lionismo novembre-dicembre 2114

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Lionismo Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA Novembre-Dicembre 2014 Rivista del distretto Lion 108L Città cardioprotette Alimentazione salute, ambiente 42 07 2 Il tesoro di Mont’e Prama 33 AUGURI AUGURI AUGURI

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Lionismo

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA

Novembre-Dicembre 2014 Rivista del distretto Lion 108L

Cittàcardioprotette

Alimentazionesalute, ambiente

4207

2Il tesoro

di Mont’e Prama

33

AUGURI AUGURI AUGURI

A tutti i lettori l’auguriodi un Santo Natale di pace e fraternitàe di un meraviglioso 2015

Registrazione al tribunale di Perugia n° 20/2013 del 23 settembre 2013.Iscrizione al R.O.C. n° 10853 del 29/11/2004.La rivista viene inviata in abbonamento (€ 2,50) a tutti i soci Lionsdel Distretto 108L (Lazio, Sardegna e Umbria)

Lionismonovembre-dicembre 20142

LIONISMO – Bimestrale a cura dell’Associazione Internazionale Lions Club Distretto 108Lnovembre-dicembre 2014, numero 2, anno XLI

La rivista cura l’informazione sulle attività dei Lions al fine di diffondere l’idea lionisticanei campi del sociale, dell’economia, della scienza e in ogni campo di interesse delleComunità in cui agiscono. In particolare un’informazione che metta in luce valoriimprescindibili, per creare nel socio una maggiore consapevolezza dell’essere Lion.

Direttore editoriale: Giovanni Paolo Coppola - Governatore 2014-15Direttore emerito: PDG GWA Osvaldo de TullioDirettore responsabile: PDG Vincenzo G. G. MennellaCapo redattore: Mauro BellachiomaAmministrazione: Salvatore Condorelli tesoriere distrettuale

In redazione: Norberto Cacciaglia, Domenico Calì, Maria Patrizia Campanella,Antonino Celli, Riccardo Cimagalli, Andrea Frailis, Carlo Giovinchi, Gordana Kaitovic,Deanna Mannaioli, Giampiero Mirabassi, Carlo Ponticelli, Franca Piroso, AdolfoPuxeddu, Tiziana Sechi, Giuseppe Tito Sechi, Danilo Tropea.

Hanno inoltre collaborato a questo numero: Naldo Anselmi, Aron Bengio, AmedeoCalenzo, Licia Carbini, Pasquale D’Innella Capano, Eugenio Ficorilli, Paola Fioroni,Gianfranco Godioli, Giuseppe Lio, Piero Paccosi, Maria Luisa Paroli, TommasoSediari, Francesco Tei, Wanda Vigna.

Art director: Vincenzo G. G. MennellaProgetto grafico e impaginazione: ali&no editriceStampa: Tipolitografia Petruzzi Corrado & C – 06012 Città di Castello (PG)

Concessionaria esclusiva per la pubblicità:Comitalia srl 10025 Pino Torinese (TO)Via delle Rose, 6 - tel. 011 840232 - fax 011 840791 - [email protected]

La rivista Lionismo è l’organo di stampa del Lions Clubs International Distretto 108L.Redazione: via Umberto Saba14 - 06073 Ellera di Corciano (Pg)Gli articoli pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori e non necessariamentequello della redazione.Si ringraziano i soci che inviano articoli e che saranno pubblicati, se rispondentialla linea editoriale, in ordine alla data di arrivo. Si raccomanda inoltre di inviaretesti originali e mai pubblicati a stampa o sul web anche se dello stesso autore.Inviare i testi in formato Word a [email protected], articoli e foto ricevuti nonvengono restituiti anche se non pubblicati. La direzione si riserva il diritto dieseguire sui testi pervenuti interventi formali, anche di riduzione, per migliorarnela leggibilità nonché decidere in quale rubrica posizionare l’articolo. Il testo deveessere conciso, non deve contenere sottolineature, grassetti e parole inmaiuscolo. La lunghezza degli scritti non dovrà superare le 5.500 battute (spaziinclusi), ogni testo dovrà avere un titolo e un abstract di quindici righe al massimoed essere accompagnato da foto in JPEG con risoluzione non inferiore a 300 dpie grandezza non inferiore a 10 cm.

Tutti gli articoli devono pervenire in redazione entro e non oltreil giorno 5 del mese antecedente l’uscita della rivista.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 10 novembre 2014

15 aprile 2015

15 febbraio 2015

15 giugno 2015

3La voce del Governatore Lionismonovembre-dicembre 2014

Carissimi,l’anno sociale è iniziato da qualche mesee le attività di servizio dei club procedono

con regolarità e secondo i programmi approvatidalle rispettive assemblee.Nel nostro distretto, che frequento da qualche

anno con una certa assiduità, ho percepito daluglio un’aria nuova, una maggiore voglia di es-serci e di partecipare, che mi ha riempito di feli-cità e mi fa da stimolo a proseguire con determi-nazione su questa strada.Non è solo una mia sensazione personale,

che ho vissuto durante i numerosi incontri e col-loqui con i club e i soci, ma è testimoniata dadati numerici.Le riunioni programmatiche per i nuovi presi-

denti di settembre sono state, per me e forseper tutti noi, un’importante e gratificante sor-presa, ma forse anche una manifestazione diforza del nostro movimento, da sempre auspi-cata da tutti coloro che vogliono benealla nostra associazione. Avere circa 300 soci e presidenti a

Roma, circa 130 a Terni e circa 170a Tramatza sono un esempio incon-futabile di rinnovato interesse per ilnostro movimento e anche la testi-monianza che c’è ancora molta vo-glia di stare insieme, di discuteredelle nostre problematiche e di viverein maniera più intensa e partecipatail nostro lionismo, che spesso si so-pisce per incomprensioni e dissidi trasoci, che dovrebbero sempre essereevitati, praticando realmente la no-stra etica.L’entusiasmo che ho apprezzato

personalmente e gli scambi di idee ei suggerimenti ricevuti, sono stati per

me la prova di una voglia fortissima di parteci-pare e di collaborare da parte di tutti i presenti.Il dialogo con i soci è iniziato già dal mese di

marzo, quando abbiamo incontrato i futuri pre-sidenti e abbiamo iniziato a conoscerci, a scam-biarci opinioni, idee consigli sul programma delnuovo anno sociale.Questa frequentazione è proseguita a giugno,

luglio e infine si è consolidata a settembre e hafatto in modo che i club potessero definire conlargo anticipo i loro programmi e le loro iniziativecomuni sul territorio di competenza. Con i presidenti abbiamo anche condiviso al-

cuni semplici obiettivi del nuovo anno, che privi-legiavano una ritrovata concordia tra i soci neiloro club e tra i club e il distretto, che ricercavanouna maggiore visibilità e auspicavano una sem-pre maggiore e capillare presenza nel territorioe presso le istituzioni locali.Questi obiettivi puntano ad accrescere l’orgo-

glio di appartenenza, in linea con il motto delnostro presidente internazionale Joe Preston, ecreano le condizioni per rendere più forte la no-stra associazione.Ovviamente non tutti i club hanno la stessa

forza e la stessa voglia di operare con questo

Giovanni Paolo CoppolaGovernatore 2014-15 Distretto 108L

Voglia di partecipareIl dialogo con i soci sta dando i primi frutti. I Clubsi stanno adoperando al massimo per accrescerel’orgoglio dell’appartenenza con una capillare presenza

nel territorio e una maggiore collaborazione con le istituzioni

4 Lionismonovembre-dicembre 2014 La voce del Governatore

rinnovato spirito. Come in tutte le associazionianche nei Lions ci sono dei club in sofferenzaperché non bene gestiti o perché il seme dellionismo è caduto su un’area pietrosa e aridadove non è riuscito ad attecchire bene.Questi club sono stati, purtroppo, tenuti in vita

“artificialmente” anche con qualche ricaduta fi-nanziaria negativa per il distretto, nella speranzache al loro interno o forse anche con l’aiuto dellestrutture distrettuali preposte potessero risolle-varsi e ripartire più forti di prima.Per alcuni club ciò non è avvenuto e ora è ar-

rivato il momento di accettare anche qualchedolorosa defezione nella speranza che, comeaccade in natura, questa opera di potatura facciacrescere la nostra pianta piùforte e produca nuovi ger-mogli rigogliosi.Tutto il nostro team di-

strettuale sta operando contenacia e pazienza in que-sto senso e presto speriamodi vedere i frutti di questolavoro oscuro e talvoltapoco compreso.La nostra associazione in-

ternazionale ha bisogno disoci nuovi, giovani, motivati e consci della “mis-sione” che li attende e non è propensa ad ac-cettare inutili e dannosi veti. Non è più pensabile, né consentito dalla sede

centrale, che si possa impedire la nascita di unnuovo club Lions.Infatti dobbiamo considerare che, paradossal-

mente ed estremizzando il concetto, un nuovoclub può essere omologato dalla sede centraleanche senza il parere del distretto e dei club re-sidenti nella stessa area geografica. Sta al nostro buon senso, alla nostra etica,

sempre sbandierata, e al nostro spirito di verilion guidare, aiutare e supportare i nuovi club,per rafforzare il nostro movimento nei territoridove essi vogliono sorgere.Anzi è nostro dovere cercare di intercettare le

istanze di nuovi probabili soci o di nuovi club ecanalizzarle nella maniera corretta, diventando,al limite, anche loro sponsor e guida, affinchétutti siano adeguatamente preparati e pronti peri compiti che li attendono.Compito del distretto è anche quello di con-

trollare che ciò avvenga nella massima serenitàe con la gioia di avere al nostro fianco nuovi emotivati amici che ci aiuteranno a servire piùpersone, purtroppo sempre più numerose, chehanno bisogno del nostro aiuto.

Infine qualche considerazione amministrativa,visto che il Governatore è il rappresentante le-gale pro-tempore dell’Associazione ed ancheuno dei 18 officer internazionali del multidistrettoItaly. Com’è noto, gli scopi della nostra associa-

zione, elencati a livello internazionale, vedonoai primi due posti le seguenti affermazioni:– organizzare, costruire e sovraintendere i clubdi servizio denominati Lions Clubs;

– coordinare le attività e omogeneizzare l’am-ministrazione dei Lions Clubs.Ciò implica da parte del Governatore un’at-

tenta e doverosa opera per creare, organizzaree gestire i club, ma anche una specifica azione

mirata a fare in modo chetutti i club si comportinonello stesso modo a livelloamministrativo, adottandoregole non in contrasto congli Statuti e i Regolamentiinternazionali.Ciò dovrebbe essere

stato già fatto da tempo neinostri club, con l’approva-zione, nelle rispettive as-semblee, di uno statuto e di

un regolamento tipo. In particolare dobbiamo sapere che per pro-

blemi legati alla legislazione italiana corrente, inostri club avrebbero dovuto almeno deliberaredi adottare uno statuto conforme a quello “tipo”approvato il 30 novembre 2009, per non perderei benefici previsti dalla legge per le associazionino-profit, e che, per poter restare in questo am-bito, i club devono puntualmente ottemperaread alcune semplici incombenze amministrativee fiscali.Concludo con una semplice considerazione

che, credo, tutti possiamo condividere.È solo con il rispetto delle regole associative

e della Legge dello Stato in cui tutti viviamo,che il nostro Lionismo potrà rafforzarsi e pro-gredire, attirando nuove forze, soprattutto piùgiovani, e rimanere sempre la più grande e lapiù importante al mondo.Non ci resta che provarci con determinazione

tutti insieme e i risultati certamente arriveranno.Mi auguro che, condividendo la visione, la mis-

sione e gli obiettivi, continuerete a starmi vicinoe a consigliarmi.Così potremo celebrare, a fine anno, i successi

della nostra Associazione e del nostro distretto.Viva il Lionismo.Viva il Distretto 108L. �

C’è bisogno di soci nuovi, giovani,

motivati e consci della “missione”

che li attende

03/ La vocedel GovernatoreVoglia di parteciparedi Giovanni Paolo Coppola

07/ EditorialeAlimentazione, salute,ambientedi Vincenzo G.G. Mennella

10/ GovernorshipGiovani e occupazione:quale futuro?

di Tommaso Sediari

12/ GovernorshipAmicizia, associazionee rispetto delle regole

di Eugenio Ficorilli

14/ AttualitàEbola, psicosi e paura

di Adolfo Puxeddu

17/ AttualitàLa culturadell’esclusione

di Giuseppe Lio

20/ AttualitàL’accoglienzadei migranti

di Naldo Anselmi

22/ Attualità Riforma del Terzosettore, quali prospettiveper i Lions?

di Maria Patrizia Campanella

24/ Attualità Malala, lotta per la libertà

di Deanna Mannaioli

26/ Cultura Segni dei tempi checambiano. Evoluzionedei mezzi di trasportodalle origini ai giorni nostridi Vincenzo G.G. Mennella

33/ Cultura Il tesoro di Mont’e Prama

di Giuseppe Tito Sechi

36/ Ambiente In pericolo la salutedel pianeta

di Amedeo Calenzo

38/ Costume e società L’inutile ipocrisia del politicamente corretto

di Giampiero Mirabassi

40/ Attività di servizioAnoressia e bulimia in aumento

di Licia Carbini

5Contenuti Lionismonovembre-dicembre 2014

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07

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42/ Attività di servizioCittà cardioprotette, ambizioso progetto dei Lions umbri

di Francesco Teie Paola Fioroni

44/ Attività di servizioSos accoglienza disabili

di Gianfranco Godiolie Wanda Vigna

46/ Attività di servizioQuella fiaccola che scalda i cuori

di Maria Luisa Paroli

50/ Attività di servizioOsservatorio della Solidarietà Mediterranea

di Aron Bengio

51/ Attività di servizioBimbi a scuola, mamme nell’orto

52/ Tecnologia e comunicazioneLa conquista del mondo virtuale

di Pasquale D’Innella Capano

55/ Tecnologia e comunicazioneRaccolta fondi, una risorsa poco utilizzatadal Terzo settore

di Piero Paccosi

57/ L’opinione Lions & Democrazia

di Danilo Tropea

59/ L’oggettomisterioso

60/ Concorso

62/ Ultim’ora

6 Lionismonovembre-dicembre 2014 Contenuti

Il Governatore Giovanni Paolo Coppola rivolge uninvito ai soci per collaborare con la rivista ondeevitare la morte del pensiero. Corre l’obbligo diavvisare coloro che desiderano collaborare di atte-nersi strettamente alle regole enunciate a pagina 2per quanto concerne contenuti, tempi e spazi, perconsentire il rispetto degli obblighi contrattuali.

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7Editoriale Lionismonovembre-dicembre 2014

Sino all’Ottocento molte aree della penisolavivevano in una condizione di grande ar-retratezza, miseria e sottonutrizione en-

demica, che ha influenzato in maniera significa-tiva anche la struttura fisica della popolazione.Tale situazione non ha subito variazioni fino allaseconda guerra mondiale.Con gli anni Cinquanta inizia un processo di

miglioramento irreversibile, che si compie neldecennio successivo. Negli anni Settanta e Ot-tanta il crescere del reddito delle famiglie, il ge-neralizzarsi dello stile di vita cittadino, l’emanci-pazione e il lavoro fuori casa della donna, ladiminuzione dei lavori fisici pesanti portano alladelocalizzazione e alla globalizzazione dei con-sumi tanto che si assiste negli anni del boomeconomico a un progressivo cambiamento delleabitudini alimentari e a comportamenti sempremeno legati alle tradizioni locali. Si afferma ladestrutturazione dei pasti e la tendenza a man-giare in modo meno concentrato. Determinantisono stati i miglioramenti compiuti nella conser-vabilità e nel packaging e i ritmi più frenetici chehanno costretto a un cambiamento generalizzatodelle abitudini alimentari nel bene e nel male.Oggi allorché scegliamo il cibo lo si fa tenendo

conto dei valori nutrizionali, del sapore e dell’ap-porto calorico ma non in funzione della sua so-stenibilità ambientale. Non è ancora matura lanecessità di educare la propria coscienza eco-logica sia da parte di chi produce che da partedi chi consuma, anche se sono realtà diffusel’agricoltura e i prodotti biologici, le filiere corte,le pratiche agricole ecosostenibili e i prodotti achilometro zero. Grazie ai farmers market, ai

mercati rionali, alla vendita diretta e agli spacciaziendali, si propone un approccio nuovo rispettoalla terra, all’aria, all’acqua, agli animali e allatutela della biodiversità.In tutto il mondo le linee guida nazionali sul-

l’alimentazione stanno incoraggiando lo sviluppodi diete che prevedono un consumo maggioredi alimenti a basso impatto ambientale e un mi-nor consumo di cibi che contribuiscono al de-grado ambientale. L’emergenza alimentare cheattraversa il mondo contemporaneo è dovuta alfatto che il cibo e la filiera con cui lo produciamo,i modi e i luoghi in cui lo consumiamo e la suadistribuzione sbilanciata nelle diverse zone delpianeta incidono profondamente sui meccanismiche regolano la nostra società e la nostra epoca.Un aspetto che ci conforta è che i cibi più sa-

lutari e più nutrienti sono anche quelli che ten-denzialmente hanno minor impatto negativo sullerisorse del pianeta. Una dieta con consumo ec-cessivo di carne, ricca di grassi può essere re-sponsabile di problemi di obesità, diabete e di-sturbi cardiovascolari ma ha anche di fortiricadute sull’ambiente.In un mondo in cui le risorse sono in esauri-

mento e la biodiversità vegetale è in pericolo,consumare alimenti che hanno minor impatto intermini ambientali significa contribuire a miglio-rare la fertilità dei terreni, tutelare le riserve idri-che, proteggere la biodiversità e recare benefici

PDG Vincenzo G.G. MennellaDirettore responsabile di Lionismo

Alimentazione,salute, ambiente

Diffondere la consapevolezza che le scelte alimentari di ciascuno di noi hanno un impatto globale sull’uomo

e sul suo ecosistema è una necessità del mondo modernoBisogna proporre valide iniziative pratiche per la salvaguardia dellasalute umana e dell’habitat. E l’occasione è l’Expo 2015

alla salute umana. I risultati dei più recenti studiscientifici sul valore nutrizionale e sull’impattoambientale dei singoli alimenti nell’ottica di pro-muovere un’alimentazione sostenibile per l’indi-viduo e il suo ecosistema sono riportati nella“doppia piramide alimentare e ambientale” ela-borata dalla Barilla Center for Food& Nutrition(BCFN). Essa rappresenta uno strumento indi-spensabile per la scelta della dieta fondamentaleper il benessere psicofisico del nostro organismoe per la salute dell’ecosistema in cui ci muoviamocon importantissime conseguenze sulla qualità

della vita oggi e per il prossimo futuro. Ogni ali-mento ha oltre a un determinato valore nutrizio-nale un impatto ambientale che considerandotutto il suo ciclo di vita viene valutato con la sceltadei seguenti indicatori:– ecological footprint, misura la capacità dellaterra di rigenerare le risorse impiegate per laproduzione del singolo alimento;

– carbon footprint, misura le emissioni di gas a ef-fetto serra durante il ciclo di vita e il loro impatto;

– water footprint, misura il consumo di acqua;– nitrogen footprint, inteso come bilancio della pro-duzione di azoto lungo la filiera agroalimentare.Ciascuno di questi indicatori classifica gli ali-

menti in base all’impronta che lasciano sull’am-biente permettendo così di definire un quadropreciso dell’impatto complessivo del processoproduttivo alimentare sull’ecosistema e di valu-tare il peso ecologico di ciascun alimento. Lostudio approfondito della doppia piramide nontralascia aspetti importanti sia culturali che dietà. Se infatti è ormai entrato nella consapevo-lezza collettiva l’esistenza di una stretta relazionefra alimentazione scorretta, eccessivo peso cor-

poreo e incidenza di malattie croniche non al-trettanto diffusa è la coscienza che tali relazionivalgono anche per i bambini e gli adolescenti.Un’alimentazione varia ed equilibrata è ancorapiù importante durante la crescita. In questo mo-mento la gerarchia degli alimenti per i bambinisubisce delle lievi modifiche senza andare adintaccare però il modello generale della doppiapiramide.La dieta che più si avvicina al modello della

doppia piramide è quella mediterranea, ricono-sciuta sin dagli anni ’90 dall’Oms e dalla Fao

come la migliore dieta per mantenere un buonostato di salute e dal 2000 inserita dall’Unescofra i beni culturali immateriali dell’Umanità. Labase della prima piramide è costituita da frutta eortaggi di stagione, che forniscono all’organismoacqua, carboidrati (costituiti da zuccheri semplicifacilmente utilizzabili dall’organismo e pocoamido), vitamine, minerali e fibre. Dalle piramidi“water e ecological footprint” si deduce che questialimenti hanno la più bassa impronta ecologica.Da un’ulteriore riflessione sulle diete più diffuseal mondo (vegetariana, a base di carne e soste-nibile) si deduce che oltre ad avere una compo-sizione nutrizionale differente sulla base deglialimenti di cui sono costituite, hanno anche unimpatto ambientale diverso (l’impronta ecologicaè di 15 global mq al giorno per il menu vegeta-riano, 25 per il menu sostenibile e 45 per quelloa base di carne). Si calcola inoltre che le dietecostruite bilanciando gli alimenti in modo soste-nibile non sono le più costose, anche se il costopuò variare sensibilmente da paese a paese.Secondo alcuni nutrizionisti non è consigliabile

mangiare tutto l’anno frutta e verdura, anche se

8 Lionismonovembre-dicembre 2014 Editoriale

le moderne tecniche di coltivazione lo consen-tono, perché per mantenere tutte le proprietà nu-tritive è necessario che esse arrivino sulla nostratavola fresche; anche gli alimenti primaticci otardivi sono inferiori in qualità rispetto a quelli distagione. I prodotti fuori stagione, provenendoda paesi lontani con climi diversi dal nostro, per-corrono lunghe distanze prima di arrivare sui no-stri mercati, giacendo per lungo tempo nei ma-gazzini in condizioni di temperatura e umiditànon favorevoli che li impoveriscono di vitaminee minerali. Anche i vegetali coltivati in ambienteprotetto con tecniche di forzatura o senza terrenosu substrati speciali sono più poveri di sostanzebenefiche. È quindi fortemente consigliabile con-sumare frutta e verdura di stagione, i cui periodisono indicati nelle tabelle allegate. Il prodotto locale comincia ad essere conside-

rato “il nuovo biologico”. Naturalmente non sipuò comprare tutto localmente, ma si può rinun-ciare a molti prodotti della grande distribuzione,anche se non si può arrestare il commercio equoe solidale di prodotti che arrivano dai paesi invia di sviluppo poiché da tale flusso commercialedipende il sostentamento di qualche milione dipersone. È questa una realtà complessa in cuinon si possono fare scelte assolute salvandosalute, ambiente ed economia dei paesi in via disviluppo con una semplice scelta di acquisto,ma si possono fare scelte più ponderate e piùsane. In conclusione si può con ragionevolezza af-

fermare che una sempre maggiore diffusione diuna dieta sostenibile, in termini nutrizionali, am-bientali ed economici, risulta oggi indispensabile

in quanto contribuirebbe a un piùefficiente uso delle risorse natu-rali oltre che a una diminuzionedel costo economico e socialeprovocato dalle malattie più dif-fuse.A livello di consapevolezza e

di intenzioni, se non proprio dicomportamenti, qualcosa comin-cia a cambiare, ma per quantoimportanti comunque è difficileche i buoni propositi dei singolipossano portare a drastici cam-biamenti globali. Servono inizia-tive di massa, che a vari livelliaiutino i più ad adottare stili ali-mentari coerenti con la doppiapiramide. Caso emblematico èl’alimentazione dei bambini,dove purtroppo la pubblicità in-

fluenza le preferenze alimentari non sempre inmodo positivo indirizzando i loro consumi versocibi fortemente energetici e poco salutari. Moltosi potrebbe fare intervenendo direttamente conbuone pratiche promuovendo consumi più so-stenibili là dove le persone trascorrono più tempoe compiono la maggior parte delle loro sceltealimentari (mense delle scuole e dei luoghi di la-voro, punti vendita)

Cambiare abitudini alimentari rendendole piùsostenibili, in un popolo di tradizionalisti comegli Italiani, si può se si tratta di un obiettivo con-diviso al quale devono tendere gli sforzi di tutti,dai dirigenti scolastici ai datori di lavoro, dai ri-storatori ai legislatori. Si dovrebbe poter discuteredi nuove modalità e strategie per rendere il nostrocibo sempre più gustoso, sano e sostenibile esu questo obiettivo i Club Lions possono lavoraremolto nei territori di loro competenza nonchépresentare proposte all’Expo 2015 di Milano. �

9Editoriale Lionismonovembre-dicembre 2014

Giovani e occupazione:quale futuro?

