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Marmolada d’ombretta, Aste – Solina (Ideale) - con uscita sul Pesce - Relazione da una ripetizione del settembre 2012. Primi salitori: Armando Aste & Franco Solina, dal 24 al 29 Agosto 1964. Difficoltà: VI/A0, ED. Lunghezza: circa 1250 metri. Tempi: molto variabili: dalle 10 ore ai 2 giorni!! Materiale: assortimento di nuts e friends (fino al 3). Martello e qualche chiodo consigliati. Commento: Gran viaggione nel cuore della parete d’argento. Salendo è impossibile non rimanere incantati dal fiuto e dal coraggio di Aste e Solina che in 6 giorni hanno superato le lisce placche di questa parete, creando un itinerario all’avanguardia per l’anno di apertura! Dopo la prima parte, abbastanza facile da trovare, l’itinerario si fa più complesso e poco evidente saltando da un punto debole della parete a un altro fino alla cornice dove inizia il famoso tiro dei chiodi a pressione. In questo tratto centrale, sono possibili innumerevoli varianti… qui si descrive la soluzione da noi trovata anche se non è detto che sia la più facile! Le difficoltà di orientamento sono anche dovute al fatto che la chiodatura è decisamente “rada”… la roccia non è compattissima e richiede attenzione, specialmente nella seconda parte. La via richiede un buon impegno fisico e mentale: anche se non ci sono tiri “estremi” (il terzo tiro è uno dei più duri, quindi si può prendere subito le misure…), è molto continua sul V/Vsup (mediamente). Considerare che una eventuale ritirata da metà via potrebbe essere oltremodo complessa. Noi abbiamo seguito la variante Messner iniziale e siamo usciti dai camini del Pesce; pertanto qui si descrive tale soluzione.

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Page 1: Marmolada d’ombretta, Aste – Solina (Ideale) · Marmolada d’ombretta, Aste – Solina (Ideale) - con uscita sul Pesce - Relazione da una ripetizione del settembre 2012. Primi

Marmolada d’ombretta,

Aste – Solina (Ideale)

- con uscita sul Pesce -

Relazione da una ripetizione del settembre 2012.

Primi salitori: Armando Aste & Franco Solina,

dal 24 al 29 Agosto 1964.

Difficoltà: VI/A0, ED.

Lunghezza: circa 1250 metri.

Tempi: molto variabili: dalle 10 ore ai 2 giorni!!

Materiale: assortimento di nuts e friends (fino al 3). Martello e qualche chiodo consigliati. Commento: Gran viaggione nel cuore della parete d’argento. Salendo è impossibile non rimanere incantati dal fiuto e dal coraggio di Aste e Solina che in 6 giorni hanno superato le lisce placche di questa parete, creando un itinerario all’avanguardia per l’anno di apertura! Dopo la prima parte, abbastanza facile da trovare, l’itinerario si fa più complesso e poco evidente saltando da un punto debole della parete a un altro fino alla cornice dove inizia il famoso tiro dei chiodi a pressione. In questo tratto centrale, sono possibili innumerevoli varianti… qui si descrive la soluzione da noi trovata anche se non è detto che sia la più facile! Le difficoltà di orientamento sono anche dovute al fatto che la chiodatura è decisamente “rada”… la roccia non è compattissima e richiede attenzione, specialmente nella seconda parte. La via richiede un buon impegno fisico e mentale: anche se non ci sono tiri “estremi” (il terzo tiro è uno dei più duri, quindi si può prendere subito le misure…), è molto continua sul V/Vsup (mediamente). Considerare che una eventuale ritirata da metà via potrebbe essere oltremodo complessa. Noi abbiamo seguito la variante Messner iniziale e siamo usciti dai camini del Pesce; pertanto qui si descrive tale soluzione.

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Avvicinamento: Da malga ciapela al Falier. Da qui si continua a seguire verso il rifugio contrin e giunti sotto la parete d’argento traversare fino alla sua base. L’attacco si trova sulla sinistra di un grande pilastro pochi metri a sinistra di un evidente camino. Descrizione:

1° tiro: salire il breve zoccolo gradinato di roccia bianca fino a una cengetta. Proseguire in un piccolo diedro di roccia cattiva (1 ch.) uscendone a dx e proseguire obliquando verso dx fino in sosta (4 ch.) su comodo terrazzino alla base di un breve diedrino nero strapiombante (la sosta è proprio sopra il camino). [45 m, V]

2° tiro: superare il diedro atletico (2 ch.) e seguire il successivo canale verso sx (sosta eventuale su 2 chiodi) fino alla sommità di un pilastro dove si sosta su 2 chiodi. [30 m, VI]

3° tiro: Da qui l’originale continua a seguire il diedro, mentre per la variante Messner si deve traversare a sx in placca fino al primo chiodo, poi dritti in placca con arrampicata delicata fino ad un secondo chiodo. Da qui si segue la fessurina di dx (chiodo arancione) che con un altro passo duro conduce alla sosta su 2 chiodi su un piccolo terrazzino. [25 m, VI]

