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Manuale del Formatore EIPASS
Manuale del Formatore EIPASS
UNI EN ISO 9001:2008_3.2
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Manuale del Formatore EIPASS
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Sommario
1. Il Formatore EIPASS ..................................................................................................................... 4
1.1. Aula Didattica 3.0 del Formatore EIPASS ........................................................................ 5
1.2. Il ruolo di leader................................................................................................................... 10
1.3. Prepararsi al training .......................................................................................................... 11
1.4. Cose da fare ........................................................................................................................ 12
1.5. Cose da non fare ................................................................................................................ 16
1.6. Come organizzare l’Aula ................................................................................................... 18
1.7. Altre piccole-grandi accortezze ........................................................................................ 21
1.8. Una sintesi esplicativa ....................................................................................................... 22
2. La Formazione .............................................................................................................................23
2.1. L’Aula Didattica 3.0............................................................................................................. 23
2.1.1. Gli Ei-Book ....................................................................................................................... 23
2.1.2. Il simulatore ..................................................................................................................... 23
2.2. La lezione sta per cominciare… ....................................................................................... 24
2.3. Cominciamo rompendo il ghiaccio! .................................................................................. 25
2.3.1. Entriamo nel vivo ............................................................................................................ 26
2.3.2. Come utilizzare l’Ei-Book ............................................................................................... 27
2.3.3. Alla fine della prima lezione, compiti per casa ........................................................... 27
2.3.4. La seconda lezione ......................................................................................................... 28
2.3.5. Le prove d’esame ........................................................................................................... 29
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Introduzione
Il presente Manuale è una raccolta di informazioni e spunti utili ma, evidentemente, non
esaustive: non si intende, quindi, fornire indicazioni tassative né si sottovaluta la portata e
la complessità del tema affrontato. Il Formatore EIPASS è tenuto, quindi, a curare il proprio
aggiornamento per garantire gli elevati standard richiesti da CERTIPASS.
Consente al Formatore EIPASS di diventare un professionista
qualificato e di poter, quindi, spendere le competenze acquisite,
aumentando le proprie opportunità di lavoro, in un settore strategico e di
grande rilievo culturale.
Che cos’è?
A chi è rivolto?
Com’è organizzato?
Obiettivi formativi
Questo documento è stato studiato e realizzato in collaborazione con
l’Osservatorio Internazionele in materia di competenze digitali a
sostegno delle politiche per l’Apprendimento Permanente, nell’ambito
dell’attività di formazione e supporto prevista da CERTIPASS per il
continuo aggiornamento degli Operatori e dei Referenti degli Ei-Center.
Il documento è destinato esclusivamente al Formatore (Trainer) EIPASS
che, all’interno dell’Ei-Center, organizza e tiene i corsi di informatica
propedeutici all’acquisizione delle certificazioni EIPASS.
A cosa serve?
Il Manuale è strutturato in due parti:
la prima è dedicata al Formatore ed alle sue caratteristiche;
la seconda presenta temi e strumenti utili per organizzare percorsi
formativi dedicati alle certificazioni EIPASS.
Nel testo, opportuni riferimenti grafici, rendono immediatamente
riconoscibili le parti più interessanti ed utili.
Presentare un approccio metodologico da utilizzare durante le
attività di formazione.
Favorire lo scambio di esperienze tra gli operatori del settore.
Favorire lo sviluppo di metodi formativi condivisi ed omogenei.
Il Manuale contiene riferimenti, materiali di studio ed esemplificazioni utili
per consolidare le basi teoriche e le pratiche indispensabili per progettare
e gestire correttamente la formazione, sia individuale che residenziale.
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Premessa
In linea con le più moderne riflessioni sul tema, condividiamo la tesi secondo cui l’emozione
assume un ruolo centrale per la buona riuscita di attività didattiche, soprattutto quando si
tratti di formazione destinata agli adulti.
Se nella formazione si fa uso di emozioni, allora la formazione diventa più efficace, più
coinvolgente, più vicina alla persona, più profonda e più significativa.
Le emozioni entrano in gioco, stimolano l’intenzionalità, la partecipazione, la voglia di
imparare e sono la molla che determina la volontà di nuovi saperi. Diventano risorsa per la
formazione se nominate, riconosciute e declinate: si trasformano allora in terreno di innesto
del processo di cambiamento, di apprendimento, di crescita e di trasformazione. Entrano in
gioco quando il formatore coinvolge, valorizza, dimostra la sua carica, la sua dedizione, la
sua voglia di trasmettere e di mettersi in gioco. Le stimolano i metodi, le tecniche, le
metodologie, le attività, gli oggetti, gli strumenti utilizzati e il modo di proporli e gestirli, anche
nei tempi. E ancora, le stimolano i bisogni (di confronto, condivisione, trasmissione di idee,
ascolto, considerazione, piacevolezza), il modo di essere, l‟impegno, la voglia di nuovo e
diverso da sé.
Il ruolo e la preparazione del formatore diventano quindi il punto cardine attorno al quale
ruota la riflessione sulle possibilità di realizzazione di una didattica “emozionale”. Una parte
importante della sua formazione riguarda l‟approfondimento delle tematiche relative alle
metodologie attive basate sull’esperienza, ai metodi e alle tecniche da utilizzare per
realizzare una formazione che sia ricca di stimoli e di sollecitazioni.
È su questo principi che definiamo la figura e l’attività del Formatore EIPASS.
Le emozioni come strumento
sono in grado di focalizzare l‟attenzione, di fissare contenuti ed esperienze, di facilitare
interiorizzazione e memorizzazione,
agiscono nel profondo dell'intelligenza generando vero apprendimento, naturale,
duraturo, e aumentano la voglia e la disponibilità ad apprendere,
facilitano il fare squadra e la creazione di un clima più confidenziale e collaborativo,
generano coinvolgimento e desiderio di partecipazione attiva e trasparente.
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1. Il Formatore EIPASS
Per diventare Formatore EIPASS è necessario superare un’apposita prova di abilitazione on-
line1, costituita da 2 moduli da 30 domande ciascuno:
il modulo Metodologia e strumenti didattici verifica il possesso delle nozioni apprese
approfondendo le informazioni indicate nel presente Manuale,
il modulo Cultura EIPASS verifica la conoscenza che il Candidato ha dei programmi di
certificazioni EIPASS, così come reperibili nella sezione “certificazioni” del portale
EIPASS.com
Il Candidato ha a disposizione 30 minuti per risponde a 30 domande per modulo: la prova si
supera rispondendo esattamente ad almeno il 75% delle domande.
Il Candidato può ripetere la prova 3 volte; successivamente, l’accesso viene sospeso; per
riattivarlo, è necessario scrivere una mail a [email protected]. Potrà accedere
nuovamente ad altri 3 tentativi dopo 5 giorni dalla richiesta: è il tempo che si stima
necessario per approfondire gli argomenti trattati.
