logyn - password not required - n.07

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07 Settembre 2014 Gruppo Eurosystem Sistemarca LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA L’IMPRESA IN RETE CON LA COMUNITÀ STEFANO MORIGGI COMINCIAMO A PENSARE CON LE MACCHINE! CULTURA&TECNOLOGIA AGLI UFFIZI PERCORSO TATTILE PER NON VEDENTI FISCO&LAVORO L’APPROCCIO ETICO AL LAVORO MARIA CRISTINA PIOVESANA UNINDUSTRIA TREVISO CAMBIA VOLTO ALEX ZANARDI UNA VITA IN CORSA PER LA SOLIDARIETÀ VERONESI LA SCIENZA PER IL PROGRESSO SOCIALE IL VIAGGIO GÖTEBORG: CITTÀ EUROPEA PIÙ ACCESSIBILE PERCORSI L’INCLUSIONE SOCIALE PER SPORT SENZA FRONTIERE SPORT INTERVISTA ALLA CAMPIONESSA DI PUGILATO FLAVIA SEVERIN incontri con scenari stile libero

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Altruismo, coraggio, trasparenza e sensibilità sono solo alcune delle caratteristiche associate al blu; ben si sposano con l’anima di un’impresa che oggi vuole essere socialmente responsabile, ossia creatrice di valori tangibili e intangibili vincenti, per l’impresa stessa, ma anche per le persone, il territorio e l’ambiente circostanti. Ecco perché l’azienda, nelle proprie strategie e azioni, deve sempre preservare ciò che la mantiene in contatto con la Comunità, perché questa è volto e anima dell’impresa stessa (volto per metà umano e per metà meccanico) e con essa cresce e progredisce.

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  • EMC2, EMC, and the EMC logo are registered trademarks or trademarks of EMC Corporation in the United States and other countries. Copyright 2013 EMC Corporation. All rights reserved.

    LEADING EDGE IN

    CLOUD

    n07Settembre 2014

    n07 Settembre 2014

    Gruppo Eurosystem Sistemarca

    LA RESPONSABILITSOCIALE DIMPRESA LIMPRESA IN RETE CON LA COMUNIT

    STEFANO MORIGGI COMINCIAMO A PENSARE CON LE MACCHINE! CULTURA&TECNOLOGIA AGLI UFFIZI PERCORSO TATTILE PER NON VEDENTI FISCO&LAVORO LAPPROCCIO ETICO AL LAVORO

    MARIA CRISTINA PIOVESANA UNINDUSTRIA TREVISO CAMBIA VOLTO ALEX ZANARDI UNA VITA IN CORSA PER LA SOLIDARIET VERONESI LA SCIENZA PER IL PROGRESSO SOCIALE

    IL VIAGGIO GTEBORG: CITT EUROPEA PI ACCESSIBILE PERCORSI LINCLUSIONE SOCIALE PER SPORT SENZA FRONTIERE SPORT INTERVISTA ALLA CAMPIONESSA DI PUGILATO FLAVIA SEVERIN

    incontri con scenari stile libero

    SPESSORE DORSO IPOTIZZATO: 5mm

  • 5ALEX ZANARDIUNA VITA IN CORSA

    PER LA SOLIDARIET

    GIAN NELLO PICCOLI Gruppo Eurosystem Sistemarca

    editoriale

    Nella seconda met degli anni 90 le Nazioni Unite hanno invitato le grandi aziende a definire accordi commerciali che contemplassero e tutelassero i diritti umani di base, quelli connessi al rispetto dei lavoratori ma anche dellambiente circostante. Da allora sono stati fatti grandi passi avanti, soprattutto nella cultura dimpresa, ossia quel sistema di valori etici e morali condiviso dalla Comunit in cui lazienda opera.

    Ed oggigiorno, in un mondo interconnesso e globalizzato, ladozione di atteggiamenti socialmente responsabili ritenuta obbligatoria se non vogliamo compromettere la capacit delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni. Per questo dobbiamo portare avanti lopinione secondo cui limpresa ha una dimensione etica, oltre che una economica e giuridica.

    Per la nuova classe imprenditoriale si tratta di un cambiamento culturale strategico: si cerca il profitto e la competitivit ma con un investimento i cui benefici pervadono tutta la Comunit di appartenenza. Perch

    limpresa non pi altro dal contesto, ma stimolo di progresso e dinclusione sociale nel rispetto dellambiente di riferimento.

    Logyn n.07 vuole parlare di CSR (Corporate Social Responsability) perch la Responsabilit Sociale dImpresa (in sigla RSI) la nuova sfida di tutte le societ, piccole e grandi, e perch non si pu improvvisare.

    La CSR deve nascere da una cultura orientata alla trasparenza e alla consapevolezza che ladozione di pratiche socialmente responsabili produca effetti positivi, sia sul versante della qualit dei rapporti con le parti interessate sia su quello delle relazioni con i collaboratori interni ed esterni.

    Gian Nello Piccoli

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    MARIA CRISTINA PIOVESANAUNINDUSTRIA TREVISO

    CAMBIA VOLTO

    CULTURA&TECNOLOGIAUFFIZI DA TOCCARE:

    PER UNA CULTURA ACCESSIBILE A TUTTI

    incontri con

    scenari

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    16STEFANO MORIGGI

    PENSARE CON LE MACCHINE! ARTICOLO A QUATTRO MANI

    PER UN FUTURO DIVERSAMENTE ABILE

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    84IL VIAGGIO

    GTEBORG: LA CITT EUROPEA PI ACCESSIBILE NEL 2014

    stile libero

    SOMMARIOeditoriale di Gian Nello Piccoli

    incontri con MARIA CRISTINA PIOVESANA Unindustria Treviso cambia voltoALEX ZANARDI Una vita in corsa per la solidariet

    FONDAZIONE VERONESI La scienza a disposizione del progresso socialeEMERGENCY

    Intervento umanitario in ItaliaGRUPPO FERALPI Impresa oltre il business con un bilancio responsabileCANNAMELA Seminiamo per lo sviluppo agricolo sostenibileVALIGERIA RONCATO La re-inclusione sociale arriva attraverso il lavoro

    focusLa Responsabilit Sociale dImpresa

    scenariSTEFANO MORIGGI

    PENSARE CON LE MACCHINE!

    Innovarea: il nuovo rinascimento e limpresa significante

    Uffizi da toccare: per una cultura accessibile a [email protected]

    Come configurare la richiesta del cliente allinterno dellERP

    In viaggio con [email protected]

    Il dato tratto: spunti sulla Data Loss Prevention

    Lapproccio etico al lavoro

    RSI: opportunit per le aziende

    La reputazione aziendale negli affari internazionali Il processo civile telematico

    storiesEurosystem e la Responsabilit Sociale dImpresa

    Gestionale a misura di agenzia turistica

    Servizi CGN sceglie il Disaster Recovery per la sicurezza di dati e servizi

    spazio a yErp cloud: la nuvola di gestione aziendale

    stile libero CONOSCIAMOCI Lavorare con IT e ICTMEDICINA E LAVORO Sicurezza e tutela della salute, un obbligo anche per i lavoratori-volontariIL VIAGGIO La citt pi accessibile nel 2014PERCORSI Sport senza frontiere: una corsa per linclusione socialeSPORT F. Severin: una forza della natura al servizio dello sportCUCINA Lacqua di mare & lerba voglioUFFICIOVERDE Lazienda verde!FUMETTI La matita di Sue

    SPORT SENZA FRONTIERE ONLUS PERCORSIUNA CORSA PER LINCLUSIONE SOCIALE

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    Presidente, le stato assegnato un ruolo importante, in un periodo storico importante: cosa eredita dal predecessore e quali gli obiettivi futuri?

    Come ho detto anche in assemblea, il programma di presidenza verr delineato secondo indirizzi di continuit e rinnovamento. Mi riferisco alla necessit di continuare ad accompagnare levoluzione delle nostre imprese dal saper fare al saper innovare, dal saper vendere al saper finanziare, al saper comunicare. Penso anche alla necessit di sviluppare ulteriormente la collaborazione tra i sistemi di rappresentanza del nostro territorio e i processi di integrazione con le altre associazioni venete di Confindustria. Altra iniziativa, da tempo al centro dellazione di Unindustria Treviso, il sostegno al processo culturale, infrastrutturale e istituzionale per la

    costruzione di unarea metropolitana, nonch limpegno per rinnovare e modernizzare il sistema locale e il Paese.

    Come pensa di distinguersi, in particolare, dal mandato precedente?

    La presidenza di Alessandro Vardanega stata importantissima in un periodo complicato. Come presidente mi sono data lobiettivo di garantire continuit, per proseguire un impegno di lungo periodo per il riposizionamento competitivo delle imprese dopo la crisi, ma anche di dare risposta a bisogni che si stanno affacciando ora, come ad esempio la richiesta di incrementare il presidio e lattenzione culturale sul tema delletica dimpresa. Altrettanto importanti saranno linnovazione e il valore del capitale umano come pure limpegno per il riposizionamento

    UNINDUSTRIA TREVISO CAMBIA VOLTOMaria Cristina Piovesana: una donna al comando degli industriali trevigiani

    Maria Cristina Piovesana la nuova presidente di Unindustria Treviso, eletta allassemblea del 21

    giugno scorso, e succede ad Alessandro Vardanega, che ha concluso il mandato. La sosterranno in

    questo quadriennio i vicepresidenti Antonella Candiotto (delega alle Relazioni industriali), Sabrina Carraro

    (PMI e Capitale umano), Luciano Marton (Tesoreria, Etica dimpresa, Sostenibilit e Fisco), Claudio

    Feltrin (Cultura dimpresa e Riposizionamento competitivo), Valter De Bortoli (Marketing territoriale e

    internazionalizzazione) e Giuseppe Bincoletto (Coordinamento merceologie).

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    competitivo delle aziende con una nuova cultura dimpresa che sia aperta al mondo come al proprio territorio. Solo cos si pu anche uscire dalla crisi, capendo che i problemi dellimpresa sono quelli del territorio e vanno affrontati contemporaneamente.

    Come si presenta la situazione imprenditoriale trevigiana? in sofferenza?

    Al di l dei dati e delle statistiche, ci sono sensazioni forti: negli imprenditori trevigiani c una grande voglia di reagire al periodo e agli eventi per poter ritornare ad essere protagonisti sui mercati. Negli ultimi anni abbiamo avuto perdite di aziende; ora bisogna sostenere le aziende che ce la stanno facendo, che stanno dimostrando solidit, non solo patrimoniale, ma anche culturale e conoscenza del proprio mercato di appartenenza e

    del proprio consumatore. Dobbiamo, ad esempio, essere loro vicine nel rapporto con il sistema finanziario, allinsegna della reciproca trasparenza. Vedo gli imprenditori trevigiani motivati e sempre ricchi dei talenti, propri del Dna di questo territorio, che hanno permesso la realizzazione di prodotti straordinari conosciuti nel mondo. Bisogna avere piena coscienza di questi talenti e, anche tra le difficolt, spingere per valorizzarli nel Paese come anche allestero. Siamo di fronte a grandi sfide che presumono grandi motivazioni e volont di fare.

    I rapporti con le altre istituzioni territoriali...

