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© T. de DORLODOT 125 1 C he sia per un uso eccessivo, un uso improprio o per l'inquinamento, le risorse idriche sono costantemente minacciate, ed è per questo che la loro protezione è diventata una delle maggiori sfide del nostro tempo. Non sorprende, quindi, che l’acqua sia una delle più importanti questioni politiche e sia al centro del processo decisionale a livello europeo, in parte a causa del cambiamento climatico e dei dibattiti all'interno del WFD. La complessità dell’interrelazione fra selvicoltura ed acqua La silvicoltura e il cambiamento climatico, come l’agricoltura e il cambiamento climatico, sono strettamente collegati fra loro. La silvicoltura, come l’agricoltura, ha due ruoli in questo contesto. Da una parte deve adeguarsi e dall’altra deve attenuare il cambiamento climatico. L’agricoltura può essere più efficiente, mediante le cosiddette tec- niche di agricoltura di precisione, la produzione di biocarburanti adeguati all’interno della rotazione delle colture, gli ecosistemi e una combinazione di intensificazione dell’agricoltura in alcune zone ed estensificazione in altre. Queste decisioni devono essere prese in modo intelligente in base al valore naturale delle zone interessate. Si deve anche pren- dere una decisione sull’inserimento dell’agricoltura nel sistema di scambio delle emissioni. Occorrerà una combinazione di sistemi basati sul mercato e sistemi basati sul sostegno pubblico per incorag- giare i manager di proprietà terriere a fare scelte più sostenibili dal punto di vista ambientale, pur continuando a produrre alimenti sicuri e accessibili in quantità sufficienti. Ma, siamo chiari. Nell’Eu- ropa settentrionale e centro orientale assistiamo ad un aumento del livello delle precipitazioni invernali e ad estati più calde e secche, il che, a seconda del livello delle precipitazioni primaverili, potrebbe avere un effetto positivo sui raccolti. Al sud avremo meno precipitazioni, più stress da calore e superfici coltivate meno idonee. Ciò indica che, su scala glo- bale, le popolazioni povere e affamate del mondo saranno colpite dal cambiamento climatico di gran lunga di più delle popolazioni più ricche nel nord. Per affrontare i cambiamenti climatici previsti, i manager di proprietà terriere e gli agricoltori possono modificare la loro rotazione delle colture per sfruttare al meglio l’acqua disponibile, variare le date della semina in base alla temperatura e all’andamento delle precipitazioni, usare le varietà di colture più adatte alle nuove condizioni meteoro- logiche (p. es. più resistenti al caldo e alla siccità), piantare siepi o piccole zone boscose su terreni colti- vabili che riducono il deflusso dell'acqua e fungono da frangivento. Ma i manager di proprietà terriere non possono sobbarcarsi questo fardello da soli. La politica pubblica deve sostenerli aiutandoli ad ade- guare le strutture agricole e i metodi di produzione, e anche aiutandoli a continuare ad offrire servizi per l’ambiente rurale. Marzo 2010

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Che sia per un uso eccessivo, un uso improprio o per l'inquinamento, le risorse idriche sono costantemente minacciate,

ed è per questo che la loro protezione è diventata una delle maggiori sfide del nostro tempo. Non sorprende, quindi, che l’acqua sia una delle più importanti questioni politiche e sia al centro del processo decisionale a livello europeo, in parte a causa del cambiamento climatico e dei dibattiti all'interno del WFD.

La complessità dell’interrelazione fra selvicoltura ed acqua

La silvicoltura e il cambiamento climatico, come l’agricoltura e il cambiamento climatico, sono strettamente collegati fra loro. La silvicoltura, come l’agricoltura, ha due ruoli in questo contesto. Da una parte deve adeguarsi e dall’altra deve attenuare il cambiamento climatico. L’agricoltura può essere più efficiente, mediante le cosiddette tec-niche di agricoltura di precisione, la produzione di biocarburanti adeguati all’interno della rotazione delle colture, gli ecosistemi e una combinazione di intensificazione dell’agricoltura in alcune zone ed estensificazione in altre. Queste decisioni devono essere prese in modo intelligente in base al valore naturale delle zone interessate. Si deve anche pren-dere una decisione sull’inserimento dell’agricoltura nel sistema di scambio delle emissioni. Occorrerà una combinazione di sistemi basati sul mercato e sistemi basati sul sostegno pubblico per incorag-giare i manager di proprietà terriere a fare scelte più sostenibili dal punto di vista ambientale, pur continuando a produrre alimenti sicuri e accessibili in quantità sufficienti. Ma, siamo chiari. Nell’Eu-ropa settentrionale e centro orientale assistiamo ad un aumento del livello delle precipitazioni invernali e ad estati più calde e secche, il che, a seconda del livello delle precipitazioni primaverili, potrebbe avere un effetto positivo sui raccolti. Al sud avremo meno precipitazioni, più stress da calore e superfici coltivate meno idonee. Ciò indica che, su scala glo-bale, le popolazioni povere e affamate del mondo saranno colpite dal cambiamento climatico di gran lunga di più delle popolazioni più ricche nel nord. Per affrontare i cambiamenti climatici previsti, i manager di proprietà terriere e gli agricoltori possono modificare la loro rotazione delle colture per sfruttare al meglio l’acqua disponibile, variare le date della semina in base alla temperatura e all’andamento delle precipitazioni, usare le varietà di colture più adatte alle nuove condizioni meteoro-logiche (p. es. più resistenti al caldo e alla siccità), piantare siepi o piccole zone boscose su terreni colti-vabili che riducono il deflusso dell'acqua e fungono da frangivento. Ma i manager di proprietà terriere non possono sobbarcarsi questo fardello da soli. La politica pubblica deve sostenerli aiutandoli ad ade-guare le strutture agricole e i metodi di produzione, e anche aiutandoli a continuare ad offrire servizi per l’ambiente rurale.

