m a r e adriatico - maestro matteo · abruzzo metau r o chienti m a r e ... dopo la caduta...
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Macerata
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Pesaro
Urbino
AscoliPiceno
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Monte Vettore
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Urbania
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GabicceMare
Arcevia
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Porto Recanati
Numana
Amandola
Sarnano
Camerino
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Sassoferrato
Offida
Montalto delleMarche
Fossombrone
OstraPergola
Cupramontana
Fano
Chiaravalle
Recanati
Castelfidardo
Loreto
Porto San Giorgio
Grottammare
San SeverinoMarche
Corridonia
CingoliFilottrano
Matelica
Potenza Picena
Sant’Elpidio a MareMontegranaro
Mondolfo
Tolentino
Senigallia
Jesi Osimo
Civitanova Marche
San Benedettodel Tronto
Fabriano
FalconaraMarittima
Porto Sant’Elpidio
Parco Nazionaledel Gran Sasso
e Monti della Laga
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0 10 20 30 km
1 cm = 12,5 km
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PopolazionePopolazione
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StoriaStoria
TerritorioTerritorioalle pagine 6 - 9
alle pagine 4 - 5
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alle pagine 10 - 15
Scopri laCultura localeCultura localeCultura localealle pagine 16 - 27
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Il nome MARCHEderiva da marka,
antico termine tedesco che significava
«SEGNO DI CONFINE». Nel IX secolo d.C. indicava un territorio di confine
particolarmente importante,generalmente governato
da un marchese.
Urbino
Macerata
Ancona
Pesaro
Fermo
Ascoli Piceno
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La regione in numeri
SUPERFICIE
9 694 km2
POPOLAZIONE
1 536 098 abitanti
PROVINCE
Ancona (AN): 466 789 abitanti
Ascoli Piceno (AP): 209 701 abitanti
Fermo (FM): 173 020 abitanti
Macerata (MC): 316 214 abitanti
Pesaro e Urbino (PU): 370 374 abitanti
FIUMI PRINCIPALITronto: 115 kmMetauro: 110 kmPotenza: 95 kmChienti: 91 kmFoglia: 90 kmEsino: 90 kmMONTI PRINCIPALIMonte Vettore: 2 476 mMonte Catria: 1 701 mMonte Nerone: 1 525 m
Osserva la posizione delle Marche rispetto alle altre regioni d’Italia.
LE ATTRAZIONI DELLA TUA REGIONE.Cercale nelle prossime pagine vicino a questo simbolo!
PreistoriaNella regione sono stati ritrovati resti di insediamenti umani cherisalgono al periodo del Paleolitico. Nel I millennio a.C. la partemeridionale delle Marche fu abitata dalla civiltà dei Piceni, unpopolo guerriero che ha lasciato importanti testimonianze. Nelresto della regione s’insediarono altre popolazioni: all’interno gliUmbri e lungo la costa i Greci e i Galli Senoni.
Età anticaNel III secolo a.C. le Marche furono sottomesse dai Romani.Furono costruiti numerosi anfiteatri, archi di trionfo in onoredei diversi imperatori, ma soprattutto il grande porto diAncona e la via Salaria. Ancona divenne così una basemolto importante per le spedizioni militari verso il Danubio eper i commerci con le regioni del Nord. La via Salaria fucostruita per portare il sale dell’Adriatico fino a Roma. Per qual-che chilometro nelle Marche passa anche un’altra stradaromana, la via Flaminia, che collega Roma a Rimini.
MedioevoDopo la caduta dell’Impero romano la regione subì numeroseinvasioni da parte dei popoli barbari, che portarono la regionealla povertà. Il suo territorio fu poi a lungo conteso fraBizantini, che provenivano dall’Oriente, e Longobardi.Nell’VIII secolo iniziò il dominio della Chiesa e si diffuse ilmonachesimo. I monaci bonificarono le paludi e aiutarono lapopolazione in difficoltà. Dopo l’anno 1000 molte città comeAscoli Piceno, Fermo e Pesaro decisero di governarsi autono-mamente e si organizzarono in liberi Comuni. Anconadivenne una potente Repubblica Marinara. Fra il XIII e il XV secolo, in molti Comuni si affermò il dominiodi alcune famiglie e le città si trasformarono in Signorie.
La storiaLa storiaLa storia
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Con compagni e insegnante aggiorna la linea del tempo
scrivendo quali sono gli episodi più significativi accaduti
nelle Marche negli ultimi anni.
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Oggi
Età modernaNel XVII secolo le Signorie tra le quali era diviso il territorio dellaregione finirono per essere assorbite dallo Stato Pontificio.Alla fine del XVIII secolo le Marche furono parzialmente occu-pate dalle truppe di Bonaparte: fu per la regione un periodo fio-rente, anche dal punto di vista economico.
Età contemporaneaNel 1860, dopo la battaglia di Castelfidardo tra l’esercitopiemontese e le truppe pontificie, le Marche entrarono afar parte del Regno di Savoia e poi del Regno d’Italia.Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento moltimarchigiani furono costretti a emigrare. Nel 1914 il malcontento sociale sfociò addirittura in unarivolta popolare. Soltanto al termine della Seconda guer-ra mondiale (1945) la regione ricominciò lentamente lasua ripresa economica.
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montagna
La catena appenninica è disposta da nord a sud, parallela almare, ma da essa si staccano alcune brevi catene perpen-dicolari alla costa. Le cime sono modeste e per lo più al di sotto dei 2000 m,la più elevata è il Monte Vettore che si trova a sud, nelgruppo dei Monti Sibillini.
I monti
L’ampia fascia collinareè stata sfruttata dall’uo-mo per le coltivazioni.La sottile fascia pianeg-giante è stata formata dai detriti trascinati dalleacque dei fiumi verso la foce.
Le colline e le pianure
• Il Lago di Pilato nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Il paesaggio è caratterizzato a est dalle coste, al centro dalle colline e a ovest dalle mon-tagne. I monti fanno parte dell’AppenninoUmbro-Mar chi giano, che digrada in una fasciacollinare verso la costa adriatica. Le limitate aree pianeggianti sono presenti solonella zona costiera.
