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1 PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA CIVICA INDIPENDENTE “AMA BERGAMO” ELEZIONI COMUNALI 7 GIUGNO 2009

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PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA CIVICA INDIPENDENTE

“AMA BERGAMO”

ELEZIONI COMUNALI 7 GIUGNO 2009

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INDICE Introduzione

Il disegno del nostro impegno civico A) Il Programma urbanistico relativo al Governo del Territorio - La città: origine, sviluppo e vita - Conferma della sua identità - I nodi tecnici fondamentali da considerare - La redazione formale dello strumento urbanistico A.1 Note esplicative del programma urbanistico

- concernenti la redazione progettuale delle sue fasi attuative - concernenti un’appropriata soluzione tecnica dei nodi relativi alla gestione politico – amministrativa A.2 Allegati esemplificativi del programma urbanistico relativi alla soluzione di alcuni nodi importanti per la nostra città 2.1 - “Porta Sud” o sviluppo del progetto norma n° 11 del P.R.G. 2.2 - Il destino dello storico complesso degli “Ospedali Riuniti”. 2.3 - Espansione dell’Università nell’ex-Collegio Baroni? 2.4 - Proposta per la riqualificazione dell’Isolato della Caserma Militare Montelungo 2.5 - Il Nuovo Gleno e il progetto del suo contesto limitrofo 2.6 - Le Circoscrizioni per una democratica gestione amministrativa della città 2.7 - Il ruolo del “verde” e del paesaggio nel tessuto urbano cittadino 2.8 - Mobilità e organismi edilizi insediati in città;

I Parcheggi 2.9 - Snodo di Pontesecco 2.10 - Politiche ambientali 2.11 - Aeroporto 2.12 - La reale dimensione della città 2.13 - Edilizia privata 2.14 - Lavori pubblici 2.15 - Gestione del patrimonio 2.16 - Servizi a rete e utilities B) Il Programma relativo a Democrazia partecipativa, Sicurezza, Cultura, Turismo e dei Servizi della

persona - La democrazia partecipativa - La gestione della pubblica amministrazione - La sicurezza

- La cultura - Il turismo

- I servizi alla persona Area giovani Sport

Servizi sociali Area sostegno alla famiglia Area minori Area anziani Area disabili Immigrazione

Bibliografia

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Introduzione Gentili Elettrici ed Elettori, la fattiva partecipazione alla “cosa pubblica”, caratteristica delle società evolute, inizia con una proficua opzione del cittadino esercitata nell’ambito del contesto sociale a lui più prossimo. Da questa basilare idea è nata la nostra lista “ AMA BERGAMO”. BERGAMO, concretizzatasi, in un programma elettorale, che intende fornire progetti, procedimenti e soluzioni di interesse generale, atti a perseguire il “bene comune”. Temi ed indicazioni, seppure affondano radici in differenziate concezioni politico-sociali, (peculiarità specifica di una lista civica indipendente), mirano ad un obiettivo: il coinvolgimento di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città, un valore, quest’ultimo, che qualifica ogni azione, poiché rende il cittadino un partecipe-attivo del processo di miglioramento della città, non un beneficiario passivo. (A titolo esemplificativo si vedano le “qualificate” prestazioni presenti nelle “intelligenti” soluzioni urbanistiche; nell’Area Servizi alla Persona; il “nuovo ruolo” delle circoscrizioni, modello di democrazia partecipativa). Il consapevole elettore è invitato, OGGI, ad esprimere il proprio giudizio su questo programma-progetto, facendovi confluire la propria adesione con il voto; e, tuttavia, interesserà soprattutto DOMANI, se il successo arriderà alla lista. Tanto sarà possibile, se si è convinti sostenitori del FINE che si intende perseguire, adeguando, ad esso, i MEZZI. Un programma-progetto, dunque, effetto di idee ed orientamenti; opinioni e riflessioni; talora esperienze dirette che si riconoscono in un vincolo collettivo: ama, sempre, la tua città; ma, il 7 giugno, AMA BERGAMO, soprattutto. Vi invitiamo a condividere questa esperienza unendovi a noi con il vostro voto. Lo esige la democrazia.

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Un programma elettorale deve essere incardinato in una sana politica, deve avere, a nostro avviso, finalità precise e raggiungibili, metodi trasparenti per una sempre migliore qualità di vita sociale e individuale. Non deve essere una vuota espressione, ma un traguardo da raggiungere per una città a misura d’uomo. Possiamo affermare di essere discosti da affiliazioni partitiche per tener fermo solo il principio del bene per il cittadino. Il programma per una migliore vivibilità nella nostra città presuppone fondamentalmente che: • sia interpretato correttamente il suo specifico storico e venga assicurato alla città un

futuro urbanistico adeguato, garanzia di crescita, sviluppo e decoro civico • sia mantenuto il rispetto della persona in una società armonica con garanzia di

assistenza solidale, efficace ed efficiente nei servizi • siano potenziate le proposte culturali per la valorizzazione delle intelligenze esistenti,

nella loro creatività con ogni struttura disponibile allo scopo • sia attuata una “concreta sicurezza”, intesa come garanzia di vita, scevra di ogni tipo

di pericolo. I valori identitari e l’amore per la nostra città costituiscono per noi la base di riferimento per migliorare di fatto l’intera comunità. Proponiamo che debbano essere ben allineati con la futura realtà dei nostri tempi. L’essenza della città, ossia della nostra società, si conferma e si sostanzia nell’impegno rigoroso, nel rispetto delle regole amministrative e nella correttezza dei rapporti umani e democratici per il miglioramento della comunità in sintonia, in particolare, con il sostegno e la valorizzazione della persona e della famiglia. Valori che sono strettamente interconnessi, segnano il livello etico di ogni nostra proposta, evidenziano lo specifico della nostra cultura, manifestano la nostra politica, significano il modo di mettersi al servizio del cittadino; non entro settari ideologismi, non sottesa a interessi delle molteplici corporazioni.

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IL DISEGNO DEL NOSTRO IMPEGNO CIVICO

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A) IL PROGRAMMA URBANISTICO RELATIVO AL GOVERNO DEL TERRITORIO CITTADINO

1 - L’IMPEGNO LA CITTÀ: ORIGINE, SVILUPPO E VITA

La nostra città si è organicamente configurata attraverso un processo evolutivo scaturito dal felice rapporto fra la preesistenza articolata di bacini ambientali offerti dalla natura locale e le prime comunità bergamasche, mosse dal bisogno creativo di modellarsi un habitat congeniale alla loro natura sociale, individuale e collettiva. Con ciò assunse il “proprio specifico”, che ne ha definito il volto, disciplinato l’evoluzione della forma urbana, specificata e definita la propria struttura sociale. Ora è una realtà viva, libera e indipendente, nella storia lombarda; è manifestazione creativa della più evoluta pluralità urbana; valore che incanta non solo l’occhio, ma investe lo spirito, la vita, il benessere quotidiano, l’autonomia, la dignità il rispetto per l’individualità del cittadino nella comunità; senza ostentazioni vanitose, come risulta oggettivamente nella sua forma urbana, vaso espressivo della sua forma sociale tradizionale. Se la sua storia è sfociata nella sua bellezza, ora patrimonio e riferimento per la sua moderna evoluzione, essa ha ora bisogno di essere interpretata per essere lealmente governata. Il governo di tale preziosa eredità dovrà quindi farsi carico di conservare la continuità della sua naturale specificità ed evitare di arenarsi in un piatto conformismo amministrativo con la conseguente perdita d’identità. Occorre che la nostra città non perda il proprio volto, in cambio di una cultura soporifera offerta surrettiziamente dagli standard dell’economia consumistica, che rende tutte le città uguali, monotone, disarmanti, socialmente culturalmente effimere e gregarie. CONFERMA DELLA SUA IDENTITÀ EVOLUTIVA

Il “Piano di Governo del Territorio” impegna esplicitamente la responsabilità politica dell’Amministrazione. Ciò, per consentire una più puntuale e flessibile applicazione della disciplina urbanistica, in parallelo con la dinamica della cultura e della tecnica maturate in città con l’evolversi storico del tempo. Il nuovo strumento urbanistico deve essere il “PROGETTO DI UN PROCESSO”, sostitutivo del P.R.G., statico e fisso nel Disegno e nella Norma attuativa, fino ad ora sperimentata. Il tradizionale P.R.G., demandato all’urbanista di chiara fama, nell’articolazione tecnica e nei contenuti culturali, secondo la Legge Urbanistica Nazionale, era semplicemente vagliato e adottato dal Consiglio Comunale; successivamente, con la firma del Sindaco, del Segretario comunale e del progettista, entrava burocraticamente in vigore, gestito dagli Uffici tecnici dell’Assessorato all’Urbanistica, per essere applicato all’attività edilizia cittadina. La figura e la responsabilità del Sindaco risultavano allora, meno sostanziali e più rituali. Con l’adozione del PGT (Piano di Governo del Territorio) il regime della pubblica responsabilità amministrativa è praticamente e sostanzialmente cambiato: più efficace e diretto; più definito e tecnicamente migliorato.

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I NODI TECNICI FONDAMENTALI 1.a - I termini operativi fondamentali su cui incardinare la concezione dello strumento urbanistico (P.G.T.)

- la storia: conoscenza della vita specifica della città - il paesaggio: riscontro e testimonianza diretta della storia in termini spaziali e visivi

- i bacini ambientali: i borghi, i quartieri o ambiti circoscrizionali parzialmente definiti nella loro specifica tradizione 1.b - I termini per la gestione amministrativa: 1.b1 per la responsabilità politica - governo centrale: Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale - governo periferico: Circoscrizioni in relazione ad ambiti urbani omogenei 1.b2 per la responsabilità tecnica - la progettazione generale esecutiva, all’Urbanista di chiara fama (libero professionista) - la redazione e gestione burocratica, all’apparato tecnico degli uffici comunali. 2 - LA REDAZIONE FORMALE DELLO STRUMENTO TECNICO URBANISTICO - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (LEGGE REGIONALE 12 / 2005) - Le tre articolazioni tecniche specifiche da sottoporre al Consiglio Comunale per l’adozione 2.a - IL DOCUMENTO DI PIANO - quadro degli obiettivi programmati da attuare -

ragione e definizione - organizzazione spaziale e formale complessiva della città in funzione e nel rispetto

storico specifico dei suoi quartieri, dei borghi, dei bacini ambientali, ora amministrativamente raggruppati in aree circoscrizionali omogenee;

- assetto urbanistico espressivo dell’organizzazione sociale, culturale ed economica dei suoi abitanti

- evoluzione aperta secondo di tutte le potenzialità specifiche dei luoghi e dei loro storici e nuovi abitanti 2.b- IL PIANO DEI SERVIZI - atto per la qualificazione e la crescita civile della vita in città -

finalizzati: - ad aggiornare e completare gli esistenti:

- a promuovere con i nuovi, la disponibilità della città nel soddisfare la varietà delle esigenze più affinate ed evolute dei propri abitanti; nel rigoroso rispetto della funzione e scala

dell’ambito a loro destinato; - in relazione delle esigenze di quartiere; - in relazione delle esigenze di più quartieri raggruppati; - a livello dell’intera città

- a livello territoriale dei contesti, provinciale, regionale e statale.

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2.c - IL PIANO DELLE REGOLE - dalla funzione normativa - disciplinerà - l’area di applicazione relativa all’intero patrimonio civico, storico, artistico, paesistico e ambientale, puntualmente censito dal Piano delle Regole nelle sue articolazioni specifiche: naturali, urbanistiche, architettoniche, gestibili secondo parametri standard tradizionali facilmente decifrabili dalla gestione burocratica del P.G.T. fisserà

- le modalità da osservare negli interventi di modifica ambientale, architettonica e urbanistica (in relazione alle densità fondiaria e territoriale, all’altezza degli edifici, alle distanze fra corpi edilizi e dai confini di proprietà) di tutto ciò che costituisce il patrimonio di interesse pubblico cittadino.

definirà - l’efficacia giuridica e la validità temporale di ogni vincolo elencato nel Piano delle Regole in congruenza con il Documento di Piano e il Piano dei servizi.

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A.1 Note esplicative del programma urbanistico

- concernenti la redazione progettuale delle sue fasi attuative - La città storica originata da vari bacini ambientali naturali si è articolata e definita policentrica. La stessa configurazione dovuta alla topografia del suo territorio l’ha caratterizzata anche in preziose diversità ambientali, naturali, urbanistiche, architettoniche, economiche, culturali, sociali e tradizioni storiche umane. L’insieme urbano dei suoi bacini ambientali concorre ora a determinare lo specifico paesaggio urbano costitutivo della città; in altre parole nei brani costituivi della sua storia. La pubblica Amministrazione dovrà quindi farsi carico coerentemente di sviluppare la “Cultura della città” attraverso i tre cardini elementari nelle loro specifiche declinazioni: 1 - SPAZIALE: a - sull’acquisizione fisica della forma topografica, della natura geologica, vegetativa del terreno b - sullo stato climatico del luogo c - sulla pluralità e varietà dei bacini ambientali con le comunità urbane storicamente insediate e - sulla carica del “segno” aggregante della tradizione, entro i singoli bacini ambientali e del loro rapporto con il contesto limitrofo, dovuto a riferimenti artistici, nodi urbani, sociali, culturali, segni particolari di identità. 2 – SOCIALE: a - sulla metamorfosi della tradizione bipolare del servizio di governo, civico e religioso; b - sulle attività produttive: agricola, artigiana o industriale, terziaria o dei servizi c - sulle attività culturali, ricreative di scambio e socializzazione 3 - DINAMICO: a - nel senso di evoluzione aperta a modellare democraticamente la città come sintesi creativa del rapporto “Spazio e Società” – “forma e funzione” -; b - come atto che libera la facoltà creativa del cittadino abitante, nel rispetto del patrimonio e della libertà collettiva. Il fine è quello di attuare un ideale di città civile per qualità di vita individuale e sociale, aperta a scambiare esperienze con altre culture, con autonomia e dignità, senza spirito gregario. - L’Amministrazione, ora in scadenza, non ha colto, durante la fase di transizione dal P.R.G. al PGT con sufficiente responsabilità critica, la causa e gli effetti delle operazioni programmate: ha ridotto lo sviluppo civile della città, con l’approvazione di Piani integrati di intervento, per la sola teatrale incentivazione degli investimenti finanziari, pubblici e privati, rozzamente, e con poca apertura verso la sensibilità dei suoi elettori - Per comprendere in termini più estesi la consistenza e le implicazioni amministrative della traccia programmatica esposta sarebbe consigliabile la lettura del saggio storico – critico di Mumford Lewis “Cultura della città”, Comunità - Milano1954.

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- concernenti un’appropriata soluzione tecnica dei nodi relativi alla gestione politico amministrativa -

Si devono necessariamente considerare due momenti operativi cardine legati alla pubblica responsabilità urbanistica: - il processo tecnico – progettuale - - il processo tecnico – amministrativo - - per il processo tecnico – progettuale occorre: a - conoscere storicamente la forma urbana della città secondo le infinite relazioni che la plasmano attraverso lo spazio che visivamente la significa e la ragione sociale che lo determina; per questo è necessario istituire un osservatorio permanente con il compito di rilevare, monitorare e archiviare, per documentare la dinamica evoluzione morfologica della città b - interpretare i dati oggettivi rilevati, alla luce dell’esperienza critica più attuale per proporre, nella continuità dello specifico storico, la crescita evolutiva della città; per questo è necessario delegare la funzione a una persone di “riconosciuta competenza” in storia dell’arte, civile e religiosa; in sapienza spaziale, urbanistica e architettonica; in esperienza politica, sociale ed ecologica; in tecnica della produzione c - formulare scelte, democraticamente condivise e fatte proprie dalla responsabilità politica della pubblica Amministrazione; per questo è necessario formare una commissione, espressione del governo cittadino in carica, per le scelte d’indirizzo da praticare attraverso le deliberazioni del Consiglio Comunale. d - prefigurare tecnicamente l’evoluzione del territorio urbano comunale garantendo ”creativamente” la fondamentale congruenza con la specificità storica della città, la rigorosa compatibilità delle “varianti” resesi necessarie con il contesto cittadino oltre che con quello più più esteso del territorio circostante dei comuni limitrofi; per questo è necessario affidare ad un professionista di “riconosciuta competenza” la responsabilità creativa del disegno urbano e la redazione formale del progetto all’esperienza della gestione urbanistica locale del comune e- partecipare all’Amministrazione Comunale – Sindaco, Giunta e Consiglio – le fasi fondamentali dello sviluppo progettuale per accertare la doverosa condivisione della responsabilità della Committenza; per questo appositi delegati della redazione tecnica del progetto illustreranno alla committenza, in particolare e in generale, le fasi fondamentali di sviluppo progettuale in funzione dei compiti loro assegnati f - concludere l’esposizione e l’illustrazione al pubblico, dei documenti e degli elaborati del progetto urbanistico, in variante parziale o generale completi, per la raccolta registrata dell’opinione pubblica cittadina più significativa da portare nel dibattito nel Consiglio Comunale durante il vaglio critico, l’approvazione e l’adozione del nuovo progetto urbanistico. - per il processo tecnico - amministrativo occorre: a - allinearsi a quanto prescritto dalla L.R. 11 marzo 2005 n° 12 , “Legge per il Governo del Territorio” (vedi adozione del P.G.T.). Indispensabile sarà per noi lo studio rigoroso del PGT., strumento urbanistico recentemente adottato dal Consiglio Comunale in scadenza di mandato elettorale, per verificare se sia, nel merito, da ripuntualizzare e quindi da riadottare. .

