magazine febbraio 2012

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COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE Editoriale ANNO 3 - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2012 - PERIODICO DELLA FONDAzIONE COSTRuIAMO IL FuTuRO - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO Questione di credito di Maurizio Lupi Intervista esclusiva al Ministro Lorenzo Ornaghi Favorire la sussidiarietà della cultura D alla cattedra al Ministero per i Beni e le Attività Culturali in poche ore. Lorenzo Ornaghi, Magnifico Rettore dell’Univer- sità Cattolica del Sacro Cuore sino al 16 novembre 2011, è stato chiamato a far parte del Go- verno Monti, andando a ricoprire il ruolo di titolare del dicastero di via del Collegio Romano. Come si coniuga l’idea di sussidiarietà alla cul- tura? Provando a rispondere con uno slogan, potrei af- fermare che, da un lato, occorre valorizzare la cul- tura della sussidiarietà – principio e fonte di buone pratiche che il nostro Paese e l’Europa dovrebbero maggiormente applicare in tutti i campi – svilup- pando la sussidiarietà della cultura per favorire un’adeguata responsabilizzazione non solo degli enti locali, ma di tutte le articolazioni territoriali del Ministero e, ovviamente, del suo ‘cuore’ centrale. In tal senso, con le opportune cautele e sempre in vista della migliore promozione del nostro patrimonio, anche l’intervento di fondazioni, associazioni e pri- vati va preso nella giusta considerazione. Come coinvolgere i privati nella gestione degli isti- tuti e dei luoghi della cultura? Un fattore centrale, su cui ho insistito da subito, riguarda la necessità di semplificare e razionalizzare l’insieme di regole che determinano e guidano il rapporto fra istituzioni e privati interessati a contri- buire alla tutela dei beni culturali e degli spazi in cui vengono conservati e resi disponibili ai cittadini. Ri- tengo, in generale, che la direttrice fondamentale di innovazione – anche nella direzione della ricerca di dispositivi moderni di collaborazione tra pubblico e privato – sia costituita dagli accordi di valorizza- zione. Tali accordi possono rappresentare uno stru- mento duttile ed efficace per declinare le responsabilità di tutti gli attori, istituzionali e non, pubblici e privati. Ritiene che l’attività del Mibac debba essere rior- ganizzata e razionalizzata? Innanzitutto va sottolineato come si tratti di un Ministero prestigioso, forte della rilevante tradizione di impegno e competenza dei suoi numerosi dipen- denti, e recentemente già più volte riorganizzato in maniera radicale. Tuttavia, esistono sempre margini, più o meno ampi, di miglioramento: in questa dire- zione è mia volontà procedere, con rispettosa atten- zione e compiendo gli opportuni approfondimenti. Lei ha lanciato l’idea di una giornata nazionale della cultura. Quali finalità dovrebbe avere la crea- zione di quest’appuntamento? L’intendimento è quello di promuovere un mo- mento in grado di coinvolgere le giovani genera- zioni. Sono loro, a mio avviso, a manifestare una crescente ‘fame’ di cultura. Le forme e le modalità di questa giornata della cultura sono attualmente allo studio, ma credo che in collaborazione con scuole e istituti secondari si possa riuscire a far emer- gere in una parte molto estesa della società civile la giusta sensibilità verso la cultura e la sua importanza decisiva per tutto il Paese. Nel discorso di presentazione delle sue linee pro- grammatiche, lei ha citato la celebre affermazione del Principe Myskin nell’Idiota di Dostojevsky, «La bellezza salverà il mondo». È un’asserzione ancora attuale? Certamente. La ritengo una frase quanto mai ap- propriata per un’epoca come quella che stiamo vi- vendo. Dal bello, la cui contemplazione dev’essere adeguatamente apprezzata e insegnata, traiamo il si- gnificato essenziale del nostro stare insieme. Nel segno della bellezza, a mio avviso, potremo trovare il percorso che ci porterà fuori dalla più grave crisi continentale del dopoguerra. Carlotta Borghesi Il titolare del Dicastero dei Beni e delle Attività Culturali spiega le sue linee programmatiche. Bce, agenzie di rating, evasione fiscale, tasse e liberalizzazioni. Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica a Milano, dice la sua. Banche e “professori”. Chi ci salverà? Tutte le associazioni premiate e le foto dell’evento. Premio Costruiamo il Futuro Provincia Monza e Brianza Il corso-concorso In-formazione a pagina 6 alle pagine 4 e 5 Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Lorenzo Ornaghi “Vorrei cominciare mostrando le ragioni che hanno spinto, il sottoscritto, l’onore- vole Cicchitto, l’onorevole Corsaro, l’ono- revole Casero, a nome di tutto il Pdl, a presentare questa interpellanza urgente al governo. L’oggetto potrebbe sembrare molto tecnico, sembrerebbe riguardare solo banche e chi si intende di finanza. Ep- pure si tratta di uno dei temi che è all’at- tenzione di tutti, in particolare di famiglie e imprese: come ridare slancio alla crescita, come aiutare il paese ad affrontare la crisi facendolo, allo stesso tempo, crescere dal punto di vista dell’economia e salvaguar- dando le famiglie. La questione è semplice: la Banca Centrale Europea a dicembre ha messo a disposizione delle banche europee 500 miliardi di euro ad un tasso molto age- volato, 1%. In particolare le banche italiane hanno ricevuto 116 miliardi di euro. La stessa Bce ha ribadito che uno degli obiet- tivi del finanziamento era quello di permet- tere alle banche di riversare liquidità sul territorio destinandolo a famiglie e im- prese. Noi vorremmo sapere, dal governo, se questo obiettivo è stato rispettato, anche perché il professor Monti ha detto più volte che l’obiettivo della crescita è fondamen- tale per questo paese. (…). Per chiudere l’interpellanza chiediamo al governo di ca- pire, non tra due settimane ma oggi, che cosa sta accadendo e, in collaborazione con la Banca d’Italia, che cosa si sta facendo perché questo obiettivo possa essere rag- giunto”. Il 12 gennaio ho voluto portare al go- verno questa interpellanza urgente, perché il tema dell’accesso al credito mi vede forte- mente preoccupato. La situazione allar- mante che emerge dai dati in nostro possesso, (il credito alle famiglie è sceso dal 4,3% al 3,9%; quello alle imprese dal 5,3% al 4,4 % nel mese di novembre) rende indi- spensabile un’azione di controllo e monito- raggio sul sistema del credito, che intendo appoggiare e perseguire personalmente e credo debba essere tra i primi obiettivi del Governo e del Presidente del Consiglio. È compito innanzitutto della politica svolgere le necessarie verifiche e favorire un effet- tivo accesso al credito ai privati. Questo im- pegno ci vedrà in azione già in fase di correzione e miglioramento del decreto sulle liberalizzazioni e sui provvedimenti che nelle prossime settimane verranno sot- toposti al voto del Parlamento. Sono infatti persuaso di quanto le agevolazioni e le forme di sostegno a giovani, famiglie ed aziende, non siano solamente “obbligate” per chi ha davvero a cuore il bene comune, ma rappresentino anche il più efficace mo- tore per una necessaria ripresa. a pagina 7 I giornalisti Paolo Liguori e Monica Maggioni si raccontano. Costruiamo il Futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 14 - n. 1 - 30 gennaio 2012 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.1 Comma 1 - LO/MI - Registrazione al Trib. di Milano n.536 del 12 agosto 1999 - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23, 20821 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/600616

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Magazine febbraio 2012

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Page 1: Magazine febbraio 2012

COSTRUIAMO I L F U T U R O M

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Editoriale

ANNO 3 - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2012 - PERIODICO DELLA FONDAzIONE COSTRuIAMO IL FuTuRO - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

Questionedi credito

di Maurizio Lupi

Intervista esclusiva al Ministro Lorenzo Ornaghi

Favorire la sussidiarietàdella cultura

Dalla cattedra al Ministero per i Beni e leAttività Culturali in poche ore. LorenzoOrnaghi, Magnifico Rettore dell’Univer-sità Cattolica del Sacro Cuore sino al 16

novembre 2011, è stato chiamato a far parte del Go-verno Monti, andando a ricoprire il ruolo di titolaredel dicastero di via del Collegio Romano.

