master of gravity

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    ✔✔

    ✔ Note Legalesi. 

    Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio AmazingStories Quaterly –autunno 1928- in particolare al racconto “The gravity

    king” di Clelland J.Ball, assemblando un plot remix:  l’obiettivo del

    racconto é intrattenere, divertire, incuriosire il lettore.

    In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone,enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamentenel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito odimplicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanzefuture o presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere odassociare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit,l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendoonline il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile intutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazionelegale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate lecondizioni di

    Copyleft(by-nc-nd)

    A tale proposito ricordo che questo documento non è un sitod'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebookin PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa graficadovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmentestampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro giàcorrettamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte dacopyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB econvertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’possibile che altre foto reperite con google.images io le abbiasintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari,oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restanodi proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è"garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cuiogni utente ne assume la piena responsabilità.

    Il webmaster non si assume la responsabilità della completezzadell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere cheeventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di talefile, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibileonline. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente odindirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla,bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale,bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite

    che non avete capito!.

    ✔✔

    Testo ottimizzato per una fruizione digitale in PDF

    ✔✔

    ✔ Testo ottimizzato per la stampa in fronte retro

    ✔✔

    ✔ Testo ottimizzato anche per la stampa “non in fronte retro” 

    “The Master of Gravity” stampato 01/06/2016 (v1.0) é in COPYLEFT(BY-NC-ND)

    http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/ 

    6502 & Terminetor Magnetico

    http://mia-fantascienza.blogspot.com  

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    Indice

    Prefazione: omaggio a Amazing Stories Quaterly autunno 1928... pag. 4

    Capitolo 1-La partenza ……………………………………….……. pag. 6

    Capitolo 2-La base aliena di Marte ………………..….….. pag. 10

    Capitolo 3-Il primo giorno a White Sands ………….…. pag. 14

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    Prefazione: omaggio a Amazing Stories Quaterly, autunno 1928

    Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista AmazingStories Quaterly, autunno 1928 in particolare al racconto “The

    Gravity King” di Clelland J.Ball 

    Il plot originario è così sintetizzabile: Abraham Norton (un genialeinventore) ebbe a spedire una lettera ad Elias Craig, il presidente diuna grande compagnia aerea, dicendogli che presto gli aeroplanisarebbero stati obsoleti!. Seguì nella lettera l’invito per assisterealla dimostrazione della sua rivoluzionaria invenzione. Vari uominid’affari il giorno fissato, si presentarono al recapito indicato daNorton, per investigare di persona sulla criptica invenzione. La casadi Norton era in realtà il Gravity King, un mezzo capace di repellere

    la gravità terrestre, che però era stato camuffato da palazzina perrestare anonimo. Nella sala (che era a bordo del Gravity King, mache nessun uomo d’affari sospettò d’esservi salito a bordo) avvennel’attesa dimostrazione. Un misterioso oggetto siluriforme si sollevòrepellendo la gravità e portando sino al soffitto due uomini d’affari acavalcioni sul criptico mezzo. Scoppiò una lite tra Elias Craig ed ildr.Norton, Craig esplose un colpo di pistola, il quale

    incidentalmente danneggiò il meccanismo di controllo del GravityKing. L’enorme mezzo ebbe a divenire fuori controllo, sradicò ilcamuffamento della casa, decollando privo di comandi verso gli

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    immensi spazi siderali, con tutte le persone che eranoinconsapevolmente salite a bordo!.

    Come il lettore potrà scoprire leggendo questo testo, la suggestionedi un mezzo tecnologico che possa repellere la gravità, un mezzo di

    forma aerodinamicamente insolita, sono elementi ancora presenti nel racconto, nel quale è proposto una fabula assai diversa.

