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. Il Lavoro – Cosa preziosa La Costituzione Italiana all’art. 1 recita: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” Il pensionato è un soggetto che ha avuto la fortuna di aver svolto nel suo passato un lavoro. Sì, la “fortuna”, perché oggi di questo si parla: di “fortuna”. Il lavoro è importante perché produce ricchezza e oggi nel nostro Paese di ricchezza ce n’è poca ed è circoscritta solo ad una casta privilegiata. Non voglio fare politica, né demagogia, cerco solo di capire perché siamo arrivati a questo punto, dopo aver vissuto negli anni 50/60 un periodo così detto di “miracolo” economico. Abbiamo avuto in seguito l’esperienza negativa degli anni 70 che ci avrebbero dovuto insegnare qualche cosa e che comunque abbiamo superato con una certa fatica. Dopo un decennio di transizione (anni 80), gli avvenimenti che si sono susseguiti (stragi mafiose, crisi di governo, “mani pulite” ecc.) hanno segnato in modo alquanto significativo la nostra vita sociale. Abbiamo sperato nel nuovo secolo in una serena convivenza. Invece… Secondo me, l’introduzione dell’Euro ci ha penalizzato; di colpo il nostro potere d’acquisto si è dimezzato, facendo balenare per una larga fascia di popolazione lo spettro della povertà. Arrivati ai nostri giorni la situazione è peggiorata, anche per la negativa ripercussione di crisi finanziarie manifestatesi in altri Stati. I giovani hanno notevole difficoltà a trovare un lavoro per assicurarsi un avvenire, ma penso che stiano peggio quelli che lo perdono per la crisi delle aziende in cui lavoravano, avendo magari contratto impegni finanziari per mantenere dignitosamente la propria famiglia. Per loro (in gran parte di età compresa nei 40/50 anni) trovare un altro lavoro è impresa quasi impossibile. I nostri governanti, nell’esercizio delle loro funzioni, sono costretti, dato il perdurare dell’attuale momento, a tassare i cittadini cercando il modo migliore di non tosare troppo la “pecora”. Essendo la coperta molto corta, il compito si presenta alquanto arduo. La Speranza è una Dea strana ma molto importante: bisogna tenersela sempre cara nel cuore e nei nostri sogni, senza tradirla. Salvo Bonanno PRO MEMORIA IL 5 CORRENTE MESE ALLE ORE 18,00 SARA’ CELEBRATA UNA SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DEI NOSTRI CARI COLLEGHI PRESSO LA PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO VIA SIENA, 1 CATANIA Anno I° Num. 9 Novembre 2013 Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo Unicredit Sicilia Orientale e Calabria – Catania Redatto, stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza Sede: Corso Sicilia, 8 – 95131 – Catania – telef.0959521977 Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì EDITORIALE

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Il Lavoro – Cosa preziosa La Costituzione Italiana all’art. 1 recita:

“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”

Il pensionato è un soggetto che ha avuto la fortuna di aver svolto nel suo passato un lavoro. Sì, la “fortuna”, perché oggi di questo si parla: di “fortuna”. Il lavoro è importante perché produce ricchezza e oggi nel nostro Paese di ricchezza ce n’è poca ed è circoscritta solo ad una casta privilegiata. Non voglio fare politica, né demagogia, cerco solo di capire perché siamo arrivati a questo punto, dopo aver vissuto negli anni 50/60 un periodo così detto di “miracolo” economico. Abbiamo avuto in seguito l’esperienza negativa degli anni 70 che ci avrebbero dovuto insegnare qualche cosa e che comunque abbiamo superato con una certa fatica. Dopo un decennio di transizione (anni 80), gli avvenimenti che si sono susseguiti (stragi mafiose, crisi di governo, “mani pulite” ecc.) hanno segnato in modo alquanto significativo la nostra vita sociale. Abbiamo sperato nel nuovo secolo in una serena convivenza. Invece… Secondo me, l’introduzione dell’Euro ci ha penalizzato; di colpo il nostro potere

d’acquisto si è dimezzato, facendo balenare per una larga fascia di popolazione lo spettro della povertà. Arrivati ai nostri giorni la situazione è peggiorata, anche per la negativa ripercussione di crisi finanziarie manifestatesi in altri Stati. I giovani hanno notevole difficoltà a trovare un lavoro per assicurarsi un avvenire, ma penso che stiano peggio quelli che lo perdono per la crisi delle aziende in cui lavoravano, avendo magari contratto impegni finanziari per mantenere dignitosamente la propria famiglia. Per loro (in gran parte di età compresa nei 40/50 anni) trovare un altro lavoro è impresa quasi impossibile. I nostri governanti, nell’esercizio delle loro funzioni, sono costretti, dato il perdurare dell’attuale momento, a tassare i cittadini cercando il modo migliore di non tosare troppo la “pecora”. Essendo la coperta molto corta, il compito si presenta alquanto arduo. La Speranza è una Dea strana ma molto importante: bisogna tenersela sempre cara nel cuore e nei nostri sogni, senza tradirla. Salvo Bonanno

