maria la solidale

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aspetti della vita di Maria di Nazarth

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Page 1: Maria la solidale
Page 2: Maria la solidale

Maria è un frammento nel quale si riflettono le esigenze supreme della fede, di cui riunisce e riverbera i massimi dati

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“Chi ha vissuto con forza l’incontro con il piano di salvezza di Dio non può chiudersi nell’intimità di un’esperienza cara e preziosa, ma va e annuncia, poiché avverte la precisa e urgente responsabilità di recare agli altri il dono che ha ricevuto. […] L’annuncio si impoverisce quando venga svuotato di questa dimensione relazionale e solidale”

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Maria di Nazareth è creatura che adeguatamente, pienamente si rapporta al suo creatore, ella è creatura assolutamente e perfettamente solidale a ogni creatura

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I racconti biblici ci presentano Maria con notevole libertà di iniziativa e spontaneità. Anche se non è mai chiamata sorella.

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Maria sorella, nell’interpretazione costante della tradizione ecclesiale

(Epifanio, Cirillo, Agostino) ci indica:

•la sua appartenenza alla famiglia umana

•la sua solidarietà con ciascun figlio d’uomo e al suo stesso Figlio “fratello primogenito” (Rm 8,29)• il suo peregrinare nella fede, nell’accogliere la Parola e nel custodirla, nella speranza attiva e nella carità premurosa e solidale

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“Chiamare una donna sorella […] appella […] a riconoscimento di comune umanità declinata nel segno di una solidarietà fuori da uno schema di appartenenza legale o di soggezione, fuori da uno schema di relazionalità sessuale di tipo coniugale […] evoca riconoscimento gratificante dell’altro, apertura all’altro, disinteressata , amicale”

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La femminilità nella sorellanza solidale ed attiva diventa un suscitare vita nei confronti degli altri prossimi e lontani , provoca una trasformazione dei valori umani su cui fondare la propria vita, pretende dai potenti del mondo il raggiungimento di una giustizia sociale universale, invoca dallo Spirito Santo il dono dell’unità dei popoli nella pace.

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Non è marginale che nella Scrittura il compiacimento, la gioia, il riconoscimento di Maria nel mistero che in lei si il compie siano legate a una voce di donna, e che questa donna sia essa stessa il termine di un’attenzione sollecita, della solidarietà di Maria.Infatti anche nel primo testamento abbiamo esempi di solidarietà femminile: Ruth e la suocera, Rachele e Lia (Gn 30,1-22), le figlie di Lot (Gn 19, 30-38).

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La costante antropologica del legame donna e vita, in Maria significa la Parola stessa di Dio, l’Unigenito del Padre, nel cui mistero mascolinità e femminilità egualmente attingono compiutezza (Gal 3,28). Elisabetta che nel suo saluto attesta la connessione definitiva del femminile alla salvezza “benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1,42) indica il normale intreccio di maschile e femminile nel progetto di Dio.

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Immaginiamo lo stato d’animo della Vergine dopo l’Annunciazione, quando l’Angelo partì da Lei. Maria si ritrovò con un grande mistero racchiuso nel grembo; sapeva che qualcosa di straordinariamente unico era accaduto; si rendeva conto che era iniziato l’ultimo capitolo della storia della salvezza del mondo. Ma tutto, intorno a Lei, era rimasto come prima e il villaggio di Nazareth era completamente ignaro di ciò che Le era accaduto.

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Prima di preoccuparsi di se stessa, Maria pensa però all’anziana Elisabetta, che ha saputo essere in gravidanza avanzata e, spinta dal mistero di amore che ha appena accolto in se stessa, si mette in cammino "in fretta" per andare a portarle il suo aiuto.

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Ecco la grandezza semplice e sublime di Maria! Quando giunge alla casa di Elisabetta, accade un fatto che nessun pittore potrà mai rendere con la bellezza e la profondità del suo realizzarsi. La luce interiore dello Spirito Santo avvolge le loro persone. Ed Elisabetta, illuminata dall’Alto, esclama: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore" (Lc 1,42-45).

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Il primo atto che Maria compì dopo aver accolto il messaggio dell’Angelo, fu di recarsi "in fretta" a casa della parente Elisabetta per prestarle il suo servizio (cfr Lc 1,39). Quella della Vergine fu un’iniziativa di autentica carità, umile e coraggiosa, mossa dalla fede nella Parola di Dio e dalla spinta interiore dello Spirito Santo. Chi ama dimentica se stesso e si mette al servizio del prossimo. Ecco l’immagine e il modello della Chiesa!

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Maria si reca dall’anziana parente Elisabetta, che tutti dicevano sterile e che invece era giunta al sesto mese di una gravidanza donata da Dio (cfr Lc 1,36), portando in grembo Gesù appena concepito. E’ una giovane ragazza, ma non ha paura, perché Dio è con lei, dentro di lei.