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Il paesaggioIl paesaggioIl paesaggio
Zona collinare in provincia di Macerata6
Il territorio della regione presenta paesaggi molto diversi.
Una serie di fiumi scende dall’Appennino verso l’Adriatico, tra imaggiori: il Metauro, l’Esino, il Potenza e il Tronto (chesegna per un tratto il confine con l’Abruzzo). Quasi tutti sono acarattere torrentizio, cioè hanno una quantità d’acqua che variasecondo la stagione. I circa 170 chilometri di litorale sono formati da coste bassee spiagge prevalentemente sabbiose, interrotte solo dallafoce dei fiumi, sulle quali si affacciano verdi colline che crea-no un paesaggio molto suggestivo. Fa eccezione il promon-torio roccioso del Monte Conero.
Il clima è mite sulla costa, anche se fino al promontorio del Conero giungono cor-renti d’aria fredda da nord-est. Sugli Appennini è di tipo continentale, con invernirigidi e nevosi ed estati fresche.
Il climaIl climaIl clima
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Molte antiche leggende avvolgono di un particolare fascino la catena dei Monti Sibillinisull’Appen ni no Marchigiano, al confine fra Marche e Umbria. Sono racconti di pura inven-zione, ma bisogna riconoscere che que-sti monti hanno qualcosa di magico. Il paesaggio spazia tra gole scavate daifiumi, rupi scoscese, pascoli e boschi difaggi, lecci e castagni su cui domina il Monte Vettore.
Monti magiciMonti magiciMonti magici
I fiumi e le coste
Promontorio del Conero
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• Visita il Parco nazionale dei Monti Sibillini sul sito:
www.sibillini.net
Tra i 400 e i 1000 metri s’incontrano boschi di latifoglie, conuna prevalenza di castagni nei versanti più freschi e umidie di lecci, cerri e querce in quelli asciutti e assolati.Superati i 1000 metri predominano le foreste di faggi. Nei boschi vivono tordi, merli, picchi, fringuelli, codirossi, cince e luì. Tra i rapaci diurni vi sono poiane,astori, gheppi, falchi pecchiaioli, sparvieri e alcuneaquile reali; tra i rapaci notturni ricordiamo il gufo comune e il gufo reale, la civetta e l’allocco.
Sopra i 1500-1600 metri i boschi sfu-mano nei pascoli montani che, in
estate, si colorano dei fiori di specie talvolta molto rare, come lafritillaria dell’Orsini, l’astragalo, il genepì appenninicoe alcune varietà di narcisi e di genziane. Sui Monti Sibillini èpresente anche la stella alpina. Lungo i corsi d’acqua pre-
valgono pioppo, salice bianco, olmoe acero campestre. Tra i mammiferisono diffusi volpi, donnole, scoiattoli,ghiri, moscardini, lepri, conigli selvaticie tassi. Più rari sono gli esemplari di lupiappenninici, gatti selvatici e ricci, provenienti dalla vicinaToscana. Tra gli ungulati si contano numerosi cinghiali, mentrediscreta è la presenza di caprioli e di daini, reintrodotti dall’uomo.
La floraLa floraLa florae la faunae la faunae la faunaLe Marche presentano paesaggi modificati dall’uomo e ambienti in cui la natura è rimastaincontaminata. Il territorio ospita ancora numerose specie di animali.
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• Aquila reale
• Narcisi
• Riccio
La vipera, il biacco e la coronella austriaca sono alcuni trai principali rettili presenti. Tra gli anfibi è interessante la presen-za della rana temporaria, del geotritone, della salamandradagli occhiali e del tritone crestato. Tra gli uccelli sonomolto diffusi il picchio rosso maggiore e il picchio verde.
Lungo la costa solo il promontorio del Conero offre una vege-tazione spontanea, rappresentata per lo più dalla macchia medi-terranea (leccio, corbezzolo, ginestra, lentisco, viburnoe carpino nero). Qua e là vi sono stati dei rimboschimenti conpino d’Aleppo, pino nero e pino marittimo.Le zone umide ospitano diverse specie diuccelli acquatici, gabbiani comunie reali, cavalieri d’Italia, aironi,
folaghe, germani reali e molte altre specie di anatre. Sulpromontorio del Conero vivono inoltre il passero solitario eil rondone pallido, fra i rapaci si trovano il falco pellegrinoe il nibbio bruno. Da segnalare è la presenza del gambero di fiume, ormaiabbastanza raro, e di un piccolo crostaceo che vive nel Lago diPilato, sui Monti Sibillini, il chirocefalo del Marchesoni. Neitorrenti, invece, è comune la trota fario.
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Il Parco naturale regionale della Goladel la Rossa e di Frasassi (in provincia diAncona) rappresenta la più grande area pro-tetta delle Marche. Al suo interno ospita leGrotte di Frasassi, dove sono stati scopertialcuni laghi sotterranei. Sulle sponde di questi laghi sono stati rinve-nuti reperti fossili di animali simili alle anguil-le. Sono esemplari lunghi fino a 50 centime-tri, perfettamente conservati. Alcuni studiosiipotizzano che in questo lago le anguille venis-sero a riprodursi o a morire.
Anguille fossiliAnguille fossiliAnguille fossili
• Il monte Conero rappresenta il cuore del Parco regionale del Conero, costituitoda mare, macchia mediterranea e campagna. Numerosi sentieri permettono di compiere piacevoli escursioni. Visita il sito e scopri gli itinerari!
www.parks.it/parco.conero/index.html
• Ginestra
• Picchio rosso maggiore
Ascoli Piceno
Macerata
Pesaro
AnconaUrbino
Fermo
Le cittàLe cittàLe città
Ancona sorge sui colli checircondano il porto sullacosta adriatica, ai piedi delMonte Conero.Di origine greca, è stataimportante anche in epocaromana e nel Medioevo, gra-zie alla sua posizione sul mare. L’arco di Traiano è romano. Al Medioevo risalgono la chiesa di san Ciriaco (foto a destra)e la chiesa di santa Maria della Piazza.La città ospita una delle cinque università presenti nella regioneed è sede di cantieri navali, industrie metalmeccaniche e farmaceutiche.
