lode al signore - le missioni.net · 2007. 10. 8. · lode al signore mese di maggio 06.05.2007 san...

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  • Lode al SignoreMese di MAGGIO

    06.05.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30

    Kollbrunn + CH ore 10.05Seuzach ore 19.30

    13.05.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30Turbenthal ore 08.30

    17.05.2007Ascensione del Signore

    San Lorenzo + CH ore 10.00Sacro Cuore + CH ore 10.00San Pietro e Paolo ore 18.30

    20.05.2007 San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30Kollbrunn ore 16.30

    27.05.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30

    OGNI SABATOEffretikon ore 18.00

    Sabato 12 e 26.05.2007Pfungen ore 18.00

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    Mese di APRILE01.04.2007

    Domenica delle PalmeSan Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30Ellg + CH ore 10.00Seuzach ore 19.30

    08.04.2007Domenica di Pasqua

    San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30Effretikon ore 08.30

    15.04.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.30San Pietro e Paolo ore 18.30

    Kollbrunn ore 16.30Seuzach ore 19.30

    22.04.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30

    29.04.2007San Lorenzo ore 10.00Sacro Cuore ore 11.00San Pietro e Paolo ore 18.30

    OGNI SABATOEffretikon ore 18.00

    Sabato 14 e 28.04.2007Pfungen ore 18.00

    Lode al Signore

  • Chiesa, dove stai andando? Ciao! La Pasqua che ogni anno festeg-giamo, ci porta a vivere in un clima me-raviglioso: Cristo è veramente risorto, annunciatelo alle genti! È questa la novità che si ripete di tempo in tempo e che è il “leitmotiv” di ogni cristiano che crede in un domani migliore. Ac-cettando questa notizia, noi iniziamo una vita nuova. Alcuni se ne accorgo-no subito, altri tardano a... sentirla. Con la risurrezione tutto appare sotto una nuo-va luce. Prima il mondo era grigio, mo-nocolore, ora brilla di splen-didi colori! È un arcobaleno vitale! È come se si schiudes-se un nuovo orizzonte! È quello che si vuol vivere in questi giorni nella nostra comunità cri-stiana di Winterthur. Infatti stiamo at-traversando un’altra grande realtà che chiamerei “primavera della Chiesa”. I cristiani in Svizzera si stanno chieden-do: cosa porta il futuro e cosa diamo noi al futuro? Sia come persone ma, soprattutto, come cristiani!Domande che ci coinvolgono piena-mente nel nostro vivere. È quasi la stessa domanda che negli anni 60/70 si pose la Chiesa ufficiale: ”Chiesa, dove stai andando? Sì, perché tra il modo di vivere e il modo di predicare della Chiesa c’era un abisso di diffe-renza, sembravano due mondi. Due

    rette divergenti che volevano essere parallele. Impossibile! Tra il predicato ed il vissuto, le distanze erano lontane migliaia di anni luce. E questo noi lo notiamo giorno per giorno anche nel nostro oggi. Le chiese si svuotano, i giovani non hanno più valori, la famiglia non educa, la società non ha remore, la scuola non fa cultura, ..., il liberismo

    ga loppan te decide e fa decidere. In altre parole la morale, come d i c e v a m o nell’ultimo nu-mero, non è sostenuta dai valori, ma dal-la maggioran-za dei pareri. Se una cosa è buona o cattiva non la si giudica più dal suo esse-re in sé, ma dalla quantità di gente che l ’ appogg ia . Eppure ab-

    biamo dei doni, delle capacità per co-struire la vita vera nella Chiesa e nel-la società, abbiamo delle possibilità per costruire un domani vivibile. Sono doni che abitano dentro di noi e che il buon Dio ha elargito gratuitamente. Sono doni che non devono inorgoglirci come se fossero coppe o trofei, ma che devono essere usati con gioia a vantaggio del prossimo. I doni spiri-tuali sono come le vere perle: vanno sempre resi visibili per farli vivere!Forse dovremmo chiederci cosa è oggi lo spirituale!!? “...a uno viene con-cesso dallo Spirito il linguaggio della

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    sapienza; a un altro invece, per mez-zo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spi-rito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue.” (1Cor 12,8-10) Sono doni che necessitano di collaborazione, sarà una collabora-zione dinamica, cioè oggi metti tu do-mani metto io. È come nel corpo dove ogni suo membro è usato a tempo debito e opportuno, non tutti insieme e nessuno mai da solo. D’altra parte, però, nessuno può esser biasimato se non dovesse aver una qualità, sarai tu, con il tuo dono a sostituirlo. Questa è complementarietà dinamica. Questo è la armoniosità del corpo. Questa è la bellezza della Chiesa, questa è il fascino e l’attrattiva di una comunità. Chi ha avuto un dono, lo metta in pra-tica con gioia e non sia geloso se un altro non ce l’ha e neppure presuma di mettergliene uno che non possiede... Ognuno è responsabile dei propri doni

    non di quelli degli altri. E ognuno deve far fruttificare i propri e non giudicare quelli degli altri. Ma questo parlare è sempre duro per chi crede di essere il solo reggitore del mondo. In gene-re comprende questo, chi ha il cuore semplice e fondamentalmente buo-no. La Pasqua ha fatto scoprire que-sti doni in noi? Se non l’avesse fatto, non abbiamo vissuto la Pasqua. Come cristiani dobbiamo esser alberi da frut-ta, non alberi di Natale; non dobbia-mo accontentarci che gli ornamenti ci vengano appesi dall’esterno, ma, dal nostro interno, dobbiamo produrre frutti di vita cristiana. La primavera e lo sbocciare dei fiori sicuramente ci por-teranno a considerare la vita con un sorriso in più, perché Dio non ha fatto un mondo cattivo, ma è l’uomo che deve imparare a saper scegliere le cose migliori e a non fermarsi troppo sulla gramigna.La festa di Cristo risorto ci aiuti a guar-dare con speranza alla vita che fiorisce e dia vigore intenso al nostro ripeterci Buona Pasqua!

    Don Alberto Ferrara

    CELEBRAZIONI PASQUALIGiovedì Santo

    Memoria dell’Ultima Cena di Gesù e lavanda dei piediChiesa di San Pietro e Paolo, ore 18:30

    Venerdì SantoCelebrazione della Passione e Morte di Gesù

    Chiesa St. Martin - Effretikon, ore 17:00Chiesa del Sacro Cuore, ore 18:30

    Sabato SantoVeglia di Pasqua

    Chiesa di san Pietro e Paolo, ore 19:00

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    Nelle domeniche dopo Pasqua si celebra nelleParrocchie la festa di PRIMA COMUNIONE

    A tutti i ragazzi di lingua italiana e a quelli delle varie Parrocchie,auguriamo che questo giorno sia un incontro significativo

    con il vero e unico Amico della loro vita! AUGURI!

    ANDIAMO AL MAREAnche questo anno si organizza un periodo

    di riposo sulle spiagge dell’Adriaticodal 1 al 16 settembre

    Chi è interessato si prenoti subito!

    Festa della mammaDOMENICA 13 MAGGIO

    dopo ogni santa messa, sarà offerta una rosaa tutte le mamme presenti

    Sabato 12 ad Effretikon dopo la S. Messa delle 18.00

    DOMENICA 6 MAGGIOCelebrazione delSacramento dellaCresima per i giovani che hanno frequentato il corso di preparazione

    OGNI MERCOLEDÌdel mese di maggiorecita del S. Rosario

    comunitarioSala S. Giustino

    Centro Parr.S. Francesco, ore 19:00

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    Dopo la celebrazione della Pasqua si apre un tempo “contagiato” dall’esperienza della festa vissuta. Infatti ci sono vari avvenimenti che ci coinvolgono con il loro clima di serenità e gioiosità, capace anche di farci dimenticare gli inevitabili intralci. Pensiamo, infatti, alle feste di Prima Comunione, con tutti quei ragazzi vestiti di bianco, emozionati e compresi nello stesso tempo per il mistero che vivono. Poi arriva il mese di maggio, mese dedicato a Maria, mese della festa della Mamma, mese della festa dell’Ascensione e di Pentecoste. Per questo ci sembra opportuno mettere in evidenza questi avvenimenti.

