massimo fini - la ragione aveva torto

Upload: german-noctifer

Post on 10-Jul-2015

867 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

L' uomo del medioevo non era come ci fanno pensare.

TRANSCRIPT

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    1/73

    Pubblicato per la prima volta nel 1985 La Rag io neaveva Torto? e , a suo modo, W1 libro profetico.Sottoponendo a una critica radicale la sociera us itadalla Rivoluzione industriale e sostenendo, con u nraffronto serrate col passato, ehe l'uomo occidentalesi e creato un mondo aneor pili invivibile di q uello d acui, con l'ottuso e pericoloso ottimismo di Candid 1aveva voluto sfuggire, l'autore avanza dubbi che, LIntempo negati e rimossi, sono oggi penetrati profon-damente nella pelle della gente. .Opera fondante nel pensiero di Fini, La Ragionea ve va To rt o? e a lla rad ice di tutti i suoi saggi successi-vi fino agli ultimi, fortunati pamphlet, 11v iz io o scu rodell'Occidente. Manifesto dell'AntimodernitaSudd it i. Man if es to contra fa Democrazia .MASSIMO FIN I, scr ittore e giornalista, e auto re di IIconformista (1990) e di duobiografie storlche oontrocorrente: Nerone. Duemi te anni di ca iunnie (1993)Catiiina. Rit(atto di un uomo in rivolta (1996). Per Marsitio ha pubblicato Di[zionJarloerotico. Manuele contro te donna a favare della femmina (20002). Nietzsche.L'apolide aeWesistenza (2003'), I saggi stortoo-ftlosoflct La Ragione aveva Torto?(1985, 2005"), Elogio della guerra (1989, 200;3 ') , / I aenero .Stereo del demonla.(1998. 2003"), r ip ropest l i n edlz lone tascabtle. /I vizio oscuto del/Occ/denio.Manifesto dell'AntimodemiUt (2002 e 20045), Sudditt. Manitesto centro ,Democrazia (20043) e net giugno di quest'anna Massimo Fin! IiCyrano, contro tutti,iuoghi comuni ( in collaboraz ione can Eduardo Fiori llo e Francesca Roveda), cherlprende lafortunata piece teatrale Cyrano, sa vipare... , per ta regia del la stesscFioril lo. in cui I'autore e anche attore,

    ISaN 88-317-82~6-0

    ~ I I I788831 782463

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    2/73

    T as ca bil i M a rs il io p er io di co m en si le n . 1 90 /2 00 3Dir et to r e r espo1J sab il e Cesare De MichelisReg,islra1.ione n . 1 1 38 d el 2?O} .1 9 94d el T rib un al e d l V en ez iaRegisti 'o degl i o pe ra to ri d i c om u ni ca ai on e- eo c n . 6388

    P ri ma e di zi on e: C am u nia 1 98 5S ec on d s e di zi on e: S p er li ng & Ku pf er 1 99 3T erz a ed~ on e: E diz io ni S et tim o Sigillo 1999 2 0 0} b y M a rs il lo Editorfl sp a inVeneziaP r ima ed iz i one : lipr il e 2003S ec on ds e di zio ne : g iu gn o 2 00 5ISBN 88 317 8246Qwww.marsilloeditori.ltSenza r egnlar e . au t or iz zazione e vietata Iadproduzione,anche pa ra ial e 0 a u s o i nt er ne d id ar ti co ,con qualsiasi me zz o e ff en uam , c omp r es a I a fotocopiaStampato da.GraBea Ve ne ta S .pA . . T r eb as el eg h e (po)EOlZlOt;B

    1009 20087:007 2006 1005

    Prefazione alla quarta edizione

    La Ragio ne a ue ua T o rt o? non e ilmio libra migliore, rnae sicuramente ilpili importante. E alla radice di tutti imieisaggi successivi, da E /o gio d el la gu er ra a ll d ena ro . S ter eodeldemonio all 'ultimo, fortunate, pamphlet I l u iz io o sc ur ode l l 'Oec iden te , Man i j' es to de l l 'An t it nodern if a.Quando uscl, nel 19.85, la sua tesi e li fonda - la societeuscita dalla Rivolnzione industriaIe e razionalizsata dall'Illu-minismo, cioe il modello di sviluppo oggi egemone, non hamigliorato la qualita della nostra vita, ma e anzi riuscita, adonta e l i tutti gli ottimismi positivisti, liberali e marxisti, apeggiorarla sensibilmente - era considerata blasfema e ad-dirittura impronunciabile. Non solo d al l'i nte ll ig he nz ia -cosa di 'cui per la verita c'era poco da stupirsi essendo,almeno in Italia, chiusa su sc stessa e dedita sopratruttoall'indefesso scambio e li favori - rna anche dall'uorno dellastrada. Se ne parlavo al barista, al tramviere, a l taxista, aimid amici, mi prendevano poco meno che per matto.Oggi non e pill cosl. n disagio provocato daIla modernitaha raggiunto livelli intollerabili e contagiato tutti gli ambien-ti e gli strati' sociali, soprattutto quelli pili abbienti, comedimostra anche .il successo de It uizio OSCZlro detl 'Oec;idente,che della Ragione riprende molti temi, venduto a decine dimigliaia e li copie, in particolare fra igiovani. La gente sente

    1

    http://www.marsilloeditori.lt/http://www.marsilloeditori.lt/
  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    3/73

    sulla propria pelle ch e ilfuturo orgiastico che ci viene ognigiorno promesso arretra costantemente e inesorabilmentedavanti anoi e che ilPaese dl Bengodi si e trasformato inunincubo, anche se non sempre riesce a razionalizzare ilpro-prio disagio e a dargli un perche, Del resto nessuno si peritadi fornirglielo. Dal mondo intellettuale e politico questaproblema di fondo, cosl decisivo per le nostre vite - I'inde-cente e longanesiana domanda che ponevo in apertura dellaRagione: 8i stava meglio quando si stava peggio? - vieneignorato, eluso 0, peggio, mistificato. Anche Ie critiche ap-parentemente piii radicali all ' attuale modello di sviluppo,siano di sinistra 0di destra, S 1 fermano davanti alIa convin-zione, incrolla bile, che quello industriale, moderno, e co-munque il migliore dei mondi po ss ib ili , S i da per presup-posto quello che deve invece essere dimostrato.n fatto e che Ie ideologie figlie della Rivoluzione indu-srriale, Iiberal-capitalisrno e marxismo, che con Ie loro variedeclinazioni formano, al di I i i di un contrasto solo di super-ficie, il 'pensiero unico' impetante non sono in grade dimettere in discussione Ie proprie fondamenta, perche ne-gherebbero se stesse. Ma sono categorie vecchie di duesecoli, ormai incapaci di comprendere la realta e di gestirla.Lo si e visto bene nell.'atteggiamentoassunto dalIe leader-ship di fronte al fenomeno NoGloba l . 010 avversano radi-calmente 010 declinano a sinistra, the e una contraddizione

    in termini perche ilmovimento NoGlobal , pur nella suavarieta e complessita, e nelle sue fibre pill profonde antipro-gressista e antimodernista e quindi in totale antitesi contutta la storia della Sinistra, La R agione aueua T ON o? puoessere considerato, a buon diritto, un antesignano del No-GLoba l inteso nel suo senso pill autentico e fecondo.Uscito quasi vent'anni fa, quando non si aveva nemmenol'idea della globalizzazionc, illibro fu ignorato 0 irriso dalmondo culrurale e politico italiano (mentre suscito qualcheinteresse all' estero, inparticolare negli Stati Uniti) 0diven-2

    m.f,

    ne un cult in cerchie rnolto ristrette e margin ali. Poi, lenta-mente, pur scontando qualche inevitabile ingenuita, soprat-tutto nel Iinguaggio (avevo poco piu di trent' anni quando 10concepii), si e fatto strada, attraverso due successive edizio-ni, nel 1993 e. nel1999, man mano cbe le accelerazioni, lelacerazioni lancinanti, Ie grandi contraddizioni imposte dal-Ia modernira venivano percepite con sempre maggior soffe-renza. Ogg i posso dire, non so se con orgoglio 0 con ama-rezza, che iltempo ha finite perrendere ragiooe alia miaRagione.

    3

    Milano, apfile 2003

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    4/73

    1.LA VITA, LA MORTE E L'ANIMA

    . .

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    5/73

    n pregiudizio piu profondamente radicato nei confronti della so-cieta preindustriale ~ ehe la vita fosse cortissima. Gli storici parlanodi un'eta media di trentaquattro anni pel' Ie donne e di ventotto anniper gli uomini del Seicento-. Se si considera ehe oggi la vita medias!aggira intorno ai settantadue-settantatre anni, l'ancien regime escepolverizzato dal confronto ad ilnostro libro potrebbe chiudersi qui.Solo che, come .sempre, Ie statistiche, nude e crude, ingannano. Lamedia della vita dell'uomo della societa preindustriale ha infatt; po-co ache vedere can la durata reale della sua esistenza. Cib ehe c'e divera in quells statistiche e l'altissima percentuale della mortalita in-fantile nell'Europa del tempo: si ritiene che, su mille nati, da eento-cinquanta a trecento morissero prima di ragginngere l'anno dl eta ealtri cento 0 duecentoprima del died anni. Era questa la durissimaselezione iniziale che lasciava in vita solo ipili robusti"Ma se uno riusciva a farla franca le case simettevano meglio, In-nanzi tutto la durata massima deUa vita non era divers a da oggi. Co-me ha notate Pierre Chaunu, forse il piu autorevols storico contem-poraneo, la medieina moderns non ha ancona aggiunto un pollice al-Ia vita umana: si mariva a novant 'anni nelle campagne del Settecen-to e Fontanelle e Las Casas e tanti altrl testimoniano la longevitil es-eezionale dialcuni dominantiv". In una piramide delle eta" relativeaIla popolazione del ducato di Borgogna .nel 1786 vengono indicate12.000 persone d'eta compresa fra isessanta ed icento anni au un to-tale di un rnilione circa di ahitanbi". Nel diario del filosofb John

    IA, ' l 'ENEN 'I ' l, op . c it " p, 277, n Selcento, peraltre, IlJ da questo punta dl vista,un secolo abbastanza porticolare, earatterizzato da una recrudeseenza delleepidemle e quindi con UAa ~o.rtalitA superiore 1 ; 1 1 normals, err. anche M, REINHARD.A. ARMENGAUD. J. I iUPAQUIER , Storia della popolazione mondiale, Laterza 1968.cap.X,

    , C I\l,CIPOL.LA, Storia econamica dell'Europa pretndustriale, I I Mu l in o 1980, p.177.3 p,CHAUNU, La cilli llsa/.!oll de i'Europe classique, Arthnud 1984. p, 164., M. IlEINI1A(nJ , A ARI>16NG, \UD, J, DIJPAQUfEIt, op, cit., p . 3 57 ,

    25

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    6/73

    Locke, aUa data dell Q maggio 1681, si legge: "Oggi ho incontrato unacerta Alice George, una donna ehe dice di aver compiuto cent,otto an-nia Ognissanti delle scorso anno. Ella viva nella parroechia e l i St. Gi-les a Oxford ed e sempre vissuta fin da giovane a Oxford 0neUe vici-nanze. E nata a Saltwiycbe nel Worcesterahire e da ragazza 51 chia-maya Alice Guise. Suo padre mort a ottantatre anni .. sua madre a no-vantasei e la nonna materna a centoundici [... J Si e sposata atrent'anni eha avutoquindici bambini, dieci maschi e dhque femmi-ne, tutti battezzati, e ha avuto anche tre ahorti. Tre dei suoi figli so-no ancora in vita e n maggiore, Jobn, vive nella casa aceanto alla sua;compira set tantasette anni i1 25 agosto di questo meae, Camminadritta appoggiandeai ad un bastone, e tuttavia l'bo vista chinarsi duevolte senza cercare alcun appoggio, prendendo una volta una tazza eun'altra per raecogliere un guanto da terra. Ci sente benissimo t...]Dice' eha aveva sedici nnni nel [15]88 quando ando a Worcester pervedere la regina Elisabetta, arrivando perc tardi di un'ora: e questocorrisponde con I'eta che dichiaras-.J. C. Russel nel suo studio sulla popolazione europe a dal 400 al1500, scrive: I rsgistri di sucqessione [inglesi] [ ...J indicano anchel 'eta di persone molto vecchie. Un buon numero di esse aveva piu dinovant'anni. Alina de Marechale, che eredito una proprieta terrieraquando aveva gia novant'anni, visse ancora per sette anni. In un 1'8-gistro si legge che tale Reginald de Colswyk visse 'per un secolo C . . . lAlcuni vecchl occupavano posizioni di grande responsabilita. Nel VIIsecolo Teodoro di Tarso arrive in Ingbilterra, inviato dal papa pressol'arciveaeovo di Canterbury, all'eta di circa sessantasette anni, esopravvisse ancora per ventuno [.. .] Enrico Dandolo fu condottiero al-la Quarta Orociata alla veneranda eta d. i oltre ottant'anni. RobertoGrossatesta - Master of Arts ne11189 - fu eletto vescovo di Lincolnnel 1235 e continuo la sua opera dl teoiogo e di amministratore diuna grande diocesi fino alia aua morte avvenuta ne11252. L'elencopotrebbe continuare, rna idati esposti mostrano e-ontutta evidenzacheJ'uomo medioevale, nonostante una vita media brese, aveva una"potenziali ta di vi ta" normale: aleuni vissero oltre un secolo, come ac-cade aggi6. I dati raccolt i da Russel arrivano fino a11500 IDanon c'eragione di ritenere che non siano validi per i due seeoli successivi an-che se furono caratterizzati da una maggiore frequenza delle epide-

