magazzino-capitoli 6,7,8

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    COSIMO MAGAZZINO

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    Per minimal State sintende, nella concezione di NOZICK, lattribuzione

    alloperatore pubblico di limitati compiti: assegnazione dei diritti, giustizia

    (garanzia del rispetto dei diritti), difesa (del titolare del diritto dalle minacce

    altrui).

    In relazione al compito dello Stato minimale di assegnare i diritti di

    propriet sorgono 2 problemi:

    a) la necessit di attribuire comunque i diritti di propriet;

    b)lopportunit di attribuire i diritti di propriet in modo da risolvere i

    problemi di equit nonch i problemi di efficienza.

    Il funzionamento del Mercato richiede che sia individuato il titolare del

    diritto di propriet, senza di che ogni scambio sarebbe disincentivato.

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    Per regulation sintende una misura di controllo diretto con la quale lo

    Stato disciplina in astratto (tramite la legislazione) o in concreto (tramite

    lintervento esecutivo) il comportamento degli operatori privati in un

    determinato settore economico o in determinate circostanze.

    Si hanno varie forme di regolamentazione:

    - dei prodotti dellingegno: si precisano i diritti di propriet al fine di

    stimolare lattivit innovativa e lefficienza dinamica

    - ambientale: precisa i diritti di propriet nel campo delle attivit con

    ricadute sullambiente

    - dellentratae della concorrenza effettiva

    - di elementi strutturali del mercato o della condotta delle imprese

    - tariffaria e di prezzo: con finalit di efficienza (statica o dinamica) e con

    finalit distributive

    - qualitativa e informativa: al fine di garantire la posizione del

    consumatore quando sorgano problemi di sicurezza nelluso di un prodotto.

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    La regolamentazione dellentrata pu avere varie finalit: sostegno al

    reddito degli operatori incumbent, protezione della sicurezza dei consumatori,

    garanzia di uno standard di qualit.

    La concorrenza nel mercato il normale processo di competizione che

    avviene tra le diverse aziende, non necessariamente sui prezzi (le imprese

    potrebbero rivaleggiare sul valore aggiunto, sulle quantit offerte o altro).

    Per concorrenza per il mercato, invece, si intende lintroduzione di un

    diritto di accesso al mercato stesso, da assegnare sulla base di unasta. Essa ,dunque, un meccanismo che mette in concorrenza le imprese per avere diritto

    a servire un determinato mercato. Viene usato per regolare mercati che

    presentano caratteristiche di monopolio naturale, dove quindi efficiente far

    produrre il bene/servizio a una sola impresa, mitigando cos la perdita di

    benessere che la condizione monopolistica causa. Il teorico di uno dei

    meccanismi pi diffusi DEMSETZ, che propose il c.d. franchise bidding. In

    pratica viene messo allasta il diritto a fornire un dato servizio a una tariffa

    stabilita; chi dirige lasta offre la prima tariffa, quindi la abbassa nei round

    successivi, finch non rimanga un solo concorrente, che sar vincolato a

    servire il mercato praticando quella tariffa.

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    Le p. antitrust rappresentano linsieme delle norme e delle azioni di P.E.

    messe in atto al fine di impedire i comportamenti delle imprese che non

    rispettano la libera concorrenza, e che porterebbero quindi a unindesiderata

    inefficienza nelle allocazioni di mercato. Esse si propongono di tutelare la

    libert economica e di limitare il potere che deriva ai gruppi che godono di

    posizioni dominanti su specifici mercati.

    Loggetto principale della politica e della normativa antitrust consiste: a)nel combattere accordi e intese (trust) fra imprese, volti a restringere la

    concorrenza; b) nel combattere gli abusi esercitati da chi occupa posizioni

    dominanti; c) nellimpedire acquisizioni e fusioni di imprese che portino a

    concentrazioni industriali.