La crisi economica che caratterizza il “non”sviluppo economico di tanti paesi delmondo ha creato e ci lascia, tra gli altri, un

problema di fondamentale importanza: la disoc-cupazione in generale e giovanile in particolare.E forse il dato che preoccupa ancor più è relativoal numero di coloro che in pre-senza di gravi difficoltà di occu-pazione rinuncia addirittura amettersi sul mercato del lavoroe quindi a cercare occupazione.Alcuni indici di questi ultimi

giorni forse mostrano un arrestodi questo triste fenomeno, marimane il problema di fondo. Ledifficoltà economiche di tanti paesi si riflettonopesantemente sulle condizioni di occupazione.Lo sviluppo economico degli anni trascorsi mo-stra i segni di una debolezza che non si presentasolo come congiunturale ma finisce per acquisirei caratteri di una emergenza strutturale.Il dramma incombe sulle fasce di età tra i 40 e

i 50 anni che, perso un posto di lavoro, faticano

invano a trovare un’alternativa per raggiungerel’età della pensione, ma il problema è ancor piùgrave per i giovani che terminati gli studi si af-facciano al mondo del lavoro e non trovano al-cuna risposta. Quando lo trovano è per lo piùun lavoro precario, a tempo strettamente deter-minato.È vero che oggi, come si dice, il posto fisso

non è più un’aspettativa sicura. E forse, ricono-sciamolo, questa certezza nel pubblico e nelpara pubblico è stata una delle cause del nostroingente debito nazionale.

Però è altresì veroche le preoccupazionidei giovani di oggi perla ricerca di un posto dilavoro incidono sulleloro condizioni psicolo-giche, generando debo-lezze di vario genere.Se la situazione è

questa, e forse si presenta oggettivamente an-che più grave, che fare? È difficile oggi prospettare situazioni di miglio-

ramento della crisi economica, dopo il fallimentostorico del sistema comunista da una parte edel capitalismo senza regole dall’altra, si esigonocapacità di fantasie innovative. È il momento dipensare a modelli di sviluppo economico alter-

nativi. Una risposta potrebbe scaturiredalla creatività necessaria per un lavoroda immaginare. Attraverso le innovazionidelle new economy possiamo immaginareimprese creative dove i giovani potrebberotrovare opportunità di lavoro a livello im-prenditoriale. Valorizzare le nostre eccellenze: moda,

design, arredamento, edilizia sostenibile,turismo, agroalimentare.Dobbiamo sicuramente scommettere

sul lavoro autonomo, utilizzando al meglioanche le risorse finanziarie e i progetti inessere a livello di Ue.

10 Lionismonovembre-dicembre 2014 Governorship

Tommaso SediariPrimo vice Governatore

Bisogna pensare a modellialternativi

di sviluppo economico

La crisi e il sistema di accesso al mondo del lavoro penalizzano i giovani che faticano a trovare un

inserimento nella vita attiva. I Lions s’impegnano per creareopportunità e restituire speranza alle nuove generazioni

11Governorship Lionismonovembre-dicembre 2014

Pensiamo al programma comunitario GaranziaGiovani volto a favorire concrete opportunità dilavoro. Sempre a livello europeo il Fondo So-ciale, attraverso le Regioni, finanzia anche pro-getti rivolti a giovani per orientarsi nella fase diingresso nel mondo del lavoro (la Regione Um-bria finanzia il progetto C.I.A.O. -Creazione d’Im-presa Azioni di Orientamento). È uno strumentodi orientamento per promuovere la cultura di im-presa e contribuire così all’inserimento nel mer-cato del lavoro dei laureati: fornisce informazionisu strumenti utili non solo per chi ha un’idea diimpresa da realizzare, maper tutti coloro che voglionoessere informati e muoversiin modo consapevole nelmondo del lavoro.Che il titolo di studio non

sia, in sé, una garanzia dioccupazione lo dimostra ilfatto che il tasso di disoc-cupazione giovanile è estre-mamente elevato non solo tra chi si è fermatoalle secondarie superiori ma anche tra chi do-vrebbe avere la formazione e le potenzialità pertrovare con relativa facilità un’occupazione.Nelle diverse assemblee di Club Lions nei

tempi più recenti ci sono stati approfondimenticulturali sui problemi di cui stiamo trattando. AVicenza nell’ultimo Congresso Multidistrettualeè stato deciso di estendere le solidarietà tradi-zionali anche al mercato del lavoro con partico-lare attenzione ai giovani in cerca di occupa-zione. È stato proposto di creare un percorso diaccompagnamento ai giovani che hanno persoil lavoro e di sostegno a chi sogna di aprire

un’impresa. Come? Attraverso la creazione diuna rete di strumenti utili a trovare un lavoro ead aprire un’attività, utilizzando dove necessariole risorse della Comunità Europea e il ricorso alsistema del microcredito. È questo il Service“Help: emergenza lavoro” che sta già impe-gnando i Club nel corrente anno lionistico. È anche in essere a livello comunitario un pro-

gramma (COSME) con il quale si stimolerà l’ac-cesso al credito per le piccole e medie impresee fornirà uno strumento di garanzia per i prestitifino a 150.000 euro alle PMI, facilitando l’in-

gresso ai mercati e assi-stendo i cittadini che vo-gliono avviare un’attivitàautonoma. Per tutto ciò dobbiamo as-

solutamente rivolgerci allaUE che prevede linee diazione per accrescere gli in-vestimenti, promuovere l’oc-cupazione e l’inclusione so-

ciale e lottare contro la disoccupazione, giovanilein particolare. Un ruolo eccezionale lo può giocare anche la

formazione professionale: oggi servono sempremeno giovani per lavori comuni e sempre piùgiovani capaci di svolgere un lavoro altamentespecializzato. Sarà pertanto importante una si-nergia tra mondo del lavoro, scuola e istituzioniper favorire tale processo di formazione. Edessa sarà necessaria anche per formare giovanicapaci di cogliere le novità e le modificazioni diuna società altamente dinamica, in continuoprocesso di evoluzione: il cambiamento esigecultura.

Come ci ricorda Papa France-sco il posto di lavoro per i giovaniè condizione essenziale per unaloro dignità; senza lavoro essisono esposti ad una quotidianitàsenza prospettive. Noi Lions dobbiamo preoccu-

parci perché la crisi che ci coin-volge non è solo economica maè pure politica, culturale, sociale,morale.È sempre più necessario

quindi, per chi intende assumeredelle responsabilità, una condivi-sione e una solidarietà su cui sipossa innestare la determina-zione di raggiungere il bene co-mune, cioè il vivere bene in-sieme. �

Con la new economyimprese creative e valorizzazione

delle nostre eccellenze

12 Lionismonovembre-dicembre 2014 Governorship

Lo scorso 19 ottobre, durante la beatifica-zione di Sua Santità Paolo VI di veneratamemoria, è risuonata varie volte la parola

amicizia, concetto che il Beato ha espresso inmodo sublime durante i funerali di Aldo Moro.La parola amicizia, coniugata con la parola

associazione, è il fulcro sul quale si fonda la no-stra associazione; infatti, non possiamo essereLions solo di nome, ma dobbiamo impegnarci avivere, testimoniare e diffondere i principi enun-ciati negli statuti che regolano la nostra asso-ciazione.La validità di tale impegno la ritroviamo nelle

parole pronunciate da Osvaldo de Tullio già nel1977, quando affermava che “l’obiettivo primodell’azione pubblica dei Lions, che credono inuna società moderna e progredita e, pertanto,basata sui principi inalienabili della libertà e delcivico comportamento di tutti i cittadini, non puòessere che riassunto in un binomio fondamen-tale: partecipare e far partecipare”.

Per poter raggiungere i risultati sperati è ne-cessario - come afferma il Governatore Pozzidel Distretto Ib1 - azzerare eventuali contrasti edissapori, lavorare tutti insieme per il bene del-l’associazione e nel rispetto degli statuti che ciregolano.Il rispetto delle norme è elemento essenziale

per una corretta vita associativa “anche perchéla libertà e la democrazia – come ha sostenuto ilLion Salvatore Patatu nel corso dell’Assembleapopolare del 28 dicembre 1977 – sono una cosabella di cui tutti godiamo; ma, nel momentostesso in cui godiamo di esse, è necessario cheognuno si prenda la sua parte di responsabilità”.Il Club, il Distretto e l’Associazione internazio-

nale sono disciplinate da regole che sono filtrateda un secolo di vita; pertanto, prima di pensarea modifiche dovremmo cercare di rispettarle.Proporre modifiche per interessi personali o

di gruppo è un errore che danneggia l’intera As-sociazione e, proprio per l’intrinseca delicatezzadelle modifiche statutarie, è essenziale che visia una partecipazione corale quando le modifi-che saranno poste all’ordine del giorno.Il rispetto delle regole parte dal club - elemento

base della struttura associativa - dove lo statutodeve essere conforme a quello tipo e dove è

Eugenio FicorilliSecondo vice Governatore

La partecipazione alle attività lionistichenon può prescindere dall’osservanza della normativa interna che a sua voltanon deve essere in contrasto con quella statuale

Amicizia, associazionee rispetto delle regole

13Governorship Lionismonovembre-dicembre 2014

necessario che i soci lo applichino integral-mente: infatti, se in alcuni momenti le scorciatoiesembrano essere normali, la loro applicazionediventa negativa in momenti successivi; ci dob-biamo ricordare, ad esempio, che le deleghenon sono ammesse, poiché lenostre non sono riunioni condo-miniali ma incontri di amici chehanno come mantra il motto “WeServe”.Il non rispetto, o peggio la non

conoscenza delle norme, puòavere conseguenze gravi nellavita associativa; ricordiamoci chela presentazione di temi di stu-dio, di service, di emendamentiprivi del verbale di approvazioneda parte dell’assemblea del club è causa dellaloro inammissibilità.Quanto sia importante il rispetto delle norme

è testimoniato dai molteplici interventi della sedeinternazionale avverso le decisioni non conformiallo statuto, adottate dai distretti Lions dei diversiPaesi in tutto il mondo.Nell’interpretare gli statuti e il regolamento in-

ternazionali, a mio avviso, dobbiamo farci gui-dare da un duplice criterio: – ove si tratti di materia non disciplinata a livellointernazionale, si deve fare riferimento al di-sciplina statuale interna;

– ove invece si tratti di proposte di modificheche non siano conformi alle anzidette normeinternazionali, quali ad esempio la limitazioneconvenzionale del diritto di candidatura ad of-ficer distrettuale di soci che ne abbiano i re-

quisiti, tali proposte sareb-bero inammissibili. Pertanto il Governa-

tore – oltre alle visite aiclub del distretto e allosvolgimento dei compitiamministrativi, compiti si-curamente molto impe-gnativi – deve anche ga-rantire che le normelionistiche vengano armo-nizzate con le prescrizioni

statuali, predisponendo, se necessario, uno sta-tuto-tipo di club che sia rispettoso di tali norme;infatti, se è vero che noi abbiamo uno statutointernazionale unico per tutti i club del mondo,pur tuttavia dobbiamo garantire che le nostrenorme interne siano aderenti anche alla legisla-zione italiana.Se vogliamo realizzare pienamente il We

Serve, dobbiamo partecipare alla vita associa-tiva rispettando le norme vigenti che sono il verohumus, dal momento che solo rimanendo all’in-terno di tale schema possiamo contare su unacrescita armonica. �

L’obiettivo dei Lionsè riassuntonel binomio partecipare

e far partecipare

14 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

Il virus Evd (Ebola virus disease), che prendeil nome dalla valle del fiume Ebola nella Re-pubblica Democratica del Congo e appartiene

alla famiglia Filoviridae (per la sua struttura fila-mentosa), di cui si conoscono differenti ceppipatogeni, è estremamente aggressivo perl’uomo, in cui provoca la febbre emorragica, ca-ratterizzata da febbre, artromialgie, vomito, diar-rea e manifestazioni emorragiche, con un’elevatamortalità tra il 50 e il 90% per l’insorgenza diuno shock ipovolemico o una sindrome da di-sfunzione d’organo multipla. Il periodo di incubazione può variare da 2 a 21

giorni, in media 5 - 10 giorni. Una specie di pipi-strelli africani, comunemente noti come volpi vo-lanti (Pteropodidi), sono portatori sani del viruse ne rappresentano la loro riserva naturale. Negli esseri umani il virus viene trasmesso per

il contatto diretto con i fluidi corporei infetti: oltreal sangue anche latte materno e sperma, e inminor misura per via epidermica o per contattocon le mucose. In Africa alcuni fattori contribuiscono a favorire

la trasmissione dell’infezione, quali l’esposizionea cacciagione infetta (bush meat), la promiscuitàe la partecipazione a cerimonie funebri tribali,con contatto di defunti e persone infette; le diffi-coltà nel contrastare l’epidemia dipendono dallafragilità dei sistemi sanitari, dall’inadeguatezzadelle misure di controllo nosocomiale, dall’ine-sperienza del personale nell’affrontare la malattiae dalla sua inadeguata protezione dal contagio. Il Comitato di emergenza dell’Oms impone

tassativamente la restrizione ai viaggi ai pazienticon Evd sospetta e agli individui, che abbianoavuto contatti con casi di Evd, con esclusionedei sanitari e del personale di laboratorio seadeguatamente protetti, e monitora strettamente

l’evoluzione dell’epidemia. Dall’inizio dell’epide-mia al 24 settembre sono stati segnalati all’Omsquasi 5000 decessi, di cui 300 tra il personalesanitario.Il Consiglio di sicurezza dell’Onu il 18 settem-

bre ha adottato all’unanimità una Risoluzioneper una risposta globale degli Stati per arrestarela diffusione dell’Ebola, definita “una minacciaper la pace e la sicurezza internazionale”. Il Se-gretario Generale dell’Onu ha annunciato l’inviodi personale in Africa, nell’ambito della MissioneUnmeer, per coordinare la lotta contro la malattia.Anche gli USA invieranno una Missione con tre-mila soldati per prevenire la diffusione nei Paesidove ancora non è comparsa l’epidemia. È infattiessenziale controllare velocemente e definitiva-mente l’Evd nei Paesi Africani finora interessati(Guinea, Sierra Leone, Liberia; Senegal e Nigeriasono stati di recente dichiarati dall’Oms “virusfree”) per impedire la sua ulteriore diffusione amacchia d’olio, con la possibilità inoltre, comeautorevolmente affermato da Antony Banbury,responsabile della Missione Onu, che il viruspossa eventualmente modificare le sue caratte-ristiche, rendendosi trasmissibile per via aerea,con conseguenze ancora più drammatiche. Allo stato attuale non esistono infatti farmaci,

Fotografia del virus Ebola al microscopio

Ebola, psicosi e pauraL’Onu: “Una minaccia per la pace e la sicurezzainternazionale”. La trasmissione del virusnegli esseri umani e la risposta globaleper arrestare la diffusione della malattia

Adolfo PuxedduRedattore

di Lionismo

autorizzati dalle Agenzie Regolatorie Interna-zionali, per trattare o prevenire questa terribilemalattia. In una Conferenza dell’Oms a Ginevraverranno valutate le evidenze positive acquisitefinora negli studi clinici per un loro impiego,determinando il rapporto beneficio/rischio per ipazienti.In Italia sono state adottate dal ministero della

Salute le misure di profilassi internazionale negliaeroporti e nei porti, tra cui è fondamentale loscreening sistematico dei soggetti febbrili, pro-venienti da aree epidemiche, con termometri araggi infrarossi, e sono state emanate delle di-

sposizioni per fronteggiare l’eventuale comparsadi sintomi sospetti in un individuo durante il viag-gio, provvedendo al suo biocontenimento fino alricovero in una struttura ospedaliera. Sono statefornite ulteriori raccomandazioni agli Assessoratiregionali, da cui dipende il Sistema della Sanitàpubblica, che peraltro è già ben strutturata perla tempestiva profilassi, per la prevenzione e ilcontrollo del diffondersi delle infezioni. NelleAziende ospedaliere ad alta specializzazione, ireparti di Malattie infettive sono in grado di af-frontare efficacemente la gestione di un pazienteaffetto da Evd. I casi sospetti segnalati finora nel

15Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

Rappresentazione della catena epidemiologica della diffusione del virus Ebola, dai pipistrelli alle scimmie (bush meat) eall’uomo per contatto diretto con il virus (nell’immagine piccole lesioni cutanee delle mani) con interessamento dei lin-fonodi satelliti, e quindi del sistema linfatico (in alto a destra), in cui per una deplezione delle cellule immunocompetentisi ha una riduzione delle difese immuni e l’incremento delle citochine IL-8 e TNF alfa. Il virus provoca anche la febbre(rappresentata nella parte in basso a sinistra); il coinvolgimento epatico determina un’alterazione della sintesi dei fattoridella coagulazione, con manifestazioni emorragiche, mentre la localizzazione virale nelle ghiandole surrenali comportauna ridotta sintesi dei composti corticosteroidei, con iposurrenalismo acuto, con il manifestarsi del quadro clinico con-clamato dell’Evd; il temibile interessamento renale (non rappresentato) è secondario all’ipovolemia e allo shock.

nostro Paese sono stati correttamente attribuitia un’infestazione malarica. Il ministro della SaluteBeatrice Lorenzin ha pertanto invitato a non pro-palare inutili allarmismi; gli infettivologi italiani ri-tengono estremamente improbabile una diffu-sione dell’epidemia nel nostro Paese, sulla basedella corretta applicazione delle misure profilat-tiche già ricordate.All’inizio del mese di ottobre l’Agenzia statuni-

tense Food and Drugs Administration ha auto-rizzato a tempo di record, come riferito dai media,la somministrazione di un vaccino Made in Italy,sviluppato dal biologo Riccardo Cortese del La-boratorio Okairos di Pomezia, che sulla base distudi sperimentali potrebbe essere efficace con-tro l’Evd. L’Oms ha ordinato alla GlaxoSmithKline10 mila dosi entro dicembre 2014 e un milionedi dosi per il 2015. I ministri degli Esteri della Ue, facendo seguito

all’appello dell’Onu, hanno stanziato mezzo mi-liardo di euro e nominato un coordinatore percombattere la diffusione dell’Edv.

Nel Mondo occidentale si va diffondendo unapsicosi nei confronti dell’epidemia del virus Ebola,alimentata talora da una non corretta informa-zione. Si deve pertanto ribadire che il virus si tra-smette soltanto attraverso il contatto diretto conil sangue, liquidi biologici, ivi compresi sperma elatte materno degli individui ammalati. �

16 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

Adeguate misure di biocontenimento nel trasportodi un paziente affetto da Evd

COME SI TRASMETTE IL VIRUS EBOLAQuando l’infezione si manifesta negli esseri umani, il virus si può diffondere tramitecontatti diretti attraverso pelle con ferite o mucose e membrane, con sangue e fluididi un malato di Ebola. I fluidi includono saliva, sangue, urina, feci, vomito, liquido se-minale.

CONTAGIO DA OGGETTI O ANIMALIIl contagio può avvenire anche con oggetti quali aghi e siringhe che sono stati conta-minati con il virus. L’infezione può essere trasmesso anche tramite animali malati

COME NON SI TRASMETTE IL VIRUSSecondo quanto specificato dai centri di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc),massime autorità sanitarie degli USA, l’Ebola non si diffonde tramite aria, acqua ocibo.

QUANDO IL MALATO È CONTAGIOSOUn malato è contagioso da quando mostra i sintomi della malattia e non durante l’in-cubazione.

PER EVITARE IL CONTAGIOMedici, infermieri, operatori nelle zone ad alto rischio dove sono ricoverati malaticontagiosi mettono tute speciali, scafandri, mascherine, occhiali protettivi.

MISURE DI PREVENZIONEDopo il rientro dall’Africa gli operatori devono rimanere in isolamento per tre setti-mane, periodo in cui potrebbe manifestarsi il virus. L’operatore va osservato pernotare possibili febbri, mal di testa, dolori addominali, emorragie non spiegabili,inappetenza, dolore al petto, confusione, mancanza di respiro, nausea, spossatezza.Al primo accenno di febbre o altri sintomi va fatto il test.

CURE SPECIFICHE, VACCINI E CONSIGLI GENERICIAl momento non esistono cure specifiche o vaccini per l’Ebola, salvo quello messo apunto dal dottor Cortese di Pomezia. Per prevenire la malattia, evitare di viaggiare inaree di infezione conosciute, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, evitare carnedi animali selvatici nei paesi in via di sviluppo, eludere contatti con persone infette.

17Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

La crisi dell’umanesimo odierno trasparedalle parole di Papa Francesco: “Un diffusoindividualismo, egocentrismo e consumi-

smo materialistico indeboliscono i legami sociali,alimentando quella mentalità dello ‘scarto’ cheinduce al disprezzo e all’abbandono dei più de-boli, di coloro che vengono considerati inutili”.Come sua genesi, possono esser identificati duedistinti comportamenti tenuti da singoli e/o dacomunità: indifferenza e violenza che compren-dono disinteresse dell’altro percepito come ne-mico nonché per contro aggressività che si ma-nifesta sotto varie forme sia soft che cruente:dalla speculazione finanziaria, che spesso as-sume caratteri predatori per interi sistemi eco-nomici e sociali esponendo alla povertà milionidi uomini e donne, all’embargo economico conesclusione di scambi commerciali, dalla sottra-zione di beni all’invasione dei territori, all’impo-sizione di costumi e stili di vita differenti in nomedi ideologie dominanti, sino alla persecuzioneche può raggiungere le estreme conseguenzedel genocidio. La violenza spicciola serpeggia latente nel di-

sagio sociale delle nostre realtà, nelle strade,nelle case. Atteggiamenti che richiamano ad unpiù vasto concetto di responsabilità condivisa (“Ilmale non è soltanto di chi lo fa; è anche di chi,potendo impedirlo, non lo impedisce” - Tuci-dide), e che, nei Paesi retrovie del mondo enelle periferie esistenziali del nostro mondo evo-luto, alimentano il risentimento dei più sfortunativerso i privilegiati. Ecco le sperequazioni piùeclatanti del pianeta: 842 milioni di persone sof-frono di fame cronica, 3 milioni e 500 mila muo-iono annualmente per malnutrizione, 1 miliardoe 200 milioni vivono sotto la soglia di povertà,quotidianamente 1400 bambini sotto i 5 anni

muoiono per malattie legate alla carenza diacqua potabile e, all’opposto, 1,4 miliardi di per-sone sono affette da obesità e 1/3 del cibo pro-dotto viene sprecato. Nelle periferie del mondo, a fame e povertà

endemiche, frutto di carestie generate sia da fe-nomeni naturali sia da mancate pianificazionigovernative sul piano agricolo-alimentare,spesso si associano alterazioni dell’ecosistemaper interventi di sfruttamento antropico da partedi ricchi Paesi egemonici nelle vesti di multina-zionali e latifondisti. Nella quotidianità di milionidi persone, ai disagi provocati da fattori climaticie sfruttamento esterno arrogante o conniventecon autorità locali, si aggiungono altre tipologiedi tragedie: guerre ed emigrazioni, queste ultimeconseguenza diretta delle guerre stesse, confuga di uomini e donne disperati alla ricerca al-trove di una vita migliore. Guerre a bassa inten-sità dimenticate dai media sono combattute inmolti Paesi del terzo mondo, alla cui radice esi-stono intolleranza di tipo economico-tribale, in-giustizia sociale provocata da regimi corrotti;lotte di potere tra clan e nei quali spesso ad an-tichi rancori si mescolano nuove discordie, fo-mentate anche da alcune potenze che, allaricerca del consenso politico oppure dell’acca-parramento delle risorse naturali lì presenti, con-tribuiscono ad armare i contendenti più affidabili.Anche il fondamentalismo religioso insieme al

Stop al falso modello di uomo nella societàdell’efficienza. Rifiuto e disprezzo dell’altro sonofenomeni del nostro tempo che i Lions contrastanoimpegnandosi nella cultura dell’incontro

Giuseppe LioOfficers distrettuale

La cultura dell’esclusione

18 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

proselitismo è causa di terrore e conflitti: tra-sforma gli adepti in esaltati, portandoli al convin-cimento di essere costruttori di un mondonuovo, la cui edificazione necessita della vio-lenza, perpetrata per affermare la loro verità as-soluta e di episodi efferati: decapitazione diostaggi, arruolamento forzato di minori, fucila-zione di altri minori, esecuzioni pubbliche,messa in vendita al mercato come schiave didonne rapite nei loro villaggi. Chi riesce a fug-gire, viene accolto in campi profughi sterminati,privi dei servizi essenziali. I migranti in fuga dallevarie periferie degradate del mondo sono circa1 miliardo, di essi 232 milioni vivono fuori dellaNazione di origine, 740 milioni i migranti interni.È il popolo nuovo del nostro tempo: uomini edonne talmente poveri da non possedere nullaoltre il loro corpo, violati nella loro dignità e nelloro destino; al ricordo di quanto hanno lasciatosi aggiungono l’incognita e la speranza incertadi una vita migliore. Tutti viaggiano dentro stra-colme fatiscenti carrette del mare, alla mercé discafisti e avidi organizzatori della tratta in NordAfrica, che lucrano sulla miseria dei disperati.Uomini, donne di cui si è perso il ricordo, scom-parsi in mare e mai recuperati; nei cimiteri sici-liani in tombe anonime riposano i corpi ripescatidi persone senza identità. Nella moltitudine dimigranti si mimetizzano persone che per estin-guere il debito contratto per il viaggio, conti-nuano a dipendere dai trafficanti, da essimanipolate per diventare pedine già program-mate nel business della malavita. Queste criticità introducono un dramma più

generalizzato dei nostri giorni: la “nuova schia-vitù”, asservimento totale di una persona adun’altra o ad altre, che ne diventano i padroni.Circa 30 milioni nel mondo il numero presuntodei nuovi schiavi, di cui 2/3 donne, 5.500.000minori sfruttati in lavori faticosi e privati del diritto

all’istruzione e al gioco; la destinazione delle vit-time della tratta: 20% lavoro forzato, 80% pro-stituzione, molti matrimoni forzati per le donne;il business totale si stima renda 30 miliardi didollari l’anno. La nuova schiavitù include un’altraproblematica del nostro tempo: il reclutamentocoatto nella prostituzione di molte ragazze, de-viate da un percorso di vita normale ad opera disfruttatori senza scrupoli, che le controllano di-spoticamente dopo averle avviate al businesscon varie tipologie di violenze e inganni. Vitasenza sorriso quella delle ragazze schiavizzatenella prostituzione. Una medesima radice ali-menta 2 fenomeni differenti ma complementari:prostituzione minorile e pedofilia. I minori di en-trambi i sessi vittime di sfruttamento sessualenel mondo si calcola siano 2 milioni, il 75% disesso femminile, 13 -17 anni l’età cui appartieneil 60% delle vittime. Lo scarto del nostro simile si manifesta anche

con la forza impositiva esercitata da strutture or-ganizzate di malaffare che allignano maggior-mente ove vige un humus di illegalità diffusa esi radica mediante ferree leggi non scritte lequali impongono che il privilegio del più forte sisostituisca al diritto altrui, che il controllo territo-riale sia esercitato dal padrino, intermediario pa-rassita tra produzione e consumo, arbitro delbene e del male, cui è dovuto consenso e ri-spetto, e non si tollerano trasgressioni, pena lamorte inflitta agli avversari, a chi sbaglia e a chitradisce. Le conseguenze tragiche dei guasti provocati

con disinvolta noncuranza e colpevole arro-ganza dalle mafie sull’ecosistema e la salutesono evidenti nella “terra dei fuochi”, dove l’in-terramento in discariche abusive e la successivacombustione di scarti industriali altamente tos-sici perpetrati dalla camorra che lucrava sul bu-siness, provocano esalazioni di potenti

cancerogeni, causando incrementodi comparsa di tumori e di mortalitàconseguente, in alcune zone al300% rispetto alla media, soprattuttotra i bambini. Un’altra criticità del no-stro tempo è legata all’uso ed allospaccio della droga. Alla classica fi-gura del disperato assuntore dieroina, si sono aggiunti i consumatoridi cocaina, di droghe leggere e sin-tetiche, gli assuntori di mix di alcol edroghe del sabato sera: un’umanitàfragile, mimetizzata nella normalitàdel quotidiano, variegata (dal diri-gente, all’operaio, al disoccupato).

19Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

Il contesto sociale della droga ci consente diesaminare una realtà connessa, quella carcera-ria (oltre 1/3 dei detenuti italiani sono dietro lesbarre per reati inerenti lo spaccio di sostanzestupefacenti), ma la sentenza della Corte Costi-tuzionale del febbraio 2014 ha ripristinato unapena ridotta per lo spaccio di droghe “leggere”contribuendo a sfoltire il sovraffollamento carce-rario. Al 30 giugno 2014 il numero dei detenutiè sceso a 58.092, numeri sempre alti rispettoalla capienza degli istituti di pena, causa di di-sagio per persone costrette a convivenza diffi-cile in spazi angusti. Un’ampia frangiadell’opinione pubblica ritiene il carcere una di-scarica sociale, il detenuto un colpevole da de-monizzare sempre, inasprendo il suo vissuto diesclusione. Deve esser concessa con più libe-ralità la possibilità del riscatto: le misure alterna-tive alla reclusione, la “messa alla prova”prevista del giurista. Il disagio quotidiano di tantepersone costrette a dipendere da altre personeche le custodiscono si acuisce se una frasesgarbata o un rimprovero immeritato rivolti dachi è preposto alla loro custodia aggrava il lorosconforto, quello di uomini e donne provati dallavita, in equilibrio precario tra la consuetudinedell’ordinario e la tristezza: negli ospedali, negliospizi, tra gli anziani, ove l’umanità è più fragile. “Il contesto culturale e sociale di oggi è incline

a ritenere la fragilità fisica come un problema

che richiede rassegnazione e pietismo e allevolte scarto delle persone”, ribadisce il Ponte-fice. Ma la frustrazione è presente anche nel tur-bamento dell’esclusione provato da padri emadri di famiglia che, dopo aver perso il proprioposto di lavoro, non riescono più a ricollocarsi inalcun settore, a causa delle regole di un mer-cato ingiusto: un insulto alla loro dignità, che,mal tollerato, ha in più casi condotto al suicidio.Non è mio compito formulare soluzioni: ho solocercato di ricordare le più frequenti cause di di-sagio esistenziale che turbano la società.I Lion cercano di migliorare l’esistente, di dare

una speranza mediante strumenti di alto spes-sore come LCIF, Sight First, i vari Service di im-pegno sociale, la Casa di Accoglienza. È la“cultura dell’incontro”, senza paternalismo, trachi attende un aiuto e chi può dare un aiuto conun dono concreto oppure con la trasmissione diun messaggio all’opinione pubblica grazie allaforza trainante del prestigio del sodalizio; culturadettata dal rispetto “dell’uguale dignità di ogniessere umano per il fatto stesso di essere ve-nuto alla vita” (Benedetto XVI). Il dialogo con l’altro non è incompatibile con la

nostra identità. Il rispetto della diversità dell’altro,accolto con le sue luci ed ombre, si radica su unvalore trasversale condiviso da tutte le fedi eideologie: la coscienza della responsabilità dellanostra esistenza. �

Papa Francesco tra la folla festante

20 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

Dopo essere stata per oltre un secolo unPaese di emigranti (circa 24 milioni tra il1876 e il 1976), dalla fine degli anni Set-

tanta l’Italia è divenuta sempre più un paese diimmigrazione, tanto che oggi i residenti stranierisono quasi 5 milioni, pari all’8% della popola-zione. Ciò ha portato vari riflessi positivi, ma an-che grandi problemi di controllo e di integrazione,anche per l’assenza di norme chiare al riguardo.

Dopo un primo tentativo con la leggeMartelli del 1990, solo con la legge Turco-Napo-litano del 1998 si decise di controllare e limitareil fenomeno immigratorio, ponendo pure energi-che sanzioni penali per chi lo favorisse, ulterior-mente appesantite con la legge Bossi-Fini del2002, che ha peraltro introdotto il reato d’immi-grazione clandestina. Sono state anche istituiteparticolari strutture di accoglienza per gli immi-grati irregolari, con Centri di primo soccorso,Centri di accoglienza e/o di decisioni sull’even-tuale status di rifugiato, Centri d’identificazioneed espulsione per quegli irregolari che debbonoessere rispediti indietro. Ciò però prevede attività

onerose e complesse, che nel nostro Paesehanno ultimamente creato grosse difficoltà perl’alto numero annuale di esuli che arrivano. Nel-l’ultimo quindicennio, peraltro, sono enorme-mente aumentati i flussi migratori attraverso ilMediterraneo, soprattutto dall’Asia, dall’Africa edal Medio Oriente, verso cui il nostro Paese, perla sua posizione, si è trovato particolarmenteesposto. Si tratta di persone in fuga dalla fame,da governi tiranni, da persecuzioni politico-reli-giose e guerriglie fratricide, che per attraversareil mare utilizzano imbarcazioni di fortuna, spessovecchi pescherecci, barche in vetroresina o sem-plicemente gommoni, pagando enormi sommea scafisti senza scrupoli, con il rischio di finire in

mare per sempre: dal 1988ad oggi hanno perso lavita oltre 21mila persone.Questo tipo di flusso si è

notevolmente acuito negli ul-timissimi anni, per l’aumentodei fuggiaschi dalle dilaniantipersecuzioni o guerre chestanno caratterizzando nu-merosi Stati africani e me-diorientali. Il conflitto siriano,l’escalation d’instabilità in va-rie aree africane e, recente-mente, le nefaste azioni ji-hadistiche, hanno infatti

provocato una vera e propria impennata di rifu-giati politici in Europa nell’ultimo triennio, conl’Italia in prima linea. In questi primi 9 mesi del 2014 sono arrivati

da oltre mare - soprattutto da Siria, Eritrea, Egitto,Iraq, Libia - oltre 130 mila fuggiaschi (contro 43mila dell’intero 2013), di cui diverse migliaia sonopurtroppo annegati o dispersi nel Mediterraneo,sotto il nostro impotente sbigottimento. Ciò starappresentando una preoccupante emergenzaumanitaria mondiale, che però coinvolge in ma-niera particolarmente gravosa la Comunità Eu-ropea e soprattutto, per gli approdi, il nostroPaese.

Gli innumerevoli sbarchi sulle coste italiane di esuliin fuga da fame, persecuzioni o conflitti stanno mettendoa dura prova le strutture nel nostro Paese. Servonostrategie preventive negli Stati di origine con azionidiplomatiche, accordi e aiuti per lo sviluppo e la pace

L’accoglienza dei migranti

PDG Naldo AnselmiDelegato del Governatore

al Centro Studi

Emigranti italiani ai primi del Novecento

21Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

Nel 2013, dopo i tragici naufragi verificatisi agliinizi di ottobre al largo di Lampedusa (con oltre400 morti), il 18 ottobre il Governo italiano istituìl’“Operazione Mare Nostrum”. Ad un anno dal-l’istituzione, grazie a una attività di 24 ore su 24,malgrado siano continuati i morti in mare, il bi-lancio per i più è positivo: 150mila migranti assi-stiti, con oltre 20.000 bambini o adolescenti, dicui circa la metà non accompagnati; migliaia icontrolli sanitari, con 20 medici del ministerodella Salute imbarcati sulle navi e 60 trasportisanitari di emergenza effettuati con elicotteri; 728scafisti assicurati alla giustizia; 8 “navi madre”sequestrate. Sono cifre queste che danno la misura del-

l’encomiabile azione di tale operazione, ma an-che il senso di una “situazione drammatica”, difronte alla quale serviva un’azione urgente econcertata a livello europeo che oltre a prevedereil rafforzamento delle operazioni di ricerca e soc-corso in mare, avesse preveduto un freno razio-nale agli arrivi. Il 1° novembre è partita l’operazione Triton,

conosciuta anche come Frontex Plus, che porràfine a “Mare Nostrum” e che rappresenterà untentativo europeo di fronteggiare in maniera con-divisa sbarchi e immigrazione. L’obiettivo è dirafforzare il pattugliamento dei confini meridionalid’Europa, in particolare nei mari di Sicilia e Ca-labria, attraverso un’assistenza tecnica (navalee aerea) coordinata da Frontex, l’Agenzia del-l’Unione europea per la gestione delle frontiere. Noi speriamo di cuore che questa operazione

inauguri una più stretta collaborazione tra gliStati membri nella supervisione dei confini nel-l’area del Mediterraneo, che vi aderiscano, conuomini e mezzi, anche quei Paesi che fino adoggi si sono mostrati freddi e che, oltre al pattu-gliamento, si prevedano anche supporti alle au-torità italiane nell’accoglienza e nello screeningdei migranti che sbarcheranno. Saranno peraltronecessarie anche scrupolose visite contro il pro-blema del virus dell’Ebola e del relativo perico-losissimo contagio.

Riteniamo però altresì necessari più attivi in-terventi da parte della Comunità Europea nelrafforzamento dei rapporti con i Paesi d’originedei flussi. Urge trovare la via per risolvere il pro-blema a monte, stipulando accordi, promuo-vendo e operando azioni di pace, di convinci-mento e di sviluppo nei Paesi di provenienza,disattivando le spinte verso movimenti estremisti. È su questi temi che i Governi e le diplomazie

dei Paesi occidentali (e noi Lions con loro), e inparticolare di quelli europei, potranno misurarela loro capacità di costruire un futuro di sviluppo,di pace e di comprensione. È una sfida che dob-biamo assolutamente vincere. �

Bilancio dell’operazioneMare Nostrum

114 milioni di Euro,quasi 100.000 Euro/giorno

558 interventi svolti100.250 persone salvate

728 scafisti arrestati8 navi madre sequestrate

499 morti1.446 dispersi

192 cadaveri da identificare

Operazione TritonTentativo europeo per fronteggiare in ma-niera condivisa sbarchi e immigrazione.All’Italia non spetterà più il controllo deiconfini ma solo il rispetto della legge delmare con una nave grande a Lampedusae tre pattugliatori. È compito dell’agenziadell’Unione Europea il pattugliamento delcanale di Sicilia e il mare davanti alle co-ste calabresi tenendosi nell’ambito delle30 miglia dal litorale Italiano.

Parte il 1 novembre 2014Due navi d’altura

Due navi di pattuglia costieraDue motovedette

Due aerei e un elicotteroTre milioni di Euro al mese

Si auspica un cambio di strategia da partedell’Europa per creare campi profughi ezone di accoglienza in Africa. Le richiestedi asilo dovrebbero essere presentate neipaesi d’origine e saranno i paesi del NordAfrica che si occuperanno delle operazionidi ricerca e soccorso.Migranti provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo

22 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

Èstato presentato il 22 agosto scorso allaCamera dei Deputati il disegno di leggedi iniziativa governativa concernente “De-

lega al Governo per la riforma del Terzo settore,dell’impresa sociale e per la disciplina del Servi-zio civile universale” (Atto Camera n. 2617). Ildisegno di legge, deliberato dal Consiglio dei Mi-nistri in data 10 luglio 2014, è stato precedutodalla diffusione da parte del Governo delle “Lineeguida per la riforma del Terzo settore” (13 mag-gio) e da una consultazione pubblica conclusasiil 13 giugno. L’Esecutivo hainteso così promuovere unaconsultazione pubblica con icittadini per impostare unnuovo “Welfare partecipa-tivo”, fondato su una gover-nance sociale allargata allapartecipazione dei cittadini(singoli o associati) al pro-cesso decisionale delle politiche sociali.Prima di addentrarci nella disamina del disegno

di legge occorre dare una definizione chiara esintetica del temine “Terzo settore”. Nel sistemaeconomico e sociale italiano abbiamo un modellotripolare, fondato sullo Stato (Primo settore), sulmercato (Secondo settore) e sulla rete di asso-ciazioni di volontariato, parrocchie, Caritas, coo-perative sociali sparse su tutto il territorio nazio-nale, che costituiscono un ricco capitale socialee civile (Terzo settore). Quest’ultimo riflette unasocietà ben organizzata di grande statura e dibuon livello. Infatti accanto all’economia liberadi mercato vive e prospera un’economia civile va-riegata e composita. La nostra Associazione,

con i suoi numerosi club e con le elevate profes-sionalità espresse dai suoi soci, ben si inseriscein questo ambito, molto fa e molto di più potràfare se saprà utilizzare le nuove norme, che sa-ranno varate nel prossimo futuro. Purtroppo negli anni più recenti un Organismo

molto importante, quale l’Agenzia per il Terzosettore - operativa dal 2002 al 2012 -, per un’er-rata, se non sciagurata operazione di risparmio“a tutti costi”, è stato soppresso dal GovernoMonti. L’Agenzia, ente di diritto pubblico di ema-nazione governativa, vigilata dalla Presidenzadel Consiglio dei Ministri, è stata cancellata conil D.L. 2 marzo 2012, convertito dalla L. n°44 del26 aprile 2012 (art. 8, comma 23). Le funzionisvolte erano di vigilanza sugli enti no-profit eoperava per garantire la corretta osservanza

delle disposizioni legislativenella materia in questione.L’attuale Governo, cambiandoradicalmente prospettiva, haritenuto necessario procedereal riordino e armonizzazionedelle diverse norme e formedi fiscalità di vantaggio, aduna più puntuale definizione

degli ambiti di intervento e delle attività solidari-stiche, che caratterizzano il Terzo settore.Il provvedimento, che si compone di sette arti-

coli, prevede una serie di interventi normativivolti ad introdurre misure per la riorganizzazionedell’intero settore, anche attraverso il riordino el’armonizzazione di incentivi e strumenti di biso-gno.Il disegno di legge - mediante il conferimento

di apposite deleghe al Governo, da esercitarsientro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge -è finalizzato a un complessivo riordino e a unarevisione organica della disciplina degli enti pri-vati del Terzo settore e delle attività che promuo-vono e realizzano obiettivi di solidarietà, scambio

Riforma del Terzo settorequali prospettive per i Lions?

Analisi del Ddl che conferisce apposite deleghe alGoverno per una revisione organica della disciplinadegli enti privati operanti nel terzo settore. Unamisura tanto attesa dalla società e importante perdisciplinare le associazioni di servizio come LCI

Maria Patrizia CampanellaRedattore

di Lionismo

Il disegno di legge armonizza le diversediscipline in materia

di volontariato

23Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

di beni e di servizi di utilità sociali, in attuazionedel principio di sussidiarietà, allo scopo di soste-nere la libera iniziativa dei cittadini associati.Sono trascorsi ben otto anni dall’ultimo inter-

vento legislativo riguardante la materia delle at-tività associative, di volontariato e di impresa so-ciale.Il disegno di legge in questione armonizza le

diverse discipline vigenti in materia di volontariatoe di promozione sociale:– legge quadro sul volontariato (L. 11 agosto1991, n. 266);

– disciplina delle cooperative sociali (L. 8 no-vembre 1991, n. 381);

– riordino della disciplina tributaria degli enti noncommerciali e delle organizzazioni non lucra-tive di utilità sociale (Decreto Lgs. 4 dicembre1997, n. 460);

– contributo statale a favore delle associazioninazionali di promozione sociale (L. 15 dicembre 1998, n. 438);

– legge quadro per la realiz-zazione del sistema in-tegrato di interventi eservizi sociali (L. 8 no-vembre 2000, n. 328);

– disciplina delle associa-zioni di promozione so-ciale (L. 7 dicembre 2000, n. 383);

– delega al Governo concernente la disciplinadell’impresa sociale (L.13 giugno 2005, n. 118).Semplificare e innovare sono i due principi che

hanno guidato il Governo nella redazione del te-sto, con l’obiettivo di favorire la capacità dei cit-tadini attivi di associarsi per essere parte rile-vante nello sviluppo sociale ed economico delPaese.Si segnala il capitolo sull’impresa sociale (art.

4), in particolare la revisione della disciplina det-tata dal Decreto Lgs. 24 marzo 2006, n. 155. Ilsuddetto articolo costituisce uno degli elementiinnovativi più interessanti, in quanto detta i criteriper l’attribuzione della qualifica di “impresa so-ciale”, estendendo questi criteri anche alle coo-perative sociali e ai loro consorzi.Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, si ri-

leva la previsione di misure agevolative e di so-stegno economico, quali:– l’introduzione di un regime di tassazione age-volata che consideri le finalità solidaristiche;

– la revisione dell’istituto della destinazione del5 per 1000 sull’imposta delle persone fisichein base alle scelte espresse dai contribuenti afavore degli enti del Terzo settore;

– l’istituzione di un apposito Fondo rotativo di 50milioni di euro destinato a finanziare a condi-zioni favorevoli agli investimenti in beni mate-riali e d immateriali;

– la promozione dell’assegnazione degli immobilipubblici inutilizzati, nonché dei beni immobili emobili confiscati alla criminalità organizzata,anche al fine di valorizzare beni culturali e am-bientali.Il disegno di legge, assegnato alla XII Com-

missione Affari Sociali della Camera dei Deputati,ha iniziato l’iter parlamentare il 1° ottobre con losvolgimento della relazione da parte del relatoreDonata Lenzi, la quale ha illustrato puntualmenteil provvedimento, sottolineandone la forte rile-vanza. Infatti ha dichiarato, fra l’altro, che “il prov-vedimento in esame rappresenta uno dei più im-portanti di questa legislatura”. Si tratta di unintervento legislativo assai ampio, che interessa

tanti nostri concittadini nellospirito di dare attuazione al-l’articolo 2 della Costituzione.Dal dibattito parlamentare èemersa una significativa con-vergenza di intenti tra i de-putati dei vari gruppi parla-mentari. Quasi tutti i deputatihanno sottolineato l’impor-

tanza di una misura tanto at-tesa, foriera anche di forti ri-

cadute economiche ed occupazionali.Il Terzo settore, fondamentale per la tenuta

economica e sociale dell’Italia, ha una moltepli-cità di aspetti, che rappresenta quasi una sortadi fotografia del Paese. Pertanto si è ritenutoopportuno procedere ad un esame approfonditoe ponderato del testo. I deputati del Movimento5 Stelle hanno, invece, espresso forti riservesull’utilizzo dello strumento della delega legisla-tiva che, a loro avviso, comprimerebbe il contri-buto del Parlamento, aggirando gli ostacoli chepotrebbero verificarsi nel corso dell’esame par-lamentare.Il Sottosegretario per il Lavoro e le politiche

sociali Luigi Bobba, che segue il provvedimento,ha auspicato un forte coinvolgimento della Com-missione e di tutto il Parlamento “per operarequella che può essere definita una piccola rivo-luzione culturale”.Si spera, pertanto, in una rapida approvazione

del disegno di legge da parte del Parlamento, inmodo che nel prossimo anno possano essereadottati gli opportuni decreti legislativi di attua-zione di queste nuove norme, tanto attese dallasocietà civile. �

24 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attualità

Nel nostro mondo martoriato dal dissidioe dalle guerre si è voluto mandare unsegnale che rappresenta un messaggio

di speranza per tutti quei Paesi che ancora vi-vono situazioni di discriminazioni ed emargina-zioni di genere. Faccio riferimento al Premio No-bel per la Pace 2014 che, con grandesoddisfazione, è stato assegnato a Malala You-safzay, la ragazza pakistana nota per le suebattaglie in favore dei bambini e delle donne.La sua storia avvincente riportata nel libro “Io

sono Malala”, è il diario coraggioso di una bam-bina che vive un percorsoeducativo iniziato il 9 ottobre2012, mentre insieme allesue compagne tornava dascuola, quando, a Valle delloSwat, in Pakistan, venne ag-gredita da un uomo, salito abordo dell’autobus, e colpitain pieno volto dai proiettili.Malala è colpevole per i ta-lebani di andare a scuola e di aver gridato almondo il suo desiderio di leggere e studiare.Per questo deve morire. Ma Malala non muore:la sua guarigione miracolosa è l’inizio di un viag-gio straordinario dalla sperduta valle in cui ènata fino all’assemblea generale delle NazioniUnite. Oggi Malala è il simbolo universale delledonne che combattono per il diritto alla culturaed è la più giovane (appena diciassette anni)vincitrice di un Nobel.“Mi sento onorata di essere stata scelta per il

premio Nobel per la Pace. Lo dedico a tutti ibambini che non hanno voce e che, invece de-vono essere ascoltati. Lo dedico a tutti i piccoli

che hanno il diritto di andare a scuola e che, in-vece, non hanno la possibilità di essere educati.E lo dedico anche a chi non merita di soffrireper il lavoro minorile e per il traffico di bambini,ma ha il diritto di avere un libro, una penna euna vita felice”. Con queste parole Malala hacommentato l’assegnazione del prestigioso ri-conoscimento che le sarà consegnato il pros-simo 10 dicembre a Oslo in Norvegia. Sembra un segno, più che un messaggio, an-

che il suo nome (che significa “oppresso dal do-lore”) scelto dal padre ispirandosi al poeta Rah-mat Shah Sayel di Peshawar. Suo padre avevaavuto la possibilità di studiare e aveva vissutoquella stagione di ideali liberali iniziata nel 1988con l’elezione di Benazir Bhutto, prima donnapresidente del Parlamento.Il seme del coraggio e della speranza cresce

nell’animo di Malala chescrive nel suo diario: “I ta-lebani ci portarono via lamusica, poi i Buddha epoi la nostra storia; era lascuola ad aiutarmi ad an-dare avanti in quei mo-menti difficili”. È in quegli anni che ini-

zia il progetto eroico dellabambina, che scrive un diario per raccontare lavita sotto i talebani. È così che Malala, a soli 11anni, inizia a denunciare la politica dei talebanie a diffonderla grazie a Abdul Hai Kakar, corri-spondente radiofonico della BBC.Nonostante la sua giovane età Malala You-

safzay combatte per i diritti della bambine al-l’educazione e lo fa nelle circostanze più peri-colose dimostrando, con l’esempio, che i giovanipossono contribuire a migliorare la situazione.La sua storia è un inno alla tolleranza e al di-

ritto all’educazione di tutti i bambini, il raccontoappassionato di una voce capace di cambiare ilmondo. Davvero toccante è il suo intervento te-

