lisbona - francesca moschini
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8/18/2019 Lisbona - Francesca Moschini
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Lisbona Sviluppo della forma della Città nei secoli
Francesca MoschiniModulo di Sociologia Urbana
Corso di Laurea in Ing. Edile - Architettura Università di Pisa, a.a. 2013/2014
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Indice
Abstract
3
Origini
4
Felicitas Iulia città della Lusitania (II sec. a.C. - V sec. d.C)
4
Al-Ushbuna: Lisbona musulmana
7
Lisbona Medievale
9
1755: Il terremoto e la Baixa Pombalina
10
Lisbona ottocentesca
13
Architettura dello Estado Novo
14
Ascesa del governo di Salazar e interventi dell’Ing. Duarte Pacheco 14
Architettura di Regime e il Congresso Nazionale del 1948 15
Contemporaneità: dal ’74 alla fine del Secolo
18
Primi anni della democrazia: gli interventi privati 18
Incendio del Chiado, 1988
19
Expo ’98: Oriente nuovo quartiere di Lisbona 20
Conclusioni
21
Bibliografia
22
Aggiornato al 14 Febbraio
2
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Abstract
In questo testo si ripercorre lo sviluppo della città di Lisbona, mettendo in luce per ogni fase saliente
il contesto storico dal quale sorge. Si noti che la cernita e ogni volta la scelta della scala degli
interventi da riportare sono state eseguite tenendo in considerazione soprattutto la loro attuale
valenza all’interno della vita della città, motivo per cui è stato dato maggior rilievo agli eventi dello
scorso secolo. L’analisi della forma dinamica della città come espressione volta volta del mutare di una
società parte dal mondo romano nel periodo tra il II sec. a.C. e il V sec. d.C., il cui declino coincide
con l’espandersi delle invasioni arabe che occuperanno il territorio fino alla fine del primo millennio.
Già in questi primi secoli di storia alcuni dei tratti fondamentali della città che giunge ai nostri giorni
sono presenti, e fanno sentire ancora la propria voce, al fianco delle vicende della modernità: con
l’instaurarsi del Cristianesimo tramite le crociate e della monarchia il Portogallo conoscerà momenti
di splendore e ricchezze, e con questi le prime vaste espressioni in ambito urbanistico che
culmineranno nel periodo dell’illuminismo con la ricostruzione della Baixa dopo il terremoto del
1755, che segna definitivamente la fine di un’era gloriosa. La storia proseguirà il suo corso attraverso
l’ottocento di una città che deve le sue trasformazioni alle intuizioni di personaggi chiave comeRessano Garcia, per poi cedere il passo a tutte quelle trasformazioni messe in atto da un regime che
utilizzava l’architettura e l’urbanistica come mezzi per potenziare e veicolare il suo messaggio poitico.
L’excursus si conclude con le vicende urbanistiche degli ultimi trenta anni in cui particolare rilievo è
lasciato all’installazione del nuovo quartiere di Oriente.
3
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Origini
La storia del territorio e della città di Lisbona è strettamente legata alla sua collocazione geografica,
vicina all’estuario del fiume Tago.
L’inizio del popolamento della regione si ha dai tempi del paleolitico (500.000 a.C. - 1 0.000 a.C.circa), fase in cui per millenni la conformazione geomorfologica venne stravolta a causa di grandi
alterazioni climatiche e di variazione dei livelli delle acque che portarono alla formazione di valli
fluviali.
Si attestano segni di resti dal periodo neolitico (circa 5.000 - 2.000 a.C.) e le prime attestazioni della
presenza di insediamenti fissi si hanno intorno al XIII secolo a.C.: la presenza di terreni fertili lungo
una costa aperta, in prossimità di fiumi, permisero la consolidazione di una comunità essenzialmente
agro-pastorile, come attestano i numerosi ritrovamenti di porzioni di strumenti per la gestione delle
coltivazioni.
Tra i secoli VIII-VII si assiste ad una progressiva crescita di importanza del nucleo, dovuta
essenzialmente alla sua eccellente posizione strategica: connessione fortissima col mercato fenicio e ilmondo orientale1.
Di questa fase ai fini della nostra analisi ci interessa sottolineare la vocazione marittima delle
popolazioni che si insediarono qui e la favorevolezza delle condizioni ambientali per la nascita di una
città.
Felicitas Iulia città della Lusitania (II sec. a.C. - V sec. d.C)
“Municipium civium Romanorum Olisipo, Felicitam Iuliam cognominatum”
Plinio Nat. Hist. 4, 117.
Già dalla metà del III sec. a.C. lo scenario del mediterraneo cui fino adesso si erano affacciate
pacificamente Roma e Cartagine sembra diventare troppo piccolo per entrambe, i loro rapporti
pacifici erano stati ratificati nel corso degli ultimi tre secoli da trattati fra le potenze, finchè
inesorabilmente non si scontrarono nel 264 a.C. a causa di interessi conflittuali in Sicilia a seguito
delle richieste di aiuto dei Mamertini e di Siracusa. Si dette così avvio a quel periodo durato per più di
un secolo delle “Guerre Puniche”, che a più riprese si ampliarono poi in tutto il mediterraneo e sui
territori che vi si affacciano. La presenza cartaginese nella penisola iberica fu poi il tramite per Roma
per la conquista della stessa.