    MESE DI MAGGIOOgni mercoledì, nella sala San Giustino,

    al Centro Parrocchiale S. Francesco, alle ore 19:00si reciterà insieme il Santo Rosario.

    Ogni Martedì, Chiesa St. Martin, Effretikon, ore 19:45

    Potrà sembrare una tradizione che ci mantiene legati al passato. Ma può essere anche una opportunità per scoprire la ricchezza della preghiera fatta insieme, per uno stesso obiettivo. Sentire la nostra vita percorsa dalla forza dello Spirito, nella memoria di fatti evangelici, aiuta a rendere più vera, più autentica la storia di tutti i giorni. Per questo invitiamo tutti a partecipare, nel limite del possibile, o ad unirsi nello spirito da dove ci si trova, magari con una sola Ave Maria, espressa con fede!

    ELGG – 26 Maggio - recita del Rosario e festa insieme, ore 18:00

    DA RICORDARE...

    GIOVEDÌ 17 MAGGIOFESTA DELL’ASCENSIONE

    Si celebra la festa con la Comunità svizzera al San Lorenzo (ore 10:00) e al Sacro Cuore (ore 09:30)A San Pietro e Paolo alle 18:30 in lingua italianaUn gruppo della Comunità parroc-chiale sarà a Lourdes, presso la Grotta della vergine Maria a pre-gare per tutti, per chiedere salute e serenità.

    MERCOLEDÌ 30 MAGGIO: dopo la recita del Rosario, chiuderemo il mese di maggio con un momento di festa e di condivisione di una semplice cena insieme. Tutti possono partecipare.

    DOMENICA 27 MAGGIOFESTA DI PENTECOSTE

    È la Festa dello Spirito Santo, di

    Colui che spesso dimentichiamo

    ma che più agisce nel comunicare

    la forza di Dio e il suo Amore di mi-

    sericordia, la capacità di scelta e di

    coerenza. Invochiamolo nelle Litur-

    gie del giorno, affinché ci assista e

    ci guidi!

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    DENTRO OGNI VITA UN TESORO DA SCOPRIREI giovani? Sono un bel problema. Non si riesce più a “gestirli”, sempre più dif-ficile tenerli sotto controllo. Irrequieti, trasgressivi, esuberanti fino all’eccesso, affascinati da quella “vita spericolata” cantata ed esaltata da Vasco Rossi, in-tramontabile icona di un tipo umano a cui guardano tanti teenager, ma anche chi giovane non è più e s’illude di conti-nuare a esserlo. Oppure si accontentano di una vita “al minimo”, tirano a campa-re senza infamia e senza lode. I giovani: “materiale” da maneggiare con cura. In realtà il problema non è nei giovani, ma negli adulti che sono sempre più preoc-cupati di spegnere incendi o di gestire l’esistente alla maniera di un ragioniere, mentre dovrebbero occuparsi di accen-dere il desiderio, di ridare passione per la vita. In fondo è questo quello che ogni giovane chiede: perché vivere? Dove porta la vita? Chi sono per realizzare il mio futuro? Dentro ogni vita c’è un tesoro da scopri-re. Bisogna fare come i cercatori d’oro che, per una pepita non temevano di sporcarsi le mani, di correre rischi, di affrontare pericoli. Non esistono ragazzi “perduti”, esistono giovani che aspetta-no qualcuno che dica loro: “Tu vali, la tua vita è preziosa, anche tu sei un tesoro!”

    Noi, invece, persone dabbene, cammi-niamo spesso con l’indice puntato per far emergere solo il poco negativo o l’as-surdo della vita che hanno. E ci fermia-mo là. Inconsapevoli che chiunque tocca il fondo, deve poi risalire: dove trovare la forza e il coraggio se il nostro dito rima-ne là, e rigira nella ferita? Si ricomincia a risalire quando si accetta di dare la mano a chi ce la offre, si usa la propria libertà per un bene, per il proprio bene. Quando si capisce che una mentalità generata dalla svalutazione della realtà e dal relativismo trasforma la libertà in un feticcio autoreferenziale, in una for-ma mascherata di servitù mentale.I giovani stanchi di vivere o ribelli ver-so la vita e le sue strutture sono una conferma dell’assenza degli adulti: non un’assenza fisica, piuttosto la mancan-za di coraggio nell’interferire con la vita dei figli. Hanno paura di perderli, quindi lasciano correre, non si intromettono. Li giustificano senza ragione. E cosi, li per-dono davvero.Invece bisogna rischiare l’impopolarità, rischiare il conflitto, avendo come obiet-tivo il loro bene. È nella capacità di af-frontare quel terribile modo di dire: «ce l’hanno tutti» «lo fanno tutti» che si può cambiare il verso della vita di un figlio. Non è una questione di dialettica verba-le, piuttosto c’è di mezzo la stima che i figli sviluppano nel confronti di un padre e di una madre che hanno il coraggio

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    di fare una proposta educativa anche quando appare scomoda. È la coeren-za che viene messa a dura prova e per gli adulti è una terra mobile che non si traduce in sicurezza, in fiducia, in stima. Il guaio è che quella parolina, “educa-zione”, oggi è diventata impopolare nel mondo degli adulti. Tanto impopolare quanto necessaria. Molti genitori, molti insegnanti, preti, allenatori, animatori hanno abdicato. Hanno rinunciato al ri-schio della proposta, accontentandosi di essere considerati “alla pari”, come fos-sero degli amici da sempre, con qualche anno in più. Ma non è questo che ser-ve ai giovani. Ci vuole gente che li aiuti a ritrovare il gusto dello studio e della scuola, che ridia significato alla fatica, al lavoro, che sappia dire sì e no, che non si limiti ai “forse” e ai “vedremo”, che si implichino in prima persona nel concre-to del vivere, senza misure e senza ten-tennamenti. Ci vuole una passione per la

    vita e per tutto ciò che è umano. Ci vuole il coraggio di rischiare, di correre quel “rischio educativo” che rende grande la vita e per il quale si ha l’energia per con-tinuare a lottare di fronte ad ogni provo-cazione, anche violenta, che i giovani ci propinano quasi a sfida del nostro stile di vita. Riaccendere il desiderio di vivere: ecco ciò che i giovani di oggi aspettano per rispondere alla richiesta più impor-tante, quella di diventare grandi! Forse bisogna fare un annuncio: AAA, Cercansi disperatamente adulti che trasmettano fascino. Genitori che non spianino ai fi-gli maggiorenni la strada del successo facile e deviante; cercansi gente che ac-cenda il desiderio, più che pompieri che spengano desideri e sogni. Prova ne è il risultato dell’ultimo festival della canzo-ne: al di là del “vuoto televisivo” che ci è offerto, i testi delle canzoni vincitrici dovrebbero far riflettere il mondo che si dice “adulto e maturo”.