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A. 2 Allegati esemplificativi del programma urbanistico relativi alla soluzione di alcuni nodi ritenuti importanti per la nostra città

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A. 2.1 - “PORTA SUD” o sviluppo del progetto norma P.N. n° 11 del P.R.G. (codice AS 3 AT_a/i8 del P.G.T.)

La proposta di Porta Sud S.p.A prevede un gigantesco intervento che interesserà circa un quinto della città, con una edificazione di ben 1.850.000 mc., ben oltre gli 872.000 previsti dal P.R.G. Secchi e Gandolfi, come terzo centro direzionale cittadino, con grande indotto abitativo residenziale, terziario e commerciale. Nel complesso un masterplan, non convincente. Tale proposta: elude la connessione con le prescrizioni del P.R.G; non relaziona il ruolo dell’area del “Piano Norma” con la continuità organica della maglia urbana cittadina mediante l’asse “decumano” di viale Papa Giovanni XXIII, che connette Porta Nuova e Città alta, per concluderlo in un nuovo “Polo” oltre la linea ferroviaria da destinare agli incontri, all’attesa e alla ricreazione dei cittadini, oltre che a luogo rappresentativo per ricevere con civile distinzione gli ospiti turisti in visita alla città. Ignora gravemente l’esiguo limite potenziale della rete storica delle strade del contesto perimetrico su cui graverà la consistente edificazione volumetrica, nella sua molteplice funzione e destinazione locale ed extraterritoriale, intercomunale e regionale, eccitando al delirio la “mobilità” locale e quella del contesto già da tempo in grande crisi. La nostra proposta alternativa scaturisce dalle prescrizioni del P.R.G., migliorandole, per garantire la più armonica congruenza con il quadro generale della nostra città. I cardini operativi della nostra proposta sono: in linea tecnica operativa: il trasferimento della volumetria edilizia prevista sull’area del sedime ferroviario dismesso nell’area equivalente, destinata a verde dal P.R.G., disponendola a cavallo e lungo l’asse di scorrimento veloce tangenziale alla città, per un facile accesso al futuro complesso edificato, sia dall’esterno che dall’interno alla città, per non gravare sui rami delle strade interne dell’abitato storico cittadino; la costituzione di un parco arboreo nell’area del sedime ferroviario dismesso: un “Central Park” dopo il folto edilizio di viale Papa Giovanni XXIII; una forte pausa verde, psicologicamente rilassante; necessaria rarefazione intorno al nodo di scambio dei mezzi di trasporto pubblico in arrivo e in partenza dalla città; la conclusione formale della configurazione dell’asse “decumano” urbano della città, storicamente originato con l’insediamento della città antica entro le mura, sviluppato in piano nel Novecento intersecando il Sentierone in corrispondenza di Porta Nuova, per concludersi - terza ed ultima tappa – in una consistente massa di verde pubblico, a surrogare simbolicamente l’antico infinito orizzonte agricolo, ormai perduto, oltre la ferrovia. Inoltre l’allineamento, in parallelo con la piazza del mercato, prospiciente su viale Papa Giovanni, delle tre stazioni di accesso alle autolinee, ai treni del servizio ferroviario statale e al servizio metropolitano provinciale esteso alle valli e alla stazione aeroportuale di Orio; la conferma della piazza e del teatro già proposti, come snodo di ingresso alla città fra le stazioni in arrivo e in partenza dei mezzi del collegamento territoriale dell’hinterland; la conferma del campus scolastico; la nuova configurazione di un “Centro Direzionale” al posto dell’area verde, trasferita urbanisticamente nella stessa dimensione, sull’area dell’attuale sedime ferroviario e di un asse viabile di penetrazione a due livelli: a cielo libero per il collegamento alla tangenziale di transito territoriale, e interrato per la sottostante linea metropolitana di collegamento aeroporto-città. In linea tecnico-amministrativa: la separazione delle aree di intervento minimo previste dal P.N. n° 11 in quelle necessarie alle operazioni infrastrutturali di interesse pubblico e in quelle di contorno con la ricostituzione della società impegnata ai due livelli di responsabilità dei soci: pubblici e privati, in relazione alle competenze decisionali, dirette o marginali. Siamo convinti con ciò di interpretare realisticamente la nostra città: di contribuire a indicare la traccia pertinente alla soluzione dell’ultimo nodo urbanistico per il suo completamento moderno, con semplicità, rispetto della tradizione storica, estetica e culturale, senza traumi, contraddizioni, minore impegno di spesa rispetto al progetto della “Società Porta Sud S.p.A.” e di fornire con la nostra proposta, un consistente positivo esempio per la soluzione dell’asfissiante problema che inquina la mobilità locale e di un suo vasto contesto della nostra città.

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A. 2.2- IL destino dello storico complesso degli Ospedali Riuniti (Codice Largo Barozzi AS 2 del P.G.T.) Dopo la decisione di costruire il nuovo ospedale alla Trucca, si rese indispensabile decidere sul destino di tutta l’area dei Riuniti, resasi libera, complessivamente di mq. 141.957. In una propria delibera del 2004, il Consiglio Comunale di Bergamo, approvava l’atto integrativo dell’accordo di programma firmato a Cernobbio dal Ministero della Salute, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Bergamo, dalla Provincia, dalla Direzione degli Ospedali Riuniti e dall’Università secondo il quale una parte della predetta area, sino a 80.000 mq circa, poteva essere destinata alla creazione di un campus universitario e la restante parte alienabile in funzione delle necessità finanziarie (76,5 mln di €) per il nuovo ospedale. Quest’area, usufruibile per edilizia privata, può consentire ora un ricavo di circa 90-100 mln di €, superiore al necessario; sufficienti ad affrontare anche le spese di trasloco e acquisto di nuove attrezzature. Per l’istituzione del campus universitario il Ministero della Pubblica Istruzione, (Ministro Moratti), aveva allora promesso 40 milioni di € da usufruire a partire dal 2008. Tale impegno ministeriale non fu mantenuto, ma non fu compiuto dalle nostre istituzioni alcun atto per sollecitare a mantenere la promessa sovvenzione. Recentemente il Rettore dell’Università di Bergamo ha pubblicamente manifestato più volte la sua inspiegabile avversità ad accettare la destinazione a campus universitario dell’area degli OO. RR. di Bergamo, prescritta dal P.R.G., definendola “concezione antistorica”!, oltre che per la mancata disponibilità del contributo ministeriale dei 40 milioni. In seguito a ciò “Lombardia Infrastrutture”, proprietaria dell’area, ha formulato una proposta speculativa che prevede una edificabilità di 132.368 mq. di cui 76.226 mq. (57,58 %) per uso residenziale, 21.897 mq.(16,54 %) per terziario-commerciale, uffici, centri benessere e commerciali, 7.420 (5,61 %) per uso alberghiero, 20.000 mq. (15.11 %) usi universitari, 6.825 mq. (5.16%), altro: fondazione azienda ospedaliera, scuola materna, asilo, chiesa. Questa soluzione consentirebbe un realizzo di oltre 160 milioni di euro, cifra enormemente superiore alle necessità dell’Ospedale nuovo! Questa proposta auspicata, attesa, già sancita con strumenti giuridici e burocratici, ha ceduto il passo ad una speculazione edilizia, alla più indegna delle soluzioni, che istituzioni pubbliche possano avallare. LE NOSTRE IPOTETICHE DESTINAZIONI a - Un “Campus universitario”, inteso come un’entità giuridica, educativa e sociale costituita da un complesso organico comprendente: una “cittadella degli studi”; unità residenziali abitative; locali per studio, intrattenimento, tempo libero. Tutto ciò nell’ambito di una concezione urbanistico architettonica unitaria, nel rispetto dell’unità della struttura storica. A livello didattico questo avrebbe consentito l’integrazione tra le facoltà mettendo in comune gli spazi e i servizi per la didattica; la possibilità per gli studenti di sfruttare l’offerta multidisciplinare complessiva; la possibilità per l’ Università di ottimizzare e razionalizzare l’uso delle risorse. Così pure una maggior valorizzazione del concetto di dipartimento, che avrebbe permesso di “leggere” la presenza universitaria per raggruppamenti disciplinari omogenei e dare risalto alla ricerca come attività principale per la garanzia della qualità dei docenti. Come punto focale del campus una biblioteca centralizzata come luogo d’incontro fra didattica e ricerca, fra studenti e docenti, fra Università e città. Questa realtà nuova e più qualificata avrebbe consentito di entrare in quella concorrenza di saperi con una maggior forza attrattiva per raggiungere una vera eccellenza di studi, nonché una maggiore evidenza alla funzione di alta formazione e di educazione ricorrente come elemento qualitativo che rafforzi i legami, già esistenti, con il mondo esterno all’Università, sia tramite i legami con le istituzioni di ricerca internazionali, che con il sistema produttivo locale e nazionale. Per la nostra città sarebbe stata l’occasione di riconfermare un baricentro storico nel suo tessuto urbano e riconoscersi in una diversa identità; evitare definitivamente l’attuale promiscuità dell’uso del territorio, realizzando a rete nel proprio interno situazioni di concentrazione e evitando le dispersioni di un’Università frammentata e dislocata. La stanzialità studentesca avrebbe potuto ridurre l’impatto rispetto all’attuale Ospedale con un minor peso sulle strutture circostanti e un minore inquinamento ambientale. Altre città italiane hanno colto opportunità simili, tra gli altri si citano gli esempi di Lecco, Reggio Emilia con il riuso del complesso degli ospizi di San Lazzaro, e di Forlì con il recupero dell’ospedale novecentesco.

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b - L’istituzione di una facoltà medica, troverebbe nella nostra città una collocazione di eccellenza. Esistono spazi per l’inserimento nella prevista zona universitaria di insegnamenti per un corso regolare di laurea in medicina, sia per quelli riguardanti le materie dei primi anni della facoltà, sia per quelli specifici delle varie cliniche. La vicinanza dell’Ospedale Nuovo avrebbe realizzato e realizzerebbe un’unicità della facoltà di medicina con soluzioni ottimali. Una tale realizzazione così coordinata avrebbe dovuto fugare sul nascere i dubbi sull’eccesso di sedi universitarie di medicina; la qualità ha sempre ragione sul numero. Como e Varese si sono infatti organizzate in tal senso. Certamente facoltà di altre città della Regione o del nord avrebbero accettato di buon grado una tale possibilità. c - Istituzione di una sede di scuola di specializzazione post laurea medica, es. specializzazione in geriatria, sappiamo che il problema dell’invecchiamento acquista sempre più una maggior dimensione sociale: esso si accompagna all’aumento delle patologie croniche ad alta invalidità e di lunga durata, ad un’assistenza continuativa ad alta intensità, ad una richiesta di ricovero correlato oltre che alle patologie, alle condizioni di solitudine o di disagio socio-economico. Si aggiunga il 2,5% di soggetti ricoverati con età inferiore ai 60 anni: ciò allarga il bisogno di tipo sanitario e assistenziale ad altre fasce d’età funzionalmente non più autosufficienti. La catena dei bisogni non più soddisfatta dal sistema familiare, parentale, da badanti o con un vicinato più o meno idonei, condurrà a condizioni non più sostenibili, né psicologicamente, né economicamente. Il potenziamento dei servizi sociosanitari, pur già validi, presto non sarà adeguato, cosicché aumenterà la richiesta di ricovero in strutture protette (RSA), ultima tappa, purtroppo, dopo l’insufficienza di tutti i precedenti presidi. Una previsione sociodemografica della bergamasca ci deve condurre a valutazioni delle esigenze future. Il fabbisogno posti-letto della nostra provincia è valutato intorno al 7%, più una percentuale del 6,7% di ospiti provenienti da altre province. Valutato necessario un aumento del numero delle RSA di dimensioni non superiori ai 120-150 letti, funzionalmente adeguate alla necessità, inserite nella città, non più dislocate nelle periferie nelle quali l’anziano si senta “disperso” e ghettizzato in mezzo a strutture ed edificazioni, psicologicamente opprimenti o addirittura alienanti, ritenevamo proponibile e attuabile la conversione di parte dell’organismo degli OO.RR. in un Ospedale geriatrico, collegato ad una scuola di specializzazione in Geriatria, connessa ad una Facoltà di medicina. Tale RSA, sita in città, avrebbe potuto usufruire di buona parte delle strutture edilizie esistenti, dell’utilizzo di apparecchiature medico-sanitarie e degli attuali servizi di comunicazione. Inoltre, avrebbe costituito un punto di riferimento scientifico a disposizione della rete delle RSA di tutta la provincia. A sostegno della questione dell’invecchiamento, posiamo fornire a richiesta, uno studio elaborato con il dott. Rigoletto, degli uffici informativi del Comune di Bergamo, che ringraziamo ancora, contemplante ipotesi demografiche riguardanti il Comune di Bergamo, riferiti all’invecchiamento della popolazione, al confronto dei principali segmenti demografici, agli indici di vecchiaia, di carico familiare, di carico sociale, alla natalità, alle possibili conseguenze dell’immigrazione. d - Istituti di ricerca, indirizzo tecnologico, industriale, o altro. Siamo convinti che la possibilità di realizzare una di tali ipotesi, sostituendo l’attuale ospedale mediante un progetto variamente articolato, risolverebbe le necessità sanitarie, sociali e culturali della città rappresentando un’occasione unica ed irripetibile. Il Comune ha ora costituito con Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, A.O. Ospedali Riuniti, Ministero del lavoro, della salute e politiche sociali un nuovo accordo di programma che darà il via ad una massiccia speculazione tanto deprecata e assolutamente contraria agli interessi della città. In definitiva, ripetiamo, una grossa speculazione edilizia viene effettuata con il pretesto di una necessità di denaro ben reperibile a sufficienza con l’alienazione di una sola parte dell’area. È nostra ferma intenzione richiedere una revisione di tale Accordo di programma per una soluzione che accolga una delle nostre proposte avanzate.

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A. 2.3. - “ESPANSIONE DELL’UNIVERSITÀ NELL’EX – COLLEGIO BARONI” ? (Codice AS 1 AT_s1 del P.G.T.) - Accordo di programma” per la ristrutturazione del complesso ex-Collegio Baroni, per un ampliamento della sede universitaria in via Pignolo 123 - (Esempio di operazione fondata sull’ignoranza storico-critica della pubblica Amministrazione Bruni) 1) Si tratta di un isolato urbano perimetrato da un lato dalla piazza G. Carrara, dalla salita pedonale di via Noca, dal segmento alto di via Pignolo e dalla via S. Tomaso, che è inserito e costituisce un prezioso e significativo invaso spaziale tuttora integro della nostra città, dall’origine medievale ad oggi. Il recupero dell’impianto storico-urbanistico dovrebbe impegnare l’Amministrazione a elevare, in questo caso, solo il livello della sua moderna fruibilità, mettendo a frutto la qualità dell’offerta in eredità dalla civilissima spazialità socializzante del suo bacino ambientale. Non può essere dimenticato che tale isolato fu negli ultimi cinquant’anni oggetto di un grande impegno di studi finalizzato al recupero del volto storico della nostra città. Vedasi in proposito le pubblicazioni del Comune:

- L’Urbanistica a Bergamo, 1964, Studi Piani particolareggiati di risanamento conservativo del Centro storico di Bergamo; molto interessanti le relazioni introduttive di Motta, Ostrowski e soprattutto quella di Lugli)

- Borghi storici di Bergamo, 1974, Piano particolareggiato di risanamento conservativo - Bergamo, I piani di recupero dei vecchi Borghi, 1980);

Vedasi inoltre puntualmente: - La carta dei Vincoli di Interesse nazionale, pubblicata dall’Amministrazione Comunale.

