manuale - corso fotografia digitale 2005 - l'arte della foto

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Fotografia digitaleA scuola con PC Open

1a lezione

Larte della fotografiaNozioni baseNell'arco di quindici anni, da quando furono messe in commercio le prime digicamere, l'evoluzione della fotografia digitale stata strabiliante e inarrestabile, cos come stata travolgente la sua diffusione, tanto a livello professionale quanto a livello amatoriale. Le ragioni di questa espansione sono da ricercarsi innanzitutto nella grande praticit che il digitale vanta rispetto ai sistemi analogici. Vantaggi come la fruizione immediata, per esempio, hanno segnato una svolta nel campo professionale, aumentando le probabilit di successo, garantendo il raggiungimento di un buon risultato ed evitando spiacevoli inconvenienti. Si sono inoltre abbattuti i "costi di esercizio" per i fotoamatori, portando di fattodi Danilo Gatti

Prima lezione del corso articolato in quattro puntate per scoprire come usare al meglio la digicamera, soprattutto in termini di tecniche di ripresa. In questa parte prendiamo in considerazione i componenti base: obiettivo, esposimetro, diaframma, otturatore e sensorea un aumento del numero di fotografie scattate e, conseguentemente, al potenziale miglioramento della qualit delle immagini ottenute, grazie a una maggiore competenza degli utenti. La possibilit di scegliere quale fotografia stampare e quando stamparla, senza essere vincolati dallo sviluppo di un intero rullino, come invece avviene per la pellicola, ha reso appetibile il supporto digitale a chi non si era mai avvicinato alla fotografia tradizionale a causa dei costi elevati dei "consumabili" e del loro trattamento. La possibilit di manipolare direttamente le immagini appena scattate tramite i programmi di fotoritocco, cambia e arricchisce il concetto di "camera oscura" e, con le necessarie competenze, permette al fotografo e al fotoamatore di segui-

IL CALENDARIO DELLE LEZIONILezione 1Fotografia di base Concetti fondamentali per capire il funzionamento di una digicamera e per utilizzarla al meglio. Le nozioni di: - obiettivo - esposimetro - diaframma - otturatore - sensore effetti particolari o per realizzare fotografie in condizioni difficili o particolari

Lezione 3Ritocco e stampa da PC Come usare i software dedicati per migliorare le proprie immaginire passo dopo passo le modifiche dell'immagine, accelerando, completando e rivoluzionando il processo creativo. Per non parlare poi della possibilit della stampa immediata tramite i protocolli di comunicazione diretta tra digicamera e stampante, come DPOF (Digital Print Order Format) e PictBridge, che sta inevitabilmente soppiantando il tradizionale sistema Polaroid, grazie alla ripetibilit, alla qualit e alla durata delle stampe ottenute. La rapida evoluzione dei materiali, particolarmente in quest'ultimo periodo, stata tale da portare la fotografia digitale ai livelli qualitativi di quella analogica, se non addirittura

Lezione 4Proiezione e condivisione Distribuire, stampare e mostrare le proprie foto direttamente dalla fotocamera

Lezione 2Fotografia avanzata Le tecniche speciali per creare

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Fotografia digitaledi oltrepassarli per quanto riguarda la definizione dei sensori, abbattendo quella che stata negli anni scorsi una forte discriminante nella scelta tra analogico e digitale: la qualit finale dell'immagine. Contrariamente a quanto avveniva fino a pochi anni fa, al giorno d'oggi possibile, gi a partire da digicamere con solo 5 megapixel a disposizione, stampare le proprie fotografie in formato A4, pari al classico ingrandimento 20x30 cm ottenibile da una pellicola, con una qualit decisamente elevata. Macchine da 8 megapixel ci permettono di stampare in formato A3, ma anche di arrivare alle dimensioni di un poster 50x70 con risultati davvero strabilianti. Se poi avessimo modo di lavorare con fotocamere professionali, che arrivano a 16 o 22 megapixel e oltre, rimarremmo a bocca aperta di fronte alla totale assenza di grana anche a ingrandimenti fortissimi, addirittura di alcuni metri per lato. Si tratta ovviamente di applicazioni limite, poich nella realt casalinga stampiamo normalmente in 10x15 cm, ma sicuramente sorprendente e piacevole osservare che la qualit della nostra digicamera compatta, pagata poche centinaia di euro (tipicamente due o tre), notevole. Vedremo pi avanti che, avendo ormai quasi raggiunto il limite della maggiore risoluzione possibile a costi accettabili, la lotta tra le case produttrici concorrenti si sta spostando sempre pi sulla qualit dell'immagine nel suo insieme e sul problema della corrispondenza dei colori, piuttosto che sulla risoluzione fine a se stessa. Questo a dimostrazione del fatto che si raggiunto un livello di definizione gi molto elevato. Tuttavia l'alta qualit delle

1a lezionefotocamere digitali non necessariamente sinonimo di belle fotografie. Per poter sfruttare al meglio una buona digicamera necessario possedere alcune nozioni di tecnica fotografica. Senza tali conoscenze molto difficile ottenere immagini dimpatto, a prescindere dal tipo di tecnologia impiegata, analogica o digitale. Scopo di questo corso spiegare le principali tecniche di ripresa, ritocco e stampa e le particolarit dovute all'uso del digitale. Lobiettivo di portarvi a risultati migliori, qualunque siano i dispositivi che state usando.

1 Esploriamo la digicamera

I

l primo passo consiste nell'analisi dei componenti, in modo da comprendere come influenzano le nostre fotografie. Per realizzare gli esempi di questo corso abbiamo utilizzato i prodotti di un solo fornitore, Hewlett-Packard. In tal modo non faremo torto a nessuno dei nomi storici della fotografia e, al tempo stesso, avremo un sistema di prodotti completamente integrati per la ripresa, il ritocco, la stampa e la proiezione, senza le complicazioni, seppur piccole, dovute alla coesistenza di prodotti di costruttori diversi. In ogni caso, i concetti generali presentati hanno validit e sono replicabili su fotocamere e stampanti di altre marche. Le parti fondamentali che compongono la fotocamera sono l'obiettivo, l'esposimetro, il diaframma, l'otturatore e il materiale sensibile: un sensore con tecnologia CCD o CMOS, vedremo pi in l le differenze fra le due tipologie, oppure la pellicola, nel caso dei sistemi analogici.

ObiettivoL'obiettivo l'occhio della macchina fotografica, il mezzo attraverso il quale possibile "vedere" e "formare" la fotografia prima di scattarla. Si tratta del componente pi importante e va scelto con grande cura, con unattenzione anche maggiore rispetto alla scelta del sensore. L'obiettivo influenza

la resa dei colori, la definizione dell'immagine e leventuale distorsione delle linee: un ottimo sensore non potr che amplificarne i pregi o i difetti. Come scegliere un buon obiettivo? La marca un'ottima discriminante iniziale: i produttori storici di macchine fotografiche hanno grande esperienza nella costruzione di lenti e troviamo spesso digicamere di produttori pi "giovani" dotate di ottiche blasonate. Ad esempio, le fotocamere utilizzate in questo corso montano ottiche Pentax. Una volta appurata la buona qualit delle lenti, importante verificarne la luminosit: un dato quasi sempre riportato sul fronte dellobiettivo. Cercate un numero o una coppia di numeri preceduti dalla lettera "f". consigliabile che il numero (nel caso della coppia, il primo) sia il pi basso possibile e comunque inferiore a 4, altrimenti la luce che passa attraverso le lenti non sar sufficiente alla ripresa di buone fotografie in condizioni normali e sar necessario ricorrere allamplificazione della sensibilit del sensore il che comporta, quasi sempre, laggiunta di disturbi nellimmagine. In generale, la scarsa luminosit va di pari passo con una scarsa qualit. Gli obiettivi si suddividono in due grandi categorie: a lunghezza focale fissa, relativamente poco pratici perch non permettono dingrandire il sog-

In evidenza sull'obiettivo i numeri f2.8-3.1 che si riferiscono alla luminosit. Dato il particolare schema ottico di questo zoom, molto diffuso, la luminosit diminuisce all'aumentare della lunghezza focale

getto inquadrato, salvo avvicinandosi allo stesso, e obiettivi a lunghezza focale variabile, detti anche zoom. Questi ultimi sono estremamente versatili grazie alla possibilit di ingrandire o rimpicciolire il soggetto senza doversi muovere avanti e indietro. Nel mondo analogico, gli obiettivi a lunghezza focale fissa hanno solitamente una qualit migliore rispetto agli zoom, che devono utilizzare un sistema di lenti pi complesso e articolati meccanismi di movimento per consentire la variazione dingrandimento. Nel mondo delle digitali, tuttavia, le fotocamere a focale fissa sono poco appetibili e generalmente relegate alla categoria pi economica. Di conseguenza, il produttore sceglie un obiettivo molto economico per adattarsi al prezzo finale di vendita e colloca gli obiettivi di qualit migliore nei modelli

Sul fronte compare l'indice della lunghezza focale allestensione minima (grandangolo) e massima (tele), riportato in millimetri da 7 a 61. Si tratta della distanza tra il centro ottico della lente e il sensore. Tale distanza variabile negli obiettivi zoom e influenza lampiezza dellangolo di visione. Nelle fotocamere tradizionali la distanza focale devessere molto maggiore per ottenere lo stesso angolo di visione. Per fornire un riferimento a chi ha gi esperienza in fotografia tradizionale, i produttori di digicamere indicano un valore equivalente a 35 mm per ciascuna delle loro fotocamere.

