luciano passoni & domenico parrotta melegnano motori · che non c'è più, tanto diversa...
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Luciano Passoni & Domenico Parrotta
MELEGNANO
MOTORIpersonaggi, auto, moto e altre storie
EDITING E IMPAGINAZIONE
GEMINI GRAFICA
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pag. 183 ……….Vespa Club Vizzolopag. 185 ……….Saroniopag. 187 ……….AR racing store
……….Sensa Cugnisiun Tuning Clubpag. 188 ……….Aldo l’inossidabilepag. 189 ……….Zacchettipag. 190 ……….La stella di Ediliopag. 193 ……….Eugenio e Lorenzo
pag. 194 ……….Ringraziamentipag. 195 ……….Bibliografiapag. 196 ………Il Melegnanese
ALBUM – I colori dei ricordipag. 197 ………Marco Chiappellinipag. 198 ………Moto Club Melegnanopag. 207 ………Wilma e Renatopag. 208 ………Vespa Club Melegnanopag. 210 ………Riponipag. 211 ………Bosio – Riponipag. 213 ………Campioni LABpag. 214 ………500CHpag. 215 ………S.C.A.M.pag. 216 ………Alessandro Marellipag. 217 ………Giorgio Gallipag. 219 ………Paolo Codeghinipag. 220 ………Mangiarottipag. 221 ………Moto-Vespa Club Vizzolopag. 224 ………Mercedespag. 225 ………Fiat 500 Club Italiapag. 226 ………Franco De Paolipag. 227 ………Alfa BlueTeampag. 228 ………AR racing store
INDICE
pag. 4 ……….Prefazionipag. 8 ……….Mio padrepag. 9 ……….Melegnano di Passaggiopag. 17 ……….Giovanni Agostipag. 20 ……….Enrico Prinellipag. 20 ……….Circuito di Melegnanopag. 33 ……….Enrico Lazzaripag. 34 ……….Carlo Cremascolipag. 36 ……….Mario Sartoriopag. 38 ……….Personaggipag. 39 ……….Moto Club Melegnanopag. 56 ……….Danielepag. 57 ……….Andreapag. 58 ……….Marcopag. 60 ……….Boneschipag. 68 ……….Padre De Martinopag. 69 ……….Altri….Clubpag. 70 ……….Vespa Club Melegnanopag. 100 ……….Renzo Raineri
……….Enrico Gallienapag. 101 ………:Dario Lampugnanipag. 104 ……….Angelo Lavesipag. 105 ……….Antonio Congiupag. 106 ……….“el Negrin”pag. 107 ……….S.C.A.M.pag. 124 ……….Franco Bosiopag. 127 ……….Giuseppe Confalonieri
……….Luigi Carràpag. 128 ……….LABpag. 131 ……….Luigi De Negripag. 132 ……….Alberto Colombopag. 134 ……….Aldo Cavallinipag. 141 ……….500CHpag. 142 ……….Riponipag. 145 ……….Massironipag. 149 ……….Alessandro Marellipag. 151 ……….Marco Chiappellinipag. 156 ……….Giulianopag. 157 ……….Pierangelopag. 158 ……….Carlo Giovannipag. 159 ……….Olisaldpag. 162 ……….Alfasud – F.lli Gandinipag. 163 ……….Scuderia Castellottipag. 166 ……….Giuseppe Cremonesipag. 167 ……….Giorgio Gallipag. 169 ……….Natale Boneschipag. 170 ……….Mangiarottipag. 172 ……….Codeghinipag. 173 ……….Cremascolipag. 175 ……….Filateliapag. 176 ……….500 Avventurapag. 177 ……….Fiat 500 Club Italiapag. 179 ……….MotoClub Vizzolo
STORIE DI PILOTI E DI CORSE.
Un tuffo nel passato motoristico della città di Melegnano.“Motori Melegnano” è il titolo del nuovo libro di Luciano Passoni, un “vero”melegnanese, che rievoca l'epopea dell'automobilismo e del motociclismo,incentrandosi sulla passione di uomini e donne per questo sport. È un gran piacereper me scrivere una prefazione al libro di Luciano. Il suo entusiasmo, la sua passionee la sua gioia nel trasmettere la esperienza personale fanno si che il libro diventi un“libro guida” pieno d’idee da far proprie e da studiare a fondo. Luciano non ha fattosolo un «buon» lavoro, ma un «grande» lavoro.
Il testo è stato costruito in modo logico e rappresenta in se stesso un vero eproprio excursus. Abbiamo bisogno sempre di più di persone che ci aiutino a salvaree a tramandare i riti, le abitudini, il dialetto del nostro paese. E' evidente a tutti che,con il passare degli anni, si corre seriamente il rischio di perdere una parteimportante della nostra storia. Il trascorrere del tempo indebolisce i ricordi, lamorte degli anziani ci priva dei veri depositari delle nostre tradizioni.“Quando un anziano muore, è come una biblioteca che brucia”, recita un antico
proverbio africano. Questo risulta ancora più vero nel nostro caso, dove non si parladella storia di signori o principi, di documenti contenuti negli archivi che possonoessere ricercati e studiati, ma della storia di persone, usi e costumi di un paese e diun territorio traslati nel particolare sport motoristico. Un tuffo nel passato, maanche un lascito alle nuove generazioni che potranno recuperare parte delle proprieradici ed evitare che tutto questo, un domani, venga disperso.
Gli aneddoti e le curiosità raccolte, arricchiscono ulteriormente il volume;emergono così vividi dalle pagine, che ci fanno spesso ritornare ad una Melegnanoche non c'è più, tanto diversa da quella di oggi. E' la bellezza di sentirsi parte di unastoria che ci appartiene, che trasuda da ogni via, da ogni palazzo di questa nostracittadina. Non c'è neppure bisogno di scomodare l'illustre storico Marc Bloch, chesosteneva l'importanza di quello che, a volte in modo ingiusto, viene ritenuto ungenere minore, ossia la “storia locale”.
Ci accorgiamo ogni giorno di quanto sia importante mantenere salda la nostraidentità e anche grazie alla lettura di pagine come queste, che colgono l'anima di unpaese e di una comunità, che la ritroviamo.
Luciano Passoni e tutti i protagonisti descritti offrono, con questa opera, unquadro completo dell'attività motoristica dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri. Inun'unica trama di corse e piloti, di vetture e motori, si intrecciano e quasi siabbracciano storie diverse tra loro, ma accomunate dalla passione per lo sportautomobilistico e motociclistico. Un secolo di storia motoristica melegnanesericostruito con i protagonisti di quegli anni, intervistati dall'autore.
Questo è un libro per persone curiose. Ed è proprio la curiosità che lo ha fattonascere e che speriamo vi porterà a leggerlo. Il risultato è una raccolta stuzzicante,sorprendente, qualche episodio va anche oltre le aspettative.
I protagonisti diventano più umani che mai, facendo entrare il lettore in spaziche di solito gli sono negati e mostrandogli gioie e dolori della vita peregrina dellosportivo “dei motori”.
Cosa si pensa dietro al volante di un’auto o allo sterzo di una moto? Quanti tic,quante idiosincrasie si possono creare nel microcosmo di una gara/viaggio? Chebrutti scherzi può giocare il miraggio di una notorietà a metà tra l’effimero e ilreale?
Cosa si fa se un’impresa nasce quando meno te l’aspetti? E se, drammaticamentegoffi e inadatti al compito, si è costretti a fare gli imprenditori di se stessi e dellapropria passione? E se l’amore per i motori, nella sua essenza più pura eilluminante, lo si scopre già alla tenera età di cinque anni? Cosa volete leggere,dunque?
A queste curiosità l’autore ha provato a dare una risposta: una piccola mappadello stato dei motori a Melegnano. Una professione d’amore per chi praticaun’arte complessa come quella del raccontare uno sport. Un libro leggero a tratticommovente. Una serie di ritratti che, in maniera spesso scanzonata, va acomporre la figura multiforme dello sportivo motoristico melegnanese, immersonella realtà di un paese e in un mondo dello sport che negli ultimi trent’anni hasubito importantissimi cambiamenti.
E chissà se in fondo, ora che le distanze si sono drasticamente accorciate e chegrazie all’illusione della rete anche gli sportivi più irraggiungibili sembrano allaportata di tutti, ha ancora senso parlare di grandi personaggi del passato. L’interoimmaginario che circonda il concetto di protagonista dello sport vi sembrerà quisovvertito, modernizzato, anche preso in giro.
Ma ci piace pensare che, allo stesso tempo, questi racconti servano anche arestituirgli un po’ di magia. In conclusione un testo che non deve mancare nellabiblioteca di un vero melegnanese, anzi deve trovare il suo degno posto al fiancodei diversi autori che, nel corso degli anni, ci hanno aiutato a comprendere megliola nostra storia.
Un grande grazie a Luciano con l'auspicio che questa sia solo la prima di una seriedi pubblicazioni sulla storia e le tradizioni di Melegnano.Buona lettura.
Vito BELLOMO(Sindaco della Città di Melegnano)
Nonostante la limitata passione per questo sport, ho letto con grande attenzionela pubblicazione di Luciano Passoni, “Motori Melegnano”, un racconto che si snodaattraverso eventi, avvenimenti e personaggi legati da uno stesso interesse: imotori. E’ una vera raccolta documentale critica, ricca di descrizioni e immagini,attenta e realistica, quasi un racconto romanzato, come lo stesso autore affermanella sua presentazione.
Si nota come la Via Emilia, che attraversa il nostro territorio, sia messa in primopiano da Luciano durante i percorsi delle varie competizioni; di come, attraverso ilsusseguirsi degli avvenimenti, degli episodi e dei personaggi narrati, stimolil’interesse del lettore focalizzando l’attenzione sempre sulla nostra Melegnano. Hoapprezzato in questo, l’excursus storico seguito e l’ampia conoscenza manifestata;spero che molti trovino l’occasione di leggerlo.
Questo sguardo sul passato che il libro consente, mi ha riportato alla memoria,attraverso l’immagine di un’autovettura, un ricordo personale e particolare. Nel1961 Tommaso, al tempo fidanzato oggi mio marito, utilizzava, per il suo lavoro ditecnico all’Agenzia Olivetti di Matera, una Fiat 500 Giardiniera della ditta. Ungiorno, mentre si recava a Stigliano, un comune montano lucano, la vettura, caricadi macchine da scrivere e da calcolo, usciva di strada. Mio marito ha semprecreduto che ad averlo sbalzato fuori dalla vettura, finita nel burrone sottostantecon tutto il carico, sia stata una mano misteriosa e miracolosa dopo la suainvocazione alla “Madonna del Buon Cammino”.
Mi auguro che, attraverso questa opera, molti altri trovino il piacere di ricordarenei racconti e nelle immagini raccolte, episodi della propria vita. Con grande stima.
Assessore alla CulturaComune di Melegnano
(Raffaela Caputo)
Melegnano e lo sport dei motori era un mio pensiero e un desiderio. Un
mondo ed un periodo del quale mi restavano immagini e ricordi sfumati dal
tempo: storie vissute personalmente ma anche più remote, quelle che
conservano il fascino del bianco e nero di album ingialliti confinati negli
archivi, nei solai o nelle cantine.
Volevo dare un colore a questa curiosità ed ho cominciato a chiedere, a
raccogliere e nessuno si è sottratto a raccontare e a raccontarsi.
Un viaggio affascinante ed esaltante: notizie, episodi, aneddoti, racconti e
tanti personaggi, dai quali ho avuto una entusiastica collaborazione.
Ho trovato uomini e donne, liberi gladiatori del loro destino, che hanno
raccolto la sfida di uno sport che spesso richiede rischio e dolore.
Ho visto luoghi e città: Thun, Gottardo e Susten Pass in Svizzera, Mont
Cenis in Francia, Milano, Genova, Cremona, Parma, Varedo, Como, grandi
e piccoli paesi della nostra zona, per finire nelle case, i negozi, le officine, le
vie e le piazze di Melegnano.