Scipione l’Africano risultò il protagonista della conquista della penisola iberica: si fece inviare nel 211
a.C. in Hispania e risultò vittorioso grazie alla sua acuta e innovativa strategia militare; grazie a lui
all’inizio del II sec. a.C. il dominio romano si era esteso dai Pirenei fino all’odierno Algarve2.
4
1 http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/ . [Ultima visita: Febbraio 2014]
2 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005
http://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspxhttp://www.museudacidade.pt/Esposicoes/Permanente/Paginas/Origens-Pre-e-Proto-historia-300000-ac%E2%80%93800-ac.aspx
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La Lusitania costituì un territorio aspro da conquistare: si pensi a Viriato che ancora a metà del II sec.
a. C. si incarnò condottiero dei popoli lusitani per l’indipendenza, celebre nella cultura Portoghese
come eroe nazionale.
In questo clima teso e fervente, secondo quanto riferito da Strabone (Geographia, III, 3,1), la città di
Olisipo passò sotto il controllo romano nel 138 a.C. per opera di Decimo Giunio Bruto, console della
Hispania Ulterior: la città di Olisipo si alleò con i romani, lottando al fianco delle legioni. Questo
conferì alla città particolare protezione e favore: gli attacchi dei popoli lusitani alla città resero
necessaria la costruzione di una cinta muraria intorno al nucleo della città, e con la Pax Romana è
assorbita nell’impero e ricompensata con l’attribuzione della cittadinanza ai suoi abitanti 3. Olisipo,
secondo Plinio, fu l’unica provincia della Lusitania a godere di questo privilegio.
Nonostante l’alta densità di occupazioni della città nel corso dei secoli una quantità abbastanza
consistente di reperti archeologici è giunta fino ai giorni nostri per mettere in luce il periodo romano
della città.
Nella Baixa, la parte centrale della moderna Lisbona, sono stati rinvenuti durante scavi dal 1770-1960
addirittura un massiccio criptoportico che probabilmente sosteneva un grande complesso di terme
pubblici4.
Sono stati ritrovati dagli archeologi in una porzione della città vicinissima all’antica costa del Tago
una serie di strutture attribuibili in modo certo alla produzione del “ garum”, un compost o a base di
pesce molto ricercata. Nella parte bassa sono da evidenziare anche le necropoli, di cui una piuttosto
consistente sotto l’attuale Praça da Figueira.
5
3 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005
4 Ibidem
Fig. 1 - Felicitas Iulia Olisipo, ritrovamenti e strade romane
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Tutti questi edifici ritrovati nell’a rea, compreso il criptoportico, sono orientati secondo la stessa
direzione e tracce della maglia stradale possono essere così ipotizzate5.
Nel versante del colle dove attualmente risiede il Castelo de Sao Jorge invece è chiaro dai ritrovamenti
come fosse la zona a carattere residenziale e monumentale. Un teatro romano del I sec. d.C. venne
rinvenuto proprio su questo versante già ai tempi del terremoto del 1755, interrato di nuovo e
riportato alla luce definitivamente solo negli anni ’60 anche se la maggior parte di questo giace ancora
sotto gli edifici costruiti tra il XVIII e XIX secolo6.
Più incerta invece è la collocazione del foro: forse sulla cima dello stesso colle, forse nell’area dove
adesso sorge la Cattedrale Medievale di Lisbona, o la più accreditata sul pendio occidentale del colle
(nella zona dell’attuale Largo da Madalena) vista il ritrovamento di elementi architettonici come
colonne, basi, capitelli e iscrizioni7 .
Possiamo quindi concludere che Olisipo Felicitas Iulia nel periodo di dominazione romana avesse
assunto tutti quei caratteri tipici (l’origine militare, la posizione strategica, la cinta muraria, la
presenza di luoghi pubblici come il foro e il teatro) della città romana, che si inserisce abilmente nel
contesto e nella morfologia del territorio in cui si innesta.
La città poi seguì la sorte dell’impero romano: tra il VI sec. d. C. e il IV sec. d. C. sotto continui
attacchi passo dal lungo dominio degli Svevi e dai Visigoti dal regno di Toledo nel 585 d.C. sotto il cuicontrollo rimase per più di un secolo. Il suo nome divenne Ulishbona.
6
5 Osland, K. Daniel. Early Cities of Lusitania, 2005
6 Ibidem
7 Ibidem
Fig. 2 - Felicitas Iulia Olisipo, antica e attuale coastline
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Al-Ushbuna: Lisbona musulmana “Era uma noiva em sua alcova nupcial”
Ibne Said, XII
E’ solo a partire dal 714, con la conquista in periodo omayyade della città ad opera di Tariq il Guercio,che Lisbona torna a conoscere nuovi tempi di gloria e splendore: gli arabi furono in grado di sfruttare
a pieno le ricchezze agricole importando le loro tecniche innovative e del sottosuolo della zona,
facendo rifiorire il commercio in un clima multietnico e multiculturale. Politicamente passò da essere
sotto il controllo del Califfato di Damasco a quello di Cordo va nel 7408, e dopo la sua frammentazione
oscillerà sotto le dipendenze di Taifa o Siviglia.
