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L’OPINIONE STUDENTESCA A.A. 2010/2011 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011 PAGINA 1 L’Opinione Studentesca Il Senato accademico, in una recente deli- bera, ha introdotto importanti novità che minaccia- no di rendere la vita dura agli studenti fuori corso che rappresentano una significativa, nonché preoc- cupante, percentuale. Infatti, su un totale di circa 62 mila iscritti all'Ateneo, si contano ben 35 mila studenti fuori corso, ovvero più del 50% (secondo quanto evidenziato dall'ultima indagine effettuata dallo stesso Senato accademico) . Le nuove disposizioni prevedono infatti che gli iscritti al vecchio ordina- mento debbano laurearsi entro mar- zo 2014, mentre gli studenti iscritti ai corsi del nuovo ordinamento avranno tempo fino al quarto anno fuori corso, per quanto riguarda le lauree triennali, fino al sesto anno per le quinquennali. Questo cam- biamento di rotta è avvenuto a causa dell’introduzione delle nuove norme in materia di erogazione dei finanziamenti universitari da parte del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, che lo ha giustificato adducendo come motivazio- ne il fatto che gli studenti fuori corso rischierebbe- ro di compromettere il bilancio dell’Ateneo, pro- vocando delle perdite economiche che superano le entrate garantite dalle tasse. A tal proposito, l’ASU è stata in prima fila tra i proponenti dei corsi di recupero per i fuoricorso, facendone il proprio ca- vallo di battaglia all’interno del programma propo- sto agli studenti in occasione delle ultime elezioni universitarie. L’intenzione era e rimane quella di agevolare lo studente fuori corso attraverso l’indi- viduazione di alcune materie “scoglio” nelle diver- se facoltà dell’Ateneo e la consequenziale attiva- zione di corsi di recupero ad hoc con relativo esa- me. Alla luce di quanto accaduto in occasione della sessione di settembre però, un quesito ci tormenta: non è che la delibera del Senato, nel passaggio in cui esorta ad adottare “interventi utili per agevola- re gli studenti nella conclusione dei percorsi formativi (… )in favore dei fuori corso” , sia stata interpretata in senso molto, ma molto, lato??? Ovvero, fino a che punto lo studente fuori corso può “essere messo a proprio agio” durante l’esame? Fino a dove è lecito spingersi?E ancora, come può essere equiparabile un esame superato con voto 30/30 al corso di recupero (ottenuto con lo stesso tutor che ha seguito lo stu- dente) a un esame “ordinario”, con professore titolare di cattedra? Dove è finito il riconoscimento di merito per tutti quegli studenti che, al fine di rimanere in corso, seguono le le- zioni, studiano, fanno l’esame e magari accettano anche un voto basso in una materia considerata “scoglio” per la difficoltà del pro- gramma, per il temperamento del professore, per una scarsa affinità con l’esaminatore?!? Bisognerebbe rendersi conto che non si può attribuire la stessa votazione ad uno studen- te fuori corso che, piuttosto che sottoporsi all’esame curriculare, sceglie la via più facile. Lo scopo del cor- so di recupero dovrebbe essere il superamento del- l’esame, non il lusso di un 30! In conclusione, dopo la sfilza di 30 recentemente fioccati agli “esami farsa” non ci rimane che riflettere: a che serve faticare per rimanere in corso quando potremmo ottenere agevola- zioni sulle materie che “non ci calano” prendendocela comoda? In nome del buon senso chiediamo quindi degli interventi regolamentari correttivi, contestual- mente ai quali si affermi con forza che allo studente che sceglie di aderire ad un corso di recupero si pre- cluda la possibilità di ottenere il massimo dei voti. Quello lasciamolo a chi se lo merita o almeno a chi gioca secondo le regole. Rosario Genchi Tiziana Custro SALVATE IL “FUORICORSO RYAN!” INIZIATIVA REALIZZATA NELL'AMBITO DEL PROGRAMMA DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO PER LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E SOCIALI DEGLI STUDENTI (LEGGE 429/85)