    Negli USA si scelto di far agire lo Stato come arbitro: esso non entranel Mercato, nella sfera della produzione, ma ne rimane estraneo

    sorvegliandolo dallesterno. Nei Paesi europei, si ritenuto a lungo di nonaver bisogno di una normativa antitrustperch lo Stato svolgeva il ruolo di

    imprenditore in quei settori nei quali le concentrazioni avrebbero

    comportato inefficienze allocative. 5

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    La legislazione antimonopolistica tende a modificare la struttura dei

    mercati o il comportamento degli operatori economici in modo da

    conseguire 3 finalit:

    a) tutelare la libert economica

    b) limitare il potere economico e politico che sorge dalle concentrazioni

    economiche

    c) accrescere lefficienza allocativa.

    Linefficienza allocativa pu derivare da: 1) accordi o intese restrittive

    della concorrenza; 2) abuso di posizione dominante; 3) concentrazione delle

    risorse economiche in poche imprese.

    La legislazione antimonopolistica prescrive regole di comportamento per

    le imprese e sanziona i comportamenti e le situazioni che realizzino

    condizioni monopolistiche oppure ne rappresentino lo sfruttamento.

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    La legislazione europea in materia di concorrenza si ispira a quella

    statunitense ed imperniata sugli artt. 85-87 del Trattato di Roma.

    Lart. 86 stabilisce che, per sanzionare la condotta di una impresa: 1) va

    definito il mercato rilevante; 2) va verificata la presenza di una posizione

    dominante su tale mercato; 3) va precisato il concetto di abuso.

    Il mercato rilevante definito tenendo conto delle caratteristiche

    merceologiche, dellestensione geografica e della sostituibilit dal lato della

    domanda.

    La posizione dominante valutata in relazione alla quota di mercato

    detenuta dallimpresa ed alla sua capacit effettiva di seguire una condotta

    non concorrenziale.

    Labuso di posizione dominante la condotta di un operatore che lo

    mette in grado di ridurre significativamente il grado di concorrenza sulmercato, adottando metodi non concorrenziali.

    Vengono considerate distorsive della concorrenza le fusioni, acquisizioni,

    concentrazioni di imprese e gli aiuti statali mediante risorse pubbliche.

    Sono, invece, considerate compatibili con il Mercato Comune Europeo

    (MCE) gli aiuti regionali, gli aiuti orizzontali e gli aiuti settoriali. 7

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    Per liberalizzazione si intende lingresso di nuove imprese su mercati

    serviti da monopolisti.

    Perprivatizzazione si intende il passaggio di propriet (parziale o totale)

    da soggetti pubblici a soggetti privati.

    Si discute, sul terreno politico, su quale ordine temporale sia preferibile

    seguire nei due processi. Se la privatizzazione precede la liberalizzazione,

    limpresa pubblica potr essere venduta ai privati a un prezzo maggiore,

    poich il privato che acquisisce limpresa potr operare su di un mercato nel

    quale non vi sono concorrenti. Daltro lato, questa opzione consegna il

    mercato a un monopolio privato, con le inefficienze allocative che ne

    seguono.

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    Limpresa pubblica soffre di varie inefficienze:

    1. carenza manageriale: i dirigenti pubblici hanno scarsi incentivi alperseguimento di qualsiasi obiettivo indicato dalp.m.;

    2. non vi garanzia di sana gestione, a causa della dipendenza dal mondo

    politico (clientelismo);

    3. appesantimento dei costi che si riflette in maggiori prezzi o in maggiori

    perdite dellimpresa pubblica, ripianate ricorrendo alla fiscalit generale;

    4. scelte dellimpresa pubblica slegate dal vincolo di bilancio;

    5. molteplicit dei fini assegnati allimpresa pubblica, che crea oneri

    impropri;

    6. scarso incentivo allinnovazione.

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    Il teorema elaborato da AVERCH e JOHNSON nel 1962 dimostra come la

    regolamentazione di imprese che operano in regime di monopolio naturale,

    attraverso il controllo del tasso di profitto, possa spingere le stesse verso una

    combinazione produttiva che prediliga il capitale a scapito dellefficienza

    allocativa.