Nel tanto materiale fornito con generosità ho materializzato sotto i miei
occhi il cambiamento, l’evoluzione e il progresso di un paese che è
diventato città e delle tante persone che hanno saputo essere comunità.
Parafrasando una celebre citazione: «Un libro è un percorso, non un
traguardo » non posso, come titolo di coda, mettere la parola fine.
Ho la presunzione di avere gettato un seme, il frutto del quale sarà più
rigoglioso se tanti saranno i commenti, le critiche o la voglia di farne un
punto di partenza per completare, precisare e migliorare quanto non è stato
nelle mia possibilità o capacità.
Confido nella tolleranza del lettore che riconosca, per dimenticanze, errori
od omissioni, la buona fede dell’autore.
Luciano Passoni
Trattandosi della mia città l’apporto di Domenico si è limitato alla parte “tecnica” del
libro. Un aiuto comunque indispensabile e importante, come in una gara, uno pilota e
l’altro navigatore. Insieme, in amicizia, sino al traguardo.
In famiglia il primo mezzo a motore è stata una moto Bianchi 125
comperata nel 1949 e nella seconda metà degli anni ’60, finalmente la
sospirata macchina: una Fiat 600. In quegli anni, durante l’estate, ero
spesso “ospite” sul camion, posto di lavoro di mio padre.
Viaggi e percorsi che ai miei occhi sembravano avventure; avrei voluto
fossero interminabili, mentre pensavo e mi chiedevo, ingenuamente, come
facessero a chiamare fatica il guidare per ore e per chilometri. I mezzi a
motore, strumenti di libertà e conoscenza, mi portavano in posti e luoghi
sempre diversi. La passione per le corse, la parte più pericolosa e quindi
affascinante di questo mondo, arriva confezionata con un nastro regalo:
una macchina a molla, rigorosamente rossa, che facevo girare per ore nel
salone di casa.
Libri, giornali, radio e televisione mi hanno poi raccontato le gare, le
imprese dei protagonisti, mezzi e uomini, sino a quando il caso mi ha
portato ad entrare in quel mondo che da ragazzo avevo solo immaginato.
La curiosità ha fatto il resto, ma tutto è partito da quella porta di
“garage” che, aprendosi, mi portava verso lo sconosciuto infinito.
MIO PADRE
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Partire o arrivare a Milano, in direzione nord-sud o viceversa, rende il
transito nel territorio melegnanese quasi obbligato. Melegnano assiste a
questo transito ormai da più di un secolo e non possiamo che iniziare da
qui: dalla via Emilia, che di questo passaggio è l’asse stradale più
importante, la “pista naturale”, che diventa il “teatro”, dove automobili e
piloti, moto e centauri, esibiscono il loro disinvolto coraggio e la loro
consapevole incoscienza.
La prima notizia che menziona Melegnano, nelle cronache del mondo
sportivo motoristico, riguarda il presunto transito delle vetture, “gli
automobili”, così erano chiamate al tempo, partecipanti al Primo Giro
Automobilistico d’Italia del 1901.
L’informazione, riportata da Giuseppe Gerosa Brichetto in Ottocento
Melegnanese (1991), si basa sulla pubblicazione del programma della
manifestazione che sarebbe partita da Torino il 27 aprile dello stesso
anno, sulla Rivista Mensile del Touring Club Italiano (marzo 1901)
Delle tappe previste, la 15° e ultima partiva da Brescia per Lodi e quindi
Milano, per un totale di 99,4 km (altre fonti 69 km). Per deduzione appare
sicuro per il Gerosa che sia avvenuto il passaggio da Melegnano, gli
rimane il dubbio solo su eventuali manifestazioni di accoglienza.
Scrive lo stesso autore: -Nessun particolare ci è pervenuto delle
accoglienze di Lodi al primo Giro d’Italia, e men che meno di Melegnano; ma
osiamo supporre che non saranno state inferiori a quelle delle altre tappe-.
Una ricerca più approfondita oggi ci consente di confermare il passaggio
escludendo altre forme di festeggiamenti. L’inviato del Corriere della Sera
il 12-13 maggio scrive: -Fra mezzogiorno e il tocco giunsero tutti a Lodi,
accolti nel vastissimo palazzo delle scuole. Tutte le scolaresche erano state
allineate sulla terrazza, da dove assistevano all’arrivo. Il Comitato
Lodigiano del Touring offriva agli arrivati, in un “buffet” appositamente
disposto, un vermouth d’onore e una serie di cartoline. Al tocco e mezzo
cominciarono le partenze per Milano, le quali si succedettero di cinque in
cinque minuti. Avvenne così che gli ultimi partiti, non potessero partecipare
al corteo al momento dell’arrivo a Milano-.
Su “La Stampa” di Torino del 12 maggio il corrispondente Edgardo
Longoni telegrafa: -Da Brescia a Lodi – L’arrivo a Milano. Ci telegrafano da
Lodi, 11 ore 11,25; La ditta Bietti, che si era impegnata di provvedere della
benzina, ha dichiarato fallimento. Il servizio è stato intrapreso dall’Agenzia
Sommariva.
Partimmo da Brescia alle ore 8. La carovana è forte di 29 vetture. Prima
della partenza cinque signore bresciane ci donarono delle banderuole
tricolore in seta, elegantissime. La pioggia ci ha colpito fino a Orzinuovi,
dove incominciammo, dopo tre giorni a rivedere il sole. Lo stato delle strade
è abbastanza buono fino dopo Crema, dove ci è offerto un ricevimento al
Municipio.
MELEGNANO DI PASSAGGIO
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Parlarono il Sindaco avvocato Zambellini, il conte Premoli, i signori Nobili
e Terni, assessori, e il deputato Marazzi.. Arriviamo a Lodi ore 11. Sulla
piazza del Castello ci attendono le scuole. La colazione ha luogo all’Albergo
del Sole.- - Ci telefonano da Milano. 11, ore 16,10; Alle ore 15,30 sono
arrivati gli automobilisti dal giro d’Italia. Essi affermano di aver trovato dopo
Lodi le strade bonissime.
Dieci chilometri prima di Rogoredo trovarono le prime vetturette venute
loro incontro da Milano, tra le quali erano quelle delle Ditte Bianchi,
Gonfalonieri e Nazari. A Rogoredo si trovarono ad aspettare i gitanti alcune
altre vetture recanti Autorità milanesi; il questore cav. Ceola, gli assessori
Mira e Pizzagalli. Da Rogoredo il corteo si rimise in marcia alle 16 precise,
giungendo in Milano all’Esposizione dei giardini pubblici alle 15,30.
Quivi si era adunata una folla enorme. Il corteo al suo arrivo era così
formato: primi venivano i ciclisti, tra cui molte guardie daziarie inforcanti
bravamente anch’esso la bicicletta, poi la vettura delle Autorità, quella del
signor Johnson, quella dell’on. Biscaretti, quella dei giornalisti. Seguivano in
massa tutti gli altri automobilisti; una cinquantina in tutto, essendosene a
quelle dei gitanti aggiunte per istrada venticinque altre, tutte provenienti da
Milano…….- .
Dalle stesse cronache, confrontando l’orario di partenza da Lodi con
l’arrivo a Rogoredo, possiamo dedurre un transito senza particolari
festeggiamenti; in sostanza crediamo che trovi conferma “il men che meno
di Melegnano” del Gerosa.
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Il Giro d’Italia in Automobile nell’intento degli ideatori, un gruppo di nobili ed impreditori torinesi, che
aveva partecipato, sia alla fondazione della FIAT che alla nascita del primo Club Automobilisti, era la
presentazione dei progressi tecnologici che l’automobile andava facendo in Italia. L’idea fu raccolta
dal T.C.I e dal Corriere della Sera che cooperarono alla riuscita della “gita”, definizione data più volte
nella rivista del sodalizio. Per il primo l’occasione di perseguire gli obbiettivi che ne avevano portato
alla fondazione, mentre il giornale milanese emulava i grandi quotidiani esteri che già patrocinavano,
nei loro paesi, iniziative del genere. Presidente onorario del comitato l’on. Roberto Biscaretti e
presidente effettivo Federico Johnson, già direttore generale del Touring. Partenza il 27 aprile da
Torino per Genova e Firenze, dove si univano altri concorrenti provenienti dal sud d’Italia, per finire a
Roma. Dalla capitale risalita verso Terni, Perugia, Rimini, Bologna, gita a Venezia, poi Padova,
Brescia, Lodi e arrivo a Milano il 12 maggio, per un totale di oltre 1600 km. Pur con qualche voce e
manifestazione ostile il Giro ebbe un successo enorme, le autorità di città e paesi interrompevano
spesso “la corsa” per improvvisate cerimonie di accoglienza. Gli organizzatori dovettero uniformare
gli orari delle tappe a ricevimenti, discorsi, brindisi e banchetti. All’arrivo a Roma ci sarà un
ricevimento in Campidoglio e al Quirinale con la presenza del Re Vittorio Emanuele. A Milano
giunsero 27 dei 32 partenti, a tutti gli arrivati fu consegnata una targa d’argento, realizzata su
bozzetto dell’architetto Luca Beltrami. In testa alla carovana e primo a passare il “traguardo” l’on.
Roberto Biscaretti di Ruffia, con il figlio Carlo, su una FIAT 12HP, a completare l’equipaggio Edgardo
Longoni, inviato della “Stampa” di Torino e il meccanico Felice Nazzaro che diventerà, qualche hanno
dopo, uno dei piloti italiani più famosi. L’arrivo a Milano della “gita” coincise con l’Esposizione
Internazionale dell’Allevamento e dello Sport che si tenne, dal 5 maggio al 9 giugno, presso i Giardini
Pubblici (P.ta Venezia). Nella sezione automobili, oltre a vetture appositamente giunte, furono
esposte anche alcune delle vetture che avevano partecipato al Giro. Riportiamo dal Corriere del 10-
11 giugno: -…e alle 24 si chiusero definitivamente i cancelli di questa Mostra, sorta per sola iniziativa
10
di cittadini volenterosi, senza sussidi né da parte del Governo, né del Comune, né della Provincia...-.
Luca BELTRAMI - Architetto, professore all’Accademia delle Belle Arti e al Politecnico di Milano. La
Milano di fine ‘800 deve a lui l’aspetto delle facciate dei palazzi più importanti.
Ad Altedo (BO), l’unica vera ombra del Giro: un incidente che costò la vita ad una ragazzina di undici
anni, Armida Montanari. Gli intenti propagandistici del Giro sembravano compromessi. Poi l’emozione
passò, il conducente elargì mille lire alla famiglia in lutto e cinquecento ai poveri del paese. Tutti gli
altri si tassarono per dotare il villaggio di un asilo. (da una relazione di Donatella Biffignandi – Centro
Documentazione Museo Automobile di Torino).
Roberto BISCARETTI di RUFFIA - Imprenditore e politico. Sul finire del XIX secolo è tra i pionieri
dell'automobilismo italiano. Partecipò, nel 1898, alla fondazione del Club Automobilisti d’Italia a
Torino e successivamente alla nascita della FIAT. Promosse l’organizzazione del Primo Giro d’Italia
in Automobile, al quale parteciperà con una propria vettura.
Carlo BISCARETTI di RUFFIA - Disegnatore pubblicitario e progettista. Ereditò dal padre la grande
passione per le automobili e già nel 1898, non ancora maggiorenne, contribuì alla fondazione del
Club Automobilisti d’Italia. Partecipò al 1º Giro automobilistico d'Italia del 1901, per il quale realizzò
una delle sue prime opere grafiche. Dopo avere fatto esperienza come dirigente aziendale si dedicò
alla sua passione per la grafica pubblicitaria. Abbandonerà questa attività per dedicarsi
prevalentemente alla conservazione delle automobili d'epoca. Proporrà, sin dagli anni ‘30 la
creazione a Torino di un Museo appositamente dedicato. Riprese il progetto nel dopoguerra e, solo
dopo la sua morte, l’opera, a lui dedicata, sarà completata e aperta al pubblico nel 1960.