    P. LASI.E' I" l" op. cit., pp. 134-35. . ... , .,~J.C. TWSS l i!L , La popolasione europea da,1500 a11500, m Storia (!COlwnw;a d Eu-

    IT/pO diretta da C. 1 . 1 , CIPOLLA, vol, I, UTE'!' 1979, p,82.2 6

    mie, perche se queste poterono incidere, peraltro marginalrnente,Bulla durata della vita media, non influirono certamente sulle.puntemassime di longevita date ch e le condizioni ambientali, igienicbe, sa -nitarie generaU dei tempi normali, cioe fuori dall'esplosione epi-demica, erano le stesse, Del resta che la civilta industriale non portinessun aumento della durata mas sima della vita. che anzi sia piu fa-cile ilccatrario, e un fatto che pub essere verificato anchs all'internodella societa contemporanea: le piil alte concentrazioni di ultracen-tenari si hanno in zone, come ilCaucaso, 0 aItre similari, completa-mente tagliate fuori dallo sviluppo industriale.Ma ildato veramente significative in terna di durata reale dellavita non riguarda ne la sua lunghezza massima ne la mortalita in-fantile, ma l'aspettativa di vita dell'adulto. E questa ilraffronto che.si deve fare fra societe pre e posbindustriale, Ora, non c'e dubbio chemedicina e tecnologia abbiano allungato questa aspettativa, ma nonnei termini clamorosi cui siamo soliti pensare a causa dell'abitualeconfusions fra vita media (comprenaiva oioe della mortal ita infanti-le) e vita effettiva.Oggi un uomo di quarant'anni ha un'aspettativa di vita di oltretrentatre anni e uno di cinquant'anni di ventiquattro. Confrontiamoquesti dati con quelli abe In storia demografica e riusoita a raccoglie-re per l 'era preindustrialet, Secondo Edmund Halley la probabilita e livita di un uomo di quarant'anni che vivesse a Breslavia (Polonia) al-la fine del Seicento era di ventidue anni, quest 'uomo poteva cioe ra-gionevolmente aspettarsi di vivere fino a sessantadue anni, Lo stes-so uomo, a cinquant'anni,aveva un'aspettativa di vita di diciassetteanni", Grazie a rilevamenti demografici , precisi e completl, comin-ciati con notevole anticipo rispetto agli altri paesi, possiamo cono-scere con assoluta esattezza l'aspettativa di vita dell'intera popola-ziona svedese (due roilioni di persone circa) nel periodo n51-90: aquarant'anni era di venticinque anni, a cinquanta di diciannove' '. Re-trocedendo nel tempo, verso il Medioevo, abbiamo dati che non si di-scostano molto da questi, In Inghilterra, nel periodo 1426-50,l 'aspet-tativa di vita era di 20,4 anni a quarant'anni e di 13,7 a cinquanta's,I sessant 'anni sembrano quindi un traguardo piiI che raggiungibile

    7 Poiche Ie ricer che demograflche anter iori al 1800 sono ~p() radidie, slame co-stretti a radunare qui ~utl,o il materiale raceolto in proposite, che l'i! !,u(lrda val' i se -coli e non solo l'ancien regime in senso stretto, .6 p,LASLk'TT, op. cit., p, 115.;DM.REINHARD, A.ARMRNGAUD ..L I JUPA~UIER , 9P. cit., p, 307.

    J.C,RUSS .EL , op , C,lt., p. 34.27

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    7/73

    dall'uomo preindustr iale, come del resto ci ccnfermano anche altridati. A Venezia gli ultrasessantenni erano illO,70 per cento nel pe-riodo 1601-10 e 1'11,58 per cantonel 1691-1700; a Lichtield, in In-ghilterra, erano nel1695 illO,73 per cento. Nella Francia della finedel Settecento (in una stima che peraltro e accettata con qualche ri-serva), gli ultrasessantenni erano 1'8,8 per cento contro il7,8 per centodella Svezia della stesso periodo dove pur, oome s'e vlsto, l'aspettativadi vita dell'adulto era piuttosto altall (in Italia, dati 1981, gli ultrasee-aantenni sono iI17,3 per cento della popolazione, rna bisogna tenerepresente che I'antlco regime aveva un tasso di natali tB molto piu alto equindi, nonostante le falcidie provocate dalla mortalita infantile, unapopolaeione giovanile comunque molto maggiore di oggi) ,N e e vero, come eomunemente si crede, che nell 'antico regime ledifferenze di classe incidessero sulla lunghezza della vita, cioe che ipaved morissero prima dei riccbi; 10 diventera, caso mal, proprionell'era industriale soprattutto ai suoi inizP2. Era Ia stesaa arretra-tezza della medicina ad imporre questa uguaglianaa davanti aliamorte, insieme al fatto ohe, come vedremo meglio in segu,ito, nobili econtadini conducevano una vita assai promiscua, a contatto di gomi-to , in condizioni ambientali ed igieniche identiche 0 molto simili,Scrive J. C. Russel: "ll confronto fra l 'aspettativa di vita deiproprie-tari fondiari [inglesi] e quella di alcuni servi del la gleba per il per io-do 1280-1340, non mostra apprezzabili divergenze, Cin non fl' sor-prendente. Le condizioni di vita in un castello (spesso affollato e po-c o salubre) non erano molto migliori che in casa di campagna, men-tre la dieta della classe superiore (vino e carni costose) non era pro-babiImente pia sana di quella dei contadini (vqgetali, birra e vini po-co costosi). A meno che non si ritenga che icontadini vrvesseeo pe-rennemente in condizioni di fame e di denutrizione, non vi sana 1'8-gioni decisive per credere che Ia loro vita fosse pili breve, nonostanteillavoro pesante~IS.Ma c'e anche un altro elemento indiretto che conferma ehe e be-ne non asagerare a proposito della breve durata della vita d'un tem-po: l'eta in cui Ia gente, e proprio 18gente del popolo, si sposava. Vetamedia delle spose nell'Inghilterra degli Stuart (1603-48) era di ven-t,iquattro anni e quell a degli sposi di ;ventotto. Nella Francia dello

    IIM. REINHARV, A.;WMENGAUD. J.DUPAQUII!lI~,op, cit., pp . 217,236, 369."Ibidem, p, 499.'" J. C . R U S SB L , op, eit., pp, 31-32.

    2 8 29

    stesso periodo Ie donne si sposavano a venticinque anni e gli uominia ventinove- '. Que.gli uomini e quelle donne non sarebbero arrivati almatrimonio cosl tardi se.avessero saputo di a:vere pochissimo tempodavanti a se, nemmeno quello di tirar grandi i primi figli. Del restoanche padre Dante fissa ilmezzo del cammin di nostra vital' a tren-tacinque anni, i1ehe signifiea che gli uomini della societa preindu-striale pensavano, Ilia pur illudendosi un poco, che l'esistenza nor-male di un individuo dovesse duraresettant'anni.La vita degli uomini e delle donne dell' antico regime era quindisensa dubbio pi li breve della nostra, rna non poi cosl tanto, diciamo,grosso modo, una decina d'anni di meno; sufficientemente lunga inogni case perche, nella media, questi nostri antenati potessero fare Ieeose essenziali: aposarsi, avere figli, allevarli, invecchiare deco-rosamente. In ccmpenso era eompletamente diverso, rispetto al no-stro, l'atteggiamento che l'uomo preindustriale aveva nei. confrontidella morte. L 'accettava. Noi l'abbiamo lnvece scomunicata. Inter-detta. Proibita. Dichiarata pornografioa, La morte e ilGrande ViziodeU'era tecnologica, quelLoche davverosnon GSadire ilsuo nome-, al-tro che la pederastia di vittor iana memoria. Tanto che non aszardia-mo nominarla nemmeno nei luoghi, nelle sedi, nelle occasioni in cuinon ci si pub esimere daI parlarne, basta leggere inecrologi dei quo-tidiani: la scompersa, "Is psrdita-, la dipartita, -si e spento .., ..ciha lasciato- , 9 maneato all'afetto dei suoi car i, i parenti piango-no", fino ai, trapezismi di " e tomato alla pace del Signore-, e tarmi-nata la -giornata terrsna .. e cost via, la parola morte ad indicare ciilche veramente e successo, non cJemaio La scomunicav che Is societs.tecnologico-industriale ha lanciato alla morte emerge del resto datutta u-na aerie di dati dell'esperienza comune: la cacciata (iniziata

    .. P. V'SLETT, op. cit., p. 102; P. GOUB~RT, op. cit., p. 51. .,. Cosll'ha splendidamente c~iamatjl non un eociologo,ma un poeta: Din? Cam-pana ..IIprimo ad oaservare scientificBmflllte ehe nel XX secolo la mor te era dlventa-t.aun tabu, fu l' inglese GolJrey Grer che espose Ie sue te~i inun IU'ticolo diventato fa-meso, ' 1 : h c Por~ograph.y of Death, pubblicatonel.1965. Seguirono ~a ~a~colt.a .d i sa!?gi pubbli ca ti d ,iH. Fei fe laotto iLtUnlo The Meanl'~ of DeC;lh (1959), 11I ibro dl J~s.sl-eftMitford, The American Way of Death . (1963) e I recentistndi del rn~ce8e ~h!hp-peMila pubblicati 01'101 anche in Ita lia con iItitolo Starin. della morte l1i Occliknt~(1978). Come ~i vede 8i tratta dl autori anglosaasoni e rrll!lceai. II} I~lill, pae~ dls ea rama na ia c ia lt TO ll a, I 'a rg omen t o morte II tabu anche a bv~Uo sC.l~nt lfico. se III ee -eettuano le due opere di AlbertoTenentl.la prima delle quall pubbllceta non a casoin Francia La Vie e .t la Mort d trailers / 'ar,t du xv siecl (Colin 19521 I! l'altra, Il sen-RO delia ml,rte e l'amore della vitti Itel Rino."cimento fEinaudi.1957). DIf~nte aon< !stati pubbltcatl gli interessanti St'elare la morte di Fausto Gienfraneeaehi (Rusconi1980) e St;:Ommessu sulla morte di Vittorio Me.8Bori (SEI 1982), the trattano pera)"argomento de un'ot tica essenzialmente l 'eligiosa ..

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    8/73

    proprio nell'epoca.dei lumi) dei cimiteri dai centri delle grandicitta ela CQstl ."uzjone ' I I i necropoli periferiehe e, possibilmenta Iuori della vi-sta; l'assenza sui quotidiani e sui rotocalchi dell'argomento umortepsostituito, Ca$O mai, da quello della smalattia (di cui, va da se, slguarisce 0 comunque, prima 0 poi" gl'Hzie alta medicina, si gual'ira): i1nascondsre al morente 0 al malato inguaribile lagravita del suo sta-to (~Le nueva usanze bascritto Aries , autors della St{),ia della ~or.te in Occiiknte, ssigono ehe muoia nell'ignoranza della morte~%);laclandeatinita dei funerali; iii quasi totale eeomparsa del Iutto ad ilgrande imbaraazo di fronte a coloro chs ancora 10portano, come peruna esibizione indecente; fino"al costume ameriCano dei funeral 'ho-mes dove, imbalsamato, i1viso titoccato da un aapiente maquillage,le roam perfettamente curate, ieapelli vaporosi, inflocehertato, i1morto quaai-vivoriceve a suon di musica ballabile iparenti e gli arni-ei, ("Ed e la prima volta- come ha notato ancora Aries , -che una so-eieta onora in modo generale isuoi mortd rifiutando loro 1 0 state el imorti-"),

    L'uemo preinduatriale aceettava invece la morte come un fationaturale ad inevitabile. Il hlorente sisarebbo senbito orribilrnentedefraudato (defraudato della propria morte) se_,sifosse tentato di na-scondergli .i l suo slata.,e quando la fine atava per arrivare V i a1 pre-disponeva secondo un antieo rituala in cui predorninava la rasseina-zione. In quanto ai cimiteri, soprattlltto nel Medioevo, rna.ancora nelXVII .eXVln secolo, erano luogbipubbHci, d'incontro, di riunione, el igiuoehi, di danze, di fiere e,e li eemmerci.