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ELO is supported by the EC DG Environment under the LIFE+ programme Operating Grant, agreement n°07.0307/2009/

S12.535265SUB/A1

La complessità dell’interrelazione fra selvicoltura ed acqua 1

I Paesi Bassi, precursori di incentivi fiscali 4

Conciliare prestazioni energetiche e qualità patri-moniale: la testimonianza di ICOMOS Francia 5

Brevi 6

La Commissione europea lancia un dibattito pubblico sulla protezione delle foreste d’Europa contro il cambiamento climatico 7

Proposte per il futuro della CAP 8

Un’organizzazione importante per i giovani legati al mondo rurale di oggi 10

Cradle to cradle 12

Agenda 12

Poiché hanno un’influenza diretta e significativa sull’idrologia e sui pro-cessi idrologici, le foreste incidono sulla quantità e la qualità dell’acqua e sui rischi naturali legati ad essa, in particolare in paesaggi estremamente delicati. Gli effetti negativi accen-tuati dai crescenti problemi di scar-sità d’acqua, degrado ambientale, cambiamento climatico, insicurez-za alimentare e scarse condizioni di sussistenza, richiedono tutti urgenti misure politiche e gestionali e attirano l’attenzione verso le interrelazioni fra foresta ed acqua. Si tratta di interrelazioni complesse e una limitata conoscenza degli scambi acqua-foreste comporta la necessi-tà di allontanarsi dalle 4 ‘M’: myths (miti), misunderstandings (malinte-si), misinterpretations (interpretazioni sbagliate) e misinformation (cattiva informazione), anche all’interno della comunità scientifica.

Spesso, gli studi scientifici difen-dono il fatto che, in qualsiasi circo-stanza idrologica ed ecologica, la foresta sia la migliore copertura del suolo per massimizzare la disponibi-lità di acqua e regolare i flussi stagio-nali. Tuttavia, la ricerca attuale mette in discussione questo presupposto. L’ecosistema forestale, infatti, è un grande utilizzatore di acqua da una parte per il fenomeno dell’intercet-tazione, che riduce la precipitazione netta che giunge sulla superficie del suolo, e dall’altra per l’evapo-tra-spirazione dalla chioma degli alberi (BARTEN.2008). Di conseguenza, l'eli-minazione di foreste, seppur parziale, aumenta la disponibilità di acqua a valle. Essa può anche accelerare la discesa dell’acqua e aumentare il rischio d'inondazioni durante la sta-gione piovosa, e può ridurre il flusso dei fiumi o persino far seccare i letti dei fiumi nella stagione asciutta. Nonostante gli inconvenienti descrit-ti per il sistema idrico, è grazie a quest’uso dell'acqua e alla fotosintesi che gli alberi producono legno, foglie, fiori, frutta e semi. Con la sua flora e

la sua fauna, l'ecosistema forestale è sì un grande utilizzatore di acqua, ma offre anche enormi benefici per l’uma-nità che, nonostante siano trascurati, costituiscono una sfida a lungo ter-mine per la governance. Pertanto, occorre soppesare i vantaggi di una politica volta ad aumentare le quanti-tà di acqua a breve termine, rispetto alla perdita conseguente di molti altri servizi e beni forniti dalle foreste. Una prassi di questo tipo deve essere assolutamente evitata in zone inclini alla salinizzazione, dove l’eliminazio-ne delle foreste farebbe salire i sali più in superficie, nelle foreste allu-vionali o nelle foreste nuvolose delle montagne, dove le foreste offrono una “rete” per catturare la “precipitazione orizzontale” dalla nebbia o dalle nubi, e nelle zone a rischio di valanghe (HAMILTON. 2008).Ancora, il contributo più significativo delle foreste al bilancio idrologico degli ecosistemi idrografici sta nel mantenere un’elevata qualità dell’ac-qua. In breve, le foreste incanalano l’acqua delle precipitazioni attraverso il suolo, in definitiva, sotto forma di flusso superficiale utilizzato per pulire l’acqua. Ciò si ottiene riducendo al massimo l’erosione del suolo, ridu-cendo i sedimenti nei corsi d’acqua e trattenendo o filtrando altri agenti inquinanti nella lettiera forestale e nel sottobosco (HAMILTON. 2008).

Di conseguenza, le piantagioni ben gestite sono fonti di acqua potabile di alta qualità e dovrebbero disporre degli strumenti adeguati per adottare le misure scientifiche e tecnologiche del caso. Tenendo conto soprattutto delle sfide che il territorio deve affron-tare, la gestione delle foreste e dei corsi d’acqua è ancora più complessa quando si pensa all’intero sistema, poiché deve massimizzare l’ampia gamma di benefici multisettoriali delle foreste senza danneggiare le risorse idriche e la funzione degli ecosistemi. Si raccomanda, pertanto, di mettere a punto le prassi di gestione foresta-le per ottenere gli effetti desiderati

CountrySide è una publicazione di ELO

tradotta in Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo e Tedesco.

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Bibliografia e altre letture

BARTEN, Paul et al. 2008. Hydrological Effects of a Changing Forest Landscape. National Academies of Sciences – Committee on Hydrological Impacts of Forest Management. Washington.

CALDER, I. et al. 2007. Towards a new understanding of forests and water. Forests and water. Unasylva No. 229. Vol. 58, 2007/4

EFIMED.2008. Conference “Water and Forests: a convenient truth?”. organizzata da EFIMED, CREAF, CTFC, FAO Forestry, Unità di collegamento MCPFE Oslo, IUFRO, Università di Barcellona, Università di Lleida e Obra Social Caixa Catalunya. Ottobre 2008. Spagna

HAMILTON, L. et al. 2008. Forests and water. A Thematic study for the Global Forest Resources Assessment 2005. FAO Forestry Paper 155. Roma.