    Ho un forte rispetto per lo Stato, per le sue istituzioni ed anche per la burocrazia che serve, se giusta e snella, purch a servizio del cittadino e non fine a se stessa. Abbiamo un rapporto

    Incontri con

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    di dialogo aperto, rispettoso e trasparente. Fondamentale rivendicare attenzione per il territorio e i suoi valori, e quando vedremo che questo rispetto non c saremo pronti a fare opposizione con fermezza e se occorre a voce alta. Unindustria Treviso comprende 2.400 associati: quindi abbiamo una grandissima responsabilit, ma possiamo contare su unottima struttura che pu intercettare il bisogno e le istanze di tutti. Quello che auspico che nel corso del mandato di presidente si apra una stagione nuova, una sorta di rinascimento dellimpresa e del territorio in cui viviamo, sempre pi interdipendenti e reciprocamente responsabili nellinteresse generale e nel guardare con fiducia al futuro.

    Cosa significa, secondo Lei, oggigiorno la Responsabilit Sociale dImpresa nei confronti del proprio territorio e della Comunit di appartenenza?

    Limpresa , quanto mai oggi, legata al proprio territorio e alla sua storia pur diventando sempre pi aperta a una dimensione internazionale. Dobbiamo continuare a portare avanti i valori che sono una sorta di carta didentit del nostro modo di fare impresa. Laprirsi al mondo unopportunit che va colta, con lo sforzo di conoscere una cultura diversa dalla nostra e di rispettarne lidentit valoriale, senza presunzione e semmai favorendo la contaminazione positiva delle due tradizioni.

    Quali sarebbero le politiche necessarie per superare il difficile periodo storico?

    Pi che singoli provvedimenti, fondamentale che sia data centralit allimpresa, e non lo dico per interesse corporativo ma perch sono convinta che senza impresa non c lavoro e

    quindi non c famiglia, non ci sono opportunit e partecipazione civile. Per questo Unindustria Treviso ha intitolato lassemblea di questanno Imprese e Democrazia. E poi ci sono riforme a costo zero, come la semplificazione burocratica che darebbe, se ben fatta, uno sprone importante alleconomia e in generale a tutta la societ in questo Paese.

    Uno dei problemi laccesso al credito: pensa che sia fattibile una maggiore collaborazione con la banca del territorio?

    Ho scelto di avere personalmente la delega al Credito e alla Finanza proprio perch ritengo che la rappresentanza delle imprese nella relazione con gli istituti di credito debba avere il massimo rilievo. Chiederemo alle banche di impegnarsi maggiormente per leconomia reale, utilizzando le risorse messe a disposizione dalla Bce, in un rapporto allinsegna dellapertura e della trasparenza reciproca. Da parte nostra siamo impegnati da anni nel promuovere nuovi strumenti che agevolino la relazione banca-impresa anche attraverso strumenti di cultura finanziaria avanzata nelle aziende.

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    incontri con

    nata a Gaiarine ed presidente del Consiglio di Amministrazione Consigliere Delegato di A.L.F. Uno S.p.A., azienda del settore del mobile con un fatturato di Gruppo che nellanno 2013 ha superato i 60 milioni di euro (per il 71,5% realizzato nei mercati esteri). Le aziende del Gruppo, attualmente, impiegano complessivamente 315 collaboratori. Il Gruppo Alf si articola in tre sedi, a Cordignano, Francenigo di Gaiarine e Vallonto di Fontanelle, ed presente nei mercati con i marchi Alfdafr, con prodotti dal design moderno per la zona notte e la zona giorno, Alfitalia, con prodotti di gusto internazionale, e Valdesign nelle cucine. Maria Cristina Pioveasana sposata con Flavio Da Fr e ha due figli, Eleonora e Giovanni. stata eletta la prima volta nel Consiglio Direttivo di Unindustria Treviso nel 2000. Dal 2004 al 2008 nella Giunta dellAssociazione con la delega alle Politiche fiscali. Dal 2008 vicepresidente di Unindustria (fino al 2012 con delega alla Finanza e dal 2012 al 2014 con delega alla Tesoreria, Piccole Imprese, Merceologie e Semplificazioni burocratiche).

    Maria Cristina Piovesana Presidente Unindustria Treviso

    Limpresa familiare ha ancora una sua forza nel sistema produttivo italiano?

    Limpresa familiare il grande motore delleconomia italiana ed sbagliato considerarla come espressione di arretratezza. importate anche saper distinguere tra le ragioni dellimpresa e quelle della famiglia e guardare, se opportuno, anche a forme avanzate di gestione societaria.

    Cosa vede nel futuro delle PMI?

    Vale in parte lo stesso discorso. Il nostro un capitalismo popolare di piccole e medie imprese, la nostra forza e va compresa e valorizzata. Ma la piccola impresa deve essere aperta alla societ, al mondo e anche alle altre imprese per attivare quelle forme di collaborazione (le reti dimpresa) che le consentano di essere competitiva anche in nuovi mercati internazionali e in progetti pi grandi e complessi. una

    sensibilit che sta crescendo, rispetto allindividualismo del passato, e questa, se vogliamo, una delle poche cose positive che ci lascia questo periodo di crisi.

    Cosa significa essere donna imprenditrice e madre di famiglia?

    Allannuncio del mio nuovo ruolo la mia famiglia non ha fatto grandi complimenti, ma attraverso lo sguardo ho visto la loro gioia e lorgoglio. Non sar facile ma, come ho fatto fino a oggi, continuer a portare avanti gli impegni presi con seriet e grande disponibilit.

    E ora con il nuovo impegno...

    Essere eletta presidente di Unindustria Treviso un onore e una responsabilit. Il mio impegno sar massimo ma credo molto nel contributo di tutti, a partire dai vicepresidenti, dai componenti la Giunta Esecutiva e il Consiglio Direttivo e da tutti gli imprenditori associati. da questo scambio di idee che sono nate le linee guida e gli obiettivi che ci siamo dati per il mandato e comunque il confronto e il dialogo continueranno in modo permanente nello spirito della nostra Associazione.

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    SETTEMBRE 2014SETTEMBRE 2014

    Limpresa in rete con la Comunit

    Il mercato un vero mercato quando non produce solo

    ricchezza ma soddisfa anche attese e valori etici, sostiene

    leconomista Amartya Sen.

    Pu oggi unimpresa curarsi unicamente del proprio profitto? O forse anche tenuta a conoscere, valutare e soddisfare le esigenze, non solo economiche ma sociali, ambientali e culturali della societ esterna, sempre pi attenta e critica nei confronti

    del suo operato? Impresa ed etica sono due termini inconciliabili nella realt contemporanea? Si tratta di un dibattito multidisciplinare aperto e in continua evoluzione a livello mondiale: la Responsabilit Sociale dImpresa (RSI o in inglese CSR come Corporate Social Responsibility) e i suoi strumenti comunicativi.

    LA RESPONSABILIT SOCIALE DIMPRESA

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    Un dovere e un diritto, quindi, rendere conto al proprio cliente - come anche al territorio - delle politiche, delle strategie, delletica: insomma dellattivit in generale di unazienda. Limpresa, aderendo a principi che si ispirano alla CSR, dichiara di operare una scelta nei confronti della societ e dellambiente in cui inserita. Non vende, di conseguenza, solo dei prodotti, ma tutta la cifra culturale ed etica del suo sistema-azienda. In particolare la Teoria degli stakeholder dellamericano Freeman (primi anni 80) sottolinea come tutti i portatori di interessi (appunto gli stakeholder) acquisiscano dignit diventando soggetti attivi che si relazionano con limpresa e influiscono sul suo agire. Secondo tale teoria tutti questi portatori di interesse acquisiscono un ruolo attivo nella creazione di valore da parte dellimpresa e non si limitano a subire le conseguenze delloperato della stessa. Altro filone di studi che si sviluppa sempre negli Stati Uniti quello della Business ethics: esso si concentra sul versante morale, ponendo al centro i valori etici che devono fondare i comportamenti delle imprese.

    La definizione di Responsabilit Sociale dImpresa pi diffusa e dibattuta quella pubblicata nel 2001 dallUnione Europea: Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate (Libro Verde della Commissione delle Comunit Europee, 2001). Da qui lindicazione di alcuni strumenti da adottare come il bilancio sociale, le certificazioni (tra le altre, quella etica SA 8000). Oggi la CSR definita come la responsabilit delle imprese per il loro impatto sulla societ (nuova comunicazione del 25 ottobre 2011 n.681 con cui la Commissione Europea riesamina e supera la nozione espressa nel precedente Libro Verde).Le politiche nazionali ed internazionali hanno favorito, anche con la costituzione di commissioni ad hoc in strutture vocate come lONU e con lemanazione di linee guida e documenti dindirizzo, la nascita di una coscienza imprenditoriale improntata ad un business responsabile. Anche in Italia il dibattito non si fermato al mero confronto verbale o scritto, ma ha visto unapplicazione concreta in best practices, alcune anche molto illustri.

    Recentemente nata anche una nuova declinazione di Responsabilit Sociale, che viene riferita non solo alla singola impresa ma a tutta la collettivit ed particolarmente indirizzata per la realt italiana a causa della composizione territoriale fatta di piccole-medie imprese, tendenzialmente raggruppate in distretti industriali. La strategia della Responsabilit Sociale dImpresa per stimolare le aziende ad assumere comportamenti responsabili viene ora calata in un nuovo contesto, dove i soggetti promotori sono tutta la Comunit e il territorio nel quale vivono e operano i diversi portatori di interesse. Il passaggio da una responsabilit individuale ad una responsabilit collettiva ha lobiettivo di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso di costruzione condivisa dove le giuste istanze economiche vanno coniugate con le attenzioni sociali e ambientali nellottica di uno sviluppo sostenibile. La CSR territoriale ha, quindi, come scopo quello di migliorare la qualit della vita della Comunit.

    focus

    Fonti: Progetto Training in Progress - Levoluzione del concettodi Responsabilit Sociale dImpresa, Adiconsum - Associazione Difesa Consumatori e Ambiente (www.adiconsum.it).

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    LILO (Ufficio Internazionale del Lavoro) adotta la Dichiarazione tripartita sui principi riguardanti le imprese multinazionali e la politica sociale, documento contenente i principi per multinazionali, governi, imprenditori e lavoratori.

    La Social Accountability International (SAI), emana la norma SA 8000 per assicurare nelle aziende condizioni di lavoro che rispettino la responsabilit sociale, un approvvigionamento giusto di risorse ed un processo indipendente di controllo per la tutela dei lavoratori.

    Il segretario generale dellONU Kofi Annan propone il progetto Global Compact che invita le imprese ad aderire a 9 principi universali sui diritti umani, sulle condizioni di lavoro e sullambiente. In seguito si aggiunto un decimo principio sulla lotta alla corruzione.

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    Dibattiti nel Parlamento Europeo su temi di CSR, quali etichette sociali e diritti umani.

    Viene costituita lassociazione CSR Europe, lorganismo con sede a Bruxelles che delegato dalla Commissione Europea alla Responsabilit Sociale di Impresa.

    LONU istituisce la Commissione per i diritti umani, formata a rotazione dai 53 Stati aderenti, sempre con prevalenza delle nazioni meno industrializzate.

    Il 10 dicembre lONU adotta la Dichiarazione universale dei diritti umani.

    LOCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) studia le Linee guida destinate alle imprese multinazionali, con revisione nel 98. Sono raccomandazioni rivolte dai governi alle imprese multinazionali che mirano ad assicurare che le loro attivit siano conformi alle politiche governative, a rafforzare le basi per una fiducia reciproca fra le imprese e le societ in cui operano.

    STEPBYSTEP

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    La Commissione Europea pubblica il Libro Verde Promuovere un quadro europeo per la responsabilit sociale delle imprese, con cui viene formalizzata la prima definizione europea di CSR, ossia lintegrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate.

    LItalia propone il Progetto CSR - SC: il contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa. LUnioncamere nazionale e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali stipulano un Protocollo dIntesa per sviluppare il progetto ministeriale su tutto il Paese.

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    focus

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    Dai Consigli Europei di Lisbona e Nizza nasce lobiettivo strategico UE 2010 con la finalit di far diventare leconomia europea la pi competitiva con capacit di crescita sostenibile, con miglioramento quantitativo e qualitativo delloccupazione e con maggiore coesione sociale.

    La Commissione Europa istituisce il Multistakeholder Forum con gli obiettivi di migliorare la conoscenza delle relazioni tra responsabilit sociale, sviluppo sostenibile e conseguente impatto su competitivit, coesione sociale e protezione dellambiente, con particolare riguardo alle piccole-medie imprese. Inoltre consente di valutare lopportunit di un approccio comunitario al tema della responsabilit sociale delle imprese.

    Viene organizzato il primo incontro del Tavolo interministeriale sulla Responsabilit Sociale delle imprese al Ministero della Solidariet Sociale a Roma.

    Prevista la pubblicazione dello standard internazionale ISO 26000, per buone pratiche per la responsabilit sociale dimpresa.

    Con legge finanziaria viene costituita la Fondazione italiana I-CSR, centro studi e diffusione della CSR. La mission: accrescere lattenzione alla Responsabilit Sociale promuovendo la ricerca, la formazione, la diffusione e il confronto con particolare attenzione alle esigenze del tessuto economico nazionale formato in prevalenza da PMI.

    Lo sviluppo della Responsabilit Sociale dImpresa in Italia

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    Logyn nasce per diffondere cultura e conoscenza. E, nei tempi accelerati dellinformazione tecnologica, utilizza la carta perch niente pi di questa utile per fermarsi a pensare, per fare una giusta pausa e capire a che punto siamo nel percorso verso linnovazione. 100 pagine, 100 e pi interviste finora svolte, approfondimenti, incontri tecnici e con professionisti del business tecnologico per progettare assieme a voi lettori le prospettive future di questo mondo.

    Dal punto di vista fisico, Logyn composta da 100 facciate, che in termini tipografici corrispondono a 6 sedicesimi pi 1 quartino. Inoltre confezionata con copertina sviluppata in 3 ante. Con la stessa grammatura stato prodotto un quartino accavallato tra le segnature interne. Logyn viene realizzata con una rilegatura in BROSSURA FILO REFE, che permette una maggiore resistenza allusura poich le varie segnature, in ordine progressivo, vengono cucite al centro con un filo di cotone bianco e poi incollate al dorso della copertina.

    Per realizzare questa rivista in 9.500 copie abbiamo utilizzato 68.000 fogli di carta, 65.000 per linterno e 3.000 per la copertina; consumato inchiostro, tra copertina e interno, +/- 90 kg; abbiamo inciso 64 lastre; effettuato 14 avviamenti macchina, per una durata di stampa complessiva di 30 ore. Ognuna delle 9.500 copie stata cellophanata singolarmente. Logyn tutto questo, e tutto questo in un video che lo racconta per voi!

    Per il numero 07 di Logyn la copertina si tinge di blu, colore del cielo, del mare e dello spazio, tra i pi amati e utilizzati tanto nellarte quanto negli oggetti di uso quotidiano. Altruismo, coraggio, trasparenza e sensibilit sono solo alcune delle caratteristiche associate al blu; ben si sposano con lanima di unimpresa che oggi vuole essere socialmente responsabile, ossia creatrice di valori tangibili e intangibili vincenti, per limpresa stessa, ma anche per le persone, il territorio e lambiente circostanti.

    Ecco perch lazienda, nelle proprie strategie e azioni, deve sempre preservare ci che la mantiene in contatto con la Comunit, perch questa volto e anima dellimpresa stessa (volto per met umano e per met meccanico) e con essa cresce e progredisce.

    La copertina

    La rilegatura e la stampa

    Ci piace lasciare il segno.

  • Ci piace lasciare il segno.

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    STEFANO MORIGGI

    Tecnologia, scienza e disabilit: dialogo con Gianluca Nicoletti

    PENSARE CON LE MACCHINE! ARTICOLO A QUATTRO MANI PER UN FUTURO DIVERSAMENTE ABILE

    SETTEMBRE 2014

    Di buone intenzioni lastricata la strada che porta

    allInferno... Cos recita un antico adagio. Confesso di non nutrire alcuna simpatia per i motti e i proverbi, cos come per tutte quelle dicerie che avrebbero contribuito a tramandare nel tempo una presunta saggezza popolare. Tuttavia, forzando forse linterpretazione pi diffusa, riconosco al sopracitato detto il merito di condensare in poche parole alcune mie convinzioni attorno allidea di solidariet. Come dire... le buone intenzioni, per quanto apprezzate, non possono bastare. E non solo perch in molti casi sono (o diventano) lalibi per coprire errori e misfatti: eh, ma io lho fatto a fin di bene.... Ma, soprattutto, per il fatto che un aiuto o un sostegno incompetente solo un danno per chi lo riceve. Quanto affermo in astratto trova un concreto e drammatico riscontro nel variegato mondo delle persone diversamente abili. Proprio dove limiti fisici e psichici richiederebbero assistenza e

    professionalit di alto livello; ancora troppo spesso - e quando va bene - ci si imbatte solo in comprensione e compassione. Due sentimenti nobili, per certi versi; ma che, quando non sostenuti dalle dovute competenze, si traducono nei fatti in un insopportabile accudimento pietistico, in un misto di accettazione e rassegnazione di fronte allo sfortunato destino di un portatore dhandicap. In sintesi, comprensione e compassione degenerano nella peggiore delle condanne per chi, invece, dovrebbe essere affiancato nella lenta e progressiva conquista di una vita degna fatta di motivazioni e autonomia. So bene che esistono realt deccellenza, ma ancora molto diffusa linconsapevolezza - per non dire lignoranza - di chi non concede e non pretende per la disabilit leccellenza assoluta. Liquidare questo discorso con la mancanza di risorse economiche sarebbe quantomeno disonesto. Pi responsabile, invece, sarebbe cercare di innescare una buona volta la miccia che possa accendere uno sguardo diverso sulla disabilit. Un tema, questo, che pi volte nella storia della nostra amicizia

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    mi sono trovato ad affrontare - tanto in pubblico quanto in privato - con Gianluca Nicoletti, voce nota di Radio 24 oltre che firma del quotidiano La Stampa. E scienza e tecnologia sono sempre state lo sfondo culturale delle nostre riflessioni nel merito, non solo per via delle nostre passioni (e delle nostre professioni); ma anche perch entrambi siamo convinti che una diversa percezione sociale della ricerca scientifica e dellinnovazione tecnologica possa contribuire su larga scala a diffondere un approccio pi informato e consapevole ai bisogni e alle necessit dei soggetti diversamente abili.

    Questo stesso articolo - anche dal punto di vista tecnico (oltre che contenutistico) - non fa eccezione: lo sto scrivendo nel mio studio di Milano su un documento condiviso con Gianluca che sta a Roma e a cui, con piacere cedo la parola...

    GN - Confermo. Sono diversi anni che noi sperimentiamo le tecnologie come ripensamento degli spazi e dei tempi delle nostre vite, oltre che dello stesso concetto di cittadinanza. Abbiamo scritto anche un libro su questi temi. E certamente scienza e tecnologia possono e devono fornirci concetti e strumenti sia per migliorare la singola giornata e sia lintera vita di un disabile. Ma non solo: possono e devono anche metterci a disposizione concetti e strumenti per demolire idoli e bufale che pericolosamente gravitano attorno al mondo dellhandicap.Io ho un figlio autistico, Tommy. Tu lo conosci bene. Ecco, da un po di tempo a questa parte lautismo diventato di moda per luso improprio che se ne fa persino nel lessico radical disimpegnato. singolare, per esempio, che proprio i tutori indefessi di ogni minoranza discriminata, di ogni correttezza lessicale, di ogni coscienza sociale inespressa alla fine si trovino concordi sul fatto che il termine autistico possa essere serenamente usato come ironico sinonimo di povero scemo, senza che nessuno per questo debba indignarsi. Purtroppo tra i tanti traguardi innegabili che abbiamo comunque raggiunto in direzione della nostra civilizzazione, la disabilit psichica non ancora percepita come una realt che tocca persone; ma piuttosto unipotesi astratta, un tema per studi clinici, il riferimento a episodi tratti dalla letteratura, dal cinema, dalla fiction.

    SM - Proprio a questo servirebbe uneducazione scientifica diffusa. Intendiamoci, non penso, ovviamente, che ogni cittadino debba maturare le conoscenze proprie di un ricercatore. Sarebbe una folle utopia. Tuttavia, una diversa considerazione sociale della scienza (e dei risultati ottenuti dalla comunit scientifica); e anche lesercizio, a partire dai primi anni di scuola, di un approccio ai problemi pi scientifico - ovvero pi analitico e critico - aiuterebbero quantomeno a decostruire molti stupidi e pericolosi

    pregiudizi, oltre che a evitare le trappole pseudo-scientifiche di cialtroni senza scrupoli che speculano sulla sofferenza e sulla disperazione di malati e parenti. Stamina docet!

    GN - Ecco, questo che tu sollevi proprio il secondo livello di disagio che io ho avvertito quando mi sono reso conto che, a causa della leggerezza dapproccio generale, linvisibile autistico diventa pure indicibile. Se non altro per definirlo sarebbe, infatti, necessario prendere atto di una letteratura scientifica, di una storia della sindrome e dellurgenza con cui affrontare il disagio sociale che alla sua diffusione necessariamente consegue. Ma non vi dubbio che per molti sia pi facile e rassicurante affidarsi ai taumaturghi, ai santoni, ai teorici del profondo e persino ai lestofanti. Salvo poi pentirsi quando troppo tardi...

    SM - Il dramma che viviamo precipitati in paradossi di ignoranza senza neppure rendercene conto. Per esempio, sempre parlando di autismo, si continua a dar credito - anche mediatico, ahim! - a eziopatologie clamorosamente sconfessate dalla comunit scientifica internazionale (vedi la insensata campagna contro i vaccini), quando in Italia, per citare un dato, non esiste nemmeno una mappatura degli autistici presenti sul territorio nazionale. Certo, la scienza ha i suoi tempi e comunicare la complessit e le difficolt della ricerca a chi non la pratica quotidianamente non facile. Ma proprio su questo piano che - anche dal punto di vista della comunicazione e della divulgazione - si dovrebbe lavorare per tutelare il cittadino. Lo sai come la penso, dalla scuola ai media, per me leducazione alla scienza costituisce un esercizio di educazione civica.