Il Touring Club Ciclistico Italiano nasce a Milano nel 1894, per opera di 57 ciclisti, con lo scopo di
diffondere la bicicletta e il conseguente turismo che il nuovo mezzo, semplice e alla portata di tutti,
consentiva. La sua azione contribuirà a migliorare le strade con il posizionamento di segnali e
cartellonistica stradale, alla stampa di guide e cartine sempre più precise. Parteciperà inoltre nel
1905 alla nascita dell’Automobile Club d’Italia. Sviluppo del turismo, conoscenza di paesi e culture,
comprensione e rispetto fra i popoli, salvaguardia del patrimonio storico, artistico e naturale sono i
valori fondanti che ne fanno ancora oggi, con i suoi 300.000 iscritti, una delle istituzioni turistiche più
seguite d’Italia.
Il Corriere della Sera viene fondato a Milano nel 1876 da Enrico Torelli Viollier e l’editore Riccardo
Pavesi. Diventerà nell’arco di un decennio uno dei quotidiani più diffusi nel nord Italia. Nel 1907
seguendo il raid Pechino-Parigi con Luigi Barzini sr., a bordo dell’Itala vittoriosa, il giornale acquisirà
fama mondiale. E’ oggi il giornale in Italia a maggiore diffusione e lettorato (dati 2015).
Augusto Guido BIANCHI - Inviato del Corriere e del Touring partecipa anche come concorrente,
“modesto conduttore sulla carrozza nr. 42 messa a disposizione dal Corriere”, come scrive lui stesso,
al Primo Giro d’Italia in Automobile. Avrà l’onore di presentare gli equipaggi al sovrano: -Noi
giungiamo a Roma commossi di sentirci italiani, di fronte alle manifestazioni di ospitalità schietta che
provano come il nostro popolo ricorda più che mai il latin sangue gentile; fieri dell’italianità nostra
davanti allo spettacolo di menti così aperte alla novità che giunge, al progresso che passa-.
Gli Automobili – Nella stampa a cavallo tra fine ottocento ed inizio novecento era definita così, plurale
e maschile, non era ancora chiaro se l’automobile fosse erede della carrozza o la continuità
tecnologicamente avanzata della bicicletta. Uno scontro intellettuale che coinvolse accademici,
scrittori e poeti. Aggettivo o sostantivo, sinonimo di vettura o veicolo. Tommaso Marinetti, nel
Manifesto del Futurismo, e Guido Gozzano propendono per il maschile.
Sarà Gabriele D’Annunzio a dire una parola quasi definitiva, in una lettera a Giovanni Agnelli, da cui
ricevette in regalo una Fiat 509 cabriolet, scrive: -…la Sua macchina che mi sembra risolvere la
questione del sesso già dibattuta. L'Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la
vivacità d'una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza-.
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Pubblicità alle cartoline realizzate per il Giro d’Italia apparsa sulla Rivista Mensile del T.C.I. nel
numero di ottobre 1901.
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Fugati i dubbi sul passaggio di inizio secolo arriviamo al 1906. Questa
volta è gara vera, anche se, da organizzatori e stampa, i partecipanti sono
sempre definiti “turisti”. La manifestazione è promossa dall’Automobile
Club Milano e definita Coppa D’Oro - Circuito Italiano di Resistenza. Il
percorso è suddiviso in 11 tappe con partenza e arrivo a Milano, dal 14 al
24 maggio, per un totale di poco più di 4000 km.
In questo caso non persistono dubbi su accoglienze particolari riservate
ai “turisti”, il tracciato è impegnativo e non prevede fermate se non quelle
tecniche; carburante e pneumatici creano difficoltà: il primo per
approvvigionamento e i secondi per le continue rotture.
Il raduno dei 52 iscritti è fissato al Parco Aereostatico della Esposizione
Universale, in corso in quel periodo. La partenza è prevista a Rogoredo,
dopo il passaggio a livello, ad evitare un pericoloso assembramento. La
direzione è Brescia passando da Lodi, ancora una volta appare probabile il
passaggio da Melegnano. Verificando la tabella di marcia e gli orari di
passaggio pubblicati dai giornali dell’epoca, restano pochi dubbi alla
supposizione.
I 31 km che dividono Rogoredo da Lodi vengono compiuti dalla prima
vettura partita, una Daimler 35 HP condotta dall’inglese Allen De Grigg, in
circa 20 minuti, dalle 4,30 alle 4,55. L’orario non avrà di certo favorito la
presenza di un vasto pubblico. Andrà meglio al ritorno con l’undicesima e
ultima tappa: partenza da Brescia per Cremona, Piacenza e arrivo a
Milano; il 24 maggio, alle 17,00, la prima vettura arriva a Milano tra due
ali di folla, l’ipotesi di un ulteriore passaggio, nel pomeriggio dello stesso
giorno, non appare del tutto fantasiosa; in quanti vi abbiamo assistito non
è dato sapere mancando qualsiasi cronaca o notizia a riguardo.
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Coppa d’Oro – Circuito Italiano di Resistenza. – 1906.
L’eco del successo che arrivava da oltre confine per
questo tipo di eventi non mancò di interessare e
stimolare il’imprenditoria, la stampa e tutta quella
parte di nobiltà, borghesia, intellettuali e politici che
vedevano lo sviluppo del settore motoristico come
segno di progresso e benessere. Ormai le corse o le
cosiddette gite e/o raduni venivano organizzati quasi
in ogni grande città; l’industria automobilistica vedeva
di buon occhio ogni occasione del genere per
pubblicizzare i propri prodotti. Nei “media” di quegli
anni, in realtà solo la carta stampata, le vittorie e i
risultati venivano rilanciati con una retorica ed
un’enfasi che ha creato leggende vive ancora oggi.
Non è quindi un caso che, nell’anno in cui è prevista in città l’Esposizione Internazionale, l’Automobile
Club Milano organizza una manifestazione “allo scopo di porre in rilievo la regolarità di marcia e la
resistenza delle vetture automobili". I premi, anche in denaro (circa 200.000 lire dell’epoca), sono
consistenti e attirano il meglio dell’automobilismo nostrano ed internazionale. Il primo premio sarà
assegnato a Vincenzo Lancia su Fiat 24 HP. Delle 52 partenti solo 16 giungeranno al traguardo.
L’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 si tenne dal 28 aprile all'11 novembre nell'area alle
spalle del Castello Sforzesco, l'attuale Parco Sempione, e in quella allora occupata dalla Piazza
d'armi, sulla quale successivamente sorgerà la Fiera di Milano. Il tema scelto fu quello
dei trasporti per celebrare il traforo del Sempione, inaugurato l’anno precedente. Furono investiti 13
milioni di lire dell'epoca, con nuove costruzioni tra cui l'acquario civico. Le nazioni partecipanti furono
40, gli espositori 35.000, i visitatori furono stimati in più di 5 milioni, per l'epoca una cifra record.
Vincenzo LANCIA – La passione per i motori che aveva sin da giovanissimo, lo portò a lavorare
presso la Ceirano. Quando l’azienda sarà assorbita dalla nascente Fiat, Vincenzo diventa dipendente
della casa torinese. Da ragioniere e meccanico si farà valere anche come pilota, sarà infatti il primo a
vincere, nel 1902, una corsa per questa marca. Nel 1906 fonda l’azienda che porta il suo nome.
Non è scontata la mancanza di contestazioni o proteste durante il passaggio delle vetture, la cronaca
del 14 maggio informa che al controllo di Brescia una donna appostata dietro la porta di casa
attendeva al varco le vetture buttando secchi di acqua. I carabinieri accorsi sul luogo sorprendono la
donna e la dichiarano in contravvenzione insieme ad un monello che compiva eguale prodezza
buttando secchi d’acqua dalla finestra. (Corriere della Sera, 15 maggio 1906)
FIAT – Emanuele Cacherano di Bricherasio, Cesare Goria Gatti, Roberto Biscaretti di Ruffia, il
Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, Michele Ceriana Mayneri, Carlo Racca, il Lodovico
Scarfiotti, Luigi Damevino, gruppo a cui si unì all’ultimo Giovanni Agnelli, dopo vari incontri al caffè di
madame Burello, si trovò l’11 luglio del 1899, presso il Notaio Ernesto Torretta, per firmare l’atto
costitutivo della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili, dando così vita a una delle maggiori
fabbriche automobilistiche del mondo, nonché il più importante gruppo finanziario e industriale
privato italiano del XX secolo.
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Arriviamo al 1934 ed è di nuovo Primo Giro Automobilistico d’Italia,
titolazione, come abbiamo visto e vedremo, usata molte volte. Organizzato
dal R.A.C.I. il programma, presentato l’anno precedente, prevede, nella
seconda delle tre tappe nel quale è suddiviso, un tratto di percorso
Piacenza-Milano.
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La stesura definitiva porterà invece i concorrenti provenienti da Reggio
Calabria a Rimini, poi Bologna, Parma, Cremona e Lodi da dove,
attraverso le strade cremasche, transiteranno da Spino, Paullo e Melzo
sino all’imbocco dell’autostrada Serenissima per entrare poi in Milano.
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Il Primo Giro Automobilistico d’Italia - Coppa d’Oro del Duce, poi Coppa d’Oro del Littorio, venne
organizzato dal RACI (Regio Automobile Club d’Italia) nel 1934, mezzo milione in lire di premi e 5687
km di percorso, suddiviso in tre tappe. La gara è riservata ai “dilettanti” a bordo di vetture turismo e
sport e la presentazione concentra tutta l’enfasi e la retorica tipica del regime al governo: - …superba
prova che nel nome del Duce riafferma il primato automobilistico italiano nel mondo..- per poi
continuare - …il grande pubblico italiano ha esattamente compreso i valori nuovi della gara che è
sorta sotto gli auspici Altissimi del Grande Animatore, del Primo Automobilista d’Italia. E nel Suo
nome ogni fatica è sempre lieve, ed ogni meta, anche la più ardua, sarà superbamente raggiunta….-
Per il regime una vetrina:- ….la completa riattrezzatura delle nostre impareggiabili strade e la
raggiunta disciplina sportiva di tutto il popolo italiano-. Le tappe si svolgono tra il 26 maggio e il 2
giugno con partenza da Roma.
R.A.C.I. - Elevato nel 1926, con legge dello stato ad ente morale, l’A.C.I. si trasforma in Reale
Automobil Club d'Italia. L’anno successivo viene istituito il PRA, Pubblico Registro Automobilistico, la
cui gestione glie è attribuita assieme alla distribuzione delle targhe degli autoveicoli. Nel 1946 si
ritrasforma in Aci.
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Questa volta pochi dubbi sul mancato passaggio da Melegnano o
limitrofi, infatti la partenza da Monza dirigerà i concorrenti verso Mantova
e l’arrivo, nello stesso autodromo, avverrà da nord con provenienza da
Merano.
La versione del percorso in progetto e quella definitiva Primo Giro Automobilistico d’Italia – Coppa d’Oro del Littorio – 1934 (XII)
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Andrà diversamente nel 1961 con la Mille Miglia; la corsa non ha più il
fascino del suo glorioso passato, pur di salvarla gli organizzatori accettano
forme diverse di gara, molto simile a quanto già visto con il Giro
Automobilistico del 1954. In sostanza una gara paragonabile a quello che
oggi sono i rally.
La tabella di marcia vede, dopo la partenza “classica” da Brescia, una
prova cronometrata a Monza, poi Melzo, Melegnano, Lodi, Piacenza,
Parma e Fornovo dove ci sarà una seconda prova cronometrata in salita.
L’andatura quasi turistica, piloti e macchine per lo più sconosciuti non
lasciano traccia nei ricordi dei melegnanesi. A vincere gli svedesi Gunnar
Anderson e Carl Lohmander su Ferrari 250 GT.