PRO MEMORIA

IL 5 CORRENTE MESE ALLE ORE 18,00 SARA’ CELEBRATA UNA SANTA MESSA IN SUFFRAGIO DEI NOSTRI CARI COLLEGHI PRESSO LA PARROCCHIA

SANTI PIETRO E PAOLO VIA SIENA, 1 CATANIA

Anno I° Num. 9

Novembre 2013

Organo d’informazione interna dell’Unione Pensionati Gruppo Unicredit Sicilia Orientale e Calabria – Catania

Redatto, stampato e distribuito in proprio, gratuitamente ed esclusivamente, al personale in quiescenza

Sede: Corso Sicilia, 8 – 95131 – Catania – telef.0959521977

Redattori: Ninì Renzo Pappa, Pasquale Alessandro, Antonino Magrì

EDITORIALE

“ Piove! Hai preso l’ombrello?”. L’ombrello, quell’accessorio, ormai desueto, che ripara dalla pioggia e anticamente anche dal sole rimasto inalterato nella sua struttura originaria che, anche nei sogni, rimanda ad un più generale significato di protezione, metaforicamente a ragione del bisogno dell’essere umano di “ proteggersi” da qualcosa di scomodo. Il forte significato di status symbol, come prerogativa regale o comunque di potere, associa l’ombrello al suo nascere alle mani maschili e solo

successivamente a quelle femminili. Lo vede utilizzato nel III secolo a.C. anche nel mondo romano, dove infatti viene descritto dai poeti come delicato e prezioso oggetto affidato a mani femminili. Gli egizi lo raffigurano sulle tombe e le donne dell'antica Grecia ne facevano uso nei riti del dio Dioniso; serve a parare la pioggia solo dall'Ottocento. Stessa forma e mille varianti di tessuti e colori lo portano sino ai nostri giorni e ne fanno un accessorio sempre alla moda, anche se sempre meno utilizzato, per ovvie ragioni metereologiche. Ancora oggi, a Napoli, la famosa famiglia di artigiani Talarico si dedica dal 1860 alla realizzazione di esemplari rari, unici ed originali di ombrelli, dai manici in rare essenze legnose, facendone veri e propri oggetti d’arte, uno dei quali, tutto bianco, con il manico di legno di Malacca e adornato da quarantotto swarovski rossi, è stato recentemente offerto in dono al Pontefice Emerito Benedetto XVI. Ma Papa Francesco non ama gli ombrelli…! E inevitabilmente l’attenzione globalizzante del popolo cinese si è rivolta anche a questo accessorio! Alcuni designer cinesi, infatti, stanno lavorando al prototipo di un parapioggia elettronico, altra piccola diavoleria tecnologica: ideato da Je Sung Park e Woo Jung Kwon è l’ ”Air Umbrella”, un oggetto simile ad un bastone, meno ingombrante del primo, in grado di deviare la pioggia attraverso l’emissione di una corrente d’aria e che elimina il fastidio del collocarlo bagnato al chiuso, una volta usato.…Ripararsi con l’ombrello da cosa…?

Anno I° Num. 9

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RIPARARSI CON L’OMBRELLO DA ….. ? di Anna Teresi.

Sommario di questo numero Pag 1 Editoriale Pag 5 Buon compleanno.Vignetta del mese e Pag 2 Ripararsi con l’ombrello…di a.teresi foto curiosa Pag 3 Messenion d’oro di n.r.pappa Pag 6 La Sicilia preistorica di p.alessandro Pag 4 L’Angolo del buon umore e relax Pag 7 Amarcord Pag 8 L’angolo della poesia di g.santacatterina

