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LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI 6 MESI AI 3 ANNI Claudio Zmarich Primo Ricercatore Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R. Sede di Padova E-Mail: [email protected] ----------- Comunicare e parlare: la nascita di un gioco “Burlo-Garofolo”, Trieste, 2/03/2007

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Page 1: LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI 6 MESI AI 3 …...Trascrizione fonetica: frequenze assolute e relative dei singoli foni C e V nelle varie posizioni fonotattiche (di enunciato, di sillaba),

LO SVILUPPO FONETICO TIPICO DAI 6 MESI AI 3 ANNI

Claudio ZmarichPrimo Ricercatore

Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del C.N.R. Sede di Padova

E-Mail: [email protected]

-----------Comunicare e parlare: la nascita di un gioco

“Burlo-Garofolo”, Trieste, 2/03/2007

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LO SVILUPPO DELLA PERCEZIONE DEI SUONI LINGUISTICI (Kent & Miolo, 1995)

Dalla nascita a 1 mese: riescono a discriminare quasi tutti i contrasti acustici che sono foneticamente rilevanti (cioè usati dalle lingue del mondo). Associano le vocalizzazioni con le configurazioni facciali appropriate. Possono inoltre discriminare:

la voce della madre da quella di altre donne (sensibilità a caratteristiche individuali), enunciati di una lingua diversa da quella dei genitori (sensibilità all’ambiente linguistico), la pronuncia corretta e “a ritroso” di suoni vocalici (sensibilità alle proprietà acustiche del linguaggio naturale)

Da 1 a 4 mesi: normalizzano tra locutori diversi, e tra velocità di elocuzione diverse (per es. riconoscono la stessa vocale attraverso cambiamenti delle sue caratteristiche tempo-frequenziali). Rilevano variazioni nelle configurazioni intonativee riconoscono la stessa sillaba in enunciati differenti.Da 4 a 6 mesi: Sono sensibili ai marcatori prosodici degli enunciati (confini frasali, accenti e intonazione) e preferiscono lo stile di linguaggio usato dalle madri (motherese) allo stile usato tra adulti.

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LO SVILUPPO DELLA PERCEZIONE DEI SUONI LINGUISTICI (Kent & Miolo, 1995)

Da 6 a 8 mesi: Usano le caratteristiche prosodiche (ritmo e intonazione) per distinguere le parole straniere da quelle della lingua nativa.Da 7 a 10 mesi: Declino nell’abilità di rilevare certi contrasti fonetici propri di lingue straniere e aumento della capacità di usare caratteristiche segmentali per distinguere parole della lingua nativa da quelle straniere. Prima manifestazione sistematica della capacità di comprensione di alcune parole. Da 10 a 12 mesi: Riorganizzazione delle categorie percettive in modo da convergere sulla struttura fonetica del linguaggio nativo. Perdita dell’abilità a discriminare alcuni contrasti acustici non usati nella linguanativa. E’ solo però a partire dai 17 mesi circa che vengono distinte (e apprese) nuove parole che differiscono solo in un una caratteristica fonetica (per es. “pin” vs “bin”, cfr. Werker 2003). L’età si abbassa se i bambini possiedono già un grande vocabolario.

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LO SVILUPPO ANATOMO-FISIOLOGICO DEL TRATTO VOCALE (Kent & Miolo, 1995)

Il tratto vocale del neonato è simile a quello dei primati non umani (scimpanzè): cavità orofaringale proporzionalmente più corta e inclinata, occupata quasi interamente dalla lingua (appiattita e spostata anteriormente). Velo ed epiglottide strettamente ravvicinati. Laringe alta. A 4 mesi: il tratto vocale incomincia ad assomigliare a quello umano maturo.Differenze evolutive nel controllo di mandibola e lingua:

6 mesi: inizio di oscillazioni ritmiche spontanee di effettori (braccia, gambe, mandibola). I primi molari realizzano il contatto occlusivo attorno ai 16 mesi Controllo tardivo dei movimenti fini della lingua: la lingua è un unicum anatomico nel corpo umano, un complesso idrostato muscolare senza scheletro osseo o cartilagineo (Kent, 1992).

Adulto

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SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE E METODI DI ANALISI

E’ possibile considerare la produzione del parlato sotto 2 punti di vista:

Descrizione fonologica(linguistica):

numero ristretto di unità discrete, atemporali

permutabili, indipendenti dal contesto.

