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273 10 2007 www.mastermeeting.it città di provincia. Ogni pezzetto di strada e stradina che si snodano at- torno rappresenta una precisa ten- denza. Nei negozi del singolo “terri- torio” si trovano vestiti, scarpe e chincaglierie che caratterizzano i so- li ragazzi di quella tribù. Gli altri so- no out. Per l’occidentale il primo ap- proccio è scioccante. L’impressione è quella di un circo a cielo aperto, un immenso caravan serraglio, in cui attori e spettatori si amalgamano per formare un fiume umano riversato per strada. In questa bolgia dantesca a farla da padrone è sua maestà il telefonino. I Jap si divertono così MALCOSTUME E SOCIETÀ Z atteroni vertiginosi, calzerotti dai colori sgargianti, vestiti con pizzi e merletti. E poi facce supertruccate, capelli dalle tonalità più impensabili e pe- renni borse e borsette tra le mani. Il tutto condito da una camminata sal- tellante, non proprio da top model. Benvenuti nel variegato mondo di Shibuya. Centro nevralgico delle stravaganze e mode di Tokyo. Qui in fatto di cult e comportamento vale tutto e il contrario di tutto. Ma una sola cosa conta, appartenere a una delle tribù metropolitane che popola- no un’area grande come una nostra Dal Giappone tendenze hitech e strava- ganze. Con qualche precauzione per l’uso... Umberto Torelli I Jap si divertono così Suggestiva vista dal- l’alto dei grattacieli di Tokyo

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Page 1: MALCOSTUME E SOCIETÀ - Umberto Torelli · A Tokyo e dintorni cani e gatti “veri” sono un lusso. Un gattino costa almeno 1000 euro. Ecco allora il surrogato, questo tec - nogatto

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città di provincia. Ogni pezzetto distrada e stradina che si snodano at-torno rappresenta una precisa ten-denza. Nei negozi del singolo “terri-torio” si trovano vestiti, scarpe echincaglierie che caratterizzano i so-li ragazzi di quella tribù. Gli altri so-no out. Per l’occidentale il primo ap-proccio è scioccante. L’impressioneè quella di un circo a cielo aperto,un immenso caravan serraglio, in cuiattori e spettatori si amalgamano performare un fiume umano riversatoper strada.In questa bolgia dantesca a farla dapadrone è sua maestà il telefonino.

I Japsi divertono così

MALCOSTUME E SOCIETÀ

Zatteroni vertiginosi, calzerottidai colori sgargianti, vestiticon pizzi e merletti. E poifacce supertruccate, capelli

dalle tonalità più impensabili e pe-renni borse e borsette tra le mani. Iltutto condito da una camminata sal-tellante, non proprio da top model.Benvenuti nel variegato mondo diShibuya. Centro nevralgico dellestravaganze e mode di Tokyo. Quiin fatto di cult e comportamento valetutto e il contrario di tutto. Ma unasola cosa conta, appartenere a unadelle tribù metropolitane che popola-no un’area grande come una nostra

Dal Giappone tendenze hitech e strava-ganze. Con qualche precauzione perl’uso... Umberto Torelli

I Japsi divertono così

Suggestiva vista dal-l’alto dei grattacieli diTokyo

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fatto di acquisti. Raggiungerlo viaemail con pubblicità personalizzata.E infine, fornirgli uno strumento diidentità elettronica per effettuare viaInternet pagamenti sicuri. Ecco comeviene utilizzato dai teenager di Shim-buya il cellulare. Dall’alto un satelli-te, sfruttando il segnale Gps del cel-lulare, localizza chi cammina sullaOmotesando (la nostra via Montena-poleone) con la precisione di un me-tro. Comunica la posizione a un sofi-sticato computer centrale, dove sonomemorizzati i dati degli acquisti fattiin precedenza. Con indicazioni suigusti personali, abbigliamento, cibo,bevande e gadget. Informazioni ri-cavate anche dalle fidelizzazionicon negozi delle grande distribuzio-Sì il nostro caro cellulare che qui in

Giappone, regna sovrano. Per co-municare, fare karaoke, giocare,guardare la Tv, scambiarsi Sms, vi-deomessaggi con tanto di clip e mu-sica. Ma non solo. Ecco a voi le ten-denze del Sol Levante.