Come si coniuga l’idea di sussidiarietà alla cul-tura?

Provando a rispondere con uno slogan, potrei af-fermare che, da un lato, occorre valorizzare la cul-tura della sussidiarietà – principio e fonte di buonepratiche che il nostro Paese e l’Europa dovrebberomaggiormente applicare in tutti i campi – svilup-pando la sussidiarietà della cultura per favorireun’adeguata responsabilizzazione non solo deglienti locali, ma di tutte le articolazioni territoriali delMinistero e, ovviamente, del suo ‘cuore’ centrale. Intal senso, con le opportune cautele e sempre in vistadella migliore promozione del nostro patrimonio,anche l’intervento di fondazioni, associazioni e pri-vati va preso nella giusta considerazione.

Come coinvolgere i privati nella gestione degli isti-tuti e dei luoghi della cultura?

Un fattore centrale, su cui ho insistito da subito,riguarda la necessità di semplificare e razionalizzarel’insieme di regole che determinano e guidano ilrapporto fra istituzioni e privati interessati a contri-buire alla tutela dei beni culturali e degli spazi in cuivengono conservati e resi disponibili ai cittadini. Ri-tengo, in generale, che la direttrice fondamentaledi innovazione – anche nella direzione della ricercadi dispositivi moderni di collaborazione tra pubblicoe privato – sia costituita dagli accordi di valorizza-zione. Tali accordi possono rappresentare uno stru-mento duttile ed efficace per declinare leresponsabilità di tutti gli attori, istituzionali e non,pubblici e privati.

Ritiene che l’attività del Mibac debba essere rior-ganizzata e razionalizzata?

Innanzitutto va sottolineato come si tratti di unMinistero prestigioso, forte della rilevante tradizionedi impegno e competenza dei suoi numerosi dipen-denti, e recentemente già più volte riorganizzato inmaniera radicale. Tuttavia, esistono sempre margini,più o meno ampi, di miglioramento: in questa dire-zione è mia volontà procedere, con rispettosa atten-zione e compiendo gli opportuni approfondimenti.

Lei ha lanciato l’idea di una giornata nazionaledella cultura. Quali finalità dovrebbe avere la crea-zione di quest’appuntamento?�

L’intendimento è quello di promuovere un mo-mento in grado di coinvolgere le giovani genera-zioni. Sono loro, a mio avviso, a manifestare unacrescente ‘fame’ di cultura. Le forme e le modalitàdi questa giornata della cultura sono attualmenteallo studio, ma credo che in collaborazione conscuole e istituti secondari si possa riuscire a far emer-gere in una parte molto estesa della società civile lagiusta sensibilità verso la cultura e la sua importanzadecisiva per tutto il Paese.��

Nel discorso di presentazione delle sue linee pro-grammatiche, lei ha citato la celebre affermazionedel Principe Myskin nell’Idiota di Dostojevsky, «Labellezza salverà il mondo». È un’asserzione ancoraattuale?�

Certamente. La ritengo una frase quanto mai ap-propriata per un’epoca come quella che stiamo vi-vendo. Dal bello, la cui contemplazione dev’essereadeguatamente apprezzata e insegnata, traiamo il si-gnificato essenziale del nostro stare insieme. Nelsegno della bellezza, a mio avviso, potremo trovareil percorso che ci porterà fuori dalla più grave crisicontinentale del dopoguerra.

Carlotta Borghesi

Il titolare del Dicastero dei Beni e delle Attività Culturali spiega le sue linee programmatiche.

Bce, agenzie di rating, evasione fiscale, tasse e liberalizzazioni. Giulio Sapelli,ordinario di Storia Economicaa Milano, dice la sua.

Banche e “professori”.Chi ci salverà?

Tutte le associazioni premiate ele foto dell’evento.

Premio Costruiamo il Futuro Provincia Monza e Brianza

Il corso-concorso In-formazione

a pagina 6

alle pagine 4 e 5

Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Lorenzo Ornaghi

“Vorrei cominciare mostrando le ragioniche hanno spinto, il sottoscritto, l’onore-vole Cicchitto, l’onorevole Corsaro, l’ono-revole Casero, a nome di tutto il Pdl, apresentare questa interpellanza urgente algoverno. L’oggetto potrebbe sembraremolto tecnico, sembrerebbe riguardaresolo banche e chi si intende di finanza. Ep-pure si tratta di uno dei temi che è all’at-tenzione di tutti, in particolare di famiglie eimprese: come ridare slancio alla crescita,come aiutare il paese ad affrontare la crisifacendolo, allo stesso tempo, crescere dalpunto di vista dell’economia e salvaguar-dando le famiglie. La questione è semplice:la Banca Centrale Europea a dicembre hamesso a disposizione delle banche europee500 miliardi di euro ad un tasso molto age-volato, 1%. In particolare le banche italianehanno ricevuto 116 miliardi di euro. Lastessa Bce ha ribadito che uno degli obiet-tivi del finanziamento era quello di permet-tere alle banche di riversare liquidità sulterritorio destinandolo a famiglie e im-prese. Noi vorremmo sapere, dal governo,se questo obiettivo è stato rispettato, ancheperché il professor Monti ha detto più volteche l’obiettivo della crescita è fondamen-tale per questo paese. (…). Per chiuderel’interpellanza chiediamo al governo di ca-pire, non tra due settimane ma oggi, checosa sta accadendo e, in collaborazione conla Banca d’Italia, che cosa si sta facendoperché questo obiettivo possa essere rag-giunto”.

Il 12 gennaio ho voluto portare al go-verno questa interpellanza urgente, perchéil tema dell’accesso al credito mi vede forte-mente preoccupato. La situazione allar-mante che emerge dai dati in nostropossesso, (il credito alle famiglie è sceso dal4,3% al 3,9%; quello alle imprese dal 5,3%al 4,4 % nel mese di novembre) rende indi-spensabile un’azione di controllo e monito-raggio sul sistema del credito, che intendoappoggiare e perseguire personalmente ecredo debba essere tra i primi obiettivi delGoverno e del Presidente del Consiglio. Ècompito innanzitutto della politica svolgerele necessarie verifiche e favorire un effet-tivo accesso al credito ai privati. Questo im-pegno ci vedrà in azione già in fase dicorrezione e miglioramento del decretosulle liberalizzazioni e sui provvedimentiche nelle prossime settimane verranno sot-toposti al voto del Parlamento. Sono infattipersuaso di quanto le agevolazioni e leforme di sostegno a giovani, famiglie edaziende, non siano solamente “obbligate”per chi ha davvero a cuore il bene comune,ma rappresentino anche il più efficace mo-tore per una necessaria ripresa.

a pagina 7

I giornalisti Paolo Liguori

e Monica Maggioni si raccontano.

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2 Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

I soci raccontano

Parola d’ordine:“Innovazione”

Il Gruppo Elemaster, nato nel 1978,opera in nicchie di mercato ad alto con-tenuto tecnologico (quali ferroviario,medicale, avionico, energetico e dell’au-

tomazione industriale) nel settore della proget-tazione e produzione di schede elettronicheper apparecchiature di comando, controllo eregolazione. In questi 33 anni l’azienda si èstrutturata per fornire ai propri clienti servizi“One Stop Shop”, coprendo l’intero ciclo divita del prodotto, dalla progettazione (Eletech)alla realizzazione di schede ed apparati elettro-nici completi e certificati (Elemaster ed Elesy-stems), incluso il circuito stampato (Eleprint)e l’assistenza post vendita.

Le aziende del gruppo lavorano in sinergiaattivando scambi di competenze specialistichee di processo. Questa modalità di lavoro ha per-messo di rispondere alle esigenze di un mer-cato tecnologico in continua evoluzione.Abbiamo incontrato Luca Ceppi, managing di-rector di un’azienda che nel 2011 ha sviluppatoun fatturato complessivo di 120 milioni di euro.

Che ruolo hanno ricerca, innovazione e for-mazione?