Descrizione fonetica (fisica):attività fisica in variazione

continua indotta dal contesto, in un gran numero di variabili

articolatorie, acustiche, uditive o neurali.

Metodi di analisi

la trascrizione fonetica del percetto uditivo

(la maggioranza);

l’analisi del segnale acustico(atteggiamenti degli organi articolatori

e fonatori, dinamica articolatoria);

analisi dei patternsfisiologici relativi alla

respirazione, fonazione e articolazione

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SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE

Trascrizione fonetica: frequenze assolute e relative dei singoli foni C e V nelle varie posizioni fonotattiche (di enunciato, di sillaba), classificazioni per classi fonologiche (modo e luogo di produzione, sonorità), frequenze delle cooccorrenze C-V, inventari fonetici individuali e di gruppo, inventari dei tipi sillabici (V, CV, CCV ecc.), inventari delle ossature segmentali delle parole (tipo “pappa”=CVCCV), descrizione dei fatti prosodici e intonativi.Problemi della trascrizione fonetica:

soggettività del trascrittore, anche esperto (il tipo narrow ha percentuali di accordo inter- e intra-giudice del 74%, Schriberg & Lof 1991) specialmente infantile...:

incompletezza e inadeguatezza della tavola dei simboli principali IPA: èbasata su categorie “adulte” mentre l’apparato fono-articolatorio almeno fino al 4° mese è anatomicamente e funzionalmente difforme da quello adulto. E’ solo a partire dal babbling che si può fare la trascrizione fonetica con i simboli IPA.indebita attribuzione di status (ad. es. segmentale) a percetti che molto prob. non esistono come unità autonome nelle vocalizzazioni del bambino

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STADI DI SVILUPPO DELLA PRODUZIONE ORALE (Stark, 1980; Oller, 1980)

PIANTO RIFLESSO e SUONI VEGETATIVI (0-2 mesi): pianti, frigni, strilli e suoni vegetativi (ruttini, colpi di tosse, deglutizioni). Grugniti, sospiri e suoni di tipo ingressivo(su inspirazione).VOCALIZZAZIONI e RISATE (2-4 mesi): vocalizzazioni di benessere (“cooing”).Forse transizione verso un comportamento meno automatico. Anche se simili, non sono ancora le vere consonanti e le vere vocali del parlato adulto. Emergono nasali sillabiche o suoni vocalici nasalizzati. I suoni quasi consonantici tendono ad essere prodotti nel retro della cavità orale (lingua palato più facilmente in contatto). In una fase piùavanzata, i dai singoli suoni si passa alle serie di vocalizzazioniGIOCO VOCALE (4-6 mesi): Serie più lunghe di sillabe e suoni vocalici e consonantici prolungati. Differenza con il babbling: il movimento verso l’apertura (per la vocale) e verso la chiusura (per la consonante) è molto lento. Grande varietà di costrizioni articolatorie, e sempre più accentuata coordinazione tra articolazione e fonazione. Suoni tipici: strilli acuti, grugniti, brontolii, frizioni faringali, trilli (anche bilabiali, cfr. raspberries), pernacchiette, suoni ingressivi, nasali sillabiche e schiocchi(clicks). Manipolazione “ludica” dei parametri di intensità e altezza tonale.

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Definizione di babbling o “lallalazione”

BABBLING CANONICO: chiamato anche reduplicato o “lallazione”. Produzione di una sequenza di sillabe di tipo consonante-vocale (CV) che si ripetono identiche con un’organizzazione ritmica e temporale simile a quella del parlato adulto (Oller, Wieman & Doyle, 1976), cioè con transizioni formantiche relativamente rapide tra gli elementi consonantici e vocalici, e con una modalità fonatoria normale. Esempi tipici: /papapa/ e /atatata/ (es: Giorgia, 12 mesi):Il babbling canonico tende ad essere auto-stimolatorio piuttosto che interattivo. L’apparizione del babbling canonico coincide con l’apparizione di movimenti ripetitivi e ritmici in altri sistemi motori (ad es. braccia e mani, Thelen 1991)BABBLING VARIATO: produzione di sequenze di sillabe CV in cui da sillaba a sillaba può variare ciascuno dei due foni (ad es. /pataga/, /papipe/ o /patigo/), come anche anche l’andamento intonativo. Babbling canonico e variato spesso non sono successivi, ma contemporanei.PRIME PAROLE (dopo i 12 mesi): c’è una continuità temporale tra babbling e prime parole, poichè la fase terminale del babbling si sovrappone alla fase iniziale dell’acquisizione lessicale.

