massimo perriccioli (a cura di)

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Massimo Perriccioli (a cura di)La temporaneità oltre l’emergenza.Strategie insediative per l'abitare temporaneoISBN 88-7890-653-0

presentazione di Giovanni Guazzo

editing e progetto grafico a cura di Michela Cioverchia

Questo libro costituisce il risultato della Ricerca Nazionale COFIN2000 Tecnologie di intervento per l'innovazione negli insediamen-ti per l'emergenza, coordinata da Franco Donato tra le sedi delleUniversità di Napoli Federico II, Chieti "Gabriele D'Annunzio,Politecnico di Milano, Roma Tre, Camerino.Nell'ambito della ricerca l'unità operativa del PROCAM(Dipartimento di Progettazione e Costruzione dell'Ambiente) pres-so la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno dell'Università diCamerino, coordinata da Giovanni Guazzo, ha condotto unaricerca dal titolo Il miglioramento delle prestazioni ambientali etecnologiche degli insediamenti provvisori: criteri di guida per laprogettazione dei vuoti urbani in funzione di sistemi innovativi diunità abitative temporanee. Il volume è stato realizzato con i finanziamenti del Ministerodell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

UNITÀ OPERATIVA DI ASCOLI PICENO

Giovanni Guazzo (responsabile),Mauro De Luca, Giuseppe Losco, Maria Federica Ottone,Massimo Perriccioli, Sonia Calvelli, Fabiana Chirivì,Michela Cioverchia, Alessandra Marchetti.

Massimo Perricciolia cura di

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Edizioni Kappa

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PresentazioneAttualità dell’habitat temporaneoGiovanni Guazzo

IntroduzioneLa temporaneità oltre l'emergenza.Una strategia progettuale per larealizzazione di insediamentiabitativi temporaneiMassimo Perriccioli

Parte PrimaCriteri e procedure1 Il terremoto di Umbria e Marche.

La realizzazione di insediamentiprovvisori nella fase post-emergenzialeAlessandra Marchetti

2 Il ruolo dell'emergenza nellapianificazione urbanisticaMassimo Sargolini

3 Criteri guida per l'individuazione di aree per insediamenti provvisoriin funzione di sistemi innovatividi attrezzature impiantistiche e di unità abitative temporaneeFederica Ottone

Parte SecondaRiferimenti1 Insediamenti temporanei:

la definizione del quadro esigenzialeSonia Calvelli

2 I "luoghi" del vivere temporaneoMichela Cioverchia

Indice

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3 Sistemi di produzione energeticaalternativa e tecnologieimpiantistiche per assettitemporaneiGiuseppe Losco

4 Le prestazioni tecnologiche eambientali per la progettazione di manufatti abitativi temporaneiSonia Calvelli

Parte TerzaVerifiche progettuali

Le verifiche progettuali.Quattro casi-studio nel sistema ambierntale picenoMassimo Perriccioli

1 Area montana:Arquata del TrontoAlessandra Marchetti

2 Area pedemontana:Acquasanta TermeSonia Calvelli

3 Area collinare:SpinetoliFederica Ottone

4 Area costiera:San Benedetto del TrontoMichela Cioverchia

ApparatiEsperienzeMassimo Perriccioli

1 Progetto di un sistema costruttivoin alluminio per l’abitare contemporaneoFabiana Chirivì

2 Progetto di un sistema costruttivo in legno per abitazioni temporaneeMauro De Luca

3 Riferimenti bibliograficia cura di Sonia Calvelli

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tito una diversa configurabilità del sistema insediativo ed edili-zio, a partire da una maggiore consapevolezza dell’uso delsuolo e dei fattori energetici e dall’impiego di sistemi costrutti-vi alternativi, non più di tipo "scatolare" ma variamente artico-labili nello spazio-tempo dell'emergenza e riutilizzabili nellafase post-emergenziale. Se fosse effettivamente possibileconfigurare tale scenario si potrebbero definire criteri alternati-vi per orientare diversamente le scelte localizzative e la confi-