La parola d’ordine del gruppo è ‘Innova-zione’. La ricerca è un aspetto di fondamentaleimportanza nel nostro settore. Eletech è la so-cietà del gruppo che si occupa di R&D e pos-siede un laboratorio unico in Italia. I nostri 40Designer sviluppano progetti, Hardware e Soft-ware, così da garantire ai nostri clienti il piùalto contenuto tecnologico ed il massimo del-l’affidabilità. Ad esempio in ambito elettrome-dicale stiamo collaborando alla realizzazione diapparati di fondamentale importanza, quali ilrene indossabile e macchine per la diagnosticanon invasiva dei tumori. Investire nell’innova-zione è essenziale per resistere alla concor-

renza dei paesi low-cost: la sfida non si gioca suicosti ma sul contenuto tecnologico e sull’inno-vazione. Per essere competitivi è però essen-ziale “fare rete” insieme alle aziende cheoperano in questi settori di nicchia: per questosiamo tra i soci fondatori del Distretto Aerospa-ziale Lombardo e tra i primi ad aver sottoscrittoun contratto di rete nel settore medicale.

Questi sono anni davvero difficili per chi faimpresa. Quali sono le strategie industriali chehanno permesso la crescita di Elemaster ecome avete cercato di affrontare la crisi?

La nostra forza sta nel valore delle persone.In Italia abbiamo ancora tanto da dare, ma perfarlo dobbiamo cambiare il modo di pensare acui siamo abituati. Dobbiamo ritrovare l’orgo-glio che i nostri nonni hanno avuto nel dopo-guerra. La caratteristica dell’Italia è la“creatività”. Su questo dobbiamo focalizzare lenostre attenzioni. Mantenere il lavoro in Italiavuol dire innovare i centri di Ricerca e Sviluppofinalizzandoli al mantenimento del know howe delle relative produzioni nel nostro Paese.Senza Idee non potremo mai competere conpaesi come quelli asiatici.

Il 1° dicembre 2011 durante una conferenzastampa nella sede della Provincia di Lecco èstato presentato un progetto di collaborazionecon la Cooperativa Sociale CASA AMICA diMerate. Ci potrebbe spiegare di cosa si tratta equali sono le ragioni per cui avete deciso dicoinvolgervi in prima persona con il terzo set-tore?

CASA AMICA è una cooperativa sociale co-stituita nel 1987 con sede a Merate. Lo scopodell'attività è l'inserimento di soggetti disabiliattraverso le attività lavorative. Circa 40 volon-tari gravitano intorno all'esperienza di CASAAMICA, accompagnando i disabili nel lavoro enei momenti significativi della loro vita. Nel2009 la cooperativa rischiava di essere travoltadalla crisi. È nato quindi il progetto che ha tra-sformato la ragione sociale della cooperativa,rendendola in grado di affrontare il mercato.Abbiamo portato un'azienda nel cuore di un'as-sociazione, segnando un cambio epocale nellerelazioni tra imprese profit ed organizzazioninon profit. Il progetto CASA AMICA supera ilclassico paradigma dell’azienda che finanzia unsoggetto non profit, ma si instaura una rela-zione duratura per creare valore in ambito pro-fit e non profit. Elemaster trasferiràcompetenze tecniche e commesse e CASAAMICA contribuirà alla esecuzione di un com-plesso ciclo di lavorazione per la produzione dischede elettroniche destinate a settori alta-mente tecnologici. Elemaster e CASA AMICA,due realtà apparentemente così distanti, cree-ranno valore l'una per l'altra e, congiunta-mente, per il territorio nel quale operano,perseguendo e realizzando insieme il bene co-mune.

Carlotta Borghesi

Luca Ceppi, managing director del Gruppo Elemaster, racconta la storia della sua azienda.

un’azienda in erba

Domenica 28 agosto doveva essere ungiorno particolare per il campionatoitaliano di serie A. Non solo perchéera la data fissata per l’inizio della

nuova stagione. Quella domenica il Novara, tor-nato nella massima serie dopo 55 anni dall’ul-tima apparizione, avrebbe dovuto giocare allostadio Piola, segnando l’esordio dell’erba sinte-tica nel campionato di A. Poi la festa, a causadello sciopero dei calciatori, fu rinviata al 21 set-tembre. Contro gli azzurri l’Inter di Gasperini.Risultato: 3 a 1 per il Novara. Vittoria storica emeritata. “Dal 2001 esiste un protocollo della Fifache consente la realizzazione di campi in erbasintetica negli stadi italiani”, spiega Danilo AlbaniRocchetti, direttore commerciale di Italgreen, lasocietà che ha posato il manto del Piola. “È unprotocollo di qualità che, se rispettato, dà dirittoa un certificato che consente, alle società dellefederazioni che hanno recepito le direttive dellaFifa, di utilizzare il sintetico nei propri impianti.In Inghilterra, Spagna e Germania non è per-messo, mentre in Italia e Francia sì”.

Italgreen è una società di Villa d’Adda (Ber-gamo) a gestione familiare, guidata dal presi-dente e direttore amministrativo Rossana Biffi edai direttori generali Maurizio Gilardi (marito diRossana) e Sergio Pennati (cognato). Tutto co-mincia quasi per caso da una scommessa traMaurizio e suo suocero. Era il 1981. “Il signorBiffi riceve dagli Stati Uniti un campione di erbasintetica e decide di mostrarlo al genero, spie-gandogli che oltre oceano molti campi da giocoerano fatti con erba finta, fin dal 1961”, raccontaRocchetti, “Gilardi, persona semplice e allostesso tempo determinata nonostante la giovanis-sima età (classe 1955), dopo aver guardato incu-riosito quello strano campione, alza gli occhiverso suo suocero e dice: “Lo faccio giù io questoqua”. Biffi scoppia a ridere e cerca di far ragio-nare Maurizio: “Non sai quel che dici. Non èsemplice costruire queste cose e costa sicura-

mente tantissimo”. Ma ormai Gilardi era con-vinto. A Milano trova un’azienda adatta al suocaso, ma dopo un breve dialogo col direttore ca-pisce che i costi erano troppo alti. Decide alloradi comprare macchine usate ad un prezzo acces-sibile, farle riparare e renderle efficienti. Ital-green è nata così, da una scommessa vinta. Aquel punto serviva far conoscere il prodotto: or-ganizza così una sfida di beneficenza tra Roma eLazio vecchie glorie, su un campetto in erba sin-tetica. “Penso che abbia venduto tre o quattrocampi nell’intervallo tra il primo e il secondotempo”, dice Rocchetti. In pochissimo tempo lamania del calcetto esplode nella capitale e poi intutta Italia. Fino al ’91 Italgreen è stata l’unicaproduttrice di erba sintetica in Italia e tra le pri-missime in Europa.

“Ancora oggi realizziamo tutto in Italia, ci oc-cupiamo della produzione, ma anche dellamessa a posa. Consegniamo un prodotto finito,pronto all’uso. I campi replicano quasi perfetta-mente quelli in erba naturale. A livello econo-mico infine, anche se l’investimento iniziale èsuperiore di tre volte, i costi di manutenzionepermettono addirittura di guadagnarci. La ge-stione costa cinque volte meno e il campo sinte-tico non si rovina. È una soluzione che potrebbeessere presa in considerazione soprattutto neglistadi usati anche per attività extracalcistiche,come i concerti”.

Dopo anni di investimenti e successi la crisieconomica si è fatta sentire. “Per arginare la crisiabbiamo creato un consorzio formato da quattroimprese bergamasche. Insieme siamo in gradodi trovare nuove soluzioni per aggredire il mer-cato”. Così oggi Italgreen è in grado di rispon-dere alle esigenze di chi vuole un giardino dicasa facile da gestire, oppure di realizzare stadiche richiedono investimenti fino a 150 milionidi euro.

di Daniele Guarneritratto da ‘Tempi’ - 7 dicembre 2011

Campetti in sintetico. Ma non solo. Parla Danilo AlbaniRocchetti, direttore commerciale di Italgreen.

Sala consiliare, Comune di Lecco

Inaugurazione della mostra: 150 anni

di sussidiarietà: Le forze che cambiano

la storia sono le stesse che cambiano

il cuore dell’uomo.