1 Per il miglior funzionamento della piattaforma DIDASKO, si consiglia di installare Mozilla Firefox.
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1.1. Aula Didattica 3.0 del Formatore EIPASS
Utilizzando le credenziali che riceve automaticamente sulla propria casella di posta
elettronica2, il Candidato Formatore EIPASS accede ad un’area riservata, organizzata in
sezioni, tramite cui può:
- verificare i risultati della propria prova di abilitazione e gestire e modificare i propri dati
per rimanere sempre connesso al mondo EIPASS (My EIPASS),
- consultare e scaricare liberamente tutti i documenti che, insieme al presente Manuale,
forniscono le nozioni necessarie per superare la prova di abilitazione e,
successivamente, conseguire le certificaizoni EIPASS (EIPASS Didattics),
- sostenere la prova di abilitazione (EIPASS Exam),
- usufruire delle convenzioni stipulate da CERTIPASS per tutti i propri Utenti
(EIPASS4You)
- richiedere l’attestato provvisorio o la ristampa di quello definitivo (Servizi di segreteria),
- accedere a tutte le informazioni relative a ciascuno dei programmi di certificazione
EIPASS (Certificazioni EIPASS),
- consultare l’archivio completo delle comunicazioni che CERTIPASS invia per aggiornare
i Formatori su questioni di interesse tecnico e/o promozionale (Comunicazioni EIPASS)
- dopo aver superato la prova di abilitazione, può conseguire liberamente tutte le
certificazioni EIPASS, senza che ci sia bisogno di formalizzare richieste o farsi assistere
in alcun modo; se lo desidera, può richiedere a CERTIPASS la stampa di ogni attestato,
a condizioni di particolare vantaggio (Consegui certificazione),
- monitorare i progressi e rimanere in costante contatto con tutti i discenti associati (Ei-
Personal Trainer). Al momento della profilazione dei nuovi Utenti, infatti, il sistema
richiede di assegnare uno specifico Formatore tra quelli abilitati:
2 La candidatura è inviata automaticamente a CERTIPASS dall’Ei-Center che inserisce i dati ed il curriculum nella
sezione FORMATORI di DIDASKO. Il CTS ne analizza le caratteristiche e abilita alla prova.
Il Formatore EIPASS, infatti, può specializzare la proprie competenze e, tramite l’Aula
Didattica 3.0, può acquisire tutte le certificazioni EIPASS disponibili; può richiedere l’attestato
di ogni certificazione acquisita, versando un contributo di Euro 30 (+ iva) ciascuna.
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Vediamo di seguito i diversi strumenti a disposizione nella sezione Ei-Personal Trainer
Cliccando su il Formatore può contattare e/o rispodere a ciascun Discente, con un
servizio di messaggistica privata.
Il Discente accede al servizio di messaggistica tramite la sezione “Ei-Personal Trainer”, a
sua disposizione nell’Aula Didattica 3.0; nella stessa sezione, visualizza la media dei tempi
di risposta del Formatore e può esprimere una veloce valutazione complessiva del suo
operato.
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Cliccando su il Formatore accede alla scheda personale di ogni discente assegnato,
tramite cui può monitorare le attività da questi svolta nell’Aula Didattica 3.0. Nello specifico:
1. n. totale di simulazioni sostenute per moduli, con indicazione del numero di test
superati e non superati,
2. data di iscrizione e di ultimo accesso,
3. dutata dell’ultimo accesso e tempo totale di utilizzo dell’Aula Didattica 3.0,
4. n. di tentativi svolti per ogni modulo previsto dal percorso di certificazione EIPASS,
5. percentuale media dei risultati ottenuti per singolo modulo, con l’indicazione (anche
cromatica) della tendenza (positiva o negativa),
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6. Risultato dell’ultimo test svolto, con l’indicazione (anche cromatica) della tendenza
(positiva o negativa),
7. Argomenti da approfondire per ogni modulo,
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8. Libretto d’esami, con l’indicazione dei moduli superati o non superati (con relativa
percentuale) e della data di ogni sessione d’esame a cui l’Utente abbia partecipato
numero di crediti ancora disponibili sulla Ei-Card
numero di crediti acquisiti per ripetere uno o più moduli non superati durante le sessioni d’esame
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1.2. Il ruolo di leader
Il Formatore assume il ruolo di leader del gruppo costituito con i discenti; è una posizione
fondamentale perché consente di orientare i comportamenti e stabilire le regole utili per il
buon andamento del percorso ma non è sempre semplice da gestire: per riuscire al meglio, il
Formatore deve riuscire a combinare uno stile genuino e credibile con le sue conoscenze
teoriche (e pratiche) sui gruppi e il loro sviluppo.
Le doti del Formatore
Competenza
Credibilità
Metodica
Capacità di divertirsi
Conoscenza degli obiettivi
Capacità di coinvolgere
Passione
Voglia di migliorarsi
Creatività
Osservazione
Saper ascoltare
Capacità di analisi
Preparazione
Disponibilità
Consapevolezza dei propri limiti
Onestà intellettuale
Spontaneità: un buon Formatore è spontaneo, pronto a rispondere, naturale ed
immediato. Sarà in grado di lavorare bene solo se la sua reazione sarà pronta, intuitiva
e credibile. Fiducia: il Formatore deve avere prima fiducia in sé, poi nel gruppo. La spontaneità non
funziona senza fiducia in sé. Avere fiducia in sé richiede coraggio e capacità di
affrontare gli imprevisti. Stile: deve gestire i conflitti e comunicare la sua opinione in modo fermo e credibile.
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1.3. Prepararsi al training
Il successo di un corso dipende da un gran numero di variabili. Per prepararsi al meglio, il
Formatore deve porsi 5 domande specifiche, che nei paesi anglosassoni vengono
identificate come le 5 “W”:
WHY, Perché? Qual è il motivo del processo di formazione. Quali sono gli obiettivi dei
partecipanti? Cosa dovrebbero saper fare o a pensare alla fine del corso?
WHAT, Cosa? Cosa si potrà fare con il tempo a disposizione. A quale livello intellettivo si
pone l’insegnamento che si sta per erogare? Di quali supporti audio-visivi c’è bisogno?
WHO, Chi? È necessario analizzare il gruppo di training. Età, nazionalità, livello, abilità
linguistiche, esperienze, aspettative, credenze… chi sono i partecipanti al corso?
WHEN, Quando? La tempistica del corso è adeguata per il Formatore stesso e per i discenti.
In quale periodo dell’anno, in quali giorni della settimana, in quali ore del giorno è meglio fare
formazione?
WHERE, Dove? Qual è l'ambiente ideale per fare formazione: dalla migliore disposizione di
banchi e sedie alla temperatura più adatta.
