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Prot. n. 12508 Macerata, lì 23 febbraio 2009 OGGETTO: Istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di un terminale offshore per la rigassificazione di gas naturale liquefatto da realizzarsi al largo della costa della Regione Marche. Soggetto proponente: GDF SUEZ TRASMISSIONE OSSERV AZIONI. P.c. REGIONEMARCHE Servizio Ambiente e Paesaggio P .F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali Via Tiziano, 44 60125 ANCONA CAPODIPARTIMENTO III Ing. Cesare Spuri SEDE A seguito di presa visione ed esame della documentazione progettuale prevenuta si osserva quanto segue. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENT ALE 1. Premessa Il TerminaI GNL Tritone, pur se esterno alle acque territoriali, ricade all'interno della Zona di Protezione Ecologica (ZPE) istituita dalla Legge n. 61 del 8 febbraio 2006. Detta norma prevede, al comma 2 dell'art.2, che entro le zone di protezione ecologica si applicano, anche nei confronti delle navi battenti bandiera straniera e delle persone di nazionalità straniera, le norme del diritto italiano, del diritto dell'Unione europea e dei trattati internazionali in vigore per l'Italia in materia di prevenzione e repressione di tutti i tipi di inquinamento marino, ivi compresi l'inquinamento da navi e da acque di zavorra, l'inquinamento da immersione di rifiuti, l'inquinamento da attività di esplorazione e di sfruttamento dei fondi marini e l'inquinamento di origine atmosferica, nonché in materia di protezione dei mammiferi, della biodiversità e del patrimonio archeologico e storico. 2. Osservazioni generali Si rileva, in via preliminare, che il progetto è evidentemente caratterizzato da significativi aspetti relativi ai pericoli di rischi derivanti da un potenziale incidente rilevante. Allo scopo è stato avviato apposito procedimento di cui al D.Lgs. 334/1999 e s.m.i. al quale si fa esplicito rimando in relazione ai potenziali effetti sulla salute e sull'ambiente connessi con tali rischi. E' in ogni caso importante rilevare come la normativa sopra richiamata indichi come fondamentale la partecipazione e il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati al processo della pianificazione d'emergenza e il diritto dei cittadini interessati all'informazione sulle misure di sicurezza. Per completezza d'informazione si evidenzia, comunque, che: nel sito in oggetto dovrebbero compiersi operazioni di allibo (ossia di travaso del gas raffreddato a -160 o C da nave gasi era a nave rigassificatrice) in alto mare, vietate in Italia fino al febbraio 2007; ~ Regione Man::he - Giunta Regionale ~ Regislro Unico della Giunta Regionale 01224741 02/03/2009 ~I 1IIIR_MARCHEIGRMIVAA_081~

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  • Prot. n. 12508 Macerata, lì 23 febbraio 2009

    OGGETTO:Istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di un terminale offshore perla rigassificazione di gas naturale liquefatto da realizzarsi al largo della costadella Regione Marche. Soggetto proponente: GDF SUEZ TRASMISSIONEOSSERV AZIONI.

    P.c.

    REGIONEMARCHE

    Servizio Ambiente e PaesaggioP .F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali

    Via Tiziano, 4460125 ANCONA

    CAPODIPARTIMENTOIII

    Ing. Cesare SpuriSEDE

    A seguito di presa visione ed esame della documentazione progettuale prevenuta si osservaquanto segue.

    QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENT ALE1. Premessa

    Il TerminaI GNL Tritone, pur se esterno alle acque territoriali, ricade all'interno della Zona diProtezione Ecologica (ZPE) istituita dalla Legge n. 61 del 8 febbraio 2006. Detta normaprevede, al comma 2 dell'art.2, che entro le zone di protezione ecologica si applicano, anchenei confronti delle navi battenti bandiera straniera e delle persone di nazionalità straniera, lenorme del diritto italiano, del diritto dell'Unione europea e dei trattati internazionali in vigoreper l'Italia in materia di prevenzione e repressione di tutti i tipi di inquinamento marino, ivicompresi l'inquinamento da navi e da acque di zavorra, l'inquinamento da immersione dirifiuti, l'inquinamento da attività di esplorazione e di sfruttamento dei fondi marini el'inquinamento di origine atmosferica, nonché in materia di protezione dei mammiferi, dellabiodiversità e del patrimonio archeologico e storico.