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MILLE MIGLIA – “La corsa più bella del mondo”, così la definì Enzo Ferrari. Partenza da Brescia sino
a Roma e ritorno, senza soste se non quelle tecniche. Nasce nel 1927 quando l’Automobile Club di
Brescia è desiderosa di riprendersi il primato organizzativo toltogli con il passaggio del Gran Premio
d’Italia all’Autodromo di Monza. Ultima edizione nel 1957. Sarà sospesa, come tutte le gare
motoristiche di velocità su strada in Italia, per un grave incidente a Guidizzolo (MN) che causò la
morte, insieme ai due piloti, di altre 9 persone, tra cui 5 bambini. Tre successive edizioni
(1958,1959,1961) saranno gare di regolarità. Sul finire degli anni ’70 un gruppo di appassionati
bresciani di auto d’epoca organizza una rievocazione storica che arriva, con sempre maggiore
successo di partecipanti e di pubblico, sino ai giorni nostri.
“Gazzetta dello Sport” – Nasce a Milano nel 1896 fondata da Eugenio Costamagna ed Eliso Rivera
come giornale bisettimanale che si occupa esclusivamente di sport. Il classico colore rosa viene
introdotto nel 1899. Per contrastare la concorrenza diventa organizzatore diretto di eventi sportivi.
FERRARI – Fondata da Enzo Ferrari nel 1947 è la casa automobilistica più titolata nel Campionato
Mondiale di F1. Oltre ai numerosi titoli negli Sport Prototipi e nelle G.T.. Le origini sportive risalgono
al 1929 con la Scuderia Ferrari che impiegava nelle competizioni le vetture Alfa Romeo. Il suo
emblema è stato donato personalmente dalla madre di Francesco Baracca, asso dell’aviazione
italiana durante la prima guerra mondiale.
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“La Gazzetta dello Sport”, nel 1954, riprende la denominazione Primo
Giro Automobilistico d’Italia. La gara, per non entrare in concorrenza con
la Mille Miglia, è riservata alle vetture turismo e gran turismo di serie. La
classifica sarà stilata sulla base di prove cronometrate in autodromi e
tratti chiusi su tracciati già teatro di gare in salita.
Nel 1973 l’Automobile Club Torino riprende l’idea di un Giro
Automobilistico d’Italia. Undici le edizioni, dal 1973 al 1980, poi 1988 e
1989, per saltare all’ultimo del 2011.
Generalmente disputato nelle prime settimane di ottobre con tappe di
trasferimento, tra una prova in circuito e l’altra, sull’asse Monza-Varano
(PR), o viceversa, il tracciato sfiora più volte Melegnano.
Nonostante abbia visto spesso la partecipazione di vetture e piloti di un
certo rilievo, Lancia, Alfa, Porsche, Ferrari, Villeneuve, Patrese, Brambilla
e Moretti, lo scarso apporto mediatico della manifestazione vedeva
l’appuntamento passare nell’indifferenza, molto lontana dal sogno etereo e
l’euforia collettiva, raccontata anche da Fellini in “Amarcord”, che rimar-
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ranno confinati, forse per sempre, nei libri di storia.
Anche le moto hanno avuto un ruolo in questi passaggi; proprio una
gara motociclistica farà registrare, sulla via Emilia all’imbocco di
Melegnano, l’episodio più drammatico.
Per mantenere un ordine cronologico dobbiamo però cominciare con
quella che è considerata la prima gara motociclistica italiana. Nel 1904
sarà la Gazzetta dello Sport a farsi carico dell’organizzazione dell’evento.
“1000 km a squadre” da percorrersi in 4 tappe da Milano a Brescia. La
prima di queste che porta alla Spezia, via Parma, parte da Rogoredo il 26
giugno del 1904. Superfluo pensare che non possa essere passata da
Melegnano, anche se in proposito, essendo manifestazione “turistica” con
controlli approssimativi, non ci sono certezze.
Bisognerà attendere dieci anni per assistere ad altre corse: Giro
Motociclistico d’Italia o Circuito Italiano. Due delle dieci edizioni disputate
vedranno Melegnano sul percorso.
Se per l’edizione del 1914 (I° edizione) dobbiamo rifarci alla solita
deduzione, per quella del 1923 ci soccorre il “Corriere della Sera”
scrivendo: Roma, 2 aprile, notte. La prima tappa del II Giro d’Italia
motociclistico ha avuto inizio stamane da Milano. La prima partenza è stata
data alle 3.1’; è stato Lanza che ha preso il via ..(omissis)..il tratto Milano-
Lodi è stato compiuto da Spallanzani nel miglior tempo di 26 minuti. Tutti
del resto i concorrenti hanno iniziato bene la grande marcia ad eccezione di
Biancolini che ha dovuto arrestarsi subito dopo Melegnano per la rottura
della catena perdendo una buona mezz’ora–.
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Romolo SPALLANZANI – Appartenente ad una distinta famiglia milanese approdò al motociclismo
nel 1920. Già nel 1921 vince il Circuito di Crema con una Galloni 500. Nello stesso circuito e con la
stessa moto perderà la vita due anni dopo. Al Giro d’Italia del ’23, sua ultima gara, fu costretto al
ritiro.
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Nel 2014 l’ASI organizza una rievocazione storica del Circuito
Motociclistico. Il tracciato della prima tappa Saronno-Roncobilaccio
transita da Melegnano il 14 giugno. Da Malpensa sulla tangenziale est con
uscita ad Opera. Da qui sulla provinciale Binasca verso Melegnano e poi
via Emilia direzione Lodi. Di altre competizioni che sono passate abbiamo
notizie frammentarie, vedi le gare di regolarità che si sono svolte già dagli
anni ‘20. La tipologia dei tracciati di queste gare non consente di dare
concrete risposte sulla localizzazione o l’ora del transito. L’esempio è dato
da una gara del 29 aprile 1934; organizzata dal Moto Club Milano e
denominata “Prima stella sociale”, vuole essere una prova verso il
progressivo addestramento alla disciplina della regolarità. La definizione è
data dal tipo di percorso scelto: entrata ed uscita da Milano entro un
raggio circoscritto, a formare appunto una stella.
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Itinerario, lunghezza e media in base alla categoria di appartenenza.
Per il Gruppo A l’itinerario è il seguente: Milano (Loreto), Cassano, Spino
d’Adda, Milano (Taliedo), Melegnano, Torre del Mangano, Milano
(Conchetta), Abbiategrasso, Magenta, Milano (Ghirlandaio), Castellanza,
Cesano, Milano (Fontana), Bresso, Sesto S.G. , Milano.
Nell’immaginario dei melegnanesi è comunque la Milano-Taranto a
suscitare l’interesse maggiore; l’appuntamento era atteso con ansia e
eccitazione, alimentate dalla frequente partecipazione di piloti locali. Se
non delle prime edizioni, per ovvie ragioni anagrafiche, non è raro, ancora
oggi, trovare qualche concittadino che rammenti il passaggio dei
motociclisti della Milano-Taranto. Quasi una consuetudine già dal 1919 e
sino al 1952, tranne le interruzioni tecniche o belliche, proprio in virtù del
percorso iniziale che prevedeva la partenza da Rogoredo in direzione Lodi.
Dal 1953 al 1956, con la partenza spostata all’Idroscalo, questa
consuetudine verrà a mancare.
Molti hanno visto, tutti hanno visto, e, data l’ora prevalentemente
notturna, forse sognato, fasci di luce immersi in nuvole di polvere,
meteore, che facevano dell’asfalto il loro cielo.
Giovanni AGOSTI
Giovanni era di Cremona. Aveva 26 anni quando,
inseguendo i suoi sogni, perse con il destino la battaglia
della vita a pochi passi da Melegnano. Le cronache
dell’epoca non mettono in risalto il suo nome. Era un
corridore di terza categoria e trasmetteva nelle corse la
sua competenza di meccanico.
Lavorava nella sua città, presso un’ officina di Porta Venezia, oggi piazza
della Libertà. Tanta passione e tanto coraggio lo portarono a partecipare
alla Milano-Taranto. Con una Gilera 500, numero 94, alle 2,51 del 15
maggio, partì da Rogoredo per affrontare la via Emilia, diretto verso quel
traguardo cosi sognato e lontano. Giunto alle porte di Melegnano, alle
3,30 circa, una curva verso sinistra, in prossimità di un distributore, tradì
la sua guida e, scivolando, finì mezzo ai tanti appassionati spettatori
assiepati per vedere il passaggio della corsa.
Non era il primo incidente che avveniva nella nostra zona. Già nel 1933
Giovanni Feola, 23 anni da Altavilla Irpina (AV) perse la vita a Sordio,
finendo, dopo una caduta, con la sua Norton 500, contro un’auto. Questa
volta il bilancio però fu più tragico: oltre al pilota, deceduto in giornata
all’Ospedale Predabissi per le ferite riportate, morì uno spettatore:
Umberto Vitaloni di Pietro, abitante a Pregnana (n.d.r. Trognano) di
Bascapè, 31 anni, contadino.
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In omaggio al ricordo di Giovanni dedichiamo
la pagina a Dermille Cibolini.
Concittadino di Giovanni, gareggiò per il
Moto Club, fondato in città in sua memoria
negli anni ’50. Disputò, tra il 1953 e il 1957,
oltre a numerose gare in circuito, tre Giri
d’Italia Motociclistici e tre Milano Taranto
ottenendo apprezzabili risultati.
Dermille Cibolini – Cremona 2016
Altre 11 persone rimasero ferite in modo più o meno grave: Amedeo
Canevari di Giovanni, bracciante di Ponte Lambro, 16 anni; Dario Spinelli
fu Giuseppe, lucidatore di mobili, 40 anni e Mario Diadante di G.Battista,
elettricista di 33 anni, da Muggiò; i contadini Enrico Brera di Carlo, di
Vistarino (PV), 27 anni e Giuseppe Fusari di Carlo, San Giuliano M.se, 24
anni; Pietro Cremonesi fu Carlo, Melegnano, 40 anni; Marino Forti di
Anselmo, carpentiere di Rogoredo, 19 anni e il suo coetaneo Giulio
Annicasco di Eliseo, operaio di Locate Triulzi; Pietro Gruppi, meccanico di
San Giuliano M.se, 16 anni; Enrico Mariani di Luigi, tornitore di
Rogoredo, 19 anni.
I soccorsi, come riporta la cronaca della stampa dell’epoca, furono
coordinati dal maresciallo Covelli e il brigadiere Russo, carabinieri della
stazione di Melegnano, già sul posto a garanzia del servizio d’ordine.
Giovanni era figlio di Umberto Agosti e Tersilia Calvi. La salma fu
trasportata nella natìa Cremona dal padre, infermiere presso l’ospedale
della città, e sepolto nel Cimitero Comunale ove tuttora riposa.
La Milano-Taranto è stata una corsa motociclistica su strada che si disputò dal 1937 al 1940 e
dal 1950 al 1956. Il percorso, proposto da Mario D'Eintrona, presidente del Moto Club Taranto, con
l’avvallo di Ugo Leonardi, presidente del Reale Motoclub d’Italia e Console della Milizia della Strada
(Polizia Stradale), prevedeva il prolungamento della Milano-Napoli che, con denominazione Raid
Nord-Sud, aveva già avuto diverse edizioni, dal 1919 sino al 1926, per riprendere nel 1932 come
Coppa Mussolini. L’iniziativa di una gara di resistenza, in unica tappa e per questo definita anche
Gran Fondo, era nata nel 1915 da un’idea di Leonardo Acquati, presidente dell’Ucam (Unione Ciclo
Auto Moto), patrocinata dalla Gazzetta dello Sport, ma poi accantonata per l’entrata dell’Italia in gu-
erra. Ripresa subito dopo la fine del conflitto, l’11 ottobre del 1919, con partenza da Milano-
Rogoredo, ebbe inizio una storia sportiva che sarebbe presto sconfinata in leggenda. Nelle edizioni
1919-1925,1932-1940 e 1950-1952, dopo la partenza da Rogoredo, i concorrenti si dirigevano verso
Lodi, poi Piacenza, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Taranto. Nelle successive, dal 1953 al 1956, la
partenza fu spostata all’Idroscalo raggiungendo Lodi dalla Paullese. Le competizioni erano viste
come il metodo più diretto ed efficace per sviluppare e sperimentare l’industria motoristica, in
particolare quella motociclistica; uscita rafforzata dal contesto economico-industriale di guerra
andava però riconvertita ad uso civile, dava inoltre modo, a grandi e piccole marche, di presentare al
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pubblico che mostrava di gradire l’attività agonistica, i mezzi che venivano poi commercializzati (nel
1914 erano presenti sul mercato poco più di una decina di aziende italiane; dieci anni dopo
sarebbero state quasi un centinaio, senza contare le marche di importazione). La gara era aperta a
tutti; insieme ai campioni delle squadre ufficiali, gli “accasati” come venivano definiti allora, potevano
partecipare i privati che spesso riuscivano anche ha prevalere. Nelle prima edizione si arrivò ad una
quarantina di iscritti, con sette classificati alla fine; nell’ultima i partenti furono circa quattrocento. La
distanza prevista nel 1919 fu di 843 km percorsi a 38,296 km/h, diventati 1293 nel 1956 con media di
106,630 km/h; il record è del 1955 con oltre 120 km/h. L’interesse e la popolarità della corsa, dei
piloti e delle marche aumentò a dismisura, sopravvivendo al travaglio di un difficile periodo storico,
con milioni di persone che si riversarono sulle strade per vederne il passaggio. Al massimo del
successo, ed a soli dieci giorni dalla disputa dell’edizione 1957, la corsa sarà prima sospesa e poi
abolita, insieme a tutte le competizioni di velocità su strada, in conseguenza del tragico incidente alla
Mille Miglia automobilistica di quell’anno. Alcune definizioni date nelle cronache dell’epoca, da
“l’epopea dei senza paura” a “gli arditi della strada fanno il solletico alla morte” raccontano solo in
parte che cosa sia stata la gara più bella, avvincente e irripetibile che la storia motociclistica ricordi.