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Fotografia digitalezoom. In entrambi i tipi di obiettivo, a seconda della lunghezza focale, possiamo distinguere tra grandangolari (focali corte e ampio angolo di visione), normali (focali medie) e tele (focali lunghe e stretto angolo di visione). La differenza sta nell'ampiezza dell'inquadratura: i grandangolari, lo dice il nome, permettono dinquadrare un'ampia porzione della scena, portando tuttavia a una pi marcata distorsione delle linee; i normali si chiamano cos perch offrono una visione della scena la pi vicina possibile a quella dell'occhio umano; i tele servono per riprendere soggetti lontani o porzioni molto strette, vanno benissimo quindi per i ritratti, per la fotografia sportiva e in tutte situazioni in cui vogliamo mettere bene in evidenza il nostro soggetto o addirittura un suo particolare. La maggior parte delle digicamere monta zoom ottici di media lunghezza che hanno un'escursione compresa tra il grandangolo e il medio tele e quindi sono in grado di offrire al fotoamatore una variet discretamente ampia dinquadrature. Di norma si offre la funzionalit macro che permette la messa a fuoco di oggetti a distanza estremamente ravvicinata: ad esempio, le fotocamere usate per questo corso arrivano a una distanza di 6 cm. Allo zoom ottico viene spesso affiancato uno zoom digitale, un prestito dal mondo del video amatoriale: lo zoom digitale non altro che una funzione di crop (ritaglio) applicata all'immagine, che viene quindi selezionata, ritagliata e ingrandita come potremmo fare con un qualsiasi programma di fotoritocco, o come si faceva con i normali fotogrammi in pellicola quando singrandiva solo un particolare del negativo. In pratica, si cattura solo una porzione dellimmagine effettivamente fotografata dal sensore e tale porzione viene successivamente ingrandita per riempire lo spazio dellimmagine originale. Lingrandimento avviene mediante un metodo chiamato interpolazione che consiste nellaggiungere matematicamente punti allimmagine eseguendo una media del contenuto dei punti circostanti. Il calcolo viene eseguito dal computer interno della fotocamera e porta solitamente a un crollo verticale della qualit dell'immagine poich elimina pixel reali aggiungendone altri fittizi nellarco di pochi secondi. Sarebbe molto meglio interpolare il dettaglio dellimmagine su PC, dove si dispone di potenza di calcolo molto superiore e di programmi pi evoluti e dove, inoltre, possibile vedere immediatamente il risultato delloperazione. Oppure, se si vuole stampare solo una porzione dellimmagine, tanto vale ritagliarla semplicemente. Con le moderne fotocamere da 4 megapixel e oltre si dispone spesso di risoluzione sufficiente per stampare una porzione dellimmagine senza il bisogno di aggiungere pixel. Infine, l'esperienza insegna che le interpolazioni, anche quando eseguite su PC, sporcano l'immagine

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Nello schema sono illustrati gli angoli di campo delle categorie di obiettivi. Non sono state indicate le lunghezze focali, poich le differenze dimensionali tra i sensori dei diversi produttori non permettono di fornire dati omogenei. Gli unici dati omogenei di confronto sono i valori equivalenti alla pellicola da 35 mm che ogni digicamera riporta nei propri dati tecnici. Nelle fotocamere tradizionali i fisheye si collocano intorno ai 15 mm, i grandangolari classici vanno da 24 a 35 mm, i normali si collocano intorno ai 40 50 mm, e i teleobiettivi vanno dai 70 ai 300 mm e i supertele dai 300 mm in su

con un "rumore" di fondo, fastidioso quanto la grana della pellicola chimica, e tanto pi evidente quanto pi sono esasperate. In conclusione lo zoom digitale va evitato o va comunque usato con parsimonia. Solitamente le digicamere sono autofocus, anche se esiste qualche eccezione, e la messa a fuoco avviene premendo fino a met corsa il pulsante di scatto: i modelli pi semplici mettono a fuoco ilIn questa sequenza si pu notare la resa dello zoom alla minima distanza focale (grandangolo) fino al massimo ingrandimento possibile con questa fotocamera (medio tele). Oltre lo zoom ottico possiamo agire su quello digitale, raddoppiando circa l'ingrandimento. Se si porta lo zoom digitale al massimo, si arriva ai particolari, ma il calo qualitativo diventa evidente

Lo zoom diventa indispensabile quando vogliamo tagliare la scena, ma non possiamo muoverci: la presenza del parapetto rovina indiscutibilmente la prima fotografia Nellimmagine a destra vediamo che, mediante luso dello zoom, otteniamo un taglio pi stretto dellimmagine. Lo zoom anche utile per avvicinare tra loro gli oggetti nella scena. Un pregio importante in tal senso la sua capacit di ridurre la prominenza del naso nei ritratti, aumentando il senso estetico

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Fotografia digitaleutilizzabile su qualsiasi fotocamera digitale e consiste nel cosiddetto blocco della messa a fuoco: basta inquadrare il soggetto che ci interessa ponendolo al centro della scena inquadrata, mettere a fuoco premendo per met il pulsante di scatto e, tenendo sempre premuto il pulsante, variare l'inquadratura come meglio crediamo. Quando siamo pronti a scattare, premiamo il pulsante sino in fondo e la fotocamera riprender limmagine immediatamente, utilizzando la messa a fuoco precedentemente impostata. La tecnica utile anche per catturare lesatto istante in cui un oggetto o persona passano rapidamente in una certa posizione dellinquadratura. Immaginiamo di voler fotografare un bambino sulle montagne russe nel preciso momento in cui comparir in una certa posizione. Puntiamo lobiettivo su quella zona, premiamo a met il pulsante di scatto cos da mettere a fuoco un oggetto fisso a quella distanza e, non appena, il trenino dellotto volante arriva, scattiamo istantaneamente la foto.

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Come fosse un segnale di pericolo, la fotocamera ci avvisa che stiamo utilizzando lo zoom digitale tramite una vistosa cornice gialla e una scritta

centro della scena inquadrata, quelli un po' pi evoluti mettono a fuoco il soggetto in primo piano anche se non si trova esattamente al centro, alcuni consentono infine di scegliere la porzione da mettere a fuoco, ma spesso con sistemi non troppo intuitivi che prevedono comandi opzionali come limpiego di un joystick, quindi aggiungono elementi di potenziale confusione in fase di scatto e la necessit di un maggiore addestramento. Esiste una tecnica per mettere a fuoco ci che ci interessa a prescindere dalla sua posizione nel campo inquadrato, EV -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Abbiamo lasciato lavorare la macchina in automatico per realizzare questo "panorama": l'esposimetro, impostato per difetto su media ponderata al centro, ha tenuto conto della forte illuminazione delle montagne sullo sfondo, portando a una sottoesposizione del terrazzamento in primo piano, lievemente in controluce

EsposimetroL'esposimetro ricopre un

TIPO DI LUCE AMBIENTE notte, nessuna illuminazione urbana, soggetto illuminato solo dalle stelle notte, nessuna illuminazione urb., soggetto illuminato da meno di un quarto di luna notte, nessuna illuminazione urbana, soggetto illuminato da un quarto di luna notte, nessuna illuminazione urbana, soggetto illuminato dalla luna piena notte, nessuna illuminazione urbana, distesa di neve illuminata dalla luna piena soggetti illuminati da luce artificiale o ambientale molto fioca soggetti illuminati da luce artificiale o ambientale molto fioca orizzonte illuminato visto da lontano fotografie di lampi (lunga posa) o eclissi di luna fuochi d'artificio (lunga posa) lume di candela, luminarie natalizie interni di abitazioni mediamente illuminati, auditorium interni di abitazioni molto illuminate strade con buona illuminazione notturna; manifestazioni sportive indoor; circhi strade con fortissima illuminazione notturna luce neon luce appena dopo il tramonto luce solare al tramonto soggetto nel cono d'ombra di una nuvola; cielo molto nuvoloso soggetto nel cono d'ombra di una nuvola; cielo poco nuvoloso giornata con sole leggermente velato giornata di sole splendente giornata di sole splendente, soggetti su distese di sabbia chiara o neve luminosit accecante; alcuni tipi di flash possono arrivare a tanto luminosit accecante; alcuni tipi di flash possono arrivare a tanto luminosit accecante; alcuni tipi di flash possono arrivare a tanto luminosit accecante; alcuni tipi di flash possono arrivare a tanto luminosit accecante; alcuni tipi di flash possono arrivare a tanto sole pieno senza atmosfera (non sono molte le persone ad averlo visto) sole pieno senza atmosfera (non sono molte le persone ad averlo visto)

Passiamo alla lettura spot a parit dinquadratura, e otteniamo il dettaglio in primo piano, rendendo l'immagine leggibile

LEV (Exposure Value) indica la quantit di luce presente sulla scena

ruolo fondamentale e ha grande importanza nella fotografia sia digitale sia analogica. Legge la quantit di luce presente sulla scena e ricava il corrispondente valore EV (Exposure Value), un numero compreso tra 6 e +23 che indica la quantit di luce presente (vedi tabella qui a sinistra). Una volta ottenuto tale valore, la digicamera, dopo un breve calcolo con cui mette in rapporto il valore EV e la sensibilit del sensore, indicata a sua volta dal valore ISO, definisce quale apertura del diaframma e quale tempo dell'otturatore devono essere utilizzati per ottenere un'immagine correttamente esposta, cio chiaramente leggibile, n troppo scura, n troppo chiara. Le

modalit pi diffuse di lettura dell'esposizione, cos si definisce l'operato dell'esposimetro, sono tre e le troviamo tutte all'interno delle digicamere HP utilizzate per realizzare gli esempi di questo corso. La lettura media, che legge la luce uniformemente su tutta la scena perfetta per riprendere soggetti bidimensionali omogeneamente illuminati come quadri, disegni, pavimenti che vogliamo riprodurre. Non invece adatta in presenza di intervalli di luce e ombra molto marcati. La lettura media ponderata (detta anche "centrata"), una lettura a tutto campo, con prevalenza al centro del fotogramma dove si suppone si trovi il soggetto (vedremo

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Fotografia digitale

1a lezione1/2000 di secondo. Da notare che in alcune digicamere economiche non esiste un vero e proprio otturatore meccanico, ma il suo funzionamento viene simulato elettronicamente attraverso il sensore. In pratica, il sensore costantemente esposto alla luce e, in un certo momento, si congela limmagine elettronica simulando leffetto di uno scatto meccanico. Lo svantaggio di tale approccio una minore rapidit Anche in questo caso importante notare che gli incrementi di scala sono di 1/2, con alcuni arrotondamenti funzionali, per cui avremo, ad esempio, 1", 1/2", 1/4", 1/8", 1/15", 1/30", 1/60", 1/125", 1/250", 1/500", 1/1000" e 1/2000". I moderni otturatori elettronici sono in grado di offrire anche valori intermedi, in modo da meglio adeguarsi alle diverse condizioni di luce. Il rapporto che intercorre fra diaframma e otturatore molto stretto e di fondamentale importanza: la loro azione congiunta che definisce con quanta luce impressionare il sensore ed quindi necessario che sia chiaro il loro funzionamento e le loro caratteristiche, anche se la macchina lavora in automatico, per affrontare lo scatto nel migliore dei modi. Innanzitutto bene sapere che, a parit di condizioni di luce, ci sono pi coppie di valori apertura/tempo che possiamo utilizzare proficuamente, poich espongono alla stessa quantit di luce il sensore. Ci accade perch gli incrementi di scala dei due strumenti sono identici e, importantissimo, in-

Ecco i diaframmi da f2.8 a f22. Notate che al crescere del valore f il diaframma si chiude facendo passare meno luce e viceversa. Per ogni intervallo segnalato in figura la luce si dimezza o raddoppia a seconda che si vada da sinistra a destra o viceversa

tra poco come comportarsi in situazioni differenti, analogamente alla messa a fuoco). La lettura spot, un potente strumento proveniente dal mondo professionale legge l'esposizione in uno spazio estremamente ristretto dell'immagine, detto appunto spot, e quindi permette di effettuare una misurazione corretta anche in situazioni di forte controluce (il sole alle spalle del soggetto), oppure scene in cui soggetti in ombra sono circondati da luce e riverberi (la spiaggia oppure un campo di neve), oppure ancora soggetti illuminati circondati da ampie zone d'ombra, come potrebbe essere un attore sul palcoscenico oppure nostro figlio alla recita della scuola. La lettura dell'esposizione avviene, contestualmente alla messa a fuoco, quando premiamo per met il pulsante di scatto. Utilizzando le modalit di lettura media ponderata e spot, incontriamo gli stessi problemi della messa a fuoco in caso di un inquadratura dove il soggetto sia di lato. La soluzione identica a quanto visto prima per la focheggiatura. Infatti, il blocco della messa a fuoco vale anche come blocco dell'esposizione. Puntiamo quindi lobiettivo sul soggetto, mantenendolo al centro, premiamo per met il pulsante di scatto bloccando sia la messa a fuoco sia lesposizione, quindi, mantenendo il tasto premuto per met, reimpostiamo linquadratura collocando il soggetto di lato, dove vogliamo. Premiamo infine il tasto di scatto sino in fondo e la fotocame-

ra scatter limmagine mantenendo le impostazioni corrette anche se il soggetto non pi al centro. Una volta effettuate la messa a fuoco e la lettura dell'esposizione, la digicamera passa alla regolazione dell'apertura e del tempo di scatto, agendo sul diaframma e sull'otturatore.

pi alti corrispondono aperture minori; inoltre l'incremento di scala corrisponde al dimezzamento dellapertura 2, per cui lapertura di f8 met di f4 che a sua volta met di f2.8 e cos via.