    2. Osservazioni generaliSi rileva, in via preliminare, che il progetto è evidentemente caratterizzato da significativiaspetti relativi ai pericoli di rischi derivanti da un potenziale incidente rilevante. Allo scopo èstato avviato apposito procedimento di cui al D.Lgs. 334/1999 e s.m.i. al quale si fa esplicitorimando in relazione ai potenziali effetti sulla salute e sull'ambiente connessi con tali rischi.E' in ogni caso importante rilevare come la normativa sopra richiamata indichi comefondamentale la partecipazione e il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati alprocesso della pianificazione d'emergenza e il diritto dei cittadini interessati all'informazionesulle misure di sicurezza.

    Per completezza d'informazione si evidenzia, comunque, che:• nel sito in oggetto dovrebbero compiersi operazioni di allibo (ossia di travaso del gas

    raffreddato a -160 o C da nave gasi era a nave rigassificatrice) in alto mare, vietate in Italiafino al febbraio 2007;

    ~ Regione Man::he - Giunta Regionale~ Regislro Unico della Giunta Regionale

    01224741 02/03/2009 ~I1IIIR_MARCHEIGRMIVAA_081~

  • • gli effetti dello sversamento di gas naturale liquefatto su superfici marine sono statidocumentati e studiati dall 'EP A (U.S. Environmental Protection Agency) la quale haconcluso che la collocazione in mare di tali impianti appare come la più rischiosa.

    Pertanto, vista la novità della soluzione tecnologica proposta, di cui non si conoscono in Italiae in Europa impianti in esercizio, e il contesto del mare Adriatico nel quale si viene ad inserireil progetto, si ritiene fondamentale che la Valutazione di Impatto Ambientale sia quanto maipuntuale e rigorosa.

    Si rileva, inoltre, con particolare riferimento all'ubicazione delle opere a terra e, soprattutto,del gasdotto che dovrebbe essere realizzato da SNAM a partire dal punto di consegna, chenon si ritiene sufficiente circoscrivere i potenziali impatti sui territori interessati dalle opere alsolo Comune di Porto Recanati, ma sia necessaria un'attenta valutazione in ordine alcoinvolgimento nel procedimento di altri ulteriori enti (almeno la Provincia di Ancona erelativi comuni limitrofi a Porto Recanati). ---------------------

    ___ • n _

    Rispetto alle possibili condizioni di "sovraffollamento" da traffico navale e alle relativecriticità, si rinviano le opportune valutazioni alla Regione Marche in quanto già in possessodelle informazioni in tal senso, quale partner attivo nel progetto DAMAC (Difesa Ambientaledel Mare Adriatico e Comunicazione INTERREG III A Transfrontaliero Adriatico).In ogni caso sarebbe opportuno che nel progetto non ci si limiti ad evidenziare tale rapporto

    l. solo con il traffico relativo al porto di Ancona ma venissero considerati i cosiddetti "effetti

    \\ cum~l?" sia i? relazione al pr~g~tto AP.I N~:a Energia, da r,eali~za~e a nord, cioè a ~alcomlra\1Manttlma a CIrca 45-50 Km, sJa In ambIto pm generale per l AdnatIco centro settentnonale.Dalla documentazione pervenuta risulta, inoltre, assente uno studio che valutil'implementazione del traffico mercantile in area già fortemente antropizzata e in particolarele possibili interferenze con le principali rotte di collegamento con le aree turistiche dellaCroazia e le eventuali implicazioni transfrontaliere

    Il gasdotto è progettato per una portata massima di 28 pollici relativi all'utilizzo di due navirigassificatrici aventi capacità massima di rigassificazione pari a 8 miliardi di m3/annociascuna: non possono essere esclusi, pertanto, eventuali ed ulteriori ampliamenti delterminale.