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Settembre/Ottobre 2011

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L’OPINIONE STUDENTESCA A.A. 2010/2011 SETTEMBRE/OTTOBRE 2011

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L’Opinione Studentesca

Il Senato accademico, in una recente deli-bera, ha introdotto importanti novità che minaccia-no di rendere la vita dura agli studenti fuori corso che rappresentano una significativa, nonché preoc-cupante, percentuale. Infatti, su un totale di circa 62 mila iscritti all'Ateneo, si contano ben 35 mila studenti fuori corso, ovvero più del 50% (secondo quanto evidenziato dall'ultima indagine effettuata dallo stesso Senato accademico) . Le nuove disposizioni prevedono infatti che gli iscritti al vecchio ordina-mento debbano laurearsi entro mar-zo 2014, mentre gli studenti iscritti ai corsi del nuovo ordinamento avranno tempo fino al quarto anno fuori corso, per quanto riguarda le lauree triennali, fino al sesto anno per le quinquennali. Questo cam-biamento di rotta è avvenuto a causa dell’introduzione delle nuove norme in materia di erogazione dei finanziamenti universitari da parte del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, che lo ha giustificato adducendo come motivazio-ne il fatto che gli studenti fuori corso rischierebbe-ro di compromettere il bilancio dell’Ateneo, pro-vocando delle perdite economiche che superano le entrate garantite dalle tasse. A tal proposito, l’ASU è stata in prima fila tra i proponenti dei corsi di recupero per i fuoricorso, facendone il proprio ca-vallo di battaglia all’interno del programma propo-sto agli studenti in occasione delle ultime elezioni universitarie. L’intenzione era e rimane quella di agevolare lo studente fuori corso attraverso l’indi-viduazione di alcune materie “scoglio” nelle diver-se facoltà dell’Ateneo e la consequenziale attiva-zione di corsi di recupero ad hoc con relativo esa-me. Alla luce di quanto accaduto in occasione della sessione di settembre però, un quesito ci tormenta: non è che la delibera del Senato, nel passaggio in cui esorta ad adottare “interventi utili per agevola-

re gli studenti nella conclusione dei percorsi formativi (… )in favore dei fuori corso” , sia stata interpretata in senso molto, ma molto, lato??? Ovvero, fino a che punto lo studente fuori corso può “essere messo a proprio agio” durante l’esame? Fino a dove è lecito spingersi?E ancora, come può essere equiparabile un

esame superato con voto 30/30 al corso di recupero (ottenuto con lo stesso tutor che ha seguito lo stu-dente) a un esame “ordinario”, con professore titolare di cattedra? Dove è finito il riconoscimento di merito per tutti quegli studenti che, al fine di rimanere in corso, seguono le le-zioni, studiano, fanno l’esame e magari accettano anche un voto basso in una materia considerata “scoglio” per la difficoltà del pro-gramma, per il temperamento del professore, per una scarsa affinità

con l’esaminatore?!? Bisognerebbe rendersi conto che non si può attribuire la stessa votazione ad uno studen-te fuori corso che, piuttosto che sottoporsi all’esame curriculare, sceglie la via più facile. Lo scopo del cor-so di recupero dovrebbe essere il superamento del-l’esame, non il lusso di un 30! In conclusione, dopo la sfilza di 30 recentemente fioccati agli “esami farsa” non ci rimane che riflettere: a che serve faticare per rimanere in corso quando potremmo ottenere agevola-zioni sulle materie che “non ci calano” prendendocela comoda? In nome del buon senso chiediamo quindi degli interventi regolamentari correttivi, contestual-mente ai quali si affermi con forza che allo studente che sceglie di aderire ad un corso di recupero si pre-cluda la possibilità di ottenere il massimo dei voti. Quello lasciamolo a chi se lo merita o almeno a chi gioca secondo le regole.