Malala, lottaper la libertàSostegno e fiducia nei giovaniche si battono per un mondo di pace

Il Premio Nobel alla ragazza pakistana è un messaggio di speranzaper tutti i Paesi in cui i diritti umani non vengono ancora rispettati

Deanna Mannaioli Redattore di Lionismo

Presidente di Circoscrizione

La sua storia è un inno alla tolleranzae al diritto all’educazione

di tutti i bambini

25Attualità Lionismonovembre-dicembre 2014

nuto all’Onu: “Il 9 ottobre 2012 i talebani mihanno sparato in testa. Pensavano che le pal-lottole ci avrebbero fatto tacere, ma hanno fallito.Da questo silenzio sono nate migliaia di voci. Iterroristi erano convinti di avere ucciso i mieisogni e le mie speranze. Hanno ucciso la miapaura e la mia mancanza di speranza. Hannofatto nascere volontà e coraggio. Non vogliovendette. Sono qui per difendere il diritto al-l’istruzione per ogni bambino”.Queste storie, come dice Alda Merini, “sono

enigmi di dolore... nessuno vede le ferite dentrovoi./ E se passa il temporale/ siete giunchi, ilvento vi piega/ ancor più forti voi delle querce e/anche il male non può farvi del male”. Nessunoriesce a piegare il coraggio, la voglia di cambia-mento e la speranza spinge i giovani, comeMalala, che non si lascia piegare dal vento del-l’oppressione, ad andare avanti verso il raggiun-gimento del “ sogno” guardando sempre il sole.Malala condividerà il premio con l’ingegnere

indiano Kailash Satyarthi, sessanta anni, pala-dino per i diritti dei bambini, alla guida dagli anniOttanta del movimento globale per porre finealla schiavitù e al lavoro che sfrutta i minori. Il Comitato del Nobel per la Pace ha preso

atto dell’impegno sociale e umanitario di Satyar-thi che ha dimostrato “grande coraggio mante-nendo la tradizione di Gandhi e guidando formedi protesta e dimostrazioni pacifiche contro losfruttamento dei bambiniche ancora avviene in India”.Ci sono tutte le premesseperché il suo operato possaun giorno contribuire allo svi-luppo di importanti conven-zioni internazionali sui dirittidei più piccoli.Non è certo casuale la

scelta del Comitato norve-gese di premiare per la Pacedue personalità di nazioninemiche tra loro da decenni.Con il Premio si vuol metterein evidenza come la prioritàuniversale e la condivisionedi ideali e valori legati al ri-spetto e ai rapporti umanipossano far superare i con-flitti locali. Il Nobel considera inoltre

“importante per una musul-mana e un hindu, una paki-stana e un indiano, unirsi in

una lotta comune per l’educazione e control’estremismo”. I valori espressi rientrano negli scopi e nei

principi dell’etica lionistica in particolare quandosi afferma “creare e promuovere uno spirito dicomprensione tra i popoli del mondo, promuo-vere i principi di buon governo e buona cittadi-nanza…”. Per cui è unanime il nostro sostegnodi Lion nei confronti del forte messaggio rivoltoal mondo sull’importanza dell’istruzione nellacostruzione di società pacifiche.Dovremmo anzi con maggior convinzione farci

promotori di iniziative volte al rispetto dei trattatiinternazionali e della Dichiarazione delle NazioniUnite che richiedono agli Stati di adottare misurein difesa dei diritti umani, in particolare di donnee bambini.Tutti insieme, coinvolgendo i giovani Leo e i

club dei paesi in cui operiamo, potremmo con-dividere iniziative umanitarie non solo finalizzatea curare il fisico o a sfamare, come già avviene,ma volte a procurare cibo per la mente, unicomezzo per dare avvio a un processo di crescitademocratica e di educazione interculturale. Riflettendo sulla frase di Malala (“Abbiamo ca-

pito l’importanza delle penne e dei libri quandoabbiamo visto le armi”), questo non vuole esseresolo un augurio di Natale ma un sogno e unprogetto da realizzare insieme. �

Malala Yousafzay durante il discorso pronunciato all’ONU

Mezzi di trasporto terrestri

• I primi mezzi di trasporto di carichi pesanti furono rudi-mentali slitte ricavate da tronchi d’alberi, che si potevanomuovere anche su fondi irregolari ma pianeggianti, resiprecedentemente scorrevoli con fango riversato sui pattini.Su terreni di montagna o su pendii ripidi si utilizzavanocammini a solchi paralleli preventivamente realizzati daslitte con pattini rivestiti da blocchi di pietra scabri e taglienti trainate da buoi. Di tali vie a doppia cana-lizzazione sono state ritrovate tracce a Malta, a Usellus in Sardegna, in Spagna e in Tracia. Il trasportodi carichi pesanti era effettuato con tregge e rulli sin dal tempo dei Babilonesi che caricavano monolitidi diverse tonnellate sulle imbarcazioni che si spostavano sull’Eufrate.

• L’introduzione della ruota è presumibilmente dovuta ai Sumeriintorno all’anno 3000 a.C.Nei primi carri le ruote, inizialmente a forma piena ma ben prestosostituite da quelle a due-tre sezioni, formavano un pezzo unicocon gli assi, assicurati sotto il corpo del carro mediante cinghiedi cuoio; successivamente, a partire dal 2000 a.C., ruotavanoseparatamente su assi fissi al carro.

26 Lionismonovembre-dicembre 2014 Cultura

Tracce di slitte preistoriche nell’isola di Malta

Segni dei tempi che cambianoEvoluzione dei mezzi di trasporto

dalle origini ai giorni nostri

Caretto votivo (Siria del Nord, II mill. a.C.)

PDG Vincenzo G.G. MennellaDirettore responsabile di Lionismo

27Cultura Lionismonovembre-dicembre 2014

•Allorché si dovevano attraversare fiumi o terreni accidentati,la mancanza di strade obbligava a scaricare e smantellare iveicoli e a ripristinarli una volta superato l’ostacolo. I Romania partire dal 312 a.C. crearono un sistema di trasporto sustrada (via Appia) con carri a quattro ruote per il trasporto dimerci pesanti; i notabili usavano invece calessi a due ruote.

• Uno sviluppo si ebbenell’XI secolo allorchécompaiono ruote concerchi in ferro su carria quattro ruote ma con gli assi anteriori girevoli che consentivanodi superare curve anche molto strette. Nel XV secolo compaionole diligenze per il trasporto di molte persone (da 8 a 40).Nel XVII secolo, con i progressi della tecnica, le carrozze diven-nero più comode e appaiono quelle con finestrini in cristallo econ sistemi di sospensioni che sostituiscono i ganci in metallo ele cinghie di cuoio che tenevano sospeso il cassone dagli assi.

• Benché l’utilizzo del vapore come fonte dipropulsione fosse nota ai Greci (Erone nel130 a.C. costruì un modello dove getti di va-pore facevano girare una biella), la vera ri-voluzione nei sistemi di trasporto si ebbe nel1780 allorché James Watt costruì i primi mo-tori a vapore che in un primo momento fu-rono usati dai trasporti ferroviari che utiliz-zavano le rotaie per spostare i veicoli trainatida locomotive, la prima delle quali fu co-struita da Richard Trevithick nel 1804 e nel1829 da George Stephenson.

• Nel 1839 lo scozzese MacMillan realizzala prima vera bicicletta collegando i pedalialla ruota posteriore; solo nel 1885 compar-vero i primi modelli di bicicletta con pedalicollegati tramite una catena al mozzo po-steriore e nel 1888 vennero introdotte leruote con pneumatici. La prima motociclettafu ideata dai fratelli Michaux in Francia nel1869 ma solo nel 1894 comparve una motocicletta con motore a due cilindri con disposizione dei ci-lindri orizzontali che negli anni successivi divenne a “V”.

Bassorilievo di carro romano

La “Rocket” di Stephenson

Carrozza con asse snodabile del XV sec.

le prime biciclette La motocicletta dei f.lli Michaux

• Nel 1885 compaiono i primi modelli di automobilicon motore a combustione alimentati a benzinaideati dai tedeschi Benz e Daimler, che a partiredal 1902 ebbero grande impulso soprattutto dovutoall’immissione sul mercato dei motorini elettrici diavviamento da parte di Antoine de La Mothe, si-gnore di Cadillac, uno dei più prestigiosi simbolidell’American Way of Life e marchio che ha fatto lastoria dell’America e di Ford che lanciò automobilicon il cambio a due velocità azionato da un solopedale.

• La Cadillac già nel 1915 produce il motore a ottocilindri V8, il primo propulsore in serie del mondoche è montato sulla Sedan verde e nera, blindata dal tetto alle ruote, di proprietà di AL Capone. Nel1955 Elvis Presley dona una elegantissima Fleetwood 60 Special a sua madre, la famosa PinkCadillac con le pinne spaziali posteriori e gli stop incorporati. Anche il principe Antonio de Curtis, inarte Totò, possedette una Cadillac Sedan del ’54 targata NA 213338.Nel 1930 nasce e si sviluppa rapidamente l’autobus per l’economicità dei motori diesel e l’introduzionedelle ruote con pneumatici.

• Dalla seconda metà degli anni Cinquanta le automobili presentano una rapida evoluzione perquanto riguarda l’estetica e la concezione tecnica; la produzione diventa più sofisticata ed attentasia all’estetica che alla sicurezza dei passeggeri, anche con l’utilizzo di fonti energetiche meno inqui-nanti come il metano, l’energia elettrica, il solare e l’idrogeno. Moltissimi sono gli esperimenti di tuttele case costruttrici con lo scopo di testare nuovi progetti relativi a sicurezza, velocità, consumi, ergo-nomia, aerodinamica, tipo d’impiego, senza tener conto dei vincoli imposti dagli standard produttivi(concept car).

28 Lionismonovembre-dicembre 2014 Cultura

La prima automobile ideata da Benz e Daimler

La Cadillac di Al Capone Pink Fleetwood 60 Special La Cadillac Sedan di Totò

Concept car Lexus Concept car Ferrari

• Rover sono veicoli robot azionati con motorielettrici per la guida del veicolo e l’aziona-mento della strumentazione scientifica, inviatiin missioni successive sul pianeta Marte peresplorare il paesaggio, analizzare campioni diroccia e scattare foto. Il primo esploratore èstato Sojourner, rover a sei ruote arrivato sulpianeta il 4 Luglio 1997. Curiosity, la nuovastella della famiglia dei rover, che pesa 900Kg ed è grande come un’utilitaria, è arrivatasul pianeta rosso ad agosto 2012; è dotata diun braccio robotico, di un cromatografo, di unospettrometro per l’analisi di campioni di rocciae di suolo e studiare e ricercare direttamenteeventuali forme di vita primordiali. La missioneha la durata di un intero anno marziano pari adue anni terrestri.

Mezzi di trasporto navali

• Le prime imbarcazioni dovevano essere semplicizattere fatte con canne o tronchi legati fra loro.Nei graffiti scoperti a Tanum in Svezia e risalential 3500-1200 a.C., gli studiosi hanno ritenuto diravvisare la raffigurazione di alcune barche anchese le incisioni non permettono di ricostruire strut-tura, dimensioni e sistemi di propulsione di tali im-barcazioni.

• La consistente documentazione artistica e sim-bolica, tramandata in tema navale, sta a testimo-niare che un tempo i trasporti di massa venivanoeseguiti preferibilmente per via mare. Il mezzo di propulsione delle navi era costituito dai remi.Biremi, triremi, quadriremi, quinqueremi erano chiamate le navi a seconda di più ordini sovrappostidi rematori o, secondo gli storici moderni, secondo il numero dei rematori per unità o gruppo di vogasu ciascun lato della nave. Le quinqueremi avrebbero avuto tre ordini di remi, con due rematori perciascuno dei due remi superiori. Secondo Polibio una quinqueremi portava a bordo 300 rematori,120 soldati e 50 membri dell’equipaggio. Con il passare del tempo si aggiunsero le vele che consen-tirono di raggiungere maggiori velocità e di percorrere grandi distanze.

29Cultura Lionismonovembre-dicembre 2014

La sonda Rover Curiosity in funzione sul pianeta Marte

I graffiti di Tanum (Svezia)

Pittura egizia raffigurante in basso battelli in navigazione sul fiume Nilo

Affresco rinvenuto a Pompeiraffigurante una trireme romana

Scarsi o incompleti i ritrovamenti di navi o parti di esse mentre molto numerose sono le raffigurazionisu bassorilievi, dipinti, mosaici, medaglie, monete, cui vanno aggiunti i versi di tanti poeti da Omeroa Properzio. Un’importante documentazione della tecnica navale romana ci è stata fornita dalle duenavi, recuperate negli anni Trenta nel lago di Nemi e purtroppo andate in fumo in un furioso incendiosviluppatosi il 1 giugno 1944, che l’Imperatore Caligola utilizzava come palazzi galleggianti in cuiabitare o da adibire a simulazione di battaglie navali.

• Il primo battello a vapore in cui la propulsione eraottenuta con un sistema di ruote a vapore sistematein posizione laterale salpò da Hannover nel 1707.L’introduzione delle eliche provocò il declino di que-sto tipo di imbarcazioni ed oggi l’elica, sistematanella parte poppiera della nave, è diventato il pro-pulsore più diffuso per battelli e navi di ogni dimen-sione; il suo disegno è continuamente aggiornatocon specifici software per ottenere maggiori perfor-mance.

• Nel 1950 fanno la loro comparsa gli hovercraft,considerati imbarcazioni a tutti gli effetti, denominativeicoli a cuscino d’aria, cioè uno scafo in cui la to-talità o parte significativa del suo peso può essere sostenuto, sia a riposo o in movimento, da un cu-scino d’aria generato continuamente. Il motore è azionato da turbine a gas ed è costituito da elichee da soffianti che servono a rigenerare il cuscino d’aria. Caratteristica è che si tratta di mezzi anfibiin grado di viaggiare in mare, sulla terra e sul ghiaccio; con lo sviluppo dell’industria nucleare anchele navi, quali i rompighiaccio e i sommergibili, vengono dotati di questo tipo di propulsori.

30 Lionismonovembre-dicembre 2014 Cultura

Il “Cincinnati”, transatlantico a vapore del 1911

Nave romana recuperata nel lago di NemiNave vikinga

Hovercraft ad uso civileHovercraft ad uso militare

• L’utilizzo delle risorse rinnovabili per la naviga-zione è stato raggiunto in modo ottimale con la co-struzione del “Turanor Planet Solar”, il catamaranopiù grande al mondo. L’imbarcazione, realizzata in-teramente in fibra di carbonio, è dotata di pannellifotovoltaici che ricoprono l’intera superficie dellanave (537 mq. per 35 m. di lunghezza). Varato il 31marzo 2010, il catamarano ha fatto il giro del mondoconsumando appena un litro di carburante e per-correndo 60 mila km in 585 giorni.

• Le imbarcazioni a vela non sono state abbando-nate, ma grazie al miglioramento della tecnica co-struttiva e all’impiego di sofisticati materiali per co-struire lo scafo e le vele vengono utilizzate oggi sia per divertimento che per manifestazioni sportiveimportanti o regate.

Mezzi di trasporto aereo

• Secondo la leggenda il primo uomo che provò a vo-lare pare sia stato Dedalo nell’antica Grecia utilizzandoali fatte con penne di uccelli e cera. Leonardo da Vincinel XV secolo progettò macchine volanti che però nonriuscì mai a realizzare. Nel 1783 i fratelli Montgolfiercon un pallone aerostatico ad aria calda volarono suicieli di Parigi e nel 1852 Giffard costruì un pallone aforma di sigaro sotto cui appese un motore a vaporeche faceva girare un’elica. Negli anni successivi questiveicoli (dirigibili) si svilupparono e con l’utilizzo di nuovipropulsori divennero i primi mezzi di trasporto aereo ingrado di trasferire molti passeggeri.

31Cultura Lionismonovembre-dicembre 2014

Il Turanor Planet Solar

Il trimarano Oracle USA 17 durante l’America's Cup 2010

Una stampa commemorativa del pallone aerostaticodi Montgolfier a Versailles nel 1783

• Nel 1903 i fratelli Wright costruirono il primo ae-roplano a motore che restò in aria per 12 secondipercorrendo 36 metri. Lo sviluppo degli aerei fu ve-locissimo e la prima guerra mondiale diede un forteimpulso all’attività di ricerca e di produzione di nu-merosi modelli di aerei che furono dapprima in le-gno; verso la fine del conflitto molti costruttori utiliz-zarono strutture in metallo che si rivelarono migliorisotto molti aspetti.

• Nel periodo finale della seconda guerra mondiale(1944) comparvero i rivoluzionari aerei a reazione,il primo dei quali fu il famoso Messerschmitt Me262, capace di 870 Km/h, prodotto dalla Luftwaffein diverse versioni come caccia e cacciabombar-diere.

• Antonov An-225 Mriya, aereo da trasporto strate-gico di fabbricazione sovietica entrato in servizio il21 dicembre 1988, lungo 84 m. è il più grande aereoa reazione tra quelli entrati in servizio ed è in gradodi trasportare anche una navetta spaziale.

• Tra gli aerei supersonici si ricordano il Concordeche dall’Air France era utilizzato per i voli presiden-ziali e che la tragedia del 25 luglio 2000, dove peri-rono 113 persone, pose fuori commercio. Il TupolevTU-144 aereo da trasporto commerciale di fabbri-cazione sovietica degli anni ’60-’70, dalla forte so-miglianza con il Concorde e per questo sopranno-minato Concordski, è il primo mezzo commercialeche detiene il record mondiale di velocità Mach 2,50per un aereo non militare.

• Le navicelle spaziali, nate per le esplorazioni nellospazio, sono divenute progressivamente, speciecon l’utilizzo dello Shuttle, mezzi di trasporto nonsolo per materiali. Il 21 luglio 2011, con l’atterraggiodello STS-135 Atlantis si è conclusa l’era dello space shuttle, iniziata nel 1968 con i primi studi,seguiti dal varo del programma Apollo nel 1969 e dal primo lancio in orbita l’11 aprile 1981. È ormaiiniziata una nuova era con l’allestimento del modulo abitabile Orion, che verrà lanciato in un testsenza equipaggio nel 2014 non oltre l’orbita terrestre e nel 2017 nello spazio, mentre nel 2021 si as-sisterà al primo volo nello spazio con un equipaggio di quattro astronauti. �

32 Lionismonovembre-dicembre 2014 Cultura

L’aereo dei f.lli Wright

Antonov An-225 Mriya

Messerschmitt Me 262

Aerei supersonici (Concorde e Tupolev TU-144)

STS-135 Atlantis con sopra uno space shuttle Modulo abitativo Orion

Fin quasi alla metà dell’Ottocento le spogliedell’antica Civiltà nuragica, Nuraghi, Pozzisacri, Tombe di giganti, quasi componenti

naturali del paesaggio, depredate e ridottespesso a misere cave, sono rimaste anche per iSardi sfingi mute. Testimonianze di una storiacancellata dalla furia imperialista di Cartagine.Furono i punici a soffocare per sempre la suaantica Civiltà, nell’ultimo venticinquennio del VIsecolo avanti Cristo, a provocare devastazioni emiseria e a importarvi la malaria.Da allora furono vietate ai Sardile aduse vie del Mediterraneo,chiusi gli approdi al naviglio stra-niero, imposta la monocolturadel frumento, prelevati pesantitributi, costretti i “resistenti” a ri-fugiarsi sulle alture dove finironocol praticare quasi esclusiva-mente la pastorizia ed a vestirsidi pelli. Per tutto il tempo della dominazione afri-cana la Sardegna fu come cancellata dalle cartenautiche. Ne è testimone Strabone, geografo estorico greco del primo secolo avanti Cristo, cheriferisce che “i cartaginesi affondavano le navidegli stranieri dirette verso la Sardegna o le Co-lonne d’Ercole”. La storia non scritta, che quegli originalissimi

monumenti reclamavano con muta violenza, hapreso a riemergere soltanto dalla seconda metàdell’Ottocento, con l’inizio di ordinati scavi adopera soprattutto del Canonico Giovanni Spano,iniziatore in Sardegna degli studi di archeologia

scientifica. Così, assieme agli svariati reperti te-stimoni della vita quotidiana degli antichi Sardi,iniziarono a venire alla luce i “bronzetti nuragici”,una vera rarità per l’Occidente e l’Oriente medi-terraneo, ove si consideri che essi sono espres-sione dell’ingegno di artisti fusori vissuti specietra il X e il IX secolo avanti Cristo. È dall’esamedi queste straordinarie statuine che si colgonoquei singolari aspetti, atteggiamenti e sentimentiche hanno consentito di scrivere del grado di ci-viltà, del tenore di vita, della profonda religiosità,della civile convivenza di un popolo che finoranon aveva trovato spazio nella storia del pro-gresso umano. Ai giorni nostri si sono verificati insperati e cla-

morosi ritrovamenti, scoperte che hanno scossogli animi e aperto la vista suscenari prima imprevedibili,seppur da taluni immagina-bili, suscettibili di costituirel’ulteriore decisiva provadell’antico prestigio godutonel Mediterraneo dai Co-struttori di Torri e di comefosse evoluta la loro origi-nalissima Civiltà già prima

dell’ultimo millennio prima di Cristo. Tutto haavuto inizio col recupero nel sito archeologico diMont’e Prama di 5200 frammenti di arenariabianca lavorata, parte dei quali, a seguito dei re-stauri ultimati nel 2013, hanno ripreso vita e ori-ginalissima forma nei ventotto “Giganti”, dei qualiho già raccontato la storia nel numero 3/2014 di“Lionismo” (v. “I tesori dell’anima”- pagg. 44/47).Quel piccolo drappello di guerrieri e lottatori sitrova ora esposto all’ammirazione dei visitatoriin parte nel Museo archeologico di Cagliari e, inparte, in quello omologo di Cabras. Ora, però, quel drappello di “Giganti”, a seguito

33Lionismonovembre-dicembre 2014

Il tesorodi Mont’e PramaNell’altura della penisola del Sinisricognizioni aeree e satellitari e indaginigeofisiche hanno evidenziato un vastogiacimento archeologico. Sono venutialla luce manufatti e statue ascrivibili auna straordinaria acropoli rasa al suoloal tempo dell’occupazione cartaginese