    GN - A chi lo dici... Nella mia esperienza con Tommy ho visto di tutto: genitori che spendono fortune per portare il figlio autistico in Ucraina e sottoporlo a misteriosissime iniezioni di staminali alladdome. Altri per anni illusi che un facilitatore che tiene la mano sulla spalla del proprio figlio, incapace di scrivere il suo nome, gli consenta di compilare tesi di laurea e trattati complessi. Per non dire poi di quelli che si sottopongono ad anni di psicanalisi per rimuovere lautismo del figlio, o che addirittura - e, credimi, non uno scherzo! - lo portano dallesorcista prima ancora di andare da un neuropsichiatra. Il fatto che, fino a quando regna la confusione, c lavoro per tutti. E ci sono soldi pubblici per chiunque. Operare secondo metodo richiede studio, aggiornamento continuo e competenza

    scenari

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    SETTEMBRE 2014

    specifica. Lo ricordavi prima: di autistici si occupa per lo pi personale non adeguato, ma daltronde sembra impossibile fare leggi e farle applicare perch il denaro pubblico sia almeno speso in terapie efficaci o per lo meno non dannose.

    SM - S certo, intendevo proprio sostenere che la solidariet non coincide (necessariamente) con il volontariato e che, simmetricamente il volontariato non ipso facto sinonimo di solidariet. So che questa idea potr irritare qualcuno, ma pazienza! Secondo me, il punto inaggirabile la competenza. A partire dalla propria professione. In assenza di competenza, nella migliore delle ipotesi, rimangono appunto le buone intenzioni, una disponibilit vuota e inefficace che rischia di creare pi problemi di quanti non ne risolva. E anche per questo molti genitori di ragazzi diversamente abili devono costruirsi ruoli e conoscenze che le istituzioni sono ben lontane dal garantire. Il tutto per cercare di assicurare ai propri figli non solo e non tanto unassistenza eccezionale, ma anche quei i diritti fondamentali di un individuo che spesso, di fatto, vengono loro negati.

    GN - proprio cos. Unarrampicata sugli specchi. Io stesso ho fatto vari tentativi di creare qualcosa di concreto, ma poi trovavo sempre qualcuno che aveva fatto i miei stessi passi per poi arenarsi per tutti i motivi di cui sopra... Ora penso che, nei limiti delle mie possibilit, sarebbe gi molto se riuscissi a creare le basi per una reale cultura della disabilit psichica - almeno nel trattamento quotidiano che ne fanno i media. Voglio essere ottimista e pensare che sia un obbiettivo raggiungibile. Dopo di che continuo a sognare e a combattere per la creazione di un centro pilota. Ovvero, di un polo sperimentale sullautismo e di un laboratorio dove convergano tutte le possibili competenze necessarie. Io lho chiamato Insettopia (http://insettopia.it).

    SM - Insettopia per non solo un sogno; in qualche modo gi esiste. Proprio attraverso la tecnologia - la rete in questo caso e i social network - tu hai cercato di richiamare e far interagire esperti di varia formazione, ciascuno dei quali in grado di portare un contributo attivo non solo alla costruzione (fisica) di uno spazio possibile per ragazzi autistici, ma anche alla diffusione di una diversa cultura della disabilit psichica. E i due livelli del tuo progetto, secondo me, non possono che procedere in parallelo. S comincer a vedere qualche realistico e sensato passo avanti solo quando una certa mentalit comincer a scricchiolare. Ma, come si dice, its a long way...Anche se non mancano segnali di speranza, pensa - per fare solo un esempio - allottimo lavoro fatto da Federica Bertot e Martina Tamagnone, le due ventiquattreni neolaureate al Politecnico di Torino in Ecodesign e autrici di Design for Autism: un progetto complesso costruito attorno al Il mio autista. Si tratta di una

    app per smartphone che Federica e Martina hanno realizzato con lidea di incrementare lautonomia (anzitutto di movimento) dei ragazzi autistici, anche costruendo una rete di persone amiche che, sempre grazie allapplicazione, possono monitorare in tempo reale i loro ragazzi. Il tutto, in modo che la citt possa diventare, nei limiti del possibile, uno spazio da vivere liberamente anche per loro. Anche perch, come hanno spiegato in una recente intervista (http://www.ideealcubo.com/finestre-sul-mondo/item/286-il-design-per-l-autismo): gli autistici utilizzano molto la tecnologia sia nel privato che nel sociale. Ci sono app che permettono loro di esplicitare gli stati danimo altrui, la tecnologia interviene come intermediario ed un ausilio efficace perch a ogni input preciso corrisponde una risposta definita e ricorrente, mentre limprevisto li destabilizzerebbe.

    GN - proprio cos. Lautistico non ha pregiudizi genetici verso le tecnologie come spesso ha il neurotipico spaventato dal dover cedere la sua umanit. Anzi, proprio per la sua sindrome, lautistico accetta molto pi serenamente la mediazione con il mondo attraverso protesi emotive. Dalla macchina degli abbracci di Temple Gradin, ai tablet per la comunicazione aumentativa, alle tante app che continuamente vengono rilasciate per uso specifico degli autistici, provato che luso delle tecnologie sia un ottimo espediente per abilitare lautistico alla sua autonomia. Non a caso nel decalogo del mio progetto ho scritto: Insettopia rappresenta un contenitore permanente per accogliere e lanciare startup di chiunque ci proponga un uso spropositato e folle di ogni supporto che la tecnologia potr metterci a disposizione per rendere migliore la vita degli autistici. A Insettopia cerchiamo, progettiamo, adattiamo e perfino forziamo la destinazione duso primaria di ogni oggetto elettronico, dispositivo informatico, applicazione, meccanismo o protesi emotiva che possa rendere pi agevole la vita dei nostri ragazzi, come pure fornire loro occasioni concrete di sperimentazione per socialit, inserimento professionale, autonomia di vita.

    SM - Sai bene che su questo tema mi inviti a nozze. Ma lo spazio di questa mia rubrica su Logyn, terminato. Ti ricordo per - e lo ricordo anche a chi ci legge - che il 15 ottobre alle 20.30 saremo tutti e due in quel di Pordenone, a Scienzartambiente, per la prima nazionale del tuo nuovo libro Alla fine ci inventeremo qualcosa. Che ne sar di mio figlio quando non sar pi al suo fianco (Mondadori). Se ti va, ricominceremo proprio da dove qui ci siamo interrotti...

    GN - Hai fatto bene a ricordarmelo, ora me lo segno... A presto, ciao!

    SM - Ciao!

  • INNOVATIONTurn information into

    Tornano gli HITACHI INFORMATION FORUM

    MILANO, marted 7 ottobre 2014 | Palazzo Mezzanotte, c/o Borsa Italiana Piazza Affari 6ROMA, gioved 9 ottobre 2014 | Spazio Novecento, c/o Piazza G. Marconi 26/B

    Iscriviti ora mandando una mail a: [email protected]

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    SETTEMBRE 2014

    Ci parli della Sua opera a favore dellinclusione sociale...

    Non voglio ergermi ad esperto, n a studioso. Semplicemente

    se si guarda il mio passaporto ho accumulato molti timbri a

    testimonianza delle numerose esperienze vissute che ho messo

    a disposizione degli altri. Perch ho toccato con mano che nella

    vita sia le esperienze belle che quelle brutte sono importanti se

    si riesce a condividerle con altri. In passato, per via dellet e

    del grande entusiasmo per i successi ottenuti in campo sportivo,

    ero molto pi concentrato su me stesso e davo meno peso a

    certe responsabilit nei confronti della societ. La mia storia personale, che ha portato delle difficolt non previste, e let mi hanno regalato nel tempo una sensibilit maggiore. Oggi cerco di partecipare e di portare il mio contributo, come testimonial, a quelle iniziative o progetti che presentano una certa attenzione al sociale e alla solidariet. Recentemente, tra laltro, ho ricevuto la richiesta di diventare presidente di Fondazione Vodafone: per me unopportunit in pi per essere pi vicino alle persone che hanno difficolt ad avviare progetti per migliorare laccessibilit e linclusione sociale perch mancano di risorse economiche.

    Intervista ad Alex Zanardi

    Alex Zanardi, grande sportivo e grande uomo, con una storia che rappresenta un esempio per molti,

    soprattutto per limpegno a favore dellinclusione sociale delle persone svantaggiate. Recentemente

    nominato presidente di Fondazione Vodafone, da anni testimonial di numerose iniziative di

    promozione sociale. Tra i suoi progetti la costituzione dellassociazione Bimbingamba, in collaborazione

    con R.T.M. (Ortopedia e Centro di Riabilitazione Casalino-Clinica Mobile nel Mondo del Dottor Claudio

    Costa), una onlus che realizza protesi per bambini con danni da amputazioni che non possono

    accedere a questo ausilio per ragioni economiche.

    UNA VITA IN CORSAPER LA SOLIDARIET

    SETTEMBRE 2014

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    Incontri con

    nato a Bologna il 23 ottobre 1966. Dopo aver mosso i primi passi sui kart, approda prima in Formula 3 e poi in Formula 3000. Nel 1996 si trasferisce negli Stati Uniti per correre in Formula Cart, dove vince il titolo per due volte consecutive, nel 1997 e 1998. Il 15 settembre del 2001, nel circuito europeo di Lausitzring, vittima di un grave incidente nel quale perde entrambe le gambe. Dopo una lunga riabilitazione, nel 2005 torna al successo in una gara del Mondiale Turismo (WTCC) e nello stesso anno si aggiudica il Campionato italiano Superturismo. Negli anni seguenti si avvicina allhandbike, partecipando alle Paralimpiadi di Londra 2012 dove conquista la medaglia doro. protagonista di numerose iniziative benefiche ed tra i fondatori dellassociazione Bimbingamba, che si occupa di realizzare protesi per i bambini di tutto il mondo che hanno subito amputazioni e che non possono usufruire dellassistenza sanitaria. Dal 2012 anche conduttore televisivo della trasmissione Sfide, in onda su Raitre. Alex vive a Noventa Padovana (PD), sposato con Daniela ed padre di Niccol.

    Alex ZanardiPilota e sportivo italiano, tra i fondatori della onlus Bimbingamba

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    SETTEMBRE 2014

    Ci racconta il progetto Bimbingamba?

    un progetto a cui tengo particolarmente e che curo con attenzione, nato circa a met degli anni 2000. Bimbingamba parte dallidea di aiutare tutti quei bambini che hanno bisogno di una protesi, ma che non possono permettersela. Protesi grazie alla quale un bambino riesce a riacquistare, al di l della funzionalit tecnica, fiducia e sicurezza in se stesso. Quando ti trovi a trattare con un ragazzino che arriva da te guardando il pavimento, perch lunica forma di difesa che ha sviluppato per sottrarsi allo sguardo altrui, e che, dopo esser stato con te una decina di giorni, ride, scherza, salta, gioca con gli altri bambini guardando le persone negli occhi, una soddisfazione immensa. tanta la gioia che ricevi quanta quella che dai, se non di pi. La difficolt pi grossa quella di far conoscere questo progetto agli stessi bambini e per questo cerchiamo sempre di raggiungerne il pi possibile, attraverso il passaparola o queste interviste.