Nel 1907 fece notizia, tra numismatici e non, l’acquisto in una battuta d’asta di una moneta: si trattava dell’esemplare unico del “ Messenion d’oro “. Ecco come Gaetano La Corte Cailler, il più grande studioso di storia patria messinese ( a lui si deve,tra l’altro, la scoperta del testamento del sommo pittore Antonello da Messina ) descrive l’avvenimento (cfr. Il mio Diario*** 1907-1918 ): “……. il Re, che vivamente si interessa degli scavi e delle antichità siciliane,volle essere informato (dal prof.Antonio Salinas, direttore del Museo Nazionale di Palermo ***.) degli ultimi lavori e delle ultime scoperte. Ha dimostrato quanto fosse vivo il suo compiacimento perché è rimasta in Italia una preziosissima moneta d’oro dell’antica Messana, una monetina che peserà forse un grammo e che apparteneva al conte Strozzi…….. Il compiacimento (del Re ***) non era suggerito solo dalla nobile passione del collezionismo che vedeva rimanere nel suo paese un esemplare assai raro, ma era anche suscitato dal caldo sentimento di italianità, poiché la preziosa monetina era rimasta nel nostro paese contro il tentativo di un milionario di portarla in America. Infatti il barone Pennisi di Acireale, possedendo una splendida raccolta di monete siciliane, ha vinto in questa gara Pierpont Morgan. La piccola moneta, posta all’incanto, ha raggiunto subito la cifra di lire tremila. A questo punto i collezionisti l’hanno abbandonata e sono rimasti in campo il barone Pennisi e Pierpont Morgan. Il primo giorno

l’incanto è stato sospeso a 16mila lire. Ripreso l’indomani la moneta è stata aggiudicata al barone Pennisi ( Salvatore di Floristella di Acireale ***) per lire 22.500 (cifra astronomica per quei tempi ***.). “ La moneta si presume coniata nel 491 a.C., pesa grammi 1,46 con un diametro massimo di 11 millimetri. Al diritto reca una biga di mule guidata da un auriga (Anassila ? ) e sul rovescio

una lepre in corsa circondata dalla scritta MESSENION. La preziosa collezione è stata ceduta dagli eredi della famiglia Pennisi alla Regione Siciliana ed è custodita presso il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa.

La città di Messina continuò poi a coniare altre monete specie quando, con l’avvento dei Normanni, fu dotata di una Zecca che operò sino alla rivoluzione antispagnola .In quell’occasione il famigerato vicerè Benavides volle punire la città dichiarandone “la morte civile“: la Zecca fu soppressa (unitamente all’Università) e trasferita a Palermo, il Palazzo Senatorio fu demolito e cosparso di sale mentre moltissime opere d’arte e, soprattutto, antiche pergamene attestanti i privilegi di cui era stata dotata la città furono trafugate, o meglio rubate, e portate in Spagna. (*** n.d.r. )

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MESSENION D’ORO : la più antica moneta d’oro siciliana MESSENION D’ORO : la più antica moneta d’oro siciliana MESSENION D’ORO : la più antica moneta d’oro siciliana MESSENION D’ORO : la più antica moneta d’oro siciliana (((( rrrricerca a cura di ninì renzo pappa )

Anno I° Num. 9

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L’angolo del : buon umore e relax

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SORRIDIAMO UN POCHINO Due morti si incontrano e uno dice all’altro: -ciao, tu di che cosa sei morto ? -io sono morto congelato. E tu ? -io sono morto di gioia. -di gioia ? non capisco, spiegati meglio… -ecco: sono tornato a casa e ho trovato mia moglie nel letto, completamente nuda e allora ho cominciato a cercare il suo amante negli armadi, sotto il letto, in bagno, in cucina. E siccome non n’ho trovato, è stata tanta la gioia che il cuore non ha retto. E così eccomi qui…. -Str..zo che sei stato. Se avessi aperto il congelatore a quest’ora saremmo ancora vivi tutti e due !!!

Un carabbbbiniere alla biglietteria della stazione ferroviaria: -Per favore un biglietto per Reggio -Reggio Calabria o Reggio Emilia ? -E’ lo stesso, tanto alla stazione viene a prendermi mio cugino.

Quante sono le barzellette sui carabinieri ? Mah, due o tre al massimo. Tutte le altre sono storia vere.

HANNO DETTO Nunquam est tam male sicul, qui aliquis facete et commode dicant. (Qualunque cosa possa accadere ai siciliani, essi la commenteranno con una battuta di spirito). Cicerone

Imparerai, a tue spese, che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno “milioni “ di maschere e “ pochissimi “ volti . Luigi Pirandello

I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Gino Strada

Impara a cavartela da solo e non dipendere mai da nessuno nella vita perché anche la tua ombra ti abbandonerà quando sei al buio. Anonimo cinese

Anno I° Num. 9

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buonbuon compleanno buon

LA VIGNETTA DEL MESE LA FOTO CURIOSA

Questo mese gli auguri vanno a : Boscarino Agostino (24), Cascone Santo (8), Chiarenza Costantino (4), Cosma Raffaele Giuseppe (7), Di Bella Paolo (8), Giuspino Salvatore (21), Ignoti Giuseppe (14), Muzzupappa Francesco (30), Perla Ettore (19), Piedigace Sebastiano (7), Radino Carmelo (28), Santamaria Maria (13), Spitaleri Maria Luisa (17), Tati Angelo (15), Turano Glauco (3), Vadalà Andrea (24), Vasta Alfio (12), Zofrea Giuseppe (19).