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Importanza del babbling (1)si struttura sulla sillaba, che è la principale unità ritmica del parlato adulto. Avvicina il babbling al parlato adulto, e consente allo studioso di applicare i metodi e gli schemi interpretativi validi per quest’ultimo. La sillaba del babbling è il punto di contatto tra biologia e fonologia e la miglior base comune per descrivere gli enunciati infantili con metodi fisiologici, acustici e percettivi.i foni del babbling sono in continuità con il parlato adulto sotto due punti di vista:

1) i foni (e le loro combinazioni) che sono più frequenti nel babbling lo sono anche nelle lingue del mondo; 2) le prime parole di un bambino contengono gli stessi foni nelle stesse combinazioni dei suoi episodi di babbling (Oller et al., 1976, Locke, 1983).

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Bambini italiani (10-16 mesi): frequenza (%) delle consonanti iniziali di sillaba CV e CVC (Zmarich e Miotti, GFS 2002, Pisa; Zmarich & Miotti, ICPhS 2003, Barcellona)

• 4 bambini dai 10 ai 16/18 mesi: le frequenze dei foni consonantici per tutti i bambini nella stragrande maggioranza sono limitate a pochi tipi occlusivi e nasali, principalmente anteriori (alveolari/dentali e bilabiali), e non ci sono grosse variazioni tra babbling e prime parole (cambiano le frequenze relative, ma i tipi conson. restano gli stessi).

• Dati dall’inglese indicano che le dimensioni dell’inventario non aumentano marcatamente dagli 8 ai 18 mesi (Robb & Bleile, 1994). In inglese la media è di 6 consonanti selezionate dal set [p t k th m n h w]. Il numero maggiore di consonanti si trova in posizione iniziale di sillaba (5-10 consonanti) rispetto a quella finale (2-4).

altre11,6

altre32,7

altre56,7

altre42,0

altre19,0

altre42,4

altre:28,1

altre:25.5

k5.0

p7.3

p9.6

n8.5

p10.8

p7.5

k4.8

m3.5

n10.7

k8.9

t9.6

b8.9

b12.8

b8.8

d7.2

j6.5

p11.8

n12.8

d11.5

p9.3

n18.8

k8.8

m13.2

d14.4

m20.3

l12.8

n15.3

d11.1

t18.8

d12.1

n14.4

n22.0

t40.6

t25.4

m17.3

t20.1

k19.8

t20.4

t31.3

t28.1

parole177

babbling840

parole52

babbling268

parole101

babbling611

parole83

babbling866

GiorgiaDavideCaterinaAlessia

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IMPORTANZA DEL BABBLING: indici predittivi e prognostici

Alcuni elementi del babbling sono predittivi del successivo sviluppo linguistico (Lindblom & Zetterstrom, 1988): “un buon babbler diventerà di solito anche un buon parlatore e un buon lettore” (Stoel-Gammon (1992):

Il bambino che produce più sillabe CV a 12 mesi arriva prima a produrre 50 parole diverse;il bambino che produce più vocalizzazioni (parole e/o babbling) contenenti una vera consonante a 12 mesi commette meno errori linguistici a 2 e 3 anni.Il bambino che mette in sequenza sillabe tra loro diverse e che produce più consonanti avrà migliori punteggi di linguaggio espressivo e ricettivo a 6 anni.

Oller e coll. (2000; studio su circa 3000 bambini, normali e patologici):l’età di comparsa del babbling canonico può essere ritardata dalla presenza di uno stato patologico. La patologia può essere manifesta e non linguospecifica: i bambini down o sordi profondi entrano nella fase di babbling canonico tipicamente dopoil 10° mese. In altri casi, la patologia non è così evidente e allora, se il babbling canonico non compare entro il 10° mese d’età, il ritardo diventa un forte predittore di:ritardo specifico di linguaggio (SLI), autismo, disordini fonologici (disartria, disprassia, disordini articolatori), e dislessia. I genitori sono straordinariamente capaci di riconoscere l’inizio del babblingcanonico (si può sfruttare a fini di screening).