    Tali imprese, che operano in forme di mercato non concorrenziali, non

    hanno infatti interesse a controllare il livello dei costi, e quindimassimizzano il profitto, dato il vincolo stabilito; se il profitto

    proporzionale al livello di capitale utilizzato nel ciclo produttivo, le imprese

    accresceranno il rapporto capitale-lavoro anche oltre il livello che sarebbecompatibile con unottima allocazione delle risorse produttive.

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    Il controllo dei prezzi una forma di regolamentazione. Consiste nel

    fissare livelli di prezzo massimi o minimi, a seconda delle finalit.

    Se lobiettivo di garantire un reddito a chi offra un bene o servizio, si

    stabilir un prezzo minimo. Per obiettivi di politica antimonopolistica, si

    fisser un prezzo di vendita massimo.

    Il controllo diretto dei prezzi pu attuarsi attraverso la fissazione di:

    1. un margine di profitto massimo: determinazione di una percentuale

    massima di profitti sui costi unitari, imponendo un limite al prezzo;

    2. un tasso di profitto massimo sul capitale investito: determinando

    univocamente il prezzo unitario massimo;

    3. unprezzo massimo (price cap): formula IPC-x. Se IPC, il tasso annuo di

    variazione dellindice dei prezzi al consumo, pari al 5% e x, una

    percentuale decisa dallauthority, pari al 3%, allora il prezzo fissatodallazienda regolamentata pu crescere al massimo del 2% annuo.

    Yardstick competition: se pi imprese operano sul mercato, potranno essere

    confrontati i costi di ognuna, e addirittura in alcune condizioni sar

    possibile fissare in modo efficiente i prezzi con il primo metodo, legando il

    prezzo praticato dallimpresa A ai costi dellimpresa B, e viceversa. 11

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    Lintroduzione di imposte (positive o negative, personali o reali) pu

    servire al conseguimento di molteplici obiettivi di politica micro:

    redistribuzione del reddito, efficienza allocativa, efficienza dinamica.

    Le imposte positive (sussidi) si risolvono in un esborso per lo Stato e in un

    introito per i privati e assumono la forma di crediti dimposta, contributo in

    conto interessi, contributo in conto capitale.

    Rilevante leffetto del fenomeno della traslazione dellimposta,facendo divergere il soggetto percosso da quello inciso.

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    La domanda pubblica di beni e servizi pu essere amministrata per

    raggiungere varie finalit:

    1. garantire il funzionamento dellapparato amministrativo e la produzione

    di servizi pubblici;

    2. sostenere determinate branche dellattivit produttiva (politica

    industriale);

    3. regolare la domanda globale (politica anticiclica).

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    La presenza di esternalit provoca una disuguaglianza fra costo privato e

    sociale (se si tratta di esternalit di produzione), o fra utilit marginale

    privata o sociale (nel caso di esternalit di consumo).

    Simili divergenze provocano inefficienze che possono essere eliminate con

    il rimuovere le divergenze stesse, ossia con linteriorizzare il costo o il

    vantaggio procurato da un operatore alla collettivit.

    Ci pu essere fatto in vari modi:

    1.la tassazione (sussidiazione) delle attivit da cui scaturiscono le

    diseconomie (economie) esterne;

    2.lincentivazione a eliminare le diseconomie esterne o a sostenere le

    economie esterne;

    3.lintroduzione di diritti negoziabili alla creazione di diseconomie esterne;

    4. la regolamentazione.

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    Se unattivit di produzione crea diseconomie esterne, la differenza fra

    CMgPr e CMgSoc pu essere rimossa con lintroduzione di unimposta

    pigouviana.

    Cos, aggiungendo al CMgPrunimposta pari al valore dellesternalit, si

    otterrebbe un nuovo e pi elevato costo marginale privato, pari al CMgSoc

    ( CMgPr=CMgSoc) e si indurrebbe limpresa a compiere le sue scelte in

    termini di questultima grandezza.Se si tratta di imposte la cui entit fissa al variare di q, limpresa

    deciderebbe q: CMg + a = p.