Anno I° Num. 9

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La maggior parte degli studiosi è concorde nel ritenere che il genere umano arrivò in Sicilia 5/6 milioni di anni fa, attraverso la traiettoria Africa - Asia - Europa - Sicilia. Ma se in quell’epoca il mare Mediterraneo non esisteva, potrebbe essere possibile immaginare che la traiettoria più semplice sia stata quella diretta. Tracce di quei primi abitatori sono state trovate nei pressi di Agrigento nonché in provincia di Catania lungo i fiumi Dittaino e Simeto e a Noto Antica. Vale la pena ricordare che nel territorio di Capaci è stato ritrovato una porzione di arto di un gigantesco rettile, un teropode, vissuto circa 90 milioni di anni fa. Non abbiamo tracce significative risalenti al paleolitico medio (100.000 – 35.000 a.C.). Verso la fine del paleolitico medio il livello del mare non era molto diverso da quello attuale, una quindicina di metri più basso, ma poi nel corso dei millenni si abbassò fino a raggiungere, circa 24.000 anni fa, i 120 metri sotto il livello attuale. Questo portò le coste siciliane e quelle tunisine ad essere divise da una distanza di 20/30 km. 12.000 anni fa il livello del mare era salito fino a -47 metri tanto che le isole di Levanzo e Favignana erano unite alla Sicilia a formare un unico grande promontorio. Del paleolitico superiore (35.000 – 8.000 a.C.) e del mesolitico (8.000 – 6.000 a.C.) invece, sono state ritrovate testimonianze in quasi tutta la Sicilia. Lungo i litorali palermitani e trapanesi, si trovano le prime dimore conosciute dell’uomo in Sicilia. Si tratta di grotte che furono abitate circa 12.000 anni fa, tra cui la grotta Za’ Minica presso Carini, la grotta dell’Addaura a Palermo, la grotta del Genovese a Levanzo e la famosa grotta del Kronio a Sciacca. Dal V millennio a.C. vi furono immigrazioni di etnie ibero-caucasiche, camito-semite e berberiche, chiamati Sicani. Poi vennero gli Elimi,

nati dalla mescolanza di popolazione di tipo egeo con i Sicani, e fondarono le città di Elima, Erice, Entella e Segesta. Verso il 2500 a.C. appare in Europa il primo metallo, il rame, che l’uomo fuse con lo stagno ottenendo il bronzo. Durante l’età del bronzo si fa sempre più imponente in Sicilia

l’influenza della civiltà micenea, allora nel suo primo sviluppo marittimo ed

espansionistico. L’abbondanza dei reperti ritrovati permette di stabilire una cronologia relativamente precisa. Favorite dalla vicinanza dello Stretto di Messina e dall’esperienza dei propri marinai, le isole Eolie vivono una brillante

rinascita. Dal II millennio a.C. vi fu l’immigrazione dei Siculi, appartenenti a un popolo indoeuropeo, provenienti dalla penisola italiana, che fecero ritirare le popolazioni dei Sicani nella parte sud-occidentale della Sicilia. Il fiume Salso divenne il confine territoriale tra Sicani e Siculi fino all’arrivo dei Greci nel 756 a.C.. Fondarono le città di Morgantina, Pantalica, Kamikos e Menai. La Sicilia era quindi abitata dai Sicani nella parte meridionale ed occidentale, dagli Elimi, nella estremità occidentale e dai Siculi nella parte orientale. Inoltre su tutta la costa occidentale si erano stanziati i Fenici che si riservarono i promontori e le isoletti adiacenti per il commercio con i Siculi. Non erano organizzati in città stabili, ma come punti di scambi commerciali in relazione alla loro attività marittima e mercantile. Con i cedri del Libano, costruivano agili imbarcazioni per navigare nel Mediterraneo. Con il successivo approdo dei Greci, abbandonarono quasi tutte le coste e si raccolsero in vicinanza degli alleati Elimi, tenendosi Mozia, Solunto e Panormo. ( nella foto “ Graffiti nella Grotta del Genovese a Levanzo (TP)”

LA SICILIA PREISTORICALA SICILIA PREISTORICALA SICILIA PREISTORICALA SICILIA PREISTORICA di Pasquale Alessandrodi Pasquale Alessandrodi Pasquale Alessandrodi Pasquale Alessandro

Anno I° Num. 9

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Foto scattata circa trentotto anni fa dal socio Vittorio D’Augusta alla gloriosa squadra del Credito Italiano all’interno del campetto di calcio dello stadio Cibali di Catania. Con una punta di orgoglio è de menzionare il fatto che per ben due volte questa squadra conquistò il primo posto nei campionati interbancari che si svolgevano allora nella nostra Provincia.