    Da dove arrivano i bambini con cui lavorate?

    I bambini che aiutiamo provengono da ogni parte del mondo e vengono assistiti durante tutta la loro permanenza in Italia anche dal punto di vista logistico. Spesso hanno perso uno o pi arti per incidenti, malattie o per lesioni provocate da esplosioni o armi da fuoco in zone di guerra. Il nostro aiuto arriva laddove fatica ad arrivare la Sanit: per esempio in molti Paesi la protesi non considerata un salva vita, uno strumento medico indispensabile alla sopravvivenza, e quindi la Sanit pubblica non supporta il suo acquisto per i bambini che ne hanno bisogno. A maggior ragione le protesi sportive. Qui cerchiamo di intervenire noi: perch se vero che una protesi sportiva non ti salva la vita, pu aiutarti ad inserirti meglio nella societ. A che punto siete con il progetto?

    Ad oggi, presso il Centro Ortopedico RTM di Budrio (Bologna), sono stati trattati oltre 100 bambini. Il gruppo operativo (tecnici, fisioterapisti e ortopedici) della onlus lo stesso che mi ha aiutato nella ripresa e riabilitazione a seguito dellincidente. Il progetto speciale perch, se spesso le associazioni umanitarie sono costrette a impiegare gran parte delle risorse a disposizione per mantenere attive le strutture necessarie, per noi avviene il contrario. Innanzitutto perch il costo maggiore di unassociazione come la nostra dovrebbe derivare dal sostentamento di figure specializzate come fisioterapisti e ortopedici, che per in questo caso prestano la loro opera gratuitamente e in questo modo fanno il regalo pi grande ai bambini. Inoltre, negli anni tante persone si sono avvicinate al gruppo e oggi portano il loro sostegno. Addirittura, le persone che hanno protesi diventate inadeguate, regalano le loro

    strutture mettendole a disposizione degli altri. Non avendo competenze tecniche ortopediche, il mio aiuto a Bimbingamba si limita nel promuovere il progetto e nel donare interamente alla onlus i compensi che ricevo come ospite donore in eventi o manifestazioni. Uno dei nostri maggiori problemi infatti raggiungere e informare pi persone possibili bisognose daiuto.

    Lo sport come fattore di inclusione sociale...

    Lo sport rappresenta un terreno fertile capace di trasmettere valori importanti, di aggregare persone e soprattutto di fare inclusione. Con il sacrificio e con limpegno nello sport, se pianti un seme qualcosa cresce. Spero che anche a livello culturale si agisca affinch tutti i ragazzi vengano invogliati a crearsi un progetto sportivo, sostenendoli con strutture e impianti sportivi idonei. Io, grazie a quel Go Kart, sono diventato quello che sono: che non vuol dire in assoluto tanto o poco, ma significa la miglior persona che potessi diventare. Quali le politiche necessarie per favorire linclusione sociale?

    Non parlo da esperto perch non lo sono, piuttosto faccio un discorso di principio: bisogna arrivare a fare sinergia e lavorare con razionalit, cercando di intercettare le reali esigenze delle persone con disabilit. Daltra parte le persone svantaggiate devono far sentire la loro voce, sempre e senza timore, per mettere in moto quel volano grazie al quale tutti quanti si arrivi a capire e a migliorare le situazioni. Bisogna anche cambiare il fattore culturale: la rampa stradale occupata o il marciapiede dissestato non sono i soli problemi per la mancata inclusione. Ma leducazione sociale. Il Paese non meritocratico, e invece bisogna insegnare ai bambini che hanno subito amputazioni a riscoprire i propri talenti e ad investire in essi: non detto che se ne hanno persi alcuni non ne abbiano altri anche migliori di quelli di qualcuno che ha preso il loro posto nellambito professionale o sportivo.

    Lei ha rivoluzionato la sua vita ed diventato il testimonial della lotta per linclusione sociale: quali gli esempi migliori che ha potuto vedere in questi anni?

    Esistono numerose iniziative, pi o meno importanti, spesso legate ad una persona che nella vita ha avuto a che fare con qualche dramma imprevisto. Io apprezzo tantissimo tutti questi progetti ma sarebbe bello se ci fossero pi punti dappoggio istituzionali a dar sostegno a queste iniziative. Ad esempio anche attraverso Fondazione Vodafone sono entrato in contatto con associazioni che realizzano progetti importanti, come Rondine che cerca di aiutare con progetti di formazione quei giovani che non hanno possibilit di studiare correttamente nel loro Paese.

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    Ha mai pensato di entrare in politica per portare avanti la sua opera?

    Ci ho pensato perch successo che me lo abbiano chiesto. Ma non mi interessa: a un medico viene chiesto di fare il giuramento di Ippocrate perch la sua una missione di vita. Anche per un politico dovrebbe essere cos, quando in realt in Parlamento ci sono diverse persone che dimostrano di essere l solo per se stessi. Io, quindi, dico di no, non perch ho il timore di cadere in quella tentazione, ma perch non credo di avere preparazione necessaria ad assolvere un compito cos importante. Per fortuna ci sono anche buoni esempi. Anzi, vorrei vivere in un Paese in cui ogni giorno esiste lesaltazione di colui che realmente preparato ed motivato a mettere linteresse del Bene Comune davanti al proprio affinch vengano promossi certi valori fondamentali.

    Molti la ammirano e la considerano come un esempio di vita: ha un motto particolare o un consiglio da regalare?

    Consigli non ne ho perch non sono nessuno per salire in cattedra, posso solo testimoniare che nella vita ogni esperienza pu essere trasformata in un fattore positivo di crescita e trasformazione personale. Eppure la fortuna non sempre entra dalla finestra, bisogna comunque lavorare e impegnarsi nelle proprie possibilit.

    incontri con

    Bimbingamba realizza protesi per i bambini che hanno subito amputazioni e che non possono usufruire dellassistenza sanitaria. Sono bambini che provengono da ogni parte del mondo e hanno perso uno o pi arti per incidenti, malattie o per lesioni provocate da esplosioni o armi da fuoco in zone di guerra. LAssociazione Alex Zanardi Bimbingamba Onlus opera grazie a R.T.M. Ortopedia e Centro di Riabilitazione Casalino con la collaborazione di Clinica Mobile nel Mondo del Dottor Claudio Costa, Claudio Panizzi fisioterapista e Studio Ferri & Associati di Bologna. I bambini vengono assistiti durante tutta la loro permanenza in Italia anche dal punto di vista logistico. LAssociazione inoltre sta lavorando attivamente al progetto BIMBINGAMBA - Sport per avviare alla pratica dellhandbike i bambini amputati o con lesioni spinali.

    BIMBINGAMBA

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    Per informazioni: http://www.bimbingamba.com/Associazione Alex Zanardi Bimbingamba OnlusVia Guizzardi, 66 40054 Budrio (BO)

    [email protected]

    tel. +39 051 6920076

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    SETTEMBRE 2014SETTEMBRE 2014

    Fondazione Veronesi fin dal suo nascere ha perseguito un unico obiettivo: promuovere il progresso delle scienze, risorsa per il benessere del singolo e per la crescita etica, civile e sociale della collettivit. La scienza deve sempre agire per e con lessere umano - dichiara il fondatore Umberto Veronesi - e questo significa rispetto della centralit della persona, ricerca di soluzioni e strategie che possano migliorare la qualit della vita, offrendo nuove speranze per il presente e per le generazioni future. Cuore dellimpegno della Fondazione una ricerca scientifica senza confini e barriere, che investe sul talento dei giovani provenienti da ogni Paese, impegnati a dare risposta ai nuovi richiami della scienza con programmi di ricerca innovativi

    e di alto profilo, prevalentemente dedicati alla prevenzione e diagnosi delle malattie oncologiche e dellera moderna, alla scoperta di strategie di cura sempre pi efficaci sfruttando metodiche allavanguardia e conoscenze sempre pi raffinate a benefico dellintera collettivit.

    Perch nasce la Fondazione?

    La Fondazione Umberto Veronesi nasce nel 2003 allo scopo di sostenere la ricerca scientifica, attraverso lerogazione di borse di ricerca per medici e ricercatori e il sostegno a progetti di altissimo profilo. Ne sono promotori scienziati (tra i quali ben 11 premi Nobel che ne costituiscono il Comitato donore) il

    LA SCIENZA A DISPOSIZIONE DEL PROGRESSO SOCIALEIntervista a Paolo Veronesi

    Figlio di Umberto, Paolo Veronesi medico e ricercatore illustre nel panorama internazionale.

    Attualmente ricopre la carica di presidente dellomonima Fondazione che promuove la ricerca.

    Giovane, tenace e dinamica, la Fondazione Veronesi dal 2003 ad oggi ha spinto i propri interessi oltre

    gli stretti confini di un laboratorio di ricerca, promuovendo il ruolo sociale e formativo della scienza.

    FONDAZIONE VERONESI

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    Incontri con

    cui operato riconosciuto a livello internazionale. Al contempo la Fondazione attiva anche nellambito della divulgazione scientifica, affinch i risultati e le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Un progetto ambizioso che, per raggiungere il suo obiettivo, agisce in sinergia con il mondo della scuola, con le realt - sia pubbliche che private - nel campo della ricerca e con il mondo dellinformazione.

    I principi che la ispirano?

    Progettualit e concretezza, passione ed impegno costante: queste le parole dordine che da sempre rappresentano la natura e la vocazione del nostro impegno. Concetti che costituiscono lidentit stessa della Fondazione, grazie ai quali pu contribuire a produrre un bene pi alto, la salute ed il benessere per gli altri.

    Quali le politiche necessarie per cambiare la cultura sociale del Paese?

    Fondazione Veronesi da sempre per il progresso della scienza. Progresso che pu essere tale se sostenuto da una solida cultura scientifica del Paese. Per fare ci fondamentale la corretta divulgazione scientifica, soprattutto tra le nuove generazioni. Ritengo che sia doveroso procedere con la corretta

    Laureato in Medicina e Chirurgia presso lUniversit degli Studi di Milano nel 1986, Paolo Veronesi si specializzato in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva nel 1991 e in Chirurgia Generale nel 1996 nella stessa Universit. Professore a contratto dal 1994 al 1997 presso la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale dellUniversit degli Studi di Perugia, attualmente Direttore dellUnit di Chirurgia Senologica Integrata dellIstituto Europeo di Oncologia e Professore Associato in Chirurgia Generale presso lUniversit degli Studi di Milano. Ha collaborato al perfezionamento delle tecniche di chirurgia conservativa del carcinoma mammario e, pi recentemente, allo sviluppo della tecnica del linfonodo sentinella e della radioterapia intraoperatoria quale complemento della chirurgia conservativa. Membro del Consiglio Direttivo della Societ Italiana di Chirurgia Oncologica (SICO) stato relatore invitato ad oltre 150 congressi nazionali ed internazionali. Docente presso i Master di Senologia dellUniversit di Milano e di Siena, autore di oltre 140 pubblicazioni scientifiche oltre a 22 capitoli di libri.