ZINGARI, P. e ACHOURI, M. 2007. Five years after Shiga: recent developments in forests and water policy and implementation. Unasylva No. 229. Vol. 58, 2007/4

sull’acqua, utilizzando una combi-nazione di diverse specie di alberi di diverse età, oppure modellando la struttura delle foreste e le zone aperte. Inoltre, è importante sfruttare queste misure soprattutto in ambienti in cui l'acqua scarseggia e in cui, per esempio, il diradamento può non inci-dere in termini di disponibilità totale di acqua, perché gli alberi possono traspirare l'eccedenza di acqua, ma un'operazione di questo tipo consen-tirà di avere più acqua per ciascun albero, con conseguenze significative per la probabilità di sopravvivenza della sua produttività. Si tenga pre-sente che in queste circostanze si dovrebbero evitare le colture forestali a crescita rapida per il loro elevato fabbisogno di acqua (EFIMED et al., 2008). Inoltre, la luce, la raccolta selettiva o l'eliminazione di prodotti forestali non legnosi (NWFP) hanno uno scarso impatto –se non nessuno- sul flus-so superficiale, ma l’effetto aumenta con la quantità di alberi eliminata, fino al disboscamento (HAMILTON. 2008). Le operazioni forestali come ad esempio la coltivazione, il drenag-

gio e la raccolta del legno, dovrebbero tener conto della perdita di sedimenti e della compattazione del suolo ogni-qualvolta vengono usati dei macchi-nari. Tuttavia, prassi di gestione otti-mali possono tenere questo rischio sotto controllo piantando foreste su suoli inclini all'erosione e creando sentieri di deflusso. (CALDER et al. 2007). Fra tutte le attività di gestione forestale, le strade di accesso alle foreste hanno il maggior potenziale di impatti negativi sugli ecosistemi idrologici forestali, per l’interruzione dei flussi delle acque freatiche, l’ero-sione del suolo e la sedimentazione dei corsi d’acqua.

Queste attività sono completa-mente regolate da politiche esistenti (condizionalità ambientale, WFD...), il che rende il coordinamento e la flessibilità essenziali per adeguare le politiche alle diverse zone agro-ecologiche e ai bacini fluviali. Inoltre, è imperativo garantire che importanti gruppi d’interesse partecipino ai pro-cessi decisionali.Ricapitolando, fornendo acqua dolce di alta qualità, regolando la caduta e

il deflusso e accogliendo altre risor-se preziose, i bacini imbriferi fore-stali hanno un ruolo fondamentale nell’ecologia della terra e contribui-scono significativamente alla ricchez-za e al benessere delle società umane (Calder et al. 2207).

Ciononostante, il rapporto fra foreste ed acqua è complesso ed è ancora soggetto a miti ed equivoci che determinano le divergenze dei punti di vista fra responsabili politici, pubblico nel suo insieme e la comuni-tà scientifica. Di conseguenza, le poli-tiche devono basarsi maggiormente sui risultati della ricerca applicata sulle foreste e sull’acqua e occorrono collaborazioni più strette fra istituti di ricerca, istituti educativi, istituti finan-ziari e istituzioni politiche per svolgere un lavoro di sensibilizzazione e svi-luppo delle competenze nel campo dell’idrologia forestale.

n Ana ROCHAConsulente forestale, ELO

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Marienwaerdt Estate.

Sebbene buona parte dei proprie-tari abbiano intrapreso ante litteram una gestione durevole della loro pro-prietà, resistendo in particolare alle tendenze e alla pressione di uno svi-luppo più intensivo, i loro sforzi non sono stati sostenuti per il loro giusto valore. Di conseguenza, nel contesto della successione, è sempre più fre-quente assistere allo smembramento delle proprietà. Mentre la dimora storica e il suo giardino immediato formano un insieme unico, terre e boschi adiacenti si vedono sempre più spesso separati. Le ripercussioni di questo spezzettamento rischiano di essere irreversibili sia sull’identità

sia sulla biodiversità di un patrimonio storico e naturale, tanto più se vi è un abbandono della manutenzione o un cambiamento di destinazione di determinati appezzamenti di terreno.

Dagli anni venti i Paesi Bassi cercano di preservare i paesaggi storici e di mantenere le proprietà concedendo una serie di agevolazio-ni fiscali ai proprietari. Questa legge, chiamata « Natuurschoonwet », fa parte del principio secondo cui una proprietà si definisce sia per i suoi diversi edifici che contribuiscono a imprimerle carattere sia per le terre parzialmente o totalmente coperte

I Paesi Bassi, precursori di incentivi fiscali

I frazionamenti successivi che subiscono le proprietà storiche nel corso delle generazioni non sono senza conseguenze per il nostro patrimonio paesaggistico e forestale. Nell’intento di preservare grandi entità, l’incentivo fiscale così come si pratica nei Paesi Bassi dal 1928,

può servire d’esempio ad altri paesi europei.

di boschi che la circondano e che contribuiscono alla bellezza del pae-saggio locale. Per poter usufruire di un’esenzione fiscale, parziale o totale, nel contesto della succes-sione o della trasformazione di una proprietà, quest’ultima deve rispon-dere ad una serie di criteri di multifu-nzionalità, accessibilità, presenza di boschi ecc.

Fra le condizioni sancite dalla « Natuurschoonwet », modificata nel 2000, la proprietà deve estendersi su una superficie di minimo 5 ettari e dev’essere composta almeno per il 30% da boschi e/o zone naturali. La destinazione del luogo, inoltre, non deve nuocere alla sua bellezza natu-rale. In certi casi, come ad esempio l’apertura del luogo al pubblico, i vantaggi fiscali possono essere più consistenti. Fra le altre disposizioni, la legge, che si rivolge anche a proprietà private gestite in società, prevede che in determinate condi-zioni due proprietà possano unirsi per rispondere ai criteri e usufruire insieme della riduzione fiscale. È così che, grazie a questa legge inno-vativa, i Paesi Bassi hanno potuto preservare fino ad oggi molti dei loro complessi paesaggistici e storici che contribuiscono in grande misura alla conservazione della biodiversità.

n Donatienne de SéjOURNET

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Icomos Francia, inoltre, rammenta che il patrimonio culturale e architet-tonico costituisce l'ambiente di vita e il paesaggio, contribuisce allo svi-luppo e all'equilibrio del territorio e riveste un ruolo fondamentale nella coesione sociale. Questo patrimonio produce notevoli effetti sul piano eco-nomico e svolge un ruolo fondamen-tale nell'attrattiva turistica francese ed europea, rappresentando una grande ricchezza che dovrà essere trasmes-sa alle generazioni future.Icomos Francia pertanto richiama l'attenzione delle autorità pubbliche sulla necessità di conciliare le moda-lità di intervento previste per il rispar-mio energetico e le specificità del patrimonio e chiede che vengano attuate delle misure adatte, even-tualmente diverse da quelle previste per le costruzioni nuove. Sottolinea inoltre che ogni edificio di interesse

patrimoniale o architettonico, indi-pendentemente dalla data di costru-zione, possiede la sua specifica logi-ca architettonica e costruttiva e le sue qualità sul piano energetico, da valutare caso per caso prima di ogni intervento. Icomos Francia osserva che le regole in vigore sono conce-pite principalmente per le costruzioni nuove, mentre il mercato del restauro è in piena evoluzione e rappresenta un notevole potenziale di ricerca sul risparmio energetico.