    La trama é da considerarsi anche un INTERQUEL  della saga difantascienza “Intervista dalle colonie Extramondo”, “WarningArea51”, “Raumpatrouille”, “Project UFO”. Questa scelta editorialeserve sia a canalizzare i potenziali lettori della collana JDAB versol’altra saga di Fantascienza, quanto a disegnare un quadro piùampio e complesso, immaginando altri punti di vista.

    Questo ebook fa parte della collana JDAB-Joint  Direct  Attack  Book ,una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in multitrama,remake, di tutti quei racconti di “ Amazing Stories & Wonder Stories& IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una modernarivisitazione SciFi, a mio gusto personale!.

    Saluti e buona lettura!

    Chip65C02

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    Capitolo 1-La partenza

    C’erano tre persone lungo i bordi della pista dell’Area 52, questeaspettavano silenziose, immerse nel buio della notte. Considerandoil caldo che aveva fatto durante il giorno, era incredibilmente freddae pungente, l’aria notturna del Nevada. Il cielo terso e privo dinuvole era quasi plumbeo, illuminato da un tenue spicchio di Luna,mentre un tetto di miliardi di stelle brillavano silenziose.

    La prima persona sui margini della pista era un anziano, erastato costretto da un incidente aereo avuto in gioventù a restareintrappolato su una sedia a rotelle, una coperta di lana copriva lesue ginocchia. Il vecchio pilota collaudatore colonnello Clelland Ballaveva un volto sofferente ed un po’ preoccupato. Dietro di lui, ungiovane ufficiale dell’aereonautica in divisa d’onore, aveva sospintola carrozzella sino ai margini della pista, silenzioso imbracciava alcollo una telecamera portatile che al momento era spenta. Accantoalla carrozzella d’alluminio c’era un alieno: era alto circa 1.50mt,

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    un’enorme testa, volto piccolo ed imberbe, senza naso, senzacapelli, senza cigli, con grandi occhi neri senza pupilla, indossavauna tuta di colore metallico con riflessi azzurri, la quale rivelava unacorporatura esile, simile a quella di un bambino di 10-12 anni.

    Un’intensa luce rossa circondata da cinque luci azzurreroteanti, spuntarono all’improvviso nel cielo da nord. Le luci preseroad avvicinarsi rapidamente, mentre i fari della pista dell’aeroportodell’Area 52, s’accesero. Una schiera di fredde e nitide luci biancheilluminarono sia la pista, quanto i volti meravigliati degli astanti,mentre altre luci lampeggianti rosse e verdi, indicavano meticolosee ritmate, la direzione d’approccio consentito per la pistad’atterraggio.

    L’anziano scrutava perplesso il disco alieno che silenziosamentes’approcciava alla pista per un atterraggio quasi verticale. Ilgiovane ufficiale dell’aeronautica nel frattempo aveva imbracciato lasua telecamera, stava riprendendo coscienziosamente l’atterraggiodell’UFO, nonostante fosse vistosa la presenza d’interferenzeelettromagnetiche, nell’inquadratura della sua telecamera. L’alieno

    vicino alla carrozzella, era apparentemente privo d’ognid’espressione: attendeva paziente e silente, l’atterraggio dellanavetta aliena che era regolarmente in spola dalla base di Marte,all’Area 52 e viceversa.

    Una volta che fu atterrato il disco alieno, dopo pochi istanti le lucidella pista dell’Area 52 si spensero, calarono le tenebre; ma il discos’illuminò di luce propria, con delle fredde luci bianche e celesti.

    Un ronzio metallico anticipò la discesa di una stretta scaletta di

    metallo e l’apertura di un portellone, da cui scese agilmente unalieno che era quasi identico a quello che stazionava ai bordi della

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    pista. L’alieno indossava una tuta aderente di colore simileall’alluminio con riflessi vagamente rosa, inoltre la nuova arrivataera leggermente più bassa di circa 10-15cm rispetto all’altro alieno.A parte queste due piccole differenze, agli inesperti occhi umani idue alieni potevano apparire quasi identici.