Dal 1987 viene disputata una rievocazione storica.
23 giugno 1951 – In una
sconosciuta officina milanese il
motociclista romano Giuseppe
Semprini lavora sulla messa a
punto della sua Moto Guzzi
500 sport, in preparazione
della Milano-Taranto.
Giungerà ottavo assoluto e
sesto di classe; 15h05m18s il
suo tempo per percorrere i
1400 km che dividono Milano
da Taranto. (Un ricordo per lui
ed un omaggio all’amico
Lorenzo).
GILERA è una delle più antiche aziende italiane di moto. E’ stata fondata da Giuseppe
Gellera nel 1909 a Milano, in seguito si trasferì ad Arcore (MI). Dopo la prima guerra
mondiale cominciò a produrre moto da 500 cc. e iniziò a partecipare e a vincere nelle più prestigiose
competizioni internazionali. Vinse 6 titoli mondiali nella 500 prima di ritirarsi dalle corse nel 1957.
MOTO GUZZI - Fondata nel 1921 da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi. La fabbrica doveva sorgere a
Genova, ma le agitazioni sociali che attraversavano la città, consigliarono una provincia più tranquilla,
così il primo modello venne realizzato nel garage di casa Guzzi, nel lecchese. Subito vincente nelle
maggiori competizioni internazionali fu la prima casa italiana a vincere il Tourist Trophy. Il fratello di
Carlo, Giuseppe, raggiunse Capo Nord con un nuovo modello che in seguito all’impresa venne
chiamato Norge.
La Moto Guzzi 500 “Falcone” è una motocicletta costruita dalla Moto Guzzi tra il 1950 e il 1967.
Il motore è monocilindrico orizzontale. Il telaio è a doppia culla chiusa in tubi; la sospensione
anteriore è formata da una forcella telescopica, mentre al posteriore c'è un forcellone oscillante con
molla sotto il motore, assistita da due ammortizzatori a compasso. Il cambio è un quattro marce con
comando a pedale. Poteva raggiungere i 130 km/h.
MV AGUSTA – Meccanica Verghera Augusta nasce come settore del gruppo Agusta per la
produzione di motociclette commerciali e da competizione. Viene fondata da Domenico Agusta,
particolarmente interessato ai veicoli terresti. Attiva dal 1945 al 1977. Ha vinto 75 titoli mondiali nella
velocità, 38 piloti e 37 costruttori. Ii marchio è stato acquisito dalla CAGIVA nel 1992. Nel 2008 è
passato al gruppo Harley Davidson e nel 2010 ai fratelli Castiglioni.
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Alle 3.49 del 20 giugno 1954, Enrico parte dall’Idroscalo di Milano,
con la Moto Guzzi 500, numero 451, per una cavalcata di 15h 47m 16s
che lo porterà a Taranto. E’ la IX edizione di questa corsa e lui arriva 5°
nella sua classe; da “non accasato”, un risultato eccezionale a bordo di
una delle più potenti moto circolanti all’epoca. Abbiamo trovato il suo
nome nelle classifiche, indelebile nella storia di questa corsa, e nessuna
immagine. E’ doveroso un ritratto, un omaggio al “Richino Prinel”,
indimenticato personaggio, non solo sportivo, “meregnanino”.
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Omaggio ad Enrico Prinelli - Moto Guzzi 500 - Milano-Taranto 1954
Enrico PRINELLI
CIRCUITO DI MELEGNANO
Finita la “Grande Guerra” riprende con rinnovato vigore l’espansione
del motorismo sportivo. Fenomeno iniziato nei primi anni del XX secolo
interrotto dal conflitto mondiale. Nascono le grandi corse su strada e le
gare sui circuiti cittadini. Il neonato Moto Club Melegnano organizza il
“Circuito di Melegnano”.
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Diverse le edizioni di cui si trova traccia nella stampa nazionale. Quella
locale è del tutto assente, se non per il bollettino mensile parrocchiale “La
Campana”. Nei vari programmi, notizie o commenti è altresì possibile che
la cronologia numerica del “Circuito” sia ripetuta. L’evoluzione dello sport
motociclistico è tale che, all’introduzione di nuove regole, spesso gli
organizzatori non tengano conto di edizioni precedentemente svolte. Il
programma ufficiale dell’edizione 1934, la quarta, parla di: “Libro d’Oro
della Nuova Formula di Gara”, riportando solo l’edizione dell’anno
precedente.
Della prima gara ritroviamo la notizia sotto forma di un sublimale
messaggio pubblicitario.
“La Stampa” di Torino dell’11 agosto 1924:
Seguendo lo Sport - Una brillante vittoria della “Orione”.
La motocicletta Orione si è dimostrata nella Biella-Graglia la più veloce in
salita, trionfando alla media di 50,5491. Come i salita anche in pianura la
Orione ha affermato le sue eccelse doti di velocità e resistenza vincendo il
“circuito di Melegnano” di Km. 134 alla media oraria di Km. 65.454,
malgrado il difficilissimo percorso. Guido Carpi, via Gerolamo Cardano, 1.
Milano, 29.
Copertina del programma ufficiale del 1925Ricostruzione da versione pubblicata su sito internet (proprietà ignota)
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Corriere della Sera, 16 giugno 1925 – Motociclismo
Il circuito di Melegnano per biciclette a motore.
La 4° prova valevole per il campionato delle biciclette a motore si è svolta
ieri sul circuito di Melegnano (Km.135). La gara non ha avuto altre fasi
notevoli, dopo il ritiro di Sceti per incidente di macchina, perché i primi due
arrivati hanno nettamente sopravvanzato tutti gli avversari vincendo
indisturbati. Ecco la classifica:
1. Cavedagni (G.D.) in ore 1.55’56”4/5 (media Km. 69,350); 2. Baschieri
(G.D.) 1.56’57”4/5; 3. Boneschi (Rondine) 2.10’0”2/5; 4. Lunardon (Orione)
2.11’33”2/5; 5. Saini 2.14’53”2/5; 6. Carpi 2.16”; 7. Cigalla 2.17’59”2/5;
8. Filippi 2.18’2”2/5. Giro più veloce Cavedagni al 2° giro in 13’52”1/5
(media Km. 72, m. 519).
Corriere della Sera, 14 giugno 1926.
Melegnano, 14 giugno, matt.
Si è disputata ieri una gara di di velocità per biciclette a motore sul percorso
Melegnano-Landriano-Carpiano-Melegnano (Km. 135) a cui hanno
partecipato 18 concorrenti.
Ecco l’ordine d’arrivo: 1. Bernardoni (G.D.) in ore 1.51’15” (media chilometri
72 e m. 970); 2. Tigli (M.M.); 1.54’; 3. Panzeri (G.D.) 2.3’5”; 4. Cavallotti
(Orione); 5. Bernasconi (Vassena); 6. Saini; 7. Soffientini; 8. Morosini. – Il
giro più veloce è stato compiuto da Tigli al settimo giro (media Km. 73 e m.
880).
Albo d’Oro pubblicato sul programma del 1934, classifica edizione 1933:
III. Circuito di Melegnano – 15 ottobre 1993 - XI
Categoria sino a 175 cmc. I. Soragna (Ras) media Km. 68,248; II. Degli
Uberti (Mas) media Km. 65,734; III. Villa (Ras) media Km. 65,211; IV. Secchi
(Sertum) media Km. 62,166.
Categoria oltre i 175 cmc. I. Singrossi (Mas) media Km. 68,498 (record)
(unico classificato ex aequo).
Coppa Comune di Melegnano: Casa MAS
Dall’edizione pomeridiana del Corriere della Sera del 15 ottobre 1934.
Il circuito motociclistico di regolarità veloce svolto sul percorso Melegnano-
Carpiano-Melegnano ha dato questi risultati:
Categoria fino a 250 cmc.: 1. Angonoa (Sertum), 2. Giovanardi (Frera).
Categoria oltre 250 cmc.: 1. Ventura (B.S.A.), 2. Fieschi (Astoria).
Nasce negli stessi la gara di regolarità organizzata dal Moto Club
Melegnano, probabilmente in onore del concittadino Boneschi che tanta
gloria raccoglie nella specialità. Per distinguerla dal circuito viene
chiamata “Marcia di regolarità” (1932). Nel nome non è esclusa una
strizzatina d’occhio al “regime”, ma questa è un’altra storia.
22
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ORIONE – Azienda milanese fondata da Guido Carpi che produsse motori a due tempi da 87 e 125
cc e un modello da 124 cc con valvole in testa. I motori erano venduti anche da soli. Le officine erano
a Porta Venezia. Con una Orion 125 Nello Pagani iniziò la sua carriera.
G.D. – Casa bolognese fondata nel 1923 da Mario Ghirardi e Guido Dall’Oglio. Sino al 1930 vince
quasi tutte le gare a cui partecipa con la sua bicicletta a motore. Nel 1924 stabilisce il record
mondiale sul chilometro lanciato. Collabora con la M.M. e la C.M. Durante la guerra costruisce
componenti militari e nel dopoguerra modificherà la sua produzione in componentistica
metalmeccanica per uso civile.
R.A.S. - Fabbrica Motociclette fondata da Achille Fusi – Milano 1932-1936; motori JAP da 175 a 500
cmc.
Martino SOFFIENTINI – Alfiere della Orione 125 con cui vinse molte gare: Biella-Graglia e
Franciacorta nel 1924, Casalbuttano nel 1925. Nel 1927 passò alla G.D.. Nello stesso anno morì a
Milano travolto da un tram mentre attraversava i binari.
Mario CAVEDAGNA – Conquistò negli anni tra il 1923 e il 1926 diverse corse con la G.D. 125.,
compreso il Campionato Italiano nel 1924. Fondatore e costruttore della C.M.
Carlo BASCHIERI – Modenese, campione d’Italia 1925 con la G.D. 125. Nel 1929 viene chiamato
alla Benelli, in pochi anni, con la 175, vince il G.P delle Nazioni, quello Svizzero, Europa, Targa Florio
e molte altre corse minori. Nel 1932 con la Benelli 175 conquista il titolo italiano di categoria.
Roberto DEGLI UBERTI – Motociclista e giornalista, portava nei suoi scritti le esperienze e le
conoscenze acquisite nelle corse. Partecipò come regolarista a diverse gare con la M.A.S.
Umberto BERNARDONI – Toscano, nel triennio 1925-27 collezionò 16 vittorie in una intensa attività
che lo portò in tutta Italia, sempre con la G.D. 125.