E’ chiaro poi che anche l’impianto della città mutò sotto la forma di questo nuovo potere: nella zona in
cui sorge l’attuale Castelo di Sao Jorge, venne eretto l’antico palazzo mouro che si caratterizza per una
serie di strutture a carattere abitativo tra le quali spiccano due case vicine di grandi dimensioni
(rispettivamente 160m2 e 182m2), inquadrate da tre strade, su cui si rinvengono di fronte all’accesso
alle dimore sistema di impianti igienici tipici della cultura islamica. Allo stesso modo i pavimenti
rinvenuti hanno finiture di pregio in agramassa bianca o dipinta di rosso; addirittura in una delle duecase le pareti del patio rivelano i resti di quello che con ogni probabilità fu una finitura a stucco
decorato con motivi geometrici e il “cordone della felicità”9.
La città islamica poi si dispiegava sul versante meridionale dello stesso colle, per la copiosa presenza
di fonti d’acqua dolce, da qui il nome del quartiere che tutt’oggi conserva: Al-hamma, che appunto
significa “fonte”.
Nella fase musulmana si parlava però di un’ Alfama do Alto aristocratica in cui i più colti benestanti
costruivano le loro case ricche di lussuosi giardini, e di una Alfama do Mar delle residenze popolari
entrambe all’interno della cerchia muraria. La zona interna alla cerchia comunicava poi con la medina
7
8 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992
9 De Almeda, Ana Sofia. Intervencao contemporanea nos castelos em Portugal. 2012
Fig. 3 - Espansione del mondo islamico tra il VII-VIII sec. In giallo l!espansione omayyade
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e l’esterno grazie ad otto porte, di cui quello che resta oggi basta solo a collocarle: subito fuori
l’attuale castello incontriamo la Porta da Traiçao e la Porta di Martim Moniz (di cui il nome originale è
perso), la Porta do Mar chiamata oggi “Arco de Jesus. Pochissimo resta poi della Porta do Sol vicino
alla chiesa di Santa Lucia, e la Porta di Alfama nell’attuale Largo di S. Rafael dalla quale partiva un
pezzo di mura che ancora oggi è visibile. L’alcàçova si interfacciava con l amedina tramite appunto la
Porta dell’Alcàçova oggi porta principale del castello e la Porta di D. Fradique nel Chào da Feira di cuioggi poco resta 10.
Si crea così al di fuori delle mura tutta una zona popolare che rifugge l’impianto rettilineo e
chiarificatore per rifugiarsi in un tessuto fittissimo movimentato da piccole e tortuose scalinate,
labirinti di porte e vicoli che si affacciano su un Tejo che al tempo occupava ancora la zona della Baixa
Pombalina. Alexandre Herculano, nella sua Historia de Portugal ci racconta che “exceptuando os
bazares ou mercados, difì cil seria achar uma rua ou passagem que tivesse mais de oito pés de largo”.
Ancora oggi questa è la sensazione che si respira attraversando questo quartiere peculiare, unico salvo
dopo il terremoto del 1755.
8
10 Vieira, Alice. Esta Lisboa. 1997
Fig. 4 - Evoluzione della cinta muraria dal periodo musulmano a quello fernandino
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Lisbona MedievaleLa storia ci racconta che la società europea vicino all’anno 1000 era in piena crescita economica edemografica e seppe riorganizzarsi di fronte agli attacchi subiti dalle invasioni di musulmani, ungari,normanni e così via 11. La società era organizzata secondo il sistema feudale, esistendo così una
porzione di civiltà costituita da nobili armati in cerca di fortuna si impegnarono con zelo a rispondere
alle richieste di aiuto dei regni cristiani e della Chiesa romana nella lotta contro l’invasionemusulmana.
Fu così che nell’ambito della seconda crociata Dom Afonso Henriques prese il possesso della città nel
1147, e simbolicamente avviò la costruzione della Cattedrale al posto della moschea musulmana, che
ancora oggi svetta nel quartiere di Alfama 12. L’edificio venne concepito in stile romanico, a tre navate,
transetto e tre cappelle su modello di quella della vicina Coimbra, di ispirazione normanna, cui nel
corso dei secoli integrate aggiunte prima gotiche e poi manieriste. Un’ altra costruzione simbolica del
periodo fu la cristianizzazione e ampliamento del castello della città ora intitolato a San Giorgio,
protettore dei crociati. Lisbona divenne capitale del regno nel 1255 e il castello conobbe il suo apogeo
con l’instaurazione qui del Paço da Alcàcova, residenza reale e della corte.
Emblematico fu poi l’assedio dei Castigliani del 1373 che incendiarono una copiosa parte della città, la
cui risposta da parte del potere fu l’erezione della cinta muraria Cerca Fernandina.