    Paolo VeronesiPresidente Fondazione Umberto Veronesi

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    SETTEMBRE 2014

    informazione soprattutto nei ragazzi che rappresentano il nostro futuro. Persone informate capaci di prendere scelte dettate non dalla paura ma dalla razionalit e dalla conoscenza sullagricoltura biologica, sulle energie alternative, etc. Quello che possiamo fare pertanto sfruttare proprio linnovazione tecnologica per impattare di meno e fare quel salto al di la del burrone che si sta prospettando.

    Ci parli di qualche progetto in particolare che promuove la Fondazione...

    Sono molte le ricerche che Fondazione ha sostenuto dalla sua nascita, per la precisione 733 e 82 progetti. Si tratta di ricerche autorevoli e di alto profilo, tutte mirano a scoperte che possano migliorare le cure e quindi la vita delle persone. Ad esempio con lavvicinarsi del mese di ottobre, mondialmente dedicato alla prevenzione del tumore al seno, la Fondazione ha creato il progetto Pink is Good al fine di sostenere ricercatori che si occupano di ricerca per combattere questo tipo di tumore e di informare le donne circa gli screening da effettuare.Una delle ricerche sostenute questanno del Dott. Alessio Molfino, che mira a valutare leffetto dellacido docosaesaenoico (DHA) sullindice di omega-3 in pazienti con cancro al seno. da tempo nota la relazione tra dieta, sovrappeso e rischio di neoplasia mammaria e sua recidiva. In particolare, diete a elevato contenuto di acidi grassi della serie omega-6 e carenti in acidi grassi della serie omega-3 favoriscono un aumento del rischio di sviluppare carcinoma mammario. Gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, in particolare lacido docosaesaenoico (DHA), sono in grado di migliorare lefficacia della chemio e radio-terapia in pazienti con carcinoma mammario, sensibilizzando solo le cellule tumorali, e non i tessuti sani, allazione delle terapie, riducendo cos gli effetti collaterali. Lo scopo della ricerca del Dott. Molfino

    valutare la capacit delle cellule di pazienti con carcinoma mammario a incorporare lacido docosaesaenoico, valutare se ci sono differenze tra pazienti oncologiche e donne sane e se lincorporazione di acido docosaesaenoico ridotto in pazienti con famiglie ad alto rischio di carcinoma mammario rispetto, ad esempio, a pazienti che non hanno una storia familiare di tumori al seno. I risultati della ricerca saranno preziosi per stabilire come cambiano i valori di omega-3 nelle pazienti con carcinoma mammario, quali sono i valori ottimali da mantenere e come integrare grassi omega-3 nelle diete delle pazienti con un basso indice per migliorare la diagnosi e il risultato clinico delle terapie.

    Qual la situazione della ricerca in Italia?

    La situazione, eccetto rare eccezioni, non poi cos rosea. Il problema della ricerca italiana risiede prima di tutto nella cronica mancanza di finanziamenti adeguati: lo Stato Italiano destina alla ricerca scientifica in generale solo l1% del suo PIL, rispetto al 3% di molti altri Paesi a noi vicini. Si tratta di finanziamenti scarsissimi e insufficienti per sviluppare la nostra grande capacit di innovazione e per attirare e trattenere i giovani che sono la nostra vera ricchezza. La scienza procede per piccoli passi. Manca una visione a lungo termine. questo il vero freno.

    Quali sono gli obiettivi futuri della Fondazione?

    Per portare avanti i propri obiettivi su tutto il territorio, la Fondazione Umberto Veronesi si posta lambizioso obiettivo di costituire delle delegazioni in tutti i principali centri italiani. Le delegazioni hanno il compito di diffondere i valori della Fondazione a livello locale, organizzando iniziative di divulgazione, eventi e campagne di sensibilizzazione, e impegnandosi a raccogliere fondi per il sostegno della ricerca scientifica.

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    incontri conincontri conLA SCIENZA PER LA PACE

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    Un grande progetto, quello di Science for Peace che ha come obiettivo mettere al servizio della pace la scienza e i metodi scientifici. Il progetto, di fatto, desidera celebrare il vero scopo della scienza, ovvero il progresso della civilt. Un grande movimento pronto ad agire. Il mondo scientifico internazionale, insieme a personalit rilevanti e significative della cultura, della filosofia, della letteratura, dellarte, di religioni e della societ hanno accettato linvito di Umberto Veronesi a diventare parte attiva del movimento Science for Peace.

    Scrivono i suoi fondatori, il professore Umberto Veronesi e Kathleen Kennedy Townsend, I progressi scientifici ottenuti nei campi del DNA e delle biotecnologie, in medicina e nello sviluppo energetico ci danno speranza per delle soluzioni pacifiche alle nostre sfide pi impegnative. Dove esiste la fame, la scienza pu creare nuove culture, dove esiste la siccit la scienza pu portare lacqua, dove esiste la malattia la scienza pu sviluppare nuovi medicinali e tecnologie e dove esiste lignoranza la scienza pu sviluppare nuovi metodi di insegnamento. Chiediamo ai leader dei paesi di tutto il mondo di investire non nella politica della guerra ma nella scienza della pace. Science for Peace chiede il dialogo dove ci sono i conflitti tra paesi, culture, gruppi etnici e religiosi. Una delle nostre massime priorit quella di insegnare nelle scuole come risolvere le discussioni in modo tale che gli alunni possano imparare a sviluppare la cultura della non-violenza e a risolvere le proprie divergenze pacificamente. La libert, luguaglianza e il benessere delle famiglie vengono attuate al meglio in ambienti in cui prospera la pace. I tempi sono maturi perch il mondo dia la massima priorit a chi si impegna per la pace - lunica condizione possibile per lo sviluppo dei nostri migliori ideali. Chiedere al mondo la pace e agire per la pace non unutopia; si tratta di speranza, impegno civile e fiducia nel futuro. Nelle parole di John Fitzgerald Kennedy: Lumanit dovr porre fine alle guerre, o saranno le guerre a porre fine allumanit. E lumanit vuole la pace non solo per sopravvivere ma anche per progredire.

    Professor Veronesi, perch ha deciso di impegnarsi per la pace nel mondo?

    Sono un uomo che vive nel mondo della scienza che ha un linguaggio scientifico universale che un linguaggio di pace. Quindi sarebbe giusto che gli scienziati si mobilitassero concretamente per raggiungere un obiettivo comune che quello della pace. Sono un medico e come tale combatto il dolore e la sofferenza: anche la guerra porta dolore e sofferenza.

    Quali sono gli obiettivi di Science for Peace?

    Gli obiettivi sono ambiziosi: vorremmo raggiungere il disarmo nel mondo, vorremmo raggiungere una certa condizione di eguaglianza e giustizia sociale nel mondo, e che si tolgano alla radice le cause di guerra. Per questo ci piacerebbe avere una grande adesione popolare, cercando di allargare il pi possibile il consenso.

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    EMERGENCY: INTERVENTO UMANITARIO IN ITALIA

    Emergency, organizzazione umanitaria indipendente fondata in Italia 20 anni fa e attiva nel mondo

    in zone colpite da guerra e povert, ha iniziato da alcuni anni ad operare a livello nazionale con il

    Programma Italia, indirizzato alle vittime della crisi economica. Mentre il fondatore dellassociazione,

    Gino Strada, commenta il problema della Sanit in Italia, il responsabile del progetto italiano, Andrea

    Belardinelli ci racconta nello specifico della nuova iniziativa sul suolo nazionale.

    Le nuove povert da tutelare, anche nella Sanit

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    Ci ricorda Belardinelli che Emergency unassociazione italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualit alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povert. I nostri obiettivi sono offrire cure gratuite e di alta qualit a chi ne ha bisogno e promuovere valori di pace e di solidariet.

    Negli anni lassociazione cresciuta notevolmente sia come struttura che come attivit. Come opera e a quali partner si appoggia? I progetti di Emergency sono di lungo periodo: offrire cure, ma anche costruire strutture che rimangano e formare il personale locale. Per questo, lavoriamo sempre cercando il confronto e la collaborazione con le istituzioni come il Ministero della Sanit dei paesi in cui operiamo e, in Italia, gli assessorati alla salute regionali, i comuni, le provincie e le associazioni presenti sul territorio. Limpegno umanitario di Emergency possibile grazie al contributo di migliaia di volontari e di sostenitori.

    Emergency ha unassemblea di soci che esprime un direttivo che a sua volta esprime un esecutivo, in Italia la struttura ha due rami principali, uno impegnato direttamente sui programmi umanitari e uno che si occupa di sviluppare la conoscenza di Emergency e la raccolta fondi.

    Ed entrando nello specifico per quanto riguarda il Programma Italia, tutti i suoi operatori sono organizzati in capo a progetti che hanno a loro volta a capo un coordinatore che fa riferimento allufficio umanitario.

    E alla domanda se lattivit resta fedele al dettato della Costituzione italiana in fatto di cure gratuite agli indigenti, pensando anche alla Sanit italiana, Andrea Belardinelli commenta che la domanda andrebbe girata al Ministero della Sanit e alle Istituzioni preposte. Noi purtroppo stiamo notando un aumento delle persone italiane in cerca di cure, in particolare negli ultimi due anni, lo conferma anche il Censis nella sua indagine del 2012 dove si segnalano 9 milioni di italiani che non riescono a pagarsi le cure mediche. Va detto anche che lassistenza sanitaria in Italia varia da regione a regione, sia in termini di qualit delle prestazioni che di partecipazione alla spesa a carico dei pazienti.

    Parlando del Programma Italia, quando, come e quali iniziative sono nate allinterno di Emergency e quali sono i caratteri salienti del Programma? Il Programma Italia per noi e per me in particolare una iniziativa molto importante. Abbiamo una serie di poliambulatori a Marghera, a Palermo e a Polistena. Abbiamo una serie di ambulatori mobili. A Siracusa offriamo anche

    Incontri con

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    assistenza sanitaria per i migranti. Quando arriviamo in un luogo facciamo rete per informarci al meglio sulla realt locale. Poi cerchiamo di fare da antenne informando le istituzioni sui bisogni e cercando di orientare al meglio chi cerca le cure.

    Numerose sono le persone che si sono rivolte allassociazione dallapertura del programma a testimonianza della bont e dellutilit delliniziativa: dal 2006 ad oggi abbiamo offerto

    160.000 prestazioni. Le problematiche sono varie, vanno dalla sanit di base, soprattutto per gli stranieri, alle visite specialistiche e a prestazioni come lodontoiatria dove riscontriamo il maggior numero di italiani. Lavoriamo anche per orientare i pazienti e accompagnarli ai servizi del Servizio Sanitario Nazionale, perch a volte i servizi esistono, ma non sono accessibili per varie ragioni a chi ne ha bisogno.

    Quali sono le spese per sostenere il Programma Italia e come viene finanziato? Il Programma Italia nel 2013 costato circa 1 milione e 600 mila euro. Il programma stato finanziato soprattutto attraverso il contributo di privati cittadini - anche grazie alla campagna sms La salute un diritto di tutti - aziende e anche con il contributo del Fondo Fei (Fondo europeo per lintegrazione) per lintegrazione della Comunit europea. Oltre l80% dei fondi raccolti da Emergency proviene da cittadini privati, aziende e fondazioni. Il restante 20% proviene da enti internazionali e dai governi dei Paesi dove lavoriamo. Emergency impiega oltre il 90% dei fondi raccolti per realizzare i propri scopi statutari: offrire cure gratuite a chi ne ha bisogno e promuovere una cultura della pace.