Rosario Genchi Tiziana Custro

SALVATE IL “FUORICORSO RYAN!”

INIZIATIVA REALIZZATA NELL'AMBITO DEL PROGRAMMA DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO PER LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E SOCIALI DEGLI STUDENTI (LEGGE 429/85)

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L’Associazione di Volontariato e Protezione Civile Radioamatori Uniti del Mediterraneo IQ9UM in co l l abo raz ione con i l Ce.S.Vo.P. e la partecipazione dell’Università degli Studi di Palermo attraverso la Facoltà di Ingegneria (referente il prof. Liguori), Facoltà di Scienze della Formazione (referente la prof.ssa Lendinara) e la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (referente il prof. Abate) ha organiz-zato il 14 Giugno scorso, il Convegno Nazionale «Saper comunicare l’emer-g e n z a » s v o l t o s i presso l’Aula del Consiglio della Fa-coltà di Ingegneria in Viale delle Sci-enze (edificio 7).G e s t i r e b e n e l a comunicazione nei momenti critici è fondamentale. Non solo nelle fasi di in-tervento per le grandi catastrofi, ma anche nelle situa-zioni di bisogno che caratteriz-zano la vita quotidiana.Infatti, ogni giorno arrivano centinaia di telefonate alle sale operative degli enti istituzionali preposti alla salvaguardia dei cittadini. Spesso, la concitazione e la ra-pidità della richiesta d’aiuto rendono la comunicazione in-completa e priva dei dati sali-enti. Ciò mette a dura prova la valutazione degli operatori e non

rende possibile l’ottimizzazione di uomini e mezzi di soccorso.Alla luce di queste considerazi-oni, l’Associazione Radioama-tori Uniti del Mediterraneo ha propos to ques to incont ro avvalendosi anche della collabo-razione dell’Ateneo palermitano per un coinvolgimento attivo degli studenti universitari.L’intento è quello di creare un anello di collegamento tra le Is-tituzioni e i giovani, evidenzi-

ando l’alto valore sociale del saper comunicare un’emergenza e l’importanza di una corretta richiesta di intervento/soccorso. Gli interventi susseguitisi a ritmo sostenuto, hanno messo in luce i nuovi aspetti e le me-todologie comunicative (ma non solo) adoperate dai vari enti istituzionali per far fronte ai numerosi interventi che si susseguono sia sul campo che all’interno delle stesse Sale Op-erative (Centro strategico - deci-sionale ).

Ai lavori hanno contribuito gli uomini della Sala Operativa del S.U.E.S.S. 118 il Comando Pro-vinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo che hanno illustrato le tecniche d’intervento sia sul campo delle telecomunicazioni che sul campo della gestione dei singoli eventi. Sono intervenuti inoltre per quanto riguarda la protezione civile, il Diparti-mento Regionale di Protezione Civile, (Servizio Sismico) che

ha affrontato le tema-tiche della “gestione dell’emergenza” met-tendo in relazione i tempi d’intervento con il “danno“ pro-vocato da un evento calamitoso per la di-verse tipologie di rischio (Sismico, vul-canico) e la rappre-sentante del Diparti-mento di Protezione civile (nazionale) con sede a Roma giunta a Palermo per l’evento.

Oltre alle figure isti-tuzionali a cui è stato fatto cenno hanno partecipato gli stu-denti dell’Ateneo di Palermo attraverso la realizzazione di due laboratori in linea con le tema-tiche affrontate nel convegno.In particolar modo il gruppo di studenti di Scienze Geologiche la protezione civile con “Critic-ità del sistema GSM a supporto della rete dei sistemi di allerta-mento della popolazione di Giampilieri (Me)” ha posto la sua l’attenzione sul fenomeno

LE ISTITUZIONI E I GIOVANI NEL “SAPER COMUNICARE L’EMERGENZA”