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1.4. Cose da fare
Conoscersi
Conoscendo motivazioni e aspettative dei partecipanti al corso, è possibile costruire e
modulare il percorso formativo, in maniera che sia sempre coinvolgente ed efficace; è
necessario ascoltarli e osservarli con attenzione, sia attraverso strumenti convenzionali,
come le loro presentazioni, sia prestando la massima attenzione a tutte quelle comunicazioni
non-verbali che si possono osservare durante lo svolgimento del corso (espressioni del viso,
gestualità, abbigliamento).
Conformarsi
Il Formatore deve cercare di evitare qualsiasi atteggiamento di chiusura nei confronti delle
sollecitazioni provenienti dall’aula, siano esplicite o velate. Conformarsi vuole dire
personalizzare costantemente sia la forma che il contenuto degli argomenti trattati, non
dimenticando mai che il fine ultimo è quello dell’apprendimento da parte della classe.
La scelta del linguaggio, il materiale didattico, il livello di approfondimento degli argomenti e
la stessa scelta degli argomenti devono dipendere ed essere costantemente regolati su
quanto emerge dalla osservazione del Formatore.
Coinvolgere
Per mantenere viva la partecipazione e l’attenzione della classe è necessario trasformare i
partecipanti in elementi attivi del processo di apprendimento: bisogna stimolarli al massimo,
fino al punto in cui diventino loro i protagonisti dell’esperienza formativa; il Formatore è “solo”
un tramite dello scambio delle informazioni all’interno della classe.
Portare casi e esempi concreti
Facciamo un esempio: passare due ore a spiegare i sette livelli dello stack ISO/OSI produce
come unico effetto quello di stancare l’aula, Formatore compreso. Configurare il
collegamento a Internet per un PC è, di contro, un modo per far capire, a grandi linee, il
funzionamento del protocollo TCP/IP. In quest'altro modo si riesce anche a dare alla lezione
un taglio più adatto alle esigenze di una classe di neofiti.
Appassionare l’uditorio: attirare l’attenzione con esperienze personali
Il momento prettamente didattico è solo l’ultimo passo del percorso formativo, e quindi il
Formatore non può limitare la sua attività alla sola trasmissione delle conoscenze specifiche.
Il suo compito è anche quello di creare un ambiente favorevole all’apprendimento. Per
Conoscersi Conformarsi Coinvolgere Portare casi ed esempi concreti Appassionare l’uditorio Sdrammatizzare in caso di imbarazzo Affrontare subito gli elementi di disturbo
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ottenere questo risultato è fondamentale che la classe lo percepisca come una figura
carismatica, ricca di esperienze e che quindi, qualsiasi sia l’argomento trattato, può avere
sempre qualche cosa di interessante da raccontare.
Ogni aneddoto contribuisce ad accrescere la curiosità della classe nei suoi confronti, e di
riflesso nei confronti degli argomenti trattati.
Sdrammatizzare in caso d’imbarazzo
Possono succedere momenti di empasse o capita che si facciano degli errori; in casi del
genere, una buona battuta può far voltare velocemente pagina, evitando che l’errore diventi
un caso “da discutere”; piuttosto che eccedere, in ogni caso, è preferibile fermarsi 10 secondi
e ricominciare tranquillamente.
Affrontare subito gli elementi di disturbo
Quando si manifestano delle dinamiche negative, i membri del gruppo possono sentirsi non
a loro agio e si aspettano che il Formatore risolva velocemente il problema.
Intervenire con forza spesso è inutile se non antiproducente. Introduciamo un approccio
differente: agiamo sugli atteggiamenti, piuttosto che sui comportamenti dei membri del
gruppo.
Di seguito si indicano una serie di situazioni difficili che possono presentarsi; si identificano
quelli che sono gli errori che il Formatore tende a commettere e si danno suggerimenti per
affrontare con l’approccio proposto ogni evento. Si tratta, chiaramente di suggerimenti che
vanno adattati al contesto.
1. Il partecipante che borbotta
L’errore tipico. II Formatore molto spesso cerca di controllare questo tipo di partecipanti
dicendo “mi scusi sig. XY, possiamo ascoltare anche cosa hanno da dire agli altri
partecipanti?”.
Il comportamento consigliato. Se un membro del gruppo parla troppo, tende a reprimere
gli interventi degli altri partecipanti. Cercando di controllare la persona più attiva, si dà ad
esso ancora più attenzione. Per questo motivo, è una buona scelta quella di motivare i
membri più passivi ad intervenire, incoraggiandoli a partecipare in maniera più attiva. Si può
coinvolgere il gruppo, non dando attenzione all’elemento di disturbo, chiedendo “cosa
pensano gli altri?”, “sarebbe bello ascoltare anche l’opinione degli altri partecipanti!”.
2. Discussioni su argomenti non inerenti all’oggetto del corso
L’errore tipico. Alcuni membri del gruppo vogliono discutere di argomenti totalmente
differenti da quelli oggetto del training, oppure vogliono tenere una “mini-conferenza
personale” sul tema oggetto di discussione. In queste situazioni, si può pensare che la
soluzione opportuna sia quella di cercare di coinvolgere anche gli altri partecipanti nella
discussione. Invece, molto spesso, questo non funziona ed i partecipanti, subendo una sorta
di frustrazione, perdono fiducia nel Formatore.
Il comportamento consigliato. È bene fare una pausa il prima possibile. Spesso si tende
ad essere indisciplinati quando si è stanchi. Dopo una pausa saranno più concentrati e
attenti. È però importante, una volte che il Formatore riprende, chiarire nuovamente l’oggetto
del training.
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3. Gruppo passivo
L’errore tipico. Il comportamento passivo del gruppo può demotivare il Formatore. Molto
spesso, con l’intenzione di stimolare il gruppo, il Formatore fa delle domande (magari troppe
domande) o inizia una presentazione teorica.
Il comportamento consigliato. È necessario incoraggiare il gruppo affinché assuma un
atteggiamento più partecipativo. Se ciò non funziona, è bene cambiare metodologia, fare
qualcosa di diverso, in modo che l’attenzione e l’interesse dei partecipanti possa essere
stimolato (es.: attività in gruppi).
4. Conflitto tra due partecipanti durante il training
L’errore tipico. Molto tempo viene spesso sprecato cercando di risolvere un conflitto tra due
partecipanti. Può anche succedere che il Formatore sia solo testimone passivo di rivalità tra i
membri del gruppo.
Il comportamento consigliato. Si può provare a rivolgersi agli altri partecipanti chiedendo
“qualcun altro ha altre opinioni in merito (alla questione che ha generato il conflitto)?” oppure
“ok, andiamo avanti e proviamo a vedere se ci sono altre importanti questioni che non
abbiamo ancora trattato!”.