    Se unimpresa in concorrenza perfetta genera diseconomie esterne pari ad

    a*q, per ogni unit addizionale prodotta, in assenza di intervento pubblico q

    = OA (dove CMgPr=p). Linternalizzazione dellesternalit prevedelintroduzione di unimposta a*q per ogni unit marginale. In tal caso il

    CMgPr + a*q = CMgSoc, e q = OC ( q).

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    Se limpresa produce q = OA, mentre q* = OC, loperatore pubblico

    anzich introdurre unimposta pari ad a*q (per ogni quantit prodotta),

    potrebbe erogare un sussidio, pari a DE, per ogni unit in meno prodotta.DE il valore dellesternalit negativa in q*. Cos, CMgPr (di DE). Se

    limpresa continuasse a q = OA, CMgPr = AB, pari al vecchio CMgPr

    aumentato della perdita del sussidio, DE. In presenza di sussidio, CMgPr =

    CMP. Pertanto, perlimpresaq* = OC, dove CMP = p.

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    Si predetermina q*, e quindi il livello della diseconomia esterna

    socialmente ottimale. Si assegnano poi, attraverso un meccanismo dasta, i

    diritti ad inquinare, fino al limite massimo indicato. Tali diritti possono

    anche essere ceduti ad altri operatori. Le imprese avranno convenienza a

    pagare pmax = DE. Il valore del diritto corrisponde al valore

    dellinquinamento quando q = OC, ed pari a DE. Cos, CMgPr(di DE

    = CF). Come nel caso del sussidio, q* = OC.

    Vantaggi dei diritti negoziabili:

    - incentivo alle innovazioni tecnologiche tendenti a ridurre le esternalit;

    minore pervasivit delloperatore pubblico nelleconomia.

    Vantaggi delle imposte:- aumento delle entrate pubbliche.

    Vantaggi dei sussidi:

    - riduzione della pressione tributaria.

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    Le politiche industriali tendono a governare la struttura produttiva del

    sistema economico e il suo potenziale produttivo, oltre ad accrescere

    lefficienza allocativa e quella dinamica. Esse possono tendere:

    a) alla riconversione produttiva, ossia al mutamento della composizione

    settoriale della produzione;

    b) al riposizionamento, ossia al mutamento della posizione occupata

    allinterno della filiera produttiva;

    c) alla ristrutturazione, ossia al mutamento microeconomico nella strutturaproduttiva.

    La p. industriale pu essere di 2 tipi:

    - generale od orizzontale: cerca di influenzare le decisioni prese dalle

    imprese, per rafforzare la struttura produttiva;

    - selettiva: tende a influenzare le decisioni delle imprese in alcuni settoriproduttivi o in certe aree geografiche (in questo secondo caso si parla di p.

    regionale). Essa pu avere finalit offensive (se si propone di mutare la

    struttura industriale) o difensive (se cerca solo di mantenere la struttura

    industriale esistente). Suoi strumenti sono: tassazione, sussidiazione,

    regolamentazione; impresa pubblica; manovra della domanda pubblica. 19

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    La p. regionale una forma di p. industriale selettiva, finalizzata allo

    sviluppo di una parte circoscritta del territorio di un paese e ad una pi equa

    distribuzione territoriale del reddito.

    Strumenti della p. regionale sono gli interventi pubblici diretti

    (esecuzione di opere infrastrutturali, fornitura di servizi reali), gli incentivi

    al lavoro (fiscalizzazione e sgravi degli oneri sociali, premi per occupato),

    gli incentivi finanziari (contributi in conto capitale, in conto interessi, ai

    costi di gestione, leasing agevolato), gli incentivi fiscali (crediti di imposta,sgravi fiscali), gli interventi amministrativi (autorizzazioni, gestione

    selettiva della domanda pubblica).