Nello specifico: per la protezione delle bellezze naturali, legge 29.6.1939 n° 1497 per la protezione dei beni Monumentali, legge 1.6.1939 n° 1089. Edificio e cortile residenziale.

2) Il progetto presentato, con la sua tremenda invadenza e distruzione dello spazio verde intercluso nella cortina di edifici del Quartiere Medievale del Borgo Storico, comporta lo stravolgimento e la rottura della forma storica dell’isolato medioevale compreso tra le vie Pignolo alta, S. Tomaso, piazza Giacomo Carrara, via Noca, specialmente dovuti all’impatto ambientale dell’anomala moltiplicazione ed espansione del volume edificato, 25.000 mc in più dell’esistente. • È evidente il gravissimo danno ambientale alla naturalità per l’interruzione della continuità del verde

presente all’interno del quartiere e l’aberrante sua sepoltura sotto tonnellate e tonnellate di cemento, così come la realizzazione del progetto prevede e di conseguenza comporta;

• l’intervento di progetto, con i suoi tre orrendi gradoni, risulta sconvolgitore ed in contrasto alla tendenza equilibrata di recupero sociale di tutta la zona circostante il Quartiere Medievale, innescata dall’Accademia Carrara con l’apertura della Nuova Galleria d’Arte Moderna ed alle attività indotte;

• la destinazione d’uso di progetto va necessariamente a comportare rilevante appesantimento per il traffico e per la sosta in una situazione di viabilità di zona già fortemente critica, e per quanto riguarda Viale Vittorio Emanuele già abbondantemente oltre i limiti del sostenibile per la gran parte delle ore del giorno, soprattutto nelle ore degli spostamenti lavorativi e scolastici, il tutto aggravato dall’assoluta mancanza nel quartiere di idonei standard viabilistici e di parcheggio.

La proposta di un parcheggio, ora ridotto a 25 posti al di sotto dei gradoni, è inaccettabile, insensata, è soltanto un ulteriore sconcio della zona verde suddetta. La fuoriuscita dal parcheggio sulla via san Tommaso è pure un autentico atto vandalico e una barbarie culturale; essa prevede una ristrutturazione dei numeri civici 40 e 40 A con apertura dei locali a piano terra di detto edificio per consentire il passaggio delle macchine. Dall’esame della scheda relativa emerge che si tratta di un edificio con nucleo centrale del 1400 con ovvi rimaneggiamenti sovrapposizioni del 1500 e 1700. È ovvio che tale ristrutturazione comporti una modifica architettonica delittuosa di tale edificio storico.

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La motivazione del funzionale ruolo universitario attribuito all’ex.- Baroni come nuovo spazio atto a consentire una migliore distribuzione delle attività didattiche, consequenziale alla strategia che vede il sistema universitario articolato in polarità disperse, lontane tra loro non ci trova assolutamente concordi. Come già ampiamente sostenuto la realizzazione di campus universitario nell’area degli Ospedali Riuniti avrebbe consentito un’integrazione tra le facoltà mettendo in comune gli spazi e i servizi per la didattica, la possibilità per gli studenti di sfruttare l’offerta multidisciplinare complessiva e la possibilità per l’ Università di ottimizzare e razionalizzare l’uso delle risorse. Ci è noto pure che la Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Milano in data 2.12.2008 ha espresso che “sarà sua cura valutare il progetto con la massima cognizione di causa a causa di un sopralluogo prossimo venturo, in considerazione dell’importante contesto urbano di riferimento tenendo comunque conto che tale progetto prevede il recisero della volumetria a seguito della demolizione del corpo di fabbrica realizzato nella prima metà del ‘900, demolizione autorizzata dal ministeri per i beni culturali con nota del 19.06.2008”. A. 2.4 - Proposta per la riqualificazione dell’isolato della ex Caserma militare Montelungo (Codice AS 1 At_I 5 del P.G.T.) “PROPOSTA schematica per la riqualificazione urbanistica dell’isolato occupato dall’ex Caserma Militare Montelungo confermata nel P.G.T. come parte dell’ “Area Strategica n.°1, dal ruolo urbano di Polo dell’Arte, Sport, Cultura e Tempo Libero”; L’Ambito Strategico n°1 comprende: - gli ambiti di trasformazione (AT) da PSO. c parte A –catalogo At_s1 - Collegio Baroni (centro) At_i 2 - Stadio Comunale (Valtesse) At_i 3 - Ex Colorificio Miglavacca (Borgo S. Caterina) At_i 4 - Ex Canossiane e S. Tommaso (Centro) At_i 4 - Ex Canossiane S. Tommaso (Centro) At_i 5 - Palazzetto dello sport —Caserma Montelungo/Colleoni (Borgo S. Caterina) - l’ambito del “Polo” da P52. foglio A -grafico di progetto- - L’Accademia Carrara e la GaMEC - La sede universitaria localizzata nel complesso monumentale di S. Agostino in Città Alta - Il Lazzaretto come servizio multifunzionale - Il Campo Utili come attrezzatura sportiva - Il Parco Suardi - Il Parco Marenzi - Il Parco Galgario il tutto perimetrato come ambito nel P.G.T. a vocazione urbanistica di “Polo” cittadino dell’Arte, dello Sport e del Tempo Libero, con apposito segno che va, da Porta S. Agostino, a via Pignolo alta e bassa, via Frizzoni, via Cesare Battisti, viale Giulio Cesare, include lo Stadio e il Lazzaretto per passare dal ponte di S. Caterina in via Baioni, comprendere il Campo Utili, scendere lungo il

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torrente Morla, volgere verso lo spalto delle Mura Venete, salirlo verticalmente per includere il complesso monumentale di S.Agostino e concludersi alla Porta d’inizio della descrizione. Le tre articolazioni assegnate al Polo Urbano risultano impegnative per la promiscuità conflittuale dovuta alla loro prevedibile singola espansione vitale se dimensionate alla scala locale, se si considera poi criticamente la coesistenza forzata nello stesso bacino, dell’università e dello stadio, organismi di natura territoriale, per la loro anomala presenza fuori scala, risultano incompatibili e da escludere dall’ambito del Polo previsto dall’Amministrazione. Per lo stadio però è prevista la riduzione urbanistica alla scala di una sua utilizzazione locale, quindi risulterà in futuro ammissibile entro l’Ambito Strategico (n° 1). Per l’organismo universitario invece, locato in S. Agostino, data la sua specifica natura, la scala territoriale e l’appartenenza all’Ambito Strategico (n°7), dovrà porsi correttamente fuori dal perimetro dello stesso Ambito Strategico (n° I), per non risultare urbanisticamente devastante l’intero Polo tri-articolato. Gli organismi culturali, artistici, ricreativi -del tempo libero- e sportivi, dovrebbero costituire ulteriori polarità minori dovute alla presenza di ogni funzione ammessa entro il Polo Urbano complessivo. Ogni loro presenza dovrà configurarsi come organismo autonomo, definito e compiuto senza commistioni e interferenze. L’area destinata a verde per la ricreazione a cielo libero costituirà invece anche l’invaso connettivo dello spettacolo spaziale delle articolazioni del Polo Strategico cittadino Considerazioni specifiche sul “polo” elementare dell’Arte Per l’Accademia Carrara, nell’impegno della sua riorganizzazione e aggiornamento generale in corso, è l’occasione per maturare e definire anche un proprio assetto urbano, per il rispetto della sua importanza storica, per la cultura artistica veicolata in città dalla fondazione e l’indubbio interesse nazionale e internazionale delle relazioni che potenzialmente può aprire e sviluppare. Il patrimonio dell’Istituzione consiste: - nella Pinacoteca, dove risultano collezionate quasi tutte le scuole artistiche dal primo Rinascimento all’Ottocento Italiano, a testimoniare la sapienza antica; - nella scuola, di duecento anni di vita, guidata da una successione di illustri maestri di fama nazionale e internazionale, ora verso una più organica collocazione e un più aggiornato livello formativo; - nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, recente ribalta del confronto fra esperienze artistiche di tutto il mondo. Il quadro del suo processo evolutivo sta puntualmente: - in un nuovo complesso scolastico per la formazione artistica, che trascende il gusto della cultura sociale convenzionale del tempo: l’operatore è l’artista, - in un nuovo complesso scolastico per la formazione estetica, attività creativa legata al gusto sociale, economico e produttivo del tempo: l’operatore è il designer, - in un complesso espositivo relativo ai due livelli della formazione e della produzione, artistica ed estetica, (artigiana e industriale), cittadina, regionale e nazionale, per aggiornare l’attuale disponibilità della GAMeC. A2.5 - IL NUOVO GLENO e il progetto del suo contesto

(Codice AMBITI ESTERNI At_ep/i/s43 del P.G.T.) Rileviamo un’insufficiente riflessione e non siamo d’accordo sulla tipologia della nuova struttura per quanto riguarda: il numero dei posti previsti per la nuova struttura

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le dimensioni della struttura la relazione tra dimensioni della struttura e costi di gestione e siamo decisamente contrari all’entità e caratteristiche dell’edificazione prevista. Il progetto del Nuovo Gleno o meglio della Casa di S. Maria Ausiliatrice, e i dati tecnici sulla nuova RSA di via Monte Gleno, ci inducono ad esprimere compiacimento per la creazione di una nuova struttura, conforme alle esigenze funzionali di una RSA moderna, collegata a criteri di una gestione corretta con una pluralità di offerte, con servizi adeguati, anche aperti all'esterno. Soluzione quest'ultima certamente fulcro di un reddito permanente, indispensabile per l'economia della RSA, che aggiunge, in tal modo, ai compiti istituzionali la funzione di ente erogatore di servizi anche all'esterno e a disposizione della comunità tutta, quali possono essere le varie prestazione di riabilitazione motoria, cardiologica e similari. Condivisibile pure la previsione di un misto di residenza con la prevalenza degli alloggi sulle stanze. Tale intervento, che rappresenta un momento di trasformazione e riqualificazione di una parte importante della città, ci trova, tuttavia, in una posizione critica, per diversi motivi: insufficiente riflessione e discordanza sulla tipologia della nuova struttura e decisa contrarietà sull’edificazione prevista. Insufficiente riflessione e discordanza sulla tipologia della nuova struttura Numero dei posti previsto per la nuova struttura: sono previsti nella nuova struttura 421 posti a regime, più 65 per degenza di day Hospital e ciò in relazione alle domande della città di Bergamo. Non riteniamo siano stati adeguatamente valutati il fabbisogno, ma soprattutto l’evoluzione della domanda di posti letto e se sia stata preso in sufficiente considerazione l'aspetto sociodemografico previsionale della bergamasca. Per costruire una RSA alcuni indici vanno ben presi in considerazione. L'invecchiamento in Bergamo e Provincia è in aumento progressivo. Un possibile modello di proiezione demografica rende bene l’andamento del fenomeno: dai dati provinciali si nota un aumento annuale in crescendo costante secondo una curva quasi rettilinea a partire dal 2001 al 2051 e con una presenza di circa 170.000 anziani sopra i 64 anni nel 2003 sino a raggiungere 250.000 nel 2020, 360.000 nel 2040. Disaggregando i dati per quinquennio d’età è evidente un incremento degli oltre sessantaquattrenni in misura maggiore per gli ultra settantenni, soprattutto per i periodi 70 - 74, e 75 - 79. È inoltre un invecchiamento prevalentemente al femminile, caratterizzato da due condizioni: la disabilità con prevalenza di patologie croniche ad alta invalidità e lunga durata, e la vedovanza. Quest'ultima condizione porta come conseguenza in alta percentuale la solitudine. L'83 % degli ospiti di RSA proviene da condizioni di solitudine (vedovo, celibe, separato, divorziato). Merita pure tenere in considerazione il 2,5 % di ospiti con età inferiore ai 60 anni: ciò allarga il bisogno di tipo sanitario e assistenziale, pur confermandosi il fatto che la RSA accoglie una popolazione grande anziana, in condizione di salute sempre più compromesse e priva di una rete familiare in grado di provvedere ai bisogni quotidiani. L'indice di fabbisogno di posti letto per la nostra provincia è valutato intorno al 7%.Esiste pure una percentuale del 6,7% di ospiti provenienti da altre province della Regione. La definizione della necessità di posti letto, però, non dipende solo dai dati demografici, ma è anche una risultante di altri fattori : • L’aumento delle patologie croniche, ad alta invalidità e di lunga durata, collegate con l’invecchiamento • le caratteristiche degli ospiti ricoverati, • l'aumento della richiesta, correlato oltre che alle patologie, alle condizioni di solitudine o di altro disagio

socioeconomico • la riduzione dei posti letto autorizzati per adeguamento alla normativa regionale • Altre risposte, cui tener conto: posti letti temporanei di sollievo, a sostegno del nucleo familiare per periodo definiti posti letto convalescenza con collocazione temporanea in RSA, a disposizione di anziani in dimissione dai reparti ospedalieri e riabilitativi con l’impossibilità di un’assistenza domiciliare posti letto pronto intervento che richiedono inserimenti immediati in attesa di collocazione stabile più

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idonea posti per stato vegetativo persistente: aumento incidenti della viabilità e di provenienti da centri di rianimazione (2,2 x 100.000 ab. nel 2001). • liste di attesa: voce questa controversa; certamente in diminuzione, per molti fattori come le badanti,

l'azione di "filtro" svolta dai Servizi di assistenza domiciliare, dai Servizi di Assistenza Domiciliare Integrata e dall'Assistenza Domiciliare Programmata.

• le dimissioni da RSA: valutate nel 2004 intorno all’8,4 %. Ogni due dimessi uno torna a domicilio, l’altro in altra RSA

• i decessi: il rischio di morte per i sopra 80 anni è doppio rispetto a quello rilevato sulla popolazione anziana generale.

• immigrati: presenti in alta percentuale all’1.1.2006 (oltre il 16% della popolazione) – comunque componente di più difficile valutazione ed in continua variazione per lo più in aumento

Unici dati certi sono l’aumento della vita media e dell’invecchiamento. Considerazioni sulle dimensioni della struttura e sui costi di gestione Esiste una notevole produzione in letteratura sull’argomento, sia su riviste dedicate, sui Quaderni Regionali di Ricerca della Regione Lombardia. (IRER). Dai Quaderni Regionali di Ricerca della Regione Lombardia. (IRER). Titolo: RSA per anziani: analisi della qualità delle prestazioni, individuazione costi- standard e analisi economico finanziaria. In tale lavoro si definiscono i costi di una giornata di degenza esaminando i costi sanitari, alberghieri, socio – assistenziali, generali, confrontando strutture di diversa capacità di posti letto e precisamente meno di 50, tra i 50 e gli 80, maggiore di 80 posti letto. Lo studio dei costi sanitari è stato condotto con esame dei singoli fattori produttivi: personale, diagnostica, farmaci, presidi. L’analisi dei costi alberghieri è riferita alle tre tipologie di servizio offerto: cucina, lavanderia – guardaroba, pulizie. Da una prima sintesi, confrontando i macrodeterminanti per ciascuno dei tre gruppi di RSA e il peso percentuale di ciascuno sul totale del costo a giornata, si evince che mentre il peso percentuale legato al costo dei servizi sanitari rimane costante, si modifica il costo sanitario a giornata di degenza, in particolare le strutture intorno agli 80 letti sono in grado di ammortizzare i costi di tipo sanitario a differenza di quelle a numero inferiore per la presenza di maggior numero di personale al di sotto del quale non è possibile stare, pena il mancato rispetto degli standards, mentre le strutture di maggiori dimensioni registrano un fenomeno contrario per maggior dispersione degli utenti e maggior propensione al trattamento interno di particolari patologie con maggior assorbimento di risorse sanitarie, che si ripercuote in maggior costo a giornata di degenza. La risorsa prevalente risulta esser il personale sanitario mediamente pari al 92% del costo sanitario. Per quanto riguarda i farmaci si nota come al crescere delle dimensioni cresca il costo della giornata di degenza, quasi certamente per la propensione a curare all’interno patologia che in dimensioni piccole vengono mandate ad altre strutture ospedaliere. Meno determinante l’influenza della spesa per i presidi legati particolarmente alla patologia dell’ospite. Correlazione tra dimensione e costo dei servizi alberghieri, intesi come costo mensa – cucina e costo delle pulizie e lavanderia guardaroba: al crescere delle dimensioni diminuisce il costo a giornata di degenza per quanto riguarda il costo mensa – cucina, non però quello della lavanderia - guardaroba. Correlazione tra dimensione e costi generali: presentano un tendenza crescente al crescere delle dimensioni, quasi ad indicare la necessità maggiore di una sovrastruttura, di servizi amministrativi, di utenze, affitti, manutenzioni e di organizzazione formale al crescere delle dimensioni. Da un’attenta analisi esiste una correlazione notevole (r2 = 0,84) tra dimensione complessiva e costo dei servizi generali. Da rilevare inoltre come questa tipologia di costi, che dovrebbe essere solo di tipo residuale, registri invece un peso percentuale sul totale, pari, se non superiore , a quello dei servizi alberghieri che sono un servizio diretto alla persona. Inoltre va considerato che nelle analisi regionali a questo tipo di costo vanno aggiunti i costi socio – assistenziali che concorrono a determinare con quelli generali i costi “misti” con aumento ulteriore del peso percentuale di questa voce. Si nota che questa