    8i obi.etterS che inostri recenti antenati aecettavane piil facil-mente la motte: proprio perehe era un falto piil frequente a quotidia-nos quindi pill familiare. n che e , almenoin parte, veto, manon to"glie nulla al d.atQdi fatto, importante qu.ando si parla in termini diqualitil della "ita,cbe essi sapevano accettare la morte mentrs l 'uo-me moderno, nonostantasi cqntinui, sta PUJ)can qualehe dilasiene, amorire, nODci riesce,

    Ma c'e una ragione molto piu profonda,e vera del diverse atteg-giamento di fronte alia morte dell'uomo preindustriale e di quellod'oggi. La popolaziene dell'anelen rt1gime era nella stragrande mag-gioran~a (fra 1'80ed il9 per cento) una popolazione ,rurale. Conta-dino 0 attij:l'iano-contadino che [osse, l'uom.o de-ll'anc.ien regime viva-va in sttetto, intimo contatto can la na.tura, in fami_glie forte;mente

    " P . AR I !I s' .S iQr ia d e ll a marIe in Orxidente , Ri~oli 1978, p. 194.11 Ibidem" p o 221. '

    30

    coese,.in piecole comunita che avevano un forte sense del destine col-lett ivo. Que~t 'uomo subiva quindi lamorte corne una delle inevisabi-li leggi d!'!lla natura e dei suoi invariilbili cicli, dei quali avevaeglistesso quotidiana esperienza, Inoltre sentiva di far parte di un desti-no piuampio, della sua famiglia, del villaggio, della specie, della na-tura stesaa, In cui la sua vita e Ia sua morte ai dissolvevano inungiuoeo sternamense rinnovantesi.Piero Camporesi prendendo SPU;Dtodalla fondamentale. festa delCarnevale, sbriveche essa interpretava iltacite riconosoimento po-polare ehe ilciclo "egetale - e ' profondamente ornologo 1 ; \ , quelln umano,che i1 ciclo seme-pianta-vita e sostanzialntente analogo alta spitalevita-morte-vita; chs ilmondn dei vivi e intimamanta cor;relato aquel-1 0 dei morbi eche l'asse della storia sociale paSS8 attravarso it ponteobbligato morte-rinascita, sull 'arco del mito vegetate dell'aterno ri-torno di cieche e temporanearnente scemparao e del rinnovarsi delpassato in uti tempo non tllttilineo rna serpentino, un tempo di natu-ra, non storiCQ18.E ancora: . .la cultura popolare refrattaria alla teo-rizsazione mercantile del te.mpo-denaro., lantana necessal'iamenteda l problema dellaldarnf!.in. M 'IV " Q IQ fU J d'ltalia. AMOli4: l t ~t e lt eUud. l le po / J ! rJ e ,Elloaudi 1.1181,p. 07 .' "Ibidem! p. 138.

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    9/73

    di scapolarla: non toeehera a noi rna a qualcun altro, piu sfortunato.:I t la morte fisiologica che nonstanal quadro della societa tecnologi-ca. Ne in quello del.benessere. Ne in un tilone di pensiere, quello il-luminista, ehe ha sancito per primo ..ildiritto aUa felicita,,20, dirlttoche man mana che I'il luminismo I venuto degenerando, soprattuttonella seconda meta di questosecole, in un edonismo straccione e dimassa, si e trasformatc in un do ere, in un obbligo sociale di esserefelici,

    Ma che felicita ei pub essere se a conti fatti si muore 10 stesso? Ese questa morte e temuta come non mai? Perche tutti questi inter-detti, divieti, scomuniche.della morte, tutti questi silenzi, significanoin realta una cosa sola: una paura della morte Quale nessuna epocadel passato aveva eonosciuto. Anche perche, a differenza ohs nelpas-sato, la morte e oggi vissuta come un fatto solo individuale e quindiirrevocabile e detinitivo. Staccato ormai dai cieli della natura e dallestagioni, circondato da un mondo di oggetti iaerti, che non si autori-produeono, rna easo mai vengono sostituit i, come sono quelli prodot-ti dall'industria e dalla tecnologia, inserito in modo anonimo inunaeomunita tl'OPPO vasta, sfuggente e sostanziahnente estranea (qual euna societa ebe ba assunto dimensioni mondiali, il -villaggio tecno-tronico- di cui parlaMcl.uhan) per conservarvi il sen so di un destinocollett ivo, indebolito nel sentimento della continuita deUa famigliaormai ridotta nelle dimensioni e nel significate, depauperate, per ilprogressivo allontanarsi dalla sua natura animale, della; coscienzadella specie, l'uomo tecnologico sente la propria morte come una tra-gedia individuale, eselnsiva, totale e quindi piu paurosa che mai,Econ la paura della morts addossa, sottile rna continua proprionella misura incui l 'indecenza viene in tutti imodi tenuta nascosta,si vive male. :I t Epicuro cbe dice "muore mille volte chi ha paura dimorire, Oggi si vive di pili, rna si vive ossessionati dalla paura dellamorte.Questa paura, bisogna dido, e resa ancor piu acuta dal modosordido in cui oggi generalmente si muore. Un tempo si moriva in fa-miglia, eircondati dai propri affetti , oggi 51 muore in ospedale, soli.Un tempo si era padroni della propria morte, oggi ne, siamo statiespropriati. Scrive Aries: L'uomo e stato, per millenni, ilpadroneassoluto della sua morte e delle circostanze della sua morte, Ogginon 10 e piu [ ... J Prima di tutto era inteso, eomscosa normale, ehel'uomo sapeva di star per morire, sia ebe se ne accorgesse da solo, sia

    "'.J. ELLUL .Me ta r no r fo si d e l b o r gh es e, Giuffrll1972, pp. 5.2-54..32

    che bisognasse avvertarlo, Per inostri vecchi autori, era naturale chel'uomo sentisse la morte vicina [...1 Di rado la morte era improvvisa,anche in caso di incidente e di guerra, e la morte improvvisaera mal-ta temuta, non solo perche non dava-il tempo di pentirsi, rna percheprivava l'uomo della sua morts [l'infarto.Ja morte improvvisa pe~ ec-cellenza, oggi cos! minacciosamente diffuse, era - ed e - scono~clUtonelle societa non industrializzate]. La morte, dunque, era qu,asl sern-pre preannunciata inun tempo incui Ie malattie appena un po' gra-vi erano quasi sempre mortali-v.Non solo i1morente non doveva essere private della sua morte, illpresiedeva. "La parte principale toceava al morsnte stesso. Egli pr~-siedeva, senza mai incespieara, perche sap eva .come cornportarsi,tante volte era state testimone di simili scene. Chiamava ad uno aduno isuoi parenti, isnoi familiari, i suoi domestici fino ai piil umill[...] Dieeva 101'0addio, chiedeva perdono, dava 101'01abanedlzione. In-vestito di autorita sovrana, soprattutto nel XVII I e XIX secolo,dall'avvicinarsi della morte, impartiva ordini, faceva raccomandazio-ni, L'uomo del Medioevo e del Rinasoimente [, ..J teneva a parteeipa-re ana propria morte, perche vedeva in essa un momenta ecceziona-Ie in cu i la sua individualita ricaveva la forma definitiva. Non era pa-drone della propria vita che nella misura in cui era padrone della. l'dl'122L'ropria morte, La sua morte apparteneva a - ui e a Ul so 0. ago-nia era dolorosa, rna mai troppo lunga, ingenera la fisiologia e la me-dicina rispettavano la durata media voluta dall'uee=,

    Oggi invece ai muore in ospedale e ipadroni .della I_D?rte~del s?~memento .e ancbe delle sue eircostanze, sono 1medici e 1 teenierdsll'equipe ospedaliera. nmorente, intubate, irto d'aghi, ~nitoriz~zato, computerizzato, e un oggetto, una povera cosa umiliata la C~Iagonia puo essere prolungataoltre ogni limite di decenza, per mesi,a volte per anni (andando oosl a eonfortare le statist icbe sull'aurnen-to della vita media).Tutti gli autori che 8i sono occupati di questo tema, come risultadall'ampia bibliografia pubblicata negli Stati Uniti , The Dying Pa-tient sono rimasti impressionati dal modo in cui oggi 5i muore, dallacrudelta della morte.solitaria negli ospedali , insomma dalla inuma-nita della morte moderna. E una morte disumana non ci dice nulla dibuono neanche sulla vita.

    ~l P_ARIES,op. cit., pp. 190-91sa Ibidem, p. 193 e ~gg.Xl/bii:ieJ"., p. 183.33

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    10/73

    In altri casi, grazie ai prodigi della medicin~ tecncloglca, si riescea. scampare ad una morte ehe in altri tempi sarebbe stata certa, e sivrvs una vita menomata, mortifieata, legata a.qualche mostruoso~arch~gegno c?mequel eucre artificiale'pesante quintali dal qualeildentlSta. amerreano Clark non poteva allcntanarsi pin di due metri.Quest~ ~ono alcuni del prezzi che dobbiamo pagare ai progressidella medwin.a ed alla sua pili immediata conseguenza: l'allunga-mente a.e~a Vl.ta urn-ana. E visne ilragjonevole dubbio se la lungbez-za d~)1.avita sia un, ~ene assoi ':l to, da ottenere e difendere 8 qualsiasicondizione, come ritiene 18 scienza, Ia medleina e la quasi totalitad~n'opinione pubblicav, 0 se invece per caso non sia una di quelle inti.rute trappole, e forse la piu ragguardevole, in cui ci ha cacciato ilmitotecnologico. E un sospetto che era gia venuto, tra gli altri, a Max Weberebe, ne Il laoom intellettuale come profession.e-, scrive: Il presuppestogenerale della medicina modern a e che sia considerato positivo unica-mente come tale, ilcompito della couservazione della vita e delia ridu-zione alminimo del delore. Ma.clo e problematico (..,] La scienza medi-c~ non si pone la d?manda se e quando Ia vita valga Ia pena e li esserevissuta, Tutte Ie acienze naturali danno una rispqsta. a questa doman ..da: che ccsa dobbiarno fare se vogliamo dominare.tecnttament~ la vita?M ti sebvogliamo e dobb iamo dorn ina rl a tecnicamente, e se cio,in defini-ve, a bia veramente un significate, esse 10lasciano del tutto in sospe-so oppure 10preauppongono peri loro f i n i 1 ' 2 5 .

    Ma il prolungamento della vita pone, ovviamente, un ulterioreproblema: quello del progressivo invecchiamento della secieta, Giil.oggj i_nun paese come l'ltalia gli ultrasessantacinquenni rappresen-tano il 13 per cento della popolazione e sono destinati a diventare tl2~ per cento nel Duemila quando, del resto, un quarto deUa popola-zrone europea sara formato da anziani. II fatto paradossale e che ivecchi non sono mal stat! tanto emarginati quanto oggi che SOIlO oosl:numercsi, E stata creata un'intera classe d'infelici, di spostati e diesclusi che prima non esisteva. Nell 'ancien regime ilvecchio era uti .le, aveva un ruolo e una funzione. QueUa societa infatti s i basava sul-1~tradizione orale (la seritta era prerogativa di pochi). Egli era quin-di deten~re del sapere, .conosceva quelle cose, spesso indispensabilipe.r 1.avita e la aopravvrvenza 0, anche, piu semplicemente, per unmiglior andamento del tran tran quotidiano, che i membri giovani

    ii,Emblematioo, in proposito, e un articolo di Michele Tito, COlI)parso sui .Cor.t lere d,~lIa Ser~~deI20 lug lio 1~83! in.cul, pUl'nell'lImbito!li un preoc~upalo discor.so ~ull mv.ecchlam~nto della Bocleta, 51alferma.; . n pro luntars i de lla vi la e una con .qUISt;:SflC1'8, che gm8tllm~nte fa de!ridentre UDa vitll sempl'e pi il lunga .