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    Domenica 11 marzo, chi en-trava in Chiesa Sacro Cuore, si incontrava con lo sguardo sereno di una donna che tro-neggiava sull’altare. Quella donna era Madre Elena Sil-vestri, fondatrice dell’Istituto delle Suore Ancelle di Gesù Bambino. Ella fa parte della loro vita e come ognuno di noi ha il suo al-bum di ricordi che può essere fatto di foto, di episodi, di fatti, di semplici parole e di qualsiasi altra cosa vissu-ta. Anche le Suore Ancelle di Gesù Bambino, hanno il loro album. Esso ha dei punti fermi, cui spesso fanno memoria: la nascita dell’Istituto è uno di questi e domenica 4 marzo hanno ricordato 123 anni di fondazione. E questa non ci sarebbe stata se il 4 febbraio 1839 non fosse nata Elena, figlia di Caterina Mazzotti e Carlo Sil-vestri. È lei la loro Madre spirituale, la

    loro Fondatrice, è lei che ha dato un’impronta spirituale, carismatica nella loro scelta di vita religiosa e il 12 marzo, ricorreva esattamente 100 anni dalla sua morte. Sono ricordi che danno senso al loro essere, come singole suore e come Famiglia religiosa. Elena è

    stata una donna semplice, ricca di una forte sensibilità per le giovani del popolo, soprattutto della sua Ve-nezia. Il mistero dell’Incarnazione l’ha af-fascinata e l’ha spinta a renderlo visibile nel suo apostolato: farsi pic-cola con i piccoli, con i poveri, con gli sfruttati, per far acquistare loro dignità e fiducia dal punto di vista umano, e consapevolezza di essere amati da un Dio infinitamente grande, dal punto di vista della fede. È que-sta donna che si è voluto celebrare

    in quella domenica, che Papa Giovanni Paolo II ha procla-mato Venerabile il 21 dicembre 1999. A lei abbiamo affidato i giovani di cui era innamorata, perché come lei trovino nel Cristo la sorgente della loro vita e a Lui indirizzino le proprie scelte. Significativi i simboli offerti durante la ce-lebrazione: il fuoco,

    100 anni dalla morte diElena Silvestri, Venerabile

    fondatrice delle Ancelle di Gesù Bambino

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    come simbolo della passione che Madre Elena ha testimoniato nel vive-re del Vangelo e nel servire le giovani del suo tempo. La sua era una vera e propria passione che la spingeva a ripetere con sollecitudine “il cuore delle giovanette è un terreno che va curato, purgato, seminato e conti-nuamente sorvegliato” per esprime come l’azione educativa non poteva risolversi nel tempo in cui le ragazze erano presenti nei suo laboratori di sartoria o di mosaico.Alcuni semi, come simbolo della pic-colezza e della semplicità che Elena tà in un mondo migliore. La celebrazione, poi, era sottolinea-ta dai canti del coro dei giovani, che davano contenuto ai vari momenti e facevano vibrare di un’intensa parte-cipazione spirituale.Nel pomeriggio, molte persone han-no potuto visitare la piccola mostra, allestita nella sala San Francesco al Centro Parrocchiale, in cui si rac-contava la storia di Elena e della sua Famiglia religiosa. Attraverso la te-

    stimonianza delle Suore, si è potu-to conoscere un po’ di più della loro vita e del servizio che prestano non solo nella nostra Parrocchia Missio-ne, ma a Näfels, in diverse Comunità in Italia, in Brasile e in Africa.È stata una giornata intensa, signi-ficativa per i molti segni di ricono-scenza che si sono ricevuti e rimarrà scritta fra quei ricordi che arricchi-scono l’album di Famiglia e che fan-no innalzare un nuovo inno di grazie al Signore che ha voluto le Ancelle di Gesù Bambino a servizio della sua Chiesa.

    L’Istituto delle Ancelle di Gesù Bambino celebra in tutti i luoghi dove è presente il centenario dalla morte della Fondatrice, la Venerabile Madre Elena Silvestri.

    A Venezia, nella Casa Madre – Pa-lazzo Sceriman – tale festa sarà il prossimo 9 giugno 2007.

    Per rendere più gioiosa la celebrazione, è stato invitato il nostro Coro Giovani e, per l’occasione, si unirà anche il Coro delle Mamme!

    Grazie per la vostra disponibilità!

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    PellegrinaggiLa PARROCCHIA MISSIONE CATTOLICA di LINGUA ITALIANA

    organizza il pellegrinaggio aLOURDES nei giorni dell’ASCENSIONE

    da mercoledì sera 16 maggio a domenica mattina 20 maggio

    Il Pellegrinaggio sarà guidato da don Alberto e vuol avere un’attenzione particolare soprattutto per le Animatrici e Animatori che potranno partecipare. Infatti vuol es-sere un “pellegrinaggio di formazione” per comprendere meglio il servizio che già si svolge a vantaggio dei vari gruppi e una spinta in più per avere fiducia e speranza nell’accompagnare la crescita dei nostri ragazzi.

    Le iscrizioni, comunque, sono aperte a tutti con le seguenti quote di partecipazione:

    Camera doppia CHF 380.00 a persona Camera singola CHF 430.00 Ragazzi fino a 12 anni CHF 340:00 con i genitori

    PELLEGRINAGGIO A FATIMA LISBONA Dal 28.09.07 al 30.09.07

    Programma:Venerdì 28.9.07 - Partenza da Zurigo/Kloten ore 6.45 con volo diretto; arrivo a Lisbona alle 08.25. Trasferta per Fatima, sistemazione in Hotel. Pranzo. Preghiera davanti all’immagine della Madonna. Visita alla chiesa dove é conservata la corona in oro, con incastonato il proiettile, dell’attentato al Papa Giovanni Paolo II. Rientro in Hotel, cena e pernottamento.Sabato 29.9.07 - Dopo la prima colazione, partenza con il treno locale per la Via Crucis, visita al Santuario dove si custodiscono la spoglie di Giacinta, Francesco e Lucia (deceduta il 13.2.05), visita ai luoghi natali dei veggenti, e a Valinhos dove apparve l’Angelo, con la liturgia. Rientro in Hotel per il pranzo. Pomeriggio a libera disposizione. Cena in Hotel. Fiaccolata in gruppo.Domenica 30.9.07 Dopo la prima colazione, partenza con il pullman da Fatima a Lisbona. Pranzo. Visita alla città con guida locale. Verso le 18.00 in aeroporto, per la partenza con volo diretto delle 19.10; arrivo a Zurigo/Kloten alle ore 22.30

    Prezzo a persona in camera doppia Fr. 860. Supplemento camera singola Fr. 120.Per informazioni telefonare: 052 212 41 91 op. 079 333 74 72 (Salvatore Zinna)

    Iscrizioni per entrambi i pellegrinaggi Segreteria MCLI 052 212 41 91 Zinna Salvatore 079 333 74 72

    POSTI LIMITATI A 25 PERSONE

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    La vita nei gruppiUna parte del Gruppo Gabbiani ha trascor-so alcuni giorni a Näfels durante le vacan-ze di febbraio. Ecco alcune risonanze.

    Anthea. A Näfels eravamo andati soprat-tutto per divertirci, invece, io credo, che abbiamo guadagnato una grande crescita. Eh, sì! Abbiamo la fortuna di avere don Al-berto e Suor Dolores (senza dimenticare i loro collaboratori!) Volete sapere perché? Allora: là siamo andati alla festa di carne-vale; pensavamo che ci fossero almeno 50 persone: c’era solamente qualche ragazzo o ragazza: neanche un genitore! Abbiamo fatto conoscenza con qualche ragazza e ci hanno raccontato che nel loro gruppo c’erano solo litigi: un gruppo spezzato! Il giorno dopo sono venute a trovarci e ab-biamo parlato con loro. Abbiamo fatto qual-che riflessione insieme. Hanno visto come funziona il nostro gruppo, vedendo che non siamo solo un gruppo che si incontra così tanto per fare, ma siamo un gruppo di amici! Sono tornate a casa con la voglia di essere e di fare gruppo. Io credo che quei giorni siano stati una cosa bella: 1. – vede-re che noi siamo un gruppo; 2. che siamo stati capaci di aiutare un altro gruppo!Ci siamo divertiti un mondo: slittando, par-

    lando, scherzando e soprattutto... man-giando! È stata una bella esperienza!

    Mariapina. Allora cosa dire di quei fanta-stici giorni a Näfels?? È stato molto bello, no fantastico! Non ci sono aggettivi per de-scrivere quei giorni là...È stato tutto così tranquillo, c’era un’atmo-sfera bellissima! Ci siamo avvicinati ancora di più e poi la cosa che trovo anche molto bella è che ci siamo relazionati molto con Sandra! Poi la suora mitica e don geloso,

    come sempre, ma è anche grazie a lui se abbiamo potuto passare quei giorni a Näfels! Abbiamo dimostrato che siamo un vero gruppo... le rifles-sioni, il divertimento tutto ciò non è mancato! Il mangiare non ne parlia-mo, abbiamo mangiato più che mai!! Abbiamo conosciuto altri ragazzi, molto simpatici e gentili. Però la loro situazione non era cosi bella come la nostra, perché il loro gruppo è un po’ rotto da incomprensioni e così via! Abbiamo fatto loro una bella sgridati-na, e forse si stanno mettendo pure lì le cose a posto! Un grazie enorme alla

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    nostra suoruzza mitica, un grazie enorme alle suore di Näfels e un grazie enorme a don e alla nostra Sandra!