gurazione delle aree necessarie per interventi di emergenza,nell'ottica di una migliore sostenibilità dell'intervento e di unamigliore abitabilità del sistema complessivo, scegliendo eattrezzando le aree in funzione di un loro impiego anche nel"tempo ordinario".L’attenzione posta nel ricondurre alcuni parametri di valutazio-ne ambientale all’interno delle logiche di programmazione del-l’uso del territorio non è ancora sufficiente a garantire un’effet-tiva temporaneità d’uso delle aree tale da prevedere non solola loro completa reversibilità al termine del periodo di emer-genza ma anche la possibilità di prefigurarne un impiego futu-ro compatibile con altre attività tipiche del vivere quotidiano o,ancora, la possibilità di intervenire su alcune attrezzature peradattarle a nuove esigenze. Infatti, affinchè le aree presceltepresentino caratteri di effettiva temporaneità è necessario chela scelta sia integrata da due ulteriori fattori progettuali: le tipo-logie delle reti tecnologiche e impiantistiche e le caratteristichetipologiche e costruttive dei manufatti.La definizione di nuove modalità di intervento nella fasi di scel-ta e di realizzazione di insediamenti transitori per l’emergenzariconducibili all’approccio progettuale prima delineato richiedepreliminarmente tre livelli di indagine tra loro integrate:a) lo studio di sistemazioni non definitive dell’area, attraverso

l'individuazione delle possibili destinazioni d'uso ordinario(giardini pubblici, campeggi, insediamenti turistici, campisportivi, mercati e fiere, …) e dei requisiti di progettazionedi cui si dovrà tenere conto in modo da garantire, in caso

Insediamentod’emergenza realizzato a

Camerino nel 1997.

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di emergenza, l’introduzione di ulteriori manufatti abitativi edi servizio, senza trascurare i possibili livelli di integrazionetra il nucleo urbano esistente e l’insediamento temporaneoda realizzare;

b) lo studio delle tipologie di sistemi impiantistici per l'ap-provvigionamento, la distribuzione e lo smaltimento finaliz-zati allo sfruttamento di energie alternative rinnovabili e ingrado di favorire fattori di autonomia di funzionamento,adattabilità e riconversione ad usi differenti delle aree inte-ressate;

c) lo studio delle caratteristiche prestazionali delle unità abi-tative temporanee che dovranno essere, all'occorrenza,installate in tali aree, con particolare riferimento ai sistemicostruttivi da adottare, alla loro morfologia, al loro adatta-mento al suolo, alle logiche aggregative ed insediative,alle reti tecnologiche necessarie per il loro funzionamento,all'impatto ambientale che esse determinano, alla loro par-ziale o totale autosufficienza energetica, all'autonomiarispetto alla loro allocazione sul terreno, alla flessibilitàspaziale e produttiva.

La ricerca svolta, piuttosto che proporre un prodotto alternati-vo a quanti già in uso nel campo degli alloggi per l’emergen-za o un sistema abitativo-insediativo improntato a criteri inno-vativi negli aspetti programmatori, progettuali e costruttivi, hapuntato a definire una strategia complessiva in grado di pre-sentare soluzioni progettuali differenziate a seconda delle dis-ponibilità economiche, delle esigenze delle comunità da inse-diare e delle valenze urbane ed ambientali dei luoghi. Unastrategia che per essere attuata richiede il coinvolgimento in

maniera "permanente" e “inte-grata” di enti di programmazio-ne e di controllo, di strutturetecniche, di istituti di ricerca edel mondo della produzione. Laricerca tenta di rispondere altema dell'emergenza, condizio-ne che peraltro sempre più spes-so travalica i momenti calamitosiconseguenti ad eventi naturali invirtù della diffusione di nuovi feno-meni migratori causati da muta-menti socio-economici e da con-flitti regionali, con una strategiacontinua e multidimensionaleche non si propone di fornireesclusivamente una risposta"fisica" per un dato momento eper un dato luogo, ma che con-sente di assimilare e valorizzarein modo permanente i temi dellatemporaneità e della flessibilitàd’uso dello spazio abitabile

