luoghi comuni - novembre

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LUOGHI COMUNI NUMERO 6 - NOVEMBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO IL CAPITALE LA CORSA DI PERUGIA 2019 SI È FERMATA A MATERA. MA QUANTO DI BUONO È STATO FATTO NON VA DISPERSO Copertina di David Montiel - Anno I - Novembre 2014 - n° 6 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

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Il CAPITALE La corsa di Perugia 2019 si è fermata a Matera. Ma quanto di buono è stato fatto non va disperso

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LUOGHI COMUNINUMERO 6 - NOVEMBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

IL MAGAZINE CHE RACCONTA L A PERUGIA VISTA DAL BASSO

IL CAPITALELA CORSA DI PERUGIA 2019 SI È FERMATA A MATERA.MA QUANTO DI BUONO È STATO FATTO NON VA DISPERSO

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2 - EDITORIALE

Perso Film Festival pp. 4 - 5

postmodernissimo pp. 18 - 19

perugia social photofest pp. 24 - 25

Progetto Share My European [email protected] 5145126 | 075 514511

With the financial support of thePrevention of and Fight againstCrime Programme EuropeanCommission Directorate-GeneralHome Affairs

LUOGHI COMUNI Anno 1 - Novembre 2014 - n° 6Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

Il nostro progetto nasce per racconta-re, promuovere e supportare l’impegno positivo di cittadini, organizzazioni, as-sociazioni e comitati, nel vivere gli spa-zi della Città. Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie esperienze sui luoghi che vive e in cui vive. Lo scopo del free press è of-frire una sintesi e uno spazio comunica-tivo alla Perugia Autogestita e Positiva.

Contattaci o scrivici una email se vuoi esse-re presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con noi qualche esperienza.

SMeC è la nostra Agenzia di Comunica-zione Sociale, che sostiene la valorizza-zione delle azioni positive che vengono create in Città. L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione, con le proprie professionalità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostenere il valore delle relazioni.

IndIrIzzo redazIone:Urban Center, Scale di Sant'Ercolano 5, PerugiaorarI: Martedì 18.00 - 20.00 Venerdì 14.30 - 18.00

[email protected] 5145126 | 075 514511

edItore: Borgorete Soc. Coop. SocdIrettore responsabIle: Giovanni Dozzini

redazIone: G. Dozzini, D. Montiel, I. Finocchiaro, L. RosiContrIbutI: A. Poppiti, M. Navarra, F. Boccabella,

D. Macii, M. CalesiniFoto: D. Montiel, A. Brancaccio, F. Boccabella, T. Clocchiatti,

R. Terranova, D. MorresiIllustrazIone pp. 13: Delucchi; banner pp. 14: G. Gottini

progetto graFICo e ImpagInazIone: D. Montiel di SMeCComunICazIone eventI: SMeC - Social Multimedia e-Communication

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Questo ormai è il settimo numero di «Luoghi Comuni». E per noi il sette è un numero importante. E non soltanto perché rappresenta un numero sicuro per le matematiche, idoneo, primo cubano, euclideo, felice e fortunato. Op-pure perché rappresenta i sette colori dell'arcobaleno, bande di frequenza in cui viene suddiviso lo spettro visibile. Neanche perché sette sono le grandez-ze dell'antichità, le stelle dell'ammasso aperto delle Pleiadi e le più luminose che formano le due orse del cielo notturno. Per noi è un numero importante non perché sette sono i colli di Roma, i peccati capitali, gli dei della felicità del buddhismo e dello shintoismo, oppure i doni dello spirito santo e i principali arcangeli del Cristianesimo, né perché sette sono le piaghe di Egitto o i Cha-kra del corpo umano. Per noi è importante perché alla fin fine non è neanche il numero sette. Se prendete la copertina vedrete che questo numero è il sei ma non il sesto. Perché per noi 6 + 0 = 7. Sì, esatto, sei più zero uguale a sette. Ma non è che siamo impazziti: semplicemente, abbiamo cominciato con un numero zero che per noi conta come i successivi. Semplicemente, «Luoghi Comuni» vuole vedere il mondo e soprattutto Perugia in modo diverso dalla logica corrente, sempre positivo, perché questa città ci sta a cuore.

Ottobre è stato il mese in cui Perugia ha saputo che non sarebbe stata la Capitale europea della Cultura 2019. Ma anche quello in cui noi siamo stati, con un notevole riscontro, a Fá la cosa giusta, dove abbiamo visto che in questa regione sono tante le persone che credono in tutto ciò che abbia a che fare col sociale. Ci sono tanti promotori di iniziative dal basso che ci contattano, tante realtà interessanti che coincidono perfettamente con la visione controtendenza di «Luoghi Comuni»: creare rete tra tutte le realtà virtuose proposte da cittadine e cittadini attivi che vogliono migliorare la qualità della vita della comunità.

Questo è il nostro principale obbiettivo, perché Perugia non fa parte di quel peculiare fenomeno chiamato Social Street, ma di strade, borghi e quartieri sociali da noi ce ne sono tanti. Perugia non ha bisogno di dare un nome a un’identità che la appartiene da molto tempo. Un'identità che crediamo sia rimasta a lungo nascosta perché magari prima di «Luoghi Comuni» non c'era uno strumento che desse il giusto spazio al suo racconto.

Per questo pensiamo che «Luoghi Comuni» sia il giornale di tutti, perché sono loro, gli stessi cittadini che vogliono partecipare a costruire una città migliore, a fare questo giornale. Un giornale basato sulle relazioni e la prossimità, lon-tano degli stereotipi mediatici, e sempre più a misura di uomo e comunità.

David Montiel

UN GIORNALEunico a perugia

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4 - Il capitale

Il 14 novembre mi dà l’occasione di parlare di quel posto magico che è Human Beings, il luogo nel quale io, e non solo, ho imparato cosa vuol dire sentirsi a casa. Human Beings (come si legge dalla locandina, in varie lingue) è un laboratorio teatrale interculturale, di-retto da Danilo Cremonte. Dal 1994 è attivo a Perugia e oggi, a venti anni dalla sua nascita, merita un omaggio.

Proprio venerdì 14 novembre si terrà un incontro pubblico, a Palazzo Donini (Corso Van-nucci), nel corso del quale Danilo, aiutato da chi in questi anni ha contribuito a mantene-re in piedi il laboratorio, farà un bilancio degli anni trascorsi. Immagino che, in venti anni, molti abbiamo scritto e raccontato di questo laboratorio, ragion per cui non mi avventu-rerò nella esposizione dei tratti salienti, degli elementi teatrali più significativi, non ne ho le competenze e c’è stato chi ha fatto meglio.

Mi piacerebbe raccontare la mia esperienza, razionale e “di pancia”.

Non è stato facile iniziare, scoprirsi e mettere via i vestiti della quotidianità per essere, semplicemente. Non è stato facile guardare le cose da prospettive molteplici, diverse e stranianti. Perché stranianti sono gli incontri, cambiare filtro agli occhi per guardare la realtà da punti di vista inesplorati, come essere a testa in giù.

Human Beings è un luogo in cui si crea, partendo dalle proprie esperienze, fantasie, vizi, piaceri. È un incontro e come tale, può essere anche spiacevole. È la contraddittorietà che viene a galla. Sono io e me frantumata in molti volti, in mani che mi sorreggono.

L’ideogramma cinese che è il simbolo del laboratorio rappresenta proprio ciò: appoggiar-si gli uni agli altri, non aver paura del contatto, guardarsi negli occhi e non temersi.

HUMANBEINGSLa mia piccola esperienzacol teatro e molto altro

Testo di Anna PoppitiFoto di Thomas Clocchiatti

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Non è un luogo idilliaco, è pieno di scontri e tensioni, ma è questo che lo rende interessan-te. È la nostra umanità che si dispiega, in tutte le sue forme, anche le meno piacevoli. Si ritor-na bambini, si gioca, si affrontano i propri limiti, si conoscono le proprie potenzialità. Tutto at-traverso il teatro, il “gioco scenico”.