    Sono da verificare le ricadute socio-economiche derivanti dalla realizzazione del progetto e leindicazioni circa le opere di compensazione previste.

    La stima finale suIl'impatto, relativo alla realizzazione del progetto, viene qunatificato dalproponente "positivo, di moderata entità" ma lo stesso si limita unicamente a valutazionisull'incremento della disponibilità di gas naturale a livello di vasta scala.

    '/ Le valutazioni che seguono si fondano sul presupposto che il mare Adriatico si presenta comeun mare "chiuso", ristretto, che presenta scarse profondità e modesto ricambio delle acque.Per la sua fragilità ambientale necessita, pertanto, di un'attenzione particolare e di forti azionidi salvaguardia.

    3. Impatto derivante dalle attività di posa e interro della condotta e dell'approdoLe attività di realizzazione dell'approdo e dell'interramento della condotta sottomarina sonostate generalmente considerate di "impatto moderato", tuttavia non vengono forniteinformazioni, analisi e valutazioni di dettaglio:

  • ••

    ••

    ,.via G.B. Velluti 41 I Piediripa Me·tel 0733 288727 fax 0733 288749 .

    www.provif1cia:mé.it

    sulle variazioni significative della concentrazione dei solidi sospesi a seguito dell'attivitàdi scavo subacqueo;sull' estensione e lo spessore dello strato di rideposizione del sedimento dragato;sulla distribuzione di sostanze eutrofizzanti, inquinanti e/o tossiche (nutrienti, sostanzaorganica, metalli ecc ... ) risolubilizzate a seguito della mobilizzazione dei sedimenti;sugli effetti relativi al consumo di ossigeno;sulle alterazioni temporanee e permanenti della dinamica dei sedimenti.

    La posa in opera della condotta, anche se attuata con le migliori tecniche disponibili, da luogoad una notevole risospensione dei sedimenti le cui parti più fini possono essere trasportate anotevole distanza con riflessi sulla torbidità dell'acqua e compromissione di habitatprospicienti (vedi successivo punto 7 sulla costituenda Area Marina Protetta del Conero).Inoltre, anche se le analisi chimiche hanno evidenziato una percentuale di metalli e compostiorganici di sintesi al di sotto dei 'limiti di legge, in ogni caso la risospensione dei suddettisedimenti combinata alla presenza di cloro o cloroderivati può dare luogo alla formazione dicomposti nocivi. Va quindi integrata la documentazione con uno studio di maggiore dettagliodell'area interessata dallo scavo e posa in opera della condotta ed in relazione a ciò vannoapprontate idonee misure di mitigazione.

    Il proponente evidenzia, inoltre, in più punti che "sono comunque in corso approfondimentiprogettuali al fine di utilizzare soluzioni volte a minimizzare gli effetti associati alla posadella condotta" il che fa presupporre incertezza sulle valutazioni autonomamente effettuate.

    4. Impatto derivante dalla protezione catodica della condotta e delle strutturesommerse

    Di tale impatto, definito dal proponente "lieve", non vengono fornite informazioni, analisi evalutazioni di dettaglio sul rilascio dei metalli anche pesanti costituenti gli anodinell'ambiente marino. Sarebbe bene considerare le condizioni fluidodinamiche e un approcciodi tipo conservativo.

    5. Impatti derivanti dalla immissione di scarichi termici e cJoroLe variazioni delle caratteristiche di qualità delle acque marine per scarichi idrici in fase diesercizio sono state generalmente considerate dal proponente di "impatto moderato".