Il capoluogo
Nelle Marche vivono più di 1 530 000 persone, per una densità di 158 abitanti per km2. La costa è la zona più abitata e i centri urbani hanno dimensioni piuttosto limitate.
La popolazione è distribuita in modo abbastanza uniforme in tutta la regione.
meno di 25
da 26 a 100
da 101 a 200
da 201 a 500
da 501 a 1000
più di 1000
Abitanti per km2
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Ancona fu fondata sul colle Guasco nel 390a.C. circa, dai Greci che fuggivano da Siracusaa causa del tiranno Dionisio. Fu chiamataAnkon, cioè «gomito», per la forma dell’inse-natura dove sorge.
Il nome della cittàIl nome della cittàIl nome della città
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Porto di Ancona
Veduta di Ancona
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In provincia di AnconaLa città di Loreto è conosciuta, a livello internazionale, per ilsantuario mariano dov’è conservata la Santa Casa dellaVergine Maria. Secondo un’antica tradizione, dopo la cacciatadei cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, tre paretidi pietra della casa della Madonna sono state trasportateprima a Tersatto (nell’odierna Croazia) nel 1291 e poi a Loretoil 10 dicembre 1294.
L’arco di Traiano (foto a destra) è il più importante monu-mento romano della regione. Fu eretto in omaggio all’im-peratore Traiano, che fece costruire il porto della città a pro-prie spese. Era dominato dalla statua dell’imperatore acavallo, con la statua della moglie a sinistra e della sorellaa destra. Sulle pareti le iscrizioni sono ancora leggibili.
La Mole Vanvitelliana è uno dei maggiori monumentistorici della città di Ancona. Deve il suo nome a LuigiVanvitelli, che la progettò nel 1733. Sorge nelle vicinanzedel porto perché doveva ospitare, durante la quarantena,merci e persone provenienti da luoghi infetti. In questomodo si proteggeva la città da eventuali epidemie. Nelcorso degli ultimi due secoli è stata utilizzata come sedeper un ospedale militare, una caserma e una manifattura ditabacchi. Attualmente è utilizzata per mostre ed esposizio-ni e ha ospitato numerose edizioni del Premio Marche-Biennale di Arte Contemporanea.
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A spasso per Ancona
La Fontana del Calamo si chiamaanche Fontana delle 13 cannelle.L’acqua sgorga da dodici mascheronidi bronzo più uno in pietra.
FermoDiventato capoluogo di provincia nel 2004 ha originiantichissime: esisteva già in epoca preistorica.Conserva importanti resti romani e medievali. San Benedetto del Tronto, posto all’estremità meri-dionale della sua provincia, è un importante portopeschereccio e un’attiva stazione balneare.
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Sorge sul Tronto. È una città antica che conserva muradell’epoca romana e monumenti medievali; per questo èmeta di un attivo turismo culturale. La provincia ha
uno sviluppo industrialesuperiore a quello di alcuneprovince di altre regioni piùindustrializzate come Lom -bardia o Pie mon te. L’at ti vi tàedilizia e l’industria estra t tivahanno dato particolare impul-so all’economia: dalle cavedella zona si ottiene il traver-tino, usato nelle costruzioni.
MacerataFondata in epoca medievale sorge su un colle che dominala vallata del Potenza. Divenne libero Comune nel 1138.È un centro agricolo (cereali, frutta, ortaggi e barbabieto-le da zucchero) e industriale (alimentari, tessili, mobili estrumenti musicali).
Ascoli Piceno
• Piazza del Popolo ha avuto molta importanza nella storia della città. È dominata dal Palazzo dei Capitani e dalla chiesa di San Francesco.
Palazzo dei Capitani
• Le Cisterne Romane di Fermo sono situate sotto gli edificiche occupano il lato est di Piazza del Popolo. Furonocostruite dai Romani nel I secolo d.C. per raccoglierel’acqua piovana con cui rifornire la città.
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Le cittàLe cittàLe città
• Lungo il corso del Chienti si trova la splendida abbazia di SantaMaria a Piè di Chienti, con la sua particolare struttura su due livelli.
La Repubblica di San Marino è unostato autonomo e sovrano. Si estende persoli 61,19 km2 tra l’Emilia-Romagna e leMarche, in una zona collinare dominata dalMonte Titano. La capitale, San Marino,sorge sulla sommità del monte. Lo statocomprende anche i borghi circostanti:Serravalle, Borgo Maggiore e Domagnanosono i principali. La popolazione supera dipoco i 30 000 abitanti. Se con do la tradizione, San Marino fu fonda-ta da un gruppo di cristiani dalmati rifugiati-si sulla vetta del monte nel IV secolo d.C. per sfuggire alle per secuzioni di Dio cle zia -no. In seguito si costituì sul monte unacomunità religiosa, che nel X secolo fecefortificare l’abitato.
PesaroSorge sul mar Adriatico, alla foce del Foglia. Pesaro ha avutoil suo maggiore sviluppo nel Rinascimento sotto le signoriedegli Sforza e dei Della Rovere. Comprende un centro anti-co e una parte moderna. È un mercato agricolo (cereali,ortaggi, barbabietole da zucchero, uva e frutta) ed è sede diindustrie meccaniche e tessili. Diffuso anche l’artigianatodella ceramica. È la città natale del compositoreGioacchino Rossini, autore di opere liriche molto conosciu-te come per esempio Il Barbiere di Siviglia.
UrbinoÈ un centro culturale e una famosa città d’arte. La città è arroc-cata in cima a un colle, in posizione panoramica. Il centro storicopedonale racchiuso fra le antiche mura del Cinquecento è statodichiarato Patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Sulla cittàdomina lo splendido Palazzo ducale dei duchi di Montefeltrodel XV secolo, con le sue due sottili torri che sono diventate il simbolo di Urbino. Nel cortile spiccano archi e colonne di mattoni rossi e travertino chiaro. Attraverso una monumentalescalinata si raggiungono i piani superiori, in cui ha sede laGalleria Nazionale delle Marche (per saperne di più vai allepagine 26-27), una delle più importanti d’Italia.