Giuseppe Tito SechiRedattore

di Lionismo

L’inizio della storia

negata dei Nuragici

33Cultura Lionismonovembre-dicembre 2014

34 Lionismonovembre-dicembre 2014 Cultura

di nuove indagini, costituisce solo la clamorosaanticipazione di un’insieme sommerso di beniarcheologici d’inestimabile valore. Un tesoro rac-chiuso nel ventre generoso del territorio di Mont’ePrama, destinato a svelare al mondo di qualeluce nell’antica età risplendesse l’isola. Ungrande giacimento culturale destinato a richia-mare l’attenzione di quanti nel Mediterraneo enel mondo indagano e studiano le più interes-santi emergenze archeologi-che. E perfino una determi-nante risorsa strategica, ancheeconomica che, aggiungendosia quelle altre, originali e spe-ciali, già apprezzate dalle cor-renti turistiche, non potrà noncontribuire a superare l’attualegravissima crisi occupazionalein cui versa l’Isola. Dunque, ad oggi, nel sotto-

suolo del territorio della peni-sola del Sinis, nei pressi del sito di Mont’ePrama, è stata accertata la presenza di ben 57mila “anomalie”. Elementi che “non sono com-ponenti naturali del terreno”, e che, presumibil-mente, si riveleranno frammenti di materialescolpito più volte superiore ai 5200 reperti recu-perati nella precedente campagna di scavi. Laclamorosa scoperta scientifica, è stata frutto diun’accurata ricerca, condotta su un’area di seiettari col ricorso a ricognizioni territoriali effet-tuate con il metodo dell’archeologia dei pae-saggi, l’analisi delle ortofoto aeree e satellitari

e, infine, con l’indagine geofisica condotta conun’apparecchiatura dotata di sedici georadardall’équipe del geofisico Gaetano Ranieri del-l’Università di Cagliari. Le onde radar hanno re-gistrato “linee organizzate” e “linee divise” dimateriali “sospetti”, quasi tutti a una profonditàcompresa tra i 50 ed i 150 centimetri. È stataquesta la clamorosa conferma della particolareimportanza del sito, per le notevoli sorprese che

esso riserva. E non solo perla scoperta di altri “Giganti”,ma anche per l’esistenza diun grande santuario - delquale è stata rilevata la pre-senza di “un favoloso lastri-cato” - e di altri edifici, cui lestatue dei guerrieri e degliatleti si presume servisseroda prestigioso ornamento.Dall’insediamento del can-tiere di scavo, avvenuto nello

scorso maggio, sono stati così già recuperatinumerosi reperti, anch’essi ridotti in frantumi dafuria iconoclasta. Tra questi di rilevante interesse due grandi sta-

tue quasi integre di pugilatori; busti di altri atletie di guerrieri; cinque coppie di piedi di Giganti,incorporati nei loro basamenti, adorni di calzaturea sandalo; frantumi di scudi; conci scolpiti nel-l’arenaria che, secondo la loro conformazione,mostrano di far parte di importanti edifici. Nelsito è stata pure individuata, a 30 metri di pro-fondità, una falda di acqua dolce, risorsa sempre

presente negli insedia-menti abitativi e nei luo-ghi di culto.Lo stadio delle ricer-

che archeologiche incorso nella Penisola delSinis, luogo non distantedal grande approdo nu-ragico della più anticaTharros, legittima l’ipo-tesi che a Mont’e Pramaesistesse una favolosaAcropoli, celebrativa deifasti dell’élite aristocra-tica che governaval’isola ed esprimeva levirtù dei suoi guerrieriforse fin dal decimo se-colo avanti Cristo. È, delresto, quanto già atte-stano sia la presenza insitu di grandi statue di

La Sardegnadei nuraghi

e l’Atene antidiluviana

di Platone

La penisola del Sinis e il sito archeologico di Mont’e Prama

Mont’e Prama

35Lionismonovembre-dicembre 2014Cultura

guerrieri e di atleti, sia le rilevate tracce di mura,templi e altri probabili edifici, in un ambientequanto mai favorevole all’uomo. Luoghi questiaffacciati sul mare, ricchi di stagni e lagune, dirigogliosa flora e conseguente strabocchevolefauna, indotte dalle stagioni miti e piovose diquell’epoca, com’è attestato da ricerche e analisidi antropologi, climatologi e altri studiosi. Unatesi questa che, devo dire, prende spunto puredalle parti meno fantasiose della narrazione chePlatone, nei Dialoghi “Timeo” e “Crizia”, fa diAtlantide, confortata dal convincimento che ilgrande filosofo abbia abilmente dissimulato nelladescrizione della mitica isola numerosi elementicostitutivi tratti dalle storie giuntegli dai navigantinel lungo periodo della sua permanenza a Sira-cusa. Erano ormai divenuti, quei racconti, stra-ordinarie leggende tramandate da quanti ave-vano frequentato gli ospitali approdi dellaSardegna fino a un secolo e mezzo prima che ipunici armati ponessero il piede sull’isola. Si può così argomentare con un certo fonda-

mento che, in quella parte del territorio orista-nese, rivolto a ponente allo Stagno di Cabras ead occidente all’azzurro del mare, sorgesse

l’Acropoli di Mont’e Prama. Un ampio insedia-mento nel quale, oltre alle abitazioni dei nuragiciposte all’estrema periferia, si trovavano in posi-zione più elevata la sede del governo cantonale,il Santuario dedicato al Dio unico dei sardi - ilSardus Pater - e le caserme delle milizie. Edificiquesti ultimi presumibilmente adorni delle statuedei Giganti, con le quali si intendeva massima-mente esaltare le qualità fisiche e militari deiGuerrieri. Quegli stessi uomini immortalati neibronzetti nuragici custoditi nei nostri Musei.Un’Acropoli forse somigliante a quella dell’an-

tidiluviana Atene raccontata da Crizia, nellaquale, tenendo a mente il pensiero espresso sultema da Platone nei suoi Dialoghi, avevano sedeanche i guerrieri “guardiani della città”, delegatia difenderla dai nemici esterni e a garantirle al-l’interno unità e concordia. La loro educazionedoveva essere soprattutto musicale e ginnica.L’arte musicale, intesa come ispiratrice di armo-nia e ritmo, fungeva da “medicina dell’anima”,mentre l’attività ginnica operava salutarmente da“medicina del corpo”. �

Nuraghe di Santu Antine

Interno della reggia nuragica di Torralba

Testa di arciere con elmo da parata

36 Lionismonovembre-dicembre 2014 Ambiente

L’uomo, da sempre, con tutte le sue attività,influenza, interagisce e condiziona l’am-biente modificandolo e piegandolo alle pro-

prie esigenze. Se però la mutazione dell’am-biente in epoche storiche poteva essere un fattomarginale per il “sistema terra” nel suo com-plesso, dato che il pianeta era scarsamente po-polato (si stima intorno all’anno zero una popo-lazione mondiale di appena 200 milioni dipersone), osserviamo che con l’incremento de-mografico massiccio degli ultimi decenni - neiquali si è assistito al raddoppiamento in circa40 anni della popolazione, che ora ammonta aoltre 6 miliardi di individui - e l’industrializzazione,che comporta un sempre maggiore e indiscri-minato sfruttamento delle risorse ambientali, conun conseguentemente maggior inquinamento,la distruzione dell’ambiente ha assunto una di-mensione globale e proporzioni così allarmantida convincere i governi, soprattutto dei paesisviluppati (che sono anche i maggiori respon-sabili dell’attacco all’ambiente) a cercare stra-tegie per porre rimedio a questo fenomeno. Viviamo in un’epoca allo stesso tempo affa-

scinante e terribile. Affascinante perché maicome adesso il futuro del “Pianeta Terra” è so-prattutto nelle nostre mani; ciò che avrà luogodomani dipenderà in buona parte da ciò che lacomunità umana farà o non farà oggi. Terribileperché la nostra generazione è la prima, daquando la specie umana è comparsa sulla Terra,ad avere il potere di distruggere in poco tempotutto quello che ci proviene dal passato, com-

promettendo irrimediabilmente il futuro del no-stro pianeta. L’uomo ha interagito con il mondonaturale sin da quando apparve sulla faccia dellaTerra. Con il passare del tempo e con l’evolversidelle proprie abilità culturali ha incredibilmenteampliato le proprie capacità di modificazione de-gli ambienti naturali.Ma è soltanto da pochissimo tempo, se lo rap-

portiamo al periodo da quando storicamente,sulla base dei reperti fossili giunti fino a noi, siaapparsa sulla Terra, che la specie umana staintervenendo rapidamente e profondamente suicicli dell’intera biosfera, quella fascia costituitada acqua, aria e suolo ove è possibile l’esistenzae il mantenimento della vita. I tempi in cui ciò sta avendo luogo sono vera-

mente brevissimi rispetto a quelli dell’evoluzionegeologica e biologica e gli effetti a breve, medioe lungo termine di questo continuo e crescenteintervento sono ben lungi dall’essere conosciuti.L’osservazione di quanto avviene in natura ciindica che ogni essere vivente sopravvive finchérisulta in grado di interagire adeguatamente conil proprio ambiente.

Amedeo CalenzoOfficer distrettuale

In pericolola salute del pianetaLe attività economiche, che dovrebberodare risposte ai bisogni umani, sonodiventate per effetto della logica di mercatouna minaccia per gli equilibri della Terra eper la vita delle generazioni future. I Lionssin dalla loro costituzione sono schierati indifesa dell’uomo e del mondo in cui vive

37Lionismonovembre-dicembre 2014Ambiente

Tra gli organismi viventi e la loro area di diffu-sione esistono relazioni che sono oggetto di stu-dio dell’ecologia: in principio, l’analisi dei rapportitra gli esseri viventi e il loro ambiente venne ap-plicata alle associazioni vegetali, da cui preserospunto gli studi a base ecologica delle altre as-sociazioni di esseri viventi. L’ecologia umanaconsidera l’uomo come un animale più o menoadattato alle condizioniambientali e come un ele-mento dell’equilibrio biolo-gici tra gli esseri viventi.Nel soddisfare le più ele-

mentari necessità, l’uomosi adegua facilmente allanatura, secondo un adat-tamento diretto o un adat-tamento indiretto. Se è in-negabile l’influenza dellanatura sull’uomo, è anchecerto che l’uomo può ma-nipolare la natura. Nel mondo il substrato

originario è in gran parteprofondamente trasfor-mato: la natura ha fatto po-sto a un nuovo equilibriobiologico conseguente allariduzione o eliminazionevolontaria di alcune speciee alla protezione e diffu-sione di altre specie. Letrasformazioni operate sulla natura possono in-generare nuovi vincoli. Spesso i gruppi umaniper sviluppare lo sfruttamento immediato di unarisorsa innescano processi capaci di rompere ilsempre più fragile equilibrio ambientale. II qua-dro entro cui si svolgono le attività umane è ilpaesaggio antropizzato. Lo si può definire comela struttura nella quale funziona un ecosistema:in cui, cioè, si esercitano le interazioni degli or-ganismi viventi e i loro rapporti con gli elementiinerti. Il paesaggio, colto oggettivamente, è unacombinazione di forme e fenomeni caratteristici,ma può anche essere considerato come unaparte di spazio vissuto: lo spazio in quanto èoggetto di spostamenti e contatti; lo spazio comeè psicologicamente percepito dagli individui. Col crescere della capacità degli strumenti di

produzione, l’azione reciproca tra natura e uomodiviene più complessa e contraddittoria. Nel no-stro secolo lo sfruttamento generalizzato dellerisorse naturali ha innescato il processo di de-grado dell’ambiente: i disboscamenti incontrol-lati lasciano posto all’erosione dei suoli e al

moltiplicarsi di frane e inondazioni, la cementi-ficazione selvaggia crea le condizioni per de-vastanti alluvioni. L’inquinamento deriva dallaconcentrazione delle attività industriali e dallacongestione degli insediamenti. L’inquinamentodell’aria è causato dai fumi delle ciminiere e daigas tossici delle industrie, dai gas di scaricodegli autoveicoli e del riscaldamento domestico.

L’inquinamento dei fiumi edel mare è dovuto ai rifiuti.L’acqua reflua immessanei fiumi e nei canali con-tiene materie inquinantiderivate dagli scarichi in-dustriali e dagli scarichi fo-gnari. I pesticidi e i fitofar-maci distribuiti sui terreniagricoli penetrano in pro-fondità inquinando le faldeidriche e le acque superfi-ciali. Nelle acque costiereil più grave fenomeno dideterioramento è identifi-cabile nell’eutrofizzazionegenerata dall’eccessivoapporto di sostanze nutri-tive. II fenomeno dellepiogge acide è emerso ne-gli anni Settanta: si ritieneche un complesso miscu-glio di particelle inquinantirenda gli alberi più sensi-

bili agli stress naturali i cui effetti combinati pro-vocano l’avvizzimento. Le piogge acide deri-vano dalla trasformazione dell’anidride solforosae degli ossidi di azoto in acido solforico e acidonitrico. Le conseguenze più gravi riguardano ildegrado delle foreste e l’acidificazione di laghi.L’effetto serra deriva dall’accumulo di anidridecarbonica: la cortina di anidride carbonica lasciapassare le radiazioni caloriche luminose delsole che vanno a riscaldare il suolo, ma trattienele radiazioni caloriche infrarosse che la superfi-cie riscaldata irradia nello spazio, facendo au-mentare la temperatura. La cappa di ozono pre-sente nella stratosfera funge da filtro dei raggisolari trattenendo le radiazioni ultraviolette; manonostante che da oltre mezzo secolo sia statascoperta la formazione di buchi nello strato diozono che avvolge la Terra, e si sa che l’ero-sione della cappa protettiva è provocata da so-stanze chimiche im messe dall’uomo nell’atmo-sfera, ben poco è stato ancora fatto per porvirimedio, e il tempo a disposizione diventa sem-pre meno. �

Bisogna proteggereil nostro pianeta

usando in modo equo e sostenibile

le risorse disponibili

38 Lionismonovembre-dicembre 2014 Costume e società

La cosa meglio distribuita al mondo è il buonsenso e infatti ogni abitante di questo az-zurro pianeta ritiene di averne abbastanza

e non desidera averne di più. Probabilmente ri-tengono di averne abbastanza anche quelli chechiedono che la Divina Commedia venga pur-gata, quando la si dovesse ancora presentareagli alunni di scuola, di tutte le espressioni razzi-ste, omofobe, antisemite e islamofobe, di cui pe-raltro abbonda, essendoDante, senza saperlo, al-quanto politicamente scor-retto. E ciò per ragioni di“igiene verbale”. Certo, se con lo stesso me-

tro si dovesse revisionare,che ne so, la Bibbia, essa ri-marrebbe un libriccino inconfronto al quale qualsiasiriassunto del Bignami sa-rebbe una Treccani. Anchenei nostri consessi, parlare in un ambito più largodel più intimo colloquio tra parenti o amici stretti,è come camminare sulle uova, perché imperasovrano, anche nel mondolionistico, il famigerato “poli-ticamente corretto”, cioèquella pervasiva forma di au-tocensura (che poi tanto“auto” non è) diretta ad im-pedire di urtare con paroleinappropriate o inopportunela sensibilità e la suscettibi-lità di qualunque essereumano (per ora, ma con glianimalisti a oltranza non sisa mai) o gruppo sociale, perquanto esiguo e marginale.

Intendiamoci, il principio è giusto e condivisi-bile, ma in concreto, se non applicato cum granosalis, rischia di sfociare in un estenuante eserci-zio di mutilazione della libertà di pensiero e digiudizio, nonché di camuffamento, spesso ancheridicolo, di ogni realtà.In principio, tanto per richiamare il linguaggio

biblico, era l’eufemismo, di sapore vagamenteburocratico, neutro, alieno da qualunque coin-volgimento emotivo: ad esempio (e lo ha rimar-cato anche il Papa in un recente appello) “senzafissa dimora”, che suona come il turismo vacan-ziero permanente di uno che va in giro con ilcamper, significa, invece, che una persona è, disolito, nella miseria più nera e abbisogna di ur-

gente aiuto. “Danni collate-rali” sono semplicemente ebrutalmente le stragi di ci-vili, uomini, donne e soprat-tutto bambini, derivate daazioni militari; la mattanzasanguinosa dei tonni di unacerta annata è definita“raccolto”, la tendenza adelinquere diventa “disagiosociale” e così via camuf-fando, attenuando, trave-

stendo, in un esercizio costante di simu lazionedel vero. La “serva” evoca giustamente unamancanza di dignità (anche se la serva padrona

di Goldoni...), quindi di-venta “domestica”; ma laparola evoca gli animalida compagnia o da cor-tile, e quindi si passa a“donna di servizio”; ma laparola “servizio” odoracomunque di asservi-mento, quindi chiamia-mola “collaboratrice fami-liare”, per poi trovare laformula finale di un grot-tesco assolutamente neu-tro: Colf!

Sui bisogni della comunità i lions fondano la ragione del loro intervento con azioni finalizzate alla crescita collettiva

L’inutile ipocrisia delpoliticamente corretto

Giampiero MirabassiRedattore di Lionismo

Porta di Lampedusa, Porta d’Europa

Gli eufemisminella loro insistita

ricerca di neutralitàtendono a uniformare

tutto e tutti

39Lionismonovembre-dicembre 2014Costume e società

Lo spazzino - personaggio dal mestiere peral-tro utile, onesto e dignitoso come qualunque altro- è definito dallo spazzare, ma quel lavoro sem-bra avere qualche cosa di dequalificante, quindidiventa netturbino, il quale tuttavia “netta” cioèpulisce e quindi vuoi o non vuoi ha comunqueuno stretto collegamento con la scopa, onde percui lo facciamo assurgere ad “operatore ecolo-gico”; qualifica bellissima, geniale, più gratificantedi un banale aumento di stipendio, che però nonsuggerisce per nulla, alla fine, in che cavolo con-sista il suo lavoro. Il “paralitico” diventa “handicappato”, poi “por-

tatore di handicap fisico”, poi “disabile”, poi “di-versamente abile”, senza che il nuovo nome,politicamente corretto, suggerisca in che consi-sterebbe la detta diversa abi-lità e, soprattutto, senza chelo faccia alzare dalla carroz-zina o solo star meglio!Non si vuol capire che l’im-

portante non è come unapersona è definita, ma comeci si rapporta con essa. Se io mi sento superiore

ad una colf, ad un operatoreecologico, o ad un diversa-mente abile, in quanto tali, sono un essere deci-samente deprecabile e peggiore di chi non sisente di per sé affatto migliore di una serva, diun paralitico o di uno spazzino! Gli eufemismi nella loro insistita ricerca di neu-

tralità, tendono ad uniformare tutto e tutti in ununica indistinta massa monocroma. Mi fannopensare a quelle barrette plastiche manipolabilitipo “pongo” con le quali giocavamo da bambini.All’inizio i colori con i quali pasticciavamo eranoben distinti: il rosso, il giallo, il blu... ma dopo unpo’ tutto si mischiava e ci trovavamo in manouna sola untuosa palla bruno rossiccia, cheaveva perso ogni attrattiva. Tanto per dire, daquest’anno scolastico ogni Consiglio di classe èchiamato ad individuare alunni BES (portatori,cioè, di “Bisogni Educativi Speciali”), per appron-tare una serie di azioni di “inclusività”, al fine diaiutarli ad inserirsi al meglio nel contesto scola-stico. In questa nuova etichetta, che non defini-sce nulla, come al solito, viene compresa ogniforma di “bisogno”; ci finiscono perciò alunni de-pressi, aggressivi, o anche solo un po’ troppo vi-vaci, ragazzi poveri, immigrati culturalmentesvantaggiati, e compagnia sonante. Ma che c’è di più politicamente corretto del-

l’acronimo BES? Tutti dentro, insieme, appas-sionatamente.

Il fatto è che noi esseri umani siamo diversi!Ogni uomo ha la sua storia, la sua mentalità, lasua cultura, che non è esattamente omologabilea quella degli altri, per fortuna, e questo vale peri gruppi, le comunità, le nazioni. Non sono e nonsaranno mai le parole a renderci uguali ed è inu-tile nasconderci che c’è il ricco e il povero, ilsano e il malato, lo stolido e l’intelligente, il coltoe l’ignorante, il lavoratore e il vagabondo, la per-sona onesta e il delinquente e via distinguendo.L’importante è il senso di solidarietà, di fraternità,di umana comprensione, di lionistica cautela nelgiudicare, di rispetto per l’individuo, in una varietàdi volti e di idee che, come le cose della natura,hanno mille colori! Se il linguaggio diventa uniforme, dentro mille

nuances di grigio, ancheil pensiero diventa grigioe la vita una cosa infinita-mente cupa, nel terrore difare gaffe, che poi diven-tano inevitabili. Tristecome un bimbo cui sivuole imporre per leggeun genitore 1 e un geni-tore 2 (e i nonni come linumeriamo?).

Il politicamente corretto sembra nascere dallacattiva coscienza di chi si sente in colpa perchénon siamo uguali e vuole imporlo chi non ha ilcoraggio di vedere la realtà per quello che è,nascondendosi dietro termini fantasiosi, magarimutuati più o meno impropriamente da altre lin-gue. Così ci sono sempre più nomi e sempre meno

cose! Svincolando i nomi dalle cose nella loroessenza, anche quando sgradevole, non ci siaccorge di compiere un’operazione completa-mente inutile. Per altro verso il politicamente cor-retto è addirittura più offensivo, se ogni volta chesuppongo offensivo un mio pensiero, che taleresta, sono spinto a cercare una parola non of-fensiva, per nasconderlo. Così occupati a costruire falsità, siamo arrivati

al punto che la pura e semplice verità, quella didire pane al pane e vino al vino, viene percepitacome offesa!I lions dovrebbero invece liberarsi dalla tirannia

del politicamente corretto, per dimostrare che èda uomini liberi e sinceri, quali siamo, un lin-guaggio franco e non artefatto, solo sorvegliatodalla buona educazione. Ce lo dovrebbe suggerire il famoso buon senso

di cui parlavamo all’inizio e di cui tutti, appuntodicevamo, siamo con dovizia dotati. �

I lions dovrebbero liberarsi dalla tirannia

del “politically correct” per dimostrare

che è da uomini liberi

40 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

L’adolescenza è un periodo della vita moltocomplesso la cui evoluzione può portarea risultati sia positivi che negativi. Nei primi

anni la vita dei bambini è curata dalla madre edal pediatra, successivamente intervengono di-versi fattori quali il modello familiare, i rapporticon i genitori, i rapporti con i soggetti di pari etàcon i quali si instaurano momenti di collabora-zione, di antagonismo o di contrasto. Il comportamento dell’adolescente può, tal-

volta, costituire un vero problema che condizionaanche le scelte alimentari. Infatti il cibo può es-sere oggetto di accettazione o di rifiuto. La con-seguenza può essere rappresentata dall’insor-genza di disturbi del comportamento alimentare,quali l’anoressia e la bulimia nervosa, detti an-che Disturbi alimentari psicogeni (DAP). L’inci-denza è sempre in aumento, sia nelle femmineche nei maschi, un tempo ritenuti esenti.Gerald Russel psichiatra, è colui che descrisse

per la prima volta, nel 1979, la bulimia nervosain un articolo intitolato “Buli-mia nervosa: an ominous va-riant of anorexia”. L’obiettivodel suo studio era quello didare una certa identità a que-sta patologia, pur mantenen-dola all’interno del continuumdei disturbi alimentari. I criteridiagnostici della bulimia, an-cora oggi adottati, sono quelliproposti da Russel.L’anoressia nervosa è una sindrome psichia-

trica in cui al rifiuto del cibo si sommano modifi-cazioni somatiche e disturbi psicologici. L’etàdell’insorgenza è intorno a 12-15 anni. L’eziolo-gia è sconosciuta ma sembrano importanti, sul-l’insorgenza, i fattori sociali. In passato, i soggetti

più colpiti appartenevano alla razza bianca, alleclassi sociali elevate, con un buon grado d’istru-zione e che praticavano particolari attività (mo-delle, ginnaste). Per quanto riguarda il compor-tamento c’è sempre una visione distorta delproprio aspetto, che comporta una riduzionedell’assunzione del cibo con conseguente vo-mito autoindotto, uso di diuretici, lassativi; è pre-sente, anche, iperattività.Il decorso è rappresentato da queste fasi: dieta

ristretta, diminuzione di peso, insoddisfazione,modificazioni della dieta, isolamento, irritabilità,perdita dell’autostima.Le conseguenze sono rappresentate da una

drastica riduzione del peso corporeo e da unaspetto emaciato. In caso di mancato interventovengono compromessi, con il tempo, gli organie gli apparati, in particolare l’apparato musco-lare, l’apparato circolatorio e il sistema nervoso.I criteri diagnostici si basano, principalmente,

su questi punti:– fobia del peso corporeo anche in presenza disottopeso;

– rifiuto di mantenere il peso corporeo entro i li-miti;

– visione distorta del proprio aspetto;– amenorrea consecutiva per 3 mesi.