Icomos Francia richiama l'atten-zione sugli edifici più vecchi, costruiti con materiali naturali poco lavorati e con tecniche della tradizione passata spesso a rischio di essere dimentica-te e che costituiscono, di per sé, un patrimonio culturale. Un patrimonio che, oltretutto, presenta un bilancio del carbonio globale molto favorevole,

spesso accompagnato da una notevo-le inerzia termica.In molti casi, determinati metodi di restauro applicabili alle nuove costru-zioni, se imposti senza prendere le adeguate precauzioni e ricorrendo a materiali o a tecniche non adatte, rischierebbero di minacciare l'inte-grità architettonica e tecnica, se non addirittura la salubrità, di questo tipo di costruzione.

Icomos Francia segnala inoltre che, al di là delle costruzioni più vecchie, molti immobili recenti pre-sentano un interesse architettonico che potrebbe garantire loro un posto importante tra le opere di rilievo del XX secolo. Anche questi immobili, fragili sul piano patrimoniale e spesso molto dispendiosi dal punto di vista energetico, devono essere oggetto di un'attenzione particolare.

Conciliare prestazioni energetiche e qualità patrimoniale: la testimonianza di ICOMOS Francia

Icomos Francia approva gli obiettivi della commissione «Grenelle de l'environnement» relativi al risparmio energetico. Questa scelta riguarda sia gli edifici esistenti che quelli nuovi. ICOMOS Francia richiama l'attenzione sul fatto che il risparmio energetico deve rispettare la qualità

patrimoniale e architettonica degli edifici esistenti e auspica che lo Stato attui delle politiche che permettano di conciliare queste due esigenze.

Questo seminario si pone l'obiet tivo di disegnare un panora-ma comparativo tra diversi paesi in re lazione agli obblighi congiunti di con servazione del patrimonio archi-tettonico e urbano e di prestazioni energetiche degli edifici esistenti. Lo sviluppo sostenibile delle città diventa un imperativo fondamentale al quale la protezione e la valorizza-zione del patrimonio apportano un contributo essenziale.

Malgrado ciò, la maggior parte delle soluzioni proposte per rispar-miare energia si ispirano alle norme che regolano l'edilizia industriale e non sono sempre compatibili con le specificità architettoniche e tecni-che delle costruzioni più vecchie e dell'architettura vernacolare.Gli interventi dei vari comita-ti nazionali europei dell'ICOMOS, di ICOMOS Francia e di Euromed Heritage, la partecipazione di rap-presentanti di diverse regioni e città,

nonché di esperti del patrimonio, daranno testimonianza degli sforzi intrapresi in ambito europeo e nei paesi del Mediterraneo. Una serie di studi su casi specifici darà vita a dibattiti e proposte, che andranno a formare un insieme di linee guida, sia teoriche che pratiche, per le politiche pubbliche attuabili dagli Stati mem-bri e dalle collettività territoriali.Maggiori informazioni e iscrizioni:[email protected]://france.icomos.org

IL PATRIMONIO: UN MODELLO PER LE CITTÀ SOSTENIBILIQuali prestazioni energetiche per il patrimonio architettonico e urbano in Europa?seminario organizzato da ICOMOS Francia il 21 e 22 ottobre 2010 a Parigi, presso l'Hôtel des Invalides, con la collaborazione di Euromed Heritage.

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DG Azione per il Clima

Il 17 febbraio 2010 la Commissione europea ha deciso di creare una nuova Direzione Generale per

l’Azione per il Clima (DG CLIM) e di cedere alcune attività ad altre

DG con effetto immediato. Le attività interessate sono

le seguenti:La Protezione Civile viene

ceduta alla DG ECHOBiotecnologia, pesticidi e salute sono cedute alla DG SANCO

Le quattro priorità: cambiamento climatico; natura e biodiversità;

ambiente, salute e qualità della vita; e risorse naturali e residui, sono inserite in tutti i lavori. L’obiettivo principale è quello di proteggere,

preservare e migliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future.

Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/environment

Un'agricoltura competitiva

Lavorare insieme per offrire alimenti nutritivi

e accessibili!

Sulla scia delle nuove principali sfide che l’agricoltura europea si trova ad affrontare, compresi la crescente domanda alimentare mondiale, i cambiamenti delle

condizioni climatiche e l'aumento dei prezzi energetici, i leader del

settore dell’agricoltura dell’UE hanno sottolineato, in occasione

di un ricevimento serale svoltosi a Bruxelles, l’importanza del settore agroalimentare nel fornire alimenti

di alta qualità e accessibili ai consumatori.

La crescente fluttuazione dei prezzi dei prodotti agricoli e l’aumento

dei prezzi alimentari in tutti gli Stati membri dell’UE dimostra che i prezzi

non sono influenzati soltanto da fattori ciclici ma anche da tendenze generali irreversibili a lungo termine.

Fra queste vi sono la crescita demografica; l’urbanizzazione e lo spostamento delle preferenze

alimentari dai cereali verso la carne nelle economie emergenti.

La FAO calcola che dovremo raddoppiare la produzione alimentare

entro il 2050. Sebbene sembri evidente la necessità di produrre più alimenti, occorre arrivarci in

modo sostenibile. In quanto primo esportatore alimentare al mondo,

l'Unione europea deve svolgere un ruolo fondamentale nel contribuire ad una produzione alimentare e a un commercio sostenibili, in modo da rafforzare la crescita economica

e ridurre il livello di povertà. Il vertice mondiale della FAO sulla

sicurezza alimentare a Roma sottolinea la necessità di aumentare in modo massiccio gli investimenti nell’agricoltura per combattere la fame nel mondo promuovendo, al tempo stesso, la tutela della

biodiversità e adeguando la produzione agricola alle sfide

poste dal cambiamento climatico.