    Come misura di mitigazione è stato previsto nel ciclo di rigassificazione, come integrazionedell'acqua di mare, l'utilizzo del propano come fluido intermedio; tuttavia lo scarico termicofreddo ha un flusso pari a 14.000 m3fh.

    Rispetto al sistema di disinfezione degli scarichi termici (rigassificazione, raffreddamentomotori e utilities) tramite ipoclorito da elettroclorazione, non si può non rilevare come ilsistema dovrebbe essere scelto valutando oltre che l'efficacia, la sicurezza e il costo, anche lacompatibilità ambientale.L'utilizzo di ipoclorito di sodi o (NaOCl), utilizzato in funzione antibiofouling nell 'impiantoda luogo allo scarico di 14.000 m3fh di acqua contenente cloro attivo in quantità inferiori ouguali al limite previsto dalla legge (2 pmm) che corrispondono, considerato il peso specificodell'acqua di mare, a 2,887 Kg di cloro attivo per 14.000 m3fh di acqua utilizzata.Considerando che le operazioni di carico sono riferite mediamente in un anno a 65 navimetaniere da 130.000 m3 e considerata la durata di ciascuna operazione, risulta che ilquantitativo di cloro attivo immesso in mare in un anno è notevole.

  • E' ormai ampiamente noto che il cloro immesso nelle acque reflue ha in sé tossicità diretta.Esso è in grado di reagire con l'ambiente marino e da origine, in relazione alla presenza diammonio o di altre sostanze organiche presenti nello scarico e nel recettore, adalogenoderivati organici come i trialometani, ad acidi aloacetici, ad aloacetonitrili, adalofenoli e clorammine, composti che presentano una indubbia tossicità ed in grado già abasse percentuali di incidere sulla biocenosi interferendo con i normali processi metabolici deipesci e del plancton.

    Tali emissioni e i relativi cloroderivati non solo potrebbero danneggiare l'ecosistema marinoma potrebbero costituire pericoli per la salute essendo bioaccumulabili e potrebbero transitareattraverso le reti alimentari (III Conferenza ministeriale euro-mediterranea il Cairo, 20novembre 2006 dal Piano d'Azione per il Mediterraneo UNEP/MAP), pertanto il pescato(includendo anche la mitilicoltura), in funzione del livello trofico di pertinenza delle singolespecie e in relazione al fenomeno di "magnificazione" cui è sottoposto, potrebbe risultarepotenzialmente dannoso ed inidoneo per l'alimentazione umana.

    Si evidenzia, inoltre, come la Regione Marche abbia voluto fornire specifiche indicazionisull'uso dei derivati del cloro per la disinfezione, indicando all'art.50 delle NTA del Piano diTutela acque di cui all'art.121 del D.Lgs 152/2006 (trasmesso per l'approvazione dalla Giuntaregionale al Consiglio con D.G.R. n. 1875 del 22/12/2008) che i sistemi di disinfezione aclorazione negli impianti di trattamento dovranno essere sostituiti entro il 31/12/2014 consistemi alternativi privi di cloro. . ."

    Per poter esemplificare la situazione si pensi che nella Regione Marche in un giorno gliscarichi di tutti gli abitanti residenti (stimando un consumo procapite di 250 litri di acqua)sarebbe circa pari a 385.000 m3. Gli scarichi clorati della nave rigassificatrice sarebberoall'incirca dello stesso ordine di grandezza (376.000 m3/giorno).