    Altri strumenti della p. regionale sono:

    - le gabbie salariali, con la suddivisione del territorio nazionale in zone perognuna delle quali si sarebbe dovuto applicare un diverso livello retributivo;

    - la flessibilit salariale, con la possibilit di ridurre il salario e i vincoli

    allutilizzo della FL;

    - la flessibilit normativa, con la possibilit di ridurre la possibilit di

    licenziamento. 20

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    Il presupposto teorico della necessit di p. regionali risiede nel fatto che,

    allinterno di una medesima economia, possano esistere permanenti e

    significative differenze tra le aree territoriali che la compongono.

    Tesi della causazione cumulativa: nella tradizione keynesiana, se i legami

    tra le diverse regioni che compongono un sistema economico sono ridotti,

    ossia le regioni sono assimilabili a economie chiuse, non vi motivo per

    ritenere che tutte debbano convergere ai medesimi livelli di reddito pro-

    capite; anzi, al contrario, vi sono motivi per ritenere che gli squilibri tra ilivelli di reddito delle diverse regioni siano destinati a permanere.

    Misurazione delle divergenze regionali

    Gli indicatori per misurare lineguale distribuzione regionale del reddito

    sono:a) la sigma-convergenza: quando i valori dello scarto quadratico medio(sqm) dei livelli di reddito pro-capite diminuiscono nel tempo;

    b) la beta-convergenza: se crescono tendenzialmente in misura maggiore i

    redditi nelle regioni dove il livello di partenza minore.

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    Distribuzione personale del reddito: riguarda il modo in cui il reddito si

    distribuisce tra i membri della collettivit.

    Distribuzione funzionale del reddito: riguarda il modo in cui il reddito si

    distribuisce tra i fattori produttivi.

    Distribuzione sociale del reddito: riguarda il modo in cui il reddito si

    ripartisce fra le classi sociali.

    Distribuzione spaziale (o geografica) del reddito: riguarda il modo in cui

    il reddito si ripartisce fra le aree geografiche di un sistema economico.

    Distribuzione settoriale del reddito: riguarda il modo in cui il reddito si

    ripartisce fra i settori di un sistema economico.

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    Distribuzione personale del reddito

    Un primo passo costituito dallindividuazione della variabile da

    considerare: distribuzione del consumo, del reddito, della ricchezza.

    Un secondo passo riguarda lunit da considerare: individuo, famiglie,

    imprese, settori economici.

    Misure statistiche della dispersione e della concentrazione

    Gli indicatori di dispersione (o variazione) esprimono quanto unadistribuzione sia dispersa intorno alla sua media: varianza (var), scarto

    quadratico medio (sqm), lo scostamento medio assoluto dalla media (smam),

    rapporto percentilico (rp).

    Gli indicatori di concentrazione forniscono una misura di quanta parte di

    un carattere misurabile sia posseduta da una data frazione della

    popolazione: curva di LORENZ, indice di GINI.

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    Concetti e indicatori di povert

    Povert assoluta: riguarda gli individui che hanno un reddito giornaliero

    inferiore a 1$ (valore del 1991), o un reddito annuo inferiore a 390$ (2004).

    Povert relativa: riguarda gli individui che hanno un reddito equivalente

    inferiore rispetto al 50% del reddito individuale medio della societ di

    riferimento.

    Teorema di ATKINSON

    Se ogni individuo ha una funzione di utilit crescente e concava nel

    livello del proprio reddito e se lammontare di reddito complessivamente

    disponibile in una comunit dipende dal modo in cui distribuito, allora

    una distribuzione pi equa del reddito associata a un pi elevato livello

    di benessere sociale.

    Teorie del trickle-downLidea che favorire coloro i quali hanno un alto reddito consenta una

    maggiore produzione di reddito di quanto ne sarebbe prodotto mettendo in

    atto politiche redistributive a vantaggio dei poveri; e il maggior reddito

    complessivo finirebbe anche con il favorire gli individui a basso reddito, sui

    quali il reddito sgocciolerebbe dallalto. 24

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    Metafora del secchio bucato di OKUN

    La redistribuzione del reddito sarebbe come portare acqua, da chi ne ha

    tanta a chi ne ha poca, con un secchio bucato: nel momento in cui si opera

    il trasferimento, parte dellammontare trasferito viene perso.