Copertina del programmaufficiale del 1934
(Archivio V.A. Palmisano)
Percorso IV° Circuito di Melegnano 1934
(Archivio V.A. Palmisano)
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Amedeo TIGLI – Dopo sporadiche apparizioni nei primi anni ’20, con varie marche, diede impulso alla
sua attività con la M.M. 125 e, nel 1925, vinse subito la Mi-Na. Con la stessa marca diventò
Campione d’Italia con le biciclette a motore nel 1926 e con la 125 nel 1927. Altre belle affermazioni
negli anni successivi con la 175, sempre con la M.M. sino al definitivo ritiro nel 1932.
Mario ANGONOA – Inizia nel 1926 con una Gilera 500; dal 1932 al 1939 pilota ufficiale Sertum, sul
finire dell’anno passa alla M.A.S.; torna alle corse nel 1948 con lo scooter Lambretta.
Mario VENTURA – Nel 1933 le sue prime gare, in seguito passa dalla B.S.A. alla Sertum e poi alla
M.A.S.. Partecipa a diverse edizioni della Mi-Ta. Chiuderà nei primi anni ‘50 correndo con la M.M. e
la M.V.
Giuseppe GIOVANARDI – Pilota ufficiale Frera.
Giuseppe SORAGNA – Più commerciante che pilota, Ras e Benelli le marche trattate, partecipò
comunque a diverse gare in campo velocistico e regolaristico cogliendo diverse affermazioni, sino al
1938 quando lasciò per dedicarsi esclusivamente al commercio.
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Le successive notizie ci portano direttamente al dopoguerra; da un
ritaglio di giornale del 1950, ripreso da un vecchio album senza nome e
data, firmato G.L.S, abbiamo indicazione sulla disputa del primo circuito
motociclistico di Melegnano.
Lascia perplesso la titolazione “primo”. Probabilmente l’intento degli
organizzatori era quello di “ricominciare” una nuova storia. Cambia anche
percorso, rispetto all’anteguerra il tracciato viene ricavato tra le vie
dell’abitato. Quello classico, che portava verso Carpiano, sarà utilizzato
ancora in gare di regolarità.
1° maggio 1950 – Centauri in ardimentosa cavalleresca lotta – Perotti e
Brunoni frecce vittoriose nel primo circuito motociclistico.
Giornata di entusiastica passione sportiva è stata per i melegnanesi
quella del Primo Maggio. Il Moto Club Natale Boneschi ha dato via ad una
serie di gare che rinnovandosi di anno in anno chiameranno a Melegnano i
migliori corridori della regione in competizioni che, a giudicare dagli inizi
saranno sempre più ricche di interessi. E’ la gloriosa tradizione del
motociclismo melegnanese che si rinnova in manifestazioni alle quali la
grande maggioranza dei cittadini ha dato e dà continuamente un
interessamento ed un appoggio entusiastico. Ciò vale a ricompensare la
laboriosa attività e la tenace iniziativa di dirigenti e soci che nella
organizzazione del Moto Club melegnanese tengono vivo nel mondo sportivo
il nome dell’indimenticabile Natale Boneschi.
Il numero di spettatori che hanno fatto ala alla pista il loro entusiasmo e
la loro “partecipazione”, il numero dei premi che privati ed enti pubblici
hanno assegnato alla gara stanno a dimostrare il favore riscontrato e la
simpatia suscitata dalle iniziative del Moto Club la cui opera è altamente
meritoria essendo intesa a coltivare in un’atmosfera di pace e di serena
concordia lo spirito agonistico di emulazione, l’estrinsecarsi di quei valori
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personali e collettivi che nello sport trovano facile e naturale manifestazione.
L’elogio, meritato, agli organizzatori che hanno curato in ogni particolare
lo svolgimento della manifestazione va esteso a tutti quanti hanno prestato
la loro opera, alle forze di polizia locali ed a quei militi che sono loro venuti in
aiuto e soprattutto alla popolazione del Rione San Rocco che con altro spirito
di civismo ha facilitato il già tanto complesso meccanismo organizzativo.
Nessun incidente sé dovuto lamentare e taluni rarissimi casi di
insubordinazione vanno ascritti agli incontenibili scoppi di entusiasmo che
hanno caratterizzato alcuni momenti della competizione.
Massironi e Danelli, beniamini melegnanesi, sono stati animati dagli
applausi e dagli incitamenti della loro della loro sventurata sorte. Abbiamo
assistito con commozione allo spettacolo di solidarietà di tanti tra i più noti
motociclisti melegnanesi che pochi istanti prima che Massironi prendesse il
volo per la gara finale si sono stretti attorno a lui con mille premure e mille
raccomandazioni quasi volessero comunicargli il desiderio e la volontà di
vittoria che li animava, che animava tutti i melegnanesi: -Franco vinci!- era
l’augurio degli amici che gli battevano la spalla; -Forza Franco!- gridavano
le ragazze assiepate dietro le sbarre; -folza Franco!- gridava il nipotino del
campione che per primo era corso a baciarlo quando tagliava trionfalmente
il traguardo della seconda batteria. E Franco è partito come un razzo, con
una ripresa di gran classe che non smentiva le sue qualità di campione
nazionale dei “lambrettisti”.
Al primo giro il cronometro segnava già un vantaggiosissimo distacco,
dopo qualche giro ci fu un vuoto, un attimo di sospensione durante il quale
la folla ammutolendo incominciò ad agitarsi. All’imbocco del viale abbiamo
visto entrare il gruppetto degli inseguitori e Franco non c’era. Fu un sussulto
elettrizzante per tutta la pista, un correre da ogni parte, un agitarsi di
dirigenti e poliziotti. Tutti si chiedevano perché, tutti volevano sapere. E la
verità non tardò ad arrivare. Franco era incolume, ma fuori pista col motore
guasto, impossibilitato a condurre a termine quella gara che aveva
incominciato così brillante.
Franco Massironi ha moralmente vinto. Ma gli sportivi melegnanesi
hanno coronato di applausi il simpatico Perotti e il giovane Brunoni che
vincitori delle loro categorie hanno percorso in giro d’onore la pista che è
stato teatro delle loro belle emulazioni. A Franco Danelli non è arrisa la
fortuna. Balzato subito in prima linea durante il primo giro della prima
batteria aveva suscitato tra gli ammiratori un’ondata di entusiasmo. Forse è
dovuto alla sua impressionabilità quell’errore di calcolo che lo portava
irreparabilmente per la gara e fortunatamente senza danni, fuori pista
nell’imbocco di una curva. Gli sportivi melegnanesi molto s’attendono dal
suo coraggio e dalla sua abilità e si augurano vicino un suo successo.
La gara ha avuto uno “starter” di eccezione: il campione Nello Pagani.
( G.L.S.)
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Le classifiche:
Ecco in sintesi i risultati conseguiti dai partecipanti al 1° Circuito
melegnanese, quali sono stati forniti dalla giuria.
Dopo la gara ciclistica organizzata dal Pedale Melegnanese e della quale ci
occuperemo in una prossima occasione si sono svolte le le gare di velocità
delle due batterie di scooters. Ha fatto seguito la gara riservata alle
motoleggere da c.c. 125 ed infine la manifestazione s’è chiusa con la gran
finale delle moto scooters.
La prima batteria –moto scooters ha percorso i 15 giri pari a km. 16,500
dando i seguenti risultati: 1. Brunoni Luciano su Lambretta, in 23’; 2.
Papagni Gianvito su Vespa, in 23’01”; 3. Milani Gilberto su Lambretta, in
24’05”. Il giro più veloce è stato il 4° di Milani. Franco Danelli si è ritirato al
2° giro.
La seconda batteria-moto scooters sullo stesso percorso ha dato: 1.
Massironi Franco, su Lambretta, in 21’17”; 2. Reati Armando, su
Lambretta, in 21’34”; 3. Santiani Bruno, su Lambretta, in 21’40”; 4. Zubani
Romualdo, su Lambretta, in21’43”. Il giro più veloce è stato il 5° di Franco
Massironi. Pollina Altidoro si è ritirato all’undicesimo giro.
La gara finale di 30 giri, pari a km. 33, ha dato questo risultato:
1. Brunoni Luciano del M.C. Gentlemens, in 40’39”; 2. Reati Armando del
M.C. Innocenti, in 40’59”; 3. Santiani Bruno del M.C.Lombardo, in 40’40”
(giri 29); 4. Milani Gilberto del M.C. Lambretta, in 41’16” (giri 27). Il giro più
veloce è stato il 9° di Brunoni Luciano. Papagni Gianvito si è ritirato al 5°
giro e Franco Massironi al decimo. Il giovane Brunoni ha condotto una
bellissima gara, nonostante avesse il giorno prima partecipato, con esito
vittorioso, ad una competizione dello stesso genere a Pavia.
La competizione svoltasi tra le motoleggere da c.c. 125 si è così conclusa
dopo i 45 giri, pari a km. 49,500: 1. Perotti Paolo, su Alpino, in 54’36”; 2.
Alquati Giulio, su M.V., in 55’11”; 3. Bottigelli Andrea, su M.V., in 55’40”; 4.
Savrè Angelo su C.M., in 55’24” (giri 38). Al 33° giro si è ritirato Bottigelli
Andrea che ha corso con una M.V. Giro più veloce è stato il 40° di Alquati.
Emozionante e ricco di interesse è stato il duello condotto per lungo tempo
da Alquati e Perotti. Dopo alterne vicende Perotti, cha fa parte del M.C.
Broni, ha avuto un brillante sopravvento.
L’importo totale dei premi distribuiti è stato di L. 50 mila dei quali 10 mila al
primo arrivato di ogni categoria. Oltre a numerose offerte in contanti ed alla
vistosa elargizione fatta da dott. Saronio hanno offerto doni in natura le
seguenti ditte, cui vanno i ringraziamenti da parte del M.C. Boneschi.
Invernizzi Enrico, vini; Distilleria Ciceri; Salumeria Santoni; Aldo Vigano,
tessuti; Fiaschetteria Prospero Mazzieri; Pasticceria Cambieri Peppino;
Cesari Enrico, cicli; Lazzari Galileo, vini; Caffè Centrale; Sarchi Achille e
Figli; Distelleria Alemagna; F.lli Castellini; Castellaro Peppino, vini; Lanzani
Peppino, vini; Cottidetto Cervella, Salumeria di S.Giuliano M., F.lli Vigo,
macelleria; Sarchi Gino, vini.
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Luciano BRUNORI – Ha seguito le orme paterne gareggiando con una Lambretta, da lui trasformata,
in circuiti per motoscooters. Nel 1950 e 1951 consegue vittorie a Pavia, Melegnano ed Arco.
Paolo PEROTTI – Debutta nel 1949 portando ad esordio l’Alpino. Detto “Diavulèi” consegue con
questa marca numerose vittorie, tra cui Melegnano, Lodi, Broni e Stardella, sia con la 75 cc. che la
125 cc. Nel 1951 passa all’Ardito insieme al progettista Trespidi, continuando a mietere vittorie anche
con questo marchio.
ALPINO – Marca dovuta all’ingegno di Piero Trespidi che nel dopoguerra ampliò l‘attività della
Motobici, casa da lui fondata a Stradella (PV), specializzata in piccoli motori. Questa moto fu la prima
del quale l’azienda costruiva anche la ciclistica. Numerose le vittorie che alimentavano anche il
successo commerciale. Particolarmente fiorente l’esportazione verso l’Argentina. Proprio questo ne
causò il fallimento, conseguenza della cancellazione del debito estero a seguito della crisi peronista.
Nello PAGANI – Campione del Mondo 1949 con la F.B. Mondial 125.
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Dal sito “melegnano.net”, attivo dagli anni ‘90, creato e gestito, sino alla
sua scomparsa, da Ettore Rossoni, abbiamo notizia che questa
manifestazione aveva consentito al Moto Club Boneschi una donazione di
attrezzature mediche all’Ospedale Predabissi. Delle edizioni successive
non si hanno, o perlomeno non abbiamo trovato, notizie certe e
verificabili, se non legate direttamente a personaggi che vi hanno
partecipato.