La bulimia nervosa è carat-terizzata dalla perdita del con-trollo dell’assunzione del ciboe comparsa di frequenti abbuf-fate. L’età dell’insorgenza è va-ria e come “range” viene con-siderato il periodo tra 12-18anni. Le cause sono varie:obesità nell’infanzia, obesitàfamiliare, stati di depressione.Le alterazioni sono rappresen-

tate, principalmente, dal peso corporeo variabile.Nel caso di mancato intervento, con il tempo,compaiono alterazioni dentali, lacerazione del-l’esofago, lacerazione gastrica, disidratazione,danno renale, amenorrea (raramente).La diagnosi si basa sui seguenti punti:

Anoressia e bulimiain aumento

Licia CarbiniL.C. Cagliari Villanova

Queste patologieaffliggono

in prevalenzasoggetti

di sesso femminile

Ecco il percorso diagnostico-terapeutico in casiche se non affrontati in tempo possonoprodurre gravi conseguenze, anche letali

41Lionismonovembre-dicembre 2014Attività di servizio

– consumo rapido di grandi quantità di cibo;– frequenza di 2 abbuffate a settimana;– vomito autoindotto, digiuno, uso di diuretici elassativi;

– preoccupazione costante del peso e del-l’aspetto corporeo.Oltre l’anoressia e la bulimia, è frequente il

cosiddetto “disturbo dell’alimentazione incontrol-lata” in cui si verificano, con frequenza, epi-sodi di abbuffate non seguiti da compor-tamenti di alimentazione eccessiva,come nella bulimia nervosa. È pre-sente, comunque, un aumento delpeso corporeo, accompagnato dabassa autostima, insoddisfa-zione, depressione. La preva-lenza nei soggetti consideratiè circa 2-5%.Queste patologie afflig-

gono, in Italia, 200.000donne: il tasso di mortalità(per denutrizione o suici-dio) quando non si in-terviene, è del 10% a10 anni dall’insorgenzae del 20% dopo 20anni.In Italia la prevalenza

dell’anoressia è 0,2-0,8%, della bulimia 1-5%.Complessivamente sul to-tale dei disturbi l’anoressiarappresenta il 70%, la buli-mia il 23% e i disturbi alimen-tari non specificati (EDNOS)il 6%.Da uno studio effet-

tuato a Roma e Milano,la data di esordio dellepatologie era mediamente 18 anni, con picchitra 15 e 18 anni che rappresentano due periodievolutivi significativi: quello della pubertà equello della cosiddetta “autonomia”, ossia il pas-saggio alla fase adulta.Negli Stati Uniti i disordini alimentari sono la

prima causa di morte per malattie mentali. L’APA(American Psychiatric Association) indica, nellapopolazione femminile, una prevalenza dell’ano-ressia tra 0,5-3,7% e della bulimia tra 1,1-4,2%.Il rapporto maschi-femmine è per l’anoressia

1 a 6 e per la bulimia 1 a 10.Negli Stati Uniti vengono colpite tutte le classi

sociali e tutte le componenti etniche. In Canada,dal 1987 ad oggi, c’è stato un incremento del34% delle ospedalizzazioni di ragazze sotto i

15 anni e del 29% tra 15 e 29 anni. In uno studiopubblicato su The Lancet, che revisiona la let-teratura medica nei vari Paesi, è riportato chela prevalenza dell’anoressia è 0,7 % nelle ado-lescenti e 1-2% nella fascia 15-30 anni.Gli studi sembrano evidenziare una diminu-

zione della bulimia e un aumento dell’anores-sia.

Analizzando i dati dei Paesi non occi-dentali, si osserva che in Giapponela prevalenza dei disturbi alimentariè simile a quella rilevata negli StatiUniti.In Cina la comparsa dell’anores-

sia e della bulimia viene rilevatanelle donne che vivono in città mo-derne e occidentalizzate comeHong Kong.Riassumendo si può affermare che

le cause dei disturbi alimentari sono mol-teplici: biologiche, psicologiche, ambien-tali.Le cause biologiche sono rappresen-

tate dalle caratteristiche “innate” del sog-getto, quali modo di pensare, di affrontarele difficoltà quotidiane, di comportarsi.Queste caratteristiche hanno spesso unabase genetica e se associate a casi svi-luppatisi precedentemente in famiglia oa situazioni frustranti, possono sfociarein un disturbo alimentare.Le cause psicologiche sono rappre-

sentate, soprattutto, dalla bassa auto-stima che si genera principalmente per l’in-

soddisfazione dell’aspetto fisico, che puòportare alla depressione e/o allo sviluppo didisturbi alimentari.Le cause ambientali sono da attribuire a

rilevanti influenze socio-culturali quali mass-media, atteggiamento dei coetanei, atteggia-mento dei familiari che danno, spesso, un’im-portanza eccessiva all’aspetto corporeo, alladieta, alla pratica sportiva oltre misura.È fondamentale, nei disturbi del comporta-

mento alimentare, la diagnosi precoce e l’inter-vento tempestivo. Risulta che agendo in modoappropriato, la guarigione, nei più giovani, sipuò ottenere nell’80-90% dei casi, mentre su-perati i 18 anni, nel 50% dei soggetti si ha la ri-soluzione e nel 50% la cronicizzazione.Un importante fattore di prevenzione e di sup-

porto agli interventi terapeutici è la collaborazionedei coetanei e l’intervento di persone qualificate(insegnanti, educatori, medici, psicologi) che agi-scano con competenza e riservatezza. �

42 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

Ogni anno in Europa circa 400.000 per-sone vengono colpite da arresto car-diaco, di cui oltre 60 mila in Italia soprat-

tutto fra i giovani e gli sportivi. Le percentuali dichi sopravvive a questo malore sono basse emeno del 20% delle vittime ha una vita normaledopo le dimissioni dall’ospedale. Le probabilitàche una persona colpita da arresto cardiaco so-pravviva potrebbero aumentare di tre-quattrovolte se fosse iniziata immediatamente la riani-mazione cardiopolmonare. La morte cardiacaimprovvisa si verifica in modo quasi istantaneosenza che vi siano stati sintomi di qualsiasi na-

tura o segni premonitori e può colpire personedi ogni età ed apparentemente sane le cui con-dizioni fisiche non farebbero prevedere la mortein quel momento. Nel 60-65% dei casi in cui si verifica un arresto

cardiaco vi è la possibilità che sia presente unritmo defibrillabile (fibrillazione ventricolare o FVe/o tachicardia ventricolare senza polso o TV),quindi, con l’utilizzo di una scarica erogata daun defibrillatore semiautomatico esterno (DAE),si può effettuare la conversione con il ripristinodel ritmo cardiaco regolare salvando un numeropiù elevato di persone. Tale strumento, grazieall’estrema semplicità, non è più solo di compe-tenza del personale medico ma può essere uti-lizzato anche da personale non sanitario purchédebitamente formato con i corsi BLS-D. Per li-mitare al massimo il numero di vittime di mortecardiaca improvvisa si rende necessaria quindiuna diffusione capillare del DAE sul territorio ela presenza obbligatoria in tutti i luoghi con ele-vata frequenza di persone.A tale scopo la legge 3 Aprile 2001 n 120

all’art.1. recita che è consentito l’uso del defibril-latore semiautomatico in sede extraospedaliera

Città cardioprotette,ambizioso progettodei Lions umbri

L’iniziativa “Cuore”, tesa a fronteggiare le emergenze cardiache nelleattività sportive, lavorative e ludiche, interessa diverse aree dell’UmbriaPerugia, Spoleto e Terni le prime a partire. Defibrillatori a disposizionedella cittadinanza in punti strategici del territorio

Paola Fioronipresidente Croce Rossa

provincia di Perugia

Francesco Teipresidente

L.C. Perugia Concordia

43Lionismonovembre-dicembre 2014Attività di servizio

anche al personale sanitario non medico, nonchéal personale non sanitario che abbia ricevutouna formazione specifica nelle attività di riani-mazione cardio-polmonare. E il decreto del mi-nistero della Salute del 24 aprile 2013 prevede,al fine di salvaguardare la salute dei cittadini chepraticano un’attività sportiva nonagonistica o amatoriale, che ilMinistro della salute, con decretoadottato di concerto con il Mini-stro delegato al turismo e allosport, disponga garanzie sanita-rie mediante l’obbligo di idoneacertificazione medica, nonché li-nee guida per l’effettuazione dicontrolli sanitari sui praticanti eper la dotazione e l’impiego, daparte delle società sportive sia professionistichesia dilettantistiche, di defibrillatori semiautomaticie di eventuali altri dispositivi salvavita. Infine la legge 8 maggio 2013 disciplina la do-

tazione dei defibrillatori semiautomatici esterni,presso gli impianti nei quali si praticano attivitàsportive e motorio-ricreative. Il decreto contiene infatti linee guida dettagliate

rispetto alla dotazione e all’utilizzo dei defibrilla-tori, che devono essere accessibili, adeguata-mente segnalati e sempre perfettamente funzio-nanti come dovrà essere presente personaleadeguatamente formato per utilizzarli e pronto aintervenire in caso di necessità. I corsi di forma-zione saranno effettuati dai centri di formazioneaccreditati dalle singole Regioni.Le società sportive dilettantistiche (escluse

quelle che svolgono attività a ridotto impegnocardiocircolatorio) e professionistiche dovranno

dotarsi di defibrillatori automatici. Le società di-lettantistiche hanno 30 mesi di tempo per ade-guarsi, quelle professionistiche sei.Il 20 maggio 2014 è stata presentata alla Ca-

mera dei deputati una proposta di legge di seiarticoli che prevede l’obbligo di installazione di

defibrillatori semiautomatici eautomatici esterni negli Istitutiscolastici pubblici di ogni ordinee grado.Dotare alcune città umbre di

defibrillatori e formare del per-sonale in grado di utilizzarlisono questi gli obiettivi di unservice dei Lions Umbri checoinvolge diverse città con ilsostegno delle rispettive am-

ministrazioni comunali.Tali iniziative daranno un aiuto concreto alle

città in quanto i defibrillatori saranno messi a di-sposizione della cittadinanza presso postazionifisse e mobili, in punti strategici del territorio ur-bano e saranno mantenuti in perfetta efficienzagrazie a personale appositamente istruito e pe-riodicamente aggiornato con la collaborazionedella Croce Rossa e delle Asl dell’Umbria cheprovvederanno ad organizzare corsi per l’usodei defibrillatori.Il progetto, intitolato “Cuore”, nasce da un per-

corso di sensibilizzazione e di ricerca di con-senso da parte della cittadinanza e delle istitu-zioni che i Lions porteranno avanti per due anniimpegnando risorse finanziarie e realizzandospettacoli e iniziative per raccogliere fondi dadestinare allo scopo. Nella raccolta saranno coin-volti anche testimonial d’eccezione. �

Anchetestimonial d’eccezione

per la raccolta fondi

44 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

Nel corso degli anni la Fondazione di LionsClubs International (LCIF), ha adottatoprogrammi capaci di dare risposte con-

crete a molteplici e diversificate problematichecosì da poter soddisfare le necessità e le richie-ste delle comunità locali e internazionali in mol-teplici ambiti d’intervento. Certamente è per l’af-fidabilità, l’efficienza e l’efficacia degli interventiattuati che è stata classificata dal Financial Timestra le migliori organizzazioninon governative con cui stabi-lire una collaborazione. TramiteLCIF è possibile espandere gliobiettivi e la portata di attivitàdi servizio altrimenti irrealizza-bili facendo affidamento sola-mente sulle limitate risorse diun singolo club. La fondazioneelargisce sussidi sulla base diparametri molto severi; per que-sto rientrare nel novero dei suoifinanziamenti è un implicito ri-conoscimento del valore inno-vativo e sociale di una propo-sta. Il Lions Club di Città diCastello, da sempre sensibileai problemi relativi al territorioe in spirito di collaborazione conle Istituzioni, si è fatto promo-

tore e sostenitore di un progetto mirato ad acco-gliere disabili privi di assistenza parentale. L’in-tervento è consistito nella ristrutturazione e nel-l’adeguamento di locali presso l’Opera Pia MuziBetti in modo da soddisfare le esigenze di uncentro residenziale socio-riabilitativo per personedisabili. L’intervento si è inserito in una struttura ca-

pace di offrire un’adeguata assistenza, attra-verso aree attrezzate per la riabilitazione, ilmantenimento delle abilità e, al tempo stesso,capace di garantire il calore e il comfort abitativodi una residenza protetta, con spazi per il tempolibero e la socializzazione, in modo che la per-sona disabile possa ritrovare l’affetto, il clima,l’aiuto e la solidarietà venute meno per la perditadei propri cari.La rilevanza e la valenza dell’iniziativa è stata

riconosciuta dalla LCIF che ha contribuito per il50% del costo del progetto, che è stato di60.000 euro.

Sos accoglienzadisabiliIl progetto “Mai soli” adesso è pienamenteoperativo. La struttura voluta dal Lions ClubCittà di Castello accoglie personediversamente abili che, in assenza di risorsefamiliari e parentali, si trovino in condizionidi bisogno assistenziale e riabilitativo

Gianfranco Godioli Officer distrettuale

Wanda VignaOfficer distrettuale

Una stanza attrezzata nella struttura a Città di Castello

45Lionismonovembre-dicembre 2014

“Non potevo permettere che una realizzazionecosì affine agli ideali di servizio e di civismo delLions fosse dimenticata o rimandata”. Con que-sta frase, associata a parole di apprezzamentonei confronti di tutti coloroche sono stati artefici delprogetto, si era espresso ilcompianto PID Enrico Ce-sarotti in occasione dellapresentazione del progetto.Nell’annata 2009-2010 il Di-stretto 108L (governatoreGiampiero Peddis), ricono-scendo l’alto valore di “MaiSoli” ha onorato e gratificato il Club con l’asse-gnazione del Leone d’Oro per l’impegno, la se-rietà e la concretezza con cui ha operato. “Mai soli” nasce da un’analisi delle esigenze

del territorio in stretta sinergia con le Istituzioni egli Enti locali. L’analisi, lo studio di fattibilità e ilprogetto sono stati sviluppati da lion del Club co-ordinati da Gianfranco Godioli. Il Consiglio diret-tivo e tutto il Club hanno fortemente creduto esostenuto il progetto consapevoli di operare nelrispetto di nobili valori profondamente condivisi. Con questo service le finalità del Lions ven-

gono declinate a sostegno della comunità localeintendendo l’attività lionistica come sussidiaria estimolante all’azione istituzionale, senza la pre-tesa di volersi sostituire ad essa. Le finalità uma-

nitarie del service e l’importanza che il progettoha assunto per il Lions Club di Città di Castello,per il Distretto 108L e per tutti i Lions che hannocontribuito al suo buon esito, è tale da renderci

tutti orgogliosi di apparteneread un’associazione interna-zionale che, riconosciuta lavalidità del service, ha parte-cipato concretamente allarealizzazione del servicestesso, sostenuto e suppor-tato anche da altri L.C. (Mon-tone Aries, Gubbio Host,Sansepolcro, Viterbo), oltre

che da enti e privati cittadini. Particolare impor-tanza è stata data all’iniziativa dagli organi d’in-formazione in tutte le fasi di sviluppo del progettopartecipandole all’intera comunità. Oggi il pro-getto “Mai Soli” ha raggiunto la sua compiutezzaed è pienamente operativo. Durante la visita isti-tuzionale al L.C. Città di Castello, il GovernatoreGiovanni Paolo Coppola, accompagnato dall’at-tuale presidente di club Franco Barrese e daun’ampia delegazione di soci, ha visitato la strut-tura accolto dal consiglio direttivo dell’Opera PiaMuzi Betti, presieduto dal direttore Marco Savelli.L’incontro ha permesso di approfondire il conte-sto operativo ed è stata ribadita la validità e il va-lore del Service, valutazione emersa dalle paroledi apprezzamento espresse. �

Attività di servizio

La LCIF ha sostenutol’iniziativa

con un contributodi 60 mila euro

46 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

Per l’universalismo delle idee e la solida-rietà tra i popoli, al di sopra di ogni divi-sione, dobbiamo contribuire con ogni

mezzo ad alimentare tra i giovani la fiaccola chescalda le coscienze per un effettivo progressosu orizzonti più vasti di quelli nazionali.I programmi di scambi giovanili e i campi gio-

vani facendo incontrare giovani di tutte le na-zioni, consentono loro di essere guidati conmano sicura dai Lions Club a divenire in ogniPaese del mondo “parte di una stessa famiglia”.L’esperienza degli scambi giovanili è molto co-struttiva e significativa per coloro che vi parte-cipano. Nonostante la preoccupazione inizialeprima della partenza, sia dei ragazzi che delleloro famiglie, incuriositi e intimoriti da cosa e chitroveranno, i giovani rientrano nelle loro caseitaliane “cambiati”, più aperti, più ricchi e spessocon una “seconda” famiglia dall’altra parte delmondo.Il service degli scambi giovanili insieme a

quello del campo sono un’apertura del mondoLions ai giovani, sia per i Leo che per quei gio-vani che non conoscono il nostro mondo néquello dei Leo. Il service è un’ottima opportunitàanche da questo punto di vista, perché una voltatornati alla loro quotidianità i ragazzi saranno in-teressati e magari diventeranno soci del Leoclub cittadino. E anche per un giovane Leo poterpartire per uno scambio lo renderà orgoglioso efelice del suo essere, scoprendo e conoscendogiovani che, come lui, anche se vivono a chilo-

metri di distanza, credono comunque neglistessi valori e potranno toccare con mano l’in-ternazionalità del mondo Lions presente.Poiché credo che le testimonianze di coloro

che hanno vissuto questa esperienza possanoilluminarci sul valore e sull’importanza del ser-vice si riportano di seguito alcuni report di gio-vani che hanno partecipato nell’estate 2014 agliscambi.

La migliore esperienza della mia vitaDaniela Pastorelli in Germania

Non è facile scrivere un report di questo bel-lissimo viaggio di cui ci sarebbero troppe coseda dire e da raccontare, un’esperienza che finoa poco tempo fa non avrei mai immaginato dipoter vivere. Partiamo dal presupposto che hovinto questo viaggio per caso, partecipando adun concorso con la scuola e vincendo grazie aun tema relativo al lavoro e alla disoccupazione.Inizialmente le paure erano tante: partire da solaper tre settimane senza nessuno che possa ca-pire la tua lingua e cavarsela da sola cambiandodue aerei in un paese straniero mi spaventavadavvero. Inutile dire che già il primo giorno, ap-pena incontrata la mia host family e conosciutoil figlio della mia stessa età, tutti i miei timorierano svaniti completamente. Infatti con loro misono trovata benissimo e sempre a mio agio, mihanno resa partecipe di tutto quello che face-vano e mi hanno permesso di incontrare giànella prima settimana con loro molti ragazzi delcamp provenienti da ogni parte del mondo concui ho potuto iniziare a stringere amicizia e con-frontarmi sui nostri paesi e tradizioni fin dal se-condo giorno. È stato triste salutare la mia hostfamily, ma la partenza per il camp è stato l’iniziodi una nuova avventura.

Maria Luisa Paroli Officer distrettuale

Quella fiaccolache scalda i cuoriRafforzare l’intesa e creare collaborazione trai popoli è uno dei punti qualificanti dell’azionedei Lions. Attraverso i campi e gli scambigiovanili, aperti sia ai Leo che ai giovaniesterni all’Associazione, si forma una basecomune sulla quale la comprensione umanae il credo del singolo possono unificarsi

47Lionismonovembre-dicembre 2014

I primi due giorni abbiamo visitato Berlino, poia seguire altre città come Amburgo e Wolfsburg,alternate a musei, concerti, gite in barca e gior-nate dedicate allo sport all’insegna del diverti-mento, con attività come gare di canoa, calcio,pallavolo, arrampicata e parchi divertimento.Negli ultimi giorni è stata inoltre organizzata unaserata intitolata “National Evening” in cui ogniragazzo di ogni parte del mondo, di fronte a tuttinoi e alle nostre host families, ha mostrato espiegato le tradizioni e la cultura del propriopaese, coinvolgendoci anche in balli popolari ocucinando piatti tipici. Purtroppo però dopo tantodivertimento si è arrivati al termine del viaggio,e quelle tre settimane che prima di partire sem-bravano un tempo interminabile sono volate inun batter d’occhio senza che ce ne rendessimoconto.

Adesso, sto mantenendo i contatti con tutti iragazzi del camp e con la mia host family, espero davvero di poter continuare così per sem-pre perché, quei 23 ragazzi che fino a pocotempo fa erano per me perfetti sconosciuti, sonoora diventati la mia seconda famiglia. Ringrazioquindi l’associazione Lions per avermi regalatoquesta bellissima esperienza, la migliore dellamia vita, di cui conserverò per sempre un fanta-stico ricordo e tante nuove amicizie in giro per ilmondo.

Un ricordo indelebileLorenzo Ranocchia a Hong Kong

Il mio scambio Lions inizia con l’arrivo ad

Hong Kong a metà luglio. Ad attendermi, oltrealla mia host family, il torrido clima estivo diHong Kong caratterizzato da temperature caldee piogge tropicali.Le prime persone che ho conosciuto sono

stati perciò i componenti della mia host familyche sin da subito si sono dimostrati molto cor-diali e premurosi, inoltre hanno immediatamentecapito qualche mia defezione con la lingua in-glese e si sono resi sempre molto disponibili eripetermi le cose quando non capivo.Il giorno seguente finalmente iniziamo a visi-

tare la città e di prima mattina incontro i ragazzieuropei che partecipavano allo scambio adHong Kong e con loro le guide del Lions che cihanno accompagnato per tutto il soggiorno interra cinese.La città, come supponevo prima di partire, mi

ha subito colpito per l’incredibile modernità el’imponenza degli enormi grattacieli che carat-terizzano insieme al mare e le colline il paesag-gio.Dopo aver passato cinque notti ad Hong Kong

ci spostiamo con il bus in una regione nel suddella Cina denominata Guan xi. Qui alloggia-vamo in un hotel. Il cambio di paesaggio e di cul-tura è repentino, si passa da una cittàpopolatissima e sempre trafficata ad una zonamolto rurale dove povertà e semplicità dellagente sono le principali caratteristiche. Graziealla visita di questa regione abbiamo potuto ap-prezzare l’enorme differenza che corre tra unacittà molto occidentalizzata (perché colonia in-

Attività di servizio

48 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

glese) come Hong Kong e la zona rurale da noivisitata.Finito il nostro soggiorno a Guan xi, ripren-

diamo la strada verso Hong Kong, ma questavolta soggiorniamo in un piacevole campus nelquale avevamo delle camere doppie da condi-videre con i ragazzi dello scambio; come fattonei primi giorni proseguiamo il nostro tour dellacittà sempre in compagnia delle nostre guide,molto disponibili e simpatiche. Visitiamo inoltreMacao, una piccola isola ad un’ora di traghettoda Hong Kong, famosissima per i suoi casinò.Questa è stata una di quelle esperienze inde-

lebili, che rimarrà sempre impressa nella mente;non capita tutti i giorni di farsi tredici ore di aereoe atterrare in luogo così lontano non soltantogeograficamente ma anche culturalmente dalproprio. Consiglio a chiunque abbia la possibilitàdi compiere questi scambi, ti permettono diaprire la mente e fare esperienze al di fuori dellapropria routine.L’unica nota negativa del mio soggiorno, se

devo dirla, è stata la mia non perfetta cono-scenza dell’inglese che purtroppo non mi hapermesso sempre di potermi confrontare con glialtri ragazzi come avrei voluto. Ad ogni modoero lì soprattutto per migliorare la mia espe-rienza con la lingua inglese e credo di esseremigliorato e cresciuto anche sotto questo puntodi vista.Voglio infine ringraziare tutte le persone che

lavorano o fanno parte del Lions, le quali mihanno permesso di fare questo scambio giova-nile.

Meraviglioso scambio culturalePaola Lucarelli in Austria

La mia esperienza di scambio interculturaledei Lions si è svolta in Austria.Nonostante non avessi mai preso un aereo da

sola o avessi fatto esperienze di questo genereprima d’ora, è stato tutto fantastico, dal primoall’ultimo giorno. Una volta arrivata in territorio austriaco, ho su-

bito conosciuto alcuni dei ragazzi provenienti daaltri paesi e che avrebbero trascorso le due set-timane di camp con me. Poiché il nostrocamp era situato lontano da Vienna, capitale

austriaca, i primi due giorni abbiamo soggior-nato in questa città meravigliosa dove infine lenostre host families ci sono venuti a prendereper accompagnarci nelle loro case. Devo am-mettere che sebbene fossero passati solamentedue giorni, stavamo cominciando ad affezionarcied è stato un po’ duro l’allontanamento. Ovvia-

mente una volta arrivata nella mia nuova casatutti i timori sono spariti.Tutti sono stati molto ospitali e accoglienti, e

attraverso le varie escursioni o visite in città cheabbiamo fatto insieme, si è creato un bellissimorapporto e ho acquisito in questo modo una se-conda madre e un padre, tre fratellini più piccolie una sorella della mia età.Poi è giunto il momento di lasciare le nostre

host families per iniziare il camp, e devo am-mettere che questo secondo allontanamento èstato ancora più difficile del primo ma ci siamopromessi di rincontrarci. Le settimane succes-sive sono state ancora più intense e magnifi-che, rincontrare i ragazzi è stato bellissimo e leamicizie si sono solidificate sempre di più.Il nostro era un camp particolare, musicale, e

sinceramente non saprei nemmeno descriverea parole come la magia della musica sia riuscitaa creare un clima così speciale. Il condividereesperienze permette di conoscere le personefino in fondo, anche se il tempo che si ha a di-sposizione non è poi così tanto. Perciò oltre allevarie visite nelle città come Graz o Salisburgo,alle escursioni in montagna, ai bagni nei laghinaturali, alle serate passate insieme in compa-gnia, alle prove di canto tutte le mattine, il con-certo finale ha davvero riassunto tutto ciò cheognuno di noi sentiva nel profondo.La tristezza per la consapevolezza di essere

arrivati all’ultimo giorno di camp si è mischiatacon la tensione dell’esibizione in pubblico e ciòha permesso di creare un’atmosfera di grandeaffiatamento e di grande emotività.Il giorno della partenza è stato davvero il più

triste in assoluto, tutti non desideravano altroche fermare il tempo e rimanere ancora insiemeper vivere ulteriori esperienze insieme.Non mi resta che ringraziare gli organizzatori

di questo scambio unico e indescrivibile: LuisaParoli e Fabrizio Carmenati. Grazie soprattuttoperché tramite questo viaggio sono cresciutamolto, sono venuta a conoscenza di usanze ecostumi di paesi diversi, sono diventata più au-tonoma, ho migliorato il mio inglese, ho avutol’opportunità di stringere amicizia con personefantastiche e ho vissuto l’esperienza più belladella mia vita!