Palazzo ducale di Urbino
Monumento a Rossini
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Una Repubblica nella RepubblicaUna Repubblica nella RepubblicaUna Repubblica nella Repubblica
2,6%primario2,6%primario
58,1%terziario
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Sulle colline si coltivano grano, barbabietole da zucchero e girasoli. Uno deiprodotti tipici è l’oliva ascolana. Sono diffuse anche le viti, da cui si ricavano vinirinomati come il Verdicchio e il Rosso Conero. Nelle pianure costiere si pro-
ducono cavolfiori, albicocche, pesche, amarene, fichi emele cotogne. Sui monti si rac-colgono gustose castagne. Il sottobosco è ricco difunghi, tartufi e frutti
spontanei.
Le Marche si trovano in una posizione intermedia trale ricche regioni del nord e quelle arretrate del sud.
Il tasso di disoccupazione (4,6%) è molto al disotto della media nazionale. La forte crescitaeconomica della regione registratanegli ultimi tre decenni è do vuta allepiccole imprese attive nei settori dellecalzature, dei mobili e degli elettrodo-mestici. La presenza di tante cittadinedi dimensioni ridotte ha evitato problemi disovraffollamento anche se vi è uno sbilanciamen-to demografico verso la costa.
L’allevamento di suini e bovini non è molto rilevante, anche se formaggi e salumisono molto diffusi nella regione. La pesca è praticata ovunque; il mare, infatti, è riccodi pesci, molluschi e crostacei. San Benedetto del Tronto è il centro principa-le d’Italia per la pesca d’altura (cioè praticata in alto mare) di pesce azzurro (sar-dine, alici, sgombri...).
Allevamento e pescaAllevamento e pescaAllevamento e pesca
AgricolturaAgricoltura
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economicheeconomicheeconomicheLe attivitàLe attivitàLe attività
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L’industria si è sviluppata soprattutto a partire dagli anniSettanta. Sono numerose le piccole e medie imprese cheproducono mobili, abbigliamento, elettrodomestici.Importanti anche le fabbriche di calzature, per le quali leMarche sono al primo posto in Italia. Lungo la costa, nella
zona di Ancona, sono concentra-ti i maggiori complessi industria-li: raffinerie, cantieri navalie industrie meccaniche. SanBene det to del Tronto è famosaper la conservazione del pesce. A Fa bria no ha originiantiche l’industria che produce la carta. A Castelfidardo si è sviluppata l’arte della costruzione distrumenti musicali, in particolare fisarmoniche. Sono dif-fuse molte produzioni artigianali di ceramiche, cappelli,ferro battuto e oro.
Risorse turistiche
Industria e artigianatoIndustria e artigianatoIndustria e artigianato
A Allevamento e pescaA
Nel terziario un posto di primo piano è occupato dal turismoestivo distribuito lungo la fascia costiera. Rinomate localitàmarittime sono Senigallia, Gabicce Mare (al confine conl’Emilia-Romagna), Numana, San Benedetto del Tronto. Tra lecittà d’arte e di cultura Urbino attira numerosi turisti estudenti universitari. Pesaro e Fano offrono importanti appun-tamenti internazionali di musica lirica, mentre il santuario diLoreto è meta di pellegrinaggi.
Risorse turisticheRisorse turisticheRisorse turistiche
I collegamenti con l’interno e con la costa tirrenica sonoresi difficili anche dal territorio collinare e montagnoso.Le vie di comunicazione sono ancora insufficienti,soprattutto durante i mesi estivi.Numerosi sono i porti, tra cui quello di Ancona, prin-cipale centro di collegamento marittimo con la penisolabalcanica e la Grecia. Esiste un unico aeroporto, il Raffaello Sanzio, aFalconara Marittima, a 13 chilometri da Ancona.
Vie di comunicazioneVie di comunicazioneVie di comunicazione
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A Fano (Pesaro e Urbino) si svolge uno dei carnevalipiù antichi d’Italia, celebrato fin dal 1347. Dai carriallegorici si lanciano sulla folla quintali di caramelle,dolci e cioccolatini mentre le bande musicali suonanocon gli oggetti più assurdi.
Il carnevale di FanoIl carnevale di FanoIl carnevale di Fano
Ogni popolo nel corso dei secoli ha sviluppato abitudini e costumi caratteristici che hannoinfluenzato il suo modo di parlare, la sua cucina, i suoi canti e le sue feste. Il folklore èl’insieme delle tradizioni popolari (proverbi, canzoni, musiche, ninnenanne, abitudini ali-mentari...) e delle loro manifestazioni. Lo studio del folklore passa attraverso libri, dischi,spettacoli, sagre paesane e musei etnografici, ma anche attraverso ricerche «sul campo».Così gli studiosi del folklore raggiungono i paesi più isolati per raccogliere testimonianze,per farsi raccontare dagli anziani storie e leggende locali o per partecipare alle feste pae-sane che si svolgono ancora con gli stessi rituali di molti secoli fa.
Il folkloreIl folkloreIl folkloreIl folkloreNel bagaglio folkloristico delle Marche si trovanofeste antiche e divertenti manifestazioni.
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Il Palio della ranaIl Palio della ranaIl Palio della rana
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Fermignano (Pesaro e Urbino) in origine era un borgo, sotto il potere del duca diUrbino, che ottenne l’indipendenza nel 1607. Ancora oggi la prima domenica dopoPasqua si festeggia l’avvenimento con il Palio della rana. Divertente gara in cuile contrade della città si sfidano spingendo una carriola in cui si trova una rana sal-tellante. Prima e dopo la corsa un veterinario visita le rane per accertarsi che nonabbiano imperfezioni fisiche che impediscano loro di… saltellare via!
Carnevale di Fano
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Aquiloni e calamarettiAquiloni e calamarettiAquiloni e calamaretti
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A Porto San Giorgio (Fermo) in luglio si svolgono duedivertenti manifestazioni: il Festival internazionaledegli aquiloni, che colora il cielo di variopinte e originalicreazioni, e la Festa del mare, in cui si friggono, in unagigantesca padella, più di 1000 chili di calamaretti.
