts and minds of many pro-Western and pro-democracy Turks once again, the consequences of which might go beyond the visa issue. Amanda Paul is a Senior Policy Analyst at the European Policy Centre (EPC). Demir Murat Seyrek is a Senior Policy Advisor at the European Foundation for Democracy. The views expressed in this Commentary are the sole responsibility of the authors. http://www.epc.eu/documents/uploads/pub_6501_eu_visa-liberalisation...

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Risposto da Fabio Colasanti giovedì Alcuni dati importanti sull'afflusso di profughi. http://www.euractiv.com/section/social-europe-jobs/news/only-3-of-i... E questi spiegano i tentativi della Commissione di sostituire le regole di Dublino con un nuovo accordo. http://www.euractiv.com/section/justice-home-affairs/news/commissio... http://www.eunews.it/2016/05/04/dublino-ue-riforma-commissione-prop...