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Lunario 2007 -L'Almanacco dei Vastesi-

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Page 1: Lunario 2007
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ovvero

l’Almanacco dei vastesi

2007

a cura di

Giuseppe Tagliente

Paolo Calvano

Giovanni Di Rosso

Lunarie de lu Uaste

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Vasto, città di grazia,fiore della mia terra.

G. D’Annunzio

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Premessa

La formula è ormai collaudata e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, che potrebbero apparire ripetitive e tediose. Va detto, tuttavia, a beneficio dei lettori, i quali ogni anno crescono di numero, che anche l’edizione di quest’anno presenta un paio di novità, seppur di modestissima enti-tà. La prima, consiste nell’introduzione di una rubrichetta dedicata alla segnalazione delle principali caratteristiche dell’anno, delle fasi lunari e delle stagioni. Poteva un Lunario farne a meno? Abbiamo ritenuto di no e perciò, consultati Barbanera, astrologi ed astronomi, l’abbiamo approntata con tanto di indicazioni a corredo, sperando che trovi il favore sperato. L’altra novità sostanziale (di quelle più marginali non parleremo, lasciando a voi il gusto della scoperta) la troverete nella sezione musicale, se è lecito adoperare questa definizione, affidata, come si sa, al ciddì allegato alla terza di copertina. Quest’anno il dischetto non contiene canzoni del folklore vastese, che torneremo tuttavia a proporre più in là al fine di ultimare una ricerca demologica che ci sta molto a cuore, ma componimenti musicali di autori contemporanei, alcuni dei quali hanno ritenuto di adoperare il dialetto come linguaggio per le loro melodie. L’idea c’è sembrata buona, anche per incoraggiare questi musicisti che credono nella capacità espressi-va della parlatura paesana, e l’abbiamo messa subito in pratica confidando, anche in questo caso, di non essere sonoramente smentiti dal pubblico che ci segue fedelmente ormai da sette anni. Altro non abbiamo da aggiunge-re. Una raccomandazione, infine. Leggete la Lettera politica di Benedetto Croce agli Abruzzesi, riportata in appendice, che il filosofo napoletano inviò nel 1944 ad un nostro giovane concittadino. Oltre che essere una te-stimonianza storica conosciuta da pochissimi, è una vera e propria lezione di amor patrio e di fede nella Religione della Libertà. Un’ultima notazione. Le Foto del Mese di quest’anno e quella di Copertina sono di Maurizio Smargiassi, il nostro amico architetto, il quale, come vedrete, dimostra di possedere qualità anche in questo campo.Buona lettura.Novembre 2006 Gli autori

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L’ anno 2007 è un anno normale di 365 giorni. Corrisponde all’anno 6720 del calendario giuliano, alla fine del 5767 ed inizio del 5768 di quello ebraico, alla fine del 1427 e l’inizio del 1428 dell’Egira, il calendario musulmano. Numero delle domeniche dopo Pentecoste: 26.Da Natale a Martedì grasso vi sono 8 settimane ed 1 giorno

FESTE MOBILIGiubileo vastese lu Ggiubbulé 21 gennaio.Martedì grasso la Carnëvale 20 febbraio.Le Ceneri li Ciánnere 21 febbraio.La Santa Spina la Sanda Spène 30 marzo.Pasqua la Pasche 8 aprile.Madonna dell’Incoronata la Madonne de la ‘Ngurnàte 29 aprile.Madonna della Penna la Madonne de la Pánne 6 maggio.San Nicola Sanda Nichéule 20 maggio.Ascensione la ‘Scenziàune 20 maggio.Pentecoste la Pendecoste 27 maggio.Trinità la Trinitá 3 giugno.Corpus Domini lu Corpus dómene 10 giugno.Madonna delle Grazie la Madonne de li Grazie 1 luglio.San Lorenzo Sande Lurènze 9 settembre.

Lu Lunarie

Le quattro stagioni del 2007Posizione della luna e dei pianetiINVERNO 2006-2007 * Inizia il 22 dicembre alle ore 1 e 22 con l’entrata del Sole nel Capricorno. La Luna si trova in quel momento sul diciottesimo grado del Capricorno, Mercurio nel Sagittario, Venere nel Capricorno, Marte nel Sagittario, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine.PRIMAVERA 2006 * Inizia il 21 marzo 2007 alle ore 1 e 07 con l’entrata del Sole nell’Ariete. La Luna si trova in quel momento sul ventisettesimo grado dell’Ariete, Mercurio nei Pesci, Venere nel Toro, Marte nell’Acquario, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova in quello stesso momento nei Pesci e la coda nella Vergine.ESTATE 2007 * Inizia il 21 giugno 2007 alle 20 e 06 con l’entrata del Sole nel Cancro. La Luna si trova allora sul ventiduesimo grado della Vergine, Mercurio nel Cancro, Venere nel Leone, Marte nell’Ariete, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine.AUTUNNO 2007 * Inizia il 23 settembre 2007 alle 11 e 51 con l’entrata del Sole nella Bilancia. La Luna si trova in quel momento sul quindicesimo grado dell’Acquario, Mercurio nella Bilancia, Venere nel Leone, Marzo nei Gemelli, Giove nel Sagittario, Saturno nella Vergine, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine.INVERNO 2007-2008 * Inizia il 22 dicembre 2007 alle ore 7 e 08.

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Gennaio: Plenilunio, mercoledì 3. Ultimo quarto, giovedi 11. Luna nuova, giovedi 19. Primo quarto, giovedi 26.

Febbraio: Plenilunio, venerdi 2. Ultimo quarto, sabato 10. Luna nuova, sabato 17. Primo quarto, sabato 24.

Marzo: Plenilunio, domenica 4. Ultimo quarto, martedì 13. Luna nuova, martedì 20. Primo quarto, domenica 25.

Aprile: Plenilunio, domenica 1. Ultimo quarto, lunedì 9. Luna nuova, lunedì 16. Primo quarto, lunedì 23.

Maggio: Plenilunio, lunedì 2. Ultimo quarto, martedì 10. Luna nuova, martedì 17. Primo quarto, martedì 24

Giugno: Plenilunio, venerdi 1. Ultimo quarto, venerdi 8. Luna nuova, venerdi 15. Primo quarto, venerdi 22. Plenilunio, sabato 30.

Luglio: Ultimo quarto, sabato 7. Luna nuova, sabato 14. Primo quarto, domenica 22. Plenilunio, lunedì 30.

Agosto: Ultimo quarto, domenica 5. Luna nuova, lunedì 13. Primo quarto, martedì 21. Plenilunio, martedì 28.

Settembre: Ultimo quarto, martedì 4. Luna nuova, martedì 11. Primo quarto, mercoledì 19. Plenilunio, mercoledì 26.

Ottobre: Ultimo quarto, mercoledì 3. Luna nuova, giovedì 11. Primo quarto, venerdi 19. Plenilunio, venerdi 26.

Novembre: Ultimo quarto, giovedì 1. Luna nuova, sabato 10. Primo quarto, sabato 17. Plenilunio, sabato 24.

Dicembre: Ultimo quarto, sabato 1. Luna nuova, domenica 9. Primo quarto, lunedì 17. Plenilunio, lunedì 24. Ultimo quarto, lunedì 31.

Fasi Lunari Luna nuova, Primo quarto, Plenilunio, Ultimo quarto.

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Carta d’IdentitàNome: Vasto

(Istonio dal 1938 al 1944)

Denominazione antica: Histonium

Altitudine: 143 m. s.l.m.

Superficie:70,63 Kmq

Denominazione abitanti:vastesi, localmente vastaroli

Numero abitanti: 37.861 al 22/11/2006

(19.413 femmine - 18.446 maschi - 14.764 famiglie)

Provincia: Chieti

Economia: a prevalenza industriale, commerciale.

Fiorentissimo il turismo

Santo Patrono: San Michele Arcangelo

(dal 1827 con breve papale di Leone XII)

Gemellata conPerth (W.A.) dal 1989

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Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale richiama la sua storia millenaria. Una storia che sconfinando addirittura nella leggenda la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che, in realtà, ha inizio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica dedita soprattutto al commercio della lana.

Histonium, dal greco Iston, che vuol dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed istoniesi furono detti i suoi primi abitanti.

Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più fiorenti della costa adriatica con il privilegio della cit-tadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuol dire appunto “munus capere”, ossia potestà di esigere tasse).

Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto.

Distrutta dai Franchi di Pipino, figlio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Gua-staldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conser-vando tale ripartizione amministrativa anche con i successivi feudatari.

Saccheggiata e distrutta, a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari, restituita, infine, ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo

III di Durazzo, Guasto fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d’Avalos, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1806.

Per tre secoli la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di origine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del ducato di Milano, Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia contro i fran-cesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna, Francesco Ferdinando che fu viceré di Sicilia e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale vennero conferiti a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile.

Gli avvenimenti conseguenti alla rivolu-zione francese del 1789, i moti del 1799 e l’instaurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole influsso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo.

All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed industriose d’Abruzzo che guarda al futuro con fiducia e con nuove e più che legittime ambizioni.

Cenni storici

“Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno,Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...”

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Lucio Valerio PUDENTE, incoronato poeta all’età di tredici anni in Campidoglio a Roma dall’Imperatore Traiano; Caio DIDIO, ammiraglio della flotta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo;Riccio de PARMA, uno dei tredici cavalieri italiani che sfidarono i francesi a Barletta;Bernardino CARNEFRESCA, detto il Lu-pacchino, (ca. 1490-post 1555) musicista autore di famosi madrigali e maestro del Palestrina;Virgilio CAPRIOLI, (1548-1608) avvocato in Napoli si dilettò di archeologia. Fu il primo a far impiantare a Vasto una tipografia;Orazio CRISCI, (sec. XVI) madrigalista, suoi sono alcuni componimenti inseriti nel Secon-do libro di madrigali di Domenico Sabino;Giuseppe TIBERI, (1732-1812) avvocato, archeologo, bibliofilo e poeta arcadico con il nome di Cloneso Licio;Giulio Cesare de LITIIS, (1734-1816) auto-re di dipinti a soggetto religioso;Nicola TIBERI, (1745-1805) pittore, inciso-re e poeta col nome di Orildo Apollonide;Roberto BETTI, (1780-1861) consigliere del Supremo Consiglio Amministrativo del Regno delle Due Sicilie;Gabriele ROSSETTI, (1783-1854) poeta e patriota esule in Inghilterra. Padre di Dante Gabriel, capofila della Confraternita Preraf-faellita, di Cristina e di William Michael;Francesco ROMANI, (1785-1852) medico che introdusse l’omeopatia in Italia;Luigi CARDONE, (1789-1855) patriota e carbonaro;Luigi MARCHESANI, (1802-1870) medi-co, autore della Storia di Vasto;

Gabriele SMARGIASSI, (1798-1882) pitto-re della scuola napoletana.Michele GENOVA, (1802-1860) graffiante epigrammista ha lasciato una raccolta intito-lata La Peppeide;Filippo BETTI, (1802-1877) storico, poeta e filosofo;PALIZZI Filippo (1819-1899), Giuseppe (1812-1888), Nicola (1820-1870) e Fran-cesco Paolo (1825-1870) pittori insigni di scuola napoletana;Silvio CICCARONE, (1821-1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guar-dia Nazionale nel periodo risorgimentale;Valerico LACCETTI, (1836-1909) pittore e tragediografo;Giuseppe RICCI, (1844-1867) patriota ca-duto nella battaglia di Mentana;Gaetano MUROLO, (1858-1903) poeta dialettale autore di originalissimi sonetti in vernacolo;Francesco CICCARONE, (1859-1938) de-putato dal 1904 al 1919;Luigi ANELLI, (1860-1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo;Ernesto CORDELLA, (1864-1905) capi-tano di artiglieria combattente ad Adua ed esploratore nel Congo Belga;Francesco DEL GRECO, (1864-1947) psi-chiatra ed antropologo; Francesco CARDONE, (1865-1937) pittore di gusto ottocentesco, erede della tradizione dei Palizzi, di cui fu allievo;Giuseppe MANZITTI, (1871-1925) fonda-tore della società di assicurazioni Mutua Ma-rittima Nazionale con sede a Genova, prima iniziativa previdenziale nel settore;

Figli IllustriTra i tanti concittadini che nei secoli hanno onorato la Città ricordiamo:

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Ettore IANNI, (1875-1956) scrittore e gior-nalista, per anni una delle firme più prestigio-se del “Corriere della Sera”, di cui fu anche direttore; Camillo MANZITTI, (1877-1958) diresse da ingegnere la produzione di cannoni alla Ansaldo durante la prima guerra mondiale, poi si specializzò del settore nautico;Romualdo PANTINI, (1877-1945) poeta e tragediografo, collaboratore della prestigiosa rivista letteraria “Il Marzocco”; Nicola GALANTE, (1883-1969) artista tra i più rappresentativi della pittura del Novecen-to, esponente del “Gruppo dei sei” operante a Torino e Genova;Florindo RITUCCI CHINNI, (1886-1955) artista eclettico e raffinato, autore di liriche e di canzoni in vernacolo, pittore di grande sensibilità; Carlo D’ALOISIO da Vasto, (1892-1971) pittore e xilografo;Raffaele MATTIOLI (1895-1973) il “ban-chiere umanista” che per un quarantennio diresse la Banca Commerciale Italiana;Elena SANGRO (1897-1969) (nome d’arte di Maria Antonietta Bartoli Avveduti), at-trice che ebbe grande notorietà nel periodo del cinema muto;Giuseppe SPATARO, (1897-1979) uomo politico, fondatore della Democrazia Cristia-na con Don Sturzo, più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra;Giuseppe PERROZZI, (1899-1973) poeta dialettale tra i più noti ed apprezzati;

Vittorio d’ANELLI, (1902-1999) cultore di storia locale e di araldica;Aniello POLSI, (1905-1983) musicista, au-tore di notissime melodie popolari;Michele RONZITTI, (1905-1984) pittore del genere naif tra i più apprezzati in Italia.Espedito FERRARA, (1908-1992) giornali-sta e commediografo;Ernesto CIANCI, (1908-1992) esperto eco-nomista e dirigente industriale;Filandro LATTANZIO, (1908-1986) pittore che ha operato per decenni in Francia;Antonio CICCARONE, (1909-1983) ricer-catore e docente universitario di patologia vegetale;Giuseppe PIETROCOLA, (1909-2001) pubblicista ed appassionato cultore della sto-ria patria;Michele FIORE, (1910-1973) pittore sensibile e delicato che operò soprattutto a Genova;Luigi MARTELLA, (1911-1971) pittore ed educatore;Don Salvatore PEPE, (1915-1997) sacerdote e oratore valentissimo, cultore della parlature paisane;Carlo BOTTARI, (1921-2002) deputato; Carlo ANELLI, (1924-1997) insigne giuri-sta, professore universitario e presidente del Consiglio di Stato.

Numerosi i vastesi che si sono distinti all’estero. Tra questi:

Carlo DELLA PENNA, (1879-1971) emi-grato in Argentina, divenne uno dei più valenti industriali. Editore e fondatore della rivista culturale bilingue “Histonium”;Luigi RUZZI, (1881-1945) dopo aver fatto fortuna in Argentina come industriale fece costruire nel 1931 il Politeama che porta il suo nome;

Franco PAOLANTONIO (1887-1979) af-fermato ritrattista molto apprezzato in Sud America;Juan DEL PRETE, (1897-1987) pittore di grande notorietà in America Latina;Pietro DI DONATO, (1911-1992) autore di Cristo tra i muratori e Tre cerchi di luce, romanzi che narrano le vicende degli emigrati vastesi in USA.

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Cittadini OnorariLa gratitudine dei Vastesi nei confronti di chi si è reso protagonista di atti di amore e rispetto per la città si è spesso manifestata anche mediante la concessione della cittadinanza onoraria. Questo altissimo onore è stato attribuito dall’Ottocento ad oggi a queste eminenti personalità:

CARLO ANTONIO MANHESGenerale al servizio di Gioacchino Murat, ebbe tale riconoscimento il 10 aprile 1810, così come ricorda la lapide posta sulla fac-ciata della Cattedrale di San Giuseppe, nella quale si legge testualmente Al forte guerriero D’Aurillac - Carlo Antonio Manhes Membro della legion d’onore e Cavaliere delle Due Si-cilie - Generale Aiutante di campo di S.M. Gioacchino Napoleone - Distruttore di briganti - Restauratore della pubblica quiete - Nelle con-trade d’Abruzzo - Per voto universale acclama-to - Primo cittadino del Vasto - Nel giorno X aprile MDCCCX - La riconoscenza del popolo vastese - Questo monumento consacra.

GIUSEPPE NICOLA DURINIPer aver sottratto la Città dall’assedio al quale il 12 aprile 1814 l’avevano sottoposta ben set-te bande di briganti provenienti dalla Puglia, dalla Basilicata e dal Molise. Il barone Durini di Chieti, che ricopriva in quel momento la carica di Sottointendente, convinse i vastesi ad opporre una strenua e vittoriosa resistenza dirigendo egli stesso coraggiosamente le ope-razioni di battaglia. Il Sindaco Pietro Muzii ne propose la concessione della cittadinanza onoraria al Consiglio dei Decurioni.

RAFFAELE PAOLUCCIEroe della Prima Guerra Mondiale, medaglia d’oro al Valor Militare per l’impresa dell’af-fondamento della nave ammiraglia austriaca “Viribus Unitis”, medico ed accademico di fama, rappresentante di Vasto al Parlamento per cinque legislature in epoca fascista, Raf-faele Paolucci si dimostrò sempre molto sen-sibile alle richieste dei vastesi. Grazie a lui la città ottenne l’istituzione del Regio Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercan-

tile, che venne intitolato al padre, Nicola Paolucci, e finanziamenti per l’acquedotto e la bonifica dei terreni malsani. Per queste be-nemerenze gli viene concessa la cittadinanza onoraria nel 1925.

ALBERTO de’ STEFANIMinistro del Tesoro e delle Finanze fino al 1925. Il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Pietro Suriani, gli conferisce nel-la seduta del 18 marzo 1925, l’alto riconosci-mento per aver contribuito alla fondazione del Regio Istituto Commerciale.

GIORGIO CRISCIDi antica famiglia vastese trasferita a Roma, che può vantare di aver dato ben sei mastro-giurati alla città, Giorgio Crisci, Presidente del Consiglio di Stato al termine di una pre-stigiosa carriera di magistrato e di ammini-stratore di Aziende dello Stato, ha ottenuto la cittadinanza onoraria, su proposta del sinda-co Antonio Prospero, nell’ottobre del 1986.

VINCENZO FAGIOLOIl Cardinale Vincenzo Fagiolo ha ricevuto dalla Municipalità di Vasto la nomina a cit-tadino onorario il 30 novembre 1995. Una concessione che, su proposta del sindaco Giuseppe Tagliente, il Consiglio Comuna-le approva all’unanimità, in considerazione della preziosa attività missionaria ed evan-gelizzatrice da lui svolta quale Arcivescovo Metropolita Teatino e primo Vescovo di Va-sto (bolla di Giovanni Paolo II del 24 agosto 1982 che eleva la Diocesi Vastese al rango di sede vescovile) dal novembre 1971 al gennaio 1984, allorché venne destinato a reggere la segreteria della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Religiosi.

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lo Stemma Araldico

Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’argento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM”

(Vasto l’antica Histonium Municipio Romano)

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i Sindaci

dall’Unità d’Italia1860-1866 Filoteo D’IPPOLlTO

1868-1876 Silvio CICCARONE Senior

1876 Carlo NASCI

1878-1896 Francesco PONZA

1897 Luigi D’ALOISIO

1897-1919 Luigi NASCI

1919 Gelsomino ZACCAGNINI

1920-1921 Filoteo PALMIERI

1921-1923 Florindo RITUCCI CHINNI

1924-1933 Pietro SURIANI

1934-1935 Gaetano DEL GRECO

1937-1940 Erminio SCARDAPANE

1941 Francescopaolo GIOVINE

1942-1943 Silvio CICCARONE Junior

1943-1944 Emilio ZARA

1944-1945 Giuseppe NASCI

1946-1955 Florindo RITUCCI CHINNI

1955-1956 Olindo ROCCHIO

1956-1962 Idiano ANDREINI

1962-1973 Silvio CICCARONE Junior

1973-1979 Nicola NOTARO

1979-1993 Antonio PROSPERO

1994-2000 Giuseppe TAGLIENTE

2000-2001 Giovanni BOLOGNESE

2001-2006 Filippo PIETROCOLA

2006- Luciano LAPENNA

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Uaste bbelle, terra d’euredi Francesco Paolo Votinelli*

M’ arecorde de lu Uaste lu paése addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a sta terra ajje migrate.Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuastelle, addò Sande Pandalàune vennàive ndriche e sciavunèlle.

Uaste bbèlle, terra d’éure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme méure te putésse arevidaje.

De la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje:ppén’ asciute da la scagne dànne satte a fà bbattaje.Se le mbiàschene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu pàile de na tosta cafunàtte.

Uaste bbèlle, ecc.

Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sàute Bbìcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce.Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine:a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine.

Uaste bbèlle, ecc.

* Francesco Paolo VotinelliNasce a Vasto il 13 ottobre 1891 e dopo una giovinezza vissuta nel popoloso quartiere del “castello” a 16 anni parte da Napoli per la mitica America alla ricerca di lavoro e di un futuro migliore. A New York lavora come sarto e per il suo carattere gioviale diventa un punto di riferimento per tutta la comunità vastese. Viene chiamato “lu pelajje” proprio per la sua capacità di insaporire gli incontri dei concittadini emigranti e in una serata tra amici nasce “Uaste bbelle, terra d’eure” che diverrà l’inno dei Vastesi. Nel 1965 la nostalgia della terra natia lo spinge a tornare a Vasto dove si spegne il 14 Novembre 1969, tra l’unanime cordoglio della città.

L’inno

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Il primo sonetto dedicato a Vasto

Sembra essere questo sonetto il primo componimento lirico dedicato a Vasto. Porta la data del 1563 ed è dovuto alla penna ed all’estro di Annibale Briganti, che studi recenti ci hanno restituito come uno dei più autorevoli autori del Cinquecento letterario abruzzese. Nato a Chieti intorno al 1520 e quivi morto nel 1582, Briganti fu un medico illustre, che si dilettava “di volgare poesia” e che in questa veste vergò numerosissimi componimenti d’ispirazione amorosa, di cui ne restano soltanto 150, stilisticamente espressi secondo i canoni del petrarchismo imperante.

1563. Luglio a VastoS’avien, che lungo i dilettosi liti

Ove l’onda del mar d’Adria percote

Mova i miei passi, e all’amorose note

Amor mi chiami e come suol m’inviti;

L’alma, cui furon già dolci e graditi

Quei colli, ond’io partendo hebbi le gote

Di pianto molli, dal profondo scuote

Mesti accenti, sospir gravi infiniti.

Quest’aria, questo ciel puro, e sereno

Sotto cui vivo anzi pur moro ogn’ hora

Non può far lieto un sol de miei pensieri.

Vaghi colli, fioriti, amen terreno

Dove quella, che ‘l cor mi tien, dimora

Come fia senza lei, che pace io speri ?

Annibale Briganti

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Sin dal XIV sec. in questo isolato esisteva la chiesa di S. Nicola a cui era aggregata l’omo-nima Confraternita. Qui officiava un sacerdo-te slavo per la comunità degli Schiavoni, che a Vasto formavano un gruppo di 50 unità fami-liari. Nello stesso sito nel 1638 venne costrui-ta la chiesa di S. Maria del Carmine. Diego d’Avalos, Marchese del Vasto, nel 1690 decise di istituire un collegio di istruzione retto dai Padri Lucchesi, con l’obbligo di celebrare le S. Messe in questa chiesa. Finalmente, nel 1761 terminarono i lavori di costruzione del convento (l’attuale Arcivescovado) e del nuo-vo tempio su progetto del napoletano Mario Gioffredo. Nel collegio i Chierici Regolari della Madre di Dio insegnavano grammatica, retorica, filoso-fia e dottrina cristiana e lo facevano talmente bene che molti giovani vaste-si entrarono nel loro Ordine. Attorno a loro si costituì an-che un circolo culturale a cui aderirono i migliori ingegni della cittadina. Con la venuta dei francesi, nel 1809, il collegio venne chiu-so. L’edificio religioso venne affidato alle cure del clero secolare e l’annesso convento utilizzato come gendarmeria. In seguito lo stabile fu sede di cancelleria, poi sala del Con-siglio Decurionale ed infine struttura scolastica. Il campanile trapezoidale e la

I luoghi della memoria

Madonna del Carmine

A. Tiarini, Deposizione

Pianta della chiesa

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Il portale

slanciata facciata lineare e elegante ci introdu-cono alla magnificenza dell’interno - a croce greca con cinque cappelle - che presenta chiari influssi vanvitelliani e racchiude una raccolta di pregevoli dipinti di artisti meridionali del settecento. Ai lati dell’entrata due dipinti del napoletano Fischetti Cristo in croce e Santi e Estasi di S. Teresa d’Avila. Sull’altare maggio-re Presentazione di Maria bambina all’Eterno Padre del molisano Crescenzo La Gamba. Negli altari laterali anche due opere di artisti vastesi S. Benedetto nella grotta di Nicola Ti-beri e La Madonna del Carmine con S. Nicola e S. Andrea di Giulio Cesare de Litiis. Ai pie-di dell’altare di S. Benedetto sono le reliquie di S. Teodoro qui trasportate dalla cappella omonima. La Deposizione di Cristo, attribuita al Tiarini, da alcuni anni è stata trasferita nel Museo Archeologico.

Facciata e campanileInterno

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Il cammino della storia è costellato di figu-re che, ancorchè sconosciute ai più, hanno tuttavia lasciato eredità importanti alle gene-razioni successive. Una di queste è Beniami-no Laccetti, che nasce a Vasto il 25 gennaio 1855. Figlio di un piccolo commerciante di generi alimentari, dimostra subito una grande abilità negli affari che lo spinge giovanissimo a misurarsi con realtà ben più complesse di quelle che poteva offrire il “piccolo mondo antico” della città natale, sostenuto in ciò da una passione davvero straordinaria per la geografia economica e dall’ansia della cono-scenza di nuovi popoli e territori . Trasferitosi a Napoli, riesce a realizzare le sue ambizioni mercantili ed entra a far parte di quel vivace mondo di intraprendenti uomini di affari che nella città partenopea erano stati richiamati dalle potenzialità che il Meridione negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia poteva offrire come nuovo mercato e come area di sviluppo agricolo. Risale a quel perio-do la sua collaborazione di lavoro con Fran-cesco Cirio1, un torinese che aveva avviato in quel periodo una impresa agro-alimentare destinata a diventare famosa, e la conoscenza con Eugenio Bonvicini2, il quale aveva intro-dotto presso Salerno nuove tecniche di frutti-coltura già sperimentate a Massalombarda. Il suo spirito inquieto lo porta però anche fuori dall’Italia, dapprima in Austria-Ungheria e nei Balcani e poi in Africa, sempre attento a cogliere ogni aspetto delle dinamiche sociali e soprattutto economiche. In una simpatica corrispondenza da Braila in Romania, pub-blicata sul settimanale «Istonio»3, Beniamino Laccetti fornisce un esempio dell’attenzione che riserva a questi fenomeni e dell’importan-za che annette alle opere infrastrutturali ed ai mezzi di comunicazione e di mobilità, come

Il personaggio dell’anno

Beniamino Laccetti

volano di crescita civile. Il reportage si apre con una considerazione amara rivolta all’Italia lontana:

Tu sei bella dell’antico, bella di poesia, bella pel bacio del Creatore. Però, triste realtà, bella sei perché bella nascesti e più bella ti resero i tuoi figli, maestri nelle arti, nella poesia e nella musica; ma, ahimè, quanto indietro sei tu nella vita odierna, nel mondo nuovo creato dal vapore e dalla elettricità! In te languore, altrove vita, vita, vita; e, dalla vita, il bello da cui può sca-turire la ricchezza!

Il Bel Paese non sta al passo con le altre regio-ni d’Europa, afferma Laccetti, e la sua margi-nalità rispetto a quella ridda commerciale, lo penalizza fortemente.

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L’Ungheria, regione fertile ma un po’ spopolata, si fa dall’Austria aprire lo sbocco al mare con la cessione di Fiume e della Croazia, e ribassa enormemente i noli ferroviari sino a far paga-re appena lire trenta un posto di 2ª classe pel percorso di circa millecinquecento chilometri, proprio così, pare impossibile! Il fine? Attirare ed attivare! (Noi stavamo perdendo la Valigia delle Indie per non accomodare la banchina di Brin-disi!...) Budapest, che nel 1875 contava meno di centomila abitanti, con case a pianterreno e ad un piano, oggi vanta circa un milione di persone, godenti sontuosi palazzi nelle ampie e lunghissime strade, le quali, oltre a sostenere un movimento esterno vertiginoso, nascondono nelle loro viscere una vasta rete di tram-ways elettrici. Quel movimento, che chiamerei ridda commer-ciale, dà vita a Tedeschi, Austriaci, Ungheresi, Greci ed a pochissimi italiani.

L’articolo si chiude con un richiamo giober-tiano all’azione “salvifica” che l’Italia può svolgere nel mondo e con accenti retorici che

potrebbero definirsi protonazionalistici, susci-tati da considerazioni sulle iniziative coloniali inglesi in Africa.

Quanto dev’essere bello arricchirsi incivilendo altrui: un diritto ed un dovere costituirsi costi-tuendo gli altri, i barbari, pur creati da Dio a noi eguali, a Sua immagine e similitudine! O Vittorio Emanuele III, fa Tu che la comune dol-ce Patria non resti la Terra dei morti, ma che al-meno diventi seconda tra le nazioni del mondo. È ciò che il mio cuore desidera ardentemente; e, con tale fervido augurio, mando un caldo saluto alla Patria mia.

In effetti già da tempo il pensiero di Laccetti corre all’Africa. Socio dal 1898 della “Socie-tà Africana”, un notissimo centro napoletano di cultura africanista che esercita un’enorme influenza sulla politica coloniale del Governo italiano, egli è profondamente convinto della necessità che l’Italia s’impegni ancor più, so-prattutto dopo la sconfitta di Adua, nell’im-

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presa d’oltremare, al punto che decide di tra-sferire nel Continente Nero ogni suo interesse commerciale. Ardente africanista con la mente e col cuore ho voluto esser tale anche di azione, dirà qualche anno più tardi in una conferenza tenuta nel Circolo Fascista del Commercio di Napoli di cui provvederà a far pubblicare il te-sto4, ed in effetti impianta, a partire dal 1909, un commercio in grano, semola, farina e pella-mi prima in Eritrea, nella città di Asmara, e poi in Tripolitania, ritenuta ideale per piantagioni di frutta. L’avventura coloniale nella quale si tuffa con il solito entusiasmo non placa, anzi accresce, la sua innata curiosità per i problemi economici e sociali ai quali continua ad appli-carsi, anche sulla scorta delle esperienze e delle conoscenze che matura, in un continuo sfor-zo intellettuale di ipotizzare soluzioni e rimedi. Nasce, ad esempio, da questa sua particolare vocazione l’impegno intorno alla realizzazione del porto di Vasto, di cui è il più tenace, con-vinto, assertore sulla base di una complessiva, ragionata valutazione dei flussi di merci e per-sone, che porta a ritenere la struttura strategica per gli interessi non soltanto locali ma anche nazionali. Laccetti è assolutamente convinto che la realizzazione del porto a Punta Penna, oggetto di tante discussioni improduttive sin dalla costituzione del Regno, non è questio-ne soltanto d’interessi campanilistici quan-to invece questione nazionale per il ruolo di primissimo piano che l’infrastruttura a mare può assolvere in Adriatico, su una linea ideale di traffico che dall’Atlantico e dal Tirreno ha come terminali gli stati balcanici e Mosca. Per dimostrare la validità della tesi non si ferma, com’è nel suo stile, alla mera dimostrazione teorica ma si offre incredibilmente di pagare di persona il costo dell’opera. Presenta infatti un’istanza al governo per ottenere la conces-sione trentennale di una zona franca a Punta Penna in cambio della costruzione, a totale carico privato, del porto secondo il progetto redatto dall’ing. Domenico Lo Gatto, capo del Genio Marittimo di Napoli, approvato qual-che tempo prima dalla stessa Amministrazio-ne Comunale di Vasto. L’offerta, per quanto

condivisa dal sindaco Nasci, dall’on. Francesco Ciccarone e dallo stesso ministro Gianturco, non trova tuttavia l’approvazione sperata e re-sta nei cassetti del Ministero. Ciononostante, Laccetti continua infaticabilmente ad incalza-re amministratori locali e nazionali con arti-coli, conferenze, opuscoli, che alla fine produ-cono un primo significativo risultato quando con Decreto Reale del 9 maggio 1907, n. 328, a Punta Penna viene finalmente prevista la costruzione di un porto di prima categoria per la difesa militare e di quarta per gli affari commerciali. Non è certo il coronamento dei suoi più ambiziosi progetti, ma qualcosa su cui poggiare, tra altalenanti delusioni e spe-ranze, altre più incisive iniziative, a sostegno della realizzazione del porto, che Laccetti non cesserà mai di esercitare sino a quando non ne vedrà, ormai ultranovantenne, il capitolo d’inizio con la cerimonia della posa della pri-ma pietra, quarantun’anni dopo, il 2 maggio del 1948.

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Ha scritto, a proposito del personaggio, lo storico Costantino Felice in un suo studio di politica ed economia sul litorale abruzzese e molisano5:

La figura di Laccetti col fallimento dei suoi ge-nerosi progetti, resta comunque emblematica di un certo tipo di sviluppo (o, per meglio dire, di mancato sviluppo) che nel complesso si è rea-lizzato lungo l’Abruzzo adriatico. Egli era, in definitiva, il solo personaggio ad interessarsi dei problemi di Punta Penna con una mentalità da imprenditore, pur se permeata di retorica e pomposità. Ciò che lo appassionava era l’idea che, creando determinate strutture, si potesse sfruttare la naturale predisposizione dei luoghi per la messa in moto di meccanismi economici e sociali in grado di garantire, insieme ai profitti, uno stabile ed autonomo “progresso” della zona, pienamente inserita nel flusso dei traffici e degli affari internazionali, oltre che nazionali. L’in-

successo di ogni suo tentativo segnò il fallimento di questa prospettiva.