    -Perché proprio io?!- esordì il colonnello Ball, mentre si rivolseall’alieno che gli era accanto.

    L’alieno gli rispose con una voce leggermente metallica, in unperfetto inglese, con un vago accento del Midwest dicendogli –Perché sei nostro amico; sei leale, sei onesto, sei una brava

    persona. Ma se non vuoi, puoi restare quì sulla Terra!-L’anziano rifletté per qualche secondo poi disse –Ok!, andiamo, peraltro ci sono già stato sulla base di Marte: ma non so come farete aportarmi a bordo con questa carrozzella!-

    Trotterellando teneramente, l’aliena aveva raggiunto le tre personeche sostavano al bordo pista: l’entità si fermò proprio di fronte allacarrozzella, poi l’aliena guardò l’altro alieno e restò in silenzio per

    qualche secondo. I due alieni si guardarono in volto senza proferireparola. Forse comunicarono telepaticamente, quindi mossero unpaio di volte le grandi palpebre degli occhi, infine la piccola alienaestrasse dal taschino della propria tuta un piccolo oggetto alieno,che poteva ricordare una sorta di siringa.

    L’aliena sfilò gentilmente la coperta che l’anziano teneva sullegambe, fece un paio d’iniezioni ai ginocchi del colonnello Ball, che

    furono quasi indolori. Poi l’aliena rivolgendosi al colonnello Ball,disse con voce metallica, in un perfetto inglese –Padre, io sonoTeia- poi l’aliena si rivolse al giovane militare che nel frattempostava filmando con la telecamera e disse –Io sono Teia, io rilevoXeon dalla base dell’Area52- quindi l’aliena trotterellò buffamente,per porsi accanto al giovane militare. Questi annuì imbarazzatomentre smise di filmare per qualche secondo e rispose –Si!, va

    bene!, ho capito!, grazie Teia!-

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    -Allora amico mio, vogliamo andare?!- disse Xeon rivolgendosi alcolonnello Ball.

    -Ma come faccio?!- domandò titubante l’anziano –lo sai che sono

    sulla sedia a rotelle da quando avevo 30 anni!--Forza!, alzati e cammina, sali sulla scaletta ed entra nel disco,dobbiamo tornare su Marte!- lo esortò Xeon, che allungò il piccolobraccio destro, come per indicargli la strada.

    L’anziano appoggiò le braccia sulla sedia a rotelle, quindi appoggiò ipiedi per terra e con sua grande sorpresa in meno che non si dica siritrovò in piedi. Fece qualche passo incerto, poi rapidamente presea camminare con passo sicuro. Il colonnello Ball raggiunserapidamente i bordi dell’astronave, poi tornò indietro, verso ilpiccolo manipolo di spettatori.

    -E’ incredibile! È bellissimo! Sto camminando!, Sto camminando!-esordì Clelland con le lacrime agli occhi -Io cammino!, cammino dinuovo! Sono in piedi con le mie gambe!- poi piangendo di gioial’anziano colonnello aggiunse –non lo facevo… da quando avevo 30

    anni!-

    Xeon lo prese per mano, i due s’incamminarono sotto i bordi deldisco, l’anziano salì arzillo la scaletta, poi sparì dentro al discoalieno, seguito dopo poco dall’alieno. Si riaccesero le luci dellapista, mentre si spensero le luci del disco alieno: il mezzosilenziosamente e rapidamente così come era giunto nell’Area 52,decollò per eclissarsi nel cielo stellato.

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    Capitolo 2-La base aliena di Marte

    Sulla Terra era il novembre 1946 ma anche sul lato coperto dallanotte marziana, era il novembre 1946 a calendario terrestre!. Ildisco alieno si era delicatamente appoggiato sul suolo marziano, unelevatore stava facendo scendere il disco nel ventre della piccolacolonia aliena che viveva su Marte, sin dai tempi in cui l’umanitàera ancora all’era della pietra.

