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“Un buon consulente è colui che sa rendersi progressivamente inutile per i suoi Clienti” Massimo Casoli

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Page 1: Massimo Casoli

“Un buon consulente è colui che sa rendersi progressivamente inutile per i suoi Clienti”

Massimo Casoli

Page 2: Massimo Casoli

Nato ad Asti nel 1953, laureato in Ingegneria, Master in Business Administration, Counsellor ad indirizzo gestaltico, è stato direttore dell’Organizzazione e del Personale presso aziende multinazionali.

Entrato in consulenza, come libero professionista, nel 1999, ha collaborato con importanti aziende italiane su progetti di sviluppo organizzativo, formazione manageriale, progettazione organizzativa e BPR.

Ha maturato una solida esperienza nella progettazione ed implementazione delle attività a supporto dello sviluppo organizzativo, nella gestione delle Risorse Umane e nella progettazione organizzativa

Page 3: Massimo Casoli

Aree di intervento

FORMAZIONE

La leadership relazionale

La negoziazione

Il Problem Solving e il Decision Making

Formazione al Coaching per capi e coach interni all’Azienda

Outdoor

CONSULENZA

Progettare e realizzare un Modello delle Competenze

Realizzazione di percorsi di Coaching individuale e di gruppo

Il Development Center

Page 4: Massimo Casoli
Page 5: Massimo Casoli

Metodologia didattica adottata

Partire dalle concrete finalità dei diversi ruoli coinvolti

Impiegare spunti ricavati dalla casistica aziendale specifica ricostruita dal docente con il contributo e la “messa in gioco” dei partecipanti

Svolgere analisi pratiche e di costante verifica dell’apprendimentoattraverso apposite esercitazioni

Impiegare lavori di gruppo e discussioni collegiali per stimolare atteggiamenti più condivisi e concentrati verso gli obiettivi che la Committenza si prefigge di raggiungere con l’attività formativa

Fare ricorso ad esercitazioni e supporti didattici la cui efficacia è stata a lungo collaudata

Page 6: Massimo Casoli

1. Leadership e team leadership

2. Il rapporto capo collaboratore in una prospettiva relazionale

3. Il modello e le buone pratiche di relazione

Struttura dell’intervento

La leadership relazionaleModello sviluppato in collaborazione con Gianni Francesettidell’Istituto di Gestalt HCC di Torino

Page 7: Massimo Casoli

Riflessione sul concetto della leadership come capacità relazionale e di comunicazione

Come i partecipanti vivono e applicano la leadership nelle loro realtà organizzative

Leadership e team leadership: argomenti trattati

La leadership relazionale

Page 8: Massimo Casoli

La metafora del giardiniere: seminare, nutrire, strappare le erbacce

Il modello della Leadership Relazionale; genesi, finalità, struttura

Presenza vs. assenza

Chiarezza, ordine vs.incertezza, confusione

Calore, vicinanza vs.freddezza, distanza

Il rapporto capo collaboratore in una prospettiva relazionale: argomenti trattati

instabilità positività

disagio distacco

PRESENZA ASSENZA

La leadership relazionale

Page 9: Massimo Casoli

Presenza vs. assenza

La mia disponibilità –accessibilità

Come dare qualità ai momenti di incontro

Chiarezza, ordine vs.incertezza, confusione

Trasmettere motivazione, stabilire responsabilità, chiarire i “limiti”

Calore, vicinanza vs. freddezza, distanza

Dare e ottenere fiducia

Sostenere e valorizzare collaboratori e colleghi

Il modello e le buone pratiche di relazione: argomenti trattati

La leadership relazionale

Page 10: Massimo Casoli

Struttura dell’intervento

1. La preparazione alla negoziazione

2. L’interazione o trattativa

Tattiche negoziali

Psicologia della negoziazione

3. Chiudere l’accordo

La negoziazione

Page 11: Massimo Casoli

Preparazione alla negoziazione: argomenti trattati

Definizione di una strategia negoziale:

Gli obiettivi

L’oggetto dello scambio

Il potere negoziale

Il rapporto tra le parti

Le possibili alternative

Le attese

Strategia integrativa

Strategia distributiva

La negoziazione

Page 12: Massimo Casoli

Interazione o trattativa: argomenti trattati

Tattiche negoziali:

Richiedere

Concedere

Indugiare al sì

Migliorare

Argomentare

Dividere la differenza

Bridging

Approccio per pacchetti

La negoziazione

Page 13: Massimo Casoli

Interazione o trattativa: argomenti trattati

Elementi di psicologia della negoziazione: come riconoscere e trattare con

Una controparte analitica

Una controparte accomodante

Una controparte direttiva

Una controparte idealista

La negoziazione

Page 14: Massimo Casoli

Chiudere l’accordo: argomenti trattati

Modalità di chiusura

Riepilogo dei vantaggi dell’accordo

Offerta di “garanzie”

Sostegno del desiderio di finalizzare

Approccio win-win

La negoziazione

Page 15: Massimo Casoli

1. Il processo di identificazione e focalizzazione di un problema

2. Gli strumenti del problem solving

3. L’individuazione dei criteri decisionali

4. Aspetti rilevanti di psicologia in fase di decisione

5. Quando decidere da soli e quando e come coinvolgere i propri collaboratori

Struttura dell’interventoIl problem solving e il decision

making

Page 16: Massimo Casoli

Che cosa sono il problem setting e solving

Le fasi del processo di problem setting e solving

La check list comportamentale del problem solver

Il processo di identificazione e focalizzazione di un problema: argomenti trattati

Il problem solving e il decision making

Page 17: Massimo Casoli

La tabella “Is – is not”

La griglia dei sintomi

Le forze contrapposte

Analisi dei fattori positivi e negativi

I cinque perché

Il diagramma causa – effetto

Il Metaplan

Gli strumenti del problem solving: argomenti trattati

Il problem solving e il decision making

Page 18: Massimo Casoli

Strumenti e metodologie per la generazione di soluzioni alternative

Criteri quantitativi e qualitativi

I cinque criteri universali per favorire la presa di decisione

L’individuazione dei criteri decisionali: argomenti trattati

Il problem solving e il decision making

Page 19: Massimo Casoli

La paura di ripetere errori passati

Mancanza o eccesso di informazioni

Troppe consultazioni

Insicurezza personale

Confusione tra i ruoli

Inerzia

Urgenza

Paura delle conseguenze delle proprie azioni

Aspetti rilevanti di psicologia in fase di decisione: argomenti trattati

Il problem solving e il decision making

Page 20: Massimo Casoli

Il modello Vroom-Yetton-Jago

Effetti distorcenti il processo decisionale partecipato e modalità per fronteggiarli:

conformismo

groupthink

risk shift

polarizzazione

Quando decidere da soli e quando e come coinvolgere i propri collaboratori: argomenti trattati

Il problem solving e il decision making

Page 21: Massimo Casoli

L’internal coaching: argomenti trattati

Il coach interno quale figura di supporto al processo di sviluppo delle risorse umane mediante l’integrazione di modelli di performance management e il lavoro congiunto dei manager

Chiarezza di ruolo e differenziazione

Oltre la gestione della performance, verso l’espressione piena del potenziale umano

I confini di riservatezza e la gestione delle informazioni nella triangolazione internal coach -coachee -organizzazione

Formazione al CoachingPercorsi formativi volti alla formazione di coach interni all’organizzazione

Page 22: Massimo Casoli

Il coaching manageriale: argomenti trattati

Il manager coach e la concezione maieutica dello sviluppo dei collaboratori

Il focus dell’attenzione verso il futuro e il potenziale delle persona non verso la performance attuale, non sugli errori del passato

L’autonomia del performer è un valore e un obiettivo: generare nell’interlocutore un alto livello di responsabilità, coinvolgimento, interdipendenza

Utilizzo del modello GROW

Percorsi formativi volti alla formazione di coach interni all’organizzazione

Formazione al Coaching

Page 23: Massimo Casoli

Outdoor training

Il metodo si basa sulla costruzione di esperienze caratterizzate da vari livelli di coinvolgimento cognitivo, fisico ed emotivo, con l’obiettivo di stimolare il difficile processo di cambiamento dei comportamenti verso l’obiettivo di integrazione atteso.

Il percorso delle diverse “prove” sarà strutturato per rispondere all’esigenza di “vivere” la formazione e di riportare ad un contesto aziendale le metodologie, le esperienze e le capacità apprese.

All’interno delle singole sessioni, ciascuna attività sarà accompagnata da una fase di riflessione ed elaborazione dell’esperienza vissuta in rapporto all’obiettivo da conseguire.