Come detto prima, anche in questo caso è bene non dare troppa attenzione ai partecipanti
che creano il disturbo, bensì focalizzarsi sul resto del gruppo cercando di stimolare una sua
partecipazione attiva.
5. Discenti che parlano sottovoce o scherzano troppo
L’errore tipico. Spesso un Formatore tenta di ignorare questi partecipanti, sperando che la
smettano presto; solitamente la situazione peggiora. Inoltre, può succedere che il Formatore
cerchi di disciplinare la persona che crea disturbo dandogli ancora più attenzione e ciò ha
effetti negativi.
Il comportamento consigliato. Se possibile, si può usare l’umorismo per ricordare ai
partecipanti sia le regole sia le buone maniere. Per esempio dicendo “come sapete, quelli
che non possono sentire cosa si dice, pensano di essere il soggetto di ciò che viene detto”, o
“non è bello parlare sottovoce mentre si è in gruppo, si disturba l’attenzione anche degli altri”.
Se il problema non si risolve, è bene cercare di capirne le cause più profonde: i partecipanti
si annoiano? C’è bisogno di una pausa? È il caso di lavorare in piccoli gruppi?
6. Partecipazione minima da parte di chi sostiene di non essere interessato
L’errore tipico. Mentre si fa formazione, non si deve pensare che il silenzio sia
manifestazione di approvazione: non ci si preoccupa del fenomeno, pensando che almeno
non si hanno fastidi e disturbi.
Il comportamento consigliato. È opportuno, per esempio, chiedere “perché questo tema è
importante e per chi?”, magari lavorando in piccoli gruppi. Così si stimola la riflessione,
anche dei più scettici.
7. Ritardi
L’errore tipico. Il Formatore molto spesso perde del tempo per aspettare i ritardatari. Così
facendo la scaletta della formazione slitta sempre di più. Se il tempo a disposizione è finito e
il Formatore non pone l’accento su questo, il gruppo si sentirà legittimato a non stare nei
tempi anche la volta successiva.
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Il comportamento consigliato. È necessario iniziare le sessioni in orario. Se si aspettano i
ritardatari, si incoraggiano gli altri ad esserlo. Non bisogna dare a chi è in ritardo la
sensazione che ciò sia accettabile dal gruppo. Non si devono ripetere le istruzioni per coloro
che arrivano in ritardo e si può addirittura decidere di non far loro prender parte all’esercizio
del quale si sono persi le istruzioni. Se il trainer si rende conto che la formazione terminerà in
ritardo rispetto al programma, è necessario che lo faccia presente ai partecipanti, che
devono acconsentire. Per risolvere dei problemi che insorgono in seguito a ciò, si può ad
esempio fare una pausa, in modo che i partecipanti possano fare delle telefonate urgenti. Ma
ovviamente è sempre meglio evitare di sforare i tempi.
8. Un sapientone nel gruppo
L’errore tipico. Un sapientone nel gruppo può rappresentare una situazione molto difficile
per il trainer. Per questo motivo spesso succede che il Formatore assuma posizioni di sfida
nei suoi confronti. Il sapientone proverà a condurre il trainer in un dibattito aperto, poi si
scuserà, e lo rifarà. Ciò può disturbare profondamente il Formatore, che continuerà a
discutere rischiando di perdere l’attenzione e la fiducia del gruppo.
Il comportamento consigliato. Ancora una volta è importante evitare dibattiti aperti uno
contro uno. Il Formatore non deve pensare che l’atteggiamento del sapientone sia contro di
lui ma dovrebbe ammettere che il partecipante ha ragione; se è così e, comunque, vuole
stimolare il gruppo intero al dibattito, può aprire la discussione chiedendo “c’è qualcuno che
vuole dire qualcosa a proposito?”.
9. Si avvia un dibattito sul processo, sul Formatore, su altri aspetti non riguardanti il
training, ma i contenuti
L’errore tipico. In queste situazioni il Formatore spesso risponte stizzito, cercando, in
sostanza, di zittire i partecipanti.
Il comportamento consigliato. Non si dovrebbero assumere posizioni di sfida nei confronti
del gruppo. Si può chiedere ai partecipanti, ad esempio, “cosa pensate stia accadendo in
questo momento?”, oppure “cosa fareste se foste voi il trainer?”. Lasciare che sia il gruppo
stesso a risolvere il problema è una soluzione che molto spesso funziona.
10. Interruzioni continue e aggressive
L’errore tipico. Il Formatore tende a reagire a questa situazione in maniera irritata,
cercando di disciplinare il soggetto che disturba. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che in
queste situazioni il partecipante solitamente reagisce a sua volta, quindi la situazione non si
risolve.
Il comportamento consigliato. Questa situazione può essere un serio problema. È
necessario che il Formatore sia molto chiaro, anche nei comportamenti non verbali, con i
quali deve dimostrare che non vuole prestare attenzione al soggetto che disturba; può
chiedere, ad esempio, “in cosa credi che la tua opinione sia diversa da quella degli altri
partecipanti?”. Se anche questo non porta risultati, si può muovere dal posto in cui è e dire al
partecipante “mi dispiace, non posso andare avanti così. Vorrei chiederti quali vantaggi credi
di avere continuando a restare qui con questo atteggiamento?”.
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1.5. Cose da non fare
Farsi coinvolgere emotivamente
L’azione del Formatore deve essere improntata alla massima sensibilità, ma egli è
responsabile anche per il raggiungimento degli obiettivi del corso. Questo gli impone, a volte,
di dover prendere decisioni che possono riuscire sgradite ai suoi allievi, e lui sarà in grado di
prenderle solo se ha mantenuto un sufficiente grado di distacco.
Perdere il controllo della situazione
La posizione del Formatore in una classe è difficile: da un lato per essere efficaci bisogna
riuscire a stabilire un legame empatico con i propri allievi. Dall’altro è fondamentale riuscire a
gestire qualunque situazione si presenti in maniera razionale, restando in qualche modo
estraneo alle dinamiche che si creano all'interno della classe.
Anche in questo caso non si può dare una ricetta sicura, ma ogni frangente deve essere
risolto tenendo conto delle esigenze contingenti, con sensibilità e con l’esperienza.
Ci potranno essere casi in cui sarà necessaria una sfuriata, ma anche in queste situazioni è
indispensabile mantenere la calma, perché il Formatore non può pensare di mantenere il
controllo della classe se non mantiene il controllo di se.
Tenere lezioni tradizionalmente frontali
Le vecchie teorie didattiche erano basate sulla lezione frontale, nella quale un docente eroga
le conoscenze, e il suo uditorio è relegato ad un ruolo puramente passivo. La lezione frontale
tradizionale rimane uno strumento insostituibile in caso di conoscenze molto specifiche e di
un uditorio particolarmente interessato all’argomento.
L’alfabetizzazione informatica mal si presta a lezioni teoriche.