    Linda. Non c’era bisogno di sguardi, di pa-role, di gesti, di contatti: solamente il puro stare insieme ha proprio meritato la fatica del viaggio! È stato bellissimo!...

    Paola. I giorni a Näfels sono stati meravi-gliosi. Credo che come gruppo ci siamo mi-gliorati un po’. Dobbiamo ancora crescere in certe cose, come per esempio accoglie-re altri nel gruppo oppure non giudicare le persone dall’ apparenza o di cercare di essere un po’ più aperti e coltivare le ami-cizie. Non credo che siamo al traguardo. Certe volte il sabato mattina quando par-liamo di certi argomenti mi rende diffici-le dire la mia e spiegare a parole quello che sento. A Näfels mi sono resa conto del significato di un gruppo e devo dire che mi ci trovo bene. Non mi piace però una cosa, che quando qualcuno manca o non viene più alla Missione certe volte non ce ne accorgiamo o magari non ce ne faccia-mo un problema: se siamo un vero grup-po dobbiamo impegnarci ad esserlo, e di preoccuparci se qualcuno manca, perché un motivo della sua assenza ci sarà.

    Antonella. I giorni passati a Näfels sono stati strepitosi! semplicemente fantastici! Per me è stato come uscire dal mio mondo,

    dal mio presente...fare una pausa, insom-ma, rilassarmi un po’.Il tema di cui abbiamo parlato, anche se iniziavamo il discorso su un tipo di persona e finivamo a parlare sulle differenze di ca-rattere tra uomo e donna! comunque (non me lo sarei mai aspettato di dovermi con-frontare con un tema del genere) si discu-teva del... GRUPPO! Mi sono resa conto che vivo in un gruppo fantastico...sì, proprio un gruppo! e questo l’ho scoperto grazie al confronto con il gruppo di Näfels. La gior-nata sulla neve divertentissima...insomma in poche parole è stato... fighissimo!

    I ragazzi, nei giorni che erano a Näfels sono stati invitati a riflettere su uno sche-ma che presentava vari tipi di personalità. Loro compito era leggere e riflettere sulle proposte e individuare se c’erano delle so-miglianze con qualcuno di loro. Ecco alcu-ne riflessioni riportate:“Nel nostro gruppo per fortuna, non esiste quel tipo che risolve i problemi con i pugni o semplicemente con la violenza. Piuttosto noi siamo ragazzi che risolviamo i nostri problemi parlando e usando il cervello. L’aiuto che potremmo dare a ragazzi vio-lenti e insegnare ad esprimersi con la boc-ca ed accendere il cervello! Con la violenza non si ottiene nulla, a parte i nemici! La vera forza sta nella non violenza!!!”Un altro tipo analizzato è quello della ra-gazza che si sente sempre la migliore

    e nel gruppo si è detto: “Dentro di noi siamo tutti un po’ così... chi più chi meno... Un po’ di atteggiamento da... miss forse serve per avere au-tostima ed essere sicuri di ciò che si é. Ma appena sei troppo sicura, ti senti montata! È forse il momento che qualche amico o amica ti faccia scendere! Bisogna capire i veri va-lori della vita e che la bellezza non dura per sempre: bisogna essere belli dentro e non fuori.”“Esiste anche il tipo leggermente ti-mido, che per superare il disagio, al

  • centro del discorso, rischia di mettersi a ri-dere o a dire cose che non c’entrano. Tutto questo può infastidire una parte del gruppo ed essere gradito ad un’altra parte. Ciò che conta è riuscire a capire il perché di questo atteggiamento. Tipi così ci sono anche nel nostro gruppo: dovrebbero ormai capire e saper riconoscere le situazioni in cui si può e si deve giocare e quando invece è neces-sario essere seri ed impegnati.”Fra i vari tipi si conosce anche quello che sa sempre tutto, che è al corrente di tutto, che sembra avere un’enciclopedia in testa e una cinepresa negli occhi! “Questa tipa

    vuole essere sempre al centro dell’atten-zione. È egoista! Non ascolta gli altri perché è sempre lei a sapere, a conoscere,... que-sto tipo da noi non c’è: forse c’è la versione inversa! È importante saper distinguere i tempi in cui parlare e quelli in cui tacere! Ci vuole pazienza in ogni cosa che si fa.”

    Al di là di tutto, l’uscita è stata positiva sot-to tutti gli aspetti e sicuramente ha aiutato a conoscerci di più e a credere maggior-mente al valore del gruppo in sé. Grazie per l’opportunità di questa esperienza!

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    Per fondare le nostre convinzioni, sia-mo sempre chiamati a leggere e a fare nostra la Parola di Dio, non adattan-dola ai nostri piaceri, ma facendola risuonare quale essa è: Parola di Dio, come ebbe a dire lo stesso San Pao-lo. Per questo si è voluto cercare nella Bibbia una coppia e leggerla secondo il nostro tempo, per confrontarci, ve-rificarci e spingerci a fare delle scelte coerenti e chiare. ABRAMO e SARA

    Se andiamo a rileggere nella Bibbia la storia di Abramo e Sara, sono vari gli spunti sui quali potremmo riflette-re. Potremmo pensare alla difficoltà interna alla coppia: Sara non ha figli ed è già molto anziana; Dio ha pro-messo una generazione molto nume-rosa e ora sembra davvero impossibi-le. Abramo ha cercato di mantenersi “amico di Dio” ma sembra stanco di attendere: è seduto sotto la quercia perché fa caldo ma, forse, lo scrittore vuol anche dire la sua sfiducia nei con-fronti della vita. Potremmo anche fermarci sul signifi-cato del riso che appare spontaneo in loro quando il Signore annuncia la prossima maternità della donna quasi novantenne: un riso di incredulità, che diventerà poi un riso di gioia inconteni-bile quando, affidandosi nuovamente con fiducia a Dio, potranno vedere la nascita del loro figlio lsacco. E così si potrebbero trovare altri spunti di rifles-sione.Se però vogliamo trarre dalla vita di questa coppia, vissuta quasi quat-tromila anni fa, uno spunto che pos-sa servire al vivere in coppia oggi, ci possiamo soffermare sul momento in cui troviamo i due protagonisti pres-

    so la quercia di Mamre (Genesi, 18, 1 15). Abramo è seduto all’ingresso della tenda, quando scorge tre uomini avvicinarsi. Sara è nella tenda, ma si accorge del trambusto e si mette ad origliare. Abramo si preoccupa di ac-cogliere i tre visitatori che avanzano e nonostante il caldo e la stanchezza va, anzi corre, incontro agli sconosciuti, poi, insieme a Sara, provvede perché sia preparato per loro cibo e acqua. La coppia, in quel momento, si pone in un atteggiamento di accoglienza, offrendoci la testimonianza di una delle maggiori virtù del vivere umano: l’ospitalità. Abramo e Sara sono una coppia di ieri e di oggi, nella loro lun-ga vita ne hanno passate di tutti co-lori: il viaggio d’emigrazione verso la Terra Promessa, il dolore di vedere spegnersi il sogno di un figlio, le vicis-situdini della convivenza con una delle serve, Agar e, da questa relazione, la nascita del figlio Ismaele. E, nonostan-te tutto, sempre comunque insieme, senza mai cedere alla tentazione di al-lontanarsi l’una dall’altro di fronte alle difficoltà, fedeli all’alleanza stabilita dal loro patto coniugale, capaci di soste-nersi reciprocamente. Forse è proprio questo credere di po-ter rimanere insieme che ha permesso loro di condividere anche lo slancio verso gli uomini che appaiono all’oriz-