Assolutamente condivisibile, questa opinio-ne va però integrata con una considerazione di fondo riguardo alla straordinaria vitalità di pensiero ed azione del Laccetti e soprat-tutto all’incredibile modernità e lungimiran-za delle tesi sostenute anche in altri campi che lo portarono a diventare negli anni della maturità segretario generale del Circolo del Commercio di Napoli. I suoi studi e le sue intuizioni, contenuti nei ventuno volumetti monografici fatti stampare a sue spese6, che spaziano da argomenti di carattere agricolo e commerciale, all’economia, alla statistica, alla geografia, ai trasporti ed alle grandi vie di comunicazione, all’Africa, testimoniano di un uomo che, benché autodidatta, ha saputo suggerire proposte e soluzioni, asso-lutamente in anticipo con i tempi, ricavate direttamente dalla sua intelligenza ed espe-rienza di vita. Della sua vita si può dire, sen-

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1 Nato a Nizza Monferrato nel 1836, è considerato uno dei fondatori dell’industria conserviera italiana. Il primo stabilimento da lui impiantato risale al 1856 al quale seguirono altri nell’Italia Meridionale negli anni successivi al 1860. Morì nel 1900.

2 Nato a Massalombarda nel 1823, partecipò alla guerra d’indipendenza e fu prima deputato e poi senatore del Regno d’Italia. Il suo nome è però legato alla moderna tecnica della frutticoltura di cui fu brillante sperimenta-tore. Morì nel 1903.

3 «Istonio, corriere della domenica», anno XIII n. 34 dell’ 11-12 novembre 1900.

4 Beniamino Laccetti, L’Italia nelle grandi vie del mondo, Napoli, Fratelli Ciolfi, 1928.

5 Costantino Felice, Porti e scafi, politica ed economia sul litorale abruzzese-molisano, Vasto, Renato Cannarsa edi-tore, 1983.

6 Le monografie di Laccetti, stampate dal 1902 al 1926, portano i seguenti titoli: 1) Conferenza Agricola In-dustriale, nell’Associazione Commercianti e Industriali di Napoli, 1902; 2) Pro-Vasto Industriale e porto di

Punta Penna – conferenza tenuta nel Vasto, 1904; 3) Case Regionali d’Esportazione e Dazio sul grano. Nel Congresso a Napoli, 1905; 4) La Difesa dell’Adriati-co, 1905; 5) L’Agricoltura nazionale ed il suo avvenire, 1905; 6) Pro-grande porto e Centro Industriale a Punta Penna, conferenza tenuta nel Vasto, 1908; 7) Grande Ass. e Agr. Ind. Comm. Abruzzo-Molise, conferenza tenuta in Chieti, 1910; 8) Le adesioni alla suddet-ta società, 1910; 9) L’Italia economica nei principali quesiti, 1911; 10) Cinque mesi in Eritrea, 1912; 11) L’economia in alcuni principali problemi e Canale di Panama, 1914; 12) La Nuova Italia Economica, 1916; 13) Emporio Alimentare, 1916; 14) Congresso Fed. e Ind. Comm. It. in Roma (interventi a più temi), 1916; 15) La Nostra agricoltura ed il commercio Italo-Russo, conferenza alla Borsa di Napoli, 1917; 16) Transbalca-nica Centrale (direttissima Napoli-Belgrado) Congres-so a Venezia, 1919; 17) Agenzia di esportazione con Mostre Campionarie Permanenti all’estero, 1921; 18) Colonie ed Esportazione Naz. Francese, a Marsiglia, 1922; 19) Proposte a S.E. Mussolini per l’incremen-to economico, 1923; 20) Direttissima Italo-Jugoslava (Napoli-Mosca in tre giorni), 1925; 21) Il Fascismo nel Pensiero di Mazzini, 1926.

za tema di sbagliare, che è stata interamente spesa per la conoscenza e lo sviluppo del-l’umanità ed improntata all’amore per l’Ita-lia e la Città natale, alla quale restò sempre

profondamente legato. Un amore di figlio, che oggi potrebbe essere ripagato almeno con l’intitolazione del porto di Punta Penna alla sua memoria.

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jennare / gennaio / january 1ª summane

lunedì 1

martedì 2

mercoledì 3

giovedì 4

venerdì 5

domenica 7sabato 6

Sanda Genuèffe

Sand’Angela

Sanda ‘Mëliene

la Bbufanéje Sande Raimande

Sande Ggrigorie

Cape d’Anne

JennàreLu frédde de Jennäre arehémbie lu hruanäre.

Peppino Catania (1)Giuliana Di Paolo (7)Antonello Longo (7)

Vincenzo Mileno (13)Domenico Urbano (17)Onorio Mancini (18)

Giacinto Mariotti (19)Antonio Raspa (23)Pasquale Raspa (24)

Rosa Milano (25)Nicola Natale (27)

Buon Compleanno la foto del meseLa fontana trasformata in un vaso di

meravigliosi fiori di ghiaccio. “L’inverno cambia in pietra l’acqua del cielo e il

cuore dell’uomo”, ha scritto Victor Hugo. Vogliamo credere che dinanzi a spettacoli

straordinari come questo, di acqua modellata come fosse materia, il cuore

dell’uomo si apra invece alla serenità ed all’amore per il Creatore.

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Foto

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giovedì 11

venerdì 12

domenica 14sabato 13

Sanda Unurüate

Sande Mude!te

Sande Ilarie Sande Primïane

lunedì 8

martedì 9

mercoledì 10

jennare / gennaio / january 2ª summane

Sande Alde

Sande Adriane

Sande Severiane

Fett’ e FettarilleAllo sportello postale, nel giorno della riscossione delle pensioni. E’ il turno di una vecchietta. L’impiegato, al di là del vetro. Guarda i documenti ed osserva puntiglioso: – Manca il certificato di stato vedovile, signora.La vecchietta: – E che significhe? – Significa che ci vuole… ca ce vo’ lu ducumènde ca ddice ca signurì ‘n ti sì remaretéte – spiega paziente l’impiegato.– Canda fessarë’ – s’inalbera la vecchina – e chi mme s’aretujjàve a mmà, lu quane di Cillacchie?

Due fidanzati sempliciotti si presentano all’al-tare per essere sposati. Al momento del fatidico si, il celebrante chiede: – Michele, vuoi tu per legittima sposa la qui presente signorina Rosa? Lo sposo si guarda attorno, sorride alla sposa, abbassa gli occhi confuso e non risponde.Michele, – incalza il celebrante don Domenico contrariato – volete voi per legittima moglie la qui presente Rosa? – Ah Don Dumì’– risponde finalmente Michele – canda sì ccuriàse! E che cci ajje minut’a ffá’ aëcche, a perde témbe?

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1863: Arriva la Ferrovia

Ciccarone a Spaventa. Vasto, 14 novembre 1863.

Mio Amico,Reduce da Foggia ove m’ebbi la fortuna di accompagnare il Re mi credo nel dovere di darti pochi ragguagli delle feste osservate lungo la linea. Qui furono cordiali ed entusiastiche [...] La tenda costruita a cura e spesa del Municipio di Vasto era splendida oltre ogni dire. La si è dovuta far costruire, perché la Società delle Ferrovie non ebbe la degnazione di rizzare neppure una baracca per uso di stazione. Pazienza. […] Il Re non voleva scendere, ma il Corradi ed il corpo, imponente di 300 Dame gli fecero violenza e s’ebbe la fortuna di averlo in mezzo a noi per pochi minuti. Indicibile la calca del Popolo, il Re piangeva, perciò l’effetto incalcolabile…”

Spaventa a Ciccarone.Torino, 16 novembre 1863

Carissimo amico, Mi congratulo con te e con tutti i Vastesi, anzi con l’intero Circondario, delle belle accoglienze fatte al Re[…] Voglio credere che l’affetto di tale solennità non sia per essere fugace nell’animo delle nostre popolazioni, e che ritornata una volta la pace pubblica in cotesti paesi e creata quella

nella stabilità e durata del presente stato, cominci anche per voi quel periodo di operosità e di trasformazione civile, che elevi le condizioni di coteste contrade e quei termini di benessere e di prosperità a cui han diritto di pretendere. Ma per questo non bisogna addormentarsi sulla comodità di una ferrovia che percorre l’orlo marittimo del Circondario: bisogna far strade, strade, strade. Bisogna infondere nuova vita ai Municipii: scuole, asili, opere pie, pulizia rurale ed urbana, tutto è da rifare e rimettere a nuovo…”

Spaventa alla signora Maria Ciccarone, moglie di Silvio.

Torino, 16 novembre 1863.Gentilissima Signora Mariella,[…] Non sa Ella che le signore di Vasto han vinto su tutte le altre che S.M. ha incontrato sulla linea del suo viaggio! Esse sono state capaci di strappargli delle lacrime di commozione. Ciò è singolare in un uomo di battaglia come è il nostro Re. Ma pure si capisce in un uomo di cuore come egli è. Non però il merito delle signore vastesi è minore: esse colle dimostrazioni del loro affetto hanno commosso il Re […] io offro le mie grazie e lodi alle signore vastesi, e nominativamente a Lei per tutte di cotesta accoglienza cordiale, splendita e felicissima al primo Re galantuomo che noi abbiamo avuto…”

Si parla in questi mesi con insistenza del problema delle aree di risulta del vecchio tracciato ferroviario ed in particolare della destinazione da dare adesso ad esse. Rimane tuttavia l’eco, nel momento in cui il treno corre ormai su tutt’altra via, della solenne inaugurazione, alla quale

presenziò il Re in persona, di quella linea ferrata, realizzata ad appena tre anni dall’Unità d’Italia e destinata a trarre l’Abruzzo e l’intera costa dall’isolamento. Dello storico evento riferiscono Silvio Ciccarone senior e Silvio Spaventa in una corrispondenza epistolare.

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3ª summane

lunedì 15

martedì 16

mercoledì 17

jennare / gennaio / january

Sande Andunie

Sande Marcellëine

Sande Maure

Costumi vastesi da una stampa del Sec. XVIII

Buon anno. L’augurio vogliamo formularlo ai nostri lettori con questo strambotto di fine Ottocento di tal D’Alcide Comincio (mai nome fu più azzeccato per un Capodanno), di cui

sappiamo ch’era postino e nulla di più. Il verso semplice e le immagini evocate riportano indietro, in tempi men feroci e più leggiadri di quelli che stiamo vivendo. Una forzatura, siamo d’accordo, ma almeno in questo inizio d’anno, potrebbe essere già un bell’auspicio. Non credete?

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giovedì 18

venerdì 19

domenica 21sabato 20

jennare / gennaio / january

Sanda Lebbrate

Sande Màrie

Sande Ba!tiane Lu Giubbullè Sanda ‘Gnaise

Non si vedono, anzi non si sentono più gli om-brellai, questi artigiani ambulanti che passavano di tanto in tanto annunciandosi con un lungo, incon-fondibile richiamo nasale. Erano i tempi, lontani nella memoria ma non negli anni, in cui al grido di “ooombrellàre..congiambrèl-le…accongia chitàààrre…” s’aprivano gli usci delle case e le donne correvano a far riparare i parapioggia malandati e spesso anche le chitarre per i macchero-ni, la catàrre pe’ li maccarîne. Oggi gli ombrelli rotti si buttano via e l’ombrellaro, l’umile operaio che lucrava sulla pioggia, è scom-parso. Giove Pluvio s’è vendicato di lui.

LU ‘MBRELLÀRE VecchiMestieri

Parlate dell’anima. Un alunno, dopo la dettatura del tema del compito in classe, comincia ad agitarsi, bisbiglia con il suo compagno di banco, apre e chiude il dizionario di continuo, straccia due o tre volte i fogli dal quaderno, cerca di

richiamare l’attenzione degli altri scolari chini e silenziosi sul banco. Il maestro lo richiama più d’una volta al silenzio, ma inutilmente. Ad un tratto il ragazzo si alza e dice: – prufusso’ ma che ci ajja matte? Ed il docente, tra i denti: – méttece l’alme de mámmete e de pétte.

Fett’ e Fettarille

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4ª summane

lunedì 22

martedì 23

mercoledì 24

jennare / gennaio / january

Sande Frangische

Sande Bernarde

Sande Vincenze

Li ricette de Za Libbrate

È la clas-sica torta fatta in casa che si serviva

regolarmente in occasione di compleanni, matrimoni e feste familiari. Con l’avven-to delle grandi pasticcerie a lavorazio-ne industriale è stata sostituita con altre specialità e se n’è perso in tanti il ricordo. A beneficio di questi ultimi e di chi vuol riassaporare i gusti d’una volta, ne propo-niamo la ricetta.Ingredienti:Per fare il Pan di Spagna, utilizzare 10 uova ed un cucchiaio di farina per ogni uovo.Per il ripieno: 8 tuorli d’uova, 8 cucchiaini

LA PIZZA DOLCE (La pëzze dàgge)

da caffè di farina, 8 cucchiai di zucchero, 1 litro di latte, una buccia di limone, cacao, burro appena appena, rhum, alchermes e caffè per bagnare, qualche amarena, pan-na.Preparazione:Montare il bianco delle uova. Aggiungere i rossi e via via zucchero e farina. Versare quindi l’impasto in un tegame unto con burro. Infornare a 200°. Dopo la cottura, tagliare orizzontalmente il Pan di Spagna in due o tre parti e bagnare con rhum o alchermes e con del caffè e di seguito spal-mare le due o tre facce con la crema prepa-rata a parte. Normalmente uno strato è di crema gialla e l’altro di crema al cioccola-to. Riunire gli strati e decorare con panna, amarene o frutta candita.

Partecipano alla manifestazione Francesco Paolo Cieri, il Capostazione Michele Della Pelle e il dottor Rocchio, medico della Ripartizione.

6 Gennaio 1967. All’albergo Europa viene allestita la “Befana del ferroviere”. Cinquanta bambini ricevono pacchi dono contenenti giocattoli, dolci e libri.

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giovedì 25

venerdì 26

domenica 28sabato 27

jennare / gennaio / january

Sand’Arcangele

Sanda Paola

Sande Vitaliane San Tumuasse lu filósofe

L’Icona Don Salvatore PepeA dieci anni dalla morte del popolare don Salvatore vogliamo ricordarlo. Salvatore nasce nell’allora popoloso quartiere di S. Pietro il 3 giugno 1915. La figura di don Romeo Rucci, da poco a guida della ripristinata parrocchia di S. Pietro, affascina il giovane che decide di entrare in seminario e divenire sacerdote.Coinvolgente oratore alterna i temi culturali a quelli più propriamente religiosi e negli anni Quaranta percorre l’Italia infiammandola con le sue conferenze. Professore per decenni in vari istituti superiori di Vasto propone ai giovani un valido rapporto educativo. Amante della bella parlature paisàne, dopo averla ideata, conduce per diversi anni l’omonima trasmissione radio-fonica e nello stesso tempo con conferenze ri-propone una efficace divulgazione della cultura dialettale e dei suoi protagonisti (De Titta, Anel-li, Perrozzi). Dante e Manzoni i suoi maestri. La Madonna il suo sostegno, invocato e cantato. Muore a Bucchianico il 15 maggio 1997.

Gennaio 1967. A dirigere l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Filippo Palizzi”, in sostituzione del prof. Pierino Mariani, arriva il Prof. Ennio Santilli.

Gennaio 1922. Si inaugura in via San Francesco d’Assisi il cinema Eden.

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5ª summane

lunedì 29

martedì 30

mercoledì 31

jennare / gennaio / january

Sande Giuvuánne Bbosche

Sanda Savene

Sande Cu!tanze

Una vecchina davanti all’ufficiale postale esibendo il libretto della pensione:– Aj’a reterà la pinsijóne, fijje mé, ma ‘n’sacce scrëve… L’impiegato apre il libretto e le indica un punto del documento: – Zizì, ha da fa la cràuce. La vecchietta: – s’è pe’ quasse, sso’

bbituëte. ‘N nomene Patre, de lu Fuëjje…– No, nàune… – obietta, interrompendola, l’ufficiale postale – siggnurä ha da fa lu ságne de cràuce aëcche, vë… E la vecchietta, continuando la litania: – …e de lu spirde, ca te putive ffà scë prèime, ggiuvunòtte mé.

Fett’ e Fettarille

Antonio Zinni è nato a Vasto ed è stato presi-de nell’IPSSCT “ A. Maragliano” di Voghera, in provincia di Pavia. Giornalista iscritto al-l’Albo della Regione Lombardia, si occupa di letteratura ed ha dato alle stampe numerose pubblicazioni. Da qualche tempo si è dedica-to alla scrittura del romanzo storico. Uno di questi, scritto nel 1977 ed edito per i tipi del-la Guardamagna editori, Varzi (Pv), s’intitola Un albero della libertà ed è ispirato ed am-bientato ai moti giacobini ed alle insorgenze antigiacobine del 1799, che si svilupparono anche a Vasto con tragici episodi di sangue

legati all’insurrezione ed alla successiva re-pressione.

Un albero della libertàIl romanzo storico di Antonio Zinni

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giovedì 1

venerdì 2

domenica 4sabato 3

Sanda Virdejane

la Cannelëre

Sande Biasce Sande Gilberte

jennare / gennaio / january

Fra poco la spiaggia di Vasto sarà arricchita di una pineta meravigliosa per l’estensione di tre ettari di arenile, che allo stato attuale si presenta brullo ed acquitrinoso, special-mente nelle stagioni piovose. L’iniziativa dovuta al cav. Prof. Luigi Diaferia, che di-rige la nostra cattedra di Agricoltura con vero intelletto d’amore, viene coadiuvata dall’opera attiva ed intelligente dell’attuale amministrazione comunale, che nulla tra-scura perché Vasto occupi quel posto che meritamente le spetta. Superati i difficili passi per la sdemanializzazione degli areni-li e per la cessione degli stessi al Comune di Vasto, con l’interessamento della Pro Montibus e del Ministero di Agricoltura, oramai la pineta è un fatto compiuto. La

cittadinanza ha appreso con grande giubilo tale notizia, e già una schiera fra i cittadi-ni più eminenti e più volenterosi ha aper-ta una sottoscrizione per concorrere ad un’opera altamente civile ed esteticamente superiore. Prossimamente renderemo noti i nomi di quelli che maggiormente con-correranno nelle spese indispensabili per la piantagione. La curva meravigliosa della costa adriatica, che dalla stazione ferrovia-ria dolcemente si volge verso la foce del Trigno, acquisterà dalla nuova sistema-zione degli arenili, tutta la suggestione che attualmente suscitano le pinete di Pescara e di Ravenna. I posteri potranno benedire le odierne iniziative, che oggi meritano il plauso incondizionato della popolazione.

Una pineta 7 gennaio 1922

La vindunuàreLe ventun’ora. Nell’orario canonico, che iniziava all’imbrunire, alle 18 d’inverno ed alle 19 in estate, il calcolo della giornata è funzionale al corso del sole. La vindinuàre, oltre a segnare il termine del lavoro, indicava anche la cena del lavoratore.

Modi di dire

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FurbareTrasce lu sáule a ogne ffuculäre.

Buon Compleanno la foto del mese

6ª summanefurbare / febbraio / february

giovedì 8

venerdì 9

domenica 11sabato 10

Sande Rumüalde

Sande Ggelòrme

Sanda ‘Pullonie Sanda DurutuéLa Madonne de Lurde

lunedì 5

martedì 6

mercoledì 7Lu Viat’Angele

Sande Cusumëine

Sand’Àghete

Benedetta Febbo (2)Antonella Marrollo (11)

Nicola Mastrovincenzo (11)Vincenzo Giovannelli (12)

Spina Sputore (16)Aldo Spadaccini (18)

Elio Bitritto (20)Emilio Berloni (27)

Maurizio Smargiassi (27)

Particolari che sfuggono all’occhio distratto del passante. Testimonianze che

riaffiorano sulla facciata del Tempio, palpiti di pietra che il popolo devoto ha scandito nel corso della sua storia

millenaria. Armonia che “vince di mille secoli il silenzio”.

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Foto

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7ª summane

lunedì 12

martedì 13

mercoledì 14

furbare / febbraio / february

Sande Valendëine

Sanda Remeggëlde

Sand’Adolfe

Li ricette de Za Libbrate

Un esempio classico di piatto povero. Ingredienti:150 grammi di pane raffermo; 300 gram-mi di lenticchie; 2 patate; 3 pomodori; aglio; sale; olio d’oliva; peperoncino.Preparazione:Pelate le patate e tagliatele a dadini.

MINESTRA DI LENTICCHIE E PATATE (Lindìcchie e Patàne)

Tagliate anche a dadini il pane raffermo e dorate in padella con appena un po’ d’olio. Soffriggete l’aglio ed il peperoncino con l’aggiunta del pomodoro. Versate infine acqua, sale, le lenticchie e le patate. Servite nel piatto dove avrete cura di met-tere i dadini di pane abbrustolito.

I più anziani hanno ancora nelle orecchie le note che riusciva a sprigionare dal suo or-ganetto ad otto bassi. Paulúcce Manelle, al secolo Francescopaolo Zinni, era uno degli uomini più simpatici e cordiali che si siano mai visti, ricercato per la gioia di vivere e per l’allegria che suscitava e che sapeva mantenere viva in ogni occasione di festa. Un vero personaggio della vita rurale d’una volta, povera di cose, ma tanto ricca di valori e di sentimenti. Nella foto, Zi’ Paulucce in groppa alla sua asi-nella con la prima nipote, Elena Zinni, figlia

Zi’ Pauluccio Manelledel primogenito Nicola, davanti alla casa co-lonica in contrada Montevecchio.

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giovedì 15

venerdì 16

domenica 18sabato 17

furbare / febbraio / february

Sande Ggiacënde

Sanda Ggiulïana

Sande Romele Sande Liaune

Febbraio 1958.Vasto rimane tre giorni e due notti senza luce. Ecco il testo del telegramma del Sindaco Andreini al Prefetto di Chieti: “Informo Eccellenza Vostra che Società UNES non ha ancora provveduto ripristino linee elettriche questa zona. Cittadinanza continua

agitazione; commercianti industriali albergatori

Situazione critica per cui si prevedono manifestazioni

che Città è senza luce sin da mercoledì 19 ultimo scorso. Vasto. 22 febbraio 1958.”

Foto di gruppo a Palazzo d’Avalos, in un Carnevale degli anni Trenta. Il primo a sinistra in basso è Cesario D’Erme; il secondo è Forte (Bascette); il quarto da sinistra in basso è Nicola Ferrara; alla fisarmonica Cupaioli e alla chitarra Ciancio (la Ballarèine). Seduto al centro il tipografo ed editore Guzzetti. In alto, davanti alla grata, è il fornaio Monteferrante (Paparìlle).

Carnevale anni Trenta a Palazzo d’Avalos

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8ª summane

lunedì 19

martedì 20

mercoledì 21

furbare / febbraio / february

Li CiánnereSande Felëice

giovedì 22

venerdì 23

domenica 25sabato 24

Sanda Marecarëite

Sande Làzzere

Sand’Ida Sanda Cu!tanze

CarnëvaleSande ‘Leuterie

Sande Curradëine

La Canzáune di CarniváleÈ una vecchia filastrocca che una volta si cantava ai bambini proprio a Carnevale.

- Carnivále ni stéve bbéune, si magnàve nu páre d’éuve.- Chi l’ha fitàte? - La hallina ciuppucáte.

- Chi l’ha ciuppucàte? - Lu hardijáne di la selve.- Addó’ štá lu hardijáne? - È jiùte a ffá’ li láine.

- Addó’ štá’ li láine? - L’àjje màsse a lu féuche.- Addó’ štá lu féuche? - L’ha štutéte l’àcche.

- Addó’ štá l’àcche? - Si l’ha vávete la vacche.- Addó’ štá’ la vacche? - É jîute a la mundàgne:

Nuce, nucèlle, cumbitt’e caštàgne.É jîute a la marëine: Nuce, nucèlle, cumbitt’e quatrëine.

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Nasce il 10 novem-bre 1898 da Dome-nico e Maria Grazia Canci. Partecipa al primo conflit-to mondiale con il grado di sergente meritandosi la me-daglia di bronzo al v.m. Nel 1920 è in servizio presso la sede ferroviaria di Ancona quando scoppia, nel giugno, la protesta contro l’invio di truppe in Albania e prende parte attiva ad essa partecipando all’invasione della caserma Villarossa dei Bersaglieri. Trasferito nel di-cembre del 1921 a Parma, si avvicina agli ambienti anarchici locali e si lega a Guido Picelli, comandante degli Arditi del Popo-lo. Nell’agosto del 1922 partecipa ai moti contro i fascisti di Italo Balbo, organizzan-do la difesa del quartiere Naviglio. Licenziato dalle Ferrovie nel 1925, espa-tria con la famiglia due anni dopo a Parigi e qui partecipa a tutte le iniziative delle organizzazioni anarchiche. Stringe soprat-tutto rapporti di stretta amicizia con Ca-millo Berneri, con il quale collabora alla pubblicazione del quindicinale “Umanità nuova”, venuto alla luce nel 1932, e delle altre testate che seguiranno: “La Protesta” e “La Vecchia Umanità Nova”. Raggiun-to da ordine di espulsione dalla Francia, viene ripetutamente arrestato per contrav-venzione ad esso. Nel novembre del 1935 partecipa a Sar-trouville al Convegno d’Intesa degli anar-chici italiani emigrati in Europa. Il 28 lu-glio 1936, nella riunione di tutte le com-

ponenti antifasciste che si tiene a Pari-gi, Cieri annuncia la decisione degli anarchici italiani dell’intervento in Spagna. Raggiunge quindi tra i primi Barcellona, dove si è costituita la Se-zione Italiana della colonna Ascaso, af-fidando i due figli rimasti orfani della madre ad una fa-miglia di Berberi. In Spagna parteci-pa alla battaglia di

Almudevar con un gruppo di bomberos e si distingue per atti di valore. Nel febbraio del 1937 prende il posto di Bifolchi al comando della colonna italiana rivelandosi un eccezionale capo combat-tente. Il 7 aprile muore in circostanze ancora poco chiare durante la battaglia di Carra-scal di Huesca, dove perdono la vita diver-si miliziani a causa del mancato interven-to di un battaglione comunista. Si parlò di “pallottola vagante”, ma i sospetti che provenisse da parte stalinista rimangono ancora forti, anche perché furono in quel-le circostanze numerosissimi gli anarchici vittime del piombo rosso. Gli furono tributati onori da comandan-te, riferisce il giornale “Guerra di classe” del 14 maggio 1937, che si sofferma a de-scriverne i solenni funerali: “Disseminato di una selva di bandiere nere e rosso-nere, fra una marea di fiori rossi, sfilò sabato 17 corr., per le vie di Barcellona, la salma di un eroe: il compagno Antonio Cieri, cittadino del mondo…”

Antonio Cieri, anarchico vastese

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9ª summane

lunedì 26

martedì 27

mercoledì 28

furbare / febbraio / february

Sande Rumuane

Sande Habbriélede la ‘Ddulluruate

Sanda Matëlde

L’Icona Alfonso SurianiNasce a Monteodorisio il 31 ottobre 1906. Frequenta gli studi ginnasiali e liceali al “Gian Battista Vico” di Chieti e, conseguita la maturità, si iscrive alla facoltà di Giuri-sprudenza di Napoli. Nella città parteno-pea ha modo di conoscere e frequentare numerose personalità del mondo culturale e scientifico, tra cui Enrico De Nicola, Be-nedetto Croce, Mercurio Candela e Nico-la Biondi, che trasfondono nel giovinetto ideali e valori di libertà e di democrazia. Tornato in Abruzzo dopo la laurea, sposa la nobildonna Giuseppina Palmieri dalla quale ha tre figli. Ricopre diverse cariche pubbli-che, tra le quali quella svolta per più lustri di presidente del Consiglio d’amministra-zione dell’Istituto tecnico Agrario di Scer-ni. Esponente del Touring Club Italiano si adopera per la valorizzazione dell’Abruzzo ed in particolare del Vastese. Scompare nel

Febbraio 1982. Esce il primo numero de “Il Nuovo”, periodico d’informazione diretto da Alfonso Di Virgilio.

1995 ed a lui è intitolato il premio che ogni anno l’Istituto Agrario conferisce agli stu-denti meritevoli ed a personalità distintesi nel campo della scienze agrarie.

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giovedì 1

venerdì 2

domenica 4sabato 3

marze / marzo / march

Sande Albëine

Sande Ruggïre

Sanda Camëlle Sande Casemire

L’avventura di Giuseppe e Cosimo Diella, fratelli appassionati di pallavolo, inizia il 17 settembre 2001 con la costituzione della so-cietà Magica Team Volley e l’iscrizione della squadra femminile al torneo di pallavolo di prima divisione. Nel 2002 si costituisce la squadra maschile che dopo due stagioni di serie D viene pro-mossa alla C, arrivando terza nel campio-nato 2005/2006. Particolare attenzione in

questi anni è stata posta al settore giovanile allestendo compagini che hanno onorevol-mente partecipato ai campionati maschili e femminili di categoria. Nella foto: (da sinistra in piedi) Diella G. (Presidente) Giancristofaro G. (allenatore), Celenza V., Croce E., Menna M., Augelli E., Calabrò C.; (seduti) Cinquina C., Tenaglia A., Petragnano F., Ranalli M., D’Adamo N., Morelli E. (viceallenatore).

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MarzeA lu prime tône di Marze strëzze la vernàte.

Buon Compleanno“L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella

che viene. Così il tempo presente”. L’affermazione di Leonardo si riaffaccia alla memoria dinanzi ad immagini di

oggi che assommano presente e passato in un unico inscindibile legame.

la foto del meseMaria Pia D’Ugo (1)Giulio Paglione (9)

Michele Carmenini (18)Calogero Marrollo (21)

Francesco Paolo Molino (25)Elisabetta Vinciguerra (25)

Beniamino Fiore (31)

10ª summanemarze / marzo / march

lunedì 5

martedì 6

mercoledì 7Sanda Filëciatte

giovedì 8

venerdì 9

domenica 11sabato 10

Sande Giuvuannede Ddë

Sanda Frangiasca Rumüane

Sande Simblèce Sande Cu!tandëine

Sanda Rose

Sande Usébbie

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Foto

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11ª summane

lunedì 12

martedì 13

mercoledì 14

marze / marzo / march

Sanda Matëlde

Sanda Patrëzie

Sand’Uriaune

Tonino Della Penna, anche a nome del grup-po degli amici, ha voluto così ricordare Peppi-no Tana a due anni dalla tragica scomparsa.Ciao Peppino, Ti ricorderò come ti avevo conosciuto nell’ado-lescenza. Simpatico, gioviale, compagnone dei nostri giochi innocenti e delle nostre bravate gio-vanili. È difficile spiegare, a parole, i sentimenti che ci legavano. Nella vita ci sono gioie tanto sublimi e dolori così profondi che la parola mai esprimerebbe. In questi casi il silenzio è l’ultimo espediente dell’animo, nella ineffabile felicità come nelle prove supreme. Sarai sempre al mio fianco nel mio pellegrinaggio terreno e ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere una persona come te, di avermi dato la gioia di condividere con te una parte della vita terrena. Mi manche-rai, caro Peppino. Mi mancherà il tuo sorriso,

il tuo vocione, la tua amici-zia, che mi ha sempre accom-pagnato in questi anni in cui abbiamo visto ingrigi-re i capelli e che conserverò nella memo-ria come uno dei regali più belli che mi sia stato donato finchè questa vita, che a te è stata prematuramente strappata, mi sarà data di vivere. Tutti muoiono, però non tutti vivono veramente.

Cia! P"#$n!

Modi di direÈ lu vróte gràsse.Mangia brodo grasso. Sta comodo.Fá’ l’àrte di Cajàsse, magne, vvéve e v’a spásse.Non far nulla, mangiar, bere ed andare a spasso, proprio come quel tal Cajasso.

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Fett’ e Fettarille

giovedì 15

venerdì 16

domenica 18sabato 17

marze / marzo / march

Sanda Lujëise

Sande Ggiulïàne

Sanda Gertrude Sande Salvataure

Si racconta che durante le feste patronali di San Salvo accadde che i palloni aerostatici preparati, come s’usava, per essere innalzati nel momento clou del programma non riuscissero ad alzarsi dal suolo. Uno dopo

l’altro prendevano regolarmente fuoco a due o tre metri d’altezza e nessuno riusciva a capirne il perché. Dai e ridai, quand’anche risultò inutile l’ultimo tentativo, si udì un grido levarsi dalla folla degli spettatori delusi: - Ce vo’ li uaštarule p’azzà li pallíune !...

Cesare Giuliani non riesce proprio a sop-portarla, l’arte contemporanea. Affascinato, letteralmente innamorato dell’arte rinasci-mentale rifiuta ogni contaminazione con la modernità e ripropone un’arte figurativa che si rifà totalmente ai canoni ed alle tecniche degli antichi maestri del colore. “È un pittore – secondo una definizione di Peppino Catania – che vive intensamente il fascino ed il segreto dell’arte rinascimentale, quasi che egli riesca ad immergersi negli splendori dell’epoca per trar-ne elementi di grande suggestione e di marcata naturalezza”. Nato a L’Aquila, si definisce va-stese a tutti gli effetti, avendo qui messo casa

dal lontano 1966. Ha esposto i suoi lavori in numerose mostre riscuotendo successo di cri-tica e di pubblico.