Fig. 5 -Dettaglio del Castelo de São Jorge e delle mura di Lisbona durante l!assedio castiglianodel 1385: illustrazione da "Crónica de D. Afonso Henriques" de Duarte Galvao, 1505
9
11 Cecchetti, Raffaello. Forma della città e gruppi sociali. 2009
12 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992
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Nella parte inferiore della città si concentravano le attività legate ai mercanti, pescatori, agricoltori e
bottegai organizzati in corporazioni: questa reminescenza la ritroviamo nella toponomastica di alcune
attuali vie della Baixa: Rua do Ouro, Rua da Prata, Rua dos Fanqueiros, Sapateiros e così via. La
comunità musulmana venne costretta alle pendici occidentali del colle dove sorge il castello, in uno
spazio angustissimo con un’altissima densità abitativa, nella città attuale infatti rimane la traccia di un
intero quartiere Mouraria, appunto perchè abitato dai mori, caratterizzato da edifici semplici estriminziti che sfruttano al massimo lo spazio lasciando il vuoto solo per anguste viuzze e scalinate.
La classe che però stava guadagnando sempre peso politico e influenza fu quella della borghesia
mercantile, vero impulso delle prime spedizioni oltre oceano, prime fonti della ricchezza di quello che
sarebbe stato l’Impero coloniale: fu sintomatico l’atto del Re Manuel I di spostare la residenza reale
nel Paço da Ribeira , lungo le sponde del Tago distrutto dal terremoto del 1755, direttamente in
prossimità del cuore dell’attività navale. Il nuovo ceto borghese costruì i suoi palazzi nella zona
occidentale della citt à, nell’attuale Santos.
All’inizio del XVI sec. gli enormi proventi acquisiti con le conquiste in America, Africa e India
permisero la costruzione del Mosteiro dos Jerònimos e della Torre de Belèm nel tipico stile Manuelino
nella zona sempre adiacente il fiume ad ovest del nucleo centrale della città, come centro per la benedizione delle spezioni via mare. In questo secolo ancora un altro simbolo della città e dell’intero
Portogallo, fonda le sue radici;la pavimentazione in calcare bianco e basalto nero in cubetti, disposti
in modo da creare disegni geometrici fondò una vera e propria arte estremamente lussuosa e
ricercata, ancora un vanto oggigiorno per il paese13.
La città poteva contare su circa 200.000 abitanti 14 e il ceto borghese inaugurò l’edificazione del
quartiere di Bairro Alto, costellato di residenze lussuose e ricercate.
Da questo momento in poi l’età dell’oro della città inizia il suo lento declino che si concluse poi con il
disastro del terremoto del 1755.
1755: Il terremoto e la Baixa Pom balina
“s'incamminarono verso Lisbona; [...] ecco che la terra trema sotto i loro piedi; il mare si gonfia
spumeggiando nel porto, e spezza le navi ancorate. Turbini di fiamme e cenere coprono strade e
pubbliche piazze; crollano le case, i tetti si rovesciano sulle fondamenta, le fondamenta scompaiono;
trentamila abitanti di ogni età e sesso son schiacciati sotto le macerie. [...]“Ecco la fine del mondo!”
esclamava Candide.” 15
Voltaire, Candido ovvero l'ottimismo. 1759
Dal punto di vista urbanistico però la catastrofe rappresentò un’occasione preziosa: la parte bassa del
centro urbano prima del terremoto si comprimeva, cresceva in altezza e densità e verso il fiume fino a
lambire il fronte fluviale occupato da insediamenti legati all’attività portuale.
10
13 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992
14 Gutkind. Urban development in southern Europe. 1967
154 Voltaire, Candido ovvero l'ottimismo, Rizzoli, Milano, 19944, pagg. 49-55
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Ideologicamente le due grandi innovazioni culturali e innovative del piano per la Baixa sono i
concetti di “pianificazione globale” e quello della “piazza del sistema”, la porzione della città risorge
secondo un nuovo concetto e disegno totale, disegno un’azione di riforma per il tutto, in cui il potere
pubblico si fa demiurgo di un mondo cartesiano retto dall’intelletto.I protagonisti di questo intervento in pieno spirito settecentesco, capaci di condurre il processo,
furono Sebastiao José de Carvalho eMelo (1699-1782), futuro Marchese di Pombal e Manuel da Maia
(1677-1768) Ingegnere Maggiore del Regno.
Manuel da Maia al tempo era il più grande specialista in materia di urbanistica di Lisbona; nella sua
Disseertaçao ci fornice una diagnosi e un approccio preliminare alla problematica in questione, vi si
discute problemi relativi al diritto di proprietà ma anche ai meccanismi di compensazione. Nello
stesso testo si analizzavano anche i provvedimenti necessari a prevenire i rischi dovuti al ripetersi di
una qualunque delle componenti della catastrofe (terremoto, maremoto, incendio): questi principi si
traducevano in forme architettoniche tramite la riduzione dell’altezza delle costruzione,
l’ampliamento delle strade e la creazione di piazze, nei fatti una drastica riduzione della densità, che
però non sempre riuscì ad attuare; si dimostrò invece assolutamente severo sull’impostazione
dell’intervento come architettura di programma 16.