    LA NOSTRA BIBBIA QUOTIDIANA

  • 17

    zonte alla quercia di Mamre, perché entrambi sanno che ricevere un ospite non è solo una fatica, ma anche un dono. L’altro che entra nella nostra storia certamente ci modifica e ci arric-chisce se sappiamo individuare le sue ricchezze, se sappiamo andare incon-tro ai suoi bisogni mettendo a parte i nostri, almeno per un po’, se sappia-mo leggere nella sua storia di vita ciò che forse potrebbe risuonare come risposta alle nostre domande. Troppe volte invece la nostra vita rimane chiu-sa nel suo cerchio, la nostra famiglia nel suo recinto, la nostra casa nei suoi confini. Troppe volte continuiamo a sonnecchiare come Abramo, nell’ora più calda, forse anche facendo finta di non vedere chi ci viene incontro, e magari non ci affacciamo all’uscio come Sara per vedere cosa sta ac-cadendo e se qualcuno ha bisogno di noi. La tentazione è di non alzare lo sguardo, continuare a prendersi cura

    solo di se stessi, dei propri figli, certi di avere già abbastanza dilemmi per-sonali da risolvere, per potersi anche permettere di occuparsi degli altri. E magari ritrovarsi alla fine nella solitudi-ne che noi stessi abbiamo costruito, privi di quella ricchezza di umanità che solo correndo incontro agli altri, come ha fatto Abramo, e accostandosi al-l’ingresso per ascoltare, come ha fat-to Sara, può venirci dal mondo che ci circonda e da tutti quegli “ospiti” che il Signore ha preparato per noi come dono.

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    Seduti alla quercia di Mamre, la coppia riceve la visita di tre sco-nosciuti e si apre alla novità, al diverso da sé. E noi, siamo capaci di aprire le porte della nostra vita? ... e se Dio ci domandasse chi è l’altro per noi?

  • È con molta gioia che ho iniziato la mia nuova esperienza, come presidente della Scuola Ma-terna Italiana Pinocchio. I membri del direttivo, rinnovato nell’ultima as-semblea, continuano con entusiasmo nell’im-pegno per ristrutturare l’organiz-zazione della scuola dall’interno. Si hanno delle idee nuove e fresche per migliorare la qualità del servizio offerto ai bambini, sostenendo le maestre e le praticanti, affinché possano svolgere il loro la-voro al meglio e con serenità. La quota d’iscri-zione resta invariata, pur sapendo che dobbia-mo darci da fare per coprire tutte le spese. Il bene del bambino e il servizio alle famiglie re-sta il nostro principale scopo di presenza come scuola Materna Italiana in Winterthur. Essa è aperta a tutti, anche se la lingua d’insegna-mento resta italiano e tedesco. Vogliamo che ogni bambino si ritrovi come a casa propria.

    Un’ottima impressione mi è stata trasmessa all’assemblea generale che si è tenuta a feb-braio. La buona partecipazione dei genitori, non solo come presenza, ma anche con valide idee e suggerimenti è stata un ottimo even-to per conoscerci e confrontarci. Tutto il team crede e s’impegna nell’ottenere un buon suc-cesso educativo per i bambini, appoggiandosi sulla collaborazione dei genitori. Con molto piacere si vede una grande partecipazione del volontariato che offre un aiuto in tante occa-sioni e modi. L’Associazione Abruzzese, con il sostegno della Missione, ha organizzato una tombolata il cui ricavato è devoluto esclusiva-mente alla Scuola Materna. Un grazie anche alla signora Lina Fava che ha offerto una parte del ricavato della festa della donna. Grazie an-che all’iniziativa della Quaresima di solidarietà, avremo altre entrate. Siamo ben convinti che tutte queste piccole gocce servono a far re-spirare e a prendere con meno apprensione lo stato economico della scuola.Allora, ringrazio tutti i membri del direttivo che, con la loro grinta ed esperienza, offrono un’aria di speranza e di continuità. Ma soprattutto un grazie speciale a tutte le persone del volonta-riato, sempre presenti e disponibili per qual-siasi aiuto e in qualsiasi momento, facendoci sentire parte di una vera ed unica famiglia. Grazie!

    Maria Follone-Morante

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    Scuola Materna Pinocchio

  • 19

    Sembra che ogni cosa si ripeti di anno in anno. Sempre le stesse cose, le stesse attività. Non pensiamo sia così perché l’animo che si mette dentro il “solito” è sempre diverso, è sem-pre nuovo, come noi non siamo mai gli stessi. Il tempo, consapevoli o no, ci trasforma dal di dentro e ci mette sulla scena della vita con un senso di novità che non sempre siamo capaci di leggere da soli. Così quando dopo una fe-sta, si è avvicinati da qualche persona che semplicemente ti dice: “Grazie per ieri sera! Sono stata veramente bene con voi!” E tu ti meravigli perché quel volto non l’avevi nep-pure incontrato, allora, vuol dire che il senso della festa c’era davve-ro! È stato così a carne-vale. Un pomeriggio da ... sogno! Tanti e tanti

    bambini che si divertivano con sempli-cità e senza pretese, secondo la gui-da del Gruppo Giovani Famiglie, che si era trasformato momentaneamente nella “Famiglia Bassotti”. Hanno legato insieme il racconto e il gioco, offren-do divertimento non solo ai piccoli ma anche ai grandi che stavano a guar-dare ciò che succedeva. Bravi! a tutti coloro che hanno preparato e realizza-

    In famiglia

  • to quel pomeriggio. Poi la sera. Forse c’è stata una diminuzione di presenze, ma non certo è mancata l’animazione e la partecipazione alle varie iniziative, prima fra tutte il Karaoke che è stato proposto come sfida tra la presenza femminile e quella maschile: non si è capita bene dove si formava la diffe-renza, ma il risultato era una sala che

    cantava con tutte le energie possibi-li! Briose e allegre le animazioni dei Gruppi dei Ragazzi, che mai si fanno vincere in fantasia e creatività, grazie anche alla paziente presenza dei loro animatori e animatrici. Il cammino della nostra Comunità non è segnato solo da incontri ricreativi. Esso inizia nella riflessione e nella ce-lebrazione dei valori portanti della vita. Ecco, allora, la benedizione dell’infan-zia. Una Messa centrata sui ragazzi, che li rende protagonisti, li presenta a Dio come il “tesoro più grande” e li vuole riscattare attraverso l’impegno di ogni adulto nel testimoniare il Vangelo con la propria vita.E poi il tempo di Quaresima ci impe-gna tutti a rendere attuale il piano pa-storale proposto per quest’anno: “... ma Io vi dico...” Esso ci richiama alla conoscenza della Parola di Dio, che ci lega tutti e ci fa essere in cordata

    verso il “più” della vita, perché il nostro punto di riferimento è Cristo che conti-nuamente ci mostra il nostro carattere di credenti. Si è scelto un segno per tutto il cammino quaresimale: una cor-da. Essa partiva dall’ambone dove si proclama e si spiega la Parola di Dio, si attorcigliava all’altare, dove la Parola si fa Corpo di Cristo nell’Eucaristia, e si

    snodava in mezzo all’assem-blea presente per dire che con la forza ricevuta pos-siamo essere diversi, essere cristiani, essere testimoni di Colui che ha fatto della Vita un gesto d’amore. E, di do-menica in domenica, si arriva a Pasqua, consapevoli che la fede è quel valore che va-lorizza ogni gesto, ogni sen-timento, ogni evento del no-stro vivere, che ci fa essere più vicini alla piena realizza-zione dei nostri sogni.

    Nella cronaca di questo tempo vissu-to, non va messa nel dimenticatoio la “festa della Donna”, vissuta in antici-po sul calendario e che ha trovato un certo numero di donne assenti loro malgrado! È stato un incontro sereno come sempre, senza pretese ma con tanto desiderio di sottolineare lo spiri-to di amicizia e di comunicazione che giustifica la festa stessa.