OtturatoreL'otturatore invece una sorta di paratia, comandata da un timer elettronico che permette di regolare con estrema precisione per quanto tempo la luce deve arrivare al sensore. Ne esistono diversi tipi e i due modelli pi diffusi sono quello a lamelle circolari, visivamente molto simile a un diaframma, e quello a tendina, concettualmente identico a una saracinesca. Nelle digicamere usate per questo corso del tipo a tendina, con tempi di esposizione compresi fra 20 secondi e

DiaframmaIl diaframma una corona di lamelle metalliche alloggiata all'interno dell'obiettivo e posta parallelamente al piano del sensore. Come avviene per liride dellocchio umano, esso permette di regolare il flusso di luce che raggiunge il materiale sensibile, allargando o restringendo il foro (la pupilla meccanica) attraverso il quale passa la luce, e influisce sulla profondit di campo, un fenomeno molto importante, legato alla messa a fuoco, che esamineremo tra poco. I valori di apertura del diaframma sono indicati da una sigla alfanumerica; un'occhiata all'obiettivo di una qualsiasi fotocamera reflex analogica pu aiutarci a riconoscerli. I valori che troviamo comunemente sugli obiettivi delle reflex e sulle digicamere pi evolute sono f2, f2.8, f4, f5.6, f8, f11, f16, f22. Le digicamere compatte a nostra disposizione possiedono invece un diaframma semplificato, con un numero inferiore di valori intermedi e con aperture minime solitamente limitate al valore di circa f8. Due informazioni importanti: ai numeri pi piccoli corrispondono aperture maggiori, mentre ai numeri

L'otturatore a tendina, come quello che si trova all'interno delle digicamere HP usate per il corso, si presenta cos

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Fotografia digitalemo la profondit di campo e riusciamo in tal modo a mettere a fuoco sia il primo piano sia lo sfondo; al contrario, aumentando l'apertura riduciamo automaticamente anche la profondit di campo e mettiamo a fuoco solo il soggetto principale. Da un punto di vista compositivo, si tratta di un effetto molto potente, utile per creare una particolare interpretazione della scena: molto diversa la situazione della classica fotoricordo di fronte a un monumento, dove la profondit di campo devessere molto elevata per consentire la riconoscibilit delle persone e dello sfondo, rispetto a un ritratto, dove una minima profondit di campo permetter di sfocare lo sfondo e farlo diventare un amalgama uniforme sul quale sar facile, per il soggetto, prevalere. Abbiamo appena visto che la variazione dell'apertura deve essere controbilanciata da una relativa variazione del tempo di scatto: a parit di condizioni di luce, a un diaframma pi chiuso corrisponde necessariamente un tempo pi lungo, quindi pi "lento". Bisogna perci considerare, nell'economia del nostro scatto, non solo la porzione di zona nitida che vogliamo ottenere, ma necessario anche tenere ben presente la velocit degli oggetti che vogliamo far rientrare nella nostra inquadratura: ovvio che se ci riferiamo al monumento citato prima, a meno che non crolli proprio al nostro passaggio, esso risulter inamovibile; ben diversa la questione se vogliamo fotografare un bambino piccolo, un animale (domestico o selvatico poco importa), oppure un soggetto sportivo come un ciclista, un calciatore: qualunque cosa, insomma, che sia in movimento. In tal caso sar necessario scegliere una coppia apertura/ tempo dove il tempo sia il pi breve possibile, in modo da congelare il movimento e scongiurare il fastidioso, se non voluto, effetto chiamato mosso. tuttavia necessario fare una precisazione, poich esistono due tipologie distinte di mosso: la prima quella in cui a muoversi il soggetto; la seconda, e probabilmente la pi fastidiosa, quella in cui a muoversi siamo noi o, meglio, le nostre mani. Nella seconda lezione del

1a lezionecorso vedremo quali sono i trucchi pi diffusi ed efficaci per risolvere questo tipo dinconvenienti o come sfruttarli a nostro vantaggio per creare effetti insoliti e gradevoli.

SensoriL'ultima componente che prendiamo in analisi il materiale sensibile. Attualmente sono due le tecnologie maggiormente impiegate per la costruzione dei sensori delle digicamere: la tecnologia CCD e la tecnologia CMOS. Il CCD (acronimo di ChargeCoupled Device) un circuito integrato sensibile alla luce, il cui sviluppo iniziato nel 1969 ad opera di George Smith e Willard Boyle nei laboratori dell'azienda di telecomunicazioni Bell. Semplificando, si tratta di una matrice di fotodiodi che, sottoposti a radiazione luminosa, produce una carica elettrica; all'intensit di ogni carica elettrica corrisponde una diversa intensit luminosa, letteralmente un tono di grigio: tramite un "dizionario" le cariche possono essere convertite in informazione digitale e quindi l'immagine pu essere "restituita" a monitor. Una caratteristica importante di questo tipo di sensori il fatto che il segnale prodotto dai singoli diodi viene analizzato da un unico circuito, minimizzando le possibilit di perdita d'informazione e generando una quantit irrisoria di rumore di fondo dovuto al disturbo elettromagnetico o causato da componentistica di qualit scadente. CMOS (acronimo di Complementary Metal-Oxide Semiconductor) invece la particolare tecnologia di semiconduttori usata nei transistor con i quali vengono costruiti i microchip dei moderni computer. Come appare ovvio dalla sommaria descrizione appena fornita, la tecnologia CMOS non nasce esplicitamente per il digital imaging, ma ne vengono sfruttate appieno le singolari caratteristiche, in particolare il basso consumo e l'estrema velocit di reazione agli stimoli elettromagnetici, quindi alla luce, dovuta alla presenza, per ogni fotodiodo, di un proprio circuito analizzatore. Purtroppo proprio questa caratteristica rende il CMOS statisticamente pi "rumoroso" dei sensori CCD. Esistono ovviamente sensori

Questa immagine stata ottenuta regolando il diaframma a f2.8 e mettendo a fuoco la tapparella e il telaio della finestra, lasciando cos fuori fuoco il palazzo di fronte

In questo caso il diaframma stato chiuso impostando il valore f11.3 aumentando la profondit di campo: la focheggiatura non stata variata ma ora sono nitidi sia i particolari della finestra in primo piano, sia il palazzo sullo sfondo

versamente proporzionali. Se, per esempio, il nostro esposimetro rileva EV +15, quantit di luce tipica in una bella giornata di sole, e il sensore impostato su 100 ISO, le coppie "utili" sono f22-1/60, f16-1/125, f11-1/250, f8-1/500, f5.6-1/1000, f4-1/2000: tutte fanno entrare la stessa identica quantit di luce, poich all'aumentare del tempo diminuisce l'apertura attraverso cui passa la luce e, viceversa, all'aumentare dell'apertura corrispondono tempi sempre pi brevi. Ovviamente questa ridondanza di possibilit pone il problema della scelta della coppia pi adatta al nostro scopo, problema che la digicamera ci aiuta a risolvere con una serie dimpostazioni gi definite che analizzeremo a

fondo pi avanti. Ma, senza tali impostazioni, come scegliere la coppia migliore tra quelle proposte? Due sono i fattori che entrano in gioco nell'effettuare la scelta giusta e sono la profondit di campo e la velocit.

Profondit di campoLa profondit di campo la zona nitida dietro e davanti al piano di messa a fuoco, cio al piano ideale su cui si trova il soggetto preso come riferimento per la focheggiatura dell'obiettivo. possibile regolarla agendo sul diaframma, sfruttando un effetto ottico denominato rifrazione che in grado di minimizzare o esasperare lo sfocato. In particolare, chiudendo il diaframma aumentia-

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Fotografia digitale

1a lezione

CMOS perfettamente corretti, ma questo, a parit di numero di megapixel, ne fa alzare il costo di produzione rispetto a un sensore CCD. bene notare che in realt sia il sensore CCD, sia il sensore CMOS, non sono direttamente sensibili ai colori: ogni fotodiodo sensibile solamente alla luce, di cui registra l'intensit, restituendone la copia in grigio. Per ovviare a tale inconveniente viene applicato a ogni singolo fotodiodo del sensore un filtro di colore diverso, rosso (R), verde (G) o blu (B), grazie al quale possibile registrare direttamente un colore, mentre gli altri due vengono sintetizzati a partire dalle informazioni registrate dai fotodiodi limitrofi. Si tratta di un metodo curiosamente simile, ma invertito, rispetto alla generazione dei colori sugli schermi LCD. Le due tipologie di sensori hanno pregi e difetti peculiari che non conviene analizzare a fondo ora, ma sicuramente importante sapere che tutti, nessuno escluso, temono gli sbalzi di temperatura sia verso il freddo sia verso il caldo e in tali situazioni tendono a sporcare il segnale, cio a rovinare le immagini con gli errori che visivamente assomigliano alla polvere o alla sabbia sparsa sulla fotografia: da qui il termine "sporco" o anche "rumore" o "disturbo". In caso di freddo estremo, la digicamera soffre come qualsiasi altra apparecchiatura alimentata da batterie: scarsa autonomia e, nella peggiore delle ipotesi, mancato funzionamento; normalmente comunque, tornando in condizioni normali, la macchina si riassesta. Vedremo nella seconda puntata del corso cosa possibile fare per minimizzare tali problemi o capire quando non c' alcuna soluzione. La digicamera ci offre la possibilit di regolare diversi parametri del sensore: definizione (numero di pixel dell'immagine ottenuta), compressione (quanto l'immagine viene rimpicciolita, perdendo dettaglio), ISO (sensibilit del sensore alla luce) e bilanciamento del bianco. Ognuno di essi influisce sulla qualit finale dell'immagine, ma in modo diverso. Vediamo come. Regolare la definizione ci permette di scegliere la dimen-