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fenomeno franoso del “debris Flow” che ha interessato il territorio del messinese nell’ otto-bre del 2009, ponendo in relazione la Vulnera-bilità del territorio (dovuta all’elevata franosi-tà) con il sistema di allertamento della popola-zione, attualmente in uso per un’ampia area della fascia ionica siciliana, con un’analisi del sistema GSM locale (Global System for Mobi-le Communications) e l’eventuale supporto alternativo in caso di malfunzionamento dello stesso, al fine di evitare o quantomeno ridurre il valore Esposto della popolazione al verifi-carsi di nuove catastrofi naturali. Il gruppo di studenti di Scienze della Comunicazione con il laboratorio “Comunicando l’emergenza” ha messo in luce gli aspetti tecnici della comuni-cazione, tutte le attività svolte nell’analizzare i comportamenti pre-allarme ed il valore della prevenzione attraverso l’acquisizione da parte

della cittadinanza di messaggi chiari, precisi e coerenti in caso di emergenza. Inoltre è interve-nuto il foto reporter ed editore Dino Sturiale il quale ha mostrato le fotografie realizzate sul luo-go a pochissime ore dall’evento. Fotografie appa-rentemente semplici, ma dalle quali emergevano particolari ricchi di significato, altre ancora “par-lavano da sole”. L'evento si è svolto sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica; l’in-tera attività ha ricevuto la Medaglia Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica. Maggiori informazioni su tutta l’attività e sul programma dei laboratori 2012 (dove saranno riconosciuti CFU) sono disponibili sul sito w w w . i t 9 u m h . a l t e r v i s t a . o r g o p p u r e w w w . f a c e b o o k . c o m / i q 9 u m , e m a i l : [email protected] .

Pietro Riccobono IT9BVE Studente di Geologia per la Protezione Civile.

Grazie ad un progetto finan-ziato dall’Università degli Studi di Palermo, L’ASU, rappresentata da 27 studenti della Facoltà di Scienze Poli-tiche, dal 2 al 5 ottobre ha visitato la capitale Europea. Al timone della Europeissima squadra la Prof. Claudia Giurintano che ci ha guidati anche grazie al suo ottimo francese, con professionalità e pazienza, facendoci tocca-re con mano il Consiglio Eu-ropeo, la Nato, l’EACEA, (agenzia esecutiva di educa-tion, audiovisual e culture), e il Parlamento. Partenza dal-l’aereoporto di Birgi e grazie ad un volo Ryanair, siamo arrivati puntualissimi per la sistemazione in albergo, per essere subito pronti a cono-

scere la Gran place e un centro storico coi suoi graziosissimi pub, negozi, cioccolaterie e altri locali, perle della movida belga. La prima nostra mattinata (stra-namente soleggiata!), è stata dedicata alla visita del Consiglio Europeo: ad attenderci una pre-paratissima dirigente italiana, che ci ha spiegato più da vicino le funzioni, gli organi, il funzio-n a m e n t o d e l l a m a c c h i n a burocratica, il sistema giuridico Europeo. Degne di attenzione sono state molte altre curiosità, ossia di come nella prassi ci si muove in questo grande conses-so, attualmente presieduto dal moderatissimo Herman Van Rompuy. Ospitati in una delle sale riunioni del Consiglio ci fecero accomodare su un grande tavolo a ferro di cavallo: subito

dopo aver ascoltato con grande interesse la relazione della diri-gente (peraltro dottore in Scienze Politiche), non tardaro-no le domande e le curiosità: immigrazione, fondi fas, sicu-rezza, mercato unico; ...quelle più gettonate!! - Chicca!: Mi saltò subito all’occhio come mai nella predisposizione di quel grande tavolo, l’Italia, se-desse accanto alla Grecia; Sommessamente chiesi se quel-la contiguità fosse casuale, ov-vero volutamente serviva a ri-produrre la prossimità geogra-fica, o peggio le tristi e analo-ghe vicende di default econo-mico-finanziario?? La dirigente mi spiegò che si trattava di una scelta casuale, ma immediata-mente accennò un sorrisino, non dissimile da

L’ A.S.U. VOLA A BRUXELLES!!!