Un’esperienza di vita Giulia Carroccia in Macedonia

Quest’anno ho partecipato per la prima voltaa uno scambio Lions. La destinazione che mi èstata proposta era la Macedonia: all’inizio, siaio che i miei amici, eravamo un po’ scettici, poi

ho pensato che visitare un paese nuovo, a dif-ferenza delle solite Francia, Spagna, Inghilterrae così via, avrebbe potuto aumentare i mieiorizzonti, anche molto. Sono partita il 29 giugno e, dopo circa 5 ore

di viaggio sono atterrata a Skopje, dove ad at-tendermi c’era il caloroso abbraccio di tutta lamia host family. Era uno dei giorni più caldi dell’estate, ma for-

tunatamente la mia famiglia abitava a Kru-shevo, un piccolo paese su una montagna. Con la mia host sister ho avuto la possibilità

di fare lunghe passeggiate immersa nella na-tura e quindi anche di scattare molte foto moz-zafiato, tra cui quelle al panorama che si vededalla croce che si trova sopra Krushevo. Mi hanno fatto visitare Bitola, dove ho cono-

sciuto gli altri ragazzi del camp e con alcuni diloro, durante la prima settimana, siamo andatial parco naturale, al museo e al lago di Ohrid. Ho assaggiato molti cibi tipici macedoni e

devo dire che non sono per niente male, eanche i loro formaggi sono veramente buoni. I macedoni sono così ospitali e gentili che ci

si mette poco ad affezionarci a loro, ma poi èdura tornare a casa, come è stata dura salutarlialla fine della prima settimana. La domenica sono partita per il camp: la se-

conda settimana l’ho trascorsa a Strumica e laterza a Dojran. Sono entrambe città molto belle e durante

questi 14 giorni, grazie ai ragazzi del Lions ma-cedone, ho potuto conoscere una cultura e re-altà molto diversa dalla nostra ma altrettantobella. Al camp eravamo solo 10 ragazzi ma questo

non è stato un male. Anzi ci ha permesso di le-garci molto tra di noi. I giovani del Lions macedone hanno solo

qualche hanno più di noi e questo ci ha per-messo di divertirci ancora di più. Strumica è una città molto popolare tra i gio-

vani, ricca di pub e discoteche, quindi quasitutte le sere siamo usciti. Mi sono innamorata della Macedonia, partico-

larmente per la cura che hanno della natura edelle costruzioni presenti a Skopje: fontanespettacolari che dimostrano l’attaccamento deicittadini alla loro storia. Avrei ancora altre mille cose da dire ma so

che a volte le parole non bastano per esprimerel’emozione di questa esperienza di vita che por-terò sempre con me, facendone tesoro. Spero molto di rincontrare la mia host family

e di avere la possibilità di tornare in Macedonia,magari per qualcosa di più di una vacanza. �

49Attività di servizio Lionismonovembre-dicembre 2014

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50 Lionismonovembre-dicembre 2014 Attività di servizio

Giornata Mediterranea DIABETE. 14 novembregiornata Lions mondiale per il diabete. Alla “AllAfrica 2014” in Tunisia era nata l’idea di lanciareun’iniziativa comune mediterranea, che è stataripresa alla Convention di Toronto con l’intentodi poter presentare alla popolazione un volantinounificato trilingue, una scheda raccolta-datiuguale per tutti per una migliore gestione infor-matica di tutti i dati e anche un logo comune:come ad es. l’emblema dell’Osservatorio circon-dato dal cerchio blu della lotta al diabete, simbolointernazionale. In Italia contiamo sul patrocinio dell’A.I.L.D. chevanta una lunga esperienza nel settore “diabete”.Naturalmente in questa prima edizione ognunosi organizzerà a modo suo, l’importante è poterdire: “I Lions del Mediterraneo si muovono in-sieme contro il diabete”.

POSTER per la PACE del Mediterraneo. A To-ronto vari Governatori dell’area dell’Osservatoriofurono d’accordo a lanciare un Concorso apertoa tutti i Distretti “Poster per la Pace del Mediter-raneo”. A Birmingham è stato presentato un re-golamento operativo, in sintesi:• modalità simili a quelle del Poster per la Pacegià in atto;

• candidature presentate dai Distretti, selezionie scelte a loro cura;

• gestione nel Distretto ospitante la Conferenzadel Mediterraneo 2015;

• selezione finale a Pescara o in alternativa: se-lezione 1 mese prima ed invito a Pescara deivincitori se ci sarà un contributo dei Distretti

Forte contributo alla comunicazione. Sonooperativi sia Il nuovo sito www.msolions.orgdove sono inserite anche informazioni utili, qualiprogramma delle Conferenze, notizie, MSONEWS, un bollettino a cadenza mensile MSO-NEWS trilingue. I distretti italiani hanno nominatociascuno un officer per i rapporti mediterranei,la presentazione della Conferenza di Malta saràfatta a Pescara. �

PDG Aron BengioCoordinatore 2013-2015del Consiglio Direttivo

Osservatorio della SolidarietàMediterranea

Rappresentante del MD 108 Italy

Osservatorio dellaSolidarietà Mediterranea

Al forum europeo di Birmingham sono state ricordate le attività e il fortecontributo alla comunicazione. Particolare attenzione a due nuove proposte diservice: Giornata mediterranea del diabete e Poster per la pace Mediterraneo

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Sito web dell ’Osservatorio : www.msolions.org Sito web della Conferenza : www.medconf2015.org !

Sintesi del programma della Conferenza di Pescara

51Lionismonovembre-dicembre 2014Attività di servizio

Si chiama “integrato” perché in un unicoprogetto concilia tre diversi ambiti di svi-luppo: scuola, agricoltura e formazione

professionale. Dopo oltre dieci anni di attivitàumanitaria in Burkina Faso, organizzata nei set-tori di intervento Sanità, Infanzia, Formazione eAccesso all’acqua, i volontari di Mk Onlus hannoscommesso su un progetto di sviluppo in gradodi coordinare diversi attori operando armonica-mente in un territorio circoscritto e, soprattutto,a favore di un’intera comunità. C’è quindi un orto, e a pochi metri c’è la scuola.

In classe i ragazzi hanno la possibilità di stareinsieme, studiare e crearsi così un futuro. Al-l’esterno le mamme imparano invece come col-tivare al meglio l’orto, ottimizzando il consumodi acqua: per loro è una vera formazione profes-sionale, in cui investono tempo ed energia. Il

frutto del lavoro nei campi diventa ogni giorno ilpasto da consumare insieme alla mensa scola-stica: si produce riso durante la stagione dellepiogge e ortofrutta nella stagione secca. Succede a Zawara, a circa 160 km dalla capi-

tale Ouagadougou, ma può succedere in decinedi altri villaggi del Burkina in cui Mk opera daanni, grazie a rapporti consolidati con le istitu-zioni e i club Lions locali. Se ancora non conoscile tante attività di Mk, la onlus dei Lions con of-ficer in ogni distretto, puoi visitare il sitowww.mkonlus.org o cercarci su Facebook. C’èuna newsletter mensile a cui iscriversi e aggior-namenti continui dall’Italia e dall’Africa. E so-prattutto ci sono una miriade di progetti da sco-prire, a cui dare sostegno in mille diversi modi,alcuni anche gratuiti e senza spostarsi dal di-vano di casa. Vieni a conoscerci! �

Bimbi a scuola,mamme nell’orto

“Progetto integrato” in Burkina Faso dei volontari di Mk Onlus

52 Lionismonovembre-dicembre 2014 Tecnologia e comunicazione

Il versetto 26 del libro primo della Genesi re-cita: E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostraimmagine, a nostra somiglianza, e domini sui

pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul be-stiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti irettili che strisciano sulla terra”. Parto da questoimportante lascito della bibliografia antica perevidenziare e motivare lo sforzo enorme, co-stante, irresistibile che ha portato l’uomo e ladonna a vivere avventure meravigliose e tragi-che nella storia della umanità. Essere o sentirsisomiglianti a Dio, cioè onnipresenti, onniscenti,onnipotenti è il destino più glorioso e tragico chela natura poteva disegnarci. L’umanità vive quo-tidianamente questo destino, come popolo ecome individui, con eterna alternanza fra gioiae dolore, sospetto e ingenuità, rivalità e amore.Scoprire la Terra su cui viviamo è stato un com-pito basilare di tutte le generazioniche ci hanno preceduto. Avventuree scoperte legate alla necessità dicibo e di ricchezze se non, comeben sappiamo, alla curiosità e allanecessità dell’Uomo di avventu-rarsi nello sconosciuto e nell’inar-rivabile. Questa “curiosità” è basefondante della scienza e resta,nelle varie discipline, lo spirito for-matore comune di ogni scienziatoe di ogni ricercatore. Ecco che a metà del secolo

scorso nascono una nuova espe-

rienza e una nuova dimensione comune del no-stro spazio vitale: il cyberspazio, in cui noi oggiinscriviamo i significati e i valori della nostra vita.Nella Rete si sviluppa parte della nostra capacitàdi fare esperienza, sia fisica, sia digitale, senzafratture tra le due realtà; l’ambiente digitale haquindi un impatto significativo sulla nostra per-cezione della realtà, di noi stessi e sulle nostrerelazioni. Oggi questo spazio è considerato daigovernanti un vero e proprio territorio che, comele Americhe nel sedicesimo secolo, rappresentala vera nuova conquista dell’umanità e l’espe-rienza militare, a livello mondiale, vede questospazio come un vero e proprio territorio comuneda invadere, presidiare e proteggere. La pros-sima guerra, probabilmente si combatterà, segià non si combatte, nel cyberspazio.Poiché abbiamo parlato di ambienti virtuali o

come spesso si sente dire di “realtà virtuale” èforse opportuno soffermarsi per un attimo suquesto concetto. Il termine realtà virtuale po-trebbe sembrare un ossimoro, impressione chederiva dalla nostra abitudine di considerare iltermine virtuale come sinonimo di non reale. In

La conquistadel mondovirtuale

Oggi viviamo un futuro nel quale buona parte della nostra esistenzasi svolge in ambienti generati dal computer nei quali ci muoviamointeragendo con altre persone, programmi e oggetti informaticiL’universo digitale diventa così un’estensione del nostro spazio vitalequotidiano che richiede responsabilità e dedizione alla verità

Pasquale D’Innella CapanoFisico dello stato solido e cibernetico

Direttore di Azienda di tecnologie e servizi per l’informazione

53Lionismonovembre-dicembre 2014Tecnologia e comunicazione

effetti non si intende negare ai fenomeni di cuistiamo parlando qualunque forma di realtà, maal contrario si intende significare che lo spaziovirtuale pur non essendo uno spazio fisico èstrutturato in modo simile allo spazio fisico, nelsenso che all’interno dello spazio virtuale pos-sono essere istituite relazioni analoghe a quelleche istituiamo abitualmente all’interno di unospazio reale. Relazioni quali quelle di vicinanzae lontananza, sinistra e destra, sopra e sotto.Ecco che la costruzione di spazi virtuali infor-matici si pone ad esempio in relazione con ilpiù familiare lavoro di costruzione di spazi pit-torici, fotografici e cinematografici, permettendoperò un livello di interazioneassai maggiore in quantol’utente non si limita a guardarema può muoversi cambiandodinamicamente prospettive epunti di vista. Si diceva “conquista”, quindi

non invenzione, non scoperta.Internet è un territorio infinito adisposizione della nostra virtua-lità in cui tutti i percorsi si svi-luppano e si snodano alla ve-locità massima raggiungibiledall’informazione che è quelladella luce (300 mila Km/sec.circa). Il supporto in cui il ciber-spazio si dispiega è quello deicavi di rame, usati già per latelefonia e, più recentemente,dei cavi ottici con migliaia di fi-bre ottiche in cui i segnali cor-rono veloci, appunto, alla velo-cità della luce. Ogni più remotoangolo della terra è oramai rag-giunto da un cavo e, se mancail cavo, il segnale corre sulleonde radio riflesse dai satelliti o dai ripetitori aterra (il cosiddetto WiFi) nelle antenne di rice-zione a terra. In mancanza di attriti e senza lanecessità di propulsori, l’informazione corre suquesta infinita rete internet senza limiti se nonquelli imposti dalla teoria dei segnali e dallabranca della scienza cosiddetta cibernetica. Unascienza che ha ridotto ogni nostro modo di co-municare a puro segnale digitale dando luogoalla Digital Economy, nuova branca dell’econo-mia reale e dell’esperienza comunicativa del-l’umanità.Con la digitalizzazione dei segnali, dal testo,

alla fotografia, al parlato, al video, al telecontrollodei processi, tutto oramai risponde e dipende

dalla legge di Nyquist-Shannon: un segnale ana-logico è riproducibile in digitale se di esso neviene presa una campionatura a una frequenzaminima pari al doppio della sua frequenza fon-damentale. La campionatura è alla base del pro-cesso di digitalizzazione. Così si è passati daidischi in vinile, che riproducevano il suono at-traverso il movimento fisico di una puntina col-legata a una membrana di amplificazione, ai co-siddetti Cd e, da questi, ai Dvd ormai pure essiquasi soppiantati dalle memorie esterne allostato solido dette comunemente “pennette”.Lo spazio di registrazione e di memorizzazione

dei segnali in formato digitale, grazie ai processidi compressione/decom-pressione, si sono enorme-mente allargati. Oggi una“pennetta” commercialepuò ospitare oltre 32 miliardidi unità di segnale (i cosid-detti byte) con un immensoaumento di spazio utile diregistrazione grazie ai pro-cessi di compressione e de-compressione nati per au-mentare la capacità diimmagazzinamento dell’in-formazione elettronica.Un esempio di compres-

sione e decompressione siha, per esempio, con il lattein polvere o con i cibi disi-dratati. Questi sono “com-pressi” eliminando l’acquache, disponibile ovunque innatura, nella decompres-sione viene reimmessa ri-portando l’oggetto “traspor-tato o conservato” alla suaforma e sostanza originale.

Il valore del contenuto, sostanza, energia e sa-pore, nell’intero ciclo di compressione e decom-pressione, resta inalterato e pienamente fruibile.Grazie alla digitalizzazione dei segnali elettrici

ricavati da un nastro magnetico o da una pelli-cola fotografica o da un microfono a carbone oda un altoparlante a membrana o da un indica-tore di livello, sempre e comunque un segnalecosiddetto “analogico”, cioè “simile al reale”,tutto quanto appartiene al mondo dell’informa-zione (cioè il contenuto di un testo scritto, diuna fotografia, di una musica, di un video, di unsegnale trascritto su un rullo - per esempio untracciato elettrocardiografico - ottico o sonoro)può essere trasferito da un trasmettitore a un ri-

Tutta l’informazione

in un unicogrande flusso

di dati

54 Lionismonovembre-dicembre 2014 Tecnologia e comunicazione

cevitore sotto forma di impulsi tutti uguali, ripe-tibili e addirittura ricostruibili con algoritmi cheidividuano e correggono eventuali errori duranteil transito da un nodo all’altro della rete di distri-buzione. I personal computer, veri e propri ter-minali sui nodi di questa grande rete, con i pro-grammi di utilizzo del flusso dati ricostruisconoa schermo o a stampa i contenuti originari im-messi da altri computer. La potenza di calcoloofferta dai produttori di computer consente oggi,con appositi programmi detti browser (per esem-pio Internet Explorer di Microsoft, Chrome diGoogle e Safari di Apple), di percorrere la retesaltando da un “indirizzo” a un altro e racco-gliendo e scambiando dati, notizie, programmie documenti.Tutto, nella società digitalizzata, è ridotto a

dato. Anche noi stessi siamo classificati e se-zionati da chi ci offre accesso (o connettività),come da chi ci offre beni e servizi tramite lagrande rete. Prenotare un treno o un aereo stan-dosene a casa oggi si può. Pagare una bollettacon il metodo del telebanking oggi sta diven-tando pratica sempre più comune. Pagare letasse o acquistare un libro richiede oggi lostesso numero di click del mouse. Ma ancheascoltare musica, leggere romanzi o assisterea uno spettacolo (anche in diretta) oggi è diven-

tata pratica comune dei giovani e anche deimeno giovani. “Big Data” è il nome che è statodato recentemente alla rete e Big Data significaancora nuove attività lavorative e nuove oppor-tunità di guadagno.Il risvolto di questa medaglia è, però, l’esclu-

sione dal mondo virtuale di chi non sa piegarsio non può piegarsi al nuovo modo di esprimersie di vivere in digitale.L’articolo 3 della nostra Costituzione recita al

primo comma l’uguaglianza di tutti i cittadini difronte alla legge e, al secondo comma, invocala premura per lo Stato di rendere questa ugua-glianza effettiva non solo nell’obbedienza alleleggi ma anche nel godimento di quanto lo svi-luppo tecnologico e l’economia che lo reggemette a disposizione della comunità.È questo il motivo per cui lo Stato deve farsi

carico di portare internet in ogni casa, di rendereveloci le linee di trasmissione dei segnali e dieducare i giovani e anche i meno giovani all’usoe allo sfruttamento delle nuove risorse informa-tiche.Superare il “digital divide”, la nuova apartheid

informatica è dunque la nuova sfida per le nostrecomunità. Una sfida che ciascuno di noi, ognunocon le proprie possibilità e capacità, deve con-tribuire a vincere e a superare. �

55Lionismonovembre-dicembre 2014Tecnologia e comunicazione

Il termine fundraising - raccolta fondi - identi-fica una serie di strategie, di cui le organiz-zazioni del terzo settore fanno sempre più

uso, che consentono di reperire risorse econo-miche, strutturali, relazionali e umane per il rag-giungimento dei propri obiettivi, delle proprie fi-nalità statutarie, affinché possano tradurre inrisultati concreti la propria mission. È uno stru-mento che tende a creare relazioni significativee durature con i donatori e implica una totaletrasparenza e lealtà verso chi apporta fondi e lacomunità circostante. Gli strumenti di raccoltautilizzabili possono essere molti: dal direct mai-ling al 5 per mille, dalla beneficienza alla spon-sorizzazione, dalla filantropia al direct marketing,ecc. Il fundraising può utilizzare varie forme diraccolta fondi, anche se poi il suo punto di rife-rimento è il web, dove proliferano siti e portaliappositamente dedicati. Ed è facile prevedereun impiego sempre più crescente di questo me-todo di raccolta, per l’enorme facilità di contattiche è in grado di raggiungere, anche se il directmailing sembra riscuotere ancora un successoper nulla trascurabile. Chi raccoglie fondi è ilfundraiser che, pertanto, non si fonda solo sulledonazioni, ma anche su un complesso di altrevarie attività finalizzate alla raccolta fondi (eventi,sponsorizzazioni e così via).Il crowdfunding – finanziamento della folla –

viene definito come un processo di micro-finan-ziamenti dal basso, avente finalità collaborativeper sostenere gli sforzi di persone e organizza-zioni. Può riguardare progetti e iniziative di variogenere e interesse, a carattere generale o anche

personale, coinvolgenti la sfera creativa e nonnecessariamente quella commerciale, il tutto dif-fuso tramite internet. Nella sostanza è un me-todo alternativo ai tradizionali sistemi di finan-ziamento, nato per soddisfare esigenze di singolie/o di gruppi, ma anche per sopperire alle con-tinue restrizioni dell’accesso al credito bancario.Sostanzialmente sono quattro le tipologie dicrowdfunding: reward (quando è prevista unaricompensa per chi contribuisce); donation(quando la ricompensa non è prevista); equity(in cambio della somma di denaro è previstal’acquisizione di azioni); lending (consiste in unasottoscrizione di un contratto di debito diretta-mente stipulato tra le parti). L’Italia, peraltro, èla prima nazione ad essersi dotata di una nor-mativa specifica sull’argomento che però è re-lativa alle sole equity crownfunding, e in parti-colare al mercato delle start-up innovative(Decreto Legge n.179/2012); gli altri Paesi sonoricorsi a normative già esistenti.Pertanto sia il fundraising che il crowdfundin

utilizzano in maniera costante il web per il clas-sico reperimento dei fondi, ma è solo tramite ilprimo che si realizzano le raccolte messe in attoda enti no profit che agiscono in ottemperanza

Piero PaccosiOfficer distrettuale

Creare e migliorare la propria visibilità e reperire finanziamenti on-line(fundraising and crowdfunding) è una sfida a cui i Lions non possono sottrarsi

Raccolta fondi,una risorsapoco utilizzata

dal Terzo settore

della loro mission. In questo caso il donatore de-volve risorse e l’organizzazione no-profit non re-stituisce un bene equivalente, ma solo un benerelazionale (ringraziamento, amicizia ecc.), unitotalvolta ad un bene materialedi valore simbolico (tessera disocio, una notazione ecc.). Edè chiaro che l’interesse del-l’Associazione Lions è limitatoal fundraising.Ormai è a tutti evidente che

internet facilita l’incontro tra ladomanda di chi promuove ini-ziative e l’offerta di coloro chesono disposti ad apportaredenaro. Queste tipologie diraccolta stanno occupando uno spazio cre-scente nel web dove la diffusione dei progetti ela raccolta sono meno costosi, avvengono piùvelocemente attraverso la rete dei contatti, sonofacilitati dal crescente affermarsi del social me-dia, e danno la possibilità di spedire email per-sonali e immediate. Di contro non sono trascu-rabili le difficoltà che possono sorgere da unapproccio impersonale, da resistenze conse-guenti alle difficoltà economiche, da una nor-mativa fiscale non favorevole, da una diffidenzaa concedere fiducia nel timore di incappare inorganizzazioni fantasma o non trasparenti. Fat-tori da considerare, ma il futuro sviluppo di que-sto ambito appare più che evidente. Un fundraising, per aumentare le sue possibi-

lità di successo, deve disporre di un documentonel quale spiegare e comunicare le finalità, unabreve storia della nascita e della crescita del-l’organizzazione, gli obiettivi strategici ed ope-rativi per raggiungere il risultato, gli organi digoverno dell’organizzazione, le modalità di ac-quisizione delle entrate ed il piano di tutte lespese, la tempistica reale prevista per le variefasi, il budget, ecc. Il tutto diffuso in maniera ef-ficace e trasparente da volontari carismatici, dapersone disponibili a impegnare tempo ed ener-gie, che curino le pubbliche relazioni, per far co-noscere e apprezzare quella specifica raccoltafondi che, comunque, opererà in una crescentee involontaria competizione con altri numerosiorganismi no-profit, desiderosi anche essi di tro-vare fondi, in uno scenario sociale che evidenziauna situazione economica poco brillante. Le regole che il soggetto proponente l’iniziativa

deve rispettare e le tutele che vengono applicatealle modalità di raccolta sul web sono essen-zialmente dettate, attualmente, dalle varie piat-taforme dedicate, che servono da vetrina alle

iniziative e che fanno da intermediari tra chi pro-pone progetti e chi li finanzia. In Italia la diffusione appare più lenta che in

altre Nazioni (Inghilterra e Usa), anche se nelnostro Paese il fundraisingper il Terzo Settore detiene ilprimato con una percentualedi circa il 75% tra progetti pre-sentati ed effettivamente fi-nanziati o che hanno ricevutocontributi. Nel nostro Paese,dove il no-profit vale intornoal 4% del Pil, si riscontranosegni positivi in settori emer-genti per il fundraising che ri-guardano non solo il sociale,

ma anche l’istruzione, l’educazione, la sanità ela cultura. I benefici sociali che possono essereapportati da una gestione oculata del no-profit edel fundraising sono evidenti, ma è sempre piùnecessaria una legislazione che ne favorisca lacrescita, a partire da una politica di deduzioni fi-scali che non siano limitate alle onlus. Le attività di fundraising sono moderne meto-

dologie che acquisteranno nel prossimo futuroun peso sempre maggiore ma, per realizzareiniziative importanti andranno approfondite eben preparate, per poi venir attuate da personemotivate che avranno la possibilità di mettere afrutto le loro capacità di leadership. L’utilizzo di questo strumento di raccolta fondi

potrebbe portare a noi Lions vantaggi di rilievo.Tra i nostri soci abbiamo tante personalità e pro-fessionalità e, pertanto, potremmo facilmente darvita ad una rete di contatti tra noi, servendoci an-che dei social media e moltiplicando agevolmenteil numero di persone potenzialmente raggiungibili.Il fundraising può rappresentare anche per noiun’opportunità, certamente da vagliare nei suoivari aspetti, ma che ci potrebbe facilitare nellarealizzazione di progetti anche importanti. �

56 Lionismonovembre-dicembre 2014 Tecnologia e comunicazione

Queste tipologiedi raccolta stanno

occupando nel webuno spazio

sempre più grande

57Lionismonovembre-dicembre 2014L’opinione

Può sembrare strano che un redattore diquesta prestigiosa rivista si senta in do-vere di parlare di “democrazia” in rela-

zione ai Lion e all’organizzazione dell’Associa-zione Internazionale. Ambedue “soggetti” aventil’unico scopo e desiderio di assicurare il benedella collettività.Perché parlare di “democrazia” per quanto ri-

guarda la valutazione di un’Associazione di ser-vizio?A cosa è dovuta questa necessità di chiari-

menti che spinge alla redazione di un articolocome questo?Dirò, tanto per cominciare, che sento di do-

verlo fare perché qualche volta gli scopi dei Lionsono fraintesi, distorti e penso che questo inter-vento potrà essere di aiuto, più che a un Lion, adoccasionali lettori di questa rivista i quali, chiaritialcuni concetti, potrebbero essere attratti dallanostra prestigiosa Associazione.Ad un esame superficiale, può sembrare che i

soci Lion facciano parte di una struttura monoli-tica, governata da pochi personaggi dediti a pra-tiche di volontariato difficili da comprendere,forse tese al conseguimento di qualche torna-conto o, nel migliore dei casi, che sperano diavere l’opportunità di passare qualche ora con

una cerchia di amici più o meno simpatici, più omeno utili per l’immediato o per il futuro. Ciò è dovuto al fatto che, per via del costo in

tempo e fatica, quasi nessuno segue la regoladel verificare, dell’approfondire, sentire più voci,consultare qualche documento prima di fare pro-pria un’idea o una qualsiasi notizia. Pochi si informano su come è gestita questa

Associazione che svolge la sua attività tramiteuna struttura che non esito a definire la più de-mocratica tra quelle che conosco.Tanto per cominciare, tutti gli incarichi decisio-

nali di vertice - spesso anche quelli esecutivi diaiuto e supporto allo svolgimento di un qualsiasiincarico direttivo - sono attribuiti tramite lo svol-gimento di libere elezioni che si svolgono con laconcorrenza di più candidati. Così avviene perla presidenza dei Club che costituiscono la basee che poi formano l’Associazione (che non è dipersone ma di Club) andando su su per ognialtro gradino della necessaria struttura gestio-nale, affinata nel corso di quasi cent’anni di vita. Tra l’altro non va sottaciuto né dimenticato che

tutti gli incarichi hanno la durata di un anno e,tranne quello di presidente di Club che in casodi necessità può essere ripetuto, tutti gli altri re-lativi alle strutture di indirizzo, di coordinamentoe di governo non possono essere ricoperti perpiù di una volta. In parole povere tutti gli anni, neiClub Lion e nell’Associazione, tramite appositesessioni elettorali, cambiano tutti i vertici. A par-tire dalle presidenze dei Club fino alla presidenzainternazionale dell’Associazione. C’è una piccola

Danilo TropeaRedattore di LionismoLions guida certificato

Considerazioni sulle regole che garantiscono la trasparenzadell’Associazione per quanto riguarda gestione e scopi, nonché

sulla scelta degli incaricati nella struttura

Lions & DemocraziaLions & Democrazia

58 Lionismonovembre-dicembre 2014

eccezione per quanto riguarda gli eletti nel“Board” (Consiglio di Amministrazione) che è for-mato da 34 membri che rappresentano le variezone/nazioni del mondo. Questi durano in caricadue anni e vengono eletti diciassette in un annoe altri diciassette l’anno successivo. È un mec-canismo studiato per facilitare la continuità ge-stionale. Anche questi, terminato il loro mandato,non possono essere mai più rieletti.Quindi questa è, per scelta strutturale, una de-

mocratica associazione di volontariato. Un po’particolare sì, ma sempre di volontariato; elitariasì, ma sempre tesa al bene comune e all’aiutoper chi soffre; un’associazione della quale si puòcertificare che tutti i vertici – specialmente i mas-simi – per regola statutaria, cambiano tutti glianni. Come si può pensare che con tali regole e

struttura l’Associazione non sia democratica eche anzi abbia inconfessabili mire di potere?Come potrebbe realizzarle? Come potrebbero isuoi membri avere mire nascoste? Un similepensiero non può derivare altro che da una vi-sione superficiale e disinformata.Se si approfondisce un po’ si capisce che, tra

l’altro, nell’Associazione non c’è nessuna incro-stazione di potere seppure è vero che al suo in-terno ci sono figure di rilievo, trascinanti, le quali

per le loro capacità e per il loro impegno volon-taristico possono essere classificate come dei“leader”. Ma l’essere consultati da altri Lion perl’esperienza, la lunga militanza, la dedizione al“servizio da assicurare alla società” semplice-mente li nobilita e non fa di loro dei padri padroniindiscussi. Tutti i Lion sono uguali. Tutti i Lion sidanno del tu. Tutti i Lion hanno diritto di parola.Tutti i Lion possono proporre idee e soluzioni perraggiungere lo scopo che si sono dati. Tutti i Lion possono dissentire e non parteci-

pare ad alcuna proposta che non ritengano utile,senza tema di sanzioni per il semplice fatto chenon c’è alcun potere sanzionatorio da parte dinessuno. I Lion sono uniti in Associazione diClub per raggiungere un obiettivo semplice, rac-chiuso e condensato nel motto “We Serve”, tra-dotto con “Noi siamo al servizio”. Al servizio dellaSocietà nella quale vivono. E per i Lion la societànella quale vivono è sì quella a loro vicina, maanche quella formata da persone che non hannomai visto, sparse nel mondo intero ma delle qualiconoscono le necessità, le sofferenze e i bisogni.Essere Lion è un grande privilegio che consistenell’essere utili permettendo di assecondarequell’innato, umano istinto che, di fatto, rendetutte le persone in grado di aiutare il prossimo“altruiste per natura”. �

L’opinione

59Lionismonovembre-dicembre 2014L’oggetto misterioso

Indovina cos’è

Il nuovo oggetto da indovinare perquesto numero è indicato nella fotoe, come da regolamento, risulterà

vincitore colui che per primo avrà inviatoentro il 15 gennaio 2015 la rispostaesatta. Fa fede la data dell’e-mail d’inviodella risposta.Vi ricordo che l’oggetto può essere co-stituito da un personaggio, un luogo, unanimale, una pianta, un vegetale, un og-

getto inanimato, un edificio, un monu-mento etc. La risposta deve essere esattamentequella pensata dall’autore e depositatain busta sigillata presso la redazionedella rivista.Ognuno può dare una sola risposta viae-mail inviandola a:[email protected] divertimento!

La risposta esatta al quesito del primonumero era la seguente:

Yucca gloriosa

Sono pervenute le risposte di:Arcangelo Trovellesi, L.C. Assisi (12.10.2014)

Emidio Giovagnoni L.C. Perugia Volumnia (20.10.2014)Mauro Tarragoni L.C. Umbertide (20.10.2014)Paolo Spigarelli L.C. Roma Tiberis (26.10.2014)

60 Lionismonovembre-dicembre 2014 Concorso

La Rivista Lionismo, organo ufficiale del distretto Lions 108L, in quanto sede di approfondimentoculturale e formazione critica, intende promuovere percorsi positivi di conoscenza mirati a riflessionisu temi di attualità in ambito scientifico, umanitario e all’interscambio di idee, in cui il lettore si sentapienamente coinvolto e possa diventare a sua volta protagonista. In questa ottica e per celebrare ilquarantesimo anniversario di fondazione della rivista è indetta la prima edizione del concorso “Pre-mio Lions di Saggistica 2014-15” che persegue il duplice obiettivo di promuovere la saggistica diqualità e valorizzare tesori nascosti del patrimonio culturale del territorio delle Regioni Umbria, Lazioe Sardegna che compongono il distretto Lions 108L.

BANDO DI CONCORSOPremio Lions di Saggistica 2014-2015

Regolamento

ITermini e condizioni

1. Il concorso ha come scopo l’istituzione di un premio, dedicato alla saggistica nell’ambito del territoriodel distretto Lions 108L. L’obiettivo precipuo è l’individuazione, valorizzazione e diffusione dei tesorinascosti del territorio, di riconosciuto valore ma non sufficientemente conosciuti e pubblicizzati.

2. La partecipazione al concorso “Premio Lions di saggistica 2014-2015” è aperta ai soci Lions singo-larmente, ai Lions Club, agli esterni all’Associazione. È prevista una quota d’iscrizione di 50 euroa titolo di rimborso spese di segreteria.

3. Il concorso si articola nell’unica sezione di saggistica. I partecipanti potranno candidarsi presentandoun unico elaborato. Anche nel caso di Club la candidatura è unica, a nome del presidente. Gli ela-borati presentati dovranno essere originali ed inediti.

4. Il tema sarà “Il territorio delle regioni Umbria, Lazio e Sardegna” con tematiche da sviluppare ascelta tra le seguenti: storia, ambiente, archeologia, arte (pittura, scultura, architettura), letteratura,antropologia, tradizioni popolari.

5. Le norme per la redazione degli elaborati dovranno rispettare rigorosamente, pena l’esclusione, leseguenti indicazioni:- possono concorrere opere di saggistica di lunghezza non inferiore a 100.000 caratteri e non su-periori a 200.000 caratteri (spazi inclusi) e con non più di cinque foto significative con risoluzione300 dpi e base 20 cm.

6. Con la partecipazione al concorso gli autori accettano tutto ciò che è previsto nel presente regola-mento e acconsentono alla pubblicazione su siti web, su pubblicazioni cartacee e digitali, nonchéall’esposizione delle suddette, rinunciando ad ogni remunerazione per il relativo diritto d’uso. Restainteso che la paternità delle opere resta dei rispettivi autori, che verranno menzionati ad ogni pub-blicazione delle loro opere.

IIInvio, segreteria organizzativa e direttore responsabile

7. Ogni opera dovrà essere inviata in quattro copie dattiloscritte entro e non oltre le ore 13 del 30Aprile 2015 (farà fede il timbro postale di partenza), firmate con uno pseudonimo. Assieme allecopie dell’opera, ma in busta separata sigillata e senza nessuna indicazione esterna, ogni candidatodovrà inserire i propri dati anagrafici, recapito, indirizzo, telefono, e-mail e pseudonimo, nonché lascheda di partecipazione e l’attestazione del pagamento della quota d’iscrizione.I testi dovranno essere inviati anche in forma digitale (cd-rom) con estensione “doc” o “rtf” con sog-getto “Testo per concorso: Premio Lions di saggistica 2014-15” e nel suo corpo dovrà comparirela dicitura “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali in base art. 13 del D. Lgs. 196/2003”.

8. I testi dovranno pervenire con le modalità indicate al seguente indirizzo esclusivamente per racco-mandata con avviso di ricevimento:Segreteria del Concorso Premio Lions di Saggistica 2014-15c/o Vincenzo Mennella - via U. Saba, 14 - 06073 Corciano (PG)

61Lionismonovembre-dicembre 2014Concorso

9. Le opere non saranno restituite ai partecipanti. L’organizzazione del concorso non è responsabiledella distruzione o perdita delle opere che dovesse eventualmente verificarsi.

10. Il direttore organizzatore responsabile è il Prof. Vincenzo G. G. Mennella.

IIIGiuria e proclamazione dei vincitori

11. Il concorso prevede la nomina di una giuria composta da 3 membri compreso il Presidente conil compito di scegliere le opere vincitrici. L’ammissibilità delle opere a concorso sarà sottoposta agiudizio insindacabile, prima della segreteria del premio che verificherà esclusivamente il rispettodelle norme e condizioni, e poi della Giuria, che valuterà tutte le opere in base alla pertinenza altema del concorso, originalità, creatività e fantasia non oltre sessanta giorni dalla chiusura deitermini.

12. La proclamazione dei tre vincitori (uno per Regione) avverrà nell’ambito del Congresso distrettualeLions di primavera. L’assenza alla manifestazione di consegna da parte dei vincitori, se non ade-guatamente giustificata, sarà interpretata come rinuncia al premio.

IVPremi

13. Il premio consiste nella pubblicazione dei tre lavori risultati vincitori in un unico volume monograficoa cura della ali&no editrice, nonché in una targa.A tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato di partecipazione alla Prima edizione del Pre-mio Lions di saggistica 2014-2015

14. I partecipanti saranno avvisati in tempo utile tramite comunicazione scritta, mail e/o telefonatasulla data, luogo e ora dell’assegnazione dei premi.

Fac-simile della scheda di adesione

Cognome ______________________________________________________________________

Nome _________________________________________________________________________

Via ___________________________________________________________________________

C.A.P. _______ Località ________________________________________________ Provincia ___

Tel. __________________________ Email ___________________________________________

Partecipo al Concorso con il seguente elaborato (titolo):

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Il/la sottoscritto/a con la presente accetta le norme del regolamento e autorizza a titolo gratuito, senzacorrispettivo e nel rispetto dei diritti morali, l'eventuale pubblicazione di tutto il materiale (testo, foto edisegni) del quale si dichiara autore/titolare dei diritti e garantisce, ad ogni effetto, l’originalità oltrealla non lesività, nel pieno rispetto della normativa vigente, sollevando l'editore da ogni responsabilitàcivile e penale nei confronti di terzi.Accetto che ai sensi del D.Lgs. 169/ i miei dati siano utilizzati ai soli fini promozionali. Dichiaro inoltredi accettare tutte le norme espresse nel regolamento.

Firma

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62 Lionismonovembre-dicembre 2014 Ultim’ora

• La Cappella Sistina splende di nuova luceNel capolavoro di Michelangelo settemila piccolelampadine dalla luce intensa ma discreta illumi-nano gli affreschi dei grandi artisti del ’400 e unmoderno impianto di climatizzazione li preservanel miglior modo possibile. La nuova illuminazioneconsente di godere di ogni dettaglio e particolaredella volta mentre il moderno impianto di climatiz-zazione, in grado di monitorare, controllare e re-golare temperatura ed umidità in funzione dellecondizioni meteo esterne e il numero delle per-sone presenti, fa “respirare” gli affreschi.

• Progetto Gate Residence al CairoUn edificio iconico simbolo d’innovazione sostenibileL’architetto parigino Vincent Callebaut ha progettato unastruttura, caratterizzata da nove super camini solari denomi-nati “Megatrees”. La struttura, certificata LEED Gold e progettata applicandomolteplici soluzioni destinate all’efficienza energetica, com-prenderà oltre 1000 uffici, appartamenti, un centro commer-ciale e altri servizi per la città quali orti urbani, frutteti e parchigiochi. La caratteristica più insolita è costituita dai nove ca-mini solari che come un vortice di metallo, vetro e verde pen-sile si estendono dalla copertura fino al seminterrato,portando illuminazione naturale e ventilazione alle aree piùinterne dell’edificio. Il tetto è il sistema attivo dell’edificio af-fiancando ai camini solari ampie superficie a verde pensile,una copertura fotovoltaica per produrre energia elettrica, tur-bine eoliche ad asse verticale, il tutto inserito in un involucrotrasparente a bassa emissione.

• Missione Rosetta dell’Agenzia spaziale europea (ESA)Si cerca la vita sulla cometaUna storia iniziata dieci anni faLa sonda robotica Philae, montata sul veicolo spaziale “Rosetta”, dopo aver orbitato attorno alla co-meta 67P/CG a cinquecento milioni di chilometri dal nostro pianeta, ha “accometato” alle ore 17.04del 12 novembre 2014. Data la ridotta gravità e il suolo polveroso la sonda ha compiuto un piccolo balzo, ma è stato un gran-dissimo balzo per l’umanità. Gli scienziati dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno sottolineato cheil successo dell’impresa è dovuto anche all’apporto delle industrie italiane.

63Lionismonovembre-dicembre 2014Ultim’ora

• Ecobonus del 65% estesoai lavori di adeguamento antisismicoL’emendamento al Ddl Stabilità, approvatodalla Commissione Ambiente, conferma pertutto il 2015 la possibilità di usufruire dell’eco-bonus del 65% anche per gli interventi dimessa in sicurezza antisismica.

• Entro il 2019 sorgerà a Bangkok unodei grattacieli più alti al mondo (615 m)ad alta efficienza energeticaIl grattacielo “Super Tower”, che sorgerà nelcentro affari della città asiatica, abbraccerà ilconcetto di sviluppo misto accogliendo al suointerno uffici, hotel di lusso, residenze e serviziper la città, il tutto aperto 24 ore per facilitareil flusso di lavoro delle imprese globali. L’interoedifico sarà rivestito con vetro basso emissivoper evitare sbalzi termici, l’involucro opacosarà altamente coibentato, un sistema di con-dizionamento ad alta efficienza manterrà co-stante la temperatura interna e pannellifotovoltaici posti in facciata garantiranno laproduzione di energia elettrica. La strutturasarà bike-friendly incorporando una serie di in-frastrutture necessarie per favorire gli sposta-menti in bicicletta.

• Acidificazione degli oceani, occorre maggiore sforzo nella riduzione di CO2L’acidificazione degli oceani è riconosciuta come una componente fondamentale del cambiamento cli-matico globale, potenzialmente responsabile di una vasta gamma di impatti sugli ecosistemi, con ul-teriori conseguenze sui mezzi di sostentamento e sicurezza alimentare. In particolare il declino dellebarriere coralline,uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità negli oceani e alla base di numerosecatene alimentari marine, comporterebbe enormi ricadute sull’alimentazione umana per la base pro-teica di cui necessita l’organismo umano per crescere e svilupparsi correttamente. Coralli e molluschisono in forte pericolo in quanto a causa dell’acidificazione dei mari, gli scheletri carbonatici di questeimportanti forme di vita co-minciano a disciogliersi;l’effetto è più marcatoquando l’acidificazione siaccompagna ad un au-mento della temperaturadell’acqua. È stato stimatoche nel corso di questo se-colo la temperatura deglioceani aumenterà di 1-4°C. Poiché gli oceani as-sorbono attualmente unterzo delle emissioni di ani-drede carbonica, in atmo-sfera occorre un maggiorsforzo di riduzione di Co2emessa per raggiungereobiettivi di stabilizzazione.

64 Lionismonovembre-dicembre 2014 Ultim’ora

• LionsphilIn occasione del prossimo centenario della International Association of LionsClubs (2017) in molti degli oltre 200 Stati in cui LCI opera ci saranno emis-sioni filateliche dedicate. Riceviamo e volentieri pubblichiamo:“È uscito il nuovo numero di LIONSPHIL notizie del L.C.F.I. Chi fosse inte-ressato può farne richiesta a Luigi Mobiglia via Pavone 20 10010 Banchette(TO) tel. 0125.612832, cell. 339.8823123”.

• Una Fondazione per il lavoroSi è tenuto a Quartu Sant’Elena un convegno sul service nazionale “Helpemergenza lavoro”, promosso e coordinato dal locale Lions Club dove si èdiscusso su questo tema. Il responsabile distrettuale Guido Cogotti ha datonotizia della costituzione di una fondazione quale strumento tecnico giuridico a sostegno del service“Help: emergenza lavoro, ludopatia sovraindebitamento e usura” approvato al Congresso Nazionaledi Vicenza nel maggio scorso. Per sole esigenze pratiche, sono stati invitati alla costituzione dal pro-motore Cogotti gli amici che, intervenendo ad esclusivo titolo personale, in passato sono stati Go-vernatori Lions o attualmente fanno esperienza come Presidenti di Circoscrizione, Presidenti di Zonao Presidenti di Club. I costituenti hanno nominato quali componenti del primo Consiglio di Indirizzo Giampiero Peddis, confunzioni di Presidente, Maria Antonietta Lamberti con funzioni di Vice Presidente e Franco Mura, TitoSechi e Piergiorgio Loi Consiglieri.Sono stati inoltre nominati quali componenti del primo Comitato Esecutivo di Gestione Guido Cogotticon funzioni di Presidente, Marco Fadda con funzioni di Vice Presidente e Giovanni Acquati, VittorinoErriu e Roberto Muller Consiglieri.Infine sono stati nominati componenti del Collegio Sindacale Carlo Deidda Gagliardo Presidente,Marco Pinna e Massimo Mannella Sindaci effettivi, nonché Antioco Angius e Pierpaolo Sanna Sindacisupplenti.L’invito ad aderire alla Fondazione è rivolto a tutte le persone con esperienza lionistica, alle Istituzioni,alle aziende e ai cittadini che condividono il progetto sull’emergenza lavoro.

• Congresso d’autunnoLa giornata di domenica 16 novembre è stata dedicata al tema “Comunicazione oggi e visibilità at-traverso l’utilizzo dei vari media” e ha visto l’intervento di esperti della comunicazione attraverso lacarta stampata come Anthony Muroni, giornalista e direttore responsabile de “L’Unione Sarda” di Ca-gliari, esperti di “Broadcasting”, “Internet e social network” e “Campagne di advertising”. Presente,proveniente da Milano, il Vice Direttore Rai Antonio Marano che è intervenuto sul tema dell’emittenzapubblica e che ha ringraziato i Lions per il loro impegno nel sociale. �

Il Centenario Lionssi avvicina

In programmagrandi celebrazioni

Nel periodo luglio 2016-dicembre 2017 saranno “assistite” 100 milionidi persone nelle aree dei giovani, dell’ambiente, della fame e della vista

Nel 2017 la nostra Associazione compirà il suo primo secolo di vita. In onore dellasua origine in Chicago (16 giugno 2017, ad opera di Melvin Jones), la 100ª Conven-tion Lions si terrà proprio in questa città. Il Board ha già avviato un articolato pro-gramma operativo per celebrare significativamente la ricorrenza, creando in primis ilsito del Centenario (Lions100.org) e ideando un logo e il motto “Dove c’è bisogno, lìc’è un Lion”. Esso ha inoltre invitato tutti i multidistretti a crearsi una struttura propriaper promuovere e armonizzare le celebrazioni ai vari livelli. A coordinare il comitatoitaliano è stato designato il PDG Franco Zunino, del Distretto Ia3, che già sta lavo-rando insieme ai 17 responsabili distrettuali. Il Board ha altresì stabilito che le manifestazioni commemorative saranno realizzatenel periodo luglio 2016-dicembre 2017, ma che già da subito deve partire la sfida delcentenario, che prevede di “assistere” 100 milioni di persone nelle aree dei giovani,dell’ambiente, della fame e della vista. Sono settori estremamente importanti, da sem-pre tenuti in attenta considerazione dai Lions, ma che alla luce delle attuali grandi cri-ticità nel mondo, assumono valenza particolare, anche in Italia. Il nostro Governatore,oltre che prevedere opportuni comitati per ciascuno di essi, per i giovani e l’ambiente,ha predisposto specifici approfondimenti a opera di appositi gruppi di studio nell’am-bito del Centro Studi. Il Centenario rappresenterà un importante momento per far conoscere il grande im-pegno civico e umanitario dei Lions, sia ricordando le attività portate avanti nel tempo,sia producendo azioni di grande rilievo, in grado di esprimere efficacemente il nostro“we serve”. Ci saranno peraltro varie altre ricorrenze per motivare le celebrazioni,come il trentennale dell’ammissione delle donne nei Lions (1987) e il cinquantennaledell’adozione ufficiale dei Leo da parte dei Lions (1967), il cui primo Club (Glenside,USA, 1957) vanterà proprio 60 anni nel 2017. Sono convinto che i nostri Club senti-ranno il piacere di celebrare al meglio il Centenario; sarà una preziosa occasione pervivere una rinnovata spinta e nuove motivazioni e per essere ancora più orgogliosied impegnati nella nostra AssociazioneCome Delegato distrettuale invito tutti i Club a predisporre un proprio Comitato che,in armonia con le iniziative distrettuali, promuova e curi le attività del sodalizio dedicateal Centenario, al fine di celebrare tale evento con il massimo della concretezza. MoltiClub, oltretutto, avranno la fortuna di celebrare proprie importanti ricorrenze nel bien-nio del Centenario e potranno così unire le due celebrazioni con azioni ancor più si-gnificative e con maggiore motivazione e orgoglio.

Naldo AnselmiDelegato del Distretto 108L

per il Centenario