    Il venticinquenne dell’USAAC, tenente Clelland Ball era statoinvitato come ospite temporaneo della base aliena, in virtù delprogramma “Mogul” che prevedeva una serie di numerosi scambiinterculturali di breve e lungo periodo, tra esseri umani ed alieni.C’era davvero voluto solo un paio d’ore, per raggiungere Marte,avendo decollato dal poligono di White Sands alle 18:00

    Sceso dal disco, il giovane Clelland fu accompagnato da un alieno

    che era vestito con una tuta aderente di color scuro, gli avrebbefatto da guida turistica, per visitare alcuni locali della colonia!.

    Il primo luogo della visita fu un enorme cavità circolare: era grandequanto la bocca di un vulcano, le pareti erano rocciose, alte almeno50mt e sopra c’era un’enorme cupola trasparente che avrebbepotuto essere in vetro. Sul fondo del cratere artificiale, eranocoltivati molti ortaggi, alcuni erano sconosciuti al tenente Ball, altri

    erano in tutto simili alle piante da frutta e verdura, che crescevanosulla Terra. Ai lati del perimetro circolare, c’erano 12 cavità

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    distribuite come le ore di un orologio, che conducevano a cunicolibui e privi d’illuminazione. Erano i corridoi di collegamento dellacolonia, dai quali si sarebbe potuto accedere in numerose altre zonedella base. L’illuminazione era scarsa, gli ambienti eranodecisamente in forte penombra, erano fioche le luci che eranosparse nella immensa serra. Di solito l’area era illuminata dalla lucesolare, i corridoi erano privi d’illuminazione perché agli alienipiacevano le luci poco intense. Poche e sporadiche erano lelampade direzionali, tutte rivolte verso il basso, dove c’era qualchealieno che armeggiava su scrivanie scavate nella roccia, sulle qualigiacevano numerosi e misteriosi equipaggiamenti alieni, assai

    tecnologici.Quella che stava visitando il tenente Ball era una delle numeroseserre che sostenevano la piccola colonia marziana; l’energia dellabase era ricavata da fonti geotermiche, grazie ad un misteriosomacchinario a forma di parallelepipedo scuro. Questo era posto inun altro cratere artificiale, anch’esso ricoperto da una enormecupola semitrasparente che era polarizzabile in caso di necessità. Il

    grande parallelepipedo scuro era incastrato nella roccia, creavaenergia estraendo calore dalla lava, la quale veniva continuamentepompata e ri-pompata nelle profondità del pianeta, a ciclo continuo.

    L’alieno disse che i locali della colonia erano classificabili in tre tipidi strutture: c’erano i locali di sussistenza che erano serre, centralienergetiche, magazzini, rimesse, depositi. Poi c’erano i vani comunidella colonia: mense, camerate con 6 nicchie simili a catacombe in

    cui c’erano i letti. Poi c’erano i bagni, i luoghi di cura della persona,il luogo di culto religioso. Quest’ultimo quando non c’erano leorazioni, era usato anche come luogo di dibattito tra i membri dellacolonia. C’era poi il centro di comando che provvedeva alletelecomunicazioni nonché alla sicurezza e controllo; ma quest’areaera per il momento vietata per il tenente Ball.

    Dato il fuso orario della colonia, il tenente Ball fu invitato a cena dal

    gruppetto di quattro alieni che erano in turno nella colonia. Sedutisu un piccolo tavolo di plastica bianca, una seconda aliena che Ballnon riuscì a scorgere perché essa aveva la Graphics Human