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MacNeilage & Davis sul babbling:ipotesi della struttura intrasillabica CV

Le consonanti anteriori (coronali) co-occorrono con le vocali anteriori, le consonanti posteriori (dorsali) con le vocali posteriori e le consonanti labiali con le vocali centrali. Queste associazioni sono generate dal vincolo biomeccanico che lega il posizionamento di labbra e lingua (articolatori ancora poco mobili) al movimento ritmico di tipo oscillatorio della mandibola (articolatore già molto mobile).Queste ipotesi sono state sperimentalmente verificate in 6 bambini americani (Davis & MacNeilage, 1995)Le predizioni sulle co-occorrenze intrasillabiche di Davis e MacNeilage sono state parzialmente confermate in 4 bambini italiani (età: 10-16 mesi): si sono verificati 8 patterns predetti sui 12 teoricamente possibili, mentre se ne sono verificati solo 4 su 24 fra quelli non predetti e teoricamente possibili.

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MacNeilage & Davis sul babbling:ipotesi della struttura intersillabica CVCVCV...

maggior variazione tra i foni di sillabe consecutive nella dimensione articolatoria "alto/basso" piuttosto che in quella "anteriore/posteriore“:

prevalgono i movimenti alto-basso di tipo attivo della mandibola, mentre la lingua, maggior responsabile dei movimenti antero/posteriori, ha scarsa motilità di tipo indipendente.

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Lindblom (2000): il principo di economia guida la produzione del

parlato ed opera ad ogni stadio di sviluppo

Il babbling segue la legge del minimo sforzo: è stato provato che l’oscillazione della mandibola che ha il minor costo energetico, unita all’azione della laringe, produce un output acustico che viene percepito come [bababa].E’ dimostrabile che le strutture fonologiche delle diverse lingue sfruttano largamente il principio del minimo sforzo.Le lingue sono conformate per essere apprese dal bambino: i suoni a basso costo energetico che produce hanno buone probabilità di essere presenti nella lingua da apprendere, e così vengono rinforzati.Lo stesso principio del minimo sforzo si applica alla memorizzazione delle nuove unitàarticolatorie: poiché il costo biochimico è direttamente proporzionale al numero di unità da memorizzare, il ri-uso dei gesti fonetici in nuove combinazioni è favorito rispetto alla memorizzazione ex-novo di ogni unitàPer es., un bambino che già produce sistematicamente forme sonore come [didi], [mFmF], e [bAbA]… ri-usando gli stessi gesti in nuove combinazioni produrrà nuove forme: [dEdE], [dQdQ], [dµdµ], [mEmE], [mQmQ], [mµmµ], [bEbE], [bQbQ], [bµbµ].

posizione della lingua

_i_i_F_F_A_A

_µ_µ_E_E

_Q _Q

grado di aperturadella mandibola

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Dalle proprietà universali alle linguospecifiche (1)

Il primo babbling manifesta proprietà universali: le restrizioni di tipo neurofisiologico individuate da MacNeilage e coll. sono comuni a tutti i bambini e spiegano come mai la frequenza di occorrenza dei foni prodotti all’ “inizio” del babbling e le loro combinazioni non risenta dell’influenza delle lingue native (Vihman, 1996).Queste ed altre caratteristiche (ad es. la preferenza ad iniziare le prime parole con la sequenza LC “Cons.Labiale-Voc-Cons. Coronale”) fondano la loro universalità su proprietà che sono fondamentali per le operazioni del sistema del controllo motorio (ad es. il principio del minimo sforzo), e la loro traccia si ritrova cristallizzata anche nelle strutture delle lingue odierne L’ontogenesi “crea” la filogenesi: le capacità articolatorie (di +), percettive e cognitive (di -) del bambino sono il filtro attraverso cui le parole vengono trasmesse da una generazione alla generazione successiva.

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Dalle proprietà universali alle linguospecifiche (2)

A che età il bambino si allontana dalle caratteristiche universali del babbling e si avvicina a quelle linguospecifiche dei suoi genitori? E’ stata rilevata un’influenza positiva della lingua nativa già a 9-10 mesi, allorchè i foni nativi aumentano, e un’influenza negativa a partire dai 12 mesi circa, quando i foni non nativi diminuiscono(Vihman & De Boysson-Bardies, 1994).Per l’Italiano non esistono dati definitivi. Bortolini (1993), Zmarich& Miotti (2003a, 2003b), partono tutti già dai 10 mesi: potrebbe essere già tardi per individuare l’inizio dell’influenza della lingua nativa. Sono in corso studi su bambini dai 6 mesi (cfr. Giulivi, Zmarich, Vayra e Farnetani, 2006).