Questi argomenti sono stati discussi con i Membri del Parlamento europeo

durante una serata parlamentare organizzata da undici imprese della catena agro-alimentare e svoltasi

il 17 novembre 2009.Il presidente del Comitato

sull’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Paolo De CAStRO, nonché

il presidente del Comitato per l’Ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare, Jo LEINEN, hanno sottolineato l’importanza del settore agro-alimentare nel fornire

alimenti di alta qualità e accessibili ai cittadini europei e hanno evidenziato

che le questioni relative al lavoro della catena alimentare resteranno

una priorità nell’agenda dei loro rispettivi comitati.

“Agricoltori, cooperative agricole, proprietari terrieri, fornitori di prodotti

agricoli e commercianti di prodotti agricoli, bestiame e prodotti alimentari

hanno un interesse comune nello sviluppo di un’agricoltura competitiva

nell’Unione europea che rassicuri i consumatori sul fatto che gli

alimenti che mangiano soddisfano le aspettative della società in termini di sicurezza, qualità e sostenibilità”

ha dichiarato Pekka PESONEN, segretario generale di COPA/COGECA , in rappresentanza

delle imprese ospiti.

Questa piattaforma di dibattito è stata accolta molto favorevolmente dai

partecipanti, come punto di partenza all’inizio di un nuovo mandato parlamentare, per intensificare

maggiormente il dialogo già consolidato fra la catena alimentare e

i responsabili politici.

Le imprese agro-alimentari ospiti sono: CELCAA, COCERAL, COLEACP, COPA/COGECA,

ECPA, EFMA, ELO, ESA, FEFAC, OEItFL, UECBV.

Per maggiori informazioni contattarci all’indirizzo [email protected]

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© T. de DORLODOT

«Le foreste europee sono una risorsa preziosa che bisogna pro-teggere contro gli effetti dannosi del cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. I rischi minacciano numerose funzioni sociali, economi-che ed ambientali svolte dalle fore-ste. Dobbiamo definire quale valore aggiunto l'Unione europea può por-tare agli sforzi fatti dagli Stati mem-bri per preservare le foreste e per garantire l'affidabilità, la coerenza e l’aggiornamento delle informazioni in materia» ha dichiarato M. janez POTOCNIK, membro della commis-sione responsabile dell’ambiente. «Le foreste sono giganteschi pozzi di carbone, ed è in questo che contribu-

iscono in modo essenziale agli sforzi fatti per limitare il riscaldamento del pianeta a meno di 2 °C. Garantire la continuità dell'insieme dei servizi resi dalle foreste europee è uno dei prin-cipali obiettivi della strategia dell'UE in materia di clima. Il dibattito sul Libro verde viene giusto a proposi-to, e ne sono contenta. I contributi così raccolti ci aiuteranno a definire delle misure efficaci a livello dell'UE per quanto riguarda il cambiamento climatico e le foreste» ha affermato Connie HEDEGAARD, membro della Commissione europea responsabile dell’azione per il clima. Il Libro verde espone i principali problemi che riguardano le foreste

La Commissione europea lancia un dibattito pubblico sulla protezione delle foreste d’Europa contro il cambiamento climatico

l’eco delle istituzioni

Il 1º marzo, la Commissione europea ha adottato il Libro verde sui diversi approcci possibili dell’UE per quanto riguarda la protezione delle foreste e l’informazione relativa alle risorse forestali e alle condizioni di tali risorse. La Commissione si baserà sulle risposte ricevute dal

pubblico, dagli Stati membri, dalle istituzioni dell’UE e dalle altre parti interessate alla consultazione sul Libro verde, per decidere se sono necessarie misure supplementari a livello europeo.

europee. Esso presenta i sistemi d’informazione esistenti sulle fore-ste e gli strumenti disponibili per garantire la protezione delle foreste, e solleva una serie di questioni da esaminare nel contesto dell’elabora-zione di soluzioni strategiche future. Questo documento s'iscrive nella continuità del Libro bianco sull'ade-guamento al cambiamento climati-co adottato dalla Commissione ad aprile 2009. Poiché la politica forestale è principal-mente di competenza degli Stati mem-bri, è opportuno articolare il dibattito sul modo in cui il cambiamento cli-matico modifica i rapporti di forza in materia di gestione e protezione delle foreste in Europa e sull’orientamento da dare alla politica dell’UE per accre-scere il suo contributo alle iniziative realizzate dagli Stati membri.Dal 1º marzo al 31 luglio 2010 sarà organizzata una consultazione pub -bli ca sul Libro verde sul sito Inter-net «La vostra voce in Europa» ( http://ec.europa.eu/yourvoice ). Nell'ambito di tale consultazione, la Commissione organizzerà un semi-nario e riunirà le parti interessate il 3 giugno, a Bruxelles, in occasione della «Settimana verde». Il Libro verde sarà anche oggetto di dibatti-to durante la conferenza sulla prote-zione delle foreste.

Fonte: http://ec.europa.eu/environ-ment/index_fr.htmLa versione completa del Libro verde è disponibile all’indirizzo http://ec.europa.eu/environment/forests/pdf/green_paper.pdf

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Le proposte sono illustrate in sette punti chiave:

1. “La gestione del territorio è fon-damentale per mantenere una serie di servizi ecosistemici. Fra questi, un servizio cruciale è la produzione alimentare per la popolazione umana e, alla base di questo, la capacità a lungo termine del territorio di pro-durre alimenti.”

Il ruolo degli agricoltori in quanto gestori del territorio è essenziale in una serie di problematiche ambientali. L’agricoltura è un settore chiave per la nostra economia e la nostra società perché è responsabile della produzione alimentare. L’importanza degli alimenti, però, richiede molta più attenzione e l’adozione di politiche di tutela pub-blica più efficaci rispetto alle industrie “normali”.

2. “La gestione sostenibile del ter-ritorio europeo richiede interventi attivi costanti da parte di agricoltori e proprietari terrieri.”

La maggior parte del territorio europeo è gestita da proprietari privati – principalmente agricoltori e silvicol-tori. L’Europa ha pochissimi spazi di habitat intatti, la gran parte del terri-torio è gestita attivamente dall’uomo da secoli ed è l’attività umana che ha plasmato alcuni dei paesaggi europei più preziosi. Le comunità vegetali e la vita animale ad esse connessa si sono evolute parallelamente alle attività umane nel corso dei secoli e adesso, in molti casi, dipendono dal proseguimento delle pratiche di gestione tradizionali.