Utilizzare strumenti didattici non adeguati
Presentare 64 slides sulle implementazioni della crittografia con Java ad una classe
composta in massima parte da studenti delle scuole superiori è la via certa per il fallimento di
un evento didattico.
Allo stesso modo cercare, di spiegare un argomento davanti ad un gruppo di allievi
utilizzando un’aula dotata di computer accesi e magari connessi in rete vuol dire perdere la
loro attenzione in un batter d’occhio.
Un Formatore attento deve sempre cercare di sintonizzare lo stile delle sue lezioni
sull'uditorio che gli sta davanti.
Farsi coinvolgere emotivamente Perdere il controllo della situazione Tenere lezioni tradizionalmente frontali Utilizzare strumenti didattici non adeguati Schierarsi su argomenti estranei alla didattica Non parlare e stare in silenzio a lungo Avere preferenze e fare distinzioni tra i partecipanti
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Schierarsi su argomenti estranei alla didattica
È opportuno che il Formatore prevenga discussioni che possano portare ad assumere
posizioni sterilmente polemiche ed estranee agli argomenti trattati nel corso.
Ad esempio, si dovrebbe evitare di prendere posizione su temi politici, razziali e/o religiosi.
Diversamente è facile che il Formatore perda credibilità nei confronti dei discenti.
Non parlare e stare in silenzio a lungo
Un silenzio prolungato può facilmente essere interpretato come incertezza, confusione o,
peggio ancora, carenza di mezzi espositivi. In casi del genere bisogna stimolare la
discussione per fare sì che gli interventi degli allievi permettano di superare l'empasse.
Avere preferenze e fare distinzioni tra i partecipanti
È normale che in un gruppo di persone alcune possano risultare più simpatiche di altre, ma
un Formatore deve assolutamente mantenere un atteggiamento imparziale nei confronti di
tutti i suoi allievi. Questo comporta che non solo egli non deve lasciar trasparire le sue
simpatie, ma deve anche agire attivamente per evitare che qualcuno dei suoi allievi possa
essere emarginato dagli altri.
Considerati i due punti precedenti, CERTIPASS ha elaborato e mette a disposizione del Formatore EIPASS strumenti didattici modulabili, multimediali, veloci, adattabili, inclusivi e sempre a disposizione anche dei discenti. Approfondiremo il tema nella terza sezione.
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1.6. Come organizzare l’Aula
Per l’erogazione della didatitca frontale, è importante creare un ambiente di apprendimento
confortevole e funzionale. Proponiamo una serie di varianti: si indicano, per ognuna, pregi e
difetti, lasciando al Formatore l’onere di scegliere, di volta in volta, quella più appropriata
all’utenza e alla logistica del Centro.
In sintesi, un ambiente di apprendimento ideale deve avere:
un buon equipaggiamento audio/visivo,
una sistemazione dei banchi appropriata (ossia delle sedie comode e una buona
superficie per scrivere per ogni partecipante),
una temperatura controllata (24° c.a.),
la ventilazione controllata con aria condizionata o finestre,
buona insonorizzazione,
illuminazione possibilmente naturale (almeno 500 lux),
almeno 4 metri quadri per partecipante,
una buona fornitura di caffè e di cibi leggeri per le pause!
Nelle immagini che seguono sono inseriti tutti i possibili strumenti didattici normalmente
utilizzati in Centri formativi ben equipaggiati; non si richiede la presenza di ciascuno di loro
ma si sottolinea che, per l’effettivo utilizzo delle risorse messe a disposizione da
CERTIPASS è necessario che ci sia almeno un proiettore o uno schermo collegato ad un pc.
Per la migliore comprensione delle immagini che seguono, nota bene la legenda:
S=Schermo
LS=Lavagna scorrevole
LL=Lavagna luminosa
TV=Televisore
P=Proiettore
1. A forma di “U”
Pregi
soluzione pratica ed efficace,
il Formatore può muoversi nella “U”,
buona visibilità per tutti i partecipanti,
non percepita come minacciosa.
Difetti
formale, richiede di rompere il ghiaccio,
il proiettore potrebbe coprire qualcuno,
I partecipanti di dietro possono risultare lontani dalla lavagna e veder male.
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2. A forma di “V”
Pregi:
modello migliore per visibilità,
ottimo contatto Formatore-partecipanti,
meno formale e intimidatorio della “U”.
Difetti:
Necessita di spazio: va bene solo per piccoli gruppi
3. A lisca di pesce
Pregi:
c'è spazio effettivo per molte persone,
tutti i partecipanti hanno una buona angolazione
per guardare lo schermo, le lavagne etc.,
il Formatore può camminare attraverso la “spina”.
Difetti:
molti partecipanti sono coperti da altri,
reminiscenze della scuola,
incoraggia la formazione di gruppi disfunzionali,
alcuni si trovano lontani dalle lavagne,
contatto Formatore-partecipanti relativamente povero
4. “Bistrot”
Pregi:
ideale nel “teambuilding”,
informale: incoraggia la partecipazione
e l'identificazione tra i partecipanti,
originale: incoraggia l’apertura mentale,
il Formatore può circolare attraverso i banchi.
Difetti:
alcuni possono vedere male o avere
un angolo di visuale scomodo,
può portare qualcuno a distrarsi e a tenere
delle conversazioni marginali,
porta a delle identificazioni di gruppo separate dal resto dell’aula.
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5. Cerchio
Pregi:
ideale per le sessioni di training,
incoraggia al massimo la partecipazione,
eccellente contatto trainer-partecipanti,
riduce al minimo le conversazioni marginali.
Difetti:
alcuni hanno un angolo di visuale scomodo,
i partecipanti possono sentirsi troppo esposti.
6. Teatro
Pregi:
se la stanza è ben disegnata, il livello di
acustica e di visibilità è eccellente,
sfrutta lo spazio in modo ottimale.
Difetti:
scarso contatto Formatore-partecipanti,
difficile da realizzare se la stanza non
è già predisposta in modo permanente,
le file posteriori devono essere rialzate,
ricorda troppo l'università.
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1.7. Altre piccole-grandi accortezze
tono: parla a voce alta, più del solito, per spingere la tua voce fino all’ultima fila,
ripetizione: ripeti le frasi-chiave, cambiando ogni volta l’intonazione,
articolazione: non biascicare le parole; fai attenzione ai tic verbali (per esempio: “ok”,
“cioè”, “tipo”, etc., bisogna lavorarci su per eliminarli),
intonazione: varia il tono e il timbro; all’occorrenza puoi essere severo o drammatico,
trionfante o confidenziale,
naturalezza: evita le parole sofisticate; meglio usare parole semplici che fare gaffe o
prendere papere,
rapidità: usa la velocità delle parole per gestire l’uditorio; l’alta velocità serve a eccitare e
stimolare, la bassa velocità serva a enfatizzare, affascinare e colpire la platea.