LLAATT EE MM PP OO RR AA NN EE II TT ÀÀOOLLTTRREELL'EEMMEERRGGEENNZZAA

Jean Prouvè,Tipologie abitative

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Da sempre gli uomini hanno vissuto aggregandosi in gruppipiù o meno folti e occupando porzioni di suolo in modo più omeno arbitrario. La storia ci insegna che sono sempre esistitepopolazioni nomadi, che si spostavano secondo necessità opericoli: popolazioni che si disponevano in aree dove trovarematerie prime per l'esistenza, come nelle vicinanze di fiumi onei pressi di boschi. Questo "stile di vita" temporaneo, lo spo-stamento continuo dopo aver sfruttato un'area, ha conosciutomolti diversi sviluppi, dalla capanna alla tenda, dalle popola-zioni egiziane agli indiani d'America. Ed è proprio in Americache questa vita nomade conduce all'invenzione di strutturecome il balloon frame, interamente realizzate con assi di legno

chiodate tra loro: venivano costruite quandoci si stabiliva in un luogo e al momento in cuibisognava spostarsi, venivano bruciate,recuperati i chiodi e ricostruite successiva-mente. Un esempio di temporaneità signifi-cativo in quanto ci si muoveva secondonecessità per lo più lavorative ed economi-che, rinnovando di volta in volta il contenito-re abitativo, quasi una vera e propria scatolamontabile, ri-costruita riutilizzando sempregli stessi elementi di connessione (i chiodi).In Europa, i villaggi che noi definiamo tem-poranei nascono alla fine dell'ottocento perassolvere funzioni specifiche, che sono quel-le del lavoro.Forse non veri e propri insediamenti tempo-ranei, i villaggi operai sono un esempio chia-ro di come si andavano ad organizzare alcu-ne comunità per svolgere determinati compi-ti. Venivano realizzati agglomerati abitativinelle vicinanze di stabilimenti industriali,

I "luoghi" del viveretemporaneo

Michela Cioverchia

Schema costruttivodel baloon frame

CCEENNNNII AALLLLEE OORRIIGGIINNII

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valorizzando i van-taggi della resi-denza in prossimi-tà della fabbrica.Esempi di tali moda-lità abitative sono ivillaggi operai dellaLombardia e delPiemonte, Crespid'Adda, Falck, VillarPerosa, Ivrea, tantoper citarne qualcu-no; villaggi pensaticome macchine perlavorare e per abita-re, dove i movimenticollettivi si sviluppa-no in aree ben orga-nizzate per ogni tipodi attività, lungo per-corsi predeterminati,in spazi deputati adaccogliere le funzioniaccessorie del viverefuori la fabbrica. Altro spunto di inda-gine sulle aree perinsediamenti tempo-ranei, nasce dalle

colonie marinare degli anni '30 in Italia, che sono il primo con-creto esempio di villaggio turistico e insediamento "tempora-neo". Temporaneità della funzione, limitata ad un arco ditempo ben preciso.La funzione da assolvere è quella della "vacanza": le aree sonoorganizzate in modo rigoroso, la collettività che andava a tra-scorrervi periodi più o meno lunghi si trovava ad alloggiare inluoghi distribuiti secondo canoni di rigida funzionalità.Oggi gli insediamenti di tipo temporaneo vengono associati avari fattori, definiti da una temporaneità d'uso o da una tem-poraneità della funzione per cui vengono realizzati.Il primo fattore fa riferimento al tempo per cui viene occupatal'area sulla quale sorge un insediamento, tempo più o menolungo a seconda delle esigenze, che ha un inizio con l'allesti-mento dell'area e una fine con lo smantellamento della stessa.Possiamo indicare in questa categoria i campi di accoglienzaprofughi, gli insediamenti temporanei per l'emergenza sismica,le aree che accolgono manifestazioni culturali provvisorie.Il secondo fattore fa riferimento invece alla funzione tempora-nea che deve ospitare un'area: è la funzione che ha un inizio euna fine, relativa alla sua durata, mentre l'area che viene alle-stita persiste nel tempo. Pensiamo ai villaggi turistici o ai cam-peggi, che nella maggior parte dei casi sono permanenti pertutto l'arco dell'anno, ma vengono utilizzati per periodi limitati

Planimetriadell'insediamento di

Crespi d'Adda

Alloggi per operaall'interno

dell'insediamento diCrespi d'Adda

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individuazione del l ’area

ipotesi insediativa

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dettagl io del l ’ ipotesi insediativa

schema t ipologico