La Contesa del secchioLa Contesa del secchioLa Contesa del secchio
A Sant’Elpidio a Mare (Fermo) la seconda domenicadi agosto si svolge ancor oggi la Contesa del secchio.Si tratta di una gara nata nel Quattrocento per metterefine ai continui litigi delle donne in coda al pozzo comu-nale: le donne avrebbero attinto l’acqua in base al risul-tato della loro contrada nella gara. Nella contesa ognisquadra cerca di gettare nel pozzo una palla, ostacola-ta dagli avversari. Ne viene fuori un gioco assai movi-mentato tra la pallacanestro e il rubgy. La manifestazio-ne è arricchita da un imponente corteo storico.Il giuramento intorno al pozzo
prima che inizi la contesa.
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eIl folkloreIl folkloreIl folkloreIl folklore
C’ era una volta una vedova conuna figlia che sposò un vedovocon una figlia. La donna ama va la
propria figlia e detestava la figliastra.Mandava la sua a prender l’acqua con labrocca e l’altra col cestello. Ma l’acqua cola-va fuori dal cestello e la matrigna picchiavala povera ragazza tutti i giorni.Un giorno il cestello cadde nel torrente. Laragazza si mise a correre lungo la riva chie-dendo a tutti se avessero visto il suocestello, finché fu fermata da una vecchiache si spulciava e che le disse di averloripescato. In cambio, però, le chiese diguardare cos’avesse sulle spalle che leprovocava prurito. La ragazza si mise adammazzare bestioline a più non posso ma,per non umiliare la donna, le disse cheerano perle e diamanti.– E perle e diamanti avrai! – rispose allorala vecchia. Dopo che fu ben spulciata laportò alla sua casa, che era un gran muc-chio di spazzatura.
– Fammi un piacere, rifammi il letto! Cosatrovi nel mio letto?Era un letto che camminava da solo, tantebestie c’erano, ma per non essere scorte-se la ragazza disse: – Rose e gelsomini.– E rose e gelsomini avrai. Fammi un altropiacere: spazzami la casa! Che trovi daspazzare?– Rubini.
UNA FIABA MARCHIGIANA
A metà del Novecento, un grande scrittore italiano,
Italo Calvino, raccolse in un volume le fiabe popolari delle varie regioni d’Italia.
La fiaba che riportiamo proviene
dalle Marche.
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– E rubini avrai.Poi aprì un armadio con ogni tipo di vestitie le chiese: – Vuoi un vestito di seta oppu-re di cotone?– Io sono povera, sa, perciò mi dia un vesti-to di cotone.– E io te lo darò di seta.E le diede una bellissima veste di seta.Poi le diede uno scrigno: – Vuoi oro o corallo?– Mi dia il corallo.– E io ti do oro.Le infilò una collana d’oro e le disse: – Chetu sia bella, che i tuoi capelli siano d’oro eche quando ti pettini cadano rose e gelso-mini da una parte e perle e rubini dall’altra.E ora va’ a casa e, quando sentirai ragliarel’asino, non ti voltare, ma quando senticantare il gallo vòltati.La ragazza andò a casa, ragliò l’asino e nonsi voltò; cantò il gallo, si voltò e le spuntòuna stella sulla fronte. La matrigna le chie-se chi le avesse dato tutta quella roba e lafanciulla raccontò quello che era accaduto.La matrigna allora esclamò: – Domani tuandrai ad attingere acqua con la brocca etua sorella col cestello.E a sua figlia, piano: – Fa’ tutto quello cheha fatto tua sorella: magari capitasseanche a te una fortuna del genere!La figlia andò, buttò il cestello in acqua eanche lei lo rincorse. Trovò anche lei la vec-chia che le chiese di guardarle la schiena edi dirle cosa vedesse.
– Pulci e scabbia* – rispose allora la sorella.– E pulci e scabbia avrai.La portò a rifare il letto: – Che ci trovi?– Cimici e pidocchi.– E cimici e pidocchi avrai.Le fece spazzare la casa: – Che cosa citrovi?– Un sudiciume che fa schifo.– E un sudiciume che fa schifo avrai.Poi le chiese quale vestito volesse e, quan-do lei rispose che lo voleva di seta, glielodiede di sacco. Allo stesso modo le diedeuna collana di spago. Poi le disse di andarea casa e di voltarsi al raglio dell’asino, madi non voltarsi al canto del gallo. La ragazzasi voltò al raglio dell’asino e le spuntò unacoda di somaro sulla fronte. Era inutiletagliarla perché rispuntava sempre.La figlia bella fu chiesta in sposa dal figliodel re. Il giorno in cui dovevano andarla aprendere con la carrozza la matrigna ledisse: – Fammi un favore: lavami la botte.Entraci dentro che ora vengo ad aiutarti.Mentre la ragazza era nella botte, la matri-gna andò prendere una caldaia d’acqua bol-lente per buttarcela dentro e ammazzarla.Poi voleva far indossare alla propria figlia ivestiti da sposa e presentarla al figlio del retutta velata, in modo che sposasse lei.Mentre andava a prendere l’acqua, suafiglia passò vicino alla botte. – Che fai làdentro? – chiese alla sorella.– Sto qui perché devo sposare il figlio del re.– Fammi venire, così lo sposo io.Sempre gentile, la bella uscì dalla botte e cientrò la brutta. Venne la madre che portòl’acqua bollente e la versò nella botte.Credeva d’aver ammazzato la figliastra einvece ammazzò la sua. Quando se neaccorse, cominciò a piangere e a disperar-si. Arrivò suo marito, a cui la figlia aveva giàraccontato tutto, e le diede un sacco dilegnate. La figlia bella sposò il figlio del ree visse felice e contenta.
*Scabbia: malattia della pelle che provoca molto prurito.
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La trippa satolla non conosce la svuta.La pancia piena non conosce quella vuota.Il proverbio vuole dire che chi è ricco non conosce la miseria altrui.
I bov vecchi arporten el birocc a chesa.I buoi vecchi riportano il carro a casa.Il proverbio vuol dire che le persone anziane sono ricchedi esperienza e sanno risolvere molte situazioni.
Li quatrini manda l’acqua pe’ l’insù.I quattrini riescono anche a far andar l’acqua all’insù.
In tutta Italia i proverbi e le canzoni dialettalisono molto numerosi.
Si dice che i proverbi siano la sapienza dei popoli; infatti dietro queste brevi frasi sinascondono sempre un insegnamento o un invito alla riflessione.