sione in pixel dell'immagine fra quelle offerteci dalla digicamera. Ad esempio, con la digicamera HP R507, usata per questo tutorial, possibile ottenere immagini a 4 megapixel, dimensioni 2.304x1.738 pixel, a 2 megapixel, dimensioni 1.792x1.312 pixel, oppure a definizione VGA, cio di 640x480 pixel. Bisogna scegliere con attenzione con quale definizione scattare le nostre fotografie: l'impostazione VGA inutilizzabile in fase di stampa, ma ideale se volete inviare piccoli file d'immagine via e-mail; 2 megapixel vanno benissimo per stampare fotografie in formato cartolina; lavorare a 4 megapixel ci consente di sfruttare tutto il potenziale del sensore e, nello specifico, ci permette di stampare ingrandimenti superiori all'A4 con buoni risultati. Al momento della scelta della definizione teniamo presente un fatto importante: scattando a 4 megapixel possibile, tramite PC, diminuire la dimensione dell'immagine non solo a 2 megapixel o in VGA, ma in un'infinit di dimensioni intermedie; se, al contrario, scattiamo in VGA, o anche solo a 2 megapixel, sar impossibile salire a 4 megapixel senza compromettere irrimediabilmente la qualit dell'immagine. Se non siamo sicuri di come utilizzeremo le fotografie che stiamo scattando, lavoriamo al massimo delle possibilit del sensore, anche se questo ci costa spazio sulla scheda di memoria, altrimenti rischieremmo di non poter sfruttare appieno le immagini ottenute. Una curiosit: qualunque sia la definizione da noi impostata, il sensore lavora comunque al massimo delle sue possibilit ed compito del microprocessore della digicamera effettuare la riduzione dimensionale. I costruttori di digicamere hanno introdotto questa possibilit di regolazione per due motivi, entrambi legati al tipo di memoria su cui andiamo a riversare i nostri file-immagine: in primo luogo la riduzione dell'immagine consente di salvare pi fotografie a parit di spazio disponibile; in secondo luogo, data la discreta lentezza dei supporti di registrazione, nonostante l'operazione di riduzione richiesta al microprocessore richieda un inevitabile pe-

La profondit di campo uno strumento molto potente dal punto di vista creativo: in questi due esempi si pu notare come essa sia utilizzata per esasperare o ammorbidire il gioco di riflessi nel vetro della finestra

riodo di ricalcolo, ridurre l'immagine prima di registrarla rende il processo di salvataggio pi veloce e consente di scattare fotografie in raffica senza intasare il buffer (memoria tampone) che contiene le immagini appena scattate prima che vengano trasferite alla scheda di memoria o senza portare all'adozione di buffer pi capienti che, come sappiamo, sono estremamente costosi. La scelta e la regolazione dell'algoritmo di compressione fondamentale quanto la scelta della definizione. Normalmente le digicamere del tipo pi comune, come quelle usate in questo corso, salvano l'immagine in formato JPEG (acronimo di Joint Photografic Expert Group), a cui corrisponde un algoritmo di compressione nato e sviluppato per alleggerire i file d'immagine, in particolare quelli fotografici, che ha conosciuto un grandissimo successo contestualmente alla diffusione di Internet. possibile determinare l'intensit della compressione scegliendo fra un certo numero di impostazioni definite a priori, nel nostro caso quattro, tendenzialmente raffigurati da stelline: maggiore il numero di stelline, minore la compressione esercitata, pi elevate sono la qualit dell'immagine e la dimensione del file; ad un minore numero di stelline corrisponde invece una maggiore compressione, una qualit d'immagine pi bassa e una pi piccola di-

mensione del file. Anche in questo caso la scelta deve essere guidata dalle nostre reali necessit e da ci che vogliamo fare delle nostre fotografie. Ma come funziona un algoritmo di compressione? A differenza della regolazione della definizione, le dimensioni in pixel dell'immagine rimangono inalterate, mentre l'attenzione passa sulla resa di forme e colori; in particolare il JPEG, sostituisce porzioni di colore simili con un unica tinta di valore medio, determinando un calo dell'informazione e, conseguentemente, delle dimensioni del file. A parit di valore di compressione, tanto pi l'immagine contiene dettagli diversi, tanto pi il file risultante sar grande, immagini che invece contengono pochi colori occuperanno poco spazio. Bisogna tuttavia stare attenti a non comprimere troppo, perch in tal caso perderemmo molte informazione, rovinando irrimediabilmente la fotografia. D'altro canto, a meno che non vogliamo effettuare ingrandimenti "importanti" delle nostre fotografie, non vale la pena utilizzare la compressione pi bassa possibile offerta dalla digicamera, poich otterremmo file troppo voluminosi, scomodi da gestire, che intaserebbero rapidamente la nostra scheda di memoria. Nella maggioranza dei casi, va pi che bene utilizzare la "seconda scelta", una buon compromesso tra spazio e qualit, ma parleremo pi diffusamente delle dimen-

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Fotografia digitalesioni e della qualit del file d'immagine nella seconda e nella terza puntata del corso. Alcuni produttori permettono di ottenere altri tipi di formato, in alcuni casi addirittura senza compressione. In particolare esistono digicamere che ci possono fornire file in formato TIFF (acronimo di Tagged Image File Format), che pu essere compresso, ma senza perdita dinformazioni a differenza del JPEG. molto noto e apprezzato in campo tipografico, tuttavia produce, nonostante la compressione, file che possono essere anche dieci volte pi grandi della stessa immagine compressa in JPEG, quindi molto scomodi da gestire. Inoltre la compressione TIFF richiede pi tempo e perci rallenta anche il funzionamento della fotocamera. Pi interessante invece il discorso riferito al formato RAW (trascrizione pseudo-fonetica del termine inglese rough, rozzo): in questo caso la digicamera permette di registrare il segnale ricevuto dal sensore senza l'elaborazione del microprocessore e di avere quindi un file nel formato nativo, molto ingombrante nonostante subisca comunque spesso una parziale compressione. Poich il formato RAW cambia da un produttore di fotocamere allaltro, deve essere visualizzato mediante un apposito programma, normalmente fornito a corredo della digicamera, oppure un modulo accessorio di programmi commerciali, come Photoshop. Di conseguenza risulta poco pratico, ma, a livello professionale, offre notevoli vantaggi in fase di modifica e controllo dellimmagine. Un impiego fruttuoso dei file RAW richiede per notevoli capacit tecniche necessarie alla sua gestione e un particolare approccio in fase di scatto, poich il salvataggio sulla scheda dell'immagine ottenuta richiede comunque pi tempo rispetto a un equivalente JPEG; inoltre il file RAW privo di ogni "abbellimento" prodotto dalla digicamera e di qualsiasi regolazione ed perci sconsigliabile un suo utilizzo fuori da alcune applicazioni professionali. L'ISO (acronimo di International Standard Organisation) una grandezza gi nota a chi proviene dalla fotografia analogica: con questa sigla si indica la sensibilit alla luce del materiale sensibile, pellicola o sensore digitale che sia. Spieghiamo in pratica qual la sua influenza durante la fase di scatto: impostando il sensore su un valore ISO basso, come per esempio 100 ISO, otterremo una bassa sensibilit alla luce e, conseguentemente si dovranno utilizzare, a parit di apertura, tempi di esposizione pi lunghi rispetto a quelli necessari con una valore ISO pi alto, per esempio 400 ISO. Utilizzare una bassa sensibilit ci permette di ottenere immagini senza disturbo o rumore di fondo, poich si consente al sensore di lavorare alle condizioni standard per le quali stato progettato. Se, al contrario, aumentiamo la sensibilit, il sensore tender a produrre un certo rumore di fondo, molto simile all'effetto neve della televisione disturbata, anche se fortunatamente pi tenue, ma potremo sfruttare tempi di posa pi brevi e quindi essere agevolati in situazioni di ripresa sportiva o di bambini o, pi in generale, di tutti quei soggetti, in parte gi enumerati, che si muovono abbastanza rapidamente e richiedono velocit d'esecuzione. A differenza della vasta scelta di diverse sensibilit nel mercato della pellicola (da 25 a 3200 ISO), i sensori CCD e CMOS offrono una quantit decisamente pi limitata di possiMegapixel 8.0 5.3 3.2 2.0 1.3 Dimensioni in pixel 3264 x 2448 2670 x 1970 2088 x 1550 1636 x 1236 1300 x 980 bilit, tipicamente 100, 200, 400 e 800 ISO. In favore del digitale bisogna per dire che, a parit di sensibilit nominale, le digicamere sono in grado di lavorare meglio della pellicola in condizioni di scarsa illuminazione e non serve sostituire la pellicola per modificare il valore ISO, sufficiente agire su un menu. Di fatto, uno dei primi impieghi del CCD stato in fotografia astronomica, campo in cui ha rapidamente sostituito la pellicola grazie ai tempi di esposizione molto pi brevi e alla maggiore stabilit. L'ultimo, fondamentale, parametro di regolazione del sensore il bilanciamento del bianco. La sensibilit cromatica del sensore, cio il suo modo di vedere i colori, tarata sulla luce solare media o sulla luce del flash elettronico. Nel caso dilluminazione diversa, otterremo una dominante cromatica indesiderata che va eliminata. A tale scopo, la digicamera effettua il bilanciamento del bianco, sistema che funge da filtro e serve a riportare i colori a come li vedremmo in una situazione di luce standard. Il bilanciamento del bianco solitamente automatico e avviene contestualmente alla messa a fuoco e alla lettura dell'esposizione. In casi di illuminazione particolarmente difficili e quando evidente, tramite lo schermo LCD della digicamera, che non vi corrispondenza DPI 300 200 150 300 200 150 300 200 150 300 270 150 300 240 150 pollici 10,9 x 8,2 16,3 x 12,2 21,8 x 16,3 9 x 6,5 13 x 9,8 18 x 13 7 x 5,2 10,4 x 7,8 13,9 x 10,3 5,5 x 4,1 6 x 4,6 10,9 x 8,2 4,3 x 3,2 5,4 x 4 8,6 x 6,5

1a lezionetra i colori visualizzati e quelli percepiti nella scena reale, possiamo scegliere di selezionare manualmente una delle modalit preimpostate nella fotocamera e di solito chiamati con nomi facilmente riconducibili ai vari sistemi dilluminazione oppure illustrati con figure grafiche che richiamano situazioni particolari di luce. Prendiamo ad esempio la HP Photosmart R707, una delle fotocamere usate in questo corso. Selezionando dal menu la voce Bilanciamento bianco ci vengono prospettate quattro figure ben riconoscibili. Di partenza limpostazione sul sole, per indicare la luce solare diurna. La seconda scelta un albero per indicare la luce solare in una zona in ombra. La terza la figura di una lampadina per indicare la luce rossastra prodotta dai filamenti di tungsteno che si trovano nelle comuni lampade domestiche. La quarta figura mostra un neon, che solitamente ha una dominante verdastra. Questa modalit utile anche per le lampadine a basso consumo. La quinta figura mostra un quadrato che sovrasta due triangoli, che costituisce il simbolo convenzionale per indicare il bilanciamento manuale del punto di bianco, utilizzato qualora le altre impostazioni non producessero colori naturali. Una volta selezionata la funzione dal menu della digicamera, si punta lobiettivo su un elecm 27,7 x 20,8 41,4 x 31 55,3 x 41,4 23 x 17 34 x 25 45 x 34 17,7 x 13,1 26,5 x 19,7 35,4 x 26,3 13,8 x 10,5 15,4 x 11,6 27,7 x 20,9 11 x 8 13,8 x 10,3 22 x 16,5 Formato stampa A4 A3 A2 A5+ A4+ A3+ 12x18 A4 A4+ 10x15 A4 10x15 A5+

Ecco che stampe si possono ottenere a seconda dei megapixel a disposizione. 300 DPI sono lo standard per la stampa fotografica e consentono un risultato di elevatissima qualit. I valori tra 200 e 270 DPI garantiscono risultati ottimi e permettono di coprire un buon numero di supporti di stampa standard. 150 DPI il valore limite che per ci consente di ottenere buoni risultati se non guardiamo l'immagine da troppo vicino: 150 punti per pollice il potere risolvente medio dell'occhio umano a una distanza di circa 25 cm, la distanza a cui solitamente teniamo ci che leggiamo o guardiamo.