    M . W E B ER , l l ln uo /' .r J 1 . !l t el l eUua l e come professirm'c, Einaucli 1 '977, p. 2Q.34

    della sua. famiglia 0 del sue villaggio non potevano sapere. Era ri-spettato. Era importante. Aveva del potere. Tanto che, come nota La-slett, c'era chi esagerava la propria eta:26.Nella societa attuale avviene esattamente iIcontrario. Scrive 10storico Carlo M. Cipolla: "Una soeieta industriale e caratterizzata dalcontinuo e rapido progresso teenologico. In tale soeieta gli impianti di-vengono rapidamente obsoleti e_gIi uomini non sfuggono alla regola,L'agricoltore poteva vivere benefieiando di poehe nostom appresenell'adolescenza. L'uomo industriale e sottoposto ad un continuo sforzodi aggiornamento a tuttavia viene inesorabilmente superato. nvecchionella societa agricola e itsaggio: nella societa industriale e un relitto ..27.Ma ilvecchio d'oggi, nitre ad essere private di ruolo, di potere ed'ngrri senso d'utHitf/. sociale e familiare, e anehe, a differenza del vee-chio dl ieri, un uomo solo. Che vive solo 0 ghettizzato in qualche ri-serva chiamata gerontocomio 0 oronieario. In Germania, in Francia,in Danimarca, inBelgio solo il2 per cento dei vecchi vive con iproprifigIi 0 nipoti e la tendenza ad allontanare l'aneiano dal nuoleo fami-liars e in ulteriore erescendow, Non si tratta solo di una maggiore in-differenza e cinismo dell'uomo moderno (chepur esistono, non comedato di natura, rna come conseguenza dell'intero suo modo di vive-re), SO~10Ie strutture stesse della societa industriale, l' inurbamento,Ie piccole dimensioni degli appartamenti, la diversa struttura del nu-cleo familiare, i ritrni ill lavoro, ad espellere ivecchi dana famiglia,Nella societa preindustriale, agricola, a carattere patriarcale, ilvecchio viva invece in famiglia" circondata dai figli, dai nipoti, daimolti bambini, dalle donne illcasa e da esse accudito quando non epiil in grade di provvedere a .se stesso.La nostra societa, che e fatta di vecchi, li emargina, li ghettizza,non sa che farsene e ne accresee l'umiliazione con un culto de1 giova-nilismo che assume, date Jecirccatanze, unsapore grottesco. QueUadell'ancian regime era una societa di giovani, e diretta in genere dagiovani, che sapeva rispettare isuoi veccbi:!ll.

    ~ij P.l.ASI.8'IT, op. cit., p. 122." < I , M . C IP O LLA , op. cij., p. 3D3.. ! ! > ! Rapporto del Parlamento EUI'Opeo, i982.211Naturalmente elb che si e dat to vale per ivecchi come strato soci(l. l( l, come ge-neralita, Disccrso diverso e quello dei vecohi al potere. Nelle sceieta induatrtaliaaa-te, si tratti di democraa le 0 di dittature, il potere e sempre piil spesso in m

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    11/73

    2;LA FAME, LA CASA, IL TEMPO

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    12/73

    Prima dell'a":Y.cnto.del la sodetij. industriale, nell'ancien r eg ime,gli uomini morivano di fame? La faille li ossessiona.va quotjdian~-mente alpunto che, comaacrive Pietro Camporesi ne Il p , ; : t n t J se4'ltLlf-gi,o, la 8_ocietapreindustriale viveva in un perpetuo s~to di allucina-zjone?' Eeco il secondo nodo da scrogliere.

    Bisogna premettere che, per quanto cio possa sembrare strano.oaddiritttrra paradossale, gli starid sanno nulla 0 poco piu di nullasulla fame nel rnondo preindustriales. I piiI si Hmitano a darla perscontata, Altri si disinteressano del problema, Le Roy Ladurie hascritto pin di cinquecento pagine suI paese di Montaillou mettendo laSua Iente di ingrandimenje suogni aspetto di quellacomunlts; (Etn og ra {J :a , de i Pirene i pecorecc i, . $p idoc ,ch iamento e gesti igienici, Le re -l ,aziphi fugar;i) II d eu i( ln ,t e e il oonhomme.), ma alla fame ha dedicatosei righe:J~E vera ehe una ssoria della fame 0,. per essere piit seri,dell'alimentaaione, che Ia settintende, non e facile. e non pub esserefatta con suffictents rigore cha per aree molto ristrette, rimane i1fat-to ebe pochi ci si sono dedicati, quasi sempra cop. SCars) risultati, eehe sulla questione regna 11piugrande eonfusione.

    In una tale scarsita ed approssimazione delle conoaeenze e facilequindi, volendo tirar l 'acqua al proprio mulino, dar creditoalle ver-sioni piil estreme, da quella diJohn Graunt {ilprimo a studiare ire-gistri dei deceasi) ehe riel 1662 considerava con scetticismo la possi-bilita di morir di fame nell'Inghiltcrra del BU O tempo e scriveve.cbeaLcindia- nei vent'anni preccdenti su 229.250 morti se lie trovane so.10 cinquantuno ehe aiano morti di fame4, a.qualla appunto di Cam-

    iP"CAMl'Q1!ESI"n pane Rel~aggifi, I I Mulino 1980.'Cfr" fra gJi altn, ,p, LASLE1'1 ' , r i p , cit... p. 152: ,C' lm'b possibile cn(! L".] sl ignorianeora , Invece, se tut ti inostr i antenati avosserc da rnang iare 3. suffidemnt?>I E- LE ROY4AT Iun lE , Storio: sl i un paese: Mmrtaill()u, Rizzoli 197'7.~J G.RAlTNT, Natural atul.polilical obseruation[: ,] UpOTl the Bills ofMortality,Mar ti n -A l 1 eBb l 'y -D ic n s 1 662 ,

    39

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    13/73

    pores! che vede la storia. della. socteta preindustriale come una min-terrotta e dolente teoria di masse d'uomini ridotti a mangiar l'erbadei prati e a mordere la nuda terra, divoratori di rifiuti , gli uomi-ni-bruchi, gli uomini insetto dediti all'antropofagia, al eannibalismoe, pet finire, all'autofagias.Eotrambe Ie Ipotesi sono improponibfli, Ma la verita non sta nel

    mezze, e. malta p in vicina 1\ Grannt che a Camporesi, anchs se nem-meno cio che questo autore serive e interamente false. Vediamo per-che,L'anden regime fu caratterizzato da quelle che, all'epoea, veni-vano dette morie- e oggi sono chiamate crisi demografiche, perio-

    di di mesi, qualche volta di un anno intere, in cui la mortalita rad-doppiava, triplicava, quadruplicava, Tradizionalmente si soleva at-tribuire Ie morie a ?-e cause: la guerra, 'a peste, la carestia. La pri-ma, la guerra, non e una vera causa. Come estate scritto e dimo-strato qualche miglialo di combattenti, qualche centinaio di mortifurono il bilancio di quasi tutti iconf1itti dell'era medievale, gli eser-citi di allora avevano un potere distruttivo abissalmente inferioreaquello d'un esercito industriale, Le guerre potevano semmai, anchese raramente, innescare, a causa delle devastaaioni materiali cheportavano con se, Is vere cause della moria; la carestia e Ia peste (rnasarebbe meglio parlars, genericamente, di epidemia, che non erasempre di peste). Norrnalmente anzi la moria era provocata dall'in-trecciarsi di queate due 'cause, perche la carestia, spingendo Ia gentea nutrirsi con tutto cio che trovava, portava quasi inevitabilmenteall'epidemia.Che periodicita avevano dunque Ie morie? Pierre Goubert scriveche in Francia fino al1700 Ie grandi crisi demograflohe, peste inclu-sa, 8i succedono a cieli grosse modo di trent'anni: 1597, 1630, 1662,1694, 1740, 1770. Aleune di queste morie, come quelle del"1597 e del1630, colpirono tutta l 'Europa ..In genere si ritiene cbe portassero viada un quarto fmo ad un terzo della popolazionet, anche se questa BO -no cifre da prendersi con moita cautela perchd Ie testimonianze deicontemporanei (sulle quali, soprattutto, si basano gli storiei) tendo-no, comprensibilmente, come e sempre avvenuto di fronte ai flagelIi,ad amplificarne le dimensioni.

    , 1 ', CAMPORES! , op. cit., pp. 17-26. P . G O UB ER T , rip. cit., p: 57 .1 G ~1.TREVELYAN, S t or ia d e lt a, s o ci et a bwfel l, Einaudi 1948, p. 72e ....TEf ' I 'ENTI,op, cit., p. 370.

    40

    Comunque sia, le morie erano indubbiamente delle catastrofi dinotevoli proporzioni che giustamente impressionano l'uomo moder-no. Ma se noi guardianio al nostre secolo vediamo ehe a distanza divent'anni ci sono state due guerre, quells del 1914-18e quell a del1939-45 che si sono portate via rispettivamente - ed in questa caso idati sono cern - dieei e trentotto rnilioni di europei ca n percentualidel 12 pel' cento dellapopelazicne nel caso dell'Unione Sovietiea e dioltee illO per cento per la Germania, psrcentuali che salgono aneorase si aggiungono Ie morti indirettamente provocate daUa guerra pel'le malattie e gli stenti. Inoltre nell'ultima guerra .mondiale idepot-tati furono circa trenta milioni. In quanta aIle distmzionl rnateriali ,valga come esempio quello della Polonia che perse 1'80 per canto deimezzi di trasporto e il50 per cento del bestiame agricolo. Poi sana ve-nuti quarant'anni di pace in cui ci sono state cantoquarantasei guer-re e trenta milioni di morti. E all'orizzonte si profila un terzo conflit-to mondiale, quello atomico, che, se si fara., abbattera ogni record.Ora non si riesce bene a capire perehe le periodiche carestiedell 'ancien regime debbano essere considerate catastrofi pil i intolle-rabili deUe pariodiche guerre del xx . secolo. La carestia, la fame, contutto ci o che di biologico, di carnale, di putrido si portano dietro tur-hano di pill Ie nostre anima mode me? Pub darsi, Cib non toglie che,sia dal punto di vista quantitativo cbe da quello delle ripercusaioni edei condizionamenti psicologici che tali spade di Damocle, sospescsulla testa, della popolazione, pcssono avere, la carestia e Ia guerratecnologica sono piu 0 meno sullo stesso piano. Le carestie stannoall'ancien regime come Ie guerre mondiali stanno al X X secolo. E de-scrivere la carestia e Ie sue atrocita come Ia vita quotidians dell'an-cien regime - che e ilprocedimento non solo di Camporesi, che stori-co non e , rna anche dimolti ada.etti at lavori - sarebbe come voler il-lustrare la Vita quotidiana del Giappone moderho descrivendo Hiro-shima due ore dopo 1 0 scoppio della bomba.Si e quindi sgombrato, almeno crediamo, i1 campo da un primoequivoco. La domanda B cui bisogna rispondere non e se gli uominidell'ancien regime morissero di fame durante alcuni eventl ecce-zionall,come Iecarestie, chea noi posteri, che abbracciamn con un solo sguardopiil seeoli e piu regioni, sembrano frequenti rna che in realta, come ab-blame visto, hanno una clclititiJ:non diversa da quells delle guerre mon-diali del X X secolo, rna ss ne fossero minacciati nella loro esistenza quo-tidiana. Ela risposta e no. Intempi normali, pel' quasi tutta la popola-

    ' .0 . M . C lPO !. _L A , op, eit., pp, 37 -38 .4 1

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    14/73

    zione, compresi isuoi stratiyiu poveri, e in tutte Ie regieni d'Europa,tranne qualche enclave particolara, non.si moriva di fame:. Nel~'era preindustriale la gente comuns spendeva peril vitto U'S1~70 e 180 per c~nto del.reddito familiaros, comptendendo in questaclfr~ Ie scone ah~ental"J ehe, per buona e prudsnte abitudine, quasitutti f~cevan~. 81 t l'atta~el 'tamen'te di una peroentuals molto alta,che DOl de~llllremmo oggI da paese "sottosviluppato)), perche e avl-d~nte che piu t~ p.aese e r~ccoe minora I Ia percentuala di spesa rap-pI.eflentat~ dall alimentazionss. Rests il fatto che, oltre allascortaalimentari, un buon 20-30 per cento del reddiro separava Is gcmte co-~une, ~nc~e la piu ~ovel:a,come ibraccianti agricoli, dalla fame, SeSI c?nslde~a che nell Italia del 1950, .paese ancora prevalentementsagricolo, la spesa per l'elimontaaione l'appresenoo il46 pel ' cento del-la s~esa totals dei consumi (e vi erano quindi compresi anche icon-SUIDl delle class! abbienti e cittadine, pel' cui e ragionevola pensarec.he ~a.perc~~iuale della spesa pel ' l'al irucntazionc dei contadini ita-bam 51 aVYlclllasso abbastanza a quel 70-80 POl' canto di cui abbiamopariato) 81 p~o avera un'idea abbastanza apPl'ossimo,tiva della vitadella PO?OlSZI0nedall'ancien regime rispetto at problemi della famee dell'ahtnentazione. Si tirava 1a'cinghia, rna entre Iimiti tollel'abilinon:oella m~niera dranunatica, per faro esernpi can cui tutti pos~on~confrontarsi, dell'India contemporanea 0 del Centro-Africa... ?aJ.'lo M: Cip;olla:nota, pare, che -se la gente comuno spendevaP Ol I I vitto CIrca I 80 pel' cento del reddlto familiare, non significa chela ge:nte comuna mangiasse e bevesse molto e bene"lo. Nasca qui l'al-

    t~orito 'n.ello: che se pur icontadini dell'ancien regime non morivanodi fa~e, il lo~'oregime a~~en.tal'e era spaventosamente pO,"Cl'O, (Mtutt~ l?suffi~)ente, sotto IIlimite della dieta minima calorica, tale dapreclpitarli in un perenne stato el i fame fisiologica e ill denutrizio-n~ croruca che Ii rendeva deboli , a m.~lapena capaci di reggersi in pie-di, Tut~o questa non e vera, se ~10nper aleune zone particolarmentesottosviluppata da cui si , e voluto trarre una regula generale, ScriveFernand Bt'audel,. che non e l'ultimo venuto in qneationi di questo ge-nere:.i