Avere piccole accortezze
Con lo sguardo scorrete sui partecipanti rimanendo 2-3 secondi su ognuno (a meno che non
stiate dialogando proprio con uno). Questo darà a tutti la sensazione che state parlando
personalmente a Lei/ Lui, e vi garantirà la loro attenzione, così come succede al faro che
tiene svegli i naviganti con il suo ruotare regolare. Soprattutto evitate di guardare solo poche
persone (o addirittura una soltanto, cosa che capita sovente) e di fissare un punto
imprecisato della stanza.
non cercare sicurezza tenendo in mano penne, occhiali o i puntatori luminosi,
non tenere spiccioli in tasca e non fumare,
evita posture “chiuse” o in cui il corpo è in tensione,
non avere paura di camminare, di poggiarti al muro o di sedersi sulla scrivania (fai solo
attenzione ai mobili mentre giri per la stanza!),
controlla i capelli, la giacca, i pantaloni e le scarpe prima di alzarsi in piedi.
Anche nel vestire si possono avere alcune accortezze: per esempio è preferibile evitare il
bianco e nero o altre combinazioni di colori molto contrastanti; piuttosto, è meglio optate per
qualcosa di monotono: così saremo sicuri che i vestiti non distoglieranno l’attenzione da ciò
che si sta dicendo.
Oltre alla voce ci sono altri modi di comunicare, e spesso risultano più importanti nella
comprensione del messaggio da parte degli ascoltatori. Quando si trasmette un messaggio
verbale, la comprensione e il giudizio degli ascoltatori si basa per il
7% sulle parole (sono solo simboli che gli ascoltatori interpretano a modo loro),
38% sul linguaggio non-verbale (il modo in cui le cose vengono dette - l'accento, il tono,
l'inflessione),
55% sulle espressioni facciali (ciò che più influenza la comprensione del messaggio è
ciò che sembra l’oratore).
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1.8. Una sintesi esplicativa
Introducendo la seconda sezione in cui approfondiremo il tema, vediamo sinteticamente i
diversi passaggi di un percorso di formazione standard.
Step 1
Bang! Comincia sempre lanciando un’esca, un richiamo per catturare l’attenzione,
Gap, stabilisci il divario tra le abilità e le conoscenze presenti dei partecipanti e quelle che
dovranno acquisire durante il corso,
Comprensione, controlla che i partecipanti comprendano l’esistenza e l’entità di tale gap,
Bisogno, è necessario far percepire ai partecipanti che colmare il divario è fondamentale
per raggiungere i risultati che ciascuno si è posto e per cui sta intraprendendo questo
percorso,
Richiesta, fai domande per conoscere i bisogni individuali dei partecipanti (incoraggiali con
cicli gap/bisogno più piccoli),
Cartina, traccia i contorni del corso, i risultati stressanti che bisogna raggiungere (durante
e dopo il corso) per colmare il divario.
Step 2
Spiegare, illustra i contenuti del corso in segmenti brevi, per rendere più facile la
comprensione e l’assimilazione di nozioni che, per molti dei partecipanti, è possibile che
siano completamente nuove,
Esercitare, dai la possibilità di esercitare le nuove abilità e conoscenze, e di ricevere dei
feedback su ciò che hanno compreso,
Correggere, evidenzia i buoni risultati ma sottolinea con fermezza quelli negativi.
Step 3
Ricapitolare, rivedi assieme ai partecipanti tutti i punti importanti alla fine di ogni modulo (o
all'inizio del successivo),
Rinfrescare, concorda con i partecipanti dei momenti per ripassare ciò che avete
imparato,
Bang! Prima di ogni esame, è importante caricare i partecipanti e spronarli a dare il meglio
di sé, mostrando piena disponibilità per eventuali approfondimenti o successive riprese, in
caso di esito negativo della prova.
Prima di parlarne direttamente, ricordiamo che il Formatore, sia nella fase di preparazione
che in quella di erogazione dei percorsi formativi, deve assolutamente attenersi ai contenuti
dei programmi analitici d’esame EIPASS e, di conseguenza, alle nozioni esposte negli Ei-
Book; è indispensabile tenersi aggiornati, seguendo il portale eipass.com e tutte le
comunicazioni predisposte da CERTIPASS.
L’Aula Didattica 3.0 è lo strumento ideale per programmare e strutturare un percorso formativo su misura per i Candidati all’esame EIPASS.
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2. La Formazione
In questa sezione indichiamo praticamente come organizzare e tenere un corso standard per
la preparazione dei Candidati alla prova d’esame EIPASS. Il Formatore
deve fare diretto riferimento al Programma analitico d’esame disponibile in ognuna
delle pagine dedicate alle certificazioni sul portale eipass.com,
deve utilizzare l’Aula Didattica 3.0 e tutti gli strumenti didattici ivi previsti, modulandoli a
seconda delle necessità e dei casi. Vediamoli nelle specifico.
2.1. L’Aula Didattica 3.0
È un servizio online di supporto alla
formazione, dedicato a tutti gli utenti EIPASS
e, quindi, al Formatore che la utilizza
direttamente per rendere più efficace,
coinvolgente e variegata la sua azione
formativa.
2.1.1. Gli Ei-Book
Nella sezione Didattics è possibile scaricare liberamente gli ei-book che contengono tutte le
nozioni utili per superare le prove d’esame previste; ogni modulo d’esame ha il proprio Ei-
Book, impaginato in modo facile e veloce, in maniera tale che, scrittura ed immagini,
appositamente alternate, non stanchino il lettore.
2.1.2. Il simulatore
Nella sezione Practice, il Candidato testa le competenze acquisite con l’ausilio di simulazioni
che riproducono l’ambiente d’esame, sempre accessibili ed utilizzabili senza alcun limite. Per
supportare al meglio la finalità formativa dello strumento, è attivo un sistema di monitoraggio
che indica, istantaneamente,
le domande a cui il Candidato ha risposto erroneamente,
gli argomenti che deve andare ad approfondire per migliorare la sua performance.
Come vedremo subito, sono questi gli strumenti che il Formatore deve utilizzare per
organizzare sia lo studio individuale del Cadidato che quello frontale, collettivo e condiviso
in aula. Come detto, può monitorare le attività svolte nell’Aula Didattica 3.0 da ciascun
Condidato e rimane in contatto con tutti, tramite il servzio di messaggistica dedicato.
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2.2. La lezione sta per cominciare…
Il Formatore arriva nel centro almeno mezz’ora prima dell'inizio della lezione, per preparare i
materiali e la disposizione nella stanza. Impiega 5 minuti per prepararsi sia fisicamente che
mentalmente e:
recuperare le forze,
rilassarsi,
concentrarsi sulla respirazione e sulla postura,
visualizzare il gruppo di partecipanti,
cercare di immedesimarsi nelle loro sensazioni e ponetevi questa domanda: “Qual è il
modo migliore per aiutare queste persone a raggiungere gli obiettivi del programma?”.