Nacquerò così sette strade ad incrociarsi con altre sette in modo ortogonale che culminano nel vuoto
significante adiecente alle sponde del Tago di Praça do Comercio, il tutto su una zona piana
accuratamente livellata . Nelle strade principali le abitazioni avevano tre piani più la mansarda, con
facciate rigorosamente uniformi; era pensata in modo uniforme, e tra l’altro estremamente innovativa,
anche la questione strutturale: si previde la gaiola , ovvero una sorta di “gabbia” in legno strutturale
pensata per assolvere gli sforzi derivanti da ulteriori scosse, il rivestimento esterno decorativo sarebbe
11
16 Tostoes, Rossa. 1758: A Baixa Pombalina hoje. 2013
Fig. 6 -Joao Nunes Tinaco, Pianta della Città di Lisbona nel 1650. (Gabinete de EstudosOlisiponenses, Lisboa)
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stato applicato su questo. Di grande fortuna critica anche l’attenzione al sistema infrastrutturale della
raccolta degli scarichi fognari.
Allo stesso tempo il vecchio Terreiro do Paço cinquecentesco cedeva il passo alla nuova Praça do
Comércio, Manuel da Maia proponeva il trasferimento del Palazzo Reale e l’insediamento qui delle
divisioni dello Stato e della Borsa dei Mercanti, da qui il nuovo nome. Vi si colloca la statua equestre
del Re su modello delle Places Royales francesi è vero, ma si celebra lo Stato e non un potere
monarchico.
Dal punto di vista disciplinare dell’urbanistica, il processo di rinnovamento di Lisbona dopo il
terremoto è un caso notevole, unico precursore e tutto sommato poco celebrato: ma di fatto per la
prima volta si formula un piano che integra gli elementi oggi considerati necessari, ovvero un disegno
urbano, una legislazione specifica di regolazione e un controllo finanziario cosciente del significato
profondo del mutamento della forma pubblica 17 .
12
17 Tostoes, Rossa. 1758: A Baixa Pombalina hoje. 2013
Fig. 7 -Spaccato che attraversa una delle vie principali. Si mette in evidenza il sistemacostruttivo a patio e sistema di canali per l!afflusso alle cloache.
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Fig. 8 -Pianta topografica della città di Lisbona. (Gabinete de Estudos Olisiponenses, Lisbona) 1758
Lisbona ottocentesca Lisbona si affaccia al XIX sec. stremata prima dalle lotte di indipendenza nei confronti della Spagna
aggressiva, del terremoto, e poi dalle invasioni delle truppe di Napoleone Bonaparte.Comunque una certa vivacità culturale era ancora propria della capitale e il fervore intellettuale si
dispiegava tra i tipici caffè e teatri del periodo.
Grazie ad alcune specifiche personalità, come Fontes Pereira de Melo o Ressano Garcia, vennero in
ogni caso messe in atto alcune trasformazioni urbanistiche o comunque tentativi di ammodernamento
della città: vennero costruite le prime reti ferroviarie, con la conseguente nascita in città della stazione
di Rossio e di Santa Apolonia, sostenuto l’uso degli azulejos per decorare le facciate, alla fine del
secolo poi viene introdotto il sistema elettrico e l’impianto di una rete di tram come mezzo pubblico,
ancora oggi in uso e tipicamente chiamato o eletrico!
Dal punto di vista urbanistico, l’espansione si rivolse per la prima volta nella parte settentrionale della
città, verso l’entroterra: Ressano Garcia si fece interprete di questo mutamento. Formatosi a Pariginella Ecole Imperiale des Ponts et Chaussées e influenzato chiaramente dai concetti estetici e tecnici
dell’Haussmann, nel 1874 venne nominato Ingegnere della Camara Municipal de Lisboa.
Particolarmente attento alla miglioria e alla salubrità della città disegnò come un tipico boulevard
parigino la Avenida da LIberdade, l’arteria che si proietta verso nord dalla Baixa e la Praça do
Marques de Pombal, due nodi fondamentali nel dispiegarsi della circolazione veicolare cittadina di
oggigiorno18.
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18 Mattoso, José. Història de Portugal . 1992
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Architettura dello Estado Novo
Ascesa del governo di Salazar e interventi dell’Ing. Duarte Pacheco
All’inizio del secolo il movimento liberale portoghese si fece portatore di idee e forze sempre più
consistenti, che sfociarono poi l’1 Febbraio del 1908 nell’assassinio del Re Carlo I, mentre
passeggiava nell’attuale Praça do Comércio. Dopo un anno di scioperi da parte degli operai, Lisbonasi rivolta nel 1910: la popolazione della città forma barricate nelle strade e vengono distribuite armi;
all’esercito viene impartito l’ordine di reprimere, ma gli stessi sono infungibili per l’altissimo tasso di
disertori. Il resto del paese accet ta il regime repubblicano così proclamato, nonostante probabilmente
non fosse ancora pronto visto il suo carattere profondamente rurale e conservatore; di fatto però
venne proclamata la Prima Repubblica.
Fu questo un periodo segnato dalla lotta e violenza politica, di forte instabilità ed incertezza
ulteriormente aggravate anche dall’entrata in guerra nel primo conflitto mondiale del 1916.
La fine della prima repubblica avvenne nel 1926, quando la destra conservatrice antidemocratica il 28
Maggio del 1926 con un colpo militare installò una dittatura dai contorni fascistizzante19. ????? Il
cambiamento fu ben accetto da parte di una larga parte di popolazine che soffriva la situazione politica
e sociale compromesso, che a tutti gli effetti si protraeva anche da prima l’installazione della
repubblica.