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Dai 18 ai 27 mesi: gli Inventari Fonetici

(Stoel-Gammon 1985, 1988)

L'analisi fonetica e fonologica di un campione rappresentativo del linguaggio di un bambino di età prescolare che produce parole (a partire da circa 16-18 mesi) deve fornire le seguenti informazioni:

1) ciò che il bambino ha tentato di produrre (analisi indipendente della forma adulta);

2) ciò che un b/o ha realmente prodotto (analisi indipendente del corpus lessicale infantile)

3) ciò che è stato prodotto correttamente (analisi relazionale);4) la natura delle produzioni scorrette (analisi dei processi fonologici;

identificazione di altri errori, per es. di sostituzione);6) l'estensione d'uso delle produzioni scorrette (calcolo della percentuale

d'occorrenza dei processi fonologici e degli altri errori identificati).P.S. E’ importante anche determinare i tipi sillabici prodotti dal bambino

(usando i simboli C e V), per analizzare le potenzialità fonotattiche (cioèper sapere se ci sono allofoni in distribuzione complementare, e quanti e quali foni occupano le posizioni dei vari tipi sillabici)

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Il calcolo degli IF secondo Stoel-Gammon (1985)

Un inventario fonetico è il tipico prodotto della analisi indipendente: rilevazione e classificazione, basata sulle caratteristiche di luogo, modo di articolazione e sonorità, dei foni presenti in un dato campione lessicale. Fornisce una misura delle abilita' fonetiche: quali foni vengono prodotti frequentemente, quali meno frequentemente, quali altri sono assenti.Stoel-Gammon (1985): calcola gli IF solo su un lessico individuale di almeno 10 parole diverse (type) e fermandosi alle prime 50 parole se la produzione lessicale di un bambino e' piu' ampia (così è possibile il confronto diretto tra inventari fonetici a prescindere dalla dimensione del lessico).La selezione delle parole procede in ordine strettamente progressivo. Ogni fono che ricorra nella posizione iniziale e mediana in almeno due parole diverse viene incluso nell'inventario fonetico del bambino per quella data posizione; Se ci sono piu' forme variabili (per le consonanti) in corrispondenza di una certa parola, vengono considerate per l'analisi solo le prime due in ordine di occorrenza.

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Inventari fonetici attestati in oltre il 50% (* 90%) dei bambini (n.13)(Zmarich e Bonifacio, 2004; 2005)

18 MESI (campione di 11 soggetti)INIZ. p* b t* k mNONIN. p t k m

solo occlusive (orali e nasali), preval. sorde (+facili delle sonore) Preferenza per il luogo anteriore: le labiali possono essere prodotte con la sola mandibola e le alveolari preferite tra le consonanti linguali perché +semplici rispetto alle dorsali. L’occlusiva nasale prodotta con un range di sovrapposizione temporale molto ampio tra le due azioni di abbassamento del velo e di effettuazione di una costrizione orale. Preferenza per il tipo sillabico CV: può essere prodotta da un singolo organo che forma una costrizione ed una apertura senza una precisa coordinazione tra i gesti di C e V.

21 MESIINIZ. p* b t* k m nNONIN. p* b t* d k* m n* t l*

l’ IF più completo è in posizione mediana; influsso lingua nativa. si afferma il contrasto di sonorità. i foni [l] e [t], introducono il prolungamento di un fono ([l]) o di una sua fase ([t]), coordinandola alla fase precedente, con un grado di costrizione adeguato alla turbolenza.

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Inventari fonetici attestati in almeno il 50% (* 90%) dei bambini e confrontati con le parole adulte tentate a 27 mesi (target) (Zmarich e Bonifacio, 2004; 2005)

24 MESIINIZ. p* b* t* d k m* n f lNONIN. p* b *t *d *k *m *n *f v s t l*Consolidamento di tutti i foni occlusivi e all’ingresso massiccio delle fricative, differenziate per

modo e luogo di costrizione.

27 MESIINIZ. p* b* t* d* k* g m n f v s l* kwNONIN. p* b t* d* k* g m* n* v s t l*Targ. INIZ. p* b* t d* k* g m n f s l kwTarg. NONIN. p* b* t* d* k* g m n* f v s tS dZ l* r st

Le 2 posizioni si equivalgono per numero di foni attestati, ma mentre l’inventario iniziale comprende tutte le consonanti richieste dal target adulto, l’inventario non iniziale manca ancora di 4 foni e un gruppo consonantico ([kw]) presenti nel target. Diversamente dagli inventari dei bambini americani, i glides [j] e [w] non compaiono mai negli inventari dei bambini italiani (diversa incidenza % nelle rispettive lingue ?).