    Pur ritenendo l'analisi di non facile valutazione, si ritiene necessaria la stima dei quantitatividi cloro prodotti e utilizzati per queste attività, considerata l'operatività dell'impianto"- I(prevista in 30 anni). Inoltre dal progetto e dagli studi presentati non viene detto quale sistema \ ~,di contenimento sarà adottato al fine del rispetto delle concentrazioni massime ammissibili. ! 1:Il modello numerico utilizzato per la valutazione dell'impatto delle opere di scarico a mare(MIKE III), sembra essere stato utilizzato in forma disgiunta tra la dispersione termica e ladispersione del cloro, mentre è evidente che le variazioni di densità (l'acqua di scarico freddaha un peso specifico superiore) e l'instaurazione di un flusso verticale/orizzontale sono aspettidel tutto integrati.A tal proposito si osserva che mentre per la dispersione termica si prevede un interessamentoanche degli strati profondi, lo stesso non avviene per il cloro.Non sembra inoltre che nell' applicazione della simulazione sia stato considerato il ruolo dellecorrenti profonde.

    Non sono chiaramente indicati i sistemi e le modalità di scarico delle acque fredde lungo lacolonna d'acqua e se tali sistemi garantiscano una buona miscelazione in quanto potrebbedeterminarsi il rischio del riutilizzo di acqua di mare già impiegata per la rigassificazione.

    Non è chiaro se la scelta impiantistica effettuata è una migliore tecnologia (BA T) giàapplicata o se ve ne sono altre applicabili.

    A fronte dell'indicazione di riferimenti normativi di interesse per il progetto a livellointernazionale (Espoo, Barcellona, Marpol 73/78, ..), nessuna indicazione è stata fornita sulle

    Difettive europee suJ]e politiche per l'azione comunitaria in materia di acque, per l'ambiente

  • marino o concernente l'inquinamento provocato da certe sostanze pericolose, in particolarequello provocato da certe sostanze persistenti, tossiche e bioaccumulabili scaricatenell'ambiente idrico (Direttive 2000/60/CE, 2008/56/CE e 2006/11/CE).Peraltro, le analisi condotte riguardo dette convenzioni (Protocollo dumping e allegato IV)sono limitate agli aspetti relativi allo scarico di rifiuti intesi come rifiuti solidi.

    Relativamente agli scarichi si fa riferimento ai valori limite di emissione in acque superficialiprevisti dal D.Lgs. 152/2006. Per il Cloro libero il valore di riferimento è 0,2 mg/l. In meritoal ~T dell'acqua di rigassificazione (-8), delle acque dei motori (+7) e delle utilities (+4,5) leinfOlmazioni non sono esausti ve in termini di valori limite con particolare riguardo allecondizioni di dispersione in caso di vento forte.Comunque, in via generale, non è chiaro se gli scarichi di un tale impianto, operante in altomare, siano compresi nelle fattispecie autorizzabili previste dall'articolo 105 del medesimoDecreto. In via informativa, si evidenzia che il valore limite di concentrazione del Clororesiduo definito dal D.Lgs 152/2006, per la protezione della vita acquatica nelle acquesuperficiali, benché dolci, (specie ittiche di Ciprinidi e Salmoni di) è pari a 0,004 mg/l.

    Si rilevano inoltre incongruenze tra gli elaborati di progetto e il SIA in merito allecaratteristiche quantitative e sulle modalità di smaltimento dei reflui dei servizi igienici, inquanto, nel primo caso ne viene previsto il trasporto a terra come rifiuto, nel secondo siprevede la predisposizione di impianti di bordo. Rispetto agli scarichi del cantiere a terra, peri quali si prevede l'utilizzo di Irnhoff, si ritiene il sistema non adeguato in rapporto al numerodi addetti stimato (146).

    6. Prodotti chimici utilizzati

    Si richiede di fornire ulteriori approfondimenti ed integrazioni in merito la natura, le modalitàdi utilizzo dei prodotti chimici utilizzati, riportati tra l'altro anche nella tabella 5.12rinvenibile del documento REL TEC-001 ( Relazione tecnica Elaborati di Progetto). Chiarirealtresì la quantità di Urea utilizzata nel catalizzatore SCR, la quantità di solfati utilizzati erilasciati, il quantitativo e le modalità di smaltimento dei trialometani derivantidall' elettroclorazione.