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    Interface attivata, portò un piatto di stufato: piccoli pezzi di carnedi forma quasi perfettamente cubica, pomodoro, patate, piselli,carciofi. Ella disse che tutti gli ingredienti erano stati cotti assiemenello stessa pentola, lo stufato di Marte. Nel piatto del tenente finìuna specie di testa di topo oppure di serpente, o forse era un pesceoppure un banale carciofo marziano?!. Ball temendo che fossequalcosa d’alieno e d’immangiabile rifiutò la pietanza, dicendo chenon aveva fame. La signora aliena che evidentemente aveva dotitelepatiche ed aveva percepito il pensiero di Ball, ritirò gentilmenteil piatto dell’ospite, si scusò con il giovane militare e poi disse chelei supponeva che Ball avrebbe voluto provare le usanze aliene, ma

    evidentemente lei s’era sbagliata. Questi piatti marziani noncontenevano niente di pericoloso per la salute dell’umano, tuttaviail rifiuto era comprensibile, causato da un diverso senso estetico.L’aliena tornò dopo poco tempo con un ricco piatto di tagliatelle alsugo, che emanava un paradisiaco odore per le narici del giovane.Le bevande erano semplici ma essenziali: non c’erano vini, liquori,super alcolici, solo acqua e non era addizionata con CO2.

    La catacomba che gli fu offerta per riposare dopo il pasto, eratroppo piccola per il tenente Ball che con i suoi 1.80mt nonc’entrava nel piccolo loculo di 1.5mt di lunghezza. Il materassoalieno appariva comodo e soffice, ma era assai più corto e strettodi una brandina militare. Il tenente rimosse il soffice sacco a peloalieno che era stato appoggiato nel vano scavato nella roccia,quindi il militare decise di sistemarsi sul pavimento fatto di nudaroccia, dentro la piccola cripta priva di finestre.

    Non ci sarebbero stati altri alieni a riposare nella stanza, la qualeera ad uso degli ospiti della colonia. Non c’erano porte d’accessocon cui serrare il vano, perché nella colonia tutti erano fratelli enessuno rubava o faceva del male al prossimo: così disse l’alienoche se ne andò lasciando Ball solo nel suo ambiente alieno.

    Il giovane s’addormentò, decidendo di lasciare accesa la piccola

    luce direzionale che era incastrata nel loculo, dove lampeggiavaanche uno strano monitor colorato, in vetro, che era piatto come

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    una lavagna e Ball non aveva idea che tipo d’apparato tecnologicopotesse mai essere!.

    Appena sveglio il tenente Ball fu accompagnato nella sala di

    ricreazione: gli fu comunicato che mentre dormiva gli era statoprelevato dello sperma, con una piccola iniezione in un testicolo. Ilgiovane non si era accorto di niente, ne rimase assai sorpreso,specie quando l’alieno glielo comunicò laconicamente, offrendogliuna sorta di pistola agricola in metallo. Con tale oggetto Ballavrebbe dovuto irrorare di persona, delle uova aliene. Sarebberonati degli ibridi alieni-umani di sua discendenza diretta: mezzi clonidel tenente, oltre ad una discendenza aliena di figli e figlie deltenente.

    In un grosso cesto c’erano 7 uova: le prime due erano molto grandiquanto una sedia, erano biancastre e parevano avere un gusciopiuttosto solido. Altre tre uova erano assai più piccole e granditanto quanto dei grossi cocomeri, il guscio sembrava essere piùsottile delle prime. Le ultime tre uova erano le più piccole: eranosimili a dei palloni da football e sembravano le uova più fragili.

    Il giovanotto nebulizzò premendo il grilletto dell’irroratore alieno,aspergendo del liquido celeste e biancastro sulle prime 5 uova, poigli fu dato un secondo irroratore alieno, questo conteneva delliquido rosa-biancastro, lo nebulizzò verso le ultime tre piccoleuova, seguendo le istruzioni che l’alieno ebbe ad indicargli.

    Il rito dell’amicizia era stato concluso, adesso il tenente Clelland

    Ball era davvero un loro amico!. Un secondo alieno giunse, lo preseper mano e lo condusse alla navetta spola, dicendogli che il giovanesarebbe ritornato sulla Terra tra poche ore, la sua breve visita sullabase di Marte era terminata!.