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quello più famoso che giorni dopo balzò all’onore delle cronache tra la Merkel e Sarkozy. Anche gli incontri alla Nato, alla EACEA e al Parlamento, meritano di esse-re ricordati come momenti di grande entusiasmo e parteci-pazione; in quelle mattinate non poterono mancare da parte delle nostre guide, ap-prezzamenti di stima e rico-

noscimento verso quegli Statisti Italiani e padri del-l’Europa come Alcide De Ga-speri, Altiero Spinelli, e il si-ciliano Gaetano Martino. Tre grandi uomini che, seppure in tempi e ruoli diversi, hanno posto le prime pietre per la costruzione di una Europa Unita, avviando quel proces-so di integrazione non solo economico, ma anche sociale e culturale fra popoli di uno stesso continente.

Bruxelles quindi si candida egregiamente a divenire a pieno titolo la capitale dell’Europa. Una città in grande fermento, il cui dinamismo economico passa certamente da un forte terziario, ma anche da un turismo sempre più in forte crescita. Un sorri-dente centro storico in cui sem-pre pronto a fare gli onori di ca-sa è quel “manneken pis” una piccola statua di bronzo raffigu-

rante un bambino che fa la pipì in una fontanella, eretto a sim-bolo della città. Mah!? La Lo-nely planet (guida turistica onli-ne) scrive che insieme alla Mol-ly Malone di Dublino e la Sire-netta di Copenhagen, siano i tre monumenti più inutili d'Europa nella statistica dei più visitati, ma fondamentalmente credo che il turismo abbia bisogno di que-sti simboli! i classici da foto per dire: “sono stato lì”. Ma quello che molti turisti non sanno è che

il Manneken Pis ha anche una sorellina, Jeanneke Pis, di fab-bricazione molto più recente e situata alla fine di una stradina senza uscita, a pochi passi dalla Gran place, esattamente di fron-te a quel famoso pub “delirium“ conosciuto e ricercato in tutto il mondo per le sue diverse 700 tipologie di birra, eretto da noi a tempio notturno delle nostre boutade! Il pomeriggio del 5

mentre stavamo per preparare i bagagli per fare ritorno a ca-sa, quel sole che ci aveva accompagnato lungo la nostra per-manenza sembrava cedere a favore di quel loro consueto cielo grigio giallo-gnolo: tanto che sembrava che ce lo fossimo preconfe-zionato noi e portato dalla Sicilia. Molti, se non tutti, ci ri-promettevamo di fare ritorno in questa ci t tà almeno per qualche anno da era-

smus, stagisti, dottorandi, fun-zionari UE, e perché no? Parla-mentari! dovesse risplendere di nuovo il sole da quelle parti!!!

Nino Nobile

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Il programma Erasmus, tra i vari obbiettivi, offre una grande opportunità di inte-grazione per tutti gli studenti universitari facenti parte del-l’unione europea. Tale pro-getto, che prende il nome dal famoso filosofo viaggiatore Erasmo da Rotterdam, fu proposto dall’associazione Egee tra l’86-’87 proprio con lo scopo di educare le future generazioni di c i t t a d i n i a l-l'idea di appar-tenenza a quel-la che sarà poi c h i a m a t a Unione Euro-pea. Oltre ai 27 stati apparte-nenti all’unio-n e , a i p r o-grammi di ap-p rend imen to p e r m a n e n t e (LLP), vi par-tecipano i paesi de l lo spazio economico europeo (Liech-tenstein, Islanda, Norvegia) la Turchia, e in un prossimo futuro (tramite accordi bilate-rali o quadro) anche i seguen-ti stati: Svizzera, Croazia, e i paesi appartenenti alla Ex Rep. Jugoslava. Grazie alla mobilità Erasmus, qualsiasi studente ha l’opportunità di studiare presso un università straniera, da un periodo mi-nimo di 3 mesi ad un massi-mo di 12, usufruendo di una