In lotta con l’arte contemporanea

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12ª summane

lunedì 19

martedì 20

mercoledì 21

marze / marzo / march

Sande Ermanne

Sanda Sandre

San Giusueppe

Ne ha fatta di strada Vincenzo da che, poco più che bambino, risaliva insie-me al padre le strade dell’Alto Vastese sul carretto dei viaticali. Emigrato in Australia negli anni del secondo dopo-guerra, ne ritorna con un gruzzolo gua-dagnato a tagliar alberi nel bosco e a dissodare terreni che non avevano mai provato la zappa ed il piccone. La voca-zione al commercio lo spinge ad apri-re un negozio di generi alimentari che gestisce con la moglie Concetta e che trasforma dopo appena qualche anno nel primo supermercato che Vasto abbia mai avuto. Non enorme come i moderni iper della grande distribuzio-ne, ma grande quel tanto che consente di girare con il carrello porta merci e di rivoluzionare anche qui le moda-lità della vendita. Alla fine degli anni sessanta capisce che nel turismo può trovare nuove soddisfazioni ed è tra i primi a realizzare un albergo, l’Hotel Royal, sul viale Dalmazia, alla Marina. Dopo di che è un crescendo di investi-menti nel settore. Al primo albergo se

VINCENZO SCAFETTA

il p

er

so

na

gg

io

ne aggiunge un altro e poi un altro ancora, in una escalation motivata soltanto dalla voglia di mettersi continuamente in discussione e di dimostrare che nel turismo si può crede-re, come fonte di crescita e di sviluppo per la città.

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giovedì 22

venerdì 23

domenica 25sabato 24

marze / marzo / march

Sande Uttävie

Sande Benedàtte

Sande Habbrìele La ‘Nnungiaziàne

Il calafataggio è l’operazione che serve ad impermeabilizzare mediante stoppa e catra-me la giunzione fra le tavole che formano il fasciame d’una barca. L’artigiano addetto a questo lavoro, lu calafàre, era fortemente ricercato nell’epoca in cui i natanti da pe-sca erano costruiti in legno e sul mare gon-fiavano le grandi vele latine le paranze. Il calafataggio avveniva all’aperto, spesso sul-la riva stessa del mare, dove si realizzavano improvvisati cantieri dai quali s’alzava un fumo denso ed acre.

VecchiMestieriLU CALAFÀRE

Li ricette de Za Libbrate

Un piatto tipico della tradizione mari-nara.Ingredienti:400 gr. di bianchetti (avannotti di pesce); 5 uova; 100 gr. di formaggio pecorino grattugiato; olio extravergine, prezzemolo tritato, sale.ato, sale.

BIANCHETTI IN FRITTATA (Frittàte nghi li piscitílle di majje)

Preparazione:Pulite bene i bianchetti (li piscitílle di ma-jje) in acqua abbondante e fate scolare. Rompete le uova, aggiungendo formag-gio, prezzemolo e sale. Lavorate per fare la frittata e quindi versate in padella aggiun-gendo i bianchetti.

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13ª summane

lunedì 26

martedì 27

mercoledì 28

giovedì 29

venerdì 30

domenica 1sabato 31

marze / marzo / march

Sande Si!te

Sande Secundëine

La Sanda SpéneSanda Giuvuanna

Sande Beniamëine Lu Jurne de le PalmeSand’Ughe

Sande ‘Libberte

Sande ‘Manuele

Vecchi FustiPeppino BaioccoVecchio fusto per davvero, Peppino Baiocco, ancora sul ponte di comando alla sua bella età. Imprenditore di successo negli anni del boom edilizio degli anni sessanta e settanta, ha spostato quindi i suoi interessi sul settore dell’ospitalità e dell’accoglienza turistica, realizzando dapprima l’albergo che porta il suo nome, in via Dalmazia, e quindi l’Hotel Sabrina, uno tra i più prestigiosi ancora oggi della Marina. Commen-datore della Repubblica Italiana, presidente della Pro Vasto dal 1972 al 1975, socio benemerito dei Lions, è stato a più riprese anche un amministratore comuna-le al quale tutti hanno sempre riconosciuto particolari doti di equilibrio e d’umanità.

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Un gruppo di giovani amici, per la maggior parte studenti iscritti al locale Istituto Tecni-co Industria-le, animati da passione sportiva e ar-dore agoni-stico, sotto la paterna gui-da del prof. Roberto Ro-berti fonda la “Enrico Mattei”, so-cietà di palla-mano. Il 9 gennaio 1977 ad An-cona si svolge la prima par-tita ufficiale nel campionato di serie C di handball. La “Enrico Mattei”, società di dilettanti nel senso più pieno del termine, per diversi anni coglie strepitosi e inaspettati successi in giro per l’Italia centro meridionale. Nonostante gli scarsissimi mezzi a disposizione, giocando nei campi del piazzale Fiat Tessitore e del quartiere S. Paolo, rimane fino al 1986 in serie C.

Si persegue l’intento di valorizzare i giovani, fino ad ottenere la convocazione in nazionale

di Polverone Farina. Mi-tiche le sfide con l’altro team citta-dino, l’Im-m o b i l i a r e D. Con la costruzione dell’attuale pa lazzet to dello sport, gli allena-menti e le gare si spo-stano nella m o d e r n a struttura di via de’ Conti

Ricci e la squadra continua l’attività agonisti-ca fino al 1992 partecipando ai campionati di serie D. In modo scanzonato, ma significativo della propria appartenenza, agli inizi dell’attività si mantiene una breve corrispondenza epistola-re con la vedova Mattei, informandola della squadra costituita e dei primi risultati.

1977 la pallamano a Vasto

Campionato serie C 1982 - 83: (in piedi) Fa-vorite, il dott. Colaneri, l’allenatore Roberti, Di Bello, Iarocci, Memmo, Spadaccini, Di Rosso, Barbieri (accosciati) Naglieri, Galiè, Zambian-chi, Nanni, Strever, Farina.

Campionato serie C 1980 - 81: (in piedi) Ia-rocci, Zambianchi, Galiè, Montagano, Fanelli, Normando, Lanzano (accosciati) Berarducci, Scopa, Di Chiacchio, Diella, Spatocco, Mem-mo.

Campionato serie C 1978 - 79: (da sinistra in piedi) Fanelli, Di Chiacchio, Montagano, Smargiassi, Rapino, Libbi, Spadaccini, Tar-quinio; (accosciati) Sisti, Galiè, Orticelli, Diella, Spatocco.

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14ª summaneabbrëile / aprile / april

lunedì 2

martedì 3

mercoledì 4

giovedì 5

venerdì 6

domenica 8sabato 7

Mercluddé SandeSand’Isidëre

Giuvuddé SandeSande Vingenze Ferrare

Vennardé Sande Sanda Ggiulœïane

Sabbete Sande Sanda Virginie

La PascheSande Silvene

Sande Rëccarde

Sande Frangischede Pavele

Abbrëile Abbrëile tumbräte n’è tate ma’ ‘ngräte.

Buon Compleanno la foto del meseRosanna Colanzi (1)Rosita La Viola (9)

Novella Amicarelli (10)Donatella Longo (12)Angelo Cianci (18)

Cesario Pomponio (24)Ada Pepe (26)

L’eterno confronto tra la natura, che immutabile si rinnova, e l’uomo, che

inesorabilmente s’arrende al tempo Dinanzi all’incanto del golfo, che si ripropone ogni giorno con la stessa

immutabile bellezza, l’uomo, sconfitto, par chinare il capo, rincorrendo pensieri

sul mistero del tempo e della vita.

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Foto

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abbrëile / aprile / april 15ª summane

Sande Tibberie

Sand Pumbè

Lu PasquaneSande Caloggere

I writers vastesiEcco alcuni dei più interessanti

murales, tra i tanti che si possono ammirare lungo la strada di

S. Onofrio, opere di giovani writers locali. Vediamo se indovinate chi è il noto personaggio

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giovedì 12

venerdì 13

domenica 15sabato 14

abbrëile / aprile / april

Sande Ggilie

Sande ‘Dduarde

Sande Masseme Sande Ducudére

Nozioni d’igiene1909. Il medico dottor Raffaele Giacomucci, ufficiale sanitario di Vasto, dà alle stampe, per i tipi delle Officine Grafiche di Ortona a Mare, un volumetto contenente nozioni d’igiene in-dirizzate agli insegnanti. Il libro viene accolto con molto favore negli ambienti medici e sco-lastici e ben recensito dalla stampa. Il Mattino di Napoli del 3 marzo 1911 così lo definisce: Abbiamo sott’occhi “Sanitas” del dottor Raffaele Giacomucci letture sulle più essenziali nozioni d’igiene, scritte per le scuole. Dalla prima al-l’ultima pagina, il libro è di tale interessamento che non dovrebbe mancare dal tavolo di ogni educatore che seriamente e razionalmente voles-se rispondere al programma d’igiene. L’egregio dottor Giacomucci ha colmato una lacuna nel campo dei libri scolastici, precorrendo in ciò il pensiero del Ministro della Pubblica Istruzione che all’uopo ha diramato vibrate circolari per i corsi accelerati d’igiene…Il testo del dottor Giacomucci verrà ripubbli-

cato, in una seconda edizione e con l’aggiun-ta di numerose illustrazioni, dall’Arte della Stampa di Vasto nel 1924.

1 marzo 1958: Inaugurato il Laboratorio Femminile “Casa della Moda” intitolato a Armida Barelli. Il rev. Arciprete don Felice Piccirilli, ideatore dell’iniziativa, ha

Malatesta, coadiuvata dalle signorine Rosetta

Bevilacqua, Angela Fiore e Teresa Pellegrini. Dopo la benedizione del Vicario Diocesano mons. Vincenzo Russi e il saluto della signorina Maria Ruzzi l’on. Remo Gaspari ha tenuto il discorso d’inaugurazione.

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16ª summane

lunedì 16

martedì 17

mercoledì 18

abbrëile / aprile / april

Sanda ‘Pullonie

Sande Fabbie

Sand’Irene

L’accento romagnolo non l’ha mai per-duto, ma forse più vastese di lei non ce n’è. Di Vasto ha assorbito tutto ed a Vasto ha dedicato tutta la vita impe-gnandosi, sempre sino allo spasimo e con apprezzabili risultati, in attività di grande valenza sociale ed in particola-re nel Volontariato, nella Scuola, nella Cultura e nella Politica Amministrati-va. Assessore alla Cultura, alla Pub-blica Istruzione ed ai Servizi Sociali per tre mandati consecutivi, è stata poi presidente del Consiglio d’Ammini-strazione della Scuola Civica Musica-le “Florindo Ritucci Chinni” e quindi Presidente del Consiglio d’Ammini-strazione dell’Istituzione dei Servizi Sociali. È stata anche la promotrice del-l’Associazione Culturale “Amici degli Anziani” ed ha avuto grande parte nel-la formazione del “Coro delle Nonne”, che riscuote un indiscutibile successo ad ogni esibizione. Nel 2001 le è stato attribuito il Premio San Michele, a ri-

ANGELINA POLI MOLINO

il p

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na

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conoscimento dei meriti acquisiti nel campo sociale. Quest’anno, il 7 gennaio, festeggia l’ottantesimo compleanno, un traguardo che può celebrare con soddisfazione in conside-razione di una vita spesa bene in favore della società. Auguri, Angela!

Aprile 1967. Renato Ghianni viene nominato per il biennio 1967-1969 Presidente della Casa di Riposo di S. Onofrio.

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giovedì 19

venerdì 20

domenica 22sabato 21

abbrëile / aprile / april

Sande ‘Spedëite

Sanda ‘Gnàise

Sand’Anzelme La Madonne de la ‘Ngurnuate

Sanda Flavie

Due notizie hanno occupato i commenti della popolazione vastese: l’una riguardante l’apertura della strada per la scoperta dell’universo in rela-zione al fantastico volo dell’astronauta sovietico; l’altra riguardante il progetto di un metanodot-to dall’Abruzzo sino all’Umbria con inizio nella zona di Vasto, annunciato ieri sera dall’on. Enri-co Mattei, presidente dell’Eni. Naturalmente il riferimento a quest’ultimo argomento ha assun-to un rilievo notevolissimo, giacchè schiude una nuova era per la rinascita economica e sociale del Vastese e dell’intera regione. Già da un anno circa, l’Agip-Mineraria considerando il proble-ma del beneficio che possono trarre le regioni centromeridionali dall’impiego del metano di-spose una sistematica serie di ricerche nelle zone favorevolmente indiziate che sono state condot-te dalle squadre sismografiche e gravimetriche. Nella zona del Vastese e precisamente a San Salvo di Cupello il metano è una realtà. Questa inesauribile fonte di ricchezza naturale tende ad assumere una importanza inaspettata per la sco-perta di altri giacimenti metaniferi nel territorio di Cupello ad una profondità media di 1000-1800 metri con tracce notevoli di gasolina. Si è parlato del progetto per la costruzione di un metanodotto tra San Salvo e Vasto fino a Terni e non se ne può non vedere l’utilità collegando

quello già eseguito a Cellino Attanasio posto in relazione alla successiva realizzazione Pesca-ra-Bussi. L’attuazione del gasdotto Vasto-Terni non sarebbe che il completamento della rete che unisce queste fonti di nuove e preziose energie per la regione. Qui hanno sviluppo, proporzio-nalmente maggiore che in altre regioni d’Ita-lia industrie che abbisognano di una rilevante quantità di calore. Dei vantaggi economici be-neficerebbero i complessi industriali della Mon-tecatini, le fornaci di laterizi a ciclo continuato di lavorazione, l’industria del tabacco che è in gran parte basata sul calore per l’essiccazione e il condizionamento. I commerci ed i trasporti trarrebbero vantaggio, peraltro, per la ripresa ge-nerale degli affari connessi con i ribassi dei costi di produzione e il maggior potere di acquisto dei lavoratori. Vasto e il suo territorio potreb-bero vedere finalmente realizzata una vecchia aspirazione: la Superstrada Vasto-Napoli per al-lacciare i due porti e per consentire lo scambio dei prodotti tra i due bacini; la definitiva costru-zione della diga sul fiume Trigno per la produ-zione di energia elettrica che unita al metano del sottosuolo costituisce la ricchezza necessaria per eliminare la depressione in atto in tutto il settore del lavoro umano.

Giuseppe Catania

Primi commenti sugli enormi vantaggi di un metanodotto dall’Abruzzo all’Umbria

15 Aprile 1961

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17ª summane

lunedì 23

martedì 24

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giovedì 26

venerdì 27

domenica 29sabato 28

abbrëile / aprile / april

Sande Marche

Sande Marcelleine

Sanda Zéite

Sande Vitale Sanda Catarëine

Sande Gelarde

Sande Giorge

Rappresentante del Partito Popolare di don Sturzo, sindaco “bianco” prima dell’avvento del Fascismo, Florindo Ritucci-Chinni, che come tutti gli Italiani s’era avvicinato alla politica di Mussolini negli anni

nel 1932 per l’editore Arte Della Stampa di Vasto un volumetto dal titolo: Il Corporativismo nella Storia con speciale riferimento all’Abruzzo. Nel libro l’au-tore, anche sull’onda dell’interesse suscitato dal con-vegno corporativo di Ferrara, ripercorre lo sviluppo anche in Abruzzo delle tesi mussoliniane in materia di organizzazione del lavoro e di questione sociale.

Ritucci-Chinni ed il corporativismo

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Di Carlo D’Aloisio non si parlerà mai abbastanza, in considerazione della poliedricità della sua natura e dei suoi interessi, che spaziavano dal-la letteratura alla pittura, alla grafi-ca, alla critica, all’organizzazione dei grandi eventi. In aggiunta a tutto ciò che s’è detto di lui aggiungiamo una notazione, poco conosciuta, riguar-dante la sua attività di cartellonista. E cartellonista di valore, sottolineia-mo, se è vero che i due manifesti pubblicitari qui riprodotti (gli unici ritrovati) furono commissionati da una ditta che si serviva di artisti fa-mosissimi come Marcello Dudovich.

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18ª summane

lunedì 30

martedì 1

mercoledì 2

giovedì 3

venerdì 4

domenica 6sabato 5

maje / maggio / may

Sande ‘Ttanasie

Lu Legne de la Cráce

Sande Flurïane

Sande Nînzie Sanda Bbenedatte

Sande Giusuéppe Arteggiane

Sande Mîzie

Maje Maje assîtte hrane pe’ ttîtte.

Buon Compleanno

“Il Mare è un antico idioma che non riesco a decifrare”, ha scritto Jorge Luis

Borges. Ripropone fragranze, colori, rumori, immagini che pur nella loro ripetitività son sempre nuove. Come

l’infrangersi delle onde sullo scoglio, che non ha mai la stessa sonorità.

la foto del meseGiordano Gallo (4)Antonietta Di Fonzo (10)Antonio Nocciolino (6)Antonio Del Fra (19) Andrea Schieda (21)

Victoria Stan (22) Renata D’Ardes (22)Luigi Di Tullio (26)Lucia Molino (29)

Angela Pennetta (30)

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Foto

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19ª summane

lunedì 7

martedì 8

mercoledì 9

maje / maggio / may

Sande Libbratàure

Sande Vittàure

Sande ‘Nnucienze

Montevecchio ieri ed oggiNei racconti degli anziani la collina di Montevec-chio era ricoperta di piante di aranci che Vasto esportava soprattutto verso la Repubblica di Ve-nezia. Pi ‘na mmalatìe tale coltura venne sostituita con quella dell’ulivo. Ai giorni nostri anche que-

st’ultima sembra destinata a scomparire sotto l’in-calzare di un’economia turistica ancor più redditi-zia. Gli asinelli di qualche decennio fa (come nella foto) sono stati sostituiti dai cavalli del Country Ranch, da agriturismi e da complessi residenziali.

Modi di direA la dimmérze. Al contrario.

‘M mèzz’a la pèzze di lu quásce.Star bene, al sicuro.

Fá’ Còseme.Fa l’indiano.

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giovedì 10

venerdì 11

domenica 13sabato 12

maje / maggio / may

Sande ‘Ndunëine

Sande Fabbïane

Sande Nerè La Madonne de Fàteme

Magistrato attualmente in servizio presso il Tribunale di Chieti, ove svolge funzioni di Giudice del Lavoro, è stato Sostituto Procu-ratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, incarico ricoperto, quasi come un romantico esilio, dal 1999 al 2005. In Ca-labria s’è occupato di fenomeni criminali di risalto anche nazionale, come la tratta di per-sone che clandestinamente approdano sulle nostre coste, indagini che lo hanno portato a presenziare a ben tre riunioni di coordina-mento tra le procure europee, interessate al fenomeno, negli uffici di Eurojust a Bruxel-les, fino a sgominare una potente organizza-zione malavitosa internazionale. Ha esercitato funzioni di Pubblico Ministero in vari processi di mafia, tra cui quello alle famiglie del cirotano collegate alle cosche siciliane dei Pulvirenti e Santapaola. E’ sta-to docente a contratto di materie giuridiche presso l’Università della Calabria, collabora con varie riviste giuridiche ed ha pubblica-to nel 2004 una monografia dal titolo Di-ritto e beni culturali per i tipi della Editrice Esi di Napoli. I suoi orizzonti culturali non s’arrestano tuttavia alla giurisprudenza, ma spaziano anche nella letteratura e soprattutto nella poesia. Tra le pubblicazioni più recenti, le raccolta di versi L’ago della meridiana, del

Italo Radoccia Amici del Lunario

1999 ed Il suono delle parole, uscita proprio in queste settimane. Nonostante gli impe-gni lo portino spesso lontano da Vasto, non perde mai occasione di rientrare nella terra natìa, dove vive l’anziana madre, professores-sa Serafina Pellicciotta, e può incontrare gli amici di sempre

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20ª summane

lunedì 14

martedì 15

mercoledì 16

maje / maggio / may

Sande Ubbualde

Sanda Matalene

Sande Matté

CONDOGLIANZE... manghe tantePeppucce avè da fà lu cacciatàurema, cacce sole le quatrëine ‘m prè!te.Pe sse sentë gna fusse nu sugnàure,jètte le sò dell’èddre a la fenè!tre. Da péuche zi Frangische s’avé morte,Peppucce, ‘mbrujjungille, se fa avante:“ Condoglianze signò, che malasorte,putàive campà pìure n’addre’ ttante! Chela bbonalme, ‘gnò, ... na macchjetèllede cèntemilalëire m’ha lassàte;mé signurë, gna pù, so’ puvurèlle,me l’aredì e sèmbe scì llaudate.” - Eh! Si gna jé Peppù? Jë mo je scrëive,Jë mo je scrëive,gna m’arespanne te facc-i-assapà:pe lu murtorie pure a mma servëivema dandre a la casciatte n’ce ne stà! -

Santoro ritratto da Luciano Primavera

Osvaldo Santoro

25 maggio 1958Elezioni politiche: DC 6241; PCI 2749; PSI 755; MSI 594; PNM 573. Le preferenze a Vasto sono le seguenti: Spataro 4939, Gaspari 2675, Rocchetti

2298, Cotellessa 1293, Natali 769 (DC); Laporese 1644, Amendola 590, Sciorilli 496, Di Paolantonio

(MSI);

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giovedì 17

venerdì 18

domenica 20sabato 19

maje / maggio / may

Sande Pasquale

Sande Venanzie

Sande Cili!tëine La ‘ScenziauneSande Bernardëine

L’abbiamo ricordato nell’edizione dello scorso anno, Guglielmo il banditore, anzi Hujjèrme lu bannetàre, pubblicando un suo ritratto dipinto da Florindo Ritucci Chinni. Ebbene Guglielmo aveva un vizietto che spesso gli procurava qualche guaio: quello di non disdegnare troppo spesso ‘na vavetícce di buon vino, con lu vùcale che il ritrattista ha voluto mettergli in mano. Un tal giorno, ad esempio, nel quale aveva rimediato ‘na péchere ancora più abbondante del solito, ne combinò uno piuttosto grave, risoltosi per fortuna senza conseguenze. Rientrando infatti a casa dopo una prolungata sosta nella cantina, malmenò talmente tanto e senza motivo l’adorata moglie da lasciarla esanime sul pavimento. Soltanto quando vide la poveretta immobile ebbe un improvviso sprazzo di lucidità, ma credendo di averla uccisa cominciò ad urlare a

squarciagola ed in preda alla paura: - Ajutàme lu vive… Ajutàme lu vive, ca lu morte è mmorte. Ajutàme lu vive ca lu morte è mmorte…

Fett’ e Fettarille

1 maggio 1974. Si inaugura in via Vescovado la sezione degli arbitri di calcio. Patron dell’iniziativa è Gianni Castaldi, noto per aver arbitrato numerosi incontri in serie B.

20 maggio 1971.Si avvia la realizzazione della rete metanifera

milanese Italcogim.

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21ª summane

lunedì 21

martedì 22

mercoledì 23

maje / maggio / may

Sande Desiderie

Sanda Rëite da Cascie

Sande Sicundëine

L’Icona Antonio IzziI primi decenni del XX secolo rappresenta-rono, sotto il profilo urbanistico, il momen-to dell’allargamento della dimensione citta-dina, ancora ristretta nelle mura medievali, alla piana dell’Aragona e della realizzazione di grandi opere d’uso pubblico e privato.Uno dei protagonisti di questa espansione urbanistica, in quanto realizzatore di edi-fici importanti che oggi caratterizzano la Città di Vasto, è senz’altro l’ingegnere An-tonio Izzi. Eroe della prima grande guer-ra, decorato di medaglia d’argento al v.m. con la motivazione riportata nella cartolina (nella foto) a lui dedicata dallo Stato Mag-giore del Regio Esercito, Antonio Izzi ha firmato un numero davvero considerevole di progetti, se si considera che scomparve oltretutto in ancor giovane età. L’elenco è davvero lungo, ma vale la pena darne qual-che cenno perché si conservi memoria di questo grande professionista, al cui nome è legata la progettazione e la direzione dei lavori del Politeama Ruzzi, dell’ acquedotto del Sinello, del Campo Sportivo Aragona, di uno dei palazzi scolastici in piazza Ros-setti, dell’albergo Nuova Italia, del Castello

Aragona, di diverse palazzine lungo il cor-so principale della Città e dei villini, oggi di proprietà Cieri, Monteferrante e Carino sul lungomare Dalmazia, disegnato peraltro anch’esso dallo stesso Izzi.

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giovedì 24

venerdì 25

domenica 27sabato 26

maje / maggio / may

Sanda Giuvëine

Sande Gregorie

Sande Feleppe La Pendecoste Sande Federëiche

VecchiMestieriLo scardatore è l’artigiano addetto alla cardatura della lana dei materassi. L’operazione consiste nel pulire e rendere più soffice la lana mediante i cosiddetti scar-dassi, due tavole sovrapposte guarnite di punte metal-liche ricurve, delle quali l’inferiore rimane fissa mentre l’altra, mobile, viene manovrata per sciogliere, separare e ripulire la lana. Li scardatîre operavano per lo più nel-le abitazioni dei clienti e nel compenso normalmente rientrava il vitto e spesso anche l’alloggio, se venivano da paesi vicini.

LU SCARDATÉURE

Siamo ben lieti di potere annunziare che in seguito alle vive premure del Presidente di questa Congregazione di Carità, amministra-trice dell’ospedale, dottor Temistocle D’Ettor-re, l’on. Caporali, sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, ha ottenuto dal Ministro

degli interni il rilevante sussidio di lire 10.000 per la detta Opera Pia. Noi facciamo voti che questi sussidi dello Stato siano rinnovati pel regolare funzionamento e pel crescente svi-luppo del nosocomio, che si è stati costretti a chiudere per mancanza di fondi.

25 maggio 1920Biblioteca circolante popolare

Apprendiamo che dietro le premure del commissariato prefettizio sig. rag. France-sco Pisarri, il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, on. Raffaele Caporali, ha stan-

ziato nel bilancio della Pubblica Istruzione la somma di L. 500 a favore di questa Bi-blioteca popolare circolante.

Cospicuo sussidio a favore del locale Ospedale civile

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24ª summane

lunedì 28

martedì 29

mercoledì 30

giovedì 31

venerdì 1

domenica 3sabato 2

maje / maggio / may

Sande Ferdenande

Sande Giurduane

Sande Giu!tëine

Sand’Uggenie La TernetèSanda Clutëlde

Sande Massimëine

Sande Emëlie

Ggîgne Lu vëine a lu muttélle lu hrane a la faggìje.

Buon Compleanno

“Primavera dintorno brilla nell’aria e per li campi esulta sì ch’a mirarla

intenerisce il core”. La primavera assume il colore intenso dell’oro dei girasoli e

si prepara a lasciare il posto all’estate. L’atmosfera è esattamente quella

richiamata dal Leopardi.

la foto del meseDomenico Crisci (2)Barbara Molino (13)

Don Michele Ronzitti (15)Nicola Ottaviano (15)

Nicola Di Chiacchio (15)Rosella Turilli (16)

Luciano De Guglielmo (19) Pier Canosa (22)

Patrizia Sacchi Petroro (27)

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Foto

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25ª summane

lunedì 4

martedì 5

mercoledì 6

ggine / giugno / june

Sande Feleppe

Sande Fiurenze

Sande Quirëine

VecchiMestieriCe n’era più d’uno di questi artigiani, la cui attività consisteva nell’intrecciare fili di canapa per far corde. L’intreccio avveniva facendo girare una grande ruota, sistemata all’aperto, intorno alla quale venivano at-torcigliate le treccine di canapa che il cor-daio aveva preparato dopo aver fatto prima macerare, asciugare e pettinare il vegetale.Gli ultimi funai operarono nello spazio re-trostante il palazzo scolastico su via Vitto-rio Veneto e successivamente sino, all’inizio degli anni sessanta, in via Tobruk, sotto i tigli che facevano corona all’edificio del Consorzio Agrario Provinciale, al cui po-sto c’è oggi il fabbricato che ospita la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona. Tra le famiglie dedite a questa attività le più note erano quelle dei De Fanis e dei D’Ac-curzio.

LU FUNÀRE

Giugno 1957. Negli eleganti locali del Jolly Hotel si è svolto il convegno dei corrispondenti del quotidiano “Il Tempo” delle province di Chieti, Pescara e Teramo organizzato dal pubblicista prof. Angelo Cianci con la collaborazione della Azienda di Soggiorno

e Turismo. Da Roma erano arrivati il dr. Marcello Lucini, il dr. Pino Rauti, Mino Caudana e il comm. Libero Palmieri. Consegnati ricordi al prof. Cianci, al comm. Boselli, al direttore Del Greco e all’Associazione della Stampa Vastese, presente con tutti i soci.

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giovedì 7

venerdì 8

domenica 10sabato 9

ggine / giugno / june

Sande Robberte

Sande Severëine

Sande ‘Rrëiche Lu Corpus ‘DdòmeneMadonne di li Merécle

Punto di stella

Vecchi FustiCenzino MilenoVecchia gloria della Pro Vasto, quando a difendere i colori della squadra c’erano i vastesi per davvero, Vincenzo, detto Cen-zino, 287 presenze in maglia biancoros-sa, è stato un idolo per i tifosi che per lui avevano coniato il soprannome di John-ny Charles vastese per i tanti goal messi a segno di testa. Appese, come si dice, le scarpe al chiodo, ha continuato con suc-cesso e con impegno l’attività commercia-le avviata dal padre Cesario, restando però sempre legato al mondo del calcio e del-lo sport, nel quale ha impegnato gli anni della sua bella gioventù.

Tempo di elezioni. Antonio incontra al bar Michele e gli dice:Miccalù, pe’ cche vute auànne ?.Pe’ tutte le réute! N’aj’azzeccà ìune !...

Fett’ e FettarilleTornato da Roma, gli amici interrogano Antonio per sapere com’è la Capitale. – Gna è… gna è ? – chiedono ansiosi. E lui serafico: – dal Pincio… è tutte tëtte e ciumunîre.

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24ª summane

lunedì 11

martedì 12

mercoledì 13

ggine / giugno / june

Sande ‘Ndonie de Padeve

Sanda Alëice

Sande ‘Nufre

E’ questa la rara fotografia di una particolare imbarcazione fornita di lampade a carburo o a petrolio destinata alla pesca notturna chiamata lampara. Ma il termine, più che essere riferito tout court all’azione dell’illuminare, si trova inizialmente a indicare la rete a circuizione (detta anche réta vulànde) e, più in generale, il sistema di pesca con rete alla deriva e con

luce abbagliante. Veniva praticata in tutte le stagioni, nelle notti senza luna ma con mare calmo. Ad essa partecipavano una barca a motore con rete e tre battelli, ognuno dei quali servito da due marinai e con due riflettori. Il lavoro era indirizzato alla pesca di pesce turchino e verde, sarde e sgombri.

La Lampara

A bordo della lampara si riconoscono Michele Del Borrello, quarto da sinistra, più noto come Micchele il ristoratore, Sebastiano Di Silvio, Nicola Bozzelli, Angelo Galante.

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giovedì 14

venerdì 15

domenica 17sabato 16

ggine / giugno / june

Sande Zaccarëje

Sande Veite

Sand’Ureliane Sande Adolfe

Francesco LaccettiD’antica famiglia vastese, figlio del professor Luigi, insegnante di lettere, Francesco Laccetti nasce a Vasto il 18 novembre 1844. Si laurea in Medicina all’Università di Napoli ed nella città partenopea trascorre tutta la sua esistenza, esercitando la professione di chirurgo presso il famoso Ospedale degli Incurabili, nel quale aveva lavorato anche Luigi Marchesani, del quale diventa il direttore. Docente universitario, pubblica numerosi studi scientifici unanimemente apprezzati nel mondo accademico. Si spegne il 15 settembre 1910. Ad iniziativa dei colleghi e degli allievi venne eretto un suo busto all’interno dell’Ospedale a cui dedicò con impegno e passione l’intera vita ed una lapide lo ricorda anche nella città natale.

L’Icona

Modi di direM’ha fatt’allunguà lu colle.Mi ha fatto aspettar molto, desiderar molto una cosa.

Tè ‘na pèchere chi ‘n zi tè’ allimbite.È talmente ubriaco che non si regge in piedi.

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giovedì 21

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domenica 24sabato 23

Sande Lujëgge

Sande Paulëine

Sande Nazzarie Sande Giuuánne Batte!te

Punto di stella

25ª summane

lunedì 18

martedì 19

mercoledì 20

ggine / giugno / june

Sanda Micchelëine

Sande Rumüalde

Sande Curnuelie

Vecchi FustiCesare Di MemmoCesario Di Memmo, Cesarino per tutti, è l’ultimo di una generazione di fotografi professionisti sopravvissuta al dilettantismo ed alla moda del digitale e del foto-telefonino. Cacciatore di immagini da mezzo secolo, ha immortalato frammenti di vita cittadina sia pubblica che privata. Nel suo laboratorio di via Marchesani, ancora punto d’incontro di tanti amici, custodisce le memorie di questa nostra comunità e le tracce di un divenire economico e sociale che negli ultimi decenni è stato più che rapido e che ha mutato radicalmente l’aspetto e le abitudini mantenute integre da secoli. Discreto, affabile, attento come dev’essere un fotografo a cogliere il momento, la prospettiva e la luce, gode della stima e della considerazione di quanti, e sono tanti, hanno la fortuna di conoscerlo.

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La Casa di Conversazione“Gabriele Rossetti”

La casa di Conversazione, una delle istituzioni più antiche della nostra città, sorta nel 1868 per iniziativa dei liberali moderati che si riconoscevano in Spaventa. Frequentatori abituali erano i componenti delle famiglie borghesi più in vista, i Nasci, i Ciccarone, i Mayo, i giornalisti Emilio e Silvio Monacelli, il farmacista Giovanni D’Ettorre e l’artista-farmacista Peppino Della Guardia. La primitiva sede, formata da pochi e angusti locali, era in piazza L.V. Pudente tra la farmacia Martone e la cattedrale di S. Giuseppe. Nel 1880 il Circolo venne intitolato a Gabriele Rossetti e la sede fu trasferita in palazzo Mayo con notevoli miglioramenti: venne attrezzata una sala per il bigliardo, una per la lettura dei giornali e una grande sala da gioco; si aprì un caffé interno gestito da Pasquale Del Fra. Le sale vennero ristrutturate nel 1894. Da

allora e fino all’arrivo degli inglesi nel 1943 c’è un vuoto di documentazione. L’unica notizia sicura è che nel 1935 aveva assunto la denominazione di “Circolo del Littorio”. Il 1943 vede il Circolo, alloggiato in Corso Nuova Italia, subire le devastazioni di alcuni aderenti al partito Comunista che vi instaurarono la sede locale. La Casina si trasferisce quindi nei locali di palazzo Cardone, in via Adriatica, per tornare nel 1955 nella precedente sede di Corso Nuova Italia. Nel 1967 infine si acquista l’attuale sede in via Arno, frequentata anche da una folta rappresentanza del gentil sesso. Fra le tante attività del sodalizio, famosi sono rimasti i veglioni di carnevale per la grande partecipazione. Negli anni Novanta, a seguito di un accordo, nella Casa di Conversazione confluirono i soci dell’Histon Club.