PC Open 10 Maggio 2005

Fotografia digitalemento bianco presente sulla scena (pu andare bene anche un foglio bianco appositamente messo da noi) e si preme il pulsante di scatto; in tal modo modo la macchina trova il punto di partenza secondo il quale ridistribuire tutte le variazioni cromatiche, mettendo in relazione il dato che le abbiamo fornito e il "bianco assoluto", registrato in anticipo nella sua memoria interna: sar cos possibile ottenere un'immagine cromaticamente corretta. Ci rappresenta un vantaggio abissale rispetto alla fotografia analogica dove, essendo praticamente solo due le famiglie di pellicole presenti sul mercato (daylight per luce diurna e tungsten per le lampade a fluorescenza), si doveva, e si deve, lavorare molto coi filtri per ottenere la pi alta corrispondenza colore possibile, corrispondenza verificabile solo a sviluppo e stampa avvenuti, quindi con notevoli costi e senza alcuna certezza. Col digitale questa operazione diventa estremamente rapida ed economica. Ci sono altre regolazioni che possiamo sfruttare in fase di ripresa. Molte di queste variano da digicamera a digicamera, ma sulla maggioranza delle fotocamere digitali abbiamo la possibilit di impostare i valori di saturazione, nitidezza e contrasto. Per saturazione si intende la quantit di grigio presente all'interno di un colore: meno il grigio, pi il colore saturo, cio puro e sgargiante, quasi irreale e adatto ad immagini di forte impatto emotivo; al contrario una quantit maggiore di grigio riduce la saturazione del colore, rendendolo pi delicato e meno aggressivo, come in certi tipi di ritratto. La nitidezza , in pratica, la separazione netta tra due colori vicini all'interno dell'immagine: ad una maggiore nitidezza corrispondono bordi delle figure pi netti e incisivi, con grandi benefici per la resa di dettagli, e quindi si ottengono immagini adatte alle fotografie paesaggistiche, di architettura, alla macrofotografia e, pi in generale, a tutte le situazioni dove si devono leggere al meglio i particolari del soggetto ripreso; ad una minore nitidezza corrispondono invece immagini pi morbide e delicate, dove i dettagli, tra i quali rientrano per anche i difetti della pelle, sono meno leggibili e il risultato un'immagine pi dolce, indicata per i ritratti. Il contrasto invece la differenza che intercorre fra l'ombra pi densa presente nell'immagine e le zone pi luminose, dette anche alte luci. importante non confondere tale definizione di contrasto con quello che in fotografia tradizionalmente riferito alla nitidezza. La sua regolazione porta a una compressione oppure espansione delle differenze tra ombre e alte luci. La possibilit dimpostare i tre parametri rende la digicamera molto potente rispetto a una qualsiasi fotocamera a pel-

1a lezionelicola, poich dove noi possiamo ottenere diverse regolazioni per ogni fotografia, il fotografo tradizionale vincolato dalla scelta della pellicola e otterr lo stesso risultato per tutti i fotogrammi che la compongono. Inoltre tali parametri influiscono sulle caratteristiche dell'immagine prima che essa venga compressa, evitando di esasperare i seppur minimi difetti generati dall'algoritmo di compressione e mantenendo la qualit pi alta possibile. Tutto questo fa della digicamera uno strumento veramente innovativo e in grado di ampliare le nostre possibilit creative. Ora che ne conosciamo meglio le caratteristiche sar possibile affrontare nel miglior modo possibile le tematiche presentate nelle prossime tre puntate di questo corso, inerenti all'utilizzo della digicamera sul campo, alla soluzione dei problemi pi frequenti e, ovviamente, alla modifica, stampa e condivisione delle nostre fotografie.

GlossarioAlgoritmo di compressione: insieme di operazioni matematiche utilizzate per semplificare un'immagine in modo da generare un file con dimensioni minori rispetto alloriginale Autofocus: sistema di messa a fuoco automatico adottato dalla maggioranza delle fotocamere, sia digitali sia analogiche Brightness: luminosit, livello delle luci Contrasto: regolazione della distanza nellimmagine tra le alte luci e le ombre Diaframma: corona di lamelle che regola la quantit di luce che arriva al sensore Digicamera: neologismo che indica la macchina fotografica digitale a partire dalle parole digitale e fotocamera DPOF (Digital Printer Order Format): linguaggio di marcatura standard, usato su diverse digicamere per memorizzare, direttamente sulla schedina di memoria, quali immagini da stampare e in che quantit Esposimetro: strumento utilizzato per leggere la quantit di luce presente sulla scena da fotografare. EV (Exposure Value): scala di valori che descrive numericamente le varie situazioni di illuminazione. Interpolazione: processo per cui vengono creati punti dellimmagine inesistenti a partire dalle informazioni disponibili nellimmagine. ISO (International Standard Organisation): indice di misurazione della sensibilit alla luce dei sensori e delle pellicole fotografiche. JPEG (Joint Photographic Expert Group): algoritmo di compressione lossy ottimizzato per immagini fotografiche, ottimo per la resa delle sfumature, meno preciso nella resa di linee e campiture di colore omogenee. Luminosit: vedi Brightness. Macro: tipo di obiettivo per riprese ravvicinate. Per estensione il genere fotografico della ripresa ravvicinata. Mosso: effetto generato dal movimento del soggetto ripreso o della fotocamera o di entrambi, dato un tempo di esposizione troppo lungo MPEG (Moving Picture Expert Group): gruppo di algoritmi di compressione per media con dimensione temporale quali audio e video Nitidezza: vedi Sharpness Obiettivo: insieme pi o meno complesso di lenti in vetro o altri materiali trasparenti atte a focalizzare una scena e dirigerla sul materiale sensibile Otturatore: organo che determina per quanto tempo il materiale sensibile viene esposto alla luce. Piano focale: il piano su cui viene messo a fuoco l'immagine e quindi dove viene posto il sensore. PictBridge: sistema standard per mettere in comunicazione diretta digicamere e stampanti, anche di diversi produttori, senza lintermediazione di un PC. Profondit di campo: zona nitida prima e dopo il soggetto focalizzato Reflex: particolare tipo di fotocamera in cui al mirino ottico viene sostituito un sistema composto di specchi e blocchi di vetro grazie al quale possibile inquadrare osservando la scena direttamente dall'obiettivo Saturation: saturazione, data dalla quantit di grigio presente in un colore; minore il grigio pi il colore puro, quindi saturo Sharpness: nitidezza, lo stacco fra un colore e l'altro; a una maggiore nitidezza corrispondono bordi delle figure pi netti e incisivi, con grandi benefici nella resa dei dettagli dellimmagine Sottoesposizione: errore per cui l'immagine risulta pi scura di quanto non dovrebbe essere Sovraesposizione: errore per cui l'immagine risulta pi chiara di quanto non dovrebbe essere TIFF (Tagged Image File Format): formato di salvataggio d'immagine che non richiede compressione, molto utilizzato in tipografia Zoom: obbiettivo con schema ottico a focale variabile, in grado di variare l'angolo di inquadratura da pi a ampio a pi stretto.

PC Open 11 Maggio 2005

Fotografia digitaleA scuola con PC Open

2a lezione

Larte della fotografiaFunzioni avanzateNella scorsa puntata di questo corso sulla fotografia digitale abbiamo analizzato a fondo come fatta una digicamera, quali sono le parti che la compongono e su quali principi si basa il suo funzionamento e lintero processo di ripresa fotografica, cos da poterla sfruttare al meglio. In questa seconda puntata analizzeremo con cura le funzioni di cui dispone la digicamera per affrontare le pi disparate condizioni di ripresa, spiegando quali sono le regolazioni che essa adotta automaticamente, per quale motivo e come queste possono soddisfare tutte le nostre esigenze e permetterci di ottenere fotografie tecnicamente perfette e di grande impatto visivo. Per aiutare i fotoamatori meno esperti, la maggior parte delle digicamere offre una serie di preset (programmi gi impostati) dallutilizzo facile e intuitivo grazie ai quali possiamo affrontare la maggioranza delle situazioni di ripresa. Le differenze di questi preset da produttore a produttore sono veramente minime, tanto che esistono ormai dei tipi ricorrenti indicati da una iconografia comune a tutte le case produttrici: il processo di apprendimento risulta in tal modo notevolmente semplificato e accelerato. Prendiamoli in esame uno a uno, vedendo come si comporta la digicamera, quali sono le regolazioni che vengono effettuate automaticamente e in quali situazioni un preset pu soddisfare le nostre necessit, anche nei casi in cui non espressamente indicato.di Danilo Gatti

Nella seconda lezione spieghiamo nel dettaglio le regolazioni da fare sulla digicamera per affrontare le pi disparate condizioni di ripresa

Modalit di scatto automaticaIndicato dalla scritta AUTO o P, limpostazione di default; in fotografia analogica nota come modalit Program e provvede alla scelta dellapertura e del tempo di scatto migliori, lasciandoci liberi di pensare allinquadratura. Tutti gli altri parametri (saturazione, nitidezza e contrasto) non vengono variati, mentre, a meno che la fotocamera non venga impostata diversamente, essa decide qual la migliore sensibilit ISO, cio la sensibilit del sensore alla luce, da utilizzare a seconda della quantit di luce ambientale: le digicamere tendenzialmente sono programmate per utilizzare il valore ISO pi basso possibile, in modo da produrre immagini poco disturbate. Questa modalit indicata per le situazioni facili, dove la luce uniforme e la scena non complicata da pi soggetti su piani diversi che richiederebbero una elevata profondit di campo ed particolarmente indicata a chi si avvicina alla fotografia per la prima volta: basta premere il pulsante di scatto. bene tenere presente che, come tutte le soluzioni di compromesso, questa ci garantisce risultati mediamente apprezzabili, ma non possiamo utiliz-

IL CALENDARIO DELLE LEZIONILezione 1Fotografia di base Concetti fondamentali per capire il funzionamento di una digicamera e per utilizzarla al meglio. Le nozioni di: - obiettivo - esposimetro - diaframma - otturatore - sensore effetti particolari o per realizzare fotografie in condizioni difficili o particolari