La memoria collettiva ricorda gare e manifestazioni senza essere in
grado di affermare con certezza date e situazioni. Spesso viene confuso il
circuito, gara di velocità, con la gara o le gare di regolarità che, sia pure
localizzate a Melegnano o dintorni, avevano uno sviluppo di percorso
molto vasto. In una ampia descrizione delle attività vengono segnalati
nominativi di piloti, concittadini, di cui non si sono trovati riscontri.
Tuttavia per il loro impegno crediamo sia giusta una doverosa menzione:
Piero Cattaneo, Massimo Griffini, Piero Morosini, Peppino Sala, Battista
Sala, Romeo Cremascoli e Ettore Cattaneo, detto “Rataula”. Quest’ultimo
sarà al centro della cronaca scientifica negli anni ‘30 per la sua
competenza in campo aeronautico.
Di ben altro tenore le manifestazioni per la Fiera del Perdono 1951.
Sono infatti previste, sempre con organizzazione M.C. Boneschi: il 6°
Convegno Motociclistico Regionale e generiche Manifestazioni
Motociclistiche, presumibilmente gincane o giochi.
In seguito viene riproposto agli appassionati melegnanesi il circuito di
velocità , raccontato così dall’ormai consueto foglio rosa milanese:
“La Gazzetta dello Sport”, 18 aprile 1951:
Il secondo Circuito di Melegnano
Melegnano, 17. – Il primo maggio prossimo, alle ore 14,30, il locale Moto
Club Natale Boneschi farà svolgere la seconda edizione del circuito di
velocità “Città di Melegnano”. Quest’anno la gara avrà carattere nazionale:
ad essa prenderanno parte 32 corridori di seconda categoria delle classi
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125 cc. e motoscooter sino a 125 cc.
La ricca dotazione di premi (oltre L. 200.000), il tracciato di gara su un
percorso quasi totalmente asfaltato, che pur nella sua brevità ha dimostrato
di essere un ottimo banco di collaudo della abilità dei piloti e della efficienza
delle macchine, l’accurata preparazione in atto da tempo da parte degli
organizzatori, benevolmente coadiuvati nei loro sforzi dalle autorità locali,
tutto insomma non mancherà di attrarre a Melegnano quella folla di sportivi
e di simpatizzanti che l’anno scorso gremiva ogni metro del percorso.
“La Gazzetta dello Sport”, 3 maggio 1951:
Longoni e Ottolini vincono a Melegnano
Melegnano, 2. – Si è disputato ieri l’atteso circuito riservato ai seconda
categoria e alle classi motoscooter e motoleggere 125 cc. Severo è risultato il
collaudo delle macchine e dei piloti, a causa del maltempo. L’organizzazione
curata dal M.C. Natale Boneschi è risultata esemplare.
Ecco le classifiche:
Motoscooter 125 cc.: 1. Longoni Emilio (n.d.r. Ernesto) (Lambretta) che
compie i 45 giri del percorso pari a km. 50 in 56’ 34”, alla media di km.
52,977; 2. Poggi Giovanni (moto Z); 3. Boneschi Giuseppe (M.V.) fermato al
34° giro; 4. Santiani Bruno (Lambretta) ferm. al 41°; 5. Zubani Romolo
(Vespa) ferm. al 39°.
Motoleggere 125 cc. : 1. Ottolini Aldo (Alpino) 32 giri pari a km.35 in 37’ 26”;
2. Alquati Gino (M.V.); 3. Albonico Adriano (id.) ferm. Al 30° giro; 4. Ghiaretti
Duilio (Morini) ferm. al 30°; 5. Tosetti Antonio (M.V.) ferm. al 30°; giro più
veloce: il 10° di Botticelli (Alpino) in 1’08”, media km. 58,764.
Programma Fiera del Perdono 1951 (Archivio Massironi)
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Di questa gara ci incuriosisce un racconto di Remo Venturi; episodio
menzionato nella sua biografia “L’epoca di Remo”. Recentemente
contattato, il pilota spoletino, classe 1927, ha confermato l’aneddoto senza
peraltro essere in grado di fornirci altri particolari.
Remo si iscrive al Circuito di Melegnano con la Morini 125: moto con la
quale era solito gareggiare, praticamente in tutta l’Italia, in questo tipo di
eventi. Le trasferte più lunghe avvenivano in treno: con moto e il fratello
Sante, che fungeva da meccanico, arrivano pertanto a Melegnano. Trovò
alloggio, indicato dall’organizzazione, in un albergo cittadino. Forte delle
sue capacità e di una moto decisamente superiore dominò la prima
batteria, registrando un tempo di gran lunga inferiore rispetto agli altri
concorrenti, anche della seconda batteria.
Questo “preoccupò” fortemente gli organizzatori che ambivano alla
vittoria di un pilota locale. Detto e fatto, mentre lui riposava
tranquillamente in attesa della finale, anticiparono la partenza di una
mezz’ora mettendolo fuori gioco. Con molta onestà pagarono regolarmente
ingaggio e albergo ma l’anticipo fu perlomeno sospetto.
Nel cordiale colloquio avuto con lui e la sua gentilissima signora, tra
l’altro qualche giorno dopo il recente terremoto (ottobre 2016), dopo i
convenevoli iniziali, mi racconta con ironia l’episodio: -Ho subìto ben di
peggio; all’epoca non erano rari tagli di percorso o piccole furberie atte a
favorire piloti del luogo-. Riconosciamo una certa presunzione nell’avere
chiesto, a nome degli sportivi melegnanesi, scusa. Dalla sua risata
abbiamo compreso che erano state accettate.
Giuseppe Boneschi – M.V. 125 Circuito di Melegnano 1951 (Archivio M.C.M.)
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Ernesto LONGONI – Nato a Gorgonzola, meccanico della Guazzoni, porta al successo in prove di
velocità e regolarità la Morini 125. Assunto in Lambretta coglie diverse vittorie tra cui, nel 1951, la Mi-
Ta e la gara di resistenza internazionale, Liegi-Milano-Liegi.
Remo VENTURI – Iniziò nel 1949-50 con una DKV per passare poi alla Morini 125 “sportiva”. Nel
1951 arrivarono le prime vittorie nelle categorie inferiori, poi nel 1954 la vittoria alla Mi-Ta con la FB
Mondial 175. Dal 1955 al 1962 è pilota ufficiale M.V. in squadra con J.Surtees. Nel 1957 vince il Giro
d’Italia con la 175, mentre con la 500 è due volte campione italiano e vice-campione del mondo nel
1959-1960, vincendo il G.P. Olanda, valido per il mondiale, ad Assen.
Altro titolo italiano nel 1962 e passaggio alla Bianchi, dove otterrà, nel 1965, l suo ultimo titolo
nazionale. Nel 1966 vince con la Gilera 500 la Temporada Romagnola, l’ultima vittoria di questa
classe per la casa di Arcore, battendo un certo Giacomo Agostini.
MOTO MORINI – Dopo avere lavorato per anni alla MM, Alfonso Morini decise di mettersi in proprio
fondando nel 1937 la Moto Morini. Inizialmente costruisce solo motocarri, poi nel dopoguerra
cominciò la produzione di motociclette. Morini, valente progettista e pilota, si cimenta nelle
competizioni ritenendolo il mezzo più adatto a pubblicizzare il proprio marchio. Con una 125
monocilindrica a 4 tempi sono subito campionati italiani e nel 1952 arrivano le vittorie mondiali. Nel
1963 sfiora il campionato mondiale con Tarquinio Provini nella classe 250. Alla morte di Alfonso nel
1969 seguono vari passaggi di proprietà sino al fallimento avvenuto nel 2012.
BIANCHI - La storia del marchio ha inizio nel 1885, quando Edoardo Bianchi aprì la sua prima
bottega a Milano. Iniziò costruendo biciclette e fu il primo in Italia a passare dalle gomme piene a
quelle con camera d’aria (Dunlop) nel 1888. Nel 1901 produsse la prima bicicletta a motore, mentre
nel 1903 furono presentate le prime autovetture. Nel 1924 la Bianchi debutta nel motociclismo
sportivo con Tazio Nuvolari. Nel dopoguerra produsse vari modelli motociclistici: Aquilotto, Bianchina,
Tonale, Stelvio, etc.., sino alla chiusura definitiva nel 1964.
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Mario MANELLI – Bianchi 125Carlo PORRO – Gilera 150
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La seconda metà degli anni ‘50 segna la fine delle gare velocistiche su
percorsi cittadini o stradali; la discreta tradizione di Melegnano nel settore
regolaristico consente l’organizzazione di gare dedicate. Non essendo più
possibile disputare prove, anche per brevi tratti, le cosiddette “speciali”, su
strade principali, vengono ricercati percorsi prevalentemente sterrati;
strade di “campagna” oppure tratti chiusi in appositi campi, con percorso
tracciato con paletti, corde, appositi nastri od ostacoli “naturali”.
L’acqua sarà elemento caratterizzante della prova melegnanese: sia per
cause “naturali”, vedi periodi piovosi, oppure per cause “artificiali”: con
l’apertura notturna della chiuse di contenimento, causa di qualche
rimostranza degli agricoltori che non vedevano di buon occhio la
situazione. Grande il divertimento per il pubblico e grande le difficoltà per
i concorrenti.
“Motoitalia”, la rivista ufficiale della federazione (31 luglio 1969) riconosce
l’onore della copertina a queste particolari condizioni.
Il dualismo, la sfida a due in ogni settore, non solo sportivo, nel nostro
paese ha sempre infiammato passioni e interessi. I tifosi dell’una o
dell’altra parte si contendono ragioni e torti con estrema faziosità, senza
concedere alcuna “chance” di giustificazioni all’avversario.
Il duello continua all’infinito, dal campo di gara al bancone di un bar,
nel salotto di casa o sulla panchina di un parco.
Bianco o Nero, Peppone o Don Camillo, Coppi o Bartali…..Moto o Scooter?
L’immagine passa di mano in mano, nessuna moviola, computer o
occhio di falco può riavvolgere e spiegare.
-Sarà la Moto che sorpassa la Vespa, o la Vespa che sorpassa la Moto?- ad
ognuno il piacere di credere alla propria verità.
Lavesi (45) e Longo (36) impegnati in duelloRegolarità di Melegnano – anni ‘60
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Nel 1974 la Pro Loco Melegnano, fondata nel 1972, nell’ambito
dell’intensa attività sociale che caratterizza il sodalizio, riprende la
tradizione territoriale delle gare regolaristiche organizzando una gara in
collaborazione con il M.C. Madudina.
1 novembre 1974 – Il Melegnanese
Domenica 10 novembre – Trofeo CO.DI.PA.
Audax Regolaristico Interregionale organizzato da M.C.Madunina
Con il patrocinio della Pro Loco Melegnano la sezione melegnanese del M.C.
Madunina organizza per domenica 10 novembre 1974 una prova
motociclistica per il campionato Audax Regolaristico Interregionale valevole
per l’assegnazione del Trofeo CO.DI.PA. La gara avrà inizio alle ore 10 con
partenza dal piazzale antistante il bar Alba in viale della Repubblica (ex
Circonvallazione per S.Angelo) si svolgerà lungo il seguente percorso;
Melegnano , Riozzo, Cascina Belvedere, Mairano, Casaletto Lodigiano,
Caselle Lurani, Marudo, Valera Fratta Cascina Mangialupo, Gugnano, Torre
Vecchia Pia, Landriano, Melegnano da ripetersi per trevolte per complessivi
157 chilometri. I primi arrivi sono previsti per le ore 15 sempre sul piazzale
bara Alba in viale Repubblica.
Per i migliori classificati oltre al Trofeo CO.DI.PA. Sono in palio i seguenti
premi:
Coppa S.A.I. offerta dal sig. Pizzocaro; Coppa Sig. Domeneghini; Coppa
Albergo Telegrafo; Coppa Sig. Vincenzo Miracoli.