borsa di studio. L’Erasmus non è soltanto un’occasione di studio al-l’estero, è un’opportunità che ti permette di entrare profondamente in contatto con la cultura e le atti-tudini di una nazione. Molti atenei inoltre, vengono ormai riconosciu-ti come mete o destinazioni Era-smus, dove appunto vi è una gran-de affluenza di studenti stranieri provenienti da tutta Europa e non. Le “città - Erasmus” non ti danno

soltanto la possibilità di relazionarti con la gente del luogo ma anche di apprezzare altre e nuove culture, gettando via tutti gli stereotipi schematici e astratti , in un grande momento di integrazione. Per quanto riguarda l’aspetto, della di-dattica, per molti studenti l’oppor-tunità di poter studiare in un Paese straniero viene concepita alla stessa stregua dei “saldi dopo le feste”, ovvero un occasione imperdibile per poter superare determinate ma-terie considerate “scoglio” nei no-

stri atenei, molto più facili nelle università straniere per il semplice fatto che “siamo Erasmus”. Nella mia espe-rienza Granadina posso con fermezza sfatare questo mito. Come nel nostro ateneo, ho constatato che vi erano mate-rie difficili ed altre meno complesse, professori più esigenti ed altri meno. Volevo poi sottolineare il fatto che i

programmi so-no meno vasti, non vi sono parti speciali, ma si esige una frequenza atti-va da parte de-gli studenti e si lascia del lavo-ro per casa co-me ad esempio relazioni. Negli ultimi anni so-no stati fatti g randi pass i avanti per la mobilità stu-

dentesca. Inoltre, grazie alla telematizzazione e ad internet sono stati ridotti di gran lun-ga i tempi di richiesta e accet-tazione da parte delle univer-sità estere, effettuate fino a poco tempo fa solo attraverso posta ordinaria. Nonostante tali progressi ci sono ancora molti punti su cui la mobilità può essere migliorata: vi è infatti un eccessiva mole burocratica, un solo ufficio di relazioni internazionali che si

EUROPEAN REGION ACTION SCHEME FOR THE MOBILITY OF UNIVERSITY STUDENTS (ERASMUS)

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di mobilità (incoming e out-going) è chiaramente insuffi-ciente; -ed in prospettiva, sa-rebbe utile, anche se sembra un utopia, un maggiore coor-dinamento della didattica di tutti i sistemi universitari eu-ropei. Un elemento molto sottovalutato, ma importan-tissimo, è il momento post – Erasmus, il ritorno a casa. Una famosa rivista spagnola (Cafè Babel) nell’anno 2007, in occasione del ventennio del programma accademico di mobilità, ha pubblicato un articolo proprio sugli effetti del “regresso a casa” parlan-do di “depressione post-era-

smus” come sindrome ricono-sciuta dalla psicologia clinica. Forse per molti di voi un termi-ne come “depressione” sembra ingigantire una semplice tri-stezza che si può avere nel tor-nare da una esperienza unica nel suo genere e sicuramente indimenticabile, ma molti stu-denti vedono l’Erasmus come una occasione per uscire dal guscio di casa, responsabiliz-zarsi e raggiungere un certo grado di indipendenza. Una vol-ta a casa, soprattutto se si ritor-na a vivere con i propri genitori, si perde quel grado d’indipen-denza e il riabituarsi alla routine di ogni giorno senza quel “ca-

rattere straordinario” che ti dà l’essere Erasmus ti fa sentire “straniero nel proprio paese” e ti porta a riconsiderare la vita di sempre come banale e noio-sa. L’articolo della rivista Cafè Babel conclude sostenendo che: “l’Erasmus è ormai un rituale tipico della nostra epo-ca: lasciare la propria città di origine, i genitori e incontrarsi in un altro contesto sconosciu-to insieme ad altri pari è una prova. La malinconia del ritor-no forse fa parte di questa esperienza”.