Dare, prendere. Aprirsi, chiudersi. Tirare, spin-gere. Sono i muscoli che si muovono, siamo noi a trasformare l’esercizio fisico in qualcosa che trasmette emozioni. Senza mai dimenticare di essere su un palcoscenico. Un palcoscenico d’eccezione, il chiostro di Sant’Anna, che ti ri-porta odori, sensazioni di altri tempi. A Human Beings si creano legami forti, che non t’immagini, è un po’ una grande famiglia. Uno dei partecipanti mi disse che quando finiva l’ul-tima replica dello spettacolo, aveva poi biso-gno di stare lontano per un po’, perché oltre a salutare chi quell’anno lo aveva accompagna-to, sentiva di dire nuovamente “ arrivederci” a

tutte le persone conosciute, amate e perse nel percorso humanbeingsiano.

“L’arte del distacco (con cadenza trimestrale) ancora adesso – per fortuna! – non l’ho impa-rata” dice Danilo nel bel volume Carte, che rac-coglie gli spettacoli, le foto, le testimonianze di chi è passato per Human Beings nei primi dieci anni del laboratorio. Allora erano 1210 perso-ne, di tutto il mondo.

L’intenzione sarebbe di creare un Carte - vol. 2, per raccontare il periodo 2004 - 2014, le trasfor-mazioni avvenute.

Non è un’impresa facile, neppure economica-mente, ma, a mio avviso, necessaria: per ricor-dare, per lasciare una testimonianza del lavo-ro faticoso che c’è dietro, della dedizione per qualcosa che - seppur così effimero come può essere uno spettacolo, che vive e muore nello stesso istante - riesce a unire chi guarda e chi crea, anche solo per un attimo.

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6 - Il capitale

Mariella Carbone si divide fra due città (Perugia e Mi-lano) e due vite: «Nella mia vita reale sono un archi-tetto, in quella fantastica creo le mie ‘pupazze’. Il mio lavoro d’ufficio mi salva dal disordine, m’impedisce di perdermi». I muri della bottega dove lavora, in via Car-tolari, sembrano quelli di una facciata seicentesca. Le sue creazioni osservano i presenti ammiccando o inquietando, suscitando un meraviglioso da poetica barocca. La Pupazzara ha iniziato a realizzare le sue creature quando aveva dieci anni, dopo aver assistito a uno spettacolo dell’Opera dei Pupi. Ma è dalla Cam-pania, da dove proviene, che deriva le prime ispirazio-ni, dai vicoli salernitani popolati da vecchie megere e da personaggi grotteschi.

Le pupazze imbellettate di Mariella, esseri in lattice o terracotta, sono personaggi da Satyricon vestiti con costumi viscontiani. I merletti, le guêpière a rete, le parrucche ispide, i segni cadenti, i pomi accesi delle guance dei suoi “personaggi sfatti” – come li definisce Mariella – le rendono figure della decadenza. «Quan-do a diciotto anni sono arrivata a Napoli, mi sono im-mersa nell’universo delle guarattelle e dei Pulcinella.

Allora la città viveva un momento culturale molto fer-vido, e io abitavo vicino alla strada dei presepai, dove ogni giorno osservavo le opere degli artigiani. Visitavo spesso anche l’Ospedale delle bambole, un luogo di pura evasione, dove immaginavo di assemblare i loro arti, occhi e pezzi sconnessi».

La Pupazzara ha lavorato lungamente col teatro di strada e di figura, con le compagnie dei burattinai. Questo incontro ha generato la necessità di avvicinar-si al mondo della maschera, di eliminare il corpo per concentrarsi unicamente sul volto: «Nella maschera s’inglobano le mille rappresentazioni del sé in una di-mensione multipla, che può essere ludica o misterio-sa, del nascondimento o della protezione».

Le maschere di Mariella sono dei sembianti molli, sciolti: «Dietro le mie creazioni c’è un lavoro sulla de-formazione e sulla materia. Non voglio rappresentare la bellezza, io accentuo i tratti e le forme del volto». Quest’estate la Pupazzara ha partecipato a una col-lettiva a Palazzo Trinci, Foligno, per il festival Segni Ba-rocchi. Una mostra, questa, che ha successivamente

Le FIABEGROTTESCHE

DELLA PUPAZZARAMariella Carbone, tra bidimensionalità e tuttotondo

Testo di Ivana FinocchiaroFoto di Attilio Brancaccio

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ampliato a Napoli, nello spazio di Castel dell’Ovo, dove le fiabe di Giambattista Basile si sono incarnate nelle sue illustrazioni, marionette e maschere. «Basi-le è un letterato del Seicento napoletano, il padre di tutte le fiabe. Ha elaborato la ricchissima tradizione orale di una città portuale, le cui storie provenivano dall’oriente, e le ha rimescolate e trascritte in una lin-gua colta e dialettale. Le fiabe originali sono molto diverse da quelle che oggi conosciamo, molto spesso sono dark. I suoi racconti grotteschi, cruenti, ironici ed erotici mi hanno affascinato per tutta la vita».

A breve Mariella esporrà al ristorante-galleria Da.Co, a Terni, dove le pupazze e le maschere saranno ac-compagnate dai suoi disegni acquerellati, i bozzetti dei propri lavori: «Sono diventati un mezzo per rac-contare le fasi di creazione delle mie opere. I disegni sono parte di un diario visivo che poi traduco in tre dimensioni. Alcune mostrano maschere mai compiu-te, ma tutte illustrano delle suggestioni personali, le elaborazioni passate della mia immaginazione».

Nel 2011 Mariella è andata in Russia, per realizzare un laboratorio sulla maschera a cui hanno partecipato

alcune insegnanti dei licei d’arte locali. È con questa esperienza che lei ha approcciato l’arte-terapia: «In quei venti giorni sono venute fuori delle cose poten-ti, a livello emozionale. Prima di creare le maschere, avevo chiesto alle partecipanti di scattarsi delle foto, di giocare con le proprie espressioni facciali. Quasi in-consciamente, alcune hanno poi utilizzato il proprio volto come matrice, creando un sosia; altre, in qual-che modo, hanno deciso di rinascere con un’indole e un aspetto differenti. Ricordo questa signora timidis-sima che ho visto trasformarsi e ridere apertamente, mentre ricreava una pupazza tutta sgangherata, con un giubbotto di pelle e dei jeans sbottonati».

Mariella è un’arte-terapeuta in formazione e crede molto nella capacità dell’arte di essere adoperata come (e nella) terapia, per canalizzare l’emozionalità degli altri in modo positivo attraverso l’atto creativo, per capire le ragioni profonde di un disagio e curarlo. In una sua «terza life», Mariella spera di attuare que-sta sua aspirazione e di organizzare dei laboratori di arte-terapia. Ancora una volta, l’opera di un artista è proiezione del sogno e dell’incubo, ma anche com-prensione e cura del sé e dell’altro.

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8 - Il capitale

Vecchio quartierenuovA portinaiaIl progetto di SME-City sbarca in piazza Grimana

Testo e foto di Max Calesini

Prim

a

DOPO

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Volevamo partire a luglio ma è bastato un attimo di distrazione, una indecisione, un imprevisto ed è sopraggiunta l'estate, la città si è trasformata, le studentesse sono partite e tutto è stato rimandato ad ottobre. Un portiere di quartiere non nasce dalla sera alla mattina. Cresce un po' alla volta, sul terre-no; ognuno ci mette un pezzetto, inizia a emergerne lo spirito nelle chiacchiere con le persone. Il lavoro sta poi nel costruire e de-costruire il senso. È un po' come un progetto architettonico, la struttura deve risultare non invasiva, solida, piacevole e funzionale.