ProverbiProverbiProverbie canzonie canzonie canzoni
Leggi alcuni proverbi delle Marche
e scopri il loro significato.
Chi ’n perda en ha da giochi.Chi non vuol perdere non deve giocare.
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In tutta Italia le canzoni popolari sono molto numerose. Talvolta sono in dialetto, talvolta invece sono in un italiano molto semplice.Servivano ad accompagnare i momenti di festa e i balli o raccontavano le gioiee i dolori di un’esistenza semplice e povera: l’amore, la nascita dei figli, la guer-ra, l’emigrazione…
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Il ballo del fazzolettoIl ballo del fazzolettoIl ballo del fazzoletto
«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che le scarpette non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,le scarpette gliele fecee la mamma se ne ridìa:«È scarpettata la figlia mia».«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che le mutande non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,le mutande gliele fecee la mamma se ne ridìa:«Le mutande ha la figlia mia».«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che li calzetti non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,li calzetti glieli fecee la mamma se ne ridìa:«È calzettata la figlia mia».«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che la camicia non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,la camicia gliela fecee la mamma se ne ridìa:«È camiciata la figlia mia».
«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo (2 volte)che la sottoveste non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,la sottoveste gliela fece,e la mamma se ni ridìa:«È in sottoveste la figlia mia».«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che lo vestito non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,lo vestito glielo fecee la mamma se ne ridìa:«È vestita la figlia mia».«Figlia mia, mo’ vieni al ballo».«Babbo mio, e no e no:sulla piazza di Montegallo,babbo mio, non vengo no (2 volte)che il fazzoletto non ce l’ho!».E lo babbo se ni diede,e ’l fazzoletto glielo fecee la mamma se ne ridìa:«Ha ’l fazzoletto la figlia mia».
CongedoVi voglio salutare a tutti quanti,uno per uno a tutti o li parenti. (2 volte)
La canzone che ti proponiamo racconta di una fanciulla vanitosa cheriesce a ottenere dal padre di essere rivestita da capo a piedi per andareal ballo di Montegallo, una località in provincia di Ascoli Piceno.
La canzone dialettale
Le specialità di pesceLe specialità di pesceLe specialità di pesce
Il piatto simbolo della regione è il brodetto di mare (foto a sinistra) che ogni cittàmarchigiana personalizza con l’aggiunta di qualche ingrediente. Quello cucinato ad
Ancona prevede fino a tredici qualità di pesci, cotti suuna base di cipolla, pomodoro, prezzemolo,pepe, olio e aceto. È molto diffuso anche lo stoccafisso inumido, in tegame con patate o in «potac-
chio» con pomodoro, acciughe, aglio,rosmarino, prezzemolo e peperoncino.
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Nell’Appennino Umbro-Marchigiano domina una cucina fatta disapori forti, soprattutto a base di carne, tra cui si contano numerosisalumi. Nell’entroterra si raccolgono il tartufo bianco e quello nero,utilizzati per insaporire molti piatti.A Pesaro si cucinano i tournedos alla Rossini, filetti di carne bra-sati con prosciutto, funghi, prezzemolo, pepe e limone. Sulla costa si possono gustare crostacei, frutti di mare e pesceazzurro insaporiti da erbe aromatiche e olio d’oliva.Il più famoso dolce marchigiano è originario delle province diMacerata e Ascoli Piceno e si chiama cicerchiata. Si ottiene impa-stando la farina con le uova, lo zucchero e un goccio di mistrà (unliquore a base di anice). Dall’impasto si ricavano piccole palline che,prima fritte e poi amalgamate con il miele, si compongono a formadi ciambella.Tra gli undici vini DOC (Denominazione di Origine Controllata) dellaregione, il più famoso è il Verdicchio, un bianco prodotto nellazona attorno a Jesi.
In cucinaIn cucinaIn cucinaLa cucina delle Marche rappresenta un punto d’incontro tra le gastronomie del nord e del sud Italia.
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Le Marche sono ricche di pascoli e ogni zona ha il suo formaggio: il sapore del lattedipende dalla razza degli animali e dal loro cibo. Tra i formaggi tipici di questa regio-ne ci sono le caciotte, il pecorino e il formaggio di fossa.La caciotta di Urbino Dop (Deno mi na zione di origine protetta) è un classico for-maggio da tavola da gustare fresco per conservare la delicatezza del suo sapore.
A Talamello il pecorino è messo a stagionare avvoltoin foglie di noce dentro caverne di tufo.Dove queste grotte non esistono, come a
San Leo, lo depongono in spe-ciali anfore di terracotta.
I formaggiI formaggiI formaggi
Le olive farciteLe olive farciteLe olive farcite
Tipiche delle Marche sono le grosse, succose e tenereolive ascolane, che costituiscono uno dei più famosi piatti della regione: le olive all’ascolana. Queste gi -gan tesche olive verdi vengono farcite con
carne, uova, formaggio e aromi, poi impa-nate e fritte. Erano già conosciute dagli antichi Romani efurono molto apprezzate anche dai Cartaginesi, quando arri-varono in queste zone dopo aver valicato le Alpi.
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I salumi delle Marche sono ottimi; fra questispiccano i prosciutti affumicati della zona diFabriano, il prosciutto di Montefeltro e il morbidosalame ciaùsculu (nella foto) di Montetrappone eMoresco. Tuttavia la vera regina del territorio marchigia-no è la porchetta, cotta sullo spiedo, con il suo tradizio-nale aroma di finocchio selvatico.
I salumi tipiciI salumi tipiciI salumi tipici
L’arco di Augusto (foto a sinistra) a Fano è ilsimbolo della città fondata dai Romani. L’arcoha tre passaggi, che si chiamano fòrnici. I duepiù piccoli, laterali, servivano ai pedoni, mentrequello centrale, più grande, consentiva il pas-saggio dei carri.Nella città si possono ammirare anche le Muraaugustee, volute dall’imperatore Augusto.
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Nelle Marche è possibile ammirare numerosi resti romani, maestose chiese e affascinanti palazzi.