Nello stesso anno venne nominato direttore dell’Instituto Tecnico Superior l’Ing. Duarte Pacheco, un
uomo di 26 anni dalla carriera accademica meteorica, che riuscì di pari passo all’ascesa del regime a
realizzare grazie al suo vigore una nuova struttura per la sua università. Si è scelto di mettere in
evidenza questo avvenimento perchè costituì la prima grande opera pubblica realizzata e concepita dal
nuovo regime ed ebbe forte ripercussioni sull’urbanistica della città: Pardal Monteiro redasse il
progetto di una “acropoli” che occupasse un’intero colle in una zona periferica di una Lisbona inespansione. E’ facile intuire come per il governo questa opera contribuisse a potenziare l’immagine di
uno stato fondato sul progresso e innovazione.
C’è da notare poi come Duarte Pacheco divenne nel 1932 “Ministro das Obras Pùblicas e
Comunicaçoes”, e il regime di Salazar istituzionalizzato nel ’33 col nome di “Estado Novo”.
In generale poi il successo delle operazioni pubbliche, soprattutto di espansione più che di edifici di
rappresentanza per lo stato, fu possibile grazie alla politica di esproprio a basso prezzo di grandi
appezzamenti di terreno possibili proprio grazie alla natura dittatoriale del governo: il risu lt ato però è
che la città potè godere di benefici considerevoli di cui ancora oggi respira un indirizzo positivo. Si
devono a questo grande personaggio, divenuto poi Sindaco della città dopo un periodo di
estromissione dal governo, i nuovi quartieri sociali di Alvalade, Encarnaçao, Madredeus e Caselas, lacostruzione della prima autostrada tra Lisbona e Vila Franca, il progetto immobiliario di Av. de Roma,
la creazione del Parco di Monsanto; fu anche uno dei responsabili dell’organizzazione nel 1940 del
Exposiçao do Mundo Portugués 20 , manifestazione celebrativa del glorioso passato conquistatore del
paese.
Ancora per veicolare l’immagine di uno stato poderoso, il regime sentì l’esigenza di riportare in luce il
Castelo de Sao Jorge ricostruendo le parti danneggiate dai terremoti nel corso dei secoli: la sua
14
19 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998
20 ibidem
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configurazione attuale, seppur di aspetto medievale, non è nella maggior parte originaria ma
ricostruita in questo decennio21.
Duarte Pacheco fu un personaggio chiave non solo per lo sviluppo della capitale ma per tutto il
territorio dello stato: obbliga tutte le città di media dimensione di munirsi di un Piano come
strumento urbanistico e dette un forte impulso alla costruzione sistematica di scuole, ferrovie,stazioni e tribunali22.
Architettura di Regime e il Congresso Nazionale del 1948
Con l’insorgere poi della guerra civile spagnola nel 1936, il regime di Salazar, che fino adesso poteva
essere classificato come di una destra molto autoritaria 23, conobbe un processo accelerato di
fascistizzazione: la polizia politica aumentò considerevolmente i suoi mezzi repressivi, i politici
scomodi spediti nelle colonie e fu istituita un’organizzazione per inquadrare il tempo libero dei
lavoratori. L’architettura riveste in questo periodo ancora maggiormente il ruolo di espressione di un
regime, non più portatrice di un messaggio di dinamicità e vigore di un governo ma immagine diquesto. Nel 1938 Cristino da Silva, architetto professore nella scuola di architettura di Lisbona,
progettava la Praça do Areeiro, emblema della cultura del regime: l’uso di cornici e pilastri in pietra
citazione dell’architettura signorile del XVII sec., il distacco dei piani nobili, la forma stessa a ferro di
cavallo tutto in una ricerca in risposta al bisogno di creare uno stile nazionale.
15
21 De Almeda, Ana Sofia. Intervencao contemporanea nos castelos em Portugal. 2012
22 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998
23 ibidem
Fig. 9 -Praca do Areeiro in una rappresentazione dell!epoca
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Nel frattempo la storia fa il suo corso, la seconda guerra mondiale si conclude e il 1948 è l’anno della
realizzazione del I Congresso Nacional de Arquitectura che avrà poi ripercussioni fondamentali sugli
indirizzi architettonici degli anni ’50, da contestualizzarsi nel mutato clima culturale post-guerra. I
totalitarismi di centro europa si sono disfatti al cospetto delle democrazie vittoriose e la stabilità del
governo Salazarista inizia ad essere minata: politicamente questo sopravvisse per aver appoggiato i
paesi dell’asse concedendo le Azzore come base intermedia per lo scalo degli aerei dall’America.Il Congresso Nazionale del ’48 quindi rappresentò l’occasione per la classe di architetti di iniziare a
recuperare la libertà di espressione, una classe di intellettuali quindi che reclamavano
l’industrializzazione di un paese ancora dal carattere fortemente rurale, e ribadivano in modo
martellante la necessità di affrontare il problema da habitaçao, rifacendosi alle teorie Lecorbuseriane
spinti da un’urgenza di razionalità urbanistica.