È proprio come una piazza, un giardinetto o un semaforo. Deve poter essere goduto da tutti, da tutti utilizzato, e tutti devono poter riconoscersi: «Noi siamo quelli di piazza Taldeitali»; «Noi siamo quelli dei giardinetti Talaltri»; «Noi siamo quelli del Portiere di Porta Sant'Angelo». Le studentesse del pensionato universitario Adisu potevano entrarci come i cavoli a merenda, ma noi, questa volta, si è deciso che ci garbavano proprio i cavoli a meren-da, e così abbiamo apparecchiato. Vi raccontere-mo poi come abbiamo deciso di coinvolgerle.

Quando dico noi penso a quelle persone che han-no pensato il portiere disegnando, cancellando e ridisegnando un pezzetto alla volta. Persone del Comune, di Vivi il Borgo, dell'associazione Piazza Grimana e Dintorni, della coop BorgoRete, del bar, della palestra, della piazzetta, persone che tra loro magari neanche si conoscono ma che un po' in-consapevolmente ci hanno lavorato.

Le studentesse vivono in cima a corso Garibaldi. Per andare all’Università, o in qualunque altro luogo, devono attraversare tutto il quartiere, eppure i con-tatti con i residenti storici sono minimi. Il quartiere ha vissuto, come tutto il centro storico, un periodo di rapido svuotamento nei decenni scorsi, ma ulti-mamente stanno tornando le famiglie. Sono per lo più residenti immigrati ma per le strade si fatica e vederli. Via Sperandio è un vicolo parecchio nasco-sto dove un esercito di acacie spinose ha preso il sopravvento impadronendosi di marciapiedi, can-celli e cartelli stradali.

Il fascino di un quartiere antico proviene anche dal-le soluzioni che nei secoli gli abitanti hanno trovato

per modernizzare gli impianti idraulici. Qui l'evo-luzione ha portato a un moltiplicarsi di sportellini fronte strada, ottimo nascondiglio per il mercato illegale delle bustine. Quando ho incontrato i sei candidati alla poltrona di Portiere di Quartiere ave-vo in mente questo e altro. Sei splendide persone tutte con buona manualità e legami interessan-tissimi con il quartiere. Un pezzetto importante lo hanno scritto anche loro regalandomi le loro storie e le loro percezioni.

Quando martedì 14 ottobre la Portiera si è presen-tata al Quartiere nella prima serata di quasi inver-no sono scrosciati applausi: «Mi chiamo Mikaela, ho trentacinque anni, sono laureata in discipline dell'arte, della musica e dello spettacolo e per me-stiere ho consapevolmente scelto il teatro. Questo mi ha portato necessariamente a dover sviluppare quella che io chiamo “la serie infinita di compe-tenze collaterali: babysitter, lavapiatti, giardinie-ra, imbianchina, postina, cameriera. Sono nata in Abruzzo, ho studiato in Emilia Romagna: ho vissuto in paesini di campagna, al mare, in montagna, in una grande città e in un piccolo borgo isolato e poi ho scelto Perugia, non ci sono finita per caso e tan-to meno per sbaglio, è stata una scelta, una scelta condivisa con la persona che amo.

Il mio sarà un lavoro prevalentemente svolto in strada, sarà un lavoro che cercherò sin da subito di organizzare in modo partecipato e collettivo. Sin da subito avrò bisogno del vostro aiuto per com-prendere quali sono le urgenze e le necessità che da più tempo aspettano una risposta. Le strade del nostro borgo, dalla più larga alla più imbo-scata e piccolina, continueranno a essere strade abitate, accoglienti, partecipate, strade vive. Sono certa che imparerò molte cose da questo mestie-re, come sono certa che farete tesoro dei talenti e delle piccole ma preziose competenze che metterò a vostra disposizione.

Vorrei condividere con voi la sensazione che con questa esperienza ci stiamo facendo un regalo, un regalo generoso e inaspettato che ho deciso di accettare e spero vogliate accettare anche voi. Grazie di cuore».

[email protected]

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10 - Il capitale

A Perugia non c'è nato, ma ormai ci vive da vent'anni. Enrico Lorea è arrivato da Taranto che era un ragazzino, non per fare l'università come tanta gente della sua terra, ma per studiare al liceo. Oggi di anni ne ha trentacinque, e vuol dire che più della metà della sua vita l'ha trascorsa qui. «Però mi inca-volo ancora in tarantino, il perugino non lo parlo per niente», dice.

Eppure qualche settimana fa in rete ha cominciato a girare un video mu-sicale in cui Lorea, indossati i panni da rapper e facendosi chiamare Ken-dan, le canta ben bene ai media che negli ultimi anni hanno dipinto Peru-gia a tinte fosche, assegnandole il non lusinghiero titolo di “capitale della droga”. Il brano si intitola Perugia: la capitale della..., e si scaglia con vigore contro la rappresentazione stereotipata con cui la città deve fare i conti ormai da troppo tempo.

«Dopo l'omicidio di via della Pergola», spiega Lorea-Kendan, «giornali e televisioni nazionali se ne sono usciti con questa storia della capitale del-la droga. La verità è che da noi non c'è più droga di quanta non ce ne sia nelle altre città italiane». E allora perché quest'accanimento, secondo lui?

«Perugia è una città perfetta, per costruirci su una storia del genere. Volete dirmi che a Milano o Roma c'è meno droga che qui? Ma non scherziamo.

capitale rapPerugia sotto attacco,Kendan la difende per le rime

Testo di Giovanni DozziniFoto di David Montiel

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Ma se scrivessero che la capitale della droga è Milano o Roma non sortirebbero alcun effet-to. Perugia non se la sarebbe aspettata nes-suno, invece».

Però chi vive qui sa che non si tratta di una semplice bolla mediatica. Il problema esiste. O no? «Certo. Ma io credo che altrove sia mol-to peggio. Io vivo in centro, in una traversa di Corso Vannucci. Se sento qualche movimento strano esco in strada a fumare una sigaretta, e certa gente non si fa più vedere. Io dico che basta presidiare un po' di più i nostri spazi. Quanto al tasso di morti per overdose, può dipendere da tanti fattori».

A novembre uscirà anche il primo disco di Kendan, un ep intitolato, semplice-mente, Kendan. «Una parola che ha un significato che non voglio svelare. Faccio rap da quando avevo tredici anni, anche se per un certo periodo avevo lasciato perdere. Ora ho sentito la voglia di ri-provarci. All'album ho lavorato insieme a un gruppo di perugini e umbri fantasti-ci. Tutti molto giovani. Lorenzo Tardioli, aka Late'O, ha curato il missaggio delle voci e la maggior parte dei beat, le basi musicali su cui rappo. La base di Peru-gia: la capitale della... invece è di Federi-co “Dj Trip” Capezzali. Il regista del video è Guglielmo Sergio».

I media locali hanno dato mol-to risalto al videoclip di Kendan, sui social network è diventato quasi virale. Obiettivo raggiun-to? «Io sono già soddisfatto così. Mi interessava prendere una po-sizione, sicuramente provocato-ria, in difesa della città. Perché mi pare che finora non l'abbia fatto nessuno. Anche l'ex sin-daco Boccali, quando fu ospite della trasmissione di Gianluigi Nuzzi su La7, reagì timidamen-te alle accuse mosse a Perugia.

A Perugia ci sono moltissime cose di valore. È una città d'arte straordinaria, per non parlare dell'enogastronomia. E fino a qualche tempo fa la vita universitaria era favolosa. Ora le cose vanno un po' peggio, secondo me anche gra-zie all'accanimento dei media nazionali». Ai quali, a partire dal finto lancio di un tg con cui si apre il video, sembra rivolto il grido di rab-bia di Lorea.

«Senz'altro. Ma so che difficilmente daranno risalto al mio pezzo. Lavoro nella comunica-zione da anni, un po' ho imparato a conoscer-li. Se ad aprile qualcuno vorrà fare un altro servizio su Perugia e la droga magari gli torne-ranno in mente la canzone e il video. Ma per qualche mese, vedrete, tutto tacerà».