I PRESIDENTI DEL CLUB

Angelo De Pompeis, Augusto Genova, Giambattista Crisci, Domenico La Palombara, Giuseppe Pietrocola, Giovanni De Lerma, Giuseppe D’Ugo, Ettore Del Lupo, Giuseppe Bottari, Antonio Boselli, Rocco Mariotti, Pierino Vicoli, Federico De Mutiis, Giuseppantonio Di Vito, Vincenzo

Raspa, Giuseppe Di Toro, Pasquale De Cristofaro, Giovanni Aloé, Franco Palombo.

I membri del Direttivo: (in piedi) G. Battista, M. Fiore, E. Ciancio, M. Naglieri, il Presidente F. Palombo, L. La Palombara; (seduti) M. Perrozzi, A. Gentileschi, A. Menna, A. De Lerma. Mancano P. De Cristofaro e G. Ronzitti.

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lunedì 25

martedì 26

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venerdì 29

domenica 1sabato 30

lîjje / luglio / july 26ª summane

Sande Clemende

Sand’Irené

San’Bitre e Pavele

Sande ‘Nnuciénze Madonne di li Grazie

Sande Giuvuanne e Pavele

Sande Hujerme

Punto di stella

LîjjeNîvele de Lìjje e fémmen’arepeccàte, dure juste ‘na jurnàte.Buon Compleanno

Terrazza sul mare. Immersa nel verde e circondata dal profumo dei glicini e degli

aranci, all’apice della collina, l’antica villa richiama l’attenzione come una

bella vecchia signora. E chi s’affaccia si “illumina d’immenso”.

la foto del meseVincenzo Marcello (4)Michele Valentini (9)Paolo Tessitore (10)

Nicola D’Adamo (17)Lidia Di Bussolo (19)

Marilena De Fazio (22)Giovanna Molino (22)

Lorenzo Russo (27)Francesco Troilo (29)

Francescopaolo D’Adamo (29)

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mercoledì 4

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venerdì 6

domenica 8sabato 7

lîjje / luglio / july 27ª summane

Sanda Sabbette

Sanda Filummuéne

Sanda Maréjja Guràtte

Sanda Cláudie Sand’Adriane

Sande Tumuásse

Sande Urbane

Amici del LunarioVictoria StanDa qualche anno la musicista romena è ospi-te nella nostra città per le vacanze estive.

Filarmonica “Oltenia” di Craiova. Dal 1989 al 1997 è stata strumentista nell’Orchestra Filarmonica di Stato di Timi oara. Insegna

-versità di Craiova. Ha vinto quattordici con-corsi tra nazionali e internazionali. Ha suo-nato in Austria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria, Italia.

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La Diocesi Vastese Il 23 luglio 1853 Papa Pio IX, con bolla apo-stolica, istituiva la Diocesi di Vasto ed elevava a Cattedrale la Chiesa di S. Giuseppe. Solo nel 1857, a causa della resistenza dei vescovi teatini, avvenne la cerimonia ufficiale di istituzione della nuova Diocesi. Tra le diverse cronache che descrivono l’avvenimento riportiamo, quasi integralmente, quel-la del sacerdote casalese don Alterisio Magnarapa.Sabato 13 giugno 1857 – D. Pietro Bottazzi Vescovo di Larino, quale Delegato Apostolico di Pio IX venne in Vasto per scardinare dal-la Diocesi di Chieti tutto il Distretto di Vasto composto da 34 paesi ed eriger-vi una novella Diocesi metropoli della quale fosse la Città di Vasto. Io mi condussi in Vasto per vederne le grandi feste annunziate da un programma in istampa.Fui presente all’arrivo del Vescovo, quale era as-sociato da una deputazione di primi Signori di Vasto parte della quale era andato fino a Larino e parte l’incontrò al fiume Trigno, e fu ricevuta alla porta del castello fra gli evviva di tutta la popolazione. Si entrò alla Chiesa di S. Francesco di Paola fuori porta ove fu ricevuto da tutte le Confraternite laicali della Città, dai Padri di S. Onofrio, e da parte del numero dei parrochi della nuova Diocesi. Di la si andò alla chiesa Capito-lare di S. Giuseppe ove si cantò in musica il Tan-tum ergo, si diede la Benedizione col Venerabile e quindi anche processionalmente fu accompagnato al Carmine ridotto dalla Città a Palazzo Episco-pale. Colà si diede il primo pranzo diplomatico al Vescovo, all’Arcivescovo di Larino, all’Arcidiaco-no di Melfi, agli altri del seguito del Vescovo, ed alle prime notorietà della Città. Atteso la pioggia non vi furono altri spettacoli nel giorno.Domenica 14 – Il vescovo venne in Chiesa e preso

gli abiti pontificali sedè sul Trono. Il Segretario del Vescovo salì sulla Tribuna, lesse le Bolle Pontificie,

i Decreti coi quali si limi-trofava la nuova Diocesi, i paesi che la componevano con le Chiese di ciascuno e le anime. […] Si lesse quindi lo strumento tra la città di Vasto, e il futuro Vescovo rogato dal notaro D. Vincenzo Marchesani nominato ad hoc Proto-notario Apostolico, che fu firmato dal Vescovo nel suo Trono; e da testimoni Ca-valier D’Ippolito e Barone Genova.Si intonò quindi in musi-ca il Te Deum. Si disse la messa Pontificale, si diede

la benedizione Papale, si pubblicarono le indul-genze e processionalmente il Vescovo fu portato all’Episcopio. 2° pranzo diplomatico corteggiato da pressoché tutte le autorità che fecero parte al pranzo. La sera gran tombola e quindi fuochi ar-tificiali ed elevazione di globi aerostatici.Lunedì 15 – Il Vescovo fece messa in Cappella. Si intonò il Te Deum. Si pubblicarono le indulgen-ze, e si fece la funzione Ecclesiastica. Il Vescovo tornò all’Episcopio. 3° pranzo diplomatico. Vi partecipai pure io portato dal nostro Compare D. Vitaliano Codagnone, e dal Sindaco, e da D. Francescopaolo Iecco, nostro parente, e Deputato della festa.Qui finisce il racconto del sacerdote. Ma l’esul-tanza dei vastesi fu breve, perché, con una de-cisione dal sapore di beffa, la Diocesi Vastese nasceva come Amministrazione perpetua del-l’Arcivescovo di Chieti. Il 24 agosto 1982 Papa Giovanni Paolo II stabilisce che la Diocesi Va-stese sia autonoma da quella di Chieti e designa l’Arcivescovo Vincenzo Fagiolo come suo primo Vescovo. Infine il 30 settembre 1986 la Diocesi viene soppressa e accorpata a quella di Chieti per Decreto della Congregazione dei Vescovi.

Valerico Laccetti, Mons. Pietro Bottazzi

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28ª summane

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mercoledì 11

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Sande Bbenedàtte

Sanda Isabella

Sande Ggiste

Amici del LunarioSergio Del CasaleAffabile, simpatico e generoso Sergio Del Casale (Vírde Vírde), nonostante la sua ancor giovane età, ha saputo mettere a frutto ed infuturare gli insegna-

azienda vinicola privata che conduce con entusia-smo e professionalità insieme alla gentile consorte Lucia. Ha certamente contribuito, insieme ad una ristretta pattuglia di colleghi, ad elevare il livello dei vini abruzzesi che competono ormai in qualità, sia a livello nazionale che internazionale, con quelli di più antica e consolidata fama. Prova ne siano i ri-conoscimenti che di recente ha ottenuto al Vinitaly di Verona, la prestigiosa manifestazione enologica, di livello internazionale, che si tiene ogni anno nel capoluogo veneto, in virtù dell’ottima qualità dei suoi vini, in primis il Cera-suolo “Casale di San Biase”.

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giovedì 12

venerdì 13

domenica 15sabato 14

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Sande Furtunüate

Sande ‘Rreiche

Sande Camélle Sande Bbonavendïre

Punto di stella

Quando gli abiti si confezionavano arti-gianalmente e le maglie si filavano in casa, era normale ricorrere all’aiuto del tintore, così quando si voleva ritingere un indu-mento prima di passarlo alla generazione più giovane. Lu tignitàre riusciva con i po-chi mezzi a disposizione ad accontentare sempre i gusti e le fantasie della clientela. Artigiano d’alta specializzazione, si direb-be oggi, conosceva perfettamente l’arte di ricavare i colori dalle piante e dai mine-rali. L’operazione della tintura consisteva nell’immergere il tessuto in grosse caldaie d’acqua bollente, nelle quali era stato pri-ma introdotto il colore, lasciandolo poi asciugare al sole per tutto il tempo neces-sario. Li tignitîre, i tintori, di cui si conser-

LU TIGNITÀRE VecchiMestieri

va memoria erano soliti occupare uno spa-zio sui terrapieni di via Vittorio Veneto, nel quale mettevano a stendere i panni dopo la bollitura.

Modi di direÈ mmòrte di crininze.È morto di stenti.

L’ha ‘bbuttáte gné ‘na cra!te.L’ha riempito di botte come fosse un uccello.

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29ª summane

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martedì 17

mercoledì 18

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Sanda Marëine

Sande Cirille

La Madonnade lu Cármene

Dedicata ad Angelo Canelli

Compagno d’avventura, remiganteInfaticabile della triremeChe scivola sul mare della vita.Non chiedere la meta,Lo sai che il tuo destinoÈ il guizzo delle bracciaLa forza delle reni.Un altro sforzo ancora e il tuo natanteTroverà un porticciolo, un’altra rivaIn questo vagolare senza tracciaInseguendo la schiuma. Ma un pianetaÈ sempre in alto a indicare il camminoSul mare nero avvolto da notturnaInsidia come l’ansia della ciurma.È il vagare dell’uomo senza fineForse cercando un unico sentieroMentre la vera luce vien dal cielo.

Italo Radoccia

30 luglio 1906. La macelleria La Palombara pubblicizza il nuovo impianto di ventilazione elettrica per la conservazione della carne. È il primo del genere nel comprensorio.

26 Luglio 1966.

Della Penna”, giunge alla sua ottava edizione. La giuria, composta dal presidente Virgilio Guzzi e dai membri Arnoldo Ciarrocchi e Lorenzo Micheli Gigotti, assegna il primo premio ex aequo ai due romani Orfeo Tamburi e Carlo Caroli, il secondo al veneziano Alberto Giaquinto e il terzo a Carlo D’Aloisio da Vasto. Roberto Bontempo (Presidente), Gaetano La Palombara, Gaetano Murolo, Giovanni Peluzzo, Giuseppe Pietrocola e Ugo Talamazzi formano il comitato esecutivo.

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giovedì 19

venerdì 20

domenica 22sabato 21

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Sand’Arsenie

Sand’Aurelie

Sande Claudie Sanda Maréjja Matalene

Al mare con Don Felice

Una qualsiasi giornata d’estate degli anni cinquanta, quando scendere alla Marina rappresentava ancora per molti una vera e propria gita. Soprattutto per i bambini della “Casa del fanciullo” di Don Felice, che vediamo allineati dinanzi all’obbiettivo, accanto al Parroco ed agli assistenti (c’è Rocco Fiore, primo a sinistra), dentro e fuori il torpedone, parcheggiato di fronte a Stella Maris.

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30ª summane

lunedì 23

martedì 24

mercoledì 25

lîjje / luglio / july

Sande Giàcheme

Sanda Cristëine

Sanda Bbréggede

Punto di stella

Generale di Brigata dell’Arma dei Carabi-nieri, Gianfranco Rastelli è profondamente legato a Vasto, dove ha studiato da adole-scente e nella quale ha coronato il suo so-gno d’amore con la professoressa Concet-ta Tana. Quella di Rastelli è una di quelle

nel 1970 nell’Accademia Militare di Mo-dena, ne esce con i gradi di sottotenente nel 1972. Frequenta successivamente il Corso di Applicazione dell’Arma a Roma e subi-to inizia un lungo peregrinare per servizio in tutta Italia. Comandante di Compagnia a Lodi, è poi a Santa Maria Capua Vetere e quindi a Napoli, Messina, Bologna, Roma, Enna, L’Aquila, Campobasso e Bari, con incarichi di sempre maggiore responsabi-lità e prestigio. A L’Aquila è Comandante Provinciale; a Campobasso, Comandante della Scuola Allievi Carabinieri; a Bari in qualità di Capo di Stato Maggiore della Re-gione Carabinieri Puglia. Dal 20 settembre del 2004 ha assunto la carica di Direttore del Centro Nazionale Amministrativo del Comando Generale dell’Arma. Numerose le decorazioni ricevute: Medaglia Militare d’oro al Merito di Lungo Comando; Cro-

Merito Melitense; Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica; Croce d’Oro

GIANFRANCO RASTELLI

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per anzianià di servizio; Medaglia Mauriziana al Merito. Nel 2006 ha ricevuto anche il Premio San Michele in riconoscimento dei suoi meriti e del grande attaccamento sempre dimostrato nei confronti della Città.

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giovedì 26

venerdì 27

domenica 29sabato 28

lîjje / luglio / july

Sand’Annee Giuvuacchëine

Sande Celestëine

Sanda Serene Sanda Marte

Era tanta la vitalità che riusciva a trasfon-dere in chi gli stava accanto, che si fatica ad accettare che Livio Vicino non c’è più. Gli amici motociclisti, soprattutto, ne par-lano come se dovesse raggiungerli da un momento all’altro, in ritardo sulla tabella di marcia a causa di un percorso più lungo e più accidentato. Uno di quelli che gli piace-vano tanto. E forse non sbagliano, perché è difficile non pensare che anche lassù Livio si diverte a sfrecciare in sella ad una moto ancora più veloce di quella che usava abi-tualmente.

Ho portato la mia moto anche in cielo

Ad iniziativa dell’Associazione dei Combattenti ed a beneficio del monumento ai cadu-ti di Vasto, nei locali del cinematografo, gentilmente concessi, si è avuta una magnifica serata di varietà con proiezioni cinematografiche, musica, canto e danze. Il numero più attraente è stato costituito dalla graziosa signorina “Nelly du Panama” che ha cantato con fine e mirabile verve alcune delle canzoni più moderne e ci ha regalato alla fine dello spettacolo delle danze fantastiche. L’orchestrina dei dilettanti è stata ammirata oltre ogni dire.

15 Agosto 1920

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31ª summane

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martedì 31

mercoledì 1

giovedì 2

venerdì 3

domenica 5sabato 4

ahâ!te / agosto / august

Sande ‘Liffanze

Sand’Usebbie

Sanda Lèdie

Sande Giuvuanne Sand’Osvalde

Sande ‘Gnazie

Sanda Biatrëice

Punto di stella

Ahà tetátt’attènde tu muàise:

a la ggènde e a la spàise.

Buon Compleanno

Il vecchio pescatore ripara le reti per chi andrà per mare. C’è nel gesto, che

s’intuisce lento, sonnolento nella luce mediterranea del caldo mattino d’estate,

tutto il rimpianto per il passato e l’insoddisfazione per il presente.

la foto del meseGianfranco Rastelli (3)

Luigi Murolo (8)Maria Strever Greco (14)

Nicola Traino (16)Luciano Lapenna (20)

Gianfranco Bonacci (22) Maria Rosaria Celenza (25)

Alessandra Molino (25)Giovanna Monteodorisio (29)

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32ª summane

lunedì 6

martedì 7

mercoledì 8Sande Ddumuéneche

Sande Caddane

Sand’Uttaviane

ahâ!te / agosto / august

15 Agosto 1920

L’A.A.S.T., acronimo di Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo viene istituita l’8 gennaio 1948. Guidata dall’intraprendente e dinamico Carlo Boselli, fa stampare un depliant illustrativo sulle attrattive turistiche della Città, munito di un elenco degli alberghi, ristoranti e servizi turistici. In tempi in cui non esistono fax, e-mail e siti web la semplice indicazione di un numero telefonico a quattro cifre può essere anche sufficiente. Se però chiamato, da fuori Vasto, mediante centralino, visto che non c’è ancora la “teleselezione”.

Feste di MezzagostoUn’attiva Commissione sta alacremente lavorando per le tradizionali feste del mezz’agosto. E’ stato pubblicato il programma nel quale si annunziano per i giorni 13, 14 e 15 corse al galoppo nell’ippodromo dell’Aragona, fuochi pirotecnici, una grandiosa pesca di beneficenza e la rinomata banda di Canosa di Puglia, che per la prima volta si reca nelle nostre contrade.

L’AZIENDA AUTONOMA DI SOGGIORNO E TURISMO... che non c’è più

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giovedì 9

venerdì 10

domenica 12sabato 11

ahâ!te / agosto / august

Sande Rumüane

Sande Lurenze

Sanda Chiare Sand’Erculüane

Enzo Iustini è nato a Vasto e, nel 1952, è emigra-to in Australia, dove si è cimentato con successo nel settore delle costruzioni e della ristorazione. Nel 1978, insieme alla moglie Maria, ha aperto a Perth la prima boutique specializzata nel Made in Italy e successivamente ha esteso questa attività in altre zone dell’Australia. Gli impegni di lavoro non hanno mai tuttavia distolto Enzo dall’interesse nei riguardi della comunità italiana, alla quale è rimasto sempre legato ed a cui non ha mai smesso di dare un personale contributo al fine migliorarne il processo di integrazione nella società australiana. Proprio in ragione di questa sua incessante attività gli è stata conferita la prestigiosa Medaglia d’Oro dell’Amicizia Italo-Australiana.

In un negozio del centro entra una signora molto distinta che ha l’aria di non essere del posto. – Mi può dire quanto costa quell’articolo in vetrina ? – dice la turista all’indirizzo del proprietario. All’improvviso, prima che questi abbia modo di rispondere, s’ode uno schianto

Fett’ e Fettarillefortissimo in cielo che fa tremare tutta la scaffalatura nel locale. La donna s’addossa al muro impaurita, interrogando con gli occhi il negoziante. - ‘N’è niende, bella signò’ – risponde serafico il negoziante, lasciandola ancor più perplessa – è sole ‘nu vúmete…un vomito, insomma.

In un negozio del centro entra una signora molto distinta che ha l’aria di non essere del posto. – Mi può dire quanto costa quell’articolo in vetrina ? – dice la turista all’indirizzo del proprietario. All’improvviso, prima che questi abbia modo di rispondere, s’ode uno schianto

Fett’ e Fettarillefortissimo in cielo che fa tremare tutta la scaffalatura nel locale. La donna s’addossa al muro impaurita, interrogando con gli occhi il negoziante. - ‘N’è niende, bella signò’ – risponde serafico il negoziante, lasciandola ancor più perplessa – è sole ‘nu vúmete…un vomito, insomma.

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Amici del Lunario

33ª summane

lunedì 13

martedì 14

mercoledì 15

ahâ!te / agosto / august

L’Assunzianede Sanda Maréjje

Sande Massemiliane

Sand’Ippolete

Punto di stella

Vive ed opera a Milano, dove svolge la professione di mercante d’arte e di perito d’arte presso il Tribunale della città lom-barda. Innamorato letteralmente della pit-tura napoletana dell’Ottocento e dei fratel-li Palizzi in particolare, dei quali è uno dei massimi conoscitori, ha organizzato nel 1989 una mostra ad essi dedicata presso i Musei Civici di Palazzo d’Avalos, curando anche la pubblicazione di due interessan-ti cataloghi. Nell’agosto del 2000 ha poi curato nello stesso spazio culturale vastese una Mostra delle 100 acqueforti dipinte a mano da Filippo e Nicola Palizzi e da altri noti artisti per il volume Usi e Costumi di Napoli di Francesco De Bourcard. Proprio quest’anno ha infine dato alle stampe per i

Angelo Ricciardi

tipi di Cannarsa il volume Da Palizzi a Ca-scella, che propone una rassegna dei pittori artisticamente più influenzati dall’opera del grande pittore vastese. Ad Angelo è stato attribuito, in ragione della sua pro-fessionalità nel campo del collezionismo artistico, il Premio San Michele 2006.

Li ricette de Za Libbrate

Uno dei piatti più diffusi nelle case contadi-ne d’una volta, sebbene anche i benestanti non lo disdegnassero, era l’accasále, una zup-pa di pane raffermo bagnato e poi condito

L’ACQUA-SALE (L’Accasàle)con olio, aglio ed origano (újje, ájje e pelajje). Una vera prelibatezza, che consentiva di uti-lizzare il pane a dispetto del tempo e di ri-sparmiare evidentemente sulla spesa. evidentemente sulla spesa.

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giovedì 16

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domenica 19sabato 18

ahâ!te / agosto / august

Sande Rocche

Sande Settëmie

Sand’Elene Sanda Sare

Vecchi FustiNo Enzo? No party!Enzo Ronzitti è per tutti il cavaliere. Cavaliere per antono-masia. Il padre des fils du chevalier. Per l’istintiva simpatia che riesce ad ispirare e per essere l’animatore di manifestazioni popolari e folkloristiche, è certamente una delle persone più conosciute in città, anche per la sua travolgente passione per il calcio. La voce squillante dalla particolare tonalità, la maniera con cui muove ritmicamente il tamburello napoletano con il quale normalmente s’accompagna, ne fanno il protagonista assoluto, il personaggio, la maschera, delle annuali edizioni de lu Capedànne, la Pasquètte e de lu Sand’Andùnie. Una festa senza il cavaliere, insomma, non è una festa. Come dire, in altre parole e più alla moda: No Enzo? No party!.

Fett’ e FettarillePasqualino era apprendista da Paolo Di Bussolo, lu Zannutuìlle. Insaponava, radeva, puliva per terra, spazzolava i clienti, come normalmente fa un ragazzo di bottega in una barberìa. Un bel giorno dice a màšte Pàvele: - Lu mmà’, aj’a j ffà nu survëzie – alludendo chiaramente alla necessità di un bisogno fisiologico. – E vvaje, va’, fijje mé – gli risponde il buon Paolo. Pasqualino andò ma non tornò più, perchè da quel momento scomparve

senza lasciar notizie. Passarono due anni ed un giorno ecco che Pasqualino si ripresenta nella barberia. Pallido, smunto in viso, mal vestito nell’apparente condizione di uno che se la passa proprio male. Mašte Pàvele lo guarda appena, capisce la situazione e senza nemmeno aspettare che quello apra bocca gli dice scherzoso, come se gli anni non fossero passati : – Eh, sbruvugnà’, e ppe ffa ssu servëzie ce si màsse ddù énne ?

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34ª summane

lunedì 20

martedì 21

mercoledì 22

ahâ!te / agosto / august

Sanda Maréjje Riggëine

Sande Fabbrézie

Sande Bernarde

Nel recente passato le gare studentesche tra gli istituti della provincia erano una grossa occasione per mettere in mostra le proprie attitudini sportive. Nella foto vediamo la rappresentativa dell’Istituto Tecnico Commerciale che partecipò a Scerni ai

campionati provinciali di corsa campestre. Nella fila in piedi: Spisti, una istituzione nella storia del Commerciale, il prof. Roberti, il prof. Scolavino, Di Gennaro (figlio del farista di Punta Penna) e Ciccillo Fiore; accosciati D’Erme, Garzarella e Di Marco.

Campionati studenteschi 1957

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L’esistenza spesa in viaggio per il mondo come dirigente dell’Agip non ha affievo-lito il suo interesse per la città in cui è nato e per i problemi che essa presenta, ma lo ha invece stimolato a mettere il bagaglio delle esperienze maturate a di-sposizione dei concittadini. Dinamico, estroverso, aperto culturalmente come può essere uno che prende ancora adesso l’aereo almeno una volta alla settimana per spostarsi da un canto dall’altro del-l’Europa, Gianfranco Bonacci, può van-tare una carriera davvero brillante come manager. Laureato in economia e commercio, ha lavorato alle dipendenze dell’Agip salvo che per un breve periodo alla Banca Commerciale Italiana, sino a diventare, attraverso incarichi che lo hanno portato per dodici anni in Africa e per altrettanti in diversi Stati europei, il responsabile di tutta la rete di distribuzione all’este-ro della Società del Cane a Sei Zampe. Un traguardo davvero prestigioso che ci porta a definire Gianfranco un perso-naggio davvero interessante.

GIANFRANCO BONACCI

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venerdì 24

domenica 26sabato 25

ahâ!te / agosto / august

Sanda Réuse

Sande Bartlummué

Sanda Lucille Sande ‘Lessandre

Nella foto in basso, un giovanissimo Bonacci taglia il traguardo vincendo il campionato re-gionale di marcia 1958.

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35ª summane

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martedì 28

mercoledì 29

giovedì 30

venerdì 31

domenica 2sabato 1

settèmbre / settembre / september

Sanda Candede

Sanda Sabbëine

Sande Marëine

Sand’Eggedie Sande ‘Lpedie

Sande ‘Hu!teine

Sanda Mòneche

SettèmbreQuelle che tojje sèmbre l’arrènne.

Buon Compleanno la foto del meseGennaro Spadaccini (6)Antonio Nocciolino (6)Evandro Sigismondi (9)Massimo Molino (20)

Raffaele Scolavino (23)Carlo Marchesani (24)

Piero Falcucci (25)Luigi Cirone (28)

Si snoda allo sguardo la valle amena e ricca che declina verso il litorale azzurro. La campagna prodiga di

viti e d’ulivi annuncia la melodia del raccolto che verrà.

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36ª summane

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mercoledì 5

settèmbre / settembre / september

Sanda Riggëine

Sanda Rosalie

Sande Durutué

La cantina del buon vinoLa Cantina Cooperativa San Michele è un altro bel biglietto da visita di Vasto. Il vino che imbot-tiglia, nella vasta gamma dei montepulciano, trebbiano, chardonnay e cerasuolo, si trova ormai nei migliori ristoranti della Penisola e non sfigura affatto nel confronto per qualità e prezzo con quello prodotto in altre zone della Regione. Quest’anno presenta, inoltre, una riserva speciale di Montepulciano, il Principe San Michele 2003, che farà senz’altro la gioia dei palati più raffinati. Un traguardo che esalta l’impegno profuso dal Consiglio d’Amministrazione, guidato dal prof. Antonio Nocciolino, che conferma la professionalità e gli sforzi degli enologi che prestano assi-stenza tecnica ai coltivatori e che entusiasma ed accresce l’interesse dei 420 soci, i quali conferi-scono ogni anno circa 130.000 q.li di uva, raccolte in 600 Ha delle campagne vastesi.

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giovedì 6

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domenica 9sabato 8

settèmbre / settembre / september

Sanda Eve

Sande Sticchenicchje

Cand’è nateSanda Maréjje

Sanda Sarafëine

Da Venezia ci è pervenuta questa foto del 1962 che ritrae Nino

D’Erme mentre scatta sulla salita del Passo San Boldo (in provincia di Belluno) a 1,5 km dall’arrivo.

sul Passo di San Boldo VastoDal poggio osservoil declivioverso il mare,la spiaggia,il limpido cielo,l’ampia distesalussureggiante,il treno dei ricordi,collinee paesi lontani.Prodiga la natura,partecipedel tuo destino,del tuo fascino.

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37ª summane

lunedì 10

martedì 11

mercoledì 12

settèmbre / settembre / september

Sande Guide

Sanda Ggiacënde

Sanda Nichëuleda Tulundëine

L’Icona Luigi MartellaPittore, architetto, insegnante, ha lasciato un ricordo di infinita bontà in quanti lo conobbero. Ma è in-giusto che egli sia dimenticato come pittore. Con queste parole Gior-gio Pillon lanciava su un quoti-diano della Capitale un appello agli amici abruzzesi per riscopri-re insieme un vero artista. Era il 1976 e quel richiamo non restò inascoltato, perché di lì a poco si formò un Comitato Organiz-zatore per le manifestazioni in onore di Luigi Martella, che nel volgere di qualche anno diede vita ad una rassegna dedicata al pittore vastese, prematuramen-te scomparso, con relativo cata-logo.Sono passati venticinque anni da quella mostra e l’appel-lo a ricordare Luigi Martella ci sembra ancora, forse ancor più, attuale. Lo facciamo con altre parole tratte dal profilo artistico che ne fa Pillon su quel catalogo: “Sono convinto che la “riscoperta” di Martella, quale artista, sarà una sorpresa[…] Fino ad oggi, infatti, tutti noi abbiamo sempre pensa-

to che Gino […] non sia mai stato toccato dal tormento di evoluzioni e di involuzioni.[…] Invece, non solo aveva visto, osservato, capito tutto, ma aveva “digerito” esperienze artistiche che altri avevano palesemente e, forse, malde-stramente copiato, cioè soltanto imitato”.

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Il Premio San Michele

giovedì 13

venerdì 14

domenica 16sabato 15

settèmbre / settembre / september

Sande Lebborie

Sande Crescenze

La Madonne de le Sette Dilïure

Sande Cipriane

Arrivato alla X edizione, il Premio San Michele è stato attribuito quest’anno alle seguenti personalità: al jazzista Angelo Canelli (alla memoria); a Gaetano Cinquina per i brevetti di chimica industriale; a don Stellerino D’Anniballe e alla sua TRSP; alla scrittrice Gabriella Izzi Benedetti; al prof. Gianni Oliva; al produttore cinematografico Mario Orfini; al gen. Gianfranco Rastelli; al campione europeo di boxe Domenico Urbano; al perito d’arte Angelo Ricciardi; ai Salesiani per la loro attività educativa.

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38ª summane

lunedì 17

martedì 18

mercoledì 19

giovedì 20

venerdì 21

domenica 23sabato 22

settèmbre / settembre / september

Sande Gennere

Sanda ‘Usebbie

Sande Mattè

Sande Maurëzie Sande Lëine

Sanda Sufuëje

Sande Robberte

Le leggi razziali del 1938, che escludevano gli ebrei dagli incarichi pubblici, benché non avessero prodotto nessun tipo di allarme sociale nella società vastese, per il semplice fatto che non esisteva nessuna comunità ebraica in città, una vittima illustre tuttavia la fecero. Per quanto poche no-tizie vi siano al riguardo e tutte assunte oralmente, a esser-ne colpito fu il prof. Bedarida, primario del reparto di Me-dicina presso l’ospedale cittadino, il quale venne raggiunto da un provvedimento che lo escludeva dall’esercizio della professione in una struttura sanitaria pubblica. Il Bedarida lasciò l’incarico e la Città e si trasferì in seguito, almeno così si dice, negli Stati Uniti.

Un ebreo vittima delle leggi razziali

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1 Agosto 1566. Il terrore viene dal mareLe poche, frammentarie notizie di cui di-sponiamo della feroce incursione turchesca sulle coste abruzzesi e molisane del 1566 sono forse la dimostrazione di una rimozio-ne che s’è voluta operare dell’avvenimento dalla memoria collettiva. Le uniche fonti di cui disponiamo testimo-niano di una sorta di cataclisma che sa-lendo dal mare, esat-tamente come uno tsunami, lasciò dietro di sé una risacca di sangue e di morte. È il 1 agosto del 1566, quando le vele nere delle galee e degli sciabecchi sa-raceni compaiono all’orizzonte davanti alla costa vastese. Assetati di sangue e di bottino le soldataglie turche, che avevano già messo a ferro e fuoco il giorno prima Francavilla, Ortona e San Vito, sbarcano sulla spiaggia, senza dare il tempo di organizzare una dife-sa e risalgono sino alle mura della Città. È un’orda incontenibile dalle fogge e dai colo-ri più strani quella che travolge in un attimo la debole resistenza intorno a Porta Catena ed a Porta Palazzo e che dilaga nelle stra-dine di Santa Maria, casa dopo casa, sino al Castello ed al Palazzo dei d’Avalos, non risparmiando nessuno sul cammino. Ben presto al rumore dei ferri da battaglia ed agli scoppi dei moschetti ed alle urla de-gli uomini e delle donne, dei bambini, s’ag-giunge il crepitio delle fiamme che s’innal-zano dalla Chiesa violata e dalla residenza del feudatario. Per l’intera giornata i turchi saccheggiano indisturbati, padroni assoluti della Città, e quando si ritirano lo spetta-colo è tragico: duecento i morti, centocin-quantanove i cittadini fatti schiavi, distrutto il castello, privato dei cinquanta pezzi d’ar-tiglieria, incendiato il palazzo marchesale ed i conventi di Sant’Agostino (oggi San Giu-seppe), di San Francesco d’Assisi (oggi San Antonio), dell’Annunziata (oggi Santa Filo-mena), di Santo Spirito, di Sant’Onofrio e le chiese di Santa Maria Maggiore, di San

Pietro, di Santa Maria in Valle, nei pressi di Santa Lucia, e di Santa Maria delle Grazie. L’incursione, studiata come diversivo prima di sferrare l’attacco alle Isole Tremiti, vero

obiettivo militare della flotta guidata da Piai-

ly Pascià e Mustafà Pascià, in quanto ritenuta una possi-bile testa di ponte per la conquista del Regno di Napoli, soprattutto dopo il

fallito assedio di Malta dell’anno prima, lascia la

Città nel completo abbandono e per circa un anno i superstiti, sia per il terrore che ancora avevano addosso che per la convin-zione di non essere stati protetti dalle mili-zie del Re, si ritirano a vivere nelle campa-gne circostanti, tanto che, come si ricava dal Libro dei battezzati di Santa Maria, per tutto quell’anno e sino al 12 gennaio del 1567 non si battezzò per lo scasamento, per li turchi che abbruciarono la Terra, e si comen-zò a battezzare in questo dì che tutta la gente si trovava foro del Guasto, che sì iniqua per l’abbruciamento predetto, si lassò lo annotare, perché non si abitava. Soltanto molti mesi dopo la sciagura i cit-tadini rientrano nelle mura, incoraggiati probabilmente dal diverso atteggiamento del governo spagnolo, rappresentato dal vicerè duca d’Alcalà, il quale, a partire dal 1568, munisce il litorale adriatico intorno a Vasto delle torri di guardia dell’Asinella, del Sangro, di Petacciato e della Sinarca e potenzia quella della Penna, che probabil-mente era già esistente all’epoca della scor-reria turca, come sembra evincersi dalla carta nautica di Piri Re’is del 1564. Una curiosità: dei centocinquantanove vastesi tratti in schiavitù, soltanto uno, a quanto risulta, ritorna in patria ed è il vecchio don Onofrio Troiano, sacerdote del capitolo di San Pietro, riscattato sei mesi dopo per 24 zecchini veneziani in Alesio, l’attuale Lesh, in Albania.