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tipologia di costo è maggiormente “trainante” il costo totale a giornata di degenza, paradossalmente più di quella legata ai costi sanitari. A conferma le grandi strutture di RSA esistenti in Lombardia. In conclusione, relativamente all’analisi sulle dimensioni, si può concludere che i costi a giornata di degenza, sia di ordine totale che di tipo sanitario nelle strutture intorno agli 80 letti, al massimo a 120, sono inferiori a quelle di piccole o grandi dimensioni. La convergenza dei dati della letteratura, quasi corale avrebbe dovuto indurre a riflessioni più meditate. Per le motivazioni sopra esposte avevamo ipotizzato tre sedi di circa 120 posti letto ciascuna, con dislocazioni differenti ben integrate in ambiti urbanisti già altamente strutturati. Ipotesi:

Una prima: l’attuale fabbricato Q (con capacità di circa 126 posti letto) Una seconda potrebbe essere prevista nell’area dell’attuale Istituto Matteo Rota, la cui superficie è di mq. 14.500 ca. e la volumetria esistente di mc 31.000 con possibilità di ristrutturazione o meglio di nuova edificabilità. Una terza potrebbe trovare sede in un’area degli attuali Ospedali Riuniti. La seconda e la terza proposta avrebbero richiesto ovviamente soluzione politiche e amministrative delicate e coraggiose, tuttavia tali soluzioni rientrerebbero nei parametri che la letteratura corrente ritiene validi per una scelta di localizzazione in un ambito urbanistico di grande valore, per una gestione corretta nei sui aspetti sociosanitari ed economico funzionali, nonché la disponibilità di sedi che possano consentire il movimento degli ospiti, i quali possano sentirsi vivi ancora in città. Avrebbero consentito inoltre una maggiore opportunità di interventi per Servizi di assistenza domiciliare, Servizi di Assistenza Domiciliare Integrata e d'Assistenza Domiciliare Programmata, nonché la disponibilità di una sede che possa ospitare un centro erogatore di servizi per la comunità esterna e quindi più facilmente raggiungibile e accessibile con minori costi e minor perdita di tempo per gli eventuali utenti esterni, ovviamente, per lo più, in condizioni fisiche precarie. Decisa contrarietà sull’edificazione prevista Sono previste 3 U.M.I dall’Accordo di programma UMI n 1 (Rsa) Slp mq 42.775 Volumetrie: metri cubi 75.000 più 32.490 per recupero edificio esistente. Totale mc 107.490 UMI n 2 (nuovo quartiere) Slp mq 27.650 Volumetrie: metri cubi 122.499. Umi n. 3 (produttivo lungo l’asse interurbano) Slp mq 27.650 Volumetrie: metri cubi 82.950 Slp totale mq 137.535 VOLUMI TOTALI INTERVENTO GLENO = Metri Cubi 312.939. Altezze massime consentite: da 3 a 15 piani sulla UMI 2 Si pone il problema della dimensione e delle tracce che l’intervento è destinato a lasciare sul territorio. 312.939 metri cubi corrispondono, per avere un’idea, all’80% delle volumetrie degli Ospedali Riuniti. (Un’area quest’ultima che ospita ogni giorno migliaia di pazienti, migliaia di dipendenti e circa 5.000 frequentatori al giorno).

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Riteniamo si debba trovare il giusto equilibrio tra la riconosciuta esigenza di individuare risorse per risanare la Fondazione e la necessità di evitare che l’operazione si appesantisca rendendone difficile la sostenibilità territoriale. (Il problema del risanamento ed appianamento della gravissima situazione debitoria in cui si trovava la Fondazione sembra ormai in gran parte risolto con il lascito Begnis) . Dall’esame delle funzioni si ritiene • di accettare le volumetrie previste per la nuova RSA • di proporre riduzione delle altezze dei due previsti edifici alti 15 piani, che non trovano giustificazione

alcuna, se non quella di una speculazione edilizia, a non più di 8 • di ridurre pure i due grandi edifici di 10 piani pure a 8 • di cancellare la prevista edificabilità privata aumentando la zona verde già prevista nel progetto Gilles

Clément. A.2.6. - Le Circoscrizioni per la gestione amministrativa della città I consiglieri del Gruppo Misto Mario Girola e Giuseppe Anghileri presentarono in data 23.06.2008 una proposta di nuova articolazione delle Circoscrizioni nella città di Bergamo in attuazione di quanto stabilito dalla legge istitutiva delle Circoscrizioni N° 278 dell'aprile 1976, dalla legge 142 dell'8 giugno 1990 sull'Ordinamento delle autonomie locali, dall'art. 17.3 del D.L.vo 267 del 18 agosto 2000, come modificato dall'art. 2.29 della legge 244/2007 e che qui di seguito, in sintesi, riportiamo: Premesso che tra i compiti della politica vi sono la finalità dell’ascolto e la capacità di ascoltare e di interpretare le opinioni dei cittadini; se non si vuol cadere in dichiarazioni confuse, superficiali o demagogiche, pericolose sul piano politico e soprattutto tecnico, occorre definire tali concetti, pertanto occorre mantenere gli strumenti esistenti idonei allo scopo o trasformarli di necessità per mutate esigenze una gestione democratica della città presupponga, per le marcate differenze ambientali di cui è costituita, un’articolazione del suo Governo in un organismo centrale e più organismi periferici, dobbiamo riconoscere nelle Circoscrizioni le Istituzioni, che, sole, possono assolvere a queste necessità. Convinti che le Circoscrizioni costituiscano lo specifico bacino spaziale naturale entro cui i diversi borghi si sono storicamente determinati con qualità, tradizioni di vita ed esigenze precipue che hanno conferito ai luoghi proprie caratteristiche urbanistiche e sociali,

• ciascuna Circoscrizione debba essere messa in condizione di valutare il proprio bacino ambientale omogeneo e

pertanto sintetizzabile in specificità omogenee, cosicché le Circoscrizioni possano adempiere alla loro funzione di consentire la partecipazione democratica degli abitanti alle scelte evolutive del proprio bacino ambientale e alla eventuale difesa del proprio habitat sociale, diritto civile inalienabile,

• che occorra privilegiare la facoltà partecipativa - purtroppo spesso solo demagogicamente accettata - e

propositiva delle Circoscrizioni, utili ad un disegno complessivo da assumere poi dalla responsabilità globale del Governo centrale. Solo così, scongiurato il vecchio concetto di mera consultazione, la partecipazione e la proposta potranno fornire al Governo Centrale, con potere decisionale, elementi per soluzioni più autentiche, relative alla realtà storica e quindi maggiormente traducibili nella soluzione dei bisogni urbanistici e sociali, tesi ad una migliore qualità di vita nel futuro strumento urbanistico del Piano di Governo del Territorio.

La contingenza dovuta ad indicazioni generiche, imposte per decreto dallo Stato indifferente alla specificità dei luoghi storici, ci impone soluzioni difficili e complesse: la suddivisione in tre Circoscrizioni in relazione al numero di abitanti, previsto per Circoscrizione non inferiore ai 30.000. Ora il rispetto delle zone omogenee sia pur nei limiti del possibile

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diventa più difficile. La prima suddivisione in nove Circoscrizioni degli anni settanta era stata la più rispettosa e coerente delle esigenze e delle omogeneità locali; la successiva riduzione a sette aveva contribuito a creare promiscuità e a indurre una minore puntualità gestionale in alcune di esse, tuttavia la situazione era risultata complessivamente accettabile. Vedi allegato: proposta di nuovi ambiti circoscrizionali 4 e 3 Circoscrizioni: ALLEGATO La legge n° 244 del 24 dicembre 2007 (Legge finanziaria 2008) prevede che nei Comuni con popolazione tra i 100.000 e i 250.000 abitanti si possano istituire Circoscrizioni con popolazione media di ciascuna non inferiore a 30.000 abitanti. Si dovrà quindi procedere ad un ridimensionamento del numero delle Circoscrizioni, a tre ed una riperimetrazione delle stesse. Non sono assolutamente auspicabili, a parere del Gruppo misto, altre soluzioni alternative in quanto foriere di confusione, lacerazioni, scontri, espressioni spesso di gruppi numericamente limitati, rappresentanti per lo più interessi di singoli o di pochi, quasi sempre non omogenei, avvilendo in tal modo una vera partecipazione democratica degli abitanti alle scelte evolutive del proprio bacino ambientale e alla eventuale difesa del proprio habitat sociale. Riconosciuta la validità politica dell'Istituzione - Circoscrizione, espressione di una peculiarità di specifico bacino spaziale naturale entro cui i diversi borghi si sono storicamente determinati con qualità, tradizioni di vita ed esigenze precipue che hanno conferito ai luoghi proprie caratteristiche urbanistiche e sociali, occorrerà, eventualmente,, ridefinire meglio le loro funzioni e i compiti, privilegiando la facoltà partecipativa e propositiva delle Circoscrizioni, in particolare concorrendo alla formulazione del bilancio, formulando valutazioni e proposte riguardo ai criteri di gestione delle materie delegate, utili ad un disegno complessivo da assumere poi dalla responsabilità globale del Governo centrale. Necessita una ripuntualizzazione critica - creativa - di nuovi ambiti circoscrizionali. I consiglieri del Gruppo Misto formulano due ipotesi: l’istituzione di quattro Circoscrizioni, ipotesi che essi intendono caldeggiare per i motivi sopraesposti, oppure, nell’impossibilità di tale realizzazione, l’istituzione di tre Circoscrizioni, escludendo demagogiche alternative. Proposta di nuovi ambiti circoscrizionali - 4 Circoscrizioni: nel rispetto dei principi esposti si può tentare di individuare le quattro Circoscrizioni sulle nove della prima edizione. Questa nuova riperimetrazione dovrà comprendere di necessità Circoscrizioni con superficie maggiore e zone non del tutto omogenee tra loro, ma comunque maggiormente affini. Si può proporre quindi una nuova suddivisione basata sull’opportunità e necessità di finalità economiche, gestionali comuni. Va tuttavia fatta un’altra premessa: le quattro Circoscrizioni dovranno avere una nota fondamentale costitutiva del ruolo entro il progetto del P.G.T. come espressioni delle aspirazioni democratiche degli abitanti locali e della natura e funzione urbanistica dei rispettivi ambiti costituenti la città. Infatti facendo riferimento al Preliminare del Documento di Piano del P.G.T. si evince al capitolo 1, che trascriviamo, come la “Costruzione del quadro conoscitivo, ricognitivo, orientativo”, nella forma di una proposta critica, correttiva e alternativa, (vedi intervento Girola in Consiglio Comunale del 04.03.2008, posto agli atti) sia stata formulata con la seguente sintesi schematica: 1 - Conoscitivo - del patrimonio urbanistico esistente -

a) Il Paesaggio del Territorio Comunale b) Gli ambienti, naturali e urbanistici, che lo costituiscono c) I nuclei abitativi insediati: residenziali, produttivi, direzionali, ricreativi e culturali (quartieri di vita con propria polarità) d) La città policentrica

1.1 - Conoscitivo - della Gestione -

e) Il Governo Civico - del territorio Comunale - f) Il governo periferico o Circoscrizioni - degli ambiti storici o Bacini Ambientali –

2 - Ricognitivo - critico del quadro urbano - del patrimonio e della sua gestione amministrativa pubblica

3 - Orientativo - per un ideale disegno futuro della città - a) Nello sviluppo evolutivo del patrimonio esistente e della relativa gestione politico-

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amministrativa. Ciò in perfetta armonia con la nostra concezione e intendimento delle Circoscrizioni come espressione di Governo periferico della città. I fini conoscitivo, ricognitivo e orientativo si traducono tecnicamente nell’assunzione dei seguenti quadri gestionali:

Bacino Storico consolidato

Circoscrizione N° 1 comprende: 1. Città alta 2. Borgo Pignolo Articolazioni ambientali 3. Borgo S. Caterina da gestire con criteri 4. Borgo Palazzo di rigoroso rispetto storico 5. Porta Nuova

6. Borgo S. Alessandro 7. Fontana Brolo 8. Borgo canale

Bacini ambientali perimetrici in evoluzione Circoscrizione N° 2 comprende: 1. Loreto 2. S. Lucia

3. Astino Articolazioni ambientali 4. Pascolo dei tedeschi da gestire nel rispetto del 5. S. Tommaso e S Paolo loro specifico urbanistico 6. Villaggio degli sposi

7. Grumellina 8. Colognola

Circoscrizione N° 3 comprende: 1. Malpensata Articolazioni ambientali 2. Campagnola da completare in coerenza 3 . Boccalone 3.1 Cimitero con la città 4. Celadina 5 Mercato e luna park.. Circoscrizione N° 4 Comprende: 1. Redona 2. Valtesse 3. S. Colombano Articolazioni ambientali 4. via Crocifisso di forte interesse paesistico 5. Conca Fiorita architettonico e urbanistico 6. S. Antonio 7. Val Verde 8. Val Marina 9. Castagneta Note esplicative ulteriori a commento. La Circoscrizione N° 1 Ha lo specifico di costituire un bacino storico consolidato, pertanto cura e interpretazione di tale bacino è quella di conservare il proprio riferimento storico, ossia il volto storico della città, come servizio di vero diapason per le circoscrizioni perimetriche in evoluzione.

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È oggettivamente puntuale staccare la zona agricola dei colli in quanto paesaggio ed insediamento sono disomogenei con il resto di città alta, territorio agricolo verso territorio edificato, con radici e specificità assolutamente differenti, e pertanto gestibili con competenze tecniche diverse. Il crinale è assunto come dividente naturale di ambiti diversi, che devono ascriversi per affinità agli ambiti circoscrizionali di competenza rispettivamente alle Circoscrizioni 2 e 4 per ragioni di omogeneità. Le Circoscrizioni N° 2 – 3 – 4 Rappresentano bacini ambientali perimetrici alla Circoscrizione fondamentale 1 ed in evoluzione. Costituiscono una cerniera tra il territorio e la città, rappresentano una convergenza di interessi per una comune gestione del futuro in onda e in coerenza con il passato. È evidente la profonda differenza fra le Circoscrizioni che vengono ad esercitare ruoli differenti: la Circoscrizione 1 rappresenta il bacino storico consolidato, le altre devono affrontare una dinamica diversa, evolutiva ed imprevedibile, legata solo allo specifico dei luoghi. Proposta di nuovi ambiti circoscrizionali - 3 Circoscrizioni: È stata formulata una seconda proposta limitata a sole tre circoscrizioni, per tener conto di una disposizione formale legata alla legge finanziaria del 2007. Il numero delle Circoscrizioni dovrebbe scaturire dall’interpretazione concreta, specifica del luogo. La riduzione da quattro a tre circoscrizioni impone una situazione di promiscuità di ambiti, che si allontanano da quei principi di omogeneità che rappresentano l’elemento cardine per una ripartizione razionale. Resta costante l’ambito della Circoscrizione 1, come previsto nella auspicata divisione in quattro, perché ha come tema di fondo la testimonianza e il valore storico della città. Le nuove Circoscrizioni 2 e 3 risulteranno meno omogenee, più caotiche e di difficile interpretazione e gestione, come conseguenza del fatto che lo spazio delle tre viene ad essere diviso ragionieristicamente in due per ragione di soldi. Diventando due le Circoscrizioni perimetriche, potranno trovare la loro dividente, quale compromesso nella zona di Porta Sud sul corso d’acqua che attraversa la città e il nodo intermodale. Il Parco dei Colli non è oggetto di circoscrizione amministrativa, è un ente a parte. Risulta infatti un’infrastruttura che divisa da un crinale naturale produrrà effetti sulle tre Circoscrizioni e in modo particolare sulle due perimetriche, cosicché il versante nord potrà essere gestito in armonia con la 3 e il versante sud con la 2. Avremo le Circoscrizioni perimetriche abbastanza omogenee in senso articolato. A.2.7 - IL RUOLO DEL “VERDE” NEL PAESAGGIO La presenza del “VERDE”, nella tessitura della maglia urbana, connette poeticamente la città alla natura, figliandola alla continuità infinita del creato. “IL PAESAGGIO” induce alla lettura della complessa realtà che lo costituisce. È una presenza visiva, narrante il rapporto più o meno felice fra “uomo” e “natura” nel trascorrere del tempo. Si può dire PAESAGGIO e dire STORIA indifferentemente: testimonianza oggettiva della nostra esistenza, configurata visivamente nella risultante attuale della sua immagine

- L’esperienza dell’architettura induce naturalmente a trovare un rapporto con tale immagine, contesto di vita, per figliare la sua ragione.