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12 - Il capitale

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Corso di Ceramicaper adulti e bambini

Laboratorio “Pezzi di Mò” Dal lunedì al sabato

in Via Cartolari 20Per prenotazioni: 389 5419578

facebook/pezzidimo

Paperitoslezioni di origami

a cura di A. Makita,Gaetano e Demian

Il giovedì dalle 15 alle 16.30in via Cartolari 1Info: 3395660767

Corsodi Teatro Danza

a cura di C. Magnini;Il giovedì dalle 18.30 alle 20

Chiostro di San Fiorenzoin via della Viola 1Info: 348 0872126

Lezioni di Tecnica Vocalea cura di J. Roit;Il mercoledì dalle 19 alle 20.30in via della Viola 29Info: 347 5790631

Lezioni introduttiveal pianofortea cura di FredianoIl lunedì in via della Viola 29Per prenotazioni: 333 1955554

Introduzionealla Chitarraa cura di L. Calabria; Il sabato dalle 18 alle 19.30in via della Viola 29Per prenotazioni:[email protected]

Corso di Disegnoe Acquarello per adultie bambinia cura di M. Boccardini;Il lunedì in via Cartolari 31Per prenotazioni 349 8454500

Italiano per TuttiLezioni di italianoper stranieri e non

Il martedì e il giovedìdalle 17.30 alle 19

in via della Sposa 1AInfo: Aurora 388 8584843

[email protected]

Lezionidi Inglese

a cura M. BucciIl martedì e il sabato

dalle 18 alle 19.30in via della Viola 29Info: 334 2885057

Lezionidi Tedesco

a cura di G. GalieniIl giovedì alle 19.30in via della Viola 29Info: 349 3563097

PINTAR - lezioni di pittura

e disegno per adulti e bambini

a cura di J. C. Araoz

Il martedì dalle 8.30 alle 20 in via del Duca 4

Per prenotazioni: Josè 346 6625110

Elisa 346 1835149

Incisione e stampacon torchio calcograficoa cura di M. BoccardiniIl martedì in via Cartolari 31Per prenotazioni 349 8454500

OH!PAPER - laboratorio aperto

di manipolazione di carta e parole

a cura di Zolletta;

Il martedì alle 21.30 in via Cartolari 4

“BracciaRubate”

Info: bracciarubatepg.wordpress.com

Questa Non è una Sedia

Manipolazione del cartone,

pittura e riarredoa cura di M. Pulvirenti

Il lunedì, il martedì e il venerdì

dalle 15 alle 18 in via Cartolari 8

Info e prenotazioni: 340 9965651

[email protected]

L'ALTRO PRESEPE - Costruzionedi personaggi fantasticicon materiali diversiper un presepe diversoa cura di M. Carbone; il mercoledì e il giovedìdalle 19 alle 21 in via Cartolari 8Info e prenotazioni: 320 4256229

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14 - gli eventi di novembre

gli eventi di NOVEMBRE

PRENDIAMOCI CURA DEL BORGO! a cura del GAM - Gruppo Auto-organizzato di ManutenzioneTutti i soci del Borgo Bello, i residenti e gli appassionati sono invitati a contribuire per la manutenzionedei Giardini di Viale Indipendenza. Incontro alle 9. Giardini di Viale Indipendenza

BUON COMPLEANNO! - Festeggia il tuo compleanno con tutti i nati del mese di ottobreIscritti, associati e simpatizzanti dell'Associazione Borgo Bello sono invitati a partecipare con i propri amicie parenti. Ore 20. Pizzeria Fuoco Vivo. €12. Prenotazione obbligatoria 329 611 8813

INCONTRI PER IL BORGO - Un'occasione di confronto ed elaborazione sui progetti in corso.Corso Cavour, 165. Con il GAM; il comitato organizzatore del grande Presepe vivente; i referenti del Centro Visitedi S. Domenico e tutti coloro che vorranno partecipare all’organizzazione del presepe vivente di S. Domenico

LUDWIG VAN BEETHOVEN - Trio ARS ET LABOR - Trio per pianoforte, violino e violoncello op.1 n.1A cura dell'ass. Ars et Labor (www.arsetlabor.eu - 075 7829376)Ore 18.30. La Fame - vineria e cucina, Perugia. Via della Viola 54/56

DA BORGOBELLO A BORGOBELLO - Visita guidata del Frantoio Oleario TrampoliniRitrovo ore 9.30 ai Giardini del FrontoneSi ringrazia il Dott. Giovanbattista Venturini per la disponibilità nell'organizzazione dell'iniziativa

BORGOBELLO IN FIERA - Mercatino degli artigiani e degli hobbistiDalle 9 alle 20. Corso Cavour AltoIniziativa in collaborazione con l’Associazione Culturale: «L’Arte e la Terra»

I CONCERTI DEL VICOLO - Dhyo TeresTorna, dopo l'overdose di applausi del live durante Umbria Jazz, il duo acustico di Irene Pierbattisti eAlessandro Bravi. Il blues delle grandi voci, come non l'avete mai sentito. Ore 21. Via Ulisse Rocchi 13

PER TORNAR A RIMIRAR LE STELLE - Lezione tenuta dal Prof. Vincenzo MillucciLa storia di Andromeda si conclude con la descrizione del mostro marino beffato, la Balena, e della sua stella mirabile, Mira Ceti. Sede dell’ass. Borgo Bello: Corso Cavour, 165. Dalle 17 alle 19

Dom2

mar4

gio6

Dom9

Mer12

sab15

MAR18

ROBOTOLOGICA - Rigenerazione Spontanea di Piccoli Rifiuti InorganiciPresentazione del laboratorio. A cura di Fabrizio Bellini. Ore 18. BracciaRubate. Via Cartolari, 4Info e prenotazioni: Fabrizio 349 6535478; [email protected]; facebook/robotologica

sab1

IN PARADISUM - Per Ognissanti e la commemorazione dei defunti - 5° edizioneAndrea Ceccomori, Ensemble Assisi Suono Sacro. In collaborazione con il Tavolo dell'ass. del Centro StoricoOre 18. Complesso Templare di San Bevignate. Via E. del Pozzo. Ingresso € 10. Info e Prenotazioni: 075 5716233

GIO13

I CONCERTI DEL VICOLO - Mark DavidFingerpicking, tapping, elementi ritmici e percussivi: un artista di origini anglosassoni virtuoso della chitarra, dotato di grande ironia e una voce particolare. Ore 21. Via Ulisse Rocchi 13

GIO20

I CONCERTI DEL VICOLO - Carpa KoiA metà tra il cantautore ed il rocker, ama avere un contatto diretto con il pubblico e definisce la sua musicaun mix tra Franco Battiato, Rino Gaetano e Devendra Banhart. Ore 21. Via Ulisse Rocchi 13

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15

CASTAGNE PARTYSagrato di S. Ercolano. Dalle ore 18

sab22

MUSICA PER LE DONNE, PAROLE PER TUTTI - Giornata Internazionale contro la Violenza sulla DonnaI concerti saranno preceduti dalla poesie di Antonella Ubaldi. A cura dell'ass. Il coraggio della pauraOre 21. Sala dei Notari. Parcheggi SIpa (escluso Mercato coperto) prezzo forfettario dalle 20: € 2,5

gli eventi di NOVEMBRE

"BAR" CON MUSICA, SPUNTINI E PROGETTITutti i giovedì sera. I martedì pomeriggiochi ha voglia è invitato a dare una mano nell'ortoContatta chi vive a Caicocci:Davide 377 1830331,Cristina 3277922887,Valentina 3208333681

PRENDIAMOCI CURA DI VIA DEI PRIORITutti i soci della ass. Priori, i residenti e gli appassionati sono invitati a contribuire per la manutenzionedella via e di suoi vicoli. Dalle 10. Piazza Santo Stefano