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Arte e museiArte e museiArte e musei
La chiesa di san Ciriaco (foto in alto) ad Ancona è una delle chiese più belle delMedioevo. Ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli, che l’hanno resa semprepiù maestosa. È dedicata a san Ciriaco, patrono della città. La facciata è ornata da un por-tale decorato con preziose sculture. Ai lati del portale, due leoni, simbolo di forza, sono i«guardiani» dell’edificio.
Descrivi qui sotto il monumento
che hai ricostruito.
PALAZZO DUCALE
PesaroDUOMO
DI SAN CIRIACOAncona
CATTEDRALEFermo
BATTISTERO DISAN GIOVANNI
Ascoli Piceno
ARCO DI AUGUSTO
Fano
PALAZZO DUCALE
Urbino
Osserva sulla carta dove sono collocatialcuni dei principali monumenti
delle Marche.
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Ritaglia i pezzi del puzzle e scopri qual è il monumento raffigurato.
• Museo Archeologico Nazionaledelle Marche Ancona - Via Ferretti, 1
• Pinacoteca comunale «FrancescoPodesti» e Galleria d’Arte ModernaAncona - Via Pizzecolli, 17
• Casa RossiniPesaro - Via Rossini, 34
• Galleria Nazionale delle MarcheUrbino - Palazzo Ducale
• Pinacoteca comunaleMacerata - Piazza Vittorio Veneto, 2
• Galleria d’Arte Contemporanea «O. Licini»Ascoli Piceno - Corso Mazzini, 90
• Museo internazionale della fisarmonicaCastelfidardo - Via C. Mordini
• Museo della carta e della filigrana Fabriano - Largo Fratelli Spacca, 2www.museodellacarta.com
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Molto spesso i musei espongono talmen-te tanti reperti che è quasi impossibileosservare tutto. Quindi quando si va avisitare un museo è meglio prepararsiprima, consultando un catalogo per sce-gliere cosa ci interessa di più.Molti musei propongono esperienze dilaboratorio, che permettono di sperimen-tare, giocare o realizzare piccole opered’arte.
A spassoA spassoper i museiper i musei
A spassoper i musei
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Secondo gli antichi Greci,
le Muse erano le divinità che proteggevano le arti,la poesia e le scienze.Museo vuol dire «luogo sacro alle Muse».
Ci sono musei di vario tipo: quelli che rac-colgono scoperte scientifiche, quelli chericostruiscono l’ambiente in cui vivono glianimali, quelli dedicati alle tradizioni popo-lari, al teatro, al cinema… A seconda deltipo, hanno nomi diversi: per esempio, lepinacoteche conservano i dipinti e i museiarcheologici raccolgono testimonianze eoggetti antichi.
Arte e museiArte e museiArte e musei
Il Museo della carta e della filigranadi Fabriano è di grande interesse, per-ché documenta la storia della carta e dellasua fabbricazione e spiega come si puòutilizzare. Durante la visita si possonofare esperienze pratiche per imparare aprodurre un foglio di carta, proprio comequelli che si trovano nei quaderni o neglialbum da disegno.
Nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Anconasono conservati materiali che vanno dall’età preistorica a quellaromana. Si possono vedere bellissimi vasi greci, statuette in bronzoe in ambra, sculture in avorio e molti oggetti che sono stati ritrovatinelle tombe dei valorosi guerrieri celti. L’immagine a destra rappre-senta la testa di un guerriero piceno che proviene da Numana erisale ai primi del V secolo a.C.
Questa è la riproduzione di un dipinto diRaffaello, il grande pittore nato aUrbino nel 1483. La gentildonna ritrattaè, forse, Maddalena Strozzi; tuttavia,poiché non si sa con certezza se siaproprio lei, il quadro è conosciuto con iltitolo di La muta. È conservato alla Galleria Nazionaledelle Marche di Urbino.
Prova a colorare il quadro e poi vai a vedere quello vero, per scoprire
se tu e l’artista amate gli stessi colori.
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GiochiGiochi
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Quali parole che si riferiscono alle Marche si nascondono nei seguenti anagrammi?Scoprilo provando a cambiare l’ordine dellelettere, come nell’esempio.
Dividetevi a squadre. Vincerà la squadra chescoprirà in meno tempo le parole nascoste.
RUBINO | ER POSA | ALI PESCO NOCI |CARA META | RUOTA ME | ASSI FRA S |FINO BARA | VIVA ANTICO
Quale città marchigiana è famosa per il suosplendido Palazzo ducale? Completa il cruciverba e troverai la soluzio-ne nella colonna evidenziata.
1. Fiume che sfocia nell’Adriatico.2. Capoluogo marchigiano in cui nacque ilmusicista Gioacchino Rossini.
3. Località balneare al confine con laRomagna.
4. Gruppo montuoso di cui fa parte ilMonte Vettore.
5. Fiume marchigiano che segna per untratto il confine con l’Abruzzo.
6. Capoluogo della regione.
L’acrostico
Gli anagrammi
Il cruciverba
o nacnao nacna AnconaAncona
1
2
3
4
5
6
Questo gioco consiste nel disporreuna parola in verticale e utilizzareogni sua lettera come iniziale diun’altra parola. Osserva l’esem-
pio qui a lato.Scegli una provincia delleMarche e inventa un acro-stico, poi leggilo in classe
ai tuoi compagni.
Sai risolvere un rebus? Sostituisci ai dise-gni le parole che rappresentano, scoprirai ilnome di due prodotti tipici della regione. I numeri tra parentesi ti indicano da quantelettere è formata ogni parola.