Intervengono: Maurizio Lupi, Enrico

Letta e Maria Bocci

24 marzo ore 10.00

Conferenza stampa

del Premio Costruiamo

il Futuro 2012, provi

ncia

di Lecco e provincia

di Monza e Brianza

febbraio

Luca Ceppi

Missaglia, Salone Polivalente Oratorio San GiuseppePresentazione del libro di Maurizio Lupi “La prima Politica è vivere”. Intervengono l’autore e Fausto Bertinotti, modera Elisabetta Soglio

30 gennaio ore 21.00

28 gennaio ore 10.30

L’AGENDA

ww

w.cos

truiamoilfuturo.it

tieniti aggiornato sugli eventi

della Fondazione

4° lezione del corso-concorso “Informazione” sul tema del Talk show. Interviene Giovanni Floris,

direttore di Ballarò

La messa a posa del campo in erba sintetica nello

Stadio ‘Silvio Piola’ di Novara

Page 3: Magazine febbraio 2012

3Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

L’attività della Fondazione. Tutti i numeri del 2011.

uN ANNO DA CAMPIONI

L’occasione è stata la cele-brazione dei venti annidel Consorzio ExportAlto Milanese (CEAM)

alla Camera dei Deputati. La sceltada parte di un gruppo di impren-ditori tessili di festeggiare la ricor-renza nel cuore delle istituzioni,manifesta una fiducia verso la poli-tica che oggi appare un miracolo.Alle domande degli imprenditori,accolti dal vicepresidente di Mon-tecitorio, Maurizio Lupi, hanno ri-sposto Vignali e il sottoscritto.

Se Vignali ha mostrato le poten-zialità dello statuto delle imprese,di recente approvato su misuradelle esigenze di piccole e medieimprese; io ho cercato di docu-mentare il lavoro da fare per sbu-rocratizzare lo Stato.

Che cosa si aspettano gli im-prenditori? L’Italia burocratica ègiudicata da due classifiche. LaBanca Mondiale stila ogni announa classifica che si chiama “DoingBusiness”. Essa misura le barriereche in un Paese vi sono per intra-prendere. Nell’ultima edizionesiamo 87°. Significa che ci sono 86Paesi nel mondo nei quali aprireun’impresa è più facile. Se guar-diamo alle tasse, siamo 169mi.

Chiaro no? La politica ha il do-vere di semplificare. E di dare lacertezza del diritto. Le norme sonotroppo complesse e pertanto la-sciano margini di arbitrarietànell’applicazione. La semplifica-

zione normativa arranca: le resi-stenze sono forti, soprattutto frachi da norme così complesse traeuna rendita di posizione. Eppure,è evidente che proprio questo si-stema legale bizantino tiene lon-tano gli investitori esteri escoraggia gli italiani. A questo sisomma una giustizia civile e penalemolto lenta. Se il governo Monti siattenesse a questa agenda, sfrut-tando il clima di consenso creatosiattorno alla sua persona, passe-rebbe alla storia. Se i “tecnici” riu-scissero a realizzare una robustasemplificazione e deburocratizza-zione della vita delle imprese,avrebbero già compiuto l’incredi-bile. C'e' una questione di fondoperò. L'economia italiana si basasu pmi, figlie della cultura cristianache dà valore alla famiglia e ad unlavoro legato a rapporti personaliforti e sinceri. Entrambi sono le-gati a una visione cristiana dellavita: è un dato di fatto. Ecco che al-lora il sostegno vero alle pmi, edunque all'intero sistema, passadall'impegno di tutti - politici, eco-nomisti, uomini d'impresa, sinda-calisti - a mettere al centro nonricette tecniche, ma la questionecentrale: cosa ne abbiamo fatto deidesideri degli uomini e del cristia-nesimo, che a queste domande hadato nei secoli una risposta pienadi bellezza e significato del viveree del lavorare.

Renato Farina

Festeggiata alla Camera dei Deputati la ricorrenza del Consorzio Export Alto Milanese.

Vent’anni enon sentirli

L’evento

68,50026 REALTÀ PREMIATE

EURO

22DA SCUOLE MB + LC + CO

500GIOVANI ISCRITTIAL SUMMER SCHOOL

600AL CONVEGNO

1800AL TEATRO 12ESPOSIZIONI CON

PROGETTO EUGENIO CORTI

2000

12DA REGIONI D’ITALIA

141SOCI DELLA FONDAZIONE 21NUOVI SOCI NEL 2011

10ANNI DI PRESENZA VIVA SUL TERRITORIO DELLA BRIANZA

800STUDENTI AL PREMIO GIORNALISTICO IN-FORMAZIONE

SI RINGRAzIANO FIOCCO AzzuRRO

Mercoledì 16 novembre, Mara Baiguini,responsabile comunicazione della Fon-dazione, ha dato alla luce Edoardo. Amamma Mara e papà Andrea, l’abbrac-cio dello staff di Costruiamo il Futuro.

VISITATORI

9 MEDAGLIE

9 FORNITURE

PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO

2000COPIE DI RICERCA DELLA FONDAZIONE SUL TEMA DELLE INFRASTRUTTURE

FORMAZIONE

RICERCA

30OLTRE OSPITI E RELATORI

30TESTATE GIORNALISTICHE HANNO PARLATO DI NOI

56 MAIN SPONSOR

Page 4: Magazine febbraio 2012

Premio Costruiamo il Futuro Provincia di Monza e Brianza

Tutti i vincitori del

Si è chiusa il 13 novembre a Carate Brianzala IV edizione del Premio Costruiamo il Futuroin Provincia di Monza e Brianza. Davanti adun pubblico di 500 persone Maurizio Lupi,presidente della Fondazione Costruiamo il Fu-turo, ha consegnato i premi alle organizza-zioni meritevoli, accompagnato da duetestimonial d’eccezione: Federica Fontana eAlessandro Costacurta.“Ancora una volta rimango sorpreso e

commosso per le testimonianze che questivolontari portano a tutti noi. Il Premio Co-struiamo il Futuro è forse l’iniziativa più si-gnificativa che la nostra fondazione mette inatto e desideriamo continuare a portarlaavanti ed ampliarla se possibile. – ha affer-mato il presidente Lupi - Fino ad oggi ab-biamo donato 340.000 euro tra la Provinciadi Lecco e quella di Monza e Brianza. Conti-nueremo su questa strada, perché ogni vo-lontario che incontriamo rappresenta per noi

un valore inestimabile per la crescita e lo svi-luppo della nostra società e per la costruzionedel bene comune. Non dobbiamo mai dimen-ticare che la gratuità e l’impegno danno vitaa gesti, iniziative, progetti, magari di dimen-sione limitate, ma che a poco a poco sonodavvero capaci di cambiare il mondo”.Una alla volta sono salite sul palco le asso-

ciazioni, presentando i propri progetti e lapropria attività, perché, come ha detto Lupi,“sono loro i veri protagonisti”, che meritanodi essere applauditi. La manifestazione si èsvolta a Carate Brianza, presso l’auditoriumdella Residenza il Parco, ospitata dalla BCCdi Carate Brianza, sponsor del progetto. Ilpremio ha ricevuto inoltre il sostegno di nu-merose aziende: Emerson Process Manage-ment, Ricoh, Lottomatica, Frigerio Viaggi,Baldo, DF Sport Specialist, Gruppo Spreafin,Gruppo Policentro, Consorzio Italia Costrut-tori.

4 Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

2.000 euro ( in collaborazione con la Provincia di Monza eBrianza)all’ASD Ciechi Brianza di Monza.