DANZA AFRICANA - Cena africana e concerto con il Gruppo Djelidé "I figli dei Griot"Torre del Bosco didattico di Ponte Felcino. Ore 20.30

HIP-STORE al Circolo del Tempo BonoA cura dell'associazione Astio collettivo. Ore 15

I CONCERTI DEL VICOLO - Zona FrancaCome ogni ultimo giovedì del mese saliranno sul palco artisti di ogni tipo, legati a diverse forme d'arte, per dar vita ad un coinvolgente spettacolo multiforme. Ore 21. Via Ulisse Rocchi 13

dom23

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Mer26

GIO27

ANTONÍN DVOŘÁK - Trio ARS ET LABOR - Trio per pianoforte, violino e violoncello op.90 (Dumky)A cura dell'ass. Ars et Labor (www.arsetlabor.eu - 075 7829376)Ore 18.30. La Fame - vineria e cucina, Perugia. Via della Viola 54/56

IL BURRACO - Torneo e cena di beneficenzaResidenza per Anziani Fontenuovo.Ore 15.30 - Arrivo e registrazione dei partecipanti; ore 16 - Inizio del Torneo

VEN28

sab29

BOTTEGHE IN SCENADalle 18. Bar Kirkas e Falegnameria Caponi. Azione promozionale di co-marketingHappening musicale condotto da Giulia Zeetti e Francesco Fulvi

PERUGIA SOCIAL PHOTO FESTFestival di fotografia sociale e terapeuticaDal 14 al 23 Novembre dalle ore 10 alle 19Palazzo della Penna. Ingresso € 6,5 (intero)075 5716233 [email protected]

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7, 8 e 9 Novembre6° FORUM dell'apiculturadel MediterraneoPalazzo Trinci, Folignowww.mbf - forum.org

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16 - Il capitale

Il vino è un patto tra l’uomo e il territorio, tra la luce e il suolo, tra il palato e lo spirito, tra produt-tore e consumatore, tra vignaiolo e vignaiolo. Una bevanda antichissima che sanciva il confine tra mondo civilizzato e non, elemento rituale, veicolo di identità culturale forse più di tutti gli altri prodotti agricoli. Un legame strettissimo e diretto con il luogo, in questo caso l’Umbria. Ma in un mondo globalizzato e nella logica della grande distribuzione si rischia di perdere questo patrimonio materiale e immateriale di cui il vino è portatore. Non solo: si rischia di spazzare via i piccoli produttori, appassionati e pazienti abitanti delle vigne, a vantaggio di un mercato che appiattisce e standardizza.

Resistere a tutto questo è possibile, come dimostra il progetto di otto vignaioli umbri. «Per garantire la qualità e sopravvivere allo stesso tempo è necessario organizzarsi in modo differente», dice Giovanni Cenci, promotore della nascente associazione Vignaioli Resistenti. Dopo aver condiviso l’esperienza di Umbria Grida Terra al Mercato Coperto di Perugia, otto cantine di piccole dimensioni decidono di portare avanti un lavoro comune: uno scambio concreto di saperi, attrezzature e competenze. Si consigliano a vicenda, vanno a comprare insieme le botti, mettono a disposizione il proprio spazio per la vinificazione altrui: sono amici, prima che collaboratori. Altro elemento di forza è la commer-cializzazione e la promozione comune. Un modello di sviluppo opposto a quello della concorrenza spietata, dove l’altro sta in agguato per fregarti. Agricoltori contro la logica dell’orticello.

Ben distribuiti sul territorio, età e storie diverse, uniti dall’amore per la vigna, dalla passione per il proprio lavoro, per i vini di qualità che rispettano la natura e le persone, i Vignaioli Resi-stenti si fanno portatori di un nuovo modo di vivere e interpretare l’agricoltura: una proposta economica e culturale che rimette al centro il settore primario in una regione che al settore pri-

vignaioli resistentiIl vino come veicolo di identità

Testo di Lavinia Rosi

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CHI SONOmario è particolarmente vocata. I principi car-dine dell’associazione sono il ciclo produttivo chiuso (coltivare, trasformare e vendere diret-tamente), la ricerca di circuiti alternativi alla grande distribuzione e la ferma intenzione di non lasciare che siano intermediari e consu-lenti esterni a stabilire cosa debba essere un buon vino: i prodotti devono rispecchiare l’i-dentità di chi li produce.

Un’identità che fermenta nelle parole degli intervistati, solo alcuni rappresentanti di que-sto più esteso movimento, ognuno con le sue peculiarità.

C’è La Casa dei Cini, dove dal 2003 due fratelli, Clelia e Riccardo Cini, si occupano della canti-na con l’ausilio del padre e degli amici. Quattro tipologie di vino provenienti da uve biologiche, ma anche oliveti, boschi, seminativi per un to-tale di cinquanta ettari. C’è la fattoria Mani di Luna, Rocco Trauzzola e altri due amici hanno preso in gestione l’azienda, otto ettari di vigna, dodici ettari di oliveto, un ettaro di ciliegieto. Caratteristica della cantina è la biodinamica, un metodo basato principalmente sull’utilizzo di due preparati: cornoletame e cornosilice spruz-zati in dosi omeopatiche sul suolo e sulla vigna. Niente diserbanti, diraspatura manuale e pigia-tura con i piedi, travasi che seguono i cicli lunari.

C’è la cantina Cenci, quella di Giovanni, cinque ettari di vigna, le uve del nonno abbandonate dagli anni Novanta, poi la ristrutturazione della cantina con la direzione del fratello Mario, ar-chitetto. Appassionato sin da piccolo, il primo

corso da sommelier a diciotto anni, Giovanni è oggi alla terza vendemmia. Impara i rossi a Bordeaux, i bianchi da autodidatta. Particolare è la vendemmia notturna del Pinot grigio che consente una minore dispersione degli aromi, trasformata in un’occasione di festa con gli amici, armati di torce frontali.

Alchimisti del gusto, affezionati alle loro vigne tanto da viverci in un rapporto simbiotico. Una sorta di ossessivo-compulsivi del filare, sem-pre pronti ad aggiustare il tralcio fuori posto, a diradare i grappoli ché sennò fanno la muffa, a togliere le foglie per fare girare l’aria.

Alla fine, come dice Aimè Guibert, uno dei protagonisti del documentario Mondovino di Jonathan Nossiter: «Ci vuole un poeta per fare un buon vino!».

Cantina Cenci, San Biagio della Valle; La Casa dei Cini, Pietrafitta; Fattoria Mani di Luna, Torgiano; La Spina, Spina (Marsciano); Cantina Donini, Trestina; Cantina Margò, Casenuove; Fontesecca, Città della Pieve; Cantina Riccioni, Tavernelle

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18 - Il capitale

Le stradedella creativitÀAll'Urban Center nasce la Perugia del futuro

Testo di Dalia MaciiFoto di David Montiel

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Impresa e creatività sono due parole che, da qualche tempo, si stanno corteggiando in modo sempre più esplicito: come nella più classica delle storie d’amore, ciascuna parola riconosce nell’altra qualcosa di essenziale per il proprio completamento. Da un lato l’impresa vede nella creatività la capacità di sviluppare nuove soluzioni, di assegnare un ruolo centrale a motivazio-ne e unicità, svincolandosi dalle rigidità dei modelli ereditati; dall’altro la creatività riconosce nell’impresa una formazione e un’organizzazione imprescindibili per far germogliare le proprie potenzialità, ridurre sprechi e perdite di tempo, stare sul mercato in modo dinamico ed efficace. Ma, proprio come nella vita, non è semplice passare dalle parole ai fatti, e i casi di unione felice e duratura tra queste due parole sono relativamente rari e, verrebbe da dire, irripetibili. Una cosa è certa: non c’è una formula capace di risolvere tutti i problemi. Ecco perché la strada migliore è ascoltare il racconto di diverse esperienze, in modo da comprendere i motivi per cui numerose realtà imprenditoriali creative trovano difficoltà a collocarsi e a svilupparsi. Proprio per conosce-re i successi, le difficoltà e i problemi insiti in questi percorsi il Comune di Perugia ha organizzato, all’interno del progetto Jewel, una serie di incontri dedicati all’impresa creativa.