3. “Occorre garantire in particolar modo il mantenimento di sistemi di produzione estensiva di bestiame.”

Quasi tutti i gestori del territorio sono in grado di fornire importanti beni pubblici, ma poiché, per definizione, i beni pubblici non sono ricompensati dal mercato, occorrono pagamenti pubblici o qualche altra azione collettiva, se si vuole che gli operatori economici continuino a fornirli a livello sufficien-te. Un quadro completo di pagamenti agro-ambientali, ed altri pagamenti per specifici servizi ambientali, potrebbe-ro offrire un sistema di questo tipo. Tuttavia, determinati tipi di attività agri-cole sono, al giorno d'oggi, econo-micamente marginali e hanno grandi difficoltà a sopravvivere sul libero mer-cato. Questi sistemi crollerebbero se venissero ritirati i pagamenti dell’attuale pilastro 1 della PAC, anche se conti-nuassero a ricevere gli attuali livelli di pagamenti ambientali e i pagamenti a favore delle zone svantaggiate. La futura PAC deve puntare mag-giormente a sostenere questi siste-

Proposte per il futuro della CAP

Il 27 gennaio 2010 l’ELO e Birdlife International hanno pubblicato un documento in cui dichiarano la loro posizione comune rispetto alla riforma della Politica agricola comune (PAC). Per molti anni, questa politica ha plasmato il modo in cui il territorio europeo è stato gestito e coltivato, ma adesso

è chiaro che occorre un’ulteriore riforma per consentire alla politica di rispondere alle sfide future.

l’europa allargata

Una posizione comune dell'Organizzazione europea dei proprietari terrieri e di Birdlife International (sintesi)

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mi agricoli marginali da un punto di vista economico ma ricchi dal punto di vista ambientale. Per raggiungere quest’obiettivo occorre una combina-zione di due tipi di intervento:- Ridefinire la base dei pagamenti

ambientali in queste zone. - Puntare agli investimenti nello svi-

luppo rurale (promuovere i sistemi di gestione HNV ed altri sistemi di gestione del territorio, importanti per poter fornire beni pubblici).

4. “L’Europa svolge un ruolo impor-tante nella sicurezza alimentare glo-bale e nel dare impulso a standard ambientali globali di produzione più elevati.”

L’Europa è fra i maggiori esportatori di alimenti del mondo, per cui non ha soltanto un interesse personale per la sicurezza alimentare, ma ha anche la responsabilità di contribuire alla sicu-rezza alimentare globale. L’Europa deve mostrare la via verso sistemi davvero sostenibili di produzione alimentare, fis-sando alti standard di qualità ambienta-le, sociale e dei prodotti.

5. “Le politiche e i bilanci a livello europeo sono giustificati per con-sentirci di essere all’altezza delle sfide alimentari e ambientali.”

Le sfide ambientali che affrontiamo in questo nuovo secolo sono globali. Se dobbiamo conservare i nostri ecosiste-mi e renderli a prova di cambiamento climatico, dobbiamo agire a livello glo-bale. L’azione a livello europeo segue a ruota quella a livello globale perché l’UE racchiude un unico enorme insieme di consumatori, produttori e cittadini. La Comunità europea si è anche impe-gnata ad agire grazie al suo status di firmataria di impegni internazionali sulla biodiversità e il cambiamento climatico. L’UE può garantire la stabilità a lungo termine di almeno una parte significa-tiva della produzione alimentare mon-diale. Di conseguenza, crediamo che sia estremamente opportuna un'azione comune dell’UE su gestione del territo-

rio, prodotti alimentari e ambiente. Sebbene sia fortemente necessaria una politica comune, essa deve però esse-re abbastanza flessibile da soddisfare le diverse esigenze delle condizioni locali. Riteniamo che sia possibile, ed anzi cruciale, avere una politica comu-ne dell’UE che stabilisca il quadro di riferimento, gli obiettivi e le norme di responsabilità consentendo, al tempo stesso, agli Stati membri e alle regioni di adeguare le misure pratiche alle pro-prie situazioni specifiche ed evitando la distorsione dei relativi mercati dei prodotti agricoli. Argomentare a favore di quadri di rife-rimento europei comuni non è la stes-sa cosa che argomentare a favore di un bilancio dell’UE. Cionondimeno, è essenziale che siano gli obiettivi politici a guidare il bilancio e non il contrario. Ciò richiede un esercizio sistematico dell’UE per calcolare il bilancio neces-sario a fornire la quantità minima di servizi ambientali garantendo, al tempo stesso, l’adeguato livello di sicurez-za alimentare. Vi è il rischio evidente che l'UE stia andando nella direzione opposta.

6. “La politica futura, quindi, rende necessaria un’evoluzione della PAC per garantire che il sostegno della PAC sia in linea con i benefici pubblici.”

La PAC deve adeguarsi ulteriormen-te per affrontare queste sfide alimentari e ambientali che incutono timore. Le profonde riforme intraprese da metà degli anni novanta si sono mosse in direzione di un’agricoltura orientata maggiormente verso il mercato, laddo-ve i mercati delle materie prime posso-no ed effettivamente funzionano bene, modificando l’orientamento della politi-ca verso la risoluzione dei problemi del mercato in relazione alla gestione del territorio. Vi è un consenso crescente sul fatto che questa sia la direzione in cui si devono muovere le riforme; tuttavia, lo stanziamento di fondi deve ancora mettersi in pari con questo spo-stamento della politica.

7. “I meccanismi e le misure per raggiungere questi obiettivi proba-bilmente presenteranno più carat-teristiche delle attuali misure agro-ambientali e di sviluppo rurale della PAC che non delle attuali misure di sostegno alle aziende agricole.”