- L’esperienza della produzione edilizia dovrà necessariamente invece effettuarsi puntualmente nell’alveo della disciplina urbanistica per legittimare il proprio rapporto con l’ambiente e il paesaggio, scelto e indicato dallo strumento urbanistico, cioè dal Piano di Governo del Territorio, assunto come traccia del servizio pubblico fornito dall’Amministrazione Comunale.

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Il “verde” è generalmente classificato nelle sue funzioni urbane come servizio pubblico, per la ricreazione e il decoro degli abitanti della città, in: - Parchi e Giardini; - Campi Sportivi; - Aree di Rispetto; per la produzione, in: - Agricole e Boschive, - campiture connettive, fra i borghi e quartieri della città. - L’ultimo Piano Regolatore Generale cittadino in vigore dedicò una particolare attenzione all’impiego delle essenze arboree autoctone per una congruenza con il volto naturale del paesaggio storico locale. Nella cultura del paesaggio, però l’esperienza tecnica del progetto urbanistico risultò insufficiente espressa sia nella rappresentazione grafica, che nella norma attuativa, per una puntuale gestione paesaggistica del territorio cittadino, quindi del “verde”, come componente elementare del paesaggio urbano cittadino. Il “verde”, nella città, è un componente costitutivo; equivale alla sua componente edilizia, all’andamento topografico del suolo su cui la città si estende e si espande, ai canali spaziali delle strade, che collegano le polarità funzionali del suo tessuto urbano, con gli invasi delle piazze; poli degli scambi e della socializzazione fra i suoi cittadini. Il “verde” non è una presenza accessoria ma la sostanziale coesistenza della natura con la città a cui essa appartiene come aggiunta creativa dell’uomo.

A.2.8 - MOBILITÀ E ORGANISMI EDILIZI INSEDIATI IN CITTÀ La mobilità è l’effetto che deriva dal rapporto, più o meno felice, fra rete viabile in dotazione e la consistenza delle strutture presenti nell’area dell’ambito territoriale della città. Quindi : la rete viabile risulterà adeguata, se assolverà le molteplici funzioni connesse alla configurazione organica della città le strutture insediate dovranno, viceversa, risultare commisurate alla disponibilità tecnica della rete viabile in dotazione alla città La rete viabile condiziona gli insediamenti residenziali, commerciali, direzionali, produttivi, ricreativi, ecc. e ne costituisce il limite alla loro dimensione, capacità e varietà entro l’ambito della maglia urbana cittadina. Le strutture presenti in città comportano la conseguente dotazione di un’adeguata rete viabile articolata e funzionale alla loro varietà e consistenza. In sostanza la “mobilità” è una risultante pratica del progetto urbanistico pubblico, della città globale, che coincide oggettivamente con gli strumenti urbanistici, in passato il P.R.G., ora sarà il

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P.G.T. (Piano di Governo del Territorio) recentemente adottato dall’Amministrazione in Consiglio Comunale. Fatte queste premesse, la situazione attuale impone: • valorizzare la vocazione dei borghi, stabilendo i ruoli specifici e le funzioni che le strade

dovrebbero assolvere tenendo conto delle loro connessioni con gli insediamenti edilizi, residenziali, amministrativi o terziari, attraverso un progetto razionale fondato su interpretazioni e studi realmente sostenibili delle strade di attraversamento, di penetrazione, locali, rappresentative o di percorso normali, ciclopedonali;

• favorire il trasporto su ferro: progettazione dettagliata tram per la Valle Brembana impegnare la deputazione nazionale e regionale affinché le FF.SS. raddoppino il tratto Ponte S. Pietro - Bergamo collegamento ferroviario tra la stazione di Bergamo e l’aeroporto di Orio al Serio • razionalizzazione del rondò in prossimità del casello autostradale • realizzazione strada penetrante da est Gorle • realizzazione di aree pedonali, in particolare una vasta in centro città • valutare l’introduzione di una circolazione cittadina a sensi unici, • revisione e maggior razionalizzazione delle ZTL (zone a traffico limitato), • aumento delle piste ciclabili e revisione di alcune incongruenze in quelle esistenti • una semaforizzazione più razionale e con tempi più adeguati • realizzazione di “bretelle”: ad es. asse interurbano – Porta Sud • sviluppo di servizi alternativi di “bike sharing”, car pooling e car-sharing. PARCHEGGI DI ATTESTAMENTO E DI INTERSCAMBIO Necessaria una razionalizzazione, un numero sufficiente ed un’esatta ubicazione dei nodi d’interscambio. I parcheggi necessari ai mezzi di trasporto si rendono indispensabili, se vogliamo disincentivare l’ingresso dei mezzi privati all’interno della circonvallazione e/o istituire zone a prevalenza pedonale. L’istituzione dei nove parcheggi d’interscambio previsti nel PGT: Nuovo ospedale, Colognola (con due parcheggi, uno a monte e uno a valle, Nuova Fiera, ex-OTE sul congiungimento delle due tranvie, Via Baioni, Valtesse (nella parte marginale verso Ponteranica), Porta Sud (con tre parcheggi (altezza asse interurbano, tangenziale e in prossimità nodo multimodale ferroviario), fermata Stezzano e Monterosso sono incongrui e insufficienti. Altri proposti come quello sotto il Piazzale degli Alpini sono assolutamente assurdi, avremmo in questo caso una massiccia affluenza di macchine in centro città. Anche quello proposto in via Baioni, oltre al discutibile mezzo di salita collegato, attrarrebbe ulteriore traffico su questa penetrante. Se, come regola generale, i parcheggi non vengono situati molto all’esterno dagli ingressi cittadini e collegati alla disponibilità di accesso immediato a mezzo pubblico, che consenta ai pendolari di accedere ai luoghi di lavoro, il flusso automobilistico continuerà ad affluire in città ed essi risulteranno inefficaci.

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A.2.9 - SNODO DI PONTESECCO È noto che lo snodo di Pontesecco costituisce l'unica possibilità di ingresso e di uscita per la città di Bergamo verso la Valle Brembana, a traffico in incremento esponenziale. Si rende necessaria una soluzione viaria, non più dilazionabile, mediante una progettualità complessiva del territorio, una migliore definizione della grande viabilità in territorio cittadino e nell'area della "grande Bergamo", fornendo alla Regione Lombardia una motivazione in più per uno stanziamento regionale, a suo tempo promesso, e all'Amministrazione Provinciale la necessità di un proprio intervento per l'evidente valore sovracomunale di tale infrastruttura. Poiché negli studi del PGT non vi sono stati atti pianificatori al riguardo, sosteniamo che siano portati avanti contatti con gli altri comuni interessati: Sorisole, Ponteranica, Almé, Villa d'Almè, ovviamente con la partecipazione della Provincia, al fine di impostare finalmente uno studio di fattibilità su un'ipotesi di tracciato, che risolva il problema dello snodo di Pontesecco e consenta a ciascun Comune di registrare le proprie specifiche esigenze e aspettative. Valutare i progetti per la soluzione del problema con studi di tipo: • ambientale, tenuto conto che la zona si trova nel parco dei colli, poiché è prevedibile in ogni

caso una galleria, della quale si dovrà definirne il tracciato, • viabilistico sulle varie ipotesi di progettazione stradale, strada a quante corsie, a tipo di

scorrimento veloce o no, con guard-rail o no, ecc. Un’ipotesi caldeggiata: collegamento del nodo di Valtesse con lo sbocco della Villa D'Almé-Dalmine tramite una galleria a partenza da Valtesse, (vicino al distributore di benzina e possibilmente adiacente alla galleria del tram per la Valle Brembana, come tunnel di vicendevole soccorso e possibilità di eseguire lavori senza blocco del traffico sulla circonvallazione), unica soluzione per non deturpare l’ambiente. A.2.10. - POLITICHE AMBIENTALI Scienza, tecnica e politica devono muoversi in modo organico. L’ambiente e gli spazi urbani sono risorse per la città ed è quindi necessario che il modello di ecosistema e lo sviluppo socio economico di un territorio si muovano su logiche convergenti. Anche le amministrazioni pubbliche stanno ponendo sempre più attenzione alle tematiche ambientali, se non altro per adempiere ad obblighi di legge. Attività In particolare, e in sintesi, attenzione alle seguenti attività e funzioni: ● programmazione, pianificazione delle Società a Partecipazione Comunale e di Servizi esternalizzati per una migliore sinergia, efficienza e qualità per la gestione calore, illuminazione pubblica, servizio raccolta rifiuti . Il tutto nell’ottica di lotta agli sprechi . ● il sistema del verde cittadino : salvaguardia – conservazione pulizia, implementazione. ● difesa idrogeologica e tutela dall’elettrosmog e programmi di risanamento ambientale, acustico, elettromagnetico ● risparmio dell’ acqua (rinnovo e manutenzione reti distributive) e dell’energia (con utilizzo di fonti energetiche rinnovabili per nuove e vecchie utenze, efficienza energetica intesa come riduzione di consumi energetici a parità di benessere.). ● progetti di educazione ambientale con il coinvolgimento soprattutto delle scuole ● istruttoria per valutazione ambientale strategica (VAS) ● istruttoria per valutazione impatto ambientale (VIA) ● certificazione ambientali ISO 14001 e EMAS / Monitoraggio ambiente con identificazione siti

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contaminati (artt. 7,8 e 9 del DM 471/99) ● attività di controllo territorio per prevenire discariche abusive A.2.11 - AEROPORTO “ La collocazione dello scalo di Orio in un delicato contesto territoriale ed ambientale, consiglia d’identificare e quantificare la soglia massima, che la struttura potrà raggiungere, nell’obiettivo di un ragionevole equilibrio con il territorio” delibera n°12564 del 28-3-2003 della Regione Lombardia. Il traffico aeroportuale dello scalo di Orio al Serio è aumentato progressivamente, cosicché i limiti del suo sviluppo, previsti al 2015, sono già stati in gran parte raggiunti e superati. Ciò pone in chiara evidenza:

o la necessità di adozione di scelte strategiche come il ridimensionamento nel Piano di Sviluppo Aeroportuale del progetto di ampliamento dell’area cargo,

o l’urgenza di intervenire sui problemi di compatibilità ambientale, da anni lamentati dai residenti delle circoscrizioni 6 e 7 e dei comuni limitrofi, adattando anche alle abitazioni private le azioni di mitigazione ambientale, già messe in atto solo per gli edifici pubblici, scuole, asili, ecc.

Noi ci impegniamo affinché l’Amministrazione Comunale intervenga rapidamente per:

o la pubblicizzazione del piano di sicurezza “dell’esterno aeroportuale” o l’attuazione delle previste simulazioni di Protezione Civile o l’interdizione assoluta per gli aeromobili di vecchia generazione

(ricordiamo che non è mai stata completamente chiarita pubblicamente la dinamica dell’incidente dell’aereo in decollo da Orio, che si è schiantato nei pressi di un cascinale di Azzano S. Paolo. Cosa sarebbe successo se avesse impattato sui rioni intensamente edificati ed abitati di Campagnola, Colognola, S.Tomaso, ecc.?)

o l’applicazione rigorosa delle prescrizioni di legge prevista dal VIA (valutazione di impatto ambientale)

o l’interdizione dei voli notturni dalle ore 23 alle ore 6,30, salvo casi d’emergenza o l’ottimizzazione delle rotte di partenza, es. implementare le più volte annunciate rotte di uscita sull’autostrada per alleggerire i sorvoli su Colognola o la rigida applicazione dei decolli verso est (fiume Serio – aree meno urbanizzate) o la pubblicizzazione in tempi brevi dei valori di inquinamento acustico ed atmosferico riscontrati nelle aree residenziali soggette a rotte di sorvolo reale e potenziale o la garanzia di adeguato e costante monitoraggio della qualità dell’aria o le verifiche giornaliere delle rotte, rendendo pubbliche le violazioni, in attesa della determinazione delle fasce di zonizzazione acustica, sulla base dei dati forniti dalle centraline installate e per tutti i recettori che superano i 60 dBA; che siano attuati a carico della SACBO gli interventi di mitigazione e compensazione previsti e consistenti nella installazione di infissi antirumore ad alta garanzia fonoisolante e le spese per il condizionamento estivo (impianto e gestione), così come precisato e dettagliato nelle prescrizioni ministeriali.

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Inoltre si dovrà richiamare la Regione Lombardia all’obbligo di verifica di ottemperanza, prevista dalle prescrizioni ministeriali, esercitando i poteri sostitutivi e con il coinvolgimento diretto degli Enti pubblici interessati. Dovranno essere rese pubbliche le sanzioni previste nel caso di non ottemperanza degli obblighi legali previsti. Ci impegniamo affinché la prossima Amministrazione Comunale superi il conflitto di competenza per cui, da un lato deve tutelare, per legge, la salute dei cittadini, e dall’altro, come azionista, approvare la massimizzazione dei profitti.

A.2.12 - LA REALE DIMENSIONE DELLA CITTÀ (P.G.T.)

Richiamandoci ai nostri concetti sull’idea di città e al nostro progetto su quanto espresso nella parte urbanistica, ci limitiamo ora ad affermare come tale piano non debba essere il frutto di decisioni precostituite, ma debba prendere in considerazione idee ed esigenze che scaturiscano dalla consultazione con i cittadini. Riproponiamo di ripartire da un’attenta valutazione del fabbisogno, quantitativo e qualitativo, veramente rapportato all’interesse generale della città, e non solo al tornaconto di lobbies, costruendo una razionale visione unitaria con i comuni limitrofi, restaurando e recuperando all’uso civile il patrimonio già esistente di manufatti e di verde ed affrontando il problema dei servizi, pubblici e non, e delle dotazioni ambientali, oggi dislocati in modo disomogeneo sul territorio urbano . Un’urbanistica socialmente sostenibile deve essere anche strumento di welfare e pertanto: • revisione del PGT adottato, riduzione delle volumetrie; particolare attenzione alle altezze degli

edifici, che dovranno essere confacenti al contesto urbano circostante • valutare con obiettività la dimensione abitativa per Bergamo, quale sarà la stessa in futuro in

considerazioni delle previsioni demografiche, già disponibili sino al 2050. Valutare quali possano essere le capacità attrattive della città sia per la residenzialità, che per il terziario, il commerciale e il produttivo, onde evitare la creazione di problemi insormontabili con rotture di equilibri, una sproporzione tra una gigantesca offerta abitativa e una reale capacità di assorbimento della stessa, nonché un’indisponibilità di servizi e di infrastrutture, già oggi al limite per gli abitanti residenti. (+ cemento + inquinamento + stress + traffico + micidiali polveri sottili)

• valutare Bergamo città Metropolitana: necessità di confronto con i Sindaci dell'interland per uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere lo sviluppo e la potenzialità delle generazioni future. Lo sfruttamento delle risorse deve essere in armonia con l'ambiente (traffico – mobilità – nuove aree residenziali – insediamenti industriali e terziari)

• Bergamo deve ripensare i progetti in cantiere: I Piani Integrati di Intervento si sono dimostrati mere speculazioni con esiti devastanti. Gli oneri di urbanizzazione ottenuti si sono trasformati per il comune in una facile fonte di finanziamento da utilizzare per le spese ordinarie di bilancio

• prevedere alleggerimenti volumetrici, ricorrendo anche a demolizioni per aumentare le zone verdi in aree densamente edificate

• revisione delle previsioni edilizie in ambiti particolari, come ad es. nel Piano Norma 16, sito in zona di rispetto aeroportuale

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• revisione del Piano Norma 17, P.N. Zanica, per ridurre l’invasività delle opere previste con gli effetti negativi connessi.