    7. Impatti sulle componenti vegetazione, flora, fauna ed ecosistemiIn relazione a questo aspetto, si evidenzia che è attualmente in corso presso il Ministerodell' Ambiente, l'istruttoria tecnica per l'istituzione dell'area marina protetta del MonteConero.

    Si ricorda che, in generale, la legge 394/91 vieta nelle aree marine protette:la cattura, la raccolta e il danneggiamento delle specie animali e vegetali nonchél'asportazione di minerali e di reperti archeologi ci;l'alterazione dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delleacque;lo svolgimento di attività pubblicitarie;l'introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura;la navigazione a motore;ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi.

    Sono inoltre presenti, come si evince dallo stesso SIA, aree sottoposte a diversi regimi ditutela e la stessa area di Scossicci è stata più volte oggetto di studi, non in ultimo da partedell'Università Poli tecnica delle Marche, per la sua valenza ecologica.

  • La distanza dell'opera, indicata come unica garanzia, potrebbe anche non essere

    oggettivamente sufficiente per la salvaguardia delle suddette aree soprattutto in riferimentoalla dinamicità delle correnti marine, alla sospensione di sedimenti (torbidità) combinata aicomposti c10rati e alla mancata conoscenza dell'estensione della superficie della costituendaarea marina protetta.

    E' in corso, inoltre, la raccolta dei dati per la compilazione del Formulario Standard europeo

    atto all'istituzione di una ZPS nella stessa area di Scossicci la cui valenza dovrebbe quindiconciliarsi con la realizzazione delle opere soprattutto in fase di cantierizzazione.

    8. MonitoraggioSono carenti le informazioni per la progettazione e lo svolgimento delle attività di controllo emonitoraggio degli impatti ambientali significativi sull'ambiente provocati dalla realizzazionee dall'esercizio delle opere. Viene presentato solo un esiguo programma di massima il qualerimanda ad una verifica/accordo con gli Enti preposti al controllo.Dato che l'accertamento della reale entità degli impatti provocati dal progetto proposto equindi la validazione delle ipotesi formulate nello studio devono assicurare:• il controllo degli impatti ambientali significativi;• l'individuazione tempestiva degli impatti negativi imprevisti;• l'adozione di misure correttive;

    si ritiene debba essere previsto un adeguato progetto di monitoraggio ambientale sia per lafase di cantiere che per la fase di esercizio.Lo stesso dovrebbe altresì in.dicare i criteri e le modalità di svolgimento di tali attività, isoggetti e le competenze specialistiche partecipanti a tali rilevamenti, le autorità competentiper i controlli nonché le possibili attività per il coordinamento tra essi. Dovrebbero essereindicate inoltre le modalità per l'accesso e la diffusione dei dati raccolti.

    QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO9. Pianificazione territoriale ed urbanisticaIn relazione alle interferenze con gli aspetti legati alla pianificazione territoriale ed urbanistica(punto 13), si evidenzia che rispetto al vigente PRG comunale, adeguato al PP AR ed al PTC,l'infrastruttura di cui trattasi risulta inquadrata nelle seguenti previsioni di piano:• Zona V2 - Zona di interesse generale - Verde Pubblico per lo svago ed il Gioco di cui

    all'art.30 delle NTA del PRG (per 250 mt. circa);• Zona S-VP - Zona dotazione di standard e zona a vincolo a verde privato di cui all'art.32

    delle NT A del PRG (per 250 mt. circa);• Zona Rurale EA di Salvaguardia Paesistico Ambientale di cui all'art.25 delle NTA del

    PRG (per 400 mt. circa) in cui la norma prevede espressamente che eventuali opere dipubblica utilità a livello infrastrutturale che dovessero necessariamente essere ivilocalizzate, sono soggette a quanto stabilito dalla eventuale disciplina della procedura divalutazione dell'impatto ambientale e soggette alle verifiche e procedure di cui all'art.5delle NNT A del PTC;