    20

  • 2121

    La MCLI - parrocchia San Francesco - che guarda con decisione alla terza età, ha or-ganizzato l’otto Febbraio un pomeriggio di spensierata allegria, all’insegna del carne-vale. La giornata, iniziata sotto una cappa di nuvole scure, non era proprio di buon auspicio. Invece... e, nonostante le dubbie previsioni, volontari e suora, pieni di spirito d’iniziativa, si sono dati da fare per dare alla sala quella tonalità festosa adatta al buon umore, e renderla accogliente per un alto numero di partecipanti. Il lavoro, svol-tosi in perfetta intesa e partecipazione, non è stato di peso ad alcuno. Al pome-riggio, con soddisfazione degli organizza-tori, la sala si è gremita oltre l’attesa. Dal microfono, superando a fatica il confuso echeggiare della gente ansiosa di comunicare, le voci di suor Angela, di don Mario e don Alberto, dopo i con-venevoli di circostanza, hanno dato il via al programma e lasciato libera l’allegra compagnia di confabulare a proprio piacimento. Sporadici, solo qua e là, si vedevano costumi in sin-tonia con la decorazione della sala. Captava maggiormente lo sguardo, quello della graziosa zingara che, con simpatico sorriso, metteva subito tutti

    a loro agio.Allo scandi-re delle prime note, in tanti si sono riversati sulla pista e, con gran diver-timento, hanno ballato e parte-cipato ai diversi giochi. Brani di musica, sca-turiti dalla ta-stiera del bravo Lindo, andava-no a rallegrare anche l’animo

    del più restii alle belle note. Passi di danza si sono alternati alle diverse farse: quella della vispa e brava biondina, tutta presa a parlare alle sue bambole e quelle delle giovani mamme che hanno interessato e divertito il pubblico. Grazie alla generosità di molti, dolciumi d’ogni genere erano là per corroborare le membra spossate. Ha fatto pure spettaco-lo, sotto la guida della brava insegnante, il gruppo che da Dicembre cerca di appren-dere danza ritmica. Di quella esibizione si sarà pure compiaciuto il direttivo “UNI-TRE”. Aleggiava nell’aria buon umore, era tangibile un forte segno di partecipazione, di sentirsi uniti, di voler comunicare. L’esi-to positivo della festa non può non grati-

    Terza Età

  • 22

    ficare partecipanti ed organizzatori. La parola grazie è semplice, molto sempli-ce, perchè non dirla ugualmente? Ed ecco allora un grazie sincero. Alla descrizione della festa di carnevale, proposta da Antonio D’Ascenzo, si deve aggiungere la serietà di altri momenti d’incontro, dove la preghiera e la ri-flessione sono il motivo predominante. Infatti è sempre commovente osserva-re e seguire il folto gruppo - mai meno di cinquanta persone – che si trova per la recita del Rosario. In esso si rias-sumono tutte le intenzioni personali di chi partecipa, senza trascurare le necessità e le urgenze di una Comunità che sta alle loro spalle. È bello poter contare sulla pre-ghiera vissuta come impegno per gli altri, come offerta di collaborazione per chi è al lavoro, per chi è malato o sofferente, per chi è deluso della vita, per chi ha concluso il cammino quaggiù. Ben animata e ben seguita è stata anche la celebrazione della Messa d’inizio Qua-resima, dopo la quale ci si è trovati insie-me per continuare la comunione e dare senso alla solidarietà anche attraverso il gioco della tombola.Lo scorso 8 marzo, nonostante le previ-sioni atmosferiche non fossero delle mi-gliori, il Gruppo si è trovato per una gita in montagna: doveva essere sulla neve, ma sappiamo come sia stata rara quest’anno! Così sono stati a Toggenburg. Hanno po-

    tuto visitare l’amena cittadina sangallese, gustando le sue tipiche caratteristiche e conoscendo un’ulteriore parte di Svizzera.Dopo diverso tempo, sembra opportuno spendere due parole per una sezione del gruppo della Terza Età, che non si è mai nominato. È il “gruppo del ballo”. Esso si è formato con l’apertura dell’Unitre. In una delle sezioni, infatti, si è proposto anche il ballo come aspetto ricreativo. Non ci si aspettava una grande frequenza, anche perché esisteva già un gruppo. Invece si è dovuto fare “a turno” perché era impossi-bile accogliere tutti! Davvero i nostri pen-sionati riescono a farci sbalordire, sempre! La maestra, la signora Cecco, è entusiasta della frequenza e dell’impegno dei suoi al-lievi! È sempre più motivata a dare del suo tempo perché altri godano dello stare in-sieme, del condividere il gusto della dan-za, della musica e della buona compagnia. Avanti, allora! Che c’è sempre da imparare e da godere di ciò che la vita ci offre.

  • 23

    Durante i sabati del mese di marzo, una quindicina di coppie di fidanzati ha trascorso alcune ore insieme per riflettere e per prendere consapevo-lezza della loro scelta di celebrare il matrimonio cristiano.E’ evidente che nessuno è obbligato a sposarsi secondo il rito cristiano, ci si può sposare civilmente oppure convivere... In questo tempo, in Italia soprattutto, sembra sia l’unico pro-blema da discutere e da promuove-re per far votare una legge che cer-tamente non aiuta a comprendere il senso dell’essere cristiano. Ogni nostra scelta è un atto mo-rale, che avviene nella libertà, nella ragione-intelligenza, nella volontà. Ed essa non dipende da una legge civile, ma dal senso che ciascuno dà al valore della vita e alle relazioni che essa propone.Il Matrimonio, come ogni altra scelta di vita, è risposta ad una vocazione, ad un appello, ad una richiesta di relazione profonda. E’ realizzazione di un progetto. Il matrimonio cristia-no tuttavia non è solo questione di morale (cioè comportarsi in un certo modo), ma soprattutto questione di fede che ci porta a riconoscere che Gesù Cristo ci ha amati per primo e ha dato la sua vita per noi, perché fossimo una cosa sola.Allora, è importante decidersi, sce-gliere consapevolmente e respon-sabilmente, convinti che questa de-cisione è preceduta da “un prima” e seguita da “un dopo”, che non

    avviene per caso e che darà un’im-pronta indelebile alla vita di coppia.In più momenti si è fatta la doman-da: Perché pensate di sposarvi “in chiesa”? Per tradizione accettata passivamente, oppure per scelta precisa e consapevole? Quali sono eventualmente i motivi che vi hanno condotto a tale decisione?Se si pensa di sposarsi “nella chie-sa”, si è consapevoli degli impegni concreti che questo comporta verso il coniuge, la comunità, la società? Oppure ci sono aspetti del matrimo-nio cristiano che costituiscono “pro-blema” per noi? Ecco allora, che il matrimonio potrebbe essere un’oc-casione privilegiata per una revisione “adulta” della nostra fede personale e di coppia; una sollecitazione a fare della scelta del matrimonio religioso non solo la scelta di una “celebrazio-ne cristiana” del matrimonio, ma di un matrimonio “celebrato da cristia-ni” , cioè da persone che interpreta-no la vita, in tutte le sue espressioni, da credenti in Cristo. Nella decisione di sposarsi è presente la componen-te del rischio, del mettersi in gioco, del prendersi delle responsabilità per il futuro in modo definitivo, “per sem-pre”. Questo va contro corrente, ri-chiede coraggio, fiducia, ottimismo; l’amore ci abilita a questo. Ne vale la pena perché solo spendendosi in prima persona ci si può sentire rea-lizzati, soddisfatti, felici. Tanto più che questo passo lo si af-fronta in due: l’uno con l’aiuto dell’al-

    Vogliamo sposarci in Chiesa

  • 24

    tra, e con Gesù Cristo che si affian-ca a noi per accompagnare il nostro amore e renderlo più forte, più vero, più profondo: fedele, unico, indisso-lubile. Lui è la garanzia della riuscita del nostro amore perché il suo Amo-re è il punto di riferimento, la fonte del nostro, il modello a cui tendere.Di più, il matrimonio sacramento è ed è chiamato ad essere un segno davanti agli uomini dell’amore di Dio per l’umanità, un amore totale, gra-tuito.Occorre quindi vedere il matrimonio più come un punto di partenza che come un punto d’arrivo, come qual-cosa di dinamico, in continua cre-scita. Lo si costruisce man mano, vivendo le varie situazioni della vita, restando aperti ai cambiamenti e di-sponibili a spendere energie e risor-se per il nostro rapporto di coppia. Ai nostri “prossimi sposi cristiani”

    auguriamo che tutto questo diventi realtà e che il loro amore sia vera-mente eterno!