4° tiro: seguire la rampa-fessura obliqua verso sinistra, superando un saltino verticale [chiodo], fino al suo termine dove si sosta su 2 chiodi. [45 m, V]

5° tiro: dritti in placca (2 ch.) fino ad un piccolo tettino che si raggiunge sulla sx (1 ch.). Traversare sotto il tetto verso dx immettendosi su una rampa (1 ch. sporgente). Superare un murettino con l’aiuto di una fessura fino a 2 chiodi lontani; da qui traversare a sx e risalire una facile rampa che conduce in cengia dove si sosta su un chiodo alla base di un diedrino. [50/55 m; Vsup]

6° tiro: salire il diedrino e obliquare a dx passando sotto un enorme buco ovale. Non continuare a traversare sulla dx, ma salire sopra il buco da dx fino alla sosta su 2 ch. esattamente sopra di esso. [30 m; IV]

7° tiro: seguire la rampa verso sx fino a quando vi è la possibilità di traversare a dx per arrivare alla base di un evidente breve camino che si risale fino alla sosta su 2 chiodi. [40 m; IVsup]

8° tiro: obliquare verso dx superando un vago diedrino e la successiva placca delicata spostandosi verso sx verso una evidente rampa che si segue fino alla sosta su 2 chiodi. [30 m; V]

9° tiro: seguire il diedro sulla dx fino alla sommità di un pilastro, traversare qualche metro a dx e risalire una fessura (1 ch.) posta pochi metri a sx di un diedro. Arrivati al chiodo (ballerino), non proseguire fin sotto il tetto (altro chiodo), bensì spostarsi a sx e risalire la placca appigliata che conduce alla scomoda sosta su 2 ch. e una clessidra alla base di un diedrino. [55 m; IVsup]

10° tiro: seguire lungamente il diedro fino alla sosta su 2 chiodi pochi metri sotto una evidente nicchia gialla. [40 m; IV]

11° tiro: sempre dritto superando la nicchia verso sx (sasso incastrato); seguire la successiva fessura fino alla scomoda sosta su un clessidrone situata due metri sopra un evidente tettino sulla sx. [40 m; IV]

12° tiro: scendere 2 metri sotto la sosta e traversare nettamente sotto il tetto fino alla sosta su 2 chiodi su un piccolo terrazzino. [30 m; V/Vsup]

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13° tiro: continuare a traversare stando bassi (1 ch. arancione) fino alla base di un evidente

diedro-fessura. Seguendo la buona fessura 1 metro alla dx del diedro si arriva in sosta sulla sommità di un pilastrino. Sosta su 2 chiodi di cui uno mio, rinforzabile con friend 0,3. [25 m; IVsup]

14° tiro: si è ora sotto la verticale di una evidente piccola frana (probabilmente recente); in questo punto le relazioni parlano di salire tra due tetti o forzando un tetto e a noi non sono risultate minimamente chiare; il percorso da noi seguito è il seguente. Salire dritti per placca e obliquare verso dx (clessidra) passando sotto l’enorme (ed inquietante) pilastro appoggiato e puntando una nicchia nera. Superare la nicchia con passo atletico su buoni buchi e traversare a sx sopra il pilastro verso una zona più facile. Pochi metri sopra si trova un chiodo dove si sosta (rinforzabile con nut o friends). [50 m; VIinf/VI]

15° tiro: dritti puntando a un bel diedrino verticale bianco e fessurato che con bella arrampicata conduce ad una cengia. Sosta su una clessidra e un chiodo poco evidente (in alto a dx rispetto alla clessidra). [30 m; V/Vsup]

Nota: traversando 15/20 metri a sx si trova un comodo grottino per bivaccare.

16° tiro: salire qualche metro a sx della sosta seguendo una fessura. Ignorare le protezioni (1 ch., 1 nut + ch. a pressione) sulla sx e seguire la fessura sempre dritti superando un passaggio strapiombante. Obliquando leggermente a sx (seguendo la fessura) ci si ricongiunge con l’itinerario originale (1 ch.). Ancora dritti per fessura e successivamente traversando a sx si raggiunge la sosta su 2 chiodi. [30 m; VI] Nota: su questo tiro abbiamo avuto molti dubbi perché il chiodo a pressione è posizionato in un punto alquanto illogico (in piena placca 3 metri a sx di una fessura!)… noi siamo saliti come descritto sopra, ma è sempre possibile dopo i primi metri traversare a sx fino al primo chiodo e da lì dritti fino al chiodo a pressione, anche se sembrava nettamente più duro!