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    15/73

    dina giornaliero (Botto di lui de solo il mendico), inuna delle regionipiu sottosviluppate dell'Europa del Settecento, ilVeneto, e vediamocosa mangiava. Scrive Marino Berengo nel suo La secieta veneta allafine del '700: Frumento, mais, modeste dosi degli altri cereali infe-riori (segale, miglio, saggina], fagioli , abbondante verdura fresca; iltutto con condimento di poco sale e d'olio di semi 0 di ravizzone,costituiscono dunque la minima e la pin misera base alimentare del-le classi pili poverelli. A questi alimenti vanno quasi sempre aggiun-ti la sardella e ilfcrmaggio. Questa e in assoluto la dicta pill poverache si possa incontrare durante l'ancien regime.Bene, la moderns sctenza dell'alimentaaione ha scoperto che unpiatto di fagioli (ehiarnati la carne dei poveri, pasto da contadinie, dal pensatore medioevale lsidoro di Sivig!ja, -vile Iegume) eosti-tuisee, condito con olio cd integrate con una fetta di pane, una mi-scela proteica di valore uguale a quello della carne.Per conoludere: quella del cibo era una preoccupazione costanteper gUuomini dell 'ancien regime - che peraltro avevano bisogni e de-sideri molto piu essenziali dei I)ost'ri - rna non un incubo. Essi nonmorivano di fame, se non in quelle congiunture eccezionali che eranole carestie, Ne erano aottoalimentatt, allimite della pura sopravvi-venza. La sottoalirnentazione divenne, caso mai, un problema realein seguito, verso Ia fine dell 'ancien regime, quando I'antico equilibriofra cittB. e campagna cornincia a rompersi a favore .della prima e so-prattutto quando, in virtu dei progressi della tnedicina e della dimi-nuzione della mortali ta infantile, e'e in Europa un impressionanteaumento della popolazione, non sufficientemente compensate, so-prattutto per la produzione delle carni, dai pur rileV'allti progressidell'agricoltura, (Qualche cifi.;aper dare Ia dimensione del fenomeno:la popolazione dell'Inghilterra e del Galles passe dai sei milioni del1750 ai diciotto milioni del lS50; quella dell'Europa, nella stessope-riodo, da eontoventi a duecentadieci milioni). Sara dopo il 1750, apartire cioe dalla rivoluzione industriale, che Ia sottoalimentazione,contadina ed urbana, diventera un problema in Europa e lo restera alunge, fino alIe soglie d e l x x seeolo quando l'arrivo inmassa di carnedall 'Ameriea, prima salata, in seguito congelata, 1 0 ridurra grande-mente. pur senza estinguerlo del tutto.Abbiamo quindi esaurito Iavorevolmente le due prarnesse cheavevamo posto come pregiudiziall alla possihilita stessa di fare unparagone, in tema di qua1itit della vita, fra societii. teanologica e quel-

    .. M.BERENGO, La soc ie t uenela alia fine . de l '700, Ssnsoni 1956, p . 81.44

    la dell'ancien regime; 1. 'La vita nella societa preindustriale era suf-fidentemente e ragionevolmente lunga, 2. Non si moriva di fame senon in quegli eccezionali periodi di moria paragonabili. per periodi-cita e dimensicni quantitative, alle guerre mondiali del Novecento.Naturalmente, dal punto di vista materials, f).Sico,la vita era in-finitarnente pili dura di quella attuale ...L'azione piu semplice dellavita d'oggi giorno richiedeya sforzi; prendere l'acqua dal pazz.o, bat-tere l'acciarino sulla pietra focaia per accendere l'esca, tagliare Iepenne d'oea per scrivere, tutte queste case ril~hiedev:ano tempo, fati-ca ed energia. La coltivazione della terra, 1 1 Iavoro nella bottega, d .. 16dell'artigiano sottoponevano Iomo a prove urissrme .La tecnologia, che tende ovviamente al Massimo r~sultato con ilminima sforzo, ba quasi compietament,e eliminate daUa vita, dell'uo-mo la Fatica fisica, Oggi, quasi sempre, basta premere un bottone azionare una leva per fare in pochisstmo tempo cib che prima sf face-va can sforzo e -pena in molto tempo. ., .Inoltre la socieM tecnologiea ha una gamma di beni di consumeche queUa preindustriale non poteva nsmmeno immaginal'e.Q~ellatecnologica e mfatti, p er definizione, la societa che produce la pru al-ta quantit4 di beni ohe devono essere cpn!!lumilti nel min~r tempopossibile, 8i regge S1,1 questa principio ohe ha come eorollarlo quellodell'''Qbsoles~nza programmata del prodotto- per cui i beni devonoavere soliditA relativa e una durata limitata per essere rapidamentesosti tuit i da altri, prodotti nel frattempo, altrimenti tutto ilsistemaentra in crisi.L'ideale della soc;ieta rurale dell'ancien regime e lnvece l'auto-eonsumo (del cantone, del villaggio, se non addirittura del gruppo fa-miliare), appana allargato a qualche piccolo commercio con I'esternodi pochi beni duraturi". .Le differenze non potrebbero essere piu marcate: oggl una so-vrabbondanza di prodotti, allera poco piu deH'mdispensabile. E an-che se la qualita degli oggetti fabbricati per i1 consume di massa emolto discutibile perche, oitre ad essere fatti quasi sempre di mate-riali di scarso pregio e deperibili, aono anonimi, seriali I) privi di gu-sto mentre quelli fabbricati dall'artlgieno 0 dalt'autodidatta dell'an-cie~ regime hanno sempre qualeosa di personale e so~o, in ~enere~esteticamente gradevoli (basta entrare nella cas a del nostri nonmcontadini e osservarvi quei mobili, quelle madie, quells easeepanebe,

    IS P. LASLE 'M', op. cit" p. 44 .11Cfr., Ira gi l altri, P . GOUBERT , n p . c it . p. 87,

    45

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    16/73

    quei tavoli, qusgli armadi, persino quegli utensili da lavcro, che oggisono diventati costosi oggetti d'antiquariato, per renderseneconto),la tecnologia hapero prodottotal] e tanti nuovi, sofi:sticati e scintil-Ianti gadgets che, quanto al godimento di beni m~terLaIi i.l divariofra oggi e l'ancien regime e , e ' resta, abissale. 'Ma la distanza sl abbrsvla dimolto, fino ad invertire incerti ca-

    si, ~ suo segne, se dalla miriade di beni pessibili estraia~o, per met-terli a conftonto, quelI,i essenzlali,L~ easa pel' esempio. ~Alpian terrenosencelloeata, di consueto,la enema, la stalla (capace per 10pin di due capi di b es tia m s b ov in e)e la tinaia, 8i trova inoltre, quasi sempre a fiance della casa, una tet-toi~, sotto l~ qualo ilmezzadro se ne sta al coperto ad aggiustars i

    S~I01. a:~trezzi ad a sminuzzare fbraggi pel bestiame. Nei piani sttpe-rrori 81 vadono due a trl:l.(sd anche quattro) stanze per dormire; Is fl-~~stre hanna aoltanto gli scuri 0 l'impannata..e sono seuza vetri, rna11~'lernO non ha qui 18 rigi,dita. d'altre regioni, La pin spaziosa edariosa di queste stanze e destinata generalmeute dal mezaadro ad al-levare ibachi da seta; I mobili dellestanze da letto consistono in lar-g,?i cofani per .clIstodirvj gB abit] e.la biancheria e in poche seggioled11e~no. I letti non hanno cortine,.ne fusti;. pera oltre ilsaecona pie-no di S,officefogliame di meliga, vi si vede presso gli abbientt nn rna-terasso a anehe due di lana, e presso ipia poveridi stoppa, un buoncoltrane trapnnto, Ienzuoli di tela di canapa. Non vi laa altro caminoa11'infuo1'1di quello della cucina, nella quals 8 1 brovano il desco cuisiede la famiglia pel pranzo, Ie panchs per sedersi, In cassamadia incui si conserve ilpane e.la farina, la Madia per impastare il pane,Una batteria distoviglie di terra 0 di maicliea, una 0 dua lampadediottone, una stadena romana, e almeno due secehie di tame. per attin-gere e serbare Pacqua"IH.Ques~e sono la case deimezzadri toscani, in Valdinievole, come levide SismondL Certt) imezzadri non sono all'ult imo postci della scalasoeiale dell'epoca.ma nemmeno al prime se e vero queHo ehe afferma1 0 storico Pierre Goubertcbe"i mszzadri sono generaimente, comeproelamano ad una voce gli oss6rvatorl del bempo e gli storici attua.Ii,dei poveri diavolh1 s ..

    Inoltt'f! imezzadri in aJcune zone, d'Eutopa rappresentavano lan1aggioranza dellavoro agricoioZ O , per cuie ragionevole pensare che1~J .t.., S I SMON~ I citato d 1 \ L .DA ,LP . . .NE , S/oriq deltaVr1M in [talia dagUinfuid(,;lsec.XVJ lT al181S, Giuffre 1~58, p. 1M." P.OtitlB~R1', !lp.cit., p. 153.' ,"u. M . C I POLLA , p J ). cit., p . , 80 .

    46

    1 6 case descritte da SieIDondi, del tutto dignltose, anai dasuscitasequalche pruritc nei rappresentanti dell'attuale .middle class (pell iquali una casa di campagne del genere e il sogno d'una vita), non fOB'sero atJ"atto un'ecce~iOJie,ma rappresentassero una buena fetta dellaconlilzione abitativa della popolazione rurale,

    Ma scendiamo aneora e-prendiamn icontadini dipndenti, iavo-ratori di livsllo pin basso ...Tutti,> serive Goubert, -scno impiantattsnun manse 0, nelcaso peg-giore, SU una porzione di esso, Sono allog-giati in una easa spesso di modeste proporzioni - una stanza 0 due-integrate da un'aia, da qualche stalla ospifiante ilMagro bestlame,dail'orto e da una partioella di qualche ara che seminerannoa granaquando l 'uso del luogo 10 pe.rmettera21. None gran ehe, rna forse none maim peggio delle abitasioni deighetti suburbani di molts citti\ eu-ropee ed americana, affastellate in falansteri enormi e mostrliosi,sensa uno spicchio di cielo, aenz'aria, senza ub.centimetro diterri to-rio proprio; dove I'unico sbocco all'asternoe un balconcino strimin-zitQ, su cui intristjscono ifieri, beffarda parodia d'uno spazio vitaleperduto, Nell'aneienregime itp iu stracciato dei contadini aveva al-mena un'aia, un otto, un piccolo campo, un pezzo di terra ..Per mise-rahile che fossa quel oentadino, anche quando per mestiere gli tocca-va lavorare icampi altrui, aveva sernpre un pezzo di terra. BUO, unospicchio di territorlo di cui era. padrone. Era capodi qualcosa.Maanche 'Herchi viveva in cilts. la situazione era meno desolan-te espersonaliszata di quantosia oggi per chi abita al Gra.tosoglio diMilano , alIa Mag)iana di Rama , al San Paolodl Bari, nella banlieuparigina, aI Tannenbusch di Bonn, al Neuperlach di Monaco, nelSouth Bronx di New York, quartieri ghottoeireondati da una. eampa-gna ormai abbandonata e ridolta a terrain vague. dove sl amm ucchia-no rlfitrti, tottami, materiali di risulta, cimiteri di automobili. Lacitt~ prelnduatrlale, ancora profondameate.integrata con Ia campa-gna, era, circondata da un ricco contado e4 all 'lnterno delle sue mura,amp! spazi erano (lj{Cupati.da aie, da vign.eti, da va~ti orti recintati,da campi coltivati.Trovar casa non eI'a.unproblema. Tra.nne ivagabondi eimendi-chi, che erano molto meno di quantocerto falcIoreci abbia tramandata (trentamila nell'Inghilterra del Seicento e duecentomila nellllFrancia della steSBO periodo, vale a dire 10 0,3 percentoe 1'1 perce;n-to della popolazione, percentu,ali non malta lantane dalIe nostr'f!),