    In merito alla conformità urbanistica si rileva che la realizzazione del nuovo collegamentointerrato comporta l'apposizione di uno specifico vincolo di inedificabilità sulle areenecessarie alla realizzazione ed esercizio dell 'infrastruttura, in cui dovranno essere compreseeventuali fasce di rispetto (gasdotto e stazione);In merito alla disposizione imposta dal vigente PRG in zona EA, inerente la verifica diconformità e congruità di cui aIl'art.5 delle NT A del PTC, dovuta alla presenza dei relativiambiti prescritti vi di tutela integrale, si ricorda che la stessa è subordinata allo specifico iter di

    cui al relativo punto 5.6 di competenza del Consiglio Comunale, che potrebbe comportare

  • l'eventuale riperimetrazione degli ambiti predetti per la realizzazione delle sole opere inoggetto; in relazione ai contenuti della citata verifica si evidenziano di seguito, in viagenerale, le risorse più significative e le vocazioni individuate dal PTC da considerare nelcontesto territoriale di cui trattasi;

    L'area di localizzazione delle opere risulta interessata dall' ambito prescrittivo di tutelaintegrale del Varco Marino (art.23 NTA) definito come porzione di territorio prevalentementelibero, in continuità con il litorale, compresa tra aree edificate. La conservazione dello spazioaperto residuo costituito dal varco rispetto alla edificazione continua delle aree costierecostituisce un punto irrinunciabile per la tutela del paesaggio visibile, in cui va evitatal'intrusione di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico percettivo (la normadi cui all' art.23 NT A del PTC vieta qualsiasi edificazione fino all' apposizione di cartellipubblicitari etc ..). Ulteriore obbiettivo di salvaguardia del varco è riferito al sistemaambientale secondo cui infrastrutture eventualmente compatibili non debbono interrompere lecontinuità ecobiologiche presenti o potenziali. Nel sistema della costa il PTC detta direttive edindirizzi (di seguito riportati) che dispongono criteri e obbiettivi specifici di valorizzazionedell'offerta culturale e turistica che gli interventi di trasformazione di cui trattasi debbonorispettare e perseguire; appare opportuno sottolineare in via più generale, con riferimento alprogetto complessivo, che la pressione ambientale esercitata sul sistema marino-costierorisulta strettamente legata agli aspetti di natura socio-economica nel territorio interessato,caratterizzato da una forte vocazione turistica (sistema costa PTC) che rischia di esseresottoposta a impatti negativi.

    In estrema sintesi l'ammissibilit~_J~~nformità e congruità) d~glj ~nterventi dovrà. essereulteD_ormenteverificata-secondo le seguenti disposizioni: - - -• indirizzi specifici, artAl: nel sistema costiero debbono essere preservati gli spazi liberi al

    fine di escludere la saturazione della "città costiera". Gli spazi aperti rimasti entro le zoneedificate e lungo le infrastrutture di collegamento che costituiscono una pausa tra gliinsediamenti costieri, sono di norma utilizzati per la realizzazione dello standard a verde.Gli interventi che interessano queste aree (ed in specie quelle lungo i corsi d'acqua, le foci,i laghetti di cava o retrocostieri) debbono garantire, comunque, la presenza di fasceboscate di protezione e mitigazione ambientale, un elevato grado di permeabilità delsuolo, la messa a dimora di impianti arbustivi ed arborei, caratterizzati dall'impiego dispecie autoctone con elevata capacità di adattamento e di compensazione ambientale.

    • indirizzi progettuali per la costa e i nodi di foce, art.65: le attività di progettazione e diesecuzione debbono perseguire obbiettivi specifici di salvaguardia e potenziamento sottoil profilo ecologico, delle aree libere residue lungo la fascia costiera mediante interventidi manutenzione, di recupero e di potenziamento dei varchi costieri (in particolare,realizzazione di impianti arborei e arbusti vi di minimizzazione e compensazione degliimpatti in prossimità delle aree di maggiore fragilità ecologica quali le aree umide costieree le aree vallive di foce dei fiumi).

    QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALElO. Viabilità

    In relazione agli aspetti legati alla viabilità, si richiede di chiarire quanto segue:• natura e funzione di ciascuna delle aree, individuate nella figura 7.4 in allegato al "Quadro

    di riferimento progettuale", attraverso una rappresentazione in scala adeguataevidenziando, nel contempo, manufatti in esse ospitati e loro destinazioni d'uso;

    • illustrare, con maggior dettaglio, il posizionamento di tale area rispetto alla SP 100 (non laSP l) oltre a])a definizione dell'intersezione con la provinciale suddetta;

  • descrivere le tipologie di tutti i mezzi che dovranno operare ol1shore, il loro massimoingombro, le modalità ed il percorso per il trasporto fino all'area di cantiere;fomire uno scenario delle varie fasi lavorative, dall'impianto di cantiere alla dismissionedelle aree fino alla fase di "mantenimento" dell 'impianto.

    Si evidenzia, infine, che debbono essere acquisite le autorizzazioni necessarie per trasportieccezionali su strade provinciali ed attraversamenti delle sedi stradali, opere su fascia dirispetto stradale (aree di cantiere, deposito inerti e terre di scavo);

    Il. Aspetti idrauliciSotto il profilo idraulico, limitatamente al tratto del metanodotto ol1shore compreso tra lospiaggiamento e la stazione REMI ricadente nel territorio di Porto Recanati, preso atto che:

    • l'unico corpo idrico attraversato dal tracciato del metanodotto risulta essere il Fossodella Marina (come si evince dal punto 6.3.5 dello "Studio di Impatto Ambientale -Quadro di riferimento ambientale");

    • le interazioni del metanodotto con i flussi idrici sotterranei sono ricollegabili allepotenziali interazioni con la falda, nei casi in cui questa raggiunga livelli prossimi alpiano campagna, per i quali però non si stimano rilevanti modifiche nel deflusso difalda (punto 6.3.5 (pag. 119) dello "Studio di Impatto Ambientale - Quadro diriferimento ambientale");

    • l'Autorità di Bacino Regionale delle Marche, con nota del 09/07/2008, ha espressoparere favorevole al progetto, non individuando interferenze tra le opere in progetto ele zone perimetrale dal PAI come aree a rischio e pericolosità idraulica e idrogeologica(parere richiamato al punto 6.3.5 (pag. 119) dello "Studio di Impatto Ambientale -Quadro di riferimento ambientale");

    si evidenzia la necessità di acquisire il nulla-osta idraulico da parte dell'Autorità a cui spettala competenza sul Fosso della Marina e che le opere strutturali relative sia alla stazione REMIche al metanodotto dovranno rispettare le vigenti normative antisismiche.

    12. Aspetti variNon sono riportate specifiche in merito alla funzionalità dell'opera con la linea di adduzionedel gas esistente su terra ferma (SNAM) modalità di punto di allaccio, gestione impiantistica;

    Nella documentazione non è presente alcun riferimento alle modalità di gestione dei terreninaturali provenienti da attività di escavazione secondo le specifiche stabilite nella lettera c bis)del comma 1 dell'art.185 e/o dell'art.186 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i .. Si ricorda che inassenza di specifico piano di gestione delle terre da escavazione secondo la citata disciplinanormativa, i suddetti terreni dovranno essere gestiti come rifiuti, in conformità, pertanto, aquanto stabilito nella Parte IV del cita Decreto legislativo;

    Per tutto quanto sopra esposto ed evidenziato, si ritiene che la documentazione progettualedebba essere opportunamente approfondita relativamente a tutti gli aspetti descritti.

    Distinti saluti.

    11Responsabile dDot1. Robert

    Il Dirigente del Settore XII

    GraZ~~:i .