5.000 euro all’Associazione Volontari di Sovico

La consegna de

I due testimonial della IV edizione assieme a Maurizio Lupi: Federica Fontana e Alessandro Costacurta

La consegna dell Asghar Muhamm

2.500 euro alle associazioni sportive: G.S. Oratorio San Carlo Nova Milanese e ASD I Camosci di Seregno

5.000 euro all’Associazione La Clessidra di Sulbiate

ASD CIECHI BRIANZA - MONZAL’associazione pratica attività sportive rivolte a persone affette da problemi visivi. Corsi di gin-nastica, torball, show down, nuoto, ciclismo, maratone e sci di fondo. Nata nel 1985 coinvolge15 atleti e 15 volontari.ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI SOVICOL’associazione svolge attività di trasporto sociale, consegna pasti, sostegno scolastico e atti-vità ricreative, grazie al lavoro di 71 volontari. Grazie al premio acquisterà un pulmino, chesarà utilizzato anche dal Gruppo Amicizia e dal Gruppo Trasporti Peppino Galli.AVULSS DI BESANA IN BRIANZA 45 volontari offrono sostegno e assistenza presso le case di riposo del Comune di Besana, intre strutture risiedono 350 ospiti, di cui 200 non autosufficienti. CONCOREZZO SOLIDALE - CONCOREZZOSi occupa di trasporto anziani e disabili, consegna dei pasti a domicilio, grazie al premio po-tranno avere una divisa, in modo da trovare altri volontari.COOPERATIVA GIOELE - LISSONELa cooperativa gestisce un centro socio educativo, un servizio di formazione all’autonomia,una comunità residenziale, coinvolgendo 35 disabili.GRUPPO AMICI DEL SACRO CUORE - MONZA32 volontari organizzano attività di tempo libero e ricreative per 62 disabili. Un gruppo allegroe affiatato che festeggia quest’anno il 35° di attività.LA CLESSIDRA - SULBIATEL’associazione nata dal lavoro di due infermieri offre assistenza domiciliare ad anziani e malatiterminali, attraverso personale specializzato. Svolge inoltre attività ambulatoriale.OASI COOPERATIVA SOCIALE – LENTATE SUL SEVESOInserimento lavorativo di disabili psico-fisici. Attività di tempo libero, in particolare gestionedi una compagnia teatrale. La cooperativa coinvolge 40 disabili.SAMUDRA INSIEME – MONZASeguono con continuità più di 100 persone postcomatose e le loro famiglie. I 32 volontari ac-compagnano la famiglia aiutandola ad affrontare la difficile situazione e in alcuni casi si offreal paziente un aiuto specializzato.SCUOLA LABORATORIO GIOVANI – VIMERCATESi affianca alla scuola secondaria di primo grado, per prevenire la dispersione scolastica at-traverso laboratori formativi che possano integrare il percorso scolastico ed orientare il ra-gazzo nella scelta del lavoro. Attualmente partecipano ai laboratori 30 ragazzi.WHITE MATHILDA - LIMBIATEUna decina di volontari, alcuni specializzati (avvocati, psicologi), offrono assistenza e sostegnopsicologico e legale alle vittime di stalking e violenza attraverso dei centri di ascolto presentinei comuni di Limbiate, Arcore e Cesano Boscone.MAGICA CLEME – MEDAL’associazione collabora con l’Ospedale San Gerardo di Monza e L’istituto Nazionale dei Tumoria Milano, organizzando attività di svago e assistenza domiciliare per bambini affetti da malattieemato-oncologiche.ASCO SKATING – CONCOREZZOCorsi di avviamento al pattinaggio a rotelle per 117 giovani atleti.ASDO SAN LUIGI – BRIOSCOAttività sportiva, calcio e pallavolo, all’interno dell’oratorio, per 110 ragazzi e bambini.BASKET CARNATEMinibasket per ragazzi delle elementari e medie e micro basket per le scuole materne.G.S. I CAMOSCI – SEREGNOAttività sportive invernali, sci di fondo. Corsi per le scolaresche.ASD SAN CARLO – NOVA MILANESEAttività sportiva presso l’oratorio. Coinvolgono 450 ragazzi.MTB INCREA – BRUGHERIOMountain Bike e ciclocross per bambini dai 6 ai 12 anni. POLISPORTIVA TRIUGGESEAttività sportive innumerevoli, calcio, pallavolo, presciistica, danza, ginnastica, per 400 atleti.

LE ASSOCIAzIONI PREMIATE

2.00 alla

1.500 euro in colla di Biassono alla P

Page 5: Magazine febbraio 2012

lla IVa edizione

5Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

Buono per un viaggio in pullman all’AVuLSS di Besana

lle forniture sportive

la medaglia d’oro ad un volontario: mad Asghr del COI di Vimercate

I volontari premiati: Biagio Caroppo dell’Associazione Massimo Brioschidi Ceriano Laghetto, Asghar Muhammad Asghr del Coi di Vimercate,Matteo Cantù e Alberto Visconti dell’ASD Baita di Monza. Targa della Camera all’Associazione Magica Cleme di Meda

5.000 euro all’Associazione Samudra Insieme di Monza5.000 euro all’Associazione Scuola Laboratorio Giovani di Vimercate

5.000 euro alla Cooperativa Gioele di Lissone

00 euro in collaborazione con la Regione Lombardia a Cooperativa Sociale Oasi di Lentate sul Seveso Fornitura completa di biciclette all’MTB Increa di Brugherio

2.500 euro in collaborazione con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza al Gruppo Amici del Sacro Cuore di Monza

2.000 euro in collaborazione con il Comune di Monza all’Associazione White Mathilda di Limbiate

aborazione con la Croce Bianca olisportiva Triuggese

Alcuni momenti della premiazione, il 13 novembre a Carate Brianza.

ww

w.cos

truiamoilfuturo.it

visita il sito

e guarda tutte le foto dell’evento

Page 6: Magazine febbraio 2012

L’intervista

Banche e “professori”.Chi ci salverà?

Idati indicano un paese in recessione, eStandard & Poor’s ha appena operato undeclassamento di 9 paesi europei, tra cuil’Italia. Il Consiglio dei Ministri ha appro-

vato in fretta e furia un decreto sulle liberalizza-zioni e si accinge a mettere mano al tema dellavoro. In questo caos economico-sociale, in cuil’Italia rincorre una crescita sempre più urgente,abbiamo voluto incontrare un esperto. Ecco al-lora spunti, riflessioni, provocazioni di Giulio Sa-pelli, ricercatore, studioso e manager, professoreordinario di Storia Economica all’Universitàdegli Studi di Milano.

La Bce ha concesso alle banche italiane 116miliardi di euro ad un tasso dell’1%. Secondo leiquesti soldi serviranno almeno in parte a finan-ziare imprese e famiglie?

La cosa interessante è un articolo comparso inprima pagina sul Financial Times, dal titolo scon-volgente: “Italian banks top list of ECB fundusers”. Le banche italiane sono le prime in Eu-ropa che usano questi fondi. Sostiene il Finan-cial: 12 miliardi Intesa San Paolo, 10 miliardiMonte dei Paschi di Siena. Usano questi miliardiper ricapitalizzarsi. Tanto valeva nazionalizzarli.Così non servono né a chi deve fare un mutuoper comprarsi una casa, né a chi vuole fareun’impresa. Servono esclusivamente alle ban-

che, sperando che tra qualche anno si riavvii uncircolo per cui, dopo essersi ricapitalizzate, condelle regole molto discutibili, rimetteranno que-sti soldi a disposizione della collettività.

Quindi potranno servire alla crescita sul lungoperiodo?

È una scommessa. Credo che non servirannoa nessuna crescita. Credo serviranno a tenere inpiedi delle banche. Le piccole banche coopera-tive, per il tipo di proprietà collettiva che hanno,sono orientate a riprodurre il credito e quindi lasocialità. Le banche capitalistiche invece hannouna forma di proprietà diversa. Sono quotate inborsa, hanno dei vincoli, devono dare profitti aicosiddetti shareholders. Questo dovrebbe far ca-pire alla gente che le banche capitalistiche pen-sano prima ai propri profitti che alla crescita.

Su il sussidiario.net di qualche giorno fa ècomparso un suo articolo sulle agenzie di rating.Cosa ne pensa del ruolo di questi istituti?