    Queste le coppie che quest’anno forme-ranno nuove famiglie cristiane:

    Mazzarella Luca e Bardessono ElisaVita Luigi e Messere ElenaHolliger Nicola e Aloe RominaValentino Lorenzo e Amato AngelicaGregorio Roberto e Lainà RossanaMarincolo Pietro e Imperato MiriamDodeci Marcello e Avvocato CinziaCannizzaro Massimo e Barrese MichelaPetarra Alessandro e Di Bari GiuseppinaDimare Giuseppe e Budeanu MihaelaPetrelli Massimiliano e Pinto VitinaCricri Cosimo e Del Vecchio LidiaBalistreri Luca e Bono EpifaniaPizzuto Carmine e Volpe CatjaMarincolo Pietro e Imperato MiriamMazzotta Guida Rosa

  • 25

    Avete mai avuto un senso di benessere dopo aver fatto una buona azione o aver aiutato qualcuno?, beh, penso proprio di sì e penso anche che fare del bene senza secondi fini sia una delle azioni più gratificanti che ci siano.Bene, le ACLI, come tante altre istitu-zioni esistono tra l’altro per aiutare ed appoggiare chi ha bisogno di aiuto e vuole essere aiutato. Aiutare si può in tanti modi, come facciamo noi con i no-stri 3 pilastri, l’ENAIP sul campo della formazione professionale, il Patronato per l’informazione competente e l’aiuto nello sviluppo delle varie pratiche buro-cratiche che purtroppo assillano tutti nel corso della vita, come pure i circoli Acli, che cercano, nel limite del possibile, di socializzare e coltivare lo stare insieme partecipare e sostenere quelle istituzioni che coordinano regolano e dirigono la nostra società, ed essere presenti quan-do qualcuno chiede aiuto.Questo siamo noi e ci basiamo su tre concetti che sono stati stabiliti dai padri delle ACLI, quando queste furono isti-tuite 60 anni fa: Lavoro, democrazia e fede. Sul campo del lavoro, sosteniamo i sindacati per la difesa ed il sostegno di tutti coloro che lavorano, affinché possano usufruire di un mondo del la-voro giusto ed umano. Difendiamo la democrazia agendo politicamente per-ché questa nostra società non subisca

    soprusi e venga regolata tenendo sem-pre conto dell’uomo che è il perno cen-trale della stessa e difendiamo la fede perché ci ha insegnato ad amare, ci ha dato la dignità dell’esistenza e ci dà, nel credere in Dio, la speranza.Ed ora passiamo all’ordinaria ammini-strazione guardando quello che abbia-mo fatto in questo anno passato ed a quello che faremo in futuro. In questo primo anno della nuova era abbiamo messo in cantiere più di quanto ci era-vamo proposti di mettere. Dopo l’Assemblea Generale del 10 Marzo 06, abbiamo iniziato subito ad organizzare un incontro con l’associa-zione culturale Tamil, per sviluppare uno scambio culturale reciproco che ebbe poi il suo culmine nella manifestazione del 5 Novembre 06.Alla manifestazione del 1. Maggio con le bandiere dei sindacati si poté notare di nuovo, dopo tanti anni, la bandiera delle ACLI.Il momento d’incontro del martedì sera, qui al Centro, non ha ancora preso una forma concreta, cosa adesso ancora più difficile, visto che è sempre tutto occupato per la presenza dell’Uni3. Ma non me ne rammarico in quanto l`UniI3 è una lodevole iniziativa fondata e por-tata avanti dalla Missione Cattolica e dal Comitato Cittadino ad ha avuto natural-mente anche il nostro appoggio.Non doveva naturalmente mancare una serata informativa, Il nostro amico Gae-tano Vecchio del Patronato Acli ci ha il-lustrato la situazione riguardante la bila-terale 2 in rapporto alle Casse pensioni, essa si tenne il 27 di Ottobre 2006. Per due motivi decisamente validi abbiamo pensato di trovarci insieme ai nostri soci nella festa d’autunno del 21. Ottobre 2006, uno per socializzare e conoscer-ci meglio e l’altro ovviamente per dare un po’ di ossigeno alla nostra cassa. Il più bel momento per noi è comunque stato quel pomeriggio del 5 Novembre

    RELAZIONEDEL PRESIDENTE

    CIRCOLOACLIWINTERTHUR

    ASSEMBLEAGENERALE2007

  • dove abbiamo festeggiato insieme Al-l’associazione culturale Tamil dello Shri Lanka ed all’associazione culturale Ale-vita della Turchia un momento d’incon-tro, preparato nei minimi particolari in varie riunioni comuni.Il tema, nel quadro delle manifestazioni per la settimana dell’integrazione a Win-terthur, riguardava la cultura artigianale, la moda popolare e la tipicità culinaria di tre paesi senz’altro diversi fra di loro, ma con una componente comune, os-sia quella del vivere qui insieme in un paese a sua volta diverso. Cercando quindi una forma integrativa non solo nei riguardi del paese che ci ospita, ma an-che fra le varie componenti etniche che vivono in questo paese.Speriamo tanto di poter ripetere questa forma di dialogo tra i popoli.Nel corso dell’anno abbiamo fatto richie-sta di adesione al comitato cittadino, all’ultima Assemblea generale del Citta-dino, dopo tanti anni, il circolo Acli ha così potuto rientrare in quell’organismo che a suo tempo ha sostenuto la for-mazione del Beirat, di cui fa parte Gio-vanna Maiorano-Grosso ed il sottoscrit-to, che è l’organo più importante per la rappresentanza degli stranieri nella città di Winterthur.In quattro parole vi vorrei illustrare il pro-gramma per quest’anno.: inizieremo su-bito a preparare una serata informativa per le donne, prevista per il 11.05.07. Seguirà il primo maggio: aderiremo con

    le nostre bandiere alla manifestazione sindacale. Il 14.09.07 ci sarà un’altra serata informativa insieme alla Missione su un tema scottante. Il 23.09.07 verrà celebrata una santa messa per le ACLI. In Ottobre avremo la cena sociale con una piccola lotteria. Il 4. di Novembre cercheremo di fare una giornata dei po-poli con la Missione e la parrocchia del Sacro Cuore. Naturalmente la Signora Fava manderà avanti con sempre più esperienza il nostro Patronato e noi ve-dremo di mantenere, quando sarà pos-sibile, ogni martedì sera un minimo di contatto con i soci e simpatizzanti. Prima di finire vorrei ringraziare la nostra parrocchia con Don Alberto per l’ospita-lità che ci offre, tanto come Patronato, quanto come Circolo.Vorrei poi ringraziare di cuore tutto il mio consiglio per il sostegno e l’aiuto garan-titomi durante tutto il ciclo dell’anno, in particolare ringrazio la Lina Fava che ol-tre al lavoro di Patronato è sempre attiva e presente in ogni occasione nel nostro circolo, ma anche i più giovani, i quali mi hanno positivamente sorpreso per l’entusiasmo e la costanza dimostrata in questo primo anno, mi auguro che que-sto entusiasmo si mantenga nel tempo, se vogliamo che loro piglino al più pre-sto in mano questo Circolo come sareb-be giusto, naturalmente, garantendo noi a loro l’aiuto ed il sostegno dovuto.

    Giordano Facchin, Presidente

    26

  • Non solo denaro

    È l’alba. Il buio della notte sta ritiran-dosi, lasciando irrompere il chiaro di un nuovo giorno.Dopo il buio, la luce e nella luce la vita, con i suoi colori e rumori, di voci e di motori.È il normale scorrere dei giorni lavo-rativi. La gente è indaffarata, chiusa nei suoi pensieri. Non ha tempo per guardarsi attorno: se il cielo è nu-voloso o sereno, poco importa. La bellezza del creato non interessa: si deve fare, correre non si sa dove, ma correre per accumulare denaro.La vita finisce e l’accumulare è solo illusione, perché con la morte tutti i beni finiscono e si dissolvono nel nulla.Se le persone ragionassero un po’ di più, se avessero un minimo di atten-zione in più, apprezzerebbero di più la Vita e certamente la godrebbero molto di più.Non sciupiamola per troppa venali-tà...