Attenzione al fisico:
è necessario gestire con coscienza il livello di energia, evitando di mangiare e/o bere
troppo o dormire poco in prossimità della lezione,
è auspicabile tenersi in forma, facendo un’attività sportiva costante sarebbe.
È importante che l’ambiente di apprendimento permetta al Formatore di “cambiare ritmo” e ai
partecipanti di circolare liberamente (per sgranchirsi un po’ le gambe durante le pause). Gli
strumenti devono essere organizzati ed utilizzati con la prioritaria finalità di evitare lo
“spegnimento automatico” del cervello di chi ascolta.
Un Formatore professionista pianifica la lezione in modo che nuovi supporti audio-visivi e
nuovi argomenti si alternino a intervalli regolari di dieci minuti c.a.
Quando si rende conto che l’attenzione è nella fase discendente,
propone discussioni, anche in piccoli gruppi di lavoro,
fa brevi pause che rilassano e rigenerano i partecipanti,
cambia il ritmo del seminario, anche controllando voce e postura.
Un recente esperimento ha mostrato che in media le persone possono pensare 800 Parole al Minuto (PaM); un Formatore, in media, può pronunciare solo 120 PaM. È quindi necessario dare ai partecipanti qualcosa di interessante a cui pensare o da fare per tenere occupate le restanti 680! Il cervello effettua una sorta di “spegnimento automatico” dopo soli dieci minuti se non gli si fornisce qualche stimolo; per questo è indispensabile variare i supporti e lanciare messaggi attraverso più canali.
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2.3. Cominciamo rompendo il ghiaccio!
Il Formatore comincia sempre il corso con qualcosa che rompe il ghiaccio o con un’attività
molto coinvolgente. Questo perché, quando i partecipanti arrivano in aula, di solito, sono
disorientati e, comunque, attenti più all’ambiente e ai colleghi che concentrati e pronti.
Un’attività coinvolgente li renderà invece partecipi e se è efficace,
aiuterà i partecipanti a relazionarsi agli altri membri del gruppo,
diventerà un ponte, introducendo al meglio il corso che sta per cominciare,
sposterà i riflettori sui partecipanti (che sono le persone più importanti nella stanza),
togliendo dal centro dell’attenzione il Formatore che, così, potrà rilassarsi e alleggerire le
pressione sotto cui necessariamente si trova.
L’attività per rompere il ghiaccio deve essere
collaudata,
divertente,
collegata ai contenuti del corso;
unica, nel senso che i partecipanti non devono averla già vista,
vivace e ottimistica, ossia non deve preoccuparli troppo,
semplice, sia da spiegare che da organizzare,
breve.
Mettici sempre il massimo entusiasmo; se il corso non entusiasma te, come puoi aspettarti
che coinvolga i partecipanti!? Usa i tuoi occhi e le tue sopracciglia per comunicare la tua
energia, metti sempre un po’ di brio nella voce e combatti la noia delle sessioni più ripetitive,
raccontando nuovi aneddoti, facendo molti esempi o, nel prosieguo, cambiando la struttura
della lezione.
Punto centrale della prima lezione è la condivisione delle finalità e del programma
calendariale del corso; è importante che il Formatore sia già nelle condizioni di indicare
puntualmente
le diverse fasi in cui è articolato l’intero percorso formativo,
gli strumenti didattici che si impiegheranno,
le date previste per la verifica delle competenze acquisite.
Intanto… con lo sguardo scorri sui partecipanti, rimanendo 2-3 secondi su ognuno (a meno
che non stai dialogando con uno in particolare). Questo darà a tutti la sensazione che stai
parlando personalmente a Lei/Lui e ti garantirà la loro attenzione: sarai come un faro che,
con il suo ruotare regolare, tiene svegli i naviganti. Soprattutto, evita di guardare solo poche
persone (o, addirittura, una soltanto!) o di fissare un punto imprecisato della stanza.
Per rompere il ghiaccio, accedi alla simulazione in Aula Didattica 3.0 e, utilizzando un proiettore, un monitor o un TV, avvia e condividi con tutti i partecipanti 10/15 domande; non interrogare nessuno; lascia la possibilità di rispodere a tutti, aprendo una piccola discussione ogni volta. Se nessuno dei partecipanti ha visto prima l’Aula Didattica 3.0, l’esperienza sarà sicuramente interessante e divertente.
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2.3.1. Entriamo nel vivo
Gli strumenti a disposizione nell’Aula Didattica 3.0 consentono di organizzare il corso in
modalità blended. La definizione Blended learning o apprendimento misto o
apprendimento ibrido si riferisce ad una modalità mista di formazione, caratterizzata dal
combinarsi di diversi ambienti d’apprendimento.
Si combina il metodo tradizionale frontale in aula con attività mediata dal computer o da altri
strumenti tecnologici (ad esempio e-learning, uso di DVD, ecc.) e/o da sistemi mobili (come
smartphone e tablet). Questa modalità consente un approccio più integrato tra Formatori e
discenti. Attraverso un approccio blended learning, la tecnologia non è più solo un supporto
logistico ma diventa uno strumento formativo.
Si consideri, ad esempio, un programma di incontro tradizionale in classe: un corso che
normalmente si svolge lunedì-mercoledì-venerdì, dalla ore 9.30 alle ore 13.00. Applicando
l’approccio blended learning, il corso si può modificare in modo da incontrarsi una volta alla
settimana per verificare l’attività svolta dai partecipanti online: attività che senza gli
appropriati strumenti informatici, si sarebbero dovuti affrontare necessariamente in aula,
quindi, possono essere erogati tramite l’accesso a specifiche risorse online (e-learning
object).
Il Formatore presenta il percorso formativo, accennando
al tipo e alla qualità della metodologia impiegata,
agli strumenti didattici disponibili,
all’importanza di svolgere autonomamente il lavoro assegnato a casa.
Successivamente, introduce i contenuti, le finalità e gli obiettivi formativi previsti dal primo
modulo del percorso di certificazione EIPASS 7 Moduli; vediamo come procedere (per i
moduli successivi, si dovrà seguire lo stesso iter).
Fai sempre riferimento al Programma analitico d’esame: è il primo documento che i
partecipanti devono conoscere, consultare e comprendere; sarebbe opportuno fornire ad
ognuno di loro una copia stampata; diversamente, utilizzando una TV o un proiettore, si può
condividere il documento online sul sito eipass.com
Dichiara quali siano gli obiettivi del modulo: “Il modulo intende accertare nel Candidato il
livello di possesso dei contenuti posti alla base dell’Information Technology. In particolare, il
Candidato dovrà mostrare la propria preparazione in ordine ai seguenti argomenti:
I fondamenti dell’Information Technology: hardware, software e sistemi informativi
Il trattamento dell’informazione e gli strumenti per il suo trattamento
Le infrastrutture hardware: architettura del calcolatore e delle sue periferiche
L’ informazione e la codifica binaria
L’elaborazione e la rappresentazione dell’informazione
Gli algoritmi, i programmi e i linguaggi di programmazione
Introduzione alle tecniche di programmazione
Introduzione al software
…”
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2.3.2. Come utilizzare l’Ei-Book
Gli argomenti dell’Ei-Book relativo al primo Modulo sono in tutto 9.