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39ª summanesettèmbre / settembre / september

lunedì 24

martedì 25

mercoledì 26Sande Coseme

e Damïane

Sande Sérge

Sande Pacëfeche

Fett’ e FettarilleDue amici s’incontrano ed ognuno racconta all’altro i suoi guai familiari ed economici. Al primo è accaduto che la moglie l’ha lasciato portandosi dietro i figli ed i gioielli, al secondo che l’ufficiale giudiziario gli ha

sequestrato i mobili di casa. Il colloquio va avanti per circa un’ora e si chiude alla fine con questa considerazione consolatoria: - póvere so jè, póvere sì ttì e mò jame pe’ llemosine tutt’e ddì…

Non si può dire che non si facesse cultura in questa città. E con che rigore e modernità.Alle 8 precise del mattino e con l’ausilio di un rivoluziionario proiettore.

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giovedì 27

venerdì 28

domenica 30sabato 29

Sande Terrenzie

Sande Fauste

Sande MicchélePatrone de lu Ua!te

Sande Gelòrme

Sempre insieme come i Dioscuri, i fratelli Raspa fondano la loro impresa artigianale nel 1972 partendo come decoratori d’interni. La costante attenzione all’aggiornarmento sulle tecniche di decorazione e la competen-za acquisita permette loro nel 1981 di inte-grare l’originaria attività con quella di mae-stri corniciai. L’impegno quotidiano diventa momento di incontro con artisti e galleristi, per i quali la cornice rappresenta un valido ausilio per la valorizzazione delle opere pitto-riche e grafiche. Il 1987 li vede specializzarsi nella messa in opera di moquettes, nei ten-daggi e nell’arredamento di interni. In questi 35 anni di gratificante percorso professionale hanno ricevuto premi e riconoscimenti, ma la più grande soddisfazione è stata di aver collaborato a molte iniziative culturali.

Amici del LunarioPasquale e Antonio. I fratelli Raspa.

settèmbre / settembre / september

24 Settembre 1952. Muore il cav. Guglielmo Guzzetti. Dopo aver

Zaccagnini, fonda la casa editrice “Arte della

Stampa”, che si pone all’avanguardia dell’arte

Carabbba e la casalese De Arcangelis.

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40ª summaneuttabbre / ottobre / october

UttàbbreVëine e ccandëine sére e mmatëine.

Buon Compleannola foto del meseGennaro Strever (14)

Ilaiza Tagliente (14)Domenico Zambianchi (16)

Gaetano Ciancio (17) Enzo Ronzitti (20)Rino Piccirilli (21)Gino Marcello (21)

Camilla e Vittoria Febbo (24)Pino Jubatti (30)

Bozzelli Nicola (31)

La foto è d’una naturalezza davvero incredibile: il battito delle ali dei

gabbiani in volo ed il movimento delle onde che si dissolvono sulla battigia

conserva un movimento ed una velocità tale che sembra di sentire anche il rumore

dell’acqua e lo stridìo degli uccelli.

lunedì 1

martedì 2

mercoledì 3

giovedì 4

venerdì 5

domenica 7sabato 6

Sande Mude!te

Sande Frangische

Sande Sande

Sande Brune la Madonnede lu Rusuarie

Sande Remegie

Sanda Trisëine de Ggisì

Punto di stella

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41ª summane

lunedì 8

martedì 9

mercoledì 10

uttabbre / ottobre / october

Sande Ciatté

Sanda Sare

Sande Scimàune

Personaggi radiofonici inventati ed interpre-tati rispettivamente da Ezio Pepe e Pino Ju-batti, Zi’ Culîcce e Zi’ Libbirtëine hanno per anni allietato con gag in puro dialetto vastese gli ascoltatori di Tele RadioVasto, emittente ancor’oggi in attività. Il contributo da loro dato al recupero della parlatîre paisáne è stato importante, così come il raccordo culturale

operato con la comunità vastese in Australia, nel segno della coerenza con il motto da loro coniato: ‘nghi Zi’ Culîcce e ‘nghi Zi’ Libbirtëine schinénze l’Australie t’arbicëine.Nel fotomontaggio, significativamente riuniti Ezio Pepe, Pino Iubatti e Nicola Giangrande, l’ultimo grande cantore delle Štorie di Carne-vale.

Zi’ Culícce e Zi’ Libbirtëine

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giovedì 11

venerdì 12

domenica 14sabato 13

uttabbre / ottobre / october

Sande Sandëine

Sande Serafëine

Sande ‘Duarde Sanda Furtunüate

Ecco il risultato degli esami della sezione autunnale della nostra fiorentissima scuola tecnica “Gabriele Rossetti”. Alunni promos-si alla 2ª classe: Cancellieri Alberto, Canci Gennaro, Del Borrello Quirino, Giosa An-giolina, Laccetti Pietro, Luzzi Demetrio, Manes Costantino, Mattei Enrico, Perla Luigia, Potente Filippo, Sciarretta Edmon-do, Tiboni Raffaele. Alunni promossi alla 3ª classe: Bonacci Lydia, Canci Giuseppe, Cesaretti Cesare, D’Amato Ines, Del Prete Olga, De Risio Alterisio, Di Pietro Federi-co, Ercolano Grazia, Graziano Pasquale, Ia-nelzi Edmondo, Losito Raffaele, Malatesta

Consiglia, Marcotullio Francescopaolo, Pa-lombo Angelo, Perla Elena, Ronzitti Fran-cescopaolo, Russo Luigi e Spinelli Rocco.Alunni licenziati: Auriemma Gaetano, Be-nedetti Lisa, Ciotti Angiolina, Della Porta Giovanni, Di Rosso Luigi, Galante Giu-seppe, Gasbarro Umberto, Lo Vasco Elena, Madonna Luigi, Mariani Gemma, Rapino Luigi, Romani Francesco, Santarelli Cri-stinziano, Trivelli Vittorio, Cieri Maria Margherita (privatista).Ammessi alla 2ª classe: Bonacci Nicola, Forte Elisabetta, Lanzi Giuseppe, Madonna Giovanni, Merlino Vincenzo.

Alla Regia Scuola Tecnica22 ottobre 1917

Li ricette de Za Libbrate

Una ricetta povera marinaraIngredienti:2 kg. di telline (zzirre zirre) o arselle, due spicchi d’aglio; vino bianco secco; 300 gr. di pomodori pachino; prezzemolo, olio d’oliva, acini di pepe e pane tostato.

ZUPPA DI TELLINE O ARSELLE (Zzirre zirre ‘n vròte)Preparazione:Mettete in padella l’aglio e l’olio ed ag-giungete le telline, in precedenza ben lava-te, e quindi il pepe, il vino, il prezzemolo ed i pomodori a pezzetti. Coprite il tega-me e fate cuocere finchè le telline saranno aperte. Servite caldo in piatti fondi con il brodo di cottura.

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42ª summane

lunedì 15

martedì 16

mercoledì 17

uttabbre / ottobre / october

Sande Ruduolfe

Sanda Marecarëite

Sanda Trèse

Vecchi FustiAntonio NatarelliRiuscite ad immaginare il porto di Punta Penna senza Antonio Natarelli? La domanda potrebbe apparire retorica, ma non lo è, perché nel porto lui è onnipresente in ogni ora del giorno e della notte e perché ha fatto di esso la sua ragione di vita. Armatore, pilota, collaudatore, pescatore sin dall’età giovanissima, è diventato una specie di istituzione riconosciuta, il rappresentante stesso, insomma, della marineria vastese, della quale si sforza, con l’aiuto dei figli, di conservare e trasmettere alle nuove generazioni i valori, le tradizioni e la cultura. Un tipo “tosto”, di poche parole e di molti fatti, legatissimo alla famiglia, che dà senza chiedere mai, abituato a cavarsela sempre da solo, come fanno appunto i marinai.

Fett’ e Fettarille

Don Paolo Martone era un tipo davvero simpatico, dalla battuta fulminante. Si racconta che durante una rappresentazione al Rossetti di un dramma nel quale aveva il ruolo di protagonista, dovendo cadere a terra

fucilato, come la parte richiedeva, e non vedendo lo spazio necessario, si rivolse all’altro attore, Carmine Ragni, già disteso sulle tavole del palcoscenico bisbigliando: - Carminù’… Carminù’, scànzete ch’aja murë pure jà!

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ITALO IAMMARINO

il p

ers

on

ag

gio

giovedì 18

venerdì 19

domenica 21sabato 20

uttabbre / ottobre / october

Sande Lìuche

Sanda Lauratte

Sanda ‘Delëine Sand’Ursulëine

Riesce come pochi a disegnare sulla carta e sulla tela Italo Iammarino, vastese verace, erede della grande tradizione pittorica figurativa cittadina e nipote di don Salvatore Pepe. La sua arte è rivelatrice di una inquietudine interiore e del tormento di una con-tinua ricerca stilistica. Ha frequentato, nel periodo della giovinezza trascorso a Roma, ambienti e cir-coli di artisti nei quali ha avuto l’occasione di avere contatti con i protagonisti della vita culturale degli anni sessanta. E’ stato direttore artistico del Teatro Rossetti, contribuendo attivamente alla rinascita di quella istituzione culturale. Sue opere figurano in prestigiose collezioni private e pubbliche.

Modi di direSi ccòjja còjje.Se riesce riesce, se coglie coglie.

Méne sètte pi ccòjje otte.Dice una cosa per un’altra, intende un’altra cosa.

M’àjj’abbuttáte.Mi son stufato, annoiato.

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43ª summane

lunedì 22

martedì 23

mercoledì 24

uttabbre / ottobre / october

Sande Raffajele

Sande Giuvuanne de Cape!trane

Sande Dunüate

Giovanni, un povero contadino della campagna vastese, è disperato. Fa tanto freddo nel vecchio casolare e non c’è abbastanza legna al camino per tener calda tutta la famigliola. Anche la borsa per l’acqua calda, che normalmente si porta nel lettone dove si stende con moglie e figli, è bucata. Che fare? La prima idea che gli viene in mente è di andare dal compare Pasquale, che non sta meglio di lui, per chiedergli in prestito una borsa d’acqua calda. – Eh, cumbuà, la bbàrsa dell’àcca càlle? E cchi tti le dà? A la casa mà tinàme la hatte pe’ ‘ssu fàtte – gli risponde questi. – La hatte? – esclama meravigliato Giovanni – ma veramende ssti dëce? Senza stare tuttavia a fare troppe domande, chiede in prestito il gatto e se ne torna a casa, assicurando che l’avrebbe restituito la mattina dopo. L’indomani però non torna, come aveva promesso. Passa addirittura

mezzogiorno e non si vede, né lui, né il gatto. Preoccupato,

Pasquale si reca da lui e trova davanti a sé uno spettacolo difficile da descrivere: il mobilio fuori posto, le stoviglie

sparse sul pavimento e, chi a terra e chi sul letto, sanguinanti

tutti i membri della famiglia ed il suo gatto, con il pelo arruffato e gli occhi fuori dalle orbite, ritto sul tetto dell’armadio. Giovanni, in particolare, mostra profonde graffiature sul viso e la camicia tutta strappata. – Ca succèsse, cumbuà’, lu traméute? Pecchè tutte ‘ssu dammàjje? – gli domanda preoccupato. - Chi scì ‘mbése! Ma chi mi si dàte, ‘na hatte sfurijàte e ‘ngifrijète? - gli spiega Giovanni, maledicendo lui ed il gatto – Ha succésse ca cande j ‘aje màsse

lu muttàlle a lu chîule ha ‘ccumenzàte a strillà gne ‘nu porce a lu

scannatàre… ‘N ti diche ca succèsse doppe, canda j’aje

màsse pure l’àcca càlle.

Fett’ e Fettarille

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giovedì 25

venerdì 26

domenica 28sabato 27

uttabbre / ottobre / october

Sanda Grazie

Sand’Umbüerte

Sande Crispëine Sande Taddè

L’avv. Roberti Roberto, incaricato dal Comi-tato centrale di propaganda ed assistenza, cui è preposto l’on. Ministro Comandino, di te-nere un ciclo di conferenze nell’Abruzzo, ha parlato ieri sera a Vasto nel teatro Rossetti sul tema: Resistere. Nel suo discorso improvvi-sato con bella vigoria, l’oratore ha ricordato i precedenti e le origini della guerra, dimo-strando con tale indagine, come l’intervento dell’Italia fosse inevitabile. La guerra quindi appare come una magnifica necessità, alla quale ciascuno deve dare il massimo contri-buto: non si combatte solo al fronte, anche le popolazioni civili possono e debbono fare opera di guerra dando al Governo la mag-giore energia di fede e di disciplina. Dopo due anni di sforzi eroici, il dovere essenziale i questo momento è di resistere appunto per valorizzare l’opera compiuta e per non dove-

re accettare la pace tedesca che cerca d’insi-nuarsi nelle popolazioni come un serpe ve-lenoso. Niente di tutto quello che si compie oggi sarà fecondo di opere di restaurazione sociale, come il maggiore incremento delle industrie, l’agricoltura portata al massimo sviluppo; la emigrazione, non più il com-mercio di braccia, ma scambio di intelligen-ze operose. Alla fine del suo dire, l’avv. Roberti venne salutato dal numeroso uditorio con un caldo e nutrito applauso. Il sindaco comm. Nasci ha poscia inviato il seguente telegramma al Ministro Comandino: “ Cittadinanza vaste-se dopo ascoltata vibrante parola avvocato Roberto Roberti, presenti on. Ciccarone, autorità civili, militari riafferma V.E. mira-bile interprete anima nazionale, incrollabile fede vittoria”.

Una conferenza a Vasto 18 ottobre 1917

Modi di direMi si ‘bbuttáte …Mi hai scocciato, rotto le scatole.

Mátte Crë!te ‘m mén’ a li Tîrche.Sbagliar proprio indirizzo, far cattivo uso d’una cosa.

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44ª summane

lunedì 29

martedì 30

mercoledì 31

giovedì 1

venerdì 2

domenica 4sabato 3

nnuvembre / novembre / november

Sande Quindëine

Tutte li Sende

L’Alme di li Murte

Sande ‘Ggisarie Sande Carle Burrumué

Sanda Duruté

Sand’Unurüate

Punto di stella

Nuvèmbre Nu fijàure e nu punzîre ogne ttande pùrtele a lu quambesànde.

Buon Compleanno la foto del meseOlivieri Enrico (1)Graziano Marcovecchio (7)

Renato Cannarsa (11)Manuele Marcovecchio (13)

Italo Radoccia (15)don Stellerino D’Anniballe (19)

Vecchiotti Antonio (23)Vittorio Tagliente sr. (23)

Gianni Petroro (28)

“La luce del crepuscolo attenua: ed agli inquieti spiriti è dolce la tenebra”.

La serenità che ispira il mare all’imbrunire della giornata influisce

anche sullo stato d’animo di poeti disperati come Dino Campana.

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Foto

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Sm

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45ª summane

lunedì 5

martedì 6

mercoledì 7

giovedì 8

venerdì 9

domenica 11sabato 10

nnuvembre / novembre / november

Sand’Erne!te

Sande Guffrede

Sanda Déure

Sanda Germane Sande Martëine

Sande Fau!te

Sande Giude

Questo il titolo della rivista musicale, in pure stile hollywoodiano, messa in scena al Politeama Ruzzi da un’improvvisata compagnia di giovani studenti in piena occupazione alleata. È l’agosto del 1944, il fronte s’è spostato a nord e si sente il bisogno di tornare a cantare dopo mesi di terrore e di paura. Over the rainbow, spettacolo con tanto di canzoni e balletti, ha come organizzatore Rocco Baccalà e regista Marcello Martone. Interpreti: Franz Ritucci Chinni, Tonino Ciancio, Ciccillo Murolo, Carluccio Galante, Elena Cardone, le sorelle Tenaglia, Marisa Pisarri, Maria Cristina Bile, Elvira Turbato. La scenografia è curata dal professor Martella, assistente di scena, Aldo Martone, direttore d’orchestra. Aniello Polsi.

OVER THE RAINBOW LA GUERRA È FINITA

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La magnifica corte del marcheseCesare Michelangelo è l’unico Marchese del Vasto che abbia dato alla capitale del suo feudo uno spessore e un’apertura europea portando alle estreme conseguenze l’ideo-logia avalosiana incentrata sulle figura-zioni dell’eroe, della festa, della stirpe. La sua opzione filoasburgica nella guerra franco-au-striaca lo porta a Vienna, dove rimane esule fino al 1713, ricevendo dall’Imperatore titoli e onorificenze (Toson d’Oro, Maresciallo di campo, Principe del Sacro Romano Im-pero) e i privilegi di battere moneta, di ren-dere Vasto Città e di ricostituire la Diocesi.Quando il Marchese rientra da trionfatore nel suo feudo, Va-sto diviene il centro di una abile attività diplomatica intessuta a livello europeo. Cesare riunisce nel palazzo marchionale, in una vita di corte adeguata alla potenza rag-giunta, i borghesi da lui nobilitati (Ricci, Trivelli, Griggis, Sabelli, Amblingh). Nella quadreria del Palazzo (1706) sono presenti pittori di livello mondiale: Baroc-ci, Bassano, Carracci, de Ribera, Durer, Giordano, Reni, Rosa, Rubens, Tiziano e Veronese.La delega imperiale del 23 novembre 1721 per la consegna del Toson d’Oro a Fabrizio Colonna consacra l’adesione dell’aristocra-zia romana alla politica imperiale e suggella la pax austriaca e la potestas marchionale. L’intellettuale A. P. Berti, dal 1720 nel Collegio vastese della Madre di Dio, è il “regista” dei leggendari festeggiamenti.La collazione che avverrà nel centro adria-

tico con i suoi cerimoniali, la teatralità nel-l’orditura dei cortei e i trionfi scenografi-ci e venatori evidenzia una strategia dello spettacolo in cui palazzo d’Avalos e la città

intera diventano teatro della rappresenta-zione.

Nel 1707 per l’occu-pazione di Napoli – e analogamente nel 1713 per il ritorno dell’esule - a Vasto il po-polo assapora un

mese di bagordi con botti, luminarie, balli e canti, rinfre-schi, – un tal mastro Rocco Muzii co-struisce una fontana da cui sgorga inin-

terrottamente vino – fuochi d’artificio,

cuccagne e “cavalle-rie”. Per la classe altolocata sono allestiti concerti musicali, rappresentazioni teatrali – come la Merope Maffeiana – e pubbliche accademie di Teologia e Politica.Gli interventi, soprattutto edilizi, di quel periodo trasformano il volto urbano con la costruzione di edifici, l’apertura di strade, il restauro di muraglie e torri, il ripristino dell’acquedotto. Si restaura il Monastero di S. Spirito, si ricostruisce la Chiesa di S. Francesco da Paola (1713-1719) e si am-plia il convento di S. Chiara. Particolare attenzione si pone alle ville di campagna - ristrutturandole al Frutteto, a S. Sebastia-no e alla Penna e edificandole ex novo a S. Lucia, alla Canale, a Montebello e a S. Lo-renzo – al fine di utilizzarle per ospitare la nobiltà che transita nei domini marchesali. Con la morte del mecenate – avvenuta nel 1729 – si chiude questo periodo di splen-dore cittadino.

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46ª summane

lunedì 12

martedì 13

mercoledì 14

nnuvembre / novembre / november

Sande Giuquànde

Sande Bonomme

Sande Giusaffátte

All’interno della Parrocchiale di S. Paolo Apostolo, proget-tata dall’architetto Fallani, sono conservate diverse opere d’arte. La più significativa, compiuta nel 1998 dal par-mense Amerigo Mazzotta, è posta nella zona absidale. Il grande affresco di 100 metri quadri, tecnica monocromo a sanguigna, raffigura San Paolo che parla all’Areopago di Atene. Il volto dell’apostolo è un autoritratto dell’artista e tra gli ascoltatori dell’annuncio sono raffigurati alcuni contemporanei come don Luigi Giussani e il poeta Gio-vanni Testori. L’affresco documenta, in modo realistico, la varietà di atteggiamenti e reazioni di fronte alla proposta cristiana. Sulla base, lateralmente, sono raffigurati i sim-boli dell’apostolo: la colonna, il libro e la spada. Mazzotta nasce artisticamente con l’esposizione pesarese del 1962; si trasferisce poi a Firenze dove partecipa da universitario ai fermenti di quegli anni e nel 1968 decide di dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1982, con la pittura mura-le a sanguigna “La battaglia di Lepanto” di Segrate, inizia un percorso di collaborazione con architetti e artisti che lo porta a dipingere in più di 20 chiese in tutta Italia. In collaborazione con lo studio Iride lascia in Sicilia tracce della sua arte. Nella sua opera più importante del 1997, nella chiesa di S. Giuseppe ad Oswiecim raffigura la storia di un’Europa che passa al Terzo millennio attraverso il sa-crificio di due guerre e il martirio dei campi di concentra-mento nazisti e dei gulag comunisti.

Gli affreschi di Amerigo Mazzotta in San Paolo

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giovedì 15

venerdì 16

domenica 18sabato 17

nnuvembre / novembre / november

Sande ‘Libberte

Sanda Marecarëite

Sanda Sabbette Sande Cri!tejìane

Manifesto celebrativo dell’Associazione Com-battenti e Reduci. In ordine rigorosamente ge-rarchico il Re il Duce, i duchi della vittoria il Direttorio, gli ufficiali, i decorati, i mutilati e gli aderenti. Non viene usato il semplice elenco nominativo, ma ad esso viene associata l’imma-gine fotografica come nuovo mezzo di comuni-cazione di massa.

Modi di direL’ha fatte cùcchie cùcchie. L’ha fatto a pezzi.

I puzze li dëte. Letteralmente, gli puzzano le dita, cioè è un ladro, un cattivo soggetto.

Associazione Combattenti e reduci

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47ª summane

lunedì 19

martedì 20

mercoledì 21

nnuvembre / novembre / november

Sande Diàghe

Sand’Uttavie

Sanda Tëlde

L’Icona Vincenzo Di LancianoUn tipo tenace che ha saputo superare le avver-sità della vita con forza d’animo e chiarezza di idee e che ha certamente dato un contributo alla crescita dell’informazione. Il 2 dicembre 1931 inaugura in piazza Diomede la prima edicola per la rivendita dei giornali. In seguito si trasferisce in corso de Parma e apre altri punti vendita nel centro.

Collabora con i colleghi della stampa vaste-se ricevendone ripetuti attestati di stima e di simpatia. Nella foto, che risale al 1961, lo vediamo fe-steggiato nel trentennale di attività, dai gior-nalisti Fanghella, Raspa, Catania, Catalano, Del Greco e Recinelli.

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giovedì 22

venerdì 23

domenica 25sabato 24

nnuvembre / novembre / november

Sanda Cecëlie

Sande Clemende

Sanda Flére Sanda CatarëineCrë!te Rrà

La festa degli alberiAd iniziativa del locale R. Commissario nella scorsa domenica, alle ore 10 antimeridiane è stata solennemente celebrata la Festa degli Alberi al Viale della Rimembranza. Tale festa che si sta celebrando in tutti i paesi dell’Italia nuova conformemente ad appello diramato dal Governo nazionale, è riuscita ancora più solenne dato il luogo sacro in cui essa si è svolta. Al numeroso e scelto pubblico che intervenne alla cerimonia, a cui si univano tutte le associazioni patriottiche e cittadine con i loro vessilli nonché una larga rappre-sentanza delle scuole parlarono con acconcie ed elevate parole il Regio Commissario cav. Perdisa e il maestro Filippo Del Greco en-trambi applauditissimi.

Al Teatro”Rossetti”Non è ancora compiuto un mese dacchè la compagnia Papa-Paganini ha lasciato le scene del nostro comunale che già s’annunzia l’ar-rivo della primaria Compagnia drammatica italiana Renzi-Gabrielli per il 30 p.v. L’im-presa Martone ha lanciato un invito al pub-blico perché accorra numeroso ad assistere ai capolavori artistici del repertorio della detta Compagnia: io credo che questo appello sia inutile perché nessuno certo vorrà privarsi di tale scelto godimento. Nell’additare al pubblico la fervida ed ope-rosa attività della impresa le formuliamo da queste colonne l’augurio più caloroso perché i suoi sacrifici vengano coronati da prossimi successi.

1 Dicembre 1923

Lucio Moscato Amici del LunarioS’è fatto tutto da solo Lucio Mo-scato, arrivando dove pochi rie-scono ad arrivare. Titolare della Fondam, azienda che opera con successo nel settore metallurgico, è uno degli industriali di punta del comprensorio vastese ed uno dei più dinamici certamente del-

l’intera Provincia di Chieti. Ap-passionato di sport e di calcio, in particolare, si è a più riprese diret-tamente impegnato nella gestione della Pro Vasto, di cui è da due anni, insieme a Mimmo Crisci, l’esponente di punta e l’organiz-zatore per eccellenza.

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48ª summane

lunedì 26

martedì 27

mercoledì 28

giovedì 29

venerdì 30

domenica 2sabato 1

decèmbre / decèmbre / december

Sande Giácheme

Sande Saturnëine

Sand’André

Sanda ‘Ligge Sanda Bibbïane

Sande Virgëlie

Sande Lunuarde

DecèmbreChiane chiane vë’ Natale.

Buon Compleanno

Le belle forme del Vanvitelli, l’eleganza sobria, la purezza delle linee architettoniche viste in una prospettiva

che si proietta verso l’alto, quasi in preghiera.

La Chiesa della Madonna del Carmine è davvero un monumento esemplare.

la foto del mesePeppino Baiocco (2)Franz Ritucci-Chinni (3)Angelo Di Marco (11)

Silvio Petroro (11)Lucio Moscato (12)

Antonio Prospero (13)Emilia D’Adamo (21)

Gianni Quagliarella (27)don Antonio Bevilacqua (31)

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Foto

Mau

rizio

Sm

argi

assi

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49ª summane

lunedì 3

martedì 4

mercoledì 5

decèmbre / decèmbre / december

Sande Vasse

Sanda Barbere

Sande Frangische Saverie

La F.C. Pro Vasto 2006/2007

1 dicembre 1922. Banca

Agricola Italiana. In città sono già in funzione altri cinque sportelli: della Banca Abruzzese,

del Banco di Roma, del Credito Adriatico, della Banca di Campobasso e della Banca Meridionale.

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giovedì 6

venerdì 7

domenica 9sabato 8

decèmbre / decèmbre / december

Sanda Nichële de Bbare

Sand’Urbane

la Cungiuzïane Sanda Valerie

Fett’ e Fettarille1922. L’Italia è attraversata da un’ondata di conflittualità politica senza precedenti, carat-terizzata da frequenti scontri tra fascisti e so-cialcomunisti. Vasto non resta fuori da questo clima politico, seppur il livello di lotta resta, per fortuna, sempre nei limiti della corret-tezza civile. Qualche episodio riferito a quel periodo, almeno per come c’è stato riporta-to, è rivelatore anche di un particolare sen-so dell’umorismo attraverso il quale i vastesi filtravano gli avvenimenti di quei giorni, alla vigilia della Marcia su Roma. Significativo quello accaduto ad un tale, noto per l’inizia-le ambiguità ma in seguito diventato fascista tutto d’un pezzo, il quale, fermato di notte mentre rincasava da fascisti mascherati, ven-ne minacciosamente così apostrofato: - Nì sème rìsce e ttì, cchi ssì ? Nàire u ràscie?- Jè? ja sso’ cchiù rràscie de li Fratìlli de li Muànte!- Ah, dilinguènde, allàure ssì ràscia e no’ nàire. Ti sème ‘ncappate, finalmende…E questi di rimando, senza scomporsi: - Ah vrittacchièine! Mò ve sso’’ppurète. Avè’dëtte a ssà manìre pe’ ssapá si vvi sète nëire gna sso’ nàire jè.

Interno della chiesa di San Pietronegli anni Venti

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50ª summane

lunedì 10

martedì 11

mercoledì 12

decèmbre / decèmbre / december

Sanda Amalie

Sande Sabbëine

la Madonne de Lurète

Artista autentico, cantore della vastesità nel solco della continuità con l’opera av-viata dall’indimenticabile maestro Aniel-lo Polsi, al quale non a caso è intitolato il Gruppo folkloristico di cui è stato il fondatore e di cui resta l’animatore e l’in-stancabile direttore dal 1983, Nicola Sti-valetta ha il grande merito di aver rinver-dito nella memoria dei vastesi i canti e le melodie della tradizione e di aver portato in giro, anche tra gli emigranti del Bel-gio, le espressioni più belle dell’anima e della cultura della nostra Comunità.Musicista e compositore egli stesso, ha messo in note versi di Nicola Del Casale, Adelio Tilli, Ezio Pepe, Di Benedetto, Fa-giani, D’Aquino, Spitilli, Merletti, cimen-tandosi infine lui stesso con successo anche

di critica nella scrittura dei testi, autentiche liriche in vernacolo, che ha di recente vo-luto raccogliere in un volume dal titolo Lu tempe passe senza pietà, edito da Cannarsa.

NICOLA STIVALETTA

il p

ers

on

ag

gio

Modi di direPóche ci allîssce.Ci vede poco.

ccuscì’ ‘ccuscè.Così così.

Sàcce jë cchi tínghe ‘n gurpe.So io cosa provo dentro.

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giovedì 13

venerdì 14

domenica 16sabato 15

decèmbre / decèmbre / december

Sanda Lucëie

Sande Giuvuannede la Crauce

Sanda Silvia Sand’Adelaide

È vastese il campione d’Europa dei pesi piuma e si chiama Domenico Urbano, classe 1976. Ha conquistato il titolo il 3 agosto del 2004 in un combattimento con lo spagnolo Manuel Calvo, disputa-to a San Mango d’Aquino e lo ha difeso con successo in due successivi combat-timenti, il primo con il turco Osman Aktas e l’altro con il francese Karim Ketoun. Proprio di recente, lo scorso 15 settembre, ha poi battuto in un combat-timento sulle sei riprese, senza difesa del titolo, l’ungherese Ferenc Szabo, messo al tappeto per ko alla quinta ripresa. Dai primi pugni sferrati nella palestra della Società Vasto Ring, Domenico ne ha proprio fatta di strada.

Campione d’Europa

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51ª summane

lunedì 17

martedì 18

mercoledì 19

decèmbre / dicembre / december

Sande Darie

Sande Ggraziane

Sande Làzzere

Un thè danzante ebbe luogo l’altra sera, dalle 17 alle 20, per gentile concessione fatta dal Principe di Pescara Carlo D’Avalos a mezzo del suo pro-curatore e vostro corrispondente, cav. uff. A. Di Michele, nella sala più grande del Palazzo. La se-rata riuscì come non poteva meglio. Intervenne tutta la “elitè” nostra in abiti elegantissimi. Molte e belle gentili signorine. Ecco, fra i tanti, qualche nome: Signore Marcantoni, Di Stefano, Giulia-ni, Palmieri e signorine Ritucci Chinni, Fanti, Laccetti, Cardone, Tana, Marchesani, Nasci, Co-langelo, Anelli, Martone, Cancellieri, La Palom-bara, De Pompeis, Giacomucci, Zara, Lazzaro e signorina Scotti e signorina Muzi, Martini e signorina. E le signorine: prof. Bonarelli, Angeli, Marchetti, Olivieri, Monacelli, Boraschi, Mar-tone, Cieri, Bernardini, Cordella, Di Lorenzo, Del Negro, Muzi, Miscione, Scotti, Di Fonzo, Rocchio, D’Ettorre, Sangiovanni, Carmenini, Laccetti, Umile, Giacomucci, Marrollo, Chinni, D’Ercole, Della Penna,Trivelli, Murolo, Di Fon-zo, Malatesta, Razionale, Spataro. E fra gli uomi-ni: comm. prof. Pietro Suriani, nostro Podestà, Romolo Marcantoni, neo segretario politico del Fascio (assai complimentato e festeggiato), prof. Gioacchino Di Stefano direttore della R. Scuo-la Commerciale; il tenente dei RR Carabinieri Giuliani; il ten.di Finanza Michele Seo e signora; l’avv. Ritucci Chinni; centurione prof. Fanti, cav. Giuseppe Laccetti, rag. Luigi Laccetti; dott. Prof.

Giulio Cardone; Michele Spataro; tenente Tana, rag. Ulrico Marchesani, cav. Avv. Luigi De Pom-peis; cav. Avv. Giuri, dott. cav. Vincenzo Marto-ne, avv. Domenico La Palombara; Guido Zara; dott. Cordella; N. Scotti, dott. cav. Marcello Sangiovanni, Giacomo Marrollo, il prof. Sbroc-co e signora, il cap. Alessandrini, il dott. Corra-dini, prof. Di Rocco, cap. Olivieri, avv. Ciavatta, Di Salvio, dott. D’Angelo, rag. Trivelli, dott. M. D’Ettorre, C. Santarelli, dott. Ernesto Cianci, ten. Russo e il vostro corrispondente. L’orchestra locale, composta dei signori Vincenzo Perrozzi, Michele Parente, Giuseppe Cilli, Ettore Anelli, il maestro Dragani, Cesario Fiore, e diretta come sempre e gentilmente dall’avv. cav. Florindo Ri-tucci Chinni, è stata inappuntabile. La iniziativa, e, insieme la riuscita di così bella festa si deve alla Segretaria del Fascio femminile Amalia Roberti-Palmili, coadiuvata dalla signora Lidia Cardone e dalle signorine Irene Cieri, prof. Maria Mo-nacelli e Leonilde Martone, nonché dai giovani del R. Istituto Commerciale Giuseppe Lazzaro e i fratelli Turilli. Un bel numero del simpatico trattenimento è stato la dizione di versi in dia-letto vastese di Carlo Palmili. Autore e dicitore Izzi Vittorio sono stati assai applauditi. Infine un gruppo di studenti e studentesse del Regio Istituto Commerciale contribuì a dare alla festa un’accentuata nota di vivacità.