17° tiro: a dx della sosta seguire una fessura e successivamente traversare a dx su terreno facile fino alla base di un netto diedrino (1 ch.) che si risale portandosi in una zona più facile dove si sosta su 2 chiodi. [30 m; V]

18° tiro: dritto pochi metri fino ad una zona di spuntoni che si seguono sulla dx fino alla sosta su 3 chiodi alla base di un evidente pilastro. [40 m; III]

19° tiro: dritto per il pilastro (1 ch.) fino al suo termine. Con un passo in placca raggiungere una lama (1 cuneo) che si segue in dulfer sulla dx fino quasi al suo termine; traversando un metro a sx si raggiunge un ballatoio dal quale si arriva a brancare il primo chiodo a pressione. Seguire i successivi chiodi a pressione (occhio: il secondo si muove) in placca (manca in quarto ma da quinto pende un cordazzo…); dall’ultimo chiodo si traversa un metro a dx per prendere una lama (1 chiodo in condizioni pietose) che si risale in dulfer fino ad un terrazzino. Ancora obliquando a dx si arriva ad un piccolo terrazzino con due chiodi e masso incastrato poco più in alto (sosta consigliata); seguendo brevemente il sovrastante diedro si arriva ad un comodo pulpito dove si sosta su due chiodi a pressione… [50 m; VI/A0 (con cordino) o VII] Nota: sulla destra della sosta si trova una grande grotta dove è possibile bivaccare comodamente.

20° tiro: disarrampicare un metro nel diedro e traversare a sx un paio di metri. Da qui dritto per la breve e verticale placca con 5 chiodi (normali) fino ad una facile cornice che si segue lungamente verso dx superando la cascata (1 ch.) fino alla sosta su 3 ch. di cui uno mio (uno dei tre è quasi spezzato). [35/40 m; Vsup/A0 o VIsup la prima parte, poi IV]

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21° tiro: obliquare a dx seguendo una rampa (clessidra) fino a una zona abbattuta. Traversando a dx in placca si raggiunge la sosta su 2 chiodi alla base di un diedro. [50 m; IV]

22° tiro: risalire il diedro (1 ch.) e appena possibile traversare 2 metri a sx immettendosi in un diedro più facile che si segue fino al suo termine (sosta eventuale su due ch. sulla dx). Qui l’uscita originale traversa a sx per andare a prendere i camini di uscita; per raccordarsi con il Pesce, continuare obliquando a dx passando sotto una grande nicchia gialla fino ad una zona di roccia friabile che si risale per una fessura o per le placche alla sua destra fino alla sosta (2 ch. e un nut incastrato) situata alla base di un breve saltino verticale che dà accesso ad una evidente rampa inclinata. [50 m; Vsup inizialmente, poi III]. Nota: usciti dal diedro.

23° tiro: superare il muretto verticale sulla sx con passo duro (2 clessidre e un chiodo) e seguire successivamente la rampa obliqua mantenendosi un po’ nel diedro un po’ sulle placche di dx fino alla sosta in placca su 2 chiodi. [45 m; 1 passo di Vsup/VI iniziale, poi IV]

24° tiro: obliquando leggermente a sx si raggiunge un vago diedrino (1 ch.) che si segue verticalmente per una decina di metri. Sotto una zona strapiombante traversare nettamente a dx in placca fino a raggiungere una facile rampa che conduce ad un piccolo terrazzino dove si deve attrezzare la sosta su clessidre. [50/55 m; IV]

25° tiro: obliquare a sx immettendosi nell’ormai evidente camino terminale. Seguirlo lungamente fino ad una sosta su 2 chiodi. [45 m; IV]

26° tiro: sempre dritto nel diedro superando delle ostiche strozzature fino alla sosta su un chiodo e due clessidre distanti sopra un masso incastrato che si muove. [35 m; V]

27° tiro: dritti nel camino fino a una strozzatura (1 ch.); traversare a dx puntando una fessura gialla davvero marcia che si risale fino a una zona più abbattuta (friend incastrato). Continuando in leggero obliquo verso sx si raggiunge la sosta su 2 chiodi. [55 m; Vsup]

28° tiro: dritti seguendo una fessurina fino a due chiodi vicini. Da qui con l’ausilio di un chiodo e con un successivo passo di decisione ci si immette in una fessura più facile che conduce fino a una sosta su 2 chiodi lontani. [30 m; V con 1 passo di A0 e 1 passo di VI]

29° tiro: traversare a sx ributtandosi nel camino che si segue fino alla sosta su 3 chiodi. [40 m; IV]

30° tiro: dritti nel camino superando faticosamente l’ultima strozzatura (3 ch.). Continuare nella successiva facile rampa marcia fino alla sosta su clessidrone sulla sx. [45 m; Vsup]

31° tiro: dritto nel canale (occhio ai sassi) fino alla cresta dove si sosta su un cavo da ferrata. [45 m; II] Discesa: 20 metri a sx dell’uscita si trova la stazione della funivia e si accede facilmente sul tetto di quest’ultima. Qualora non sia aperta, con una doppia dal parapetto ci si può calare alla base. Da qui si segue la traccia sul ghiacciaio (occhio ai crepi iniziali) fino al suo termine e successivamente per tracce fino a incontrare la pista da sci che si segue comodamente fino al passo fedaia…

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Sotto il tettino del quinto tiro.

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Partenza dell’ottavo tiro.

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Sul grande traverso del 12° tiro.

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Il percorso da noi seguito sul 14° tiro. Evidente al centro la grande frana…

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Il famoso tiro dei chiodi a pressione.

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Al termine del traverso del 20° tiro.

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La rampa del 23° tiro.

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Sul passo duro del 28° tiro.