La trasformazione della città di Lisbona della fine degli anni ‘40 prese avvio con la progettazione del
quartiere di Alvalade , su progetto di Faria da Costa, di iniziativa municipale che consisteva per la
prima volta di edifici collettivi destinati ad abitazioni sociali24; ancora non si oltrepassavano i quattro
piani, ma si trattava comunque di una soluzione innovativa rispetto alle case unifamiliari con
appezzamenti di terreno che simbolicamente si riferivano ad un tranquillo ritorno ai valori sereni dellaruralità: le influenze razionaliste della Carta di Atene erano evidenti.
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24Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998
Fig. 10 -Piano urbanistico di urbanizzazione
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Il Bairro das Estacas (1049-1955) su disegno di Sanchez e D’Athouguia, è immagine paradigmatica di
questa nuova situazione, con una serie di blocchi che per vincoli ligislativi ancora non oltrepassavano i
quattro piani, disposti perpdendicolarmente agli assi viari in sostituzione ai tradizionali quartieri,
creando una estesa porzione di giardino prolongata in trasparenza sotto gli edifici.
O ancora ad opera di de Castro, Gandra, Simoes, Rodrigues e Lobo, forse il primo impianto
pienamente razionalista concepito tra il 1950 e il 1951 e mai realizzato in cui, a fianco di un asse
fondamentale come quello della Avenida dos Estados Unidos da América, si pensano dei blocchi
fortemente sviluppati in altezza (fino ad otto piani), che si dispiegano alla ricerca di una corretta
orientazione solare, sistema distributivo delle abitazioni moderno, duplex con mezzanino sopra la
sala 25.
Risulta così definitivamente superata l’immagine tradizionale di una capitale ancora a carattere rurale,
una città che si urbanizza con atteggiamento razionalista, che progetta su larga scala.
Lentamente poi i codici del movimento moderno si estesero anche alla promozione di interventiedilizia abitativa, rivedendo i programma di edilizia residenziale: può essere interessante ricordare O
bloco das Aguas LIvres del 1953 per opera di Pereira e Costa Cabral in cui si contrappone un
sentimento vernacolare e immagine statuaria ad un’impostazione moderna in cui si inseriscono
nuove funzioni e spazi di aggregazione collettivi.
Da questo momento in poi il regime continua gradualmente a perdere potere nella scia di quel
processo già avviato dalla fine della seconda guerra mondiale ed aggravato dal nascere delle guerre di
indipendenza delle colonie; negli ultimi anni del regime il dibattito sul tema architettonico
urbanistico era incentrato sulla pretesa di tutelare contemporaneamente gli strati più conservatori
della borghesia fondiaria e quelli più avanzati dei gruppi monopolistici non faceva che acuire le
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25 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998
Fig. 10 -Foto aerea del Bairro das Estacas, !60
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contraddizioni del potere e rendeva inevitabile l’apertura di certi spazi di liberalizzazione di fronte
all’emergere del nuovo ceto medio urbano e di una tecnocrazia più informata, senza considerare le
pressioni dei movimenti democratici e studenteschi e l’affermazione di espressioni culturali molto
decise26.
Contemporaneità: dal ’74 alla fine del Secolo
Primi anni della democrazia: gli interventi privati
Il 25 Aprile 1974 con la Revoluçao dos Cravos il regime di Salazar viene deposto in favore di una nuova
democrazia: il paese che esce dal processo rivoluzionario è un paese nuovo. L’irriverenza, la
rivendicazione, e l’iniziativa privata prendono piede a ritmo cavalcante. Dopo due anni in la
popolazione non urbana si trovò forzata nella condizione in cui avrebbe dovuto assolvere una
funzione politica, che potenziò ancor più quel fenomeno dell’abbandono dei campi con conseguente
crescita sregolata delle periferie.
Agli inizi degli anni ’80 quindi gli architetti e il potere pubblico si confrontarono con una situazione
nella quale era necessario intervenire per controllare queste aree che nel giro di pochi anni subirono
uno sviluppo assolutamente senza direzione: premi e concorsi tornano ad essere un mezzo di
promozione istituzionale dell’architettura che con l’adesione alla CEE si accostò ad un afflusso di
fondi comunitari27 . E’ allo stesso modo il tempo in cui i mezzi audiovisivi violentemente entrarono nel
quotidiano, e sorge in modo consistente il potere della pubblicità e della comunicazione come mezzi
per indirizzare il consumo della massa, l’architettura ontologicamente sensibile ai mutamenti
sociologici assorbe il cambiamento: interventi imprenditorial speculativo, necessitanti di un aspetto
nuovo e scintillante, si materializzarono in architetture mastodontiche, in cui “torri” svettano, conuna pelle in vetro e pietra animata da lussi sobri ma evidenti. A Lisbona la zona settentrionale della
città riflette questo momento, caso esemplare è il complesso del centro commerciale di Amoreiras.
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26Nuno Portas, Portugal. 1991
27 Tostoes, Ana. Portugal, Arquitectura do Seculo XX.1998
Fig. 11 -Foto attuale del centro commerciale di Amoreiras
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Incendio del Chiado, 1988
Alla fine dello scorso secolo nel centralissimo quartiere del Chiado, scoppiò un incendio che
coinvolse 18 edifici per un’estensione al suolo di circa 8000 m2 per avere un’idea dell’estensione. Un
tragico 25 Agosto ’88 per la città in cui, anche a causa dell’inadeguatezza dei mezzi di soccorso dei
vigili del fuoco, i cittadini furono spettatori di un vero disastro.