Dobbiamo imparare dalla lunga esperienza accumulata con gli attuali strumenti della PAC quando si tratta di elaborare strumenti futuri. Il pilastro I ha un suo punto di forza nella sua relativa semplicità amministrativa e nella forte componente di certezza e stabilità che offre agli agricoltori in termini di reddito. D’altra parte, la distribuzione dei suoi fondi all’interno e fra gli Stati membri si basa ancora in gran parte sulla funzio-ne che ha svolto fra gli anni sessanta e gli anni novanta, cioè quella di soste-gno al mercato delle materie prime piuttosto che di contratto che vincola il pagamento alla fornitura di beni pubbli-ci. Abbiamo ancora molto da imparare su come concepire e gestire efficace-mente da un punto di vista economico i programmi del pilastro II, ma essi hanno dimostrato che nelle giuste cir-costanze sono in grado di dare risultati efficaci e sofisticati. Riteniamo che un sistema futuro debba prendere il meglio di entrambi i pilastri e contemplare i seguenti principi:Base contrattuale – Tutti i pagamenti devono fare riferimento a un contratto chiaro stipulato fra il contraente e la società, che spieghi quali beni pubblici deve fornire il contraente in cambio dei pagamenti.Pagamenti mirati – Tutti i pagamenti devono mirare chiaramente alla fornitu-ra di specifici beni pubblici. Trasparenza / Monitoraggio / ResponsabilitàLa dichiarazione comune è affidata a tutte le parti man mano che viene portato avanti il dibattito sul bilancio dell'UE e sul futuro della PAC. Il docu-mento è disponibile presso la segrete-ria dell’ELO e il vostro feedback sarà ben accetto.

n William HILLGARTH

l’europa allargata

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Un’organizzazione importante per i giovanilegati al mondo rurale di oggi

I giovani dell’associazione Young Friends of the Countryside, comunemente detti YFCS, esistono da quasi cinque anni. Si tratta di una rete che riunisce giovani futuri proprietari terrieri, imprenditori rurali, giuristi, consulenti, funzionari europei, studenti ecc., tutti con

degli interessi nel mondo rurale attuale. I membri si riuniscono per mezzo dell’organizzazione di seminari attraverso i 27 paesi dell’UE.

Si affrontano determinati temi importanti della politica attuale, come ad esempio: le problemati-che di Natura 2000, le opportunità dell’agricoltura biologica, lo sviluppo dei biocarburanti o della biomassa, buoni esempi di imprese di famiglia, le grandi tendenze ambientali, le poli-tiche di sviluppo rurale, il passaggio del patrimonio, la conservazione delle dimore storiche e molti altri temi. I relatori sono economisti come Oliver HARWOOD, esperto presso Country Land and Business Association; fun-zionari europei come Corrado PIRZIO-BIROLI, ex capo di gabinetto di Franz FISCHLER (Commissario europeo per l’Agricoltura dal 1995 al 2004) e ammi-nistratore delegato della Fondazione RISE o Ladislav MIKO, direttore della DG Ambiente della Commissione europea; lobbisti esperti in comunica-zione come Bernard GRACIET, diret-tore di Syngenta Bruxelles; o ancora giornalisti.

leggi che gli Stati membri mettono in pratica in seguito, ma hanno soprat-tutto grandi responsabilità in settori quali agricoltura, pesca, ambiente ed energia. Una buona conoscenza del funzionamento dell’UE è oggi una sfida importante per i giovani.L’importanza che i giovani attribui-scono alla loro buona informazione dipende quindi fortemente dal valo-re che essi danno alle loro (future) responsabilità. Per loro si tratta di comprendere meglio il funzionamento della politica attuale e di interrogarsi sul modo di essere presenti o meglio rappresentati laddove si prendono le decisioni che incideranno direttamen-te sulle loro attività e i loro interessi. È per rispondere a questa domanda che, già qualche anno fa, è stata fondata concretamente l’associazio-ne YFCS.

Attualmente, quest’associazione europea ha concluso una prima fase del suo ruolo di informatrice dei gio-

Quest’organizzazione unica nel suo genere in Europa è di grande importanza dato che, oggi più che mai, è importante per i giovani inte-ressarsi alla politica europea abba-stanza presto. Queste istituzioni non soltanto sono il luogo in cui si prendo-no le decisioni di più della metà delle

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vani dai 20 ai 35 anni: la fase del suo lancio -peraltro ben riuscita- e dell’ac-quisizione di una solida esperienza nell’organizzazione di seminari in tutti i paesi visitati finora, come ad esem-pio Francia, Belgio, Svizzera, Italia, Repubblica Ceca o ancora Inghilterra. L’YFCS si avvarrà, nei prossimi mesi, di una rete propria di 200 membri in 17 paesi dell’Unione; adesso è possibile perseguire obiettivi più ambiziosi.Passando da una modalità informa-tiva e di scambio di conoscenze fra i membri ad un’organizzazione attiva nell’informazione e nella rappresen-tanza degli interessi dei suoi membri verso l’esterno, l’organizzazione si è prefissata i seguenti obiettivi:- Implementare il Comitato euro-

peo di collegamento (ELC) a livello regionale; questa rete permetterà di avere un ambasciatore YFCS in ogni paese. In questo modo sarà anche possibile veicolare gli eventi rurali e organizzare la partecipazio-ne di YFCS a livello regionale.

- Vincolare YFCS a organizzazioni nazionali che perseguono interessi simili.

- A lungo termine, organizzare wor-kshop/forum su centri d’interesse specifici, come la legislazione sugli OGM. In questo modo sarà possibi-le stabilire posizioni proprie dell’as-sociazione.

- A livello europeo, l’YFCS punta ad una maggiore legittimità attraver-so una rappresentanza sempre più completa dei suoi membri nei setto-ri rurali.

Per raggiungere quest’ultimo obiettivo, è stata organizzata una campagna informativa sull’YFCS av viata con successo con una con-ferenza al jockey Club di Vienna il 13 febbraio 2010. Quest’anno saranno organizzate altre due conferenze di questo tipo, la prima a Budapest il 3 giugno e la seconda a Berlino, alla fine dell'estate.

L’evento di Vienna ha riunito prin-cipalmente austriaci ed ungheresi,

permettendo così un maggiore rico-noscimento dell’YFCS in Austria. A parte i membri del consiglio dell’YFCS, che hanno presentato gli elementi principali dell’associazione, abbiamo potuto ascoltare l’ingegnere Felix Montecuccoli, presidente delle Proprietà terriere e delle foreste in Austria. Sostenendo la nostra inizia-tiva, ha illustrato agli invitati il suo parere sulla situazione attuale nelle campagne, insistendo sull’importan-za dell’esistenza di organizzazioni che permettano di riunire persone che condividono interessi simili. Esse con-sentono, ad esempio, di evitare che si vada in una direzione che potrebbe avere un impatto dannoso sullo svi-luppo durevole nelle zone rurali.