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% dei TIPI SILLABICI in tutte le voci del PVB (1797 sillabeper 670 parole) attestate nel 3° quartile (prodotte dal 50-75% dei b.) in ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36).

(Zmarich, Dispaldro, Caselli e Cardinaletti, 2007 )

Fino a 21 mesi la sillaba CV nelle produzioni effettive ha le % altissime tipiche del babbling (circa 80%), mentre a 27 mesi si è già ridotta verso il 60% tipico dei target reali e anche del PVB. CVC e CCV mostrano un progressivo aumento verso le % tipiche dei target reali e anche del PVB (che evolutivamente appare più statico). Comune la tendenza delle produzioni effettive e del PVB a ridurre evolutivamente le % della sillaba V.

struttura sillabica

0

25

50

75

cccv cccvc ccv ccvc cv cvc cvcc v vc

18-23 mesi24-29 mesi30-36 mesimedia

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

CCCV CCV CCVC CV CVC V VC

Syllabic types

Freq

uenc

ies

%

18 months21 months24 months27 monthstargets

Produzioni Effettive (IF di 13 bambini, Zmarich & Bonifacio, 2005))I “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m.

PVB

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% delle consonanti scempie classificate per MODO e iniziali delle parole del PVB attestate

nel 3° quartile (prodotte dal 50-75% dei b.) in ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36)

modo di articolazione

0

20

40

60

Approssimante Affricato Fricativo Laterale Nasale Occlusivo Vibrante

18-23 mesi24-29 mesi30-36 mesimedia

0

10

20

30

40

50

60

70

glides affricates fricatives laterals nasals plosives trillsManner of articulation

Freq

uenc

ies

%

18 months21 months24 months27 monthsTargets

Produzioni EffettiveI “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m.

PVB

Fino a 21 mesi le occlusive delle produzioni effettive hanno le % altissime tipiche del babbling(circa 60%), mentre a 27 mesi la % si è già ridotta verso le % inferiori tipiche dei target reali(45%) e del PVB a 24-29 mesi (35%). Le fricative e affricate hanno % inferiori nelle produzioni effettive rispetto al PVB e ai target reali. Il caso della vibrante /r/, molto frequente nei target reali, ma poco frequente anche a 27 mesi nelle produzioni effettive, illustra il ruolo della complessità articolatoria.

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% delle consonanti scempie classificate per LUOGO e iniziali delle parole del PVB attestate nel 3° quartile (prodotte dal 50-75% dei b.) in

ciascuna fascia di età (18-23; 24-29; 30-36)

luogo di articolazione

0

20

40

60

Alveolari Bilabiali Labio-Dentali Palatali Palato-Alveolari

Velari

18-23 mesi24-29 mesi30-36 mesimedia

p< .05

0

10

20

30

40

50

60

alveolars bilabials labiodentals palatoalveolars palatals velars others

Place of articulation

Freq

uenc

ies

%

18 months21 months24 months27 monthsTargets

Produzioni EffettiveI “target” (le colonne scure più a dx) sono forme lessicali corrette che i b. tentano a 27 m.

PVB

PVB: nelle parole acquisite prima prevalgono le bilabiali (strategia “Labial-Coronal”, usata dal b. con le primissime parole, per uscire dallo schema reduplicativo del babbling e facilitare l’articolazione della sillaba iniziale, MacNeilage et al. 2000). sia le produzioni effettive che il PVB riducono nel tempo le bilabiali mentre aumentano le alveolari/dentali, labiodentali e palatoalveolari verso le % dei target reali.

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COMMENTI

Chiunque si occupi del primo sviluppo linguistico sa che l’aspetto fonetico delle parole da produrre rappresenta per il bambino una sfida non meno importante di quella rappresentata dagli aspetti cognitivi. I risultati esposti ci portano effettivamente a dire che le parole prodotte di meno sono anche più complesse dal punto di vista fonetico di quelle che sono prodotte di più, e che la complessità articolatoria, insieme alla frequenza dell’input lessicale, èsenz’altro un fattore che contribuisce a differenziare le produzioni in base all’età. Le prime regolarità fonetiche della lingua nativa che i bambini apprendono derivanodalle proprietà statistiche del parlato circostante, che sono relative ai fasci di co-occorrenze fonetiche nei token in sequenza, e che riflettono la frequenza d’uso. Il tipo di inizio bottom-up delle categorie fonologiche ha successo grazie al circuito di percezione-produzione operante nella comunità linguistica, che riflette la contrastività e la discriminabilità delle categorie della grammatica adulta. Una volta che il bambino ha acquisito un piccolo lessico, il sistema fonologico in via di sviluppo viene ulteriormente raffinato e migliorato ricorrendo al feedback interno derivato dalla statistica sui type lessicali (Zmarich e Luppari 2006, da Pierrhumbert, 2003)