Diversi sono i territori in cui impresa e creatività si danno appuntamento, ma alcuni sembrano più proficui di altri: l’alimentazione è da tempo quello più seguito per la capacità di declinarsi in innumerevoli varianti. Non è dunque un caso l’aver dedicato ben due incontri a quest’ambito. Esemplare è innanzitutto l’idea vincente di Cucina Mancina: trovare una definizione nuova e po-sitiva per descrivere numerose esigenze, e costruire su quest’intuizione un progetto comunicati-vo, editoriale, gastronomico e sociale per raccontare il mondo dei mancini alimentari, ossia tutti coloro che per diversi motivi, scelgono di mangiare in modo differente. L’altra storia di impresa creativa alimentare sarà quella di Ortomanager, che già dal nome racconta la fusione creativa di web, agricoltura e impresa che permette di vivere a distanza il ciclo agricolo, dal momento della semina fino alla sua trasformazione, così che ogni utente possa ricevere a casa la frutta o la verdura scelta all'interno di confezioni personalizzate con il proprio nome.

L’idea di comunità e di socialità è al centro dell’esperienza di Anonima Impresa Sociale Società/PostModernissimo che, partendo dalle criticità del mercato del cinema, sta trasformando un piccolo multiplex nel pieno centro storico di Perugia in una piccola industria culturale dedicata al cinema di qualità, allo spettacolo e alle arti visive in generale, conciliando in modo intelligen-te investimenti provati, piattaforme di crowdfunding e dinamiche di donazioni collettive.

Laboratorio Controprogetto è invece un collettivo milanese che parte dai materiali di scarto per realizzare pezzi unici, arredi su misura, allestimenti e spazi pubblici attraverso percorsi di costru-zione partecipata per immaginare utilizzi, significati e combinazioni inediti dei soliti oggetti. The Hub Trentino è infine un laboratorio d’innovazione sociale e sviluppo d’imprenditoria e impren-ditorialità, un luogo in cui le imprese trovano un reale supporto per il loro business e due spazi di co-working, in pieno centro storico, a Trento e Rovereto. Mettere in rete le diverse professionalità presenti negli spazi è uno degli obiettivi di The Hub Trentino, che crede che l’impatto dell’inno-vazione sociale sia possibile solo attraverso l’azione collettiva di persone che condividono gli stessi obiettivi.

Sono molte le parole chiave che accomunano queste esperienze, ma forse più di tutte vale la pena concentrarsi sulle possibilità offerte dal partecipare a un incontro, come momento princi-pale di scambio, di ascolto, di esperienze capaci di far scattare scintille, imprenditoriali e creati-ve, in ogni partecipante.

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il caso dellaRiscoprire e coltivarela solidarietà di genere in tempi difficili

Testo di Francesca Boccabella e Chiara SerlucaFoto di Francesca BoccabellaBanner di Gioia Gottini

La crisi che ci accompagna ormai da anni. Il lavoro che ci è stato tolto. La voglia di dare una svolta alla nostra vita reinventandoci e provando a fare delle proprie passioni un la-voro, oppure il desiderio di allargare la fami-glia. Capita a molte donne di trascorrere gran parte della vita a dividersi tra lavoro, amore, necessità e desideri, cercando di essere sem-pre al 100%. Arriva sempre il momento in cui ci si ritrova a dover fare i conti con i propri sen-timenti: è in momenti come questi che avvie-ne la magia! Le donne tirano fuori quella stra-ordinaria capacità di rinascita insita nella loro anima radunando tutto quel che è andato in pezzi e se nel loro cammino incontrano altre donne con le stesse emozioni si scatena un'e-norme valanga…di idee!

È andata più o meno così a Gioia Gottini, che nel 2013 ha creato la prima Rete al Femminile italiana a Torino, rivolta alle donne imprendi-trici, lavoratrici in proprio e freelance, con lo scopo di unire le loro più varie competenze, incentivare collaborazioni, sostenersi a vicen-da, promuovere le proprie attività e sviluppa-re nuovi progetti.

La Rete al Femminile promuove il talento di ogni singola professionista nell'insieme del gruppo: le donne, quando innestano le loro capacità in un terreno fertile, di sostegno e di rispetto reciproco, danno il meglio di sé. Nel-la Rete si trova tutto questo ed in più è gratis,

così non si esclude nessuna, nemmeno quelle che stanno iniziando. Il sogno di Gioia - un Pa-ese in cui ogni donna può scegliere, se lo de-sidera, di mettersi in proprio e avere successo - sta diventando realtà: in Italia le donne non sono molto facilitate quando si tratta di carriera e attivi-tà in proprio, le mamme poi sono doppiamente in difficoltà. Fare networking e aiutarsi a vicenda aiuta

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le donne a non perdersi per la difficile strada del successo e ad arrivare in modo più fluido ai tra-guardi prefissati. Oggi, dal Nord al Sud del Paese, la Rete al Femminile conta ventisei realtà create da donne per le donne in modo gratuito, seguen-do le indicazioni e i consigli di Gioia e lasciando poi alla Rete locale di fare il suo corso naturale: espandersi con il passaparola, attirare sempre nuove e diverse competenze, sviluppare e condi-videre idee, allargare i contatti per fare della pro-pria attività un successo imprenditoriale. Sul sito di Gioia, www.gioiagottini.com, potete trovare la pagina dedicata a tutte le Reti nazionali.

La Rete al Femminile di Perugia nasce nel maggio 2014 per iniziativa di Chiara Serluca che, non tro-vando la referente perugina del network, è stata invitata da Gioia a ricoprire questo ruolo. Anche le Reticelle (così si chiamano le aderenti al grup-po) di Perugia hanno finalità simili e perseguono interessi in comune: le professionalità coinvolte sono numerose, troviamo la graphic designer, il medico, le fotografe, le insegnanti (di danza,

yoga, musica,...), le esperte di marketing e comu-nicazione, le organizzatrici di eventi, e, ancora, le artigiane, l'avvocatessa, le giornaliste... e il fatto che non c’è competizione, ma punti di contatto che consentono di unire le forze, rappresenta il punto forte del network.

Attualmente le Reticelle di Perugia e provincia sono una cinquantina, si organizzano per incon-trarsi una volta al mese e confrontarsi di persona su argomenti comuni, aggiornare le collaborazio-ni, scambiarsi consigli e informazioni. L'idea di un evento per “uscire allo scoperto” sta creando fer-mento nella Rete umbra e le donne coinvolte ce la stanno mettendo tutta per realizzarlo.

Se lavori a Perugia o provincia e sei un’imprendi-trice, una libera professionista o una free-lance e ti interesserebbe fare rete con altre donne dalle più diverse professionalità, fai richiesta per entra-re nel gruppo su Facebook oppure scrivi a:[email protected] aspettiamo!

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22 - Il capitale

FRIGOLANDIA,una repubblica maivistaViaggio alla scopertta della tana di «Frigidaire»

Testo di Maila Navarra

Frigolandia, letteralmente la terra di «Frigidaire», è stata fondata da Vincenzo Sparagna, storico diret-tore della celebre rivista, in una ex colonia di balilla fascisti sulle pendici dei Monti Martani presso il bor-go di Giano dell’Umbria. Il complesso di proprietà pubblica è stato preso in concessione (a pagamen-to) sulla base di un bando andato più volte deserto.

Il luogo è suggestivo: un gruppo di edifici immersi in un parco di due ettari ricco di cipressi, pini, querce, tigli, asparagi e lavanda. Gli edifici, abbandonati da anni, sono stati ristrutturati e arredati ad arte con mobili in legno del maestro Luciano Biscarini di Fo-ligno. Tutto è stato fatto grazie al lavoro volontario e al sostegno economico di artisti, operai, fabbri, architetti, amiche e amici italiani e stranieri, senza alcun aiuto pubblico, anzi vincendo l’imprevista ostilità delle istituzioni locali, che nel 2009 hanno tentato uno sfratto illegale, poi bocciato dal giudice che ha condannato il Comune a pagare le spese le-gali della vertenza.