    ~!P , GQUBERT , ap.crit . , p. us.47

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    17/73

    tu.tti avevano una casa, E per Ie nuovecoppie che sl formavano erarelativamsnta facile comprarne una, 1 1 costo degli aUoggi 'era deeisa-mente inferiore rispetto ad oggi, Una casa modesta, si poteva co-struire a un eosto inferiore all 'amrnontare di ire anni di Iavoro e disalario di un bracciante~2. Oggi can tre anni di salario d'un manova-1: n?u si aequista un.monolocale all'estrema periferia di una grandeCltta.Un altro bene eS,5enziaIe di cui gll uomini dell'aneien regime di-spenevano in misura tutt 'al tro ehe inferiore ai nestrieontemporaneie iltempo ..La societatecneloglea, dopo imassaeri compiubl sugHoperai nella prima fase della rivoluzione industriale, he inventato iltempo I ib e ro I che , peraltro, si e trasformato irnmediatamente in unaltro bene di consamo perfeltamente inserlto nella catena di tnon-taggio della produzione), L'ancisn regime noncenosceva iltempo li-bero, rna aveva tempo. Vauban, ch"escrive agli inizi delSettecento,calcola una media di centottanta giornate di lavern efl'ettivo I'annoper la Francia deli'epoca, Vauhan parla di cose alui contemp_oraneeed e,-quindi particolarmente attendibile23 La ragions-e presto d.etta:illavoro del contadini e condizionato dulls situazinnl meteorologiohee l'incerno e stagione morta. Ma non e solo questa .. I llimitatO nu-mero delle giomato di lavoro e determinate anche dall'{!.ltissimo nu-mere di feste che eicelebravano a quei tempi. Un documento lorn.bardo de11595 ne calcola novantasei, ,8Venezia erano fra l~ ottantae le novanta l'anno e non si e . lontani dalla reaita sesi indica in unanovantina Is media dellegiornatefestivs nell'Europa deU'ancien re-gime ..n lavoro del contadino era durissimo (nelle stagion! ealda .S 1alzava alls tre oalle qu.attro e lavcrava sui campi fino alle undici,riprendeva verso le cinque e ci stava fmo a buio, facendo tutto a for-za di braccia), rna avevaanehe molti momenti e l i riposo e di rieariea.Cetto, non tutti igiorni in cui non era sui campi, ilcontadino se ne.stava in ozio, molti vuoti li riempiva con lavori artJgiail,ali, s.jadi au-toconsumo, sia per U piccolo cotnmercio,sia-aiutando Ie donna di c~csa in quelle attivita manlfatturiere, soprattutto tessitura, ehe quasit:utte SVQ~gevanoa domicilio (i1 dopp.io lavern non e state inventatonelXX secolo).In oornplesse sl pu~ pero dire con certe!,-za he iitmi dilavore diquegli uomini, legati corn'erano a quelli della natura, era no piu len-ti, piil amp!! meno affannesi, piu armonici,piil biologicamente giusti

    "" :I!.LMiLE'I'l', op . cit., p. 118 .. . S . V A! ;J BA N, Projl1f)t (i'ulle"d/'tme royCfUl., C oon aert 1 983 , p . 7 3.

    48

    di q u e m attuall, A diff'erenza. d'oggi,Javoto e tempo libero non aranodrasticamente e innaturalmente separatd, rna il tempo dell'uomo,proprio perche seguiva iritmi della natura, era un c~ntinuum in cuiil lavorosfumava nel ripoac e viceversa; in questa lento fluire e'era10epazio, anche psicolugico, per Ia riflessione, Ia pausa, I 'ozi.oIabo-riosc, l'attivita fantastica ed ildivertimento sempliee ed ls tintivo enon coatto, drogato ed eterodieettc qnal e queno cui 's i e eostrett i nelccsiddeztossempo libero (e la stessa definizinne, tempo lipero, cheha in se garmi di mcetruosita, perehesegnala la totale a1iena#onedell'uomo dal proprio lavoro, rna di questi as_petti parleeemo nei ca -pitoli successivi).C i sana poi altri beni come l'aria, la natura, la quieta, ilsilenzio.che inostri antenati non pensavane neanche Iontanamerrte che po-tessetoessere considerati tali , perchiHa.cevano parte della vita. stes-sa, e che nella societa. industrials ,e poi tecnologica 5 1 8 '0 ,1 1 0 drastic a-.J ;nente ridotti e sana diven tati m eT C e da ricchi. Serive .Iulien ehe ne-gli Stati Uniti e inEuropa si e pensato che ricerehe intese a valuta-re, sia pur appros simativa mente, il valore reale iI} denaro di beniquali l'aria, la natura, la quiete, il silenzio, lacultura [."J eonsen'ti-ranno ungiornc di compensare co n valutazionl qualitative Ie valuta-zioni quantitatiV'eN2~. Pub darsi, Ma n01;\e un buon segno chesi siaarrivati a-monetizzare l'ariaehereapiriamo, f i e depon,e a favore delproclamato rniglior tenore di vita delle masse moderns il fatto cheanche l'aria sia diventato un bene da ricchi, Nella societa preindu-striale e'era parita di respire.

    " c. J UL JE N,1l.6.ufcid/9 de l l e d ehwe r aZ i~ " II Sa:ggilloore 19 .73 , p, 175 .49

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    18/73

    3 .IDENTITA E FELICITA

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    19/73

    Fin qui ei siamo Iimitati a giocare, per cosi dire, sui terreno del-l'avvsrsario, Abbiamo eioe preso in considerazione fattori, come lalunghezza dena vita, la fame; l'alimentazione, ibeni rnateriali, in cuila auperiorite della societa industriale e tecnologica su quellsdell'aneien regime e tale per definiziene ..Adessoentrereme in un terl'eno diver-so, di bani forse menoquantiIicabili e mlsurablli, rna non per cio privi d'importanaa Mila\ 'it.a degli esseri umani.

    E un'armonia eompleseica, dove ogni uorno, per povero ehe fosse;avsva un posto, un ruolo e un sense (0 eredeva d'averlo, ilche f a . 10800880) quell a che.!stata irrlmediabllmente-spezaata dalla rivcluzio-ne Industriale eche,nonostante tutti gli ottimismi positivistiei ineontrario, non e stata pia ricostruita ne tantomeno superata in unostadio pin avanzato di progresso ..Che ilmondo feudale, pur can tutte Ie eueaspresze, ingiustizie,rigide subordinazioni gerarchiohe, avesse un suo valore, u n a sua coe-rsnza.etica, estetlca e: d emotive, e eesa di cui .5 i resero canto gl i stes-si Marx ed Engels che nel M'c; t 'i ii fes .tode l Port ito can t! l .n i s, ta scrivono:"La bo\:ghesia ha avuto nella storia una funzione sommarnenterivolnaianaria, Dove e giun,ta~l,potere, essa ha distrutto wHe le con-disioni di vita feud ali, patriarcall, idilliachaEsaa ha lacerato senzapiet$. ivariopinf] legami che nella societe feudale avvinoevano 1'uo-mo aisuoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uorno al-tro vineolo che ilnudo interesse e lospietato "pagamento in contan-t l" [ . ..1 Ha fatto della dignitii personal a un semplice valore di scam-bio; e in luogo delle innumerevoli franchigie faticosamente acquisiteapatentate, ha posta Ia sola liberta. di commercia sensa scrupoli. Inuna parola, al pas to delIo,sfl 'u~tatilento velato da illusioni religiose epelitiche, ha meSSQ 1 0 sfruttamento aperto, senza pudore, diretto edarido, La borghesia: ha .spoglia:to della lora aureola tutt!' l quells atti-vita ehs pel ' I 'innanei erano considerate degna d'ammirazione e di rio

    53

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    20/73

    spetto. Ha trasformato ilmedico, il giurista, ilprete, il poeta, 10seiensiato in suoi operai salariati. La borghesia ha strappato ilvelodi tenero sentimento che avVolgeva t rapporti di famiglia, e li ha ri-dotti ad un semplice rapporto di denari-'.Naturalmente Marx ed Engels ritenevano che, invirti i della lot-ta di c1asse e della vittoria del proletariate sulla bcrghesta, si sareb-be raggiunto, con la eollettivizzazionedei mezzi di produzione, unostadio superiore di armenia e di felicita tanto rispatto all'epoea feu-dale che a quella capitalistico-borghese, n ehe non e aecaduto, nean-~e dove il proletariate ha vinto e la colletttviasazione dei mezzi diproduzione c' e stata. Con tutta probabilita Marx ad Engels sbaglia-vano bersaglio. Chi ha rivoluzionato Ie forme di vita non e stata laborghesia, rna la tecnologia. La borghesia non e che un prodotto del-la tecnologia .Come il proletariato. 0, oggi, la tecnocrazia. E la tecno-logia che ha cambiato ilmondo, non le class! G isistemi sociali. Tan-to e vero che nel mondo industrializzato la way of life e sostanzial-mente la stessa, all 'Ovest come all 'Est.

    Ma di qnesto parleremo piu avanti. Tornia.mo per ora alla rivolu-zione industriale e alla borghesia, sua mosca cocchiara, lntorno aliameta del XVII I secolo si opera un rovesciamento di prospettiva diportata copernicana. Da una parte infatti, come ha mostrato KarlPolanyi, Iii passa da un'spnca nella Quale le leggi economic he scno su-bordinate alle esigenze e agli scopi dena comunita umaria, ad un'epo-ea succeasiva nella quale il rapporto 51 capovotge: le leggi ciechedelI'economia prendono liberamente ilsopravvento-.Dall'altra quellacrneccanizaazione della concezione dell'univer-so, come 1'1\a.chiamata Dijksterhuis, che era gia dominante nel Sei-cento alrvello di elites filosofiehe, diventa operativ:a, si generalizea efmisce,in un lungo processc che ba raggiunto il suo parnssismc aigiorni nostri, nel trionfo del principia che dave essere realizzato tut-to cio che la tecnologia puo realiszare-", La rivoluzione Industeiale, infon,do, puo essere considerata la combinazione di questo duplice ri-baltamento in cui l'uomo viene subordinato ad esigenze cbe in qual-ehe modo 1 0 trascendono. Questo saIto di qualita f 1 , 1 avvertito chiara-mente e vissuto inmodo traumatico ed ostile proprio da quelle classisubalterne che, a detta degli storici, piir avrebbero dovuto sentire co-

    , K. MARX e F . ENOElB , Man if es to d el P a rt ii n com.uni.7ta, EcIitori Riuniti 1969 , pp.58-59. .~ K. POl.ANYI~ La grande trasformasione, Einaudi 1974, p. 14 1 e sgg.'Il oZriE~AI'I, T h e T r ium p h o f" Te ch 1I ol oC Y ,comunicazione B1MIT, (.c~to ciclostilaw dalla System Development CorpOl'ation, Sa.nta BnrbBl'lI, California.

    54

    me intollerabile ilgiogo dell'anoien regime. Furono esse che vi si op-posero in modo, talvolta, molto violento", .Del resto la gente dell'era preindustriale, per un sao qualche mi-sterioso sesto sensa (0, forse, pili concretamente, per ilretaggio dellaforte tradizione culturale greco-romana ehe aveva mesao ilproblemadall'armonia fra noma e natura al centro dei suoi interessi) avvertlistintivamente certe trappole dello sviluppo, ehe allora si profilavanoancora mol to alia lantana, con un'acutezza, una perspicacia un anti-eipo sbalorditivi rispetto agli uomini dell'eta industriale ehe Pm:quelle trappole avevano davanti agl~occhi, se ?i~~on'c'erano casca~ldentro,orpre:nd,ente e , per esempio, la BllnSlblhta mostrata p~ ilproblema, oggi d'attualita drammatica, dell'inquinamento. ScriveCipolla: lin carbon fossile fu in uso gia Del Medi~evo, ma I~ ~ente delMedioevo era molto sospettosa el i questo tipo di eembustibile vaga-mente rna decisamente intuendo che I'uso di esso implieava conse-guenze nocive per l'ambiente. Botto m~l~i rispetti, la ge?.te del. Me-dioevo, pur nella sua ignorantc auperstiztone. fu molto piu cosele~tedei possibill danni deU'inquinamento ch e I s. gente deIl'e~a ~el1a rrvo-luzione mdustriale-". E Gould, inEconomic Grqwtk:,L'mqumamento,la clistruzione dsll'ambiente, la congestione del traffico sono ov-viamente illi:sultato doll'industrializzazione e della tecnolowa moder-na e non trovano c:orrispondenza nella sociem preindustriale. Piii sistudiano tali societa, piu cisi rende 'canto che esse riuscirono a trovareun miracoloso equilibrio can la natura, bilanciando ilconsumo presen-1 e la eonservazione per i1 futuro con 4n tale .SliCCCSSO che Ie modemestrutture economiche non sono riuscite nemmenoad immaginare-".Ma l'inquinamento, cioe il saccbeggio indiscriminat~ della natu-ra e delle sue risorse non e in fondo che un aspetto marginalo - e teo-rieamente rlmediabile - .di uno distruzione piu vasta' che invece ri-mediabile non e : queUa del1'equilibrio, psieologico ed emotivl> oltreche materiale, sn cui si basava l'ancien regime.