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L'ANALISI ACUSTICA

L'analisi acustica non è invasiva ed è relativamente semplice da effettuare. Tra le analisi di tipo strumentale è anche la meno costosa e la più facilemente disponibile (basta un PC dotato di scheda audio e un software di analisi, che si può scaricare anche gratis da Internet: per es., PRAAT, al sito: www.praat.org)Rispetto all’analisi del percetto uditivo (trascrizione fonetica) quantifica la dimensione temporale (fonologicamente distintiva o non), ad es. la durata delle unità linguistiche (sillabe, consonanti, vocali) e sublinguistiche (VOT).Caratterizza il comportamento verbale, tipico o patologico, dei parlanti, negli aspetti costitutivi dell’Intelligibilità, della Velocità di elocuzione e della Prosodia, e della Qualità della voce (per es. MDVP).

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Analisi del segnale acustico con Praat (da su in giù): forma d’onda, spettrogramma a banda larga, segmentazione e etichettatura dell’enunciato (balbettato) “d-dididi viene”

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L'ANALISI ACUSTICA: durata temporale

Durata dei segmenti o di altre unità linguistiche (sillabe, parole ecc.): generalmente diminuisce durante lo sviluppo fonetico (aumento della velocità di locuzione). Alcune unità sono più sensibili allo sviluppo di altre. Le durate segmentali sono inoltre più variabili, da ripetizione a ripetizione, nei bambini più piccoli. Le modalità temporali di esecuzione articolatoria raggiungono la norma adulta verso gli 8 anni.

La variabilità nell'esecuzione (in termini sia di precisione che di durata) dipende anche dalla frequenza di occorrenza delle strutture fonologiche: le strutture fonologiche meno frequenti sono prodotte con + errori e con durata maggiore e + variabile. E' importante però tener presente la distinzione tra variabilità dovuta a errore (tipica del bambino) dalla variabilità funzionale (tipica dell’adulto), che viene usata per risolvere problemi di natura motoria (compensazioni).

Non si sa come e quando il bambino acquisisca le capacità compensative tipiche dell’adulto (Moore, 2004)

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Il contrasto nascosto come stadio nell’acquisizione fonetica e fonologica

(Scobbie et al. 2000)I primi tentativi di un bambino di ripodurre un contrasto fonologico non sono né fluenti né corretti (cioèsecondo la norma adulta).Ci può essere un ritardo, anche di diversi mesi, tra la produzione di un contrasto e la percezione di questo da parte dell’ascoltatore.L’analisi acustica ci aiuta ad individuare la presenza di un contrasto che il bambino si sta sforzando di realizzare anche in assenza della sua percezione. Caso classico, il VOT (Macken & Barton, 1980; Bortolini, Zmarich, Fior e Bonifacio, 1995): consonanti sorde e sonore sono

1. realizzate con voicing lag (sorde);2. realizzate con voicing lag e voicing

lead molto alti (sorde e sonore “esageratamente diverse”);

3. realizzate con voicing lag e voicing lead secondo la norma adulta.

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Analisi Acustica dello sviluppo della coarticolazione (Petracco & Zmarich, in stampa)

Con il termine coarticolazione ci si riferisce all’influenza (acustica, articolatoria, percettiva) di un fono su un altro, che lo segue (C. perseverativa) o lo precede (C. anticipatoria).IPOTESI: nello sviluppo fonologico il bambino restringe il dominio dell’organizzazione articolatoria dalla sillaba ai singoli gesti C e V, quindi la coarticolazione diminuisce e la distintivitàfonemica aumenta (Studdert-Kennedy & Goldstein, 2003) In questo studio è stata analizzata la sola coarticolazioneanticipatoria (V su C) in sillabe “CV” (C=[p/b],[t/d],[k/g]).Analisi acustica su sillabe CV prodotte da una bambina, usando l’andamento di F2 nella transizione tra C e V come indice del luogo di occlusione lungo la direzione antero-posteriore del cavo orale (Fant, 1963).