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Sembra di ascoltare in questa eccelsa Figlia di Sion il cantico di Zaccaria che racconta lo stile del credente ebreo che consiste nel servire il Signore Dio d’Israele “senza timore, in santità e giustizia,al suo cospetto, per tutti i nostri giorni” (Lc 1,74-75)

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Che cosa ha spinto Maria, giovane ragazza, ad affrontare quel viaggio? Che cosa, soprattutto, l'ha spinta a dimenticare se stessa, per spendere i primi tre mesi della sua gravidanza al servizio della parente bisognosa di assistenza? La risposta sta scritta in un Salmo: "Corro per la via dei tuoi comandamenti, [Signore,] / perché hai dilatato il mio cuore" (Sal 118,32). Lo Spirito Santo, che rese presente il Figlio di Dio nella carne di Maria, dilatò il suo cuore alle dimensioni di quello di Dio e la spinse sulla via della carità.

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La Visitazione di Maria si comprende alla luce dell’evento che immediatamente precede nel racconto del Vangelo di Luca: l'annuncio dell'Angelo e il concepimento di Gesù ad opera dello Spirito Santo. Lo Spirito scese sulla Vergine, la potenza dell'Altissimo stese su di Lei la sua ombra (cfr Lc 1,35). Quello stesso Spirito la spinse ad "alzarsi" e a partire senza indugio (cfr Lc 1,39), per essere di aiuto all'anziana parente.

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Gesù ha appena incominciato a formarsi nel seno di Maria, ma il suo Spirito ha già riempito il cuore di Lei, così che la Madre inizia già a seguire il Figlio divino: sulla via che dalla Galilea conduce in Giudea è lo stesso Gesù a "spingere" Maria, infondendole lo slancio generoso di andare incontro al prossimo che ha bisogno, il coraggio di non mettere avanti le proprie legittime esigenze, le difficoltà, le preoccupazioni, i pericoli per la sua stessa vita. E’ Gesù che l’aiuta a superare tutto lasciandosi guidare dalla fede che opera mediante la carità (cfr Gal 5,6).

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Maria lo porta nel suo seno come in un sacro tabernacolo e lo offre come il dono più grande a Zaccaria, alla moglie di lui Elisabetta ed anche al bimbo che si sta sviluppando nel grembo di lei. “Ecco – le dice la madre di Giovanni Battista – appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo” (Lc 1,44). Dove giunge Maria è presente Gesù. Chi apre il suo cuore alla Madre incontra ed accoglie il Figlio ed è invaso dalla sua gioia.

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Come non notare che, nell’incontro tra la giovane Maria e l’ormai matura Elisabetta, il nascosto protagonista è Gesù?

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Nessuna cultura mai, se non per aberrazione ideologica transitoria, potrà ridimensionare la solidarietà verso una donna gravida. E ammesso pure che lo facesse, alle donne ciò apparirà intollerabile in ogni caso.

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Solidarietà quotidiana, solidarietà familiare, solidarietà di due madri alle prese con una gravidanza difficile. Proprio tutto ciò ci diventa paradigma di confessione e gioia messianica, di novità radicale, di compimento pieno del disegno di Dio relativamente all’uomo suo creatura

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È l’ora di una nuova ‘fantasia della carità’ che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione

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Maria poggia tutta la sua vita sulla certezza dell' amore di Dio e in questa certezza il suo cuore trova equilibrio e pace. Maria crede totalmente in Dio e cerca la sua volontà nell'umiltà della fede e nella disponibilità dell' obbedienza. Maria è umile e l'umiltà la rende la creatura prediletta da Dio. L'obbedienza è il vero coraggio, l'obbedienza della donna a Dio si esprime attraverso un sì leale alla propria femminilità, che diventa dono, amabilità, tenerezza, servizio, maternità.

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L’idea cristiana di solidarietà con gli altri esseri umani si basa su alcuni punti fermi:

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•la figliolanza divina• la redenzione di Cristo• l’ispirazione dello Spirito• la comunione dei santi

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• COMPETENZE IN USCITA • (cfr. DPR n. 122/04; n. 39/2006)

Gli studenti dovrebbero essere in grado di:

• raccontare eventi o fatti solidali

• descrivere il fondamento ebraico-cristiano della solidarietà

• elencare le caratteristiche mariane connesse

• valutare gli effetti interiori e intersoggettivi della sorellanza/fratellanza attiva e premurosa

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Quale situazione didattica predisporre?

Quali contenuti proporre?

Quali mezzi e strumenti utilizzare?

Come procedere?

Come monitorare l’interesse e la partecipazione?