    Fuor di metafora: fare i trasferimenti costoso e il costo pu essere

    talvolta rilevante, sicch non detto che il reale beneficio di chi riceve il

    reddito trasferito sia sufficiente a compensare il danno arrecato a coloro i

    quali il reddito stato prelevato.

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    Curva di KUZNETS

    Paesi con reddito pro-capite medio molto basso mostrano indici di

    diseguaglianza bassi; mano a mano che si considerano Paesi con reddito

    medio pi elevato, aumenta anche lindicatore di diseguaglianza. Arrivati a

    un certo punto, per, il segno della relazione si capovolge, e considerando i

    successivi Paesi, via via pi ricchi, a redditi medi crescenti corrispondono

    indicatori di diseguaglianza decrescenti.

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    Vengono attuate per mezzo di tutte le misure di P.E.

    Ai fini redistributivi non rilevante tanto lammontare complessivo dei

    tributi quanto la loro composizione e la loro articolazione.

    Progressivit (regressivit): capacit dei tributi di variare pi (meno) che

    proporzionalmente rispetto al reddito. Laliquota media dimposizione

    crescente (decrescente) nel reddito.

    Proporzionalit: laliquota impositiva uguale per tutti i contribuenti.

    La redistribuzione attraverso il bilancio pubblico pu avvenire mediante:

    a)imposte;

    b)trasferimenti monetari, che consistono nellassegnazione da parte dello

    Stato di somme di danaro o di buoni liberamente spendibili;

    c)trasferimenti in natura, con i quali vengono attribuiti direttamente quei

    beni o servizi che lo Stato vorrebbe fossero disponibili agli individui meno

    abbienti.

    Nella scelta tra i 2 tipi di trasferimenti evidente il contrasto tra libert

    negativa (assenza di coercizione), che viene privilegiata dai trasferimenti

    monetari, e libert positiva (capacit di sviluppare la propria personalit),

    privilegiata dai trasferimenti in natura. 27

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    Welfare State: complesso dellattivit di trasferimento attuata dallo Stato,

    in particolare nei campi delleducazione, sanit, previdenza, assistenza al

    fine di promuovere la qualit della vita dei cittadini.

    Si possono individuare 4 modelli di W.S.:

    1. il modello conservatore-corporativo, che attribuisce il diritto a

    beneficiare del W.S. a chi abbia lo status di lavoratore occupato. Ruolo

    sostanziale assunto dalla solidariet familiare e privata, con lo Stato cheinterviene in funzione residuale;

    2. il modello liberale, a sua volta distinto in puro o riformista, e che

    prevede per lo Stato interventi residuali, incoraggiando il Mercato ad

    assicurare le prestazioni di mera assistenza attraverso i sussidi;

    3. il modello socialdemocratico, che tende a promuovere luguaglianza nonsolo dei lavoratori ma di tutti i cittadini. Il ruolo centrale appannaggio

    dello Stato, con rilevanza marginale per Mercato e famiglie;

    4. il modello cattolico, dove lo Stato deve intervenire solo quando

    lindividuo, la famiglia e la comunit locale abbiano fallito nei loro compiti

    di solidariet verso i meno abbienti. 28

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    Raffinamenti dei principi ispiratori del W.S. sono:

    1. la sostituzione dei contributi sociali con le imposte sul reddito o sul valore

    aggiunto;

    2. ladozione di sistemi di workfare, ossia di erogazione di trasferimenti

    condizionata allesistenza o allaccettazione di una posizione di lavoro;

    3. la riduzione della durata del sussidio di disoccupazione e la sua

    trasformazione in sussidio alloccupazione;

    4.lampliamento del means-testing, al fine di ridurre le spese sociali

    complessive, limitandone lerogazione ai soli casi di estremo bisogno;

    5.learmarking, cio la destinazione specifica a certe voci di spesa di fondi

    ottenuti con alcune imposte;

    6.lopting out, ossia la possibilit per ogni cittadino di rinunciare ad uno opi benefici offerti dal W.S. in cambio del rimborso di una aliquota del loro

    costo, al fine di azionare una concorrenza tra W.S. e i privati fornitori degli

    stessi servizi.