Le agenzie di rating sono nate a fin di bene al-l’inizio del Novecento negli Stati Uniti, conce-pite da veri e propri innovatori del sistemacapitalistico, innovatori che erano anche dei mo-ralisti. Non a caso nascono dopo la grande tem-pesta della speculazione finanziaria di fineOttocento e dei primi del Novecento scatenatadai cosiddetti Robbers Barons contro i quali la

magistrale penna di Thorstein Veblen scrisse pa-gine esemplari in The Theory of the LeisureClass. Si trattava di trovare un mezzo grazie a cuinon si potessero più vendere lemmons, ossiadetto in parole povere “sole”, a investitori mal-capitati e sprovveduti. Le società che vendevanoazioni erano sottoposte a un rating, cioè a unavalutazione classificatoria che ne misurava ilgrado di affidabilità nel breve, nel medio e nellungo periodo. Naturalmente tutto quello chenasce nel sistema capitalistico diventa merce equindi via via i fondatori delle agenzie di rating,che son più o meno quelle di oggi, non solo sifacevano pagare in modo continuativo dalleaziende che valutavano, ma col crescere degli af-fari, con l’ampliarsi della borsa, inclusero nelloro capitale sociale nuovi azionisti, che spessocoincidevano e coincidono con alcune delle isti-tuzioni che esse, un tempo, stimavano a paga-mento. Naturalmente la loro valutazione vienemanipolata dagli azionisti. Mi sembra che daqualche mese gli stessi operatori non prendanopiù sul serio questi istituti.

Monti a Londra ha detto: “Chi non paga letasse avvelena i propri figli”. È davvero questo ilproblema centrale dell’Italia, l’evasione fiscale?

Certamente l’evasione fiscale è un grosso pro-blema per l’Italia. Questo avviene anche perché

non c’è un patto tra il cittadino e lo Stato. Il cit-tadino non si fida, perché lo Stato gli è semprestato nemico. E quindi sfugge le tasse. Questonon giustifica chi non paga. Il professor Montidovrebbe riflettere: forse abbiamo troppe tasse.Però mi sembra difficile che possa fare questa ri-flessione che è già concettualmente elaborata.

Parliamo di liberalizzazioni. I provvedimentiche il governo sta mettendo in atto possono rap-presentare un fattore di rilancio dell’economia?

Sì, se centrano con la crescita. Se invece ri-guardano i taxisti sono solo un atto di crudeltàcontro dei piccoli artigiani e servono solo a di-mostrare il furore ideologico a cui sono arrivatiquesti professori. Per quanto riguarda la libera-lizzazione del gas ho molti dubbi che la separa-zione tra distribuzione, esplorazione edestrazione produca un abbassamento dei costi,perché il costo viene determinato alla fonte. Ilmercato del gas è addirittura cosmopolistico. Peril resto sono liberalizzazioni giuste ma mi sem-brano provvedimenti affrettati e con scarse basiteoriche. Non vorrei che avvenisse come neglianni ’90 quando le privatizzazioni senza libera-lizzazioni hanno solo favorito i privati. Adesso sicomincia dalle liberalizzazioni, quindi è già me-glio. Stiamo a vedere.

Carlotta Borghesi

Bce, agenzie di rating, evasione fiscale, tasse e liberalizzazioni.Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica a Milano, dice la sua.

6 Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

Giulio Sapelli

Page 7: Magazine febbraio 2012

Buongiorno Direttore. Ci potrebberaccontare brevemente la sua storia?

Ormai è una lunghissima storia. Viracconto i passaggi importanti: il primoquando sono entrato nella redazione de“Il Giornale” con Montanelli, poinell’89, 21 anni fa, quando mi è stata af-fidata la prima direzione a “Il Sabato”.Infine nel ’92 è arrivata la prima dire-zione di un quotidiano: “Il Giorno”.Così mi sono trasferito a Milano. Dueanni dopo sono arrivato a Mediaset, perriaprire “Studio Aperto”, che allora erasolo una piccola pattuglia di persone efaceva 2 edizioni brevi. Noi l’abbiamo ri-lanciato ed è stata una grande avventuradurata sette anni, fino al 2000.

Poi è arrivato a TgCom?Si. Allora TgCom era un piccolo sito, che fa-

ceva Mediaset, slegato dalle altre attività del-l’azienda. Era un sito fatto da giovani, una cosaminima. TgCom ha fatto un salto grazie al lanciodelle pillole in televisione, saldando per la primavolta il marchio a un prodotto televisivo e unprodotto internet. Il prodotto internet era giàcomplicato, multimediale, cross mediale. Si scri-veva su polimedia lo stesso testo per inviarlo supiù piattaforme. Questa piccola esperienza dicrossmedialità è diventata con la televisione mul-timedialità, creando il passaggio del marchio tratelevisione, internet e poi successivamente sututti gli altri strumenti multimediali: smar-tphone, tablet, applicazioni. Però mancava unprogetto di sviluppo totale. A me mancava. Perquesto gli ultimi due anni ho lavorato per poterrealizzare un unico progetto, con un unico mar-chio, legato sia a un canale televisione che adaltre piattaforme multimediali. Ora TgCom24 èun prodotto multimediale.

La multimedialità cambierà il modo di fare in-formazione?

L’informazione moderna, quella multime-diale non è confezionata e impacchettata. È fir-

mata, garantita, ma è un’informazione a flussocontinuo. La differenza non dipende dal mezzo,che sia internet o televisione. Ma dal modo diconcepire l’informazione. Con il passare deltempo saranno gli utenti a mandare video, ma-teriale, telefonare, chiedere di intervenire. È lamodalità internet. Non coincide più con lo stru-mento, ma è una modalità che invaderà tuttal’informazione.

Così l’informazione diventa a portata ditutti…

L’informazione è un bene comune. Chi de-tiene i mezzi di informazione ha in mano la di-stribuzione e deve avere in mano un businessche gli permette di ricavare profitti con la pub-blicità. Su internet la gente questo lo sa e lomette in atto. Su facebook, sui blog.

I giovani concepiscono già in questo modol’informazione?

Però il loro è un mondo chiuso, non permea-bile a tutto il resto. Invece vorrei levare le bar-riere e fare come TgCom24: un mondo aperto.Se tu mi mandi un video valido, lo metti tu, staifacendo tu informazione. Ci vuole un po’ ditempo perché in Italia non siamo abituati. E so-prattutto serve responsabilità. Perché seapriamo questa massa di informazione a tutti

ognuno deve stare attento e diventareresponsabile. Questo in Italia è moltodifficile. In America l’hanno capito datempo.

Lei ha partecipato come relatore alcorso-concorso In-formazione per stu-denti delle scuole superiori. A propo-sito della responsabilità che leiindicava: è importante che i giovani,anche attraverso la scuola, siano edu-cati all’uso di questi strumenti?

È molto importante educare i gio-vani e il mondo dei giovani. Faccio unesempio. Oggi si parla di pensioni. In-vece si dovrebbe far capire ai giovaniche le pensioni, nel loro futuro, non ci

saranno più, almeno come quelle che abbiamooggi. La stessa cosa va fatta con l’informazione.Oggi l’informazione è aperta a tutti. Ad esem-pio: se c’è un’alluvione a Genova, non vado piùsolo io a filmare, ma chiunque abiti in quel quar-tiere mi manda il filmato. Questo comporta ilfatto che la misura con cui vediamo questi eventisarà squilibrata. Perché entriamo in un’era incui le cose si vedono dall’interno, con una vio-lenza inaudita, violenza della natura, delle per-sone. L’enfasi, tipica del giornalista, ora non èpiù necessaria. Le immagini sono a nostra dispo-sizione e bisogna accompagnarle con maggiorsobrietà, con maggiore attenzione. Oggi che èpossibile documentare ogni errore, occorreavere più rispetto per le persone. Invece noisiamo presi dall’entusiasmo, dalla frenesia,dall’eccitazione dello scandalo. Ma bisogna ca-pirne l’abuso. La cosiddetta prova televisiva perla società umana deve essere amministrata dal-l’uomo con grande saggezza. Perciò vanno edu-cati da giovani. I ragazzi creano episodi di fintobullismo in classe per poterlo mettere su you-tube. Noi dobbiamo dargli dei compiti, in modoche loro possano usare uno smartphone, conuno scopo e nel rispetto per gli altri.

Carlotta Borghesi

Come è nata la passione per il giornalismo, ha sempre voluto fare que-sto mestiere?

Ho immaginato, voluto, sognato di fare la giornalista fin da quandoero ragazzina, ed è una cosa che nasce dalla lettura dei reportage dimondi lontani, come quelli scritti dalla Fallaci, da Tiziano Terzani, da Et-tore Mo, che ho sempre avuto come punto di riferimento; mi ricordo in-fatti che i miei compagni mi prendevano in giro per questa ragione.Arrivata all’Università mi piaceva così tanto la letteratura che ho pensatodi dedicarmi alla carriera accademica. Nel momento in cui mi sono tro-vata a dover fare la scelta definitiva mi sono detta: “No, devo fare la gior-nalista”.