In piedi da sinistra : Cosimo D’Arrigo, Giovanni Cardone, Salvo Ramella, Mimmo Battiato, Giuseppe Raciti, Pippo Calanna, Michele Aurite, Salvo Roccella, Michelangelo Lucenti, Orazio Bentivegna. Accosciati da sinistra : Salvatore Orefice, Gino Consoli, Silvio Panebianco, Nunzio D’Arrigo.

Anno I° Num. 9

Novembre 2013

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A M A R C O R D

Leggiamo su Face Book e trascriviamo ritenendo possa interessare tutti. Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile di numeri della rubrica. Gli operatori della ambulanze hanno lanciato l’idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, una persona da contattare in caso d’urgenza sotto uno pseudonimo internazionale predefinito: questo pseudonimo è conosciuto come ”ICE” (In Case of Emergency). E’ sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori della ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea fate circolare questo messaggio di modo che ciò rientri nei comportamenti abituali.

SETTEMBRE A ROMETTA di Giancarlo Santacatterina Vasta distesa azzurra incorniciata dall’isole ventose all’orizzonte. Una scogliera immota Accovacciata stanca svogliatamente lambita dall’onde muta racconta di tante stagioni, di solenni estati, di cieli ricamati dai gabbiani, di svuotate conchiglie stese al sole. Porgo l’orecchio attento al crepitìo dell’alghe inaridite ad uno stanco sciabordìo del mare ad un battito d’ali, a un bisbigliare di frasi dolci di una fresca coppietta a me d’appresso, al primo refe fresco dell’autunno incalzante, al domestico passo del corpo tuo salmastro sulla sabbia imperlato di mare…

…ed io mi perdo bocconi sulla spiaggia in mezzo all’alghe fra il canto dei tuoi passi e la lusinga degli ondeggianti chiari tuoi capelli stesi al vento.

Anno I° Num. 9

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Qualche nota su Rometta Marea (a cura di Ninì Renzo Pappa) La poesia di Giancarlo Santacatterina mi dà lo spunto per parlare di Rometta Marea che è la frazione marina del Comune di Rometta ma sotto un certo aspetto si può considerare un’appendice di Messina. Sviluppatasi intorno agli anni ’60 come luogo di villeggiatura dei messinesi, favorita dallo svincolo autostradale inaugurato però nel 1973, è cresciuta un pò disordinatamente con i tanti complessi residenziali sorti come seconda casa ma che oggi, unitamente ai tanti condomini, costituiscono un centro abitabile tutto l’anno dotato, com’è, di strutture idonee ( negozi, supermarket,ecc) che la rendono completamente autonoma. La sua spiaggia e lo splendido mar Tirreno fanno il resto. Ma parlando di questo ridente centro non si può fare a meno di sottacere di Rometta. E qui desidererei fare cenno ai nostri lettori, specie quelli di Messina, di quanti piccoli centri interessanti (sotto il profilo storico, paesaggistico, ecc) esistono in zona e che meriterebbero di essere visitati. Rometta, m 690 s.l.m., è un centro con una ricca storia. Fu fondata dai Bizantini ma le sue origini risalgono al “neolitico”. Nel corso dei secoli ha costituito, per la sua ubicazione e conformazione, un baluardo inespugnabile. In occasione dell’occupazione araba Rometta fu, in Sicilia, l’ultima roccaforte bizantina e della Val Demone (siamo nel 965, la Val di Mazara era stata già occupata nell’827 ) a cedere - dopo un assedio durato 7 mesi- e la prima a liberarsi. Parecchi e interessanti i siti da vedere: la Chiesa bizantina del Santissimo San Salvatore ( o Santa Maria dei Cerci), la Chiesa Madre dedicata a Maria Santissima dell’Assunta, i resti del Palatium Federiciano, le antiche Porte (di Messina e di Milazzo), le vicine Aree Naturali attrezzate, ecc…. Una gita quasi fuori porta - data la breve distanza da Messina - è consigliabile : magari con colazione al sacco. Nella foto accanto : tramonto a Rometta Marea

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