18 dicembre 1928

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VecchiMestieriI fiscoli sono involucri di fibre vegetali, a forma di tasca, con un foro inferiore ed uno superiore in cui si inseriscono le olive frante per ottenerne l’olio. A Vasto, terra dell’olio e di numerosi trappeti (li trappìte), esisteva una fiorente attività di lavorazione di fiscoli, come testimonia anche la cartolina postale qui di fianco della ditta Domenico Barone.

LU FISCULÀRE

giovedì 20

venerdì 21

domenica 23sabato 22

decèmbre / dicembre / december

Sande Libbrate

Sande Severëine

Sande Flaviane Sanda Vittorie

Li ricette de Za Libbrate

È un piatto molto antico e può essere fatto con sagne di farina integrale, farina di fiore o di grano duro. La salsa di baccalà può es-sere in bianco o al pomodoro. Ingredienti:400 gr. di farina integrale; 400 g. di bac-calà già spugnato; olio d’oliva; uno spicchio d’aglio; un bicchiere di vino bianco; prez-zemolo; acqua; pepe e sale.Preparazione:Mettete a rosolare aglio ed olio in una casseruola aggiungendo il baccalà appena

SAGNE STRACCIATE AL SUGO DI BACCALÀ (Sagn’appezzate nghi lu bbaccalà)

l’aglio risulterà imbiondito. Fate rosolare il baccalà, sminuzzandolo poco alla volta, aggiungete il prezzemolo, versate il vino e fate asciugare.A parte, ottenuta la sfoglia dall’impasto, stracciatela in maniera irregolare sino ad ot-tenere le sagne e fatele cuocere in acqua ab-bondante.Versate la pasta (sagn’appezzàte) in una zuppiera, aggiungendo la salsa preparata in precedenza al baccalà con l’aggiunta di una spolverata di pepe e prez-zemolo tritato.

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52ª summane

lunedì 24

martedì 25

mercoledì 26

decèmbre / decèmbre / december

Sande "tefene

la Sanda Natale

Sanda Irmëine

Di Fernando ricorderemo il sorriso perennemente stampato sul viso, la gentilezza dei modi e la grande passione che nutriva per il presepio. Di quest’arte antica della ricostruzione della Natività di Cristo, così radicata anche a Vasto, ove ancora vive il ricordo de li pupuattílle di Munzù, Fernando era un grande cultore e ad essa si dedicava appassionatamente tutto l’anno,

I PRESEPI DI FERNANDOprogettando di continuo nuove scenografie, nuovi personaggi e meccanismi sempre più sofisticati di funzionamento. Adesso che non c’è più, si sente la mancanza di questo giovane, che amava tanto rifugiarsi in quel mondo di coccio e cartapesta per sfuggire forse a quello vero, dove i buoni sentimenti nei quali credeva non si trovano tanto di frequente.

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giovedì 27

Sabato 29

lunedì 31domenica 30

decèmbre / decèmbre / december

Sande Giuvuanne

Sande Davede

Sanda Ilarie Sande Silve!tre

venerdì 28le Sende ‘nnucïnde

Munzù è il soprannome dell’artista popolare Domenico Miscione (Vasto, 1826-1815) autore dei pupattelli con cui, nel sec. XIX, i vastesi realizzavano il presepe domestico. Il nom de plum traduce in dialetto il termine monsieur, molto diffuso in città dopo il Decennio Francese (1806-1815). Della sua attività si hanno scarsissime notizie. Le uniche informazioni certe sono quelle testimoniate dai poeti Gaetano Murolo (1858-1903) e Luigi Anelli (1860-1944).I pupattelli restituiscono in modo esemplare la figurazione dei soggetti, dei mestieri, delle attività, degli indumenti che caratterizzavano la città nel corso dell’Ottocento. Una sorta di museo iconico di grande rilievo per lo sviluppo documentario del Museo del Costume allestito dai Lions di Vasto e in comodato d’uso al Comune.

Li pupattille di Munzù

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L’AMMINISTRAZIONE COMUNALESindaco: Luciano LAPENNA

Vice Sindaco: Nicola DEL PRETEAssessori: Francescopaolo D’Adamo,

Lina Marchesani, Eliana Menna, Domenico Molino, Vincenzo Sputore,

Anna Suriani, Nicola Tiberio.

CONSIGLIORiccardo Alinovi, Ivan Aloè,

Dario Ciancaglini, Francesco Paolo D’Adamo, Nicola D’Adamo,

Nicola D’Adamo, Antonio Di Santo, Giuseppe Forte, Tranquillo Luciano Gentile, Fabio Giangiacomo, Guido Giangiacomo, Alessandro La Verghetta, Simone Lembo, Gino Marcello, Manuele Marcovecchio,

Marco Marra, Massimiliano Montemurro, Giuseppe Napolitano, Michele Notarangelo,

Mario Olivieri, Francesco Piccolotti, Antonio Russi, Lorenzo Russo,

Corrado Sabatini, Fabio Smargiassi,Nicola Soria, Giuseppe Tagliente,

M. Annunziata Ulisse, Maurizio Vicoli,

Segretario Generale: Rosa Piazza

DIRIGENTIGiacinto Palazzuolo (Direttore Generale)

Michele D’Annunzio (Urbanistica)Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi)

Evandro Sigismondi (Polizia urbana)Vincenzo Marcello

(Commercio, Annona, Pubblica istruzione)Domenico Smerilli

(Turismo, Cultura, Beni culturali) Michele Bevilacqua (Ragioneria)

Caterina Barbato (Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali)

MAGISTRATURAPresidente Tribunale

Guido GhionniProcura della Repubblica - Procuratore Capo

Vincenzo Colantonio

A.S.L.Dir. Generale - Michele Caporossi

ISTITUZIONI SCOLASTICHE:DIRIGENTI

Liceo Scientifico “R. Mattioli” - Nicola D’AdamoIst. Tec. Industriale “E. Mattei” - Fernando Fiore

Liceo Classico “L.V. Pudente” e Ist. d’Arte - Rocco Di ScipioIst. Tec. Comm. e Geom. “F. Palizzi” - Luigi Sabatini

Ist. Magistrale “R. Pantini” - Francesco SantulliScuola Media “G. Rossetti” - Letizia DanieleScuola Media “R. Paolucci” - Maria Cauli

I Circolo Didattico “G. Spataro” - Maria MansoIII Circolo Didattico - Amelia Zaccardi

FORZE DELL’ORDINECommissariato Polizia di Stato Vice Questore UgoTerracciano

Compagnia CarabinieriGiuseppe Loschiavo

Tenenza Guardia di FinanzaCosma Porta

Ufficio Locale MarittimoAndrea Zanghì

Distaccamento Vigili del FuocoAntonio Ottaviano

Corpo Forestale dello StatoDomenico Racciatti

CO.A.S.I.V.CdA - Fabio Giangiacomo, Nicola Del Prete,

Manuele Marcovecchio

CONSORZIO DI BONIFICACommissario - Giuseppe Torricella

PARROCCHIE E PARROCIConcattedrale di S. Giuseppe - Giovanni Pellicciotti

S. Maria Maggiore - Decio D’Angelo

S. Pietro in S. Antonio - Stellerino D’Anniballe

S. Paolo Apostolo - Gianni Sciorra

S. Maria Incoronata - Eugenio Di Giamberardino

S. Maria del Sabato SantoTommaso Di Stefano e Domenico Larcinese

Stella Maris - Agostino Frezza

S. Giovanni Bosco - Francesco Labarile

S. Lorenzo - Andrea Sciascia

S. Marco Evangelista - Luigi Smargiassi

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Appendice

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Sorrento, 4 agosto 1944Carissimo Sig. Bile,Ella torna negli Abruzzi e io vorrei che por-tasse il mio saluto non solo agli amici che ho colà, ma agli Abruzzesi tutti. Abruzzese io sono, non solo per padre e per madre, ma per essere nato sopra una delle vostre mon-tagne, a Pescasseroli, e per avere avuto i miei antenati, e ancora oggi i miei parenti, in un altro paesello, anch’esso su una altura, Mon-tenerodomo, che, rimasto sempre intatto da guerre nei secoli, ora la rabbia tedesca ha raso al suolo, facendo saltare con le mine la nostra antica casa, che era la più bella in quel luo-go. Una trentina d’anni fa, ebbi vaghezza di rintracciare la storia della mia famiglia tra le carte dell’Archivio di Stato di Napoli (anche esso ora barbaramente bruciato dalla tedesca infamia!), e tra quelle che trovai nella parroc-chia di Montenerodomo, e potei costruire un esattissimo albero della famiglia, che muoveva dal capostipite, ossia da colui al quale risaliva-no i documenti più antichi, un Sancta Crux, che con la moglie, Cecca uxor, viveva colà, nel 1420 (viveva dei propri beni, ma i suoi discendenti fecero i pastori, e solo alla fine del seicento uno di essi, di svegliato ingegno, fece entrare la sua famiglia nel mondo della cul-tura, e poi delle professioni e magistrature); e

tirare quest’albero di nome in nome oltre cin-que secoli fino alle mie figliuole, le ultime che porteranno il mio cognome nel mio ramo di famiglia; e in quell’albero sono segnate altresì le famiglie a cui i miei s’imparentarono, i De Thomasis, i Cappelli, i Sipari, gli Spaventa, taluni dei quali illustri nella storia napoletana e italiana. Scrissi anche la storia di quei due

Lettera politica di Benedetto Croce agli abruzzesi

È il 1944, l’anno della svolta a favore degli Alleati nella seconda guerra mondiale. Il 22 gennaio la 5ª armata americana è sbarcata ad Anzio; il 28 a Bari, il Congresso del CLN ha chiesto l’abdicazione di Vittorio Emanuele III; il 4 giugno, le truppe alleate sono entrate a Roma; il 5, il Re nomina il figlio Umberto “luogotenente generale del Regno” ed il 9 Ivanoe Bonomi, capo del Comitato centrale di Liberazione Nazionale, è incaricato di formare il governo. Al Nord si combatte ancora. Tra i ministri del governo appena formato a Roma c’è il filosofo Benedetto Croce, che ha ripreso con insospettata vigoria la vita politica fondando il Partito Liberale Italiano per il quale cerca adepti e sostenitori. Tra le tante persone a cui si rivolge c’è il vastese Tommaso Bile, un giovane studente di medicina, figlio del dottor Silvestro, primario all’Ospedale Civile, che aveva conosciuto il filosofo al convegno della Gioventù Liberale, tenutosi qualche mese prima a Napoli. A questi scrive la lettera che segue, estremamente significativa degli ideali che animano il filosofo e del grande amore che egli porta all’Abruzzo.

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paeselli e la aggiunsi in ap-pendice alla mia Storia del re-gno di Napoli, dicendo nella prefazione che esse stavano a segnare “in guisa più perso-nale e famigliare il legame di affetto che mi stringe all’Ita-lia meridionale”. E quando gli scrittori del nobile regi-me che ha per oltre venti anni coperto della sua gloria l’Italia, si degnavano con le eleganti loro penne di accennare alla mia persona, ri-correvano volentieri, col dovuto disprezzo e col meritato sarcasmo, alla circonlocuzione di “quel di Pescasseroli”o del “critico abruzzese” , tantoché una volta li pregai di usare un po’ di discrezione e di equità, e di non far pesare sull’Abruzzo le mie colpe e le mie deficienze personali. Come vede, mi sono lasciato anda-re con Lei a ricordi a me cari, e forse anche troppo ho divagato; ma volevo dirle che, di sopra tutti questi ricordi, è in me grande la stima per la gente di Abruzzo per la robustez-za e insieme l’equilibrio del suo intelletto, per la rettitudine del suo animo, per la semplici-tà del suo costume, e vedo in essa una forma benefica nel presente e nell’avvenire. È per quest’alta idea che io ho degli Abruzzesi, au-guro di tutto cuore che essi apportino il loro energico contributo nella presente gravissima e dolorosa condizione della nostra Italia, che dobbiamo salvare, e salveremo, per la nuova età che ora si apre della nuova vita europea e mondiale. Bisogna dunque che essi accol-gano in sé la passione politica, per aspro che ne sia il travaglio, e accettino i doveri che ne derivano. Nessuno più di me, che ho trascor-so la maggior parte dei miei anni negli studi della filosofia, della storia e della letteratura, si rende conto di quel che vi ha di sacrificio nel distaccarsi dalla serena contemplazione e dalle dolci cure della famiglia per immergersi in dissidi, contrasti e lotte spesso penose. Ep-pure io ho fatto e fo questo sforzo su me stes-so, e mi sono impegnato e mi impegno nella politica, perché altrimenti la mia coscienza mi rimprovererebbe. Ella è stata testimone e coo-

peratore dell’opera che ab-biamo svolta nell’Italia libe-rata per creare o rinvigorire il sentimento ed il concetto della libertà, e ha assistito alla formazione e all’accre-scimento del Partito Libera-le, rinnovato in Napoli e che ora si è già congiunto col si-

mile movimento avvenuto i Roma, e presto, speriamo, si estenderà a tutto il resto d’Italia. Ella sa che nostro intento è stato non solo di formare un partito, che faccia valere le sue pratiche proposte politiche ed economiche di fronte agli altri partiti, ma di dare e garantire a tutti i partiti, quali che siano, una base comu-ne nell’ordinamento liberale, che fu distrutto dall’ora caduto regime, e che è ancor oggi insi-diato, spesso inconsapevolmente, dalle pieghe intellettuali e morali che quello ci ha lasciate. E sa anche che a un gruppo di uomini liberali in Napoli si deve se il Re Vittorio Emanuele III s’indusse finalmente al ritiro che gli si ri-chiedeva e a porre un luogotenente, rendendo possibile la formazione di un ministero col concorso di tutti i partiti che fu il primo come si dice, democratico, a contrasto di quello dit-tatoriale fascistico. E questo ministero si è poi ricomposto con un nuovo presidente, quan-do, liberata Roma, abbiamo avuto con noi gli uomini di ogni parte d’Italia, che colà erano vissuti nascosti durante l’occupazione tedesca. Queste cose faccia conoscere come meglio può ai suoi comprovinciali. Io non le dico di prendere il carico di promuovere nuove iscri-zioni al Partito Liberale. Da parte mia, non mi piace, e non so fare quest’opera di sollecitatore e di procacciatore di aderenti. Ma dalle cose che Ella farà conoscere, dai fatti che fedel-mente narrerà, dai concetti che sosterrà, dalle obbiezioni che chiarirà, non potrà venire altro che un buon effetto negli animi; e ciascuno poi si risolverà secondo la conclusione che la sua mente sarà per trarre secondo l’ispirazio-ne della propria sua coscienza. Con i migliori auguri mi abbia.

B. Croce

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“Quando bambino scendevo al mare per tuf-farmi, sotto lo sguardo vigile di chi concepiva il bagno come un rito, unico toccasana, be-nefico apportatore di valida salute, avevo la sensazione che qualcosa di nuovo, di attraente, mi fosse riserbato. La traballante carrozza de “ la Ciacianelle”, dai freni ci-golanti, ci portava al mare su di una strada brecciosa, polverosa, assolata e questo viaggio, ricordo, era la pri-ma gioiosa, desiderata av-ventura, mentre mia madre e le mie sorelle recitavano il rosario. La carrozza sorpas-sava i binari della ferrovia (non esisteva ancora il sotto-passaggio) fra sobbalzi da far trattenere il respiro ed ecco-ci finalmente di fronte al luccichio del mare. Quando ancora nessuna, dico nessuna delle spiagge abruzzesi era dota-ta di uno stabilimento balneare, Vasto aveva “La Sirena”, una vera primizia, un gioiello a quei tempi, che con 24 gabine su palafitte, dodici per parte, si ergeva a tre metri circa dal pelo dell’acqua. Una rampa d’accesso a mò di pontile, s’inoltrava nel mare e finiva in una spaziosa rotonda. Quest’ impianto con-cedeva ai vastesi la possibilità di fare i bagni. Dentro ciascuna gabina si apriva una botola dalla quale partiva una scaletta che poggiava sul fondo del mare. Al di sotto delle gabine, dalla parte volta verso la spiaggia, pendevano dei grandi tavoloni, imperniati a cerniere che s’immergevano nelle onde e tutto questo ap-parato serviva per celare agli occhi indiscreti

la discesa in acqua di donne... infagottate in camici neri e in mutandoni chiusi alla cavi-glia, il tutto ornato, ai margini del costume

da “capisciola” bianca. Ma non erano solo queste le misure precauzionali di di-screzione e di verecondia che venivano prese da parte del proprietario dello stabi-limento Pantaleone Manzi: le gabine di destra erano ri-servate agli uomini e quelle di sinistra alle donne, per cui, disceso in mare, ognu-no doveva permanere nelle proprie acque...territoriali. E Pantaleone spesso s’adira-va, interveniva, richiaman-do con voce stentorea chi al largo, nuotando, varcava il confine per invadere lo specchio d’acqua riservato

all’altro sesso. Molte volte si sconfinava...ma vi assicuro, non mai per le correnti marine, per cui Pantaleone, appoggiato alla ringhiera, come un vecchio lupo di mare sul cassero del-la nave, ingiungeva, con larghi gesti ai proter-vi di riportarsi nella zona a ciascuno riservata. Questo costituiva un punto basilare, un baga-glio della sua forma mentis, di una sua mora-le, dalla quale non intendeva derogare anche a scapito di veder più esigua la sua clientela. Non c’era nulla da fare. Dal centro della piat-taforma dello stabilimento, egli tracciava una linea immaginaria – fino a perdita d’occhio – che serviva da confine e non consentiva nelle acque promiscuità di sesso… Poi lo schiocco della frusta del carrozziere ci avvertiva che era ora di tornare su a Vasto... Ci era sembrato

Ricordi di oltre mezzo secolo fa di GIUSEPPE PERROZZI

L’articolo che segue è stato pubblicato nel 1966 e quindi il titolo fa ovviamente riferimento a quella data. Rapportato ad oggi, dovrebbe correttamente essere intitolato Ricordi di un secolo fa. L’ar-gomento trattato è quello dei bagni di mare nel periodo della fanciullezza dell’autore, quando, per intenderci, c’era soltanto un solo stabilimento balneare in tutta la spiaggia.

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chi sa che cosa questo viaggio verso il mare. Ci sembrava chi sa che cosa questo ritorno dopo circa tre ore dalla partenza dalle nostre case. I provvidenziali tavoloni che ondeggia-vano sotto la spinta delle onde e che aveva-no celato agli occhi di tutti le belle sirene insaccate in un indumento completo come uno scafandro, venivano a sera risollevati, gocciolanti e stanchi, quasi a ristoro di tanta pudica fatica. Al calar delle tenebre, la spiag-gia tornava deserta: pochissime luci nelle pochissime case, davano il senso di un vuo-to senza confine, pur nel suono di un’onda che non ristava, quasi ad invitare gli uomini a continuar la vita. Ma il mare cantava solo, in una solitudine impressionante, nel buio più profondo. Colloco i novantadue chili della mia perso-na su di una se-dia a sdraio sulla spiaggia dorata di Vasto, men-tre a me dintor-no, s’infittisce la gente, man mano che il tem-po passa. Dopo circa un’ora sono l e t t e r a lmen t e circondato da corpi seminudi che attendono dal sole i benefici effetti dei rag-gi ultravioletti. Noto però, che il sistemarsi non è così semplice come si potrebbe pensare: vi sono problemi di spazio da risolvere. Ma come per incanto tutto va a posto, magari con un piede del prossimo che sfiora le orecchie o le guance di chi è disteso lì vicino; vedo anche chi appoggia la testa su qualche cuscinetto gluteo di un compiacente amico che si pre-sta alla bisogna. Teste che si toccano e corpi,

madidi di gocce marine, che rimangono stesi come sfere di orologi che segnano sempre la stessa ora. Poi sopraggiungono altri che oc-cupano, come possono, lo spazio limitatis-simo rimasto. Un accavallarsi continuo per la conquista di un po’ di sabbia. Per costoro i 27 chilometri di arenile finiscono lì. Un dì la cura era esclusivamente salso-iodica, oggi è prevalentemente elioterapica. Ragazze in “due pezzi”, vezzose, graziose, vere sirene, sono lì a fianco di giovani robusti dal corpo bronzeo. Vorrei cantare al prendisole prov-videnziale un inno, perché contiene i forti, sorregge i deboli e raccoglie i dispersi. Sareb-be come dir male della Croce Rossa dopo la battaglia. Coppiette che sembrano felici e che guardandosi, si stringono le mani. Vedo

tutto questo e ri-penso al passato: Oh Pantaleone, tu che dall’alto della piattafor-ma dello stabili-mento intendevi la morale salva da una linea im-maginaria che s’inoltrava al largo come un muro che divi-desse i giovani dalle ragazze, come saresti amareggiato nel constatare oggi la impossibilità di ricondurre un certo ordine in tanta spregiudi-cata confusione!

Ma questo è il mondo! Adeguarsi bisogna e ciò che ieri era forse giusto, oggi è anacroni-stico. Non te la prendere. Ben per te che gli occhi li hai chiusi, perciò riposa e soprattut-to datti pace. Quello che a noi, sic stantibus rebus, non è possibile.

Lucia Borghi Perrozzi, Ritratto del marito Peppino

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Florindo Croce

I testi delle canzoni contenute nel cd

Francesco Paolo Sorgente

Gianni Oliva Nicola Oliva

Peppino Forte

Onde Musicali

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Va, è la vita che và,e la forze nin tìpi puterle firmà pi puterle fa sta.

Scì, chistu fatt’è cuscì ca tu ti ni pù ìca dumane n’gi stìca nin pù riturnà.

Vive mezz’a la gente ogne mumente che si ni và;quest’è lu belle senza turmente ngi sta filicità.

Và, è la vita che và, è lu monne che và, nin zi po’ chiù firmà.

Vive mezz’a la gente ogne mumente che si ni và;quest’è lu belle senza turmente ngi sta filicità.

Va, è la vita che và, è lu monne che và, nin zi po’ chiù firmà.

Lettera a Vastedi Florindo CroceCanda monne, pi’ ‘stu monne, ca ci sta;e canda pese, chesta Croce da purtà;canda lacreme, che mmo, bagne ‘sta vie,‘ngi sta sole che po’ asciugà ‘st’anima mie.

Canda notte, ‘nghi la notte dentr’a lu core;je ti chiamave, ma tu, na rispunnive;je annigave dentr’a ‘sta malingunie,chiudeve l’ucchie, e a te j arivideve.

Vaste me! coma stij,? J so lundane!Tu ‘nda ricurde di ‘stu fije senza dumane?J mo camine, pi’ ‘sti vie scunusciute,sott’a ‘nu ciele, addò ni brille la stessa lune.

Vaste me! tu nni sij coma ma bbrucie,chesta vite, sopra a ‘sti vie senza ‘na luce;‘nu che semme come ccarne da macelle;ma che ne sanne che tu sì accuscìj bbelle.

Canda grosse chistu monne pozza esse,ognune te signate, ‘nu distine ‘ngolle;la vita me, se vede che, era signate,lundane dall’ucchie, ma non lundane da ‘stu core.

Vaste me! tu li sij, je ti vuje bbene!Tu nin gagnà, nimmì tradì, nimmì dà pene;che mo, prime che lu sole si ni scegne,je vulesse ariminì, ti vulesse stregne.

Vaste me! coma stij? Je so lundane!Tu ‘ndi scurdà, di ‘stu fije senza dumane;che mmo prime che ‘stu core se ne spegne,j vuless’ariminì addurmì a te ‘ngolle.

A lu pundonedi Francesco Paolo SorgenteSting’a lu pundone a guarda li pirsone, canda faccia nuve mamme! canda criature.

Tempe n’è passate e ij mi so pure spusate, sembre sole mò di st’arrubbà lu bobbò.

Sting’a lu pundone a circa na pirsone, ij nin vede l’ore mamme! Chi sa com’è ore.

Chila treccia longhe, l’ucchie virde cristalline, la vocca dogge, billi mane fine fine.

Nu vasce sott’a lu purtone nghi la paure d’ogne rumore, mi l’abbracciave, mi li strigneve nghi lu core m’arispunneve.

Sting’a lu pundonengi sta chiù manghe na pirsone,so rimaste solecome scappane chist’ore.

Guardo li finestre, vicchie mure e purtune, sole stu silenzie cumpagnie mi sta fa.

La luce s’è già stutate, lu libbre mmane si sta chiude,chiste sò note stunate,frasi chi seme già sindute.

Ariamene a la case, dema vive sta nuttate, sa dà gudè e sospirà lu jurne chi sta p’arruvà.

Sting’a lu pundone sting’a lu pundone.

è la vita che va’di Francesco Paolo SorgenteSci, nu pinzire tingh’ìj ca mi fa sta accusci ca mi st’à fa suffrì can nin zi vò ì.

Sci, ij ci sting’a pinzàe nin puzz’accittàquelle chi mi stì dìij nin vuij capì.

No! ma, chi ti l’à ditteca tutt’è scritte n’zi po’ cagnà;e tutte quente sopr’a sta terre ma, chi ci stem’a fa.

Và, è la vita che và, è lu monne che và,nin zi po’ chiù firmà.

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Ma che ci pinze a ffà(l’ultema canzone)

di Florindo Croce... E ‘nge sta niente da fa!Ma che pirde tempe affà!Si ‘sta more si ni va,tu ‘ngi bbadà;

Si ‘stu tempe si ni va,ma che ci pinze affà!Tu ‘ngi bbadà;tu lasse fa.

E ‘na more va, na more vé,ma je senza te, ni gambe cchiù;

sa se pure tu mi pinze cchiù?O je sole more, sole accuscì.

‘Sta vita senza te, ma che sapore tè?Nin sa di niente se,luntane je so da te.

Tu vita me!Tu, ma picchéNin stì cummé, ma picché;Tu amore me!Tu ‘nsi picché,‘stu core more, more accuscì.

J vaje senza te,‘nghe ‘st’ombre triste me;me ferme, sole, seme pare de vedé atté.

Che te vuleve dìdi Francesco Paolo Sorgente Che tè vuleve dì chete vuleve dì tu forse nin ci cride ma ni li sacce manghi ij.

Che tè vuleve dì chete vuleve dì tre, quattre fissarìmò ti vuleve fa sindì.

Che tè vuleve dì che tè vuleve dì ci penze e ciaripenze da la mende nin vò sci.

Si lu monne va accuscìche ci vuleme dìè meje arimanè, zitte, accuscì.

Che tè vuleve dì che te vuleve dì sopre a chista terre nisciune chiù ti vò sindì.

Che tè vuleve dìche tè vuleve dìsi pinze sempre a ijren’apprizze quelle che mò fi.

Che tè vuleve dì che te vuleve dì che ci puteme fa si mò lu monne va accuscì.

Si nu vuleme scegneaddò puteme iè meje arimanè, zitte, accuscì.

Si nu vuleme scegneaddò puteme iè meje arimanè, zitte, accuscì.

Vija sìdi Francesco Paolo SorgenteLuci di qua, di là, gente chi corre e và, n’zilenzie n’zi po’ sta, queste è la città.

Cusci n’zi po’ campà, nin sa riesci’a rispirà, paese me ndò stì, di corse vui’ariminì.

Nin m’aja faje suffucàda lu ciumende di sta città,m’aja sindì in libertà.

Si vò sol’apparì, n’zi po’ capì chi sì, nisciune vò triscà, d’imbruje si vò campà.

La sere n’zi po’ scì,ta da st’attend’addò da ì,paese me mi saca mi cummine a’riturnà

Vuje gira e salutàla gente chi si po’ n’cuntrà,pi nome tu li pù chiamà.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città.

Senza picchè, senza pinzà, tire a diritte, n’dà rivuddà, jemene, vija sì, da sta città.

La sere n’zi po’ scì,ta da st’attend’addò da ì,paese me mi saca mi cummine a’riturnà.

Vuje girà e salutàla gente chi si pò n’cuntrà,pi nome tu li pù chiamà.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà.

Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città.

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Core di ‘stu coredi Florindo CroceSo’ dece notte che nin dorme cchiù;sarà ‘stu calle, o li grille, oppure tu;

la scie di ‘na nave, segne lu mare bblu;tu si lassate ‘nu pegne, mo ddo si ttu?

Core di ‘stu core! Coma pu’ fa,a sta cuscì lundane, e nin turnà;

je che me more, mo, de nustalgie,a ripensanne a te e a lu paese mie;

e ‘stu pinziere va, vola lundane,vole e attraverse ‘stu mare, americane;

e mo che j’ so signore, e so Italiane,j’pozz’avé lu monne, ‘nghi li solde mmane;

amore! Ma cand’amore je ti puteve dà;mo che nin serve a niende, che ccià da fa!

lu tembe ch’è passate, nin po’ turnà;je desse chesta vite pe’ riturnà.

Passe li jurne e mise e anne intere,e mo che so’ vecchie, e stanghe tutte li sere,

ci sta ‘na cose che mi dà spiranze:E’ lu ricorde de te e di chilla ggende.

Core di ‘stu core! Nin mi lassà!Dicive, tu, chiagnenne, senza guardà;

strigneme ‘stu core! Che pozze fa!je senza te me more! Com’aja fa!

Core di ‘stu core! Tu nin pù sapé,cand’è dure ‘sta vite, sole, e senza te;

je che cundave li jurne, mise e anne,‘nghi la spiranze, angore, da ritruarte;

ma ci sta ‘na cose, che mi dà spiranze:è lu ricorde de te e di chilla ggende.

Coma pozze fa! di Florindo CroceUne sole di ‘sta vita,je ti pozza rigalà;‘nu rispire, è già finita;tu st’attenta a ni spricà;

com’è bella a ‘sta nuttata!tutte e stelle ‘n ciele stanne;e ‘na brezze da la marine,che t’ajute mo a sperà;è ‘nu sogne ‘sta mattine,je vuje, mo, sperà.

E mammà ! ma coma pozze fa!E mammà! Tu vimme tu ajutà!e mammà! Si ‘stu tempe se ne va,e mammà! Je ni pozze cchjù acchiappà;e mammà! Vimme tu a salvà!

Ma che è, mo, ‘stu silenzie?che me ve, mo, a truvà;fa rumore , cchiù de l’onde,di ‘nu mare in tempeste;

jsce fore, tu, da ‘sti nuvele!Ma ‘stu sole addò stà?È ‘na vita che je aspette, ma addò vo jj!adà finì ‘sta nuttata, e lu sole ha d’ascj.

Nel CD allegato i brani sono stati eseguiti da:

(1,4,7,10) Giuseppe Forte, Gianni Oliva e Nicola Oliva(2,3,8,9) Francesco Paolo Sorgente (armonizzazione e arrangiamenti di Giuseppe Forte)(5,6,11,12) Florindo Croce

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Le edizioni precedenti possono essere richieste telefonando al n. 0873.362742

Lunarie de lu Uaste

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La collezione

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Ringraziamo per le foto del mese

Maurizio Smargiassi è architetto. Sino alle midolla. Per lui l’architettura è più d’una professione, è una vocazione, una naturale inclinazione che ha coltivato

Non per questo tuttavia ha rinunciato, anche come complemento utile alla sua ricerca estetica, a

Le foto che ha messo a disposizione per questa edizione del Lunario sono un esempio della sua sensibilità artistica, della capacità di osservazione, dell’amore che egli nutre per questa nostra Terra.

Maurizio Smargiassi

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Glossario dei termini dialettali usati

Aabballa fère, gerg. al largoabballá’, v. ballareabbàlle, avv. sotto. Mmond’e bbàlle, sopra e sottoabbicinà’, v. avvicinareabbituà’, v. abituareabbituaziàune, s.f. abitudineabbituëte, agg. abituatoabbrëile m. aprileabbuttá, v. di scocciarsi. M’àjj’abbuttáte, mi sono scocciato. Mi si ‘bbuttáte, mi hai scocciatoaccasá’, v. accasare, accasarsiaccattà’, v. comprare, acquistareàcche o anche àcca, s.f. acqua. -Ti li váive déndre a nu bicchiere d’àcche, te lo bevi in un bicchier d’acqua. - Sopr’a lu còtte l’àcca villènte, sopra il cotto l’acqua bollenteacchiappá’, v. prendere, acchiappareacchîppe o acchiuppe, s.f. gioco del nascondino: jucà a la acchiuppeacciáre, s.m. acciaioacciavattà, v. far le cose alla carlonaaccibbë, anche arcibbë, v. saziarsiaccinnà, v. accennare, ammiccare

acciuppucá, v. azzoppareacciuppucáte, v. azzoppato, pl. acciuppuchèteacciuqqué’, v. chinare, abbassare, piegare. - Accîcchete! Chinati!accucchié’, v. accoppiare, mettere insieme, raccogliere, rimediare qualcosaaccumbagnà’, v. accompagnareaccuminzà’, v. cominciareaccundendà’, v. accontentareaccu!cë’, avv. cosìaccuzzè, v. rannicchiarsi, stringersi a qualcunoácene, s.m. acinoacinijé, v. raccogliere acini o anche oliveacquasále, s.f. comp. panbagnato con sale ed origanoaddafére o anche addaféure, avv. fuori, all’apertoaddó’, avv. dove, ‘ddo vì? Dove vai?addre, agg. altroadducchiá’, v. adocchiareaddurá’, v. odorareaddurmë,’ v. dormireadduvundá’, v. diventareaëcche, avv. quaaëlle, avv. làaësse, avv. li vicino

Duro, aspro, ricco, almeno originariamente, di dittonghi, il

nulla che non risulti dall’ascolto attento della pronunzia e del modo di dire, mutevole spesso anche da zona a zona della stessa città (nelle zone agricole ed alla Marina v’è un’altra

veloce e pratico su come leggere il dialetto vastese.La lettera e, ad esempio, si legge soltanto se ha un accento, altrimenti è atona. Ad esempio vàttene, vai via; !tattene, stai lì; mèdeche, medico. La é con l’accento acuto si legge come l’italiano tre od il francese été. Esempi: arivé, torna; méne, mani; scupunére,

La è con l’accento grave si legge come lèbbre, lepre; aècche, qui o qua; pèchere, pecora.La ë con la dieresi si pronuncia apertissima. La vëgne, la vigna; la fëchere, ; la fëjje, Parimenti la lettera o.La consonante g viene normalmente pronunciata come fosse aspirata, sostituita dalla h. Guardiano si pronuncia huardijàne; Guglielmo si pronuncia Hujjièrme. Il gatto si dice la hàtte. Nuhòzie, negozio; pahà’, pagare.La consonante !, pronunzia con il suono sibilante sc, come il ch del francese. Lu Ua!te, qua!te, Crë!te.La î i e la u. Caminatîure, andatura; bîusce, buco; baffîute, baffuto. Normalmente è la u che al plurale assume questo suono: assùtte, assîtte, asciutti, lu prisùtte, li prisîtte, i prosciutti.