    ~ V . H l lN ECKE, TerrdCl l ie ""ficapiJalisltchr!/lella Rivo /l l z ir ine [ rances e , in .So.ciet tt e Storia, 1, 1978 , pp, 143-65. e,M. CIPQLl .A, "p . cit., p. 127.. . . . "t S '6 J, D . G O U LD , Ec(momic'Growlh I I , HIstory, Methuen 19 '12\ p. 9; trad. 1 '. toria e~v i ll l .ppo cconDmico, Laterza 1975. Pora lt ro quella era una SO~leUtdove era meonce-ptbile lospreco, In rnaggior parte dei ben! doveva dW:l1!e ,{ ' ~I fnlto. durava, tutta lav ita e o ltre, riducendo CQR) no t~ v ( )lm .< l nt e. 1 8 c ll lT \ 'u la :~ l on e d il l rlflu.tl che.. con;u.nql)e,nc ll 'anclen regime in pra tiea no n esiatevano percRe tutt.o, 0 qUIIS1, veruva rlciclato.Siamo ag!l antipod]. della RociQtll ~n4.us~ri\lle b!,s,:,t~ ~ull'''!lbs~les~enza prqw,nmmn-

    ta del prodotto . A Milano la mediaa d;1un chilo ~l r1fi':ltipel a:b~tant?al giorno, ~New York. capi ta le del mondo tecnologiee , la media Ii dl otto chili al gtorno pc:r obi-tante.

    55

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    21/73

    Gli elementi dl questo equilibrio sono innanzitutto due, fra di lo-ra intreceiati: 1. n senso della propria identitA. 2. Una solitudine(reale, psicologiea, esistenziale) infinitamente minora se paragonataa quella dell'uomo contemporaneo.L'ancien ~egime eracaratterizzato dalle piccole dimensioni e, en-tro certi limiti, dalla stapilita. Stabilita delle istituzioni, della fami-glia, dei ruoli, dei rapporti umani, degli oggetti. Stabilita dello stes-so paesaggio. Come ha notate Laslett, un tempo tutta l'esistenzascorreva in una cerchia di volti amati e familiari, tra oggetti ben no-tie predi1etti, tutti a dimensione umana? All'interno dei luoghi doveoperava, l'uomo dell'aneien regime conosceva tutti ed era da tutti co-nosciuto. Si sapeva chi fosse e quanta valesse e finiva per saperlo eglistesso. La sua Vita si svolgeva all'aperto, davanti agli occhi di tutti,ed era difficile barare.A mettere al riparo I'uomo dell'ancien regime dai rischi delladissociazionee diquella che gli psicolcgi ehiamerebbero la perditadel se c'era inoltre un fattore determinante ehe e pressoche scorn-parso nella societa modern a: quasi sempre si lavorava a casa pro-pria. Contadino od artigiano che fosse egli lavorava dove viveva, do-ve mangiava, dove dormiva e dove aveva sempre dormito, mangiato,vissuto, E iltennine aliendzioTie, come e noto, e nato verso la meta delseeolo XX proprio nel tentative di deserivere, psicologicamente, la ai-tuazione el i separazione del lavoratore dal mondo del proprio lavoro.n pendolatismo fra abitazione e luogo di lavoro, che oggi e lacondizione di tutti, allora era riservato al lavoratore che sedeva sulgradino pill basso della scala sociale: ilbracciante, per 10 pill agrico-la, circa ilIO per cento della popolazione (almeno in Francia, secon-do i calcoli diVauban). In ogni caso era un pendolarismo di qualitaassai diversa perche ilbracciante agricolo, it contadino giomaliero,quando doveva 1avorare sui campi altrui (peraltro mai molto lontanida casa sua perche, senza mezzi di trasporto, vi era un limite fisiolo-gico di distanaa fra l'abitazione ad il luogo d i lavoro), si sedeva allatavola del padrone, mangiava cibo cucinato dalla massaia e per que]giorno eg)i divsntava un membra deUa famiglia, spezzando n panecon imembri di questa6. Come ha notato Trevelyan: In giorni pillantichi e pill sampliei ilbracciante aveva trovato molto pill spesso ri-cetto nella cascina, e da mangiare alla tavola di chi I~impiegava; ciocertamente significava che non dipendeva meno, allora, dal datore di

    '1'. L;Ul1,j!lTl', op. cit., p, 36 .8 Ibidem, p, 30.

    5 6

    lavoro di quando, pill tardi, gli fu assegnata un'abitazione propriarna con l'obbligo di un. lavoro fisso, Ma signifieava anche una pillstretta e, quindi, spesso, pill umana forma di contatto personals, unaminoreseparazione deUe c1assi>t9.Diverse e anche i1rapporto fra lavoratore ed ilprodctto del suolavoro. Come non e'e, nell'ancien regime, sepanazione fra lavoratoree il mondo del proprio lavoro, cosi non c'e fra illavoratore e cio cheproduce. Mentre illavoratore industriale, nella maggioranza del ca-si, produce in maniera meecaniea, parcellizaata (J ripetitiva, beni su-perflui e che non to coinvolgono direttarnente, il contadino producebeni essenziali -.~ialimenti - necessari innanzitutto ana propria so-pravv:ivenza.Ma nemmeno l'artigiano dell'ancien regime, che pur produceper ilmeroato, fa un lavoro alienato. A differenza dell'operaio indu-striale egli adopera strumenti invece di sorvegliar rnacohine e farse-ne dettare iritmi, Non e completamente separate dai mezzi di pro-duzione, ehe I invece Ia grande novita portata dalla rtvolusione indu-striale nell'attivita manlfatturiera'P. L'artigiano deUa bottegapreindustriale [.. .J lavorava pill ore dell'operaio industriale, rna nondave va necessariamente soggiacere alla dura disciplina degli orarie dei tempi della fabbrica, e per diversi settori manifatturieri ave-va ilpiacere e I'orgoglio di far uscire dalle proprie mani un prodot-to finite!'. Non e'era oggetto che non portasse l'impronta di coluiehe l'aveva fatto; anche ilpin sempliee, il piu usuale, il pill andan-te degli strumenti aveva almeno un fregio, un fronzolo, un tentati-vo d'abbellimenta, di distinzione, di personalizzaziona'" , E poiche ilgusto non ella ancora state pervertito dai prodotti in serie, dallernani degli artigiani e dei eontadini-artigiani dell'aneien regimeuscl una produzione mediad'alto Iivello e, a volte, l'opera d'arte, Ci-polla si chiede come cio sia stato possibile a petto delle misere re-tribuaioni che costoro ricevevano e deve ammettere che elementiintangibili e non misurabili quali il gusto della creazlone,l'amore per itproprio lavoro, l'orgoglio della propria abilita, I 'amor

    O. M.. TREVELYAN, Cp. cit" pp, 439-40. .,..., . A i . . VV. ,Storia e ca tl omi ca C am b r id g e, vo l Vi: La rWOl l lZ!a l l e IIIdustnale e 18uoi sliilu):1/j~, Eini ludi 1914, p. 298.IIe. 1 \ 0 1 . CIPOLLA , op. cit., p. 131 . . . . .l~ Questa abitu.;line del Fregia IIbbell\Lore era talmenteradicata chl 'l i! rjm~ta, IIlunga anchs In plena in-gu!Striallzzllzione. L~s i , t raVElne i posti piil impensa~l,. p~resempto nei tombini delle fcgne prodott1 ar priml del Noveeenta dalle acciarerteFil-ick.

    57

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    22/73

    proprlu, hanno per l'uomo un valore ehe nssauna moneta potra maiinteramente compeneal'aI3"L'artigiano visne del resto da una seuola severae collaudata,l'apprendist.a:~o, ehe 11~giovanecompiva presso qualc1ie maestro d'ar-' t e e che durava anni. L'apprendista non rieeve aleun salario, in com-penso impara, lavorando, nn mestjere. Inoltre hs pasti e Ietto assi-curat!. Il rapporto fra maestro di bottega ed apprendista e em-blematlco dell'amien regime e ei spiega bene 'il complesso intreccio,economico rna anehe emotivo, ehe legava l'operaio preindustriale alsuo dato:re di lavoro. Per certi verst era piuvicino.ad un rapporto fa-miliare, Da una parte infat!;i i l.maestro d'arteaveee sull 'apprendiatapoteri .quasf assol 'uti , superioria queIli e l i ' un padre" dall'altro aveva.anehe molti dei doven del padre. Ce ne rendiamo conscleggendo l'ac-cOl'dostipulate, nell'Inghilterra de l primi del Setteento" fra igenito-ri dl un ragazzo ehe sta per diventare apprendists e Thomas, Stokes,tessitore nel Wiltshire. nragazzo si impegna ad abitare con II padre-ne pel' sette anni, aserbare iaudisegreti e a obbedire ai suoi ordini.'~Non deve frequentare tavern~ e birreriEi, ne giocare ai dadi, AIleCal"te 0 ad < 11 t)1 .giochi inegaH qualsiasi, egli non fornh;hera co n alqmadonna, n~ contrarra matrimonio. Non deve assental'S! ne di notte, nedi giornosenza it permease del padeons, ma comportarsi da servitoreleale e fedele, Dal canto suo, u padrone s'impegna 'ad inscgnureali:apprendista la sua arts, scienza 0 professione con moderate pu-nizioni L..] fomendo e eonesdsndo al deUo servo cibo e bevande, in-dumenti, bueato, alloggio e ogni altra cosa durante ildatto termlne disette annt, e a darg}i due vestiti, e cloe uno per Ia fest a e uuo pel' jgi01:ni lavorativi, al termine dl datto period()!>l~.Come si v,ede eranocondizioni gerarehieamente assai durs jsoprattutto se il padrone sifosse rivelato lin gaglioffo), ma nan si pub eertamente dire che il rap-porto fosse anonimo e speraonallszato. L'apprendista entravaa (al'parte, nel bene e nel mala , dena famiglia del maestro d'arte, Del 1'0-st o la hottega;, antica, anche 'quando impiegava quindici 0vent] per-sene, e aveva quindi le dimensionj di quella ehs oggi sarebbe mia pic-cola ind.u~t1ia) uonServaVa seinpl'G un'organizzaziont,! molto piiI vi-dna 'a qu.eIla deUa falniglia chedeUa fabbl 'ica moderna. Tutto infatti~ si svolgeva neUa ca,sa del pa-drone: qui si,lavorava, qui 8i rna.ngiava,qui, a parte ipochi operai giornalieri, ai dOl'miva,

    Dal canto suo Lafamiglia dell'ancien regime era molto piiI ai.).j C. ,M . CJPO.LW \ . ,f l p '. ail. p ~ 1 41 ," P . LASLETl',. op., cit.,. pp. 1617,

    58

    mile ad una ~bo.ttega'i ehe alla famigliamononucleare, asiit :ticae tri-stanzuola dell'era tecnoiogica. Era numeto!ja, chi!lssosa e vari,.opinta,comprendeadoj.oltre ai genitori, ivecehi, nutneros1 ugli (non meno diquattro, come media, nelle famigIie -povel'6,af:!!!laid;ipiiJ in quelle ric-che); idomestiei e,se si trattava di artigian] 0 di bottegai, gl i .ap-prendi5ti. La atraordlnaria coeslone del nucleo familiare era datadallaeomunita d] lavoro, e quindi d'inferessi , dei suoi membri.lfigliaidtavano ilpadre. nei campi 0 neI Iavoro di bottcga. Lo stesso faeevala moglie. A I tempo def vsechi sistemi agrieo1i molta 6,oilne"del vil-Jaggio pa.rtecipaval'lOattivamente,ai Iavori deU'.appezzamen.to di ter-reno a.ssegnato aUa famiglia.ro avevano in cuatoc}ia ilmaiale a la.mucea, 0 portavano al mercato iprodotti,. 0 davan mane !l qualchepiccola industria locale; nell 'Inghilteera delpaasato [.. ,11a moglie eraspesso eemparteeipe negli affari , o eompagna.dl lavoro del mal'i to,,16.Nell'autica famjglia non c'era cioe quellasehizofrenia fra. Iavoro delmarito e lavoro della moglie ehe, per In diversita dei tempi, degl'inte-ressi, delle amicizle, delleaepirasicni, dei desideti,e uno del' mag.giori fattori di dil' lgregazi.one della famiglfa modems. Manto e moglielavoravano fianco a fi.a'nc.o,per un obiettivo. comune,e facevarro' mol-te delle stesse eose. Nt'lesiste;,rR alcuna sind rome della cesalinga fru-strata, perche alla donna, anehe quando fosse stata mog)ie di un ric-

    \co eoltivatore,Ulav.orn da~e:ro Dan rnaneava. 'Ai vecchi gierniIa''Moglia delcoltivatore em "sempre stata [ ... ] una donna piena di fae-cende, con tutte le cure della easa e aleune di quells della fattoria sul-Ie sue spalle, Nelle caseins era lei stessa il lavorantecapo, badando ache le rnungitrici fasaero in piedi prima deU'alba e spesso lavoeandointerne al burro ed al caeio finoad .01 '3 . tarda [ ...J Toccava a lei cud-naree badare non solo alla sua famiglia llla anche ai braccianti chemangiavan.o aUa tavola del marito e donnivano satto ilsuo tetto; Elradunque una donna sempre inda:ff8l'uta: COIl poeo tempo di ozial'e,,..IG.