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    Capitolo 3-Il primo giorno a White Sands.

    Era settembre del 1946 quanto il tenente Clelland Ball, pilotacollaudatore dell’USAAC fu assegnato al segretissimo poligono ditiro di White Sands, dove entro poco tempo la base avrebbe avutouna segreta ridenominazione in Area 51.

    Clelland supponeva che nell’Area 51 sarebbero stati sviluppati moltiaerei innovativi, frutto di ricerche e progressi tecnologici, ma nonaveva idea di quello che gli sarebbe capitato, di lì a pochi minuti!.

    Il comandante della base era anche l’addetto alla sicurezza, glidisse schiettamente che Ball non era stato scelto per il suocurriculum vitae, ma perché era stato richiesto espressamente peril compito che gli sarebbe stato assegnato. Ball rimase in silenzio,incuriosito e sorpreso, non aveva mai avuto raccomandazionipolitiche, neppure dall’industria aeronautica. Il giovane ebbe achiedersi chi fosse mai stato il misterioso benefattore, che aveva

    preteso la sua presenza, per un così prestigioso incarico.Il comandante della base gli disse di scaricare la frutta che era sulpiccolo truck militare che era parcheggiato fuori dal suo comando.Le cassette di frutta, dovevano essere sistemate su un piccolorimorchio in metallo, queste dovevano essere portate pressol’ Hangar  n°4. Proprio nell’ Hangar n°4  il tenente Ball avrebbericevuto i dettagli del suo incarico, circa il periodo in cui sarebberimasto assegnato alla base di White Sands. Il tenente salutòmilitarmente, eseguì lo strano ordine che il comandante della basegli aveva impartito!.

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    C’era una cassetta di ciliegie, una cassetta di albicocche, unacassetta di pesche, una cassetta di nespole, una cassetta con fruttidi bosco: fragole, more, lamponi, mirtilli. Il giovane riposeordinatamente le varie ceste sul piccolo carretto di metallo, si recòincuriosito all’ Hangar n°4. La pesante serranda della struttura inacciaio e lamiera era socchiusa, ed era bloccata: non c’era modod’aprirla oppure di far transitare il carretto sotto il portale. Ilgiovane notò un cartello che era stato appeso su una maniglia, lascritta suggeriva di passare dalla porta laterale, per lo scarico delmateriale.

    Il giovane fece il giro del grande hangar, aprì la piccola portalaterale, quindi si ritrovò all’interno della grande struttura. Enormefu la sorpresa che Clelland ebbe a scoprire!.

    Una Flying saucer era parcheggiata dentro il grande hangar, Ball siscordò di portare dentro il carrello di metallo, lasciò la porta apertae fu subito calamitato dall’oggetto alieno!. Era grande quanto uncamion rimorchio, forse poteva essere in alluminio. La Flying saucerera alta circa 3metri. Silenziosa, maestosa, possente, l’oggetto nonaveva nessuna insegna statunitense, al contrario da un lato c’eranomisteriosi caratteri che probabilmente non appartenevano ad unalfabeto terrestre.

    Il giovane s’appoggiò al muro, mettendosi le mani nelle tasche delgiacchetto di pelle, restò estasiato ad osservare il misterioso

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    velivolo. Tanti erano stati i racconti di Amazing Stories, WonderStories che da bambino aveva letto: razzi spaziali, piatti volanti,dirigibili a razzo, guerre aliene, fucili a raggi, mille e mille altrestorie immaginifiche, tuttavia mai aveva pensato di poter vedere unmezzo alieno, così da vicino!.