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    Teoria dei sistemi pensionistici

    Sistema a capitalizzazione: ciascun cittadino interessato versa i contributi

    allente pensionistico, durante un certo intervallo di tempo. Lente

    pensionistico impiega tali contributi in investimenti finanziari a basso

    rischio, che producono interessi. Quando il cittadino inizia a percepire la

    pensione, la spesa per lerogazione di tale pensione coperta dai contributi

    che egli ha versato e dagli interessi che su questi sono maturati.Lammontare della pensione stabilito secondo una logica di equivalenza

    tra il valore attuale dei contributi versati e il valore attuale atteso delle

    prestazioni pensionistiche.

    Sistema a ripartizione: i contributi versati da ciascun cittadino interessato

    vengono utilizzati per erogare le prestazioni pensionistiche a chi si trova inpensione. Una volta che una generazione si trover in pensione, le risorse

    per pagare queste somme verranno dai contributi di chi sar nella vita

    lavorativa.

    Il sistema a capitalizzazione si affida prevalentemente al Mercato, mentre

    il sistema a ripartizione richiede un patto inter-generazionale.30

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    Teoria dei sistemi pensionistici

    Il rendimento del versamento al sistema pensionistico a capitalizzazione

    pari al tasso dinteresse (i), mentre il rendimento del versamento al sistemapensionistico a ripartizione pari al tasso di crescita della produzione

    aggregata (y).

    Nellambito dei sistemi a ripartizione, si distingue:

    - un regime contributivo: se il calcolo circa lammontare della rendita

    pensionistica viene fatto in relazione ai contributi effettivamente versati;- un regime retributivo: se il calcolo circa lammontare della rendita

    pensionistica viene fatto in relazione alle retribuzioni percepite.

    Indice di Gravosit della Spesa Pensionistica

    IGSP = (NP * S)/(NL * W)

    dove NP

    : numero di pensionati, S: entit media delle rendita pensionistica,NL: numero di lavoratori, W: salario.

    (NP * S): spesa pensionistica; (NL * W): monte salari; NP /NL: indice di

    dipendenza.

    La spesa pensionistica sar tanto pi elevata quanto maggiore lindice di

    dipendenza pensionistica e quanto pi lentit delle pensioni elevatarispetto ai salari (S/W).31

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    Assistenza

    Lassistenza una categoria generale di spesa del W.S. Tra le fattispecie dipolitiche perlassistenza ricordiamo: a) politiche di sostegno agli individui e

    alle famiglie intese a combattere povert e disagi; b) ammortizzatori sociali,

    per il sostegno ai lavoratori in situazioni di difficolt; c) politiche per la casa;

    d) politiche per il diritto allo studio.

    SanitI sistemi sanitari possono essere suddivisi in 3 grandi categorie:

    1. modello pubblico: prevede che tutti i cittadini abbiano la possibilit di

    usufruire dei servizi sanitari, il cui costo coperto dalla fiscalit generale o

    da contributi obbligatori;

    2.modello privato: prevede che tutti i beni e sevizi vengano scambiatitramite meccanismi di Mercato, ma chi non ha mezzi economici a

    sufficienza pu essere coperto da assicurazioni pubbliche finanziate dalla

    fiscalit generale;

    3.modello misto: sono presenti sia un servizio pubblico (co-finanziato dalla

    fiscalit generale) sia un servizio privato (il cui prezzo talvolta pu essere in

    parte rimborsato al privato che lo abbia acquistato). 32

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    - ACOCELLA N., Politica economica e strategie aziendali, Carocci, Roma, 2008

    (Capitoli 6, 7 e 8).- CELLINI R.,Politica Economica, McGraw-Hill, Milano, 2011 (Capitoli 12, 13,

    14 e 15).

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