Le tribù tecnodipendentidel Sol LevanteL’ultima novità in fatto di “mobilephone” riguarda i cosiddetti servizidi infomobilità. In pratica si tratta dilocalizzare l’utente grazie al sistemaGps. Per conoscerne i suoi gusti in

Lo shopping a Tokyo èun must per i giovani. Icentri commerciali so-no ovunque, immensi,aperti tutti i giorni e of-frono di tutto. La piùalta concentrazione sitrova nei quartieri diShibuya, Shinjuku, Ike-bukuro, Ginza, Ueno eNihonbashi. Per l’ac-quisto di articoli elet-tronici a buon prezzoesenti da tasse la zonapiù indicata è Akihaba-ra. Mentre, per griffe estravaganze all’ultimamoda i rioni da batteresono Shibuya e Ginza.Sotto, la tecnologia èun companatico nellavita quotidiana dei to-kyoti, e un modus vi-vendi per i più giovani

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ne e da operazioni marketing. Cosìquando, l’appartenente a una tribùmetropolitana, cammina vicino a unnegozio di borse o scarpe di suogradimento, squillerà il suo cellulare.E sullo schermo appariranno i saldidisponibili, i nuovi articoli in arrivo ele occasioni della settimana. A que-sto punto basta un clic sul il piccolomouse del telefonino per prenotaregli acquisti via email, indicando alnegoziante le modalità di consegna.Il pagamento viene effettuato diretta-mente via cellulare, trasformato incredit-card.Non solo. Il satellite indica gli amicidella tribù che si trovano in zona. Eallora può scattare un gioco di cac-cia al tesoro, per stabilire un incon-tro al bar “dell’angolo” e nei negozi

per lo shopping. In uno dei 90 milaposti che sfruttano le nuove forme diadvertising online. Il cyber-universodell’Osaifu-Keitai. Il sistema dim.commerce, il commercio via tele-fonino, abilitato come borsellino elet-tronico.A Tokyo il cellulare resta acceso 24ore su 24. È l’amico fedele che ini-zia a tenere compagnia dalla sve-glia mattutina. Ad esempio, i giova-ni che vanno in palestra, entranoidentificandosi con il telefonino tra-sformato in badge di controllo. Euna volta entrati, sullo schermo dellegymn-machine appare un personaltrainer virtuale che spiega quali eser-cizi fisici devono essere svolti percompletare il programma giornalie-ro. Tutto a tempo di musica ascoltatacon cuffiette collegate al telefonino,che svolge anche le funzioni di uniPod.

Un net café per hotelIl Giappone, si sa, è la patria del

Quartieri futuristici allaBlade Runner e templiantichi che evocano leatmosfere dell’anticacapitale Edo: Tokyo èun crogiuolo di con-traddizioni ma anche distimoli creativi. Qui so-no nate le HarajukuGirls, le trasgressive te-en-agers del quartiereHarajuku che trascor-rono i weekend a pas-seggiare sulla Omote-sando, a mangiare crè-pes dolci, sfoggiandolook improbabili: unmix di geisha, scolaret-ta-lolita, regina punk eneohippy

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piccolo. Tutto viene miniaturizzato. Etra le stranezze, che destano incre-dulità per noi occidentali, ci sono i“capsule hotel”. A progettarli neglianni ’70 è stato l’architetto Kuroka-wa Kisho. Si tratta di cubicoli (me-glio dire loculi) in plastica lunghi 2metri e larghi 1,5. In origine eranopensati per gli uomini di affari cheperdono l’ultimo treno serale per tor-nare a casa. Ecco spiegato perchési trovano nelle vicinanze delle sta-zioni di Umeda a Osaka e Shinjuku

a Tokyo. L’importante è non soffriredi claustrofobia (vietato anche esseregrassi). Perché si entra rigorosamen-te accucciati e una volta all’internonon si può stare in piedi. Però ci so-no tutte le comodità: televisione, mu-sica, aria condizionata e sveglia.Tutto azionato da un piccolo pannel-lo di controllo. Esistono “capsule ho-tel” con oltre 600 “cuccette” dispo-ste su tre livelli. I bagni sono comuni,nei corridoi si trovano distributori au-tomatici di bibite, zuppe calde e si-garette. I più lussuosi prevedonodocce e sauna. Il prezzo parte da4000 yen (circa 25 euro), inclusospazzolino da denti, sapone, dopo-

Fotonotizie cult da Sol LevanteGABINETTOUna delle grandi stravaganze per noi occi-dentali. La tazza, riscaldata, prevede alla de-stra una serie di comandi elettronici perschizzare acqua tiepida dopo “i bisogni”, ri-sciacquare e asciugare le pudenda. Maiazionare la tastiera senza essere seduti: la

doccia in faccia è assicurata.