    La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivit e garantisce cure gratuite agli indigenti, recita l'articolo 32 della nostra Costituzione. Stando all'ultimo report dell'Istat sono 8 milioni i poveri in Italia, pari al 13,6 per cento della popolazione residente, con un tasso di inattivit del 37 per cento.Ci sono nuove povert a causa della crisi economica, ma anche difficolt di accesso ai servizi, ticket sanitari aumentati, tagli impressionanti.

    Gino Strada, dell'organizzazione, ci tiene a ricordare che Ormai 9 milioni di italiani non riescono pi a curarsi come dovrebbero

    perch non ce la fanno economicamente, questa una tragedia di proporzioni enormi.

    Inoltre, il fondatore di Emergency ha ribadito spesso - e non a caso anche nella conferenza La medicina in guerra allUniversit Statale di Milano - che in questo periodo si assiste ad una vera e propria guerra ai poveri, scontro nel quale, nonostante le vittime molto spesso coesistano allinterno della nostra quotidianit, diventa sempre pi difficile negare il fatto che ci che una volta era considerato un diritto (Art. 32 della Costituzione italiana), ai giorni nostri diventa un privilegio.

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    informazione pubblicitaria

    Specializzazione e internazionalizzazione per una realt oltre lagenzia per il lavoro

    Quanta Italia una realt specializzata nel campo delle risorse umane, della formazione e degli eventi.

    Nata nel 1998, si sviluppa negli anni fino ad essere oggi presente in 6 diversi paesi. Tra le prime a ricevere lautorizzazione ministeriale necessaria, Quanta Italia presente su tutto il territorio nazionale con oltre 30 filiali e uffici e 2 headquartes, a Milano e a Roma. La societ supera lordinario concetto di agenzia per il lavoro, proponendosi come realt di servizi specialistici e annoverando, oltre alla ricerca e selezione del personale, attivit di staff leasing, payroll, distacco internazionale, ma soprattutto outplacement e formazione. Per assistere lazienda nella gestione del personale in tutte le fasi del suo ciclo di vita.

    Elena Capitini, con lei nata la filiale trevigiana e oggi la sua attivit consulenziale si estende su tutto il territorio nazionale: cosa distingue lapproccio di Quanta nel mercato delle agenzie per il lavoro?

    La nostra societ si caratterizza per offrire servizi specializzati e complessi ma due tra tutti sono gli aspetti distintivi del nostro approccio: linternalizzazione, avviata alcuni anni fa, che ci permette di affiancare aziende che hanno delocalizzato, che hanno sedi e mercati esteri, che in termini di ricerca vogliono poter accedere ad un bacino globale; e la specializzazione, ossia la creazione di divisioni tematiche con personale altamente qualificato che ci permette di dare un servizio specifico ai settori Aerospaziale, Agricoltura, Sistema Moda, ICT, Energie, Pubblica Amministrazione.

    Perch ritene la specializzazione una soluzione vincente nel mercato attuale?

    Le imprese devono gareggiare in un mercato internazionale sempre pi competitivo. Per questo le loro richieste, in termini di ricerca e selezione, si sono innalzate e hanno obiettivi sempre pi mirati. Noi mettiamo a loro disposizione operatori HR che sono stati formati e hanno competenze tecniche per poter gestire selezioni che richiedono una particolare attenzione: mi vengono in mente le esigenze del settore Aerospaziale per la ricerca di profili per la lavorazione di materiali compositi e di fibre in carbonio, per i quali oltre a guardare al mercato estero,

    abbiamo fondato una scuola Quanta di Alta Specializzazione dedicata alla formazione di queste ricercatissime figure professionali.

    Come la situazione nel mercato ICT?Il mondo dellICT molto ampio ed estremamente dinamico (ne parliamo il 15 ottobre nella nostra sede di Milano in un evento dal titolo ICT: nulla sar pi come prima). E soffre di unanomalia tutta italiana per presenza di formule contrattuali discutibili. La nostra proposta, ai fini di generare un beneficio per i candidati e per le stesse imprese, quella di un flessibilit normata, ossia offriamo soluzioni di inserimento vantaggiose per le aziende ma allinterno di un quadro consono e inattaccabile dal punto di vista legale e reputazionale.

    Quali sono le figure pi ricercate?Si tratta preferibilmente di figure di taglio tecnico legate al mondo del software e alle grandi tematiche dellICT di oggi: ERP, cloud computing, virtualizzazione, mobile application. In particolare sempre pi ricercati sono i progettisti del software.

    Come nasce e si sviluppa la collaborazione con Gruppo Eurosystem Sistemarca?La collaborazione nasce circa sette anni fa e da allora possiamo dire di aver seguito lazienda in tutte le sue fasi evolutive. Ci che la caratterizza maggiormente la capacit di guardare al futuro e fare progetti, in questottica Gruppo Eurosystem Sistemarca ha pi volte richiesto la nostra consulenza per la ricerca di personale marketing, commerciale, e tecnico. Il successo pi grande costruito con questa realt quello di vedere oggi stabilmente inserite risorse individuate con il nostro supporto diversi anni fa e passate da iniziali contratti a carattere temporaneo a forme stabili di collaborazione.

    Elena Capitini, National Key Account Manager, premiata per i suoi 15 anni in Quanta Italia da Illo e Umberto Quintavalle, rispettivamente Vicepresidente e Presidente del Gruppo.

    Per maggiori informazioni visita il sitohttps://www.quanta.com/it/

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    FERALPI:IMPRESA OLTRE IL BUSINESS CON UN BILANCIO RESPONSABILE Intervista al Gruppo siderurgico Feralpi

    Il Gruppo Feralpi, impresa bresciana fondata nel 68, tra i leader sul mercato europeo nella

    produzione di tondo per cemento armato in barre e in rotoli, vergella, rete elettrosaldata e altri derivati.

    Ma soprattutto una realt siderurgica italiana con giudizio A+ del Global Report nel biennio 2009-

    2010 per gli investimenti compiuti nellefficientamento degli impianti e per quelli nella sicurezza

    dellambiente. A raccontarcela Isabella Manfredi, CSR Manager del Gruppo.

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    incontri conCosa significa oggigiorno, per unazienda, la Responsabilit Sociale dImpresa?

    Si tratta, innanzitutto, di una cultura acquisita a beneficio dellimpresa e della Comunit in cui inserita. Nel nostro caso parliamo di un percorso formativo nato nel 2004, ma che ha radici nel DNA della famiglia titolare. Nel 2005, infatti, entrato formalmente nella nostra compagine la figura del CSR (Corporate Social Responsability) manager, che ci aveva accompagnato in precedenza nelliter formativo e che ha portato nello stesso anno la prima rendicontazione ufficiale di sostenibilit per il triennio 2002-2004. Da allora stato formalizzato un piano sistematico di CSR con molteplici azioni e progetti rivolti ai nostri stakeholder, a partire dai dipendenti e dalla Comunit territoriale. La CSR comunque si lega intimamente allidentit e alla visione dellimpresa, il cui fondatore aveva come motto produrre e crescere nel rispetto delluomo. Da questo punto di vista Gruppo Feralpi stato tra i precursori nelladozione di una politica di CSR, rendicontata da ormai dieci anni con cinque Bilanci di Sostenibilit. Ci tengo a sottolineare che limpresa una family company, ed ha sempre agito in favore del bene comune senza propagandare. Ad oggi importanti sono gli investimenti fatti sul territorio, soprattutto per iniziative dedicate ai giovani. E nonostante i pesanti effetti della difficile congiuntura sui conti aziendali la strategia non cambiata, puntando su quei valori - il benessere dei dipendenti e della Comunit, linnovazione tecnologica, lefficientamento degli impianti in favore dellimpatto ambientale - che diventano fattore competitivo di lungo periodo.

    CSR per favorire linclusione sociale: quanto pu pesare loperato sociale di unimpresa sul rapporto con il consumatore?

    La politica che il Gruppo Feralpi ha sempre promosso mira a favorire larmonia fra gli individui, il benessere economico, linnovazione tecnologica e lambiente. In particolare lattenzione sempre stata rivolta allinterscambio con il territorio, che il Gruppo persegue come asset di sviluppo. Infatti, abbiamo costruito e sviluppato negli anni un canale di dialogo e trasparenza nei confronti della Comunit di riferimento, coinvolgendola e rendendola consapevole rispetto alle attivit che facciamo. Inoltre, da sempre lazienda sta a fianco delle tante realt no profit e fondazioni presenti, cos da sviluppare una sinergia di intenti a favore della diffusione della cultura, del rispetto per lambiente, della socialit e della solidariet. E i benefici sono per tutti!

    Limpresa sempre pi col piede saldo sul territorio di appartenenza, ma con lo sguardo rivolto lontano oltre confine...

    Il rapporto con il territorio buono e duraturo. Nel 2008 abbiamo celebrato i 40 anni della fondazione organizzando lopen day Benvenuti in fabbrica. Hanno partecipato 8mila persone prendendo parte a visite guidate ed eventi collaterali (concerti, spettacoli e mostre): di fatto, un villaggio di attivit creato assieme alle associazioni partner dellazienda. La relazione creata, seria e trasparente, va al di l degli eventi congiunturali economici occorsi negli ultimi anni. Eppure, c voluto tempo per concretizzare il legame: questa cultura ha attecchito pian pianino.

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    Ci parli dei progetti in atto, come Verso Zero Infortuni: quando nato? Che risultati ha portato?

    Nel 2012 le denunce allInail per infortuni e morti sul lavoro sono state 654mila. In quellanno nato il progetto Verso Zero Infortuni, testato inizialmente per un anno nelle Acciaierie di Calvisano e poi riproposto per lanno successivo in Feralpi Siderurgica, entrambe aziende del Gruppo. Ora siamo in una fase di mantenimento. I risultati: dopo lattivazione del progetto stata registrata una minore incidenza degli infortuni, sia per quanto riguarda la frequenza che la gravit. Questi dati ci hanno resi ottimisti sul progetto, che tra laltro ha vinto il Sodalitas Social Award nella Categoria Valorizzazione della Persona e protezione del Lavoro. Di fatto il progetto nato per minimizzare il rischio di infortuni allinterno dellacciaieria e stimolare il senso di responsabilit di ciascun dipendente, riportandolo a una dimensione di team, dove ognuno si fa carico anche della sicurezza altrui. stata introdotta la figura interna del Safety Tutor, eletto direttamente dai dipendenti, il quale affianca il responsabile del reparto incentivando la cultura della sicurezza e favorendo la diffusione e trasversalit della conoscenza. I 13 Safety Tutor presenti attualmente dal luned alla domenica su ogni turno di lavoro sono affiancati

    dalla figura dellAnimatore, che facilita le attivit non solo durante la formazione in aula ma soprattutto durante le fasi di organizzazione e realizzazione, combattendo lo scetticismo o la scarsa propensione al cambiamento. Grazie al coinvolgimento e alla soddisfazione dei lavoratori lazienda ha rilevato un radicale calo del numero di infortuni: da 7 nel 2010 a 6 nel 2011, a 1 nel 2012.

    Chi sono i beneficiari del progetto?