Inaugurata il 25 aprile del 2006, Frigolandia è oggi la promessa Città Immaginaria dell’Arte Maivista, Prima Repubblica Marinara di Montagna, luogo

d’accoglienza per naviganti del pensiero e dell’ar-te, un centro europeo di cultura. Per chi non lo sa-pesse, l’Arte Maivista è il movimento immaginario teorizzato con brillante ironia nel 1985 da Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna sulla rivista «Frìzz-er». Un’arte che apparenta stili diversissimi acco-munati dal comune rifiuto di separare l’arte per il popolo dall’arte per le élite.

Nell’edificio principale di Frigolandia si può ammi-rare il primo e unico Museo dell’Arte Maivista, che raccoglie opere originali dei tanti autori pubblicati da «Frigidaire» e dalle riviste create dal 1977 a oggi dalla fertile fantasia di Sparagna e dei suoi complici/collaboratori («Cannibale», «Il Male», «Frìzzer», «Vo-mito», «Tempi Supplementari», «Il Lunedì della Re-pubblica», «La Piccola Unità», «Il Nuovo Male», ecc.) e oggi considerati classici come Andrea Pazienza, Stefano Tamburini, Filippo Scozzari, Roland Topor, Mario Schifano e tanti altri. Al Museo si affianca un laboratorio dove si tengono corsi di incisione, dise-gno, pittura, fotografia, scrittura ecc. L’azione del-la Repubblica si spinge comunque ben oltre i suoi confini. Mostre sono state organizzate in molte città italiane, e Frigolandia partecipa a fiere come Lucca

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Comics, Umbria Rock a Massa Martana, il festival dell’editoria al Crack di Roma, Fa’ la Cosa Giusta! a Bastia Umbra ecc.

A Frigolandia ha sede pure la redazione che pro-duce le due riviste mensili «Frigidaire» e «Il Nuovo Male», distribuite nelle edicole italiane in tirature che oscillano tra le 30 e le 40 mila copie, due pub-blicazioni che ospitano, oltre ad alcuni dei mag-giori autori italiani, anche le prime prove degli ar-tisti di domani.

Da ricordare che la Repubblica di Frigolandia ce-lebra affollate e divertenti feste annuali. La più im-portante è la Festa della Liberazione dei Frigoriferi Intelligenti che si svolge il 25 aprile. Ma imperdibili sono anche la Festa della Rivoluzione del 14 luglio in memoria della presa della Bastiglia e il Thanksgi-ving Day, che ricorda l’accoglienza dei nativi ameri-cani ai pellegrini del Mayflower.

Per ospitare visitatori, famiglie e cittadini della Re-pubblica, oltre alle stanze dedicate all’attività edito-riale e al Museo, vi sono confortevoli camere, dotate di bagni e cucine indipendenti. Diventare cittadini,

ovvero soci attivi di questa affascinante impresa, è facile: basta acquistare il Passaporto annuo che co-sta 100 euro e dà diritto a sette giorni, anche non consecutivi, di alloggio gratuito. Immagini, testi, le produzioni attuali e quelle storiche, appuntamenti e iniziative, insomma tutte le informazioni per co-noscere Frigolandia sono all’interno del sito www.frigolandia.eu

Frigolandia, Località La Colonia, 06030 Giano dell’Umbria (Pg) tel. 0742 90570 - 334 2657183, mail: [email protected]

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24 - Il capitale

L’associazione EcoBike Touring nasce dall’esigen-za di promuovere un mezzo rispettoso dell’am-biente e al tempo stesso comodo e utile per gui-darci alla scoperta dei luoghi dell’Umbria e delle sue bellezze.

Le biciclette elettriche a pedalata assistita con-sentono a tutti di spostarsi comodamente e nel rispetto della natura. Permettono di vivere un turi-smo sano e originale, a contatto diretto con la na-tura, con le eccellenze del territorio e le tradizioni dei borghi più belli dell’Umbria.

Ecobike Touring offre per i propri soci i seguenti servizi:

• Organizzazione di eventi eco-sostenibili con istituzioni, associazioni e aziende del terri-torio. Sono all’insegna della valorizzazione delle eccellenze di interesse storico/artistico, naturalistico ed enogastronomico; si svolgo-no diverse escursioni, della durata di due ore

circa, caratterizzate da una o più visite gui-date a musei, monumenti e parchi.

• L’associazione organizza tour in Umbria in bicicletta elettrica. La durata può essere di una o più giornate, sono previsti l’accompa-gnamento con guida turistica, la consegna e il ritiro delle biciclette in loco. Tutti i tour sono ideati per venire a contatto diretto con eccellenze e autenticità del territorio, dal punto di vista storico e artistico e da quello enogastronomico.

• Ecobike Touring si impegna a promuovere attività e iniziative turistiche tramite l’uti-lizzo di vele pubblicitarie installate diretta-mente nelle bici elettriche.

• È previsto un servizio di assistenza tecnica ri-volto a tutti i soci, per quanto riguarda ripara-zioni e manutenzione di biciclette elettriche.

TOUR GUIDATI IN BICI ELETTRICAALLA SCOPERTA DELLE ECCELLENZE DELL'UMBRIA

www.ecobiketouring.com

[email protected]

ecobiketouring

info e prenotazioniFrancesco: 377 967 6336Ersilia: 347 822 2798

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L'importanzadi arrivare secondiLa logica per cui conta solo arrivare primi non ci piace. Fa un po’ blockbuster americano, fa un po’ yuppie, e di yuppies in giro ce ne sono già abbastanza. Se Perugia fosse stata no-minata Capitale europea della Cultura 2019 saremmo stati tutti felicissimi. Ma è toccato a Matera. Adesso, bando al disfattismo e alla superficialità.

A nostro avviso il percorso che ha portato Perugia in finale è già di per sé un dato positivo. La città ha costruito una prospettiva complessa, guadagnando riconoscimenti concreti (le can-didate iniziali erano più di venti) e occasioni di confronto con altre realtà di spessore. Poi c’è il futuro: alcuni dei progetti della Fondazione hanno tutto per continuare a camminare con le proprie gambe, pur se con tempi e modi diversi.

Si è detto e scritto che la Fondazione non ha saputo coinvolgere la comunità perugina. A noi interessava soprattutto capire cosa avesse funzionato e cosa no nel suo rapporto con le associazioni del centro storico, da sempre punto di riferimento fondamentale di «Luoghi Comuni». Le abbiamo interpellate, e il quadro complessivo non sembra così fosco. Alla Fon-dazione si riconosce il ruolo decisivo avuto nel dare impulso al Tavolo delle associazioni, così come la voglia e la capacità di ascoltare le proposte dei vari soggetti. Qualcuno, sem-mai, lamenta la tendenza, nel progetto Perugia2019, a puntare troppo su eventi e progetti di grande portata e spesa a scapito delle iniziative dal basso, punto forte dell’associazioni-smo e decisamente low cost. Secondo noi una città moderna come vuole essere Perugia ha bisogno di un elemento e dell’altro, di alimentare quotidianamente il proprio tessuto sociale e di attrarre attenzioni e visibilità eccezionali con manifestazioni eccezionali.

Poteva essere migliore, il progetto di Perugia2019? Probabilmente sì. Rispetto ad altre can-didate il grado di partecipazione è sembrato minore, ma in questi casi le ragioni vanno ricercate in più direzioni. Forse dall’alto c’è stato un difetto di comunicazione, e in qualche misura anche di interpretazione delle esigenze. Di sicuro molti perugini hanno rinunciato a fare il piccolo passo in più che gli avrebbe permesso di conoscere meglio il progetto legato alla Capitale della cultura, e magari di essere coinvolti attivamente.