Lezione 3Ritocco e stampa da PC Come usare i software dedicati per migliorare le proprie immagini

Lezione 4Proiezione e condivisione Distribuire, stampare e mostrare le proprie foto direttamente dalla fotocamera

Lezione 2Fotografia avanzata Le tecniche speciali per creare

PC Open 12 Giugno 2005

Fotografia digitalezarla indiscriminatamente poich non programmata per adattarsi a tutte le soluzioni di scatto: la digicamera sceglier dei valori medi per diaframma e otturatore, per cui non avremo alcun controllo della profondit di campo n del mosso, fattori compositivi e di errore che abbiamo visto essere fondamentali nella scorsa puntata. Per ovviare a questa eccessiva generalit della modalit Automatica, alcune case produttrici hanno creato degli algoritmi per le loro digicamere in grado di associare ad ogni condizione di ripresa la modalit pi adeguata in modo completamente automatico, semplificando ulteriormente le operazioni per il fotoamatore. ne risulta essere comodissima e particolarmente indicata per la ritrarre i bambini o gli animali domestici: soggetti molto vivaci e sfuggenti per i quali brevi tempi di scatto e una rapida messa a fuoco sono essenziali. soggetto possa risaltare facilmente, un valore ISO tendenzialmente basso per poter stampare ingrandimenti senza incappare nel rumore di fondo, ma alto quanto basta per non utilizzare il flash, che potrebbe schiarire troppo il colore della pelle, snaturandolo. Molte fotocamera abbassano i valori di nitidezza e saturazione, per evitare di esasperare eventuali difetti della pelle e per dare una resa cromatica pi morbida e realistica degli incarnati, nel complesso pi gradevole. Questa di sicuro la modalit di ripresa pi indicata per scattare fotografie a persone o gruppi di persone, purch stiano tranquillamente in posa: il diaframma aperto consente normalmente tempi di scatto abbastanza elevati ma un valore ISO basso e il blocco del flash possono farlo aumentare facilmente. Nel caso i soggetti siano i bambini meglio utilizzare la specifica modalit Azione.

2a lezionegrafie, esasperando la dominante rossa della luce del tramonto, cos da donare alle nostre immagini un maggiore calore dal sapore vagamente romantico e melanconico. Per fare questo il flash viene escluso automaticamente dalla digicamera, il lampo bianco infatti eliminerebbe qualsiasi dominante cromatica, e il bilanciamento del bianco viene regolato in modo da mutare il bianco in un tono di arancione, come se il soggetto fosse illuminato da una luce azzurra e questa dominante andasse corretta: leffetto sar quello di unimmagine dai toni caldi e avvolgenti, in grado di donare una piacevole sensazione di intimit e calore. Vedremo di seguito come sia possibile utilizzare creativamente il bilanciamento del bianco a prescindere dallutilizzo della modalit Tramonto e, addirittura, come si possano ottenere risultati diametralmente opposti, dove colori assolutamente irreali possono stimolare nellosservatore curiosit, angoscia o disappunto.

PanoramaSolitamente contrassegnata da una montagna; contrariamente alla modalit Azione, il diaframma viene chiuso il pi possibile, cos da garantire unelevata profondit di campo e unampia zona di nitidezza. Questo porta inevitabilmente a un aumento del tempo di posa, poich la digicamera non aumenter lISO del sensore per poter garantire unimmagine densa di particolari e priva di rumore di fondo: se ci troviamo in condizioni di luce scarsa sar bene munirsi di un cavalletto o di un buon sostegno di fortuna, come un muretto, un tavolo o una sedia. Molte digicamere associano questa modalit a un aumento della saturazione, con lo scopo di rendere i colori pi vivi anche se siamo in presenza di foschia; viene normalmente aumentata anche la nitidezza, cos da produrre un incremento della quantit di informazioni presenti nellimmagine e rendere maggiormente leggibili i particolari. Alcune digicamere offrono oltre a questa modalit una versione ibrida Ritratto+Panorama, rappresentata da una persona a mezzo busto di fronte a una montagna, che consente di scattare foto ricordo dei nostri cari di fronte a monumenti o panorami splendidi, ma anche per poter riprendere due soggetti distanti tra loro e averli entrambi a fuoco, perfettamente leggibili. Normalmente sconsigliabile utilizzare la modalit Panorama per ritrarre solo persone, perch leccessiva saturazione dei colori rischia di snaturare la resa cromatica dellincarnato del volto, rovinandolo. Molto pi indicata al riguardo lapposita modalit ritratto.

Spiaggia e neveIndicata da una palma e un pupazzo di neve, questa semplice modalit si basa sulla modalit Automatica e differisce da questultima per una sovraesposizione forzata di circa due stop, cio di due diaframmi in pi, necessaria quando scattiamo fotografie sulle piste da sci oppure al mare in spiaggia. Perch dobbiamo sovraesporre? Lesposimetro tarato per fornire i dati di esposizione adatti a riprendere un grigio medio, solitamente un grigio al 18%, definito dalle case costruttrici come la tonalit media terrestre, e infatti, nella maggioranza dei casi, questo artificio funziona. Se per la scena pi chiara, come sulla neve o su una spiaggia illuminata dal sole, sar necessario sovresporre per evitare di ottenere fotografie grigiastre. Possiamo utilizzare proficuamente questo preset solo nelle specifiche situazioni per le quali stato pensato, contrariamente porter solo a una sovraesposizione e bruceremo limmagine perdendo dettaglio, compromettendone la qualit.

Priorit di aperturaIndicata anche con Av o A, questa modalit permette di scegliere il diaframma da noi ritenuto pi indicato in relazione alla situazione di ripresa, lasciando alla macchina il compito di impostare il tempo di scatto adeguato. Abbiamo visto nella scorsa lezione come lapertura del diaframma sia determinante nella gestione della profondit di campo: ne deriva che questa modalit, nella sua semplicit, estremamente potente e versatile, tanto che molti fotografi professionisti la prediligono. Per poterla sfruttare appieno per necessario avere ben chiaro il funzionamento della profondit di campo e le sue controindicazioni, argomenti che abbiamo diffusamente analizzato nella scorsa puntata.

Sul dorso della HP Photosmart R707 troviamo sulla sinistra il pulsante per scegliere il preset pi indicato alla nostra situazione di ripresa (1), mentre a destra ci sono il pulsante di scatto (2) e il pulsante per la registrazione dei video (3)

AzioneSimboleggiata da un uomo in corsa, questa modalit indicata per la ripresa di soggetti in rapido movimento ed caratterizzata dallutilizzo dellapertura pi ampia possibile compatibilmente con le condizioni di luce, in modo da diminuire il tempo di scatto. In questo caso la digicamera tender a impostare valori ISO alti in caso di luce scarsa, rischiando per di compromettere la qualit dellimmagine a causa dellaumento di rumore di fondo. Nelle digicamere pi evolute la modalit Azione viene associata allo scatto a raffica, che comunque possibile attivare e disattivare indipendentemente, e al calcolo della messa a fuoco su soggetti in movimento, strumento potente ed efficace che ci permette di focheggiare correttamente il nostro bersaglio mobile e di evitare errori che comprometterebbero il risultato finale. La modalit Azio-

Priorit di tempoIndicata anche con Tv o S, cos come la priorit di diaframmi, questa permette di scegliere il tempo di scatto che riteniamo pi adatto alla situazione di ripresa, lasciando impostare alla macchina unapertura del diaframma adeguata. Meno pratica della precedente ma ugualmente potente, que-

RitrattoContraddistinto da un uomo a mezzo busto, questo preset caratterizzato da unampia apertura del diaframma, necessaria per ottenere uno sfondo sfocato e uniforme su cui il

TramontoSimboleggiata dal sole che scende dietro una montagna, questa modalit di ripresa serve per dare toni caldi alle foto-

PC Open 13 Giugno 2005

Fotografia digitalesta modalit ci permette di gestire la velocit del soggetto, cio il mosso passivo, e quello della stessa fotocamera, detto mosso attivo. Vedremo pi avanti come il mosso pu influenzare il risultato di uno scatto. condizioni di luce o le nostre esigenze creative richiedono di abbandonare gli automatismi della digicamera per andare incontro a risultati inaspettati e insoliti. Le caratteristiche di questo preset sono analoghe a quelle della modalit Panorama, lunica sostanziale differenza sta nellesclusione forzata del flash, il cui utilizzo porterebbe a inevitabili differenze dilluminazione tra le fotografie della serie, rendendo pressoch impossibile lo stitch, cio lunione delle fotografie stesse. Nel caso la nostra digicamera non dovesse possedere questa funzione integrata possiamo comunque ottenere risultati simili con un apposito programma detto stitcher, oppure con un normale programma di fotoritocco e un po di pazienza.

2a lezionementi bidimensionali ed caratterizzata da ISO molto basso, esclusione del flash, alta nitidezza e alta saturazione. La lettura dellesposizione viene effettuata omogeneamente su tutto il fotogramma e questa caratteristica, che la rende inadatta alla ripresa di scene con ampi contrasti luminosi, fa di questa modalit uno strumento ideale per fotografare tessuti, pareti rocciose, superfici materiche dalla texture interessante, facciate di palazzi, purch illuminate uniformemente.

PanoramicaSempre pi diffusa sulle digicamere amatoriali, questa modalit permette di scattare serie di fotografie (sulle HP Photosmart R507 e R707 utilizzate per scattare gli esempi di questo corso composte da un minimo di 2 fino a un massimo di 5 fotografie in sequenza), che vengono poi riunite in un'unica immagine panoramica, in grado di coprire fino a 180 gradi, estremamente suggestiva e ricca di potenzialit espressive.

ManualeIndicata di solito dalla lettera M, questa modalit, apparentemente scomoda, permette di forzare sovra- e sottoesposizioni, dettate dalle particolari situazioni di ripresa, in totale libert. utile nei casi in cui utilizziamo tecniche di ripresa particolari, come nella realizzazione di serie di fotografie panoramiche ove la fotocamera non presenti uno specifico preset, oppure dove le

Personalizzata una modalit che possiamo definire noi con le impostazioni che pi gradiamo o che riteniamo pi pratiche.

DocumentoQuesta modalit pensata per la riproduzione di docu-

1 Utilizzo del flash

N

ella scorsa puntata non abbiamo analizzato il flash, anche se ormai da molto tempo considerato parte integrante della fotocamera e non pi un semplice accessorio: ora giunto il momento di scoprire di cosa si tratta e, so-

prattutto, quali sono le funzionalit di questo importante e potente strumento. Il flash, parola che in inglese significa lampo, un apparato formato da un condensatore e da una lampada ad incandescenza.