Antonio Brunazzi – KTM 125 - 1973
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Enrico è un giovane apprendista, lavora in una officina a Rogoredo; il
suo principale alterna il lavoro con l’attività di collaudatore, delle moto
Parilla prima e le Fratelli Ferrari poi. Qualche volta i mezzi passano di
mano ed Enrico mette in evidenza le proprie capacità. Gli affidano le moto
di qualche cliente e partecipa a gincane, gare di regolarità e velocità.
Raggiunge dei buoni risultati e l’esperienza necessaria per la corsa che è il
sogno di tutti i motociclisti.
Dall’Idroscalo di Milano, numero di partenza 240, moto Fratelli Ferrari
175 sport, ora di partenza 1.43 del 20 giugno 1954; davanti a sé i quasi
mille chilometri per arrivare a Taranto. Non riuscirà nell’intento, la moto a
Roma lo costringe al ritiro. Sarà il suo canto del cigno, la famiglia è
contraria, prende il soppravvento il calcio, altro sport che lo vede eccellere :
-Che mi permise di raccogliere un discreto gruzzoletto –, aggiunge lui oggi.
Atalanta, Fanfulla, Pro Sesto e Melegnanese le tappe di una discreta
carriera.
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FRATELLI FERRARI – L’azienda presentò il suo primo modello all’EICMA 1952 come “Ferrari”. Molti
pensarono alla casa del Cavallino Rampante e cominciarono fare ordini a Maranello. I titolari furono
portati in tribunale dal loro celebre omonimo ed obbligati ad aggiungere la dicitura “Fratelli”.
Una storia breve, i due fratelli, dei quali uno, Amos, aveva lavorato alla Parilla, fabbricarono pochi
modelli di piccola cilindrata e chiusero definitivamente nel 1955.
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(151) Mario Manelli, (251) Ennio Lazzari, Franco Massironi, (351) Carlo Cremascoli
Enrico LAZZARI
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Carlo CREMASCOLI
Trofeo Capriolo 1955 - Bianchi 125 - (Archivio Cremascoli)
L’esordio di Carlo avviene da giovanissimo lambrettista; insieme a Mario
Manelli ed Ennio Lazzari, sapientemente guidati da Franco Massironi,
nella prima metà degli anni ’50 mietevano allori in tutte le gare di
regolarità lombarde,. Dei tanti ricordi, oggi visti con gli occhi teneri della
nostalgia: la mancata partecipazione alla Milano Taranto, costante
desiderio di quanti all’epoca praticavano questo sport, per un guasto in
prova della Moto Ferrari a poche ore dalla partenza, e “l’acqua della
Pairana”, nella gara di regolarità melegnanese, che bagnò il motore della
sua Rumi costringendolo al ritiro. La peculiarità della moto era quella di
avere il cilindro orizzontale, questo non si era conciliato con la tradizione
melegnanese di allagare la prova speciale. Una costante che troveremo
molto spesso, sino ai giorni nostri.
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Melegnano – 1954 - Gilera 500 4 cilindri (Archivio Cremascoli)
Melegnano – 1959 - Rumi 125(Archivio Cremascoli)
Arcore – 1954 - Lambretta 125(Archivio Cremascoli)
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Mario Boneschi, esordio gara di regolarità Melegnano – 1953Sullo sfondo Cascina Pallavicina, oggi Jolly Residence, e
l’orologio, funzionante, pubblicitario Invicta;(Archivio Corrado Boneschi)
Giuseppe Boneschi – Scudo del Sud 1951 - (Archivio M.C.M.)
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Non si ha la certezza dell’anno di fondazione del primo sodalizio
cittadino che assume il nome di “Moto Club Melegnano”. Si ritiene sia il
1922; così vuole la storia sportiva verbale ereditata dal Club, attualmente
attivo, che porta orgogliosamente questo nome.
Una denominazione che sarà modificata, aggiungendo il nome di
“Natale Boneschi”, negli anni successivi alla sua scomparsa. Il ritorno alle
origini avviene nel 1991: esigenza legata a modifiche gestionali.
Rimangono però salde le radici che si intrecciano fortemente con la
tradizione sportiva dei Boneschi, che hanno sempre profuso, nel sodalizio,
passione e competenza.
Quanto segue saranno notizie, informazioni e resoconti in ordine
cronologico ma frammentato.
Verificata, l’attuale impossibilità di completare, nelle pagine e nel tempo
disponibile, gli eventi, le manifestazioni e i personaggi che hanno
contribuito, con il loro lavoro e le loro imprese, ad innalzare la gloria del
club, non volevamo e non potevamo però perdere l’occasione di partire
verso un momentaneo invisibile traguardo; in sinergia con l’attuale
direttivo del Moto Club proseguiremo affinché non sia irraggiungibile.
Raduno a Melegnano – anni ‘20 – foto non datata (Archivio M.C.M.)
MOTO CLUB MELEGNANO
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La prima sede del Club è stata all’Albergo S.Giacomo (n.d.r. oggi sede di
agenzia bancaria) in p.zza Risorgimento.
Sin dai primi anni il sodalizio si distingue nell’organizzazione del
“Circuito di Melegnano”, di raduni e di eventi che siano stimolo alla
diffusione di questo sport, creando inoltre una organizzazione che segue i
beniamini locali nelle varie gare a cui partecipano.
Non viene trascurato l’aspetto turistico, gite e viaggi, soprattutto
nell’immediato dopoguerra, un prezioso aiuto a cementare la
socializzazione di strati diversi della popolazione. Lo scorrere degli
organigrammi di dirigenti e affiliati mettono in evidenza la presenza dei
nomi che hanno fatto e creato varie attività industriali, commerciali e
artigianali, contribuendo, pur con tutti i distinguo sociali del caso, al
progresso e al benessere della città.
Organigramma M.C.M. 1934 (Archivio V.A.Palmisano)Ottaviano Origgi(Archivio Privato)
Da Motociclismo – Annuario 1950
MELEGNANO -MOTO CLUB “N.BONESCHI” – Piazza Garibaldi
Anno fondazione 1946 – pres. Ottaviano Origgi
Risulta evidente come la rivista, nell’elencare tutti i Moto Club Italiani
attivi nel 1950, abbia probabilmente segnato la “rifondazione” avvenuta
nel dopoguerra, è un dato certo che il M.C.M. fosse pienamente attivo già
in precedenza.
Tra gli altri presidenti da quell’anno ad oggi: Franco Lorenzetti, dr.
Carlini, dr. Mochi, Franco Massironi, Sarchi, Andrea Pelosi, Bazzarin,
Giorgio Miracoli, Francesco Cigognini, Renzo Miracoli, Livio Puccetti,
Natale Boneschi, Doriano Codeghini e Marcello Cusinato, attualmente in
carica.
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Moto Club Melegnano “N.Boneschi” – 1946 – (Archivio Massironi)
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Raduno anni ‘50 - Moto Club Melegnano “N.Boneschi” (Archivio Manelli)
La gara di regolarità comincia a diventareuna costante nell’ambito delle manifestazioniorganizzate dal Moto Club “N.Boneschi”
Percorso, Tabella e DiplomaTrofeo Zenit 1958 (Archivio Sartorio)
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15 febbraio 1968 – Il Melegnanese
Quadri e programmi per il MOTO CLUB
Il Moto Club “Natale Boneschi” uno dei nostri sodalizi che costituiscono la
gloria dello sport Melegnanese e che da anni raccoglie i propri iscritti presso
la sede sociale di Piazza Garibaldi 11, ha recentemente rinnovato il
Consiglio direttivo distribuendo gli incarichi per l’anno sociale 1968 come
segue:
Presidenti onorari: Sig. Saronio dott. Pietro; Sig. Lorini Antonio
Presidente effettivo: Sig. Miracoli geom. Giorgio
Vice Presidenti: Sig. Cipolla Silvio; Sig. Passerini Aldo
Segretario: Sig. Pisani Mario
Cassiere: Sig. Cremascoli Luciano;
Direttore Sportivo: Sig. Boneschi Giuseppe
Stampa e Propaganda: Sig. Maghini Gaetano
Consiglieri e Revisori Conti: Sig. Regazzetti Luigi; Boneschi Natale; Spini
Giancarlo; Cremascoli Iginio; Tessera Gaetano; Dezzotto Giuseppe: Rovatti
Riccardo.
Anche per quest’anno sono preannunciate molteplici ed interessanti
manifestazioni, gite sociali in varie città d’Italia e partecipazioni a gare
nazionali. Di particolare interesse saranno per gli sportivi melegnanesi la
Gara Trofeo “FMI” e il Raduno Sociale.
15 febbraio 1968 – Il Melegnanese
Il Moto Club ad Alassio
Il Moto Club “Natale Boneschi” di Melegnano in occasione della corsa
ciclistica Milano-Sanremo che si effettuerà come di consueto il 19 Marzo,
organizza una gita ad Alassio. La partenza avverrà da Piazza Matteotti alle
ore 6 mentre il ritorno a Melegnano è previsto per le ore 23 circa. Le
iscrizioni si ricevono presso il caffè Centrale oppure presso la
concessionaria Simca dei F.lli Boneschi; la quota di partecipazione e di
L.1500.
1969
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Rassegna StampaIl Melegnanese
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15 febbraio 1970 – Il Melegnanese
Il nuovo direttivo del MOTO CLUB
La sera di mercoledì 13 gennaio, presso il Bar Centrale, sede del Moto
Club “Natalino Boneschi” si è svolta l’assemblea dei soci, per l’elezione del
nuovo consiglio. La votazione, in tutto regolare e democratica, ha confermato
in linea di massima, gli stessi dirigenti, dando fiducia anche per il 1970 al
vecchio consiglio, meritevole di avere sempre espletato i propri doveri
egregiamente. Il Direttivo:
Presidente onorario: Lorini Antonio; Presidente effettivo: Geom. Miracoli; Vice
Presidenti: Tessera Gaetano e Boneschi Giuseppe; Segretario: Cossu
Martino; Vice Segretario Pisani Mario; Cassiere: Sig. Cremascoli Luciano;
Direttore Sportivi: Cipolla Silvio e Maghini Gaetano; Consiglieri e Revisori
Conti: Regazzetti Luigi, Passerini Aldo, Boneschi Sigfrido, Spini Giancarlo,
Miracoli Renzo, Scala Riccardo, Conti Edmondo, Cremascoli Iginio.
Al riconfermato Consiglio auguriamo numerosi successi e nuovi giovani
soci, dalla sentita passione motociclistica. (Lope)
Deliberazione n. 359 del 30.10.1972
La Giunta comunale ha ripartito il fondo stanziato nel Bilancio 1972 a
favore delle Società Sportive locali a titolo di contributo nelle spese
sostenute per l’attività svolta negli anni 1971-1972 (lo scorso anno non
venne dato alcun contributo)
Misura del contributo assegnato alle Società:
MOTO CLUB “N.BONESCHI” L. 200.000
S.C.A.M. L. 100.000
14 novembre 1972 – Il Melegnanese
Moto Club Incontro Sociale
Per festeggiare i vincitori della Gara motociclistica 2° Trofeo Fiera del
Perdono 1972 i soci e simpatizzanti del Moto Club N.Boneschi si riuniranno
in un pranzo sociale alle ore 12,30 del 3 dicembre 1972 all’Albergo
Telegrafo in via Zuavi, 52.
I dirigenti del Moto Club invitano con l’occasione tutti i cittadini appassionati
all’incontro e ad associarsi al glorioso Club sportivo che nei prossimi giorni
rinnoverà i quadri direttivi in vista di un rilancio della tradizionale
agonistica.
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Enduro - Il termine deriva dall'inglese "endurance", cioè "resistenza", infatti tale disciplina si pratica
principalmente su strade sterrate con qualsiasi condizioni del terreno e del tempo. I tracciati, di
difficoltà e lunghezza variabile, sono principalmente in linea ed aperti al traffico. I concorrenti devono
percorrerli con medie velocistiche e tempi d'impiego prefissati, nel rispetto del codice della strada.
All’interno del percorso sono inserite delle prove speciali, chiuse al traffico, da affrontare in velocità.
Le classifiche vengono stilate in base ai tempi cronometrati e alle eventuali penalità causate da
mancato rispetto dei controlli orari.
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