    Innanzitutto i dipendenti di Acciaierie di Calvisano. Il processo ha coinvolto tutti i 122 dipendenti, o durante il contratto di solidariet o in orario extra lavorativo. Ma il progetto potrebbe avere ricadute positive anche su altre aziende simili, ampliando cos il suo raggio di azione sul territorio.

    Esistono altri progetti di CSR?

    Il progetto WHP, sviluppato nellambito dellEuropean Network for Workplace Health Promotion, la Rete Europea per la Promozione della Salute nei luoghi di lavoro. Liniziativa propone, attraverso la collaborazione tra aziende e Asl territoriali, lo sviluppo di attivit che possano incidere sul miglioramento delle condizioni di salute della popolazione lavorativa. Lobiettivo quello di creare una rete di aziende lombarde che si impegnino in progetti di promozione della salute. Tutte le aziende del Gruppo Feralpi hanno aderito alla rete regionale: Rete WHP Lombardia. Il progetto promuove una corretta alimentazione, il contrasto al fumo di tabacco, allalcol e alle sostanze, lattivit fisica, la sicurezza stradale e mobilit sostenibile, infine la promozione del benessere personale e sociale.

    Come sta andando il vostro settore in questo particolare periodo storico?

    Il comparto siderurgico sta attraversando anni di profonda trasformazione per un generalizzato calo della domanda innescato dalla crisi globale. In Italia, nel 2013 la produzione calata dell11,6% a 24 milioni di tonnellate (dati Federacciai). Per Feralpi, il 2013 ha visto un mercato nazionale stagnante. Tuttavia, il livello complessivo di produttivit stato mantenuto su quantitativi ottimali grazie tanto al trend positivo delle esportazioni, soprattutto in Nord Africa, quanto ai risultati della controllata tedesca Feralpi Stahl che si conferma di rilevanza strategica per il posizionamento di mercato. Inoltre, la volont di investire per intercettare la domanda estera testimoniata anche dalla nascita di Feralpi Algrie.

  • GUARDATE PURE LONTANONOI LO RENDEREMO VICINO

    La volont di superare sempre nuovi confini, sia geografici che professionali, la vera forza del gruppo Cesped.

    In questi 30 anni e pi di presenza sul mercato, abbiamo consolidato unesperienza su tutte le attivit che compongono la filiera del trasporto, collocandoci, per valore aggiunto, tra le prime 10 aziende private italiane del settore.

    Ci che ci contraddistingue linnata capacit decisionale intervenendo con immediatezza in ambito organizzativo, innovativo e produttivo. Un team di professionisti esperti e fortemente motivati che, coadiuvato dalle pi avanzate tecnologie, pronto ad offrire alla clientela risposte tempestive ed assistenza costante per ogni problema di trasporto, spedizione, logistica e operazioni doganali.

    www.cesped.it

    S P E D I Z I O N I I N T E R N A Z I O N A L I

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    SETTEMBRE 2014

    CANNAMELA: SEMINIAMO PER LO SVILUPPO AGRICOLO SOSTENIBILELazienda di Predosa racconta il suo impegno sociale per lAfrica

    Ogni prodotto racconta una storia e una filosofia che esprimono le scelte che lazienda prende nei

    confronti del consumatore e non solo. Come strutturare i processi produttivi, con quale impatto

    sullambiente, come innovare e a quali costi. Tutto questo Cannamela, azienda che da quasi 60 anni

    opera nel mercato delle spezie e delle erbe aromatiche, lo fa con un approccio compatibile alla tutela

    dellambiente e delle persone con cui opera. E per questo si aggiudicata con il progetto Seminiamo

    per lAfrica lEthic Award 2012-2013.

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    Responsabilit Sociale dImpresa per Cannamela equivale a...

    Rispetto, protezione dellambiente e miglioramento continuo: queste sono le priorit per la direzione e per tutto il nostro personale nellambito di unagire imprenditoriale responsabile. Cannamela, infatti, come azienda riconosce la necessit di adottare e mantenere un Sistema di Gestione Ambientale quale codice metodologico per guidare e controllare i propri aspetti ambientali, impegnandosi ad assicurare la conformit alle leggi vigenti e a garantire il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali attraverso specifici programmi per la riduzione degli impatti e per un utilizzo ottimale delle risorse.

    Tutto questo come influisce sul rapporto azienda-consumatore?

    Ritenendo che lo sviluppo delle nostre attivit debba essere sostenibile e compatibile con lambiente che le ospita, durante il loro svolgimento ogni giorno ci impegnamo a valutare in modo costante e appropriato gli aspetti ambientali associati ai nostri processi produttivi; mantenere la conformit con tutte le leggi, i regolamenti vigenti e gli altri requisiti sottoscritti dallorganizzazione attinenti ai suoi aspetti ambientali diretti ed indiretti; perseguire il miglioramento continuo teso alla riduzione delle incidenze ambientali ad un livello corrispondente allapplicazione economicamente praticabile della migliore tecnologia disponibile.

    Concretamente, quindi, lazienda cosa fa per lambiente e la Comunit circostante?

    Dopo aver condotto unapprofondita analisi ambientale iniziale delle attivit produttive svolte, abbiamo individuato delle aree prioritarie di intervento e ci siamo posti come obiettivi quelli di ricercare le misure necessarie per contenere i consumi energetici, nonch prevenire la produzione di emissioni inquinanti, attraverso lutilizzo di risorse rinnovabili; gestire in maniera efficace ed efficiente i rifiuti prodotti con riferimento a tutte le fasi di produzione privilegiando, ove possibile, il riutilizzo, il riciclo ed il recupero; mettere in atto tutte le possibili forme di riduzione dei rischi ambientali attraverso sistemi di monitoraggio e controllo, adeguata organizzazione di risposta agli eventi, formazione accurata del personale; coinvolgere tutte le parti interessate (es. clienti, fornitori, autorit competenti, ecc..) per migliorare, dove possibile, la gestione ambientale.

    Ci parli del Progetto Seminiamo per lAfrica: quando nato? Con che obiettivi?

    Nato nel 2011, Seminiamo per lAfrica un progetto triennale

    di sviluppo agricolo sostenibile destinato alle popolazioni di una delle zone pi povere del Kenya. Prime beneficiarie del progetto sono state 45 cooperative di auto sviluppo composte ciascuna da 25 membri con le loro famiglie (in totale 10.000 persone). Dopo 3 anni di attivit il progetto stato completato con successo: i gruppi coinvolti hanno ricevuto il know how necessario per continuare le attivit agricole con le proprie forze. Nellambito del progetto sono stati completati con successo anche due progetti speciali: la costruzione di un bacino idrico essenziale per lo sviluppo delle attivit di orticoltura e la costruzione della casa del miele, una struttura dove gli apicoltori possono conferire il loro prodotto per la lavorazione. Il progetto, che si aggiudicato lEthic Award 2012-2013, stato sviluppato insieme a CEFA Onlus, unorganizzazione impegnata da pi di 40 anni per vincere fame e povert attraverso programmi di sviluppo sostenibile delle zone rurali.

    Essere sostenibile: una moda o una cultura che sta prendendo radici?

    Come azienda leader italiana del mercato delle spezie, Cannamela lavora da sempre in tutto il mondo collaborando con tante piccole e medie realt agricole per un progetto condiviso di sviluppo sostenibile, nel rispetto delluomo e dellambiente in cui vive. la nostra filosofia, ed ispirandoci ad essa acquistiamo direttamente allorigine le materie prime e le selezioniamo con attenzione e competenza unica, mantenendo alta la qualit dei prodotti.

    Il progetto Seminiamo per lAfrica continuer?

    Nel 2014 Seminiamo per lAfrica continua con un nuovo grande progetto che ci porta in Sud Sudan, con lobiettivo di ridurre linsicurezza alimentare e migliorare le condizioni igienico-sanitarie di tre contee dello stato dei laghi: Rumbek Central, Rumbek East e Cueibet. I beneficiari del progetto verranno coinvolti in due attivit: la formazione agricola e la realizzazione di orti scolastici. La formazione in campo agricolo migliorer le loro competenze tecniche in agricoltura e incrementer le produzioni locali sia in termini di qualit che di quantit. La realizzazione di orti scolastici porr invece particolare attenzione agli studenti. I ragazzi seguiranno un percorso formativo multidisciplinare e grazie allinsegnamento sul campo apprenderanno le principali tecniche agronomiche. A beneficiare direttamente del progetto prendendo parte alle attivit saranno circa 1.000 persone.

    incontri con

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    I benefici si estenderanno anche a parenti, familiari per un totale di circa 5.000 persone. Le scuole inizialmente coinvolte saranno 3, per un totale di oltre 300 studenti. Anche per il progetto Sud Sudan Cannamela sostiene il progetto insieme al CEFA. Per saperne di pi sui risultati ottenuti fino ad oggi e sul nuovo progetto possibile consultare il sito www.seminiamoperlafrica.it.

    Come sta andando il mercato delle spezie in questo periodo storico?

    Nel 2014 il mercato delle spezie e delle erbe aromatiche sta confermando landamento positivo gi registrato nel 2013. Si tratta di un trend positivo destinato a consolidarsi nel tempo perch il consumatore italiano sta colmando, seppur progressivamente, lo storico gap con quello europeo in termini di consumo di spezie. A favorire questo trend, oltre al maggiore interesse per la ricettazione, ha contribuito anche la maggiore attenzione dei consumatori verso unalimentazione pi sana: spezie ed erbe aromatiche vengono oggi utilizzate, anche su consiglio di dietologi e nutrizionisti, in sostituzione del sale per dare sapore ai cibi in modo pi salutare e naturale.

    Il vostro anche un ruolo di educatori e portatori di cultura in tal senso?

    Lindustria di marca ha sicuramente un ruolo fondamentale nella educazione del consumatore sia attraverso attivit di comunicazione mirata, in particolare attraverso il canale web, sia con lo sviluppo di prodotti innovativi che favoriscano nuove modalit di consumo di spezie ed erbe aromatiche. Allinterno di questo contesto Cannamela si conferma la marca leader di mercato sia a volume che a valore, grazie allofferta completa, ai costanti investimenti di marketing e ai continui investimenti in innovazione.

    Innovazione di prodotto: quali le ultime tendenze?

    I segmenti di mercato che stanno registrando la crescita pi interessante sono quelli legati alla cucina etnica (blend di spezie ispirati alle cucine di paesi lontani) e tutti i prodotti che uniscono servizio e naturalit. Su questo secondo fronte sono in crescita i condimenti speziati per insalate, i preparati per secondi piatti da cucinare in padella e i preparati per impanature speziate. In tutti questi segmenti la crescita stata trainata dalle nuove proposte Cannamela. In particolare, nel 2014 Cannamela entrata nel nuovo segmento delle panature speziate con la linea Panato Pronto: la prima gamma completa di impanature pronte che unisce servizio, gusto e naturalit. Una soluzione semplice, 100% naturale e senza glutine per preparare, in pochi minuti, tante gustose e croccanti impanature. Questa nuova gamma stata accolta con entusiasmo sia dal trade, che sta referenziando il prodotto, che dai consumatori. In termini di singole materie prime si conferma la forte crescita di spezie ed erbe aromatiche come Curcuma, Zenzero, Coriandolo, Sesamo (solo per citarne