Introduzione all’ICT
La componente Hardware
Architettura del calcolatore: descrizione delle componenti
La componente Software
Codici di carattere
L’elaboraizone dell’informazione
Il Software
L’Informatio and Communication Technology
Aspetti giuridici – il Copyright
A seconda della durata prevista del corso, si dovranno affrontare gli argomenti indicati in
gruppi di massimo 3 per ogni lezione frontale.
2.3.3. Alla fine della prima lezione, compiti per casa
A questo punto, è necessario chiarire diffusamente l’importanza che, ai fini del
raggiungimento degli obiettivi formativi dichiarati, riveste lo studio individuale.
A questo punto, presenta l’Ei-Book: l’Ei-Center potrebbe decidere di stampare e rilegare
delle copie da destinate ai partecipanti, per offrire loro un servizio suppletivo; diversamente,
si deve condividerlo in video
Per una lezione frontale standard di un’ora, saranno affrontati 2 degli argomenti indicati.
L’Ei-Book, quindi, può essere assunto, a tutti gli effetti, come il libro di testo da utilizzare
durante il percorso formativo.
In questa prima lezione, affronta solo il primo argomento: i partecipanti hanno ricevuto già
molti input, potrebbero essere già stanchi.
Durante l’esposizione, non dimenticare tutto ciò che abbiamo detto finora: fai in modo che il
cervello dei partecipanti “non si spenga”; utilizza buona parte del tempo di questa prima
lezione per creare il giusto feeling con i partecipanti, intervallando spesso la lezione con
momenti in cui “passare il microfono” a ciascuno di essi, per una breve presentazione
personale.
Potrebbe essere molto utile far compilare un format in cui siano indicati i contatti di tutti i
partecipanti: se non ci si conosce, è difficile creare “gruppo”!
Conclusa l’esposizione, prima di chiudere il training, chiedi sempre una valutazione aperta,
diretta e spontanea della lezione e del suo andamento; i partecipanti normalmente
apprezzano i formatori che sono disposti a discutere del loro lavoro.
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Il partecipante dovrà approfondire gli argomenti affrontati in aula, utilizzando l’Ei-Book e,
successivamente, potrà verificare il proprio grado di apprendimento, simulando una prova
d’esame. Nelle prime battute del corso, tali simulazioni potrebbero sembrare superflue dal
punto di vista didattico (il partecipante non dovrebbe avere le competenze necessarie per
superare positivamente la prova) ma possono essere intese come un “gioco” che lo faccia
appassionare ai temi ed ai contenuti delle lezioni e del percorso stesso.
2.3.4. La seconda lezione
Dalla seconda lezione in poi, il corso deve svolgersi secondo uno schema che consente di
procedere con il programma e, nel contempo, di rivedere e approfondire ciò che è stato fatto
nelle lezioni precedenti e durante il lavoro individuale di ogni partecipante. Vediamo come
funziona la nostra seconda lezione in sintesi:
nella prima parte il Formatore, sempre seguendo i contenuti dell’Ei-Book, presenta il
secondo ed il terzo argomento del primo modulo (la componente Hardware e
Architettura del calcolatore: descrizione delle componenti);
nella seconda parte, utilizza il simulatore per coinvolgere i partecipanti, soprattutto in
relazione agli argomenti trattati nella lezione precedente;
nella terza parte approfondisce gli argomenti che, dai report forniti dai partecipanti,
risultano lacunosi o maggiormente difficoltosi;
L’Aula Didattica 3.0 facilita il percorso formativo, agevolando la relazione di ogni
partecipante con i materiali didattici impiegati: come tutti gli strumenti e-learning più validi,
consente di avviare ed attivare una ciclo virtuoso di auto-formazione.
L’uso corretto e guidato di queste tecnologie, infatti, dà ad ogni partecipante l’opportunità
di trasformare e personalizzare gli e-learning object a disposizione, per costruire un
percorso formativo confacente alle proprie caratteristiche ed al proprio ritmo. Il Formatore è
il facilitatore che controlla, organizza ed imposta le informazioni che il partecipante potrà
approfondire e verificare studiano a casa.
Non è secondario sottolineare che tale metodologia sviluppa competenze molto importanti
per la crescita generale del partecipante:
la conoscenza di sé e delle proprie modalità di apprendimento;
la riflessione critica durante e dopo l’apprendimento;
la flessibilità al cambiamento nei confronti della realtà in cui si vive e in cui si apprende,
con i condizionamenti e i limiti che essa pone (adattamento agli avvenimenti);
la condivisione, l’interazione e il confronto con gli altri partecipanti.
Utilizza fin da subito il simulatore! È il primo compito che devi dare per casa: sfida i
partecipanti ad affrontare il primo modulo: potrai verificare il livello medio delle competenze
con cui il gruppo sta intraprendendo il percorso e modularlo di conseguenza.
Invita ogni partecipante a comunicarti i risultati ottenuti con il servizio di messaggistica
dedicato; tu potrai verificarli istantanemanete tramite il tutoring online.
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in chiusura, assegna il lavoro che ogni partecipante deve fare a casa (studio dei 2
argomenti visti durante la lezione, ripasso del primo e simulazione con comunicazione
del risultato).
2.3.5. Le prove d’esame
È opportuno che già all’inizio del percorso formativo siano prestabilite e fissate le date utili
per sostenere l’esame; considerata la massima autonomia degli Ei-Center anche in questo
ambito, è consigliabile inserire anche questo elemento, per dare, fin da subito, l’indicazione
della “meta finale”.
Prefigurandosela, i partecipanti saranno, anche da questo punto di vista, spronati a dare il
meglio di loro stessi.
Buon lavoro!
Questo ciclo andrà via via arricchendosi; nel prosieguo, quindi, potrai anche invertire le fasi
indicate, a seconda dei casi e delle necessità, fino a poter svolgere l’intera lezione anche
solo attraverso l’utilizzo condiviso della simulazione.
Quando i partecipanti saranno diventati esperti utilizzatori dell’ambiente e saranno a loro
agio con lo strumento, anche per esporre i nuovi argomenti, infatti, si potrà direttamente
utilizzare il simulatore: affrontare le domande apertamente, discuterle assieme, è il modo
più coinvolgente e diretto per insegnare “giocando”.