Alessandro Raffa

Carissimi ragazzi,scusate se mi approprio di questa citazione biblica per darvi il benvenuto qui nella nostra facoltà. So’ che non è una cosa facile iniziare questa nuova esperienza, ma noi siamo qui per questo. Quando io ero all’inizio come voi il mio primo giorno fu un dramma, non sapevo che fare dove andare a chi chiedere ,insomma mi sentivo spaesa-to! Ad un certo punto, trovai un “salvagente”, dei ragazzi che mi diedero una mano a risolvere i problemi che via via sia presentavano durante i miei primi giorni di universi-tà. Mi dissero che facevano parte di un gruppo: L’A.S.U. e che avrei potuto rivolgermi a loro per qualsiasi tipo di

problema inerente all’università e non. Erano giorni difficili e confusionari ma grazie all’aiuto di questo incredibile gruppo, io riuscivo ad integrarmi in quello

che era il meccanismo universi-tario, orari, lezioni etc… Io ave-vo la certezza che qualora mi sarei trovato in difficoltà, in loro avrei trovato degli amici, questo

mi dava molta sicurezza e ren-deva più facile l’inizio del mio percorso accademico. Adesso a distanza di 2 anni da quel primo giorno sono pronto a mettermi

in gioco come fecero loro con me, pronto a tendere la mano a chi ne ha bisogno, a dare indicazioni a fare da guida, adesso che ho acquisito l’esperienza necessaria sono pronto a mettermi al vostro servizio perché il nostro motto è “ASU sempre al servizio degli studenti”. Per conclude-re non abbiate timore se avete qualche problema, cercateci!!! noi siamo qui per voi!!!

Antonio Butera

GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI!

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Nelle competizioni cinofile, avere un buon pedigree fa del proprio cane un ottimo preten-dente all’ambìto concorso di bellezza. La carta d’identità della propria bestiola quindi, è come un biglietto da visita che non passa inosservato agli occhi degli scrutatori. A volte un cane ri-esce a vincere rispetto ad un altro soltanto per il colore del proprio sangue. Le povere bestiole meritevoli pertanto, saranno costrette a ritor-nare nei propri giacigli, consapevoli del fatto che sino a quando si troveranno contrap-posti ad un “sangue blu”, non avranno mai la meglio. Suc-cede la stessa cosa tra le galline, dove si dice che i figli della gallina bianca ries-cono a soverchiare tutto e tutti. Sem-brerà strano, ma da qualche decennio, succede la medesima c o s a a l l o “ z o o ” dell’Università di Palermo. Come in un concorso per cani, vengono controllati scrupolosamente i pedigree degli aspi-ranti docenti e ricercatori. Ci si siede alla cat-tedra solo e soltanto se la propria razza è con-tenuta all’interno di uno specifico database, nessuna eccezione! Sembrano essere 101, come i famosi cani della Walt Disney, i capi branco che, urinando vicino le proprie scriva-nie, segnano il territorio. Si vocifera che, il primato della facoltà più minta, lo detenga con fierezza Medicina, sorvegliata H24 da 58 capi-branco. Quasi sessanta famiglie hanno trin-cerato le proprie cattedre e quelle dei propri familiari, in modo che il parentado didattico

diventi una naturale evoluzione, scatenando in tal modo l’ira di coloro che del sapere ne fanno pane quotidiano e rivendicano una cernita più “etero-genea”. <<Non possiamo continuare a guardare – afferma una studentessa – i figli e i parenti dei professori vincere concorsi che dovrebbero essere pubblici e miranti alla meritocrazia!>>. Egemo-nizzata anche Giurisprudenza, culla dell’inseg-namento alla legalità, dove sono 18 le famiglie che “dettano legge”. Lo studio e la meritocrazia