Quando il flash viene attivato, il condensatore si riempie della quantit di carica necessaria ad alimentare per un brevissimo lasso di tempo la lampada, cosicch essa possa sprigionare un potentissimo fascio luminoso simile, appunto, a un

lampo, in grado di illuminare a giorno la scena. La potenza del flash varia da modello a modello e da produttore a produttore e viene indicata con un numero guida: mettendo in rapporto il numero guida con il valore di aper-

I preset del flashAuto flash: indicata dalla lettera A e dal simbolo del fulmine, limpostazione di default, fa entrare in funzione il flash automaticamente in presenza di luce scarsa per garantire fotografie esposte correttamente ed evitare il mosso, sia attivo, sia passivo. Occhi rossi: indicata dai simboli occhio e fulmine, come per limpostazione Auto flash il flash entra in funzione in caso di luce scarsa e, una frazione di secondo prima dello scatto, viene effettuato un pre-lampo che ha lo scopo di far restringere le pupille delle persone fotografate, in modo da evitare lo spiacevole effetto occhi rossi. Va sempre utilizzata quando fotografiamo persone o gruppi di persone in luce scarsa. Flash on: indicata dal simbolo fulmine, serve per forzare il lampo ad ogni scatto, a prescindere dalla quantit di luce presente sulla scena. Serve per congelare il movimento del soggetto: un esempio affascinante di questa utile funzione sono le fotografie delle gocce dacqua che cadono da un lavandino, perfettamente bloccate nel loro movimento. Forzare il flash pu essere molto utile anche per rischiarare le zone in ombra nellinquadratura come, per esempio, nei

controluce: situazioni di ripresa in cui il soggetto ha una forte fonte luminosa alle spalle che inganna lesposimetro e porta a una inevitabile sottoesposizione del volto del soggetto. Flash off: indicata dal simbolo fulmine coperto dal simbolo divieto, serve per disattivare il flash e impedirne il funzionamento anche in caso di luce scarsa. particolarmente utile quando il lampo del flash potrebbe venire riflesso da specchi, vetrate o superfici lucide e riflettenti che si trovano di fronte al fotografo, i riflessi dei quali comprometterebbero la qualit dellimmagine. Disattivare il flash diventa essenziale anche fotografando panorami, dove il lampo non sufficientemente potente per illuminare tutta la scena. importante tenere presente che lesclusione del flash pu portare a un notevole aumento del tempo di scatto e, conseguentemente, al pericolo del mosso. Notte: indicata dai simboli fulmine, stella e luna, si tratta di una interessante modalit che permette di scattare fotografie con il flash senza falsare eccessivamente la luce ambientale in condizioni di luce molto scarsa: viene mantenuto un tempo di esposizione abbastanza lungo ma generalmente pi breve di quello che dovremmo usare senza flash e,

durante lesposizione, vengono realizzati uno o due lampi a potenza ridotta, in modo da rischiarare appena la scena. Si tratta di uno strumento potente e pratico, comodo anche in situazioni non notturne come i controluce, dove un leggero lampo di schiarita pu essere determinante per garantire la leggibilit del volto di chi ha il sole, o una finestra illuminata, alle spalle.

Sempre sulla HP Photosmart R707 troviamo sul retro, disposti attorno al display, il pulsante per attivare la ripresa in modalit macro (1), il tasto per scegliere i preset del flash (2) e il pulsante che attiva lautoscatto e la ripresa a raffica.

PC Open 14 Giugno 2005

Fotografia digitaletura del diaframma utilizzato possibile determinare la gittata del lampo in metri. Nelle digicamere HP Photosmart usate in questo corso il flash parte integrante della fotocamera stessa ed entra in funzione appena la luce ambientale non garantisce un tempo desposizione pari a 1/60 a tutta apertura con sensore impostato su 100 ISO: queste sono le impostazioni di scatto adatte alla realizzazione di un ritratto non rovinato dal mosso e con un rumore di fondo ridottissimo, cos da poter ottenere senza alcun problema stampe ingrandite ad alta risoluzione.Nellimmagine sopra l'esposizione stata calcolata sul paesaggio, in questo modo per il volto diventa troppo scuro. Sotto stata impostata la modalit Flash On e abbiamo letto l'esposizione sempre sullo sfondo: il risultato uno sfondo correttamente esposto e il soggetto in primo piano ben leggibile

2a lezioneDa questi dati risulta evidente che il flash non viene utilizzato solo di sera o in luce molto scarsa, ma appena ci troviamo in una zona dombra o in interni, anche di giorno: questo, come vedremo pi avanti, un accorgimento adottato dai produttori di digicamere per evitare mosso e micromosso della fotocamera. Il calcolo dellintensit del lampo necessaria per illuminare la scena viene generalmente effettuato dallo stesso esposimetro che legge la luce presente sul set, in unione al sensore autofocus, in modo da calibrarlo correttamente in base alla luce ambientale e alla distanza del soggetto messo a fuoco. Pi il soggetto distante e pi il lampo del flash deve essere potente per poterlo illuminare o il diaframma aperto in modo da permettere a un maggior quantitativo di luce di arrivare al sensore.

2 I consigli per foto dautore

U

na volta individuata la modalit di scatto pi adatta alla situazione in cui ci troviamo e al soggetto che vogliamo riprendere siamo finalmente alle prese con la fase pi emozionante del processo fotografico: la composizione dellinquadratura. Molti libri sono stati scritti su questo argomento e probabilmente non sono stati sufficienti per sondare completamente questo tema, trasversale e comune a tutte le arti visive. Non pensabile quindi poter affrontare tutto ci che riguarda la composizione dellimmagine in modo esaustivo, ma, partendo da degli errori comuni e ricorrenti, possiamo apprendere alcuni semplici trucchi per migliorare la qualit e limpatto delle nostre immagini.

RitrattiCominciamo dai ritratti: chiediamo al nostro soggetto di mettersi in posa, impostiamo la macchina sul preset Ritratto, saremo cos certi di avere a disposizione un diaframma abbastanza aperto, un tempo rapido e colori naturali. Inquadriamo. Sicuramente lerrore

pi diffuso tra i fotoamatori alle prime armi inquadrare il soggetto perfettamente al centro del fotogramma. Il risultato quello di escludere dallimmagine gran parte degli elementi caratterizzanti del soggetto, che si ritrova cos mutilato e circondato da una quantit eccessiva di spazio vuoto, visivamente opprimente, fastidioso e, se non abbiamo impostato il preset corretto, perfettamente a fuoco. Inoltre la posizione centrale rende certamente limmagine simmetrica e bilanciata ma, proprio per questo, la fa diventare statica, banale, portando chi la guarda a stancarsene rapidamente e a passare oltre. Per ovviare a questi inconvenienti possiamo sfruttare la cosiddetta regola dei 2/3: immaginiamo di dividere orizzontalmente e verticalmente il fotogramma in tre parti uguali e andiamo a posizionare la testa del soggetto che vogliamo riprendere vicino a una delle due righe verticali, un poco spostata verso lesterno e sopra la riga orizzontale pi alta, come illustrato nello schema. In questo modo renderemo limmagine maggiormente di-

namica, pur mantenendo lequilibrio generale ben bilanciato grazie allo spazio vuoto laterale, che adesso sensato e funzionale; inoltre daremo maggiore importanza al soggetto, su cui verr convogliata lattenzione dellosservatore, grazie ancora allo spazio laterale e alle maggiori dimensioni del soggetto stesso, di cui verr riprodotta una maggiore quantit di informazioni caratterizzanti, cos da restituirne unimmagine pi naturale, realistica e armoniosa. Un altro errore molto diffuso tra i giovani fotoamatori una sorta di blocco psicologico che impedisce loro di utilizzare la fotocamera in verticale. Il rischio in questo caso di far perdere importanza al soggetto a causa non tanto della posizione centrale quanto degli elementi laterali che disturbano e distraggono losservatore. sufficiente orientare verticalmente la digicamera ed eventualmente, sfruttando lo zoom, stringere linquadratura sul soggetto in modo da escludere gli elementi di disturbo. Se vogliamo lavorare in manuale ricordiamoci sempre che nei ritratti buona norma

Ecco come va impugnata correttamente la digicamera, sia in orizzontale, sia in verticale, se utilizziamo il display posteriore per inquadrare

PC Open 15 Giugno 2005

Fotografia digitaleutilizzare un diaframma abbastanza aperto, cos da limitare la profondit di campo e sfuocare lo sfondo: in questo modo ci che prima era un elemento di disturbo diventer un fondale neutro che aiuter il soggetto a emergere, a bucare la scena. utile anche regolare saturazione e nitidezza su valori bassi, in modo da rendere nel modo pi naturale possibile il colore della pelle ed evitare di evidenziarne difetti come rughe, acne o piccole cicatrici che una nitidezza elevata metterebbero in risalto. Nei ritratti, labbiamo visto prima analizzando il relativo preset, bisogna anche evitare il pi possibile lutilizzo del flash, il cui lampo potrebbe inasprire le ombre disegnate da zigomi, naso e sopracciglia: in molte situazione per il flash necessario o utile e vedremo tra poco cosa possiamo fare per evitare questi inconvenienti.

2a lezione

BambiniI bambini sono uno dei soggetti pi difficili da riprendere e richiedono dedizione e allenamento. In questo tipo di ripresa fotografica cogliere lattimo decisivo per cui dobbiamo innanzitutto impostare la digicamera sul preset Azione, poich la modalit Ritratto risulta troppo lenta e quindi poco adatta a dei soggetti tuttaltro che statici come i bambini. Per ridurre al minimo il tempo che intercorre fra la pressione del pulsante di scatto e lo scatto vero e proprio pu essere utile disattivare il bilanciamento automatico del bianco e impostare uno dei preset di cui la fotocamera dispone, cos come abbiamo visto nella scorsa puntata: in questo modo la digicamera dovr effettuare solo la messa a fuoco e la lettura dellesposizione e loperazione di scatto sar decisamente pi rapida. Se volessimo lavorare in manuale dovremmo impostare un valore ISO medio alto, almeno 200, lavorare a tutta apertura, cio con il diaframma completamente aperto e impostare la modalit di scatto a raffica. Lo scatto a raffica uno strumento essenziale in questo tipo di riprese perch aumenta le probabilit di riprendere unespressione interessante: possiamo scattare una decina di fotografie in pochi secondi e poi scartare quelle in cui il frugoletto non venuto bene. Lunica controindicazione che la raffica disattiva il flash, poich la frequenza di scatti al secondo tale da non permettere al condensatore di ricaricarsi sufficientemente.