STRU
MU
SC
C
(9,8;6)
ANC
A
ON
nticheavialmendeggianoellarsura
Il rebus
Traforo delM. Bianco
Colle delMonginevro
Passo delSempione
Traforo delFréjus
Colle delMoncenisio
Colle di Tenda
Passodello Stelvio
Passo del Brennero
Passo delTonale
Passodei Giovi
Colle diCadibona Passo
dell’AbetonePasso
della Futa
Passodella Cisa
I
Ischia
Isole Egadi
I s o l e E o l i e
Arc i p
el a
go
To s c a n o
Pantelleria
VerrèsCourmayeur
Alba
Marostica
Murano
Chioggia
Asiago
Burano
Brunico
Riva delGarda Aquileia
S. Danieledel Friuli
Comacchio
PortofinoFaenza
Volterra
S. Benedettodel Tronto
Fabriano
Orvieto
Gubbio
Todi
Assisi
Narni
Foligno
Tarquinia
Cassino
CerveteriCivitavecchia
Marino
Fiuggi
Gaeta
Cocullo Termoli
Jesi
Pietrabbondante
Amalfi
ErcolanoPompei
PaestumSorrento
GiffoniAlberobello
Otranto
ViesteManfredonia
S. Mariadi Leuca
Gioia delColle
Melfi
Maratea
Metaponto
Eraclea
Gioia Tauro
Sibari
Tropea
LocriVillaS. Giovanni
Soverato
Cefalù
Taormina
Mazaradel Vallo
Marsala
Noto
Augusta
Bomarzo
Alghero
Barùmini
PortoTorres
Orosei
Cortinad’Ampezzo Tolmezzo
Palmanova
Riace
Arbatax
Latina
Frosinone
TeramoPescara
Chieti
Isernia
CasertaAvellino
Salerno
Benevento
Foggia
Asti
Cuneo
Vercelli
Biella
Alessandria
Novara
Verbania
LeccoBergamo
Brescia
Pavia Cremona
Varese
Lodi
Como
Mantova
Sondrio
Belluno
Padova
Rovigo
Treviso
VeronaVicenza
Bolzano
Gorizia
Pordenone
Udine
Imperia
SavonaLa Spezia
Rimini
Ferrara
Ravenna
Forlì
Modena
ReggioEmiliaParma
Piacenza
Cesena
Prato
Massa
Lucca
Pistoia
PisaLivorno Arezzo
Siena
CarraraPesaro
Macerata
Urbino
Fermo
Monza
Grosseto
AscoliPiceno
Terni
Viterbo Rieti
Nuoro
Oristano
Sassari
Carbonia
Iglesias
TempioPausania Olbia
Sanluri
TortolíLanusei
Taranto
Brindisi
Lecce
Andria
BarlettaTrani
Matera
Cosenza
Reggiodi Calabria
Vibo Valentia
Trapani
Messina
Caltanissetta
Agrigento
EnnaCatania
Siracusa
Ragusa
Crotone
AOSTA
TORINO
MILANOVENEZIA
TRENTO
TRIESTE
GENOVA
BOLOGNA
FIRENZEANCONA
PERUGIA
ROMA
L’AQUILA
CAGLIARI
CAMPOBASSO
NAPOLI
BARI
POTENZA
CATANZARO
PALERMO
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viaggio!InInviaggio!
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Principali vie di comunicazione stradali
Nelle prossime pagine ti proponiamo un itinerario nei luoghi caratteristici della tua regionee di alcune di quelle confinanti: colora in rosso le strade percorse sulla carta dell’Italia chetrovi in questa pagina.
Nelle Marche la prima tappa è Urbino:testimoniano il suo gloriosopassato il Palazzo ducale e l’Università, una delle più antiche d’Italia.
Le Grotte di Frasassi sono uno spettacolarecomplesso di gallerie scavate dalle acque. Pensa che la grotta più grande (l’Abisso Ancona) potrebbe ospitare…il Duomo di Milano!
Nel 1200 i maestri cartai di Fabrianoriuscirono a ottenereuna carta economica e resistente. Ancora oggi la cittadina è specializzata nellaproduzione di carta.
Dalle mura di Foligno,in Umbria, si puòammirare uno splendidopanorama seduti sui«canapè» (sedili in mattoni) costruiti in passato dalle più importanti famigliedella città.
Pesaro
Urbino
Gubbio
L. Trasimeno
L. diBolsena
L. diBracciano
L. diVico
P. Mon
Cascatadelle
Marmor
Rieti
TerniNarni
Bomarzo
Orvieto
Viterbo
Tarquinia
CivitavecchiaCerveteri
Latin
P
Todi
Assisi
Foligno
Fabriano
Velino
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Tevere
Fiora
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Tevere
Chiani
Salto
Anie
Sisto
Grotte diFrasassi
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Perugia
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Marino
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viaggio!InInviaggio!
A spasso per Marche e...Questo viaggio ti propone un breve itinerario fra alcune delle localitàpiù note, caratteristiche o curiose della tua regione e di alcune diquelle confinanti. Altre mete interessanti potrai scoprirle tu, con lacuriosità di un vero viaggiatore, e proporle ai tuoi compagni.
Le acque della Cascata delleMarmore, la più alta cascata italiana, sono sfruttate per la produzione di energia elettrica.
Una delle mete più fantasiose del Lazio è il Parco dei mostri di Bomarzo, costruito nel Cinquecento scolpendo, su grossi
massi, orchi, draghi, elefanti...
Le necropoli di Tarquinia edi Cerveteri sono ricche dimemorie dell’antica civiltàetrusca.
Poco più a sud di Roma, a Marino, in ottobre si celebrala Sagra dell’uva: per l’occasione dalle fontanezampilla vino bianco e nelle
vie cittadine sfilano un corteo storico e carri addobbati di tralci
di vite e grappoli d’uva.
Macerata
Fermo
Ascoli Piceno
N. deiti Sibillini
a
re
Fiuggi
Frosinone
na
Cassino
Gaeta
IsolePonziane
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Liri
San Benedettodel Tronto
Perugia conserva la struttura medievale,con strade tortuose e in salita chiuse fra le mura di antichipalazzi.
Ancona
P.N. delCirceo
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Si parte! Leggi le didascalie e segui con ordine la numerazione delle diverse «tappe», in Marche, Umbria e Lazio, poi colora in rosso,
sul disegno qui sotto e sulla carta a p. 29, le strade da percorrere.
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lele MarcheMarchele Marche
• Scrivi il nome del capoluogo di regione e dei capoluoghi di provincia.• Segna i corsi d’acqua e formula alcune ipotesi sulle loro caratteristiche (lunghezza,portata, regime, localizzazione delle sorgenti, tipo di foce...).
• Individua l’area più fortemente industrializzata.• Localizza le aree protette, attingendo informazioni da altre fonti (carte a scala mag-giore, testi geografici, sito regionale...).