GATTI & TECNOGATTIA Tokyo e dintorni cani e gatti “veri” sonoun lusso. Un gattino costa almeno 1000euro. Ecco allora il surrogato, questo tec-nogatto che miagola, muove le zampe esi fa accarezzare. Non mangia e nonsporca. Molto apprezzato per la compa-

gnia degli anzianiche lo tengono sulle ginocchia.

GEISHADa non confondere assolutamente con prostituta.Secondo l’antica tradizione giapponese il suo com-pito è quello di intrattenere l’ospite, servendolo atavola, conversando e nel caso danzando. Il prezzoparte da qualche centinaio di euro (a sera) e salesecondo rango edesperienza.

HITECHAkihabara è un’intera area di Tokyo concentinaia di negozi dedicati interamente aprodotti hitech. Si trovano il meglio e le ul-time novità. I prezzi sono esposti in bellavista, non si contratta su nulla. Per i turisti muniti di passaporto è previ-sto il rimborso di parte delle tasse.

MANGA, ANIME E FETISHA Giza, nel cuore della città, esistono bo-okstore dedicati interamente a questi fu-metti cult. Si consultano gratis per ore eore. Non esistono riviste porno, però cisono negozi in cui acquistare le “mutan-dine” indossate dalle ragazze liceali e

vendute sotto vuoto. Dicono da “sniffare”.

PACHINKOUna specie di flipper verticale. Dietro a un ve-tro protettivo sono conficcati centinaia di chio-dini. Le palline in acciaio cadono dall’alto e se-guono un percorso casuale prima di finire nel-le buche inferiori. Ognuna ha un punteggio.Alienante e rumorosissimo, ma i jap si diverto-no così.

TUNA ROOMChi va in Giappone deve visitare il mercato del pesce di Tokyo. Apre alle

4 di mattina. Il pezzo forte è la tuna room.La stanza dove vengono battuti all’astacentinaia di tonni. Alle 6 finisce. Obbliga-torio andare a uno dei tanti sushi bar delmercato, per una buona colazione mattu-tina di pesce fresco. �

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barba e salviettine detergenti. C’èperò chi non si può permettere nean-che questo. Sono la nuova schieradei cyber-barboni. Home-less chehanno perduto il lavoro, consideratoqui un grande disonore. Ebbene aTokyo se ne contano oltre 50 mila edi notte si rifugiano nei net-cafè,sempre aperti. Affittano per 100 Yenall’ora (60 centesimi di euro) unapostazione Internet e poi dormonocon le gambe stese sotto il tavolodel Pc. Il cuscino? Una vecchia bor-sa o una busta di plastica riempitadi giornali.

HikikomoriUn tarlo sociale in crescitaAttenzione però. Questa scorpaccia-ta di tecnologia, unita allo stile di vi-ta giapponese e ai contrasti tra vec-chia generazione conservatrice etendenze ribelli dei ragazzi, accen-tuano il fenomeno dell’hikikomori.Peraltro non nuovo a Tokyo e dintor-ni. È di fatto una forma di isolamen-

to sociale, che porta i giovani achiudersi nelle loro anguste cameret-te per lunghi periodi. Durante l’auto-sequestro forzato (c’è chi è rimastoper qualche anno), non escono. L’hi-kikomori smette perciò di andare ascuola, rifiuta di parlare con il mon-do esterno e i genitori passano il ci-bo per sopravvivere dalla porta.Qualcuno sceglie di uscire per pochiminuti a notte fonda, quando è sicu-ro di non incontrare nessuno e fa laspesa ai distributori automatici di ci-bo e bevande. Per tutto il resto dellagiornata il tempo passato al compu-ter per navigare su Internet, davantiai videogame, oppure sdraiati sulletto a fantasticare nel mondo diManga e Anime. L’isolamento, per iltradizionale senso di onore famiglia-re giapponese, viene accettato daigenitori che ne diventano complici.Secondo una stima del Ministerodella Sanità nipponico circa il 20%dei giovani (in maggioranza maschi)soffre di forme più o meno gravi dihikikomori. Così una possibile eva-sione, per non cadere in trappola,può essere l’appartenenza a una tri-bù metropolitana. Benvengano allo-ra zatteroni, capelli colorati e vestiticol pizzetto. �

Sopra il sushi, piattotipico del Sol Levanteche la tradizione vuolesi consumi in un solboccone, dopo averlointinto nella salsa disoia. A Tokyo, uno deiristoranti più rinomatiè il Tsukiji Sushi Sen,nel quartiere di Asaku-sa. Qui il pesce è fre-schissimo e provienedal gigantesco merca-to del pesce di Tsukiji;a lato, due stravantiHarajuku Girls