COME LEGGERE LU UA!TARÉULE

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ahà!te, s. m. agostoajutà’, v. aiutareallavà’ o anche arravà’, v. lavareallemosinà, v. elemosinareallemosine, s.f. elemosinaallimbite o anche allmbite, avv. in piedi.alliscià’, v. lisciare, abbellireallungá’,v. allungare. allusscé’, v. vedere, far luce. Póche ci allîssce, poco ci vedealme, s.f. anima. L’Álme di li murte, la festa dei defuntiambarà’, v. imparare. L’arte de tàte è mezze’mmbaràte, l’arte di tuo padre è mezza imparataAmblingh, n.p. amministratore di Cesare Michelangelo d’Avalos a cui è intitolata la Loggia che da piazza Marconi conduce al palazzo marchesaleamëice o amëiche, s.m. amicoammacciuccà’ o anche ammacciuqquà’,v. schiacciare, formare una massa, ammassare e pressare nello stesso tempoammacciuccàte o anche ammacciuqquàte, agg. schiacciato. Ha ‘mmacciuccàte la nève pe’ ffà ‘nu pupuàzze, ha schiacciato la neve per far un pupazzo ammalà’, v. ammalareammascicá’, o anche ammasciché’, v. masticare, anche nel senso di gualcire, ag-grinzire riferito ad abiti, stoffe. Tè’ li cazzîne tutt’ammascichéte, ha i pantaloni gualciti.ammascicáte, agg. masticato, gualcitoammullá’, v. ammollare, ammorbidire, anche nel senso di cedere o di consegnare. Ammorbidire la barba con la schiuma, ammullá la varve. Cedere subito, sîbbet’ammolle. Adesso gliela do, mo je l’ammòlleammullàte, agg. ammollato, ammorbiditoánde, agg. e s.m. untoànne, s.m. annoanzàgne, s.f. sugna di maiale, la ‘znagne a lu cuttîreappiccë, v. appicar fuoco, accendere, illuminareappuré’, v. appurare, risapere. Anche nel

senso di far chiarezza,- e chi c’ appîure!arbicinè, v. Riavvicinare, accorciare le distanze. - Pi chèlla véjje s’arbicëine.arcilijáne, s.m. polpo.arciprèdde, s.m. arcipreteardàgne, s.f. arredamento di legnoardëiche, s.f. ortica.arehimbië’, v. riempirearepeccàte, agg. ritoccato, restaurato, truccato con rif. ad una donna, ‘na fémmen’arepeccàte.aretòjje, v. ritogliere, riprendereariccundá, v. raccontarearichiamá’, v. richiamarearicicilijé, v. rimettersi a nuovo, imbellettarsiaricicilijète, agg. rimesso a nuovoaridà’, v. ridare, restituirearimàtte, v. darsi un cognome, gna t’arimétte? Qual è il tuo cognome?ariminë, v. tornarearipaiudë’, v. digerire, ‘ripaiudësce schinènze le prétearipànne, v. stipare, mettere da partearipiéne agg. ripieno, al pl. aripìneariprijé’, v. compiacersi, rallegrarsi con se stessoariprijéte, agg. compiaciuto, allegroaripusà’, v. riposarearisidîte o arisidîute, agg. trattenuto, scaduto, passatoarispànne, v. rispondereari!tragne, v. raccoglierearivé, v. venire ma anche tornare indietro, arivàttenearrachë’, v. rimanere senza voce arrajà’, v. arrabbiarearrajjà’, v. ragliare arrapë’, v. aprirearréte, avv. dietro, !tu passat’arréte: poco tempo faarritruvá’, v. ritrovarearrividá’, v. rivederearrotacurtìlle, s.m. arrotinoarruà, v. arrivarearze, s. m. orsoa!cë’, v. uscire

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Ascenziàune, s.f. Ascensione, ricorrenza religiosa àsene, s.m. asino; al plurale èseneaspittà’, v. aspettareassettá, v. sedereassicuré’, v. assicurareassîtte, od anche assuquète, agg. asciutto.assuquè’, v. asciugareassutturrá’, v. sotterrareattaccate, agg. legato, attaccatoattarallá’, v. arrotolareattindá’, v. toccare, tastare, palpare. Tastare il polso, attizzá’, v. attizzareatturé’, v. turareauànne o anche uànne, s.m. l’anno correnteavà’, v. avere. Indicativo presente: ajjeavànde, pre. avv. annende avanti Avvénde, s.m. l’Avvento, ricorrenza religiosa

v. alzare, ahàzze lu passe, aumenta il passoazzeccà’, v. indovinare, cogliere l’obiettivo, azzeccare

Bbahànze, s.m. bigoncio, vaso di legno adoperato soprattutto nella vendemmia, pl. bahînzebànne, s.m. bando, editto; modo di dire: va’ ittànne lu bànnebannitàre, od anche bbalëjje s.m. banditorebardà!ce, s.m. bambino, ragazzo, pl. bardé!cebàrse, s.f. borsa ba!tàne o ba!táune, s.m. bastoneBastijàne o ‘Bba!tiàne, nome pers. Sebastiano, Bastiano

v. battezzarebbaffe, s.m. baffo, pl. bbèffeBbaiunàtte, soprannomebbalëjje, od anche bannitàre s.m. banditorebbaràchele o anche baràcchele, s.f. razza, pesce marino. Anche nel senso di macchia

d’untobbèlle, agg. bellobbéne, s.m benebbiéte, s.f. bieta, verdurabbinidátte, agg. benedettobbinizzàne, s.f. benedizionebbisagne, s.f. bisogno, necessitàbbîsce, s.m. bucobbóne-a, agg. buonobbongiórne, int. buongiornobittàne o bittáune, s.m. bottone, pl. bittîne o bittîune, anche gioco di bambini, jucà a bittîne, consistente nel premere con un bottone su un altro per farlo saltare lontanobonàlme, s.f. la buonanima, la bonàlme de tátebottamarëine, s.f. medusa marinabrîtte, agg. brutto. Mod. di dire: è brîtte e mmalecavàte

Cca, pr. rel. cheCacanète, soprannomecaccavèlle, s.f. paiolocàcche, pron. qualchecacchése o cacchéuse, s.f. qualcosacaccià’, v. cacciare, emettere, eleggere.Anche nel senso di servire, caccej’a vváve, dagli da berecaccinélle o quaccinélle, s.m. dim. cagnolino, cucciolocachìsse, s.m. cachiCaddáne, n. per. Gaetanocaggiàne o caggiàune, s.m. calzone, raviolo fritto ripieno di marmellata d’uva o composto di ceci oppure miele e mandorle. pl. caggîne o caggíunecaggimúnie, s.m. calcecagnà, v. cambiareCajàsse, soprannomecajèle o cajèule, s.f. gabbiacalafàre, s.m. calafatatorecalafatá’, v. calatafarecalamàre, s.m. calamaro, pl. calamérecallaráre, s.m. calderaio, ramaiocalláre, s.f. caldaia

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callarèlle, s.m. paiolino, s’usa anche per indicare il secchio usato dai muratoricàlle, agg. caldo. A call’a ccàlle, si dice per intendere un’urgenza, una necessità impellente: - a call’e a ccàlle si vàtte lu fèrre. pl. chèllecambá’, v. camparecambagne s.f. la campagna. ‘ngambagne, in campagnacàme, s.f. pula, pulviscolo del grano battutocamëisce o camiscia, s.f. camiciacanapîzze, s.f. puzzola. L’ óme cacciate gnè ‘na canapîzze: l’hanno cacciato come una puzzolacànde, avv. quando càndre, s.f. orciocáne o quáne, s.m. cane. pl. chéne. - Chéne’ e chéne ‘n’ zi máccechene, cani e cani non si mordonocanëjje, s.f. crusca. Anche vrànnelecanestràre, s.m. canestraiocánghe, s.f. concaCangillìre, soprannomecannàile o anche cannàle, s.f. candela, pl. li cannàile, li cannèlecannarîute, agg. goloso. Genericamente riferito alla gola, lu Sande Cannarîute, San Biagio, protettore della golaCanniléure, s.f. festa della Candelora,

capà’, v. sceglierecape, s.m. capo, capecolle: capocollo

s.m.capézze, s.f. la corda con cui si governa un animale, redinicappicce, s.m. cappuccio, verduraCapiscióle, s.f. nastro, fettuccia di raso o di stoffaCappucciàlle, soprannomecardàne, s.m. cardone, cardocarijamùrte, s.m. addetto al servizio funebre, becchino, beccamortocarivàne, s.m. carbonecarivunàre, s.m. carbonaio. pl carivunèrecarivunélle, s.f. carbonellaCarminîcce o Carminùcce, n. pers.

Carminuccio, diminutivo di CarmineCarnarëjje, n.pr. Carneria, contrada nella zona di Punta PennaCarnëvale o anche Carnivàle, s.f. martedì grasso, la Carnëvale, il giorno che precede Le CeneriCarpatille, soprannomeCarrafòne, soprannomecárte, agg. cortoCasàrze, n.pr. Casarza, contrada sul mare tra San Nicola della Méta e Travecásce anche quásce, s.m. cacio, formaggio.Cascëgne, s.m. soprannomecasciàgne o cascigne, s.m. tipologia di cicoria, grespignocasemende, avv. semmai, nel caso che, se ‘n casemendecasce, s.f. cassaca!tàgne, s.f. castagnacataplasme, s.m. cataplasma, impiastro; anche in senso dispregiativo, sì nu cataplasmecatàrre, s.f. chitarra, strumento per fare maccheroni. Catàrre pe’ li maccharînecáute, s.f. codacavàcce, s.m. gozzo, degli animali ma anche delle personecavalláre, s.m. allevatore o noleggiatore di cavalli. Era anche l’appellativo dato a chi aveva l’incarico della vigilanza quando frequenti erano le incursioni dei turchicavatìlle, s.m. pl. gnocchetti fatti a mano incavati con le dita cazzîne, s.m. calzonicchiù, avv. piùcciudajje, s.m. strage, massacro, anche nel senso di profanare, oltraggiare, di la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu... cciudajecàpe, s.f. testaccone, avv. poco; nu ‘ccone, un pococëfere, s.m. aferesi di Lucifero. Si dice di chi ha i capelli arruffati o di chi ha aspetto appunto luciferino. Anche nel senso di turbine, vento forte. Nu cëfere di vendecëime, s.f. cimacènde, centocenneràte, s.f. gioco di bambini

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consistente nel tentativo di denudare qualcunocerajèle, s.m. ceraio, artigiano che lavora la ceracérche, s.f. querciacére, s.f. ceracëtele, s.m. bambino, si usa anche bbardàsce o anche quatràrechëile, s.m. chilochëlle, pr. pers., plur. essichéure, s.m. cuorechiane, agg. piano. Chiane chiane, piano pianochicàcce, s.f. zuccachicucciàlle, s.f. zucchinachillì, pr.pers quella lìchissì-chitì, pr. pers. codesta, questachîule, s.m. sedere, culoCiacianèlle, soprannomeciammajëche, s.f. lumacacianghétte, s.f. pesce marinociánnere, s.f. cenere. pl. li ciánnere. Lu jurne di li Ciánnere, il giorno delle Ceneri. ciappàne, s.m. nespolaciaramellàre, s.m. suonatore di ciaramélleciaramélle, s.f.Cicchipallàtte, soprannomeciciricchiáte, s.f. cicerchiata, dolce tipico di carnevaleciff’e ciaffe, s.m. nome di ricetta culinariacignotte, s.m. pirata. Termine marinaresco usato perlopiù al pl. li cignùtte per indicare i pirati provenienti da DulcignoCillacchie, soprannome. Letteralmente: uccellacciocinghecènde, cinquecentocingîune,cinìlle, agg. socchiusi, riferito agli occhi, Tè l’ucchie cinìlle cinìlleciòcchele, s.f. conchiglia; dim. ciucculèlleciòppe, agg. e s.m. zoppocipàlle, s.f. cipollacipulláte, s.f. cipollatacircà’, v. cercare, circh’e ddummànnecirésce, s.f. ciliegiacirimónie, s.f. cerimoniacitràne, s.m. cocomero, anguria

ciucculattìre, s.f. pentolino di rame per fare il caffè, la cioccolata, briccociùcene, s.m. contenitore di terracotta per il vinociuffulé, ciuhàtte, s.f. civetta. Fá’ la ciuhàtte, sta spiando. Anche soprannome ciumunire, s.f. canna del camino, fumaiolo, pl. ciumunîreciurvélle, s.m. cervellociuvelòtte, agg.dim. civilino dai modi civilicivëile, agg. civile, cittadino, borghesecócce, s.f. testacóce’, v. cuocerecòjje, v. coglierecòmide, s.m. erniacoppe, s.f. coppa, tegame con coperchio per cuocere sotto la brace del camino, le patane a la coppecóre, s.m. cuorecorve, s.m. corvo, pesce marinocosadágge, s.f. dolce, pl. cosadïgge Còseme, n. di persona, Cosimo. Fá’ Còseme, uno che fa l’indianocosse, s.m. gamba; pl. li cosse cràpe, s.f. capracra!te, s.m.passeraceo. L’hanne ‘bbuttáte ‘gne ‘na cra!te, l’hanno massacrato di bottecràte, s.f. cretacràuce, anche crâce, s.f. crocecrininze, s.f. stenti, inedia, fame. È mmòrte di crininze, è morto di stenticritàne o critáune, s.m. argillacrivèlle, s.m. crivello, strumento per mondare il granocucchiàre, s.m. cucchiaiocùcchie, s.f. coccio. L’ha fatte cùcchie cùcchie, l’ha fatto a pezziCucciulone, soprannome, ma anche una specie di pesce chiamata Gallinellacuciuná, v. cucinare; cùceme ossia cucinamicullî, pr. pers. quello cumbàre, s.m. compare, cumpuàcumbàtte o cumbuétte, s.m. confetto, pl. li cumbitte

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cummàre, s.f. comare, madrinacummîne, s.f. comune. La cummînecunète, s.m. cognato, con il pron. poss. cunètemeCungarèlle, località sulla scoglieracunnannà’, v. condannarecunnànne, s.f. condannacunnulà’, v. consolarecunzègne, s.f. consegnacunzéle o anche cunzòle, s.m. consolo, consolazionecuriàse o curiàuse, s. m. curiosocúrpe, s.m. corpo. Inteso anche come animo. Sacce jë che tingh’’n gúrpe, so io cosa mi rode dentrocussî, pr. pers. codestocu!ti, pr. pers. questocuttîre o cuttîure, s.m. pentola

Ddà, v. dare. Indicativo presente: dìnghedádde, s.m. il secondo piano d’una casa, lu dàddedágge, s.m. o agg. dolce, pl. dîgge, dim. duggiarèlledáite, s.m. dito, pl. détedammàjje, s.m. danno, perditaddàzie, s.m. dazioDdë, s.m. Dioddijîne, s.m. digiunodducènde, duecentodëce, v. diredéche, s.m. idea, progetto. Che déche tì? Che idea hai?depëgne, v. dipingere. Più diffuso è il verbo pittádijàvele, s.m. diavolodilinguènde, s.m. delinquente, pl. dilinguìndedimmérze, avv. al rovescio. S’ha mässe la majj’a la dimmérze, s’è messo la maglia al rovesciodóppe, avv. dopoducumènde, s.m. documentodumàne, s.m. domaniDumìniche, Domenicodumuàniche, s.f. domenica

EÈsse, v. essere. Indicativo presente sing:sé, sì, è; plur. séme, séte, sònne

Ffacciasalve, int. che vergogna!fáfe, s.f. favafaggiaune, s.m. falcione faggìje, s.f. falcefàmmene, s.f. femmina, donnafascióle, s.m. fagiolo, pl. fasciùle, pa!t’e fasciùlefatijatàre o fatijatáure, s.m. lavoratorefatijé, v. lavorareFattappo!te, soprannomefattarìlle, s.m. fatterello pl. fettarìllefatte, s.m. fatto, accadimento, pl. féttefattîre, s.f. fattura, malocchiofëchere, s.m.fëjje, s.f.e m. ferracavàlle, s.m. ferracavallo, maniscalcofessarìja, s.f. fesseria, stupidagginifè!te, s.f. festafetà o v. far le uova da parte della gallina.

int s.m. li fîure

s.m.

fóche, s.m. fuocofóre, avv fuorifracità’, v. marcire, infracidirefràffe, s.m. muco del naso. Pan’e fràffe fràsche, agg.frescofràte, s.m. fratello. Tuo fratello si dice fràtteFratìlli de li Muànte, s.m. congregazione religiosa dei Fratelli del Monte dei Morti. I fratelli indossano un lungo saio rosso

Venerdì Santo portando a spalla il Cristo Mortofràtte, s.f. siepe

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frittîre, s.f. fritturafronne, s.f. foglia, pl. frùnnefrummàgge, s.m. formaggiofuculàre, s.m. camino, focolarefume, s.m. fumofunàre, s.m. funaio, cordaiofurbàre, s.m. febbraioFurnarìlle, soprannome, lett. fornarettofurte, agg. fortefuttebbàlle, s.m. il gioco del calcio

GGgîdice, s.m. giudiceGgîgne, GiugnoGgisarije, CesarioGgisî, GesùGgiubbulé, s.m. GiubileoGgiuvànne, Giovanniggiuvunòtte, s.m.giovanotto, femm. giuvunàttegna, avv comegnorscë, avv. signorsìgrátte, s.f. grottagrósse, agg. grosso

Hhallëine, s.f. gallinahànne, s.f. gonnahardijáne o huardijáne, s.m. guardianohàtte, s.f. gattohrandënije, s.f. granoturcohràne, s.m. granohròsse, agg. grossohruanäre, s.m. granaio huattate, s.f. posto riparato, nicchia hudè, v. godereHujjèrme, n. pr. Guglielmo

Iimbénne, v. appendere, anche nel senso di impiccare: - chi scì ‘mbéseimbiccéte, agg. impegnato, occupatoimbruvvusàte, s.f. improvvisataindrattenà’, v. intrattenere. Me vajje a ‘ndrattenàingannà’, v. prendere alla sprovvista, cogliere, ‘ngannà lu sonne

ingaricá, v. preoccuparsi, farsene carico.’N de’ngarecà, non preoccuparteneingascijá, v. incaciare, coprire di cacio. In

ha ‘ngascijàte ‘n dèrreingascijáte, coperto di cacio, maccarùne ‘ngascijéteingazzàte, agg. incazzato, arrabbiato. "tinghe ‘ngazzàteingenze, s.m. incenzo ingifrijète, agg. infuriata, indiavolata. Deriva da cëfere, aferesi di Lucifero.innáre, s.m. gennaioîtime, agg. ultimoîve s.f. uva

Jj’, pron. pers. sing. iojàve, s.m. giogo, Secondo un’antica credenza il giogo non dev’essere mai bruciato perché altrimenti il proprietario non potrà mai trovar pace all’altro mondo‘jë’, v. andare. Indicativo presente. Vajje jenga, s.f. giovencajengarélle, s.f. dim. giovane giovencajëreve, s.f. erbajondacavàlle, s.f. gioco della cavallinaJuccia od anche Jìcce, dim. Renatajuqué’, v. giocarejurnàte, s.f. giornatajurne, s.m. giorno

Lla-lu, art. sing. m., f. il, lalacce, s.m. sedanolamendà’, v. lamentarelandá’, v. lasciareláne o léna, s.f. legna, pl. li làinelassà’, v. lasciarelàupe, s.m. lupolavannáre, s.f. lavandaialëbbere, agg. liberolebbre, s.m. lepre lécene, s.f. susinalëire, s.f. lira‘léive, s.f. ulivolètte, s.m. lettolettère, s.f. lettera

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lëttre, agg. elettrico, o elettrica. La lucia lëttre, la luce elettricali-lì, art. i. Articolo plurale maschile e femminilelîce, s.f. luceLiffanze, Alfonzolîjje, s.m. luglioLijone, soprannomelindícchie, s.f. lenticchiaLi!tasse, soprannomeLîuce o anche lîsce, s.f. luce. Il secondo usato nel gergo marinaresco, ‘na lîsce d’ácche, l’acquazzonellandà’, v. lasciareloffe, s.f. peto non rumorosoLu Ua!te, Vastolucenecappelle, s.f. lucciolaLujëgge, n. per. Luigilunarie, s.m. lunariolunuddè, s.m. lunedìLuréte, soprannome

Mmagná’, v. mangiareMagnacirésce, soprannomemàise, s. m. mesemáje, maggiomàjje, s.f. mogliemájje, avv. meglio, migliore, più buonomalate, s.m. malatomále, agg. malemalùcchie, s.m. malocchiomamme, s.f. mamma. Matréme, mia madre. Mámmete, tua madre.mammëne, s.f. levatricemandìre, s.f. grembiulemane, s.f. mano pl. ménemanghe, avv. manco, nemmenomanìbbele, s.m. manovaleManìre, s.f. maniera, modo, modalitàmarajje, agg. amaromarëine, s.f. marina marità’, v. maritarsi, sposare.marrocche, s.f. spiga di granturcomassàre, avv. staserama!te, s.m. maestro, riferito al maestro artigiano

ma!tre s.m. maestro. Anche ma!tematène, s.f. mattinamátte, s.m. mattomàtte, v. metteremattitá, s.f. mattità, pazziamazzánne, s.f. mazzata‘mbènne’, v. appendere, impiccare. Te pòzzene l’òme ‘mmbènne, ti possano impiccare. L’òme è l’impersonale, come l’on francese mbià!cà, v. imbiancare, anche nel senso di incipriare, si l’mbiàschene la facce nghe la ciprie…‘mbilé, v.‘mbirrá, v. inferrare, chiudere con un’inferriata, serrare‘mbirráte, agg. serrato, chiuso con un ferro, con catena‘mbrellàre, s.m. ombrellaio,che ripara gli ombrelli.‘mbrélle, s.f. ombrello.‘mbre!tá, v. imprestare, prestarembu!tà, v. far forza facendo levambuzzenite, agg. puzzolentemé, pr. poss. miomë, avv. adesso, mòmèdeche, s.m. medicomejje, agg. megliomelànghele, s.f. cetriolomelechitàgne, s.f. melacotognamendúcce, s.f. mentuccia, erba aromaticaméne, s.f. manomenengète o malingëite, s.f. meningiteménnele, s.f. mandorlaMèreche, s.f. America, la Mèreche metetóre, s.m. mietitore, pl. metetîure

agg. mezzoMicchèle, Michele, dim. Miccalùccemijèlle, s.f. muiella ; dim. mijllìcceMilanese, soprannomemilegnàme, s.f. melanzanamimórie, s. f. memoria minë, v. venire. Indicativo presente: vinghemirèchele, s.f. moremiricanàte, s.f. melogranomirlîcce, s. f. merluzzomisèrie, s.f. miseria

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mîte, s. m. mutomititîre, s. m. mietitore ‘mmangánze, s.f. fase lunare di mancanza‘mmaràjje, agg. amaro‘mmasciatàre, s.m. ambasciatore‘mmasciàte, s.f. ambasciata, incarico, affare da sbrigare; pl. mmascète‘mmèrne s. m. inverno‘mmigràte, s.m. emigrato, pl. ‘mmigrétemò-mò, adessomofalánne, avv. l’anno scorsomónde, s.m. monte, mónd’e bbàllemónece, s.m. monaco, pl. múnecemundàgne, s.f. montagnamunicarèlle, s.f. pesce marinomuniciarèlle, s.m. bambino vestito da fraticello per devozionemunzignàre, s.m. monsignoremuré, s.m. mozzomurë’, v. moriremuttàlle, s.m. imbutomuzzilène, s.m. pesce marino

N‘na, art. ind. una nàire, s.m. o agg. nero, pl. nëireNardîcce, Leonardo, diminutivonàune, avv. neg. no‘ndó, avv. dove‘Ndònie, Antoniondrecciadéte, s.m. tipo di pesce‘ndriche, s.f. letteralmente cose intriganti, nenga’, v. nevicarenevaréle, s.m. nevarolo, addetto alla nevieranève, s.f. neve‘ngaricá, v. preoccupare, fartene carico‘nghi, prp. con‘ngiarmatàre, s.m. mago, incantatore, al femminile ‘ngiarmatréce‘Ngurnàte, n. pr. Incoronata. Nome di una contrada che prende nome dalla Chiesa omonima, Madonna de la ‘Ngurnàteni, pron. pers, plur. Noinihuzijà, v. negoziare, commerciarenijènde, nienteniscíune, s.m. nessuno.

nîvele, s.f. nuvolanîvìre, s.f. neviera

soprannomenoce, s.m. noce, pl. li nuce. nómmene, s.m. nome. Nel nome del Padre, ‘nnómmene Patrenucélle, s.f. nocelle pl, li nucélle‘nzaccà, v.‘nzalàte, s.f. insalata‘nzirrà’, v

Oogne, ogniòmmene, s.m. uomoóve, s.m. uovo, pl. èuve

Ppahá’, v. pagarepàile, s.m. pelopàjje, s.f. pagliapalajje, s.m. palamite, pesce marinopalipijatàre, s.m. massaggiatorepallâne o anche pallàune, s.m. pallone pl. li pallîne o li pallìunepammadére, s. f. pomodoropanàre, s.m. cesto di vimini per portare il pescepanòcchie, s.f. panocchia, cicala di mare; dim. panucchiàlleparànghe, s.f. palancole, travi in legno usate come scivoli per mettere in mare o per trarre a secco le paranzeparànze, s.f. barca da pesca ad un albero con vela al terzoPa!carìlle, soprannomepá!ce, s. m. pesce Pasche, s.f. Pasqua Passalàcche, soprannome di personapatàne, s.f. patatapatràne, s.m. padronepátre, s.m. padre.Pátreme o péteme, mio padre. Pátrete o pétte, tuo padre. Si usa anche tàte. Nel senso del Padre Celeste, PatrePavele, Paolo dim. Pavelîcce oppure Paulùcce

s.m. polso, tastare il polso, attindà , anche nel senso di misurare la

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personapéchere, s.f. pecora, pop.su usa per indicare una sbornia, ‘na pécherepelajje, s.m. origanopennèzze, s. pl. le ciglia degli occhi, le pennezze dell’ucchiePentecoste, s.f. la Pentecoste, ricorrenza religiosa pepe bbone, s.m. pepe neropepe trëte, s.m. peperoncino perde, v. perderepesce fëche, s.m.pesce o anche pà!ce, s.m. pesce, pl. li pìsce, dim. piscitíllepe!ciaréle, s.m. pesciarolopéte, s.m. piede, pl. pìte. Anche riferito ad albero, nu péte di purtuhálle: un albero di arancepezz’e osse, s.m. gioco consistente nel lancio di una pietra contro un bersaglio pëzze, s.f. pizza, pëzze de hrandénije, pëzze nghe la pammadérepiacià’, v. piacerepiàne, agg. pianopiccá, perchépiccàte, s.m. peccatopiéve, s.f. la pioggiapijjà’, v. prenderepindàne, s.m. cantone, angolo di strada. Pl. pindînepinnilîcce, s.m. pendolino, pisellinopinsijóne, s.f. pensione

v. pensarePippëne, n.pr. Peppino, diminutivo di Giuseppepirandùnie, s.m.sciocco pisàlle, s.m. pisello, pl. pisìlle Piscialulètte, soprannomepiscitílle di maje, s.m. bianchetti, avannotti di pesce, pesce nudoPìtre, Pietropizzálle, s.f. pizzellapó!te, s.m. postopóvere, s.m. o anche agg. povero, indigente prechéche, s.f. pescaprèdde, s.m. prete

prèdeche, s.f. predica, sermonepréime, avv. di luogo, prima, davanti. Anche avv. di tempo presenze, s. presenza; ‘n presenze in presenzapressiàne, s.f. pressionepricissiàne, s.f. processioneprihîre, s.f. preghieraprillibbáte, agg. prelibatoprufîme, s.m. profumoprufussòre, s.m. professorePugnàtte, soprannome di personapunde, s.m. punto, punde de !tellepundùre, s.f. la polmonitepunzîre, s.m. pensiero, pl. pinzîre purtuhalle, s.m. aranciapusciaréle, s.m. pescatoreputá, v. potere. Indicativo presente: puzzeputé’, v. potereputéche, s.f. bottegapuvurèlle, s.m. e agg. poverello

Qquafàne, s.m. cafonequarajène, s.f. alga corallinaquardìlle, s.m. cardellinoquasse, pr. dim questoquatrëne, s.m. quattrino, soldo, pl. li quatrëinequattrucchie, s.m. pesce marino

Rràcchie, s.f. orecchio, pl. rècchieraccummannà’, v. raccomandareraffaióle, s.m. dolce tipico pl. raffaiuleragnilàtte, s. m. tracina ragno; pesce di mareràjje, s.f. rabbiaramajjétte, s.f. ramettoramétte, s.m. rametto range, s.m. granchio; dim. rangitìllerasce, s.m. razzaràsce, s.m. o agg. rosso, pl. li rìscirase rase, rëite, v. ridere, ger. ridenneRemaretà, v. rimaritarsi, sposarsi di nuovorènde, agg. vicino, rènde rènde,

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strettamente vicinorequiametèrne, s.f. requiem eternareterà’, v. ritirareréute o anche róte, s.f. ruotarijèlle, s.f. stecca di legnorinducculá,riscióle, s.m. triglia pl. risciùlerisciulëtte, s.m. trigliette rise, s.m. riso, il ridererisi!tènze, s.f. resistenzarispànne, v. rispondererìusce, s.f. forforaròbbe, s.f. roba, cosa; in senso spregiativo ironico, è robbe ca…Rocche, Rocco‘rrahá!te, s.m. aragosta Ruccù’, dim. Roccucciorummélle, s.f. rombo, pesce marino

Ssàbbete, s.m. sabatosàcce, s.f. la seppia. pl. sécceságne, s.m. segno sagne, s.m. si usa al plurale li sagne. Pasta fatta in casa. Li sagn’appezzàtesagnitèlle, s.f. sagnette, fettuccine fatte in casa. S’usa perlopiù al pl. li sagnitèllesajjë, v. salire p.p. sàddesajàtte, s.f. saetta, fulminesaláte, agg. salatosàle o sàule, s.m. soleSanda Spène, s.f. Santa Spina, ricorrenza religiosa vastese, che ricade il venerdi antecedente il Venerdì Santo Sande Bbùne, n. pr. San Buono, comune del comprensorio vastesesande, s.m. santo, pl. li sènde sapá’, v. sapere. Indicativo presente: sàccesbambatèlle, sf. pisolinosbattamîre, s.m. gioco a battimuro, jucà a sbattamîuresbruvugnàte, s.m. svergognatosbusète, s.m. sciocco, sbandatoscàde, s.f. mazza della zappa!caffétte, s.f. paniere di pesce appena pescato dato come pagamento ai pescatoriscàgne, s.f. buccia, involucro

scanajjà’, v. scandagliare, osservare attentamentescannatàre, s.m. scannatoio, mattatoio.scapulà’, v. scivolarescarcioféne, s.f. carciofo. pl. scarciofénescardatéure, s.m. cardatore, pl. scardatëre, pl. scardatrëce. Scardà’ la láne, cardare la lanascë, di affermazione, si. Anche scëinescèrte, s.f. serto, corona. - ‘na scèrte d’ájjeschinènze, avv. pure, persinoSciambàgne soprannomesciaunèlle o anche sciavunèlle, s.f. carruba scijàne, s.m. tromba marinaScimàune, n.pr. Simonescimmadàtte, espress. gerg., sii maledettosciòjje, v. sciogliere; tipica l’espressione sciojje lu puasscescióscia, s.f. amata, bellascòjje, s.m. scoglio pl. scujescòlla, s.f. cravattascrëve, v. scrivere

agg. screanzatoscullàtte, s.f. cravatta a papillonscupinàre, s.m. zampognaro pl. scupinére!dirràzze, s.f. tavola di legno per lavare il bucatosecànde, avv. secondo, in secondo luogo, ‘n secandesèlve, s.f. selva, boscosembrà, v. sembraresëneche, s.m. sindaco Senzasanghe, n.pr. soprannomesetàcce, s.m. setacciosfójje, s.f. sogliolesfrèvule, s.m. sfrigolo, pezzettino di lardo di maiale, pézze nghi li sfrìvulesfurijàte, agg. sfuriatosgàmmere, s.m. pesce sgombro. pl. sghîmmereSgangàte, soprannome sgosciù, agg.di sbieco, di traverso, di strisciosîbbete, avv. subito, improvvisamente, celermentesiggnore, s.m signore, femm. siggnora, inv. siggnurä