Venne creato un Ufficio Tecnico dedicato, e la redazione del piano particolareggiato per la
ricostruzione dell’area venne assegnata all’architetto portuense Alvaro Siza che si trovò a dover
gestire il recupero di un’area centralissima, di forte valenza storica, che lambisce il grande progetto
globale che è stato l’impianto della Baixa Pombalina. La sua acuta e sensibile interpretazione del
luogo ci restituisce il Chiado come lo conosciamo adesso: di fatto si ripropone l’impianto originario,
addirittura riproponendo la stessa facies degli edifici andando però ad indagare all’interno nuove
funzioni e nuove soluzione per il comfort 28. Non si tratta di pastiche ma di una comprensione
profonda di quello che è il tessuto della città, di percepirne il suo genius loci .
C’è da notare poi che l’intervento ha carattere urbanistico non solo nell’estensione, ma anche nel
ripensamento degli accessi della stazione della metropolitana, che creando un collegamento
sotterraneo tra la Baixa e Praça do Chiado lega due porzioni di città adiacenti ma vissute in modoseparato per la grande differenza di quota. La stazione stessa è pensata dalla genialità dello stesso
architetto ed è luogo talmente vivo e vitale da ospitare concerti e mostre.
Il quartiere del Chiado e la stazione Baixa-Chiado costituiscono un esempio di intervento totalmente
riuscito nel centro storico di una città che tiene in considerazione coralmente tutti gli aspetti
contemporanei e storici per la sua genesi: la destinazione commerciale/residenziale di lusso lo rende
vivo attivo ed economicamente realizzabile, l’animus storico è vivo e potenziato e la funzionalità
migliorata.
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28 Nuno Portas, Portugal. 1991
Fig. 12 -Sezione longitudinale del tunnel che unisce Rua do Crucifixo alla stazione del Chiado
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Expo ’98: Oriente nuovo quartiere di Lisbona
Infine l’ultima grande rivoluzione nell’assetto urbanistico della capitale portoghese è rappresentato
dal nuovo quartiere nella parte orientale della città sulle sponde del Tago: in occasione del Exposição
Internacional de Lisboa de 1998 venne riassettata totalmente questa porzione di città costruendo
diversi padiglioni alcuni dei quali ancora permangono a servizio della collettività turistica e autoctona,
che ha assunto il nome di Parque das Naçoes, e il complesso di trasporti metropolitano/ferroviarioche la lega alla città vecchia e alle altre del Portogallo.
Parteciparono alla redazione dei progetti delle strutture architetti del calibro di Carilho da Graça,
Alvaro Siza, Santiago Calatrava, Teotonio Pereira e Joao Nunes.
La presenza di questo vasto parco e delle sue strutture (il più grande Oceanario del mondo, diversi
padiglioni espositivi, la citata stazione, musei, teatri) fu impulso creatore anche per tutta una serie di
interventi a carattere residenziale e commerciale nell’intorno, capaci di attirare turisti, riunioni e
congressi internazionali, spazi ricreativi per i cittadini e fervore commerciale.
Da notare anche l’erezione del Ponte Vasco da Gama che attualmente è uno dei più lunghi d’europa.Il parco quindi si sviluppa per una lunghezza di 5km sulle sponde del fiume Tago, con l’obiettivo
urbanistico di recuperare la relazione tra la città e il corso d’acqua, origine primordiale della stessa 29.
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29 Nuno Portas, Portugal. 1991
Fig. 13 -Foto panoramica del ponte e torre Vasco da Gama
Fig. 14 -Planimetria dell!area dell!Expo 98
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Conclusioni
Se l’esperire la città di Lisbona contemporanea affascina il fruitore estero o portoghese, secondo
l’opinione di chi scrive, è proprio per la naturale coesistenza di porzioni di città sorte in contesti
storici differenti di cui ciascuna culla un tassello di una cultura così specifica e autoreferenziale
dispiegatasi nel corso dei secoli, che ha saputo recepire in un proprio stile gli influssi esterni o le
differenti culture che la hanno formata.
Come se il suo noumeno si fosse manifestato ogni volta a seconda del secolo, Lisbona è un fenomeno
ricco che parla di sé e dei suoi abitanti ad ogni angolo.
Chi si insediò per primo su quei lembi di terra a contatto del fiume, ebbe di sicuro un’intuizione acuta
e feconda, è bene però ricordare che una città non è sempre opera dell’uomo; la sua vita trasse origine
dalla sua naturalità così particolare e sicuramente da un altro elemento fondamentale: una luce
incredibile e abbagliante, ma questa non si può raccontare.
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Bibliografia
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TORGAL, Luís Reis. O marquês de Pombal e o seu tempo / coordenaçao de Luís Reis Torgal, Isabel
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TOSTOES, Ana. A Arquitectura do Século XX. Portugal / Lisboa, Frankfurt: Portugal-Frankfurt 97,
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Sitografia
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