OutdoorAttività realizzata in collaborazione con Guido Cremonesi

Page 24: Massimo Casoli
Page 25: Massimo Casoli

1. Progettazione e implementazione di strumenti e metodologie di valutazione, organizzazione e gestione delle capacità manageriali

2. Progettazione e implementazione di strumenti di valutazione, organizzazione e gestione delle conoscenze

Progettare e realizzare un Modello delle Competenze

Strumenti per la valutazione e lo sviluppo del Capitale Umano

Page 26: Massimo Casoli

CAPACITÀ

Individuazione delle capacità manageriali di rilievo per il successo dell’organizzazione

Progettazione e implementazione di strumenti ad hoc per il riconoscimento e la valutazione delle capacità

Progettazione mirata dei piani di miglioramento delle capacità manageriali

Progettare e realizzare un Modello delle Competenze

Strumenti per la valutazione e lo sviluppo del Capitale Umano

Page 27: Massimo Casoli

CONOSCENZE

Costruzione del data base delle conoscenze aziendali

Progettazione e implementazione di strumenti ad hoc per la quantificazione del know how necessario

Progettazione e implementazione di strumenti ad hoc per la quantificazione del know how posseduto dalle persone

Progettazione mirata dei piani di miglioramento individuali e collettivi

Progettare e realizzare un Modello delle Competenze

Strumenti per la valutazione e lo sviluppo del Capitale Umano

Page 28: Massimo Casoli

Coaching Individuale e di Gruppo

1. Il coaching individuale e l’efficacia della relazione one to one nel processo di sviluppo manageriale

2. Team coaching: focalizzazione del gruppo sugli obiettivi e presa di decisione di gruppo

Realizzazione di percorsi di Coaching

Page 29: Massimo Casoli

Il coaching è un rapporto di partnership che si stabilisce tra il coach e la risorsa affidata.

Lo scopo del coach è quello di aiutare il Coachee ad ottenere risultati di eccellenza in ambito lavorativo:

favorendo l’attivazione di tutto il suo potenziale

migliorando l’espressione delle proprie capacità-

stimolandolo ad offrire il proprio miglior contributo in un’ottica organizzativa globale.

Il Coaching IndividualeRealizzazione di percorsi di Coaching

Page 30: Massimo Casoli

Il team coach supporta il gruppo di lavoro nell’identificare e nel perseguire obiettivi e risultati in modo focalizzato ed incisivo

Favorisce l’elaborazione e il superamento di posizioni conflittuali e di stallo all’interno del team verso posizioni maggiormente realizzative e orientate all’obiettivo

Facilita la creazione di sinergie e l’integrazione interfunzionale nell’ottica della catena fornitore-cliente interna.

Promuove la co-costruzione collettiva del proprio successo individuale

Coaching di GruppoRealizzazione di percorsi di Coaching

Page 31: Massimo Casoli

Il Development Centerrappresenta un percorso metodologico che integra l’aspetto valutativo con quello di sviluppo.

Promuove una forte motivazione all'autosviluppopersonale e professionale, un coinvolgimento attivo nella diagnosi che rappresenta il primo passo verso una crescita individuale.

La persona valutata è coprotagonista del processo, capace di mobilitare le proprie energie individuali e, attraverso un’attivazione responsabile delle proprie capacità, di approdare ad un miglioramento della prestazione.

CONSULENZA Il Development Center

Page 32: Massimo Casoli

Stile di valutazione più partecipativo.

Massima trasparenza in merito alle dimensioni oggetto di misurazione.

Viene fornito un feedback al termine di ciascun esercizio e su ciascuna competenza.

Simulazioni costruite intorno a reali problematiche di lavoro.

Al termine delle simulazioni sono previste una sessione di counseling e la redazione di un piano di sviluppo individuale cui segue il follow up.

CONSULENZA Il Development Center

Page 33: Massimo Casoli

QUANDO UTILIZZARLO?

Se lo scopo è quello dello sviluppo piuttosto che la valutazione

Quando si vuole maggiore trasparenza ma una moderata attendibilità (osservatori non sempre esperti)

Quando si desidera avere una maggiore negoziazione fra organizzazione e lavoratori

Il Development CenterCONSULENZA

Page 34: Massimo Casoli