Bergamo città sociale: • favorire un’edilizia popolare o a canoni agevolati per dare un’occasione di ricambio

generazionale, invitando i giovani a rimanere in città. • creare migliori occasioni di vivibilità nei quartieri periferici realizzando un mix di recupero per

evitare il “ghetto” • considerare altre possibilità per la soluzione del problema abitativo dell’anziano: pur ritenendo

preferibile mantenere l’anziano nel proprio ambiente, potrà essere considerata la possibilità di istituzione di “condomini sociali” per anziani, che potrebbero decidere di lasciare il loro appartamento sovradimensionato a famiglie giovani per trasferirsi in un condominio assistito

A.2.13 - EDILIZIA PRIVATA • politiche per la casa:

implementazione dei Piani di zona per l’edilizia economico popolare ai sensi della L.167/62, contributi ed incentivi per interventi di nuova costruzione realizzati da privati che prevedano un convenzionamento specifico per la locazione a canone agevolato, concertazione con la Regione Lombardia per la partecipazione del Comune di Bergamo ai bandi regionali per l’assegnazione di contributi in tema di Edilizia residenziale pubblica e di locazioni concertate e predefinite dai settori regionali competenti

• potenziamento della polizia edilizia per il controllo del territorio • obbligo nella progettazione edilizia abitativa di spazi appositi per il gioco dei bambini, evitando

l’invasione dei parcheggi a raso all’interno delle nuove edificazioni e delle ristrutturazioni. A.2.14 - LAVORI PUBBLICI Il Settore lavori pubblici ha la finalità essenziale di assicurare l'utilizzo ottimale delle risorse (finanziarie, tecniche e umane) per la realizzazione dei programmi e degli interventi previsti dall'amministrazione per nuove opere di tipo edilizio, infrastrutturale, ambientale, reti ed utilities. Nello svolgimento delle proprie funzioni, il settore opera sia in base a propri programmi e obiettivi sia su richiesta e per la realizzazione di opere o interventi autonomamente decisi da altri settori . “Progettazione di un processo” che consenta di regolare gli interventi di maggior necessità, rilevanza e fattibilità, sia in senso economico, che tecnico per il raggiungimento degli obiettivi attraverso un’ottimizzazione delle risorse e della necessità di mantenere la funzionalità delle infrastrutture, che dovranno essere realizzate. Ad es. l’illuminazione pubblica con i Led per un risparmio energetico e finanziario.

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Aree e cardini dell’intervento: • manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio edilizio pubblico e sensibilità e qualità

della progettazione

– edifici monumenti, scuole, asili nido, alloggi, uffici, mercati, impianti edilizia cimiteriale

- messa in sicurezza gli edifici e dei manufatti secondo normativa di legge in vigore . – risparmio energetico – materiali ecocompatibili – controllo e verifica degli impianti termici - evitare ulteriore degrado degli edifici e dei manufatti – sollecitare , anche con incentivi, la sostituzione di tetti in eternit, ancora molto

diffusi – manutenzioni ordinarie e straordinarie dei parchi, giardini ed aree attrezzate,

attivando un giusto modello di gestione programmata e legata alla rasatura dei tappeti erbosi con controlli sistematici della qualità.

– prosecuzione con maggior determinatezza nell’attuazione dell’abbattimento delle barriere architettoniche

– ottimizzazione del sistema illuminante • manutenzione e miglioramento manufatti stradali, parcheggi, parchi, giardini ed aree attrezzate • progetti per un miglioramento della sicurezza stradale, di piste ciclabili, di moderazione traffico, • istituzione di percorsi protetti, barriere protettive • particolare attenzione ai borghi storici, in particolare a Città alta, nei quali la maggior parte dei

problemi elencati richiedono monitoraggio continuo ed interventi sempre più tempestivi. A.2.15 - GESTIONE PATRIMONIO: ● acquisizione di risorse finanziarie con alienazione di beni non strategici ● valorizzazione del patrimonio comunale non abitativo ( arredo, giardino pubblico) ● gestione e valorizzazione del patrimonio residenziale. A.2.16 - SERVIZI A RETE ED UTILITIES

Il Servizio Sistemi, reti e infrastrutture tecnologiche ha la finalità essenziale di assicurare un rapido ed efficace sviluppo del sistema tecnologico e informativo, coerente con i bisogni e l'evoluzione organizzativa in atto e con l'obiettivo di utilizzare le nuove tecnologie come leva strategica per la qualità dei servizi al cittadino e alla città. A tal fine il Servizio assicurerà da una parte la massima integrazione tra supporti informatici, processi informativi e sistemi gestionali dell'ente; dall'altra lo sviluppo di piani e di progetti per realizzare la massima integrazione fra servizi comunali, servizi di altre pubbliche amministrazioni e più in generale reti e servizi telematici e di comunicazione integrati sul territorio. In particolare, e in sintesi, al Servizio sono attribuite le seguenti attività e funzioni: ● ced ● sistema informativo comunale

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● rete civica comunale ● intranet e internet ● Centro Servizi che:

✔ assicura il coordinamento tecnico (collaborazione applicativa) di tutti gli uffici comunali e di tutti gli enti esterni che risultino produttori e/o gestori di banche dati utili Comunale (Tributi, Sportello Unico per l'Edilizia, Anagrafe, Toponomastica, Sportello Unico per le Attività Produttive, Traffico e Viabilità, Catasto, ecc…) e per la regolamentazione e gestione delle informazioni e delle statistiche a valere sul Sistema Informativo Territoriale;

✔ assicura la gestione informatica dei dati cartografici e alfanumerici che compongono l'anagrafe delle unità immobiliari urbane e terreni ✔ assicura la gestione del "Back Office" informatico per le attività di trattamento applicativo dei dati, integrazione nel Centro Servizi per le attività di archiviazione corrente e storica (cartacea e elettronica) del Catasto Terreni e del Catasto Urbano; ✔ interopera con i Servizi Catastali per assicurare la corretta gestione del Back office tecnico;

Si propone una scelta tecnologica a codice aperto, libero ed opensource come grimaldello dello sviluppo, dell'innovazione e della lotta al digital divide. Una norma che parla di banda larga, di promozione della connettività, ma anche di sensibilizzazione informatica, di diritto all'uso delle tecnologie. Non solo software libero nella Pubblica Amministrazione, ma obbligo di giustificare la sua eventuale assenza. Non solo diffusione nelle scuole, ma anche formazione specifica. Il software libero è considerato lo strumento più idoneo per uno sviluppo della società dell'informazione, ispirato ai principi di contenimento della spesa pubblica e di tutela della concorrenza: con il software libero si verificano "la disponibilità del codice sorgente, l'indipendenza da uno specifico fornitore e i benefici per l'industria informatica locale" ACQUA Convinti che l’acqua sia un bene, che deve rimanere assolutamente pubblico, è nostra ferma intenzione adoprarci perché la quota, a suo tempo ceduta alla società A2A, sia riacquistata.

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B) IL PROGRAMMA PER LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA, DELLA GESTIONE PUBBLICA AMMINISTRATIVA, DELLA SICUREZZA, DELLA CULTURA, DEL TURISMO E DELLE ISTITUZIONI ALLA PERSONA

LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Siamo convinti che la democrazia partecipativa abbia lo scopo di aprire ai cittadini processi e procedimenti, che tradizionalmente sono appannaggio di istituzioni centrali e di pochi e selezionati rappresentanti politici, per arrivare all'approvazione di documenti in maniera condivisa, ed allargata. Disponiamo di tre principali istituti partecipativi: le Circoscrizioni, le Assemblee di quartiere e i Consigli di quartiere. Le Circoscrizioni: se tra i compiti della politica vi sono la finalità dell’ascolto e la capacità di ascoltare e di interpretare le opinioni dei cittadini occorre mantenere gli strumenti esistenti, idonei ed efficaci allo scopo, o trasformarli di necessità per mutate esigenze. Noi riteniamo che le circoscrizioni siano la migliore espressione di democrazia partecipativa e poiché una gestione democratica della città presuppone, per le marcate differenze ambientali di cui è costituita, un’articolazione del suo Governo in un organismo centrale e più organismi periferici, dobbiamo riconoscere nelle Circoscrizioni le Istituzioni, che, sole, possono assolvere a queste necessità. Esse debbano essere maggiormente valorizzate, riconoscendo loro il ruolo fondamentale di coinvolgere la società civile nel processi decisionali degli enti pubblici e anche di interloquire con le pressioni o anche con le proteste dei cittadini, evitando che conflitti si perpetuino senza vantaggi per alcuno. Occorre anche dotarle di poteri maggiori sino all’attivazione di procedimenti, che includano la consultazione popolare o il referendum a livello cittadino Le assemblee di quartiere, i Comitati ed i Consigli di quartiere: pur riconoscendo che essi consentono ai singoli cittadini, attraverso il confronto e la discussione, di esprimere segnalazioni, individuare problemi, proporre soluzioni, costituiscono tuttavia una testimonianza limitata soltanto ad alcuni cittadini. Riteniamo che debbano collaborare e far giungere le loro istanze direttamente alle Circoscrizioni, le quali, in quanto, sole, istituzionalmente valide, le valuteranno e inoltreranno alla Giunta e al Consiglio Comunale. LA GESTIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Ogni atto pubblico dovrà fondarsi su • definizione e chiarezza degli obiettivi • definizione e trasparenza delle modalità di scelta

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• selezione delle priorità • sostenibilità degli investimenti • motivazioni esaurienti delle rinunce Funzionalità degli uffici comunali: • verifica della funzionalità degli uffici comunali con il coinvolgimento degli addetti ai processi

gestionali • analisi dei servizi erogati, verifica della loro efficienza attraverso controlli di gestione, • mappatura delle disponibilità comunali: edifici, scuole, ecc., valutazioni delle carenze, delle

condizioni edilizie e della funzionalità delle strutture • valutazione delle “esternalizzazioni” e dei vantaggi economici rispetto alla gestione diretta.

LA GESTIONE POLITICO AMMINISTRATIVA • snellimento funzionale della gestione della compagine assessorile • riduzione a tre delle Commissioni Consiliari permanenti • revisione dello Statuto Comunale e del .Regolamento delle Circoscrizioni • introduzione di strumenti amministrativi particolari come il referendum propositivo e

abrogativo.

LA SICUREZZA Riteniamo che per “sicurezza” si debba intendere “una condizione soggettiva ed oggettiva di chi si aspetti di non ricevere danni o offese alla propria persona, ai propri diritti e di non sottostare a violenze e ad arbitri da parte di privati o di pubblici poteri, e vivere, di conseguenza, in completa tranquillità ogni manifestazione della vita quotidiana, ogni esercizio di attività, prerogative, doveri e compiti”. La sicurezza è la naturale conseguenza dell’attivazione di numerosi processi educativi, amministrativi, politici: la macchina comunale deve attivarsi per il controllo delle varie situazioni. Se il problema sicurezza non dà particolari preoccupazioni in base a dati statistici ufficiali, diramati dalla Questura, tuttavia la percezione soggettiva di essa è ancora fonte di preoccupazione per la presenza in determinate zone della città di fenomeni di criminalità e microcriminalità, che richiedono un controllo ed un intervento più puntuale e severo da parte dell’Amministrazione Comunale e delle Forze dell’Ordine. Il progetto per la sicurezza e vivibilità proposto dall’Amministrazione agli inizi di mandato non è certo stato attuato con successo. Proponiamo maggior prevenzione e azioni più concrete: Prevenzione: occorre mettere in atto strumenti di monitoraggio del territorio cittadino e di analisi della domanda di sicurezza, che sono state assolutamente carenti con la conseguenza di un aumento della percezione di una condizione di insicurezza.

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Azioni: • coordinamento di iniziative e attività in materia di educazione alla legalità, assistenza alle

vittime della macro-microcriminalità, (anche in collaborazione con le associazioni di volontariato), mediazione culturale e sociale attraverso una politica più concreta di integrazioni sociali ed etniche, (opportuni cicli di lezioni, conferenze, documentari, mostre organizzate nelle scuole, nelle Circoscrizioni, o in altri locali idonei)

• coordinamento Interassessorile e con le Circoscrizioni su tali problemi • potenziamento e riorganizzazione della struttura esistente e degli incarichi del Corpo di Polizia

Locale • prosecuzione ed intensificazione del rapporto di collaborazione fra il Corpo di Polizia

Municipale e le Forze dell’Ordine, secondo le specifiche competenze, sulla base di modalità fissate con il Questore

• riqualificazione di zone considerate a rischio e di aree degradate • progetti per un miglioramento del decoro urbano e potenziamento degli impianti di

illuminazione • potenziamento, sorveglianza e presidio del territorio, in particolare nelle fasce serali e notturne,

assicurando una effettiva presenza fisica della polizia locale (vigili di quartiere, vigili appiedati, in moto, in bicicletta, servizi pronto intervento) sulle strade, nelle zone pedonalizzate, nei giardini pubblici, ecc.

• controllo del territorio e di alcune zone particolari con videosorveglianza, estendendola nelle zone sensibili ed anche a parchi, giardini e scuole, (questa dovrà essere sottoposta a controllo visivo diretto da un centro permanente di osservazione, per non vanificare l’uso di tale strumento)

• azioni di prevenzione presso gli istituti scolastici, esterni di discoteche, stazione FF.SS. e vigilanza nei parchi, giardini e scuole

• prevenzione di azioni illegali di sfruttamento come lavoro nero, prostituzione, spaccio droga • interventi contro l'abusivismo commerciale ed il controllo degli esercizi commerciali • controllo dei cantieri privati (abusivismo, sicurezza sul lavoro) • attività di sensibilizzazione a fini preventivi su possibili forme di truffe ovvero raggiri

soprattutto nei riguardi di anziani • prevenzione e controllo dei fenomeni di disturbo della quiete pubblica, locali notturni, ecc. • controllo sul rispetto delle ordinanze del Sindaco Le risorse economiche necessarie potranno e dovranno essere reperite con la riduzione di eventuali sprechi e/o opportuni spostamenti di voci di bilancio. In ultima sintesi occorre creare sicurezza attiva investendo in ricerca, per trovare quelle soluzioni che ridiano miglior vivibilità alla nostra città, innalzando così la qualità della vita.

LA CULTURA Istruzione, conoscenza e sapere sono una risorsa fondamentale di crescita personale e sociale per ogni individuo, ha un proprio valore strategico; risulta essere una componente fondamentale per lo sviluppo della nostra città, svolge un compito fondamentale per la qualità di vita dei cittadini. La cultura va sostenuta in tutte le sue forme e recuperata laddove si sono manifestate insufficienze. Deve essere centrale un forte impegno nelle attività culturali.

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Le politiche dei grandi eventi restituiscono moltissimo in immagine e in benefici economici per il Comune che li promuove. Non si può tuttavia pensare a politiche della cultura senza un adeguato sostegno economico; saranno necessari rapporti con l’imprenditoria e i mecenati locali, sollecitazione di sponsorizzazioni, coordinamento fra i vari soggetti promotori sul territorio per concordare un “cartellone” annuale degli eventi (mostre, spettacoli, convegni, seminari, corsi, conferenze, ecc.) da sottoporre anche ai potenziali sponsor. Ottimizzare le risorse, ridurre gli sprechi, sfruttare i finanziamenti della Commissione europea proposti per il periodo 2007 / 2013 destinati a favorire la mobilità degli artisti e delle opere, incoraggiando il dialogo interculturale.

Diversi sono gli obiettivi da raggiungere in questo campo: • coniugare dimensione locale e internazionale delle attività artistiche e culturali, nella

consapevolezza che con la globalizzazione sia indispensabile fare della città un luogo di identificazione culturale per tutti i cittadini

• dare priorità alla formazione: dalle scuole alle biblioteche, dai centri di sperimentazione ai laboratori; promuovere e sostenere tutte le forme di associazionismo legate al territorio; stipulare convenzioni tra le scuole e le istituzioni culturali pubbliche e private. Solo così i giovani possono trasformarsi in autentiche risorse per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio

• progettare corsi per la formazione musicale, in ambito scolastico, con l’aiuto di Fondazioni e sponsor privati

• cogliere e andare incontro alle risorse umane presenti sul territorio e impegnate nel settore culturale; facilitare i loro processi di crescita e qualificazione, dando anche, quando necessario, voce a quei giovani ricercatori che spesso non trovano spazio per consolidare le loro esperienze ed affermare la loro creatività

• favorire la creatività di persone, affinché non siano costrette ad uscire dai confini delle cinta muraria per ottenere riconoscimenti significativi o affermazioni personali e possano trovare il giusto spazio per esprimere il loro talento. Esistono ancora oggi nella nostra città, musicisti e artisti validissimi, che operano con linguaggi diversi dalla tradizione ottocentesca e che, opportunamente sollecitati, potrebbero creare “un nuovo”di grande valore • favorire un maggiore coinvolgimento dei giovani e un proficuo scambio tra operatori in campi

artistici diversi; sinergie tra artisti provenienti da esperienze differenti: cinema, teatro, musica, poesia, letteratura, tali da poter realizzare produzioni significative che possano essere anche esportabili in altre realtà

• creare allo scopo, nell’ambito dell’Assessorato della Cultura o attraverso la società Cobe, gruppi di lavoro, costituiti da personale esperto, competente, che debbano riconoscere, aiutare, coordinare e, se occorre, riunire le risorse umane presenti, ed elaborare, pianificare, organizzare i progetti presentati, controllarne la validità, la loro realizzabilità, i costi e i risultati.