Detto ciò, molto è stato fatto e molto tornerà buono per il futuro. L’importante è fare tesoro dei propri errori e rimboccarsi le maniche. Sembra una banalità, e lo sarà. Ma è da qui che occorre ripartire.

Giovanni Dozzini

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26 - Il capitale

L'ASTROLUOGHIASCORPIONE23 ottobre- 21 novembreL’istogramma della pazienza si contorce dalla noia, ricordi quella crostata alle ciliegie che preparava sempre tua nonna? Quel vin brulé con un chiodo di garofano di troppo? La tessera della Coop che non trovavi mai arrivati alla cassa? La fila dalla Maria al lago il sabato sera? È tempo di stendere i panni al rovescio sullo stendino delle necessità.

La Grote markt alle 17.40SOTTO gli OCCHIdi IVANA

Seduta in un angolino di marciapiede della Grote Markt di Bruxelles, avevo appena gustato una sod-disfacente merenda a base di waffle al cioccolato quando ho sentito delle grida lontane, come delle stonature cantate a squarciagola. Dopo aver scatta-to la milionesima foto all’ennesima guglia dell’Hôtel de Ville, i miei passi mi hanno condotto spedita ver-so la viuzza da cui sembrava provenire quel fracasso.

Qui, fra due slarghi di passanti quasi impassibili, un gruppo di ragazze con delle bandane sulla testa ap-plaudiva l’ultima performance. Vinta dalla curiosità, cercando di capire il perché di tanto divertimento, mi sono avvicinata: una delle tipe aveva al collo un enorme cartello su cui era disegnato un colora-tissimo juke-box, con almeno mezzo centinaio di canzoni di ogni genere. Mistero risolto. Scoppio in una risata a sbuffo e lei mi indica immediatamente: «Hey! Girl!». Mi fermo e mi ritrovo accerchiata, men-tre la ragazza col cartellone mi dice entusiasta che la settimana prossima si sposerà: «Will you help me?»

Non rifiuterei mai la richiesta di una donna il giorno del suo addio al nubilato. «How?», le rispondo pron-tamente, e lei mi chiede se sono italiana. Confermo un po’ intontita (è bello sapere che la mia english pronunciation sia notevolmente migliorata) e tutto ricomincia in un nuovo registro: tutte le ragazze “ban-danate” esultano appena sentono che provengo da Catania, mentre la futura sposa mi invita a sceglie-

re una delle canzoni sul juke-box di cartone. Il mio sguardo viaggia velocemente fra i titoli di Ella Fitzge-rald, Gianni Morandi e 50 cents. Ormai che ci sono, voglio rendere la cosa veramente molto ridicola, e i miei occhi individuano il top del kitsch: Lady Gaga.

«EEEdge ooof Gloryyy!» scandisco con la mia lin-gua a stivale, mentre mi muovo come un assurdo presentatore televisivo. Lei e le sue amiche comin-ciano a cantare e a saltare, e ciò che noto immedia-tamente è che la voce della ragazza è potentissima. Parecchio bella, a dire il vero. Mi domando se le note che giungevano fino alla piazza si storpiasse-ro rimbalzando fra un’insegna e l’altra delle birrerie, passando tra i merli dei tetti a spiovente o sul vetro bombato dei lampioni. Ho iniziato istintivamente a muovermi e alla fine ho applaudito di gusto, pure se la canzone era di Lady Gaga: di fronte a me c’era una donna italiana felice di sposarsi fra una settimana, e con cui, dopo appena tre minuti di conoscenza, ho scambiato un abbraccio fraterno al profumo di moz-zarella e pan di zucchero.

Chissà se si è già sposata e se sarà felice come quel giorno in cui l’ho incontrata a Bruxelles. Comunque sia, congratulazioni Mrs Rinaldi.

Ivana Finocchiaro

Di Lavinia Rosi

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SAGITTARIO22 novembre - 21 dicembreHai distribuito troppi volanti-ni per promuovere l’apertura di quella nuova pizzeria in centro e ti sei accorto che il messaggio su WhatsApp era già stato visua-lizzato, ma nessuna risposta. Il codice della strada dice chiara-mente che si tratta di uno sba-glio, porta il tuo pesce rosso a fare una passeggiata.

PESCI19 febbraio - 20 marzoSe obliteri il biglietto devi aspetta-re venti minuti prima di poter fare una nuova corsa; se perdi la tesse-ra della biblioteca devi portare una fototessera sorridente; se tira forte il vento in via dei Priori puoi usare un aquilone come coperta. Non proteggerti dalle incertezze, sono meglio delle creme antirughe.

CAPRICORNO22 dicembre - 19 gennaioLe antilopi in cantina non sono ancora pronte, starnazzano felici come i tuoi sandali in agosto. La tramontana soffia forte sulla tua elegante capigliatura, ma la raccol-ta delle olive non è andata come speravi. Se cambierai l’acqua a i fiori in soggiorno riuscirai a trovare un po’di pace.

ACQUARIO20 gennaio - 18 febbraioIl dissesto idrogeologi-co della razionalità di-sperde aromi nella tua cassettiera. Hai deciso di fare un pisolino sui filari dell’indolenza?L’autoscontro ai Barac-coni è aumentato di cinquanta centesimi: è rischioso mettere a saldo la propria onestà solo per fare colpo.

ARIETE 21 marzo - 19 aprileCercavi del tiglio profumato nel mercato del giovedì e del latte di capra in calici discreti. Hai lascia-to la speranza in divieto di sosta? Miscela la tua intelligenza in botti di rovere e lascia fermentare, il tuo coraggio non dovrà più fare la fila da Sandri.

TORO20 aprile - 20 maggio Gru indispettite ar-ricciano il naso verso l’orizzonte, scivolose scale antincendio si srotolano verso l’usci-ta, i sanpietrini scal-pitano sotto ai piedi commossi. La marcia della pace della tua indecisione attraversa i sentieri della concre-tezza: non essere trop-po prudente, è arrivato il momento di cambia-re dentifricio.

GEMELLI21 maggio - 20 giugno L’abilità del tostapane richiede co-stanza, non mangiare tutte le noc-cioline dell’aperitivo o finirai per dimenticare il tuo cognome. Cerca di rimanere concentrato sulla tua ribellione e accetta le imperfezio-ni: la nostalgia degli etruschi non è che un’impalcatura emotiva.

CANCRO21 giugno - 22 luglioRicorda di restituire i libri in presti-to alla biblioteca della contraddi-zione, lo sai che le api sono in via d’estinzione? Sforzati di fare ordi-ne nell’alveare delle tue ambizio-ni, il portiere di Porta Eburnea non consegnerà papillon senza prima chiederti il permesso. LEONE

23 luglio - 22 agostoDovresti comprare meno surgelati la pros-sima volta o la tua gatta filosovietica si ritroverà aggrappata alla torre del Cassero in preda al panico. Ci sono ancora molti finestrini di treni da scrutare e panetterie irriverenti da annusare. Non disperdere la tua passione in dosi ome-opatiche, lascia che la tua curiosità esca di casa senza cappotto.

VERGINE23 agosto - 22 settembreSe non hai ancora firmato quella petizione sul riutilizzo dei corni-cioni in via della Viola non puoi pretendere di diventare un esperto di salsa barbecue. Evita di farti lo shampoo con lo zenzero la prossi-ma volta che vai a una festa e ricor-dati che non esistono vittime, ma solo occasioni da non sprecare.

BILANCIA23 settembre - 22 ottobreTra gli scaffali dei buoni proposi-ti puoi scegliere dell’artigianato a kilometro zero o delle cipolle biodinamiche, l’importante è non rimandare alla prossima Fiera dei Morti. Sulla spiaggia dell’insonnia è finita la melatonina, ma tu non aver paura, c’è sempre un appello per i fuoricorso.

Di Lavinia Rosi

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