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sindë’, v. sentiresittimmane o anche summuâne, s.f. settimanasmarrà’, v. prendere il largo, allontanarsi in maresòcce, avv. dappertutto, od anche nel

sòcce sòcce oppure sòccia sòcce. - Ha nengàte sòccia sòcce, è caduta la neve dappertutto nella stessa misurasòcce, s.m. socio, colono, chi coltiva un terreno in società, mezzadrosódde, s.m. soldosoprattàtte, s.m. pipistrello sóre, sf. sorella, sòrete, tua sorellasórge, s.m. sorcio, topo, pl. sîrge dim. surgitèlle, pl. surgitìllespaccaléne, s.m. spaccalegnasparagná’, v. risparmiaresparàgne, s.m. risparmiosperà’, v. sperareSpidëte, Espeditospille, bigiotteriaSpirde Sante, s.m. Spirito Santospirdîte, agg. sperdutoSprusciavidìlle, soprannome, letteralmente chi pulisce le budellaspusà’, v sposare‘ssi-‘ssi, agg. dim. pl. m. e f. quelli‘ssu-‘ssa, agg. dim. sing. m. e f. quello, quella!tà’, v. stare. Indicativo presente: stinghe"tagnarille, soprannome!ti, agg. dim. pl. questi!tìcchie, s.f. gioco da bambini consistente nel tiro d’una pietra contro un mattone posto in senso verticale sul quale viene posto una moneta, una mandorla un bottone, jucà a la !tìcchie!tòcche, s.m!tràgne, v. stringere!trangajjùne, s.m. mal di gola!trasciná, v. trascinare o trascinarsi!trazijàte, agg. straziato!tù-!ta, agg. dim. questo, questa!tutá’, v. spegneresuccàrse, s.m. soccorso

survëzie, s.m. serviziosuspëre, s.m. sospiro

Ttámbe, s.f. puzza, odore nauseabondotande-a, agg. tanto, tantataragnéle, s.f. lumaca di taglia piccola, molto saporita; pl. taragnuletàte, s.m. padre, v. patretàtte, s.m. tetto, pl. tëtttégne’, v. tingere, colorare, tégne: tingetelèfene, s.m. telefonotèmbe, s.m. tempo. pl. timbe. Li bbille timbe de ‘na voddetèrre, s.f. terratì, pron. pers. sing. tutijélle, s.f. tegametiná’, v. tenere. tìttele, tienile. Indicativo presente: tinghetîrche, s.m. turcoti!timònije, s.m. testimonio, pl. ti!timunijetójje, v. toglieretràgne, s.m. secchiotrainìre, s.m. carrettieretrajëne, s.n. carro da tirotràmbue od anche tràmbe, s.f. trombatraméute, s.m. terremototrappetàre, s.m. uomo addetto al trappeto, frantoianotrappéte, s.m. tappeto, pl. trappìtetrascë’, v. entrare trescà, v. trebbiare, mieteretrésche, s.f. trebbiatura trè!te, agg. tristetrîffele, s.m. contenitore di terracotta per l’acquatrìjje o rissciùle, s.f. triglia, «Uh! risciulëtte nghi la pammadèure» (G. Murolo)Tringinìlle, soprannometrippéne, s.f. torpedine, pesce marinotrummìnde, avv. mentretruváì, v. trovaretròppe, agg. indef. troppo, in misura esageratatumbräte, agg. temperato, riferito al tempo

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Uua!taréle, vastese, pl. uastarùleUa!te (Lu), Vastouatta uatte, modo di dire, piano piano, con circospezioneucchie, s.m. occhioujje, s.m. oggi

VVaccare, soprannomevaccële, s.m. bacile, bacino, bacinellavácche, s.f. boccavàcche, s.f. vaccavanne, s.f. parte, zona; da sta vanne, da questa partevará, v. varare, mettere in mare la paranza o la barcavàreche, s.f. barcavarëile, s.m. barilevàreve, s.f. barbavarevìre, s.m. barbiereVarvatórte, s.m. soprannomeVàscheve, s.m. vescovovavàse, s.m. pesce marinováve, v. berevávete, s.f. bevuta vavetícce anche vivetícce, s. f, dim. bevutinavëgne, s.f. vignavëine, s.m. vinovëite, s.f. vitavëjje, s.f. via, strada, dim. vijarellevénne, v. venderevernàte, s.f. inverno, l’invernatavetràre, s.m. vetraiovì, pron. pers. plur. voiviaticàle, s.m. viaticale, commerciante ambulantevìcchie, s.m. vecchio, al f. la vìcchie, pl. li vìcchievidîte, s.f. vedutaviduvanze, s.f. vedovanzavijáte, agg. beato, vijàt’a ttà, beato tevilignà’, v. vendemmiarevillë o vullë, v. bollire, villënde: bollente. Àcca villëite, acqua bollita.

villégne, s.f. vendemmiavirginèlle, s.f. verginella, giovinettavirlingòcche, s.f. albicoccavirminàre, s.f. la verminara, disturbi intestinalivócche o vócca, s.f. boccavòdde, volta, li timbe de na vodde; anche vote in una versione più vicina al napoletanovóve, s.m. buevrànghele, s.m. pesce marinovrànnele, s.f. crusca. Anche canëjjeVrétte, s.m. e agg. sporcovréute o vróte o anche vróde, s.m. brodo. È lu vróte grásse! Sta comodo e senza pensierivrittacchiëne, s.m. sporcaccione, luridone, pl. vrittacchiëine. Deriva da vrétte.vrudàtte, s. m. brodetto di pescevucále, s.m. boccalevulé’, v. volere. Indicativo presente vùjjevulije, s.f. voglia desideriovúmete, s.m. tuonovurtacchie, s.m. fusovussà’, v. spingerevutà’, v. votare

Zza’, s.f. zia, anche zijánezambugnáre, s. m. zampognaro pl. li zambugnerezambàgne, s.f. zampognaZannutuìlle, soprannomezi’, s.m. zio, anche zijánezirre zirre, s.f. telline o arsellezizì, dim. ziozopì zopà, s.m. gioco di bambini

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DI LUIGI MUROLO), Rossetti autobiografia di fami-glia, Vasto, Ass. Cult. S. Michele, 2004FRANCESCO SABATINI, Le rime inedite di Annibale Briganti, petrarchista chietino del Cinquecento, in AA.VV. 400 anni di stampa a Chieti, L’Aquila-Roma, Japadre, 1998VIRGILIO SAMBUCO, Padre Valeriano Mileno, cappuccino, Terni, E.F.I.OSVALDO SANTORO, Dall’alba al Tramonto. Poesie italiane e dialettali abruzzesi, Vasto, Il Torcoliere, 2005LUIGI SMARGIASSI, Il Vastese tra la crisi finale della monarchia borbonica e gli inizi dello Stato unitario, (a c. dell’Ass. Culturale Eredi Silvio Ciccarone), Vasto, Cannarsa, 2005PASQUALE SPADACCINI, La morte che viene dal cielo, in “Il Nuovo”, Vasto, 2000PASQUALE SPADACCINI, Pietro Muzii, un protagonista della storia vastese nella prima metà dell’Ottocento, Vasto, Cannarsa, 2002GIUSEPPE SPATARO, I democratici cristiani dalla dittatura alla repubblica, Milano, Mondadori, 1968TITO SPINELLI, Il Teatro Dialettale di Espedito Ferrara, Vasto, 1981

TITO SPINELLI, Profilo storico della pittura vastese, Vasto, Cannarsa, 1998ANDREA R. STAFFA, La Necropoli Italica del Tratturo di Vasto, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 2000NICOLA STIVALETTA, Lu tempe passe senza pietà, cronologia di una vita, Vasto, Cannarsa, 2003DOMENICO SURIANI, Reliquia del Santo Legno della Croce, Vasto, Arte della Stampa, 1930GIUSEPPE TAGLIENTE, Le immagini e la memoria. I bagni di mare, Vasto, Il Nuovo, 1994GIUSEPPE TAGLIENTE, “Thalatta, thalatta”. L’avventura del Turismo al mare nella costa teatina”, in AA.VV. “Stessa spiaggia, stesso mare, storia, cronache, immagini del turismo balneare in Abruzzo”, Ministero per i beni e le attività culturali, Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo, Pescara, Sigraf, 2006G.TAGLIENTE - P. CALVANO, Ernesto Cordella. L’uomo, il soldato, l’esploratore, Vasto, Il Torcoliere, 2001

G. TAGLIENTE - M. GIUDICI, Memorie di Vasto: un secolo di storia nelle cartoline d’epoca, Milano, Arti grafiche Caggioni, 1990

G. TAGLIENTE, F.P. D’ADAMO, G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uaste 2001G. TAGLIENTE, P. CALVANO, F.P. D’ADAMO, G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uaste 2002G. TAGLIENTE, P. CALVANO, F.P. D’ADAMO, G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uaste 2003G. TAGLIENTE, P. CALVANO, G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uaste 2004G. TAGLIENTE, P. CALVANO, G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uaste 2005G. TAGLIENTE. P. CALVANO. G. DI ROSSO, Lunarie de lu Uašte, 2006RENATO TERPOLILLI, Vele e fantasmi, Vasto, Cannarsa, 1983LUCIO TROJANO, I Frentani, Lanciano, Officine Grafiche Anxanum, 1985PIERINO UBALDUCCI, Li suprannume di lu Uaste, Vasto, Cannarsa, 1995ANTONIO ZINNI, Un albero della libertà, Varzi, Guardamagna Editori, 199755 ricette del cuore, Vasto, Associazione amici degli anziani e Tele Radio VastoFilandro Lattanzio, Catalogo delle 20 opere donate al comune di Vasto, Vasto, A. D’Adamo, 1988 L’Abruzzo a tavola. Annuario dei ristoranti e delle aziende vinicole d’Abruzzo, Pescara, Abruzzo Promozione Turismo, 2001Comune di Vasto, Carlo D’Aloysio da Vasto, Catalogo opere, Vasto, 1981ASS. CULTURALE NUOVO UMANESIMO, Lampi di memoria tra otto e novecento di Giuseppe Magnarapa, Bucchianico, Tinari, 1998ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore, Vasto, Histonium, 2002ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore, Vasto, Histonium ed. 2003ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore, Vasto, Histonium ed. 2004ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore, Vasto, Histonium ed. 2005

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ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore in occasione del decennale, Vasto, Histonium ed. 2006Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Decimo premio Vasto, Vasto, Histonium, 1968Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Ippocampo 1972, Torino, T.E.C.A., 1972 Città del Vasto, Ricordo di Carlo Della Penna, Vasto, Histonium, 1995Città del Vasto, Quaderni del Toson d’Oro I e II, Vasto, Graphic Art, 1999CITTÀ DEL VASTO, COMITATO ORGANIZZATORE, Luigi Martella, pittore vastese (1911-1971),Vasto, centro Stampa di Rico, 1997COMITATO D’ARTE E CULTURA, Vasto per l’Unità d’Italia, Arte della Stampa, Vasto, 1961COMITATO ORGANIZZATORE, Luigi Martella, pittore vastese (1911-1971),Vasto, Arte della Stampa di Renato Cannarsa,1980Congrega del SS. Sacramento in S. Pietro, Manna del cielo, Vasto, Ed. G. Guzzetti, 1920Istituto Italiano di Storia delle Tradizioni Popolari, Atti del Settimo Congresso nazionale delle Tradizioni Popolari, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 1959IST. MAGISTRALE “R. PANTINI”, Ricordo dei primi venti anni di vita (1952-1972), Vasto, Tip. Histonium, 1972SOCIETÀ VASTESE DI STORIA PATRIA, I giorni che sconvolsero Vasto, la frana del 1956, Vasto, Il Nuovo, 1998

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Indice dei NomiAAimone di Dordona 7Aktas, Osman 121Alessandrini, 122Alinovi, Riccardo 126Aloè, Giovanni Ivan 71, 126Amblingh, Guglielmo 111Amendola, Giorgio 60Amicarelli, Novella 48Andreini, Idiano 12, 35Anelli, (signorina) 122Anelli, Carlo 9Anelli, Ettore 122Anelli, Luigi 8, 98, 125Anelli (d’), Vittorio, 9Angeli, (signorina) 122Augelli, Emanuele 39Auriemma, Gaetano 103Avalos (d’) (famiglia) 7Avalos (d’), Alfonso II 7Avalos (d’), Carlo 122Avalos (d’), Cesare M. 7, 111Avalos (d’), Diego 15Avalos (d’), Ferrante Francesco 7Avalos (d’), Francesco Ferrante 7

BBaccalà, Rocco 110Baiocco, Giuseppe 46, 116Balbo, Italo 37Barbato, Caterina 126Barbieri, 47Barocci, 111Barone, (fratelli) 122Bartoli Avveduti, Maria Anto-nietta 9Bassano, 111Battista, Gigetto 71Benarida, 96Benedetti, Lisa 103Berarducci, 47Berberi, Camillo 37Bernardini, (signorina) 122Berti, Andrea Pompeo 111Betti, Filippo 8Betti, Roberto 8Bevilacqua, Antonio 116Bevilacqua, Michele 126

Bevilacqua, Rosetta 42Bifolchi, 37Bile, Maria Cristina 110Bile, Silvestro 129Bile, Tommaso 129Biondi, Nicola 38Bolognese, Giovanni 12Bonacci, Gianfranco 82, 89Bonacci, Lydia 103Bonacci, Nicola 103Bonarelli, (signorina) 122Bonomi, Ivanoe 129Bontempo, Roberto 78Bonvicini, Eugenio 17, 20, 21Boraschi, (signorina) 122Borges, Jorge Luis 56Borghi Perrozzi, Lucia 131, 132Boselli, Antonio 71Boselli, Carlo 66, 84Bottari, Carlo 9Bottari, Giuseppe 71Bottari, Nicola 93Bottazzi, Pietro 75Bozzelli, Nicola 68, 100Briganti, Annibale 14

CCalabrò, Carlo 39Caldora (famiglia)Calvano, Fernando 124Calvo, Manuel 121Campana, Dino 108Cancellieri, (signorina) 122Cancellieri, Alberto 103Canci, Gennaro 103Canci, Giuseppe 103Canci, Maria Grazia 37Candela, Mercurio 38Canelli, Angelo 78, 95Cannarsa, Renato 108, 120Canosa, Pier 64Caporali, Raffaele 63Caporossi, Michele 126Cappelli, (famiglia) 129Caprioli, Virgilio 8Barabba, Rocco 99Cardone, (signorina) 122Cardone, Elena 110

Cardone, Francesco 8Cardone, Giulio 122Cardone, Lidia 122Cardone, Luigi 8Cardone, Maria 25Carino, (famiglia) 62Carlo III 7Carlo III di Durazzo 7Carmenini, (signorina) 122Carnefresca, Bernardino 8Caroli, Carlo 78Carracci, Annibale 111Cascella, 86Castaldi, Gianni 61Catalano, 114Catania, Giuseppe 43, 53, 114Caudana, Mino 66Cauli, Maria 126Celano, (famiglia) 71Celenza, maria Rosa 82Celenza, Valerio 39Cesare 8Cesaretti, Cesare 103Charles, Johnny 67Chinni, (signorina) 122Ciancaglini, Dario 126Cianci, Angelo 48, 66Cianci, Ernesto 9, 122Ciancio, 35Ciancio, Antonio 110Ciancio, Elio 71Ciancio, Gaetano 100Ciarrocchi, Arnoldo 78Ciavatta, 122Ciccarone, (famiglia) 71Ciccarone, Antonio 9Ciccarone, Francesco 8, 107Ciccarone, Silvio junior 12Ciccarone, Silvio senior 8, 12, 25Cieri, (famiglia) 62Cieri, (signorina) 122Cieri, Antonio 37Cieri, Domenico 37Cieri, Francesco Paolo 24Cieri, Irene 122Cieri, Maria Margherita 103Cilli, Giuseppe 122Cinquina, Claudio 39

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Cinquina, Gaetano 95Ciotti, Angiolina 103 Cirio, Francesco 17, 21Cirone, Luigi 90Codagnone, Vitaliano 75Colaneri, 47Colangelo, (signorina) 122Colantonio, Vincenzo 126Colanzi, Rosanna 48Colonna, Fabrizio 111Colonna, Vittoria, 7Comandino, 107Corradi, 25Corradini, 122Cordella, (signorina) 122Cordella, Ernesto 8Cordella, Tommaso 122Cotellessa, 60Crisci, Domenico 64, 115Crisci, Giambattista 71Crisci, Giorgio 10Crisci, Orazio 8Croce, (famiglia) 129Croce, Benedetto 3, 38, 129, 130Croce, Emanuele 39 Croce, Florindo 133, 134, 135, 136Cupaioli, Vincenzo 35

DD’Accurzio, (famiglia) 66D’Adamo, Emilia 116D’Adamo Francesco Paolo, 126D’Adamo Francescopaolo, 72, 126D’Adamo, Nicola 39D’Adamo, Nicola 126D’Adamo, Nicolangelo 72, 126D’Alcide, Comincio 26D’Aloisio da Vasto, Carlo 9, 55, 78D’Aloisio, Luigi 12D’Amato, Ines 103D’Angelo, 122D’Angelo, Decio 126Daniele, Letizia 126D’Anniballe, Stellerino 95, 108, 126D’Annunzio, Giuseppe 4D’Annunzio, Michele 126Dante, 29

D’Aquino, 120De Arcangelis, Nicola 99D’Ardes, renata 56De Boucard, Francesco 86De Cristofaro, Pasquale 71 De Fanis, (famiglia) 66De Guglielmo, Luciano 64Del Borrello, Michele 68Del Borrello, Quirino 103Del Casale, Nicola 120Del Casale, Sergio 26De Lerma, Giovanni 71

Del Frà, Antonio 56Del Frà, Pasquale 71Del Greco, Filippo 115Del Greco, Francesco 8Del Greco, Gaetano 12Del Greco, Luigi 66, 114Della Guardia, Giuseppe 71Della Pelle, Michele 24Della Penna, (signorina) 122Della Penna, Carlo 9, 76Della Penna, Tonino 42Della Porta, Giovanni 103Del Lupo, Ettore 71Del Negro, (signorina) 122Del Prete, Juan 9Del Prete, Nicola 126Del Prete, Olga 103De Mutiis, Federico 71De Nicola, Enrico 38De Pompeis, (signorina) 122De Pompeis, Angelo 71De Pompeis, Luigi 122D’Ercole, (signorina) 122De Risio, Alterisio 103D’Erme, Cesario 35D’Erme, Nino 88, 93D’Ermilio, Roberto 126De Thomasis, (famiglia) 129De Titta, Cesare 29D’Ettorre, (signorina) 122D’Ettorre, Giovanni 71D’Ettorre, M. 122D’Ettorre, Temistocle, 63Diaferia, Luigi 31Di Bello, 47Di Benedetto, 120Di Bussolo, Lidia 72Di Bussolo, Paolo 87

Di Chiacchio, 47Di Chiacchio, Nicola 64Didio, Caio 8Di Donato, Pietro 9Diella, Antonio 47Diella, Cosimo 39Diella, Giuseppe 39Di Fazio, Marilena 72Di Fonzo, (signorina) 122Di Fonzo, Antonietta 56Di Gennaro, 88Di Giamberardino, Eugenio 126Di Lanciano, Vincenzo 114Di Lorenzo, (signorina) 122Di Marco, 88Di Marco, Angelo 116Di Memmo, Cesare 70Di Michele, Antonio 122Diomede 7Di Paolantonio, 60Di Pietro, Federico 103Di Pilla, Carmelo 118D’Ippolito, Filoteo 12, 75Di Rocco, 122Di Rosso, 47Di Rosso, Luigi 103Di Salvio, 122Di Santo, Antonio 126Di Scipio, Rocco 126Di Silvio, Sebastiano 68Di Stefano, (signora) 122Di Stefano, Gioacchino 122Di Stefano, Tommaso 126Di Toro, Giuseppe 71Di Tullio, Luigi 56Di Virgilio, Alfonso 38Di Vito, Giuseppantonio 71Dragani, 122Dudovich, Marcello 55D’Ugo, Giuseppe 71Durer, Albert 111Durini, Giuseppe Nicola 10

EErcolano, Grazia 103

FFagiani, 120Fagiolo, Vincenzo 10, 75Falcucci, Piero 90Fallani, 112

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Fanelli, 47Fanghella, Antonio114Fanti, 122Fanti, (signorina) 122Farina, Michele 47Favorite, 47Febbo Camilla e Vittoria, 100Felice, Costantino 20, 21Ferrara, Espedito 9Ferrara, Nicola 35Fiore, Angela 51Fiore, Cesario 122Fiore, Ciccillo 88Fiore, Fernando 126Fiore, Mario 71Fiore, Michele 9Fiore, Rocco 79Fischetti, Fedele 16Forte, 35Forte, Elisabetta 103Forte, Giuseppe 126Forte, Giuseppe 133Francesco II di Valois 7Frezza, Agostino 126

GGabrielli, 115Galante, Angelo 68Galante, Carlo 110Galante, Giuseppe 103Galante, Nicola 9Galiè, 47Gallo, Giordano 56Garzarella, 88Gasbarro, Umberto 103Gaspari, Remo 51, 60Genova, 75Genova, Augusto 71Genova, Michele 8Gentile, Tranquillo Luciano 126Gentileschi, A. 71Ghianni, Renato 52Ghionni, Guido 126Giacomucci, (signorina) 122Giacomucci, Raffaele 52Giancristofaro, Gianluca 39Giangiacomo, Fabio 126Giangiacomo, Guido 126Giangrande, Nicola 102Gianturco, 19Giaquinto, Alberto 78

Gioffredo, Mario 15Giordano, Luca 111Giosa, Angiolina 103Giovanni Paolo II (Papa) 10, 75Giovine, Francescopaolo 12Gisone 7Giuliani, 122Giuliani, (signora) 122Giuliani, Cesare 43Giuri, 122Giussani, Luigi 112Graziano, Pasquale 103Greco Strever, Maria 82 Griggis, Giacomo 111Guevara (famiglia) 7Guzzetti, Guglielmo 35, 99Guzzi, Virgilio 78

HHugo, Victor 22

IIammarino, Italo 105Ianelzi, Edmondo 103Ianni, Ettore 9Iarocci, 47Iecco, Francescopaolo, 75Iustini, Enzo 85Iustini, Maria 85Izzi, Antonio, 62Izzi, Vittorio 122Izzi Benedetti, Gabriella 95

JJubatti, Pino 100, 102

KKetoun, Karim 121

LLabarile, Francesco 126Laccetti, (signorina) 122Laccetti, Beniamino 17, 18, 19, 20, 21Laccetti Francesco, 69Laccetti, Giuseppe 122Laccetti, Luigi 69Laccetti, Luigi 122Laccetti, Pietro 103Laccetti, Valerico 8La Gamba, Crescenzo 16

Lanzano, 47Lanzi, Giuseppe 103La Palombara, 78La Palombara, (signorina) 122La Palombara, Domenico 71, 122La Palombara, Gaetano 78La Palombara, Luigi 71Lapenna, Luciano 12, 82, 126Laporese, Domenico 60Larcinese, Domenico 126Lattanzio, Filandro 9La Verghetta, Alessandro 126La Viola, Rosita 48Lazzaro, (signorina) 122Lazzaro, Giuseppe 122Lembo, Simone 126Leone XIII (Papa) 6Leopardi, Giacomo 64Libbi, Giuseppe 47Litiis (de), Giulio Cesare 8, 16Lo Gatto, Domenico 19Longo, Donatella 48Loschiavo, Giuseppe 126Losito, Raffaele 103Lo Vasco, Elena 103Lucini, Marcello 66Luzzi, Demetrio 103

MMadonna, Giuseppe 103Madonna, Luigi 103Maffei, 111Magnarapa, Alterisio 75Majo, (famiglia) 71Malatesta, (signorina) 122Malatesta, Consiglia 103Malatesta, Michelina 51Manes, Costantino 103Manhes, Carlo Antonio 10Manso, Maria 126Manzi, Pantaleone 131, 132Manzitti, Camillo 9Manzitti, Giuseppe 8Manzoni, Alessandro 29Marcantoni, (signora) 122Marcantoni, Romolo 122Marcello, Gino 100, 126Marcello, Vincenzo 72, 126Marchesani, (signorina) 122Marchesani, Carlo 90

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Marchesani, Lina 126Marchesani, Luigi 8, 69Marchesani, Ulrico 122Marchesani, Vincenzo 75Marchetti, (signorina) 122Marcotullio, Francescopaolo 103Marcovecchio, Graziano 108Marcovecchio, Manuele 108, 126Mariani, Gemma 103Mariani, Pierino 24Mariotti, Rocco 71Marra,Marco 126Marrollo, (signorina) 122Marrollo, Giacomo 122Martella, Luigi 9, 94, 110Martini, (signorina) 122Martone, (famiglia) 71Martone, 115Martone, (signorina) 122Martone, Aldo 110Martone, Leonilde 122Martone, Marcello 110Martone, Paolo 104Martone, Vincenzo 122Mattei, Enrico 53, 103Mattioli, Raffaele 9Mazzini, Giuseppe 21Mazzotta, Amerigo 112Memmo, 47Menna, Antonio 71Menna, Eliana, 126Menna, Marco 39Merletti, 120Merlino, Vincenzo 103Micheli Gigotti, Lorenzo 78Mileno, Cesario 67Mileno, Vincenzo 67Miscione, (signorina) 122Miscione, Domenico 124, 125Molino, Alessandra 82Molino, Barbara, 64Molino, Domenico 126Molino, Giovanni 72Molino, Lucia 56Molino, Massimo 90Monacelli, (signorina) 122Monacelli, Emilio 71Monacelli, Maria 122Monacelli, Silvio 71

Montagano, 47Monteferrante, 35Monteferrante, 61Montemurro, Massimiliano 126Morelli, Erminio 39Moscato, Lucio 115, 116Murat, Gioacchino 7, 10Murolo, (signorina) 122Murolo, Francesco 110Murolo, Gaetano 8, 125Murolo, Gaetano 78Murolo, Luigi 72Mussolini, Benito 21, 54Mustafà Pascià, 97Muzii, (signorina) 122Muzii, Pietro 10Muzii, Rocco 111

NNaglieri, 71Naglieri, Massimo 47Nanni, Francesco 47Napolitano, Giuseppe 126Nasci, (famiglia) 71Nasci, (signorina) 122Nasci, Carlo 12Nasci, Giuseppe 12Nasci, Luigi 12, 19, 107Natali, Lorenzo 60Natarelli, 104Nocciolino, Antonio 90, 92Normando, 47Notarangelo, Michele 126Notaro, Nicola 12

OOliva Gianni, 95, 133Oliva, Nicola 133Olivieri, (signorina) 122Olivieri, (capitano) 122Olivieri, Enrico 108Olivieri, Mario 126Omero 7

Orticelli, 47Ottaviano, Antonio 126Ottaviano, Nicola 64

PPaganini, 115Palazzuolo, Giacinto 126

Palestrina (da), Pierluigi 8Palizzi (fratelli) 8, 86Palizzi, Filippo 8, 86Palizzi, Francesco Paolo 8Palizzi, Giuseppe 8Palizzi, Nicola 8, 86Palmieri, (signora) 122Palmieri, Filoteo 12Palmieri, Giuseppina 38Palmieri, Libero 66Palmili, Carlo 122Palombo, Angelo 103Palombo, Franco 71

Pantini, Romualdo 9Paolantonio, Franco 9Paolo di Tarso, 112Paolucci, Nicola 10Paolucci, Raffaele 10, 60Papa, 115Parente, Michele 122Parma (de), Riccio 8Pellegrini, Teresa 51

Pellicciotti, Giovanni 126Peluzzo, Giovanni 78Pennetta, Angela 56Pepe, Ada 48Pepe, Ezio 102, 120Pepe, Salvatore 9, 29, 105Perdisa, 115Perla, Elena 103Perla, Luigia 103Perrozzi, Giuseppe 9, 29, 131, 132Perrozzi, Michele 71Perrozzi, Vincenzo 122Petragnano, Francesco 39Petroro, Gianni 108Petroro, Silvio 116Piaily Pascià, 97Piazza, Rosa 126Piccirilli, Felice 51, 79Piccirilli, Gaetano 79Piccirilli, Rino 100Piccolotti, Francesco 126Picelli, Guido 37Pietrocola, Filippo 12Pietrocola, Giuseppe 9, 71, 78Pillon, Giorgio 94Pio IX, (Papa) 75

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Pipino 7Piri Re’is, 97Pisarri, Francesco 63Pisarri, Marisa 110Poli Molino, Angelina 52Polsi, Aniello 9, 110, 120Pompeo 8Pomponio, Cesario 48Ponza, Francesco 12Porta, Cosma 126Potente, Filippo 103Primavera, Luciano 60Prospero, Antonio 10, 12, 116Pudente, Lucio Valerio 8Pulvirenti, 59

QQuagliarella, Gianni 116

RRacciatti, Domenico 126Radoccia, Italo 59, 78, 108Ragni, Carmine 104Ranalli, Michele 39Rapino, 47Rapino, Luigi 103Raspa, Antonio 99Raspa, Pasquale 99Raspa, Oscar 114Raspa, Vincenzo 71Rastelli Gianfranco, 72, 80, 95Rauti, Pino 66Recinelli, Giuseppe114Reni, Guido 111Renzi, 115Ribera (de), 111Ricci, Giambattista 111Ricci, Giuseppe 8Ricciardi, Angelo 86, 95Ritucci Chinni, Florindo 9, 12, 54, 61, 122Ritucci Chinni, Franz 110, 116Roberti-Palmili, Amalia 122Roberti, Roberto 47, 88Roberti, Roberto 107Rocchetti, 60Rocchio, Francesco 24Rocchio, Olindo 12Romani, Francesco 8Romani, Francesco 103Ronzitti, Enzo 87, 100

Ronzitti, Francescopaolo 103Ronzitti, G. 71Ronzitti, Michele 9, 64Rosa, Salvator 111Rossetti, Cristina 8Rossetti, Dante Gabriel 8, 14Rossetti, Gabriele 7, 8, 71Rossetti William Michael 8Rubens, 111Rucci, Romeo 29Russo, 122Russi, Antonio 126Russi, Vincenzo 51Russo, Lorenzo 72, 126Russo, Luigi 103Ruzzi, Luigi 9 Ruzzi, Maria 51

SSabatini, Corrado 126Sabelli, Francesco 111Sabino, Domenico 8Sacchi Petroro, Patrizia 64Sangiovanni, Marcello 122Sangro, Elena (vedi Bartoli Avveduti, M.A.)Santapaola, 59Santarelli, Cristinziano 103, 122Santilli, Ennio 24Santoro, Osvaldo 60Santulli, Francesco 126Sbrocca, 122Scafetta, Concetta 44Scafetta, Vincenzo 44Scardapane, Erminio 12Schieda, Andrea 56Sciarretta, Edmondo 103Sciascia, Andrea 126Sciorra, Gianni 126Sciorilli, 60Scolavino, 88Scolavino, Raffaele 90Scopa, Massimo 47Scotti, Nicola 122Seo, Michele 122Sigismondi, Evandro 90, 126Sipari, (famiglia) 129Sisti, 47Smargiassi, 47Smargiassi, Fabio 126Smargiassi, Gabriele 8

Smargiassi, Luigi 126Smargiassi, Maurizio 3, 23, 33, 41, 49, 57, 65, 73, 83, 91, 101, 109, 117, 138 Smerilli, Domenico 126Sorgente, Francesco Paolo 133, 134, 135Soria, Nicola 126Spadaccini, 47Spadaccini, Gennaro 90Spadaccini, Giancarlo 47Spataro, Giuseppe 9, 60Spataro, Michele 122Spatocco, 47Spaventa, (famiglia) 129Spaventa, Silvio 25, 71Spinelli, Rocco 103Spisti, 88Spitilli, 120Sputore, Vincenzo 126Stan, Victoria 56, 74Stefani (de’), Alberto 10Stivaletta, Nicola 120Strever, 47, 100Sturzo, Luigi 9, 54Suriani, Alfonso 38Suriani, Anna 126Suriani, Pietro 10, 12Szabo, Ferenc 120c 120

TTagliente, Giuseppe 10, 12, 126Tagliente, Ilaiza 100Tagliente Vittorio Sr 108Talamazzi, Ugo 78Tamburi, Orfeo 78Tana, 122Tana, Concetta 80Tana, Peppino 42Tarquinio, 47Tenaglia, Andrea 39Tenaglia, (sorelle) 110Terracciano, Ugo 126Tessitore, Paolo 64Testori, Giovanni 112Tiarini, Alessandro 15, 16Tiberi, Giuseppe 8Tiberi, Nicola 8, 16Tiberio, Nicola 126Tiboni, Raffaele 103

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Tilli, Adelio 120Tiziano, 111Torricella, Giuseppe 126Traiano 8Traino, Nicola 82Trivelli, 122Trivelli, Lutio 111Trivelli, Vittorio 103Troiano, Onofrio 97Troilo, Francesco 64Turilli, (fratelli) 122Trilli, Rosella 64Turbato, Elvira 110

UUlisse, Maria Annunziata 126Umberto di Savoia, 129Urbano, Domenico 95, 121

VValentini, Michele 64Vanvitelli, Gaspare 116Vecchiotti, Antonio 108Veronese, 111Vicino, Livio 81Vicoli, Maurizio 126Vicoli, Pierino 71Vinci (da), Leonardo 40Vinciguerra, Michele 131Vittorio Emanuele II, 25Vittorio Emanuele III, 18, 129, 130Votinelli, Francesco Paolo, 13

ZZaccagnini, Gelsomino 12Zaccagnini, Michele 99Zaccardi, Amelia 126Zambianchi, 47Zambianchi, Domenico 100Zanghi, Andrea 126Zara, Emilio 12Zara, Guido 122Zinni, Antonio 30Zinni, Francescopaolo 34Zinni, Elena 34Zinni, Nicola 34

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Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 3

Lu lunarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 4

Fasi lunari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 5

Carta d’identità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 6

Cenni storici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 7

Figli illustri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 8

Cittadini onorari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 10

Lo stemma araldico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 11

I Sindaci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 12

L’Inno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 13

I luoghi della memoria: Madonna del Carmine . . . . . . . . . . . . .p. 15

Il Personaggio dell’anno: Beniamino Laccetti . . . . . . . . . . . . . . .p. 17

Il Lunario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 22

Le Istituzioni Cittadine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 126

Lettera politica di Benedetto Croce agli abruzzesi . . . . . . . . . . . .p. 129

Ricordi di oltre mezzo secolo fa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 131

Onde musicali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 133

Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 139

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 152

Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 157

Indice

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Gli autori ringraziano per la collaborazione Giuseppe Catania, Renata D’Ardes, Nino D’Erme,

Roberto Galiè, Nicola Del Borrello, Pino Jubatti, Gennaro Spadaccini;Osvaldo Santoro e Francesco Michele Scafetta per le denominazioni dei Santi in vastese,

Pier Canosa per i segni zodiacali e tutti coloro che hanno messo a disposizione il materiale anche se non pubblicato.

Un grazie particolare a Luigi Murolo per il prezioso apporto.

Calvano e Taglienteè vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata

Edito a proprie spese dagli autori

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