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Dall’alto in basso:Forma d’onda, Spettrogramma FFT e Tracciamento Formantico; Sezioni spettrali FFT sulla sillaba [da:], per individuare la frequenza di F2

(Hz) all’inizio della transizione formantica (da C a V) e al centro di V

F2 consonante F2 vocale

F2

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L’influenza coarticolatoria di V su C è indicizzata dal coefficiente (k) e dall’intercetta (c) della retta di regressione lineare che interpola le coppie F2C e F2V (vedi le corrispondenti figure a destra):F2C=k*F2V+c(Lindblom, 1963)

I valori di k (la pendenza della retta di regressione) variano idealmente tra:

0 (nessuna coarticolazione: al variare del valore di V non varia quello di C) 1 (massima coarticolazione: la variazione del valore di C ècompletamente determinata da V).

Indici acustici di coart. (locus equation, Sussman et al., 1992; 1999)

Locus invariante= No Coart.

No Locus = Max. Coart.

C V

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Analisi longitudinale delle slopes (k) per le Bilabiali

adulto

L’occlusione bilabiale non essendo anatomicamente vincolante (per la lingua) permetterebbe la massima sovrapposizione temporale dei due gesti, come avviene nell’adulto dove l’influenza coarticolatoria èmassima: la lingua al momento del rilascio dell’occlusione si trova già in posizione per la vocale (coarticolazione come co-produzione articolatoria)Caterina nel 10° mese coarticola poco: la lingua è ancora in movimento nell’istante di rilascio dell’occlusione. Dal 12 mese inizianomovimenti indipendenti della lingua per la produzione della vocale che terminano nel momento del rilascio dell’occlusione.Raggiunto un primo livello di coordinazione,esso è mantenuto.

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Analisi longitudinale delle slopes (k) per le Coronali (dentoalveolari)

adulto

Per tali sillabe la bambina deve imparare a differenziare e coordinare apice e dorso della lingua (vincolo anatomico). Negli adulti la coarticolazione ha effetti acustici scarsi, poiché l’apice della lingua resta fermo sul luogo consonantico indipendentemente dalla posizione del dorso che articola la vocale.In linea con tale ipotesi a 10 mesi la coarticolazione è maggiore, poi oscilla, segno che la b/a deve imparare il corretto coordinamento tra apice e dorso della lingua.

adulto

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Analisi longitudinale delle slopes (k) per le Dorsali (Velari)

In questo caso i vincoli biomeccanici sono massimi (C e V articolate con dorso), e nell’adulto l’effetto acustico evidenzia un grado di coarticolazione molto alto (coarticolazione come adattamento articolatorio reciproco).In Caterina, dopo un periodo iniziale di variabilità le produzioni si stabilizzano su valori molto alti che mostrano una maggiore coarticolazione rispetto al target e alle altre categorie di luogo esaminate.

adulto

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Moore e coll. (2004) la cinematica applicata agli infanti

L’organizzazione coordinativa del gesto articolatorio per la chiusura bilabiale di LS, LI e Mandibola cambia in modo drammatico durante i primi anni di vita e continua a raffinarsi anche dopo l’età di 6 anni.

3 fasi principali nello sviluppo della coordinazione tra labbra e mandibola:

integrazione (a 1 anno): mandibola attiva, labbra passive

differenziazione (a 2 anni): labbra indipendenti dalla mandibola ma non tra loro

raffinamento (a 6 anni): ottimizzazione della sinergia tra le 3 strutture (controllo separato di LS, LI e mandibola)

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La Fonologia Articolatoria e i disordini fonologici su base evolutiva

Studdert-Kennedy & Goodell (1995): le varianti delle parole bersaglio “apricot” contengono molti errori segmentali (cioè molti foni scorretti), ma pochi errori di gesti (vedi es.: L=labiale, V=velare, A=alveolare). I segmenti sbagliati non risultano dall’uso di gesti diversi da quelli della parola target (errori di scelta dell’organo=di luogo di articolazione), ma da tentativi erratdi produrre la corretta organizzazione temporale tra gesti adiacenti (errori di armonia, di inserzione, di cancellazione), o da errori nella durata o ampiezza dei gesti (errori di dimensionamento del gesto articolatorio = di modo di articolazione)Ad es., l’inserzione di una vocale neutra /´/ in un gruppo consonantico è causata da un’errata relazione di fase tra la prima C e la seconda C (un ritardo), mentre lo stopping (una fricativa che diventa occlusiva) è un errore di dimensionamento (cioè il bambino effettua un eccessivo grado di costrizione)

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GRAZIE PER LGRAZIE PER L’’ATTENZIONEATTENZIONE