• creare una mini-stagione di “operine musicali” per bambini, adeguatamente predisposte, ciò potrebbe costituire un eccellente avvicinamento a questa forma d'arte per il pubblico infantile, (che sarà poi il pubblico del futuro). Ipotizzabile addirittura un Festival delle musiche per l'infanzia.

• riprendere il teatro dei burattini, che a Bergamo ha una solida tradizione e che potrebbe coinvolgere certamente un pubblico particolarmente sensibile

• garantire ai giovani spazi opportuni, nei quali poter vivere la passione per i loro generi musicali in un contesto di trasmissione costruttiva di esperienze e competenze, evitando ai cittadini convivenze spesso generatrici di disagi

• fare uscire la cultura dai luoghi tradizionalmente ad essi deputati, offrendo a tutti i cittadini motivi di crescita: per es. in occasione di eventi culturali maggiori, organizzare eventi minori in

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ambiti particolari presso circoli culturali, circoli per anziani, biblioteche, scuole, chiese oratori e se possibile mediante offerte accessibili a costi limitati o gratuite

• impegnare l’Amministrazione nella difesa del patrimonio ambientale e culturale: edifici storici, siti notevoli, vecchio paesaggio agrario, opere di canalizzazione, promozione di luoghi d’arte del territorio tramite eventi culturali.

• favorire altri aspetti, oggi emergenti, come quello tecnologico; insistere pertanto anche sul valore culturale dell’impresa tecnica, sfruttare al meglio le potenzialità derivate dalla presenza delle attività esistenti sul territorio, creando un abbinamento tra conoscenza e azione, scienza e tecnologia. Sono valori che rispecchiano le istanze di molti, specie dei giovani

Realizzare un’autentica sintesi di cultura e turismo che, oltre ad un rinforzo d’immagine, produrrà un beneficio economico. Le due categorie, cultura e turismo hanno valenze diverse, ma possono coesistere in una stessa realtà. Diversi sono gli obiettivi da raggiungere in questo campo: promuovere un’offerta turistica del territorio attraverso la sua valorizzazione specifica culturale, paesaggistica, enogastronomica, (Città Alta, colli, monumenti, musei ecc.), anche mediante la realizzazione di una sempre maggiore viabilità ciclopedonale. In un contesto di incessante ridefinizione culturale, l’Amministrazione Comunale ha il compito di garantire ai cittadini l’accesso alla conoscenza, anche attraverso i nuovi strumenti di comunicazione ed un’apertura sul mondo globalizzato, e di tutelare e promuovere il rafforzamento dell’identità comunitaria, cercando di evitare gli estremi della dispersione individualistica (a ciascuno la propria cultura) e del localismo esasperato, attraverso alcune politiche mirate: organizzazione di spettacoli a ritmo più serrato, con prezzi invitanti, abbonamenti e alberghi, tramite sito in Comune. Istituzioni particolari: • Teatro Donizetti ha sempre curato le produzioni liriche, ed è inserito nella ristretta cerchia dei teatri lirici di tradizione. Deve continuare ad avere il merito di riproporre anche capolavori del “genius loci” da tempo lontani dalle scene come Pietro Antonio Locatelli, grande violinista e virtuoso, o Giovanni Legrenzi, per i quali andrebbero degnamente riproposti con studi, convegni, esecuzioni. Oltre alla stagione lirica il Teatro deve crescere e migliorare in modo sensibile la sua offerta culturale proponendo:

- diversi eventi artistici, cercando il sostegno di altre istituzioni come la Fondazione Donizetti, le Comunità Bergamasche, il Creberg, la Cariplo, la Camera di Commercio, etc.

- organizzazione di festival musicali, donizettiani di respiro internazionale con programmi di elevata qualità cui associare corsi di base e perfezionamento / corsi di dizione per cantanti stranieri d’opera e seminari per studenti di conservatori stranieri, un concorso per voci donizettiane o musica antica.

- ridar vita ad Istituzioni come il Teatro delle Novità, che fu vera fucina di nuove opere affidate alla creatività dei migliori musicisti in circolazione in Italia in quel periodo: Berio, Castiglioni, Bettinelli, Chailly, ecc. • Istituto musicale Donizetti: assicurare maggiore attenzione non solo alla sua funzione, bensì

maggiori sinergie con il teatro Donizetti • Accademia Carrara e GAMeC. La sede storica è chiusa per lavori di restauro. Bisogna

approfittare per studiare, restaurare e catalogare il patrimonio anche con studi, esposizioni, programmi con altri istituti museali italiani e stranieri.

● Musei Civici e Orto Botanico: continuare le mostre sulla geodiversità per la valorizzazione degli itinerari legati a Geologia e Turismo e del programma Musei Notti Aperte con attività da realizzarsi all'interno degli istituti. Continuare la proficua collaborazione con Bergamoscienza

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• Biblioteca ‘A. Mai’. La Biblioteca Mai deve continuare il programma di conservazione, ri- catalogazione, tutela e promuovere la conoscenza dei libri e dei documenti storici. Necessità: accelerare il progetto di scansione di tutte le schede del vecchio catalogo, (quello anteriore al 1976 nei cassetti di legno), che andrebbero re-intestate in modo da poter essere consultate in rete. Dare corso a numerose opere di manutenzione, assolutamente necessarie; possibile convenzione con un restauratore privato per la Biblioteca, già in essere in passato. ● Sistema Bibliotecario Urbano: consolidare l’attività di promozione dei saperi sfruttando appieno le potenzialità offerte e contestualmente definire standard di qualità; estendere l’orario di apertura del servizio e delle iniziative; valutare possibili percorsi di gemellaggio con altri Comuni Europei per favorire esperienze di scambio culturale per le giovani generazioni. Il centro di catalogazione deve accentuare il suo supporto tecnico a tutte le biblioteche in modo da ridurre gli sprechi. ● Valorizzazione dell’Archivio storico comunale, valutando l’opportunità di collocarlo in spazi idonei, per renderlo più accessibile a ricercatori, cittadini, studenti ed insegnanti; • Istituzioni come Bergamo Film Meeting, Lab 80, Bergamo Jazz, Bergamo musica, Gioventù

musicale, Società del quartetto, Festival organistico internazionale, Noesis e altre sono pressoché ignorate, vanno sostenute, favorite, monitorate, tenuto conto che si tratta di importanti eventi culturali che hanno ampio seguito.

Il TURISMO Premessa Bergamo è una città con una tale ricchezza storica, artistica e paesaggistica, purtroppo ancora poco sfruttata, che meriterebbe di essere inserita nell'elenco dei siti protetti dell'Unesco, e perciò varrebbe la pena di recuperare il vecchio progetto comunale relativo. Occorre elaborare una strategia coordinata tra i vari soggetti operanti nel settore, affinché la nostra città divenga una vera e propria meta per una vasta moltitudine di persone, sia di provenienza estera che nazionale, che vi sostino anche qualche giorno, magari facendone la base per visitare località quali Milano, Verona , Venezia, i laghi e le nostre montagne. Bergamo deve divenire realmente il punto nodale di itinerari turistici allettanti, ma sempre mantenendo una propria forte attrattiva specifica! Bisogna quindi lavorare sia sull'immagine “Bergamo” in quanto tale, che sui suddetti itinerari, peraltro già esistenti, ma con una attenzione più efficace verso i collegamenti viari e ferroviari, specialmente per la zona dei laghi, che presenta maggiori criticità in questo senso. Il territorio, la città e le istituzioni Sarà strategico riuscire a fare funzionare i patti di collaborazione sinergica tra i vari soggetti istituzionali e privati, (Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio, ecc.), già previsti dalla Legge quadro Reg. n. 15/2007, sotto il nome di “Sistemi turistici”, quali: OROBIE (per le montagne), LA SUBLIMAZIONE DELL'ACQUA (per i laghi), BERGAMO, ISOLA E PIANURA BERGAMASCA. Un patto serio, quindi, tra Pubblico e Privato, per l'elaborazione di progetti importanti e validi di promozione e valorizzazione del territorio, che rispondano in modo soddisfacente alle prerogative richieste nei bandi della Regione, requisito indispensabile per ottenere i contributi economici necessari. A tal fine si valuterà quali siano i soggetti già operativi potenziare o se affiancarli con nuove entità comunali. Si potrà:

- insistere in proposte differenziate e molteplici per le diverse fasce di utenza, (scolaresche, singoli privati, nuclei familiari, comitive di vario tipo e dimensione)

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- redigere la Carta della qualità dei servizi di ristorazione e ospitalità, attraverso protocolli di intesa con le associazioni di categoria e gli operatori turistici locali - prevedere eventi gastronomici in collaborazione con l'Istituto Alberghiero di San Pellegrino e le associazioni di categoria - sostenere le iniziative per incentivare il turismo religioso, in collaborazione con gli istituti religiosi ed i centri di ospitalità e spiritualità presenti sul nostro territorio.

Ribadiamo l'importanza di un sistema di trasporti adeguato. La città Massima attenzione anche alla primissima accoglienza per il visitatore, con il mantenimento dei due punti di informazione cittadini, (stazione e città alta) ed i restanti nove provinciali. Massima cura, anche per la preparazione del personale addetto, che, come da regolamento regionale sulle strutture IAT, deve essere plurilingue, conoscitore del territorio e avvezzo ai sistemi informatici. Sarebbe più che opportuna la presenza di un deposito bagagli nei pressi della stazione ferroviaria e /o Urban Center, la cui attuale mancanza è un serio disagio. Il turista deve potersi muovere agevolmente con i mezzi di trasporto pubblico, dentro il capoluogo e verso il territorio, contando su puntualità, efficienza e, possibilmente, su un prolungamento degli orari in fasce post-serali, attualmente molto insufficienti, quando non del tutto assenti. Istituzione di servizio di bike-sharing. Cercare di vivacizzare l'offerta culturale e l'intrattenimento più strettamente ludico e socializzante, con un'accorta politica di aperture serali dei locali, non relegate al solo borgo storico, ma al contempo non in conflitto con il diritto al riposo dei residenti.

SERVIZI ALLA PERSONA

Area dei servizi educativi per l’infanzia e del sostegno della genitorialità Area giovani e sport Area dei servizi educativi per l’infanzia e del sostegno della genitorialità Consolidare e ampliare il numero degli asili nido pubblici per l’età da 0 a 3 anni. Pur riconoscendo che il consolidamento degli asili esistenti è una realtà in atto molto positiva, riteniamo necessario l’aumento di almeno tre asili pubblici oltre i 13 esistenti. Ciò senza timore di aumentare l’offerta, sia per venire incontro alla domanda delle giovani coppie e alle donne lavoratrici, che mantiene ancora significativa la lista d’attesa, ma essenzialmente • per un’offerta educativa maggiore, • la promozione di una relazione educativa tra genitori e famiglie di elevata qualità, • la dovuta attenzione a bambini con difficoltà di natura relazionale o con problematiche familiari, • un luogo di riferimento per il sostegno delle funzioni genitoriali nei vari quartieri, • la conciliazione dei tempi di cura famigliare con i tempi lavorativi, orari di apertura e chiusura,

possibilmente per quest’ultima, laddove richiesto, sino alle ore 18, nonché per una miglior distribuzione territoriale degli asili.

Non va trascurata la valorizzazione del modello di un “sistema diffuso” privato di piccole, ma significative realtà collocate nei diversi quartieri delle città, unitamente a rigorosi sistemi di verifica della sicurezza e della qualità dei servizi medesimi. I dati statistici della letteratura e dell’esperienza diffusa dimostrano l’effetto sociale altamente positivo di tali istituzioni e soprattutto come la messa in atto di politiche di incremento degli asili

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consenta oltre ad un aumento della possibilità del lavoro femminile anche un aumento dei tassi di natalità. Sappiamo benissimo che tali istituzioni sono un notevole costo per il Comune, tuttavia riteniamo che tale onere finanziario debba essere sostenuto per i grandi vantaggi sociali per la comunità; una sana politica economico – amministrativa volta all’eliminazione degli sprechi e/o a storni di spesa, a detrazioni fiscali e se necessario ricorrendo ad una tassa di scopo, come per altre necessità dell’assistenza, dovrà consentire l’attuazione della missione degli asili nido. Area giovani Organizzazione di programmi di educazione civica nei suoi aspetti più ampi: in particolare invito alla discussione su alcune delle problematiche giovanili come i concetti di divertimento e/o di “evasione dalla realtà”. Programmi di istruzione sull’uso ed abuso delle droghe: alcol, hashish, eroina, cocaina, anfetamine e derivati e i loro effetti. Programmi di sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente e ad una visione della vita quotidiana ecologicamente sostenibile. Educazione all’eliminazione degli sprechi L’attività di sensibilizzazione deve passare prima di tutto attraverso le istituzioni scolastiche. Nonostante la mancanza di fondi, è essenziale per la crescita e l’attenzione ai giovani, stabilire con periodicità costante, degli incontri di formazione durante l’anno scolastico. Per una scuola che non sia più soltanto un mezzo di passaggio per nozioni didattiche poco utili allo sviluppo della maturità e della responsabilità personale. Per una scuola che insegni anche a vivere nella società civile con la dovuta consapevolezza di sé e degli altri. Una politica per i giovani dovrà aver cura di organizzare progetti territoriali con l’organizzazione di spazi giovanili, implementazione dei servizi per il gioco ed il tempo libero, iniziative di aggregazione, espressività, animazione sociale e culturale, iniziative progettuali di quartiere, agenzie educative del territorio fino a realizzare una rete educativa integrata. I giovani oggi rappresentano la categoria di cittadini più esposta rispetto alle politiche sociali. Nel nostro sistema politico sono gli adulti che elaborano politiche per i giovani: con la visione sociale e culturale degli adulti. Queste politiche, infatti, rischiano di essere inefficaci, perché non vanno incontro ai desideri, alle necessità, alle passioni dei giovani I giovani devono avere la possibilità di progettare, di elaborare le loro passioni, di sviluppare idee, devono poter anche sbagliare in queste cose: attraverso gli errori commessi in prima persona, possono acquisire quelle competenze che permetteranno loro, in futuro, di sbagliare meno e di apprezzare lo spazio pubblico, fatto di successi e insuccessi. La futura Amministrazione dovrà porre particolare attenzione a questo e sarà necessario stare con i giovani, chiamarli per progettare insieme e non presentargli i progetti fatti. Questa strada può sembrare più faticosa, ma produce effetti migliori, nel breve ma soprattutto nel lungo termine. Si deve garantire la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni, offrendo la possibilità di scegliere fra diverse opzioni per facilitare il loro ingresso futuro nel mondo del lavoro. Potenziare l’esperienza appena iniziata, ma proficua dello”spazio Polaresco” e individuare altri spazi analoghi, ben insonorizzati onde consentire loro di ritrovarsi. Così pure: ● promuovere giornate di incontro tra giovani e istituzioni Universitarie, Istituti Professionali, luoghi di lavoro in modo che studenti e laureati possano dialogare direttamente con referenti di omologhe istituzioni o aziende localizzate a vari livelli, regionale, nazionale e internazionale per stabilire contatti, accogliere informazioni circa le competenze più richieste, le potenzialità dei percorsi di studio frequentati e le opportunità formative postlaurea, diploma, e di lavoro.