Qual è il compito del giornalista?La risposta è brevissima: raccontare ricordandosi

che il nostro unico obiettivo è raccontare. Raccon-tare quello che uno vede, senza dimenticarsi maiche il fine di quel racconto non è se stessi, ma con-siste nell’essere un tramite.

Su questo aspetto ha insistito particolarmente du-rante la lezione, ricordando ai ragazzi di non cederead una visione manichea dell’esistenza…

Ci credo molto in questo. Il nostro racconto do-vrebbe servire semmai ad accrescere la complessità,non della realtà, ma della comprensione della re-altà. Il nostro obiettivo, la nostra missione, è far sor-gere domande, di far nascere curiosità intellettuali e una voglia di verità.E questa voglia di complessità va esattamente nella direzione opposta ri-spetto al giornalismo a tesi, di chi sa già cosa pensare, di chi sa già cosarisponderà una persona, di chi sa già che situazione si troverà di fronte.Il giornalismo deve essere anche capacità di saper guardare le cose in fac-cia e lasciarsi sorprendere dalla realtà. E aggiungo: la capacità di mettersiin discussione.

Tutto questo è davvero ammirevole, dal momento che lei ha alle suespalle anni di carriera. Con il crescere dell’esperienza non si rischia di

dare tutto più scontato?Per me è esattamente l’opposto: più vado avanti, più mi rendo conto

che la complessità e il dubbio sono le uniche cose che possono fare ilpalio con il mio lavoro. La mia esperienza mi ha insegnato che tuttoquello che possiamo fare è cercare di acquisire strumenti culturali op-portunità di comprensione per noi e chi ci segue sempre maggiori, percercare di entrare nei meandri di questa complessità.

Lei ha partecipato al corso organizzato da Costruiamo il Futuro e ri-volto agli studenti delle scuole medie superiori delle Province di Lecco,Monza e Brianza e Como. Perché ha deciso di partecipare come relatrice?

Prima di tutto perché sapevo che di fronte misarei trovata dei ragazzi e ritengo che un’iniziativacome questa, dedicata ai ragazzi, rivolta a offrire airagazzi opportunità di comprensione, sia davverostraordinaria. Ma non mi sarei mai aspettata di ar-rivare a fine mattinata felice com’ero, è stato unincontro bellissimo, fortemente motivante, ho sen-tito l’energia che arrivava dalle persone che avevodi fronte e mi ha dato una voglia di novità che nonavevo da tanto.

Di fronte a sé aveva una platea di 800 ragazzi.Che cosa li rendeva così attenti?

Nei ragazzi ci sono tutti gli elementi dell’inte-resse perché sono nell’età giovane, ma forse chi si

pone davanti a loro deve porsi il problema di parlare non per loro macon loro, che poi è la base di tutte le relazioni umane. Io non avevo unverbo da portare, la verità da rivelare. Avevo il mio zainetto, con dentrole mie esperienze le cose fatta ma anche i dubbi e l’ho condiviso con loro.

Un consiglio agli studenti che aspirano ad intraprendere la sua profes-sione?

Ci sono solo due consigli: crederci moltissimo e studiare moltissimo.Perché senza studiare si rimane dei pessimi giornalisti.

Carlotta Borghesi

Il corso-concorso In-formazione

“Il mio Tg è un mondo aperto”

7Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

“Il nostro unico obiettivo: raccontare”Monica Maggioni, giornalista Rai, spiega cosa vuol dire fare giornalismo.“Accrescere la complessità, far sorgere domande e la voglia di verità”.

L’appuntamento con Giovanni FlorisSabato 24 marzo si terrà l’ultima lezione del

corso-concorso In-formazione.Il giornalista e direttore di Ballarò, Giovanni

Floris, aiuterà i ragazzi ad approfondire il temadei Talk Show. La lezione di Flo-ris chiuderà la prima fase delprogetto promosso da Fonda-zione Costruiamo il Futuro e ri-volto alle scuole medie superioridelle Province di Lecco, Como eMonza e Brianza. I ragazzi do-vranno poi cimentarsi in primapersona, alla luce di quanto ap-preso nei seminari, nella produ-zione di un elaborato, un quotidiano, ungiornale on line, un talk show, per poter acce-dere alla selezione che assegnerà premi agliistituti, in denaro e in materiale didattico.

Dopo il giornale online e le piattaforme multi-mediali approfondite da Paolo Liguori, e la le-zione sui Telegiornali di Monica Maggioni, èarrivato al terzo appuntamento il premio giorna-listico In-formazione. Sabato 21 gennaio pressoil Teatro San Rocco di Seregno si è svolta la le-zione tenuta da Ferruccio de Bortoli, affiancatodalla giornalista Elisabetta Soglio del Corrieredella Sera. Hanno partecipato quasi 800 studentiall’iniziativa promossa dalla Fondazione Co-struiamo il Futuro presieduta dall’onorevole Mau-rizio Lupi, che coinvolge 22 scuole delle Provincedi Lecco, Como e Monza e Brianza.Gli studenti hanno avuto occasione di appro-

fondire come nasce, si sviluppa e qual è il ruolodel quotidiano.Ferruccio de Bortoli ha spiegato il valore del-

l’informazione, in particolare quella dei quoti-diani, anche a fronte della grande rivoluzionetecnologica degli ultimi anni, che ha visto cam-biare il mondo della comunicazione e l’approcciodel pubblico. “Noi abbiamo il compito di fare in-formazione approfondita – ha spiegato de Bortoli– che possa far sì che l’opinione pubblica facciale scelte migliori e sia cosciente della realtà. Perquesto motivo l’etica del giornalista impone diseparare le opinioni dai fatti”. Il direttore del Cor-riere della Sera ha concluso invitando i ragazzi acominciare fin d’ora a costruirsi una forte baseculturale che possa aiutarli ad affrontare la so-cietà che ormai lascia loro poco spazio. Prima disalutare i giovani de Bortoli ha voluto leggere loroil messaggio scritto su twitter: “A Seregno dibat-tito con gli studenti delle scuole di Monza Brianzae Lecco. Ho più cose da imparare io”.Gli studenti avranno la possibilità di visitare le

redazioni locali e consultare on-line materiale di-dattico e video, che i relatori forniranno per aiu-tarli nella realizzazione dell’elaborato finale, perpartecipare al concorso che assegnerà, all’istitutodi appartenenza, riconoscimenti per un valore to-tale di 24.000 euro di premi in denaro e materialedidattico. Al termine della lezione si è svolta lapremiazione di dieci giovani giornalisti che hannopartecipato al “Corso di formazione in editoriamedia e giornalismo” organizzato dall’Associa-zione Autori. I giornalisti sono stati premiati daMaurizio Lupi, presidente di Costruiamo il Futuro,Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere dellaSera, Angelo Baiguini, direttore di Netweek.

La lezione di Ferruccio de Bortoli

Giovanni Floris

Paolo Liguori durante il corso In-formazione.

Paolo Liguori, direttore editoriale di TgCom24, racconta la sua storia. Dall’esordio al Giornale di Montanelli, sino alla grande avventura in Mediaset.

Ferruccio de Bortoli insieme a due studenti di In-formazione.

Page 8: Magazine febbraio 2012

Seminario Export

Allargare gli orizzontiGuardare alla crisi come un'occasione

per ampliare il proprio business e ripar-tire. Ecco il contenuto della sfida lan-ciata dal convegno promosso da APAConfartigianato, in collaborazione conla Fondazione Costruiamo il Futuro, sul-l'internazionalizzazione svoltosi a Monzail 2 dicembre 2011.