quindi, sembrano contrapporsi ai patti di sangue che fanno della parentopoli universitaria, l’unico lasciapassare in tutto e per tutto. Se è vero, come è vero, che l’essere “di razza” può giovare alla car-riera e alle personali affermazioni profes-sionali , è al tresì veritiero che tale sconsiderato insieme di coincidenze de-nota uno scarso ris-petto, sia nei con-fronti degli studenti ambiziosi, sia nei

confronti dei cittadini i quali, pagando regolarmente le tasse, si ri-conoscono nella giustizia e nell’onestà. L’unica nota positiva? Se Crudelia De Mon non avesse messo insieme 101 bestiole, oggi non iro-nizzerebbe nessuno su questa vicenda.

Toti Nigrelli

UNIVERSITÀ DI PALERMO E LA CARICA DEI 101

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Direttore: Guido SammartanoCapo Redattore: Roberto CusumanoVice Capo Redattore: Tiziana CustroHanno partecipato a questo numero: Rosario Genchi, Pietro Riccobono, Alessandro Raffa, Toti Nigrelli, Nino Nobile, Antonio Butera.Fai sentire la tua voce: scrivi per L'Opinione Studentesca contattaci all'indirizzo e-mail: [email protected], oppure contattaci sul gruppo facebook: https://www.facebook.com/groups/asunipa/

È appena iniziato   il nuovo anno accademico nel nostro ateneo, l'affluenza anche quest'anno ha confermato l'importanza del-l'università quale mezzo indi-spensabile per il futuro di noi giovani. L'università è l'ultimo step prima di accedere al mondo del lavoro, non privo di dif-ficoltà didattiche e burocra-tiche che agli occhi dei nuovi arrivati possono risul-tare antipatiche. Proprio per aiutare gli studenti in queste pratiche, dal 2007 è nata nella Facoltà di Scienze Po-litiche l' A.S.U.: Associa-zione Studenti Universitari, visto l'immediato riscontro e favore da parte dei nostri colleghi si è deciso di esportare il modello ASU in tutte le facoltà. Oggi l'A-SU è presente in tutto l'ateneo palermitano ed è al servizio de-gli studenti, dai più semplici consigli al disbrigo e consulen-za pratiche, ovviamente il tutto gratuitamente....basta solo chie-dere !!! Quasi contemporanea-mente alla nascita dell'associa-zione è nato il nostro giornale:

l'Opinione Studentesca, inte-ramente rivolto all'informa-zione, agli eventi e alle se-gnalazioni provenienti dagli studenti; qualunque studente può scrivere sul nostro gior-nale e far conoscere a tutti qualunque anomalia o disfun-

zione presente nel nostro si-stema universitario. Sempre nel nostro giornale troverete delle rubriche a tema che hanno lo scopo di far cono-scere da vicino gli organi e gli uffici universitari tramite interviste ai responsabili, che spiegano il funzionamento e

gli uffici competenti a cui poter-s i r i v o l g e r e . M a n o n solo....l'ASU concepisce l'uni-versità secondo il modello greco di aggregazione e conoscenza interpersonale, per rendere que-sto possibile organizziamo feste ed eventi culturali anche in col-

laborazione con associazio-ni presenti in tutto il territo-rio siciliano, dai gruppi rock alle associazioni stori-co-culturali. In ultimo, ma non secondario, è la parte-cipazione attiva in merito a viaggi d'istruzione, chiun-que sia interessato può ri-volgersi ai nostri rappresen-tanti oppure può contattarci tramite facebook al gruppo: A.S.U. Associazione degli Studenti Universitari, o contattarci all’indirizzo e-

mail: [email protected]. Detto questo non ci resta che augurarvi un ottimo anno acca-demico e a coloro che già fanno parte dell'ateneo un buon pro-sieguo di studi.

Il Direttivo ASU

BENVENUTA MATRICOLA!!!