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● favorire le opportunità, le proposte, le iniziative e i servizi finanziati dell'Unione Europea per esperienze di lavoro, formazione e volontariato negli altri paesi della stessa Unione. ● facilitare l’assegnazione di borse di studio per lavorare all'estero ● valutare progetti di servizio civile, che, oltre ad essere una palestra importante di vita, possono contribuire a una formazione professionale. SPORT

Gli obiettivi della pratica sportiva sono volti a migliorare la salute, favorire lo sviluppo sociale, educare alla solidarietà, alla tolleranza, alla lealtà, al rispetto delle regole e dell’ambiente. Lo sport deve essere una scelta di vita in armonia con l'ambiente. Occorre dare all’attività sportiva nelle sue varie sfaccettature la giusta dimensione e collocazione, mediante una sinergica gestione e integrazione reciproca delle strutture sportive esistenti, Istituzione alla persona, Circoscrizioni; ovviare alle situazioni di criticità dovute a scarsa efficienza, scarsa manutenzione delle strutture e scarso utilizzo delle stesse. Interlocutori privilegiati dovranno essere la associazioni sportive che svolgono un ruolo educativo e di aggregazione fondamentale nella nostra comunità. Obiettivi da perseguire:

• occorre provvedere agli adeguamenti dell’impiantistica (pista di atletica, campetti a libero accesso, servizi e spogliatoi) necessari per garantire una migliore funzionalità;

• perseguire il coordinamento e l’integrazione tra i diversi soggetti (scuola, polisportive, ecc.) per migliorare l’efficacia delle iniziative;

• ricercare attraverso accordi con altri comuni o soggetti la possibilità di soddisfare il bisogno per diverse discipline, come il nuoto, l’atletica, la pallavolo, la pallacanestro, ecc.;

• programmare interventi di manutenzione per la riqualificazione e l'ottimizzazione degli impianti sportivi di base, dar corso ai più importanti ed urgenti interventi di manutenzione preventiva sul patrimonio impiantistico esistente, già tutti accantonati: è stata una assurda scelta che ha prodotto il degrado di alcune strutture ad un punto tale che ora gli interventi saranno più complessi e quindi più costosi.

• opportunità di accesso a finanziamenti regionali e nazionali, nonché le disponibilità della Comunità europea nell'ambito della costruzione e riqualificazione degli impianti sportivi.

Alcune strutture:

• palasport: adeguamento della struttura alle normative di sicurezza • stadio Comunale: è noto che la maggior parte dei problemi lamentati sono attribuibili al

traffico generato e alla sosta selvaggia, non controllata e canalizzata, ma tollerata per motivi economico – politici; pertanto, considerata la carenza di risorse, si propone che, qualora le istituzioni private non provvedano alla costruzione di uno stadio fuori città, la ristrutturazione e la riqualificazione degli impianti sia anche a carico dei fruitori e non del comune

• campo Utili: ristrutturazione completa e confacente ai bisogni del quartiere e della zona nord della città, prevedendo strutture sportive per ragazzi e giovani all’aperto e non con opere di discussa utilità, che servono solo a giustificare la speculazione immobiliare nel quartiere.

• piscine: necessità di una loro locazione in diverse zone della città. Le ex-Italcementi devono essere ristrutturate

● percorsi attrezzati nelle varie zone della città per gli amanti del jogging e valorizzazione dei parchi pubblici per attività sportive con il coinvolgimento di società per la gestione delle varie discipline

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• promozione di attività sportive rivolte alle persone anziane (gioco delle bocce, ecc) • monitoraggio continuo dello stato della rete sportiva locale, delle attività che vengono

promosse e della fruizione degli impianti SERVIZI SOCIALI Pur considerando che i minori trasferimenti dello Stato comporteranno sacrifici nelle voci del bilancio comunale, in un momento così delicato come l’attuale, in cui stanno emergendo forme vecchie e nuove di bisogno e di disagio, la programmazione delle politiche sociali deve continuare ad essere un punto qualificante e prioritario. Infatti, si ritiene che i principi di solidarietà, di attenzione per i più deboli, di promozione sociale della persona e della famiglia, di prevenzione primaria del disagio, sono valori condivisi che non possono restare confinati in un ambito specifico, ma devono ispirare gli atti dell’azione governativa nell’ottica di responsabilità sociale. A questo scopo si deve intensificare l’azione svolta nell’ambito dell’assessorato ai servizi sociali, finalizzata alla prevenzione, al sostegno di persone e famiglie in situazioni di bisogno e di disagio, e di persone singole di qualsiasi età, con una attenta politica di finanziamento dei servizi sociali, secondo criteri di merito, per non disperdere, ma ottimizzando i preziosi fondi in mille rivoli, non dimenticando i problemi ed il relativo sostegno ai singoli di qualsiasi età. SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA Obiettivi:

• potenziamento e ampliamento dei servizi rivolti alla famiglia, già in atto o in corso di attuazione

• integrazione degli interventi di tipo riparativo con quelli di promozione • promozione ulteriore di “reti sociali” con esplorazione delle micro realtà locali, (famiglie,

bambini, adolescenti, disabili, marginalità, migranti) • maggiori agevolazioni fiscali e tariffarie ai nuclei famigliari in condizioni di disagio

mediante allargamento in genere dei valori soglia ISEE (Indice situazione economica) in particolare

- aumento del contributo economico per i contribuenti meno abbienti a titolo di rimborso dell’addizionale IRPEF - aumento agevolazioni tariffarie per ATB - aumento agevolazioni tariffarie della TIA (tariffa di igiene ambientale, ex tassa rifiuti) - aumento agevolazioni tariffarie CRE (Centri ricreativi estivi)

- aumento agevolazioni tariffarie servizi scolastici di trasporto - aumento agevolazioni con la Family Card, ora con scarse e modeste possibilità di sconti - aumento assegni familiari maternità e nucleo familiare - potenziamento del progetto di prestito sull’onore - potenziamento progetti “Primo anno in famiglia”per integrazione economica al mancato - reddito di padri e madri che scelgono di rimanere in congedo parentale dal proprio lavoro (legge 53/2000)

- potenziamento progetti e servizi per famiglie numerose (DGR 3021/2006 R. Lombardia)

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- potenziamento iniziative di sostegno alla genitorialità - potenziamento del “Punto famiglie” nuovo centro di offerta per tutti i servizi a supporto della famiglia: informazione, erogazione di offerte economiche e iscrizione ai servizi comunali;

- potenziamento dei servizi e progetti per persone disabili, - potenziamento dei servizi per famiglie con anziani a sostegno alla domiciliarità,

- potenziamento dei progetti territoriali di quartiere a sostegno di politiche educative e/o assistenziali per famigli bisognose.

- potenziamento convenzioni scuole materne paritarie. AREA MINORI

• potenziamento dei rapporti tra la famiglia e gli operatori professionali quali l’Assistente Sociale e lo psicologo.

• potenziamento dei rapporti con la scuola per affrontare problematiche generali o di singoli casi.

• potenziamento dei rapporti con l’ASL con incontri programmati per far fronte alle difficoltà di singoli casi e favorire i contatti con le comunità. potenziamento dei progetti territoriali per gruppi di minori in collaborazione con agenzie scolastiche, ricreative, culturali, oratori

• attuare iniziative di promozione e sensibilizzazione all’affido, per individuare nuove famiglie disponibili all’accoglienza.

• prevenzione dei fenomeni di disagio e devianza giovanile • potenziamento delle convenzioni atto per far fronte alla grave emarginazione con nuovi

progetti e servizi “diversificati e mirati” alle persone in condizione di esclusione sociale. Assistenza domiciliare minori :

• sostegno, nell'ambito delle proprie competenze, con idonei interventi e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l'abbandono e di consentire al minore di essere educato nell'ambito della propria famiglia,

• evitare o almeno ridurre situazioni di isolamento sociale e di emarginazione del minore, • potenziare un servizio domiciliare rivolto a quei minori che vivono in un nucleo familiare

che mostri il bisogno di essere aiutato. AREA ANZIANO L’anziano costituisce una realtà biofisica e psicologica naturale della vita e una dimensione sociale, demografica, previdenziale particolare. L’invecchiamento porta il soggetto ad una nuova percezione di sé e la società ad un suo nuovo e diverso riconoscimento. Nel Comune di Bergamo gli over 65 anni rappresentano il 25% della popolazione cittadina ed il 15% di quella provinciale; l'evoluzione demografica della popolazione comporta un progressivo aumento. Da recentissime indagini il 39% degli anziani sopra i 65 anni vivrebbe solo, molti di essi non sarebbero noti ai servizi sociali. La gestione degli anziani e la loro integrazione nella società è stata garantita in passato dalle famiglie, ma da alcuni decenni si è avuta una progressiva tendenza a delegare il problema della cura dell’anziano allo Stato, dapprima attraverso un’interpretazione “medicalistica” dei fenomeni che si

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accompagnano all’invecchiamento e, successivamente con il coinvolgimento massivo delle strutture sociali a carattere locale. Scomparsa la famiglia patriarcale e multigenerazionale, ridotti gli spazi residenziali in molte case, diventato marginale il ruolo dell’anziano soprattutto in ambito decisionale, si è fatta strada un comportamento nuovo, che ha portato spesso alla rinuncia alla cura dell’anziano con il conseguente affidamento all’assistenza statale. Si profilano due evoluzioni: la prima è data dai soggetti che hanno ancora uno stati di salute buono e condizione finanziaria discreta. Questi scelgono di vivere da soli ed offrono spesso un supporto anche economico alle famiglie dei figli e ciò si traduce in una miglior qualità di vita. La seconda è data da quelle situazioni di rapido decadimento per le quali il problema istituzionalizzazione diventa non più differibile. Si tratta purtroppo di un fallimento che viene percepito come tale sia dall’anziano, sia dal contesto familiare, e che si accompagna ad un rischio più elevato di morte e di deterioramento rapido delle funzioni fisica e cognitiva. Sotto l’aspetto economico l’istituzionalizzazione costituisce un gravissimo aggravio per l’economia famigliare e dei Comuni. Occorre stabilire una priorità degli obiettivi nell’assistenza dell’anziano. Le fasi critiche di questo percorso sono:

� Prevenzione della disabilità: prevenire le malattie e l’evoluzione delle disabilità � Rafforzamento delle barriere alla istituzionalizzazione: sostenere il rapporto interfamigliare

con supporti alla famiglia, impedire l’ulteriore progressione del decadimento con importanti interventi: mantenimento di buona mobilità, stile di vita in ambienti stimolanti dal punto di vista cognitivo, mantenimento di alimentazione adeguata. Necessità della riabilitazione: formulazione di programmi di assistenza globale continuativa

� Offerta di alternative: Incentivi economici, Assistenza domiciliare integrata (ADI, servizio

ASL): tale alternativa dovrebbe essere sempre presa in considerazione per mantenere gli anziani fragili a domicilio e al centro della rete di servizi per anziani con una necessaria integrazione tra Aziende sanitarie e Comuni, secondo le disposizioni legislative nazionali e regionali. L’obiettivo principale dell’ADI è di garantire la migliore qualità di vita possibile all’anziano assistito a domicilio

� Servizi assistenza domiciliare (SAD, domicilio, lavanderia, telesoccorso, servizi di trasporto (diversamente organizzati dai Comuni)

� Centri diurni (CDI), Mini alloggi, periodi permanenza a domicilio

Se ricovero in Rsa inevitabile, cercare di limitarlo a situazioni e tempi definiti: ricoveri respiro, ricoveri di crisi, ricoveri temporanei, cercare di migliorare la qualità dell’assistenza in Rsa I compiti del Comune consistono nel prevedere, pianificare e organizzare al meglio l'evoluzione delle fasi critiche descritte:

per soggetti ancora indipendenti ed in buona salute: • escogitare ed offrire possibilità di attività congeniali per una loro valorizzazione presso Enti,

Imprese, associazioni di assistenza, ecc. • organizzazione corsi “Terza età” • condomini solidali Si potrebbe prendere in considerazione anche la costruzione di “condomini

solidali” per anziani del tutto o parzialmente autosufficienti. Anziani che potrebbero decidere di lasciare il loro appartamento sovradimensionato ad altre famiglie per trasferirsi in un contesto condominiale assistito. E' la stretta interazione tra il mantenimento dell’indipendenza (stare in un casa propria) e il sostegno nelle attività quotidiane della vita (l’essere aiutati).

Riconoscimento e organizzazione dei bisogni: • istituzione di una figura, veramente indispensabile per l’organizzazione di interventi mirati ed

efficaci, (già in previsione presso l’assessorato alle politiche sociali), alla quale venga affidato il

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compito di ispezionare zone determinate della città per l’individuazione e il riconoscimento di situazioni di particolare disagio: controllo della situazione di solitudine e di emergenze sanitarie e assistenziali.

• potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata (ADI Servizio Assistenza Domicilio), servizio infermieristico (cambio di cateteri, nutrizione artificiale, ecc.) che viene attivato dall’utente stesso o dai famigliari, tramite l’ausilio del medico di base ed il supporto dell’assistente sociale.

• potenziamento servizi assistenza domiciliare (SAD), assistenza igienica, pasti e medicine a domicilio, lavanderia, telesoccorso, servizi di trasporto,

• coinvolgimento di istituzioni di volontariato con le stesse finalità • elargizione di incentivi economici Tener ben presente il vantaggio per lo “status dell’anziano” e i benefici che ne derivano con il mantenimento dello stesso a domicilio rispetto alla istituzionalizzazione precoce e impropria, sia in termini finanziari, che di benessere per l'utente e la sua famiglia. Tali servizi costituiscono un costo notevole, che può essere ragionevolmente ritenuto sopportabile per l'ente pubblico o con la contribuzione della famiglia secondo riferimenti ISEE. Nel caso di necessità può essere considerata per tali finalità l’istituzione di una tassa di scopo sulla fiscalità generale. AREA DISABILI Già operano, sul territorio, meritori gruppi di lavoro sulla disabilità, coordinati, attraverso il Comune, dalla Istituzione Servizi alla Persona, che ha avuto il merito di indicare due aspetti prioritari:

- attenta strategia di coordinamento; - ridotta frammentazione delle singole azioni.

Occorre intervenire su questa base già avviata, potenziando le strategie di “Partecipazione Attiva”: - sviluppo delle abilità del disabile e delle risorse ambientali; - sviluppo di un programma di sostegno educativo dei familiari; - scambio di esperienze per attutire il senso di isolamento percepito; - incentivazione, del disabile, a frequentare i servizi offerti dai gruppi di lavoro; dalle

associazioni di volontariato; dalle associazioni di promozione sociale per la ricerca di una occupazione.

Elementi irrinunciabili di tale progetto dovranno essere: - Diritti sociali (accesso all’istruzione, alla casa, alla scuola, al lavoro, ad un reddito

accettabile, alla promozione di sé, alla qualità della vita). - Azione abilitativi (rendere le persone in grado di accedere a tali diritti ed esercitarli

pienamente, se ancora non ne sono capaci o se hanno perduto questa capacità). Costruzione effettiva, si potrebbe dire, del diritto di cittadinanza del disabile, intesa come scelta etica da parte della società. Superata questa fase, procedere al potenziamento del già esistente:

- attività del centro diurno disabili gravi; - servizio territoriale disabili; - laboratorio autonomia; - assistenza domiciliare educativa; lavoro di comunità e tempo libero; interventi socio-

occupazionali-educativi;

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- inserimenti residenziali temporanei o definitivi. IMMIGRAZIONE L’immigrazione è certamente un “grosso problema”, un “argomento psicologico specifico” e un formidabile catalizzatore di conflitti materiali e simbolici. Spetta tuttavia alla nostra società operare adottando con saggezza, comprensione e misura il binomio accoglienza e legalità. Ad un’offerta di aiuto dovrà corrispondere un’accettazione di doveri da parte degli immigrati. Potenziare:

• servizio di accoglienza: (dormitori, consulenza informativa, ecc) • servizio di supporto informativo circa i vari servizi attivi sul territorio utili agli immigrati • attenzione a che l'ASL organizzi i servizi sanitari rendendoli concretamente disponibili

anche per gli immigrati • attenzione a che le scuole favoriscano l'integrazione dei figli di immigrati nel tessuto

scolastico • attenzione a che gli enti ed organi competenti applichino la normativa sui ricongiungimenti

familiari, tenendo conto dell'importanza della presenza delle famiglie ai fini del corretto inserimento degli immigrati nella società italiana, ma anche delle non illimitate possibilità di accoglienza della città di Bergamo

• favorire, per quanto di competenza comunale, l'incontro tra la domanda di lavoro e l'offerta degli immigrati

• favorire, per quanto di competenza comunale, l'affido dei minori immigrati a loro parenti già presenti a Bergamo, esercitando nel contempo un'azione di controllo e di sorveglianza.

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