Ecco un esempio di composizione centrata: la testa del soggetto si trova al centro del fotogramma ed circondata da uno spazio decisamente sproporzionato e da una grande quantit di elementi di disturbo che, seppur piccoli come lo zainetto di cui si vede solo una parte in basso a destra, distraggono l'attenzione dell'osservatore

Questo schema rappresenta il tipico modo di inquadrare il soggetto utilizzato dai fotoamatori alle prime armi

In questo caso abbiamo sfruttato la regola dei due terzi unita al cosiddetto "taglio all'americana", tagliando cio le gambe del soggetto all'altezza del ginocchio: si tratta di un tipo di inquadratura introdotta e resa popolare dal cinema americano, da cui deriva il nome. Si pu notare come la fotografia sia molto pi gradevole e bilanciata

Se invece la testa del soggetto la poniamo in corrispondenza dell'incrocio fra le linee orizzontale e verticale che delimitano i due terzi della scena, otteniamo una composizione pi bilanciata

VacanzeNegli esempi sopra citati abbiamo sempre dato per scontato che lo sfondo della fotografia non ha alcun interesse per noi e che anzi diventa spesso un elemento di disturbo. Ovviamente non sempre cos: quando siamo in vacanza, per esempio, la fotografia acquista un particolare valore proprio perch richiama alla

Sempre ponendo la testa del soggetto nello stesso punto possibile "tagliarne" una parte a vantaggio di una maggiore dimensione dello stesso

nostra memoria i luoghi che abbiamo visitato e in cui, presumibilmente, abbiamo passato dei momenti piacevoli: in questi casi la digicamera pu diventare un ottimo compagno di viaggio. Calare nellimmagine i nostri cari o noi stessi, grazie allautoscatto e a un piccolo treppiede, rende ancora pi coinvolgente il ricordo, ma introduce il problema di gestire la composizione di immagini complesse, dove sono presenti almeno due soggetti importanti: noi e lo sfondo, si tratti di un panorama, di un monumento o qualsiasi altra cosa. I preset pi indicati per questo tipo di riprese sono Panorama e, se presente sulla no-

stra fotocamera, Ritratto+Panorama: lelevata profondit di campo che li caratterizza permetter di avere perfettamente a fuoco sia le persone in primo piano sia lo sfondo. Anche in questo caso importante disattivare il flash, cosa che di norma avviene automaticamente al momento dellimpostazione della modalit Panorama, poich il lampo non abbastanza potente per illuminare tutto lo sfondo e, se lo lasciassimo attivo, molto probabilmente bruceremmo il soggetto in primo piano e otterremmo uno sfondo scurissimo e illeggibile. Esistono per particolari condizioni di ripresa panora-

PC Open 16 Giugno 2005

Fotografia digitale

2a lezione

Spesso vediamo scenari di grandissima bellezza ma tanto vasti da non sapere bene come fare a racchiuderli: colline, distese d'acqua, grandi altipiani montani. Un ottimo trucco per riuscire a limitare la scena e permettere all'osservatore di non distrarsi nell'immagine consiste nello sfruttare altri elementi presenti sulla scena per creare una cornice alla quale affacciarsi per ammirare lo spettacolo

diagonale, dove lo sguardo dellosservatore viene convogliato grazie alla disposizione degli elementi.

Paesaggi e panoramiLa ripetizione di un modulo geometrico offerto dai rinforzi in calcestruzzo della volta di una galleria offrono un suggestivo e semplicissimo esempio della valenza espressiva della composizione incentrata sulle linee diagonali

mica dove il flash risulta particolarmente utile come, per esempio, nei controluce: succede spesso che la sorgente luminosa che illumina la scena si trovi alle spalle del soggetto in primo piano. Leggendo normalmente lesposizione tramite una lettura ponderata al centro otterremo lo sfondo perfettamente esposto ma il soggetto in primo piano in ombra, mentre sfruttare la lettura spot per misurare la luce sul soggetto non risolver il problema ma porter ad una sovraesposizione dello sfondo. In questo caso dobbiamo forzare il flash che, con il suo lampo, illuminer solo il soggetto in primo piano e non influir sullo sfondo, troppo lontano: questa tecnica prende il nome di fill-in, che in inglese significa riempimento, con riferimento alle zone dombra. Le fotocamere HP Photosmart delle serie R e M, utilizzate per scattare gli esempi utilizzati per questo corso, offrono anche una soluzione software a questo problema, soluzione che prende il nome di Adaptive Lighting o Flash Digitale. Si

tratta di un particolare algoritmo in parte derivato dal sistema Retinex, un sistema di controllo del contrasto utilizzato nei laboratori di stampa, che viene applicato allimmagine scattata per diminuire il contrasto luminoso fra le alte luci (cio le zone pi chiare) e le ombre, al fine di bilanciare la luminosit complessiva e recuperare le zone in ombra senza utilizzare una luce artificiale come il flash. Per quanto riguarda linquadratura solitamente meglio evitare di mettere il soggetto al centro del fotogramma, come gi visto per i ritratti: se i nostri cari devono dividere la scena con un monumento o un luogo celebre sar meglio dividere in due il fotogramma, cos da bilanciare il gruppo familiare con lo sfondo nitido e ben leggibile. Unaltra composizione che permette di ottenere ottimi risultati in questo tipo di riprese quella basata sulle diagonali del fotogramma: basta ruotare un poco la fotocamera per dinamizzare un monumento statico e possiamo calare le persone a uno degli estremi della

Abbiamo in precedenza visto che molte digicamere offrono la modalit di scatto Panoramica, con la quale possibile scattare una serie di fotografie e unirle in ununica striscia. Nelle fotocamera HP in prova il processo semplice e guidato passo dopo passo da brevi ed esaustive informazioni: scattiamo la prima fotografia, la fotocamera ne trasforma la parte destra in un riferimento che viene spostato allestremit sinistra del display e che noi dobbiamo utilizzare come guida, ruotando la digicamera in senso orario e portando riferimento e scenario a sovrapporsi. Ripetiamo loperazione fino a un massimo di cinque scatti e poi la fotocamera ci far vedere leffetto finale. Se la nostra digicamera non dispone di questa funzione comunque possibile ottenere gli stessi risultati con un po di lavoro in pi. Fissiamo la fotocamera su un cavalletto dotato di livella a bolla, in modo da essere sicuri che il piano di ripresa sia perfettamente perpendicolare al terreno. Escludiamo il flash, il cui lampo non sufficientemente potente per illuminare lintera scena e la cui luce evidenzierebbe eccessivamente gli stacchi tra una fotografia e laltra.

Leggiamo lesposizione, ricordandoci di usare un diaframma molto chiuso per aumentare la profondit di campo, e scriviamo su un foglietto i dati ottenuti: sar necessario impostare la digicamera su manuale per usare sempre gli stessi dati di esposizione per tutte le immagini che compongono il panorama, poich le differenze date dalle diverse letture, cos come il lampo del flash, porterebbero a stacchi evidenti tra unimmagine e laltra. Per lo stesso motivo sar necessario bloccare anche il bilanciamento del bianco, scegliendo tra i preset disponibili quello che pi si avvicina alla situazione di luce in cui ci troviamo; in alternativa, come abbiamo visto precedentemente, facciamo un primo bilanciamento manuale e manteniamolo per tutte le fotografie della serie. Mantenendo tutti questi accorgimenti scattiamo la prima fotografia, dopodich ruotiamo la digicamera di 30 gradi ( indifferente in quale senso, purch ogni volta sia sempre lo stesso) e scattiamo la seconda fotografia, ruotiamo ancora di 30, scattiamo, e cos via fino a che abbiamo coperto langolo visuale che ci interessava riprodurre, da un minimo di 60 a un massimo di 360. Pu essere utile ripetere loperazione con dati di esposizione differenti poich, specialmente in una panoramica di 180 o 360 facile incappare in

PC Open 17 Giugno 2005

Fotografia digitalezone dombra o in zone di luce piena, dove potremmo registrare forti sovra- o sottoesposizioni: scattare tre serie di fotografie, una con esposizione corretta, una sottoesposta di uno stop e una sovraesposta di uno stop, aumenter le possibilit di successo. Una volta terminata la nostra seduta fotografica, definita in gergo shooting, scarichiamo le immagini sul computer e ci prepariamo ad unirle. Esistono molti programmi, detti stitchers, pensati appositamente per questo scopo: in bundle con le fotocamere HP ne viene fornito uno prodotto dalla ArcSoft, Panorama Maker, molto facile da usare e in grado di offrire risultati di ottima qualit anche con immagini dense di particolari: sufficiente selezionare nellordine corretto le fotografie da unire e poi il programma provveder al resto, chiedendoci solo in quale formato vogliamo salvare il risultato finale. In alternativa possiamo aprire le immagini con un normale editor ed effettuare la sovrapposizione dei vari bordi: se abbiamo regolato bene il treppiede durante le fasi di ripresa gli aggiustamenti necessari saranno minimi. a fuoco, fino a pochi centimetri. In questo modo possibile riprendere oggetti da un punto di vista estremamente ravvicinato e insolito e scattare fotografie di grande impatto visivo. Per la buona riuscita delle nostre macrofotografie sono necessari alcuni accorgimenti: ove possibile meglio escludere il flash poich leccessiva vicinanza con il soggetto (parliamo veramente di pochi centimetri, in alcuni casi solo 2) porterebbe sicuramente a unimmagine bruciata da un lampo ravvicinato troppo forte (fotografia esplicativa). Inoltre lavorando a distanza ravvicinata il fuori fuoco molto pi evidente, quindi necessario diaframmare per ottenere una profondit di campo sufficiente ad avere a fuoco linterno soggetto ripreso, ricordandoci che se vogliamo fotografare dei fiori in un prato meglio scegliere una giornata con poco vento altrimenti sar pressoch impossibile ottenere risultati accettabili; in alternativa facciamoci aiutare da qualcuno che possa reggere un lenzuolo bianco a poca distanza dal set, cos da creare un riparo traslucido che blocchi il vento ma non la luce. una videocamera vera e propria e sono quindi adatti come contenuto multimediale allinterno di un sito Internet o per linvio via posta elettronica. Di solito la durata di questi filmati legata allo spazio libero presente sulla nostra scheda di memoria ma esistono alcune digicamere che non sono in grado di registrare per pi di due minuti: questo avviene perch il microprocessore di cui sono dotate non abbastanza potente per effettuare lencoding, cio la compressione in formato MPEG in presa diretta: dobbiamo verificare questa caratteristica sul manuale distruzioni, onde evitare spiacevoli sorprese. Di norma durante la ripresa non possibile effettuare regolazioni di sorta: tutto viene ge-

2a lezionestito dalla digicamera, lasciando relativamente poca libert al provetto cameraman.

Filmati Particolari del soggettoLa maggioranza delle digicamere dotata di obiettivi che offrono la funzionalit macro: premendo un apposito pulsante, solitamente indicato da un fiore stilizzato, viene cambiata la configurazione spaziale delle lenti che formano lobiettivo, cos da diminuire sensibilmente la minima distanza di messa Unultima interessante potenzialit delle digicamere la possibilit di girare dei piccoli filmati in formato MPEG con risoluzione halfVGA (320x240 pixel). Pur non trattandosi di video di alta qualit, questi filmati presentano lindubbio vantaggio di essere meno ingombranti rispetto a quelli girati con

Ecco due semplici esempi delle potenzialit della ripresa macro. importante gestire bene la profondit di campo: nel primo esempio (fiori blu-viola) lo sfocato rovina un po' l'immagine che avrebbe beneficiato di una zona nitida pi ampia, mentre nel secondo (fiore rosso-giallo) proprio la zona a fuoco cos piccola consente al primo fiore di "bucare" la scena e guadagnare l'attenzione dell'osservatore

3 Gli errori da evitare

P

assiamo ora in rassegna alcuni dei pi diffusi errori in cui si pu incappare scattando fotografie con una macchina fotografica digitale: li analizzeremo a fondo, vedremo cosa possibile fare per evitarli o minimizzarli oppur