In linea di massima, l’YFCS orga-nizza nove riunioni all’anno che, nel 2010, saranno suddivise come segue: - Un seminario europeo che si terrà il

28 e il 29 maggio ad Apeldoorn, nei Paesi Bassi.

- Un’assemblea generale che si svol-gerà a settembre, in Spagna.

- Un seminario finanziario rimandato all’anno prossimo a Budapest.

- Attività regionali quali conferenze (il Forum per il futuro dell’agricoltura, il 16 marzo a Bruxelles) ed even-ti rurali (la Fiera della selvaggina CLA, dal 23 al 25 luglio a Ragley, in Inghilterra).

Per garantire un’organizzazio-ne professionale, l’YFCS è soste-nuta economicamente dalla banca BNP Paribas e appoggiata dai Birrai d’Europa e dall’Associazione europea delle dimore storiche (UEHHA). È inol-tre direttamente legata all’Organizza-zione europea di proprietari terrieri (ELO) che funge da lobby di proprie-tari terrieri a livello europeo. In questo modo l’YFCS ha un accesso privile-giato alle diverse strutture (think tank e gruppi politici) che appoggiano la lobby, nonché alla sua rete di membri privati e associazioni che le danno un ampio ventaglio di opinioni, riportate dal consiglio ai membri dell’YFCS.

Young Friends of the Countryside è un gruppo di persone dinami-che che s’interessa e si preoccupa dell’evoluzione degli ambienti rurali in Europa e delle attività connesse. Al di là dei seminari, attualmente l’organiz-zazione volge verso una nuova fase di sviluppo: da una parte il legame con le organizzazioni che difendono gli stessi interessi a livello regionale, nazionale ed europeo e, dall’altra, la partecipazione attiva a eventi pubbli-ci. Young Friends of the Countryside dimostra che i giovani possono esse-re attivi a livello europeo, senza esse-re necessariamente degli eurocrati alla ricerca di una carriera ammini-strativa o politica. Per loro si tratta di sviluppare le loro conoscenze e la rappresentanza dei loro interessi in un settore che conoscono e che li riguarda direttamente. Le terre, e ciò che rappresentano, potranno così passare alla nuova generazione che s’impegnerà a garantire al meglio il loro sviluppo nel mondo attuale.

Per maggiori informazioni: www.yfcs.eu, [email protected]

n Christoph LUDWIG zu STOLBERG Vicepresidente di YFCS

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syngenta

Brussels office

avenue louise, 240B - 1050 Brussels

Tel : +32.2.642 2727Fax : +32.2.642 2720

ISBN 978-0-099-53547-8

Agenda 201020-23 aprile, VarsaviaConferenza europea sull’energia eolicawww.ewec2010.info

21– 23 aprile, Sibiu, RomaniaSeminario “Agricoltura di semisussistenza nell’UE: situazione attuale e prospettive future”, organizzato dalla DG Agricoltura della CE e dalla Rete europea per lo sviluppo [email protected]

27-29 aprile, BruxellesMostra europea dei frutti di marewww.euroseafood.com

29 aprile - 1º maggio, Vilnius“Direttamente da un'azienda agricola»: XVII Salone internazionale dell’agricoltura, l’alimentazione e le industrie di imballaggio, organizzato dal Ministero dell’Agricoltura della Lituania, con la partecipazione dell’ELO e della Fondazione RISEwww.agrobalt.lt

10 -11 maggio, MarrakechConferenza regionale a Marrakech, continuazione del 3º Forum per il futuro dell’agricolturawww.forumforagriculture.com

20 maggio, UEGiornata europea dei marihttp://ec.europa.eu/maritimeaffairs/maritimeday/index_en.html

1-4 giugno, BruxellesSettimana verde 2010 sulla biodiversità, organizzata dalla DG Ambiente della Commissione europea

Cradle to cradle: re-making the way we make things [Dalla culla alla culla]

Come si può evitare il disastro ambientale? Oggigiorno, la maggior parte di noi ricicla. Ma l'industria, che è quella che fa più danni, ricicla anche lei? Il suo approccio limitato, se benin-tenzionato, mantiene il modello di pro-duzione unidirezionale “dalla culla alla tomba” della rivoluzione industriale, quello stesso modello che crea innan-zitutto immense quantità di residui e inquinamento. Ciò di cui ha bisogno il pianeta è un grande ripensamento; un nuovo approccio che combatta direttamente il problema piuttosto che perpetuarlo lentamente. E il pianeta ne ha bisogno subito.

Una nuova, entusiasmante, sempli-ce e pioneristica visione ‘dalla culla alla culla’ offre questo nuovo approccio. Con argomentazioni chiare, accessi-bili e persino divertenti, il celebre chi-mico Michael BRAUNGART e l’ispi-rato architetto William McDONOUGH sfidano il concetto secondo cui l’in-

dustria umana deve danneggiare il mondo. Al contrario, essi guardano la natura e trovano un sistema produtti-vo che imita il modello della natura a vantaggio del commercio e dell’am-biente, un sistema nel quale i residui si trasformano in alimenti. Le teorie di questo libro plasmeranno il nostro futuro, e questa edizione aggiornata è una lettura essenziale: un manifesto vivace, pratico e straordinariamente positivo per un prospero futuro del nostro pianeta.

Il miglior argomento per un buon progetto è che dura. Il miglior argo-mento per la scienza è che deplora i residui. Mi annoiano i luddisti ambien-tali colpevoli e tecnologicamente analfabeti che descrivono un futuro di peccato e privazione nelle caverne. Esiste un futuro alternativo respon-sabile offerto in modo convincente da BRAUNGART e McDONOUGH. La sopravvivenza del pianeta può

il liBro del mese

Michael BRAUNGART, William McDONOUGH

essere riformulata in termini di stimolo, opportunità, sfida e ricompensa. Per me funziona.

n Stephen BAYLEY