    Polehe illuogo a i lavoroera Ia casa, .0 per meglio dire la case I na,.la madre, anche se lavorava, poteva rimauere n, c ontatto con ipropri fig1i pj4 piccoli, icui w.uochj sull'ai.a. 0 !lei.campi'erano relati~vamente sotto control1o, e non era costretta,. come inveceaccade oggIalia d.onna

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    23/73

    rat?, nell'ambito pero dell'azienda familiars. Oggi all'antico lavoroall' interno della famiglia e dena casa ai e aggiunto quello che Ia don-na ha fU01i. La ~onquista del dirit to al lavoro femminile ha semplice-mente raddcppiato 10 sfruttamento, in perfetta armenia con le esi-~eI_lZede~la societa indl,lstriaJe quando e in fase di espansions, cosie-che,. se Sl avesse qualche fiducia nell'intelligenza dei padroni delleferriere ., verrebbs da chiedersi sa non siano staticostaro a finanzia-re imovimsnti di emaneipaaiona della donna e ilfemminismo).. .. . La famig~ia pl'ein~ustriale aveva inoltre funzioni piu larghe diqueUa tecnologica, funzioni che oggi vengono aridamente chiamatedi assistenza sqciale e sono affidate aUo Stato: la CUl'a dei vecchi edei rnernbri ammalati.. ln~lne, per quanta cio possa sembrarci strano, nell'anciell regi-me quasi nessune era cosi povero da non avere almano un servo. "AItempo degli Stuar , un quarto 0 un terzo delle famiglie del paese ave-vano del servi e questo aignifica che anche gente molto umile ne ave-va, oltro ai nobili e ai ricchi, Gran parte dei servi inoltre maschi 0

    femm,ine che f?S8~rO,d~~Iegrandi come nelle picc~lE!fami~lie, veni-vano tmpiegati nei lavon agricoliv'". Ma idemestici erano molto dif-fusi anche ill cftta dove rappreaentavano, in media, i110 per centodella popolazione totale (erano il10per cento nella Fribu,rgo e nellaBerna ~el 1448, I'll per cento nella Bologna dol 1581, il9 per centotu~lIaFirenza e nella Venezia della m(lta del Seicento e addirittura il20 per cento nella Londra del 1695). Nena Firenze del 1.551 solo lameta delle famiglie non aveva ~el'vitori: Come si spiega tutto cia?Erano le farniglie pill povere che mandavano iloro ragazzi 0 Ie 101'0ragazze, dopo i. died anni, a servizio presso altre famiglie solo un po'meno povere. Contrariamentea quanto si potrebbe pens are, i servi-tori ed idomestici erano una categoria privilegiata e spesso invidia-t? .II servo non risc~ia.va ne.la fame ne la miseria (dbo, alloggio,rlsca,ldamento e vestiario venrvano p ovveduti dalla famiglia del pa-dronew), auche se, come e stato scnitto, pagava questa situazione disicurezza con la rinuncia ad una propria casa e, a volte, anchs ad unapropria famiglia'", Era, pero, probabilmente, una rinuncia meno pe-

    17 P.. L, \13Ll""TJ t , 0IJ. eit., p, 27. Cfr. ancha E i.E R OY LA DU lU E, 11 Carneuale d i Ra-mam;, R lz zo h 1 98 1, 11 . 1 2."-c.~!. ~)~LLA, up. cit., p, 46. "Se la dm,nestica dell'arngiano fiorentino Bartolo-1~,1Il0Masl rtusci a ~ett~I'e da parte 14 f io rini i .nc inque ann i, gl i echo cibo, a11Qggio,Iscaldamento e probabilrnente porte del vestiarin venivano provveduti dalla Iami-glia del padrona,, . 6 . ASSERJ ;' 1' O c 1 ". 1111RON C EL LI , Sullo pooerd, Herodota Paperbacks Unlvel'Sitil1983 , p. 11.

    60

    IInnte di quanta pOSSR figurarsela la nostra sensibilita. Psrche ilser-va, 'sia pure in posizione e l i assoluta dipendenza.rperaltro spesso nonmolto diversa da quell a dei figli, faceva parte int~grante della fami-glia e irapporti me stabiliva can gli altri memhri erano indiscutibil-mente dei rapporti affett ivi,Del resto la varieta, Ia ricchezza e, nella stesso tempo, la sta-bllim e 10 epeseore del rapport.i affett ivi e dei eoinvolgtment] emotivi(positivi come negativi, naturalmente, rna questo In fondo ha poearnportanza) e cio ehe caratterisza la famiglia d'un tempo e, can essa,I'intero ancien regime. Basta guardarla un attimo, come in unafotografla, questa famiglia antica, conisuoi vecchi, gli adulti , le don-ne, ifigli grandi, i moltissimi bambini (il 45 pel' canto della popola-zlone, secondouna stima diGregory King), iservi, gHapprendisti , gllospiti a vario titolc, per rendersi conto che non era facile soffrirvi lasolitudine.Inoltre nell'ancien regime esisteva una vita comunitaria conlegami molto piil forti e profondi della nostra. AI centro stava ilvil-Io.ggioche altro non era che un'associazione di gruppi familiari forte-mente legati I'uno all'altro. "Ai fa,~tori di carattEl"e geografico, ilsem-plice dato eioe di stare tutti insieme in un unico luogo,~i aggiungevatutta quella serie di vincoli che si formano fra gli esseri umani quan-do vivono a lunge in stretto contatto di vicinanza: i vincoli di matri-monio e di parentela, di origini e di esperienze connml, eli amiciaia eeollaborazione in questioni d'interesse genera~e,,20,Me la coesione fraI membri del vlllaggio era resa straordinariamente forte soprattuttodal fatto cbe parte della terra era di pro prieta collettiva (terre cornu-nali, terreni incolti, boschi, foreste) e che la stassa proprieta indivi-duale era limitata da una serie di diritti collett ivi cui era legata: di-ritt;o dl pascola libero e conseguente divieto di recinzione dei campi,diritto di I,lecondaerba-, disciplina delleculture, regolamentazlonedell 'inizio della fienatura , della mietitura, della vendemmia, gl'e~gee pastore in comune, ecc.21 La societa contadina - come del resto l'in-tara societa dell'ancien regime - era forte mente integrate e -l'esi-stanza e li una terra di sfruttamento comunu formava fra imembridella comunita, a qualunque sistema agrario obbedisse ilterritoria,un possente iegame22.In tutta Europa illuogo focale del villaggio El,naturalmente, Ia21 1 P: I..ASLIilT'l', up. cit., p. 98.2.1 A. SOHOUL, La..~ocieta[mneese nella secunda meti: del SeUeccnto, Giannini

    1971, pp . 18-19.'J21bid~m, p. 17.61

  • 5/10/2018 Massimo Fini - La Ragione Aveva Torto

    24/73

    parrocchia e ilgiomo dei giorni la domenica. La messa riunisea inchiesa tutti gli adulti validi, La domenioa e anohs il giorno degli in.contri parrocchiali, della scambio d'informazioni (U prete fa dazettiere uffieiale), ilgiomo della taverna, delle danze, delle bocce pergli uorninl, dei birilli per le donne; del gioco del vaglio, della palma,della piastrella, ~e ~ie in Francia; del combaitimento dei galli e del-le corse di cavalli in Inghilterra; della paJlaeorda, del tiro con l 'arco 0con Ia baIestra nelle Fiandre e in Vallonia. In quest! giochi 5i mesco-Iavano tutti iceti sociali , aenea-disbinsione, dal duca al contadino,Del resto ilcontatto personale anche fra uomini motto distanti percenso era una necessita, e quindi una costante, nell'ancien regime,perche, come ha acutamente notato Marc Bloch, non e'sra allora nes-suna tecnica 'che potessesupplirvi. Era. una regola che valeva pertutti, anche per ire. Scrive Bloch: -Sarebbe stato impossibila gover-nare 1 0 stato dal fondo di un palazzo: per reggere un paese, non esi-steva altro mezzo ehe cavalcarlo senza trsgua, in tutti isensl. I redella prima eta feudale si sono letteralmente ammaszati di viaggi1'24.E forse per questo mescolarsi, per questa stare a eontatto e li go-mito, per questo vivcre ciaseune davanti al proscenio comuno che quel-10 dell'ancien regime, nonostante le rigicie division! di casta, da, la sen-sazione di essere un mondo di tutti" dove ognuno ha la sua parte, perquanto piccola, e non e semplicemente spettatore e numero, '

    Questo mondo, indubbiamente circcscritto e limitate, e perc,sempre per la ragiona .indicata da Bloch, molto mario ehinso e privndi contatti di quanto non si creda, Tutta l'Europa del Medioevo edeU'ancien r~girne fu eontinuamente percorsa, oltre che da re e prin-cipi, da viandanti, da mercanti, cia chierici, da pallegrini, da men-dichi e da ogni sorta di persons. Serive an cora Bloch: Privo di corri-apondcnti sui quali potesse sgravarsi della preoccupazione dl acqui-stare e di vendere, quasi sicuro d'altronde di non ~I'ovare mai riunitain un medesimo luogo una clientela sufficiento per assieurare i pro-pri guadagni, ognl mercante era un venditore ambulanto, un "vaga-hondo", che inseguiva la fortuna per monti e valli, Assetato di scien-za e di ascetiea, ilchierico doveva pereorrera l 'Europa alIa rieerca delmaestro desiderate: Gerberto d'AllI' illac studio Is scienze matemati-che ill Spagna e In Illosofia a Reims; l'ingless Stephen Harding im-para il perfetto monachesirno nell'abbazia borgognona di Molesmes.

    " G,M. TRF.Vf;LY,~N, up . cit,. pp. 298.99.~,~~1.'fll,Q(!H, 1 1 ! . df.. pr 70.81. Bloch;ji rifrftsce'aJ Medioem. rna la ~()stanza de.)~uo dl.~col'sa \:alc, In huana l1lisurn . .ancha per l 'oncilln reginltl in scn$O stl'llttQ ..

    62

    Prima di lui, sant'Oddone, 'il futuro abate di Cluny, aveva percorso InFrancia nella eperanza di acoptirvi un monastero in cui s'iv ivesss se-condo la Regola [...J Me sulls strade dell'Ocoidente non erano rarineanche g I i umili: fuggiaschi, caeoiati dalla guerra 0 dalla carestia;avventurieri, mez.zo soldati, mezzo bandini; coutadini che, avidi diun'esistenza migliore, speravano di trovare, lontano dalla 101'0 primapatria, qualcha campo da dissodare: infine pellegrini, La stessa men-talita religiosa spingeva infatti agli apostamenbi; e "pili di un buoncristiano, rioeo 0 povero, chierico 0 Iaico, pensava di non peter acqui-stare la salute del corpo 0 dell'anima fuorcll.e a prezzo di un viaggiolontano [ ..J Dalla partenza all'arrivo, il viaggiatore aveva III sceltafra parecchi itinerar~ nessuno del quali s'imponeva in modo assolu-tp, La eircolazione, in una parola, non s'ineanalava seguendo qualchegrande arteria; si distribuiva caprlcciosamente in una moltitudina dipiccoti canali , Non v'era castellc, borgo 0 monaatero, pel' quanto di--scosti, che non potesse sperars dl ricevere la visita di erranti, legamiviventi con 1 1 vasto mondo2.'i.

    9i dira eire questi erano spostarnenti di carattere abba-stanzaeccezionale ..Il che e vero. (Come e vero, peraltro, che e proprio que-sta sccesionallta ehe dava a quegli incon'tri una grande pregnanza.Oggi viaggiano tutti, rna nessune se ne accorge, ne chi viaggia n e chirioeve it viaggiatore). Ma nemrneno in un raggio pili limitato man-cavano Ie occasionl d'ineontro se e vero che nella sola provincia diAsti le fiere e imercati (eM nelI 'economia dell 'ancien regime eranod'essenziale importanza) furono, nell'anno 1753, quasi ottocento=.Altri viaggiatori pili eomuni e frequenti erano "gli ambulanti,aquipaggiati spesso con una mula e a volte con una carretta, che por-tavano nel fondo delle province i mille piccoli comforts delle citta:aghi, pi