    Ricordi

    I ricordi ti vengono alla mente più so-vente quando si è avanti negli anni. I ricordi fanno parte della Vita. È bello dire con gli amici: “Mi ricordo!” o “Ti ricordi...?” e rievocare il tempo pas-sato. Ci sono ricordi belli nei quali ci si rifugia con piacere; ve ne sono an-che di brutti dei quali si cerca di di-menticare. Ci sono quelli importanti, quelli ancora oggi ti fanno ridere, quelli malinconici, quelli che ti ripeti, sono felice di averlo fatto ed altri che ti domandi: “perché l’ho fatto?” Tutti assieme danno la qualità, l’impor-tanza o la nullità della vita trascorsa.

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    La Parola ai lettori

    CLUB ITALIANO WINTERTHUR

    organizza

    Sabato 21 aprile 2007nella sala parrocchiale Sacro Cuore - Unterer Deutweg 89

    dalle 18:00 alle 02:00

    LA CORRIDACi sarà la possibilità di consumare una cena “arrosto con contorni”

    Prenotarsi per tempo!

  • L’angolo delle Giovani FamiglieRitorniamo a parlare di bambini, del loro e del nostro mondo, e questa volta vorrei par-lare della televisione. Si parla spesso di fascia protetta, di programmi proibiti ad un pub-blico di bambini, eppure, a volte, rimango a bocca spalancata, quando mi ritrovo a sbircia-re un programma durante il pomeriggio, cui dovrebbe essere idoneo a bambini, stuzzica-re la loro fantasia, farli divertire o dare loro buon esempio. Invece questo non succede. A partire dalle pubblicità, mandate in onda a qualsiasi ora del giorno, dove ormai non esiste più tabù. Donne e uomini coperti da un minimo di abbigliamento, scene un po’ osè, oppure scene che pos-sono impaurire il bambino, con mos t r i c i a t to -li, diavoletti e angeli cattivi. A volte faccio fatica a capire il significato della pubblicità, io che sono adulta, figuriamoci loro...Per non parlare dei cartoni animati. Faccio un solo esempio, ma come questi, ne man-dano in onda molti altri. La famiglia Simson. Avete mai seguito una puntata? Beh! se non lo avete fatto, non vi siete persi nulla, anzi vi sconsiglio di farlo vedere a vostri figli. Un linguaggio di parole... poco pulite. A questo punto non mi meraviglio se poi i bambini usano parole poco educate.Allora mi sorge un dubbio. A che punto, la te-levisione è un mezzo educativo per i nostri fi-gli al giorno d’oggi? Sarebbe buono far vede-

    re solo documentari, sulla natura, gli animali, le persone, ma dopo 5 minuti di visione, o li ritrovi addormentati, oppure si sono già im-padroniti del telecomando, e hanno deciso di cambiare canale...Cosa fare a questo punto? Io credo che come genitore la cosa opportuna è controllare sempre il programma seguito dai bambini. Una sbirciatina qua e là per verificare cosa guardano esattamente, intervenire con spie-gazioni, motivare perché sospendere la vi-sione... Evitare in ogni caso le troppe ore di televisione. I bambini al giorno d’oggi sono

    pigri, se non è la televisione, è, allora, il gioco al computer, e quindi passano ore e ore senza movimento, ip-notizzati davanti allo schermo. Stuzzichiamola noi, la fantasia nei nostri figli! Organizziamo con loro dei

    giochi. Giochi in cui veramente aiutiamo il loro intelletto a prodursi in meglio, la loro fantasia, la loro curiosità. Magari all’aperto, all’aria fresca. Cerchiamo di farli stare, il mini-mo possibile davanti alla televisione. Questa é di certo il modo giusto ed educativo per i nostri figli.Ed è per questo che anche noi, come Grup-po Giovani Famiglie, organizziamo le nostre domeniche all’aperto, con giochi in allegria e nel divertimento. Specialmente adesso che le belle giornate ci accompagnano

    Barbara Rotondaro

    28

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    Fumo, alcool, droghe leggereIn una serata del mese di febbraio, cui erano invitati i genitori dei ragazzi dei Gruppi Birichini e Raggio Azzurro, si è voluto mettere al centro dell’attenzio-ne, la prevenzione verso i rischi che i nostri ragazzi incontrano, oggi, nel loro vivere quotidiano, nel contatto con coetanei di diversa cultura ed educa-zione. Sembrava, quello delle droghe leggere, del fumo e dell’alcool, un argomento già troppo forte da affrontare per ragazzi che non superano i dodici anni. Ma,seguendo il detto “meglio prevenire che curare”, la proposta è stata messa in atto ed è stato un bene per tutti.Era invitato a presentare il problema delle droghe leggere, dell’al-cool, del fumo il sig. Gianni Tiloca, del Beratungstelle für Drogenproble-me Winterthur. Dopo una velo-ce, ma puntuale p re s e n t a z i o n e del suo lavoro, il sig. Tiloca è entrato nel vivo della discussione, partendo dalle conoscenze e dalle esigenze dei genitori. Questi, coinvolti nel discorso educativo, si sono lasciati interrogare e verificare nei loro me-todi educativi, scoprendo aspetti che vanno portati avanti ed altri che vanno indirizzati meglio, affin-ché non si aprano delle fessure in cui i figli si na-scondono, sfuggendo al processo di maturazione, che richiede anche sacrificio ed impegno serio, da parte dei più giovani. Il coordinatore della serata, assumeva un tono chiaro, a volte sembrava evasivo, ma poi emergeva la certezza cui nessuno sfuggiva: il problema è reale e va affrontato secondo la co-noscenza e la maturità dell’individuo in questione. Parlando di dipendenza non è necessario parlare

    subito di droga o alcool, ma si può considerare an-che il ruolo della Televisione, della Playstation, del computer o di altri tipi di giochi. Ogni dipendenza può avere delle conseguenze negative nello svilup-po integrale della persona. Capire bene allora quali sono i condizionamenti che i ragazzi vivono per in-tervenire in modo positivo e orientare tutte le loro energie verso altri interessi. In natura niente è male per se stesso, ma può di-ventare male quando se ne fa un uso sregolato e si agisce contro un positivo sviluppo della persona.La relazione doveva durare non più di quarantacin-que minuti, ma tutti i genitori presenti e lo stesso

    relatore non si sono accorti che il tempo trascorso superava le due ore! Cosa indica questo? L’interesse di co-noscere e di essere ben informati su certi argomenti sta a cuore a chi vive l’educazione e la formazione dei propri figli come

    qualcosa di incalcolabile valore. Si è usciti da quella sala con il desiderio di conti-nuare il discorso, di proporre più serate di questo genere, magari con la presenza dei ragazzi e gio-vani, costruendo insieme una tavola rotonda per confrontarci e per comprendere meglio il valore della prevenzione. E così, il programma di una nuova serata, già pre-sente nel calendario per il 31 marzo, è stato accolto con entusiasmo da tutti. Un grazie forte è stato rivolto a Gianni Tiloca che, per prestare questo ser-vizio, ha rinunciato a del tempo libero con persone amiche che gli facevano visita.

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    Buona Pasqua!

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    Lode al Signore Pag. 12Chiesa dove stai andando? Pag. 13Agenda Pag. 15Formazione Pag. 17Cento anni dalla morte Pag. 09Pellegrinaggi Pag. 11La vita nei gruppi Pag. 13La Bibbia quotidiana Pag. 17Scuola Materna Pinocchio Pag. 18In Famiglia Pag. 19Vogliamo sposarci in chiesa Pag. 23Circolo Acli Pag. 25La parola ai lettori Pag. 27Giovani Famiglie Pag. 28Fumo, alcool e droghe leggere Pag. 29

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