    All’improvviso un sibilo elettrico anticipò l’apertura di una scala,comparve rapidamente il profilo esile e gracile di un essere cheaveva un’enorme testa, priva di capelli, senza barba ne ciglia,senza naso, con grandi occhi neri a mandorla. L’essere scese quasitutti i gradini della scaletta, si fermò prima di scendere l’ultimapedana. Il tenente Ball si era irrigidito, guardò incerto e spaventato,con gli occhi dilatati e preoccupati, l’essere alieno che eraaggrappato alla scala di metallo. Per qualche arcana ragione, nellamente del giovane militare balenò il pensiero che l’essere alienonon gli era ostile, era pacifico, era stato proprio l’alieno a richiedereespressamente la presenza del giovane nell’ Hangar n°4.

    L’alieno s’avvicinò allontanandosi dal disco alieno, Clelland titubantes’avvicinò all’alieno, poi il giovane ebbe a notare che lui era molto

    più alto dell’alieno, così decise di sedersi per avere una staturameno minacciosa ed una postura più amichevole, rispetto al piccolovisitatore.

    -Ciao!, Io sono il tenente Clelland Ball- disse il militare –voi da dovevenite?!-

    Una voce metallica in perfetto inglese, con un vago accento del

    midwest rispose –lo so chi sei- poi aggiunse –voi chi?!--Voi alieni… sì!, insomma te, da dove vieni?!- chiese Clelland,timoroso di non essere stato compreso.

    -Io sono Xeon, come vedi, provengo dal disco- disse laconicamentel’alieno che poi aggiunse –Hai portato la frutta terrestre?-

    -Sì, l’ho lasciata fuori sulla porta, la vado a prendere subito!-

    rispose imbarazzato il giovanotto, che arrossì vistosamente,ricordandosi d’aver dimenticato il carretto di metallo all’entratalaterale dell’hangar.

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    Seduti sul pavimento dell’immenso hangar vuoto, l’alieno Xeoned il tenente Ball mangiavano ciliegie. In silenzio i due siscrutavano l’un l’altro, come se fosse stato necessario a Clellandl’abituarsi alle profonde differenze estetiche dell’alieno, rispetto aicanonici standard estetici di un terrestre. Il giovane militare nonsapeva cosa dire, gli pareva di non riuscire a pensare in modocoordinato, provava un forte senso di torpore, era come se questostato di apparente dormiveglia cosciente, gli stesse impedendofisicamente di fare movimenti troppo bruschi.

    -Sei un pilota collaudatore, ti abbiamo scelto mentre volavi con ilVoight v173– disse Xeon, mentre continuava a sgranocchiareciliegie.

    -Ho capito- rispose Ball, mentre anche lui mangiava ciliegie, poiaggiunse –il vostro disco volante, penso sia molto diverso,dall’aereo sperimentale su cui volavo!-

    -Sì!- rispose l’alieno – riferisci ai tuoi capi che noi usiamo comepropulsione un reattore ausiliario a fissione che inizializza il reattoreprincipale a fusione, poi la reazione di fusione dell’Elio3 si stabilizza,il sistema principale produce energia per tutti i sistemi dellanavetta. L’Elio3 è risorsa rinnovabile, é reperibile naturalmente sulsuolo lunare. Usiamo motori elettrici con pale intubate per volare emanovrare nell’atmosfera terrestre. Nello spazio abbiamo unmotore a ioni. La navetta non è attrezzata per i voli siderali, ma

    solo per ricognizioni a corto raggio entro i limiti del sistema solare-

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    Il militare si sollevò il berretto da pilota, ammise sinceramente esconsolato che aveva capito assai poco, di quello che l’alieno gliaveva detto. Ma confessò che sarebbe stato curioso di sapere qualeera la velocità massima che quella meraviglia tecnologica avrebbepotuto raggiungere.

    -La velocità massima è di circa 0.25c- rispose l’alieno.

    -Quante miglia orarie sarebbero?!- chiese il militare.

    -Poco meno di 75000km al secondo, ma non procediamo mai allamassima velocità, perché non abbiamo smorzatori inerziali. Inquesto modello di navetta, acceleriamo e deceleriamo entro letolleranze della nostra fisiologia- rispose Xeon.

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