“Abbiamo promosso questo ciclo di in-contri dedicati all'export perché le no-stre imprese si rivolgono sempre di piùverso mercati oltre confine ed è impor-tante attivare azioni concrete per soste-nerle, spiega Giovanni Barzaghi,Presidente di APA Confartigianato Im-prese di Milano, Monza e Brianza. Lacrescita dell'export a livello regionale ètrainata dai Paesi dell'Unione Europea(+16,7%), ma siamo i più presenti suimercati emergenti di Brasile, Russia,India e Cina. La provincia di Monza eBrianza in particolare registra nei primisei mesi dell'anno un incremento del-l'export del 21,5%. Dati significativi afronte dei quali il nostro ruolo come As-sociazione è quello di individuare lenuove modalità con cui l'attività arti-giana può adattarsi a un ambito diampio respiro geografico ed econo-mico”. Presenti al tavolo l'onorevoleLara Comi, Parlamentare europeo el’onorevole Raffaello Vignali, Vicepresi-dente X Commissione per le Attività Pro-duttive della Camera dei Deputati,nonché primo firmatario dello Statutodelle Imprese. Accanto a loro, RenatoMattioni, Segretario generale della Ca-mera di Commercio di Monza e Brianza.“In un contesto globale, in cui le rela-zioni superano la dimensione territo-riale, c’è un’economia dell’intangibile

che vale come le infrastrutture fisiche,dichiara Mattioni. Il brand è un valoreche sintetizza la reputazione economicadi un nodo, cioè un insieme di simbolied eccellenze che descrivono il ‘nuovoterritorio senza il territorio’. Rafforzarei brand che riconduciamo alla Brianza,dal design al Gran Premio, dalla VillaReale all'High Tech, significa investirenella competitività delle imprese, in par-ticolare nella sfida globale”.

Protagonisti della tavola rotonda Mo-nica Cellerino, Responsabile di Territo-rio per la Lombardia di Unicredit. “Laproiezione oltre confine non è più unopzione, ma una necessità per le piccolee medie imprese, ed è compito dellebanche, in particolare di una bancacome UniCredit presente in 22 Paesi econ una rete internazionale complessivadistribuita in circa 50 mercati, accompa-gnare con fatti concreti le imprese ita-liane sui mercati esteri”. FernandoDelogu, Direttore Marketing e Relazioniesterne di Bartolini si è concentrato sullatematica della logistica internazionale.Roberto Galbiati, Presidente di Mobili-taly, ha raccontato l’esperienza del Con-sorzio sui mercati esteri: “Per garantirecontinuità con un patrimonio aziendalealtrimenti a rischio, occorre accettare lenuove sfide dei mercati esteri. Ma per co-gliere queste opportunità serve costruireuna cultura imprenditoriale in cui leaziende si sentano partner e non compe-titor. Tutti sono chiamati a condivideree mettere a disposizione la propria cono-scenza e capacità con l'obiettivo di farerete e avere la forza di oltrepassare i pro-pri confini“.

Tiziana Colla

La cronaca del convegno promosso da APA Confartigianato.

8 Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

Lunedì 2 di gennaio è venuto a mancare il nostro amico Enzo Sala.Enzo è stato una presenza discreta ma assidua e preziosa fin dai primissimi anni

in cui Costruiamo il Futuro cominciava a svilupparsi a Merate. Ricordo il primo in-contro avuto con lui, quando mi capitò di sedergli accanto in occasione di un pranzoconviviale tenutosi insieme al nostro presidente Lupi a casa di Anna e Antonio Gal-biati. Enzo parlava poco, ma mi colpiva l’attenzione con cui tutti i presenti lo ascol-tavano quando prendeva la parola per intervenire sui più svariati argomenti. Tutti

avevano una grande stima di lui.Da allora sono passati diversi anni ma ancora ri-

cordo chiaramente che la mia primissima impres-sione fu quella di avere accanto un uomo buono esaggio. Impressione che è stata poi confermata dallenumerose occasioni in cui abbiamo avuto la fortunadi averlo in mezzo a noi. Cittadino benemerito dellasua comunità, Enzo aveva sempre degli argomenti ir-resistibili e dei giudizi acuti e chiarificatori che ren-devano la conversazione con lui particolarmentepiacevole e certamente molto utile e interessante. Intante occasioni, tra cui alcune indimenticabili me-rende ospiti della sua bella casa a Merate in compa-gnia della moglie Alessandra, ci ha aiutati conconsigli preziosi, accompagnandoci nell’esperienza

dell’Associazione e in quella della Fondazione Costruiamo il Futuro di cui è statoSocio Fondatore.Di Enzo mi ha sempre colpito anche la pazienza con cui sapeva affrontare le dif-

ficoltà e l’umanità che sapeva trasmettere anche solo in una stretta di mano. E'sempre stato un uomo modesto, sappiamo quanto bene ha fatto per gli altri, ed ètanto; molto di più è quello che ha fatto e che noi non sappiamo. Enzo lascia in ere-dità a tutti noi un grande esempio di cui gli saremo sempre grati.

Francesco Sangiorgio

Il ricordo di Enzo Sala

«I cittadini hanno il diritto di promuovere petizioni alGoverno per correggere le ingiustizie», così recita ilprimo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti.Parte da qui il mio viaggio di studio a Washington DC.Obiettivo: scrivere la tesi di laurea. Nella capitale americana mi aspettava una scrivania

presso il Center for Strategic and International Studies(CSIS), uno dei principali think tank al mondo specia-lizzato in politica estera, strategica e militare. Tanto im-portante che un giorno, in ascensore, ho intravistoHenry Kissinger, membro del consiglio di amministra-zione del CSIS. Ho potuto quindi osservare da un puntodi vista privilegiato, l’affascinante sistema dei think tankamericani.Dire che questa esperienza mi ha insegnato molto,

è semplicemente riduttivo. Washington è una città bel-lissima, internazionale, viva e divertente. Dall’altra partedell’Oceano tante cose sono diverse, opposte, rispettoall’Europa che conosciamo. Nel bene e nel male. Unmese è trascorso in fretta, ma è bastato per respirareuna concentrazione di attività politica vera, di movi-mento dal basso e di partecipazione davvero difficileda raccontare. Alla sera, uscito dall’ufficio, visitavo lacittà, continuando a imparare e scoprire ciò che di in-teressante nasconde, dai grandi musei della storia agliarchivi nazionali. Ogni luogo parlava della mia tesi, dellastoria americana e di quel popolo affascinante. Per un ragazzo di 24 anni come me, gli incontri e i

rapporti nati in quei palazzi sono stati la cosa più bellae sorprendente. Non dimenticherò mai gli appunta-menti con donne e uomini ai vertici dell’amministra-zione americana fissati semplicemente via mail eottenendo risposte e disponibilità immediate. O le te-lefonate a cui rispondevano direttamente dalla loro

scrivania senza i filtri delle segreterie. Durante uno diquesti incontri con un importante membro dello staffdi Hilary Clinton, mi sono sentito chiedere se potevoinnanzitutto rispondere io a delle domande sull’Italia esulla nostra situazione. Tutte le persone incontrate mihanno trasmesso informazioni e altrettante ne hannovolute ricevere, in un continuo confronto e desiderioumano di conoscenza, nel pieno rispetto delle idee al-trui. Per concludere desidero riassumervi l’oggetto della

mia tesi: i think tank. Che cosa sono esattamente? Sitratta di istituti indipendenti di ricerca per le politichepubbliche, nati già agli inizi del Novecento come distac-camenti delle grandi università americane. Hanno sedein grandi palazzi con centinaia di persone di staff e rac-colgono budget milionari. Di fondi pubblici neanchel’ombra: pensate che si finanziano con centinaia di mi-gliaia di donazioni individuali o di aziende! La loro mis-sione è, innanzitutto, produrre nuove idee per aiutare idecisori a risolvere le esigenze quotidiane, dall’econo-mia al fisco passando per istruzione, sanità e difesa.Così i politici possono prendere decisioni nell’ottica delbene comune con maggior consapevolezza della realtà,basata su dati scientifici. In secondo luogo, i think tankambiscono a guidare il dibattito politico influenzandoil modo di pensare dei decisori e dell’opinione pubblica. In Italia il fenomeno delle fondazioni di cultura poli-

tica, è ancora giovane. Ma il contributo che esse pos-sono portare al dibattito politico è grande, sotto ilprofilo scientifico, educativo e culturale. Per questo motivo ho colto al volo la preziosa pos-

sibilità di far parte attivamente della Fondazione Co-struiamo il Futuro.

Carlo Cazzaniga

Ve la dò io l’America: il sistema dei think tank

Enzo Sala